Sei sulla pagina 1di 4

Piano culturale, non esiste evento artistico che prescinda dal suo contesto, anche geografico, come a Parigi

nei primi 15 anni del 900. Tasselli di un unico grande mosaico. Partendo da un autore opera o corrente,
dev’essere chiara la dimensione d’insieme. Fondamentali i primi due capitoli, salteranno fuori ovunque.
Macro aree: lezioni francesi parigine, area tedesca Vienna Berlino, area italiana con repertorio strumentale.
1890-1930. Ultimi capitoli riguardano anni 20, neoclassicismo, fenomeno diffusissimo negli anni 20 e
riguarda tutti gli argomenti trattati prima. Es. Stravinsky dopo balletti russi compone in stile neoclassico, da
Pulcinella in poi, bisogna ricordare che è anche uno dei protagonisti dello stile neoclassico e del secondo
futurismo (anche se l’abbiamo trattato in relazione al primo periodo). Dodecafonia (massima avanguardia)
e neoclassicismo (ritorno all’ordine) sono relazionati perché nel ritorno al passato anche le massime
avanguardie si ispirano al passato, come la dodecafonia ai fiamminghi, Pizzetti riprende gregoriano,
Stravinsky.

Una domanda per ogni ambiente, francese tedesco italiano sicuramente.


La domanda sarà una delle voci del programma.
Collegamento fra futurismo italiano e manifesti parigini, futurismo può decollare nel momento in cui
diventa un movimento europeo.

Cosa accade a fine 800 in Europa? Da quello si generano tutte le correnti musicali. Tutto nasce nel 1870 con
la guerra franco prussiana, stravolge cartina europea, perché coincide con altri episodi che portano alla
nascita di alcuni stati. Italia conquista Roma con presa di porta pia. Italia, Germania che vince la guerra
costruisce la grande potenza di fine 800. Inghilterra, Francia che dimostra grande resilienza attraverso
cultura. Scuole nazionali nascono in questo periodo, anni 60-70. A San Pietroburgo nasce conservatorio
1861, nasce scuola boema, scuola spagnola, moltiplicazione di tendenze che valorizzano dimensione
nazionale. Potenze creano alleanze fra loro. Italia Germania Austria e triplice intesa fra Inghilterra Francia e
Russia. Tutto ciò coincide con rivoluzione industriale. A borghesia si sostituisce grande industria, produzione
di ferro e acciaio. Cultura della magniloquenza che si riflette in tutte le arti, esaltare al grandiosità: questa è
la cultura ufficiale che domina cultura di fine 800. Noi ci concentriamo sempre su voci di nicchia, ma la
cultura di massa è l’espressione del tempo in cui si vive. A dine 800 la società è ancora ricca, belle époque,
quella è la cultura di massa, se ne parla ma non porta nessuna novità linguistica. L’avanguardia è per
definizione una minoranza. La massa ascolta i valzer di Strauss, in Francia i café chantant. Esposizioni
universali, società che si mette in mostra, mostra risultati della ricchezza, autopromozione, società che si
compiace delle trasformazioni che stanno cambiando le città, le capitali si rifanno la faccia e il centro
storico, palazzi monumentali, celebrazione del ferro e dell’acciaio, ferrovie che collegano i continenti. Altra
faccia è colonialismo e imperialismo. Rapporti servono per evitare di pestarsi i piedi, congressi per
accordarsi su come dividere il resto del mondo, congresso di Berlino 1885. Apparentemente sono contenti
tutti, m è un sistema che si autoalimenta che fagocita risorse che devono essere prese altrove. 700
aristocrazia, 800 borghesia, fine 800 crisi che porta verso buco nero che è la prima guerra mondiale. Dopo
guerra borghesia lascia posto alla società di massa. Affermazione di autocrazie come fascismo, nazismo,
rivoluzione sovietica in Russia. Chi prende il potere non sono le masse, ma chi sta ai vertici che sfrutta le
masse e mette a tacere chi c’era prima. Imperialismo, colonialismo, violenza, antisemitismo a fine 800 sono
cultura ufficiale.
Risvolti musicali di cultura ufficiali: a Vienna Hanslick che sostiene Brahms, poi Mahler etc. questi sono
eventi che si intersecano con la storia, rispecchiano il pensiero dominante, sono i borghesi che continuano a
frequentare le sale da concerto. Tutte queste realtà nascono negli anni 70 dopo guerra franco prussiana,
succedono molte cose: RIASCOLTA. Fiorire di compositori che appartengono a unico mondo culturale.
Vienna non è solo una città, ma l’impero asburgico che contiene territori che ospitano grandi compositori.
Scambio di contenuti musicali. Ricchi borghesi che animano le serate e si compiacciono della loro ricchezza
sono la cultura ufficiale.
Coinvolgimento delle masse. Trasformazioni sociali: svuotamento delle campagne, grandi metropoli con
periferie industriali, quartieri operai e popolari, dove si concentrano le masse di lavoratori. Lontane da
luccichio che si vive nel centro della città, c’è fame di materie prime, tensioni che esploderanno dopo la
prima guerra mondiale.
Questo coincide con un fenomeno storico importante.
A fine 800 la centralità europea entra in crisi, con il 900 l’importanza storica dell’Europa è sempre minore,
ci sono USA e altri. Ruolo della cultura è fondamentale. Ci sono letterati che sostengono questo sistema,
come a Parigi Fauré che ha proprio l’aspetto di un borghese.
A fine secolo gruppo di intellettuali prende posizione perché questo garantisce loro una posizione. Non si
può essere in università accademia teatri senza essere parte di un sistema. Satie lo ignorano tutti perché
non fa parte del sistema ufficiale. Chi appartiene a un certo contesto sociale scrive per gratificare le
persone che vi appartengono. Mahler scrive nella logica della cultura ufficiale ma risente di tensioni
interiori che l’intellettuale non può non percepire. Anche nella cultura ufficiale ci sono delle increspature. Il
canto della terra per esempio, porta con sé drammaticità.
Parallelamente a cultura ufficila si sviluppa pensiero in cui tensioni sociali prendono forma in tutti i campi,
poesia letteratura pittura, in letteratura decadentismo, forse è la prima ad accorgersi che tutte quelle
tensioni stanno per disgregare tutto. La società è diventata corrotta, come Parigi negli ultimi 20 anni. Clima
di tensione che si traduce in letteratura Ungaretti si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Mentre ci si
compiace delle novità non ci si accorge che si va verso il baratro. Trasformazioni del linguaggio artistico per
via di novità, come fotografia che porta verso impressionismo, l’artista non deve più cogliere la realtà ma la
sua impressione di essa. Questo riguarda tutta l’arte, simbolismo in letteratura, Debussy che non fa musica
impressionista, ma ne è parente stretto. Nadar stravagante personaggio di fine 800, appassionato di
dirigibili e anche fotografo. Tutte le prime mostre impressioniste sono ospitate nel suo studio, quasi
paradossale, nel 1873-74. Francia esce distrutta dalla guerra franco prussiana, c’è guerra civile che porta
molti francesi alla morte. Dopo aver toccato il fondo c’è la necessità di rivivere. Dopo questi stravolgimenti
non si torna più come prima. Il futuro è di chi può immaginare qualcosa di diverso. Impressionisti sono
rivoluzionari perché portano un linguaggio che non esisteva. Per questo bisogna osare.
AVANGUARDIE
Vivere in momento di entusiasmo finisce per dare voce a quelle
Futurismo musica francese musica atonalità è possibile grazie a vivacità intellettuali. Si moltiplicano le voci
critiche, tutti hanno più voce. Fra 1905 e 1914 sono anni più ricchi degli ultimi 500 anni, perché grazie a
ricchezza intellettuale si creano occasioni per sostenere la voglia di cambiare. Ognuno propone la propria
ricetta rispetto a necessità di portare novità. Più cultura ufficiale si fossilizza su trado romanticismo, più c’è
necessità di andare berso qualcosa di nuovo. Come balletti russi di Parigi, dopo Diagiliev non è più la stessa
cosa. La prima stagione è del 1911, quindi fra 1911 e 1914 succede ciò che non era mai successo nella
danza, con Petrouska, Uccello di fuoco, Sagra etc. Questo accade in tutte le forme d’arte. In questi anni si è
legittimati a fare qualsiasi cosa, anche le più astruse. Come Schoenberg con concerto del 1913, Stravinsky
etc. Tutti si lanciano nella guerra pensando di risolvere i problemi più in fretta. Ma le ose vanno
diversamente. Nasce neoclassicismo come reazione.
C’è leggerezza e entusiasmo, non c’era mai stato un periodo così lungo di pace. Fra 1870 e 1914 passano 45
anni di pace, si erano disabituati all’idea della guerra come elemento distruttore. Cultura era guerrafondaia
perché guerra serviva per depredare territori delle materie prime. Quotidiani inneggiano alla guerra con
grande entusiasmo.
In musica il mantra è andare oltre la tonalità, la cultura tardo romantica si identifica nel tentativo di portare
la tonalità alle estreme conseguenze, fra chi sostiene la musica assoluta e chi vuole spiritualizzare la musica
vocale. Nel primo 900 capiscono che oltre non si può andare. Elemento trasversale a tutte le avanguardie è
superamento della tonalità, con diverse conseguenze. La prima cosa è dichiararsi non tonale. Anche Ravel è
atonale quando supera codici linguistici della tonalità. La tonalità è espressione di binomio tensione
distensione, se non ci sono più non c’è più tonalità. Emancipazione della dissonanza, la dissonanza ha un
suo colore timbro, sta lì e si allarga sempre di più fino ad accordi di tredicesima di Ravel.
Prima reazione è scrittura non tonale. Da 1890 in poi questi fenomeni si sovrappongono e sono trasversali.
In ambiente viennese negli anni 90 si ascoltano valzer di Strauss, sinfonie di Brahms, Bruckner, Mahler, in
sala piccola sonate per violino, musica da camera, espressione del tardo romanticismo. I giovani Webern e
Schoenberg ascoltano quella musica, e non deve stupire se certa musica è ancora tonale e tardo romantica,
come in Notte trasfigurata. A inizio 900 prendono forma nuovi linguaggio, le provano tutte, Schoenberg
anche non sa bene cosa sta facendo, la sua scrittura di quegli anni è indefinita da un pdv morfologico.
Produzione di ciascuno ha momenti differenti, anche Stravinsky, vive pienamente stagione di
rinnovamento.
Stessi elementi si ritrovano trasversalmente ovunque, anche in Italia nella generazione dell’80. Bisogna
capire che hanno provenienze diverse anche quelli della generazione 80.
Logica che distingue i singoli compositori: Casella Malipiero Respighi Alfano Pizzetti. Malipiero e Casella
sono frangia più d’avanguardia. Perché? Casella è torinese figlio di violoncellista, ma si forma a Parigi sin da
piccolo dove rimane fino a scoppio della guerra, vive ubriacatura d’avanguardia. È uno dei protagonisti, a
contatto con Debussy D’Annunzio Faure, non ha quasi nulla di italiano, era segretario della società dei
concerti, suonava a 4 mani con Debussy. Torna in Italia perché c’è la guerra, porta con sé quel bagaglio di
esperienze. Malipiero figlio di nobildonna veneziana, padre direttore d’orchestra che lavora a Vienna e
Berlino, lo fa studiare a Vienna, poi rientra in Italia perché non entra in conservatorio. Respighi studia
orchestrazione con Rimsky-Korsakov. Rimane in contesto accademico, lontano da avanguardie.
Alfano era un compositore di opere, vicino a verismo e giovine scuola.

24/05/2022
Djagilev era un talent scout, avvocato mancato, individuava quelli che sarebbero diventati grandissimi
quando non erano ancora nessuno. Stravinsky aveva scritto solo due pezzi, ma Djagilev intuisce il suo
talento e gli dà i primi incarichi. Ruolo dei balletti russi è centrale, tutti i giornali ne parlano, era diventato
uno status symbol che influenzava le mode e la vita di tutti i giorni.
Nel 1900 Parigi era una capitale multiculturale. Anche San Pietroburgo nei primi 10 anni del 900 è un polo
importante.
Parigi non è solo avanguardia, come neanche Vienna, però mentre a Vienna sono ancora molto legati alla
cultura ufficiale, a Parigi la cultura ufficiale spesso era identificata con nomi minori come Tehodor Dubois,
anche Faure è espressione della cultura ufficiale, ma non equivale a Brahms o Mahler che c’era a Vienna.
C’erano Debussy Ravel Satie, tutti distanti dal mondo accademico, anche Debussy che ha vita accademica
più regolare non riesce mai a inserirsi nel mondo accademico, aveva vita particolare, era sempre coinvolto
in scandali con amanti mogli che tentano il suicidio, era spesso sul giornale per i suoi fatti personali. Vince il
Prix de Rome. Ma non avrà un riconoscimento in vita, anche la febbre debussista non coinvolge il mondo
accademico. Dimensione ufficiale insiste su ars gallica e tradizione francese, ma intanto c’è il wagnerismo.
Ci sono contraddizioni a Parigi.
Tradizione organistica, cresce la scuola d’organo legata al movimento ceciliano e ambiente ecclesiastico. Lo
studio dell’organo permette approfondimento maggiore dell’armonia, i grandi armonisti sono tutti francesi,
anche per questo Dubois resta un riferimento per l’armonia per un secolo.
Il gruppo dei Sei lavora soprattutto dopo gli anni 20, quando inizia il neoclassicismo. Satie è il nume tutelare
dei Sei, è considerato un caposcuola.

Mahler non è un caso che stia a Vienna e non a Parigi.

Schoenberg si avvicina alla musica a fine anni 80 dell’800, quando la produzione viennese è quella tardo
romantica, quello è il riferimento stilistico. Fino al 1899 scrive in quel modo. Poi parte per Berlino, gli
offrono un lavoro che gli cambia la vita, fa l’arrangiatore musicale per il cabaret, una cosa completamente
nuova che non c’entra nulla con il mondo dorato aristocratico intellettuale. Capisce che la musica si può
fare anche in un altro modo.
Quando Schoenberg torna a Vienna non si mette a fare il compositore. Per 10 anni non scrive niente, apre
una scuola in cui studiano Berg Webern, i compositori della seconda scuola di Vienna. Schoenberg inizia a
insegnare l’armonia tradizionale, da questo nasce il suo manuale di armonia. Questo approfondimento del
sistema tonale lo porta alla consapevolezza che il sistema tonale non è poi così naturale come dice
Riemann. Nasce il periodo non tonale, fino agli anni 20 quando inizia il neoclassicismo, anche a Vienna si
recupera la musica antica e si arriva alla dodecafonia che è la conseguenza più estrema.
Periodo tardo romantico
Periodo di vuoto lontano dalla composizione che permette di elaborare nuova scrittura. Atonalità è
trasversale alla musica di quegli anni. In tutta Europa c’è l’esigenza di andare oltre la tonalità. L’Italia ha la
situazione più complessa, perché come l’Austria che viene da un mondo imperiale, l’Italia viene dalla
tradizione del melodramma, disprezzata nel resto d’Europa, Wagner, perché vista non come espressione
artistica, ma come intrattenimento.
I musicisti italiani sono tendenzialmente ignoranti, hanno studiato contrappunto armonia solfeggio
pianoforte. Verdi si vantava di non essere mai entrato in biblioteca, anche se era molto appassionato alla
lettura e a Shakespeare.
Questo rende rivoluzionario il pensiero della generazione dell’80, si avvicinano alla musica in modo più
colto e per questo prendono le distanze dall’opera.

Tre orientamenti:
Generazione 80
Futurismo
Musicisti popolari

Dopo Verdi in Italia c’è il vuoto, questo permette alla musica di strumentale di provare a emergere.
Nascono le società del quartetto in numerose città italiane, questo dà la misura dell’attenzione per la
musica strumentale, nascono le prime orchestre stabili, sotto forma di orchestre popolari, come concerti di
Torino, di Faccio, di Martucci. Wagner entra nei teatri d’opera, a Bologna e Milano. Questo avvicina l’Italia
al pensiero europeo. Perciò è naturale che i musicisti inizino a frequentare ambienti internazionali. Casella
dice che non si può prescindere da ciò che fanno altrove, ma allo stesso tempo non copiare e fare
linguaggio proprio, rifacendosi all’Italia grande di Frescobaldi, Corelli. Corrente che si pone in alternativa
alla giovine scuola. Si contrappongono quelli che fanno la musica per la musica come mestiere e quelli che
pensano a dimensione più intellettuale della musica. Questo caratterizza generazione 80.
Festival della società internazionale di musica contemporanea. Grazie a Casella la musica internazionale
arriva in Italia. Italia nell’800 ha ottima formazione musicale, permette anche a chi ha condizioni meno
agiate di conoscere l’opera, soprattutto attraverso le bande. Pizzetti è la punta estrema della dimensione
cerebrale della musica, scomoda il gregoriano. Viene dal liceo classico, gli vengono attribuiti tutti i principali
incarichi istituzionali, perché è l’unico che ha studiato.
A differenza dei francesi per i quali era naturale che un musicista conoscesse filosofia o poesia. In Italia
separazione era netta, musicisti non dovevano montarsi la testa.

Potrebbero piacerti anche