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Il Romanticismo

Il 1* romanticismo va a riabbracciare la religione vissuta antecedentemente.

L'800 comincia con un ritorno alla fede religiosa, Con la ricerca di nuovi ideali, e la ricerca del culto del
sentimento.

Il romanticismo è un movimento nuovo e matura solo dopo il 1816 (dopo il congresso di Vienna).

In Francia anche prima c'erano stati degli inizi soprattutto nel culto dei sentimenti.

In Germania si diffonde nei suoi ideali contraddittori, la Francia si presenta il culto sentimentale, il
vagheggiamento rispetto alla ragione, in Germania si preannuncia il gusto del macabro, queste idee sono
destinate a fondersi.

In Francia si vanno a formare le idee anti illuministiche anti razionalistiche, in Italia ciò non accade, queste
idee penetrarono attraverso una grande intellettuale, una esperta, madame d’estal, essa aveva sposato il
barone d’estal ed era una grande intellettuale che amava fondere tutte le parti migliori dell’illuminismo
francese con le nuove idee del culto dei sentimenti.

Purtroppo per l’Italia ormai dal 600* non matura più in maniera autonoma dei movimenti letterali, l’ultimo
era stato il barocco e l’arcadia (che rimase però solamente nella penisola, non si espanse).

D’estal partecipa ai salotti francesi, però non condivide appieno la linea del romanticismo francese, quindi
lo presenta agli italiani il romanticismo, a Milano (città moderna spogliato di quella carica polemica che
altrove aveva contro la ragione).

L’altro motivo per il quale il romanticismo italiano appare diverso, è perché si lego strettamente con i moti
di indipendenza nazionali, i nostri risorgimentali erano dei grandi intellettuali.

Essi vanno a coincidere, i nostri eroi risorgimentale furono romantici, e i nostri eroi romantici furono
risorgimentali.

E’ vero che il romanticismo è importato, ma diventa ancor di più importante rispetto al risorgimento
francese e tedesco, per 2 motivi. (fu un moto serio, profondo, concreto e superiore).

-1 MADAME D’ESTAL FONDEVA GLI ELEMENTI MIGLIORI CON IL CULTO DEL SENTIMENTO.

-2 IL ROMANTICISMO ANDÒ a fondersi con i moti nazionali.

Il 1* dibattito sul romanticismo si fece attraverso il giornale “il conciliatore”.

I romantici non c’è l’avevano con i classici, ma con i classicisti, erano i loro autori contemporanei che
continuano a scrivere e a seguire le modalità degli antichi scrittori, vengono definiti classicisti, e sono fuori
tempo.

In Europa si andava affermando una nuova classe sociale la borghesia, che si era formata già nell’Inghilterra
nel 700*, e si andava costituendo in Francia dagli anni 30, che non si accontentavo più di aver preso le
redini finanziare nei paesi, e dall’altra parte si sta formando un’altra classe sociale il proletariato che si è
andato a fondare con la rivoluzione industriale, costituito dagli operai che lavoravano prima nelle
campagne e poi con la rivoluzione industriale si sono spostati per andare a lavorare nelle prime industrie.

Con la nascita quindi di una identità, e grazie al grande numero di persone, il proletariato portò avanti delle
proteste sociali, dove si chiedeva l’aumento della paga e la diminuzione delle ore di lavoro.
La borghesia rampante ha una forma di disprezzo verso gli intellettuali perché pensano che sia una classe
non produttiva, e dall’altra parte gli intellettuali disprezzano la borghesia perché la ritengono una classe
priva di cultura.

Gli intellettuali, non in Italia, cominciano a chiudersi in sé stessi, esasperando il culto dell’io, perché
vengono disprezzato dalla classe della borghesia.

Fu’ rivisto il medioevo, per la religiosità.

Gli intellettuali del nostro 800*, i 2 più importanti furono Leopardi e Manzoni, entrambi nobili.

Leopardi è un conte che però la famiglia vede scemare il proprio patrimonio economico quindi non
riescono a mantenerlo.

Manzoni era nipote di Cesare Beccaria, Giulia Beccaria madre di Alessandro, vinse una causa con il padre e
riusci’ ad avere un pezzo di capitale, si lasciò con Pietro Manzoni, e si trasferi’ in Francia con

Il romanzo storico è quello in cui Manzoni va a cercare pienamente il contesto storico

LEOPARDI

Leopardi Nasce a Recanati nel 1798 , figlio del conte Monaldo , vive un’infanzia serena ma priva di affetti
perché il padre era completamente preso dai suoi studi, la madre era tutta presa da essere restauratrice di
quel patrimonio che si stava scemando.

Lui con gli altri fratelli venne educato dai vari precettori, sacerdoti della modesta cittadina delle Recanarie,
con il tempo superò anche i suoi insegnanti e cominciò a sentirsi a disagio, perché non aveva persone con
cui confrontarsi del suo livello.

Sin da giovane si sentiva controllato dalla sua famiglia, cercò più volte di fuggire e cercò a 16 anni di
suicidarsi nella fontana del suo giardino, appena ci provò fu ripresto subito, inoltre Leopardi aveva molti
problemi fisici, era malato da un grande dolore alle ossa e un problema agli occhi.

Leopardi voleva vivere fuori da Recanati, ma per i seri problemi economici che aveva la famiglia non poteva
permetterselo.

Nel 16 ebbe la prima crisi che segna il passaggio dall'erudizione al bello, nel 19 ebbe una crisi che segnò il
passaggio dall’idea del bello al vero.

Leopardi è uno degli autori più pessimistici del tempo, era un po’ filosofo, ma alla maniera illuministi, cioè
un’individuo che si chiedeva il perché di tutte le cose dell’universo e cercava razionalmente di darsi una
risposta.

La prima fase del pessimismo individuale, è dovuto proprio ai problemi che Leopardi ebbe nella sua
giovinezza, problemi di salute, malattia continua alle ossa dovuta alla tubercolosi ossea, problema agli
occhi, e il fatto di sentirsi pienamente controllato dalla sua famiglia gli provocava un grande disagio, per
esempio non poteva uscire da solo ma doveva essere accompagnato da un aio.

Seconda fase del pessimismo è storico, cioè la grandezza del presente rispetto al passato, sono finite le
imprese eclatanti dell’uomo rispetto al passato, e la miseria del presente è la prova.

Terza fase del pessimismo è cosmico, quando Leopardi dice che l’uomo è stato creato da madre natura con
il fine di raggiungere la felicità, però un corso storico errato, ha distrutto la possibilità di raggiungere la
felicità, quindi un’uomo quando nasce è già costretto a essere infelice, quindi la natura si trasforma da
madre in matrigna.

Leopardi afferma che l’uomo non deve vivere per se stesso, ma ad aiutare il prossimo al fardello del dolore
del vivere.

Leopardi scrisse soprattutto in lirica, effettua un lavoro di scavo nella propria interiorità e scrive ciò che ha
dentro, scrisse anche in prosa (operette morali, e lo zibaldone), piccoli tigli composti nella prima giovinezza
composti dal 18 al 22, grandi tigli composti quando è cresciuto dopo il 28.

I critici fecero la distinzione tra piccoli e grandi tigli, Leopardi invece li chiamò tutti canti, piccoli tigli
composti nella prima giovinezza composti dal 18 al 22, grandi tigli composti quando è cresciuto dopo il 28.
Scrisse anche le canzoni che sono più gioiose, ad Angelo mai quando ebbe ritrovato i libri di cicerone della
repubblica, nelle nozze della sorella Paolina, a un vincitore di pallone (scrisse una lirica per inneggiare ad un
campione di calcio), nelle canzoni è proteso verso il mondo esterno.

Il primo canto dei grandi tigli è risorgimento proprio a significare il ritorno a cantare.

L’INFINITO

Questa lirica fu composta nel 19*, i posteri fecero una differenziazione in piccoli tigli e grandi tigli, grandi
tigli quelli composti dopo il 28, era accompagnato da un aio e non usciva da solo, e quando la salute lo
permetteva amava fare delle passeggiate sul colle, e amava fermarsi in una siepe che prende nome
dell’infinito.

Dialogo della natura e di un islandese

Parla di questo islandese che cerca di andare a vivere nel globo un luogo dove vivere serenamente, girando
in tutto il globo non trova questo luogo finché non trova il deserto dove trova la natura dove gli pone delle
domande cosa sia perché sia lì e l’esistenza dell’uomo, esasperata la natura non risponde finché la natura
alle continue domanda gli risponderà dicendogli che non ha creato la natura per l’uomo è quindi non si
preoccupa è non vede la sua sofferenza.

Lasciando morire l’uomo nel deserto non si sa nemmeno come o sbranato da 2 leoni che stanno arrivando
o da una tempesta di sabbia.

Ecco quindi che la natura si è trasformata da madre in matrigna ecco quindi il pessimismo più assoluto.

A Silvia

Una fanciulla che rappresenta là giovinezza che diventa il simbolo delle illusioni stroncate, è una lirica
simbolica, il pessimismo leopardiano andrà a peggiorarsi, ma ha anche dei momenti di apertura, l’uomo
può avere delle stasi durante il suo dolore in 2 casi, il sabato è il giorno prima del riposo, dopo tutta la
settimana di fatica, è tutto preso dall’illusione e dalle aspettative al giorno successivo di domenica.

L’altro momento in cui l’uomo può essere illuso e sereno è quando si passa ad un grande pericolo quando il
pericolo cessa l’uomo torna a vivere sente in lui una spinta rivilitalizzante.

Parla di una giovane e torna con il suo raccolto è una vecchia della seduta sulla sedia fuori casa che si
ricorda anche lei da giovane come lei.

La donzelletta torna dalla campagna tornando con un mazzolino di rose e viole (molto criticato dalla critica
la scelta delle rose e viòle insieme perché non è un’immagine realistica, perché le rose e le viole crescono in
periodi diversi), onde si ornerà il giorno festivo il petto e la chioma dei capelli con questi fiori per abbellirsi.

La donzelletta è l’immagine della giovinezza dell’illusione e speranze.


La vecchietta è rivolta verso il tramonto perché anche la sua vita è vicina al tramonto e racconta di quando
anche lei era giovane e quando la sera die giorno di festa era solita ballare con i suoi coetanei dell’età più
bella (giovanile).

Già c’è la luce lunare argentea che si ormeggia sui tetti.

I bambini che gridano saltano e giocano tutto insieme nella piazzetta del paese è un’immagine di festa,
mentre ritorna alla sua misera mensa lo zappatore che fischiettando che il giorno dopo non andrà a lavoro
e si potrà finalmente riposare.

Intanto nel silenzio si sente solo il martello dell’ artigiano che si affretta a finire l’opera per consegnarla di
domenica mattina.

Questo tra i giorni è il più gradito pieno di speranze e di gioia, ma la domenica questa speranza finirà
perché si ritornerà a pensare alla settimana.

Si rivolge ad un ragazzino ideale e gli dice goditi questo momento di gioia perché poi arriveranno anche per
te gli affanni, ma ti auguro che la tua vita non porti troppo dolore.

LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Collegato a il sabato del villaggio

Nuovi appunti

Mazzini repubblicana

D’azelio un’italia

Il Piemonte era ricco ed aveva un’esercito ben organizzato

Queste guerre cmq non finirono bene perché se prima gli stati alleati con Piemonte fronteggiano l’Austria,
Fini che il Piemonte si trovò a fronteggiare da solo l’Austria.

Ormai l’idea di unità si era sempre più diffusa, il Piemonte allora cominciò a diventare uno stato
emancipato, moderno e evoluto.

Il Piemonte dopo la prima guerra di indipendenza cominciò a costruire strade, scuole, investimenti
nell’esercito.

Cavour entrò in politica nel 52* come primo ministro, discendeva da una nobile famiglia piemontese, negli
anni della sua prima giovinezza cominciò a viaggiare, in Francia, in Inghilterra, è al ritorno di questi viaggi,
cercò di mettere in atto tutte queste nuove conoscenze acquisite.

E a 37 anni cominciò a entrare nella vita politica.

Si rese conto che il Piemonte da solo non sarebbe mai riuscito ad unificare l’Italia, quindi serviva che un
potente paese europeo appoggiasse il Piemonte.
La contessa di Castiglione cugina di Cavour, fece un lavoro di spionaggio andando a sedurre Napoleone 3*
per scoprire i segreti.

Cavour decise nel 55* di intervenire nella guerra di Crimea, in aiuto alla Francia e L’inghilterra, fu proprio
questo corpo proveniente dal Piemonte a portare alla vittoria.

Fu una mossa molto criticata, perché non si capiva il motivo di ciò, ma fu una mossa scalpra perché cosi’il
Piemonte si potesse sedere ad un tavolo dove si parlò della situazione politica Italiana, portando il dibattito
sull’unità d’Italia.

Napoleone 3* è Cavour si incontrarono segretamente, dove fecero un accordo segreto nel 58*, che
prevedeva che la Francia sarebbe intervenuta in favore del Piemonte, nel caso in cui l’Austria avrebbe
attaccato per prima.

A quel punto Cavour pensò di provocare l’Austria, solo che non lo poteva fare con l’esercito Piemontese,
perché sennò la Francia non avrebbe intervenuta.

Allora qui subentrò un’altra figura quella di Garibaldi, con il suo esercito di volontari, fu’ convocato
Garibaldi e con il suo corpo di volontari, cominciò a provocare gli Austriaci, e quindi scoppiò la seconda
guerra di indipendenza.

Con l’arrivo delle forze Francesi, le forze austriache cominciano a retrocedere.

Ad un certo punto però la Francia si fermò, perché se l’unità si fosse realmente fatta, lo stato del Piemonte
sarebbe stato troppo potente, quindi il Veneto rimase fuori.

SPEDIZIONE DEI MILLE

La spedizione dei mille fu richiesta dagli intellettuali, al Piemonte.

Questa spedizione fu guidata da Garibaldi, sbarcarono in Sicilia, e tutto il popolo anche le forze locali,
liberarono prima la parte occidentale e orientale della Sicilia, tutto il popolo inneggiava libertà a Garibaldi.

Cavour allora cominciò a preoccuparsi, perché non voleva che fosse attaccato lo stato pontificio, mentre
Garibaldi voleva attaccare lo stato pontificio per poi risalire.

Vittorio Emanuele mandò un telegramma a Garibaldi dove incitò di fermarsi, e Garibaldi rispose soltanto
con una parola obbedisco.

Garibaldi nell’incontro con Vittorio Emanuele preferi’ consegnare tutto il territorio del sud, salutandolo
come rè d’Italia, perché teneva di più all’unificazione d’Italia, rispetto alla repubblica, pur essendo
fermamente repubblicano.

Se Garibaldi scelse di non concedere il sud a Vittorio Emanuele l’Italia si sarebbe divisa in tre parti.

Repubblica, al sud, stato pontificio e stato sabaudo.

Nel 66* ci fu una guerra franco-Prussian, nella quale vinse la Francia, l’Austria fu ceduta alla Francia, la
quale la cedette all’Italia.

Nel 70* quando i Francesi ritirarono le truppe che stavano di guardia allo stato pontificio, venne aperta la
breccia di portapia e venne presa Roma.

I mille volontari di Garibaldi, non furono riconosciuti nell’esercito piemontese, e Garibaldi fu veramente
deluso da ciò, e poi non tollerava le scelte di Cavour e ci furono molti scontri anche in parlamento.
Cavour mori’ pochi dopi mesi l’unificazione, malato di malaria.

CAPITOLO 12 (indipendenza in Italia)

All’unità d’Italia rimasero 2 problemi politici i, Venezia e Roma, Venezia era ancora sotto la dominazione
austriaca, Roma il territorio dello stato pontificio, venne dichiarata l’unità, norme leggi e decreti del nord
vennero istaurati al sud senza però essere mai applicati, es. la legge dell’istruzione obbligatoria, dove i
bambini dovevano frequentare la scuola elementare obbligatoriamente per almeno 2 anni, ma i contadini
non potevano mandare i figli, non c’erano le strade, non avevano i soldi per comprare quaderni penne e
matite, al nord Cavour aveva fatto costruire strade, ferrovie, cosa che al sud non c’erano.

Ecco che l’unità d’Italia dal sud venne vista come un passaggio dalla dominazione spagnola a quella
piemontese, ed ecco che nacque il fenomeno del brigantaggio, sono l’espressione di quella Piemonti azione
avvenuta negativa, si stava istaurando una classe media in Piemonte, cosa che non c’era al sud, la lingua al
sud soprattutto dove molti erano analfabeti era diversa, ci volle la televisione col tempo per far si la lingua
si unificò.

Massimo d’Azeglio disse fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani.

La capitale dello stato neo unitario si decise che doveva essere Roma, ci fu’ un’attrito con lo stato pontificio.

Nel 1865 la capitale fu spostata a Verona.

Nel 1866 scoppiò una guerra tra Austria e Prussia, la Prussia ebbe la meglio e quindi Venezia venne
consegnata all’Italia perché fu alleata della Prussia, questa in Italia si chiamò 3* guerra d’indipendenza.

Per riuscire a prendere Roma bisognò aspettare il 70, scoppiò una guerra tra la Prussia e la Francia, la
Prussia riesce ad avere la meglio con la Francia nella battaglia di sedan, i Francesi avevano mandato a Roma
dei contingenti alla difesa dello stato pontificio, con lo scoppio della guerra questi contingenti vennero
richiamati in Francia, lasciando lo stato pontificio scoperto, e da lì Roma venne conquistata o liberata a
seconda dai punti di vista.

Il pontefice non accettò l’occupazione di Roma scomunicando i Savoia e si rinchiuse nei palazzi pontifici.

Il papa nel 1874 emano il non expedit (non conviene), non conviene recarsi alle urne, non conviene andare
a votare, come protesta per la conquista di Roma.

Raffaele è considerato come un’erogazione perché tramite la breccia di portapia conquistò Roma.

Raffaele ebbe un figlio il quale fece una pessima figura, fece sparare a moltissimi soldati provenienti dal
sud, piuttosto di combattere contro il nemico.

Il 3* problema era quello e tutt’ora c’è il divario tra nord e sud.

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