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SECONDO OTTOCENTO

Nel 1861 ci fu l’Unità d’Italia ed il Nord e il Sud erano divisi.


Il Nord (Milano e Toscana) era più industrializzato. Nacque il treno e nacquero anche le ferrovie, il telefono,
l’automobile, il telegrafo e la luce. Si crearono dunque nuovi mezzi di comunicazione.
Il Sud, invece, era più povero e aveva meno industrie e nelle campagne si era sviluppato il fenomeno del
brigantaggio. Non c’erano soldi per la scuola e per questo motivo le infrastrutture erano poche. Questa
situazione ha portato più svantaggi che vantaggi ed era percepita dai popoli del Sud come un’imposizione
del Nord, che prevaleva dal punto di vista economico e industriale. I ragazzi del Sud dovevano andare alla
leva per due anni, quindi non potevano lavorare.
Nonostante ciò vi era fiducia nel progresso e nella scienza (= Positivismo) ma ad esempio Verga mette in
guardia perché riflette sul costo di ciò. Inoltre nacque la società di massa (= beni per molti).
Vi erano idee molto contrastanti tra di loro. Da una parte vi era il positivismo ossia la tendenza dei letterati
fiduciosi e dall’altra l’antipositivismo, dunque la critica di questo pensiero. Nonostante la scienza desse beni
materiali, gli anticonformisti criticarono la scienza perché non dava una risposta alla domande : “Qual è il
senso della vita umana?”, “Cosa succede all’uomo dopo la morte?” e “Che senso hanno i sentimenti?”.
Soltanto la letteratura può dare una risposta.

LA FIGURA DELLA DONNA


Vi era una doppia immagine della donna.
donna seduttiva ,casalinga, si occupa di casa e famiglia
La donna era vista come un angelo da lodare, poteva lavorare ma non aveva gli stessi diritti degli uomini.
Ella era considerata “di serie b”, non era libera ed indipendente ma controllata dal padre, fratello e marito. A
fine ottocento le donne (ex. suffragette) iniziano a rivendicare i propri diritti e cercare di cambiare la propria
immagine nella società.
(In Italia le donne ottengono il diritto di voto nel 1946).
Inoltre le donne leggevano e scrivevano ma non avevano gli stessi strumenti degli uomini per pubblicare le
opere.

SIBILLA ALERAMO
Ella è stata una donna molto controcorrente per i suoi tempi. Venne violentata e obbligata a sposare il
violentatore, da cui ebbe un figlio. Ad un certo punto decide di abbandonarlo e scappare via. Nel 1906
scrive “Una Donna” e diventa anticonformista, proto-femminista (va con molti uomini, non si risposa). Ella
scrisse e si interrogò sulla maternità, che in quel periodo era scontata ma la maternità non deve essere un
obbligo. Sibilia ripensò alla madre che aveva lasciato tutto per crescere ed educare i propri figli.

GLI SCAPIGLIATI
Le città di Milano, Torino, Roma e Firenze si svilupparono lentamente e intellettualmente. Milano era viva
sotto tutti i punti di vista: economico, mondano e intellettuale, perché è ricca e vicina alla Francia (letteratura
francese è la più importante).
Gli scapigliati erano un gruppo di giovani tra i 20 e i 30 anni che cercarono di rompere la tradizione dal
punto di vista della scrittura e dello stile di vita. Erano trasgressivi (capelli non impomatati), facevano uso di
sostanze, bevevano, si vestivano eleganti e formali e la morte era precoce (anche per suicidio).
Gli scapigliati sono un’avanguardia mancata perché hanno tentato di portare una novità anche in letteratura
ma non ci riuscirono.

( sono solo da menzionare )


- testo pag. 110 : scapigliati come aquile (Emilio Praga)
- testo pag. 109 :ragazzi chiamati scapigliati (Cletto Arrighi)

VEDI TESTO PAG 151


VEDI PAG 159-160
PAG 112 “ LEZIONE DI ANATOMIA”
-rappresenta le 2 tendenze del periodo: l’importanza della scienza nella seconda metà dell’800-> fiducia in
un nuovo pensiero,
Dall’altra parte gli intellettuali sono contro la fiducia nella scienza-> perché non spiega il senso
dell’esistenza umana.
Per spiegare queste 2 tendenze, Boito si immagina una lezione di anatomia in un obitorio, mentre si
disseziona un corpo femminile: termini scientifici ( alcuni latini) + parole del poeta che usa dei termini per
esprimere pietà verso la donna, che oltretutto aspettava un feto di 30 giorni.
->analisi: realtà medica( antipositivismo): il medico attua meticolosamente la sua spiegazione ( linea 38
ecc) attraverso un linguaggio accurato che sembra essere quasi severo. Realtà del poeta( positivismo) : di
fronte al linguaggio asettico, duro il poeta invece immagina la vita della ragazza prima di morire. La scienza
non è in grado di descrivere i sentimenti, le emozioni, i sogni ma utilizza un approccio più oggettivo,
categorico che non include i sentimenti. -> il poeta vuole sottolineare che non siamo solo un corpo, la
scienza non può rispondere a tutte le domande dell’esistenza umana anche se fino a quel momento la
scienza era fondamentale, la risposta a tutto.
-> i versi sono quinari, brevi = scelta innovativa . Il linguaggio è curato, scientifico , es la parola del v 17 è
un esempio di un termine difficile ( gli scapigliati avevano criticato il fatto che in alcuni sensi, il testo era
difficile da comprendere da tutto)
-> “negro tetto discende l’alba”verso 2-3= antitesi, “sul freddo letto con luce scialba” verso 5-6= Chiasmo
->PUNTEGGIATURA: uso insistito della punteggiatura, vuole enfatizzare le frasi, le parole-> molti punti,
punti e virgola, virgole e punti esclamativi.
-> strofa 5: apostrofe e personificazione della scienza (v 28- 67), verso 31 e 37-> chiasmo: il medico che
“urla” e il poeta che pensa.
-> dal verso 37-> molte allitterazioni / allitterazione della P verso 72-73
-> v. 43-45-> anastrofe + iperbato ( un elemento viene allontanato dal termine a cui dovrebbe essere
collegato)
-> termine “sudario”-> riferimento al lenzuolo che copriva la giovane ragazza
-> verso 53-54-> paragone
-> Nell’ultima strofa c’è una contrapposizione tra il poeta che pensa alla vita della giovane prima della
morte, e il pensiero scientifico ( infatti ” feto”->termine scientifico )
-> In conclusione, da una parte si può notare la grande fiducia nella scienza (positivismo), dall’altro c’è il
pensiero antipositivista dove la scienza non riesce a spiegare il senso della vita umana.

CARDUCCI-> ( pag 115) insegnante universitario, anche di Pascoli ( diventerà anche lui insegnate ). E un
poeta vate che incarna gli ideali ma viene rivalutato dai critici per la sua poetica intimista perché subisce la
perdita del figlio e gli dedica la poesia “ pianto antico “.

VERISMO
-> In Italia, per verismo non si intende un movimento: gli autori veristi ( Verga, cAPUANA, DI rOBERTO) non
hanno mai creato un manifesto comune per la poetica, al contrario del futurismo, non hanno dichiarato
nulla. Quindi per verismo intendiamo una serie di autori che dal 1878( pubblicazione della prima novella
verista di Verga“ Rosso malpelo di Verga”) che scrivono con caratteristiche comuni, confrontandosi tra loro
e rifacendosi al naturalismo francese.

VERGA >simbolo della letteratura verista


Nasce nel 1840 a Catania, da una famiglia benestante; fin da giovane lascia la Sicilia e va a studiare/vivere a
Firenze e poi a Milano ( DAL 1872 AL 1893)-> milano perché è industrializzata, una città viva intellettualmente e
moderna, quindi adatta per scrivere. Il trasferimento a Milano porta Verga a conoscere gli intellettuali del tempo,
i naturalisti francesi ( legge molto le opere francesi ) e anche gli scapigliati, e ha volontà di scrivere come loro.
-> dal 1893 al 1922 ritorna a Catania , morirà qui. In questi ultimi anni abbandona la produzione letteraria e
assume un atteggiamento di disillusione e disinteresse-( atteggiamento di un ricco signore reazionario)> anche
perche in questi anni in cui lui rimane a Catania, si allontana dal fulcro della città./ dalle dicerie , dai contatti
letterari. Scrive di meno e scrive articoli di giornale.
Nella fase che precede il trasferimento a Milano scriveva già( romanziere apprezzato) ma con una produzione
mondana, era un uomo molto famoso e i cui romanzi venivano letti anche dal pubblico femminile-> romanzi con
sfondi sentimentali: es la storia di una capinera, una peccatrice, Eros, Tigre Reale.
“Storia di una capinera”->la capinera è un uccello bianco e nero-> infatti è un riferimento al colore dei vestiti
della monaca, la protagonista, che lo diventa perché obbligata dalla famiglia che non approvava il suo amore.
Verga poi comprende , a contatto con i romanzi francesi, che deve scrivere su argomenti diversi e in modo
diverso-> esperimenti -> esempio: “ Nedda” che è preverista . Qui l’argomento è cambiato: presenta una
giovane bracciante siciliana, vedova con la figlia piccola malata-> non riesce a mantenerla-> difficile situazione
economica e sentimentale= tema cambiato ma il narratore onnisciente è tipico dei romanzi mondani.

PAROLE CHIAVE DEL. VERISMO


• impersonalità = il narratore è esterno, non onnisciente, che fotografa la realtà esterna ( lui stesso è un
fotografo). La prospettiva della scena che vuole rappresentare è quello di un osservatore esterno , non di un
narratore che commenta/ interviene o conosce
• Regressione= “regredire” = tornare indietro-> il narratore adotta il puto di vista della società che sta
rappresentando ( solitamente la società meno altolocata tipo i pescatori)= adotta il punto di vista regredito
della comunità -> Rosso Malpelo( chi aveva i capelli rossi è considerato malvagio, Verga non lo pensa ma
rappresenta ciò che la società crede)
• Espressione = è il narratore popolare, che utilizza un modo di raccontare che spesso non è ricercato ( I
malavoglia, rosso mal pelo) -> proverbi, frasi fatte del popolo, frasi paratattiche, a volte non sintatticamente
corrette
• Discorso indiretto libero= il narratore introduce le espressioni / parole dei personaggi senza verbi
dichiarativi, senza segni di punteggiatura, senza far comprendere al lettore che il discorso sta per avvenire.
• Tecnica dello straniamento= c’è una discontinuità tra il pensiero dei personaggi e quello dell’autore che
provoca una sensazione di straniamento= non riusciamo a identificarci nel pensiero dei personaggi, quindi
siamo straniti. + Verga decide di eliminare ogni elemento che possa recare PATHOS ( in rosso malpelo , la
parte più tragica cioè la morte del padre e la scomparsa di Rosso Malpelo non viene raccontata per non
creare pathos) + STUDIA PAG 265
Testo pag 266-267
Prefazione di “ l’Amante di Gramigna “ , novella , in cui riflette e dimostra come vuole scrivere-> troviamo le
parole chiave e spiega come affronta il testo-> si rivolge all’editore Farina, suo editore. Fotografa la situazione
ma non da soluzioni concrete. Da alcuni termini come “documento umano” capiamo che è presente un
approccio scientifico dei naturalisti. Verga non crede che l’autore possa portare delle verità\soluzioni, quindi il
narratore deve eclissarsi “i fatti si devono raccontare da se” . Il metodo che egli utilizza è quello di utilizzare
molte parole scientifiche e di raccontare solo i fatti senza pathos. Fa una riflessione su come si deve scrivere e
cambia il modo che aveva fino a poco prima.

Testo pag 268-271


Pag 271-> l’ideale dell’’ostrica
Parallelismo tra le persone che abitano nel paese, anche i bambini, e la vita dell’ostrica.
Riga 149->ideale dell’ostrica = Verga spiega che è lo stile della vita dell’ostrica che vive tutta la vita
attaccata allo scoglio e non ha altri desideri se non rimanere attaccata li . Allo stesso modo i Malavoglia e
ingenerale tutta la maggior parte dei suoi personaggi, vivono e non si staccano dal loro ambiente ,si
rassegnano a vivere li pk tanto quando cercano distaccarsi dall’ambiente in cui vivono ,falliscono = meglio
vivere come l’ostrica e non cercare di cambiare la situazione dove vivo, pk porta al fallimento.
-> ricerca del meglio= per Verga è controproducente pk porta al fallimento, pensa che il progresso sia
come un fiume che travolge chi è sul passaggio,alcuni ne escono vincitori ma comunque solo temporanei
(=visione pessimista)

1878->pubblicazione “VITA DEI CAMPI “-> raccolta di novelle->contiene “ Rosso Malpelo”-> 1ª novella
verista. Nella raccolta c’è una novella metaletteraria tipo “ Fantasticheria”, che racconta la permanenza di
un’amica altolocata in un paese siciliano, Acitrezza, per 3 giorni, pk poi si stufa e fugge. Verga usa il pretesto di
scrivere una lettera a questa donna per preannunciare che scriverà “I Malavoglia” (p.271)-> racconta qualcosa
ma si rifà ad un’altra novella.
“Rosso Malpelo”. Pag 277
-> prima novella propriamente verista di Verga
-> ha una funzione sociale, riflette sui dati dell’epoca. vuole denunciare lo sfruttamento minorile. Verga
conosceva il lavoro di Franchetti Sonnino
-> la novella ha per protagonista un ragazzo detto “Rosso MalPelo” ( non si conosce il vero nome ) che
rappresenta l’escluso della società . La sua vita , da quando nasce a quando muore,è tragica. Lavora in una cava
di rena rossa( terra friabile e sabbiosa x costruire i mattoni).
->lo chiamavano tutti così pk ha i capelli rossi : tanto che anche sua mamma si era quasi scordata del suo nome
di battesimo.
Malpelo aveva i capelli rossi->Verga adotta il punto di vista della comunità e adotta la tecnica della
regressione-> la gente pensava che proprio perché aveva i capelli rossi , allora era malvagio e cattivo.
-> Malpelo descritto come un cane rognoso-> il personaggio è in una condizione di bestialità , è un escluso ma
è come se avesse perso la dignità umana . Simbolo usato per mostrare la sua degradazione della sua
condizione di escluso.
-> molte parole dispregiative: es monellaccio
-> mangiava solo, lontano dagli altri come fanno le bestie sue pari
-> lui è un escluso in qualsiasi contesto relazionale: vive in un ambiente di deprivazione affettiva, non ha
relazioni con nessuno. Neanche la madre lo ama molto: non ha mai accettato il fatto che abbia deciso di andare
a lavorare nella cava e non si fida di lui, pensa che rubi i soldi dello stipendio che porta a casa. Pure la sorella lo
accoglie sempre picchiandolo.
->raccontata la morte del padre Mastro Misciu nella cava di rena rossa (in analessi), il cui soprannome è Bestia.
Descrizione del padre: minchione (= sciocco) perché lavorava + degli altri, per portarsi il pane a casa, mentre
gli altri oltre al lavoro si divertivano che lo criticano perchè non si faceva valere. Erano tre giorni che sterrava e
non aveva ancora terminato, gli cade addosso la cava, la galleria è collassata e lui è morto sepolto vivo-> viene
solamente citata la sua morte non raccontata . Malpelo soffre per la morte del padre , l’unico che gli dimostrava
affetto, e inizia a scavare furiosamente e a strapparsi le unghie, che era la stessa cosa che aveva fatto il padre.
Quando malpelo trova il corpo del padre indossa i suoi vestiti, appende le scarpe come cimelio e si appropria
dei suoi strumenti (zappa e piccone=simbolo del loro rapporto). Da tutto cio capiamo che il loro era un
rapporto dato dai fatti e non dalle parole.
->rapporto con Ranocchio: Ranocchio era un manovale ma cade e si lussa il femore quindi va alla cava (ultimo
lavoro, ultima scelta).
I due punti seguenti rappresentano la filosofia di malpelo:
1.Malpelo picchia Ranocchio, che non reagisce e gli fa capire che le relazioni umane sono improntate su
violenza e supremazia, quindi deve imparare a difendersi e colpire a sua volta.
2.asino grigio: simbolo che troviamo dall’inizio alla fine della novella, è la condizione dell’uomo sfruttato-> per
il protagonista, la prospettiva della morte diventa cessazione delle proprie sofferenze, così com’è stato per
l’asino grigio della cava, morto dopo una vita di sofferenze. Se non fosse mai nato sarebbe stato meglio, quindi
abbiamo il concetto di svalutazione della vita, vita senza senso.
->Ranocchio si ammala e muore, la mamma piange e Malpelo non comprende questo amore materno non
legato solo ai soldi. Arriva un detenuto che non resiste alla vita della cava e preferirebbe tornare in
prigione>vita molto difficile.

• Contrapposizione tra il buio( cava ) e il cielo e le stelle (luce)-> cielo rappresenta libertà e e speranza->
linea 266 : la luce e la speranza è negata a chi vive sottoterra come Malpelo
-> di fronte alla disgrazia , l’ingeniere torna a teatro -> gli altri minatori si stringono le spalle e tornano a casa->
oggi faremmo uno sciopero . L’ingeniere non si prende la responsabilità di quello che è successo quindi
considera ( come tutta la società )la vita dei lavoratori insignificanti. Dall’altra parte nemmeno i lavoratori si
fanno valere, per solidarietà. Tutto ciò sembra essere quasi una rassegnazione, la consapevolezza che tanto
nulla può cambiare.
Atteggiamenti degli altri nei confronti di MalPelo-> si mettono a ridere, ignorarono la sua presenza , sono
indifferenti-> quindi la sua condizione è di nuovo paragonata ad un cane cioè “ mordeva come un cane
arrabbiato e dovettero tirarlo per i capelli per tirarlo via con forza”
Continua a cercare il padre, scavando nella terra per raggiungere suo papà, fino a che non gli si strappano le
unghie -> dopo qualche giorno ritorna alla cava, la mamma lo riporta al lavoro MA il suo umore, la sua
disperazione dunque la sua psicologia non viene raccontata.
-> i suoi comportamenti si fanno più strani: non mangia,mentre zappava si ferma bruscamente, gli occhi
stralunati e il viso torvo, sembrava fermarsi ad ascoltare qualche cosa che il sup diavolo gli sussurrava alle
orecchie-> nessuno si cura di lui + anche se il narratore ritiene che tutto ciò sia malvagio, non interviene e ci
causa lo straniamento.
-> è come se fosse entrato un diavolo dentro di lui
-> visto che era” Malpelo”, si sforzava di apparire nella peggior versione possibile-> questo dimostra come sia
sempre stato maltrattato e ignorato, si prendeva le botte senza protestare proprio come facevano gli asini-> con
gli altri era crudele = risultato dei maltrattamenti di suo padre .
->conclusione: viene mandato a compiere spedizione in una galleria per trovare qualcosa ma si perde\si
smarrisce e non torna più perche muore. È una conclusione senza pathos, non si racconta la sua morte perche
altrimenti non ci sarebbe compassione x malpelo. La spedizione che malpelo fa nessuno vuole farla perche è
pericolosa e rischiosa, lui invece accetta il destino senza protestare pk non ha nessuno.

+ In realtà Malpelo si è affezionato a Ranocchio e spesso gli dà parte del suo cibo e lo aiuta nei lavori più
pesanti. Finalmente viene recuperato il cadavere di Mastro Misciu e Malpelo tiene come un tesoro i pochi
oggetti posseduti dal padre( indossa i suoi vestiti, si appropria degli strumenti di lavoro del padre, tiene da
parte le sue scarpe ancora troppo grandi per lui-> non sa esprimere a parole ciò che prova ma a gesti si)
Purtroppo ben presto anche Ranocchio muore (malpelo non capisce il comportamento della madre nei
confronti di suo figlio Ranocchio: lui non ha mai ricevuto amore materno e non si spiega come sia possibile
che una madre soffra così per il figlio) di tisi, Malpelo è sempre più solo (la madre si è risposata e non vuole
avere a che fare con lui e anche la sorella si è trasferita in un altro quartiere) e finisce per scomparire nella cava
dopo che gli era stato assegnato il compito di esplorare una galleria sconosciuta. Nessuno avrebbe mai
accettato un compito così pericoloso, ma Malpelo ormai non ha più niente da perdere: prende pane, vino,
attrezzi e vestiti del padre ed entra nella galleria per non uscirne mai più. La sua unica vendetta da morto è
aver instillato il terrore negli altri operai che hanno sempre paura di vederlo spuntare fuori all'improvviso con i
suoi capelli rossi e i suoi occhiacci.-> forse è morto ma il narratore non è onnisciente quindi elimina il pathos e
la narrazione totale dei fatti.
TEMI:lavoro minorile, esclusione, filosofia di vita è che bisogna difendersi dagli altri con violenza (es.asino
grigio), deprivazione sentimentale.
Utilizza forme vicino al dialetto non il dialetto puro pk se no pochi avrebbero capito.

LE NOVELLE RUSTICANE

Seconda raccolta di novelle-> “le novelle rusticane”-> “ rustico” indica che si parlerà e che le novelle
tratteranno di ambientazioni di quelle sfere sociali meno abbienti (contadini,pescatori, minatori)

• “libertà “-> evento storico-> 1860 rivolta in un paese siciliano ,Bronte ,che portò a uccidere i notabili del
paese per ottenere la libertà e poi le conseguenze che sono l’arrivo del generale che arriva e giustizia e
poi arresta uomini a cu alla fine, la libertà viene negata.
1.violenza sociale: popolo paragonato a lupo che uccide, quindi c’è visione negativa della collettività.
2.immobilismo sociale : alla fine tutto torna come prima, il tentativo di libertà fallisce pk i ricchi hanno
bisogno dei poveri e viceversa, la società non cambia.

• “La roba “-> il protagonista è Mazzarò ( ha dei punti in comune con il protagonista del secondo romanzo
di verga Mastro don Gesualdo), un ricco proprietario terriero che si è formato da sè, nasce come
dipendente di un barone e poi pian piano con la sua grande intelligenza acquisisce sempre più ricchezze,
e sviluppa la filosofia della ROBA ( non è il denaro, per lui è roba sporca pero lo usa solo per pagare le
tasse)-> “ roba è proprietà cioè tipo il grano, il fieno, gli animali, le viti …Lotta tutta la sua vita per ottenere
LA ROBA ma non si concede nulla: mangia poco, contro i lavoratori, l’unico vezzo(l’unica ricchezza) è stato
il cappello di seta nera
-> quando gli viene diagnosticata la malattia, e quindi intende che sta per morire, capisce che non può
portare la roba con sé e allo stesso tempo non vuole lasciare la roba sulla terra. Quindi uccide gli animali della
fattoria( anatre e tacchini). da qui deriva l’idea che” la roba” dà senso alla vita e che se essa, non può essere
portata insieme a lui dopo la morte, allora la vita non ha senso. “Mazzarò è nato per la roba e la roba per lui”
CICLO DEI VINTI
• non è completato
• è una raccolta di 5 romanzi ( i malavoglia, mastro don Gesualdo, la duchessa di Leyra,
l’onorevole scipioni ( no completato) e l’uomo di lusso(no completo ) legati l’uno all’altro in cui
è presente un filo comune-> tutti i personaggi dei cinque romanzi hanno l’obiettivo di
migliorare la loro condizione economica o sociale spinti dalla ricerca del meglio ma, sono
destinati a fallire=> sono vinti da amore, famiglia,…
• l’idea del ciclo viene presa dal naturalismo francese + non scrive veramente cinque romanzi ma
solo 2 e mezzo (i malavoglia, mastro Don Gesualdo, contessa di Leyra).
• Non li scrive perché: 1- quando escono i malavoglia non ha successo ma viene criticato, anche
se in teoria Verga aveva molto successo. 2- e poi perché adotta il narratore esterno che
funziona bene fino a quando si racconta di personaggi di classe sociale bassa. Quando invece si
tratta di uno strato sociale elevato, Parte dei personaggi non coincidono con i loro pensieri. cioè
il narratore esterno non fa capire che non c’è questa corrispondenza anche se usa molti
dialoghi, che non bastano.
• Quindi si adotta un comportamento educato che non corrisponde a ciò che si pensa= per le
convenzioni sociali

“ prefazione dei malavoglia” (classroom)


• espone il progetto dei cinque romanzi ed una definizione di progresso con una concezione
pessimistica. Viene paragonato a un fiume che travolge tutti : ci saranno dei vinti, ma alla fine
anche i vincitori di oggi saranno i vinti di domani.=> tutti falliscono
• Ruolo del narratore= non giudica ma osserva la scena da fuori e rappresenta la realtà così com’è
o come dovrebbe essere.

I MALAVOGLIA
la storia : i protagonisti sono appartenenti alla famiglia TOSCANO, che vengono chiamati i
malavoglia, nome antifrastico ( dice il contrario,ironia) perché in realtà questa famiglia è di grande
lavoratori
-> siamo ad Acitrezza, la storia inizia nel 1863, due anni dopo unità Italia.
-> protagonista :è il nonno con la barca PADRON ‘ NTONI = ha un figlio che si chiama Sebastiano
che si chiama BASTIANAZZO la cui moglie è MARUZZA ( La LONGA è soprannome antifrastico pk
lei è bassa) -> da loro nascono 5 figli : ‘NTONI, Luca, Alessi, mena e Lia

”presentazione famiglia toscano” (p. 327)


Narratore onnisciente (Manzoni) che vuole dare quadro generale dei luoghi in cui si ambienta la storia, al
contrario di verga che invece entra subito nella narrazione\vicenda senza introduzione

All’inizio, il figlio ‘Ntoni viene chiamato alla leva obbligatoria di due anni: ci si puo spostare quindi
toglierebbe manodopera>la famiglia inizia a cercare di evitare che egli si arruoli ma deve x forza
andare, poi verrà sostituito da Luca che muore nel 1866 in battaglia di Lisa.
->x cercare di migliorare la situa bisogna trovare dote x fare matrimonio combinato. X trovare
questa dote padron ‘Ntoni, spinto dalla ricerca del meglio, affianca alla sua attività di pescatore
anche quella di commerciante di ingresso. Si fa dare e successivamente vende lupini avariati che
quindi portano disgrazie e causano la perdita del patrimonio e la conseguente disgregazione della
famiglia. (Non si sa se i lupini siano di terra o di mare)
->a questo si aggiunge il naufragio della barca della famiglia per la Provvidenza.
->ci sono diverse disgrazie: Bastianazzo muore nel naufragio, la longa si ammala, luca muore,
padron ‘Ntoni si ammala e muore in ospedale a Catania (lontano da casa>non vuole x l’ideale
dell’ostrica)
-> rimangono 4 personaggi ma non felici
->’Ntoni critica il nonno e il suo stile di vita: il nonno si allontana da casa, si dedica al contrabbando
probabilmente e si sposa con la proprietaria dell’osteria.

-> nel finale ‘Ntoni viene affrontato da Don Michele (degno di essere stimato pk don) che era un
brigadiere della finanza del paese. Ntoni lo accoltella non a morte ma gli causa una ferita seria. Ci
sarà un processo con Ntoni come imputato. X scagionarlo o ridurre la pena il suo avvocato
introduce il delitto d’onore(l’ha accoltellato x salvaguardare l’onore della sorella Lia). Però Lia viene
disonorata, non è piu sposabile ed è considerata male e quindi va via. Dicono che cerchi Don
Michele ma probabilmente diventa prostituta anche se non lo sappiamo per certo.
->Mena era promessa sposa a Brasicipolla quando la famiglia era ricca (scoperto x caso), ma quando sono
in rovina, e perdono addirittura la casa del nespolo, non puo piu sposare Alfio (carrettiere con amore
corrisposto). Alfio si dichiara ma Mena dice che non puo sposarsi pk sarà sempre legata a Lia e di
conseguenza anche lui. (M:”voi vi pentireste” A:”non ci avevo pensato”)
->sa che passera tutta la vita a fare la zia e occuparsi dei figli di Alessi (=unico fratello felice) e nunziata.
Mena si deve rassegnare e accettare il suo destino (vita finita>no riscatto)
->Alessi e nunziata riescono a ricomprare la casa del nespolo>tutto finisce come è
iniziato(finale\conclusione circolare ma solo all’apparenza pk tutti sono morti o infelici)
->Ntoni dopo il carcere cerca di tornare nel paese ma non puo pk è escluso
->padron Ntoni e Ntoni rappresentano due stili di vita e pensieri:
1.padron Ntoni è nonno, patriarca, segue l’ideale dell’ostrica, proverbi di saggezza popolare. Quando
prova a migliorare fallisce, è un vinto.
2.Ntoni è dinamico, cambia e cerca di intraprendere una strada diversa e quindi va via dalla famiglia.
Fallisce nella ricerca del meglio e viene arrestato, quindi è un escluso.

Forma:
• narratore esterno, regredito (pov della colletività non solidale, che critica i malavoglia)
• Discorso indiretto libero
• Forma sintattica paratattica e non corretta (ex: che polivalente) x imitare forma dei pescatori ma non
usa il dialetto pk altrimenti sarebbe incompreso da molti
• Straniamento(non ci riconosciamo nei valori e nelle forme di questa società)

“Sradicamento”. (P.336)
“L’amore tra Alfio e Mena “( classroom)
L’amore tra Alfio e Mena, due tipici «vinti» verghiani, si tinge nel corso del romanzo di malinconia e di
amarezza. Dapprima la ragazza si sacrifica alla religione della casa e rinuncia all’amore per Alfio, che è solo
un povero carrettiere, per seguire la volontà del nonno che vorrebbe sposarla a Brasi Cipolla (figlio di
padron Cipolla, il benestante del paese). Poi il matrimonio va a monte, ma intanto Alfio ha lasciato il paese
e con molti sacrifici è riuscito a migliorare la propria condizione economica. Segno palese del mutamento,
quando dopo otto anni ritorna, è il mulo grosso e lu- cente con cui ha sostituito l’asino. In questo episodio
(siamo al finale del romanzo) Alfio chiede a Mena di sposarlo: niente più li divide e non ha antagonisti
(Brasi Cipolla ha sposato la Mangia- carrubbe contro la volontà del padre, che per ripicca sposa la Barbara
Zuppidda), ma Mena, a causa dei pettegolezzi che circolano in paese sulla sorella Lia, non accetta e
rinuncia all’amore.
Intanto Alessi ha riscattato la casa del nespolo, ma ormai è troppo tardi per padron ’Nto- ni, che muore
all’ospedale nella più amara solitudine.
Mastro Don Gesualdo (1889) > “il piacere” di D’Annunzio è pubblicato lo stesso anno, questo dimostra
come il realismo italiano si unisca all’estetismo italiano.
È il secondo romanzo del ciclo dei vinti e Gesualdo Motta è l’unico protagonista. È un
manovale\proprietario terriero che da solo si costruisce la sua fortuna. È spinto dalla ricerca del meglio,
cerca di fare il salto sociale sposando Bianca Trao che è una nobildonna decaduta e disonorata pk aveva
avuto una relazione con il cugino e aveva avuto una bambina di nome Isabella. non voleva veramente
sposare Gesualdo ed è Quindi un matrimonio combinato. Isabella viene educata al disprezzo del padre,
cioè don Gesualdo che adotta la bambina, che non è nobile e ha atteggiamenti non nobili.
Gesualdo si ammala e il dottore disgnosticandogli questo male dice “questa è la tua roba” (=roba gli ha
provocato il cancro). Il finale è tragico pk egli muore da solo visto che il cameriere non si alza quando egli
lo chiama.
Gesualdo è un vinto pk tutte le sue relazioni sono fallimentari e la sua famiglia di origine vuole dei soldi.
Ha un bel rapporto solo con la serva Diodata (=trovatella) pk i due hanno una relazione extraconiugale
con due figli che pero non verranno riconosciuti.

“Il dramma interiore di un “vinto” ” (p.309)


Può essere definito il “romanzo della roba”> c’è una corrispondenza con mazzarò pk cambiano la
posizione sociale ma mazzarò cerca di accumulare, mentre x Gesualdo la roba permette il salto sociale.

DECADENTISMO E SIMBOLISMO
In Italia non c’è una vera e propria corrente decadentista o simbolista, semplicemente gli autori della seconda
metà dell’800 seguono le mode del periodo, e senza manifesti o annunci importanti, hanno caratteristiche
decadentiste e simboliste. Pascoli e D’Annunzio per esempio hanno caratteri decadenti e simbolici ma in
maniera inconsapevole poiché in Italia non ci sono questi movimenti, loro sono semplicemente influenzati
dalle correnti\flussi europei.
-> elementi essenziali delle due correnti :
• “decadentismo “-> inizialmente visto con significato dispregiativo, ma poi alla fine dell’800 i poeti si
interrogano sul ruolo dell’intellettuale nella società dominata dalla scienza e dalla tecnologia, la società di
massa . In realtà stanno vivendo in un periodo di decadenza intellettuale e morale
-> queste nuove scoperte e novità non possono rispondere alle domande che vengono poste in questo
periodo : cosa c’è dopo la morte ? Che senso ha la vita ? -> la scienza risponde in modo razionale, la
letteratura cerca un’altra risposta: più intima, interna e personale.= il poeta è isolato dalla società che non è in
grado di cogliere lo spirito del poeta\il senso poetico (la vita intellettuale alta VS vita di tutti i giorni bassa).
Dalla fine dell’800 tutti gli intellettuali si chiederanno qual è il loro ruolo, e in alcuni casi arriveranno alla
conclusione che il loro ruolo non esiste, la società non apprezza l’intellettuale il quale è considerato
insignificante, ci sono diversi atteggiamenti.
+ la poesia da cui si inizia a usare il termine decadentismo è “Languore” di Paul Verlaine che scrive “ sono
l’impero alla fine della decadenza “-> da qui si inizia a riflettere sull’idea della decadenza della società che
giunge a una riflessione anche sul ruolo del poeta e nasce il decadentismo (rivista “Il Decadente”).
• Simbolismo = la realtà non ha solo il significato concreto\letterale, tangibile, primo ma ha un significato
che rimanda ad altro (Es: pascoli descrive in apparenza i fenomeni atmosferici come i temporali in forma
quasi pittorica, ma in realtà tutta la descrizione rimanda ad altro=>la situazione rimanda ad esperienze
personali\ alla condizione esistenziale, non al singolo evento naturale che tutti possiamo provare. (Es:
temporale e fulmine= condizione esistenziale negativa + egli usa poesia per dipingere, è pittorico)
• Innovazioni sul piano formale ( pascoli rinnova e rompe le tradizioni prima di lui)-> introduce molte
onomatopee, la sinestesia , analogia , la punteggiatura viene usata in modo non convenzionale ( accosta
parole usando i …, :, () ecc)
-> inizia la poesia moderna con molte novità
GIOVANNI PASCOLI
Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855.la sua infanzia è segnata da molti lutti: assassinio del padre
quando aveva 12 anni per invidia o per ragioni economiche. A distanza di pochi anni morirono anche la
madre, un fratello e la sorella, ed egli venne affidato allo zio. Il suo intento è quello di ricostruire il nido, che per
lui era la sua casa, con le sorelle Ida e Mariù. Ida si sposa, quindi rimane con Mariù; anche lui tenta di sposarsi
con una cugina ma la sorella glielo impedisce. È professore di liceo (prima allievo di Carducci) e poi professore
dell’università ed insegna letteratura italiana a Bologna. Il suo lutto rappresenta sia la concezione personale
che la concezione del mondo. Da giovane è un anarchico attivista vicino alle idee socialiste (venne pure
arrestato); poi si allinea al pensiero politico dominante. Nel 1911 (Italia in guerra contro la Libia) pronuncia il
discorso in cui giustifica a livello ideologico l’entrata in guerra (è interventista, pensa sia giusto perché l’Italia
appartiene al Mediterraneo, inoltre l’Italia ha sempre a sempre migrato dunque deve conquistare). Si
trasferisce a Barga, dove costruisce una casa di campagna. Nello studio ha tre scrivanie: la prima scrivania lo
indica come studioso e compositore italiano (legge e scrive poesie), la seconda critico letterario (Dante,
Leopardi) e la terza la produzione in latino (fu l’ultimo autore con grande padronanza del latino per cui vinse il
premio europeo ad Amsterdam grazie all’opera “Carmina“).

Opere:
- estratto di un saggio “Il fanciullo” p. 391→ chi è il poeta e quale funzione deve avere, tutti gli uomini hanno
una sensibilità poetica ma va via per quasi tutti, tranne che per i poeti. (Vedi anche poetica di pascoli pag 390)
Rappresenta la parte razionale, dunque il modo infantile di percepire le cose, che in alcuni momenti salva da
alcune situazioni. È diviso in due parti:
1.egli non crede come questa voce non ci sia in alcune persone, anche se in apparenza tace, essa c’è.
Riga 37: adamo è il primo che da il nome alle cose>grande responsabilità
2. Il poeta, per essere considerato tale, risponde a questa voce interiore e senza volerlo diventa un ispiratore. Il
poeta è colui che sa trovare le parole giuste riguardo ad argomenti di cui nessuno avrebbe detto nulla e in cui
pensava che tutti potessero immedesimarsi. Vi è una polemica implicita con D’Annunzio perche in
contemporaneaD’Annunzio si propone come poeta abate, si pone a capo della massa. A differenza sua,
pascoli esprime il pensiero di tutti, quindi è come se facesse parte della collettività. C’è idea che il poeta sia un
veggente, riesce ad esprimere cose che gli altri non vedono.
- "Myricae" (la più famosa) → vocabolo d’autore preso da Virgilio
- “I canti di Castelvecchio”
- “I poemetti”
- “I poemi conviviali”

Myricae (pag.408-9)
termine latino che significa “tamerici” (=cespugli che costituiscono la macchia mediterranea, pianta umile, non
maestosa). In realtà è una citazione presa dalla quarta bucolica di Virgilio: lui modifica i versi di Virgilio
rendendolo positivo
→ raccolta dedicata al padre con all’inizio questa epigrafe “ a tutti piacciono gli arbusti e le tamerici”
Sarà una poesia molto semplice ma non banale; raffinata e ricercata perchè scrive in latino → parlerà di
frammenti di vita ma sotto sotto si nasconde un messaggio esistenziale.
Dal punto di vista formale possiamo trovare testi brevi (frammentarismo) con immagini che sembrano quasi
dipinti + segni di punteggiatura usati non secondo le regole + figure retoriche (metafore, sinestesia, analogia).
Inoltre possiamo trovare delle allitterazioni (fonosimbolismo) e delle onomatopee che possono essere
primarie, ovvero riproducono il suono oppure secondarie dove il suono genera un verbo.

Pag 385
“X agosto”-myricae
• dedicato alla morte del padre.celebra l’anniversario della sua morte avvenuta il 10 agosto. non è il primo
ma da senso perché il tutto è dedicato al padre.
• Costruito in maniera perfetta : 6 strofe -> 1 strofa iniziale e una finale=> apostrofe ( a san Lorenzo e al
Cielo ), poi le 4 strofe narrative centrali-> le prime 2 raccontano il mancato ritorno delle rondini, nelle altre
2 il mancato ritorno al nido di un uomo
• + parallelismi
• Evento di un racconto tragico per pascoli , ma va oltre: esprime non solo un dolore personale, ma anche
uno esistenziale espresso soprattutto nell’ultima strofa. FRAMMENTARISMO DI PASCOLI+ SUA CAPACITÀ
PITTORICA RAPPRESENTATIVA
• 1 strofa : Siamo nella sera del 10 agosto-> riferimento alla notte di san Lorenzo dove si guardano le stelle
cadenti, paragonato ad un pianto di stelle in un cielo concavo.
->poca punteggiatura , apostrofe a San Lorenzo, uso della parola “concavo” che è una parola non poetica
perché con Pascoli vediamo l’utilizzo contemporaneo di parole poetiche e scientifiche ( in generale ha anche
una grande conoscenza botanica,gli alberi li nomina con il loro nome )
• 2 strofa: inizia la parte narrativa
-> la rondine torna a casa e l’uomo torna al nido=> Pascoli ha volutamente sottolineato la contrapposizione
-> grande uso di punteggiatura: i due punti non sono usati in modo convenzionale (+ implicano enfasi e
impone di fermarsi )
-> metonimia verso 5
• 3 strofa :
->v.11 metonimia
• 4 strofa: inizia la parte dedicata a suo padre che chiama “uomo”
-> si riferisce a tutti gli uomini che in qualche modo non riescono a tornare nel proprio nido
-> “Perdono” è come se fosse una parola detta del padre prima di morire
-> uso non convenzionale della punteggiatura
-> parallelismo nella struttura “l’uccisero”
-> v.5-13 chiasmo
Il papà portava in dono 2 bambole che avrebbe dato alle sorelle di Pascoli
->iterazione

Ultima strofa:
La serenità e la lontananza del cielo non interviene nella vita degli uomini ma l’unico modo del cielo di
dimostrare che in qualche modo può intervenire , nonostante osservi la sofferenza dell’uomo, è il pianto di
stelle. Con il pianto di stelle inonda l’atomo opaco(= la Terra)-> « atomo » indica la piccolezza del mondo e
« opaco » perché non è in grado di far entrare la luce di Dio
-> apparentemente è meno tragico di Leopardi, ma il messaggio è lo stesso, il Male è come un’entità e ha la
stessa visione negativa del mondo
-> rimando alla fede cristiana : la croce la troviamo già nel titolo, « spini »v 6 che rimanda alla corone di spine ,
« croce » v 9, « perdono « v 14 -> idea del perdono in croce ,

1) Il frammentarismo pittorico di pascoli e la capacità di rappresentare una certa situazione


2) Tema funebre

(pag 417) “temporale” parla di un temporale, molte onomatopee( es v.1)


• punteggiatura insistita, analogia “un’ala di gabbiano”-> il casolare ha probabilmente un colore bianco
che ricorda un’ala di gabbiano
• Descrizione visiva e uditiva, è una descrizione pittorica per le percezioni che fa suscitare anche grazie ai
colori-> induce al pensiero
• Costruzione sintattica delle parole è un po’ complessa-> es: nero di pece
• L’unico verbo di modo finito è “rosseggia” tutti gli altri sono sostantivi -> modo di di scrivere molto
moderno, nominale, pochi verbi
• Accostamento cromatico: rosso a mare, nero a monte e il bianco che spezza il nero
Vi è un uso insistito di onomatopee e della punteggiatura.
Descrizione di sensazioni uditive e visive.
v. 1 = onomatopea del tuono. Inoltre i tre punti di sospensione indicano che sta per succedere qualcosa,
dunque sospendono la narrazione.
v. 7 = analogia

“il tuono” Myricae p.437


• è la descrizione di un tuono ma si passa dalla descrizione di un fenomeno naturale ad un evento
esistenziale
• suoni onomatopeici -> rimbombò, rimbalzò, rotolò-> riproduce il suo movimento
• Anafora e iterazione della “e”
• “E” ->retro pensiero non verbalizzato= qualcosa che è venuto prima ma che non viene riportato
• Verso 1: allitterazione della n , r
• “nulla” fa rima con “culla” dell’ultimo verso
• Verbi al passato remoto perché il tuono è momentaneo = il passato remoto si usa per le azioni passate
momentanee
• primo piano di lettura : descrizione tuono
Secondo piano : tema esistenziale. Fa riferimento alle situazioni difficili della vita ( per lui possono essere i
lutti che ha subito ) .Il tuono si contrasta con il canto soave della madre ->= l’affetto è l’unico aiuto in una
situazione difficile
• idea di regressione come aspetto positivo ( gli autori di questo periodo hanno una visione di progresso
molto critica ) sia come aspetto individuale ( ritorno infanzia ) sia collettivo ( ritorno alla vita felice della
campagna ad esempio, piuttosto che alla città, prima dell’ industrializzazione). la felicità si può trovare
regredendo all’infanzia dal punto di vista individuale e collettivo.
→ condizione di vita semplice in campagna e regressione vista in modo positivo (anche per Verga)
2) “l’assiuolo”-> pag 419
il tema funebre
-> è un tema molto personale per l’autore, ma apre un interrogativo esistenziale ovvero se esista o no la possibilità
di rivivere dopo la morte, a cui non si dà risposta. Lui apprezza del cristianesimo che ci sia la condivisione di beni ,
il fatto che siano tutti come fratelli ( = cristianesimo sociale )ma fa difficoltà ad accettare e comprendere il
cristianesimo metafisico (per la vita ultraterrena, ad esempio la risurrezione)
• 3 strofe su 4 si chiudono con il verso “ chiù” cioè il verso della civetta =anafora
• Si apre con un’interrogativa indiretta -> “ luna “ che rimanda a leopardi e alla classicità
• Personificazione dei 2 alberi che sembrano ergersi per vederla.
2 strofa: “nero di nubi”-> allitterazione n , costruzione sintattica particolare
“Soffi di lampi”-> sinestesia
Onomatopea + sospensione -> sospensione formale della frase e del pensiero come se qualcosa non venisse
detto
-> uso dell’imperfetto per un’azione che continua nel passato
3 strofa :anafora, onomatopea + allitterazione ( v 12)
“ sentivo” deriva da “Sentio “ che non è ascoltare ma percepire con il cuore -> il rumore rimanda all’eco del grido
che fu, rimando alla sua condizione famigliare forse alla morte del padre. Forse è l’urlo della famiglia alla notizia
della sua morte, urlo che poi diventa un singhiozzo
4 strofa : allitterazione della lettera S, parole polisillabiche.
->mette tra parentesi il concetto fondamentale, cioè l’allusione alla vita ultraterrena , l’uso particolare della
punteggiatura dimostra che il concetto è posto in forma problematica e come un pensiero non concluso.

CANTI DI CASTELVECCHIO
+ osservazione metrica pag 412
“ canti” rimanda a Leopardi ma di fatto la poesia è canto, “ di Castelvecchio” luogo dove pascoli si trasferisce con la
sorella Marilu per cercare di ricostruire il nido in una città toscana, un luogo sereno . Ha elementi di continuità con
“Myricae” delineato nell’epigrafe (stessa epigrafe); per indicare che c’è continuità tra i 2. Questa seconda raccolta
la dedica alla madre, in memoria della sua morte.
Elementi di continuità :
1.rappresentazione pittorica degli elementi naturali che hanno valore simbolico, è più articolata , c’è un impianto
più strutturato rispetto a Myricae. → rappresentazione pittorica della natura ma simbolica (paesaggi/ambienti
naturali con significato simbolico)
→ è più articolata/strutturata dove i componimenti rispettano il susseguirsi delle stagioni
2.sperimentalismo metrico di pascoli = adotta l’uso del novenario e la rima ipermetra( cioè una rima tra una parola
piana e una sdrucciola )-> questo sottolinea anche il fatto che pascoli sia un autore moderno soprattutto per la
forma perché sperimenta nuove forme .

Pag 421, “ il gelsomino notturno”


È un epitalamio= componimento scritto fin dall’antico a Grecia , per augurare una fecondità alle coppie in
matrimonio. In occasione del matrimonio di Gabriele Briganti, suo amico, augurando alla coppia fecondità ma si
trova anche il tema funebre che sembra essere + nascosto e il tema dell’esclusione da un’esperienza sentimentale
+ sensualità nascosta
=> TEMA ESCLUSIONE ( NON SOCIALE COME VERGA ) MA ESCLUSIONE DA ESPERIENZA SENTIMENTALE
1 strofa
• retropensiero non verbalizzato “e “-> tipico di pascoli
• Ora del crepuscolo che lui associa ai suoi cari , 1ª rif funebre perche la maggior parte dei suoi cari sono morti
2 strofa
• personificazione casa + metonimia . La casa sta “là”= è lontana da lui, non gli appartiene più
• Il canto delle rondini, degli uccellini non c’è più
• È la strofa della percezione uditiva
3 strofa
• percezione olfattiva
• profumo del gelsomino accostato al profumo delle fragole rosse-> il rosso è il colore dell’amore sensuale
-> v. 11 -> ritorno alla percezione visiva
-> v.12 -> apparentemente non ha significato questo verso ma in realtà,reintroduce il tema funebre , cioè l’erba
che cresce sulle tombe
4 strofa
• “ la chioccetta”-> riferimento alla costellazione delle pleiadi ????
5 strofa
• il profumo di gelsomino nella notte continua a espandersi
• La casa è vista dall’esterno, il lume che sale per la scala allude al passaggio degli sposi al primo piano
• 3 punti di sospensione
6 strofa
• è l’alba, i petali del gelsomino sono un po’ sgualciti
• Nella parte + interna del fiore è avvenuta la fecondazione del polline = allusione al fatto che probabilmente è
stato concepito un bambino = augura agli sposi che possano avere al più presto un bimbo
• Ma c’è un termine particolare, “ urna “-> dove si tengono le cose preziose.
“ la mia sera “ pag 426
Descrizione di una serata finalmente Serena dopo il giorno agitato dai lampi + sera dal pov simbolico=
vecchiaia che rappresenta la fase di serenità dopo una giovinezza frammentata (vita con dolori e morte
serena = giorno con tuoni e sera con quiete)
• uso del fono simbolismo = le parole rimandano a un simbolo, assonanze, tante esclamative , versi
novenari ( ottave ) , l’ultimo di ogni strofa è un settenario, parole onomatopeiche , rima ipermetra ( v17, 19,
34-36)
• Ogni strofa termina con “sera” che evidentemente è un argomento molto personale perche dice “ la mia
sera “

Strofa 1
descrive le circostanze
Parte dicendo che fu un giorno di temporale e pieno di lampi, ma che sarebbero arrivate le stelle silenziose
(“ tacite stelle”-> personificazione + sinestesia ). Nei campi c’era un gracidare senza eco delle rane (“ gre
gre “ -> onomatopea). Un vento leggero attraversa le foglie dei pioppi facendole tremare con dolcezza. La
prima strofa si conclude con la contrapposizione tra il giorno, che è pieno di lampi e di rumori, e la sera che
invece porta la pace.

strofa 2
per effetto del temporale il colore del cielo sembra ravvivato , e vicino alle rane che gracidano dopo la
pioggia, scorre un ruscello dal mormorio sempre uguale e simile a un singhiozzo. qua vi è una
personificazione della natura, infatti la sera è identificata con una sopraggiunta tranquillità interiore, a sua
volta simboleggiata dal festoso risveglio della natura dopo il tempo temporale: un risveglio che il poeta
percepisce nei suoni provenienti dal mondo della natura(quindi attraverso le rane e i gridi delle rondini in
volo) e nelle immagini visive(quindi attraverso il risplendere delle stelle nel cielo sereno)

strofa 3
Qui dice che quella tempesta, che sembrava infinita, è terminata con il rumore rumore del ruscello che è
simile a un canto. Infatti dei fulmini, che sembrano spezzarsi in cielo(“ fragili”) restano delle nuvolette
isolate, rosse e dorate per effetto del tramonto. Poi il poeta si rivolge a se stesso e al suo dolore, invitandolo
a trovare finalmente la pace-> sembra un rimando” alla quiete dopo la tempesta” di Leopardi.
Dal verso 22 introduce il tema funebre: Fa riferimento ai momenti difficili della sua vita-> Parla di una nube
nera che tormenta i suoi giorni facendo riferimento ai numerosi lutti che dovette affrontare. però queste
nubi nere sembrano diventare più rosa durante la sera: forse, alla fine della sua vita, vuole portare sempre
con sé questi lutti e riabbracciarli.
vv 17 e 19-> rima ipermetra tra “tempesta “ e “restano”
22-23-> antitesi tra nera e rosa

strofa 4
qui fa un riferimento alle rondini: Parla del volo delle rondini e degli stridi di esse nell’area Serena, e di
come la fame sofferta durante il giorno per il temporale prolunga i voli festosi delle rondini. È un
riferimento al momento di festa e di ricomposizione della famiglia alla fine della giornata. dunque il poeta
si paragona agli uccellini che hanno sofferto la fame durante il giorno.

strofa 5
il testo si conclude con il suono delle campane che sembra invitare il poeta al sonno e alla pace interiore:
gli cantano, gli sussurrano e gli bisbigliano di dormire-> il suono delle campane sembra emergere come
una voce misteriosa nel calare del buio che creano nel poeta l’illusione del ritorno all’infanzia ( pensa a sua
madre ). Ma l’assenza di sensazioni e di dolore, sul sul calar della sera, sembra alludere alla morte. si parla
però di una morte serena perché vista come ricongiungimento dei parenti persi.
Infine, è presente il tema della regressione all’infanzia (vista come condizione di felicità.
)e a quel nido protettivo che prima lo rincuorava.
rima ipermetra ( sussurrano- azzurra )
anti climax ( dicono, cantano, sussurrano, bisbigliano)
POEMETTI (p.397-8-9)
Divisa in 2 sezioni -> primi e nuovi poemetti
Questione dei 2 migranti che vanno via dall’Italia, poi tornano in Italia come snaturati\sradicati (un po’ italiani
un po’ americani)

(P.401) “ Italy” poemetto in cui c’è una coppia di migranti toscani che torna in Italia per stare con Molly,
nipote malata di tisi (condizioni meteorologiche più favorevoli)
→ Molly parla solo inglese, nonna solo dialetto e miscuglio di inglese e italiano degli zii.
→ all’inizio c’è opposizione della bambina che non si trova bene in America e vuole tornare in Italia; poi si
unirà emotivamente alla nonna
-> ma troveranno il linguaggio dei sentimenti
3 livelli diversi di linguaggio: parole inglesi, parole inglesi ma italianizzate, parole del dialetto toscano
-> è l’esempio chiave dello sperimentalismo di Pascoli per due ragioni:
1. Ragione formale: Pascoli si sperimenta mescolando termini americani del dialetto e termini italiani
americanizzati. usa linguaggi diversi mescolandoli tra loro = Pascoli poeta moderno che rifiuta la
classicità. da una parte in alcuni componimenti usa termini molto specifici di botanica, scientifici molto
precisi pk conosce bene questo campo. dall’altra parte sperimenta nuovi termini.
2. Ragione tematica: tra fine 800 e inizio 900 c’è un flusso migratorio dall’Italia verso America, Belgio e
Germania.

“ discorso a Barga “ p.405


Discorso che pascoli pronunciò a Barga, paese in cui viveva, quando le truppe italiane stavano andando
in Libia e per giustificare questa impresa, pronuncia questo discorso in favore dell’intervento in Libia ->
giustifica ideologicamente la presa della Libia dicendo che per tempo i suoi compatrioti sono stati
costretti ad emigrare e quindi ora è giusto che trovino un luogo che è per loro: la Libia .
Giustifica la presa della libia in 2 modi: - italiani sono sempre stati obbligati a emigrare
- che la libia si affaccia sul “nostro mare “( mare nostrum è il modo in cui veniva chiamato il mediterraneo)
e che quelle terre hanno prosperato dai tempi dei romani, di cui lui e la popolazione sono discendenti
invece quando sono tornate nelle mani della popolazione a cui ora appartengono, che sono nomadi e
neghittose ,sono diventate aride.
( guerra in Libia 1911)

Pag 432
“ poemi conviviali “
Poemi scritti per essere letti durante un convivio + richiamo alla letteratura classica perchè “convivium”
era un’opera di dante + perché prende dei personaggi mitologici e li modernizza: Ulisse e ale Magno

→ immagina che Ulisse, vecchio a Itaca, vuole ripercorrere il viaggio quindi va dalle sirene (nella classicità
va da loro per il desiderio di conoscenza del mondo) = domanda senza risposta “solo mi resta un attimo,
vi prego! Ditemi almeno chi sono io! Chi ero!”. questa battuta è molto moderna perché c’è una ricerca
dell’identità ma senza risposta (Pascoli anticipa il modernismo)

.-> i personaggi del 900 però hanno perso la propria identità, non sanno più chi sono, si sono smarriti ,
vuole conoscere il significato della propria esistenza facendone l’emblema della crisi dell’uomo
moderno.= RIFLESSIONE E RICERCA DELL’IDENTITÀ

-> ale magno, compie le sue imprese, arriva fino in India ma pascoli lo rappresenta come un uomo che è
arrivato quasi al confine dell’India, si volta indietro e piange: all’apice del suo successo piange per la
precarietà della vita = gloria effimera, terrena, tempo che fugge ( da lì a poco muore )-> presentazione di
un personaggio antico che non accetta il suo destino, che può essere fragile= è un eroe moderno più
inquieto perché sa che la vita e la gloria non sono eterne e che probabilmente ci si dimenticherà di lui
(diverso da eroe classico con gloria e fama)

-> pascoli è autore di poesia “ Carmina” in latino e vince un premio letterario ad Amsterdam = all’inizio
del 900 il latino era ancora la lingua dei dotti e dei colti e lui lo conosceva benissimo
GABRIELE D’ANNUNZIO

Nasce nel 1863 a Pescara e muore nel Vittoriale degli italiani nel 1938 ( lago di Garda)-> alla sua morte
vennero fatti i funerali solenni in merito al riconoscimento della sua grandezza (si presenta anche Mussolini ).
Prima studia in Abruzzo, poi a Roma per continuare la facoltà di lettere, poi abbandona gli studi per vivere la
vita mondana della città + inizia a collaborare con i giornali, fa di tutto per farsi vedere e mostrare cosa fa.
1910: indebitato scappa in Francia per fuggire ai creditori.
-> di fronte alla guerra si dichiara interventista e volontario: partecipa alla Beffa di Buccari, al volo su
Vienna(1917-volantini per la terra irredente) e alla presa di Fiume.
-> è vicino al fascismo, che si appropria delle sue parole: è temuto perché agisce per conto suo. Inoltre ha un
rapporto controverso con Mussolini perché da una parte ha ammirazione, dall’altra cerca di controllarlo
(D’Annunzio spiato per sfiducia)

Le sue produzioni
• produzione verista= era contemporaneo a Verga e a Rosso Malpelo, ma in questo tipo di produzione non
ebbe tanto successo
• Produzione estetica= “ il Piacere”
• Produzione del superuomo= “ Le vergini delle rocce”
• Produzione teatrale= era un grande drammaturgo->” la figlia di Iorio” e “ la fiaccola sotto il moggio” che
sono ancora rappresentate oggi
• Produzione poetica= “le Laudi “

Ebbe una vita contrassegnata da amori:


• Eleonora Duse -> attrice teatrale
• Luisa Baccara-> musicista e pianista
-> queste due sono le amanti più importanti ma lui era anche sposato e con dei figli

“Il Piacere “
Andrea Sperelli (conte, alter ego del poeta) ama il bel vivere e la Roma rinascimentale barocca(dove vive).
Incontra Elena Muti (antica amante, bellissima, sensuale), ormai sposata con un lord inglese per un futuro
stabile. Rifiutato da lei quindi, corteggia molte donne tra cui una sposata, il cui marito lo sfida: Sperelli
rimane ferito. Per guarire va dalla cugina in Emilia, che ospita anche Maria Ferres, moglie di un diplomatico di
cui si innamora. Ci sarà uno scambio di lettere tra i due, quindi un amore intellettuale. Ma Maria non cede.
Tornano poi a Roma, E il marito giocando perde gli averi dunque, vuole trascorrere un’ultima notte d’amore
con Andrea(perché non ha più nulla) ma lui, abbracciandola, pronuncia il nome di Elena; Maria fugge.
-> finisce così: tutti hanno perso qualcosa
-> adesione all’estetismo= ci sono molte pagine in cui viene analizzato il concetto di bellezza, che ha un
valore in sé dunque si tratta di estetica e non di etica. +Forma: lessico ricercato, sintassi articolata e
altisonante.
->concetto di bellezza: Dunque la bellezza Ha un valore in sé: si parla del concetto dell’arte per l’arte, che è
diverso da quello di bello e buono(nella classicità chi è buono è bello). Ora la bellezza è sola, ha un valore
proprio. Andrea coltiva la bellezza in tutte le sue forme(come gli dice il padre) ma non agisce sempre
seguendo l’etica(l’adulterio è ok per lui). Sulla base di questo il narratore dice che ha fatto della finzione la
sua forma di vita(= il narratore è onnisciente)
->+ stile ricercato, lessico ricercato, sintassi articolata, amore per la simmetria e l’opposizione( es: tra Elena,
vestita di rosso, è una donna sensuale e oggetto di desiderio, evoca Elena di Troia vs Maria, vestita di bianco
che rimanda alla madonna, quindi a una creatura angelica e candida ma sedotta.)
“ ritratto di un giovine signore italiano del XIX secolo” Pag 464
-> lessico ricercato, sintassi articolata, amore per somiglianze e opposizioni(l’ultimo paragrafo)

Nel secondo capitolo del romanzo "Il piacere", l'autore avvia il celebre ritratto dell'ultimo discendente,
il protagonista Andrea Sperelli. Il conte Andrea Sperelli, era l'unico erede della propria famiglia e
proseguiva la tradizione familiare; egli era l’ideale del giovane signore italiano del XIX secolo,
considerato come l'ultimo discendente di una razza intellettuale. L'adolescenza di Andrea Sperelli,
venne costituita da profondi e vari studi e da numerosi e lunghi viaggi in compagnia del padre, con il
quale, Andrea Sperelli riuscì a compiere la sua educazione estetica sotto la cura paterna, senza alcune
restrizioni.
Dal padre, ottenne il gusto delle cose d'arte, il culto appassionato della bellezza e il paradossale
disprezzo dei pregiudizi e l'avidità del piacere.Il padre crebbe all'interno della corte borbonica di
Napoli, era un uomo dedito ai piaceri e aveva una certa inclinazione Byroniana al romanticismo
fantastico. Il suo stesso matrimonio era avvenuto in circostanze quasi tragiche, dopo una furiosa
passione. Dopo essersi diviso dalla moglie, il padre tenne con sé il suo amato figlio Andrea, e con lui
viaggiò per tutta l'Europa.
L'educazione di Andrea era data non solo dagli studi sui libri, ma anche da ciò che aveva vissuto
durante i suoi viaggi con il padre; lo spirito di Andrea era dato non solo dall'alta cultura, ma anche
dall'esperienza;
per lui, più grande era la curiosità, più si allargava la conoscenza. Fin da piccolo, Andrea Sperelli venne
considerato un prodigio, grazie alla sua forte sensibilità, ma l'espansione di questo suo pregio
divenne ben presto la distruzione di un'altra forza, del rigore morale, il quale nemmeno il padre
riusciva a reprimere. Andrea Sperelli non si accorgeva del fatto che la sua vita fosse la riduzione
progressiva delle sue facoltà, del suo piacere e delle sue speranze. Un giorno, Il padre gli diede la
massima fondamentale, la regola di vita che Andrea Sperelli seguirà per tutta la sua esistenza: la vita
deve diventare un'opera d'arte, deve cioè essere stabilita dall'uomo d'intelletto, che la regola a suo
piacimento. Successivamente il padre gli diede altre massime fondamentali, riguardanti "il sofisma" e
"il possedere, non essere posseduti". Le massime del padre, inculcano nel figlio una concezione
edonistica della vita, intesa come somma di piaceri da perseguire ogni giorno. Andrea comprende che
il piacere è il valore più alto di tutti, tanto da mettere in secondo piano la verità: egli diventerà così
abile nella menzogna da non saper più essere sincero nemmeno con se stesso. Dopo la morte
prematura del padre, Andrea Sperelli si trovò da solo a 21 anni, proprietario di una fortuna
considerevole,distaccato dalla madre e in balia delle sue passioni e dei suoi gusti; Andrea decise di
rimanere 15 mesi in Inghilterra, Successivamente a ciò la madre si risposò con un vecchio amante e fu
proprio per questo motivo che Andrea Sperelli ritornó a Roma; Roma era il suo grande amore, non la
Roma dei cesari ma la Roma dei papi, non la Roma degli archi ma delle terme, non la Roma dei fóri,
ma quella delle chiese, delle ville e delle fontane.

(P.471)Fase influenzata dai romanzi russi: tragici, si concludono con la morte del protagonista o del
coprotagonista.
(P.474+458)Fase dei romanzi del superuomo:
-> “ le vergini delle rocce (474 + testo pag 458-59) “ -> titolo rimanda al dipinto di Leonardo Da Vinci
del 1483 “la vergine delle rocce”.
Trama: il protagonista è Claudio Cantelmo,uomo colto, che ad un certo punto entra in dialogo con la
sua coscienza che è personificata in un suo antenato, Alessandro Cantelmo (=capitano di ventura),
vissuto alla fine del 1400. Dialogando con l’antenato, Claudio ne deriva 3 precetti (insegnamenti di
vita):
• vivi incarnando gli ideali della classicità, cioè il tipo latino, e sii te stesso
• Vivi in maniera inimitabile
• Generare il superuomo->> è il compito di Claudio, che deve trovare una donna che sia capace di
diventare la madre del superuomo.
L’attenzione di claudio quando torna in Abruzzo è attirata da 3 donne, perche vuole scegliere la più adatta,
che sono le vergini delle rocce, con l’intento di trovarne una da sposare per poter poi generare il superuomo.
Lui è molto indeciso, non sa chi scegliere: Violante, Anatolia e Massimilla => sono di famiglia nobile siciliana
decaduta, e lui conosce già la famiglia pk è amico dei fratelli. Esse hanno caratteristiche positive, che le
renderebbero adatte a diventare la madre del superuomo, ma hanno tutte e 3 dei limiti:
• Violante inala dei profumi, che la inebriano (tipo la droga oggi)
• Anatolia si occupa della famiglia che è molto importante perché la madre e il fratello gemello necessitano
di aiuto, è molto dedita alla famiglia
• Massimilla vuole prendere i voti .
Alla fine del romanzo claudio si dichiara d Anatolia e sceglie quindi lei, che dice che non vuole sposarsi
perché voleva dedicarsi alla famiglia, ma alla fine del romanzo non c’è una conclusione ( come nel piacere ) pk
nonostante avesse scelto, alla fine non si sposa con nessuna delle tre.
->Diversamente dal Piacere, D’Annunzio aveva intenzione di proseguire il romanzo creando un ciclo, ma in
realtà non fu mai attuato-> cosa tipica di D’Annunzio , che inizia le opere ma non le conclude.
->Quando compone questo, ha letto Nietzsche riversando il suo pensiero . Il filosofo parla di oltre uomo che si
libera dalle catene, mentre il superuomo dannunziano è un uomo con doti intellettuali e conoscenze, che lo
rendono superiore agli altri. Il poeta non è favorevole alla democrazia ma preferisce l’oligarchia intellettuale
pk secondo lui non tutti possono guidare il popolo.

-> il romanzo è in gran parte costituto dalle riflessioni di Claudio , romanzo + riflessivo e meno narrativo

Testo pag 458-59 “le vergini delle rocce”


1 capoverso: gli uomini superiori
Gli uomini superiori sono pochi che hanno ampliato e ornato il mondo e continueranno a farlo
Contrapposizione tra uomini liberi ( i pochi ) e schiavi( i molti)=> idea di oligarchia perché i liberi sono pochi
-> secondo la prospettiva di Cantelmo , la rappresentazione del mondo passa nel pensiero degli uomini
superiori e pochi -> idea di estetismo

3 capoverso: ruolo del poeta


-> dalle domande che pone , il dubbio dei poeti è quello su cui si interrogano , è su cosa consista il loro ruolo
e se può esprimersi in ambito politico ad esempio riguardo al suffragio universale ù
Secondo D’Annunzio quello che deve fare il poeta è coltivare e diffondere bellezza e deve farlo attraverso il
Verbo ( “ la suprema scienza e la suprema forza “)-> perchè chi lo possiede è come se avesse un valore
sacrale, quindi va protetto e difeso.

Fa riferimenti alla classicità ( Dante per es ) , “ la gran bestia “termine usato da Nietzsche ( era il cibo dei poveri
per sottolineare l’ineleganza dei molti e l’eleganza dei pochi, di coloro che hanno il Verbo, chi non coltiva
l’aspetto intellettuale non puo conoscere la bellezza )

Stile: latinismi, termini scelti , sintassi molto curata

FASE DEL NOTTURNO (p.477)


È determinata da un evento, cioè dall’incidente nel 1916 durante l’ammaraggio di un idrovolante in cui perde
l’occhio destro e nel tentativo di recuperare l’occhio sinistro perde la retina di quest’ultimo e fu costretto a
rimanere bendato, nella più totale oscurità per poter guarire e non puo più scrivere. Il desiderio di scrivere era
sempre più presente e allora inventò un metodo aiutato dalla figlia Renata che preparò per lui dei cartigli ,
strisce lunghe e sottili di carta che potevano contenere ciascuni una riga sola, cosi da non sovrapporre nuove
righe . I critici apprezzarono questa fase perché essendo mezzo cieco, fu costretto a scrivere meno, quindi il
risultato è uno stile e un linguaggio più essenziale.

Poeta: idea del poeta che sta compiendo un atto sacro-> scriba dentro una tomba e dice che sta scrivendo su
dei cartigli sacri = paragone tra il poeta e il ruolo sacro dello scriba -> vedi testo pag 477

La produzione poetica di D’Annunzio


progetto: scrivere 7 libri di Laudi, che è un’abbreviazione del titolo completo “Laudi del cielo, del mare,
della terra e degli eroi”. Questi 7 libri avrebbero dovuto avere nomi delle 7 stelle delle
Pleiadi( riferimenti mitologici alle Pleiadi che si sono trasformate prima in colombe e poi in stelle
inseguito a un tentativo di violenza da parte di Orione ) .
Questo progetto pero non viene portato a compimento. Nel 1903 escono i primi 3 libri : Maia, Elettra ,
Alcyone, poi nel 1912 -> “Merope” che riguarda un fatto di cronaca della guerra in libia, quindi è molto
attuale per il tempo, e nel 1933 -> “Asterope”. Altri due libri non vengono scritti.
“Alcyone” (p.491)
Storia di un amore vissuto realmente tra il giugno e il settembre nel 1899. Esprime il passaggio dalla
pienezza dell’amore, sentimento forte ( estate ) al momento del crollo di questo amore, sentimento che
svanisce( autunno).
Si rivolge ad una donna, Ermione, che è importante x 3 ragioni:
1.rimanda a classicità (figlia di Elena di troia)
2.riferimento ad Eleonora Duse (amante di D’Annunzio)
3.fanno viaggio da interno, entroterra, ad esterno, coste della toscana

Temi: trasformazione\metamorfosi degli elementi naturali in elementi umani( colline come labbra) che si
antropoformizzano + viceversa gli uomini e le donne si trasformano in elementi vegetali attraverso un
processo di purificazione = FUSIONE PANICA -> questa purificazione avviene attraverso una pioggia con
la quale i 2 amanti si trasformano in 2 esseri della foresta . Questa fusione panica non è per tutti, ma solo
per il superuomo e per chi lo accompagna= momento sacro.
->questa fusione panica sarebbe la fusione “con il tutto” e il termine “panica” deriva da “dio pan” cioè “dio
del tutto”.

Pag 492-93 “la sera fiesolana”


->sul manoscritto autografo viene espressa la data : 17 giugno 1899-> la poesia esprime le impressioni e
le sensazioni del poeta che si rivolge a una figura femminile , al morire di una sera di prima estate.. come
risulta da uno dei suoi “ Taccuini”, l’occasione che ha ispirato la lirica è la suggestione di una gita ad Assisi,
fatta un paio di anni prima in compagnia della Duse.-> la poesia è ambientata nella campagna di Fiesole e
vi si racconta di una sera di inizio estate dopo che appena smesso di piovere. Tutto si incentra sulla
descrizione della natura, dei suoi suoni e dei suoi profumi
• grande musicalità , la poesia come musica.
• I ritornelli “ laudata sii” ricordano il cantico delle creature di San Francesco ( da cui era rimasto molto
colpito => omaggio a san Francesco
• La sera è la interlocutrice dei 3 ritornelli ( è personificata anche ha elementi antropomorfi : ha gli occhi
e le vesti ) rappresentata con le vesti aulenti e la sera come ultimo momento che precede la morte
( rimando a san Francesco pk il cantico delle creature terminava con “sorella morte”)
• Non c’è uno schema rigido di rime
• Differenza formale fra la prima strofa e le altre : nella prima strofa manca la punteggiatura. Questo fa
presupporre che forse la poesia è stata scritta in periodi diversi
• È ricca di figure retoriche: pieno di enjembement , sinestesia, ipallage, anastrofe, iperbato e
allitterazione
• Seconda strofa : D’Annunzio ama la ripetizione/ la ripresa e la ripetizione di alcuni versi a cui c’è solo
una piccola modifica = sorta di ritornelli ( vedi v.1 della prima e seconda strofa)
• strofa 1: il poeta si rivolge a una figura femminile, augurandosi che il suono delle sue parole le dia un
senso di freschezza come le foglie fruscianti del gelso nelle mani di chi (è il contadino che "sfra-sca" i
gelsi), nella sera, le sta sfrondando, in silenzio e lentamente.
• la scala del raccoglitore diventa scura (con il calare del buio) e spicca contro il fusto del gelso ( antitesi
cromatica) , a cui la luce della sera fa assumere un riflesso argenteo con i suoi rami spogli.
• luna è ormai prossima a sorgere dall'orizzonte azzurro del cielo e sembra distendere davanti a sé un
velo di tenue luce, in cui si placa il sogno d'amore che lega il poeta alla donna.
La pioggia nel pineto “pag 497
Passeggiata dei 2 amanti dentro una pineta in un giorno estivo in cui sta piovendo ( piogge calde e delicate
che rinfrescavano). La pioggia che cade sui vari elementi naturali, crea una sorta di concerto, produce diversi
suoni . Ad un certo punto si sentiranno pure il verso di 2 animali : cicala che poi tace e il gracidare della rana.
Segue poi la trasformazione fisica dei 2 amanti in specie vegetali , che avviene grazie alla pioggia. Ma questa
puo avvenire solo nel superuomo, che in questo caso ha una sensibilità superiore degli altri e quindi riesce a
entrare in contatto con la natura , anche con la bellezza ) (( vergine delle rocce il superuomo è colui che è
intellettualmente superiore )
Ogni strofa termina con il nome di Ermione .

Strofa 1: anafora del verbo “piove” ma anche iterazioni sempre del piove.
“Taci”-> v.1 esortazione + cesura -> si vuole dare particolare attenzione a questo verbo , come invito as
ascoltare le parole della natura. Piove sulle tamerici,( riferimento a Virgilio ) sui mirti( riferimento alla dea
dell’amore Venere ), sulle ginestre ( riferimento a Leopardi ), sui ginepri, sui fiori accolti, sulle bacche
profumate… ad un certo punto inizia a piovere sui loro visi silvani ( visi che iniziano a trasformarsi),mani nude,
sui vestiti leggeri e sui loro pensieri=> piove dal corpo all’anima.
29-32= l’amore è un’esperienza illusoria innata , destinata a finire , è la “ favola bella “
126-128= ripresa dei versi , variando il pronome => per sottolineare che l’amore illude entrambi, non solo uno
dei 2 .
Prima dice “taci” e poi “ ascolta “
Strofa 2: si apre con “odi ?” -> cesura
+ invito ad ascoltare .
La pioggia cade sulla vegetazione e suscita il “pianto”( canto ) delle cicale.
Questa pioggia è una sorta di direttore d’orchestra che riesce a far suonare , con innumerevoli dita, i vari
elementi naturali
-> fusione con gli elementi naturali associati agli umani.( v 57)
-> vedi verso 80
Il canto delle cicale viene poi sostituito dal gracidare delle rane ( al v 94-> “chi sa dove chi sa dove vuole
essere una forma onomatopeica per ricordare il suono ripetitivo del gracidare delle rane )
Strofa 3 Dal v 97: trasformazione totale di ermione che diventa un elemento naturale ( vedi robe
evidenziate in rosa)
112-> la vegetazione fitta ostacola il cammino senza meta dei due amati, avviluppandosi alle loro caviglie e
alle ginocchia

Il componimento è importante per


• musicalità accentuata dalle scelte retoriche e metriche
• Scelte retoriche
• Tema trattato ( metamorfosi dell’uomo in elemento naturale = fenomeno del panismo ) -> questa
metamorfosi è possibile perche lui ha una sensibilità molto accentuata

DANTE CANTO 3
Inizio
Siamo nel cielo della luna. Si trovano le anime che per cause di forza maggiore non hanno portato a termine
i voti.
Piccarda
Piccarda Donati fu sorella degli amici di Dante, fu monaca strappata dal convento così come Costanza
D’Altavilla, queste anime sono lontane da Dio ma non hanno alcuna mancanza. Tutte sono nella stessa
beatitudine e in contemplazione di Dio ma ci sono comunque diversi gradi di beatitudine.
È come se queste anime fossero incorporee . Il paradiso sfugge dalla comprensione umana. Le anime
sembrano dei riflessi e a salire prenderanno corporeità e diventeranno fiammelle.

Le anime:
Le anime sono amichevoli e tutte le anime dei beati hanno gli occhi sempre rivolti verso Dio = in
contemplazione = beati.
L’incontro:
Si rivolge a Piccarda ma subito non la riconosce. Quando si presenta, Dante le chiede se è felice anche se si
trova nel cielo più lontano da Dio.
Lei risponde che la volontà del beato è la stessa volontà di Dio. I beati non hanno il desiderio di avere di più
di ciò che hanno.

Le 3 domande:
Con una similitudine chiede perché Piccarda non ha portato a termine i suoi voti. Lei dice che lei seguì da
giovane Santa Clara e l’ordine delle clarisse. Con la reticenza spiega poi cos’è cambiato: dice che degli
uomini l’hanno allontanata (vi è un’ellissi). Gli storici dicono che ella venne rapita dal convento da suo
fratello ( capo dei guelfi neri ) per farla sposare per un’alleanza politica
Costanza D’Altavilla
Federico II di Svevia era figlio di Costanza d’Altavilla (lui fondatore della scuola Siciliana e detto anticristo) la
quale era una monaca con destino uguale a Piccarda

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