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Con il termine Medioevo, in inglese Middle Ages, si è soliti indicare quel periodo di intermezzo nella storia

che separa il mondo antico da quello moderno. Per convenzione è stata fissata la sua data di inizio nel 476
d.C., anno in cui cade l’Impero Romano d’Occidente con la deposizione dell’ultimo imperatore Romolo
Augustolo da parte di Odoacre, e finisce nel 1492, anno molto simbolico perché con la conquista
dell’America si pone la prima pietra verso un nuovo modo di vedere il mondo, si hanno nuove scoperte e
invenzioni e soprattutto si rivaluta la figura dell’uomo; prenderà avvio il Rinascimento. Ma perché c’era il
bisogno di “rinascere” e soprattutto da cosa? Per rispondere è necessario esaminare le caratteristiche
politiche, sociali e religiosi che determinarono il corso del Medioevo. Questo periodo è stato a sua volta
suddiviso in Alto Medioevo (476-X sec.) e in Basso Medioevo (X-XI sec.) con l’Anno 1000 come spartiacque.
Nell’Alto Medioevo si era passati dalla ricchezza dell’impero romano ad uno stato di precaria povertà,
scompare il sistema monetario e lascia spazio al baratto, gli scambi avvengono solo localmente, quelle che
prima erano grandissime città si dispopolano e le persone vanno a costituire nuovi aggregati in diverse
zone. Ma tutto questo è conseguenza della frammentazione politica derivante dalla caduta dell’impero
senza contare il fatto che viene a mancare una stabile sicurezza interna che permette adesso ai popoli
barbarici di accedere tranquillamente nei territori dell’ex impero poiché non ci sono più le legioni a
difendere i confini. Nascono quindi i regni romano-barbarici, ovvero delle popolazioni formate dagli abitanti
dell’ex impero con i nuovi popoli invasori tra cui Vandali, Ostrogoti, Visigoti, Unni e Longobardi. In
particolare, quest’ultimi crearono il loro regno nel Nord Italia e si spinsero anche nel centro-sud dove
crearono i ducati di Spoleto e di Benevento. La dominazione longobarda in Italia ebbe fine nel 774 a opera
di Carlo Magno, re dei Franchi, personaggio molto importante storicamente. Le istituzioni di massimo
potere nel Medioevo erano la Chiesa e l’Impero, entrambe con la caratteristica di essere volute da Dio in
quanto secondo la concezione medioevale, la Chiesa aveva il compito di far raggiungere all’anima la
beatitudine dopo la morte mentre l’Impero doveva far in modo di renderla felice nella vita terrena, e in
questo contesto si sviluppa la corrente religiosa dell’ascetismo. Con l’incoronazione di Carlo Magno, la
notte di Natale dell’800 da parte del Papa Leone III, si diede avvio alla prima fase del Sacro Romano Impero
dove il potere era nelle mani sia dello Stato Pontificio che dell’Imperatore, ma nel corso del tempo si
assisterà a delle lotte tra i due per accaparrarsi il potere temporale. Questo nuovo impero prende il nome
di Impero Carolingio e si basava su una monarchia feudale. È proprio con Carlo Magno che si sviluppa il
feudalesimo, il sistema con cui l’imperatore amministrava e gestiva il potere sul territorio emanando i
Capitolari. Ma in che cosa consiste? Il mondo medioevale era pieno di pericoli e lo Stato non garantiva
nessuna sicurezza: condizione che spinse molti uomini liberi a cercare protezione presso qualcuno più
potente di loro. Per poter contare su uomini ben armati, il re iniziò a premiare i cavalieri più valorosi con un
territorio chiamato prima beneficio e successivamente feudo (termine di origine germanica che deriva da
fehu, bestiame e da od, possesso “possesso di bestiame”) che veniva assegnato con una cerimonia detta
investitura. Il cavaliere diventava vassallo del re, ovvero sottoposto alla sua autorità. Se il feudo era molto
grande poteva essere diviso tra altri uomini di fiducia con valvassori e valvassini creando una sorta di
piramide feudale. La causa principale della nascita del feudalesimo fu la frammentazione del potere
centrale. Il feudalesimo nasce intorno al IX secolo e raggiunge il suo pieno sviluppo nel XIII secolo, si
fondava quindi su legami personali tra due individui del quale il più potente concedeva protezione e beni
ricevendo in cambio di fedeltà dei servizi. Il diffondersi del feudalesimo ebbe come conseguenza
l’evoluzione della curtis, da possedimento agricolo a vero e proprio centro di potere gestito dai signori
locali. Nella signoria locale il signore deteneva il potere di banno, ovvero l’autorità di comandare ed
esercitava questo potere assoluto su tutti colore che abitavano sulle sue terre. Da questo a partire dal IX
secolo si diffusero in tutta Europa i castelli, fenomeno noto come incastellamento. Durante il regno di Carlo
Magno la cultura fiorì perché il sovrano voleva che all’unità politica e sociale dell’Impero corrispondesse
un’adeguata unità culturale, fu per questo che si sviluppano le scuole e gli scriptoria nel periodo noto come
Rinascenza carolingia. Il territorio dell’Impero era suddiviso in circoscrizioni amministrative che prendono il
nome di contee (collocate nelle zone interne del regno e presiedute dai conti), le marche che invece erano
situate nelle zone di confine presiedute dai marchesi, e infine i ducati. Il sovrano inviava i missi dominici a
controllare tutte le contee e le marche dell’Impero al fine di garantire le applicazioni delle leggi. Alla morte
di Carlo nell’814, l'Impero passò a suo figlio Ludovico il Pio, alla morte di quest'ultimo l'impero si divise con
il trattato di Verdun tra i suoi tre figli: Lotario, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico. Prima del trattato
Ludovico e Carlo decidono di allearsi contro Lotario giurandosi reciproca fedeltà con il Giuramento di
Strasburgo 842.

Il trattato di Verdun dell’843 assegnò a Carlo il Calvo il regno di Francia, a Ludovico il Germanico l'area a est
del fiume Reno e a Lotario la zona tra Francia e Germania detta Lotaringia che comprendeva parte della
penisola italica. Tra loro però sussistevano continui conflitti e si determinò in questo modo un potere
centrale molto debole e a trarne vantaggio furono i signori feudali. La debolezza dell’Impero era dovuta
anche al fatto che i feudi potevano essere ereditati con il Capitolare di Quierzy dell’877, che aumentava
ancora di più la frammentazione politica, ma anche per le numerose invasioni da parte dei Saraceni, Ungari
e Normanni.

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