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Interpretazioni

del documento storico


Valore documentario e dimensioni letterarie


a cura di Dan Octavian Cepraga e Sorin ipo
con una prefazione di Lorenzo Renzi






Universit degli Studi di Padova
Dipartimento di Romanistica
Universitatea din Oradea
Facultatea de Istorie, Geografie
i Relaii Internaionale






Editura Universitii din Oradea
Oradea, 2010


Interpretazioni del documento storico: valore documentario e
dimensioni letterarie,
a cura di Dan Octavian Cepraga e Sorin ipo; con una
prefazione di Lorenzo Renzi
Atti del Colloquio scientifico internazionale:
Textus Testis.Valore documentario e dimensioni letterarie del
testo storico / Valoare documentar i dimensiuni literare ale
textului istoric, Padova, 17 novembre 2009

Pubblicazione realizzata con il contributo
del Dipartimento di Romanistica dellUniversit degli Studi di
Padova

2010 by Editura Universitii din Oradea
Dan Octavian Cepraga i Sorin ipo,

Responsabilitatea pentru coninutul articolelor revine autorilor.


Descrierea CIP a Bibliotecii Naionale a Romniei
Interpretazioni del documento storico : valore documentario e
dimensioni letterarie ; a cura di Dan Octavian Cepraga, Sorin ipo ;
con una prefazione di Lorenzo Renzi = Interpretarea documentului
istoric : valoare documentar i dimensiuni literare / vol. ngrijit de
Dan Octavian Cepraga, Sorin ipo ; cu o pref. de Lorenzo Renzi.
Oradea : Editura Universitii din Oradea, 2010
ISBN 978-606-10-0244-3

I. Cepraga, Dan Octavian (ed.)
II. ipo, Sorin (ed.)
III. Renzi, Lorenzo (pref.)

82.09
94(100)





Indice



LORENZO RENZI, Parole introduttive .... 5

I. Testi e fonti ....................................................................... 13
ALVARO BARBIERI, Ideologia e persuasione: la parola dei
capi in Geoffroy de Villehardouin ........................................ 15
FLORIN SFRENGEU, Istoriografie i arheologie: informaii
din Gesta Hungarorum a lui Anonymus privind ducatul lui
Menumorut i cercetrile arheologice de la Biharea ........... 38
DAN OCTAVIAN CEPRAGA, Storia, retorica e linguaggio del
patriottismo: la battaglia di Clugreni in Romnii supt
Mihai-Voievod Viteazul di Nicolae Blcescu ..................... 53
SORIN IPO, Silviu Dragomir e la Securitate: le note
informative del dossier di pedinamento (1957-1962) .. 83

II. Metodi e letture .. 123
ALVISE ANDREOSE, Dalla voce alla scrittura: problemi di
transcodificazione nella stesura della Relatio di Odorico
da Pordenone ... 125
BARBU TEFNESCU, nsemnrile olografe de pe crile
bisericeti - puterea de informare asupra sensibilitii
lumii rurale ....... 141
MIRCEA BRIE, Registrele parohiale de stare civil din
Transilvania n a doua jumtate a secolului al XIX-lea.
Semnificaie documentar .... 164

III. Concetti .. 195
ROBERTO SCAGNO, Le nozioni di romnism e suflet romnesc
nella cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro
derivazioni postbelliche ........................................................ 197
ANTONIO V. FAUR, Consideraii n legtur cu termenii de
bandii, dumani i teroriti utilizai de autoritile
comuniste mpotriva adversarilor politici (1947-1950) ....... 205

RIASSUNTI / REZUMATE ......................................................... 217

BIOGRAFIE DEGLI AUTORI / BIOGRAFIILE AUTORILOR ............ 233


5

LORENZO RENZI

Parole introduttive


La caduta del Comunismo ha permesso che si
riaprissero vecchie vie che collegano di nuovo, come hanno
fatto per secoli, lEuropa centrale e orientale con quella
occidentale e mediterranea. Allaeroporto di Venezia, di
Verona, come di Roma e di Milano, le destinazioni di Cluj,
Oradea e Arad sono abituali. E viceversa. I bianchi pulmini di
Atlassib sono una presenza ormai familare sulle autostrade
italiane, ungheresi e romene. I nuovi mezzi di comunicazione e
la globalizzazione hanno immerso peraltro ben presto questi
cambiamenti in un movimento pi generale, che collega ormai,
soprattutto, Europa e Asia. Anzi si pu dire che tutto il mondo
connesso da una rete di comunicazioni, materiali e
immateriali, il cui simbolo si chiama proprio rete, il Web. Su
un versante pi generale, si era appena realizzata lunit
dellEuropa nei suoi nuovi e pi ampi confini, che nuovi
problemi sono apparsi a minacciarne non gi lesistenza, che
sembra assicurata, ma la rilevanza e la coesione profonda: ecco
lEuropa delleuro e quella senza euro, ecco la crisi finanziaria
e economica del 2009 che si prolunga fino a oggi, e batte in
maniera meno clamorosa ma pi profonda proprio la parte
meno forte. Ci si lamentava ieri perch il sogno dellEuropa si
era realizzato infine come Europa dei mercanti, simbolizzato
dalleuro, mentre non esisteva, e non esiste, unEuropa della
cultura, unEuropa che parli politicamente agli altri continenti
con una voce sola, n unEuropa sociale, n unEuropa
militare. Ed ecco che gi questi pensieri ci sembrano utopistici:
esistono problemi meno generali ben pi urgenti.

6
Esiste unEuropa universitaria, vero, ma tutti se ne
lamentano. Gli accordi di Bologna hanno ricevuto diverse
applicazioni nei vari paesi, e tra i primi ci sono stati proprio
lItalia e la Romania. Ma in genere con poca soddisfazione
soprattutto dei principali agenti interessati, i professori, che
sembrano dimenticarsi che Bologna ha portato con s
soprattutto lautonomia degli Atenei, un regalo del quale,
vero, non sempre facile fare buon uso. Solo il progetto
Socrates-Erasmus, che aveva gi mosso qualche anno fa pi di
1 milione di studenti in confini ancora pi ampi di quelli della
Comunit Europea, ha buona stampa. Il progetto Erasmus
destinato allinsegnamento. Quanto alla ricerca, La Mecca per
tutti gli europei restano gli Stati Uniti dAmerica, seguiti
dallInghilterra. La ricerca rischia di avere una sola lingua,
linglese. Il senso della parola ricerca subisce del resto nel
mondo attuale delle modificazioni impreviste, la cui portata
difficile da valutare.
In questo contesto tormentato, una ripresa di rapporti
storici, dai quali avevo cominciato questo discorso, pu passare
quasi inosservato. Nel nostro caso si tratta di quelli tra lItalia
settentrionale, e in particolare il Nord Est, e la Romania, in
particolare la Transilvania. Gi dagli anni Novanta c stata
una pacifica, ma imponente, invasione industriale a senso
unico, dal Veneto alla Transilvania, con baricentro nella sua
fascia occidentale. Produzione industriale, commercio,
logistica, occupazione. Benissimo, ma non tutto. Le iniziative
culturali corrispondenti non sono certo state numerose.
Tuttavia non sono nemmeno mancate del tutto, anche se la
disattenzione dei media in materia stata sovrana.
In un registro ideale delle iniziative culturali bilaterali,
andrebbe collocato anche questo libro con il convegno che lha
preceduto. Questo libro frutto della collaborazione ormai
consolidata tra le universit di Oradea e di Padova, sorta per
liniziativa di alcuni professori, ma il cui presupposto sono gli

7
accordi istituzionali tra gli Atenei. Nato come incontro tra
storici di Oradea e filologi di Padova, il tema della Giornata di
studi padovana (che si svolta il 17 novembre 2009) non
poteva che essere interdisciplinare. Si scelto di mettere a
fuoco le molte valenze e dimensioni del documento storico.
Intanto un secondo convegno, che si gi svolto a Oradea (dal
4 al 7 novembre 2010), ha avuto per soggetto la triade Storia,
Letteratura, Politica.
Sfogliando le pagine di questo libro, che contiene gli
atti del primo dei due convegni, si vede che il tema stato
quanto mai produttivo: il documento storico stato messo in
rapporto con la retorica (intesa come ars retorica), la filologia
testuale, la lessicologia, lantropologia, larcheologia. I soggetti
delle ricerche si estendono su un periodo molto lungo che va
dal Medioevo al passato pi recente, let comunista in
Romania. Meno eterogenea la localizzazione, che riguarda
larea rumena, a parte i due studi di Alvaro Barbieri e Alvise
Andreose dedicati rispettivamente alla cosiddetta Quarta
Crociata, deviata dai Veneziani da Gerusalemme a
Costantinopoli, e al viaggio del francescano Odorico da
Pordenone in Oriente. Questa volta lOriente europeo
superato, si va verso la Cina. Siamo in questultimo caso, con
Odorico come con il pi famoso Marco Polo, veramente ai
prodromi dellattuale globalizzazione.
Non si pu negare che il libro, cos come si offre al
lettore, si sviluppi in modo centrifugo. Ma certe costanti
ritornano. La pi rilevante mi sembra quella che
cronologicamente lultima: il Comunismo. Ma procediamo per
ordine.
Lo studio di Florin Sfrengeu (Istoriografie i
arheologie: informaii din Gesta Hungarorum a lui Anonymus
privind ducatul lui Menumorut i cercetrile arheologice de la
Biharea) mette in rapporto le risultanze delle cronache
ungheresi con alcuni risultati della ricerca archeologica. Ci

8
troviamo nel campo irto di insidie e difficolt di unet, come
quella che si muove tra tarda antichit e Medioevo, che chiede
alla storia di scoprire fatti poco conosciuti o di far luce su
avvenimenti controversi prima, naturalmente, di poterli
interpretare. La collaborazione tra tipi diversi di fonti si
impone, e Florin Sfrengeu ce ne d un esempio convincente.
Con il lavoro di Alvise Andreose, invece, siamo gi
dentro i confini di un periodo ben conosciuto, il Trecento: ma
la sua relazione di viaggio (di poco posteriore a quella di
Marco Polo) si addentra in terre e civilt sconosciute.
Andreose, che ha fornito nel 2000 unedizione della versione
toscana del viaggio di Odorico (Libro delle nuove e strane e
meravigliose cose. Volgarizzamento italiano del secolo XIV
dell'Itinerarium di Odorico da Pordenone, Padova, Centro
Studi Antoniani, 2000) conosce ogni piega di questo testo.
Dietro al testo latino della redazione originale, eseguita da un
confratello di Odorico, Guglielmo da Solagna, un udito
filologicamente affilato come quello di Andreose pu sentire la
voce di Odorico che gli detta il testo non in latino, ma in
volgare.
Il terzo tassello medievale costituito dallo studio di
Alvaro Barbieri, che legge e interpreta alcune pagine de La
conqute de Constantinople di Geoffroy de Villehardouin (post
1207), quelle che contengono il discorso del vecchio Doge
cieco Enrico Dandolo, decisivo per la deviazione della Crociata
di Francesi e Veneziani a Costantinopoli. Barbieri si inserisce
autorevolmente nel dibattito sullinterpretazione dei discorsi
che costellano la storiografia antica e rinascimentale, e in
realt, come si vede qui, non mancano nemmeno nelle
cronache medievali. Si tratta di riproduzioni, magari
approssimative, di veri discorsi pronunciati dai protagonisti,
oppure di opere create di sana pianta dallo storico? Alvaro
Barbieri propone una chiave politica di lettura, che rende le
parole del Doge, e in realt tutta le messa in scena del suo

9
discorso nella Basilica di San Marco, funzionale alla
prospettiva storica (ma si potrebbe dire anche politica, cio di
parte) dello storico Villehardouin, che stato anche un
protagonista della storia che racconta.
Due lavori, quelli di Mircea Brie (Registrele parohiale
de stare civil din Transilvania n a doua jumtate a secolului
al XIX-lea. Semnificaie documentar) e di Barbu tefnescu
(nsemnrile olografe de pe crile bisericeti - puterea de
informare asupra sensibilitii lumii rurale) trattano del mondo
tradizionale romeno nella sua lunga durata. Il primo studio
unepsosizione chiara dei metodi e della storia delle ricerche di
demografia storica, in particolare del contributo che questa
metodologia di studi, che oggi ha uno statuto scientifico
riconosciuto sul piano internazionale, porta alla conoscenza
della famiglia come cellula essenziale del mondo romeno
tradizionale. Questo mondo uno specchio fedele di quella
societ agricola che, fino a pochi decenni fa - come aveva
notato tra i primi Mircea Eliade - si presentava come lo strato
di base uniforme in tutta larea euro-mediterranea e oltre. Su
questo stesso tema incide in profondit lo studio magistrale di
Barbu tefanescu, dedicato alla lettura delle glosse contenute a
margine dei libri, prevalentemente di devozione, che circolano
nellambiente contadino romeno tra il Cinquecento e la prima
parte del Novecento. Un periodo molto lungo, ma durante il
quale la mentalit colettiva rimasta complessivamente stabile.
impossibile dare qui unidea dei temi che lo studioso sa far
emergere dalle glosse ai libri e di come queste glosse
illuminino la mentalit della collettivit, peraltro
prevalentemente analfabeta, che accoglie e conserva con s
come un tesoro prezioso il libro.
Il contributo di Dan Octavian Cepraga (Storia, retorica
e linguaggio del patriottismo: la battaglia di Clugreni in
Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul) illumina il discorso
storico e patriottico di Nicolae Blcescu alla luce della retorica.

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Non si tratta di questa o quella figura di parola o di pensiero.
Cepraga lavora con le categorie maggiori della retorica antica,
aristotelica, e di quella moderna, neoaristotelica (Perelman).
Mostra persuasivamente, in particolare, come le descrizioni e le
narrazioni in Blcescu siano funzionali alla sua
argomentazione politica. La storiografia patriottica di Blcescu
si risolve in testi splendidamente persuasivi, funzionali alla
missione nazionale che il grande storico e patriota (storico-
patriota) si proponeva. Blcescu non ha cessato di essere letto
in Romania n dopo la realizzazione dellunit nazionale n
dopo lavvento del Comunismo. Naturalmente ogni et e ogni
movimento di idee lo ha letto a modo suo e, si pu anche dire,
lo ha tirato dalla propria parte. Cos, scrive Cepraga, la
fervida eloquenza patriottica e la spiccata componente
messianica dellopera hanno giocato un ruolo decisivo nella
sua ricezione, favorendo, in particolare, lorgia di
manipolazione ideologica alla quale sono stati sottoposti gli
scritti e la figura di Blcescu negli anni del regime comunista.
Si arriva cos al Comunismo in Romania, al quale sono
dedicati in questo libro due contributi. A fare da ponte con il
tema precedente si colloca un importante lavoro di Roberto
Scagno, Le nozioni di "romnism" e "suflet romnesc" nella
cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro derivazioni
postbelliche. Questo studio mostra come in Romania, come del
resto in Germania e in Russia e in altri paesi, tra Ottocento e
Novecento, e con particolare intensit nel periodo interbellico,
si sono eretti in ideologia i valori tradizionali del mondo
rurale, non senza deformarli e strumentalizzarli, nella ricerca, a
volte ossessiva, della specificit nazionale ed etnica. Nel
Dopoguerra comunista, sostiene lautore, queste tendenze
ideologiche, bench del tutto incompatibili con il Marxismo,
non cessano di essere attive.
Il primo studio che si muove allinterno del mondo
comunista quello di Sorin ipos, dedicato allo storico e

11
uomo politico Silviu Dragomir (Silviu Dragomir e la
Securitate: le note informative del dossier di pedinamento,
1957-1962): basato sui rapporti della famigerata Securitate,
mostra al microscopio le tecniche di osservazione e intervento
della polizia politica del regime comunista in Romania. Attivo
politicamente nel Partito Nazionale Cristiano, negli anni Trenta
e Quaranta, Silviu Dragomir subisce allavvento del regime
comunista una carcerazione di 6 anni. Liberato nel 1955, viene
sottoposto a una rieducazione ideologica che lo riorienti
politicamente verso il marxismo, secondo le linee di partito.
Viene inserito ben presto in un organismo di ricerca storica a
Cluj, dove pu, seppure con limitazioni, continuare le proprie
linee di ricerca storica precedente. La polizia progetta anche di
arruolarlo come agente, ma a un certo punto desiste da questo
progetto. chiaro che le varie mosse degli agenti seguono una
procedura precostituita, ma i pareri e le relazioni dei vari agenti
che lo sorvegliano passo per passo sono tuttaltro che uniformi,
e tradiscono perfino un diverso grado di convinzione e di
accanimento. ipos ci concede per un momento di poter
entrare, come nel film Le voci degli altri di Florian Henckel,
negli spazi segreti della Securitate, nelle sue stanze dascolto e
perfino nelle discussioni interne. Ci fa intravedere persino,
sempre come in quello straordinario film, la possibilit che,
accanto a tanti fanatici e opportunisti, esista qualche securista
buono!
Lo studio di Antonio V. Faur (Consideraii n legtur
cu termenii de bandii, dumani i teroriti utilizai de
autoritile comuniste mpotriva adversarilor politici, 1947-
1950), ci porta invece al cuore dellanima sovietica e
internazionalista del Comunismo romeno. Il campo semantico
dellavversario del Comunismo studiato attraverso le diverse
espressioni lessicali impiegate dai rappresentanti del Partito per
designare gli avversari politici, rappresentati come mortali
nemici e criminali. Il repertorio rumeno parte integrante

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dellarsenale politico e propagandistico che, fissato a Mosca,
era a disposizione di tutti i partiti comunisti al potere (pi
sfumato e meno manicheo era quello dei Comunisti
allopposizione, come sanno i lettori italiani che hanno let
anagrafica per ricordarsene). Una delle espressioni chiave,
riportate da Faur, per designare lanticomunista era nemico del
popolo. curioso osservare che questa espressione era stata
usata dal grande commediografo norvegese Henrik Ibsen per il
protagonista del suo dramma omonimo (1882). Qui il dottor
Stockmann era in realt un amico e benefattore della comunit
in cui operava, ma veniva additato come nemico del popolo
dallipocrisia e dallo spirito speculativo dei suoi concittadini.
Ma il dramma di Ibsen, nonstante il suo impegno sociale e la
sua immensa popolarit europea, non doveva far parte del
canone comunista. Cos la langue de bois / limba de lemn
aveva fissato in un clich il significato letterale di questo
sintagma e non il suo uso citazionale, che rovesciava il
significato proprio.
Questi ultimi studi sono solo la punta visibile di una
quantit di studi, molti dei quali di grande valore, che la cultura
romena ha dedicato in questi ultimi anni al proprio passato
comunista, e che disgraziatamente hanno poca possibilit di
essere conosciuti, e che in molti casi difficilmente verrebbero
veramente capiti, da chi non ha avuto unesperienza diretta
del Comunismo. Ma per colmare le difficolt del dialogo non
resta che continuare a parlarsi, come si fatto nel Colloquio
che sta alla base di questo libro.



I.
TESTI E FONTI





15

ALVARO BARBIERI

Ideologia e persuasione: la parola dei capi in Geoffroy de
Villehardouin


Che un testo storico appartenente a qualsivoglia epoca
o civilt sia proficuamente analizzabile tanto nel suo
significato documentario quanto nella sua specificit letteraria
potrebbe sembrare un asserto cos banale da sfiorare il truismo.
Per entro gli orizzonti epistemologici della modernit
scientifica, siamo abituati a considerare ogni oggetto testuale
come legittimo argomento di studio abbordabile da una
pluralit di prospettive disciplinari, sicch, ad esempio, una
scrittura cancelleresca medievale pubblicata e riguardata
dallerudizione settecentesca come fonte per la storia dItalia o
di Francia pu rientrare oggid nel dossier di un dialettologo.
Esistono per alcuni testi che, per certe loro peculiarit, si
situano in un punto critico dintersezione tra le ragioni della
storia e quelle delle scienze letterarie, reclamando lincrocio
dei due punti di vista e sollecitando pratiche di ricerca
multiprospettica che valorizzino la portata del documento sia
nella sua dimensione testimoniale che in quella diciamo cos
estetica e linguistica. Attorno a testi di tal genere si
addensano gli interventi e le riflessioni confluiti nel presente
volume.
Allinterno della problematica che ho appena evocato,
La conqute de Constantinople di Geoffroy de Villehardouin
(post 1207) si pone come un caso di studio davvero
paradigmatico. La natura documentaria e il pregio storiografico
di questa cronaca in lingua dol sono universalmente
riconosciuti. In una recente, equilibrata rassegna della
letteratura primaria sulla quarta crociata, Alfred J. Andrea ha

16
ribadito la centralit della testimonianza di Villehardouin,
generalmente pi ricca, dettagliata e puntuale delle altre fonti
1
.
Attore di primo piano della complessa vicenda che port alla
conquista di Costantinopoli da parte dellarmata franco-
veneziana (1204), il Maresciallo di Champagne ci ha lasciato
un resoconto dei fatti sorprendentemente preciso nei riferimenti
cronologici e molto affidabile nelle stime quantitative.
probabile che lesattezza nei dati numerici non sia estranea alle
funzioni logistiche svolte dal cronista. Scritto da un ufficiale di
rango elevato che partecipava ai consigli di guerra con i capi
dellarmata, il libro di Villehardouin si presenta come un
informatissimo rendiconto dallalto e dallinterno del potere, un
referto particolareggiato che stato e resta lindispensabile
base documentaria di ogni ragionamento sulla cosiddetta
crociata deviata. Le ricostruzioni fattuali della spedizione
franco-veneziana si fondano per lo pi sui mmoires di
Villehardouin, controllati e controbilanciati con lo sguardo dal
basso di Robert de Clari, con le voci diversamente intonate
delle cronache latine e, ovviamente, con il punto di vista
bizantino di Niceta Coniata.
Sarebbe tuttavia riduttivo considerare la cronaca di
Villehardouin soltanto nel suo statuto di fonte-principe per lo
studio della quarta crociata. noto, infatti, che La conqute de
Constantinople uno dei primissimi esempi di prosa oitanica e
che proprio per questo occupa un posto importante nelle storie
letterarie di Francia. Nei manuali universitari di letteratura
francese medievale, lopera di Villehardouin assieme a quella
di Robert de Clari ha sempre un suo spazio nei capitoli

1
Donald E. Queller and Thomas F. Madden, The Fourth Crusade. The
Conquest of Constantinople. Second Edition. With an essay on primary
sources by Alfred J. Andrea, Philadelphia, University of Pennsylvania
Press, 1997, pp. 299-318. Sulla precellenza di Villehardouin si veda anche
Marco Meschini, 1204: lincompiuta. La quarta crociata e le conquiste di
Costantinopoli, Milano, ncora, 2004, Appendice. Le fonti della crociata,
pp. 229-236.

17
dedicati alla nascita della prosa darte agli inizi del Duecento
2
.
Daltronde, il libro del Maresciallo di Champagne e i primi
romanzi in prosa di materia bretone sono accomunati non
soltanto da una forte rivendicazione di autenticit e verit, ma
anche da vistose analogie nelle strutture frastiche e
dallimpiego della tecnica narrativa dellentrelacement
3
.
Insomma: spinti da motivazioni diverse, studiosi della
letteratura anticofrancese e storici hanno consacrato ricerche
approfondite ai mmoires di Villehardouin. Lo statuto
scientificamente ancipite dellopera, oggetto dellinteresse
convergente di due prestigiosi rami dellistituzione
medievistica, trova puntuale conferma quando si consideri
ledizione di riferimento dellopera, curata s da un littraire
come Edmond Faral, ma apparsa in una collana intitolata Les
classiques de lhistoire de France au Moyen ge
4
. Tale
duplicit di visuali e di approcci ha le sue ragioni profonde
nellinterferenza tra referenti storici e modelli letterari
rilevabile non solo nella Conqute de Constantinople, ma pi
in generale nella produzione storiografica oitanica e
particolarmente nelle relazioni di crociata. quanto ha
osservato Alberto Limentani con uno dei suoi gesti critici
pacatamente categorici
5
:

2
Michel Zink, Le Moyen ge: littrature franaise, Nancy, Presses
Universitaires de Nancy, 1990 (trad. it. La letteratura francese del
Medioevo, Bologna, Il Mulino, 1992, da cui si cita), pp. 87-94; La
letteratura francese medievale, a cura di Mario Mancini, Bologna, Il
Mulino, 1997, pp. 360-364.
3
Ferdinand Lot, Il principio dellentrelacement [1918], in Il romanzo, a
cura di Maria Luisa Meneghetti, Bologna, il Mulino, pp. 299-311.
4
Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, dite et
traduite par Edmond Faral, 2 voll., Paris, Les Belles Lettres, 1961.
5
Alberto Limentani, Cos parl Enrico Dandolo. Registrazione
storiografica ed elaborazione letteraria fra conquista di Costantinopoli e
leggenda di Alessandro, in Miscellanea di studi in onore di Aurelio
Roncaglia a cinquantanni dalla sua laurea, t. II, Modena, Mucchi, 1989,
pp. 717-726, p. 718.

18

Nello studio della storiografia dol, e specie di quella sorta e
sviluppatasi nellOriente mediterraneo, si ripropone di continuo, e
in termini pi specifici, quel dilemma intorno alla natura
delloggetto testuale, alla sua ambiguit fra denotazione di dati
storici immediati e topica letteraria, che al romanista gi si
presenta, per il secolo precedente, nellesame di canzoni di gesta,
cronache in versi, ecc.

Con il presente intervento vorrei mostrare che questa
natura ambivalente della cronaca di Villehardouin rende
particolarmente remunerativi approcci e ipotesi di lettura in cui
trovino spazio, secondo un modello di ricerca integrata, sia le
istanze della storia che la dimensione letteraria. A questo
scopo, concentrer la mia attenzione sul ruolo assegnato alla
parola pubblica dei capi della spedizione. I discorsi dei grandi
baroni e, pi in generale, la complessa fenomenologia
delloratio recta nella prosa di Villehardouin sono gi stati
oggetto di analisi approfondite da parte di Jean Frappier, Peter
M. Schon, Jeanette Beer e Grard Jacquin
6
. Lasciando da parte
gli aspetti pi strettamente linguistici e la ritornante questione
dei rapporti con la tradizione epica, mi restringerei qui a
richiamare alcuni punti cruciali del dibattito critico che
rivestono una notevole rilevanza nel quadro del mio
ragionamento.
Per chi intenda mettere a fuoco lintreccio dei fattori
storici e delle dinamiche letterarie nella cronaca di

6
Jean Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin [1946] e
Le style de Villehardouin dans les discours de sa chronique [1946], in Id.,
Histoire, mythes et symboles. Etudes de littrature franaise, Genve, Droz,
1976, pp. 55-71 e 73-83; Peter M. Schon, Studien zum Stil der frhen
franzsischen Prosa (Robert de Clari, Geoffroy de Villehardouin, Henri de
Valenciennes), Frankfurt a. M., Klostermann, 1960, pp. 185-203; Jeanette
M. A. Beer, Villehardouin, epic historian, Genve, Droz, 1968, pp. 82-97;
Grard Jacquin, Le style historique dans les rcits franais et latins de la
quatrime croisade, Paris/Genve, Champion/Slatkine, 1986, pp. 401-485.

19
Villehardouin, una questione nodale rappresentata dal
rapporto intercorrente tra le allocuzioni fissate nel testo e le
parole effettivamente pronunciate dai capi della spedizione.
Daltra parte, la credibilit dei discorsi pubblici leggibili nella
storiografia delle epoche premoderne un problema assai
dibattuto e ben lungi dallessere risolto. Qual il grado di
attendibilit degli storici dellantichit e dei cronisti medievali
allorch riportano lallocuzione di un comandante al suo
esercito o lambasceria di un messaggero? In che misura le
nostre fonti rispecchiano le parole realmente dette? E quanto
avranno pesato, invece, le convenzioni retoriche dei generi
deliberativo ed epidittico? Insomma: siamo di fronte a
documenti storici fededegni o ad artefatti stilisticamente
elaborati ascrivibili quasi per intero alla fiction? Abbiamo a che
fare con arringhe autentiche o fittizie? E ancora: che rapporto
c tra le concioni dei capi inserite in una cronaca e le grandi
orazioni di parata messe in bocca agli eroi delle chansons de
geste e ben presenti nella retorica epica fin nei poemi italiani in
ottave
7
? Come sempre accade nelle discipline idiografiche, che
osservano i fatti nella singolarit delle loro determinazioni
storiche, non possibile generalizzare, ma si deve affrontare il
problema caso per caso e testo per testo, con lovvia avvertenza
che non sempre si riuscir a fare chiarezza e che spesso
bisogner accettare ipotesi di lavoro sfumate e non univoche.
Alcuni recentissimi contributi sulla adlocutio militaris prodotti
nel settore dellantichistica suggeriscono di superare la spinosa
querelle sulla realt storica dei discorsi alle truppe guardando
alle poste in gioco ideologiche di cui tali discorsi si fanno

7
Fondati sulle risorse di uneloquenza lussureggiante e sostenuta, le
arringhe poste sulle labbra dei condottieri epici sono vere e proprie
cerimonie culturali, proprio come certi duelli regolati da un apparato
normativo di complessa e sontuosa ritualit (cfr. Franco Fortini, Dialoghi
col Tasso, a cura di Pier Vincenzo Mengaldo e Donatello Santarone, Torino,
Bollati Boringhieri, 1999, p. 82).

20
portatori nelle opere che li tramandano
8
. Lantitesi tra veracit
e finzione, tra fedelt mimetica ed elaborazione artistica, sar
dunque da oltrepassare tenendo conto della tensione che si
instaura tra vari elementi: le ritualit dei protocolli sociali e
relazionali nel mondo antico, la cristallizzazione di genere del
discorso esortativo apud milites, il peso della finzione
letteraria, la riformulazione ideologica attuata nel testo
inglobante. A patto di tener conto della complessa interazione
di questi fattori, possiamo e dobbiamo utilizzare i discorsi di
Tucidide e di Tacito come documenti storici. Non siamo
lontani da quanto ha scritto magistralmente Luciano Canfora a
proposito della parola pubblica fermata nel racconto
storiografico classico: Se [...] vogliamo farci unidea di come
parlavano Pericle, Alcibiade, Cleone, Nicia, Brasida,
Atenagora siracusano ecc., dobbiamo ricorrere a Tucidide, che
intu limportanza del ragionamento politico e della parola
pubblica, e dei suoi effetti, come decisivo fatto storico
9
.
Negli accompagnamenti esegetici che corredano la sua
edizione, Edmond Faral ha mostrato la plausibilit storica di
alcuni dei discorsi pubblici contenuti nella Conqute de
Constantinople. Nei pochi luoghi in cui possibile istituire il
confronto con documenti cancellereschi, si riscontrano precise
ed estese concordanze, che non possono essere il frutto del
caso. Ad esempio, le formule di giuramento che sanzionarono
laccordo franco-veneziano per il nolo della flotta sono riprese
con fedelt, talvolta quasi alla lettera, nella cronaca di

8
Si vedano i contributi di Giancarlo Abbamonte, Lorenzo Miletti e Claudio
Buongiovanni nel volume miscellaneo Discorsi alla prova. Atti del Quinto
Colloquio italo-francese Discorsi pronunciati, discorsi ascoltati: contesti di
eloquenza tra Grecia, Roma ed Europa (Napoli - S. Maria di Castellabate
[Sa], 21-23 settembre 2006), a cura di Giancarlo Abbamonte, Lorenzo
Miletti, Luigi Spina, Napoli, Giannini, 2009, pp. 27-86.
9
Luciano Canfora, Prima lezione di storia greca, Roma-Bari, Laterza,
2004
4
, p. 57.

21
Villehardouin
10
. Sempre secondo Faral, la precisione e la
quantit dei materiali informativi riversati nella cronaca
inducono a supporre che il Maresciallo di Champagne, data la
sua posizione eminente, non soltanto tenesse sottocchio un
taccuino di note e appunti redatti durante la spedizione, ma
avesse accesso a diplomi e carte ufficiali
11
. La disposizione
ordinata delle notizie e la struttura saldamente compaginata del
racconto fanno pensare ad una stesura posata, che puntella e
integra i ricordi personali con lausilio di documenti scritti.
Sennonch, tolte queste poche evidenze positivamente
riscontrabili, il corpus di orazioni pubbliche della cronaca non
verificabile nella sua attendibilit storica. Lunico dato certo
che, nella loro estrema brevit, le concioni attribuite al doge
di Venezia e alle altre figure di primo piano coinvolte nella
narrazione non possono costituire in alcun modo una
trascrizione completa dei discorsi autenticamente pronunciati.
Con ogni evidenza, il memorialista non riproduce verbatim le
allocuzioni dei grandi della spedizione, ma le asciuga e le
condensa, spremendone lessenziale. Coerentemente con
leconomia di mezzi e lausterit espressiva che
contraddistinguono il suo libro ad ogni livello, Villehardouin
sintetizza il contenuto di un intero discorso nel giro di qualche
rigo, concentrando a volte quella che dovette essere
unarticolata argomentazione in una sola frase caratteristica e
impressiva. Confrontando questi esiti con le tradizioni
precedenti e coeve in lingua dol, Frappier ha potuto
avvicinare la Conqute de Constantinople alle prose
romanzesche della Queste del Saint Graal e della Mort le roi
Arthur. Queste opere prosastiche del Duecento modellano il
discorso diretto con una sobriet cui si contrappongono gli
ampi sviluppi e il lussuoso ornatus delle allocuzioni contenute

10
Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, d. Faral, cit.,
t. I, pp. 217-218.
11
Ivi, Introduction, pp. V-LXVII, pp. XIV-XVI.

22
nella storiografia francese in versi, sia in Wace che in Benot
de Sainte-Maure. La tendenza allessenzialit di Villehardouin
sarebbe da un lato la conseguenza di una tecnica compositiva
ancora insufficientemente smaliziata, dallaltro lato il riflesso
di una poetica comune alle prose del XIII secolo, fondata su un
ideale di eloquenza privo di eccessi retorici e senza
ampollosit. fuor di dubbio che queste considerazioni di
Frappier siano preziose per collocare la Conqute de
Constantinople nel contesto della letteratura francese del
Duecento, ma ho limpressione che la secchezza e il laconismo
dei discorsi riportati da Villehardouin siano da riportare, su un
piano pi generale, alla speditezza narrativa tipica dei diari di
guerra
12
. La rapidit compendiosa dello storiografo militare
sfronda linessenziale, allineando solo le informazioni
funzionali alla consequenzialit del resoconto.
Laltra delicatissima questione sollevata da Frappier
nel 1946 e costantemente dibattuta negli studi successivi
quella che riguarda la progressiva rarefazione delloratio
recta nella cronaca. Richiamo telegraficamente i termini della
questione. Suddividendo i cinquecento paragrafi dellopera in
cinque blocchi da cento
13
e calcolando le quote di testo in
discorso diretto in rapporto alla narrazione, si ottengono i
seguenti dati percentuali: 19,5%; 13,5%; 8%; 2,5%, 1,5%
14
.
Come si vede, nella sezione iniziale dellopera il peso del
discorso diretto pari allincirca ad un quinto del totale,
mentre si riduce a percentuali molto basse negli ultimi
duecento paragrafi. Secondo Frappier
15
, limpiego sempre

12
Sulla Conqute de Constantinople come memoriale di guerra, cfr. Beryl
Smalley, Storici nel Medioevo, Napoli, Liguori, 1979, pp. 189-190.
13
Qui e di seguito, i riferimenti alla cronaca e le citazioni sono conformi al
testo e alla paragrafatura della succitata edizione di Edmond Faral: Geoffroy
de Villehardouin, La conqute de Constantinople, cit.
14
Questi dati quantitativi sono desunti da Schon, Studien zum Stil der
frhen franzsischen Prosa, cit., p. 190.
15
Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin, cit., pp. 69-71.

23
meno frequente delloratio recta dipenderebbe
dallassunzione di un punto di vista pi astratto e intellettuale,
ossia da una visione storiografica pi matura e capace di
dominare la complessit delle situazioni politiche e degli
eventi militari descritti. Determinato a costruire una
narrazione fortemente coesa e imperniata su una ferrea
concatenazione logica di fatti, Villehardouin tenderebbe a
privilegiare lo stile indiretto, che si fonde nella narrazione
senza spezzare il ritmo della sequenza evenemenziale. Il
discorso diretto, che fa coincidere almeno convenzionalmente
il tempo della storia con quello del racconto, produrrebbe
infatti degli arresti, interrompendo la rettilinea progressione
degli accadimenti e la loro rigorosa interconnessione sulla
base di rapporti causa/effetto. Il diradarsi delloratio recta
rispecchierebbe dunque unopzione consapevole: quella di
limitare il ruolo delleloquenza per mettere in primo piano le
ragioni della storia. A questa proposta critica sottile e
intelligente come ogni idea uscita dalla penna di quel gigante
della romanistica che stato Jean Frappier mi sembra per
preferibile lipotesi avanzata da Grard Jacquin
16
, che ha
suggerito un convincente rovesciamento di prospettiva. La
preferenza accordata alloratio obliqua e luso limitato del
discorso diretto nella seconda met della cronaca sarebbero da
attribuire meno ad un mutato atteggiamento di Villehardouin
verso la sua materia che a un vero e proprio cambiamento di
soggetto. La prima porzione dellopera ha, infatti, una
marcata impronta politico-diplomatica e riferisce un gran
numero di trattative, accordi, controversie e ambascerie. Per
contro, i 300-500 fanno prevalere nettamente il racconto
veloce degli spostamenti di truppe, dellattivit ossidionale e

16
Cfr. Jacquin, Le style historique, cit., pp. 477-485. Meno rilevanti le
osservazioni di Schon e Beer: cfr. Schon, Studien zum Stil der frhen
franzsischen Prosa, cit., pp. 190-191; Beer, Villehardouin, epic historian,
cit., pp. 92-94.

24
dei combattimenti. Lesiguit delle forze franco-veneziane e
la loro dissociazione tra gli scenari europei della Tracia e lo
scacchiere dellAsia Minore costringono limperatore latino e
gli altri capi dellarmata ad un frenetico attivismo e ad un
continuo andirivieni da un fronte allaltro. La Conqute de
Constantinople appare cos spartita in due sezioni che
corrispondono a due distinte modalit narrative: nei 1-299
dellopera predomina il registro politico-strategico dei
negoziati, dei preparativi logistici e delle operazioni militari
in grande stile; nei 300-500 troviamo invece il registro
spicciativo del bollettino di guerra, che mostra la drammatica
situazione dei Franco-veneziani, inchiodati sulle rive del
Bosforo e costantemente alle prese col problema irrisolvibile
della carenza di effettivi. Strettamente connessa col primo di
tali registri
17
, loratio recta compare di rado nel secondo.
Dopo aver fornito le coordinate preliminari della
questione, vorrei offrire una campionatura di esempi atti ad
illustrare la densit di implicazioni letterarie, riferimenti storici
e significati ideologici sottesi alla parola pubblica dei capi nella
Conqute de Constantinople.
Comincerei con la famosa allocuzione del doge al
popolo veneziano riunito nella basilica di San Marco
18
:

17
La prima met della cronaca assegna un ruolo di primo piano alla
parola conflittuale e mediatrice: si pensi solo alla trattativa con i
Veneziani per il nolo della flotta, ai tesi dibattiti sulle deviazioni verso
Zara e Bisanzio o allintimazione dei crociati allinsolvente Alessio IV.
Nel mondo premoderno, limpegno contrattuale, laccordo giurato e
vincolante, la pattuizione di unalleanza e la dichiarazione di guerra
sono momenti forti di negoziazione e di scontro che si esprimono
tipicamente nelle pratiche dello scambio verbale. Non sorprende perci
che in queste porzioni di racconto loratio directa raggiunga i suoi
picchi percentuali.
18
Qui e innanzi, la traduzione italiana riprodotta tra parentesi quadre
dedotta dalla seguente edizione: Geoffroy de Villehardouin, La
conquista di Costantinopoli, a cura di Fausta Garavini, Milano, SE,
2008
2
.

25
64. Lors furent assembl a une diemenche a liglise Saint Marc, si
ere une mult grant feste, et i fu li pueple de la terre et li plus des
barons et des pelerins.

65. Devant ce que la grant messe conmenast, li dux de Venise, qui
avoit nom Henris Dandole, monta eu leteril et parla al pueple et lor
dist: Seignor, acompaigni estes alla meillor gent du monde et por
le plus halt afaire que onques genz entrepressent. Et je sui vialz
hom et febles, et avroie mestier de repos; et maaigniez sui de mon
cors. Mes je voi que nus ne vos savroit si governer et si mastrer
con ge, qui vostre sire sui. Se vos voliez otrier que je presse le
signe de la croiz por vos garder et por vos enseignier, et mes filz
remansist en mon leu et gardast la terre, je iroie vivre ou morir
avec vos et avec les pelerins.

66. Et quant cil orent, si sescrierent tuit a une voiz: Nos vos
proions por Dieu que vos lotroiez et que vos le faois et que voz
en viegns avec nos.

[64. Allora si raccolsero una domenica alla chiesa di San Marco, ed
era grandissima festa, e cera la popolazione del paese, e la
maggior parte dei baroni e dei pellegrini.

65. Prima che cominciasse la grande messa, il doge di Venezia, che
aveva nome Enrico Dandolo, mont sul pulpito e parl al popolo e
disse loro: Signori, siete alleati della miglior gente del mondo e
per limpresa pi nobile che mai gente abbia tentato. E io sono
vecchio e debole e avrei bisogno di riposo; e sono infermo. Ma
vedo che nessuno saprebbe governarvi e dirigervi come me, che
sono vostro signore. Se voleste consentire a che io prendessi il
segno della croce per difendervi e guidarvi, e mio figlio rimanesse
al mio posto e difendesse il paese, andrei a vivere o morire con voi
e con i pellegrini.

66. E quando questi ebbero inteso gridarono tutti ad una voce: Vi
preghiamo in nome di Dio perch acconsentiate, e facciate cos e
veniate con noi.]

Incassata lentusiastica manifestazione di consenso che
gli viene tributata dal popolo veneziano, il doge scende dal
pulpito e va ad inginocchiarsi dinanzi allaltare per ricevere la

26
croce, tra la commozione e il pianto di tutti gli astanti ( 67-
68). Questa grande sequenza, che mette in primo piano i
prestigi rituali della voce, probabilmente la pi riuscita scena
collettiva di tutta la cronaca, sia per lintensa concentrazione
emozionale creata attorno allavvenimento sia per
limpressione di solennit cerimoniale che scaturisce dai gesti e
dalle parole di tutti i presenti. Un contributo decisivo alla
produzione del pathos dato dalla costruzione teatrale della
sequenza, che sceneggia in forma drammatica il patto di fedelt
tra Enrico Dandolo e il popolo veneziano. Allorazione
appassionata del doge risponde allunisono il coro dei
Veneziani riuniti in quel luogo altamente simbolico che la
Basilica di San Marco. Espediente antirealistico di ascendenza
epica impiegato con frequenza da Villehardouin
19
, il discorso
collettivo consiste di solito in una breve formula che si suppone
pronunziata ad una sola voce da una folla di persone, per
esprimere il pensiero o la volont di un intero gruppo
unarmata, una schiera, una cittadinanza, ecc. e sottolineare
in tal modo una comunanza solidale di intenzioni o di
sentimenti condivisi. Qui la vox populi, unitaria e unanime,
quella dei Veneziani, che ribadiscono la loro coesione
identitaria, rinnovando altres la loro fiducia verso il doge. I
baroni francesi e i loro uomini restano sullo sfondo come
testimoni muti e commossi del rito. A parte il ricorso a costrutti
parallelistici (si governer et si mastrer, por vos garder et
por vos enseignier) e labituale dilatazione iperbolica nel dire
la difficolt dellimpresa crociata (acompaigni estes alla
meillor gent du monde et por le plus halt afaire que onques
genz entrepressent), la concione di Enrico Dandolo appare
tutto sommato spoglia di orpelli retorici. Lelevatissima
temperatura patetica del discorso conseguita mediante

19
Sul discorso collettivo nella Conqute de Constantinople si veda
soprattutto Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin, cit.,
pp. 66-68.

27
uneloquenza della perspicuit che si appella meno allelocutio
che alla forza intrinseca degli argomenti e dei valori evocati: il
senso del sacrificio personale, il patriottismo lagunare,
limportanza della posta in gioco, ecc. Alla mozione degli
affetti concorre naturalmente lambientazione della scena:
nemmeno un rigo dedicato alla descrizione della Basilica di
San Marco (le pause descrittive sono estranee al repertorio del
nostro cronista militare), ma la sacert del luogo, rinforzata
dalla congiunzione con una festivit liturgica (si ere une mult
grant feste), si riverbera sullintera scena, proiettando
sullaccordo con gli alleati transalpini unaura di legittimazione
religiosa. Daltronde, la magistrale regia del Dandolo ha
congiunto in ununica cerimonia di potente suggestione un atto
eminentemente politico ed un altro di tipo rituale: la ratifica
popolare dei patti franco-veneziani viene infatti a coincidere
con la presa della croce da parte del doge.
Il rilievo assegnato allevento non discende soltanto
dallovvia esigenza di valorizzare uno dei momenti forti del
racconto, ma rientra a pieno titolo nellintenzione apologetica
della cronaca di Villehardouin. arcinoto che la Conqute de
Constantinople pu essere letta come un memoriale difensivo,
che risponde punto per punto alle pesanti critiche rivolte contro
lo stato maggiore crociato. Lattacco a Zara, la diversione a
Bisanzio, la rinuncia a riprendere il viaggio verso la Terrasanta,
lacquiescenza nei confronti dei Veneziani e delle loro continue
pretese, linsaziabile cupidigia dei grandi baroni esercitata ai
danni dei poveri cavalieri al momento di spartire il bottino:
ecco le principali accuse mosse agli alti comandi dellarmata,
accuse di cui si coglie uneco precisa nel resoconto di Robert
de Clari. Se leggiamo il libro di Villehardouin come una
coerente e puntuale giustificazione delle scelte politico-militari
fatte dai capi della spedizione, il discorso del doge nella
Basilica di San Marco si carica di ulteriori significati. Il
Maresciallo di Champagne si premura di farci sapere che,

28
emulando il loro carismatico signore, i Veneziani si fanno
crociati a mult grant fuison et a grant plent ( 68)
20
. La
notazione importante, perch permette di sottolineare il pieno
coinvolgimento della Serenissima nel passaggio. Di qui in
avanti i Veneziani non sono soltanto i fornitori della flotta
oneraria: essi diventano a tutti gli effetti milites Christi,
strettamente associati nellimpresa ai pellegrini francesi. Ma
ci che fa spicco nel nostro episodio soprattutto la figura del
doge, uomo ormai anziano e per di pi cieco, e nondimeno
provvisto di eccezionale energia fisica. Larringa tesa e solenne
del 65 contribuisce a tratteggiare il ritratto morale del
personaggio, ma il 67 a rivelarci il suo carisma,
mostrandocelo in cima allambone di San Marco, mentre
calamita lo sguardo della folla, ammaliata dalla strana bellezza
dei suoi occhi spenti. La frase relativa qui vialx hom ere et
gote ne veoit, impiegata come formula epica e quasi con
valore di epiteto ornante, introdurr almeno tre volte, nel corso
della cronaca, le apparizioni pi significative del Dandolo
21
,
che indubitabilmente uno degli eroi di Villehardouin. Tanto
con la parola come con lazione, il doge non fa che palesare le
sue virt di condottiero prudente e, insieme, valoroso (sages
et preuz, 364). Questo panegirico di Enrico Dandolo, che ha
nellepisodio della Basilica di San Marco uno dei suoi picchi
patetici, rientra con ogni evidenza nelle strategie apologetiche
messe in atto dal Maresciallo di Champagne per provare che
era stato giusto e opportuno legare alla Serenissima le sorti
della crociata. Membro della ristretta e prestigiosa ambasceria
inviata a Venezia per trattare il nolo della flotta, Villehardouin
ha un ruolo importante nei negoziati tra i baroni crociati e la

20
Lo straordinario carisma del doge e la sua capacit di stimolare, con la
parola e con lesempio, lo spirito di emulazione dei Veneziani sono illustrati
in un celebre aneddoto di sapore epico raccontato ai 173-174 della
cronaca di Villehardouin.
21
Cfr. i 173, 351 e 364, dove il clich ritorna con minime varianti.

29
Repubblica di San Marco. Non solo. Il Maresciallo appartiene
al partito predominante che, in tutte le svolte decisive e gli
snodi nevralgici della spedizione, sceglie di appoggiarsi agli
alleati lagunari. anche per tale ragione che la Conqute de
Constantinople disegna un profilo glorificante del doge di
Venezia
22
. In tale angolatura, assume valore simbolico quanto
accade dopo la rovinosa sconfitta di Adrianopoli (14 o 15
aprile 1205), allorch le forze franco-veneziane rischiano di
essere completamente annientate dai Valacco-Bulgari e dagli
ausiliari comani di Giovanni Kalojan. Nel disordine della rotta,
Villehardouin riesce a radunare i fuggitivi e gli scampati al
disastro, organizzando un ripiegamento ordinato. In quel
drammatico frangente, Villehardouin si assume il compito
pericoloso di guidare la retroguardia e affida al Dandolo la
testa della colonna ( 362-374). Autentico capolavoro di
perizia tattica, la ritirata di Adrianopoli presentata come
limpresa di due abili e sperimentati comandanti, che si
stimano e lavorano in perfetta sintonia.
Gli studiosi di Villehardouin hanno osservato da tempo
che la Conqute de Constantinople pervasa da un punto di
vista dicotomico che contrappone due schieramenti: da un lato
ci sono i benintenzionati, che si sforzano in ogni modo di
preservare la compattezza politica e lunit militare della
spedizione, contrastando con decisione le spinte centrifughe;
dallaltro lato ci sono gli agenti dellanarchia e della
dissoluzione, che operano apertamente o nellombra per
despecier lost, ossia per minare irrimediabilmente la
coesione del campo crociato
23
. Questa visione dualistica

22
Sulla celebrazione del doge e la grandeur des Vnitiens nei mmoires
di Villehardouin, cfr. Jean Dufournet, Villehardouin et les Vnitiens,
Linformation littraire, 21, 1969, pp. 7-19 e Id., Les crivains de la IV
e

croisade. Villehardouin et Clari, 2 voll., Paris, Socit ddition
denseignement suprieur, 1973, t. I, pp. 175-207.
23
Su questa costante quasi ossessiva della cronaca di Villehardouin, cfr.
Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, chronologie et

30
oblitera le sfumature e rappresenta la realt storica secondo una
logica che ammette solo i contrasti violenti di luce e ombra. In
un saggio dedicato allideologia di Villehardouin, Paul
Archambault ha parlato con ottime ragioni di history in black
and white, suggerendo che questa visione manichea possa
trarre origine dalla mentalit tipica dei militari, i quali sono
soliti rivestire il nemico dei simbolismi disforici della tenebra e
del caos
24
. Lantitesi tra le forze dellordine e quelle dellanomia
assume di solito forma dialogica, cosicch i valori contraddittori
e i punti di vista collidenti si polarizzano nel dibattito tra due
posizioni in contrasto, con un forte effetto di messa in
prospettiva. A pi riprese, Villehardouin mette in scena il serrato
conflitto di opinioni tra il suo partito il cartello dei grandi
baroni e lodiato clan dei siriani, cio di coloro che si
oppongono a qualsiasi diversione e insistono per unimmediata
partenza alla volta della Terrasanta. Ebbene, in tutti questi casi,
il Maresciallo di Champagne presenta la controversia in modo
tale da deprezzare o silenziare le ragioni dei suoi avversari. La
svalutazione degli argomenti messi in campo dai siriani passa
attraverso unoculata gestione delle risorse retorico-stilistiche.
Vediamo un esempio. Nel gennaio 1203, mentre larmata sverna
a Zara, giungono i messaggeri inviati da Alessio il giovane, che
rivolgono ai pellegrini una proposta di accordo. Il principe greco
chiede laiuto militare necessario a riottenere il trono di
Bisanzio, promettendo in cambio enormi facilitazioni e favori.
Tra i crociati si comincia a parlare della possibilit di fare rotta
verso Costantinopoli. La discussione si accende e le posizioni

prface par Jean Dufournet, Paris, Garnier-Flammarion 1969, Prface, pp.
8-21, pp. 12-15; Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople,
prsentation, tablissement du texte, traduction, notes, bibliographie,
chronologie et index par Jean Dufournet, Paris, GF Flammarion, 2004,
Prsentation, pp. 9-33, pp. 30-33.
24
Paul Archambault, Villehardouin: History in Black and White, in Id.,
Seven French Chroniclers. Witnesses to History, Syracuse (New York),
Syracuse University Press, 1974, pp. 25-39, pp. 28, 32.

31
ben presto si radicalizzano. Estrapoliamo dal testo i paragrafi
che condensano il dibattito:

95. La ot parl en maint endroit. Et parla labs de Vals, de lordre
de Cystiaus, et cele partie qui voloit lost depecier; et distrent quil
ne si accorderoient mie, que ce ere sor crestens, et il nestoient
mie por ce me, ainz voloient aler en Surie.

96. Et lautre partie lor respondi: Bel seignor, en Surie ne poez vos
rien faire, et si le verroiz bien a cels mesmes qui nos ont deguerpiz et
il sont al as autres porz. Et sachis que par la terre de Babiloine ou par
Grece iert recovree la terre doltremer, sele jamais est recovree; et se
nos refusons ceste convenance, nos somes honi a toz jorz.

[95. L si esposero diversi pareri. Parlarono labate di Vaux,
dellordine di Cteaux, e quelli del partito che voleva disgregare
lesercito; e dissero che non bisognava consentirvi perch questo
significava andar contro a dei cristiani, e non era per questo che
erano partiti, ma volevano andare in Siria.

96. E laltro partito rispose loro: Bei signori, in Siria non potrete
far nulla e lo vedete bene da quelli che ci hanno abbandonato e
sono andati ad altri porti. E sappiate che solo attraverso la terra di
Babilonia o la Grecia potr essere riconquistata la terra
doltremare, se mai sar riconquistata; e se rifiutiamo questo fatto,
siamo per sempre maledetti.]

Squalificati da una didascalia introduttiva che li
presenta come fomentatori di divisioni e disordini, i siriani
parlano per primi: i loro argomenti sono riferiti dal cronista in
modo estremamente conciso e in stile indiretto. I sostenitori
della diversione verso Costantinopoli, che godono del
vantaggio dellultima parola e possono dunque confutare le tesi
dei loro avversari, non solo esprimono la loro opinione in
modo pi esteso, ma lo fanno mediante loratio recta, che
conferisce alle loro ragioni maggior rilievo e incisivit
25
. Non

25
Cfr. al riguardo Frappier, Les discours dans la chronique de
Villehardouin, cit., pp. 65-66; Jacquin, Le style historique, cit., pp. 468-469.

32
difficile capire a quale dei due schieramenti vadano le
preferenze di Villehardouin. Come si vede, le divisioni presenti
nel campo crociato e le scelte personali dellautore si traducono
in precise strategie retoriche e discorsive, che si possono
smontare con gli strumenti dellanalisi stilistica.
Luso di contrapporre stile diretto e indiretto per
enfatizzare un punto di vista a scapito di un altro una tecnica
che Villehardouin mette a frutto anche in altri passaggi della
cronaca. Un caso patente offerto dalla controversia che
conduce alla rottura, poi ricomposta, tra il marchese Bonifacio
di Monferrato e Baldovino di Fiandra, imperatore latino di
Costantinopoli:

276. Sire, fait il, novelles me sunt venues de Salenike, que la gent
del pas me mandent que il me recevront volentiers a seignor. Et je
en sui vostre hom, et la tieng de vos, si vos vuel proier que vos me
laissiez aler; et quant je serai saissiz de ma terre et de ma cit, je
vos amenrai les vandes encontre vos et venrai appareilliez de faire
vestre conmandement. Et ne me destruiez mie ma terre; et alomes,
se vostre plaisirs est, sor Johannis, qui est rois de Blakie et de
Bogrie, qui tient grant partie de la terre a tort.

277. Ne sai par cui conseil lempereres respondi quil voloit aler totes
voies vers Salenike et feroit ses autres afaires en la terre. Sire, fait
Bonifaces, li marchis de Monferrat, je te proi, des que je puis ma terre
conquerre sanz toi, que tu ni entrer; et se tu i entres, ne me semble mie
que tu le faces por mon bien; et sachiez vos de voir, je nirai mie avec
vos, ainz me partirai de vos. Et lempereres Baudoins respondi que il
ne lairroit mie por ce que il ni alast tote voie.

[276. Sire egli dice mi son giunte notizie da Salonicco che la
popolazione di quel paese mi manda a dire che mi accoglieranno
volentieri come signore. E io sono vostro vassallo in questa terra e
lho avuta da voi, e ora voglio pregarvi di lasciarmi andare; e
quando avr preso possesso della mia terra e della mia citt, vi
verr incontro con dei viveri e verr pronto ad eseguire i vostri
ordini. E non rovinatemi la mia terra; e andiamo, se vi piace, contro
Giovanni re di Valacchia e di Bulgaria, che occupa a torto gran
parte del territorio.

33
277. Non so per consiglio di chi, limperatore rispose che voleva
andare comunque verso Salonicco e che avrebbe sistemato gli altri
suoi affari nel paese. Sire disse Bonifacio, marchese di
Monferrato poich posso occupare le mie terre senza di te, ti
prego di non entrarvi; e se vi entri, non mi sembra che tu lo faccia
per il mio bene; e sappiate invero che non verr con voi, anzi mi
separer da voi. Limperatore Baldovino rispose che non avrebbe
rinunziato ad andarvi per questo.]

I due paragrafi sono modellati sullo stesso schema:
Bonifacio, le cui parole sono riferite in stile diretto, si rivolge
allimperatore per promettergli lealt e auxilium, ma rivendica
con fermezza i suoi diritti; le repliche di Baldovino, alquanto
brusche e riportate in forma di oratio obliqua, ignorano le
ragioni del Marchese e i protocolli del diritto feudale, secondo
il quale un signore non poteva entrare nella terra dei suoi
vassalli contro la loro volont. Ancora una volta non vi sono
dubbi su chi sia il destinatario delle simpatie del Maresciallo
di Champagne, anche se la cronaca si premura di sottolineare
che limperatore agisce sotto linfluenza di cattivi consiglieri
(si vedano, al riguardo, anche i 294-296). Daltra parte, era
stato proprio Villehardouin, nel 1201, a proporre la
candidatura del Bonifacio di Monferrato a capo della
spedizione ( 41), ed proprio sulla morte eroica del
Marchese, avvenuta nel 1207 per mano dei Bulgari, che si
chiude la Conqute de Constantinople ( 498-500).
Lipoteca apologetica della cronaca torna a farsi sentire con
forza: coonestando la linea di condotta di Bonifacio,
Villehardouin difende la bont delle proprie scelte
26
. Ma non
tutto. Dietro questa bella scena di corruccio e sdegno
feudali, si pu cogliere la presenza di un modello
interdiscorsivo mai segnalato, chio sappia, nella letteratura
critica. Il contrasto tra Baldovino e Bonifacio certamente un

26
Cfr. Dufournet, Les crivains de la IV
e
croisade, cit., t. I, pp. 208-244,
soprattutto alle pp. 230-235.

34
fatto storico
27
, ma il modo in cui ce lo racconta Villehardouin
ricorda da vicino la cosiddetta epica della rivolta
28
, ovvero le
canzoni di gesta che narrano la ribellione di vassalli offesi o
trattati ingiustamente dal loro re/imperatore. Come in altri casi,
anche qui sarebbe ingenuo e fuori luogo indicare una fonte
precisa: abbiamo piuttosto a che fare con la ripresa di un
motivo epico di larga diffusione, saldamente inserito in una
topica di genere. E ci collima con quanto ha scritto Jeanette
Beer nel suo Villehardouin, epic historian, dove si sostiene con
buoni argomenti che linflusso della chanson de geste si
esercita sulla Conqute de Constantinople non come prelievo
da testi specifici, ma come influenza diffusa di temi, immagini
e coordinate ideologiche
29
.

27
Ne d conto anche Robert de Clari, La conqute de Constantinople, dite
par Philippe Lauer, Paris, Champion, 1956 (I ed. 1924), capp. XCIX-CIV.
28
William C. Calin, The Old French Epic of Revolt: Raoul de Cambrai,
Renaud de Montauban, Gormond et Isembart, Genve-Paris, Droz-
Minard, 1962.
29
Cfr. Beer, Villehardouin, epic historian, cit., pp. 43-56. Oltre a
promuovere la transvalutazione eroizzante di eventi molto vicini nel tempo,
lo stile epico permette a Villehardouin di proiettare sugli esiti discutibili
della spedizione franco-veneziana un alone nobilitante e apologetico da
chanson de croisade. Lo ha ricordato di recente Catherine Croisy-Naquet,
ricapitolando la complessa questione dei rapporti intergenerici tra lepica e
le scritture cronachistiche nella Francia del Duecento. Daltra parte, la
mutuazione di motivi e dispositivi formali propri alla chanson de geste
anche un modo di surrogare le manchevolezze di una storiografia in prosa
ancora sprovvista di un solido statuto letterario. Ma occorrer pure ribadire
che linfluence de la chanson de geste sur lhistoriographie naissante en
prose repose en grande partie sur les liens que le pome pique entretient
avec la ralit historique (Catherine Croisy-Naquet, Traces de lpique
dans lhistoriographie au XIII
e
sicle, in Palimpsestes piques. Rcritures et
interfrences gnriques, sous la direction de Dominique Boutet et Camille
Esmein-Sarrazin, Paris, Presses de lUniversit Paris-Sorbonne, 2006, pp.
203-216, p. 203). Allorigine dellepica c sempre una realt storica,
autentica o pretesa tale dalla comunit di uomini che vi impianta il proprio
sistema valoriale.

35
Il 13 aprile 1205, un contingente franco-veneziano
acquartierato davanti alla citt di Adrianopoli. Dun tratto,
come materializzandosi dal nulla, compaiono gli ausiliari
comani di Giovanni di Valacchia, che effettuano fulminee
scorrerie contro laccampamento dei latini. Questi reagiscono
con una carica a fondo. Applicando una tattica di finta fuga
tipica dei Reitervlker delle steppe, i Comani dapprima si
lasciano inseguire dalla cavalleria pesante francese per
fiaccarne la resistenza, poi fanno un repentino dietrofront e
contrattaccano energicamente. Disunite e sgranate, le schiere
crociate si trovano in grave difficolt e sono costrette a
ripiegare verso il campo, lasciando sul terreno numerosi
destrieri ( 355). I grandi baroni si riuniscono allora in
consiglio di guerra e danno disposizioni perch non si
abbocchi pi alle manovre di fuga simulata dei cavalleggeri di
Giovanni Kalojan ( 356). Quelli che si sono lanciati
allinseguimento dei Comani hanno agito molt folement,
hanno commesso una grant folie. Studiando le concezioni
del coraggio e della paura nella cultura cavalleresca,
Alessandro Barbero ha mostrato come il lemma folie serva
a designare, soprattutto nei testi dei memorialisti, unazione
militare avventata e controproducente. Nelle pagine delle
cronache, informate dalla concreta esperienza della guerra e
dal realistico pragmatismo dei professionisti delle armi, la
folie temeraria dei cavalieri pi impulsivi costantemente
censurata. Limperatore e gli altri capi dellarmata
raccomandano dunque di tenere le posizioni e di non
rispondere alle provocazioni degli incursori di Giovanni di
Valacchia. Sennonch, le precise disposizioni diramate dal
consiglio di guerra restano lettera morta. Il giorno seguente,
proprio uno dei grandi feudali a trasgredire gli ordini.
Incapace di frenarsi, il conte Luigi di Blois carica
impetuosamente i cavalleggeri comani, ritrovandosi ben
presto a mal partito e trascinando nella sua improvvida

36
iniziativa limperatore Baldovino e una parte consistente delle
forze crociate. linizio della famosa disfatta di Adrianopoli.

359. Et il orent bataille dautre gent que de chevaliers, qui ne
savoient mie assez darmes; si sescomencent a esfreer et
desconfire. Et li cuens Loeys, chi fu assemblez primiers, fu navrez
en .II. los mult durement; et li Conmain et li Blac les
conmencierent a envar; et li cuens ot est chas, et uns suens
chevaliers, qui ot nom Johans de Friaise, fu descenduz, si lo mist
sor son cheval. Assez fu de la gent le conte Loeys ki li distrent:
Sire, alez vos en, quar trop malement navrez estes en .II. leus; et
il li dist: Ne place Dam le Dieu que ja ms me soit reprov que je
fuie de camp et laise lempereor.

[359. E avevano delle schiere composte di gente che non erano
cavalieri, e non molto esperti nelle armi; e cominciarono a
spaventarsi e cedere. E il conte Luigi, che si era scontrato per
primo, fu ferito molto gravemente in due punti; e i Cumani e i
Valacchi cominciarono a sopraffarli; e il conte era caduto; e un suo
cavaliere, che aveva nome Giovanni di Friaize, scese a terra e lo
mise sul suo cavallo. Ve ne furono molti di quelli del conte Luigi
che gli dissero: Sire, andatevene, perch siete troppo gravemente
ferito in due punti; ed egli disse: Non piaccia al Signore Iddio
che mai mi sia rimproverato desser fuggito dal campo e davere
abbandonato limperatore.]

Questo paragrafo veloce e movimentato ci restituisce
alcune istantanee della mischia: lo sbandamento di una schiera
di sergenti inesperti, la caduta da cavallo di Luigi di Blois
gravemente ferito, la coraggiosa manovra di rescosse che vale
a Giovanni di Friaize una menzione speciale. Ma dopo che la
macchina da presa ha colto le fasi concitate dellazione, il
flusso narrativo si arresta in uno scambio di battute che non
stonerebbe in una lassa epica. Nella frase posta sulle labbra del
conte si concentrano i valori della fortitudo guerriera e della
fedelt ai doveri vassallatici, ma soprattutto il timore, tipico
della shame culture cavalleresca, di perdere per sempre il buon
nome, disonorando s e la propria stirpe. Luigi sceglie di

37
restare e di morire, perch di lui non si canti una canzone di
scherno. lideologia della Chanson de Roland: Or guart
chascuns que granz colps i empleit, / Male canun de nus
chantt ne seit! (vv. 1013-1014)
30
.
Mediante la nuda narrazione dei fatti, la cronaca indica
in Luigi di Blois uno dei principali responsabili della rotta di
Adrianopoli, ma ci che rimane nel ricordo del lettore sono le
sue ultime, memorabili parole. Cos, grazie alluso impressivo
del discorso diretto, Villehardouin pu rendere lonore delle
armi ad un grande feudale
31
. Portavoce del partito aristocratico,
il Maresciallo di Champagne non dimentica mai la solidariet
di classe e non perde occasione per celebrare il comportamento
eroico dei baroni francesi.


30
La chanson de Roland, dition critique par Cesare Segre, nouvelle dition
refondue, traduite de litalien par Madeleine Tyssens, glossaire tabli par
Bernard Guidot, Genve, Droz, 2003, p. 144.
31
Sulla figura di Luigi di Blois nella cronaca di Villehardouin, cfr.
Dufournet, Les crivains de la IV
e
croisade, cit., t. II, pp. 269-276.

38

FLORIN SFRENGEU

Istoriografie i arheologie: informaii din Gesta Hungarorum a
lui Anonymus privind ducatul lui Menumorut i cercetrile
arheologice de la Biharea


Pentru cunoaterea societii maghiare i a realitilor
zonei central i sud-est europene, istoriografia maghiar
dispune de cteva lucrri importante. n cadrul acestor izvoare
narative se reflect, dup cum remarca Ioan-Aurel Pop,
urmtoarele aspecte:

stadiul de evoluie social-politic i economic a ungurilor n
preajma stabilirii lor n Pannonia, structura etno-demografic a
Pannoniei la acea dat i ulterior, expediiile ntreprinse de unguri
n apusul, sudul i estul Europei, conflictele cu unele state i
formaiuni politice existente n zona pannonian i carpatic,
transformrile suferite de societatea ungar, de la nomadism la
sedentarizare i feudalizare, cretinarea ungurilor, colonizarea i
aezarea unor strini n Ungaria, formarea statului ungar,
succesiunea n cadrul dinastiei rpdienilor, cuceririle ntreprinse
de unguri n detrimentul statelor i popoarelor din jur etc.
1


Analizat critic pentru prima dat de ctre Hman Blint,
istoriografia maghiar din secolele XII-XV are la origine dou
arhetipuri de geste: Gesta Ungarorum i Gesta Hungarorum,
ambele pierdute
2
. Primul arhetip prezint evenimentele istoriei

1
Ioan-Aurel Pop, Romnii i maghiarii n secolele IX-XIV. Geneza statului
medieval n Transilvania, ediia a II-a, Cluj-Napoca, 2003, p.92.
2
St. Brezeanu, Romani i Blachi la Anonymus. Istorie i ideologie politic,
n Romanitatea oriental n Evul Mediu, Bucureti, 1999, p.138, unde sunt
amintite dou dintre studiile specialistului maghiar: B. Hman, A szent
Lszl-kori Gesta Ungarorum (Gesta Hungarorum din epoca lui Ladislau
cel Sfnt), Budapesta, 1925; Idem, La premire priode de l`historiographie

39
ungare de la nceputurile ei mitice pn n anul 1091. Autorul
necunoscut, probabil un cleric de cultur francez i italian, se
folosete de Cronica lui Regino, Annales Altahenses, tradiiile de
familie ale regilor rpdieni i cele ale nobilimii maghiare. Scris
la sfritul domniei lui Ladislau cel Sfnt (1077-1095), lucrarea a
fost folosit ca baz documentar de ctre Anonymus, Annales
Posonienses, Raportul lui Ricardus, Cronica lui Thomas de
Spalato i informaiile verbale ale lui Odo de Deuil. Al doilea
arhetip a fost scris la sfritul secolului al XIII-lea, n timpul
domniei lui Ladislau Cumanul (1272-1290), din el inspirndu-se
Simon de Kza pentru Cronica minor, precum i celelalte
cronici maghiare din secolele XIV-XV, dintre care amintim;
Chronicon pictum Vindobonense, Chronicon Posoniense,
Chronicon Dubnicense i Chronicon Budense
3
.
Opera Notarului Anonim, Gesta Hungarorum (Faptele
ungurilor) este considerat de majoritatea specialitilor o
important lucrare pentru desluirea unor evenimente i
realiti de la sfritul mileniului I i nceputul celui de-al II-lea
al erei cretine, nu numai referitoare la maghiarii nou venii n
Europa central ci i la celelalte populaii aflate n zon, care
au avut de suferit n urma aciunilor ntreprinse de acetia.
Magistrul zis P., notarul, presupus de unii istorici, fie a regelui
Bla al II-lea (1131-1141) sau Bla al III-lea (1172-1196),
supranumit astzi Anonymus, format, dup cum ne spune
printre alii i Stelian Brezeanu, n mediul parizian al secolului
al XII-lea, i ia ca model gestele romaneti aflate n vog n
societatea francez a vremii. El celebreaz faptele de arme ale
regilor i ale nobilimii maghiare, transformnd cucerirea
Pannoniei i campaniile de prad n Occident i Balcani n
episodul central al naraiunii sale
4
.

hongroise, n Revue des tudes Hongroises et Finno-ougriennes, III,
1925.
3
Brezeanu, Romani i Blachi, cit., p.138; Pop, Romnii i maghiarii, cit., p. 95.
4
Brezeanu, Romani i Blachi, cit., p. 138.

40
n capitolul I. Cine a fost Notarul Anonim?, al crii lui
Alexandru Madgearu, Romnii n opera Notarului Anonim, se
reia ntreaga problematic privind identitatea i vremea n care
a scris acesta, mult discutate de istorici. n concluzie, autorul
nclin spre datarea izvorului ntr-o perioad ulterioar lui Bla
al II-lea, naintea renaterii Bulgariei, foarte probabil n jurul
anului 1150, ns se precizeaz c nu pot fi eliminate i alte
ipoteze, deci nu poate fi o datare definitiv
5
.
Mai recent, Tudor Slgean reia discuia privind
posibila datarea a Gestei Hungarorum n perioada care a urmat
domniei lui Bla I (1060-1063) i a pregtirii lui Anonymus,
cel mai probabil n Italia deoarece o serie de indicii prezente n
textul lucrrii arat faptul c Anonymus cunotea cel mai bine
nordul Italiei. Ample referiri sunt fcute, cu ocazia descrierii
campaniilor ungurilor n Italia, la realitile politice, orae i
locuri precum: marca Lombardiei, Friuli, Padova, Vercelli,
Susa, Torino, cmpia Lombardiei
6
.
Opera s-a pstrat parial ntr-un singur manuscris de la
mijlocul secolului al XIII-lea, conservat azi la Biblioteca
Naional Maghiar, fiind publicat prima oar n 1746 de ctre J.
G. Schwandter i M. Bel, dar ea a fost semnalat pentru prima
oar n 1652, ntr-un catalog al Bibliotecii Imperiale din Viena
7
.
Lucrarea Notarului Anonim nu s-a pstrat integral, deoarece din
capitolul 15 reiese c naraiunea atingea i epoca lui Andrei I
(1046-1060), textul ncheindu-se cu domnia ducelui Gza, fcnd
referiri ns i la evenimente contemporane cu tefan I.
Opera are urmtoarea structur: capitolele 1-11 cuprind
descrierea patriei de origine a ungurilor, plecarea lor n Rutenia

5
Al. Madgearu, Romnii n opera Notarului Anonim, Cluj-Napoca, 2001,
p.19-25.
6
T. Slgean, ara lui Gelou: Contribuii la istoria Transilvaniei de Nord
n secolele IX-XI, Cluj-Napoca, 2006, p.16-18.
7
Brezeanu, Romani i Blachi, cit., p.137-138; Madgearu, Romnii n opera
Notarului, cit., p.19-20.

41
i luptele cu rutenii; capitolele 12-18 prezint cucerirea
teritoriului dintre Dunre i Tisa; capitolele 19-29 descriu
luptele cu ducele de Byhor, Menumorut i cucerirea rii lui
Gelou; capitolele 30-43 nfieaz luptele cu Salanus, cu
boemii i ducele Bulgariei; capitolele 44-45 descriu luptele cu
Glad i campania de la sud de Dunre; capitolele 46-50
prezint cucerirea teritoriului de la vest de Dunre (Pannonia);
capitolele 50-52 reluarea luptelor cu Menumorut; capitolele 52-
53 i 57 i prezint pe urmaii lui rpd pn la Gza;
capitolele 53-56 prezint campaniile din Occident.
Ducatul lui Menumorut, despre care Anonymus ne
vorbete n capitolele 19-22, 28, 50-52, era cuprins ntre Tisa,
Mure, Some i Carpaii Occidentali, avnd reedina la
Biharea. Analiznd relatrile din aceste capitole ale cronicii lui
Anonymus, I.-A. Pop arat c rzboiul contra ducatului
Crianei are trei etape:

- prima expediie militar, din direcia nord-est spre sud-est, duce
la atacarea teritoriului dintre rurile Er i Some, cu cetatea Stmar,
pn sub Munii Mese i pn la Zalu;
- a doua expediie este o continuare a primei, din direcia nord-est
spre nord-vest, de-a lungul rului Er, ncheiat cu nfrngerea cetei
ungurilor la Szeghalom;
- a treia, n care avangarda otii era format din secui, e orientat dinspre
sud spre nord-est i duce la cderea i jefuirea cetii Biharea
8
.

Pentru fiecare etap n parte sunt menionate luptele
dintre maghiari i populaia autohton. Dup spusele lui
Anonymus, ungurii au ntmpinat greuti n nfrngerea
rezistenei localnicilor, chiar dac acetia din urm au fost
cuprini de spaim i groaz
9
.
Anonymus n capitolul 51 ne relateaz asediul i
predarea cetii Byhor ungurilor i secuilor. Fortificaia a fost

8
Pop, Romnii i maghiarii, cit., p. 135.
9
Ibidem.

42
localizat n situl arheologic de pe teritoriul localitii actuale
Biharea, situat la 14 km nord de Oradea. Dup ce ungurii i
secuii traverseaz not rul Cri la Mons Cervinus (Muntele
Cerbului) i aeaz tabra la rul Tekereu, un afluent disprut
azi al Criului. Astfel c Menumorut temndu-se de dumanii
si nu a avut ndrzneala s vin naintea lor deoarece, dup
cum arat Anonymus:

auziser c ducele Arpad i ostaii si sunt mai puternici n rzboi
i c romanii au fost pui pe fug din Pannonia prin aceiai i c au
devastat inuturile carintienilor moravieni i c au ucis mai multe
mii de oameni n tiul sabiei lor. C au ocupat regatul Pannoniei i
c dumanii lor au fugit dinaintea feei lor. Atunci ducele
Menumorout, dup ce mulimea ostailor a fost prsit n castrul
Byhor, el nsui fugind cu soia i fata sa din faa acestora, au
nceput a locui n pdurea Ygfon. Usubuu i Veluc i ntreaga lor
otire au nceput s clreasc veseli mpotriva fortreei Byhor i
i-au aezat taberele lng fluviul Iouzas. Iar n a treia zi, dup ce
otirile au fost ornduite, au plecat la fortrea luptnd. i ostaii
adunai de jur mprejur din diferite naiuni au nceput s lupte
mpotriva lui Usubuu i a ostailor si. Syclii i ungurii omorser
muli oameni cu lovituri de sgei. Usubuu i Velec au ucis 125
ostai cu balistele. i s-au luptat ntre ei 12 zile i dintre ostaii lui
Usubuu i Velec au fost omori 20 unguri i 15 secui. Dar n a 13-
a zi, cnd ungurii i secuii umpluser anurile fortreei i veniser
s pun scri la perete, ostaii ducelui Menumorout, vznd curajul
ungurilor, au nceput s roage pe aceti doi principi ai armatei i,
dup ce fortreaa a fost deschis, au venit s se roage, cu
picioarele goale, naintea feei lui Usubuu i Velec. Crora Usubuu
i Velec, punndu-le paz, ei nii au intrat n fortreaa Byhor i
au gsit acolo multe bunuri ale acelor ostai. Cnd Menumorout
auzise aceasta prin soli scpai prin fug, s-a aruncat ntr-o mare
team. i a trimis solii si cu diferite daruri la Usubuu i Velec i i-
a rugat pe acetia s favorizeze ei nii pacea i s dea drumul
solilor proprii i s mearg la ducele Arpad, care soli s-i anune
acestuia c Menumorout, care la nceput a ncredinat ducelui
Arpad, prin solii si proprii, cu inima mndr bulgreasc, c
refuz s-i dea pmnt ct ncape ntr-un pumn, acum, prin aceiai
soli, nvins i distrus, nu se ndoiete s dea ntregul regat i pe
fiica sa lui Zulta, fiul lui Arpad. Atunci Usubuu i Velec au ludat

43
sfatul acestuia i au trimis soli, mpreun cu solii si, care s roage
pe stpnul su, ducele Arpad, pentru pace. Care, pe cnd intraser
n insula Sepel i salutaser pe ducele Arpad, a doua zi solii au
spus cele ncredinate de Menumorout. Dar, ducele Arpad, dup ce
a inut sfat cu nobilii si, a apreciat i a ludat cele ncredinate de
Menumorout i cnd auzise acum c fiica lui Menumorout este de
aceai etate ca i fiul su Zulta, n-a fost nevoit s amne cererea lui
Menumorout i a primit pe fiica sa ca soie a lui Zulta, mpreun cu
regatul pe care i l-a promis. i, dup ce a trimis soli la Usubuu i
Velec, le-a dat sarcina ca nunta s fie srbtorit, s primeasc pe
fiica lui Menumorout ca soie pentru Zulta i s duc cu sine pe fiii
locuitorilor dai ca ostateci i ducele Menumorout s-i dea
fortreaa Byhor
10
.

La Biharea spturile arheologice efectuate nc de la
nceputul secolului XX, continuate i n prezent, au artat c n
acest important sit arheologic a fost localizat fortificaia
principal din ducatul lui Menumorot, Byhor. Cetatea are i n
prezent o nfiare impuntoare, cu valuri de pmnt de
aproximativ 30 de metri grosime la baz i anuri pe trei laturi,
largi de aproape 20 de metri, de form dreptunghiular, cu
laturile de aproximativ 150 X 115 metri.
n anul 1900 au fost efectuate primele cercetri
arheologice de ctre P. Csepl, directorul Muzeului din
Oradea, i I. Karcsonyi, medievist, din nsrcinarea Societii
de arheologie i istorie din Bihor i Oradea, ncepnd cu luna
martie, timp de nou zile. Publicate n anul urmtor, rapoartele
asupra spturilor de la Biharea, semnate separat de fiecare
autor, ofer dou puncte de vedere deosebite
11
. Sub

10
Anonymus, Gesta Hungarorum, traducere i comentariu Paul Lazr
Tonciulescu, Bucureti, 1996, cap. 51.
11
S. Dumitracu, Biharea. Spturile arheologice din anii 1973-1980,
Oradea, 1994, p.35-43, unde sunt prezentate pe larg aceste cercetri, precum
i ncheierea la care ajunge autorul crii. Conform notelor 17 i 19 din
monografia de mai sus, rapoartele au vzut lumina tiparului n anul 1901: P.
Csepl, Rgszeti satsokrl a Bihari vrban, n Archrt, XXI, 1901,

44
supravegherea lui I. Karcsonyi, care era conductorul
spturilor, au fost secionate valurile de pmnt n patru
locuri, cte o seciune pe valurile de sud, est i vest, precum i
valul Cetii Fetelor. Raportul lui P. Csepl este ntocmit pe
baza datelor arheologice n confruntare cu izvoarele scrise,
avnd o viziune tiinific asupra problemelor studiate. Chiar
dac greete creznd c peste zid s-a ridicat valul, poate i
datorit faptului c nu a participat la spturi dect la nceput,
el a dovedit un mare curaj n prezentarea opiniilor sale
tiinifice, artnd i o bun pregtire istoric. Printre altele
consider c maghiarii vin n cetate cucerind ara de la un alt
popor, susinnd c cetile feudale regale maghiare de piatr
au fost ridicate numai dup invazia ttar din anul 1241. Cu
toate c a nregistrat cu mare atenie datele obinute din
spturile arheologice, I. Karcsony face puine observaii,
unele valabile i astzi: prima dat a fost ridicat valul de
pmnt, iar mai trziu a fost ncastrat zidul, acestea fiind
realizri a dou populaii, construite n intervalele de timp
diferite. Autorul raportului nu d nici o explicaie referitoare la
cetatea de pmnt. De altfel acesta nu a mai continuat
cercetrile din cetate
12
.
Dup ce n primvara anului 1902 a fost descoperit
ntmpltor un mormnt de clre pe dealul umuleu, din
apropierea fortificaiei de la Biharea, I. Karcsonyi continu
cercetarea descoperind nc apte morminte, aezate unul lng
altul. Mormintele conineau cranii de cal depuse la picioarele
defuncilor, un inventar cu dou tipuri de piese ale defunctului
(inele de bucl, brri, vrfuri de sgei, amnar, topor de lupt
i ntr-un caz o sabie) i ale calului su (piese de metal din
harnaamentul calului: zbale, buci de piele din a, scrie).

p.69-72; I. Karcsonyi, satsokrl a Bihari fldvrban, n Archrt,
XXI, 1901, p.72-74.
12
Dumitracu, Biharea, cit., p.35-43, unde se prezint pe larg cele dou
rapoarte.

45
Dup prerea lui I. Karcsonyi, mormintele, prin inventarul lor,
au fost datate n secolul al X-lea i aparin unei populaii de
clrei lupttori din perioada venirii maghiarilor
13
.
M. Roka efectueaz, ntre anii 1924-1925, cercetri
arheologice n locul Crmidrie, la aproximativ 400-500 m
sud de cetatea de pmnt, ns rezultatele nu au fost publicate
dect parial
14
. A spat o ntins necropol cu 506 morminte,
datate n secolele XI-XIV i doar cteva n secolele IV-V.
Inventarul mormintelor de inhumaie feudal-timpurii coninea
urmtoarele piese: vase, inele, inele de tmpl cu capul rsucit
n form de S, coliere din srm de bronz rsucite, brri,
pandantive, mrgele din past i sticl. Cimitirul i locuinele
descoperite nu au fost publicate, iar materialul arheologic nu a
fost nregistrat personal
15
.
n 1954 M. Rusu reia cercetrile de la Biharea, n
punctul Crmidrie, n continuarea zonei cercetate de M.
Roka. Cercetrile au fost de scurt durat i au avut un
caracter de salvare i verificare a vestigiilor, ns s-au soldat cu
rezultate remarcabile. Arheologul clujean scrie primul studiu
istorico-arheologic privind cetatea de la Biharea: Contribuii
arheologice la istoricul cetii Biharea. Nu face spturi n
cetatea de pmnt ns se ocup cu amplasarea i aspectul
cetii, cu datele topografice oferite de cercetarea de suprafa.
Studiind cu atenie rapoartele publicate n anul 1901 este de
prere c acestea sunt modeste i nu permit precizri privind

13
I. Karcsonyi, A bihari honfoglalskori lovassrokrl, n Archrt,
XXIII, 1903, p.405-412, apud Dumitracu, Biharea, cit., p.40-41.
14
Dumitracu, Biharea, cit., p.43-49; sunt artate preocuprile din aceast
perioad privind organizarea cercetrilor arheologice din Romnia cu
privire special la Criana, precum i cercetrile lui M. Roka din 1924-
1925, doar o parte a acestora fiind publicate: M. Roka, Recherches
prhistoriques pendant lanne 1924, n Dacia, I, 1924, p.297-316; Idem,
Rapport prliminaire sur les fouilles archologiques de lanne 1925, n
Dacia, II, 1925, p.400-416.
15
Dumitracu, Biharea, cit., p.48.

46
tehnica de construcie sau date referitoare la nceputul sau
sfritul cetii
16
.
Principalele rezultate la care a ajuns M. Rusu au fost
prezentate pe larg i n monografia arheologic Biharea
17
.
Amintim doar cteva din concluziile arheologului M. Rusu,
rezultate n urma studierii cimitirului descoperit de M. Roka:

a) Dac ungurii ar fi locuit timp de un secol la Biharea (de la
cucerirea cetii lui Menumorut pn au trecut la cretinism),
atunci cimitirul (cel de pe dealul umuleu atribuit maghiarilor n.
S.D.) trebuia s fie mult mai mare i mai ales ar fi cuprins un
inventar corespunztor cimitirelor din a doua jumtate a sec. X
gsite pe teritoriul R. Ungare.
b) Abia ncepnd cu sec. XI, cnd cetatea Biharea este pomenit n
documente i cnd ncepe de fapt cimitirul de tip Bjelo-Brdo la
Crmidrie (datat cu monede ntre Andrei I 1046/1061 i
Andrei III 1290/1301) se poate vorbi clar de o stpnire efectiv
a ungurilor asupra cetii.
18


Cercetrile arheologice din incinta cetii de la Biharea
din anii 1973-1976 au fost publicate pe larg n monografia
arheologic Biharea i au vizat zona central i sud-vestic a
incintei. n zona central au fost trasate dou mari seciuni S
I

(65 x 2,20 m) i S
II
(98 x 2,20 m), paralele pe direcia N-S, iar
ntre m 1-20, n captul nordic, nc 3 seciuni cu o deschidere
paralel spre vest, ce se constituie toate cinci ntr-o caset. n
aceast poriune au fost dezvelite 11 morminte, rmiele unei
construcii absidate alctuite din pietre de ru i ale unei alte

16
M. Rusu, Contribuii arheologice la istoricul cetii Biharea, n Anuarul
Institutului de Istorie din Cluj, III, 1960, p.7-22.
17
Dumitracu, Biharea, cit., p. 49-55; Studiul su, n care adun, pentru
prima dat, toate informaiile despre descoperirile arheologice de la
Biharea, adaug propriile sale cercetri i folosete pentru evul mediu de
nceput i izvoarele literare, se constitue ntr-o prim micro-monografie a
acestor importante cercetri. Concluziile desprinse din cercetrile sale, cu
mici elemente de nuan, rmn valabile i n prezent (p.49).
18
Ibidem, p.53.

47
construcii patrulatere cu resturi de perei de chirpic, piatr i
crmid. Stratigrafia seciunii S
I
pune n eviden trei mari
etape constnd din trei straturi de pmnt mai bine
individualizate i subliniate de vestigiile preistorice, dacice de
epoc roman i post-roman din prefeudalism i feudalismul
timpuriu, ilustrat prin urme de construcii ce foloseau piatr i
crmid
19
.
n seciunea a II-a interesant este faptul c spre sud,
ntre m 89-98, sub stratul de depuneri feudale timpurii apare un
strat gros de crbuni, de arsur de pe urma unui incendiu
puternic. Observaiile stratigrafice au permis afirmaia c
cetatea de pmnt a fost ridicat peste stratul hallstattian i, n
timpul sau imediat dup, a aprut nivelul cu arsur puternic
20
.
S-a considerat, pe baza materialului arheologic obinut
cimitirul de nhumaie cretin, construcia cu absid,
construcia patrulater de factur arhaic, toate n contextul
stratigrafic prezentat n monografie pe larg c se poate vorbi
de un nivel autohton, romnesc, cuprins n perioada secolelor
VII/VIII- IX/X e.n., nivel anterior celui marcat de materiale
feudale timpurii cu cazane de lut i construcii cu ziduri de
crmid
21
.
n zona sud-vestic a incintei Cetii de pmnt,
cercetrile arheologice s-au desfurat n 1975 i 1976,
trasndu-se o seciune de 25 x 2 m pe direcia est-vest, seciune
dezvoltat spre sud ntre m 10-24 cu nc 18,50 m, rezultnd o
caset de 14 x 18,50 m. S-a constatat existena a dou nivele de
locuire feudal timpurie: un nivel subliniat de o lentil de
pmnt galben n care nu apar cazane de lut i un nivel dat de o
locuin feudal timpurie, construit din lemn cu lipitur de lut,
lung de 20 m, lat de 10 m, cu vestigii arheologice ce cuprind
numeroase fragmente ceramice cu cazane de lut, un pinten de

19
Ibidem, p.63.
20
Ibidem, p.64-65.
21
Ibidem, p.70.

48
fier cu spinul romboidal i o moned de la Bla al III-lea
(1172-1190). Nu s-au gsit vestigii mai noi de mijlocul
secolului XIII
22
.
Cercetrile arheologice din anii 1998-2000 au vizat
Zona vestic a cetii de pmnt. n anul 1998 fost trasat o
seciune de control SI de 25 x 1 m pe direcia nord-sud,
paralel cu valul vestic, perpendicular pe seciunea din zona
de sud-vest din anul 1975, n 1999, SII de 1,50 x 18 m, la
distana de 1 m spre valul de pmnt vestic al cetii, i n
2000, SIII de 2 x 20 m, paralel cu SII, la 0,5 m distan spre
val. Stratigrafia pune n eviden trei niveluri de depuneri
arheologice: a) nivelul cu ceramic feudal timpurie cu cazane
de lut; b) nivelul de depuneri feudale timpurii ceva mai vechi,
fr cazane de lut, ntre care se remarc fragmente ceramice
smluite maro i verde-oliv. Aceste dou niveluri sunt separate
de un strat de arsur cu crmizi de lut ars. Sub cele dou
niveluri care formeaz stratul feudal timpuriu se remarc un
strat de pmnt argilos, cu pietre, fr vestigii arheologice,
indicnd o depunere de argil scurs din valul cetii, dup
ridicarea acestuia. Sub stratul steril se afl stratul gros de
pmnt negru, cu vestigii hallstattiene i de epoc roman.
Cercetrile arheologice din anii 1998-2000 confirm
constatrile i concluziile anterioare, ntrindu-le n ceea ce
privete momentul n care a fost construit cetatea de pmnt.
Acest moment poate fi plasat n rstimpul dintre locuirea de
epoc roman i locuirea feudal timpurie din nivelul mai
vechi. Totodat s-a constatat o separare a celor dou niveluri
feudal timpurii, prin depunerea de arsur i crmizi de lut ars,
iar pe alocuri chiar de existena a dou subniveluri n cadrul
nivelului feudal timpuriu inferior (mai vechi)
23
.

22
Ibidem, p.71. Pentru localizarea exact a cercetrilor arheologice a se
vedea fig. 5. Cetatea de pmnt (planul), p.272- 273.
23
S. Dumitracu, Fl. Sfrengeu, Mihaela Goman, Spturile arheologice din
vara anului 1998 la Biharea-Cetatea de pmnt, n Criana Antiqua et

49
n anii urmtori, 2001-2004, spturile arheologice au
fost continuate n incinta cetii de pmnt, n partea de sud.
Stratigrafia seciunii spate n 2001 a pus n eviden existena
a dou niveluri de depuneri arheologice, separate de un strat de
lut galben (scurs din val), cu urme de arsur, pietre rulate i
cteva fragmente de oase de animal. Primul nivel, aflat sub
stratul vegetal, conine fragmente ceramice din epoca medieval
timpurie, cu numeroase buze de cazane de lut, oase de animale,
bolovani de ru i pietre calcaroase. n acest nivel apar dou
platforme din pietre de ru i urmele unei construcii din piatr
cu bolovani de ru i blocuri de piatr tiat din gresie. n cel
de-al doilea nivel, situat sub stratul de lut, apar fragmente
ceramice medieval timpurii ceva mai vechi, fr cazane de
lut
24
.
n 2002 s-a trecut la dezvelirea construciilor aprute n
seciunea I din 2001 prin trasarea a trei casete i dezvelirea din
nou a unei poriuni din seciune. Construcia din piatr, fr
instalaie de nclzire, dispus pe direcia est-vest, avnd
dimensiunile de 4,80 x 4,15 m, apare sub forma unei podine
din gresie i pietre de ru. A fost descoperit i un fragment de
colonet romanic, spart n dou, aparinnd eventual
construciei sau turnului care s-a drmat. A fost dezvelit baza
unui turn din pietre de ru i gresie, zidul avnd limea de 0,52

Mediaevalia, I, Oradea, 2000, p.63-73;

S. Dumitracu, Fl. Sfrengeu,
Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n Cronica cercetrilor arheologice din
Romnia (n continuare CCAR), campania 1999, Deva, 2000; Idem,
Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2000, Suceava,
2001; Fl. Sfrengeu, Un pinten din evul mediu timpuriu descoperit la
Biharea, n Analele Universitii din Oradea (n continuare AUO), X,
2000, p.36-37; Idem, Fragmente de cazane de lut descoperite la Biharea
(1998-2000), n AUO, XI, 2001, p.16-27; Idem, Cercetrile arheologice
de la Biharea. Cetatea de pmnt (zona de vest) din anii 1999-2000, n
AUO, XII, 2002, p.19-23.
24
S. Dumitracu, Fl. Sfrengeu, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR,
campania 2001, Buzia, 2002.

50
m. n apropiere au ieit la iveal crmizi feudale timpurii cu
mortar, n poziie secundar, fie czute din coronamentul
cetii, fie de la turn. n partea de sud a casetei I, spre val au
aprut urmele unui zid, la adncimea de 0,62 m. La 1,5 m
adncime a fost surprins o locuin hallsttatian de 3,80 x 1,90
m, orientat est-vest, pn la 2,25 m adncime i care intr sub
val. Aceast locuin a fost tiat de o alta, datnd probabil
din perioada secolelor VIII-X, i care ptrunde pn la
adncimea de 2,60 m. Aici s-au descoperit cteva fragmente
ceramice din secolele VIII-X i numeroase oase de animale
25
.
n anul urmtor s-a dezvelit o locuin cu vatr de foc,
care se adncete la 1,00-1,15 m, iar pe laturile de est i vest
apar dou gropi de stlpi de susinere. A mai fost descoperit i
o construcie din piatr (gresie i calcar cioplite) i crmid cu
mortar, cu o absid spre est. Stratul de cultur cu construcii de
piatr se pare c a bulversat nivelul cu cazane de lut i pinteni
cu spin. S-au descoperit numeroase oase de animale, cteva
fragmente ceramice, precum i diferite piese din metal
caracteristice secolelor XI-XIII
26
.
Cercetrile arheologice din 2004 au vizat dezvelirea
construciei din piatr i crmid cu mortar, semnalat cu
ocazia cercetrilor din anul precedent, care se presupune a fi
fundaia unei biserici. Zidul sudic dezvelit, paralel cu valul de
pmnt al cetii, are lungimea de 7,90 m, limea de 0,65 m
fiind la 0,60 m adncime fa de nivelul actual de clcare.
Fundaia este constituit din pietre de ru i gresie iar
crmizile dezvelite, unele n poziie iniial, iar altele n
poziie secundar, au urme de mortar. Descoperirea separat a
mortarului ne indic faptul c zidul construciei a fost lucrat din

25
Idem, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2002,
Covasna, 2003.
26
Idem, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2003, Cluj
Napoca, 2004; Fl. Sfrengeu, Spturile arheologice din anii 2001-2002 de la
Biharea Cetatea de pmnt (zona de sud), n AUO, XIV, 2004, p.11-18.

51
crmid cu mortar, ulterior fiind distrus i colmatat de
pmntul scurs de pe val. La captul vestic al zidului apare o
fundaie superficial din gresie care se adncete pn la 0,80
m, de form patrulater, cu dimensiunile de 2 x 1,80 m, cu o
decroare de 0,15 m, probabil intrarea n biseric sau chiar
fundaia unei clopotnie. La captul estic, zidul se decroeaz
spre nord cu 0,80 m, de unde se deschide spre est o absid cu
semidiametrul de 2,52 m, din care s-a pstrat parial fundaia,
la 0,42 m adncime, constituit din pietre de ru, cteva gresii
i doar trei crmizi, fiind puternic distrus de interveniile
ulterioare. n partea de nord, absida nu a putut fi urmrit pn
la zidul de nord, care a lsat urme puine, n special pietre de
ru din fundaie. Nivelul bisericii, aflat la 0,40-0,50 m
adncime, se suprapune peste nivelul de locuire n care apar
fragmentele de cazane de lut. n interiorul bisericii, n zona
unde au fost descoperite urmele a patru stlpi ce separ absida
de nava bisericii (posibil s fi fost o balustrad sau un
iconostas), s-a descoperit o aplic de bronz aurit. n exteriorul
absidei, n partea de nord s-au descoperit, la 0,40-0,50 m
adncime, mai multe piese din fier: un fragment de fierstru,
un vrf de sfredel i o pies ce provine de la harnaament. n
exteriorul aceleai abside, spre sud, s-a descoperit un vrf de
sgeat, iar la mbinarea zidului sudic cu absida, deasupra
pietrelor din fundaie, la 0,52 m adncime, s-a descoperit un
fragment de pinten din fier
27
.
Sub colul nord-estic al bisericii, la adncimea de 1,05
m, n partea de nord, i 1,25 m, n partea de sud, fa de nivelul
actual de clcare, a fost descoperit o locuin cu dimensiunile
de 4,55 x 3 m, orientat nord-sud. n colul de nord-vest al
locuinei a fost dezvelit un cuptor de 1,30 x 1,20 m, de la
adncimea de 1,02 m pn la 1,40 m. Cuptorul din lut coninea:
un strat de cenu gros de aproximativ 0,20 m, pietre, cteva

27
Fl. Sfrengeu, Nord-vestul Romniei n secolele VIII-XII, tez de doctorat,
manuscris, Oradea, 2007, p.207-211, repertoriul descoperirilor 24. a.4.

52
fragmente ceramice, lut ars i un vrf de fier. n centrul
locuinei, la 1,10 m adncime, s-a gsit i o vatr de lut
bttorit cu diametrul de 0,6 m. Ceramica din locuin este
lucrat la roat, din past degresat cu nisip, ornamentat cu
striuri, benzi de linii simple i n val, ncadrat n perioada
secolelor VIII-IX. Sub locuin apare direct argila galben fr
urme de cultur material.
n urma acestor cercetri s-au conturat trei niveluri de
depuneri medieval timpurii:
I - nivel al locuinei datate n secolele VIII-IX;
II - nivel al descoperirilor cu fragmente de cazane de lut
i pinteni de fier;
III - nivel al construciei din piatr i crmid cu
absid, considerat a fi o biseric
28
.
Referindu-se la vestigiile descoperite la Biharea,
arheologul S. Dumitracu ajungea la urmtoarea concluzie:

Aceste vestigii dezvluiau existena unei continuiti de civilizaie,
care nu avea neacoperire material nici n sincope de 10-25 de ani, i
care contura nu un sat obinuit, ci un adevrat trg, din care i pentru
care s-a ridicat cetatea voievodal de pmnt, tipic n tot centrul i
vestul Europei, ntre monumentele de aprare ale locuitorilor din
aceste teritorii europene mpotriva ptrunderii maghiare (cfr. Mechtild
Schulze, Das ungarische Kriegergrab von Aspres-ls-Corps.
Untersuchungen zu den Ungarneinfallen nach Mittel-West-und
Sdeuropa (899-955 n. Chr.), n Jahrbuch des Rmisch-
Germanischen Zentralmuseums Mainz, 31, 1984, p.473-517).
29


Concluzie pe care i azi o considerm valabil, noile
descoperiri arheologice ntrind-o, iar castrum Byhor din opera
lui Anonymus nu poate fi dect impuntoarea cetate cu valuri
de pmnt de la Biharea.

28
Ibidem.
29
Dumitracu, Biharea, cit., p.8-9.

53

DAN OCTAVIAN CEPRAGA

Storia, retorica e linguaggio del patriottismo: la battaglia di
Clugreni in Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul di
Nicolae Blcescu


Der Historismus begngt sich damit, einen Kausalnexus von
verschiedenen Momenten der Geschichte zu etablieren.
Aber kein Tatbestand ist als Ursache eben darum bereits ein
historischer. Er ward das, posthum, durch
Begebenheiten, die durch Jahrtausende von ihm
getrennt sein mgen. Der Historiker, der davon ausgeht,
hrt auf, sich die Abfolge von Begebenheiten durch die
Finger laufen zu lassen wie einen Rosenkranz. Er erfat
die Konstellation, in die seine eigene Epoche mit einer
ganz bestimmten frheren getreten ist. Er begrndet so
einen Begriff der Gegenwart als der >Jetztzeit<, in
welcher Splitter der messianischen eingesprengt sind.
[Walter Benjamin, ber den Begriff der Geschichte]
1


Cine oare nu trece n revist cu plcere seria de fraze
enuniative, rnduite ca uniti pe un cmp de btaie...
[Ion Negoiescu, Nicolae Blcescu in Istoria
literaturii romne]

1. Nicolae Blcescu figlio di una vera e propria et
delleloquenza, la prima e, forse, lunica che abbia veramente

1
Lo storicismo si accontenta di stabilire un nesso causale fra momenti diversi della
storia. Ma nessuno stato di fatto , in qualit di causa, gi perci storico. Lo
diventato, postumamente, attraverso circostanze che possono essere distanti migliaia
di anni da esso. Lo storico che muove da qui cessa di lasciarsi scorrere tra le dita la
successione delle circostanze come un rosario. Egli afferra la costellazione in cui la
sua epoca venuta a incontrarsi con una ben determinata epoca anteriore. Fonda
cos un concetto di presente come quell'adesso, nel quale sono disseminate e incluse
schegge del tempo messianico. Cfr. Walter Benjamin, Sul concetto di storia, a cura
di G. Bonola e M. Ranchetti, Einaudi, Torino, 1997, p. 57.

54
interessato lintera res litteraria romena. Allinterno della sua
generazione intellettuale, che quella dei grandi patrioti
europei del 1848, si formano e si consolidano, per la prima
volta nella tradizione romena, gli strumenti linguistici e
concettuali di unarte oratoria, che si applicava in pari grado al
discorso letterario e al discorso propriamente politico e civile.
Leloquenza romena nasce, pi precisamente, sulla scia dei
tumultuosi processi di occidentalizzazione e modernizzazione
che avevano investito, con particolare intensit, la cultura e la
societ romene nella prima met del XIX secolo: unesigenza
moderna, che si sviluppa allinterno di uno spazio letterario,
che stava recuperando e accogliendo nuovi generi e modalit
discorsive di provenienza occidentale, e di uno spazio
pubblico, che offriva ad una giovane lite intellettuale la
possibilit dellazione civile e dellaffermazione politica. La
retorica diventa, in questo modo, non solo il banco di prova
della letteratura, in tutti i suoi generi moderni, dalla lirica
amorosa di stampo petrarchista, alla poesia patriottica, fino al
saggio storiografico militante, ma anche la dimensione
imprescindibile, consustanziale staremmo per dire, del nuovo
discorso politico di rivendicazione della libert e dellunit
nazionale.
La grande lezione della storiografia romantica,
soprattutto di scuola francese, con il suo esempio
impareggiabile di compenetrazione organica tra storia e
retorica, aveva segnato a fondo la formazione di tutti gli
scrittori e intellettuali romeni appartenenti alla generazione dei
moti rivoluzionari del 1848.
2
Il contatto con la prestigiosa

2
Sul quadro generale si pu vedere lottima sistemazione critica di Paul
Cornea, Originile romantismului romnesc, Editura pentru literatur,
Bucureti, 1962, in particolare il terzo libro, pp. 359-526. Sugli influssi
francesi nel romanticismo romeno si veda, sempre di Cornea, Le
romantisme roumain et le romantisme franais, in Cahiers roumains
dtudes littraires n. 3, 1974, pp. 34-42. Sono molto interessanti anche le
considerazioni di Ioana Bot, Histoires littraires. Littrature et idologie

55
tradizione delleloquenza e delloratoria civica francese aveva
dato i suoi frutti migliori proprio allinterno del genere
storiografico, di cui lesempio pi celebre e fortunato la
monografia militante dedicata a Mihai Viteazul, principe della
Valacchia nellultimo scorcio del XVI secolo, nella cui figura
lo storico e patriota Blcescu aveva voluto vedere il primo eroe
dellidea di unit nazionale.
Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul il capolavoro
della storiografia romantica romena, nonch un imperituro
best-seller del patriottismo nazionale, esposto a incessanti ri-
usi ideologici e identitari. Non solo: anche uno degli esempi
pi riusciti e artisticamente compiuti della prosa romena
ottocentesca, forse il frutto pi originale e convincente della
stagione letteraria paoptist.
Scritta in gran parte negli anni dellesilio di Blcescu, dopo
il fallimento della rivoluzione in Valacchia, la storia di Mihai-
Voievod Viteazul la continuazione ideale dello spirito e delle idee
del Quarantotto romeno. un libro trepidante e complesso, situato
esplicitamente allincrocio di molteplici esigenze, nel punto esatto
in cui le strategie retoriche del patriottismo e la messa a punto di
una nuova lingua letteraria, la scrittura della storia e la prassi
politica rivoluzionaria si incontrano e si condizionano
reciprocamente. Da un punto di vista strettamente storiografico,
una delle punte pi avanzate della sua epoca, rappresentando,
almeno in ambito romeno, un vero salto di qualit rispetto alla
prassi corrente per quanto riguarda lampio sforzo di
documentazione, il rigore del metodo, la discussione critica delle
fonti. Allo stesso tempo, unoperazione imponente di riscrittura
mitica del passato nazionale, trasfigurato in valore simbolico nelle
forme eroiche dellepos. Da questo punto di vista, un libro
completamente rivolto al presente, in cui le vicende storiche si
riflettono di continuo sullattualit, trovando in essa il loro

dans lhistoire de la littrature roumaine, Institut Culturel Roumain, Cluj-
Napoca, 2003, in particolare alle pp. 27-67.

56
compimento e significato pi profondo. Lintera narrazione pu
essere considerata, in tale prospettiva, un unico grande exemplum,
che, con la forza modellizzante del passato, doveva persuadere
allazione collettiva e prefigurare la gioia avvenire in cui le istanze
di unit, indipendenza e riforma sociale si sarebbero avverate.
La fervida eloquenza patriottica e la spiccata
componente messianica dellopera hanno giocato un ruolo
decisivo nella sua ricezione, favorendo, in particolare, lorgia
di manipolazione ideologica alla quale sono stati sottoposti gli
scritti e la figura di Blcescu negli anni del regime comunista.
Non senza iniziali tentennamenti e contraddizioni, dovuti al
perdurare di clichs storiografici internazionalisti, il nuovo
potere politico comunista fin, infatti, con lappropriarsi
completamente della rivoluzione liberale e democratica del
1848. Al contempo, gli storici ufficiali e gli ideologi di partito
avevano cercato di fare di Blcescu un eroe marxista,
travisando sistematicamente i contenuti romantici e patriottici
della sua opera per metterli al servizio della propaganda e della
dottrina nazional-comunista. Blcescu divenuto, in questo
modo, una vera e propria icona del regime. Parimenti, la figura
di Mihai Viteazul, in virt della trasfigurazione compiuta
dallopera di Blcescu, entrata a far parte del pantheon del
nazionalismo autoctono, attestandosi come uno dei miti storici
pi persistenti e pervasivi del comunismo romeno.
3
Non

3
Cfr. Adrian Drguanu, Nicolae Blcescu n propaganda comunist, in
Miturile comunismului romnesc, sub direcia lui L. Boia, Nemira,
Bucureti, 1998, pp. 98-132; Mircea Anghelescu, Blcescu, revoluia de la
1848 i miturile istorice ale comunismului romnesc, in Romnia literar
n. 4, 1998, pp.12-14; a proposito della decostruzione dei miti nazionali
romeni, compresa la figura di Mihai Viteazul, ha suscitato unampia ondata
di discussioni e polemiche il controverso volume di Lucian Boia, Istorie i
mit in constiina romneasc, Humanitas, Bucureti, 1997. Sullintera
questione, ha fatto il punto, discutendo con grande equilibrio il libro di
Boia, Ioan-Aurel Pop, Istoria, adevrul i miturile (Note de lectur),
Editura Enciclopedic, Bucureti, 2002.

57
stupisce, dunque, che la critica romena abbia insistito a lungo
sul ruolo identitario ed educativo che Romnii supt Mihai-
Voievod Viteazul ha giocato nella formazione della coscienza
nazionale, mettendo in secondo piano il valore letterario del
testo ed esitando ad assegnare alle sue indiscutibili virt
stilistiche ed espressive il posto che meritano nello sviluppo
della moderna prosa darte romena.
4
Come ha giustamente
osservato Mircea Anghelescu, resta aperto un problema
storico-critico, dato dal fatto che

valoarea literar a scrierilor lui Blcescu n-a fost discutat
niciodat n ansamblu, i cu att mai puin n perspectiva devenirii
prozei literare romneti. <...> Dac filosofia sa, ca s nu mai
vorbim de concepia istoriografic, au fost ndeaproape i n
repetate cazuri studiate, suportul literar al operei sale a fost rareori
i numai parial discutat, iar surprinztoarea intuiie de acum un
secol a lui Aron Densusianu - care afirma n 1894: calitile de a
deveni cel mai bun prozator n aceast epoc le posed Blcescu -
a rmas fr urmri.
5


Per valutare correttamente la dimensione letteraria
dellopera di Blcescu, indispensabile, a nostro parere,
riprendere in mano la questione della retorica, soppesando con
attenzione la presenza e la funzione delle strategie persuasive
allinterno della scrittura storiografica.

4
interessante notare che anche George Clinescu operi un netto
ridimensionamento estetico dellopera maggiore di Blcescu, in favore delle
sue prevalenti virt civili. Nella sua monumentale Storia della letteratura
romena (pubblicata nel 1941!) parla infatti di Romnii supt Mihai-Voievod
Viteazul come di o frumoas demonstraie care i gsete raiunea n
urmrile ei, o carte nalt educativ, dar o oper literar nvechit chiar la
data trzie cnd apruse (si cita da George Clinescu, Istoria literaturii
romne de la origini pn n prezent, ediia a II-a revzut i adugit,
Editura Minerva, Bucureti, 1982, p. 191).
5
Cfr. Mircea Anghelescu, Nicolae Blcescu i romanul istoric romnesc, in Id.,
Clasicii notri, Editura Eminescu, Bucureti, 1996, pp. 53-67: 58-59, 61

58
Gi Tudor Vianu, in una serie fondamentale di
interventi dedicati alla lingua e allo stile di Blcescu,
6
aveva
cercato di mostrare quali fossero le poste in gioco letterarie
delle sue opere storiche, mettendone in risalto la sapienti
tecniche narrative, la forza oratoria e il gusto vivissimo per la
lingua, che con il suo impasto di vecchio e di nuovo
rappresenta una delle sintesi pi efficaci e sicure di s (come
diceva Negoiescu) fra tutte quelle sperimentate allepoca.
7

Vianu ha indicato, inoltre, con chiarezza un punto che, anche
secondo noi, di fondamentale importanza: il riconoscimento,
cio, della natura eminentemente retorica della prosa di
Blcescu, una retorica nobile e perfettamente dominata, ricca di
patetismo e colore, che pervade ogni aspetto della sua opera.
Per sgombrare il campo da equivoci, intendiamo retorica nel
suo senso pi specifico e tecnico, di arte del discorso
persuasivo, ovvero, secondo la definizione proposta da Thomas
Cole, la manipolazione cosciente che un parlante o uno
scrivente fa del proprio mezzo di comunicazione, con lo scopo
di assicurare al suo messaggio una ricezione il pi possibile
favorevole da parte del particolare pubblico al quale si
rivolge.
8
In altri termini, la persuasione, intesa come
dispiegamento cosciente di tecniche argomentative,
rappresenta, a nostro avviso, il motore segreto della prosa di
Blcescu, la componente che domina e tiene insieme tutte le
altre. Per questo motivo, lanalisi delle sue qualit letterarie

6
Ci riferiamo a Tehnica basoreliefului n proza lui N. Blcescu (1940), al
capitolo specifico di Arta prozatorilor romni (1941) e a Nicolae Blcescu,
artist al cuvntului (1953 e pi volte ristampato), ora tutti raccolti in Tudor
Vianu, Opere, 5. Studii de stilistic, antologie, note i postfa de S.
Alexandrescu, text stabilit de C. Botez, Minerva, Bucureti, 1975,
rispettivamente alle pp. 333-38, 20-27, 339-58.
7
Cfr. Ion Negoiescu, Istoria literaturii romne (1880-1945), Editura
Dacia, Cluj-Napoca, 2002, p. 56.
8
Thomas Cole, The Origins of Rhetoric in Ancient Greece, The Johns
Hopkins University Press, Baltimore - London, 1991, p. IX.

59
non potr prescindere da una attenta ricognizione delle
strategie argomentative messe in atto e dallaccertamento della
funzione persuasiva dei vari procedimenti di stile.
9

I brevi sondaggi retorici, che qui presentiamo, sono
condotti su uno degli episodi pi famosi di Romnii supt
Mihai-Voievod Viteazul, quello della battaglia di Clugreni, e
hanno lintento di saggiarne le modalit argomentative,
verificando, appunto, la presenza e la solidit dellimpianto
persuasivo.

2. Al centro del secondo libro di Romnii supt Mihai-
Voievod Viteazul si trova il racconto dettagliato dello scontro
tra lesercito cristiano di Mihai e le truppe ottomane di Sinan-
Pasci, avvenuto nellagosto del 1595 presso Vadul
Clugrenilor, un passo impervio sulla strada che porta da
Giurgiu, sul Danubio, a Bucureti. Bench Blcescu lo ritenga
un evento centrale e decisivo, attualmente, gli studiosi sono
inclini a ridimensionare limportanza della battaglia di
Clugreni, considerandola una tappa non risolutiva allinterno
di una campagna militare complessa, che gli Ottomani avevano
condotto, con alterna fortuna, contro ara romneasc tra
lagosto e il settembre del 1595.
Per Blcescu, tuttavia, il successo ottenuto da Mihai
nelle paludi di Clugreni assume dimensioni grandiose ed
epocali, la pagina pi gloriosa negli annali dei romeni, alla
quale viene affidato un ruolo di primissimo piano allinterno

9
Come sostiene Lorenzo Renzi, Stilistica e retorica, in Romania
Occidentalis - Romania Orientalis. Festschrift fr Ion Talo, herausg. von
A. Branda, I. Cuceu, Editura Mega, Cluj-Napoca, 2009, pp. 577-86,
necessario distinguere chiaramente i due campi contigui e, per alcuni aspetti
comunicanti, della retorica e della stilistica. In particolare, si dovr tenere
presente che la vera e propria figura retorica, distinta dalla figura di stile,
quella che, come giustamente scrive Perelman, collabora
allargomentazione (ibid., p. 578). A questa distinzione di fondo ispirata
anche la nostra analisi.

60
del grande dramma storico nazionale, che andava costruendo.
Lepisodio presentava, in effetti, gi allinterno delle fonti
utilizzate da Blcescu, alcune caratteristiche che lo rendevano
ideale come banco di prova per la ricostruzione eroica e
visionaria del passato comunitario dei romeni. Le circostanze
che si prestavano ad un ri-uso argomentativo ed esemplare
sono riepilogate con lucidit da Blcescu stesso alla fine del
gruppo di capitoli dedicati alla battaglia (capp. XIII-XVII del
secondo libro), nel momento di concitata emozione della
perorazione conclusiva, impostata secondo lo schema classico
della recapitulatio, in cui vengono ripetute e accumulate in
brevi formulazioni le prove valide dellargomentazione.
10

Innanzi tutto, a Clugreni le forze in campo erano
nettamente sbilanciate a favore degli Ottomani, con una
sproporzione tra i due eserciti, che metteva in risalto leroismo
dei romeni di fronte ad un nemico numericamente sovrastante.
Blcescu nel suo riepilogo finale scrive: De zece ori mai puin
numeroi dect dumanii, ei ctigar asupr-le o biruin
strlucit... (p. 105),
11
riprendendo affermazioni simili
sparse con ben studiata frequenza lungo tutto lepisodio. Un
altro elemento che corroborava il valore del successo riportato
dai romeni era la presenza, alla testa dellesercito ottomano, di
un comandante temuto e di grande esperienza, con la fama di
essere imbattibile (...i avur gloria d-a nvinge un general
pn-atunci nc nenvins., p. 105). Vi era inoltre una
circostanza che poteva rappresentare una prova decisiva a
favore della tesi centrale dellintero libro, lesigenza, cio,

10
Per il sistema della retorica classica si fa riferimento al fondamentale
Heinrich Lausberg, Handbuch der literarischen Rhetorik: eine
Grundlegung der Literaturwissenschaft, Max Hueber, Mnchen, 1960 e
alledizione italiana della versione ridotta: Id., Elementi di retorica, Il
Mulino, Bologna, 1969.
11
Tutte le citazioni sono tratte da Nicolae Blcescu, Romnii supt Mihai-
Voievod Viteazul, ediie ngrijit de Andrei Rusu, Minerva, Bucureti, 1970,
a cui si rimanda con il numero di pagina.

61
dellunit di tutti i romeni e limportanza della formazione di
uno stato nazionale che riunisse le tre regioni storiche della
Romania. A Clugreni, infatti, lesercito di Mihai era formato
oltre che da valacchi, anche da un contingente di moldavi,
nonch da truppe inviate dal principe di Transilvania
Sigismondo Bathory. Munteni, moldoveni i ardeleni, soldai
i cpetenii se luptar toi ca nite eroi, nota brevemente nella
sua conclusione Blcescu, a suggellare un tema che rimane
costantemente sullo sfondo di tutta la narrazione. Limboscata
di Clugreni era, infine, un ottimo esempio di arte militare,
una vittoria ottenuta grazie allapplicazione di una raffinata e
disinvolta tattica bellica. Il tema riguardava una delle
preoccupazioni principali di Blcescu, che aveva dedicato,
come si sa, il suo primo lavoro monografico proprio alla storia
del potere armato e dellarte militare della Valacchia, dalle
origini fino allepoca odierna. Limportanza di una forza
armata ben organizzata ai fini della creazione e dellauto-
determinazione dello stato nazionale era sempre stata una delle
tesi di fondo del pensiero politico di Blcescu, che aveva
ovviamente ricadute dirette sulla sua attivit rivoluzionaria nel
presente. Tale tesi trovava nellepisodio di Clugreni, che era,
nellottica di Blcescu, una vittoria di tutti i romeni conseguita
grazie alle scelte tattiche di un comandante ingegnoso e
audace, non solo una giustificazione lampante, ma anche
unillustrazione esemplare che poteva funzionare quale
incitamento allazione collettiva nellimmediato futuro.
Molte delle circostanze che riguardano la battaglia di
Clugreni hanno, dunque, per Blcescu, un interesse non solo
storico, ma anche, e soprattutto retorico. Costituiscono, cio,
altrettante argomentazioni che possono persuadere il lettore
della bont e dellopportunit di alcune tesi forti presenti
allinterno della narrazione storiografica. Per ottenere questo
risultato, Blcescu inserisce i dati storici, ricostruiti, lo
ripetiamo, con scrupolo documentario, allinterno di una

62
perfetta macchina persuasiva, in cui mette a frutto non solo la
lezione della storiografia romantica occidentale, ma anche il
proprio talento di scrittore, la forza e loriginalit della propria
eloquenza. Il risultato, come tenteremo di mostrare, un
intreccio organico e potente di storia e retorica, un abile
congegno letterario in cui le due dimensioni si integrano e si
sorreggono a vicenda.

3. Il capitolo XIII del secondo libro di Romnii supt
Mihai-Voievod Viteazul si apre con una descrizione dettagliata
dellimpervio passo di Clugreni, della sua posizione
geografica e delle sue caratteristiche fisiche. Si tratta
dellincipit di un vero e proprio prologo, che precede la
narrazione dei fatti storici:

Drumul care merge de la Giurgiu spre Bucureti trece printr-o
cmpie eas i deschis, afar numai dintr-un loc, dou potii
departe de aceast capital, unde el se afl strns i nchis ntre
nite dealuri pduroase. ntre aceste dealuri este o vale larg
numai de un ptrar de mil, acoperit de crng, pe care grla
Neajlovul ce o neac i praiele ce se scurg din dealuri o prefac
ntr-o balt plin de nmol i mocirl. Drumul acolo trece n
lungul acelii vi, parte pre o osea de pmnt, parte pre un pod
de lemn, care amndou sunt aa de strmte, nct d-abia poate
coprinde un car n lrgimea lor. Aceast strmtoare, ce
locuitorii numesc Vadul Clugrenilor,

fu aleas de Mihai-
Vod spre a sluji de Termopile romnilor. (p. 95)
12


12
[La strada che porta da Giurgiu verso Bucureti attraversa una
pianura piatta e aperta, tranne che per un luogo, a due leghe di distanza
dalla capitale, in cui si trova stretta e racchiusa tra alcune colline
boscose. Tra queste colline c una valle larga soltanto un quarto di
miglio, ricoperta di boscaglia e trasformata in un pantano pieno di
fango e melma dal torrente Neajlov, che la allaga, e dagli altri corsi
dacqua che scendono dalle pendici. L la strada attraversa la valle per
il lungo, in parte su una via sterrata, in parte su un ponte di legno,
entrambi cos stretti che a malapena fanno passare un carro per la loro
larghezza. Questa strettoia, chiamata dagli abitanti il Passo di

63
Vi sono altre topografie allinterno di Mihai-Voievod
Viteazul, tutte costruite per mezzo della medesima
accumulazione concretizzante di dettagli. Gli squarci di
paesaggio non sono numerosi, ma occupano posizioni di forte
rilievo strutturale allinterno del libro, motivo per cui non sono
sfuggiti allattenzione della critica. Celebre, e molto citata, ad
esempio la descrizione fisica e geografica della Transilvania,
posta in apertura al quarto libro. Tali passaggi, di norma, sono
stati interpretati e valutati da un punto di vista esclusivamente
letterario, come fa Vianu, che rimprovera a Blcescu una
eccessiva puntualit e superficialit cartografica, che andrebbe
a scapito della visione dinsieme e della forza espressiva del
quadro. In realt, le topografie di Blcescu hanno
principalmente una funzione retorica e andrebbero interpretate
e valutate, prima che sul piano stilistico ed espressivo, alla luce
delle loro finalit persuasive e per il contributo che offrono alle
strategie generali dellargomentazione.
C, infatti, almeno un altro motivo per cui Blcescu ha
voluto assegnare alla battaglia di Clugreni un ruolo di
assoluto rilievo nella sua ricostruzione della storia nazionale,
un motivo che risiede, per lappunto, nella fascinazione del
luogo, nel particolare potere evocativo che la stretta valle
acquitrinosa di Clugreni possedeva come teatro delle
operazioni belliche. Come ha spiegato molto bene Anthony D.
Smith, non mai lo spirito antiquario ad ispirare le riscoperte
storiche del nazionalismo romantico, mai una indagine
disinteressata sul passato comera realmente, ma un desiderio
ardente di ripenetrare in un passato vivente e di far s che
risponda ai nostri bisogni. Questo il motivo per cui le storie
nazionaliste sono cos piene di scene drammatiche del passato:
<...> Alexandr Nevskij mentre massacra i Cavalieri teutonici
sul ghiaccio del lago Peipus, <...> gli ebrei lungo i fiumi di

Clugreni, stata scelta da Mihai-Vod per servire da Termopili ai
romeni].

64
Babilonia, lultimo bardo gallese che innalza il suo lamento su
una rupe sotto la quale avanza lesercito del re Edoardo.
13
La
narrazione della battaglia di Clugreni potrebbe far parte a
pieno diritto di questi esempi, in cui un evento decisivo e
traumatico della storia di un popolo associato ad un luogo
particolare, ad un dcor geografico i cui tratti naturali vengono
storicizzati e diventano protagonisti della ricostruzione del
passato nazionale. Lambientazione topografica dellepisodio
di Clugreni risponde, cio, ad alcune esigenze di fondo di
ogni dramma storico che si proponga di rievocare il passato
eroico di una comunit: rinsaldare la fusione della comunit
con il proprio territorio e storicizzare i siti naturali, rendendoli
luoghi sacri e venerabili per la memoria della nazione, luoghi
cio che inducano sentimenti di riconoscimento identitario e di
riverenza a causa degli eventi storici ai quali sono associati e
dei loro significati simbolici.
Che lepisodio di Clugreni punti proprio alla
monumentalizzazione nel presente dellevento storico, lo si
deduce abbastanza facilmente dal prologo che Blcescu ha
premesso alla narrazione dei fatti. Si noti, innanzi tutto, che la
descrizione topografica si conclude con una lapidaria analogia
tra Clugreni e le Termopili: Aceast strmtoare, ce
locuitorii numesc Vadul Clugrenilor,

fu aleas de Mihai-
Vod spre a sluji de Termopile romnilor. Il richiamo
classico ad una delle battaglie pi celebri della storia antica
non ha soltanto una funzione letteraria e nobilitante, ma va
inquadrato allinterno di una ben precisa strategia retorica. Da
un punto di vista narrativo, si tratta tecnicamente di una
prolessi, una manovra, cio, che serve ad evocare in anticipo
alcune caratteristiche dellevento che verr raccontato e che
ottiene leffetto di orientare preventivamente la lettura

13
Cfr. Anthony D. Smith, Le origini etniche delle nazioni, Il Mulino,
Bologna, 1992, pp. 368-69, di cui si veda comunque tutto lottimo capitolo
ottavo, intitolato Leggende e paesaggi.

65
dellintero episodio in una chiave paradigmatica. Da un punto
di vista retorico si tratta, invece, di un tipico exemplum
utilizzato a scopo persuasivo, che instaura una serie di affinit
ed equivalenze tra Clugreni e le Termopili, fondate in prima
istanza sulla conformazione fisica dei due luoghi, per poi
proiettarsi, implicitamente, su una serie di elementi di
sostanza: entrambe le battaglie sono esempi di strenuo
eroismo, in cui un esercito esiguo decide volontariamente di
affrontare un nemico numericamente sovrastante. Entrambe,
inoltre, sono battaglie per la libert, in cui un popolo difende
il proprio territorio dallinvasione di uno straniero. Si dovr
tenere conto, infine, anche del particolare statuto esemplare
della battaglia delle Termopili, che rappresenta il caso,
inconsueto ma non unico, di una sconfitta rovinosa - e
probabilmente del tutto inutile da un punto di vista tattico-
strategico che diventata oggetto di forme di celebrazione
e di esaltazione pari a quelle riservate ai successi pi grandi e
decisivi.
14
Anche da questa divergenza flagrante tra la
vittoria dei romeni a Clugreni e lo sterminio degli uomini di
Leonida alle Termopili, il lettore poteva giungere, per mezzo
di un semplice ragionamento a fortiori, ad una
generalizzazione spontanea in linea con la tesi di fondo
sostenuta da Blcescu: se i Greci, e il mondo intero, ricordano
e celebrano una terribile sconfitta come esempio sommo di
eroismo e di valore militare, tanto pi i Romeni dovrebbero
commemorare e venerare una vittoria come quella di
Clugreni, ottenuta nelle medesime condizioni.
Lo scopo persuasivo al quale mira lintero prologo
racchiuso, infatti, nella parola che apre il passo
immediatamente successivo, astzi oggi:

14
Cfr. Mauro Moggi, La battaglia delle Termopili: una sconfitta che vale
una vittoria, in Il dopoguerra nel mondo greco. Politica, propaganda,
storiografia, a cura di L. Santi Amantini, LErma di Bretschneider,
Roma, 2007, pp. 1-39: 4.

66
Astzi aceast vale se afl tocmai dup cum ne-o descrie analitii
acelor timpuri. Nici un monument nu ne arat c acolo fu lupta cea
crncen pentru libertate! Att suntem de nesimitori la gloria
naional! Romnul acum trece cu nepsare printr-aceste locuri
sfinte, fr ca nimic s-i aduc aminte c pmntul ce calc e
frmntat cu sngele prinilor si i acopere oasele vitejilor! (p.
95)
15


Linteresse della narrazione gravita, per Blcescu, tutto
sulloggi, sui sentimenti e gli effetti che la commemorazione
degli eventi passati poteva suscitare nel tempo presente. La
constatazione indignata dellassenza di un monumento sul
luogo della battaglia innesca propriamente le ragioni della
narrazione. Lirruzione stessa dellautore sulla scena del testo,
che lamenta, con il consueto tono concitato ed esclamativo,
lindifferenza dei contemporanei per la gloria passata della
nazione, serve appunto a dichiarare fin da subito le motivazioni
che stanno alla base del monumento narrativo eretto attorno a
Clugreni.
Anche la seconda parte del prologo si svolge tutta
nellattualit, nella forma di un vero e proprio racconto nel
racconto di tipo metaletterario, che conduce il lettore
allinterno del tempo della scrittura e dellelaborazione
dellopera:

Vai! Scriam aceste rnduri n anul 1847. Cine mi vrea fi zis atunci
c abia un an va trece, i inima-mi va fi i mai crud de durere
ispitit.
16


15
[Oggi questa valle esattamente come ce la descrivono gli storici
dellepoca. Nessun monumento ci mostra che l si svolse laspra lotta per la
libert! A tal punto siamo insensibili alla gloria nazionale! I Romeni ora
passano indifferenti per questi luoghi santi, senza che nulla ricordi loro che
la terra che caplestano impastata del sangue dei padri e ricopre le ossa
degli eroi].
16
[Ahim! Scrivevo queste righe nel 1847. Chi poteva prevedere che
sarebbe passato solo un anno e il mio cuore sarebbe stato ancora pi
crudelmente irretito dal dolore!].

67
Alla precisazione metaletteraria, segue la rievocazione
di un episodio accaduto durante la rivoluzione del 1848, al
quale lo stesso Blcescu aveva preso parte. Bench lo spirito e
le idee del Quarantotto romeno pervadano esplicitamente
lintera opera, questo uno dei rari casi in cui vi sia la
rappresentazione diretta di un avvenimento di quel periodo. La
scena del racconto vivace, dettagliata, ricca di colore e di
pathos (una nota, addirittura, si incarica di fornire ulteriori
precisazioni, confermando la veridicit del fatto): durante
unaffollata assemblea popolare in uno dei club rivoluzionari
della Capitale giunge la notizia che i Turchi avevano varcato i
confini del Paese a Giurgiu e, come un tempo, erano piombati
sul passo di Clugreni. Lannuncio lascia i presenti del tutto
freddi e indifferenti, nonostante lautore e pochi altri reclamino
indignati una reazione immediata, al grido di Guerra e
Vendetta!, e cerchino di infiammare gli animi con il ricordo di
coloro che, nel passato, si erano sacrificati per la libert
nazionale. Tutto inutile. La scena si chiude circoscrivendo e
isolando in primo piano la figura di Blcescu stesso, che con
gesto teatrale si copre gli occhi e il viso con le mani, secondo
una classica e stereotipata iconografia della disperazione.
Lexordium si conclude sulle parole pronunciate dallautore in
quelloccasione, un affranto grido di delusione, di intonazione
quasi biblica:

mi ascunsei atunci ochii cu minile mele ca s nu mai vaz aceast
umilitoare privelite i din inima-mi zdrobit scp aceste cuvinte:
Dumnezeul prinilor notri ne-a prsit! Prinii notri ne-au
blestemat! (p. 96)
17


Da un punto di vista retorico, ci troviamo di fronte,
anche in questo caso, ad un tipo di argomentazione che si fonda

17
[Mi coprii allora gli occhi con le mani, perch non vedessero questo
umiliante spettacolo e dal mio cuore affranto uscirono queste parole: Il Dio
dei nostri padri ci ha abbandonati! I nostri padri ci hanno maledetti!].

68
sul caso particolare, secondo le strategie di quella che Perelman
e Olbrechts-Tyteca chiamano lillustrazione. A differenza
dellexemplum vero e proprio (nel nostro caso, lallusione alle
Termopili), che ha il compito di dare un fondamento alla
regola, lillustrazione serve a rafforzare ladesione a una
regola conosciuta e ammessa, fornendo dei casi particolari che
chiariscono lenunciato generale, mostrano linteresse di
questultimo attraverso la variet delle possibili applicazioni,
aumentano la sua presenza nella coscienza.
18
Indicare le
analogie esistenti tra la battaglia di Clugreni ed eventi
recentissimi, legati ai moti rivoluzionari appena trascorsi,
serve, ovviamente, a Blcescu per mostrare la possibile
applicazione allattualit dellepisodio che intende raccontare,
nonch per convincere i suoi lettori della necessit di costruire
un dramma storico nazionale, che aggregasse e motivasse le
coscienze attorno ad alcuni luoghi, figure ed eventi eroici di
particolare forza visionaria.
La presenza dellautore sulla scena, infine, il suo farsi
personaggio drammatico e testimone oculare, rientra sempre nelle
strategie argomentative fondate sullexemplum e sullillustrazione,
procedimenti che devono poter colpire vivamente
limmaginazione, imporsi allattenzione e alla coscienza dei
destinatari del discorso e, di conseguenza, puntare sulleco affettivo
che soltanto unimmagine vivida o un episodio concreto e vicino
possono suscitare.
19
Letta in questa prospettiva, anche la
descrizione topografica iniziale, con il suo accumulo di dettagli
concretizzanti, acquista una giustificazione pienamente retorica.
Blcescu non fa altro che rispettare le regole classiche, fissate gi
da Quintiliano, della cosiddetta evidentia, secondo la quale le
descrizioni di luoghi, di oggetti concreti, di avvenimenti collettivi,

18
Cham Perelman - Lucie Olbrechts-Tyteca, Trattato dellargomentazione.
La nuova retorica, Einaudi, Torino, 2001, p. 377 [ed. orig. Trait de
largumentation. La nouvelle rhtorique, P.U.F., Paris, 1958].
19
Ibid., pp. 378-83.

69
che hanno uno scopo persuasivo, devono attenersi al principio della
vividness, cio di una visualizzazione dettagliata e vivace, che metta
propriamente davanti agli occhi loggetto della descrizione,
enumerando e distinguendo le sue parti e le sue caratteristiche.
Per mezzo di un accorto movimento di accerchiamento
persuasivo, lepisodio di Clugreni si trova dunque serrato tra
due casi esemplari: da una parte, un modello ideale e lontano,
come le Termopili, dallaltra una scena vicina e recentissima,
che ci riporta nellattualit della lotta per la libert e lunit
nazionale. Solo una volta fissata questa prospettiva celebrativa
ed eroica, la narrazione dei fatti pu iniziare.

4. Blcescu un narratore deccezione. Accumula fatti
e dettagli fin quasi alla saturazione, ma riesce sempre a
tirarsene fuori e a dominare la sua materia, facendo marciare
sulla pagina, con mano sicura e con possente respiro epico,
idee, personaggi e avvenimenti. Nella narrazione della battaglia
di Clugreni, in particolare, sa dosare attentamente le due
dimensioni portanti della storia e della retorica: allenta per
lunghi tratti le maglie del reticolo argomentativo, lasciando
libero corso alla nuda esposizione dei fatti, per poi serrare le
fila del discorso con interventi puntuali di tipo retorico-
persuasivo. Se assumiamo come scopo o bersaglio generale
dellargomentazione la monumentalizzazione dellepisodio
bellico di Clugreni, facile notare come le principali prove si
trovino incorporate nella narrazione, manifestandosi per mezzo
di procedimenti costanti di amplificazione emotiva,
intellettuale e linguistica dei dati storici.

a) Il primo luogo argomentativo linferiorit
numerica degli uomini di Mihai rispetto agli Ottomani, intesa
come prova di eroismo e di abnegazione militare. Procedendo
nel corso dellesposizione, dalla pura e semplice dichiarazione
del dato numerico (a.1),

70
(a.1.) ntr-adevr, armata lui era, cum tim, de 180 mii ostai, mai
mult dect de zece ori mai mare ca a lui Mihai-Vod, care, cu toate
ajutoarele ce primi din Moldova i Ardeal, d-abia se urca la 16 mii
oameni i 12 tunuri. (p. 96)
20


si passa alla valutazione degli effetti che questo dato
provoca tra i combattenti delle due parti. Contrariamente a
quanto si potrebbe presumere, infatti, lesiguit numerica dei
romeni suscita nei loro animi ardimento e desiderio di
affrontare la battaglia (a.2), mentre instilla stupore, quindi
titubanza e timore di non cadere in qualche tranello, negli
Ottomani (a.3):

(a. 2.) Dei puini, ostaii cretini erau ns plini de foc i de
dorin de a se msura cu dumanul. (p. 97)
21


(a. 3.) Sinan se uit plin de mirare la puinul numr al cretinilor, care
cuteza a atepta i nc a izbi o armat aa de numeroas. (p. 97)
22


Si tratta di un ragionamento che si fonda sul
rovesciamento di presunzioni molto comuni e che instaura, a
fini persuasivi, quello che Perelman chiama un argomento di
doppia gerarchia. In particolare, la gerarchia dei fini che
permette di fondare largomento, secondo quanto gi Aristotele
aveva determinato nei Topici: ...di due termini produttivi pi
desiderabile quello il cui fine migliore.
23
Se al fine di
evitare la sopraffazione e la sconfitta da parte di un nemico pi

20
[Il suo esercito, appunto, contava 180 mila soldati, essendo dieci volte pi
numeroso di quello del principe Mihai, il quale, con tutti gli aiuti che aveva
ricevuto dalla Moldavia e dalla Transilvania, a malapena raggiungeva i 16
mila uomini e i 12 cannoni ].
21
[Bench fossero pochi, i soldati cristiani erano pieni di fuoco e desiderio
di misurarsi col nemico].
22
[Sinan guard pieno di meraviglia lesiguo numero dei cristiani, che
osavano fronteggiare e addirittura attaccare un esercito tanto numeroso].
23
Perelman - Olbrechts-Tyteca, Trattato dellargomentazione cit., p. 358.

71
forte, poteva sembrare ragionevole e desiderabile per i Romeni
sottrarsi allo scontro, un fine migliore, pi alto, vale a dire una
lex potentior, interviene a rendere non solo desiderabile, ma
anche lodevole affrontare il sacrificio e una possibile sconfitta.
Non un caso, infatti, che nellultima citazione del luogo
argomentativo, prima della narrazione dello scontro risolutivo,
si faccia allusione esplicitamente al tema del martirio e del pro
patria mori, uno dei cardini cio delletica e della retorica del
patriottismo, attorno al quale ruota lintera interpretazione della
vicenda di Clugreni (a.4):

(a.4.) Ei tiau ct sunt de puini pe lng duman, dar, credincioi
nfocai, inima lor ardea de dorina d-a-i da viaa pentru patrie i
lege i d-a merita cununa martirilor. (p. 99)
24


b) Fissare uno dei fuochi dellargomentazione intorno al
motivo del morire per la patria significava inserire
Clugreni allinterno di una tradizione, ideologica e retorica,
di lunghissima durata e di grande prestigio, profondamente
radicata nella cultura occidentale, almeno fin dallAntichit
greca e romana.
25
Per Blcescu rappresenta, inoltre, il punto dal
quale irradiano altre strategie persuasive che mirano, tutte
insieme, alla creazione di una prospettiva altamente eroizzante
e celebrativa allinterno della quale collocare lepisodio. Un
secondo luogo argomentativo, strettamente legato allidea
della consacrazione e del martirio, fondato, infatti sul motivo
della gloria. La prima esposizione del motivo avviene in chiave
comparativa, confrontando la situazione dei Romeni con quella
degli Ottomani, che per il loro ruolo di invasori illegittimi e per

24
[Essi sapevano quanto fossero pochi rispetto al nemico, ma, fervidi
credenti, i loro cuori ardevano del desiderio di morire per la patria e
guadagnarsi la corona del martirio].
25
Sul motivo del morire per la patria imprescindibile lintervento di
Ernst H. Kantorowicz, Pro Patria Mori in Medieval Political Thought, in
The American Historical Review, Vol. 56, No. 3, 1951, pp. 472-492.

72
la loro stessa superiorit numerica non possono aspirare a
guadagnarsi la gloria sul campo di Clugreni. Difatti,
Blcescu osserva come i Turchi, paradossalmente,
rimpiangessero che i romeni non fossero pi numerosi, in
modo da rendere pi onorevole e gloriosa la vittoria
dellarmata ottomana. Viceversa, la gloria dei romeni
determinata non solo sul piano del valore militare (motivo del
martirio), ma anche su quello pi specifico del loro ruolo
storico di difensori della propria patria invasa e di baluardo
della Cristianit europea:

(b.1) Turcii, ngmfai de mica izbnd ce dobndiser, ctau n rs
la romni i aveau desigur c a doua zi se va vedea triumful
islamismului, prin zdrobirea lui Mihai i a armatei lui. Lor le prea
ru numai c romnii nu sunt ndestul de muli ca s fac biruina
lor mai glorioas. Ai notri se pregtea a apra cu brbie acea
strmtoare care era cheia rii lor i a Europei cretine. (p. 98)
26


Lidea della gloria imperitura acquisita dai romeni a
Clugreni compare, in seguito, con funzioni di enfasi
celebrativa allinizio dei capitoli XV (b.2.) e XVI (b.3.), in
posizione rilevante anche da un punto di vista strutturale:

(b.2.) n sfrit, soarele veni s lumineze aceast mare zi de
miercuri 13/23 august, menit a fi briliantul cel mai strlucit al
cununei gloriei romne. (p. 99)
27



26
[I Turchi, tronfi per la piccola vittoria che avevano ottenuto, si facevano
beffe dei romeni e tenevano per sicuro che lindomani si sarebbe visto il
trionfo dellislam, con lannientamento di Mihai e del suo esercito. Si
rammaricavano soltanto che i romeni non fossero abbastanza numerosi da
rendere la loro vittoria ancora pi gloriosa. I nostri si preparavano a
difendere con coraggio quella strettoia che era la chiave del loro paese e di
tutta lEuropa cristiana].
27
[Infine, il sole giunse a rischiarare questo grande giorno di mercoled
13/23 agosto, destinato a diventare il diamante pi splendido nella corona
della gloria romena].

73
(b.3.) ...i ostaii, inimai foarte mpotriva turcilor, nvpiai i de
aceste cuvinte, dar jaluzi nc mai mult d-a eclipsa printr-o biruin
strlucit toate glorioasele biruine ale vecinilor, rspund nvrtind n
mini paloele i lncile i prin strigri mari de o rzboinic veselie,
cer de la domnul lor ca s-i duc ndat ctre duman. (p. 100)
28


Il motivo ritorna, infine, ad apertura della perorazione
finale, corroborato sul piano dellespressione da un
rilevatissimo e artificioso giro sintattico (un ampio iperbato che
disgiunge il dimostrativo dal nome al quale si riferisce), che ne
sottolinea anche formalmente la centralit argomentativa (b.4):

(b. 4.) Astfel fu acea vrednic de o netears aducere-aminte zi de
btaie de la Clugreni, n care romnii scriser cu sabie i cu
snge pagina cea mai strlucit din analele lor. De zece ori mai
puin numeroi dect dumanii, ei ctigar asupr-le o biruin
strlucit i avur gloria d-a nvinge un general pn-atunci nc
nenvins. (p. 105)
29


c) Unaltra strategia persuasiva, strettamente collegata
alle dinamiche di eroizzazione celebrativa, che abbiamo fin qui
descritto, quella che potremmo chiamare dellamplificazione
epica, intendendo amplificatio in senso tecnico-retorico, come
un graduale processo di ingrandimento di un dato naturale coi
mezzi dellarte, nellinteresse della utilitas causae.
30

Laccrescimento verticale del dato storico, la sua dilatazione ed

28
[...e i soldati, fortemente rianimati contro i Turchi, infiammati da queste
parole, ma ancor pi desiderosi di eclissare per mezzo di una vittoria
straordinaria tutte le gloriose vittorie dei vicini, rispondono brandendo le
spade e le lance e con alte grida di gioia guerresca, chiedono al loro signore
di condurli immediatamente incontro al nemico].
29
[Tale fu quella giornata, degna di imperitura memoria, della battaglia di
Clugreni, in cui i romeni hanno scritto con il sangue e con la spada la
pagina pi illustre della loro storia. Dieci volte meno numerosi dei loro
nemici, hanno riportato una splendida vittoria, ottenendo la gloria di
sconfiggere un generale fino ad allora imbattuto].
30
Cfr. Lausberg, Elementi cit., 71-74.

74
esagerazione, comporta in Blcescu un travalicare i limiti della
scrittura storiografica per accedere, appunto, a forme
schiettamente epiche. Ci accade, ad esempio, quando si trova
a narrare lapice del trionfo romeno, nel momento dello
sbaragliamento delle truppe ottomane. Con raffinata tecnica
narrativa, Blcescu restringe repentinamente il quadro
grandioso allinterno del quale aveva rappresentato lo scontro
tra le grandi masse dei due eserciti, lasciando giganteggiare al
centro della scena la figura solitaria e quasi sovrumana di
Mihai. Il principe valacco si aggira in preda ad una
inestinguibile furia guerriera nellaccampamento nemico,
cercando di scovare uno a uno i capi ottomani. Scorgendo da
lontano Hassan-Pasci, lo insegue a spada tratta, gridandogli di
fermarsi e sfidandolo alla lotta corpo a corpo. Con le gambe
tremanti di paura, Hassan si salver nascondendosi
comicamente in un roveto, da dove uscir soltanto il giorno
seguente. Si noti che questa stessa commistione di registri, per
cui leroico e il sublime alternano e convivono con il comico,
non casuale, trattandosi bens di un tratto autenticamente
epico. Lindizio di epicit , del resto, formulato esplicitamente
nel riferimento diretto allimmortale Omero:

(c.1.) ntr-acel minut, Mihai, precum odinioar semizeii cntai de
nemuritorul Omir, alerga ntr-o parte i ntr-alta prin tabra turceasc,
cutnd pe Sinan, cnd, vznd de departe pe Hassan-Paa, se lu dup
dnsul strigndu-i s stea de e viteaz, s se lupte cu dnsul piept la
piept, i cnd de cnd era s-l i ajung cu paloul. (p.104)
31


Su moduli epici condotto anche laltro mirabile
episodio che vede agire da solo sulla scena il principe Mihai,

31
[In quellistante, Mihai, come un tempo i semidei cantati dallimmortale
Omero, correva da una parte allaltra dellaccampamento turco, in cerca di
Sinan, quando, scorgendo da lontano Hassan-Pasci, si mette ad inseguirlo,
gridandogli di fermarsi, se aveva il coraggio, di lottare con lui corpo a
corpo, e stava quasi per raggiungerlo con la spada].

75
nella sua sortita temeraria prima dello scontro decisivo. Intuendo
la necessit di unazione esemplare che intimorisse gli avversari
ed esaltasse gli animi dei propri uomini, Mihai si getta da solo
tra le schiere degli Ottomani, fa strage di nemici, decapita con un
unico micidiale colpo il comandante turco Caraiman-Pasci,
ritorna, infine, miracolosamente illeso fra i suoi:

(c.2.) Ridicnd ochii ctre cer, mrinimosul domn cheam n
ajutoru-i protecia mntuitoare a Dumnezeului armatelor, smulge o
secure osteasc de la un soldat, se arunc n coloana vrjma ce-
l amenin mai de aproape, doboar pe toi cei ce se ncearc a-i sta
mpotriv, ajunge pe Caraiman-Paa, i zboar capul, izbete i pe
alte capete din vrjmai i, fcnd minuni de vitejie, se ntoarce la
ai si plin de trofee i fr a fi rnit. (p. 103)
32


Limpresa, fulminea e violenta, narrata con mano
saldissima e con gusto sicuro e preciso per la rappresentazione
dei gesti e delle azioni. La dimensione epica si manifesta
pienamente non solo nella icastica evidenza delle immagini,
come ad esempio il rapido baluginare della testa mozzata di
Caraiman-Pasci, ma anche, e soprattutto, nellaura eroica e
sovrannaturale di cui circonfusa la figura di Mihai. Sul piano
dellespressione, si noter invece la serie paratattica e
asindetica di frasi, tutte al presente storico (cheam n ajutoriu-
i..., smulge o secure..., se arunc..., doboar pe toi...,
ajunge..., i zboar..., izbete...), che svolgono il nucleo
centrale dellazione, secondo il classico incedere narrativo
dellepica tradizionale. Solo lultima frase, che sancisce la
conclusione dellimpresa eroica, introdotta da una
congiunzione coordinante (i...se ntoarce), nonch incisa, in

32
[Alzando gli occhi al cielo, il coraggioso principe invoca in suo aiuto la
protezione salvifica del Dio degli eserciti, strappa ad un soldato la sua scure,
si getta nella schiera nemica che lo minaccia pi da vicino, abbatte tutti
quelli che tentano di resistergli, raggiunge Caraiman-Pasci, gli sbalza via la
testa, colpisce altre teste di nemici e, facendo miracoli di prodezza, torna dai
suoi illeso e carico di trofei].

76
simmetria con linizio dellepisodio, da una subordinata al
gerundio (fcnd minuni de vitejie). Si tratta certamente di
testimonianze dellarte letteraria di Blcescu, della sua
consumata abilit di narratore, che sa trarre il massimo profitto
dagli effetti stilistici della messa in scena. Non bisogner,
tuttavia, trascurare la funzione persuasiva di queste scene, il
contributo che offrono alla strategia argomentativa nel suo
complesso. Diversi procedimenti concorrono, infatti, a sostenere
la tesi centrale della monumentalizzazione dellepisodio di
Clugreni, da quelli fondati sulla struttura del reale, e quindi sul
ragionamento, come lexemplum e largomento della doppia
gerarchia, a quelli, invece, fondati sulla forza persuasiva del
pathos. Lamplificazione epica sfrutta, appunto, la capacit dello
stile eroico di commuovere (movere), di provocare cio
emozioni intense e desiderio di emulazione. La persuasione, in
questo caso, parte organica della narrazione dei fatti, si
esprime per mezzo di un invito implicito allidentificazione con
un modello emotivamente efficace.

d) Allinterno dellesposizione dei dati e dei fatti storici
si trova incorporata, in maniera altrettanto organica, la
dimostrazione di unaltra tesi, che sta molto a cuore a Blcescu,
vale a dire leccellenza nellarte militare raggiunta dai romeni
sotto Mihai Viteazul, nonch il ruolo decisivo giocato dalla
tattica bellica nella vittoria di Clugreni. In questo caso, la
persuasione si manifesta maggiormente sul piano della lexis,
fondandosi sulle scelte espressive, sulla precisione tecnica e
lessicale delle rappresentazioni, sulle figure di parola e di
sintassi. Si veda, ad esempio, la descrizione della prima ritirata
delle truppe romene, per Blcescu un vero e proprio capolavoro
di arte bellica:

(d.1.) Retragerea ei ns este frumoas i metodic. Spre a nu se
lsa a fi ocolit de turci, spart i risipit, ea se ntocmete n figura
unui col (cuneum) i, slobozind astfel de toate laturile focuri

77
asupra vrjmaului, se trage napoi cu ncetul, luptndu-se nencetat.
Aceast retragere este o minune de vitejie, de snge rece i de
eroism. (p. 101)
33


Qui sar da notare, innanzi tutto, il lavoro di selezione
compiuto sul lessico e, in particolare, sullaggettivazione, che
punta, in massimo grado, ad ottenere effetti di perspicuit,
adeguatezza e appropriata disinvoltura. Da un punto di vista
stilistico, espressioni naturali ed efficaci come retragerea ei
ns este frumoas i metodic vanno considerate una vera
conquista per la lingua letteraria dellepoca. Da un punto di
vista retorico sono, invece, la messa in pratica della
perspicuitas persuasiva, cio della comprensibilit intellettuale,
che fin da Aristotele rappresenta uno dei requisiti preliminari
della credibilit dei discorsi, e quindi del loro successo e della
loro capacit di creare persuasione. Come insegna la retorica
classica, la perspicuitas si raggiunge quando la singola parola
pronunciata (o scritta) dalloratore definisce con successo la
cosa (res) che intende la voluntas delloratore medesimo.
34

Questa ricerca dellunivocit ben rappresentata dalluso dei
tecnicismi, come ad esempio, nel brano riportato, la chiosa
cuneum, termine specialistico che precisa la particolare forma
di schieramento dellesercito. La forza persuasiva della
descrizione , infine, corroborata da una figura di ornatus, con
la frase conclusiva che serra ritmicamente il discorso per
mezzo di un classicissimo tricolon: Aceast retragere este o
minune de vitejie, de snge rece i de eroism.
Figure di corrispondenza e parallelismo sintattico
ritornano con grande evidenza anche nella raffigurazione dello

33
[Nondimeno, la loro ritirata bella e metodica. Per non lasciarsi
circondare dai Turchi con le schiere sparse e divise, si dispongono in una
formazione a punta (cuneum) e, facendo fuoco da ogni lato sui nemici, si
tirano indietro lentamente, combattendo senza posa. Questa ritirata un
miracolo di coraggio, di sangue freddo e di eroismo].
34
Lausberg, Elementi cit., 134.

78
scontro finale, con la funzione di mettere persuasivamente in
rilievo lazione coordinata, concentrica e perfettamente
bilanciata delle truppe romene, dimostrando la loro superiorit
tattica e militare. Bella e metodica (frumoas i metodic), la
prosa di Blcescu sembra anchessa, come diceva Negoiescu,
schierata ordinatamente su un campo di battaglia:

(d.2.) Dar deodat se vede oprit n fa de Mihai ca de un zid de
piatr tare, n dos izbit cu o furie nfocat de cpitanul Cocea, i n
coast trsnit de tunurile aezate pe deal de Albert Kiraly <...>.
ndrtnicul vizir, fr a-i pierde cumptul, izbutete a-i ntocmi
otile n rnduial, cnd o izbire nou a lui Mihai n fruntea armiei,
pustiirile furioase ale nfierbntatului Cocea de dinapoi, iutele i
ucigtorul foc al tunurilor lui Kiraly zdrobesc iari aceast
rnduial... (p. 103)
35


Qui, lazione parallela e concomitante dei tre
raggruppamenti dellesercito romeno, che impegnano da tre lati lo
schieramento ottomano, si riflette plasticamente, sul piano
testuale, in un triplice parallelismo sintattico, ripetuto in due serie
anchesse parallele di sintagmi armonicamente corrispondenti.

e) Unulteriore verifica della preminenza della
dimensione retorica allinterno dellepisodio di Clugreni
offerta dallinserimento allinterno del testo dellallocuzione
esortativa rivolta da Mihai Viteazul alle sue truppe prima della
battaglia. Anche in questo caso Blcescu si confronta con un
genere retorico cristallizzato e radicato profondamente nella
prassi del racconto storiografico fin dallAntichit. Preceduto

35
[Ma ad un tratto, si vede bloccato sul davanti da Mihai come da un muro
di dura pietra, urtato da dietro con furia infuocata dal capitano Cocea, e ai
lati folgorato dai cannoni collocati sulla collina da Albert Kiraly <...>.
Lostinato vizir, senza perdersi danimo, riesce a ricompattare le proprie
schiere, quando un nuovo urto di Mihai sul davanti dello schieramento, le
furibonde devastazioni dellinfuocato Cocea sul dietro, i colpi veloci e
micidiali dei cannoni di Kiraly, infrangono di nuovo questo schieramento].

79
dalla preghiera collettiva dellintero esercito romeno, che
conferisce alla scena una forte solennit rituale, il discorso di
Mihai alle truppe costruito secondo le regole del genere
deliberativo, esponendo ordinatamente le argomentazioni a
favore della decisione di sferrare lattacco. Le prove e i luoghi
argomentativi sono, in gran parte, i medesimi che vengono
utilizzati da Blcescu nel corso dellesposizione dei fatti storici
per sostenere il processo di monumentalizzazione esemplare di
Clugreni. Lallocuzione di Mihai si struttura, in particolare,
intorno a tre luoghi argomentativi. Il primo si potrebbe
chiamare largomento del kairos, che fa leva cio
sullopportunit irripetibile offerta dal luogo e dal momento. A
questo argomento corrispondono nel corso dellesposizione
storiografica la descriptio loci iniziale e in parte lexemplum
delle Termopili:

(e.1.) Apoi, ndreptndu-se ctre dnii, le zise: s-i aduc aminte
de vechea lor vitejie, cci ocazia de acum este frumoas i de o vor
pierde, anevoie o vor mai cpta. Turcii, le zicea el, sunt uimii de
attea pierderi, cetile lor din toate prile sunt cuprinse <...>. Pe
lng aceasta, locul de btaie nu putea fi mai bine ales, de vreme ce
mulimea lor aci le va fi nefolositoare. (p. 99)
36


Il secondo argomento portato da Mihai quello della gloria,
perfettamente coincidente con le diverse occorrenze del
medesimo tema persuasivo allinterno dellintero episodio:

(e.2.) ...din cte capete au avut armatele lor, numai unul a rmas
care mai ndrznete a ine frunte cretinilor, c cu dnsul au a se
lupta i gloria d-a-l birui va fi foarte mare. (p. 99)

36
[Poi, rivolgendosi a loro, li esort a ricordarsi del loro antico coraggio,
giacch loccasione era bella e, se lavessero mancata, difficilmente
lavrebbero riavuta. I Turchi, diceva, sono sgomenti per le tante perdite, le
loro roccaforti sono circondate da ogni parte <...>. Oltre a questo, il luogo
della battaglia non poteva essere migliore, dal momento che qui la loro
moltitudine non poteva favorirli].

80
n sfrit, ncheie zicnd c acum pot i romnii dobndi o
asemenea glorie, cci toate dovedesc c vor avea aceeai norocire.
(p. 100)
37


Infine, il principe espone ai suoi soldati le ragioni della
legittimit della loro posizione e della giusta causa per la
quale sono chiamati a comabattere. Opponendosi agli
Ottomani, infatti, essi contrastano un invasore illegittimo e
combattono per la libert della propria patria, difendendo al
contempo un principio generale dello ius gentium:

(e.3.) ... c a venit vremea de a se lupta puternic pentru libertate, iar
mai cu seam pentru cinstea legei, ca s dovedeasc turcilor c, de
le-au clcat ei nainte patria, a fost numai din pricina neunirei lor.
(p. 100)
38


La menzione della necessit di lottare per la difesa e
laffermazione di un principio astratto di lealt (cinstea legei),
rappresenta il ricorso al classico strumento argomentativo della
infinitizzazione,
39
attuata mediante il passaggio da una quaestio
finita, rapportata cio a persone individualizzate e a circostanze
concrete (linvasione armata degli Ottomani del territorio
della Valacchia nel 1595), ad una quaestio infinita, come
poteva essere il diritto dei popoli alla libert e allintegrit
territoriale. Si noti che tale processo di infinitizzazione

37
[...di tutti i capi che avevano comandato i loro eserciti, uno solo ne era
rimasto, che osasse ancora tenere testa ai cristiani, con lui dovevano
combattere e la gloria di sconfiggerlo sarebbe stata molto grande.
Infine, conclude, dicendo che ora anche i Romeni potevano conquistare una
simile gloria, poich tutto quanto mostrava che avrebbero avuto la
medesima fortuna].
38
[...era giunto il momento di lottare con tutte le forze per la libert, e
soprattutto per la difesa di un principio generale di lealt, dimostrando ai
Turchi, che per primi avevano invaso il loro paese, che ci era stato
possibile solo a causa della loro disunione].
39
Cfr. Lausberg, Elementi cit., 81.

81
perfettamente in linea con le strategie argomentative dellintera
opera storiografica di Blcescu, nella cui prospettiva, la
narrazione del passato glorioso dei romeni doveva servire nel
presente, in chiave persuasiva e modellizzante, alla lotta per la
libert e lauto-determinazione nazionale.

5. In un articolo recente dedicato alla lingua romena al
momento della rivoluzione del 1848, Florica Dimitrescu ha
sostenuto, con buone ragioni, che il volto moderno e attuale del
romeno si formato, in gran parte, allinterno della
generazione degli scrittori, dei letterati e dei patrioti del
Quarantotto.
40
Allinterno di un intenso processo di
modernizzazione e di occidentalizzazione della lingua e della
cultura romene, sono affluite, nel lessico colto e letterario, nelle
pi diverse sfere di applicazione concettuale, quantit
straordinarie di neologismi, prestiti e calchi dalle lingue
romanze e non romanze dellEuropa occidentale, tanto da
mutare per sempre laspetto della lingua nazionale. Di
conseguenza, molti fenomeni moderni e contemporanei che
riguardano lambito del discorso pubblico e il lessico sociale e
politico, affondano le loro radici nella lingua degli scrittori e
degli intellettuali paoptiti.
Allo stesso modo, potremmo affermare che nellopera
storiografica di Blcescu, sia stato plasmato il linguaggio del
patriottismo romeno, nato, come abbiamo cercato fin qui di
mostrare, da una originale commistione fra storia e retorica,
dallinterferenza e dal reciproco condizionamento di queste due
dimensioni discorsive. Molto probabilmente da qui che dovr
ripartire chiunque vorr valutare, decostruire o forse salvare
quello che resta del patriottismo romeno, dei suoi miti, delle
sue strutture ideologiche e del linguaggio che le sorregge. Una

40
Cfr. Florica Dimitrescu, Consideraii asupra limbii romne de la 1848.
Lexicul social-politic n Pruncul romn, in Ead., Drumul nentrerupt al
limbii romne, Clusium, Cluj-Napoca, 2002, pp. 40-65.

82
corrretta ed equanime valutazione del valore letterario
dellopera di Blcescu non potr, ovviamente, eludere questo
nodo problematico. Cos come, forse, dovr scioglierne un
altro, che riguarda laberrante manipolazione a cui stata
sottoposta la lingua del patriottismo romantico romeno
allinterno della propaganda comunista. Certo, difficile
leggere oggi la nobile e raffinata retorica di Romnii supt
Mihai-Voievod Viteazul senza sentir risuonare in sottofondo lo
sgradevole suono della limb de lemn, le parole dordine e le
frasi fatte che per tanto tempo hanno funestato il discorso
pubblico in Romania. Anche in questo caso, crediamo possa
essere utile affrontare di nuovo, in maniera sistematica, la
questione della retorica, valutando il suo ruolo allinterno della
scritura storiografica di Blcescu e degli altri storici romantici,
e valutando su basi rinnovate i rapporti che legano storia e
retorica, da un parte, retorica e verit, dallaltra. Fin da Platone,
del resto, sappiamo che esistono due diversi tipi di retorica, o
meglio due diversi usi degli strumenti emotivi e argomentativi
dellarte retorica, unarte anfibia, che pu essere posta
indifferentemente al servizio della verit e della giustiza oppure
del sopruso e della menzogna.

83

SORIN IPO

Silviu Dragomir e la Securitate: le note informative del dossier di
pedinamento (1957-1962)


1. Il contesto dellapertura del dossier

Silviu Dragomir si fatto conoscere in diversa misura
come storico e come uomo politico. Se si eccettua, forse, il
periodo in cui ricopr le cariche di segretario di stato e ministro
delle minoranze, la sua attivit politica non stata di particolare
rilievo, anche confrontandola con quella svolta da altri suoi
colleghi storici. Tuttavia, fu proprio il suo impegno politico a
causargli gravi problemi dopo il 1947. Il professor Dragomir,
infatti, venne arrestato il 1 luglio 1949 a Cluj
1
e trasferito
ulteriormente nel Penitenziario di Caransebe, per scontare una
condanna a sei mesi di carcere correzionale per reati contro la
Legge bancaria, a cui si aggiungeva unammenda correzionale di
2 600 000 lei
2
. Lammenda correzionale venne, in seguito,
sostituita con un anno di prigione, dimodoch Silviu Dragomir
venne condannato complessivamente a un anno e sei mesi di
carcere correzionale.
3
Il 6 maggio 1950 Silviu Dragomir venne

1
La richiesta indirizzata da Silviu Dragomir al Presidente del Presidio della
Grande Assemblea Nazionale, si trova nellarchivio della famiglia Enescu.
2
In conformit con la decisione presa nella seduta della camera di consiglio
del 29 dicembre 1948 la corte dispone che la menzione in solido venga
sostituita con le parole ammenda correzionale di 2 600 000 lei ciascuno
(Archivi Nazionali Direzione Regionale Hunedoara [dora in poi: A.N.-D.J.
Hunedoara], Fondo Silviu Dragomir, dossier no. 4, p. 23).
3
Condannato dalla Corte di Appello di Cluj il 6 novembrie 1948 per reati
contro la Legge sulla Banca di Stato a 6 mesi di carcere e a unammenda in
denaro trasformata in un anno di detenzione, sono stato arrestato a Cluj nel
luglio del 1949, la mia liberazione essendo prevista per il 27 dicembre 1950

84
trasferito nel carcere di Sighet, accanto ad altri uomini politici e
intellettuali prima arrestati e ivi incarcerati. Bisogna precisare che
Silviu Dragomir e gli altri uomini di Stato e intellettuali rinchiusi a
Sighet tra il 6 e il 7 maggio del 1950, furono trattenuti senza alcun
fondamento legale. Solo il 1 agosto, con la Decisione M.A.I.
[Ministero degli Affari Interni] no. 334, firmata dal vice ministro, il
tenente colonnello Gheorghe Pintilie, 89 ex uomini di stato furono
trasferiti per un periodo di 24 mesi in una unit di lavoro. Nel caso
di Silviu Dragomir, la condanna da scontare era di 38 mesi. La
condanna amministrativa di tutti quelli che avevano ricoperto
cariche pubbliche venne per incrementata, senza diritto di appello,
di altri 60 mesi con la Decisione M.A.I. no. 559, firmata, il 6 agosto
1953, per conto del presidente della Commissione della Sicurezza
dello Stato da Alexandru Nicolschi
4
.
Silviu Dragomir e gli altri uomini politici rimasero a
Sighet fino al 6 luglio 1955, quando alcuni di loro furono messi in
libert ed altri trasferiti in altre prigioni
5
. Subito dopo il suo
rilascio dal penitenziario, Silviu Dragomir rientr nel mirino della
Securitate, che ottenne alcune note informative sullo storico, dopo
un primo momento di disorientamento degli ufficiali, che non
conoscevano il suo domicilio. probabile che Dragomir non
venisse subito preso in considerazione, dopo la sua scarcerazione,
anche a causa della sua et avanzata
6
. Informazioni pi cospicue

(LAutobiografia dellautore tratta da A.N.-D.J. Hunedoara, Il fondo Silviu
Dragomir, dossier no. 4).
4
Claudiu Secaiu, Contribuii privind distrugerea elitei politice romneti, n
Memoria nchisorii Sighet, Editor Romulus Rusan, Bucureti, 1999, p. 263.
5
In conformit con il Biglietto di liberazione no. 193 534 del 1956, Silviu
Dragomir fu rilasciato il 9 giugno del 1955 (A.N.-D.J. Hunedoara, fondo
Silviu Dragomir, dossier no. 4). La messa in libert del 9 giugno confermata
anche dal biglietto speciale di viaggio Sighet-Cluj, III classe, serie A, no.
0635301, a nome di Silviu Dragomir (Ibidem).
6
Il nominato Dragomir Silviu, ex-ministro, stato per diversi anni
incarcerato, nellestate del 1955 stato messo in libert, in presente
disoccupato; daltronde in et avanzata 77 anni. troppo anziano per
essere preso in considerazione (Nota del 13 settembre 1955, in Consiglio

85
su Silviu Dragomir risalgono al momento dellidentificazione di
tutti i membri della ex Associazione Romeno-Americana di Cluj,
di cui Dragomir era stato presidente per la Transilvania nel
periodo 1946-1947
7
. Lazione venne condotta dal tenente Vasile
Hiricu, non essendo indirizzata specialmente contro Silviu
Dragomir. Inoltre, fino al gennaio del 1958, Dragomir si trovava
sotto osservazione, in qualit di membro di spicco del P.N.C.
[Partito Nazionale Cristiano], da parte dellUfficio 1 (che aveva
come compito il problema dei legionari e dei seguaci di Cuza),
facente parte del Servizio III (Direzione Controinformazioni
Interne) della Direzione Generale della Securitate di Cluj
8
.
Il 7 marzo 1957, lUfficio no. 2 del Servizio III (che si
occupava del P.N.. [Partito Nazionale Contadino] e del
P.N.L. [Partito Nazionale Liberale]) apr un dossier di
pedinamento informativo su Iuliu Moldovan, ex ministro della
Sanit del P.N.
9
. Nel piano di lavoro realizzato allapertura
del dossier, era previsto che tramite lex agente Chioreanu
venisse stabilito lentourage di amici, e che in seguito il pi
adatto, fosse assunto come agente
10
. Durante la sorveglienza
dellex ministro, gli informatori avvisarono la Securitate che
una delle persone pi vicine a Iuliu Moldovan era Silviu
Dragomir, suo collega durante la detenzione a Sighet, che lo
visitava spesso e con il quale aveva incontri periodici in citt.
In queste condizioni, Silviu Dragomir diventa candidato al

Nazionale per lo Studio degli Archivi della Securitate (dora in poi: CNSAS),
il dossier Silviu Dragomir, I 513, p. 8. Ibidem, p. 10. Lufficiale che ha scritto
la nota ha sbagliato quando ha calcolato let dello storico, in realt Silviu
Dragomir aveva 67 anni.
7
Liviu Plea, Dosarul de Securitate al istoricului Silviu Dragomir, in
Annales Universitatis Apulensis. Series Historica, tom IX, 2005, Alba Iulia,
pp. 217-229. Vedi anche Id., Istoricul Silviu Dragomir n plasa Securitii, in
Dosarele Istoriei, no. 11, 2005, p. 43.
8
Ibidem.
9
Ibidem.
10
Ibidem.

86
reclutamento, ragione per cui la Securitate comincia a
raccogliere dati sulla sua attivit.
Il 26 luglio 1957, linformatore Pnzaru, diretto dal
tenente maggiore Constantin Ciubotariu, rileva in un nota
informativa che Silviu Dragomir non parla mai del regime di
detenzione. Quando gli viene chiesto comera, risponde come in
carcere e cambia subito discorso. molto prudente in tutte le sue
manifestazioni ed evita di parlare di politica
11
. Dopo aver
accenanto al fatto che Silviu Dragomir era stato membro della
direzione dellAssociazione Romeno-Americana, lufficiale
incaricava lagente di abbordare anche problemi politici attuali
riguardanti la situazione interna ed internazionale
12
.
I risultati dellinvestigazione non furono quelli desiderati,
cossicch la Securitate decise di rinunciare al reclutamento di
Silviu Dragomir, tanto pi che egli era entrato nella sfera
dattenzione degli organi di repressione in quanto sospettato di
spionaggio a favore degli inglesi
13
. Loccasione era stata la visita
di una delegazione di parlamentari inglesi a Cluj, nel settembre
del 1957. Tra i membri della delegazione cera anche il lord
Oswald St., sospettato dalla Securitate di essere un collaboratore
del servizio di spionaggio inglese
14
. Di conseguenza, i membri
della delegazione furono sorvegliati durante il periodo del loro
soggiorno in Romania. In tal modo, il Servizio di Sicurezza fu
informato da Tiberiu Holan, vicepresidente del Consiglio
comunale popolare di Cluj, accompagnatore della delegazione,

11
Ibidem.
12
Ibidem.
13
Ibidem.
14
Dai materiali che abbiamo dichiarazioni risulta: durante il mese di
settembre si spost a Cluj la delegazione parlamentare inglese, che includeva
anche il lord Oswald St., supposto agente del servizio inglese di spionaggio.
Ulteriormente fu identificato come persona di contatto del profugo Raiu Ioan,
in Inghilterra, il quale sta svolgendo attivit di spionaggio contro il nostro
paese. La decisione di apertura del dossier di verifica su Silviu Dragomir,
30 gennaio 1958, in CNSAS, il dossier Silviu Dragomir, I 513, p. 8.

87
che il lord inglese un giorno aveva abbandonato la delegazione
per qualche ora, e che si era messo in contatto con diverse persone
che avevano avuto incarichi nei governi interbellici
15
. Bench non
offrisse altri dettagli sulle persone incontrate dal delegato inglese,
linformatore ha dichiarato nel rapporto consegnato alla Securitate
che questultimo aveva un elenco con i nomi di alcune persone di
Cluj, tra i quali cera anche Silviu Dragomir. Il fatto che accanto a
questo nome ci fosse un segno a matita, aveva persuaso
linformatore che i due si fossero incontrati
16
. Dopo questo
avvenimento, la Direzione Regionale Cluj che funzionava presso
il Ministero degli Affari Esteri ha inoltrato il rapporto no.
221/21210 del 16 ottobre 1957 alla Direzione II del Ministero
degli Affari Interni, nel quale presentava la situazione emersa
durante la visita della delegazione parlamentare inglese a Cluj. La
Direzione II del Ministero degli Affari Interni, con il telegramma
no. 488 del 29 ottobre 1957, firmata dal tenentecolonnello
Holingher, dieci giorni dopo aver ricevuto il rapporto da Cluj,
chiedeva alla Direzione Regionale Cluj di comunicare
urgentemente il risultato dellidentificazione e della verifica dei
sopranominati Agrbiceanu Ion e Dragomir
17
. In meno di un
mese dalla richiesta rivolta dalla Direzione II di Bucarest, la
Direzione Regionale di Cluj rilascia una prima nota su Silviu
Dragomir
18
. La nota comprendeva una presentazione generale
dellattivit politica e scientifica svolta dallo storico nel periodo
interbellico e nei primi anni del dopoguerra. Interessante il fatto
che i dati siano stati ricavati dal dossier del Servizio C, no. 4

15
Ibidem, p. 18.
16
Il Lord Oswald St. possedeva un elenco con i nomi di varie persone, tra le
quali fu identificato anche DRAGOMIR SILVIU, con il quale si suppone
fosse entrato in contatto, ma non si conosce il motivo (La decisione di
apertura del dossier di verifica su Silviu Dragomir, 30 gennaio 1958, in
Ibidem, p. 8).
17
Telegramma. Alla DIR. REG. M.A.I. Cluj, Ibidem, p. 18.
18
Nota riguardante la persona del nominato DRAGOMIR SILVIU, 21 XI 1957,
Ibidem, p. 11.

88
202, in base al quale si era deciso, molto probabilmente, il
trasferimento dello storico da Caransebe nel carcere di Sighet e il
prolungamento della detenzione. Lufficiale notava la
partecipazione di Silviu Dragomir al governo Goga-Cuza,
lattivit svolta nellambito dellAssociazione Romeno-
Americana tra gli anni 1945-1946, il suo coinvolgimento nel
processo agli ex dirigenti della Banca Agraria di Cluj, la condanna
e la prigionia a Caransebe e la detenzione a Sighet. Possiamo
rilevare che nella nota il nome dello storico spesso associato con
il Partito Nazionale Contadino e con persone messe sotto
osservazione dalla Sicurezza dello Stato. Cos succede anche
quando si parla della Banca Agraria di Cluj dove, tra parentesi,
lufficiale scrive che si tratta della banca del Partito Nazionale
Contadino, ma anche nel caso dei rapporti di amicizia con Emil
Sabu, ex redattore di alcuni giornali del PN, che ha rapporti di
parentela con Ion Raiu, in quel periodo rifugiato in Inghilterra, e
con Vasile Tara, ex direttore della Banca Agraria di Cluj, che era
la persona di contatto dellex console inglese a Cluj
19
. Con la
lettera no. 222/21 348 del 17 dicembre 1957 la Direzione
Generale Cluj inviava alla Direzione II di Bucarest le
informazioni richieste
20
. In generale, il rapporto contiene
informazioni simili alla nota interna del 21 novembre. La novit
consiste nella valutazione della situazione in cui si trovava Silviu
Dragomir in quel momento: Adesso viene utilizzato per certi
lavori a carattere storico dallIstituto di Storia di Cluj
21
.
Oltre alle informazioni con carattere biografico, c da
rilevare linteresse delle autorit per lattivit politica svolta dallo
storico nel periodo interbellico e per le relazioni stabilite con gli
uomini politici del passato sia romeni che stranieri. La Securitate
ha proceduto a unazione di verifica di Silviu Dragomir per

19
Ibidem.
20
Lettera della Direzione Regionale Cluj, del 17 dicembre 1957, indirizzata
al Ministero degli Affari Interni. Direzione II Bucarest, Ibidem, pp. 19-20.
21
Ibidem, p. 20.

89
ottenere informazioni sullattivit politica svolta nel periodo
interbellico. Le informazioni riguardanti lo storico sono state
ottenute con grande difficolt, perch una volta uscito dal carcere
lo storico era vissuto abbastanza isolato e non era stato messo
sotto osservazione dal servizio. Esiste, tuttavia, un dossier a nome
di Dragomir in carico alla Sezione C, ed anche un certo
interesse, collaterale, come abbiamo visto, per lo storico.
Dai dati ottenuti fino a quel momento risultava che lo
storico era stato implicato in politica, aveva ricoperto cariche
pubbliche nei regimi politici interbellici ed era stato membro del
Partito Nazionale Contadino
22
. Silviu Dragomir ha fatto politica e
ha effettivamente ricoperto cariche importanti per un breve
periodo di tempo, ma non era stato membro del Partito Nazionale
Contadino. Il tragitto politico di Silviu Dragomir era diverso,
essendo stato membro del Partido Nazionale Cristiano guidato da
Octavian Goga nel periodo in cui ricopr cariche ministeriali, poi
diventando membro del Fronte della Rinascita Nazionale, se
prendiamo sempre in considerazione il periodo in cui ricopr
cariche ministeriali. Lo storico fu anche Segretario di Stato per le
minoranze, con poteri di ministro, nel periodo in cui Octavian
Goga era primo ministro, e poi ministro delle minoranze da parte
del Fronte della Rinascita Nazionale. Non fu mai tuttavia membro
del Partito Nazionale Contadino.
Interessante per capire i mecanismi del regime comunista
anche lannotazione del fatto che lo storico fosse stato membro
fondatore dellAssociazione Romeno-Americana. Ovviamente,
ci incrementava i sospetti da parte delle autorit. Nella nota di
verifica esiste anche una breve presentazione dellattivit
scientifica svolta da Silviu Dragomir, con speciale riguardo al
periodo 1937-1945, ma anche informazioni sui legami avuti con

22
Verificandosi lattivit svolta nel passato da Dragomir Silviu, risult che
egli fu membro di spicco del P.N., ex ministro nel governo P.N.. e membro
fondatore dellAssociazione Romeno-Americana di Sibiu e poi di Cluj
(Ibidem, p. 8).

90
altri storici ocidentali
23
. C da rilevare inoltre la presenza di
numerosi errori riguardanti Dragomir nei documenti del Servizio
di Sicurezza. Come abbiamo visto, la sua attivit politica viene
collegata al Partito Nazionale Contadino, dal periodo della
detenzione a Sighet sono esclusi i primi anni, e il luogo di nascita
indicato come Curaada invece di Gurasada, comera invece
corretto.
Le informazioni raccolte su Silviu Dragomir erano in
grado di destare sospetti nella Securitate. In quel periodo, lo
ricordiamo, chi aveva fatto politica nel periodo interbellico o negli
anni del maresciallo Ion Antonescu, era considerato un nemico o
un potenziale nemico del regime comunista. I comunisti hanno
criticato e condannato, soprattutto dopo aver conseguito il potere,
i regimi politici del periodo interbellico. Allo stesso modo, i
legami politici o professionali che gli intellettuali o gli uomini di
scienza avevano stabilito nel periodo interbellico con il potere
politico, non erano visti di buon occhio.
Di conseguenza, il capitano Nicolae Pra e il tenente Ioan
Sliteanu presentano, il 30 gennaio 1958, al capo della direzione,
il tenente colonnello Iosif Breban, la proposta dellapertura di un
dossier di verifica per Silviu Dragomir, in seguito alle
informazioni conseguite sullo storico
24
. Da quanto detto sopra
conclude lufficiale, risulta che Silviu Dragomir sospettato di
attivit informativa a favore del servizio di spionaggio inglese,
perci sar sottoposto a osservazione operativa in quanto sospetto
di spionaggio
25
. Per stabilire la colpevolezza o, al contrario,
linnocenza di Silviu Dragomir, gli ufficiali propongono, nel
tipico linguaggio dellepoca, di stabilire dei dati che confermino

23
Viene considerato unei dei pi seri specialisti nei problemi transilvani,
ragione per la quale nel periodo 1937-1944 ebbe un ricca corrispondenza con
la cerchia dei francesi e degli inglesi, essendo amico di Seaton-Watson
(Ibidem, p. 9).
24
Ibidem, pp. 8-9.
25
Ibidem, p. 9.

91
o neghino i sospetti che si addensano sopra la sua persona. [].
La verifica si sarebbe svolta tra il 10 febbraio e il 10 agosto del
1958
26
.
La proposta viene accolta dal capo della Direzione
Regionale Cluj del Ministero degli Affari Interni, il tenente
colonnello Breban. Al momento della firma del documento,
lufficiale superiore annot la seguente frase: Che si tenga conto
della sua et
27
. Si pu ipotizzare, a questo proposito, lesistenza
di intenzioni sincere e umane da parte del tenente colonnello Iosif
Breban. Analizzando la frase nel contesto dellepoca, il messaggio
trasmesso piuttosto quello di indurre gli ufficiali alla prudenza,
proprio per non complicare inutilmente le cose.
La decisione di aprire un dossier di verifica a nome di
Silviu Dragomir stata presa in seguito ad una intensa
corrispondenza con la Direzione II di Bucarest allinterno del
Ministero degli Affari Interni, e evidentemente dopo una verifica
preliminare sullo storico.
Nello stesso periodo, Dragomir fu sorvegliato anche
indirettamente, finendo sotto osservazione da parte degli organi
dello stato a causa dei suoi ottimi rapporti con Iuliu Moldovan
28
,
sul quale era stato aperto un dossier di pedinamento.

2. Gli ufficiali e gli agenti

Silviu Dragomir ha goduto di unattenzione speciale da
parte degli ufficiali della Securitate, bench fosse pedinato
solamente allinterno di un dossier di verifica. Undici ufficiali
della Securitate si sono occupati dello storico di Cluj
nellintervallo tra il febbraio 1958 e il 22 febbraio del 1962,
durante le verifiche riguardanti il problema di spionaggio a favore

26
Ibidem, p. 8.
27
Ibidem.
28
Silviu Dragomir presente come contatto nel dossier individuale no. 743
riguardante Iuliu Moldovan, in CNSAS, Dossier I 512/1, p. 1.

92
dellInghilterra, quelle allinterno del suo vecchio fascicolo in
qualit di ex membro del governo Goga-Cuza e, collateralmente,
allinterno del dossier aperto a nome di Iuliu Moldovan.
Troviamo informazioni sugli ufficiali che sorvegliarono Dragomir
sia nei rapporti redatti da loro stessi sia nelle note informative
fornite dai collaboratori della Securitate. Nel dossier di Silviu
Dragomir sono menzionati i seguenti ufficiali della Securitate: il
capitano Alexandru Pere, che ha scritto un nota su Dragomir; il
maggiore Ioan Hanche, che ha partecipato a tre incontri con gli
agenti che fornivano informazioni sullo storico; il capitano Ilie
Pucu, che stato presente a due incontri; il capitano Ioan
Gocan, presente ad un incontro con un agente; il capitano Ioan
Cbulea, presente ad un unico incontro; il capitano Constantin
Ciubotar, che ha partecipato a due incontri; il tenente maggiore
Constantin Banciu, che ha scritto una nota e ha partecipato a 5
incontri con gli agenti; il tenente maggiore Ioan Sliteanu, che ha
steso una nota e ha partecipato a 10 incontri; il tenente maggiore
Nicolae Domnia presente a due incontri con gli agenti; il tenente
maggiore Emil Mrgineanu presente ad un incontro; il tenente
Andrei Maroi, che ha partecipato solo ad un incontro.
Nella maggior parte dei casi lattivit degli ufficiali si
limita a uno, al massimo due incontri con gli agenti e alla stesura
di un rapporto per i loro superiori. Esistono per anche delle
eccezioni! Il tenente Sliteanu, uno degli ufficiali che si
occupavano dello storico, ha partecipato a 10 incontri e ha scritto
una nota informativa per i suoi superiori, come ha fatto anche il
tenente maggiore Constantin Banciu che ha steso una nota e ha
partecipato a 5 incontri con gli informatori della Securitate. Erano
entrambi ufficiali incaricati di risolvere il dossier dello storico in
pensione. Tranne il maggiore Hanche che ha partecipato a tre
incontri e i capitani Pucau e Gocan che hanno cercato di
ottenere informazioni, tramite gli agenti, da Silviu Dragomir su
Iuliu Moldovan, gli altri otto erano coinvolti nellattivit di
reperimento delle prove allinterno del dossier di verifica su Silviu
Dragomir riguardante il problema dello spionaggio inglese.

93
Perch assistiamo ad una mobilitazione cos imponente
nel caso di Silviu Dragomir? Molto probabilmente, il gran
numero di ufficiali che lavorarono a questo caso dovuto al
fatto che, in quel momento, Silviu Dragomir viveva molto
isolato ed entrava in contatto con poche persone di fiducia. La
Securitate fu obbligata a usare tutti gli ufficiali che avevano
collaboratori tra le persone dellambiente familiare di
Dragomir.
Un altro possibile indizio sullinteresse dimostrato dalla
Securitate per lo storico potrebbe essere costituito dal grado e
dalla posizione gerarchica degli ufficiali coinvolti nel processo di
verifica. Gli ufficiali che hanno lavorato per il dossier di Iuliu
Moldovan, dove Silviu Dragomir era un personaggio secondario,
avevano gradi superiori. Non crediamo che sia solo una
coincidenza. Lesperienza di questi ufficiali aveva indotto i loro
superiori a utilizzarli per risolvere i casi pi importanti. Nel
dossier di verifica su Iuliu Moldovan, la Securitate voleva trovare
dati sulla reticulina, prodotto inventato dal medico e molto
apprezzato allepoca. Alcune note e relazioni fornite dagli ufficiali
arrivarono al Ministero dellInterno, al primo segretario della
regione Cluj e al capo della Securitate, il che dimostra linteresse
del regime per Iuliu Moldovan e per le sue scoperte scientifiche.
In altre parole, il regime comunista cercava soluzioni, almeno in
questo caso, per la reintegrazione degli specialisti del periodo
interbellico, anche se alcuni di loro non si erano conformati dal
punto di vista ideologico.
La Securitate si avvalse di agenti/informatori per
raccogliere informazioni sullattivit svolta da Dragomir.
difficile stabilire, allo stato attuale delle ricerche, la vera identit
degli agenti. E non ci proponiamo di farlo. Ci interessa, invece,
stabilire il modo in cui la Securitate ag nel caso di Dragomir.
Dal punto di visto metodologico, dobbiamo precisare che
le note informative sono state analizzate ed interpretate nel
contesto generale dellepoca. La nostra attenzione si rivolge a
tutte le persone ricordate nelle note informative scritte dagli agenti

94
Sanda Predescu, Ernest Szarka, Axinteanu e Ionescu, menzionati
nel rapporto finale della Securitate
29
.
Allo stesso modo, un futuro lavoro di identificazione degli
informatori dovrebbe essere accompagnato dallanalisi del
contesto e delle ragioni che hanno portato alla collaborazione,
nonch a unattenta verifica delle informazioni stesse. Alcuni
informatori offrono dati veridici sulla persona sorvegliata dalla
Securitate, e dal testo traspare spesso anche una certa simpatia nei
confronti del personaggio pedinato, altri invece offrono spesso
informazioni e apprezzamenti tendenziosi.
Accanto agli informatori gi nominati vi furono anche
altri agenti che hanno redatto note su Silviu Dragomir, cosicch il
numero degli agenti salirebbe a 13. Dobbiamo essere prudenti
tuttavia nellanalisi delle cifre, giacch in alcuni casi un agente
poteva avere uno, due o persino tre nomi in codice. Dallanalisi
quantitativa delle note informative risulta la seguente situazione:
Ernest Szarka ha contribuito con tre note, Ion Baciu con una nota,
Voicu con tre, Vasile Ionescu con tre, Tudor con una, Pnzaru
con tre, Axinteanu con una, Chioreanu con una, Radu Ionescu con
una, Sanda Predescu con due note, Emil Isaia con una nota,
Lucreiu con tre note e Marian con una nota. Gli agenti Lucreiu e
Marian consegnarono alla Securitate note nel dossier di
pedinamento di Iuliu Moldovan, lagente Tudor in tutti e due, e il
resto degli agenti nel dossier di verifica di Silviu Dragomir.
Tra il pedinato, in questo caso Silviu Dragomir, gli
informatori e gli ufficiali della Securitate esistevano o si erano
stabiliti, nel corso del tempo, rapporti piuttosto speciali. I rapporti
fra il sorvegliato e gli informatori erano solitamente normali
rapporti collegiali o addirittura di amicizia. In ogni caso, i buoni
rapporti favorivano lottenimento delle informazioni richieste
dallufficiale della Securitate. Lagente dirigeva la conversazione
sugli argomenti stabiliti in precedenza dallufficiale della

29
Decisione di chiusura del dossier di verifica 738 riguardante Dragomir
Silviu, del 28 luglio 1960, in Idem, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, p. 6.

95
Securitate, cossich i pensieri pi intimi, i progetti personali e
professionali del pedinato venivano a conoscenza della Securitate.
Si stabiliva in questo modo un rapporto tra il sorvegliato e gli
ufficiali della Securitate, intermediato dagli agenti, allinsaputa
dellinteressato.
Legami speciali si crearono anche tra gli ufficiali della
Securitate e gli informatori. Allo stato attuale della ricerca si
conoscono i nomi degli ufficiali che rispondevano dei vari agenti.
Il tenente maggiore Sliteanu era in contatto con gli agenti Ernest
Sarka, Emil Isaia e Ion Baciu, il tenente maggiore Constantin
Banciu era in contatto con gli agenti Voicu e Sanda Predescu, il
tenente maggiore Nicolae Domnia con lagente Vasile Ionescu, il
capitano Traian Cbulea con lagente Tudor, lagente Pnzaru con
il capitano Constantin Ciubotariu, lagente Axinteanu con il
tenente maggiore Emil Mrgineanu, Chioreanu con il tenente
Emil Sliteanu, Radu Ionescu con Andrei Maroi, lagente
Lucreiu con il maggiore Ioan Hanche e con il capitano Ilie
Pucau, e lagente Marian con il capitano Ioan Gocan. Gli agenti
possiedono tutti un nome in codice, rendendo difficile se non
impossibile lidentificazione dei loro veri nomi. Siamo piuttosto
interessati a decifrare il meccanismo operativo della Securitate nel
caso dello storico Silviu Dragomir. Dal momento che non
conosciamo i nomi reali degli agenti, quindi la loro vera identit,
siamo obbligati a cercare indizi sulla loro professione o sul posto
di lavoro, per chiarire, per quanto sia possibile, i rapporti tra il
pedinato e gli informatori.
Dalle fonti documentarie a nostra disposizione possiamo
stabilire, in alcuni casi, quali furono i rapporti tra gli agenti della
Securitate e il pedinato, noch il posto di lavoro o la qualifica
dellinformatore. Per esempio, lagente Voicu, nella nota
informativa su Sabin Belu del 21 maggio 1958 scriveva:

In generale non ha creato troppa agitazione riguardo a questi
avvenimenti nellambito dellistituto. Ultimamente venuto pi tardi
allistituto []. Ho notato ultimamente dal prof. Silviu Dragomir un

96
maggior numero di persone che non conosco e con le quali si trattiene
pi a lungo
30
.

Nella nota del 10 febbraio 1959 linformatore Vasile
Ionescu notava: Il 10 febbraio, quando la fonte era sul punto di
andare a casa, M. [ihail] Dan, con il quale faccio la stessa strada a
mezzogiorno, gli disse: Dobbiamo passare da Silviu Dragomir
[...]. Quando sono scesi, Dan Mihail ha suonato il campanello di
Silviu Dragomir
31
. Nel caso di questi due agenti, lipotesi pi
verosimile che siano colleghi di lavoro di Silviu Dragomir
allIstituto di Storia. Lagente Radu Ionescu registrava in
conclusione della nota informativa consegnata alla Securitate il 28
aprile 1958: Nel modo del tutto vago e tangenziale in cui lo
conosco come bibliotecario, non posso fare altro che condividere
questi pareri
32
. La nota ci svela, senza alcun dubbio, la qualifica
dellinformatore. Per conto suo, lagente Ernest Sarca, nella nota
del 25 giugno 1960 annotava: Nel giorno del 25 VI ho fatto una
visita a Silviu Dragomir, con il quale ho parlato di alcuni
argomenti storici riguardanti i Monti Apuseni, sui quali egli
redige un lavoro, su richiesta dellAccademia della Repubblica
Popolare Romena
33
.
Il 2 dicembre 1960, lagente Lucreiu scriveva nella nota
informativa:

Interrogato sulla discussione avvenuta allAccademia RPR riguardante
il Trattato di storia della Romania, il nominato Dragomir Silviu ha
detto che gli hanno chiesto di prendere parola, ha preso la parola e ha
parlato bene, dato che alla fine della seduta Daicoviciu venuto da lui
e gli ha fatto i complimenti. [] Lagente ha scritto una recensione al
libro di Silviu Dragomir, I Valacchi del nord della Penisola Balcanica
nel medio evo
34
.

30
Nota informativa. La fonte Voicu, 21 maggio 1958, in Ibidem, p. 40.
31
Nota informativa. La fonte Ionescu Vasile, 16 II 1959, in Ibidem, p. 65.
32
Nota informativa. La fonte Ionescu Radu, 28 IV 1958, in Ibidem, p. 85.
33
Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 25 VI 1969, in Ibidem, p. 76.
34
Nota informativa. La fonte Lucreiu, 2 dicembre 1960, in Ibidem, p. 32.

97
Si tratta di persone che, molto probabilmente, erano
storici di professione. Potevano essere colleghi dellIstituto di
Storia, ricercatori presso altri istituti oppure professori
universitari. Lagente Tudor, nella nota informativa del 5
dicembre 1960, registrava: Ad ogni modo, per i problemi in
cui teme di scivolare sulla linea nazionalista, ci consulta a noi,
dellIstituto di Storia
35
. Dal contenuto delle note informative,
molto rigorose ed esatte in quello che riguarda la biografia di
Silviu Dragomir e i suoi temi di ricerca, possiamo supporre che
pure gli agenti Axinteanu e Chioreanu erano storici o lavoravono
nel campo delle scienze socio-umanistiche. Questipotesi ha
come fondamento il fatto che la Securitate riusc ad entrare con
molt difficolt nellentourage di Silviu Dragomir. Ci riusc
soltanto con laiuto di alcuni storici e intellettuali di Cluj, che
spesso andavano a parlare con lo storico. Abbiamo un indizio
sullagente Emil Isaia, che dichiara senza problemi il contesto in
cui ha conosciuto lo storico
36
. Linformatrice Sanda Predescu,
persona vicina allambiente della famiglia Vtianu, ambiente
da cui ricav informazioni su Silviu Dragomir, ha una situazione
piuttosto speciale, e non possiamo pronunciarci sulla sua
professione
37
. Probabilmente lagente Marian, che solo
tangenzialmente entra in rapporto con Silviu Dragomir,
proveniva da un ambiente diverso.

3. Limmagine di Silviu Dragomir

Nel presente lavoro intendiamo, innanzi tutto, ricostruire
limmagine di Silviu Dragomir cos come essa si delinea in base

35
Nota informativa. La fonte Tudor, 5 XI 1960, in Ibidem, p. 120.
36
Ho conosciuto Silviu Dragomir tra il 1940 e il 1944 nella redazione della
rivista Il campo della libert, guidata dal poeta transilvano Vlaicu Brna []
Qui ho collaborato anchio con una o due note riguardanti i problemi
transilvani (Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dicembre 1957, in
Ibidem, p. 95).
37
Nota informativa. La fonte Sanda Predescu, 22 I 1958, in Ibidem, p. 93.

98
alle note informative. Da un punto di vista metodologico,
abbiamo confrontato costantemente le informazioni contenute
nelle note informative, con altri tipi di fonti, quali la
corrispondenza, gli studi editi e inediti, con il laboratorio dello
storico in generale. Inoltre abbiamo comparato le affermazioni
di Silviu Dragomir, pronunciate in diverse occasioni, con il
punto di vista espresso dallagente e dagli ufficiali della
Securitate, per stabilire in che misura quello che dichiarava il
pedinato poteva essere credibile per la Securitate.
Le note informative possono essere suddivise in due
categorie, e cio, da una parte le caratterizzazioni dello storico
fatte in generale da persone che lhanno conosciuto, dallaltra
le note risultanti dalle conversazioni dirette tra gli agenti e il
sorvegliato. Entrambe sono importanti per il nostro scopo. Le
prime mettono in rilievo il modo in cui Silviu Dragomir veniva
percepito dagli intellettuali di Cluj dopo la sua liberazione. Le
note che risultano dalle conversazioni con Silviu Dragomir ci
offrono invece informazioni sui pensieri e sui progetti dello
storico, sulla sua condotta nel contesto delle nuove realt
politiche, sul suo atteggiamento rispetto alla nuova storiografia.
Dallo studio delle note informative si delineano diverse
direzioni di ricerca. In primo luogo vi sono le informazioni che
riguardano lattivit svolta da Dragomir nel periodo interbellico
e subito dopo la guerra. Tali informazioni offrono interessanti
ragguagli anche sulle preoccupazioni scientifiche e sui rapporti
dello storico con gli ex colleghi delluniversit. Non da ultimo,
possediamo una serie di dati sul modo in cui Silviu Dragomir
commentava gli avvenimenti politici dellepoca, in risposta a
domande precise rivoltegli dagli informatori.
I commenti sulla sua attivit sono in genere favorevoli, i
suoi colleghi e gli ex studenti riconoscono la sua competenza.
Ho conosciuto Silviu Dragomir negli anni 1940-1944 nella
redazione della rivista Il Campo della Libert scriveva
lagente Emil Isaia nella nota del 30 dicembre 1957. Silviu

99
Dragomir godeva di grande stima, essendo uno dei pi rinomati
esperti nei problemi transilvani, una personalit di spicco a
livello internazionale in questo campo []
38
.
Lagente Chiorenu registrava il 27 novembre 1958:

Nel 1929 quando stata fondata lUniversit romena di Cluj, egli
fu assunto come professore alla Facolt di Lingue e Filosofia [].
In politica non ha svolto alcuna attivit di spicco. Si dedicato per
lo pi alle scienze storiche e ha scritto importanti lavori. stato
nominato membro dellAccademia. Verso gli anni 1940-1944
dirige a Sibiu una rivista storica molto apprezzata. Dopo il 1944 si
stabilito di nuovo a Cluj
39
.

Lagente Ionescu Radu considerava Silviu Dragomir il
pi autorevole ed erudito conoscitore della Rivoluzione del
1848 in Transilvania, fatto comprovato dai suoi pregevoli
contributi scientifici
40
.
In una nota informativa degli inizi del 1960, lagente
Pnzaru tracciava il seguente ritratto:

In quanto distinto professore di teologia e storico con grandi pregi,
nel marzo del 1919 fu chiamato come professore alla Facolt di
Lettere dellUniversit di Cluj dove ha tenuto il corso di Storia dei
popoli del sud-est europeo. Silviu Dragomir era considerato
allunanimit uno studioso molto colto e uno dei pi rinomati
professori dellUniversit. Fu altres membro attivo
dellAccademia
41
.

Linformatore Axinteanu critica invece lattivit di
Silviu Dragomir. In una nota di quattro pagine lagente traccia
una descrizone pienamente conforme allo spirito e al
linguaggio dellepoca:


38
Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dicembre 1957, in Ibidem, p. 95.
39
Nota informativa. La fonte Chioreanu, 27 XI 1958, in Ibidem, p. 86.
40
Nota informativa. La fonte Ionescu Radu, 28 IV 1957, in Ibidem, p. 88.
41
Nota informativa. La fonte Pnzaru, 26 VII 1957, in Ibidem, p. 97.

100
Ha rappresentato lorientamento nazionalistico-clericale della ricerca
storica. Fu un uomo politico reazionario, con importanti incarichi
nellapparato dello stato capitalistico-borghese (ex ministro ecc.).
Forn i principali documenti della propaganda antiungherese in campo
storico
42
.

Se valutiamo il linguaggio e le espressioni tipiche del
materialismo dialettico, possiamo affermare che si tratta,
indubbiamente, di uno storico formatosi nel nuovo regime politico
o che si comunque adeguato alla nuova realt. Lagente critica
lorientamento nazionalista, molto comune allepoca, presente
negli scritti di Dragomir del periodo interbellico. Di qui, mancava
solo un passo per muovergli laccusa di propaganda
antiungherese. Allo stesso modo, linteresse dello storico per i
romeni del Nord-ovest della Penisola Balcanica viene etichettato
dallinformatore come un sostegno alla politica espansionistica
della borghesia capitalistica romena
43
. Commentando le opere
dello storico sullunione dei romeni con la Chiesa di Roma, il
medesimo agente considera lautore un ortodosso fanatico, che
fa della Chiesa Ortodossa la principale rappresentante degli
interessi nazionali del popolo romeno
44
.
Gli agenti consegnano informazioni anche su un momento
cruciale nellesistenza dello storico, il periodo della sua
detenzione a Caransebe e a Sighet. La Securitate era piuttosto
interessata ai racconti che lo storico poteva fare sulla propria
detenzione. In questo senso, lagente Pnzaru scriveva:

Nel 1948 viene licenziato dallinsegnamento e collocato in pensione a
causa dellattivit politica svolta in passato. Dato il suo
coinvolgimento nel 1948 in un processo fiscale/penale degli ex
dirigenti della Banca Agraria ricevette una condanna di un anno

42
Nota informativa. La fonte Axinteanu, 3 IX 1958, in Ibidem, p. 78.
43
Il nominato Silviu Dragomir stato il sostenitore della politica di
espansione dellalta borghesia romena con i suoi studi che attirano
lattenzione sui romeni allestero (Ibidem, p. 80).
44
Ibidem, p. 78.

101
oppure un anno e mezzo di carcere scontata a Caransebe, e in
seguito, in qualit di ex ministro, a Sighet, donde fu liberato nel 1955.
Sul regime della sua detenzione, Silviu Dragomir non parla affatto.
Quando gli viene chiesto comera, risponde come in carcere e
cambiava discorso. prudente in tutte le sue manifestazioni ed evita di
parlare di politica
45
.

Dallinformazione fornita, lagente dimostra di essere al
corrente dellesperienza difficile vissuta dallo storico. In pi, per
mezzo di affermazioni sfumate, riesce a presentare i veri motivi
per i quali Dragomir era stato licenziato dallinsegnamento e
collocato in pensione prima del compimento dellet legale.
Anche lagente Pnzaru intuisce il vero motivo per il quale
Dragomir era stato incarcerato a Sighet e cio per aver ricoperto
la carica di ministro nei governi interbellici. La sofferenza e
lesperienza di Sighet indussero lo storico ad essere molto
prudente, il che viene notato anche dallagente.
Lagente Emil Isaia, nella nota informativa della fine
dellanno 1957, dimostra di essere meno informato sul periodo
della detenzione
46
. Potrebbe essere la prova che lagente non era
uno della cerchia familiare dello storico. Cos come non lo era
lagente Radu Ionescu, il quale sapeva che lo storico era stato in
prigione, ma non rilascia altri commenti
47
.
Lassunzione dello storico presso lIstituto di Storia
considerata dalla maggior parte degli agenti che ne parlano come
un fatto normale, una riparazione. Il prof. Silviu Dragomir
scrive lagente Pnzaru un pensionato in et di oltre 70 anni
e lavora a contratto presso lIstituto di Storia, dove collabora alle

45
Nota informativa. La fonte Pnzaru, 26 VII 1957, Ibidem, pp. 97-98.
46
So che stato saltato e rinchiuso verso gli anni 1950-1954, dopo la
liberazione vive per quanto ne sappia io isolato e non si lancia in
discussioni, in strada, con nessuna delle sue conoscenze superficiali (Nota
informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dicembre 1957, Ibidem, p. 95).
47
Fino a qualche anno fa stato rinchiuso in quanto ex uomo di stato mi
sembra che sia stato una volta sottosegretario presso un ministero borghese
(Nota informativa. La fonte Ionescu Radu, 28 IV 1958, Ibidem, p. 85).

102
opere storiche
48
. In unaltra nota, lo stesso agente parla anche dei
veri motivi che indussero il regime a ricorrere a Silviu
Dragomir
49
. A sua volta, lagente Chioreanu riferisce: Oggi
lavora per conto dellAccademia ad alcuni problemi di storia
concernenti la Transilvania e abita nella casa dellAccademia
50
.
Lagente Voicu costituisce invece leccezione. Questi scrive:

Il Prof. Dragomir Silviu lavora sotto la guida diretta del prof. Oetea.
Non ha alcun contatto nellIstituto tranne il prof. Pascu tefan e il
direttore dellIstituto. Certamente non con la sua attivit scientifica
che potrebbe portare danni al regime. Il suo isolamento tuttavia
potrebbe permettergli azioni dannose di altro genere, nel caso che non
abbia ancora messo la testa a posto. Il suo ufficio si trova nelledificio
che d sulla strada Jokai e la direzione ha arrangiato la questione in
modo tale che questo individuo non pu essere disturbato da alcun
estraneo, da una persona che non appartenga cio al suo ambiente
reazionario
51
.

Dal testo risalta chiaramente linsoddisfazione dellagente
per il fatto che Silviu Dragomir, ex reazionario, gode
dellappoggio dellaccademico Andrei Oetea, di tefan Pascu e
del direttore dellIstituto di Cluj. Linformatore faceva parte,
molto probabilmente, della nuova generazione di storici, oppure si
era convertito alla nuova realt. Educato nello spirito dellodio
verso gli intellettuali del vecchio regime, lagente accetta con
difficolt il fatto che il regime comunista avesse bisogno delle

48
Nota informativa. La fonte Pnzaru, 18 III 1960, Ibidem, p. 74.
49
In primavera fu chiamato al Min[istero] dellInseg[namento] e gli viene
chiesto di redigere alcuni lavori storici concernenti i diritti dei romeni
sullArdeal, per rispondere alla propaganda dei rifugiati magiari allestero
(Nota informativa. La fonte Pnzaru, 26 VII 1957, in Ibidem, p. 97.) Lagente
Sarca Ernest, nella nota informativa del 17 V 1960 scriveva: Silviu
Dragomir lavora regolarmente allAccademia R.P.R e nei giorni liberi ha
ripreso la sua vecchia passione, la pesca (Nota informativa. La fonte Sarca
Ernest, 17 V 1960 , in Ibidem, p. 77).
50
Nota informativa. La fonte Chioreanu, 27 XI 1958, Ibidem, p. 86.
51
Nota informativa. La fonte Voicu, 1 III 1958, Ibidem, p. 90.

103
loro conoscenze professionali. Di conseguenza, linformatore
dimostra un sospetto quasi malsano nei confronti dello storico
borghese, ex detenuto, che potrebbe compiere azioni dannose
contro il regime. Lagente Voicu rivolge, inoltre, una frecciata
critica anche ai dirigenti dellIstituto di Storia di Cluj, considerati
colpevoli di aver assunto Dragomir.

4. Piani di lavoro

Silviu Dragomir riprese timidamente latttivit scientifica
nel 1955, quando fu assunto come collaboratore esterno allinizio
e poi come ricercatore scientifico permanente allIstituto di Storia
e Archeologia di Cluj
52
. La nuova situazione fu rilevata dagli
informatori. La collaborazione e poi lassunzione presso listituto
significava moltisissimo per lo storico dal punto di vista
finanziario, professionale e umano. Senza pensione, di salute
precaria, Silviu Dragomir poteva in questo modo mantenersi e
anche continuare i suoi vecchi progetti. Ha, tuttavia, dei problemi
nelladeguarsi al nuovo modo di scrivere la storia, improntato al
materialismo dialettico e storico. Come molti altri intellettuali
romeni che hanno iniziato la loro cariera nel periodo interbellico,
anche Silviu Dragomir si trov preso nel mezzo tra la necessit di
sopravvivere e i compromessi imposti dal regime comunista. Le
accuse pi ricorrenti al suo modo di scrivere riguardavano la
componente nazionalista, e precisamente il fatto che le sue opere
appoggiassero la politica imperialista dellex regime politico e
non avessero rilevato il contributo dato dalle masse popolari. Di

52
Con la lettera della Sottosezione di Scienze dellAccademia Romena del
30 gennaio 1956, firmata da Petre Constantinescu-Iai, si comunica a Silviu
Dragomir che: discussa nella seduta del 24 gennaio 1956, la vostra domanda
di lavoro stata accolta favorevolemente e rivolta al Presidio dellAccademia
R.P.R. di Cluj. Perci, siete pregato di presentarvi allIstituto di Storia
dellAccademia R.P.R. di Cluj, per ricevere lincarico per il quale siete stato
raccomandato (A.N.-D.J. Hunedoara, Il fondo Silviu Dragomir, il dossier
92).

104
conseguenza, per evitare eventuali accuse da parte del partito,
Silviu Dragomir ha sentito il bisogno di far verificare i suoi scritti
da parte di suoi colleghi avvezzi a maneggiare il nuovo metodo e i
nuovi concetti storici. Le relazioni degli agenti descrivono a volte
in dettaglio le ansie dello storico, le conversazioni avute con
alcuni colleghi dellistituto, i loro suggerimenti affinch le sue
opere fossero accettate. Dopo lincontro avuto con il tenente
maggiore Nicolae Domnia, lagente Vasile Ionescu scriveva:

Nel giorno 17 II 1959 verso le ore 9,30 Sillviu Dragomir port alla
nostra fonte il suo lavoro che doveva consegnare a Bucarest per il
trattato di st.[oria della Romania n.n.], pregandolo di leggerlo per
individuare gli errori e precisando: perch voglio seguire lealmente il
punto di vista ufficiale []. Nel giorno 18 II a mezzogiorno, Silviu
Dragomir venuto a prendere il materiale per consegnarlo a Fotino, il
delegato venuto da Bucarest. Le dattilografe erano gi partite ed
venuto anche Pascu tefan, il responsabile di Cluj, con il materiale per
il Trattato. Ringraziando la fonte per laiuto, Silviu Dragomir ha detto
a tefan Pascu: ho provato a scrivere utilizzando questa concezione
marxista, e bench fossi molto orgoglioso di esserci riuscito, la fonte
mi ha trovato molti errori. Mi sono sottomesso e ho fatto le
correzioni. Pascu gli ha detto: sbagliando simpara. Silviu
Dragomir gli ha risposto ridendo: difficile, molto difficile,
soprattutto adesso in vecchiaia. Ma si fa quel che si pu [s. n.]
53
.

chiaro che Silviu Dragomir, cooptato in una prima fase,
tra i membri del collettivo che doveva redigere La Storia della
Romania, considerando la grande importanza del progetto per il
regime, sentiva il bisogno di consultarsi con alcuni dei suoi
collaboratori dellistituto. Nella nota informativa sono menzionati
tre storici importanti, tra i quali anche tefan Pascu, ex studente di
Dragomir, che allepoca godeva della fiducia del Partito. Le
relazioni tra i due sono molto strette, tanto che tefan Pascu aveva
pi volte presentato istanza ufficiale perch Silviu Dragomir fosse
assunto allIstituto. Nella conversazione tra i due, si possono

53
Nota informativa. La fonte Ionescu Vasile, 20 II 1959, nellArchivio
CNSAS, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, p. 66.

105
rilevare gli sforzi dello storico per comprendere il nuovo modo di
concepire linvestigazione del passato richiesta dal partito agli
storici. La fonte ci svela poi il meccanismo e le ragioni per cui si
intervenuto nel lavoro redatto da Silviu Dragomir per il terzo
volume della Storia della Romania
54
. Evidenziando gli sforzi di
Dragomir per allinearsi alle nuove direttive, la fonte sottolinea che
il problema principale che lo storico non riesce a vedere
correttamente i problemi sociali, stabilendo unidentit tra il servo
della gleba, che per Silviu Dragomir era romeno, e il nobile, che
era ungherese. Cosicch un problema sociale, precisava
linformatore, era visto dallo storico come un problema nazionale,
cosa assolutamente condannabile allepoca in Romania.
A sua volta, la fonte Tudor si esprime nel modo seguente
riguardo allattivit scientifica svolta da Silviu Dragomir
nellambito delle nuove realt politiche:

Dal materiale scritto, risulta che ha cominciato a prendere confidenza
con la concezione materialista e dialettica sulla storia del nostro popolo
e ha affermato che la storia scritta da posizioni marxiste molto pi
conveniente per lorigine e per la continuit del nostro popolo rispetto
alla storiografia borghese
55
.

Non sappiamo se Silviu Dragomir credesse veramente che
la storiografia scritta da posizioni marxiste fosse conveniente per

54
Il lavoro si intitola La Transilvania sotto la dominazione asburgica e
comprende 52 pagine dattilografate. Leggendo con attenzione lopera, la fonte
constatava che SILVIU DRAGOMIR ha tentato un approccio il pi possibile
corretto ai problemi senza riuscire tuttavia a individuare sempre con
precisione i problemi sociali e neppure a trarre le conclusioni necessarie. Non
si pu fare la distinzione tra i servi della gleba di qualsiasi nazionalit, che
avrebbero sofferto nel periodo feudale tanto come i romeni che erano sia servi
che nobili. Per S. Dragomir per servo della gleba trasilvano sintende suddito
del nobile ungherese. Questo sarebbe lerrore di fondo. Bench non lo affermi
in modo esplicito, lo si intuisce dal modo in cui viene costruita la frase. La
fonte glielo ha fatto notare e Silviu Dragomir ha apportato le correzioni,
cancellando a volte frasi intere (Ibidem).
55
Nota informativa. La fonte Tudor, 5 XI 1969, Ibidem, p. 120.

106
la storia romena. Molto probabilmente, si tratta di affermazioni
compiacenti, poich lo storico sospettava che alcuni dei suoi
colleghi potessero essere collaboratori della Securitate. Lagente
Tudor fornisce alla Securitate informazioni in cui Dragomir viene
presentato come uno storico di valore, che riuscito ad
apprendere il nuovo metodo dinvestigazione del passato e di cui
il partito aveva bisogno
56
. Il fatto che da parte politica e scientifica
si fosse ricorso alla competenza di Silviu Dragomir per scrivere
una relazione sul II volume della Storia della Romania, fatto
rilevato anche dallagente Tudor, dimostra che il regime
comprendeva che al di l delle scelte politiche dovesse valere la
competenza professionale. Inoltre lagente parla del
coinvolgimento dello storico nella traduzione di alcune opere
uscite in Ungheria, allinterno delle quali i romeni erano
menzionati solo occasionalmente
57
. Lunico problema rilevato
dallagente, a dire il vero in maniera elegante, che avrebbe potuto
danneggiare la collaborazione con Silviu Dragomir, sarebbe
linterpretazione in chiave nazionalista di alcuni problemi del

56
Sollecitato a esprimere il proprio parere sul materiale dellintero
volume II del Trattato, di cui si sono stampate le bozze, che comprende il
periodo 1000-1550, e che dovr esere discusso in dettaglio a Bucarest
intorno al 15 nov. a.c., [Dragomir] ha presentato per iscritto una relazione,
con varie osservazioni legittime, accettate dagli autori degli articoli,
sopratutto per quanto riguarda linsediamento dei magiari e dei sassoni in
Transilvania (problemi che oggi la nostra storiografia marxista tende a
vedere sotto una luce scientifica favorevole per il nostro passato e
adesso li comprendo con pi chiarezza e meglio di prima secondo le sue
(di Dragomir) parole - tuttavia in alcuni capitoli, sulla dominazione dei
bulgari a Nord del Danubio, sembra trapelare una lieve linea nazionalista
su questo problema, sul quale nemmeno gli storici marxisti sono, del
resto, in completo accordo (Ibidem).
57
Secondo alcune informazioni indirette, il prof. Silviu Dragomir sarebbe
stato incaricato dallalto (alcuni dicono dalla Sezione Culturale del Comitato
Centrale di Bucarest) di redigere relazioni sul trattato di Storia dellUngheria,
del quale sono apparsi finora tre volumi (in lingua ungherese) e in cui il
popolo romeno della Transilvania non viene rappresentato nella vera luce del
suo passato (Ibidem, pp. 120-121).

107
passato. Lagente si affretta ad aggiungere: comunque nei
problemi in cui potrebbe scivolare sulla linea nazionalista,
consulta sempre noi, dellIstituto di Storia, come ha fatto nel caso
del primo libro stampato in romeno
58
. Possiamo notare, senza
alcun dubbio, lattenzione dellinformatore a non creare a
Dragomir problemi con la Securitate. In conclusione, lagente
Tudor dichiara:

Per concludere: ci sembra che il prof. SILVIU DRAGOMIR abbia le
migliori intenzioni di servire la patria, il partito e il C. C. [Comitato
Centrale] di Bucarest, che gli ha affidato i lavori di storia sopra
menzionati, senza potersi tuttavia liberare completamente dagli influssi
della storiografia borghese, ma per evitare i suoi errori, sinforma
sempre presso gli studiosi pi esperti nel campo della storiografia
marxista
59
.

Analizzate nel contesto dellepoca, i giudizi espressi
dallagente Tudor nei confronti di Silviu Dragomir
rappresentavano un sorta di certificato da parte di uno storico che
godeva della fiducia del Partito e della Securitate.

5. Le idee politiche

La Securitate era interessata anche ai progetti professionali
intrapresi da Silviu Dragomir. Assunto come collaboratore
esterno, Dragomir riprende lentamente lattivit scientifica. Lo
storico intende pubblicare le precedenti ricerche e portare a
termine i progetti iniziati dopo la sua liberazione. Gli ufficiali
della Securitate hanno chiesto agli agenti di presentare note
informative sugli studi che Dragomir stava preparando per la
stampa. Le note informative ci rivelano uno storico ancora
ottimista, in attesa di tempi migliori che gli permettessero di
pubblicare le sue ricerche sulla Rivoluzione del 1848 e

58
Ibidem, p. 121.
59
Ibidem.

108
sullUnione dei romeni con la Chiesa di Roma. Lagente Ernest
Sarca precisava nella nota del 17 maggio 1960:

molto ottimista per come vanno le cose da noi, soprattutto dopo la
scoperta del manoscritto di Karl Marx sulla Rivoluzione del 1848
nellAustro-Ungheria [sic!], in cui Avram Iancu verrebbe
presentato come un combattente per i diritti e per la libert del
popolo, e Kossuth come un avventuriero al servizio della reazione
[...] e un altro manoscritto, scoperto nellArchivio di Amsterdam,
scritto da Engels, elogerebbe il discorso di Brnuiu, discorso che fu
tacciato da Cheresteiu nel 1948 (nella rivista La lotta di classe)
come reazionario
60
.

Silviu Dragomir sperava, a buona ragione, che la
pubblicazione di alcune opere di Marx ed Engels, che
elogiavano la lotta dei rivoluzionari romeni della Transilvania,
avrebbe convinto le autorit romene a non considerarli come
reazionari e controrivoluzionari, cos come era accaduto nei
primi anni dopo linstaurazione del regime comunista in
Romania. In unaltra nota informativa redatta dallo stesso
informatore, Silviu Dragomir si esprime con chiarezza,
dimostrando di aver compreso come funzionavano i mecanismi
del regime comunista
61
. Nello stesso spirito viene redatta la

60
Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, il 17 V 1960, in Ibidem, p. 77.
61
Durante la conversazione che ho avuto con Silviu Dragomir, egli si
dimostrato molto reticente riguardo agli eventi politici. Perci la
discussione si rivolta ai lavori che stava preparando nellambito
dellAccademia. Riferendosi alla possibilit di pubblicazione del suo
lavoro sulla Rivoluzione del 1848, egli ha espresso la speranza che
questa si sarebbe realizzata; dato che la storiografia sovietica aveva
riabilitato Avram Iancu, anche la storiografia dellla R. S. R.
[Repubblica Socialista Romena] avrebbe dovuto seguire lesempio.
Purtroppo, persistono tuttora alcuni orientamenti sinistrorsi, che non
vogliono capire la verit e presentano sopratutto gli anni 1848-1849 in
conformit con la vecchia ideologia, come il caso di Victor
Cheresteiu di Cluj (Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 24 VI
1959, Ibidem, p. 68).

109
nota dellagente Tudor alla fine del 1969
62
. Lo storico capiva
che, nel contesto dellevoluzione politica dellURSS dopo la
morte di Stalin, era solo una questione di tempo affinch il regime
politico della Romania cambiasse il proprio atteggiamento nei
confronti della storia nazionale. Inoltre, per pubblicare la sua
monografia su Avram Iancu, Dragomir era disposto a utilizzare
alcuni argomenti messi in circolazione dalla storiografia marxista
sulla Rivoluzione del 1848. Il ruolo delle masse popolari
allinterno della rivoluzione, il carattere democratico e nazionale
del movimento, erano del resto concetti ricorrenti nei saggi di
Dragomir del periodo interbellico. Erano altrettanti argomenti a
favore della pubblicazione della monografia, che lo storico
utilizz nei rapporti con le autorit politiche. Dragomir aveva
intuito i cambiamenti, ma non riusc a vedere pubblicata la sua
monografia su Avram Iancu. Il volume uscir infatti solo nel
1964, due anni dopo la morte dello storico.
Lattivit scientifica svolta dallo storico dopo la sua
liberazione, tutta quanta compresa nelle note informative scritte
dagli agenti della Securitate. Durante lincontro avuto con
lufficiale di collegamento, il capitano Cbulea Traian, al quale
aveva consegnato la nota informativa, lagente Tudor ha fornito
un resoconto delle discussioni avute con Silviu Dragomir
sullargomento delle sue ricerche
63
. Lagente osserva che

62
Dopo la scoperta in Olanda degli appunti originali di Karl Marx, nei quali
si parla in maniera favorevole delle rivendicazioni del popolo romeno di
Transilvania durante la rivoluzione, la collaborazione del prof. Dragomir si
indirizzata su questa strada, cercando di mostrare, come sostengono le masse,
dice Dragomir, la legitimit delle loro rivendicazioni e il loro inadempimento
da parte di Ludovic (Lajos) Kossuth (Nota informativa. La fonte Tudor, 5 XI
1960, in Ibidem, p. 121).
63
Trovando il prof. S. Dragomir a casa nel suo studio, ho potuto avere una
conversazione pi lunga con lui, dalla quale risultano i seguenti fatti: 1. Ha
finito la collaborazione per il trattato sulla Storia della Romania riguardante il
Settecento (il terzo capitolo del trattato), secolo che conosce in dettaglio e sul
quale era stato incaricato di scrivere alcuni capitoli []. 5. Il Prof. Dragomir
ha ricevuto lincarico di collaborare, per i documenti che conosce, e in parte

110
Dragomir stato cooptato accanto ad altri autori a redigere il terzo
volume della Storia della Romania, il suo compito essendo quello
di preparare alcuni sottocapitoli sul Settecento. Allo stesso modo,
lagente ricorda che Silviu Dragomir era stato coinvolto nel
collettivo di storia moderna, allinterno del quale doveva
preparare i volumi contenenti i documenti sulla rivoluzione del
1848-1849. Il capitolo scritto da Silviu Dragomir per il terzo
volume della Storia della Romania non fu inserito nel volume,
poich i responsabili dellopera lo considerarono non conforme
allo spirito dellepoca
64
. Similmente, gli sforzi dello storico per
continuare la serie degli Studi e documenti sulla Rivoluzione del
1848 non hanno avuto successo. Tuttavia, la sua idea di
raccogliere e pubblicare i documenti relativi alla Rivoluzione del
1848, in una nuova collana, vide la luce negli anni successivi,
sotto la direzione dellIstituto di Storia di Cluj.
Nelle note informative sono ricordati anchi altri progetti a
cui Dragomir stava lavorando. Lagente Ionescu Vasile, nella nota
informativa del 16 febbraio 1959, menziona linteresse dello
storico per Il Diploma dei Cavalieri Giovanniti e per la storia
della romanit nord-balcanica
65
. Gli interessi per i romeni del

possiede, al chiarimento del problema della Rivoluzione del 1848-1849
(Ibidem, pp. 120-121).
64
Il suo nome non comparir nel volume accanto ai capitoli scritti, poich
questi confluiranno allinterno della trattazione del compagno David Prodan,
che contribuir anche ad offrirne unadeguata interpretazione marxista.
(Ibidem, pp. 120-121).
65
L11 di febbraio, quando la fonte stava per tornare a casa, M. Dan, con il
quale faccio la stessa strada a mezzogiorno, gli disse: Dobbiamo passare da
Silviu Dragomir che vuole chiedermi di fargli le fotocopie di alcuni
documenti, se vado a Budapest. Quando sono scesi, Dan Mihai ha suonato il
campanello di Silviu Dragomir. Questi uscito e gli ha chiesto di
fotocopiargli se va a Budapest alcuni documenti riguardanti un suo lavoro
che era in corso di stampa, I Valacchi e i Morlacchi, e un altro documento su
un diploma del 1247 dei cavalieri Giovanniti, che Silviu Dragomir
considerava falso (Nota informativa. La fonte Ionescu Vasile, 10 II 1959, in
Ibidem, p. 65).

111
nord della Penisola Balcanica risalivano, del resto, ai primi anni
dopo la prima guerra mondiale, quando Dragomir pubblica alcuni
importanti saggi, come ad esempio I valacchi e i morlacchi. Studi
sulla storia della romenit balcanica. Il tema rimase una delle sue
priorit, e dopo la scarcerazione continu le sue ricerche,
preparando per la stampa il volume intitolato I Valacchi del nord
della Penisola Balcanica nel Medio Evo. Il libro usc nel 1959,
dopo intensi sforzi da parte dellautore per convincere i referenti
della necessit del lavoro e della legitimit delle conclusioni a cui
era giunto. Riguardo al diploma del 1247, Silviu Dragomir aveva
gi pronta in manoscritto una variante del lavoro Il Diploma dei
Cavalieri Giovanniti. Studio critico. Dopo il 1955 lo storico
continu le sue ricerche sul Diploma, con la speranza che lopera
potesse essere pubblicata. A causa delle conclusioni storiche a cui
era giunto, non riusc mai a pubblicare il manoscritto.
Anche lUnione dei romeni con la Chiesa di Roma,
unaltro dei temi al centro delle ricerche di Dragomir, si ritrova
nelle note informative. Lagente Lucreiu, in due note informative,
presenta i tentativi di Dragomir di pubblicare il suo saggio sulla
fondazione della Chiesa Greco-Cattolica. Nella prima nota
informativa, lagente Lucreiu scrive:

Sulla base del materiale documentario raccolto dallagente negli
Archivi di Stato di Budapest, Silviu Dragomir ha realizzato un lavoro,
Contributi alla storia dellunione dei romeni della Transilvania con la
Chiesa Cattolica, che avrebbe intenzione di pubblicare. [] In questo
senso, lagente parler con Dragomir per rivolgersi insieme al
compagno Mrgineanu (conosciuto da ambedue durante il lavoro
sullUnione con il cattolicesimo) e ottenere chiarimenti sulle
possibilit di pubblicazione[]
66
.

Linformatore mette in rilievo linteresse di Dragomir per
lUnione con la Chiesa di Roma e per le sue conseguenze,

66
Nota informativa. La fonte Lucreiu, 2 dicembre 1960, in CNSAS, il dossier
Iuliu Moldovan, I 512/1, pp. 33-34.

112
notando inoltre latteggiamento del regime nei confronti
dellargomento. Lo storico era riuscito a pubblicare, cos come
osserva anche linformatore, un saggio nella rivista Studi e
materiali di storia media, uscito nel 1959. Il saggio di cui parla
linformatore, molto pi esteso e con una sostanziosa appendice
documentaria, verr pubblicato, invece, solo nel 1962 nella rivista
La Chiesa Ortodossa Romena. Da parte sua, lo storico cercava di
trovare argomenti per convincere le autorit che lo studio
possedeva tutti i requisiti di scientificit e che la sua
pubblicazione andava nellinteresse del Paese
67
. In questo
contesto, la presenza pi pericolosa era quella dellufficiale della
Securitate, che faceva da intermediario e che aveva la possibilit
di decidere sulla pubblicazione o meno dello studio.
La Securitate era interessata, in modo particolare, alle
scelte politiche di Dragomir, ai contatti che aveva stabilito e al
suo atteggiamento nei confronti del nuovo regime politico,
certamente per verificare i sospetti relativi alle accuse di
spionaggio. Tutti questi dati potevano essere ottenuti dagli
informatori solo se coinvolgevano lo storico in determinati tipi
di discussioni. Dopo il periodo di detenzione Dragomir era
diventato, tuttavia, estramamente prudente. Tutti gli
informatori lo rilevano allunanimit
68
. Di conseguenza, gli

67
Avete incontrato delle difficolt nel pubblicare qualche lavoro? Il
suddetto Silviu Dragomir ha risposto S, il lavoro sullUnione non riesco a
consegnarlo da nessuna parte, bench questo sia il momento adatto, perch
lanno prossimo Papa Giovanni XXIII convocher il sinodo ecumenico a
Venezia, e recentemente ha investito un tal Criste come vescovo per i romeni
della Transilvania. Lho sentito io alla radio, gli hanno conferito una
legazione apostolica. Certamente, il regime attuale non lo lascer entrare, ma
al primo momento favorevole arriver in Romania e rifar la Chiesa greco-
cattolica. Ora, noi abbiamo tutto linteresse a rispondere a questi preparativi
del Vaticano, a combatterli e a pubblicare (Nota informativa. La fonte
Lucreiu, 9 XII 1960, Ibidem, pp. 35-36).
68
Dopo aggiunse ecco perch non voglio andare da nessuno e non mi piace
che qualcuno venga da me; per quanti giorni vivr ancora voglio vivere
tranquillamente perch ho sofferto abbastanza; non ha senso incontrare degli

113
ufficiali della Securitate cercano, in un primo momento, di
identificare la cerchia pi stretta degli amici, per potersi
avvicinare a Dragomir. Si tenga presente che la cerchia di
amicizie dello storico era notevolmente diminuita, gli
informatori parlano dei suoi ex colleghi di Universit e di
quelli conosciuti durante la detenzione, sopratutto Iuliu
Moldovan e tefan Mete, ai quali si aggiunge il professor
Goia e lex direttore di banca Ghircoia
69
. Lagente Pnzaru
nota che:

Una volta alla settimana si siede in un locale allaperto con i suoi amici
intimi: prof. I. Moldovan, Goia, t. Mete. Conosce sicuramente tutti i
docenti universitari della sua et, ma non li frequenta. A volte vengono
da lui le sorelle di sua moglie, che vivono a Bucarest: Tibi Man e Stela
Savu, entrambe vedove
70
.

Lagente Chioreanu rileva il fatto che ha come amici a
Cluj i colleghi di Universit Lupa, Iuliu Moldovanu, tefan
Mete ed altri. Ha un fratello a Cluj, Dragomir Alexandru, ex
avvocato
71
.
Contemporaneamente, la Securitate mette in azione i suoi
informatori, per la maggior parte, molto probabilmente, colleghi
di Dragomir. Le strategie della Securitate erano perfettamente
collaudate, consentendo, in questi casi, unazione di massima
efficacia. Agli informatori veniva chiesto da parte dellufficiale di
collegamento di consultare Silviu Dragomir su varie questioni
scientifiche oppure di offrirgli il loro aiuto nel procurargli

amici per destare sospetti (Nota informativa. La fonte Pnzaru, 28 III 1958,
in Idem, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, p. 92). So che stato
prelevato e rinchiuso negli anni 19501954, dopo la scarcerazione vive per
quanto ne sappia io molto isolato e non si lancia in discussioni, in strada,
con alcuno dei suoi conoscenti (Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30
dec. 1957, Ibidem, p. 95).
69
Nota informativa. La fonte Voicu, 1 III 1958, Ibidem, p. 90.
70
Nota informativa. La fonte Pnzaru, 18 III 1960, Ibidem, p. 95.
71
Nota informativa. La fonte Chioreanu, 27 XI 1958, Ibidem, p. 86.

114
informazioni e materiali documentari. Partendo da conversazioni
di carattere scientifico, gli informatori venivano istruiti a portare
la discussione, in un determinato momento e in una maniera ben
precisata dallufficiale, su una serie di argomenti prestabiliti
dallufficiale di collegamento, il tutto con lo scopo di mettere alla
prova il sorvegliato. Lagente Ernest Sarca scriveva, in una nota
informativa del 26 giugno 1960:

Nel giorno 22 VI ho fatto una visita a Silviu Dragomir, con il quale ho
affrontato alcuni argomenti di carattere storico, riguardanti i Monti
Apuseni, sui quali sta scrivendo un lavoro, ordinato dallAccademia. A
proposito della situazione politica internazionale S. Dragomir ha detto
solamente: Ringrazio Dio che ci siamo salvati dalla guerra e
possiamo tranquillamente badare alle nostre cose. Probabilmente la
discussione, una volta iniziata, avrebbe proseguito nella stessa
direzione, ma si dovuta interrompere perch entrata sua moglie ad
annunciare larrivo di un altro visitatore, un certo professore di storia,
venuto dalla provincia. Dato che devo ancora portargli alcuni dati che
devo cercare nei lavori di toponomia e di catasto locali, al ritorno
andr di nuovo a trovarlo, sperando di essere pi fortunati
72
.

Il testo significativo per la modalit di azione della
Securitate. Lagente Ernest Sarca inizia la conversazione su
questioni strettamente scientifiche, passando poi, discretamente, ai
problemi politici internazionali. La conversazione, tuttavia, viene
interrotta dallarrivo di un altro ospite. Poco tempo dopo, lagente
avrebbe avuto pi fortuna, riuscendo a condurre una lunga
conversazione con lo storico
73
. Nella nota informativa lagente

72
Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 25 VI 1960, Ibidem, p. 79.
73
Riprendendo pienamente la sua attivit nel settore della storia nazionale
Silviu Dragomir era, per quanto possibile, ben informato sugli avvenimenti
quotidiani interni ed esterni. I bollettini della BBC, la Voce dellAmerica e
dellEuropa Libera gli vengono forniti ogni giorno intorno alle 12 da suo
fratello dott. Alexandru Dragomir ex decano del Collegio degli Avvocati di
Cluj che compra il pane dal panificio di Via Jokai, anche se vive nella
Piazza Abatorului come pretesto per visitare suo fratello. Egli ascolta
soprattutto i programmi in tedesco che non sono disturbati dalle interferenze

115
riferisce che Dragomir attento alla situazione politica
internazionale, ascoltando le pi importanti stazioni radio
occidentali. Inoltre, sinteressa dei suoi vecchi colleghi, per sapere
chi stato arrestato, condannato oppure scarcerato. Come prova,
lagente offre lesempio dellex uomo politico del periodo
interbellico, Ghi Pop.

In occasione di una visita recente, alla presenza anche di suo fratello
Alexandru, parlando della situazione dellex ministro Ghi Pop, di
cui si diceva che fosse stato di nuovo arrestato, dopo che si era stabilito
con domicilio obbligatorio in Brgan, Silviu Dragomir ha dichiarato:
Lo hanno prelevato di nuovo, per la faccenda di Beldeanu il
giovane arrestato a Berlino Est, implicato nellassassinio di Setu, della
Legazione Romena di Berna ma adesso libero di nuovo.
Daltronde, in questa faccenda sono stati trattenuti per qualche
settimana anche Mihai Popovici e Pufi Lencuia
74
.

Dalle informazioni fornite, Silviu Dragomir sembra essere
al corrente della situazione attuale dellex uomo politico,
riuscendo a tracciare una chiara analisi, per mezzo del confronto e
dellaccostamento di fatti avvenuti allestero e delle loro
conseguenze per gli ex politici interbellici.
Sono interessanti, in questo senso, le indicazioni che
lufficiale di collegamento, il tenente maggiore Sliteanu,
impartisce allagente sui modi di comportarsi nei futuri incontri.
75


. Inoltre S. Dragomir mantiene rapporti con molte delle sue vecchie
conoscenze e sinforma su tutti i movimenti del mercato, sui dibattimenti
giudiziari, sui nuovi arresti e sulle scarcerazioni (Nota informativa. La fonte
Sarca Ernest, 22 II 1960, Ibidem, p. 70.)
74
Ibidem.
75
In primo luogo, lagente dovr continuare a visitare ad intervalli regolari
Silviu Dragomir, con il pretesto di consultarlo per i lavori che sta scrivendo. Nel
corso della settimana presente, gli far unaltra visita. In occasione delle
discussioni sugli arresti, gli dir quanto segue: che da poco ha sentito
dellarresto di alcune persone incriminate per i supposti legami con alcuni
cittadini stranieri, che alcuni anni fa avevano visitato la citt di Cluj. Al
riguardo, non dovr precisare alcunch e non dovr mostrare un interesse

116
In primo luogo, viene messa a punto una provocazione, per cui
lagente doveva parlare a Dragomir dellarresto di alcune persone
di Cluj, che si diceva si fossero incontrate anni fa con la
delegazione inglese. Lufficiale richiede al suo agente di prestare
attenzione alle reazioni dello storico, a seconda delle quali
lagente doveva continuare o interrompere la conversazione. Lo
scopo della provocazione era quello di ottenere, ad ogni costo,
notizie su un possibile incontro dello storico con i membri della
delegazione
76
. Dopo qualche giorno lagente incontra di nuovo
Dragomir. Lincontro tra lufficiale della Securitate e lagente
datato 29 febbraio 1960. Dalla nota informativa risulta che
lagente ha rispettato puntualmente le indicazioni dellufficiale,
presentando con molta riservatezza le informazioni sui nuovi
arresti. Allo stesso tempo, ha prestato molta attenzione alle
reazioni di Silviu Dragomir, notando un certo turbamento sul viso
dello storico
77
. Si noti, per misurare la sottigliezza dei meccanismi
inquisitori della Securitate,
78
che lufficiale chiede a Ernest Sarca

particolare per queste persone, al contrario, dovr presentare tutto come un
normale fatto di cronaca. Lagente stato istruito a prestare la massima
attenzione alle reazioni di Dragomir, per poter riferire in dettaglio se quelle
notizie gli avevano provocato qualche turbamento. Se per caso lindagato insiste
per avere altri dettagli, lagente dovr fingere di non conoscerli, lasciando
linterlocutore a fare eventuali affermazioni o supposizioni (Ibidem, p. 71).
76
Queste misure sono necessarie per poter trarre una conclusione
sullatteggiamento e sullinteresse di Silviu Dragomir per lex gruppo di
parlamentari inglesi (Ibidem).
77
Mi hanno informato che sarebbero stati fatti nuovi arresti nellalta
societ. Lei non ne se niente? Invece di rispondere, linterlocutore mi
guardava in silenzio, ed io ho fatto lo stesso. Ho sentito che sarebbero
collegati a qualche visita di personalit straniere. A queste parole, S.
Dragomir mi ha guardato pi attentamento, leggendosi sul suo viso un certo
turbamento. Sapete che si dice che Romi Ioan e gli altri, arrestati in autunno,
non sarebbero estranei a queste visite. Anche in questro caso non proferisce
parola, conservando la medesima espressione preoccupata (Nota
informativa. La fonte Sarca Ernest, 29 II 1960, Ibidem, p. 72).
78
Incarichi: riguardo a questo, lagente stato incaricato di continuare le
visite a Dragomir Silviu, ma solamente dopo il suo ritorno da Turda, da dove

117
di evitare di parlare dei problemi politici nel futuro incontro,
perch troppa insistenza avrebbe potuto destare sospetti nel
pedinato.
Anche lagente Lucreiu si riferisce alle discussioni avute
con Dragomir sullevolversi della vita politica interna ed
internazionale. In una nota informativa, la fonte discute
largomento del disarmo. In quelloccasione, Dragomir notava il
fatto che Hrusciov desiderava veramente il disarmo, essendo un
modo per risparmiare, e incrementare, quindi, il livello di
benessere della popolazione e consolidare, implicitamente, anche
il regime
79
. Lagente rileva lo scetticismo dello storico rispetto al
disarmo effettivo proclamato dai due blocchi politico-militari
80
. Il
tempo ha datto ragione a Dragomir, giacch, come noto, solo
negli anni '80 furono fatti passi in questo senso. Allo stesso modo,
Dragomir ipotizza una possibile ammnistia politica in Romania,
in occasione del III Congresso del PMR [Partito Operaio
Romeno]
81
.
In unaltra nota informativa, lagente Lucreiu orienta la
discussione con Dragomir sullargomento dei rapporti tra
lUnione Sovietica e gli Stati Uniti
82
, nonch su quello delle

porter il suddetto manoscritto e con questo pretesto gli far unaltra visita. In
occasione della visita futura non dovr assolutamente affrontare temi politici
o aspetti conosciuti della citt di Cluj (Ibidem).
79
La Fonte ha affrontato anche altri problemi durante la conversazione. Sul
disarmo Dragomir Silviu ha detto: Io credo che Hrusciov vuole veramente il
disarmo, perch solo cos pu fare dei risparmi e pu aumentare il tenore di
vita e consolidare il regime dellURSS. In generale, Dragomir Silviu si dimostra
molto scettico rispetto ad un possibile disarmo (Nota informativa. La fonte
Lucreiu, 15 IV 1960, in CNSAS, il dossier Iuliu Moldovan, I 512/1, p. 41).
80
Ibidem.
81
Dragomir Silviu ha detto, in occasione del III Congresso del Partito
Operaio Romeno, che ha sentito che verr conferita lammnistia politica. Ha
sentito anche che il Congresso sar rinviato, perche non ancora pronta la
sala dei congressi del Palazzo della Repubblica (Ibidem).
82
La fonte informa che nel giorno 8 XII a.c., conversando con Silviu
Dragomir, ex membro del P.N.C., nella sua casa in via Jokai, tra le ore 11 e

118
relazioni tra Romania e Jugoslavia
83
, e su un possibile conflitto
atomico e le sue conseguenze per i romeni
84
. C da notare la
limpidezza delle osservazioni di Dragomir, quando parla dei
rapporti tra lUnione Sovietica e gli stati occidentali, rilevando
che un tono agressivo nei confronti dei paesi capitalisti non
constituisce una premessa favorevole per lo svolgimento delle
trattative. Inoltre, lo storico attira lattenzione sul grande rischio
per lumanit nel caso di una guerra atomica. Dragomir nota,
infine, che la Romania rimarrebbe schiacciata tra le due
superpotenze del momento e le conseguenze sarebbero
catastrofiche.
Il Servizio di Sicurezza decide, in base alle note informative
raccolte nel periodo 10 febbraio-28 luglio 1960, di chiudere il
dossier di verifica su Silviu Dragomir riguardante lo spionaggio
inglese
85
. Il documento ci informa che, nel corso delle verifiche, la

12 a. m., abbiamo parlato della dichiarazione di Mosca. Dragomir Silviu ha
detto: La Dichiarazione piena di idee, ma troppo densa, dovevano essere
sviluppate tutte le idee che essa contiene. Domandato dalla fonte su che cosa lo
avesse colpito nella dichiarazione, il suddetto ha dichiarato: Essa rappresenta la
vittoria del punto di vista sovietico su quello cinese. Mi hanno colpito i toni
molto accesi ed aspri nei confronti delle potenze occidentali. certo che con
simili toni non si possa guadagnare la loro benevolenza nelle trattative future
(Nota informativa.La fonte Lucreiu, 9 XII 1969, Ibidem, p. 35).
83
A queste parole, Dragomir Silviu ha osservato: Noi propenderemmo di pi
verso la guerra, ma i nostri dirigenti hanno paura di farlo per colpa
dellURSS. Daltronde, un avvicinamento economico tra noi e i serbi non
porterebbe grandi bennefici ai serbi, perch io ascolto le stazioni radio dei
serbi e vedo che loro importano molto dagli Stati Uniti e molte cose le
fabbricano loro stessi in Iugoslavia (Ibidem).
84
Ritornando, durante la conversazione, sul pericolo della guerra, il suddetto
Dragomir S. ha dichiarato: Una guerra atomica sarebbe devastante per noi che
ci troviamo nel mezzo. Alcuni credono che non cadranno bombe atomiche, ma
io credo che basterebbe soltanto 1 o 2 bombe atomiche oppure che cadesse su
di noi la cenere radioattiva e sarebbe un disastro (Ibidem, p. 36).
85
Con lintenzione di verificare se il parlamentare inglese abbia contattato
Silviu Dragomir e se questi abbia svolto attivit di spionaggio, stato
sottoposto ad attivit di verifica (Proposta di chiusura del dossier di verifica

119
Securitate si avvalsa dei seguenti agenti: Sanda Predescu, Ernest
Szarka, Axinteanu e Ionescu
86
. Il capitano Alexandru Pere, capo
del servizio, propone la cessazione della sorveglianza di Silviu
Dragomir, argomentando in questo modo la sua decisione:

Dragomir Silviu vive molto isolato, essendo anche malato, ragione per
cui non cammina molto per strada, rimanendo per la gran parte del
tempo presso il suo domicilio (ha 72 anni). Ha fatto qualche
affermazione, da cui risulta che rimpiange la sua attivit e, bench
anziano, cerca di produrre qualcosa scrivendo articoli o altri lavori di
carattere storico, seguendo la linea giusta. stato incaricato dagli
organi di stato di redigere alcuni lavori storici (traduzioni) e si
impegnato a farli nella maniera corretta. Non esistono motivi per
sospettarlo di attivit di spionaggio e, tanto meno, si sono registrate da
parte sua manifestazioni ideologiche ostili
87
.

In generale, le conclusioni a cui giunge il capitano della
Securitate sono fondate sulle informazioni fornite dagli agenti.
Nella decisione non compaiono le acuse contenute nelle note
degli agenti Axinteanu e Voicu. Probabilmente, le informazioni
sono state confrontate tra di loro ed prevalso il punto di vista che
si riscontra nella maggioranza delle note informative. Del resto,
tutti gli altri agenti hanno riscontrato gli sforzi di Silviu Dragomir
di continuare la sua attivit scientifica sotto il nuovo regime
politico, tenendo conto della concezione storiografica marxista.
Inoltre, a parte Axinteanu, gli altri agenti non hanno rilevato nel
comportamento di Silviu Dragomir alcun indizio di attivit di
spionaggio. Di conseguenza, lufficiale della Securitate propone ai
suoi superiori la seguente risoluzione:

Dato che i materiali sono di poca importanza, proponiamo che venga
chiuso il dossier di verifica di Dragomir Silviu e che il fascicolo sia

738, riguardante Dragomir Silviu, del 28 luglio 1960, in Idem, Il dossier
Silviu Dragomir, no. I 513, pp. 6-7).
86
Ibidem, p. 7.
87
Ibidem, pp. 6-7.

120
allegato al dossier problema no. 20, per poter continuare lattivit di
pedinamento
88
.

Bench riguardo al problema dello spionaggio, il fascicolo
sia stato chiuso, lo storico continuer ad essere pedinato dalla
Securitate. Lattivit politica svolta da Silviu Dragomir tra le due
guerre mondiali lo aveva reso sospetto e indesiderabile agli occhi
del nuovo regime politico. Nonostante lo storico avesse tentato di
dimostrare la sua buona fede, il regime politico mantenne la sua
diffidenza nei confronti degli ex leader politici interbellici. La
Securitate terr sotto sorveglianza lo storico fino al 23 febbraio
1962, giorno del suo decesso.
89


6. Conclusioni

Dalle note informative si possono trarre le seguenti
conclusioni: in generale, la biografia ben tratteggiata, gli
informatori riuscendo a cogliere i momenti principali
dellattivit di Dragomir. una prova in pi del fatto che lo
conoscessero bene. Sapevano, per esempio, dellesistenza dei
parenti di Bucarest, da parte della moglie, di suo fratello
Alexandru, ex decano del Collegio degli avvocati. Alcuni errori
si riscontrano, invece, nei rapporti degli ufficiali della Securitate.
In tutti i documenti della Securitate Dragomir viene considerato
membro del Partito Nazionale Contadino, bench gli informatori

88
Ibidem, p. 7.
89
Venerdi, 23 febbraio 1962 deceduto in un ospedale di Bucarest, il Prof.
Silviu Dragomir, di Cluj, ex ministro, ex membro dellAccademia Romena e
uno dei pi importanti storici, che si siano occupati del passato della
Transilvania. []. Come storico, Silviu Dragomir viene considerato uno dei
migliori conoscitori della storia della Transilvania, sopratutto dei secoli XVIII-
XIX, nonch della Rivoluzione degli anni 1848-1849, su cui scrisse una
monumentale monografia (in manoscritto). La sua morte lascia rimpanti
unanimi tra gli intellettuali romeni. I funerali avrnno luogo lunedi, 26 II
1962 (Relazione di Szarka Ernest, 26 II 1962, Ibidem, p. 3).

121
avessero dichiarato che lattivit politica dello storico era
collegata al Partito Nazionale-Cristiano e al Fronte della
Rinascita Nazionale.
Le informazioni fornite dagli agenti sono in generale ben
articolate, per tutte le epoche, dagli studi universitari allattivit
accademica, attraversando i momenti principali della storia
contemporanea: lunione del 1918, Il Diktat di Vienna, il rifugio a
Sibiu, il ritorno. Gli informatori evidenziano anche lattivit
scientifica di spicco svolta da Silviu Dragomir nel periodo
interbellico. Gli agenti Axinteanu e Voicu sono gli unici a
sostenere il contrario, criticando lopera dello storico e le sue
scelte nazionaliste. In generale, la sua attivit politica
presentata correttamente, come un impegno di poca importanza
in confronto con lattivit scientifica. La maggior parte degli
informatori conosceva, in dettaglio, lesperienza carceraria di
Dragomir.
Una volta uscito di prigione, lo storico Dragomir cerca di
continuare la sua attivit scientifica e di pubblicare. disposto, in
questo senso, a prendere confidenza con la filosofia marxista, con
il materialismo dialettico e storico, ad accettare lappoggio dei
suoi colleghi pi giovani, che si erano formati nella nuova realt
politica. La prigionia a Sighet lo aveva indotto ad essere molto
riservato ed estremamente prudente con chi gli stava intorno.
Sapeva di essere ancora nel mirino della Securitate e che molti di
quelli che pretendevano di essere suoi amici, erano, in realt, degli
informatori. Di conseguenza, dopo la scarcerazione, Silviu
Dragomir vive molto isolato, non parla quasi mai dellesperienza
di Sighet o di altre questioni politiche, che avrebbero potuto
creargli nuovi problemi. Nonostante tutto ci, la Securitate
riuscita ad ottenere tutte le informazioni di cui aveva bisogno,
grazie allattivit degli informatori infiltrati nellambiente di
Dragomir.
Al di l di questi aspetti, i documenti ci mostrano come la
Securitate abbia sorvegliato Silviu Dragomir, ricorrendo spesso a

122
mezzi e metodi illegali e immorali. Allo stesso modo, ci mostrano
che gli oppositori, i nemici o i sospetti nemici del regime
comunista non hanno mai guadagnato la piena fiducia delle nuove
autorit politiche. Il caso di Silviu Dragomir non , del resto
lunico, numerosi romeni essendo stati pedinati, imprigionati, a
volte uccisi dalle autorit comuniste.


II.
Metodi e letture


125

ALVISE ANDREOSE

Dalla voce alla scrittura:
problemi di transcodificazione nella stesura della Relatio di
Odorico da Pordenone


Le scritture di viaggio medievali nascono spesso dalla
collaborazione di due autori:
1
lautore reale (o primario),
cio il viaggiatore che serba memoria di unesperienza
meritevole di essere divulgata per iscritto ai contemporanei e
ai posteri; e lautore materiale (o secondario), ossia lo
scrittore che provvede alla stesura del testo, trascrivendo
fedelmente ci che gli viene narrato nel qual caso si dovr
parlare pi propriamente di scriba o di compilatore , o
contribuendo, in virt della propria esperienza retorico-
letteraria di scrittore nel senso pregnante del termine, a
elaborare sotto il profilo strutturale e stilistico lopera, di cui
in definitiva diventa co-autore.
2
Questo secondo tipo di
sinergia si verificato nella stesura del Devisement dou
monde di Marco Polo, opera che, come noto, scaturita dal
fortuito incontro del viaggiatore veneziano con Rustichello
da Pisa rinomato autore di romanzi cavallereschi in lingua

1
Molti tra i pi importanti viaggiatori medievali si servirono di un
autore-compilatore per redigere i loro resoconti: Marco Polo, Odorico
da Pordenone, Ibn Battuta, Nicol de Conti, Hayton. Cfr. Alvaro
Barbieri, Introduzione, in Marco Polo, Il Milione veneto. Ms. CM
211 della Biblioteca Civica di Padova, a cura di Alvaro Barbieri e
Alvise Andreose, Venezia, Marsilio, 1999, pp. 24-28. Sulla questione
si veda anche lanalisi di Michle Guret-Lafert, Sur les routes de
lempire mongol. Ordre et rhtorique des relations de voyage au XIII
e

et XIV
e
sicles, Paris, Champion, 1994, pp. 134-147.
2
Barbieri, Introduzione, cit., pp. 24-25.

126
dol nelle carceri di Genova nel 1298.
3
Nella prima classe,
invece, pu essere collocato un altro importante testo
odeporico medievale, la Relatio (o Itinerarium) di Odorico da
Pordenone, che stando alle informazioni contenute in un
colophon trasmesso da una parte considerevole della tradizione
sarebbe stata dettata dal frate friulano a un confratello al suo
ritorno dalla Cina nel maggio del 1330:

Predicta autem ego Fr. Guilgelmus de Solagna in scriptis redegi
sicut predictus Fr. Odoricus ore proprio exprimebat anno Domini
MCCCXXX de mense madii, Padue in loco S. Anthonii. Nec
curavi de latino difficili et ornato stilo, sed sicut ille narabat sic ego
scribebam ad hoc ut omnes facilius intelligerent que scribuntur vel
dicuntur. [Io fra Guglielmo da Solagna ho messo per iscritto le
cose predette (cio il racconto di viaggio di Odorico) cos come il
predetto fra Odorico raccontava di sua bocca nellanno del Signore
1330 nel mese di maggio, a Padova nel convento di S. Antonio. E
non mi sono preoccupato di usare un latino difficile e uno stile
ornato, ma come lui raccontava cos io scrivevo, affinch tutti
capissero ci che si scrive e si dice].
4


3
Sulla cooperazione tra Marco e Rustichello nella stesura del Devisement
dou monde si vedano i fondamentali contributi di Valeria Bertolucci
Pizzorusso, Enunciazione e produzione del testo nel Milione, in Studi
mediolatini e volgari nr. 25, 1977, pp. 5-43 (ora in Ead., Morfologie del
testo medievale, Bologna 1989, pp. 209-241, da cui si cita), di Alvaro
Barbieri, Marco, Rustichello, il patto, il libro: genesi e statuto testuale del
Milione, in Id., Dal viaggio al libro. Studi sul Milione, Verona 2004, pp.
129-154 (gi in Medioevo romanzo e orientale. Il viaggio nelle letterature
romanze e orientali. Atti del V Colloquio Internazionale. VII Convegno
della Societ Italiana di Filologia Romanza, a cura di Giovanna Carbonaro,
Mirella Cassarino, Eliana Creazzo e Gaetano Lalomia, Soveria Mannelli,
Rubbettino, 2006, pp. 23-42), e di Cesare Segre, Chi ha scritto il Milione
di Marco Polo?, in I viaggi del Milione. Itinerari testuali, vettori di
trasmissione e metamorfosi del Devisement du monde di Marco Polo e
Rustichello da Pisa nella pluralit delle attestazioni, a cura di Silvia Conte,
Roma, Tiellemedia, 2008, pp. 5-16.
4
Beatus Odoricus de Portu Naonis, Relatio, in Sinica Franciscana, collegit,
ad fidem codicum redegit et annotavit p. Anastasius van den Wyngaert
O.F.M., vol. I, Itinera et relationes fratrum Minorum saeculi XIII et XIV,

127
Nonostante gli indubbi legami che lopera mostra col
capolavoro poliano (e rustichelliano),
5
dal tenore della
dichiarazione citata si evince con chiarezza che, nel caso del
resoconto odoriciano, il contributo dellautore secondario
allelaborazione del testo fu di gran lunga meno rilevante che
nel Devisement dou monde. Per ben due volte nellarco di
poche righe, infatti, fra Guglielmo da Solagna afferma di avere
trascritto fedelmente il racconto orale di Odorico. Va rilevato
in realt, che tale asserzione non compare in tutta la tradizione,
e anzi sembrerebbe che nella fase pi antica del testo non fosse
presente.
6
Questo dato, in ogni caso, non ci pare sufficiente a
mettere in dubbio la veridicit della testimonianza del Solagna,
dal momento che vari elementi confermano lipotesi che
loralit abbia giocato un ruolo determinante nellelaborazione
e nella prima diffusione della Relatio. In redazioni pi tarde del
testo odoriciano, tra cui la riscrittura eseguita nel 1340 a Praga
dal frate slesiano Enrico di Glatz (oggi Kodzko, nella Polonia
sud-occidentale),
7
sono aggiunti alla fine del resoconto due

Firenze/Quaracchi, Collegio S. Bonaventura, 1929, pp. 413-495, in part. pp.
494-495 (cap. XXXVIII par. 7).
5
Sui rapporti tra la Relatio e il Devisement dou monde vd. Lucio Monaco,
Introduzione, in Memoriale toscano di Odorico da Pordenone, ed. critica a
cura di Lucio Monaco, Alessandria, Edizioni dellOrso, 1990, pp. 42, 46-48;
Alvise Andreose, Nota bio-bibliografica, in Libro delle nuove e strane e
meravigliose cose. Volgarizzamento italiano del secolo XIV
dellItinerarium di Odorico da Pordenone, Padova, Centro Studi
Antoniani, 2000, pp. 18-19; Valeria Bertolucci Pizzorusso, Le relazioni di
viaggio di Marco Polo e di Odorico da Pordenone: due testi a confronto, in
I viaggi del Milione, cit., pp. 219-231.
6
Paolo Chiesa, Per un riordino della tradizione manoscritta della Relatio
di Odorico da Pordenone, in Filologia mediolatina nr. 6-7, 1999-2000,
pp. 320-324.
7
Dopo la stesura della Relatio Odorico si mise in viaggio per raggiungere la
curia pontificia di Avignone. Durante il tragitto si ammal e, giunto a Pisa,
fu trasportato ormai moribondo a Udine, dove mor il 14 gennaio 1331. In
un secondo tempo una copia della Relatio fu portata ad Avignone dalla
delegazione di frati guidata da fra Marchesino. Il testo circol presso la

128
brevi episodi che fra Marchesino da Bassano il frate che
guidava la delegazione di frati Minori incaricata di inoltrare
presso il pontefice Giovanni XXII la richiesta di beatificazione
di Odorico avrebbe udito direttamente dalla voce del
viaggiatore.
8
In due manoscritti che tramandano una versione
in italiano antico della Relatio, il Conventi Soppressi C.7.1170
della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e lItaliano XI,
32 (6672) della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, il
testo immediatamente seguito da alguni altri belli chapituli,
che, stando a quanto detto nel testo, sarebbero stati raccontati
da Odorico durante una sua permanenza nel convento
veneziano di S. Francesco della Vigna.
9
Questultima

corte papale, dove fu trascritto da fra Enrico di Glatz, che, ritornato a Praga,
nel 1340, lo rielabor stilisticamente. Cfr. Monaco, Introduzione, cit., pp.
27-28 e 31-35; Chiesa, Per un riordino della tradizione manoscritta, cit.,
pp. 315-318; Alvise Andreose, Unum referam de magno Cane quod vidi.
Ipotesi sullorigine e sulla prima circolazione dellepisodio De reverentia
Magni Chanis nellItinerarium di Odorico da Pordenone, in Lornato
parlare. Studi di filologia e letteratura per Furio Brugnolo, a cura di
Gianfelice Peron, Padova, Esedra, 2007, pp. 467-487.
8
Cfr. Teofilo Domenichelli, Sopra la vita e i viaggi del Beato Odorico
da Pordenone dellOrdine de Minori, Prato, Ranieri Guasti, 1881, pp.
199-200 (capp. LXXV e LXXVI); Chiesa, Per un riordino della
tradizione manoscritta, cit., pp. 323-324 e 338-341; Andreose, Unum
referam de magno Cane quod vidi, cit., pp. 470-471. Le aggiunte di
fra Marchesino sono trdite da due versioni del testo: la redazione che
quasi certamente fu preparata dopo la morte di Odorico per essere
portata ad Avignone (recensio Marchesini nella classificazione
proposta da Chiesa), e la rielaborazione di Enrico di Glatz, che dalla
redazione avignonese pare dipendere direttamente (vd. Chiesa, art. cit.,
p. 328).
9
Per cagione che l ditto frate Odorigo disse a bocca molte meravigliose
cose chavea trovate, vedute e udite da persone degne di fede ne ditti paesi
ovelli era stato, le quali no sono scritte in questo libro o per brevit o per
onest o per domenticanza o per altra cagione, nne scritte qui appresso
alquante chio li udii dire uno d e una sera chio fui con lui a Santo
Francesco delle Vigne, luogo de frati Minori di Vinegia, stando a cena a
lato a llui, mangiando collui a uno taglieri con molti altri relegiosi e

129
testimonianza, insieme a quella di fra Marchesino, conferma
lidea che effettivamente lespressione usata da Guglielmo da
Solagna (in scriptis redegi sicut predictus Fr. Odoricus ore
proprio exprimebat) non sia soltanto intesa a rivendicare la
fedelt della sua trascrizione al racconto di Odorico, ma
raffiguri puntualmente la modalit con cui avvenne la mise en
crit dellopera, certificando che il testo altro non che la
scrupolosa registrazione per iscritto del resoconto orale
pronunciato dal viaggiatore. La successiva excusatio dello
scriba (Nec curavi de latino difficili et ornato stilo, sed sicut
ille narabat sic ego scribebam ad hoc ut omnes facilius
intelligerent que scribuntur vel dicuntur) si dimostra pi
sfuggente, perch si presta a una duplice interpretazione. A una
prima lettura, le parole del Solagna potrebbero indurre a
ritenere che Odorico abbia narrato le sue imprese in latino.
Sembra pi plausibile, tuttavia, che quel sicut ille narabat sic
ego scribebam voglia indicare che lo scriba nella sua
trascrizione rimasto aderente alle strutture sintattiche e
lessicali del racconto orale, cio di quella narrazione
pronunciata da Odorico di sua bocca (ore proprio). La
dichiarazione del Solagna non contiene un esplicito riferimento
alla lingua usata da Odorico. Si limita soltanto a giustificare la
scelta anti-retorica di evitare un linguaggio prezioso e uno stile

seculari, in quelli d chelli torn de ditti paesi. (Libro delle nuove e
strane e meravigliose cose, cit., p. 179 [cap. I, 1]). Su tale aggiunta si veda
anche: Colombano Petrocchi, Il B. Odorico da Pordenone e il suo
Itinerario, in Le Venezie Francescane nr. 1, 1932, pp. 204-214; Folker
E. Reichert, Die Asienreise Odoricos da Pordenone und die Versionen
seines Berichts, mit Edition der Aufzeichnungen nach dem mndlichen
Bericht des Reisenden, in Chloe. Beihefte zum Daphnis. Erkundung und
Beschreibung der Welt. Zur Poetik der Reise- und Lnderberichte, hrsgg.
von Xenja von Ertzdorff und Gerhard Giesemann, Amsterdam/New York,
Rodopi, 2003, pp. 467-509 (il saggio reca in appendice ledizione dei belli
chapituli, alle pp. 481-509); Andreose, Unum referam de magno Cane
quod vidi, cit., pp. 475-478.

130
ricercato con la volont di registrare nel modo pi fedele
possibile le parole proferite dal viaggiatore. Analogamente alla
prassi adottata sempre pi spesso dai notai coevi, il redattore
persegue il rispetto della sostanza testuale attraverso una forte
adesione alla forma linguistica originaria. Adesione che per
non implica necessariamente la ripresa dello stesso codice
linguistico. Se, come crediamo, questo il vero significato
delle parole del Solagna, sorge immediatamente il problema di
stabilire quale sia stata la lingua usata da Odorico. Poich nella
tradizione medievale, almeno fino a Trecento inoltrato, lo
scarto diamesico dallorale allo scritto, porta con s di norma
anche un cambio di codice (la transcodificazione dal volgare al
latino), non apparirebbe singolare soprattutto in ambito
ecclesiastico ipotizzare che lo scriba abbia trasposto in latino
un racconto che originariamente Odorico aveva pronunciato
nel suo idioma materno. Si spiegherebbe cos pi agevolmente
lesplicitata scelta del Solagna di non fare ricorso a un latino
difficile n a uno stile ornato, ma a un registro linguistico
che possa il pi possibile restituire le movenze del racconto
orale di Odorico. Come si vedr nelle pagine che seguono,
lipotesi che il testo dettato dal viaggiatore allo scriba nel
maggio del 1330 fosse in volgare, trova conferma in diversi
passi dellopera.
Nel capitolo VII della Relatio, Odorico racconta di
essersi imbarcato a Hormuz, in Persia, su una nave cucita solo
con corda (navigio suto solo spago) e di essere giunto a Tana,
vicino a Salsetta, in India, dopo ventotto giorni di navigazione.
Dopo aver fornito alcune informazioni storiche e commerciali
su questa citt e dopo aver ricordato che in essa furono
martirizzati quattro frati Minori, aggiunge:

Huius terre populus ydolatrat, nam adorant ignem, serpentem et
arbores. Hanc terram regunt saraceni qui eam ceperunt violenter,
nunc subiacentes imperio Doldali. [Tutta la popolazione di questo
paese idolatra (cio induista) e adora il fuoco, il serpente e gli

131
alberi. Questa terra sotto il dominio dei musulmani, che la
conquistarono con la forza e che ora sono sottoposti alldominio
Doldali].
10


Tutti gli interpreti concordano nel ritenere che
lespressione subiacentes imperio Doldali alluda alla
dominazione sulla citt del sultano di Delhi.
11
La lezione Doldali
quella che si legge nel ms. 343 della Biblioteca Comunale di
Assisi (siglato A), su cui si basa prevalentemente lormai superata
ma a tuttoggi unica edizione critica approntata dal padre
Anastasio van den Wyngaert alla fine degli anni Venti del secolo
scorso. Altre varianti confinate in appartato si direbbero, a
prescindere da qualsivoglia considerazione stemmatica, pi vicine
alloriginale: daldili dei mss. Barber. lat. 2558 della Vaticana
(siglato B) e lat. 2584 della Bibliothque Nationale de France (Y),
e daldali del ms. 257 della Biblioteca Casanatense di Roma (C).
Delle tre lezioni (doldali, daldili, daldali), la migliore senzaltro
quella dei testimoni BY, cio daldili, che andr interpretata come
la sequenza di una preposizione articolata (dal) e del toponimo
Dili, cio Dihl o Dill, forma usata ancor oggi nelle variet
indiane per designare la citt di Dehli. Lespressione vale dunque
del Dehli, cio di Dehli. Se ne era gi accorto Henry Yule, che,
commentando la forma, osservava: Odoric, doubtless, in his
dictation, said: sotto la signoria del Dili.
12
Teofilo

10
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 423 (cap. VII par. 5).
11
Cathay and the Way Thither being a Collection of Medieval Notices of
China, translated and edited by colonel sir Henry Yule, new edition revised
throughout in the light of recent discoveries by Henri Cordier, vol. II: Odoric
of Pordenone, London, Hakluyt Society, 1913, p. 115 n. 1 e p. 127 n. 1; Les
Voyages en Asie au XIV
e
sicle du bienhereux frre Odoric de Pordenone,
Rligieux de Saint-Franois, publi avec une introdution et des notes par
Henri Cordier, Paris, Ernst Leroux, 1891, p. 71 n. c. Da rilevare, tuttavia, che
secondo altre fonti, il dominio del sultano di Dehli non si estendeva fino a
Tana, cfr. Peter Jackson, The Delhi Sultanate. A Political and Military
History, Cambridge, Cambridge University Press, 1999, p. 204.
12
Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 115 n. 1.

132
Domenichelli, sempre a tal proposito, rilevava che Laggiunta
del Dal, o di altro articolo simile, fatto ripetuto assai frequente in
geografia.
13
Dol- del ms. A deriver pi facilmente da del- che
da dal-, ma si noti comunque che nelle variet venete antiche la
preposizione da poteva avere anche il valore di di, per cui, se al
termine della recensio dovesse risultare che daldili era
effettivamente la lezione presente nella stesura originale, non
sarebbe necessario correggere dal- in del-, come suggerisce Yule.
In ogni caso, quello che appare sicuro che siamo in presenza di
un sintagma volgare che lo scriba non stato in grado di
analizzare nei suoi elementi costituenti.
Un caso analogo si incontra nel capitolo in cui Odorico
racconta di aver navigato lungo il fiume Yangzi:
14


Dum per istud flumen Dotaly transirem sic inveni multas civitates, et
veni ad unam que vocatur Jamai, in qua est unus locus nostrorum
fratrum Minorum. [Mentre navigavo su questo fiume Dotalay trovai
molte citt e giunsi ad una citt che si chiama Jamai (= Yangzhou), in
cui c un convento di nostri frati Minori].
15


Il fiume Yangzi viene qui indicato col nome nome
mongolo di Dalai o Talai mare, lago, distesa dacqua, che
alludeva alla sua impressionante larghezza.
16
Dotaly (o Dotalay
di altri manoscritti latini) evidentemente la corruzione del
sintagma de Talay. Ancora una volta dunque, lo scriba ha
inteso il nesso Preposizione + Nome come una forma unica.

13
Domenichelli, Sopra la vita e i viaggi, cit., p. 290.
14
Nelledizione Wyngaert il toponimo si presenta in questa forma alterata
anche nel capitolo precedente (Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p.
468 [cap. XXV par. 2]). Va rilevato, tuttavia, che, almeno a giudicare dalla
varia lectio riportata in apparato, tale lezione parrebbe essere attestata dal
solo ms. assisiate. Gli altri manoscritti utilizzati nella recensio leggono
regolarmente T(h)alay.
15
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 469 (cap. XXV par. 1).
16
Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., pp. 206-207 n. 5;
Cordier, Les Voyages en Asie, cit., p. 347.

133
Un altro tipo di errori di segmentazione quello che
nasce dal fraintendimento del sintagma costituito dalla
sequenza Articolo definito + Nome esotico. Nel capitolo
dedicato al racconto del martirio di quattro frati Minori a Tana
dIndia ricorre a pi riprese la forma lo Melic:

Hoc secundum miraculum videns lo Melic, id est Potestas, ad se Fr.
Iacobum vocavit et eum suis vestimentis fecit indui et dixit: Videte
fratres, ite cum gratia Dei, quia nullum malum paciemini vos a
nobis, nam videmus vos esse bonos homines et sanctos et fidem
vestram esse veram sanctam et bonam, sed ut vobis securius
consulamus, hanc terram exeatis quam cicius potestis quia ipse Cadi
laborat vobis auferre vitam [Vedendo questo secondo miracolo, lo
melic, cio il podest, chiam a s frate Giacomo, gli fece indossare
le sue vesti e gli disse: Ecco fratelli, andatevene in pace, perch non
subirete pi nessun male da noi. Vediamo infatti che siete persone
giuste e sante e che la vostra fede vera, santa e giusta. Tuttavia vi
consigliamo per il vostro bene di partire da questo paese al pi
presto, perch il cad cerca di togliervi la vita].
17


Lespressione lo melic va interpretata senza dubbio
come un sintagma formato dallarticolo definito lo e dal
termine arabo melik: si tratta cio di un calco parziale
dellespressione araba al-melik (il re), con cui i musulmani
dellIndia designavano il governatore o il magistrato preposto
alla riscossione delle imposte.
18
Anche qui, dunque, Guglielmo
da Solagna sembra avere trascritto le esatte parole che Odorico
aveva dettato in volgare, non capendo che la prima parte del
sintagma era rappresentata dallarticolo definito.
Lo stesso fenomeno si incontra nel capitolo XXXIII.
Odorico sta parlando di un importante centro monastico del

17
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 430 (cap. VIII par. 11). La
forma ritorna anche in altri punti del testo, cfr. ivi, pp. 430, 431, 434 (cap.
VIII parr. 12, 13, 14, 15, 19).
18
Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 122 n. 1; Cordier, Les
Voyages en Asie, cit., p. 78 n. b.

134
Tibet, da identificare forse con il monastero tibetano di Sa-
skya, in cui risiedeva il Sa-skya-pa, capo spirituale della setta
buddista di Sa-skya, che, verso il 1271, aveva ottenuto dal khan
Qubilai la supremazia sul Tibet centrale:
19


In ista civitate moratur lo Albassi, id est papa in lingua sua. Iste est
capud omnium illorum ydolatrorum quibus dat et distribuit secundum
morem suum omnia illa beneficia que ibi habet. [In questa citt risiede
lo Albassi, cio il papa nella loro lingua. Costui il capo di tutti
quegli idolatri, e a loro assegna e distribuisce secondo la sua volont
tutti i benefici [ecclesiastici] che ci sono l].
20


Dietro lespressione lo Albassi si cela il termine turco-
mongolo baqs, con cui i mongoli indicavano i preti buddisti, i
monaci lama, gli sciamani o gli stregoni, ma che poteva assumere
pi in generale il valore di capo religioso.
21
In Marco Polo compare
la forma bacsi,
22
in Riccoldo da Montecroce troviamo baxitas,
plurale di baxita.
23
Non chiaro se al- costituisca una semplice

19
Folker E. Reichert, Incontri con la Cina. La scoperta dellAsia orientale
nel Medioevo, Milano, Biblioteca francescana, 1997 (trad. it. di Begegnung
mit China. Die Entdeckung Ostasiens im Mittelalter, Sigmaringen,
Thorbecke, 1992), p. 103. Altri interpreti identificano il centro con Lhasa
(Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 248 n. 4; Cordier, Les
voyages en Asie, cit., p. 457).
20
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 485 (cap. XXXIII par. 1).
21
Paul Pelliot, Notes on Marco Polo, 3 voll., Paris, Imprimerie nationale-
Librairie A. Maisonneuve, 1959-1973, p. 63. Tale anche lopinione di
Nilda Guglielmi, cfr. Odorico da Pordenone, Relacin de viaje,
introduccin, traduccin y notas [por] Nilda Guglielmi, Buenos Aires,
Biblos, 1987, p. 148. Per unaltra ipotesi si veda Berthold Laufer, Was
Odoric of Pordenone ever in Tibet?, in Toung Pao nr. 15, 1914, p. 411.
22
Marco Polo, Milione, Le divisament dou monde. Il Milione nelle redazioni
toscana e franco-italiana, a cura di Gabriella Ronchi, introduzione di
Cesare Segre, Milano, Arnoldo Mondadori, 1982, pp. 402-403 (Devisement
dou monde, LXXV 24).
23
Guillaume de Rubrouck, Voyage dans l'empire mongol, traduction et
commentaire de Claude et Ren Kappler, prface de Jean-Paul Roux, Paris,
Payot, 1985, p. 92.

135
deformazione del termine (purtroppo su questo aspetto la
testimonianza dei manoscritti latini non unanime),
24
oppure se si
tratti dellarticolo arabo al-. Nel qual caso lo Albassi sarebbe
unespressione ridondante, in parte volgare (lo), in parte araba (Al-) e
in parte mongola (-bassi), equivalente a sintagmi come lAlcorano,
peraltro normali in italiano antico. Odorico, cio, non avrebbe avuto
coscienza che lespressione conteneva gi larticolo definito.
Un fenomeno di errata segmentazione (o pi
esattamente: di mancata segmentazione) di un sintagma da
parte dello scriba potrebbe essere allorigine anche di una
forma, apparentemente inintelligibile, che si incontra nei
capitoli dedicati alla descrizione del palazzo del Gran Khan:

In medio autem palacii est una magna pigna alta passibus plus
quam duobus, que tota est de uno lapide precioso nomine merdicas.
Ipsa etiam tota est de auro ligata, et in quolibet angulo ipsius est
unus serpens de auro qui verberat os fortissime. [In mezzo al
palazzo c una grande cisterna alta pi di due passi, che tutta
fatta di una pietra preziosa chiamata merdicas. La stessa cisterna
tutta avvolta da fasce doro, e in ogni suo angolo c un serpente
doro che sbatte la bocca fortissimamente].
25


Come hanno mostrato in modo convincente Antonio De
Biasio, Gilberto Ganzer e Giulio Cesare Testa,
26
la lezione
merdicas, che nei manoscritti latini figura anche in altre
varianti (merdecas, merdacas, merdetas, ecc.),
27
va interpretata

24
Nei testimoni latini editi, accanto alla forma cominciante con al-,
attestata anche la variante con a- (abasi, abbassi, abassi), cfr. Yule-Cordier,
Cathay and the Way Thither, cit., p. 328 n. 1; Odoricus de Portu Naonis,
Relatio, cit., p. 485 apparato.
25
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., pp. 472-473 (cap. XXVI par. 3).
26
Tali ipotesi stata illustrata dettagliatamente nella Mostra didattica Mar
di Cas (Mare di Giada), a cura di Antonio De Biasio, Gilberto Ganzer,
Giulio Cesare Testa, Pordenone 10-31 ottobre 1998.
27
Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 319 n. 10 ; Odoricus
de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 473 apparato.

136
come mar de (o di) cas, ovvero Mare di giada khas [Xas]
essendo il termine mongolo per indicare la giada , traduzione
del cinese Du shan dayuhai il Grande Mare di Giada dei
Monti Du, nome con cui si indicava una cisterna di giada fatta
costruire da Qubilai a partire dal 1253 per contenere il vino
destinato alla corte e collocata nel 1266 nella cosiddetta Sala
della Luna. Si potrebbe pensare che la forma pronunciata da
Odorico fosse mar de (o di) cas: il viaggiatore, in altre parole,
non conoscendo il significato del termine mongolo khas,
avrebbe tradotto nel suo volgare solamente la prima parte del
sintagma (mar de). Tale espressione sarebbe stata poi fraintesa
dal Solagna, che non avrebbe capito che la prima parte della
stringa non rappresentava un esotismo, ma doveva essere
analizzata come la sequenza di due lessemi volgari: il Nome
mar e la Preposizione de. Va rilevato tuttavia, che tutti i
manoscritti latini editi leggono mer- e non mar-, come ci si
aspetterebbe: nelle variet venete e friulane, infatti, lesito
regolare del lat. MARE mar. Tutto lascia pensare, dunque, che
la forma mer- figurasse gi nella versione latina originaria. Di
conseguenza, se si accetta che la lezione merdicas/merdecas sia
frutto di unincomprensione da parte dello scriba, bisogna
ammettere che durante la dettatura si sia verificato anche un
altro errore (stavolta acustico), che avrebbe prodotto la
sostituzione del primitivo mar con mer.
28


28
Si affaccia tuttavia anche unaltra spiegazione. Sappiamo che presso la
corte mongola di Qaraqorum era attivo verso il 1254 lorafo parigino
Guillaume Boucher, che aveva realizzato una fontana per lerogazione di
qumiz (latte di giumenta fermentato) per il palazzo del khan Mngke,
fratello e predecessore di Qubilai (cfr. Leonardo Olschki, Guillaume
Boucher. A French Artist at the Court of the Khans, Baltimore, Johns
Hopkins Press, 1946 [rist.: New York, Greenwood Press, 1969], pp. 117-
118). Nulla vieta di ritenere che Boucher stesso o qualche suo collaboratore
avesse partecipato anche alla costruzione delle condutture che dalla
succitata cisterna di giada portavano il vino ai commensali (cfr. Relatio,
cap. XXVI par. 3: Per hanc pignam defertur potus per conductus qui in

137
Lerrata transcodificazione dal volgare al latino pu
portare anche a travisamenti di segno opposto, ossia a casi il
cui il toponimo viene interpretato come un nome comune e
dunque tradotto. La citt di Kollam (o Quilon), sulla costa
del Malabar, vicino a Travancore, nellIndia sud-occidentale,
viene designata nei resoconti di viaggiatori contemporanei o
di poco posteriori a Odorico con il toponimo di Columbum:
cos, per esempio, la chiamano il domenicano Jordan Catala
de Svrac
29
e il francescano Giovanni dei Marignolli.
30
Si
tratta delladattamento latino del nome sanscrito della citt,
ossia Kolamba.
31
In tutti i manoscritti latini editi della
Relatio (e in quelli inediti che abbiamo potuto consultare) si
incontra invece la forma Polumbum
32
. Pur in assenza di una
recensio sistematica basata sullintera tradizione,
ragionevole ritenere che tale lezione comparisse gi nella
stesura originale. Come rileva infatti Yule, it is not easy to
see how the P go into all, or nearly all, the MSS. of Odoric,
unless the error occurred in the first transcription.
33
Ma pi
che a un errore di trascrizione, linnovazione appare dovuta
a un eccesso di zelo da parte dello scriba, che
(consciamente o inconsciamente) ha reso il toponimo riferito
oralmente da Odorico, Colombo, con una delle forme latine

curia Regis habetur. Iuxta hanc pignam manent multa vasa aurea cum
quibus omnes volentes bibere bibunt). Di conseguenza si potrebbe pensare
che, presso i frati francescani che partecipavano alle feste di corte del Gran
Khan, tale marchingegno venisse indicato col nome con cui gli artefici
francesi lo designavano: mer de cas mare di khas.
29
Christine Gadrat, Une image de lOrient au XIV
e
sicle. Les Mirabilia
descripta de Jordan Catala de Svrac: dition, traduction et commentaire,
Paris, Ecole des Chartes, 2005, pp. 254 e 258.
30
Sinica Franciscana, cit., vol. I pp. 537 e 546.
31
Cfr. Pelliot, Notes on Marco Polo, cit., pp. 399-402.
32
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 438 (cap. VIII par. 24) e p. 440
(cap. X par. 1).
33
Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 129 n. 1.

138
con cui era possibile tradurre lit. colombo, cio
Polombum.
34

La conclusione a cui pensiamo di essere approdati, oltre
a precisare ulteriormente le fasi dellelaborazione dellopera,
pu talvolta fornire informazioni decisive per la sua
interpretazione. Si pensi, in particolare, alla spinosa questione
dellidentificazione dei toponimi e, soprattutto, della
decifrazione dei termini esotici. Come noto, uno dei problemi
maggiori che i testi odeporici medievali pongono allo studioso
proprio quello di interpretare, sulla base delle informazioni di
cui dispone, i nomi e le espressioni orientali che i viaggiatori
riportano in modo pi o meno deformato. Ora, se si accetta
lipotesi che Odorico abbia dettato al confratello Guglielmo di
Solagna il suo resoconto in volgare, bisogna ammettere che i
termini orientali siano stati adattati al sistema fonologico
proprio del suo idioma materno (il friulano o il veneto antico).
Un caso in cui tale presupposto ci permette di pervenire a una
migliore intelligenza del testo, si incontra nel capitolo VIII
della Relatio. Odorico, dopo aver preso con s le reliquie dei
frati Minori martirizzati a Tana, racconta di essersi imbarcato a
Kollam (Quilon), in India, per raggiungere Zayton (Quanzhou),
in Cina:

Cum autem illic in Polumbum fuerimus nos ad portum, aliam
navim nomine ocum nos ascendimus, ut iam dictum est, ut in
Indiam superiorem nos irremus ad quamdam civitatem aitum, in
qua sunt duo loca nostrorum fratrum, ut ibi istas sanctas reliquias
poneremus. [Quando l a Quilon giungemmo al porto, salimmo su
una nave chiamata ocum, come si gi detto, per raggiungere in
India superiore (la Cina meridionale) una citt di nome Zayton

34
Il latino classico possedeva due lessemi distinti (seppure simili) per
designare due tipi affini di volatili: columbus colombo, piccione e
palumbus colombaccio, colombo selvatico. Nel latino volgare e nel
latino medievale la distinzione era venuta meno, cosicch la seconda forma
attestata anche nella variante polumbus (cfr. rom. porumb) poteva
indicare genericamente il colombo.

139
(Quanzhou), dove si trovano due conventi di frati Minori, per
deporre l queste sante reliquie].
35


La forma ocum che si legge nelledizione Wyngaert
non affatto sicura. In altri manoscritti latini, infatti, il nome di
questa imbarcazione compare in diverse forme: zuncum,
zocum, cocum, conchum, zochi, concluum, lonclum, etc.
36

Lunico studioso che ha tentato di spiegare questo passaggio
Yule, che traduce another ship called a junk.
37
In effetti va
notato che alcuni testimoni, tra cui il manoscritto Cicogna 2408
della Biblioteca del Museo Correr di Venezia, recano la lezione
zuncum, che potrebbe essere ladattamento in veneto o in
friulano antico della forma malese ng (da cui il francese
jonque e litaliano moderno giunca), che designa un tipo di
veliero in bamb, molto diffuso in Oriente, soprattutto in Cina,
di forma piatta e dotato di vele fatte di stuoie, capace di
trasportare un gran numero di passeggeri.
38
La testimonianza
del viaggiatore arabo Ibn Battuta conferma che al tempo di
Odorico dalle coste dellIndia meridionale partivano delle
giunche cinesi dirette verso il sud della Cina:

Comunque ci fermammo nel porto di Calicut, dove in quei giorni
cerano tredici navi cinesi, e sbarcati in citt, venimmo sistemati

35
Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 438 (cap. VIII par. 24).
36
Ibid., apparato. Vd. ancheYule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit.,
p. 293 n. 7.
37
Ivi, p. 131. Lidentificazione dellimbarcazione nominata da Odorico con
una giunca cinese viene proposta da Yule anche altrove: cfr. Hobson-
Jobson, being A Glossary of Anglo-Indian Colloquial Words and Phrases
and of Kindred Terms Etymological, Historical, Geographical, and
Discursive, by Henry Yule and the late Arthur Coke Burnell, London, J.
Murray, 1886, p. 472 s.v. junk (This is one of the oldest words in the
Europeo-Indian vocabulary. It occurs in the travels of Friar Odorico, written
down in 1331 [...]).
38
Jacques Dars, La marine chinoise du X
e
au XIV
e
sicle, Paris, Economica,
1992, pp. 93-99.

140
ognuno in una casa. Aspettammo tre mesi ospiti del sultano
infedele prima di poter ripartire per la Cina, perch per viaggiare
sul mare di Cina bisogna assolutamente essere a bordo di navi
cinesi che adesso descriveremo. [...] Le navi cinesi sono di tre
tipi: le pi grandi si chiamano [junk], le medie zaw e le piccole
kakam. Le prime hanno dodici vele o anche meno, fino a un
minimo di tre, in canne di bamb intrecciate come stuoie, che non
vengono mai ammainate, ma girate da una parte o dallaltra a
seconda di dove tira il vento e quando la nave allancora, le
lasciano ondeggiare allaria.
39


Tale congettura risulta proficua sia sotto il profilo
ecdotico, sia sotto quello interpretativo, perch da un lato
suggerisce quale potrebbe essere, nella varia lectio, la forma da
accogliere a testo, dallaltro fornisce una valida ipotesi sul
mezzo di trasporto usato da Odorico nella seconda parte del
suo viaggio verso il Cathay.
In conclusione, ci auguriamo di essere riusciti a
dimostrare che lesegesi di un testo come la Relatio di Odorico
da Pordenone richiede di integrare diversi livelli di analisi.
Accanto alla necessaria definizione di un testo critico affidabile
(obiettivo che per ora resta purtroppo distante), un passaggio
obbligato di qualsiasi discorso critico sullopera dovr essere
lesatta considerazione delle problematicit insite in ciascuna
delle fasi della sua elaborazione: in primo luogo la ricezione
delle informazioni da parte dellautore; secondariamente, la
trasmissione di tali informazioni dallautore allo scriba; infine,
la rielaborazione dei dati da parte dello scriba nel momento
della definitiva mise en crit.

39
Ibn Battuta, I viaggi, a cura di Claudia M. Tresso, Torino, Einaudi, 2006,
p 624.

141

BARBU TEFNESCU

nsemnrile olografe de pe crile bisericeti:
puterea de informare asupra sensibilitii lumii rurale
1



Dac s-a remarcat c pentru majoritatea popoarelor
europene istoria nseamn asumarea unui mare trecut
rnesc
2
, constatarea este cu att mai adecvat n cazul
romnilor la care remanena rural, deci perpetuarea unui cadru
tradiional de existen, este masiv i mai ndelungat: n
Romnia de astzi, aproape jumtate din populaie locuiete la
sat. Dac reducem discuia la jumtatea occidental a
Romniei, cunoscut generic sub numele de Transilvania,
elementul etnic majoritar al unui spaiu prin excelen
multicultural, cel romnesc, a trit n mprejurri istorice
specifice n exclusivitate n structuri rurale, pn ntr-acolo c
s-a pus semnul egalitii ntre romni i rani.
La modul general, ranul este perceput istoriografic
drept o fiin discret, datorit siturii sale, dac nu n afara, cel
puin la periferia cuvntului scris. Mai ales, discursul lumii
rneti despre ea nsi este unul precar, istoricul gsind cu
dificultate mijloace documentare pentru a strpunge carapacea
nchiderii ntre limitele oralitii cvasigenerale, prin mrturisiri
despre sine a ranului nsui. Un tip de surs care are asemenea
caliti o reprezint modestele nsemnri (adnotri) marginale
fcute pe crile bisericeti la nivelul secolelor XVI-XX,
fascinante prin umanitatea tririlor, prin sensibilitatea exprimat

1
Problematica este tratat pe larg la: Barbu tefnescu, Sensibilitate rural,
violen i ritual, Editura Universitii din Oradea, 2006.
2
Gail Kligman, Nunta mortului. Ritual, poetic i cultur popular n
Transilvania, Traducere de Mircea Boari, Runa Petringenaru, Georgiana
Fornoaga, West Paul Barbu, Editura Polirom, Iai, 1998, p. 191.

142
simplu i direct, cu mare for de convingere, de cei care scriu
sau de semenii lor, rani, despre i pentru care scriu. Aceste
cronici mrunte, din interior
3
, sunt fcute de oameni cu
rudimente de contiin istoric, pentru a alimenta i
remprospta memoria colectiv, att de imprecis, selectiv, n
forma ei oral; ele devin eseniale pentru orice tentativ
interesat s coboare cercetarea la nivelul destinelor
majoritare, care ambiioneaz s scrie istoria prin cei mici
4
.
Aparena de via rneasc cenuie, monoton, spre
care conduce o privire superficial, de sus i de la distan,
asupra satului romnesc transilvnean la nceputurile
modernitii, este dezminit, prin prisma acestei categorii de
documente mai puin convenionale pentru istoric, de fapte,
atitudini, gesturi i cuvinte ce dezvluie o lume structurat n
jurul unor valori simbolice, ntre care aspiraia spre Dumnezeu
i spre mpria Cerurilor transpare din grija pentru Biseric,
pentru destinul postum al sufletului. De cele mai multe ori
fraze simple, arhaice, stngace dar cu att mai apropiate de
esena sufleteasc a omului de la ar i care exprim n mare
msur felul lui de a simi, de a se comporta, de a lua atitudine
fa de problemele vieii, ale morii, ale lumii de dincolo de
mormnt, n toate cazurile, ale relaiei cu Divinitatea.
Nu ntmpltor, gama cea mai larg a nsemnrilor este
cea legat de viaa crii nsi, de calitatea sa de dar cu valene
transcedentale i comunitare, de gestionarea ei ca bun spiritual
i material cu valoare mare de ctre preot, nsi formulrile
fiind ncadrabile unui tipic, unei retorici ce ine de pregtirea de
operator al sacrului a celui care scrie cel mai adesea
5
.

3
Jean-Francois Soulet, Istoria imediat, Traducere i note: Mircea Platon,
Prefa, Florin Constantiniu, Editura Corint, Bucureti, 2000, p. 48.
4
Paul Cernovodeanu, Nicolae Iorga i Istoria romnilor prin cei mici, n
Revista istoric, serie nou, 1991, nr. 11-12, p. 628.
5
Jacques Paul, Biserica i cultura n Occident, vol. II, Traducere de Elena-
Liliana Ionescu, Editura Meridiane, Bucureti, p. 149.

143
Studiile ntreprinse de lingviti asupra textelor
medievale au pus n lumin, ntre altele, neobinuita
abunden a termenilor semnificnd dania sau actul de a oferi,
fireasc ntr-o lume n care actul oblativ era privit ca unul din
simbolurile de baz ale puterii i autoritii ce decurge din ea,
ca act fondator al relaiile interpersonale
6
. Dac instituia
darului este fr ndoial precretin, cretinismul a valorizat-o,
impunnd-o ca norm comportamental de baz pentru
credinciosul ntru Hristos, odat cu textele Noului Testament:
Darul este iubire, iubire fa de Dumnezeu, pentru c darul
i adevrul au venit prin Iisus Hristos (Ioan, 1, 17)
7
, formul
ce exprim originalitatea sacrului cretin, centrat pe persoana
Mntuitorului, cel care i conduce pe oameni spre sfinenie, i
apropie de Dumnezeu, i ajut s intre n comuniune cu El
8
.
Ca gest ritual, darul exprim credina n necesitatea
pstrrii legturilor permanente i amiabile cu forele
supranaturale ce domin spiritualitatea tradiional dar i
meninerea echilibrului n relaiile presupuse ntre comunitatea
viilor i cea a strmoilor
9
, de a intermedia ntre lumi aflate n
planuri diferite: ntre lumea profan i cea sacr exist
incompatibiliti ce nu pot fi depite dect prin rituri care s
reduc treptat distanele, crora li se ncadreaz i actul oblativ
10
.
Antropologii au identificat n cadrul instituiei darului
variante, precum cele ale ofrandei ori jertfei (sacrificiului).

6
Alexandru-Florin Platon, Societate i mentaliti n Europa medieval. O
introducere n antropologia istoric, Editura Universitii Al. I. Cuza
Iai, 2000, p. 40.
7
Ofelia Vduva, Magia darului, Bucureti, 1997, p. 77.
8
Julien Ries, Sacrul n istoria religioas a omenirii, Editura Polirom, Iai,
2000, p. 194-195.
9
Ofelia Vduva, Pai spre sacru. Din etnologia alimentaiei romneti,
Editura Enciclopedic, Bucureti, 1996, p.119.
10
Arnold Van Gennep, Riturile de trecere, Traducere de Lucia Berdan i
Nora Vasilescu, Studiu introductiv de Nicolae Constantinescu, Postfa de
Lucia Berdan, Editura Polirom, Iai, 1996, p. 15.

144
Chemat s intermedieze ntre om i Divinitate prin
intermediul cuvntului divin i al bisericii, cartea druit
primete, n ochii celor care scriu despre practicile oblative
relative la ea, sensul de jertf:

Aceast carte s-au cumprat de mai muli cretini a s. biserici din
satul Groi i Brzeti a 45 de forini fie-le jertfa aceasta primit
naintea lui Dmneu ntru vecinica aducere aminte. S-au scris n
Groi n 6 iunie 1851. Scris-am eu, Bica protopopul Beliului i
preotu comitatului Bihor
11
.

Pagina tiprit, indiferent de domeniul la care se refer
cuvntul scris, este investit la nceputul epocii moderne cu o
dimensiune sacr
12
, face parte din categoria obiectelor sacrale
aflate n consubstaniere cu Divinitatea i constituie un
important mediator sacralizat. De unde, gama de sentimente
contradictorii pe care prezena sa o impune utilizatorilor ori
beneficiarilor mesajului divin pe care-l transmite, de veneraie
i de team: pe un Liturghier (Trgovite, 1713) este
consemnat faptul c

A fost gsit la familia Culici din Dealul Ciorii de ctre Romolus
Raica din Strungari, omul o inea n fundul unei lzi cu haine i nu se
atingea de ea, pentru c nu-i permis s pun mna orice om pe
Evanghelier. Numa popii i clugrii pot lua n mn asemenea cri
13
.

Cartea este, n primul rnd, un obiect cu o valoare spiritual
foarte mare; chemat s medieze mai ales n plan transuman
14
,

11
Triod, (Blaj, 1813), exemplarul (ex.) de la Groi (Arad) (Titus Rou, nsemnri
i inscripii bihorene, Editura Universitii din Oradea, 1999, p. 135).
12
Robert Muchambled, Societ et mentalits dans la France moderne, XVI-
e - XVIII-e siecle, Armand Colin, Paris,1990, p. 143.
13
Doina Lupan, Cartea veche romneasc n biblioteca Muzeului din
Sebe, n Apulum, XIX, 1981, p. 483.
14
Doru Radosav, Carte i societate n Nord-Vestul Transilvaniei (sec. XVII-
XIX), Oradea, 1995, p. 214.

145
donaia sa este ncadrabil sacrului de transgresiune, cel care
face posibil depirea interdiciilor care delimiteaz sacrul de
profan
15
, avnd menirea s atrag contra-darul iertrii, al
expiaiei i redemiunii. Iertarea este cerut n baza
schimbului de prestaii ntre credincioii i divinitate
16
.
Este n acelai timp un obiect material
17
foarte
scump, reprezint o important valoare de schimb, o marf
prezent pe pia, fiind evaluat n bani sau prin raportare la
alte mrfuri: vitele, cerealele, ziua de lucru etc., intrnd,
frecvent, alturi de bani, n preul crilor, ntr-o societate n
care lipsa numerarului fcea ca trocul s-i continue cariera.
nsemnrile cu statut de acte de vnzare-cumprare
consemneaz, cu strictee, modalitile de achitare a preului
crilor:

Aceast (...) carte, ... o au cumprat erbul lui Dumnezeu Vasile
Grigore Sbdaul din sat din Noghifalu, din vidicul Bistriei, i
cu frate(le) su, cu Ionu, i au dat pre dnsa 30 i 4 de mi(e)re, 4
mji de gru...
18


[Aceast carte am luat-o] eu, Bodea Todu din Petire, feciorul lui
Bodea Mihai, i o am cumprat [de] la popa Ion, [n trgul] de(n)
Oradea, pe 2 boi
19



15
Mihaela Clu, Conceptul de sacru la Jean-Jacques Wunenburger, studiu
introductiv la: Jean-Jacques Wunenburger, Sacrul, Traducere, note i studiu
introductiv Mihaela Clu, Postfa Aurel Codoban, Editura Dacia, Cluj-
Napoca, 2000, p. 18.
16
Doru Radosav, Carte i societate...., cit., p. 217.
17
Ibidem, p. 155.
18
Varlaam, Carte romneasc de nvtur (Iai, 1643), ex. de la Mrielu
(Bistria-Nsud) (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti.
nsemnri de demult, Cuvnt nainte de Prea Sfinitul Dr. Vasile Coman,
Episcopul Oradiei, Editura Episcopiei Ortodoxe Romne a Oradiei, 1990 (n
continuare: Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti...., p. 146).
19
Chiriacodromion (Alba Iulia, 1699), ex. de la Atileu (Bihor) (Florian
Duda, Memoria vechilor cri romneti..., p. 172).

146
Biblia lui erban Cantacuzino era cumprat la Lugoj,
n anul 1723, cu 50 de florini i un cal
20
; Am dat aceast sfnt
carte eu, popa Sandu ..., lui Vasilca din Agrbici Dumitra pe
douzeci i 4 de oi cu m(i)ei; la 1834, un Penticostar era
cumprat de fii lui Popa Mihai, din Leheceni, n schimbul
venitului obinut de crma satului pe doi ani
21
; Aceast carte
anume s Mineiu l-au cumprat trei oameni de omenie din satul
Petere cu 32 de zloi i 3 zile de lucru...
22
.
i, desigur, irul exemplificrilor ar putea continua,
asupra unui aspect asupra cruia datele abund.
Caracterul de obiect consacrat, nu mpiedic ncheierea
trgului dup practici laice statuate de tradiie, cum sunt
arvunirea (garania c trgul nu mai putea fi stricat,
cumprtorul care se rzgndea pierdea n mod automat suma
dat ca arvun sau aleu )
23
:

...deci trimind Dumnezeu un om la Oradea cu acest sfnt carte,
s-au vestit la jupnul Andra, deci dumisa au pus aleu pentru
dnsa ca s-o cumpere s mearg la dumisa
24
.

Un Liturghier era cumprat, la 1689, de ctre Toader
Olteanul n trg la Bistria, de la Gligor Coalc din Brgu, la
srbtoarea numelui cumprtorului, spre o a drui: o au dat
poman popii, lui tefan din Dumitra Mic, pentru sufletul
su i al soiilor sale Todora i Ileana; trgul s-a ncheiat cu
obinuitul aldma la care particip, n afara celor dou

20
Valeriu Leu, Cartea i lumea rural n Banat 1700-1830, Editura
Banatica, Reia, 1996, p. 49.
21
Penticostar (Blaj ), ex. de la Leheceni (Bihor) (Titus Rou, op.cit., p. 34).
22
Antologhion (Bucureti, 1766), ex. din Petere (Bihor), nsemnare din
1819 a preotului Teodor Ursovici (Titus Rou, op.cit., p. 238).
23
Doina Lupan, Vechi obiceiuri juridice de pe Valea Ampoiului, n
Apulum, XXI, 1983, p. 400.
24
Cazanie (Bucureti 1778), ex. al satului Berechiu (Bihor), (Titus Rou,
op.cit., p. 168-169).

147
persoane care ncheie trgul, martorii: Chifor din Mititei,
protopopul David din Uifalu, popa Dumitru din Runcu i
Onul, judele din Dumitra Mic, precum i ali oameni buni.
Tranzacia este fcut n condiii favorabile de timp - la Sf.
Toader - am putea spune i n condiii favorabile de loc - cel al
trgului care la marile srbtori este investit i el cu valene ale
sacrului - ntrit de prezena ca martori a unor notabiliti
bisericeti ale zonei, a autoritii comunitare, a altor oameni de
ncredere, buni.
Cartea de cult atrage n jurul su, n circumstane
excepionale, puseuri de solidaritate uman i cretin.
Exemplific bine aceast afirmaie nsemnarea din 1710 fcut
de preotul din Fofeldea (Sibiu), pe un Miscelaneu, manuscris
din secolul al XVII-lea. Iniiativa preotului, mult pctosul
popa Toma, de a repara legtura crii, care au fost stricat,
la un meter din Sibiu o am dus eu, popa Toma, n Sibiu de
au dres un neam, pe 2 florini - este dat peste cap de
epidemia de cium care izbucnete pe neateptate: i au dat
ciuma. Satul Fofeldea nu se poate mobiliza acum pentru a
aduna suma necesar: bani n-au fost, scrie simplu dar grav
preotul care trebuie s scoat cartea datorit pericolului
instituirii carantinei, a posibilei mori a meterului, a
nstrinrii crii, de care s-ar face vinovat n faa lui
Dumnezeu el, preotul: Ci m-am nevoit de m-am dus s o
scot, gsind nelegere la nete oameni buni care i-au
mprumutat suma necesar scoaterii crii din Sibiul asediat de
cium. Dar aceleai mprejurri au fcut ca preotul s nu-i
poat onora promisiunea de a napoia banii mprumutai la
mplinirea sorocului de trei zile: i satul n-au fost harnici s
dea banii. n aceste condiii cartea a rmas zlog ase sau
apte sptmni, pn cnd milostivul Dumnezeu au ndemnat
pre Oprea Pura din Holman de au dat un florintu i Stan
morariul au dat 50 de bani i Oprea Ttulia au dat 40 de bani,
de am pltit. Ceea ce n-a reuit comunitatea n ansamblul ei,

148
au reuit trei strini satului dar aparinnd aceleai comuniti
spirituale: i aceti oameni buni au dat pomana sufletelor lor
(...). Rscumprarea crii prin actul pios al celor trei este n
msur s restabileasc statutul juridic al crii, s aduc
linitea n sufletul preotului ncercat: Am scris aceasta eu,
mult pctosul popa Toma, din satul Fofelde, n pace i
sntate.
Prin raritatea ei, prin greutatea procurrii, coroborate cu
cererea crescut spectaculos, ca urmare a impactului unui nou
tip de devoiune, cartea reprezint o valoare spiritual,
cultural, de reprezentare, social i material mare, i tentaiile
n jurul ei sunt pe msur. Slbiciunile omeneti, mprejurrile
istorice favorizante, situaii tulburi, rzboaie, greuti, fac ca
gndul de a nstrina sau de a-i nsui prin mijloace ilicite
acest bun de mare valoare s ncoleasc n permanen n
mintea unora. De unde, nevoia de a gsi cele mai eficace
mijloace de protejare a lor. n sintaxa actelor de donaie,
aezarea crii la biseric este nsoit de imprecaii, blesteme
grele, bisericeti
25
.
Blestemul este definit ca un act de magie verbal,
bazat pe credina n puterea cuvntului de a institui, de a
modifica o stare existent
26
. El este inversul binecuvntrii;
ca atare, Dumnezeu putea s blesteme sau s se foloseasc de
acest drept pentru a-l pune la dispoziia altora: reprezentani ai
si pe pmnt - preoii, cei care n-au alte mijloace de a se apra
(sraci, subjugai), cei care acced la acest drept prin autoritatea
patern
27
.
Blestemele ntresc puterea ritual a crii i sunt
menite s apere sensul donaiei de pericolele distrugerii,
nstrinrii prin vnzarea abuziv, prin furt, prin zlogire:

25
Dan Horia Mazilu, O istorie a blestemului, Editura Polirom, Iai, 2001, p.
276.
26
Ibidem, p. 13.
27
Ibidem, p. 27.

149
n numele tatlui i a fiului i Duhului Sfnt. Amin. Aceast sfnt
Evanghelie o au cumprat roaba lui Dumnezeu Todor n 11
florini i un mrie, pentru sufletul su i a prinilor ei, anume
Diurca Ion i maica sa Ohima i a tot rodul ei pn la eptelea niam
s le fie poman n veci. i o au pus i o au dat poman n veci. i
o au dat poman n beserica din Negreti. i cine o va clinti sau o
va fura i cine o va vinde i cela cine o va cumpra i batr cine o
va clinti i o va sminti din besereca mai sus numit Negreti, s fie
afurisit, anathema, procliat, blstmat de Tatl, Fiul i Duhul
Sfnt de tri sute 18 sfini prini. Scrisu-s-au acesta pomelnic n
Negreti, supt stpnire nlate creesi nostre Marie Terezii, supt
vldicia de la Munkaci, Ioan Bradaci, n zilele preotului
Constantin. Anul Domnului 1768 luna lui septemvrie 14 zile
28
.

Trecut, indiferent din ce pricini n mini strine, uneori
ale necredincioilor ori ale celor care, chiar botezai, se
situeaz, prin comportament, n afara lumii cretine - hoi,
lacomi, tinuitori, jefuitori etc. -, cartea a fost scoas din cadrul
ei specific, sacralitatea ei a fost pus n pericol prin posibila
contaminare cu profanul cel mai abject, aflat la cea mai mare
distan de Dumnezeu. De aceea, nu este suficient doar
recuperarea ci i purificarea ei ritual, care s reafirme
ncrctura sacr iniial i cea dobndit prin aezarea sa la
Biseric. ...deci banii trec, dar pomana va rmne n veci,
scria protopopului Lup din Satul Nou (Bistria-Nsud), cel
care, convins de acest lucru, a ntreprins investigaii
ndelungate i dificile pentru a recupera o carte nstrinat n
condiiile unei invazii ttare din a doua jumtate a secolului al
XVII-lea (aceast carte au fost peri(t) n rutile cele de cnd
au robit ttarii):

am rscumprat-(o) cu mult cheltuial i am umblat la 3 scaune
pneti i am dat 23 de florini (...) precum i Iov Costin i Henu

28
Evanghelie (Blaj, 1765), ex. de la Negreti Oa (Elena Brnuiu, Carte
romneasc veche n colecii stmrene, Editura Muzeului Stmrean, Satu
Mare, 1998, p. 133).

150
Ionu, cum c lor le-am dat 12 florini de au umblat cu mine pn o
am dobndit.

Dup un asemenea efort i cu mulumirea izbnzii cu
ajutorul lui Dumnezeu, statutul crii este fixat din nou: ea
rmne feciorilor sau nepoilor si care vor nva carte, care
vor ti s o preuiasc i s o ngrijeasc, iar dac s-ar afla n
familie cineva care s nu tie carte, s o dea poman la biserica
unde slujete el (protopopul) sau unde va merge, dup moartea
lui, preoteasa rmas vduv ori unul din feciorii si, cel mai
destoinic i mai cucernic
29
.
Puterea de informare a acestui tip de surs este ridicat
i cu privire la problematica relaiei dintre scris i oralitate, a
formelor elementare de sociabilitate rural, a jocului permanent
dintre tendinele de destructurare i cele de agregare
comunitar, a formelor de manifestare a religiozitii populare.
nsemnrile la care ne raportm introduc i n problematica
destul de ru cunoscut a ritualului, cu rolul su determinant n
societile tradiionale, cu funciile sale reglatoare social
30
, dar
foarte discret probat istoriografic, n ciuda faptului c orice
societate se afl n posesia unui cod al comunicrii rituale,
capabil s reafirme coeziunea social i spiritual a grupului
31
,
s asigure interaciunea n mai multe planuri: individ-individ,
individ-grup social, individ/grup social-divinitate
32
.
Preotului i se cere frecvent de ctre comunitate s rezolve,
prin puterea sa de operator al sacrului, o serie de lucruri, dincolo
de aria de competen stabilit de canoane. n aceast categorie de
situaii n care preotul trebuia s fac n faa comunitii dovada

29
Varlaam, Carte romneasc de nvtur (Iai, 1643), ex. de la Bozie
(Bistria Nsud) (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit.,
p. 159).
30
Mihai Fifor, Comunicare, ritual, ritualizare. Repere teoretice, n
Symposia. Caiete de etnologie i antropologie, nr. 1, 2002, p. 81.
31
Ibidem, p. 91.
32
Ibidem, p. 81-82.

151
puterii sale spirituale, canonice ori necanonice, se situeaz i
implicarea prompt a preotului din localitatea bihorean Spinu,
confruntat la 1847 cu o invazie de lcuste:

n anul acesta [1847], n 12 august, ntr-o zi de joi, dup mas pe la ora
5, de la rsrit s-au abtut un grozav nor de lcuste, deodat tot
orizontul a fost acoperit i populaia a fost cuprins de panic - situaie
n care reacia preotului este ferm, mai nti n plan practic - Preotul
din loc imediat a dat porunc s se trag clopotul ntr-o ureche i cu
alte mijloace au fcut larm ca toi oamenii s mearg n hotar s fac
foc ntre porumburi i gru. Deodat fumul a acoperit tot hotarul.

Rezultatul a fost c masa de lcuste nu s-a aezat n
hotarul comunei Spinu pe pmnturile proprii, urbariale, ci
doar pe pmntul moierului, pe care au stat cteva zile,
distrugnd toate semnturile. Suntem cu un an naintea
desfiinrii relaiilor feudale i cu ase ani naintea legiferrii
ei. Moierul era n drept s cear ranilor s intervin; o face
prin intermediul judelui stesc:

Moierul din sat a dat porunc birului Iliyes, care a fost un om
slbnog i fricos, s mie poporul pentru alungarea lcustelor.
Asta nu a reuit. Clopotul nu a influenat asupra poporului.

Lipsa de eficien a msurilor i poruncilor domneti i
rezidena lcustelor n hotarul satului - putnd oricnd s se
mute pe culturile locuitorilor si - au determinat o nou
intervenie a preotului, adaugnd mijloacelor materiale pe cele
spirituale, procesiunea cu caracter excepional, la care se
recurge n caz de calamiti naturale ori boli
33
, n msur s
determine mobilizarea comunitar prompt:

De aceia, preotul a chemat poporul la biseric prin trasul clopotului
i, mbrcat n odjdii, a pornit n procesiune n partea de sus a

33
Ioan Horga, Contribuii la cunoaterea josefinismului provincial, Editura
Universitii din Oradea, 2000, p. 23-24.

152
satului i poporul vznd aceast nenorocire, i c nu este glum,
au venit n procesiune i mici i mari, i btrni i au mers la dealul
de sus, la moara lui Ptca, au trecut rtul pn la marginea
hotarului, pn la hotarul Ciuhoi, unde lcustele s-au lsat i au
mncat tot porumbul verde. Poporul a fost ngrozit. Preotul a
ngenunchiat pe pmnt i, cu ceremonia bisericii orientale, a rostit
rugciunile de blestem, rugndu-s lui Dumnezeu s ajute
poporului, l-a pus s se roage, apoi poporul s-a ridicat n picioare.
Dup aceia, preotul a nfipt n pmnt praporii, doi n frunte i doi
n margine - gest simbolic, de circumscriere a hotarului ntr-un
perimetru magic
34
, de exorcizare, care se trgea i pentru a apra
satul de cium -, apoi (...) au nvlit asupra lcustelor, au lovit
pentru a le omor cu picioarele i a continuat atacul pn cnd
lcustele au fost alungate din hotarul Ciuhoi, astfel c n acea zi s-a
terminat cu lcustele (...)
35
.

Pericole de dezintegrare social vin i dinspre plaga
alcolismului, semnalat n nsemnrile marginale. n jurul
anului 1650, n faa protopopului Braovului, Vasile Hoban, se
prezinta Radu Murgan pentru a face legmnt n numele
cumnatului su Costea, c cel din urm se va abine de la
butur un an de zile: cum c ntr-un an vin s nu mai bea;
Radu Murgan este ngrijorat de soarta surorii sale, pentru c,
datorit beiei Costea neglijeaz treburile gospodreti, lsate
aproape exclusiv n sarcina soiei, fapt pentru care n legmnt
este inserat i obligaia: precum va duce muierii lucru n cas
i bucate de va putia, s munceasc mpreun cu femeia, unul
de o parte, altul de alt parte; aflm indirect c relaiile cu
soia se tensionaser, fapt pentru care legmntul prevede
mpcarea lor: s o cinsteasc ca pre o muiere i muiarea ca
pre un brbat; girantul acestui legmnt este, deci, cumnatul
mpricinatului, fratele soiei, cel chemat s apere cinstea i
onoarea surorii sale; nerespectarea legmntului incumb
obligaia pentru Radu Murgan de a-l demasca pe Costea

34
Robert Muchambled, Societ et mentalits..., cit., p. 74.
35
Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 337-338.

153
autoritii ecleziastice, n faa creia se face legmntul: i
nefcnd unele ca acestea s aib eu, Radu Murgan, a sta fa
naintea printelui (Vasile Hoban) i naintea cinstitului sobor,
iar bnd vin s-l dau naintea printelui de fa; prealabil
pedepsei hotrte de instana bisericeasc, vinovatul trebuia s
suporte o pedeaps corporal foarte aspr, n dou etape: una la
nivel familial: s-l bag n cote n piali goal, s az 3 zil(e),
alta public: i s-i dau 300 de toiege pe pod, n mijlocul
trgului; nerespectarea acestei obligaii din partea garantului
Radu Murgan, urma s conduc la acceptarea aceleai pedepse
pentru el nsui. Pentru a i se conferi valoarea legal cuvenit,
nelegerea redactat de protopopul Vasile Hoban este
certificat de Radu Murgan prin punerea degetului: i pentru
credin mi-am pus i degetul, ca s s creaz n tot locul i la
fiete judecat
36
.
Dintre cele trei momente eseniale din viaa fiecrui
individ, n egal msur i momente sociale n grupurile
tradiionale, cel mai greu de gestionat de ctre comunitate este
cel legat de necunoscutele Marii Treceri. Destinul postum al
sufletului mortului, n percepia cretinismului popular
romnesc, nu depinde n primul rnd de faptele svrite pe
pmnt de defunct, ci mai ales de rigoarea mplinirii normei
rituale ce ncadreaz momentul morii
37
, orice abatere de la ea
riscnd s prefac mortul n strigoi
38
.

Indivizii pentru care nu s-au executat rituri funerare, scria Arnold
Van Gennep, la fel ca i copii nebotezai, cei care nu au primit

36
Manual de filozofie, sec. XVII, pstrat n cheii Braovului (Florian
Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 127).
37
Mihaela Strin, Imaginea oficial i popular a strigoiului, n Nicolae
Bocan, Sorin Mitu, Toader Nicoar (coordonatori), Identitate i alteritate.
Studii de istorie politic i cultural, 3, Presa Universitar Clujean, 2002,
p. 312.
38
Ion Ghinoiu, Lumea de aici, lumea de dincolo. Impostaze romneti ale
nemuririi, Editura Fundaiei Culturale Romne, Bucureti, 1999, p. 266.

154
nume sau au rmas neiniiai, sunt sortii unei existene jalnice, fr
a putea vreodat s ptrund n lumea morilor sau s fie agregai
n societatea lor. Sunt morii cei mai periculoi; ei ar dori s revin
n lumea celor vii i, neputnd s-o fac, se comport ca nite strini
ostili
39
.

Dac n cazul morii prin mbtrnire, ce urmeaz
cstoriei i naterii copiilor, ritualizarea repetat i accelerat
n preajma morii, nlesnete trecerea, n cazul morii
intempestive, ncadrabil morii rele, ce exprim sfritul
unui individ a crei via i fapte au eludat modelul cretin
40
,
schimbarea brusc de statut, nu las timp pentru mplinirea
tuturor secvenelor rituale, mai ales nu permite administrarea
ultimei mprtenii
41
.
nsemnarea fcut de popa Ionel din Vineti, la 1752,
pe un Penticostar, tiprit la Rmnic, la 1743, se refer la o
tragedie posibil oriunde n condiiile de excepionalitate ale
bntuirii unei epidemii de cium. Suntem n prezena unei
drame existeniale, al crei caracter extraordinar se detaeaz
pe fondul unei mortaliti de cium cvasigeneral, prin
dimensiunile tragediei familiale, gestionat de preot n spiritul
vremii. Soii Bud Mihoc, poreclit Zimbru Mihoc, i soia lui
Gafie, se pomenesc n preajma vrstei de 70 de ani, fr cei
ase copii ai lor, cinci biei nc necstorii i o fat mritat,
luai toi, de omorul de cium, i au rmas numai
btrni(i) amndoi, singuri, fr de ficior. Exprimarea
preotului Ionel invoc feciorii, prin termenul singular de
ficior, pentru c n-a rmas nici unul dintre ei, neinvocarea i
a fetei datorndu-se faptului c ea era cstorit numit ca
atare de preot (fme(i)a) -, plecase din cas, aparinea altei
uniti familiale, i mplinise menirea sub acest aspect.

39
Arnold Van Gennep, Riturile..., cit., p. 142-143.
40
Doru Radosav, Sentimentul religios la romni..., cit., p. 146-147.
41
Ibidem, p. 137.

155
Pierderea celor cinci era pentru btrni cu att mai dureroas,
cu ct erau feciori i se tie c n concepia tradiional feciorii
reprezint principiul vitalitii maxime a comunitii
42
- o
nsemnare din satul Rchitova (Hunedoara) consemna moartea,
cauzat de cium, a 300 de suflete n localitate, ce a avut drept
consecin pustiirea a 28 uniti familiale, dar deplnge cu
deosebire aflarea printre ele a 60 de feciori
43
; erau, apoi, toi
holtei, deci depiser diversele pericole ce-i pteau atunci pe
copiii mici, - i a cror moarte ca ngeri fr de pcate nu
este perceput prea tragic pentru c, murind la o vrst fraged,
pe de o parte, prinii nu avuseser posibilitatea s-i reverse
afeciunea asupra lor, pe de alt parte, puritatea lor conferit de
imposibilitatea de a aduna pcate importante era o garanie a
integrrii lor fireti n lumea de dincolo -, aparineau cetei
feciorilor, trecuser cu bine riturile de iniiere pentru a fi
integrai unei noi categorii, cu mare prestigiu social, ajungnd
n pragul ntemeierii unor familii proprii. Mai mult, nici unul
nu apucase s se cstoreasc, s intre n rnd cu lumea. De
aceea, moartea la acest vrst, n floarea vieii, era perceput
cel mai dureros n lumea tradiional a satului
44
. Cuvintele
preotului exprim i un alt punct de vedere general n epoc:
pierderea a cinci feciori putea lsa un numr de fete nemritate,
restrngnd reproducia biologic a comunitii; n gndirea
arhaic, doar cstoria raionalizeaz viaa i moartea
45
, fapt
pentru care n mod tradiional, n lumea rneasc romneasc
i nu numai, tinerii mori la vrsta cstoriei erau cstorii
simbolic pe lumea cealalt (nunta mortului)
46
.

42
Gheorghe ietean, Forme tradiionale de via rneasc, Zalu, 1999,
p. 37.
43
Teologie moral (Blaj,1796), ex. de la Densu (Hunedoara) (Florian
Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 197).
44
Kail Kligman, op.cit., p. 112.
45
Ibidem, p.40.
46
Ibidem, p.41.

156
ngrijorarea comunitar, exprimat indirect, se face
totui ntr-o perioad n care lumea este mult mai puin
impresionat de moarte. Cu toate acestea, soarta ieit din
comun a celor doi soi nu poate s nu-l impresioneze pe preot,
s nu o considere drept un semn, ncadrabil unui recitativ de
ncercri trimise de Dumnezeu pe capul oamenilor: Deci
aceste am scris, s s tie, c pe acea vreme nbla pro(c)iile,
adec() cerca nemiigul n Maramur; excepionalul situaiei
n care se ncadra i drama ce face obiectul nsemnrii este
nsoit, dovedit, de perturbarea ordinii lumii, ce anun
catastrofele cele mai oribile
47
, n cazul de fa de inversarea
valorilor altimetrice, a formelor de relief: Dec(i) ace(a) s tii
c ae s ridicas zpodiile i s aezas dealurile, ct s-a
fcutu-s minune mare. Este primul din semnele identificate
de Sfntul Ieronim ca vestitoare a sfritului lumii: marea se va
ridica deasupra munilor
48
; aceste semne corespund simbolic,
inversrii ordinii morii n rndurile familiei Bud: nu btrnii,
aflai la o vrst la care moartea ar fi fost fireasc, sunt secerai
de cium, ci copiii. Este o dovad a puterii lui Dumnezeu n faa
oamenilor, manifestat prin fru liber lsat forelor sacrului
malefic, gndesc prinii ndurerai. Moartea celor ase copii ai
lor i determin pe cei doi btrni s se gndeasc la pcatele
proprii, n societile tradiionale boal fiind considerat
consecin a unor vrji, blesteme ori a unor pcate grave
49
, i, n
consecin, s-i caute alinare ntr-o devoiune mai mare: Iar
(a)cei ae ndrgir beserica, cum auzir clopotul, ei numai c
sosir la beseric amndoi, seara la vecernie, dimineaa la
utrenie, i la sf(n)ta liturghie, convini c ceea ce li s-a
ntmplat s-a datorat carenelor anterioare pe acest linie: Ru

47
Jacques Paul, Biserica i cultura..., cit., vol. II, p. 288-289.
48
Lucian Boia, Sfritul lumii, o istorie fr sfrit, traducere din limba
francez de Walter Fotescu, Editura Humanitas, Bucureti, 1999, p. 54.
49
Gheorghe ietean, Antropologia i sociologia sacrului, seria Limes-
Lekton 5, Editura Limes, Editura Lekton, Zalu, 2002, p. 110.

157
s-au mniat Dumnezeu pre noi!. Aceast atitudine este
ncurajat de preot, pcurar i pstor turmei lui Hs., i
direcionat spre acte de devoiune superioare, ce se bucur de
preuirea lui Dumnezeu n cel mai nalt grad i ca atare se vor
bucura de o consideraie asemntoare i sufletele feciorilor lor:

Deci eu, fiindu-l(e) duhovnicu, popa Ionel, i-am ndemnat i le-
am zis: Iat, dac v pare ru, ... ne cumpr carte(a) ce(a)
luminat, care se ncepe n ziua de Pati, pn la Dumineca Mare
ine rnduiala ei.

Acceptat soluia de ctre cei doi prini ndurerai,
ncep demersurile pentru cumprarea crii: am mersu i eu,
popa Ionel, i cu Mihoc n Bie, unde cei doi cumpra
cartea: i au dat pe carte(a) aceasta 12 florini vonai, Mihoc
i cu Gafie, pentru rscumprarea pcatelor lor i a a tot
rodul lor, s le fie poman pn n ve(a)cu, pe care o doneaz
bisericii din Budeti: i o au fgduit la hramul lui Sf. Nicolae
n sat n Budeti.
Cartea nu este aleas de preot la ntmplare, este una, a
crei folosin ncepe n ziua nvierii, la Pati, n sperana repetrii
modelului cristic i n cazul de fa. Mori de cium, cei ase copii
ai familiei Bud n-au putut beneficia de tainele spovedaniei i a
cuminecturii ceea ce nseamn marginalizarea sufletelor lor,
amnarea momentelor de integrare n lumea morilor. Donaia de
carte rmne singurul i cel mai important gest pe care prinii
att de greu lovii de soart l pot face pentru a influena benefic
evoluia postum a sufletelor copiilor lor. Prin ea ncredineaz cu
mai mare ncredere soarta lor n minile lui Dumnezeu, singurul
care le poate ajuta n zbuciumul lor, i poate liniti pe prinii
btrni i dezorientai, pentru a-i duce zilele ce le-au mai rmas,
aplecai spre cele bisericeti, poate aduce un plus de siguran
comunitii greu ncercat de epidemie.
Dac violena este frecvent n lumea rneasc
transilvnean a Vechiului Regim, crimele, cel puin prin

158
prisma nsemnrilor de pe crile de cult, desigur selective,
rmn de domeniul excepionalului. Cele cteva cazuri
ealonate pe aproape un secol i jumtate mrturisesc mai
degrab raritatea, precum i diminuarea fenomenului
criminalitii rurale cu ct ne apropiem de zilele noastre, dac
nu este vorba, mai degrab, de un transfer treptat de
competene spre justiia de stat, ce-i asum, tot mai mult,
rezolvarea cazurilor de omor, i ca atare pierderea importanei
rituale a ceremoniilor comunitare de mpcare, rolul lor fiind
uzurpat de pedepsele exemplare date de tribunalele teritoriale.
n principiu, legea i pedepsea cu moartea pe cei care se
fceau vinovai de crim la nceputul epocii moderne;
nsemnrile marginale pe cri consemneaz i astfel de situaii:
la 1846, la 13 iunie, erau spnzurai n hotarul localitii
Petreti (Alba), Niculae din Deal, Simion Mireanul din
Rchita i Simion din Pianul de Sus, pentru vina de a fi
omort pe Snea i pe Ion Dianul cu muiere cu tot; crim
grav care exclude greeala i pentru care pedeapsa nu poate
fi dect exemplar, cu un pronunat caracter pedagogic: furcile
nu mai sunt ridicate la locul lor obinuit, ci la trgu cel de
marh, loc n care locuitorii satelor din zon se adun ritmic,
sptmnal; efectul a fost cel scontat: la execuie s-au adunat
tot atia oameni ca la un trg de ar
50
. Satele nu erau ns
interesate ca dup ce pierduser unul sau mai muli membri s
mai piard nc alii. Ca atare, evitau s-i dea pe criminali pe
mna autoritilor, prefernd s intermedieze mpcarea ntre
familiile, neamurile aflate n conflict.
Tensionarea vieii comunitare printr-o crim, svrit
de un membru asupra altui membru al su se facea n mai
multe planuri, desfurate de-a lungul principalelor linii de
solidaritate: ntre rudele celui ucis i neamul ucigaului; ntre
uciga i membrii propriului grup familial care-i compromit
statutul social prin fapta comis de unul dintre ei, fie c se

50
Doina Lupan, Cartea veche romneasc..., cit., p. 485.

159
solidarizeaz sau nu cu ea; ntre uciga i ansamblul
comunitii viilor; ntre uciga i sufletul celui ucis, cel din
urm acuznd, n credina popular, grave probleme de
integrare n noua sa lume, tocmai datorit caracterului violent
al morii care nu permisese administrarea ultimei mprtenii,
avnd din aceste considerente tendina de revenire prin aciuni
malefice, nu numai asupra ucigaului, a familiei sale ci i a
ansamblului comunitii care nu a fost n msur s
prentmpine asemenea crize; aciunea sa este presupus a se
bucura de solidaritatea lumii morilor, a ascendenilor si
direci i a ntregii comuniti a lumii subpmntene;
tensionarea se face - lucru i mai grav - nu numai ntre uciga
i divinitate ci ntre divinitate i ansamblul comunitar, prima
alarmat de nclcarea regulilor de convieuire cretin, la care
era chemat s vegheze comunitatea.
O crim care leza onoarei unei familii, a unui neam,
reclama aciunea de rzbuna asupra fptuitorului dar i fa de
neamul acestuia, putnd declana un potenial ir de
vendetta. De aceea, nu pedepsirea rufctorului st mai
nti n atenia grupului ci grija ca criza creat prin fapta
reprobabil s nu degenereze ntr-un factor destructiv
iremediabil; orict de grav ar fi fapta comis de cineva,
comunitatea are n vedere mai ales depirea grabnic a
consecinelor sale negative, prin mpcarea public, simbolic,
a prilor. Mai mult, comunitatea se strduiete s transforme
acest moment de criz al dezintegrrii ntr-unul de reagregare,
asimilnd violena unui act sacrificial creator, capabil s
conduc la regenerarea grupului, la reafirmarea liniilor de
sociabilitate.
nsemnarea pstrat pe paginile unui exemplar din Noul
Testament (Alba Iulia, 1648), scris ntr-un sat din inutul
Zarandului, aduce, n raport cu altele, un element specific
51
.


51
Noul Testament (Alba Iulia, 1648), ex. pstrat la Sibiu (Florian Duda,
Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 186-187).

160
Interdicia de a o vinde, de a tinui, de a o fura, de a o
lua cu sila, este ntrit de precizarea: c este cumprat
pentru moartea bunului fecior anume Toader; gravitii
sanciunilor fixate prin imprecaie i se adaug, prin aceste
cuvinte, accente agravante: nu este o donaie obinuit, ci una
determinat de un eveniment comunitar, a crui
excepionalitate const n moartea unui fecior, adic a unui
membru al comunitii cu potenial de valorizare social
maxim, la care autorul nsemnrii adaug o nuan eufemistic:
Toader fusese un fecior bun, situat n segmentul elitar al
cetei feciorilor din sat, din punctul de vedere al percepiei
comunitare, prin calitile personale dar i prin ascendena sa
imediat: tatl su este liderul comunitar, cneazul (chinezul);
cartea este semn al iertrii de ctre tatl acestuia a ucigaului,
al mpcrii la rugmintea ucigaului, cel care a cumprat
cartea, dar al crui nume nu este pomenit - ucigaul
supunndu-se pedepsei interzicerii pomenirii, sanciune
considerat tot att de grea, poate mai grea dect moartea
nsi
52
- , conform nelegerii : cum c tatu-su, anume
Bogdan Chinezul, l-a iertat pentru c au fcut pace dac l-au
rugat acel uciga ce au ucis pe feciorul lui Bogdan, c va
cumpra aceast carte pentru sngele acela nevinovat; pentru
gravitatea faptei sale n diverse planuri, cel ce a ucis, este ters
astfel, simbolic, din memoria colectiv, este supus unei
izgoniri din istorie
53
; sintagma sngele nevinovat este una
consacrat n textele cretine, pentru a sublinia enormitatea
pcatului svrit, prin vrsarea lui
54
; durerea tatlui pentru
pierderea bunului fecior este evident din formularea
textului dar i din dorina de rzbunare pe care i-o controleaz
cu greu pentru moment dar pe care nu este sigur c o va
controla i pe viitor i c nu va recurge instinctiv la legea

52
Dan Horia Mazilu, O istorie a blestemului..., cit., p. 402.
53
Ibidem, p. 106.
54
Ibidem,, p. 81-82.

161
talionului; pentru a se mpiedeca impulsurile spre rzbunare,
ceea ce ar mri i mai mult zestrea de pcate adunate n jurul
acestei mori violena reacional are accente agravante n
raport cu alte forme ale violenei umane
55
-, se propune i se
accept de jure mpcarea; dar teama de a nu putea stpni
emoiile duce la cuprinderea n cadrul nelegerii i a unor
restricii n ceea ce-l privete pe uciga, cum este cea de a nu
mai locui n sat cu familia victimei, iar ntru acest chip l-au
iertat, omu n sat s nu az, pentru a prentmpina izbucnirea
n anumite condiii a conflictului i ale crui consecine ar fi
imprevizibile: c eznd ntr-un sat, ori la beie, ori la trezie,
nu tim (ce) se va ntmpla; aceast nelegere adus la
cunotina tuturor notabilitilor protopopilor, preoilor i
boierilor mireni, este cea mai bun care se poate face i pentru
comunitate care, la modul general, se debaraseaz cu rapiditate
de cei care puneau n pericol liniile de agregare
56
, n cazul de
fa prin mutarea (presupus) n alt sat a ucigaului,
ndeprteaz nu numai pericolul rediscutrii ulterioare a
echilibrului afirmat formal prin actul de mpcare, ci
direcioneaz n alt parte i fluxul de energii negative ce ar
putea veni dinspre sufletul celui ucis, a lumii nevzute
subpmntene a morilor; ucigaul i asum n acest caz rolul
unui veritabil ap ispitor: el duce cu sine, n afara spaiului
comunitar, pcatul de moarte. n acelai timp, criminalul nu
doar c nu rmne nepedepsit, dar el urmeaz s suporte n
continuare statutul de marginal, de strin, Orice om - scria
Georges Duby - de ndat ce iese din satul prinilor si -, se
considera oriunde strin, deci suspect, ameninat. I se putea lua
totul, chiar viaa: voi fi zbuciumat i fugar pe pmnt i

55
Toader Nicoar, Istorie i violen. Lecturi posibile, n Caiete de
antropologie istoric anul I, 2003, nr.2, p. 11.
56
Nicolae Mihai, Gestul interzis. Imaginea sinuciderii n Oltenia primei
jumti a secolului al XIX-lea (Cazul Petre Carapancea din 1835), n
Symposia. Caiete de etnologie i antropologie, nr. 1, 2002, p. 297.

162
oricine m va ntlni m va ucide, sunt temerile lui Cain
atunci cnd ia cunotin de blestemul divin
57
; angoasa
nstrinrii este mai puternic n cazul celor exilai, cei care
sunt alungai din lumea lor fireasc, de pe pmntul natal,
acolo unde mormintele strmoilor stabilesc o continuitate
istoric ce creeaz cadrul existenei, bazat pe legturi strnse de
rudenie i de vecintate formate de-a lungul timpului i care
pleac cu un mare handicap printre strini
58
. Asemenea lui
Cain, ucigaul nenominalizat este condamnat la separare, la
ruptura de grup, la izolare, la excludere, asimilate unei alte
ipostaze a morii: Rupt de ai si, pierzndu-i rosturile i
raporturile cu ceilali, insul moare, cci intr, n fapt, sub
puterea de separare a morii
59
.
Omorrea unui membru al comunitii, reprezint,
cantitativ, foarte puin n comparaie, de pild, cu un omor de
cium, ce fcea puncii demografice
60
mult mai substaniale;
i n cazul omorrii lui Teodor, feciorul cneazului Bogdan, de
ctre un constean i n cazul omorului de cium, a celor ase
copii ai familiei Bud, a fost voia lui Dumnezeu; nuanarea
ncepe ns atunci cnd avem n vedere agentul omorului:
ciuma este un personaj temut, dar impersonal; dup o asemenea
teribil ncercare nu-i rmne de fcut, dect s-i reconciliezi
relaiile cu Divinitatea, pentru tine, dar mai ales pentru sufletul
celor ce au pierit, pentru c, probabil, pe aceast linie, ai greit;
n cellalt caz, unealta diabolic a uciderii este un om, un
constean, de aceea percepia subiectiv, emoional, este mult
amplificat, cu att mai mult cu ct este fiul liderului
comunitar; gravitatea faptei ia n acest caz accente destructive

57
Dan Horia Mazilu, O istorie a blestemului..., cit., p. 32.
58
Bronislaw Geremek, Marginalul, n Jacques Le Goff (coordonator), Omul
medieval, Traducere de Ingrid Ilinca i Drago Cojocaru, Postfa de
Alexandru-Florin Platon, Editura Polirom, 1999, p. 320.
59
Dan Horia Mazilu, op.cit., p. 32-33.
60
Robert Muchambled, Societ et mentalits..., p. 57.

163
dramatice i pentru c este un atentat la adresa autoritii
comunitare; dac i fiul cneazului poate cdea victim unui
omor, ce siguran mai pot avea ceilali membrii obinuii ai
comunitii? Chiar voina lui Dumnezeu fiind, faptul c te-ai
gsit s nfptuieti tu, un apropiat, aceast crim, pune n
eviden i o posibil intervenie de alt natur, dinspre cellalt
regat, cel care se supune lui Dumnezeu dar are n raport cu
acesta un anumit grad de autonomie; uciderea unei fiine dragi
de unul cu care mpari o sum de valori i de experiene, n
ciuda eforturilor de a accepta n spirit cretin mpcarea, nu
nltur ntreaga cantitate de ur care poate iei de sub control;
pentru a nu fi nevoit s abdice sub un impuls nefericit de la
calitatea de bun cretin dar i pentru a da un exemplu de
cumptare, de reinere, Bogdan Chinezul cere ca ucigaul s se
mute n alt sat.
Aadar, ca rit sacrificial, donaia de carte ctre biseric
pentru a uura mpcarea, detensionarea relaiilor comunitare,
i afirm funcia terapeutic, se constituie n element central al
unei strategii de linitire n plan individual i colectiv, n lumea
rural transilvnean de la nceputurile modernitii.

164

MIRCEA BRIE

Registrele parohiale de stare civil din Transilvania n a doua
jumtate a secolului al XIX-lea. Semnificaie documentar


1. Registrele parohiale i nceputurile demografiei istorice

Ca disciplin independent n domeniul tiinelor
sociale, demografia istoric s-a constituit n perioada
postbelic, emancipndu-se att de sub tutela demografiei, ct
i a istoriei
1
. Dup cum afirma geograful francez Pierre
George
2
,

demografia istoric este o tiin nou sau relativ nou, una din
ultimele venite ntre tiinele umane, fiic a cstoriei cifrelor i a
tiinelor sociale, nrudit cu geografia tiina localizrilor i a
spaiului , cu istoria tiina conjuncturilor i a timpului ,
disciplinat prin rigorile economiei, supus ineluctabilelor
imperative ale biologiei.

Termenul de demografie istoric a fost folosit ns
pentru prima dat cu prilejul celui de-al VIII-lea Congres
Internaional de tiine Istorice din 1933, unde J. Bourdon a
prezentat o comunicare intitulat Les mthodes de la
dmographie historique. Sensul acestui termen a fost ns
sinonim cu istoria populaiei
3
. n acelai sens, de istorie a

1
Jacques Dupquier, Introduction la dmographie historique, Gamma,
Paris Tournai Monreal, 1974, p. 9.
2
Apud tefan Pascu, Demografia istoric, n volumul colectiv Populaie i
societate. Izvoare de demografie istoric, vol. I, aprut sub redacia lui
tefan Pascu, Editura Dacia, Cluj-Napoca, 1972, p. 30.
3
Apud Sorina Paula Bolovan, Familia n satul romnesc din Transilvania.
A doua jumtate a secolului al XIX-lea i nceputul secolului XX, Centrul de
Studii Transilvane, Fundaia Cultural Romn, Cluj-Napoca, 1999, p. 14.

165
populaiei, folosete i Roger Mols sintagma demografie
istoric atunci cnd analizeaz geneza medieval a oraelor
europene
4
. De altfel, acest autor schieaz o prim istorie a
registrelor parohiale n Europa Occidental
5
, el interesndu-se
de perioada lor de apariie n diversele ri. De asemenea, este
evideniat importana i valoarea, pentru demografia istoric,
a acestor documente.
Autorul unui Manual de demografie (Philippe
Mouchez), publicat n 1964, consider absolut necesar un
studiu demografic retrospectiv
6
, respectiv o demografie n
evoluia sa istoric. El avertizeaz ns asupra faptului c o
astfel de cercetare este greoaie i foarte complex, ce necesit
studiul unor surse de informare multiple, contradictorii uneori.
El se pronun pentru recuperarea acestor izvoare, pentru
confruntarea lor (pn este asigurat o compatibilitate), iar
rezultatele obinute s fie analizate prin folosirea unor ipoteze
de lucru. Interesul pentru aceste surse documentare, mai cu
seam pentru registrele parohiale, este mai vechi. Ele au fost
adesea analizate, catalogate, mai puin, ns, cercetate efectiv.
Un interesant studiu, aprut n anul 1912, sub numele de Les
registres paroissiaux en Belgique
7
, a fost publicat de ctre J.
Vannerus. Autorul studiului nu face ns altceva dect s
inventarieze aceste documente, s le semnalizeze existena,

4
Ibidem; Lucrarea lui Roger Mols, publicat n 3 volume, se intituleaz
Introduction la dmographie historique de villes de l`Europe du XIVe au
XVIIe sicle i a aprut la Editura Receuil de Travaux din Louvain n anii
1954-1956.
5
Andr LaRose, Lenregistrement des vnements dmographiques par les
glises: une question internationale, n volumul colectiv Populaie i
societate. Izvoare de demografie istoric, vol. III, aprut sub redacia lui
tefan Pascu, Editura Dacia, Cluj-Napoca, 1980, p. 25.
6
Annie Vidal, Dmographie. Elments d`analyse et volution du
peuplement humain, Presse Universitaires de Grenoble, 1994, p. 13.
7
Brunnel C., Lenregistrement des baptmes, mariages et dcs, sous
l`ancien rgime, en Belgique, n Populaie i societate, III, cit., p. 69.

166
importana i rolul lor. O cercetare, n sensul despuierii
acestora nu este ns realizat.
Fondatorul demografiei istorice este considerat fr
nicio ndoial Louis Henry
8
. Acesta, mpreun cu Michel
Fleury, a fost autorul primului manual de demografie istoric
(publicat la Paris, n anul 1956, sub numele de Des registres
paroissiaux et l`histoire de la population. Manuel de
dpouillement et d`exploatation de l`tat civil ancien). Cei doi
autori propun pentru completarea datelor demografice,
utilizarea i a altor izvoare, nefolosite pn atunci n acest scop.
Ei vor aplica o metod nou, modern, novatoare, de despuiere
i analiz a registrelor parohiale de stare civil, n sensul
reconstituirii evenimentelor demografice (naterea, cstoria,
decesul). Metoda reconstituirii familiei, prin analiza registrelor
parohiale de stare civil, propus de L. Henry i M. Fleury, a
revoluionat domeniul care se ocupa de studierea populaiei
9
.
Louis Henry consider c registrele parohiale de stare civil
sunt sursa fundamental de informare pentru perioada
prestatistic, tocmai din acest considerent propune
reconstituirea vieii biologice a familiei. El consider familia ca
fiind grupul social cel mai important al comunitii, al
societii. n anul 1958, L. Henry i E. Gautier, dup o
cercetare asupra comunitii i familiei din satul Crulai, public
o lucrare care stabilete ntr-o manier i mai clar noile
metodologii ale demografiei istorice
10
. Este prima monografie
abordat din perspectiva demografiei istorice. Demografia
istoric ncepe s se defineasc acum prin sursele sale de
documentare (registrele de stare civil) i prin metodele

8
Vidal, Dmographie, cit., p. 15.
9
Sorina Paula Bolovan, Istoria familiei i demografia istoric n Romnia
la nceput de mileniu, n Caiete de antropologie istoric, anul I, nr. 1,
Cluj-Napoca, 2002, p. 24.
10
L. Henry, E. Gautier, La population de Crulai, paroisse normande: tude
historique, Institut national dtudes dmographiques, Paris, 1958.

167
folosite (a fost introdus microanaliza bazat pe cuplarea
datelor nominative)
11
. Numeroase monografii, ale cror
cercetri au avut drept fundament metoda despuierii registrelor
parohiale de stare civil, au fost elaborate n perioada
urmtoare. ntre acestea amintim lucrarea Beauvais et le
Beauvaisis de 1600 1730, semnat de P. Goubert
12
. Metoda
folosit de ctre autor i-a permis s surprind comportamentul
familial al ranilor din zona Beauvais
13
, reuind astfel s
explice frecvena redus a ilegitimitii, raritatea celibatului,
vrsta trzie la cstorie, durata intervalului dintre nateri,
nivelul natalitii etc.
Metoda folosit de ctre cei doi deschiztori de drum a
fost urmat de sute de istorici din ntreaga Europ. Registrele
parohiale au ncetat s mai fie gloata adormit a vechilor
arhive
14
, ele fiind cea mai important, de cele mai multe ori
unica, surs de documentare pentru istoria celor muli i umili.
Demografilor i istoricilor li s-au asociat, n perioada
urmtoare, sociologi, antropologi, etnografi, astfel abordarea a
devenit una mult mai larg. Registrele de stare civil au devenit
importante surse de documentare pentru tot mai variate
domenii de cercetare. Astfel, perspectivele de abordare a
comunitii rurale i a familiei s-au extins considerabil.
Cu prilejul Congresului mondial al Comitetului
Internaional de tiine Istorice desfurat n anul 1960, n
oraul Stockolm, L. Henry a realizat o expunere sintetic a
metodelor demografiei istorice. Specialitii prezeni la
manifestare au decis nfiinarea unei Comisii Internaionale de

11
Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 15.
12
Pierre Goubert, Beauvais et le Beauvaisis de 1600 1730. Contribution
lhistoire sociale de la France au XVIIeme sicle, Service dEdition et de
Vente des Publications de lEducation Nationale, Paris, 1960.
13
Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 16.
14
Pierre Chaunu, Civilizaia Europei clasice, vol. I, Editura Meridiane,
Bucureti, 1989, p. 212.

168
Demografie Istoric
15
. n anul 1963, a fost nfiinat, la Paris,
Societatea de Demografie Istoric (prezidat pe rnd pn n
1975 - de ctre Marcel Reinhard, Pierre Goubert, Louis Henry
i A. Armengaud), al crei periodic, Annales de dmographie
historique, a jucat un rol important n promovarea noii discipline
istorice
16
. Publicaia Annales de dmographie historique,
editat ncepnd cu anul 1965
17
, a avut un rol covritor n
impunerea disciplinei pe plan internaional. Demografia
istoric a evoluat progresiv din punct de vedere tehnic i
metodologic. Numeroi istorici, demografi i statisticieni i
vor revizui metodologia folosit n studiul populaiei. Modul de
utilizare i recuperare a datelor statistice, care pn la acea dat
nu se dovediser interesante pentru cercetarea istoric, capt
un nou imbold odat cu analiza efectuat de Bertrand Grille
asupra surselor statistice
18
. Familia, mariajul i nupialitatea,
fecunditatea i natalitatea sunt subiecte tot mai mult dezbtute
n cercurile istoricilor demografi francezi ai acestei perioade
19
.

15
Bolovan, Istoria familiei i demografia istoric, cit., p. 25.
16
Ioan Horga, Consideraii pe marginea evoluiei demografiei istorice:
metod, surse de documentare, modelare proprie, n Corneliu Crciun,
Antonio Faur (coord.), Istoria - ca experien intelectual, Editura Universitii din
Oradea, Oradea, 2001, p. 446; Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 16;
Idem, Istoria familiei i demografia istoric, cit., p. 25. n acelai an la
Ottawa, Consiliul Uniunii Internaionale pentru Studiul tiinific al
Populaiei a hotrt nfiinarea unui comitet de demografie istoric, a crui
scop era de asemenea promovarea noii discipline (Ibidem).
17
Aceasta fiind publicat i n anul 1964, dar sub numele de tudes et
chronique de dmographie historique.
18
Bertrand Grille, Les sources statistiques de lhistoire de France, Paris,
1964.
19
n aceti ani apar lucrri cu rol important n consolidarea tiinei
demografiei istorice, att sub aspect metodologic, ct i prin promovarea
unor noi direcii de cercetare: Alain Girard, Le choix du conjoint. Une
enquete psycho-sociologique en France, Presse Universitaire de France -
Institut national dtudes dmographiques, Paris, 1964; L. Henry, La
fcondit du mariage: Nouvelle mthode de mesure, Institut national
dtudes dmographiques, Paris, 1965; Idem, Le manuele de demographie

169
Ample lucrri de interes au aprut i n afara Franei, n
Belgia, Marea Britanie, Republica Federal Germania, Statele
Unite ale Americii, etc. n anul 1964, la Cambridge, o echip
de cercetare condus de ctre Peter Laslett i E.A. Wrigley a
pus bazele unei prestigioase instituii de profil: Cambridge
Group for History of Population and Social Structure,
reorganizat, n anul 1974, ca unitate independent de
cercetare. Cercetrile efectuate de ctre aceast instituie au
permis abordarea i a altor problematici legate de viaa
familiei
20
. De asemenea, structura social-economic a
gospodriilor rneti din perioada prestatistic este
identificat alturi de alte variabile demografice ale societii
engleze. Reprezentani ai acestei instituii vor participa, avnd
un rol considerabil, la o cercetare ce i propune s refac
situaia demografic a societii engleze pe o perioad de 300
de ani. Cercetarea s-a finalizat prin publicarea lucrrii An
Introduction to English Historical Demography. From the
Sixteenth to the Nineteenth Century
21
. Modelul propus a fost
reluat de ctre Lawrence Stone
22
, n anul 1979, acesta
publicnd volumul The Family, Sex and Marrige in England
1500 1800
23
. Ca i concluzii ale acestei lucrri desprindem
faptul c ritmul dezvoltrii social-economice, politice i
culturale influeneaz n mod direct mutaiile

historique, Librairie Droz, Geneva-Paris, 1967; John T. Noonan,
Contraception et mariaje, Paris, 1969, etc.
20
n anul 1965, la Londra, D.V. Glass i D.E.C. Eversley editeaz volumul
colectiv Population in History. Essays in Demography ce va continua s
apar i n anii urmtori.
21
E.A. Wrigley (coord.), An Introduction to English Historical
Demography. From the Sixteenth to the Nineteenth Century, Weidenfeld
and Nicolson, Londra, 1966. Aceast lucrare este considerat de ctre Pierre
Chaunu drept o imitare foarte reuit a manualelor de demografie istoric
francez. Pierre Chaunu, Histoire science sociale. La dure, lespace et
lhomme lepoque moderne, Edition SEDES, Paris, 1974, p. 296.
22
Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 18.
23
Ibidem, p. 19.

170
comportamentului individual fa de familie, aranjamentele
maritale, reflecia asupra sentimentelor i sexului. Cstoria
de conjunctur, menajul, numrul copiilor, divorul sau
concubinajul l situeaz pe individ undeva ntre controlul
social i dorina luntric. Lumea tradiional ncepe s se
ruineze pe propria structur, emanciparea individual atrage
dup sine emanciparea comunitar, i, implicit, naterea unor
noi modele mentale, acceptate drept valori de ctre generaiile
urmtoare.
O deosebit contribuie n cercetarea cstoriei i
fecunditii familiei, alturi de E.A. Wrigley
24
, i-a adus J.
Hajnal
25
sau E. Shorter
26
. J. Hajnal, dup o lung perioad de
cercetare a registrelor parohiale de stare civil, a ajuns la
concluzia c Biserica latin occidental a avut o contribuie
esenial n conturarea modelului demografic specific Europei
moderne. Mariajul european, ca model conceptualizat de
ctre J. Hajnal, n jurul cruia s-au raliat numeroi demografi
istorici occidentali, este considerat de ctre P. Chaunu unic,
fr precedent i fr corolar
27
. Modelul proiectat de Hajnal
caracteriza mariajul modern prin vrst naintat la cstorie
i celibat feminin
28
. Aceast realitate, specific mai degrab
Europei catolice i protestante, este greu de identificat n
Europa rsritean, inclusiv n spaiul romnesc, unde
celibatul feminin este aproape inexistent, iar vrsta la
cstorie a rmas la valori nu prea ridicate. Un asemenea
model, caracterizat drept european, este privit cu
circumspecie de ctre P. Chaunu, care, distanndu-se de el,

24
E.A. Wrigley, Socit et Population, Hachette, Paris, 1969.
25
J. Hajnal, European marriage pattern in perspective, n Populations
History, volum editat de D.V. Glass, D.E.C. Eversley, Londra, 1968, p. 101-
148.
26
E. Shorter, The Making of the Modern Family, Londra, 1976.
27
Chaunu, Histoire science sociale, cit., p. 316; G. Ranki, The European
periphery and industriliazation (1780-1914), Budapesta, 1982.
28
Horga, Consideraii, cit., p. 434.

171
precizeaz c mariajul european este socialmente omogen,
existnd submodele sau nuane, una de tip aristocratic,
cealalt popular
29
. Celibatul feminin se ntlnete foarte rar
n casele populare, spre deosebire de ceea ce se ntmpl n
vrful ierarhiei sociale
30
.
Martine Segalen, plecnd de la o prezentare
denominativ a registrelor parohiale de stare civil din
localitatea Vraiville a ajuns la o reconstituire a familiei printr-
o analiz ce includea i aspecte ale dimensiunii socio-
profesionale ale celor implicai
31
. Folosindu-se analiza
transversal
32
s-a putut urmri evoluia curbei vrstei la
cstorie pe parcursul a dou secole i jumtate, dar i variaia
sezonier a cstoriilor
33
. Trecnd dincolo de datele statistice
seci, Martine Segalen, prin metodologia la care apeleaz,
ofer o perspectiv sociologizant a fenomenelor
demografice. Relaiile inter-personale
34
, rolul cstoriei n
reproducerea familiei i societii, cadrul comunitar sunt
elemente ce evideniaz ceea ce ea nsi definea prin
sociologia istoric a cstoriei
35
. Apelnd, apoi, la analiza
transversal
36
autoarea a putut urmrii evoluiile

29
Chaunu, Histoire science sociale, cit., p. 31.
30
Idem, Civilizaia, cit., p. 222.
31
Martine Segalen, Nuptialit et alliance. Choix du conjoint dans une
commune dEure, Maisonneuve et Larose, Paris, 1972.
32
Denumit i analiza momentului. Prin aceasta se face o analiz a unui
fenomen demografic pe parcursul unui an, neinndu-se seama de generaii.
Vidal, Dmographie, cit., p. 36-37.
33
Horga, Consideraii, cit., p. 433.
34
Martine Segalen, Mari et femme dans la socit paysanne, Flammarion,
Paris, 1980, p. 123-185.
35
Idem, Sociologie de la famille, ed. IV, Armand Colin, Paris, 1996, p.
116-123.
36
O asemenea metod i propune s cuprind un ansamblu de persoane (o
generaie), care au trit acelai eveniment demografic pe parcursul aceluiai
an. R. Pressat, Lanalyse dmographique. Concepts, methodes, rsultats, ed.
IV, Presse Universitaire de France, Paris, 1991, p. 26.

172
generaionale i inter-generaionale
37
. Preocupri oarecum
similare au Yvonne Knibiehler
38
, J.L. Flandrin
39
, Edward
Shorter
40
, Robert Muchembled
41
, Jack Goody
42
, M. Mitterauer,
R. Sieder
43
, etc., dar i mult mai cunoscuii Philippe Aris,
George Duby, Michelle Perrot, Pierre Chaunu, Alain Corbin,
Franois Lebrun, s.a. O incontestabil contribuie, att
calitativ, ct i cantitativ, i aduc, promovnd aceleai
metode de abordare, volumele lucrrii Histoire de la famille,
coordonate de Andr Burguire, Christiane Klapish-Zuber,
Martine Segalen i Franoise Zonabend
44
.
O cunoscut echip de cercetare, un adevrat laborator
de demografie istoric, a funcionat la Sorbona ncepnd cu
anul 1972. Pe lng reconstituirea familiilor, interesul acestei
coli de la Sorbona a fost i acela al geografiei istorice
45
. O
alt echip, coordonat de ctre Pierre Chaunu i P. Gouhier,
este creat la Universitatea din Caen.

37
Horga, Consideraii, cit., p. 433.
38
Yvonne Knibiehler, Histoire des mres, du Moyen Age nos jours,
Montolba, Paris, 1980 (n colaborare cu Chaterine Fouguet); Idem, La
femme au temps des colonies, Stock, Paris, 1985 (n colaborare cu Rgine
Goutalier); Idem, La Femme et les mdecins, Hachette, Paris, 1983 (n
colaborare cu Chaterine Fouguet); Idem, Les pres aussi ont une histoire...,
Hachette, Paris, 1987; etc.
39
J.L. Flandrin, Familles. Parent, maison, sexualit dans lancienne
societ, Hachette, Paris, 1976.
40
Edward Shorter, Naissance de la famille moderne XVIII
e
-XX
e
sicle,
dition du Seuil, Paris, 1977.
41
Robert Muchembled, Famille et l`histoire des mentalits (XVI XVIIIe
sicles). Etat present de la recherches, n Revue des Etudes Sud-Est
Europeenne, 1974, nr. 3, p. 349 369.
42
Jack Goody, La famille en Europe (ediie n limba francez tradus de
Jean-Perre Bardon i prefaat de Jacques Le Goff), Polirom, Paris, 2001.
43
M. Mitterauer, R. Sieder, The European Family. Patriarchy to
Partnership from the Midlle Age to the Present, Blackwell, Oxford, 1982.
44
Andr Burguire, Christiane Klapish-Zuber, Martine Segalen, Franoise
Zonabend (coord.), Histoire de la famille, Armand Colin, Paris, 1986.
45
Dupquier, Introduction, cit., p. 87.

173
O important lucrare de referin pentru demografia istoric
a publicat Jacques Dupquier
46
la Paris, n 1974, sub numele de
Introduction la dmographie historique. Un remarcabil manual
de demografie istoric, lucrarea reuete s surprind legturile
existente i necesare ntre demografie i istoria local. Ne apare n
fa o metod interesant de despuiere a registrelor parohiale de
stare civil, urmrindu-se firul principalelor evenimente
demografice din viaa familiilor reconstituite.
Reconstituirea istoriei familiei a continuat s-i preocupe
pe cercettori, metodele s-au diversificat n paralel cu utilizarea
informaiilor oferite de tiinele colaterale demografiei istorice.
Demografia istoric ncearc astfel s depeasc stadiul
cuantificrii numerelor, urmrind practic emiterea de ipoteze i
concluzii menite s demitizeze istoria. Individul, actor al
evenimentului istoric, nu poate fi, i nu trebuie desprins din
mediul i lumea n care triete. El se identific cu viaa i traiul
zilnic al comunitii, cu mentalul grupului, cu mulimea, mulime
care modeleaz i sculpteaz valori, norme i abloane.

2. Aspecte generale cu privire la nregistrarea registrelor
parohiale de stare civil n Transilvania

La nceput, aceste registre nu s-au completat regulat,
preoii avnd libertatea de a ntocmi nscrisurile aa cum

46
El este autorul unor importante lucrri de demografie istoric. Amintim, pe
lng lucrarea citat deja (Introduction la dmographie historique), studii
precum: Sur la population franaise aux XVII-eme et XVIII-eme sicles, n
Revue Historique, nr. 485, ianuarie-martie 1968, p. 43-79; La population du
Bassin parisien (XVII-XVIII), n Hommage a Marcel Reinhard. Sur la
population franaise au XVIIIe et au XIXe sicle, Paris, 1973; Jacques
Dupquier, La population rurale du Bassin parisien l'poque de Louis XIV,
cole des Hautes tudes en Sciences Sociales, Paris, 1979; Le mouvement
saisonnier des mariages en France (1856-1910), n Annales de demographie
historique, Socit de Dmographie Historique, Paris, 1977; La population
franaise aux XVII-eme et XVIII-eme sicles, Paris, 1979.

174
doreau, neexistnd un formular de nregistrare standard
47
.
Primele registre de stare civil au fost simple consemnri ale
preoilor cu privire la daniile primite i la taxele percepute de
ctre cler cu ocazia botezurilor, cununiilor i nmormntrilor.
De asemenea, nu erau nregistrate toate evenimentele
demografice
48
. Pn la sfritul secolului al XVIII-lea
nsemnrile de stare civil s-au fcut foarte sumar i
mpreun, n ordine cronologic, pentru toate evenimentele
demografice; dup aceea, s-a trecut la nregistrarea n trei
rubrici: pentru botezai, cstorii i mori. Dac n Occident
nregistrarea obligatorie a acestor registre de stare civil s-a
fcut destul de timpuriu, statul implicndu-se n controlul
actelor bisericeti, n spaiul romnesc ele se impun destul de
trziu. Mai devreme n Transilvania dect n Moldova i ara
Romneasc, aceste registre ajung s fie nregistrate regulat,
respectndu-se totodat o anumit metodologie de completare
a lor. Episcopii confesiunilor din Transilvania, ncepnd de la
sfritul secolului al XVIII-lea, la intervenia statului austriac,
au dat preoilor instruciuni i modele-tip privind completarea
registrelor de stare civil. Regulamentul de recrutare, emis de
ctre Maria Tereza n anul 1773 i pus n aplicare de ctre
Iosif al II-lea n 1784, prevedea, ntr-un capitol ntreg,
instruciuni referitoare la ntocmirea acestor acte de stare
civil
49
. Este prevzut de asemenea obligaia preoilor de a

47
Dupquier, Introduction, cit., p. 53.
48
La nceput preoii nregistrau doar copiii care erau botezai, i asta se
fcea pentru a avea o eviden a enoriailor. A urmat nregistrarea
cununiilor, respectiv a cstoriilor, iar n cele din urm a deceselor. Lipsesc
informaiile referitoare la mortalitatea infantil sau la divoruri. Lipsesc de
asemenea informaiile referitoare la familiile celor care erau protagonitii
acestor evenimente demografice.
49
Liviu Moldovan, nregistrarea de ctre biserici a botezailor, cununailor
i nmormntrilor n rile Romne n secolele XVIII XIX, n Populaie
i societate, III, cit., p. 137.

175
trimite rapoarte trimestriale asupra creterii sau descreterii
populaiei. Menionm aici i urmtoarele ordine, trimise
preoilor de ctre autoritile de stat: preoii s pstreze
registrele matricole (7 ianuarie 1770); registrele matricole
trebuie pstrate la locuri ferite de foc, iar n caz de incendiu
vor fi nti salvate aceste registre (10 mai 1774); registrele
matricole se vor ntocmi n dou exemplare, din care unul se
va nainta jurisdiciei civile (legea 23 din 1827)
50
. Statul
cedeaz bisericii acest rol, ns cere categoric episcopiilor s
supravegheze ntocmirea acestor registre
51
. Pn pe la
mijlocul secolului al XIX-lea, registrele de stare civil erau
liniate cu mna de ctre preoi, asta dei tiprirea acestor
documente ncepuse nc din 1784. Registrele ortodoxe sunt
scrise n limba romn i srbeasc (n Banat), cele romano-
catolice n latin i maghiar, cele ale calvinilor i
unitarienilor n maghiar, cele ale luteranilor n german, cele
ale greco-catolicilor n latin i romn, iar cele ale
mozaicilor n maghiar, german sau chiar ebraic
52
.
Coninutul registrelor de stare civil s-a mbuntit tot
mai mult, n primul rnd datorit presiunii statului. ncepnd cu
anul 1850 este introdus n registrul botezailor o rubric
referitoare la nscuii-mori, o alta pentru consemnarea
legitimitii sau nelegitimitii naterii. n registrul cununailor
apare o rubric nou privitoare la starea cununailor (june,
vduvi), iar n registrul morilor s-a introdus o rubricatur n
care era consemnat cauza morii. n toate registrele o rubric
era rezervat pentru observaii i meniuni speciale pe care
preotul le putea face.

50
Ibidem.
51
Un exemplu n acest sens este Ordinul gubernial din 24 mai 1825 prin
care era prevzut obligaia episcopilor de a supraveghea ntocmirea
registrelor de stare civil din eparhiile lor.
52
Liviu Moldovan, op. cit., p. 139.

176
3. Registrele parohiale de stare civil n Transilvania
semnificaie i importan documentar

Registrele bisericeti sunt singurele n msur s ne ofere
o imagine asupra familiei n mediul rural, cel puin pentru a doua
jumtate a secolului al XIX-lea. nscrisurile bisericeti, sursele
fundamentale pentru cercetarea vieii familiale, sunt de dou
categorii: 1. registrele de stare civil i rapoartele anuale ale
parohiilor; 2. fondurile autoritilor bisericeti, nscrisurile i
procesele verbale consemnate de ctre episcopii. Aceste
nscrisuri sunt surse complexe pentru cercettorul interesat de
demografia istoric, de istoria social, dar i de istoria
economic, de toponimie, onomastic etc. Prelucrarea datelor
cuprinse n aceste registre necesit o metodologie specific. Ele
ne permit observarea tendinelor ce s-au manifestat pe termen
lung n privina evenimentelor demografice, respectiv: naterea,
cstoria sau decesul. Aceste registre se prezint, pentru o lung
perioad de timp, ca unice surse de documentare n ceea ce
privete statutul civil i evenimentele demografice din viaa
personal a majoritii populaiei. Cercetnd aceste registre
putem s descoperim importante trsturi ale micrii naturale a
populaiei, ale fenomenului natalitii, ale nupialitii, ale
divorialitii sau ale mortalitii
53
. Apoi, o analiz asupra formei
i coninutului acestor registre poate s surprind universul
cultural al preoilor care completau aceste registre.

a) Registrele parohiale: surse de stabilire a identitii
etnice i confesionale

Pe teritoriul Ungariei i al Transilvaniei, dup primul
recensmnt din 1784-1787, o nou recenzare oficial i
general a avut loc doar peste ase decenii i jumtate, la

53
tefan Pascu, L`actualit de la dmographie historique, n Populaie i
societate, III, cit., p. 12-13.

177
mijlocul secolului al XIX-lea. Dup nbuirea revoluiei de la
1848/1849 din Ungaria i, n special, dup restructurarea
politico-administrativ a Monarhiei, a devenit inevitabil
organizarea unui nou recensmnt. Recenzarea a demarat n
vara anului 1850, dar, din cauza pregtirilor de rzboi
mpotriva Prusiei, derularea ei s-a ntrerupt, ea fiind finalizat
doar n vara anului 1851. Este singurul recensmnt din
Transilvania (pn la unirea cu Romnia) n coninutul cruia a
fost folosit naionalitatea ca i criteriu de nregistrare a
populaiei. Instruciunile recensmntului nu au clarificat
sensul noiunii de naionalitate, astfel c, n momentul
completrii rubricii respective, n determinarea ei s-au
ntreptruns diverse puncte de vedere.
Ulterior s-au mai organizat recensminte n anii 1857,
1869, 1880, 1890, 1900 i 1910
54
. Dac n ceea ce privete
confesiunea populaiei exist rubrici clare, n ceea ce privete
naionalitatea, lucrurile nu au mai stat la fel ca i n 1850. Abia
n 1880 se ncearc a se face o clarificare n acest sens.
Organizatorii recensmntului s-au mulumit ns cu
nregistrarea limbii materne declarate. Este tiut faptul c nu n
toate situaiile limba matern declarat era cea specific
grupului etnic cruia i aparinea o persoan. Apoi, copii care
nu vorbeau au fost exclui din aceast categorie (aceast
situaie s-a remediat la recensmntul din 1890 cnd copii au
primit limba matern a mamei). n 1900, putea fi nscris drept
limba matern doar o limb vie, deci latina, limba igneasc i
ebraica nu au putut fi evideniate.
n condiiile lipsei din cele cteva recensminte
efectuate de ctre statul maghiar a unei variabile de recenzare
referitoare la naionalitate propunem, pe baza analizei

54
Informaiile referitoare la aceste recensminte pe care le vom prezenta pe
scurt au fost culese din Traian Rotariu (coord.), Maria Semeniuc, Mezei
Elemr, Recensmntul din 1910. Transilvania, Studia Censualica
Transsilvanica, Editura Staff, Cluj-Napoca, 1999, p. 693-712.

178
registrelor parohiale de stare civil. Informaiile ecleziastice ne
ofer o imagine relativ clar asupra structurii confesionale, nu
ns i asupra celei etnice. Aceste informaii trebuie s le
analizm cu mare atenie, dac este posibil chiar s fie
comparate cu informaii ce provin din alte surse, deoarece de
cele mai multe ori aceste informaii se refer doar la enoriaii
respectivei confesiuni; nu n ultimul rnd putem observa un
anumit subiectivism care s-a strecurat atunci cnd au fost
nregistrate aceste date. O comparaie ntre informaiile
provenite din mai multe surse documentare este, considerm,
binevenit n vederea atingerii scopului propus, i anume de
determinare a structurilor etnice, dar i confesionale, a
legturilor dintre acestea.
Documentele pe care le avem la dispoziie nu ne permit
s stabilim cu exactitate etnicitatea unei persoane. Chiar dac
am dori s evideniem doar etnia, nu o s putem face acest
lucru pentru c la nivelul secolului al XIX-lea nici mcar
recensmintele oficiale nu folosesc ca variabil de recenzare
naionalitatea, ci doar limba matern. Registrele sau rapoartele
parohiale de stare civil permit stabilirea identitii etnice a
unei persoane ntr-o i mai mic msur, aici criteriul dup care
se ine evidena populaiei este confesiunea. n acest ultim caz,
stabilirea unei relaii ntre etnie i confesiune are o marj de
eroare i mai mare.
Plecnd de la informaiile pe care le avem n
recensminte i folosind registrele parohiale pentru
completarea i verificarea acestor informaii propunem
urmtoarea modalitate de stabilire a identitii etnice: a.
verificarea limbii materne; b. stabilirea identitii confesionale;
c. studiul onomastic.
Criteriile prin care se poate determina apartenena
etnic n aceast regiune sunt, pe lng declaraia individual
de apartenen etnic (date de care dispunem ns n mic
msur), limba, religia, precum i numele persoanei (n

179
principal numele de familie). Este evident c, folosind aceste
criterii, trebuie s inem cont de toi aceti indicatori nu doar de
unul. Un individ poate s cunoasc sau nu limba poporului de
care aparine. El i pierde identitatea religioas sau, pur i
simplu, se convertete la o alt confesiune sau religie. Variabila
numelui este i mai relativ. O persoan, cel mai adesea prin
cstorie, i schimb numele. La nceputul secolului al XX-lea
se intensific procesul de modificare lingvistic a numelor sub
influena legii Apponyi
55
. Dar, atunci ce nseamn identitatea
etnic? Un individ care i pierde religia, numele i limba (n
mod special) nu i pierde i aceast identitate etnic?
Identitatea etnic, naional este mult mai complex dect este
chestiunea religioas sau cea lingvistic
56
. Tocmai, din acest
considerent, trebuie s inem cont de toi factorii i condiiile
socio-politice, economice sau culturale care imprim o anumit
realitate de factur etnic.
Este necesar s folosim cel puin dou dintre criteriile
amintite. Dac lum n considerare religia, putem spune c
romnii sunt ortodoci i greco-catolici. Nu excludem, chiar se
poate dovedi acest fapt, posibilitatea ca unii maghiari s fie
greco-catolici sau chiar ortodoci
57
. Trebuie s avem n vedere
toi factorii, toi indicatorii posibili. Faptul c gsim n
documente maghiari de confesiune greco-catolic sau ortodox
se explic, ntr-o mai mic msur prin convertirea maghiarilor
la aceste confesiuni, dei gsim numeroase astfel de cazuri, ci

55
Gheorghe ietean, Etnie, confesiune i cstorie n nord-vestul
Transilvaniei, Editura Caiete Silvane, Zalu, 2002, p. 15.
56
Nicolae Bocan, Ideea de naiune la romnii din Transilvania i Banat -
Secolul al XIX-lea, Presa Universitar Clujean, Cluj-Napoca, 1997, p. 130.
57
Un bun exemplu n acest sens este cel al localitii uncuiu de Beiu
(comitatul Bihor), unde, la 1900 erau, potrivit recensmntului maghiar 370
romni, iar numrul greco-catolicilor era de 388, la care se adaug i cei 19
ortodoci. De aici putem lesne s deducem c o parte din cei declarai
maghiari, populaie majoritar n localitate, erau greco-catolici sau chiar
ortodoci.

180
mai mult prin maghiarizarea unor romni, care nu renun ns
la religie. Muli dintre romni, maghiarizai fiind, au trecut apoi
la romano-catolicism sau protestantism.
O alt problem, ce intervine n stabilirea identitii
etnice dup religie, este n aceast zon, dar nu numai, cea a
evreilor. La 1880, de exemplu n plasa Beiu i Vacu sunt
621 izraelii
58
, iar la 1900, n toat ara Beiuului, sunt 1.709
izraelii
59
. Toi acetia sunt n fond evrei. n recensmintele
efectuate de statul austro-ungar ns, n regiune nu apare niciun
evreu (asta datorit procedeelor de recenzare). Majoritatea
dintre ei se declar ca fiind de limb maghiar, dar i romn,
depinde de situaie.
Folosirea ambelor criterii, asociate cu antroponimele,
este necesar dup cum am vzut. De altfel, se pare c n
procesul de pierdere a identitii etnice, la nceput se pierde
limba, apoi religia i, n fine, antroponimul.

b) Registrele parohiale: surse de reconstituire a ciclului
vieii de familie

n a doua jumtate a secolului al XIX-lea n Transilvania
domina o societate rural tradiional, excepie fcnd puinele
centre urbane i zonele imediat nvecinate ale acestora. Satul era
o lume a constrngerilor i ealoanelor la care trebuiau s se
conformeze toi indivizii aparteneni grupului. Devianele
sociale, de orice natur, erau privite cu scepticism, iar perceptele
morale i religioase reprezentau norme sociale i societale
definitorii ale acelor vremuri. Comunitatea controla strict
familia, prin diversele ritualuri ale imixtiunii n problemele
interne ale acesteia. Orice dereglare a relaiilor din familie putea

58
Traian Rotariu (coord.), Recensmntul din 1880. Transilvania, Studia
Censualica Transsilvanica, Editura Staff, Cluj-Napoca, 1997, p. 50-82.
59
Alexandru Ilie, Etnie, confesiune i comportament electoral n Criana
i Maramure, Editura Dacia, Cluj-Napoca, 1998, p. 327.

181
nsemna, n condiiile coexistenei n interiorul unei mici
comuniti a ambelor grupuri de rudenie a celor doi parteneri, o
perturbare major a mecanismelor comunitare. Tocmai aceste
derapaje trebuiau evitate. n acest sens, se declana o ntreag
suit atitudinal i comportamental colectiv menit s previn
apariia unor asemenea situaii. Comunitatea regla, astfel, prin
diversele constrngeri i determinisme, ntregul mecanism ce
asigura respectarea ordinii i normelor sociale. Evenimente
majore din viaa familiei, precum botezul, cstoria (inclusiv
raporturile prenupiale ale celor doi parteneri) i nmormntarea,
erau strict supravegheate de comunitate. Relaia familie-
comunitate este una profund, iar aceasta nu poate fi neleas
printr-o analiz fragmentar i secvenial. Din perspectiva
familiei, comunitatea este cadrul general ce ofer modelul. Pe
de cealalt parte, comunitatea i gsete trirea emoiilor i
sensibilitilor tocmai n momentele cruciale ale vieii de familie.
Punctul de plecare al familiei este cstoria. Este
momentul n care se creeaz grupul social cel mai important al
unei societi. Comunitatea celebreaz prin cstorie biruina
asupra timpului, iar cu aceast ocazie sensibilitatea uman se
apropie de perfeciunea dorit
60
. Prin diverse mecanisme
reglatorii, comunitatea intervine cel mai profund n viaa
indivizilor cu ocazia cstoriei, a nunii. Plecnd de la aceast
realitate, n cercetarea de fa, cstoria a devenit punctul de
referin la care am raportat ntreaga dezbatere iniiat pe
seama relaiei comunitate-familie. Cei doi sunt nvai i
pregtii s accepte ierarhiile ce asigurau ordinea comunitar.
Cu ocazia fiecrei cstorii sunt repetate, nu numai pentru cei
doi, ci i pentru restul comunitii, elementele definitorii ale
relaiilor inter-personale cerute de comunitate. Familia era
locul unde trebuiau implementate toate normele de conduit la
care se raporta ntregul grup comunitar.

60
Chaunu, Civilizaia, cit., p. 222.

182
n perioada analizat, familiile celor doi tineri nu mai
controlau n totalitate actul cstoriei. Dac n perioadele
anterioare cstoria era decis exclusiv de ctre familiile
tinerilor, caz n care sentimentele de afeciune sincer treceau
n plan secund, acum tinerii au posibilitatea alegerii
partenerului. n ciuda acestei radicale transformri de
mentalitate, comunitatea are nc prghiile necesare unui
control asupra actului de constituire al unei noi familii. Acest
control este mai vizibil la sat, unde caracteristicile unei
existene tradiionale sunt mai puternice, i mai diluate la ora,
unde i relaionarea dintre familie (de regul nuclear) i
comunitate era cldit pe alte norme.
Asupra familiei din aceast regiune nu au acionat
doar factori sociali. Familia a stat sub efectul realitilor
demografice, al transformrilor politico-legislative survenite
pe parcursul perioadei analizate. Familia a fost afectat
direct, prin diversele msuri legislative ce stabileau cadrul
formal al existenei acesteia, i indirect, prin conturarea unor
serii ntregi de condiionri, care s-au dovedit adesea foarte
puternice. Legislaia laic i ecleziastic cu privire la familie
a impus, n condiiile n care Biserica era gestionara public
exclusiv a problemelor familiale n a doua jumtate a
secolului al XIX-lea, un anumit cadru n care se puteau
dezvolta relaiile de familie. Administrarea familiei a
ntreinut adesea starea tensionat i rivalitile confesionale.
Bisericile romano-catolice i greco-catolice, sub influena
prtinitoare a statului austriac, au avut adesea ctig de
cauz n competiia cu celelalte confesiuni. n realizarea unei
familii, sub efectul major al influenei comunitare,
constrngerile i determinismele etno-confesionale s-au
dovedit a fi puternice i determinante. Realitatea politic i
evenimentele cu conotaie politic, care s-au petrecut pe
parcursul celei de-a doua jumti a secolului al XIX-lea, au

183
avut o influen direct n ceea ce privete modul de derulare
a proceselor i fenomenelor legate de evoluia etno-
confesional a populaiei din spaiul avut n vedere.
Momentele importante care au condus la formarea i
conturarea familiei sunt surprinse de nregistrrile din registrele
parohiale de stare civil. Cstoria, creia i se asociaz i
naterea copiilor, a deinut rolul constructiv principal al
familiei. Pornind de la bogia informaiilor furnizate de
registrele parohiale de stare civil putem s reconstituim ciclul
vieii familiale (natere, cstorie, deces), iar pe de alt parte,
s dm via tririlor ascunse n spatele cifrelor. Descoperirea
dorinelor, asociate adesea neputinelor consemnate n viaa de
toate zilele a familiilor din acest spaiu, a reprezentat nu doar o
dolean, ci i un imperativ al prezentei cercetri. Ptrunderea
n intimitate se poate face printr-o analiz a mai multor reacii
i posibiliti comportamentale ale celor implicai, dar i printr-
o analiz conex asupra transformrilor survenite la nivelul
societii (tendinele principale au fost acelea de diluare a
perceptelor tradiionale etno-confesionale i comunitare,
asociate unor tot mai vizibile mobiliti socio-profesionale).
O atenie deosebit poate fi acordat i elementelor
de eroziune, de disoluie a familiei. Divorul, concubinajul
sau ilegitimitatea naterilor sunt atent monitorizate de ctre
Biseric, preoii transilvneni fiind obligai s trimit
episcopiilor rapoarte anule privind numrul i evoluia
acestor fenomene. Imaginea tradiional a familie se schimb
mult n aceast perioad sub efectul culturii citadine tot mai
prezente. Modernitatea i spune i ea cuvntul, nu doar prin
impunerea familiei nucleare, ci i prin apariia unei
mentaliti mai permisive n privina derapajelor.
Concubinajul, legitimitatea sau divorul, prin abordarea lor,
s-au dovedit importante posibiliti de descoperire a
realitilor familiale i cotidiene.

184
c) Registrele parohiale: surse de reconstituire a
transformrilor mentale, social-economice i profesionale

Registrele parohiale de stare civil constituie o surs
important de documentare n ceea ce privete statutul socio-
profesional al membrilor unei comuniti religioase. Dac n
cazul copiilor botezai aflm informaii despre starea social a
prinilor, n cazul tinerilor care se cstoresc sau a persoanelor
decedate avem posibilitatea de a reconstitui statutul socio-
profesional al persoanelor respective. O analiz complex
asupra unei perioade mai lungi de timp, care s permit
comparaia ntre diferite tipuri de localiti (rural, preurban sau
urban), ntre localitii din regiuni diferite, ntre regiunii cu
profil socio-economic diferit, confer unei cercetri
posibilitatea documentri asupra transformrilor de natur
social, economic i profesional.
La ora se produc mutaii socio-profesionale importante
ce in de epoca pre-industrial i de debutul epocii industriale,
care favorizeaz mobiliti umane nu numai n cadrul citadin,
ci i dinspre rural spre citadin. Ori aceste mobiliti erau
nsoite de dezrdcinri, de alteriti ale tradiiei sau de
conflict cu constrngerile patriarhalului rural.
Sub efectul modernitii societatea influeneaz familia
nu doar n forma ei ci i n rolurile i funciile pe care aceasta
le-a ndeplinit. Mentalitile se schimb odat cu forma i
natura societii. Familia nu mai este una extins, nu mai
accept amestecul comunitii de rudenie i cu att mai puin a
celei steti. Schimbrile sunt mai evidente la ora, dar ele, cu
trecerea timpului sunt vizibile i n mediul rural. Familia
nuclear este noul model familial n care amestecul din exterior
este nesemnificativ. Odat cu trecerea spre o societate
modern, se constat o restrngere a rolului social al familiei,
rol preluat, n mai multe domenii, de alte instituii (piaa, statul,
coala etc.). Familia nu mai domin viaa social.

185
Cu trecerea timpului, identificm cteva mutaii
semnificative n mentalul colectiv. Familia nu mai este o
unitate de producie economic: soii nu mai desfoar
munca productiv n gospodrie, aceast legtur
economic, care s-i in mpreun practic nu mai exist. Se
constat reducerea dimensiunii familiei prin restrngerea
numrului de copii ai unui cuplu i prin cvasigeneralizarea
familiei nucleare. Familiile restrnse sunt mai apte pentru
mutaiile sociale ale modernizrii. Micorarea dimensiunii
familiei a provocat schimbri importante n stilul de via, n
comportamentele familiale. Un alt efect important al
modernitii este legat de mobilitatea matrimonial, de
scderea autoritii parentale a clanului n general i de
creterea rolului individului n decizia asupra momentului
cstoriei i a alegerii partenerului. Datorit transferrii unor
funcii ale familiei ctre alte instituii sociale, raiunile
economice i politice ale cstoriei ncep s-i piard din
importan. Dei considerentele legate de avere joac un rol
mai puin important, similitudinea statusurilor socio-
culturale ale soilor predomin n constituirea cuplurilor.
Fa de statutul social tradiional de inferioritate, femeia
modern ncepe s capete drepturi sociale i politice, mergnd
pn la legiferarea egalitii cu brbatul n toate sferele vieii
sociale. Munca n afara domiciliului face ca spaiul acordat
comunicrii ntre soi, ntre prini i copii, s se micoreze.
Prinii ncearc s compenseze acest fapt prin rsful
copiilor (cadouri, bani de buzunar). Obligai n societatea
tradiional s lucreze de la vrste fragede (n gospodria rural
sau n ateliere), copiii ncep treptat s fie percepui nu ca for
de munc, ci ca valoare n sine
61
. Constatm aadar ameliorarea
statutului social al femeii (independen economic, drepturi
social-politice), care nu mai este obligat s accepte o via de

61
J.C. Chesnais, La transition dmographique, Presse Universitaire de
France, Paris, 1986, p. 93-141.

186
cuplu nesatisfctoare. Efectele unei asemenea evoluii sunt
ntre cele mai diverse. De altfel, cu ct o societate recunoate
mai multe drepturi femeilor, cu att instabilitatea conjugal
crete.
Fenomenul este mai vizibil la ora, iar spre nceputul
secolului al XX-lea, i n unele localiti rurale unde
tradiionalul lsa loc, sub influena nmulirii activitilor
neagricole, unui proces de modernizare socio-economic.
Aceste transformri au condus, aa cum uor se poate anticipa,
la noi percepii mentale, iar de aici la o alt reacie a
comunitii. Normele sociale se schimb.

d) Registrele parohiale: surse pentru identificarea
modelelor i tendinelor demografice

Analiznd micarea natural a populaiei din aceast
perioad, unii cercettori vorbesc despre revoluia demografic
pe care o asociaz trecerii de la modelul demografic vechi,
caracterizat prin valori ridicate ale mortalitii i natalitii, spre
modelul nou ce se exprim prin nivele sczute de mortalitate i
natalitate. Trecerea spre acest model, aa cum am putut i noi
remarca din analiza fcut asupra mortalitii i natalitii, s-a
fcut prin reducerea la nceput a ratei mortalitii, urmat apoi
i de o reducere a natalitii. O atare form de exprimare a
condus ctre aa-numita cretere tranzitorie
62
. Odat cu
transformrile socio-economice, culturale i medicale s-a
impus pentru scurt vreme, n ultimele dou decenii ale
secolului al XIX-lea, tot mai mult (nti la ora) modelul
demografic de tranziie. Caracterizat printr-o natalitate ridicat
i o mortalitate sczut, aceast tranziie a contribuit la
creterea substanial a populaiei.

62
Cfr. Ioan Bolovan, Transilvania ntre Revoluia de la 1848 i Unirea din
1918. Contribuii demografice, Centrul de Studii Transilvane, Fundaia
Cultural Romn, Cluj-Napoca, 2000, p. 158.

187
Evoluia naterilor, deceselor i a sporului natural n
comitatul Bihor
63

1866 1868 1870 1877 1879 1881 1885 1887 1889 1901 1905 1910
Nateri 18.686 19.01118.91617.80620.54619.23022.19423.28524.12716.11317.15818.016
Decese 13.885 14.94115.00516.35614.78315.71217.52217.19117.19111.56013.04512.429
Spor natural 4.801 4.070 3.911 1.450 5.763 3.518 4.672 6.094 6.936 4.553 4.113 5.587

La nivelul comitatului Bihor, raportat la anii luai n
cercetarea noastr drept piloni de eantion asupra crora s-au
efectuat corelri ntre numrul naterilor i cel al deceselor
(rezultnd aadar nivelul excedentului natural), sporul natural a
fost unul pozitiv. n ciuda mortalitii ridicate, care n unele
cazuri a ocat prin amploare, nivelul i mai ridicat al natalitii
a condus ctre o cretere natural situat ntre 1.450 persoane
(anul 1877) i 6.094 persoane, ct a reprezentat sporul natural
din anul 1889.
Acest spor natural pozitiv nu a caracterizat ntregul
spaiu al comitatului. Numeroase localiti s-au confruntat n
aceast perioad cu profunde i violente forme de exprimare
ale unor crize de mortalitate ce au generat un spor natural
negativ n ansamblul perioadei analizate. Efectul major al
mortalitii ridicate (mai puin a nivelului ratei natalitii, care
rmne i el ridicat) asupra sporului natural se poate constata n
cazul a numeroase localiti, asta cu att mai mult cu ct
perioada analizat a surprins cteva crize de mortalitate a cror
efecte au fost de-a dreptul devastatoare pentru populaia acestor
sate. Crizele economice profunde ntlnite n aceti ani n

63
Anuarele Magyar Statistikai vknyv. Szerkeszti s kiadja. Az orszgos
Magyar Kir. Statistikai. Hivatal I Fzet (1877 Budapesta, 1878; 1879
Budapesta, 1881; 1881 Budapesta, 1883; 1885 Budapesta, 1887; 1887
Budapesta, 1889; 1889 Budapesta, 1891; Iosif I. Adam, I. Puca, Izvoare
de demografie istoric, vol. II, Secolul al XIX-lea 1914. Transilvania,
Direcia General a Arhivelor Statului, Bucureti, p. 236-237, 652-655;
Recensmntul din 1880, cit., p. 50-51, 274-275; Traian Rotariu (coord.),
Recensmntul din 1900. Transilvania, Studia Censualica Transsilvanica,
Editura Staff, Cluj-Napoca, 1999 p. 110-113, 474-477.

188
ntreaga monarhie, coroborate cu epidemiile (avem n vedere n
special epidemia de holer din anii 1872-1873, dar i
prelungirea acesteia) exercit o presiune demografic
fantastic. Efectele epidemiei de holer din anii 1872-1873 au
fost bunoar de-a dreptul catastrofale: n comitatul Bihor s-au
mbolnvit 30.447 persoane, dintre care 10.980 persoane au
murit (dintre acestea 1.096 persoane doar n Oradea), ceea ce
reprezint 2,28% din totalul populaiei comitatului; n Stmar
se mbolnvesc 17.330 persoane din care mor 5.268,
reprezentnd 2,13% din totalul locuitorilor din acest comitat
64
.
Oferim spre exemplificare, cazul a dou localiti n care
efectul unor epidemii regionale a fost devastator sub raportul
creterii ratei mortalitii.

Evoluia naterilor, deceselor i a sporului natural n
parohia greco-catolic Abrmu
-20
-10
0
10
20
30
40
Nr. nateri 24 12 20 18 14 16 15 18 15 19 12 18 11 8 16 18 16 14 13 24 18
Nr. decese 17 19 21 34 22 7 10 10 14 14 19 30 26 23 28 11 12 12 11 13 13
Spor natural 7 -7 -1 -16 -8 9 5 8 1 5 -7 -12 -15 -15 -12 7 4 2 2 11 5
1860 1861 1862 1863 1864 1865 1866 1867 1868 1869 1870 1871 1872 1873 1874 1875 1876 1877 1878 1879 1880

Surs: Arhivele Naionale, Direcia Judeean Bihor (n continuare A.N-D.J.
BH), Colecia Registrelor de Stare Civil, dos. 7, f. 6-22, 37-55

n parohia greco-catolic din Abrmu, pe parcursul
perioadei 1860-1880, sporul natural a fost negativ (mor cu 27
de persoane mai mult dect numrul celor care s-au nscut).
Sporul negativ nu a caracterizat ntreaga perioad, ci a fost
efectul crizelor de mortalitate surprinse de noi cu ocazia
cercetrii mortalitii din aceast parohie. Identificm astfel

64
Izvoare de demografie istoric, cit., p. 243-244.

189
dou perioade cu nivele negative ale sporului natural: 1.
perioada 1861-1864, cnd nivelul sczut al excedentului
natural s-a datorat, att scderii natalitii, ct i creterii
mortalitii; 2. perioada 1870-1874, ce se caracterizeaz prin
majore crize de mortalitate generate de numeroasele epidemii
ale cror efecte au atins apogeul n perioada epidemiei de
holer din anii 1872-1873.

Evoluia naterilor, deceselor i a sporului natural n
parohia greco-catolic Beiu
-50
-40
-30
-20
-10
0
10
20
30
40
50
60
Nr. nateri 27 29 19 20 17 32 33 26 21 17 27 32 13 21 15 15 24 24 24 23 21
Nr. decese 24 23 26 23 26 21 22 32 30 27 29 34 43 54 52 21 23 21 18 26 22
Spor natural 3 6 -7 -3 -9 11 11 -6 -9 -10 -2 -2 -30 -33 -37 -6 1 3 6 -3 -1
1860 1861 1862 1863 1864 1865 1866 1867 1868 1869 1870 1871 1872 1873 1874 1875 1876 1877 1878 1879 1880

Surs: A.N-D.J. BH, Colecia Registrelor de Stare Civil, dos. 91, f. 24-45;
dos. 94, f. 25-49

n comunitatea greco-catolic din Beiu, pe parcursul
perioadei 1860-1880 au murit cu 117 persoane mai mult dect
numrul persoanelor care s-au nscut. n ciuda progreselor
sociale i economice (pe care cel mai adesea am fi tentai s le
asociem unei existene mai bune, care ulterior s se traduc
ntr-o mortalitate mai redus), n parohia greco-catolic din
Beiu mereu au murit n aceast perioad mai multe persoane
dect s-au nscut.
Apoi, la ora modelul demografic care se impune difer
substanial de cel consemnat n mediul rural: aici scderea
natalitii mult mai vizibil. n ciuda unor progrese evidente n
ceea ce privete scderea ratei mortalitii, sporul natural este
unul redus, chiar negativ.

190
Evoluia numrului naterilor i al deceselor
evideniaz, n cazul localitii Oradea de exemplu, mai
degrab un spor natural negativ pentru perioada celei de-a doua
jumti a secolului al XIX-lea. Valoarea negativ a sporului
natural din Oradea, oarecum surprinztoare, s-a datorat unui
interesant proces de transformri demografice.

Evoluia naterilor, deceselor i a sporului natural n oraul
Oradea
1877 1879 1881 1885 1887 1889 1901 1905 1910
Nateri 1.172 1.183 1.302 1.326 1.330 1.442 1.540 1.597 1.763
Decese 1.271 1.363 1.390 1.433 1.362 1.316 1.305 1.644 1.732
Spor natural -99 -180 -88 -107 -32 126 235 -47 31
Surse: Anuarele Magyar Statistikai vknyv..., 1877, 1879, 1881, 1885,
1887, 1889; Izvoare de demografie istoric..., p. 236-237, 652-655;
Recensmntul din 1880..., p. 50-51, 274-275; Recensmntul din 1900...,
p. 110-113, 474-477.

Oraul, prin mediul cultural, socio-profesional i
mental, a fost mediul ce a condus la crearea unei tipologii
familiale noi. Familia urban ncepe a fi una modern.
Numrul copiilor care se nasc n ora sunt tot mai puini
(dovada o constituie i faptul c natalitatea n Oradea era mai
sczut cu pn la 10 dect valoarea nregistrat n
ansamblul comitatului Bihor). Transformrile pozitive, ce
aveau ca i efect diminuarea ratei mortalitii, nu au inut ns
pasul cu aceast reducere a natalitii: la ora natalitatea scade
mult mai vizibil i mai timpuriu dect mortalitatea. Din acest
punct de vedere, familia ordean era una n care se nteau tot
mai puini copii. Aceast emancipare a familiei, survenit n
primul rnd datorit emanciprii femeii, nu a fost ns nsoit
i de o reducere pe msur a ratei mortalitii. Prima impresie
este, n acest context, c familia se emancipeaz mai devreme
dect permiteau realitile din societate. Mai mult, progresele
sociale, economice i medicale nu fac fa noilor provocri care
s conduc la nsntoirea societii n ansamblul ei. Abia

191
spre sfritul secolului al XIX-lea acest fenomen a cunoscut o
turnur ateptat. n anii 1901-1910 sporul natural din Oradea a
fost n ansamblul perioadei pozitiv, nregistrndu-se un
excedent natural de 1.405 persoane
65
. Aceast transformare a
fost posibil tocmai datorit diminurii cu aproape 15 a ratei
mortalitii din ora, n perioada 1880-1910.
Aceast perioad denumit sub raport demografic drept
tranzitorie consemneaz comportamente diferite ale
populaiei: n acelai timp coexist expresii ale tradiionalului
cu cele ale modernizrii i emanciprii acestor comuniti.
Oferim spre exemplificare cazul unei localiti rurale supuse de
noi acestei analize. Am ales ca i indicator pentru emanciparea
personal i familial numrul de copii al familiilor.


Surs: A.N-D.J. BH, Colecia Registrelor de Stare Civil, dos. 461, f. 32-50,
64-75; dos. 462, f. 4-101; dos. 463, f. 1-21.

Dup cum se poate observa, n conformitate cu
numrul copiilor/familie exist categorii numeroase de familii
ce au: 1-4 copii (reprezentnd 51,2% din totalul familiilor i
23,07% din totalul copiilor), respectiv 7-9 copii (reprezentnd
n total 28,05% din totalul familiilor, iar din numrul copiilor
nu mai puin de 44,23%). ntre cele dou categorii de familii
(lumi parc!), familiile cu 4 i 5 copii sunt mai reduse

65
Izvoare de demografie istoric, cit., p. 656.

192
numeric (cte 5 cazuri de fiecare). n ciuda celor dou
tendine amintite, evidente prin numrul mare al familiilor
care au 1-2 copii i a celor care au 7-9 copii, majoritatea
copiilor se nasc n aceast parohie tot n familii numeroase.
Dei numrul familiilor cu 1-2 copii sunt tot mai multe spre
sfritul perioadei analizate, ponderea acestor copii rmne
redus, asta deoarece majoritatea copiilor rmn concentrai
n familiile cu mai muli copii, cu toate c aceste familii sunt
tot mai puine ca numr.
Faptul c se nasc muli copii n familiile din
Transilvania nu nsemn c aceste familii aveau n realitate
muli copii. O mare parte dintre acetia mureau la o vrst
fraged. Copiii sunt cei mai expui vicisitudinilor sociale sau
economice, dar i celor meteorologice. Pe toat durata celei de-
a doua jumti a secolului al XIX-lea i nceputul secolului al
XX-lea rata mortalitii infantile s-a meninut la valori foarte
ridicate. Mai mult, aa cum s-a constatat i pentru spaiul
vechiului Principat al Transilvaniei
66
, n unele regiuni rata
mortalitii infantile a fost chiar n cretere pe parcursul acestei
perioade. Cauzele unei mortaliti infantile att de ridicate erau
foarte numeroase i complexe. Ele i aveau originile n
condiiile precare de via, n alimentaia insuficient i
inadecvat, n lipsa igienei i a personalului medical calificat,
apoi n condiiile de locuire inadecvate nou-nscuilor, n lipsa
de ngrijire special necesar copiilor de aceste vrste, nu n
cele din urm n ncercarea de tratare a bolilor copiilor dup
tratamente aplicate de medicina tradiional adulilor etc.
Muli copii, aa cum se poate constata i din analiza registrelor
de stare civil, mor n timpul naterii sau imediat dup aceasta.
Nu n ultimul rnd, mortalitatea infantil ridicat i are

66
Valoarea ratei mortalitii infantile din spaiul transilvnean (fr a fi
incluse aici regiunile Banatului, Crianei i Maramureului) a fost n anul
1865 de 178,3, pentru ca n primul deceniu al secolului al XX-lea s
ajung la 193. Bolovan, Transilvania, cit., p. 156.

193
originea i ntr-o mentalitate colectiv pguboas a populaiei,
n atitudinea fa de medic i sistemul sanitar.

4. Concluzii

Registrele parohiale de stare civil se dovedesc a fi
surse de documentare importante att pentru istorici, ct i
pentru demografi, sociologi, antropologi, etnografi, lingviti
etc. Aceste nscrisuri bisericeti i-au dovedit nsemntatea mai
ales acolo unde alte surse documentare (n special cele din
categoria nregistrrilor fcute de ctre stat) s-au dovedit
insuficiente, lacunare i neclare. Registrele parohiale de stare
civil se preteaz n acest caz pentru o analiz calitativ, dar i
cantitativ la nivel comunitilor locale. Dincolo de utilitatea i
semnificaia lor documentar, aceste nscrisuri trebuie privite
sub rezerva subiectivismului introdus de faptul c ele erau
gestionate de ctre preoi (fiecare preot este astfel exponentul
promovrii unor realiti demografice i confesionale privite
din perspectiva propriei sale convingeri religioase). Registrele
parohiale se dovedesc ns a fi singurele documente ce ne
permit s ptrundem n intimitatea indivizilor fiecrei
comuniti. O asemenea zestre documentar este incontestabil
un bun pe care cercettorii ar trebui s-l promoveze i s-l
utilizeze n cercetrilor lor nu doar la nivel local, ci i pentru a
verifica i demonstra anumite comportamente i tendine la
nivel general.




III.
CONCETTI



197

ROBERTO SCAGNO

Le nozioni di romnism e suflet romnesc nella cultura romena
tra le due guerre mondiali e le loro derivazioni postbelliche


Nella storia della Romania moderna, il problema
dellidentit nazionale, il problema del romnism, presente in
maniera costante anche se non sempre esplicitamente
tematizzato. Nei decenni successivi alla costituzione della
Grande Romania, e in particolare nel corso degli anni Trenta, il
dibattito su tale tema assume tonalit sempre pi aspre,
contrapponendo uomini di cultura, filosofi, sociologi, teologi e
letterati - basti pensare alla polemica suscitata dal saggio di
Constantin Rdulescu-Motru (1868-1957), Romnismul.
Catehismul unei noi spiritualitii (1936) e si viene a
intrecciare in modo indissolubile con la storia politica del Paese
in un periodo particolarmente drammatico. Tale intreccio ha
significato la dissoluzione del problema in quello della
componente ultranazionalista sia del fascismo guardista, sia
delle dittature reale di Carol II e militare del maresciallo
Antonescu. Di conseguenza, gli studi storici successivi al 1989
dedicati al periodo interbellico hanno preso in considerazione il
romnism come nucleo centrale di una dottrina politica, o
meglio di alcune dottrine politiche, varianti romene del
radicalismo di destra europeo. Ne hanno quindi colto la
valenza strumentale legata a un particolare contesto storico-
politico, trascurandone la persistenza ossessiva al di l delle
contingenze storiche.
Dopo il 1948, la nozione di romnism con le sue due
componenti (il problema dellidentit nazionale e il nucleo
dottrinario ultranazionalista) vengono celate per motivi
ideologici durante il periodo stalinista, e compaiono manipolate

198
e mistificate negli anni del nazional- comunismo di Ceauescu.
Dicionarul limbii romne moderne del 1958 riporta soltanto le
due accezioni sentiment naional al romnilor e (rar) cuvnt
sau expresie specific limbii romne. Le stesse definizioni sono
presenti nella prima edizione (e nelle successive) del DEX
(Dicionarul explicativ al limbii romne del 1975. Nello stesso
anno, Dicionarul Limbii Romne (DLR) edito dallAccademia
della Repubblica Socialista Romania presenta la voce romnism
(con la variante rumnism) sotto laccezione principale
sentimentul naional al romnilor; spirit romnesc. Tutta la
storia ultracentenaria della nozione esemplificata soltanto con
le citazioni di alcuni autori ottocenteschi, a partire da George
Bariiu (1839): Vorbele lui Lazr asupra rumnismului aflar
n rposatul Blceanu un protector nrvnat; Tradiia oral a
neamului nostru, cuprins n cnticele vechi, ne d tot
romnismul crilor bisericeti i a hronicarilor (Alecu Russo);
Civa boieri, ruginii n romnismjleau pierderea limbii,
uitndu-se cu dor spre Buda sau Braov, de unde le veneau pe tot
anul calendare cu poveti (Negruzzi); Deteptarea
romnismului din letargia n care l afundase grecismul fanariot
(Ghica). Viene anche presentata unaccezione linguistica: (rar)
Termen, expresie sau construcie specific limbii romne
mprumutat de alt limb (dar neadaptat la sistemul acesteia)
Romnismele intrate n limba sailor sunt mai numeroase n
regiunile n care ei sunt tare amestecai cu romnii Pucariu
1
.
Linterferenza tra queste due accezioni avrebbe potuto essere
evitata se nella lingua romena si fosse affermato il termine
romnitate (nvechit, rar, dice il DLR), che ha invece assunto il
senso prevalente di totalitatea romnilor, poporul romn,
Opera noastr va fi o prism general a romnitii [] Aici
a fost totdeauna mduva romnitii (Hasdeu)
2
.

1
Dicionarul Limbii Romne (DLR), serie nou, tomul IX, litera R,
Bucureti, Editura Academiei Republicii Socialiste Romnia, 1975, p. 537.
2
Ibidem.

199
Da notare ancora che il termine romnism non compare
nel Dicionar politic (1975)
3
e neppure nel Dicionar de filozofie
(1978)
4
. Il problema dellidentit nazionale e i contrastati
dibattiti interbellici dovevano essere nascosti, e questo per un
preciso motivo. Il nazional-comunismo romeno degli anni
Settanta si basava su due pilastri ideologici: da un lato sul
protocronismo e dallaltro sullesaltazione di una presunta
specificit antropologica romena (gli oameni de omenie
secondo un grottesco sintagma intraducibile in altre lingue), che
ricostruiva in maniera secolarizzata la tradizione orale popolare
(il folclore) e la storia culturale secondo le rigide norme
dellateismo scientifico (di fatto, un antiteismo militante e
dogmatico). La formazione delluomo nuovo implicava la
manipolazione censoria del passato borghese.
Dopo il 1989, il problema riemerso alla luce del sole,
sono stati pubblicati testi e antologie degli autori che avevano
animato il dibattito interbellico (tra gli altri Constantin
Rdulescu-Motru, Nichifor Crainic, Nae Ionescu, Dumitru
Stniloae, Mihai Ralea, Constantin Noica, Emil Cioran, Mircea
Eliade, Mircea Vulcnescu), ma la rilettura di questi testi stata
sovente coinvolta nelle polemiche attuali tra nazionalisti e
occidentalisti, nella fase di transizione allUnione europea, e
continua ancor oggi.
Si impone pertanto una visione oggettiva, attenta alla
contestualizzazione storica con la prospettiva di un superamento
di una empasse sempre pi sterile.
La primavera dei popoli del 1848 collocava al centro
dellattenzione la rinascita delle singole identit nazionali
europee sulla base degli Statuti costituzionali liberali che
implicavano i diritti delle minoranze etniche e religiose, e
ponevano le basi di dialogo e di confronto filosofico e
interconfessionale prima che politico. Tali basi teoriche non

3
Dicionar politic, Bucureti, Editura politic, 1975.
4
Dicionar de filozofie, Bucureti, Editura politic, 1978.

200
sono crollate nei decenni successivi, nonostante la crisi degli
Stati liberali, il massacro europeo della Prima Guerra Mondiale
sino allaffermazione degli Stati totalitari fascisti. In buona parte
dellEuropa centro-orientale nello stesso periodo invece andata
crescendo lattenzione verso i problemi identitari, nella ricerca, a
volte ossessiva, della specificit nazionale (nel senso dello
specifico etnico), e tutto ci ha comportato il rifiuto acritico
dei valori liberali e lo sviluppo irrefrenabile
delletnonazionalismo. Il caso romeno da questo punto di vista
assai interessante. Mi limiter qui a tracciare alcune linee
generali e a presentare alcuni esempi significativi.
Nel 1927, Nichifor Crainic (1889-1972) pubblica sulla
rivista Gndirea il saggio Sensul tradiiei che verr a costituire
il manifesto dellortodossismo gndirista. Tradizione autoctona
folclorica, suflet romnesc, credenza religiosa ortodossa e
rinascita bizantina sono componenti dello specifico nazionale.

Dac menirea poporului romnesc este aceea de a crea o cultur
dup chipul i asemnarea lui, afirmaia aceasta implica i soluia
unei orientri. Cine preconizeaz orientarea spre Occident rostete
un non-sens. Orientarea cuprinde n sine cuvntul Orient i nseamn
ndreptarea spre Orient, dup Orient. [] i cum noi ne aflm
geografic n Orient i cum, prin religia ortodox, deinem adevrul
luminii rsritene, orientarea noastr nu poate fi dect spre Orient,
adic spre noi nine, spre ceea ce suntem prin motenirea de care
ne-am nvrednicit. [] Occidentalizarea nseamn negarea
orientalismului nostru, nihilismul europenizant nseamn negarea
posibilitilor noastre creatoare. Ceea ce nseamn negarea principal
a unei culturi romneti; negaia unui destin propriu romnesc i
acceptarea unui destin de popor nscut mort
5
.

Questo saggio era stato preceduto da una serie di articoli
dello stesso Crainic a partire dal 1926, lanno della svolta
ortodossista della rivista, che avevano destato una lunga

5
N. Crainic, Sensul tradiiei, in Puncte cardinale n haos, Bucureti,
Editura Albatros, 1998 (ed. or. 1936), p. 64.

201
polemica implicando in primo luogo il gruppo della rivista
Viaa romneasc, e in primis Mihai Ralea (1896-1964). Nel
saggio Fenomenul romnesc (1927), Ralea contrappone alla
visione ortodossista dello specifico nazionale una visione laica e
razionale:

Dac observm bine, cu toat atenia, moravurile, instituiile, felul de
a reaciona al poporului nostru, vom ajunge uor la concluzia c
psihologia sa intr n acest fel de comportare echidistant ntre
voluntarismul activist al Apusului i pasivitatea fatalist a Orientului.
Aezai geograficete i sufletete ntre influene care ne vin dintr-o
parte i din alta, sufletul nostru i-a alctuit un echilibru din caractere
luate i dintr-o parte i din alta. Aceste influene duble n-au rmas
ns ntre ele n conflict, n dualism. n sufletul nostru s-au topit
formnd o sintez nou, un echilibru. Echilibrul nostru sufletesc se
cheam adaptabilitate. Prin el ne deosebim de toat lumea
Orientului dar i de aceea a Apusului
6
.

Ralea individua poi altre componenti della psicologia
etnica romena: saggezza, scetticismo, bont, mancanza di
ingenuit, senso del relativo, debole sentimento religioso.
Adattabilit nel contesto della modernizzazione significa
apertura allOccidente. Si sviluppa cos una polemica che viene
ad approfondire la frattura fra autoctonisti e occidentalisti.
Rammentiamo che il 1924-25 vede luscita dellimportante
studio di Eugen Lovinescu (1881-1943), Istoria civilizaiei
romne moderne, che costituir il punto classico di riferimento
occidentalista nei decenni seguenti. La posizione teorica di
Ralea implicava comparazioni generalizzanti e stereotipi sulla
base di una psicologia dei popoli di matrice positivista
7
.

6
M. Ralea, Fenomenul romnesc, in Fenomenul romnesc, Bucureti,
Editura Albatros, 1997, p. 76.
7
Ralea si collocava sulla linea sociologica durkheimiana, iniziata in
Romania da Dumitru Drghicescu (1875-1945) con il suo studio Din
psihologia poporului romn (1907), ma era al contempo influenzato dalla
Vlkerpsychologie di matrice wundtiana.

202
Appare evidente dalla lettura in parallelo delle due
posizioni limpossibilit di mediazioni, di un terreno comune di
dialogo e di confronto. Limpianto teorico di Ralea era aperto
allOccidente ma utilizzava categorie psicologiche datate e
improduttive nel tentativo di presentare uno specifico etnico
razionalmente fondato. Nella posizione di Crainic evidente
linflusso spengleriano nella distinzione tra Kultur e Zivilisation,
nelle tesi dellorganicismo sociale e nei concetti di missione e
destino specifici di ogni comunit nazionale
8
.
Quella che mancata in quegli anni e nel successivo
decennio una voce autenticamente liberale che, riprendendo le
fila del dibattito risorgimentale (renaterea paoptist), fungesse
da mediazione riportando il tema dellidentit nazionale sul
terreno della tradizione storica romena ma nel contempo anche
su quello dei diritti individuali del cittadino e delle minoranze
nazionali linguistiche e confessionali, al di l della chimerica
ricerca di uno specifico etnico razionalmente o misticamente
inteso.
A mio parere, la debolezza della riflessione teorica
democratica e progressista ha aperto la strada al consolidarsi
delle teorizzazioni etnonazionaliste fino alle drammatiche derive
verso la destra radicale e totalitaria di una parte consistente
delllite intellettuale romena interbellica.
Lanalisi critica dellampio e variegato spettro
concettuale dei diversi rappresentanti delletnonazionalismo
romeno riservata a uno studio in gestazione, mi limiter qui a

8
Convinzione profonda di Crainic, sviluppata nei suoi scritti degli anni
Trenta, che la tradizione spirituale del cristianesimo ortodosso sia
intrinseca alla cultura popolare romena; il folclore conserverebbe pertanto le
basi profonde dellessenza del neam, le radici nel tempo e nello spazio
carpato-danubiano, quegli elementi fondamentali da sviluppare nella
direzione di un destino storico specificamente romeno. Romanticismo
herderiano e teologia ortodossa per la costruzione di un romnism politico
nel Programma dello Stato etnocratico del 1937. Cfr., N. Crainic, Ortodoxie
i Etnocraie, Bucureti, Editura Albatros, 1997 (ed. or. 1938), pp. 239-271.

203
presentare il nucleo teorico comune o almeno largamente
condiviso, che si pu cos riassumere: il problema dellidentit
nazionale (il romnism) consiste nella determinazione di uno
specifico nazionale che rimanda a uno specifico etnico;
letnos ha caratteristiche di unit e unicit (neam vs popor) e si
fonda su una tradizione (preistorica, storica, folclorica, religiosa,
mitica); tale tradizione ha come sua sostanza lanima romena
(sufletul romnesc), essenza inesprimibile concettualmente e
incomunicabile, pi vicina alla nozione di Seele che a quella di
Geist (secondo la teorizzazione di Ludwig Klages).
Nella trappola etnonazionalista sono caduti molti dei pi
validi rappresentanti della giovane generazione (la cosiddetta
generazione del 27), la generazione di Mircea Eliade (1907-
1986), che hanno fatto il passo dal dibattito teorico sul romnism
alla militanza politica ultranazionalista. Emblematico il caso di
Eliade che, nel biennio 1937-1938, si impegna politicamente
scrivendo una quindicina di articoli nazionalisti e prolegionari.
Una attenta analisi dei testi rileva un equivoco politico di fondo:
Eliade presenta limmagine idealizzata di una lite militante e il
modello ideale di una rivoluzione cristiana gandhiana in cui
sono assenti le componenti violente, ereticali e antiebraiche.
Negli stessi anni, tuttavia, il suo romnism ha assunto anche le
caratteristiche di un personale Kulturkampf vitale e produttivo
che aveva come obiettivo la sprovincializzazione della cultura
romena al di l delle chiusure autoctoniste e del mimetismo
occidentalista, attraverso la valorizzazione del patrimonio
arcaico romeno e pi in generale della spiritualit romena con i
metodi e gli strumenti scientifici occidentali e la collaborazione
di studiosi stranieri
9
.
La parabola finale negativa del romnism politico
interbellico ha avuto un testimone critico, lucido e feroce, in
Eugen Ionescu (non ancora Eugne Ionesco) che, nel febbraio

9
Cfr. R. Scagno, Prefazione a M. Eliade, Diario portoghese, Milano, Jaca
Book, 2009, pp. VII-XXXVI.

204
del 1944, scriveva da Parigi a Tudor Vianu: Cultura
naional, tradiionalismul, necazul contra francezilor i
democraiilor apusene, superioritatea spiritualitii ortodoxe
contra celei papistae i toate multiplele semntorisme,
thracismele, gardismele etc. sunt, cum bine tim, de fapt,
semnele unei adnci maladii intelectuale - refuzul culturii
10
.
Se teniamo conto, ora, del contesto storico e passiamo
sopra alla violenza della polemica interna alla giovane
generazione, non possiamo non affermare che ogni dibattito
sullidentit nazionale debba sempre includere il dialogo con i
valori liberali della civilt.






10
Scrisori ctre Tudor Vianu II (1936-1949), Bucureti, Editura Minerva,
1994, p. 234.

205

ANTONIO V. FAUR

Consideraii n legtur cu termenii de bandii, dumani i
teroriti utilizai de autoritile comuniste mpotriva
adversarilor politici (1947-1950)


Una dintre direciile relativ noi ale cercetrii istorice
interdisciplinare este i aceea care se ocup de studiul limbii, al
sensului cuvintelor. Analiza semantic a limbajului i
cuvintelor utilizate de oficialitile unui regim politic de orice
tip, dar mai ales de cele totalitare, n lupta dus mpotriva
opozanilor politici, poate duce la concluzii care pot servi la
explicarea schimbrilor produse n societate, la nivelul
mentalitii deintorilor puterii, i poate ajuta la descifrarea
mecanismului de impunere a puterii, i al controlului exercitat
de aceasta asupra societii.
Un astfel de demers dincoace de cortina fier, n rile
satelite Moscovei, a fost- mult vreme - imposibil. n Romnia,
numai dup cderea regimului comunist au aprut primele
lucrri de acest fel. n schimb, n lumea liber, dup al doilea
rzboi mondial, regimurile politice, discursul i limbajul
politic, au fost examinate de cercettori. Astfel, din anii 50 au
nceput s apar volume consacrate acestei problematici
istorice
1
.

1
Enumerm cteva dintre acestea: Arne Naess i colab., Democracy,
ideology and objectivity: studies in the semantics and cognitive
analysis of ideological controversy, Oslo University Press, 1956;
Harold D. Lasswell i Nathan Leithes, Language of politics: studies in
cantitative semantics, Cambridge, Massachusetts Institute of
Technology, 1968 i Jens A. Cristopherson, The Meaning of
Democracy as Used in European Ideologies from French to the
Russian Revolution: an historical study in political language, Oslo,
Universitetforlaget, 1968.

206
n anii 70 era deja conturat direcia de analiz a
discursului politic, cu lucrri precum cele a lui Rgine Robin
(Histoire et linguistique, 1973) sau Maurice Tournier, care, n
articolul Des mots en histoire, i declara preocuparea pentru o
lingvistic a istoricilor, urmat de Des mots en politique.
Propos dtimologie sociale, (1997). n limba romn a fost
tradus cartea cercettoarei franceze Franoise Thom, La
Langue de bois, lucrare considerat clasic. De asemenea, au
fost editate i cri care conin capitole destinate limbajului
2
.
Dup nceputul ocupaiei sovietice, societatea din
spaiul central-est-european a trecut printr-un proces de
transformri radicale, conforme cu modelul sovietic. n acest
context, limbajul politic a devenit, n mod inevitabil, un
instrument esenial n impunerea noii puteri. Parafraznd, am
putea spune: la nceput trebuia s fie cuvntul care legitimeaz
i justific aciunea.
Deoarece cuvintele nu puteau fi - pur i simplu -
inventate, regimurile comuniste, n cele mai multe cazuri, au
pstrat formele lor vechi, ns le-au conferit alte sensuri, fiind
chemate a servi furitorilor noii societi, mai bun i mai
dreapt, pretindeau ei, dect cea veche, capitalist). Acest
lucru a fost evident de la bun nceput, aa cum reiese din chiar
denumirea noilor state (democraii populare), adoptat de
rile est-europene. Adic, se afirm c noile regimuri erau cu
adevrat democratice, fiind populare, nu liberale, o tautologie
prin care Moscova ncerca s impun coninutul nou al
democraiei exportat de ea.
Cuvntul i limbajul oficial au devenit, prin urmare,
mijloace de nfierare a adversarilor, de demonizare a lor, cureaua
de transmisie a noului mesaj al puterii politice ctre societate.

2
Vladimir Volkoff, Tratat de dezinformare. De la calul troian la Internet,
Bucureti, Editura Antet, f.a., care abordeaz tehnicile de dezinformare i
manipulare a opiniei publice. La acestea se adaug lucrarea lui Bogdan
Ficeac, Tehnici de manipulare, Bucureti, Editura Nemira, 2001.

207
Avnd n vedere asemenea schimbri semantice, ne-
am propus s ne referim cu aceast ocazie - la cteva din
cuvintele care au aprut, n mod frecvent, n dosarele
instituiei securitii. Cauzele fenomenului sunt multiple:
mai nti, desfiinarea partidelor politice tradiionale n anii
1947-1948, apoi msurile luate mpotriva adversarilor
politici (naional-rniti, liberali, legionari, ofieri dai
afar din armat) i aciunile represive (ca declanarea
arestrilor i condamnrilor abuzive), care au intensificat
exodul n muni i pduri. Sub acest raport, sunt de
menionat: legislaia care pregtea terenul pentru construcia
socialismului, care a contribuit la extinderea micrii de
rezisten anticomunist: Legea privind naionalizarea
mijloacelor de producie (11 iunie 1948) i rezoluia
Plenarei Comitetului Central al P.C.R. din 3-5 martie 1949
3
,
cu privire la socializarea agriculturii.
Din seria de cuvinte aparinnd acestei realiti, ne
vom opri asupra celor de bandit, terorist i duman al
regimului democratic, care au fost cel mai des utilizate.
Lor li se pot aduga i altele ca: reacionari, fugari sau
chiaburi.
Dimensiunea rezistenei armate este demonstrat de
numrul de grupri pentru perioada 1945-1959, care se ridic
la cifra de 1196
4
. mpotriva acestor rezisteni s-a declanat, de
ctre trupele de securitate i miliie, o campanie de urmrire i
prindere, cei mai muli fiind organizai n celebrele bande
teroriste, ascunse n pdurile i munii Romniei.
Revenind la substantivul bandit, precizm c n
dreptul comun acesta desemneaz o persoan care comite
infraciuni de toate felurile, de la furt pn la crim. Aadar,
banditul era un rufctor, n categoria aceasta intrnd hoii,

3
***, Bande, bandii i eroi. Grupurile de rezisten i Securitatea (1948-
1968), Editura Enciclopedic, Bucureti, 2003, p. 9.
4
Ibidem, p. 9.

208
tlharii, briganzii, nelegiuiii, criminalii sau asasinii. Prin
urmare, sensul consacrat al cuvntului bandit a fost modificat,
autoritile comuniste, transformndu-l ntr-un instrument
politic, dup modelul sovietic
5
.
Autorii acestei transformri se bazau i pe o alt
realitate avantajoas pentru ei, anume pe faptul c n epoca
postbelic mai acionau nc att grupurile de bandii la
drumul mare, ct i organizaiile de rezisten
anticomuniste
6
, de unde se putea nate uor confuzia, prin
confundarea primei categorii cu a doua mizndu-se pe teama
i repulsia fireasc a populaiei fa de acest gen de infractori
de drept comun
7
.
Dup unii cercettori, suprapunerea acestor termeni a
fcut ca, i dup cderea regimului comunist, o parte dintre
fotii ofieri de securitate s cread i azi c lupttorii
anticomuniti nu au fost altceva dectlotri
8
. Simplu spus,
se punea semnul de egalitate ntre adversarul politic i
rufctorul condamnat de dreptul comun.
n realitate, n documentele oficialitilor termenii de
bandit, terorist sau duman i desemnau pe adversarii
regimului politic comunist, chiar i pe cei aflai n detenie,
indiferent de forma n care acetia i manifestaser
opoziia
9
. Referindu-se la ceea ce nelegeau autoritile
sovietice - al cror model l copiau i restul rilor satelite -
prin bandit, Jacques Rossi arta c era etichetat astfel


5
Florian Banu, Contribuii la un dicionar al limbii de lemn : banditul n
documentele regimului comunist , n Cetatea Bihariei, 2007, nr. 2, p. 98.
6
Ibidem.
7
Ibidem, p.98.
8
Ochii i urechile poporului. Convorbiri cu generalul Nicolae Plei.
Dialoguri consemnate de Viorel Patrichi n perioada aprilie 1999-
ianuarie 2001, Bucureti, 2001, p. 86 (apud Florian Banu, op. cit., p.
98).
9
Florian Banu, Contribuii la un dicionar, p. 98.

209
orice individ care a fost tentat s reziste prin for, chiar i
nenarmat, violrii drepturilor sale civile, naionale sau de alt de
ctre autoriti
10
.

Indiferent dac erau numii bandii, dumani, teroriti,
adversarii politici aveau un numitor comun: erau reacionari,
adic, conform accepiunii date de comuniti, toi aceia care se
opuneau, n orice form, revoluiei bolevice, comunismului.
Iat ce rspuns concis i clar ddea un cekist, n ziarul Izvestia
(martie, 1921), la ntrebarea: Ce este banditismul? O activitate
contra-revoluionar!
11
.
n continuare, exemplificm afirmaiile cu cteva citate
despre bandii i bande, din sutele care abund n documentele
securitii:

Banda U a fost distrus printr-o operaiune de capturare n cursul
creia acesta a fost ucis. Au fost arestai ase membri ai bandei,
ase bandii au fost mpucai n cursul operaiei i ase sunt
urmrii
12
; Au fost reinui 14 membri ai bandei Spiru Blnaru i
Ionescu Gheorghe, 120 de gazde, favorizatori i complici; apte
bandii au fost mpucai n operaiune
13
; n Munii Apuseni sunt
semnalate bande formate din maniti, legionari, ofieri deblocai,
bandii de drept comun etc.;

un exemplu din Bihor:

Banda doctorului Capot era ajutat de gazde i iscoade recrutate
dintre preoi, funcionari i pdurari de la Stna de Vale, de pe
muntele Vldeasa, care au fost arestai cu prilejul unor arestri
fcute de D.R.S.P. Oradea n legtur cu D.R.S.P. Cluj la 30
noiembrie 1948
14
; Situaie (din 24 iunie 1950) cu evidena

10
Jacques Rosii, Le manuel du Goulag. Dictionnnaire historique, prface de
Nicolas Werth, Le cherche midi editeur, f.a., p.30-31 (apud Florian Banu,
op. cit., p. 98).
11
Florian Banu, op. cit., p. 98.
12
Ibidem, p. 59.
13
Ibidem, p. 61.
14
***, Bande, bandii i eroi, p. 63.

210
bandelor care se urmresc din punct de vedere informativ de ctre
Direcia General a Securitii Poporului,

n care avem referiri i la bandele din judeul Bihor
15
; n
concluzia la raportul su din 28 noiembrie 1950, un ofier de
securitate afirma urmtoarele:

n urma aciunilor desfurate de organele Ministerului Afacerilor
Interne la sfritul anului 1948 i la nceputul anului 1949, bandele
din muni au primit puternice lovituri, fiind lichidate majoritatea
grupurilor importante. Elemente rzlee au reuit s scape urmririi
organelor noastre i s rmn ascunse n muni. Spre sfritul
anului 1949 i nceputul anului 1950 a urmat o perioad de
regrupare a bandiilor
16
.

La finele aceluiai an, situaia numeric pe ar era de
450 de arestai i 27 de rezisteni ucii n lupt, din care 24 de
arestai i un rezistent ucis erau din judeul Bihor
17
.
Viziunea comunist asupra societii era maniheic, totul
fiind divizat n alb sau negru, bine sau ru, reaciune sau progres.
n dihotomia care rezult din limbajul utilizat, comunitii erau, n
mod indubitabil, exponenii binelui, ai progresului, iar rivalii lor
reprezentau contrariul, rul, reaciunea. Arogarea abuziv i
exclusiv, ntr-o manier tipic bolevic, a binelui a dus, conform
logicii luptei de clas, la includerea tuturor adversarilor politici n
categoria general a rului, cu diverse forme de manifestare.
Aceast premis eronat, dar singura posibil pentru extremitii
politici, repetat cu obstinaie i dus la patologic, avea consecine
asupra limbajului politic, n sensul c acesta devenea o arm
redutabil n arsenalul liderilor de partid sau ai anchetatorilor
Securitii.
Distrugerea total a adversarului ncepea cu eticheta
care i se aplica. Ca urmare, sensurile multor cuvinte au fost

15
Ibidem, p. 91.
16
Ibidem, p. 115.
17
Ibidem, p. 117.

211
deformate, denaturate, aa cum a fost i cazul celor n discuie:
(bandit, duman sau terorist), care au fost intens politizate.
Perversiunea consta n faptul c, aa cum se tie azi i
era cunoscut i n epoca respectiv, minoritatea comunist se
pretindea, n mod abuziv, legitim, ns autoritatea sa se
sprijinea doar pe tancurile sovietice i NKVD, nu pe adeziunea
romnilor, care erau n majoritate anticomuniti. Cu un numr
de 1.000 de membri n momentul reintrrii n legalitate (la 23
august 1944), Partidul Comunist din Romnia nu reprezenta
nici mcar interesele muncitorimii romne, categorie social
atras, n msur mai mare, de Partidul Social-Democrat. La
nivelul percepiei societii romneti, ei erau vzui ca o for
strin de spiritul i tradiiile naionale, o agentur de spionaj a
Moscovei, mpnzit cu alogeni, care au luat, de la nceputul
existenei lor, oficial, o poziie mpotriva unitii statale a
Romniei, motiv pentru care, pe bun dreptate, au fost scoi n
afara legii de autoritile statului romn n anul 1924.
Semnificaia expresiei dumanul poporului (folosit
i consacrat de revoluia francez) se referea la elementele din
clasele sociale privilegiate, care se opuneau rsturnrii strii de
lucruri caracteristice vechiului regim. Termenul a nceput s
fac carier, fiind preluat de revoluia bolevic i, dup
ncheierea celui de-al doilea rzboi mondial, exportat n rile
eliberate de Armata Roie. ns, acum termenul nu mai avea
acoperire n realitate. Poporul era n viziunea comunitilor
reprezentat de o minoritate politic extrem de agresiv i
foarte bine organizat, susinut de Moscova, care se
substituise poporului real. Deci, o sect politic exclusivist,
cu pretenii de deinere a adevrului absolut, ncerca s
reinventeze legitimitatea politic cu ajutorul limbii. Comunitii
se considerau a fi reprezentani ai unui regim democratic (de
fapt, antidemocratic, dac judecm realitatea dup standardele
democraiei clasice), iar rezistenii din popor nfundau
nchisorile sau erau lichidai.

212
Reprezentanii noii puteri, ca i instrumentele lor
represive, s-au strduit ca, prin limbajul introdus n viaa
public, s nfiereze - cu o uurin surprinztoare - aciunile
celor implicai n micarea de rezisten anticomunist, care era
prezent n toate regiunile rii (n diverse forme i cu un diferit
potenial de manifestare, dar, n esen, o expresie vie a
spiritului antitotalitar al romnilor). Astfel, documentele vremii
(de la cele pstrate n arhive i pn la presa de orientare
comunist) sunt pline de formulri precum: duman al
regimului democrat, duman al poporului (care suna sinistru i
descalificant), elemente dumnoase i atitudine dumnoas
18

fa de regimul impus de Moscova.
Alt sintagm utilizat, pe care o supunem ateniei, este
aceea de terorist, adic persoan care folosete mijloace
violente pentru rsturnarea sau influenarea ordinii legitime a
statului. Dac percepia asupra teroritilor ar fi aparinut
autoritilor unui stat democratic, atunci, ntr-adevr, acetia
puteau fi considerai ca atare. n realitate, lupttorii
anticomuniti refugiai n muni au devenit eroi ai unei
rezistene anticomuniste. Ei au fost, cu o evident intenie
defimtoare, etichetai de ctre autoritile comuniste i de
securiti drept bandii, teroriti i dumani. Anchetatorii
securiti i gardienii din nchisori recurgeau, adesea, la
termenul de bandii
19
. Chiar i procurorii au utilizat acest
apelativ, pentru a putea propune pedepse exemplare. Un ntreg
arsenal incriminatoriu s-a constituit pornindu-se de la formulri
ca bandit, bande, teroriti, menite s in sub teroare un popor
ntreg, a crui ar era ocupat de trupele sovietice, iar
instituiile se aflau sub control bolevic.
Exemplificm cu citate din documente edite:

18
Antonio Faur, tefan Popescu liderul grupului de rezisten
anticomunist din sudul Bihorului (1946-1950), Oradea, Editura
Universitii din Oradea, 2007, p. 69, 71, 73, 77, 167.
19
***, Bande, bandii i eroi, p. 90.

213

Referat n legtur cu banda terorist a colonelului c.d. Arsenescu
Gheorghe, aflat n Munii Muscelului
20
; La Timioara s-a
descoperit o organizaie terorist intitulat Organizaia naional
cretin de lupt mpotriva comunismului, care-i mai spunea i
Vulturul Negru i Bastonul Negru
21
;

un raport al securitii dintr-un jude se intitula:

Sintez asupra evoluiei bandelor teroriste de pe teritoriul
judeului Tulcea ntocmit de Serviciul Judeean de Securitate
Tulcea, n mai 1949
22
, sau un altul: Situaia bandelor existente la
24 iunie 1950, care se urmresc din punct de vedere informativ
23

(de ctre Direcia General a Securitii Poporului);

titlul unei alte dri de seam, ntocmite de securitate la
28 noiembrie 1950:

Dare se seam de rezultatele obinute n urma aciunilor ntreprinse
de organele de securitate, cu sprijinul organelor de miliie, n
vederea depistrii i lichidrii bandelor teroriste i a organizaiilor
subversive semnalate n muni i pduri
24
; Banda terorist uman
Leon s-a format n anul 1948 susnumitul desfoaro serie de
aciuni pentru a organiza legionarii n scopul subminrii regimului
democrat- popular. n anul 1948, simindu-se urmrit, formeaz o
band terorist narmat, n cadrul creia i asum rolul de
conductor
25
.

Avem, ntr-un singur fragment citat, toate calificativele:
band, bandii, band contrarevoluionar i teroriti.
n condiiile n care comunitii nu apelau la dialogul
politic, nici la o alt prghie democratic, s-a ajuns ca sistemul

20
***, Bande, bandii i eroi, p. 96.
21
Ibidem, p. 61.
22
Ibidem, p. 73.
23
Ibidem, p. 91.
24
Ibidem, p. 99.
25
Ibidem, p. 273.

214
s se bazeze pe cunoscuta regul: cine nu-i cu noi, este
mpotriva noastr, adic dumanul nostru, care trebuie anihilat
prin cele mai dure mijloace.
Astzi, ntr-un alt context istoric, marcat de lupta
occidentului democratic mpotriva unui fenomen global,
terorismul nate imediat reacii mpotriv, la nivel planetar,
dei, n cele din urm, este cunoscut relativismul percepiei i
faptul c fiecare parte vede lucrurile doar din punctul lui de
vedere, dar, dup unele opinii,

atunci, n faa adevratelor hecatombe provocate de armate de
ocupaie i de organele de represiune, n faa abandonrii Europei
de Est de ctre Aliaii occidentali, calea violent rmnea aproape
unica soluie. Cei care i-au pus viaa n joc, lund drumul munilor
i al pdurilor, au dat n primul rnd o prob de curaj i
demnitate, deopotriv individual i naional
26
.

Este firesc s ne punem ntrebri, azi, cu privire la scopul
utilizrii acestor termeni? n primul rnd trebuie spus c, pentru a-
i realiza obiectivele politice, autoritile comuniste au procedat la
pervertirea limbii, devenit doar un alt instrument n mna lor. Ele
au modificat sensurile consacrate ale cuvintelor, n favoarea
noului mesaj politic. Starea de anormalitate a substituit normalul,
societatea fiind atins de boal, noile formule lingvistice folosite
n discursul oficial fiind dovada acesteia, iar cei care doreau s
supravieuiasc aveau doar o singur ans: adaptarea la noua
realitate.
n rile Europei de Est, partidele comuniste aflate la
putere au recurs la un discurs politic gata format, imitat dup
modelul sovietic.

Concluzia cercetnd limbajul - n ceea ce privete conceptul
reacionar este c, la o lun dup ieirea la suprafaa scenei
politice, comunitii veneau cu un limbaj stabil din punct de vedere

26
Ibidem, p. 22.

215
ideologic, repetitiv, vehiculau concepte fr s simt nevoia s le
argumenteze i fr s cread c ar trebui argumentate
27
.

Aceast constatare cu privire la termenul de reacionar
poate fi extins i pentru ceilali termeni n discuie.
Dup unii cercettori avizai, scopul urmrit de
autoriti, prin schimbarea sensului propriu al acestor cuvinte, a
fost acela de a-i arunca n derizoriu adversarii politici,
incriminndu-i ca pe nite reprezentani ai rului precum:
dumani, teroriti, fugari (organizai n bande sau acionnd pe
cont propriu).
Cuvintele utilizate au suferit mutaii, servind mai bine
intereselor noilor conductori politici. Aceast modificare a
fost, fr ndoial, o ncercare de ctigare a legitimitii
politice, sau mcar crearea aparenei acesteia.
ncheiem cu o opinie, la care subscriem:

Cuvintele de acest tip, asemenea unui seismograf pertinent, indic
procesualiti i ncorporeaz factori eseniali: gradul de toleran a
unui regim politic, de intoleran a altuia, raporturile de clas, lupta
de clas, structuri politice, anormalitate i anormalitate,
idiosincraziile i sensibilitile unei epoci i ale unui regim
politic
28
.

Sursele de informare (edite i inedite), dar i mrturiile
supravieuitorilor, ne dau posibilitatea ca, bazndu-ne pe
semantic, s relevm toxicitatea metodelor i a propagandei
efectuate de un regim totalitar de stnga i s demontm:

Uriaa cldire a minciunii, edificat timp de patru deceniiAa
cum s-a spus, secolul al XX-lea a fost secolul minciunii.Din
acest motiv, imperativul intelectual i moral actual, al fiecrui
cetean responsabil, ar trebui s fie: nu te lsa minit!

27
Corneliu Crciun, Contribuii de semantic istoric: reaciune i reacionar
n discursul politic romnesc, n Cele trei Criuri, 2009, nr. 1-3, p. 69.
28
Corneliu Crciun, op. cit., p. 71.

216
Pentru aceasta, este ns necesar o bun cunoatere a

tehnicilor de manipulare, de dezinformare, a modalitilor
insidioase de pervertire a limbajului, de transformare a eroilor n
anti-eroi, a albului n negru
29
.

Mai adugm faptul c analiza acestor tactici ale
securitii i comunitilor din Romnia atrag atenia
ceteanului asupra riscului ca un asemenea tip de limbaj s nu
mai intre n uzul i altor regimuri, chiar n zilele noastre, fr a
fi imediat amendate.

29
Florian Banu, op. cit., p. 100.

217

RIASSUNTI / REZUMATE


ALVARO BARBIERI, Ideologia e persuasione: la parola dei capi in
Geoffroy de Villehardouin

Per entro il quadro epistemologico che fa da sfondo ai nostri
abituali protocolli scientifici, siamo abituati a considerare come
un dato ovvio la coesistenza, in un qualunque testo, di
molteplici livelli di senso, analizzabili separatamente ma
spesso intimamente collegati e in ogni caso concorrenti alla
costruzione complessiva del senso. Da ci discende un altro
fatto comunemente accettato, vale a dire la legittimit e, anzi,
lopportunit di avvicinarci ai testi secondo una strategia
interpretativa che preveda una pluralit di punti dattacco
implicanti diverse angolature disciplinari. Va detto per che
ladozione di una prospettiva di ricerca integrata, sempre
possibile e raccomandabile, appare particolarmente
remunerativa per alcuni oggetti dindagine dal carattere
anfibio. Uno di questi certamente La conqute de
Constantinople di Geoffroy de Villehardouin, opera che
rappresenta la pi completa e informata fonte sulla Quarta
Crociata e, in pari tempo, uno dei primissimi esempi di prosa
francese. Insostituibile documento sulla spedizione franco-
veneziana e precoce testimonianza delle scritture prosastiche
dol, il resoconto del Maresciallo di Champagne reclama
accostamenti critici capaci di valorizzare la sua natura ancipite,
tra le ragioni della letteratura e quelle della storia. Esaminando
il modo in cui Villehardouin tratta i discorsi dei capi della
Crociata, il presente lavoro aspira a dimostrare la fertilit
euristica di un approccio misto, che sappia far reagire lo
specifico letterario con la cornice storico-sociale e le poste in
gioco ideologiche del testo.

218
Parole chiave: Storiografia medievale, Letteratura francese del
Medioevo, Quarta Crociata


ALVARO BARBIERI, Ideologie i persuasiune: cuvintele
comandanilor n Geoffroy de Villehardouin

n interiorul cadrului epistemologic folosit de obicei n studiile
noastre tiinifice, ne-am obinuit s considerm drept evident
faptul c n oricare tip de text sunt prezente mai multe nivele de
sens, care, dei analizabile separat, de cele mai multe ori se
ntreptrund i colaboreaz la construcia general a semnificaiei.
De aici provine i legitimitatea de a studia textele prin strategii
interpretative multiple i din mai multe perspective disciplinare.
Desfurarea demersului critic pe mai multe planuri, oricnd
posibil i folositoare, devine rentabil cu att mai mult n cazul n
care obiectul cercetrii are un caracter multiplu i amfibiu. Un
exemplu excelent, n acest sens, este La conqute de
Constantinople de Geoffroy de Villehardouin, o oper care este n
acelai timp cea mai complet i informat surs istoric asupra
Cruciadei a Patra i unul dintre primele exemple de proz literar
n franceza veche. Document indispensabil asupra expediiei
franco-veneiene i mrturie precoce a prozei n langue dol,
cronica Marealului de Champagne are nevoie de o abordare
critic n stare s pun n valoare att aspectele sale istorice ct i
cele literare. Articolul de fa cerceteaz modul n care
Villehardouin reproduce discursurile comandanilor Cruciadei i
ncearc s confrunte specificitatea literar a operei cu mizele sale
ideologice i cadrul istorico-social.

Cuvinte cheie: Istoriografie medieval, Literatura francez
medieval, Cruciada a patra

*

219
FLORIN SFRENGEU, Istoriografie i arheologie: informaii din
Gesta Hungarorum a lui Anonymus privind ducatul lui
Menumorut i cercetrile arheologice de la Biharea

Articolul prezint informaiile din opera lui Anonymus, Gesta
Hungarorum privind ptrunderea ungurilor pe teritoriul ducatului
condus de Menumorut, cu reedina n castrum Byhor, asediul i
cucerirea fortificaiei, precum i istoricul cercetrilor arheologice
efectuate n cetatea de pmnt din localitatea Biharea. Gesta
Hungarorum (Faptele ungurilor) este considerat o lucrare
important pentru desluirea unor evenimente i realiti referitoare
la maghiarii nou venii n Europa central, precum i la alte
populaii aflate n zon, care au avut de suferit n urma aciunilor
ntreprinse de acetia. Cercetrile arheologice din anii 1998-2004
confirm constatrile i concluziile anterioare, ntrindu-le n ceea
ce privete momentul n care a fost construit cetatea de pmnt.
Acest moment poate fi plasat n rstimpul dintre locuirea de epoc
roman i locuirea feudal timpurie din nivelul mai vechi.
Cercetrile istorico-arhologice efectuate pn n prezent au artat
c fortificaia principal din ducatul lui Menumorut, castrum
Byhor, din cronica lui Anonymus, poate fi localizat pe teritoriul
localitii Biharea, unde masivele valuri de pmnt ale cetii
impresioneaz i n prezent.

Cuvinte cheie: Cronica lui Anonymus, Biharea, cercetri
arheologice, cetate de pmnt


FLORIN SFRENGEU, Storiografia e archeologia: le informazioni
delle Gesta Hungarorum di Anonymus, riguardanti il ducato di
Menumorut e le ricerche archeologiche di Biharea

Larticolo presenta le informazioni riportate nelle Gesta
Hungarorum di Anonymus riguardanti la penetrazione degli

220
ungheresi sul territorio del ducato di Menumorut, nonch
lassedio e la conquista della sua principale sede fortificata, il
castrum Byhor. Viene inoltre ripercorsa la storia delle ricerche
archeologiche condotte sul sito dellattuale Biharea. Gesta
Hungarorum unopera importante per riuscire a chiarire alcuni
eventi e realt riguardanti i magiari appena giunti nellEuropa
centrale e le altre popolazioni della zona, che hanno subto le
conseguenze della loro espansione. Le ricerche archelogiche degli
anni 1998-2004 a Biharea hanno confermato i risultati ottenuti
precedentemente, rafforzandoli per quanto riguarda la datazione
della costruzione delle fortificazioni. Tale evento pu essere
collocato nel lasso di tempo tra linsediamento di epoca romana e
linsediamento feudale di epoca alto-medievale di livello pi
antico. Le ricerche hanno inoltre dimostrato che la fortezza
principale del ducato di Menumorut, il castrum Byhor citato nella
cronaca dellAnonymus, pu essere localizzata sul territorio
dellattuale Biharea, dove ancora oggi si pu ammirare il
massiccio vallo di terra delle fortificazioni.

Parole chiave: Cronaca di Anonymus, Biharea, archeologia,
fortificazioni di terra

*

DAN OCTAVIAN CEPRAGA, Storia, retorica e linguaggio del
patriottismo: la battaglia di Clugreni in Romnii supt Mihai-
Voievod Viteazul di Nicolae Blcescu

Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul il capolavoro della
storiografia romantica romena, nonch un imperituro best-seller
del patriottismo nazionale, esposto a incessanti ri-usi ideologici e
identitari, di cui il pi aberrante stato, come noto, quello della
propaganda comunista. Non solo: anche uno degli esempi pi
riusciti e artisticamente compiuti della prosa romena di primo

221
Ottocento, forse il frutto pi originale e convincente della stagione
letteraria paoptist. Lampio sforzo di documentazione, il rigore
del metodo, la discussione critica delle fonti ne fanno una delle
punte pi avanzate della storiografia romena dellepoca. Allo
stesso tempo, lopera anche unoperazione imponente di
riscrittura mitica e letteraria del passato nazionale, trasfigurato in
valore simbolico nelle forme eroiche dellepos. A partire da
questa duplice natura del libro di Blcescu, larticolo propone una
lettura retorica del celebre episodio della battaglia di Clugreni,
allinterno del quale vengono analizzate le diverse strategie
argomentative messe in atto, verificando la fisionomia
complessiva dellimpianto persuasivo e i modi in cui questo si
intreccia con il racconto storico. Figlia di una vera e propria et
delleloquenza, la prima e, forse, lunica che abbia veramente
interessato lintera res litteraria romena, lopera di Blcescu
anche il luogo in cui il linguaggio del patriottismo romantico
romeno ha raggiunto le sue forme pi nobili e raffinate.

Parole chiave: Storiografia romantica, Nicolae Blcescu, retorica,
teoria dellargomentazione


DAN OCTAVIAN CEPRAGA, Istoria, retorica i limbajul
patriotismului: btlia de la Clugreni n Romnii supt Mihai-
Voievod Viteazul de Nicolae Blcescu

Capodoper a istoriografiei romantice romneti, Romnii supt
Mihai-Voievod Viteazul este, totodat, un venic best-seller al
patriotismului naional, supus, de-a lungul timpului, unor nencetate
manipulri idelogice i identitare, dintre care cea mai aberant,
dup cum tim, a fost cea svrit de propaganda comunist. n
acelai timp, cartea lui Blcescu este un text literar de mare for
oratoric i de o incontenstabil mplinire stilistic, poate exemplul
cel mai reuit i convingtor al prozei literare paoptiste. Dac din
punctul de vedere al istoriografiei, opera se remarc prin efortul de

222
documentare, rigoarea metodei i selecionarea critic a surselor,
ntr-o perspectiv literar, ea este n schimb o impresionant
transfigurare retoric a trecutului naional n forme mitizante i
epice. Plecnd de la aceast natur duplicitar a operei, articolul
propune o analiz retoric a episodului btliei de la Clugreni, n
care sunt descrise i analizate principalele strategii argumentative
utilizate i modul n care structura persuasiv se ntregete n
naraiunea istoric. Rod al unei adevrate epoci a elocvenei,
limbajul patriotismului romantic atinge n opera lui Blcescu forme
nobile i rafinate, care marcheaz o etap major n devenirea
prozei literare romneti.

Cuvinte cheie: Istoriografie romantic, Nicolae Blcescu, retoric,
teoria argumentaiei

*

SORIN IPO, Silviu Dragomir e la Securitate: le note informative del
dossier di pedinamento (1957-1962)

Silviu Dragomir, importante storico e, per un certo periodo,
anche uomo politico nei governi interbellici, stato arrestato
dalle autorit comuniste il 1 luglio 1949 a Cluj e quindi trasferito
nel Penitenziario di Caransebe, per scontare una condanna a sei
mesi di carcere correzionale per reati contro la Legge bancaria, a
cui si aggiungeva unammenda di 2 600 000 lei. In seguito, verr
portato nel carcere di Sighet, accanto agli altri uomini politici e
intellettuali ivi incarcerati dal regime. Ne uscir soltanto il 6 luglio
1955. Dopo la sua scarcerazione, Dragomir cerca di riprendere la
propria attivit scientifica e di continuare a pubblicare, ma finisce
nel mirino della Securitate, che non si fidava degli ex detenuti
politici. In un primo momento gli ufficiali tentano di reclutarlo,
poi, sospettandolo di spionaggio a favore degli inglesi, aprono sul
suo conto un fascicolo di pedinamento. Per ottenere le
informazioni di cui aveva bisogno, la Securitate si serve di una
nutrita serie di informatori piazzati nellambiente di lavoro e

223
familiare di Dragomir. Larticolo propone, quindi, unanalisi
dettagliata delle note informative redatte da informatori e ufficiali
della Securitate, dalle quali si possono trarre le seguenti
conclusioni: le informazioni fornite dagli agenti sono in generale
ben articolate, per tutte le epoche, dagli studi universitari
allattivit accademica, attraverso i momenti principali della storia
contemporanea: lunione del 1918, Il Diktat di Vienna, il rifugio a
Sibiu, il ritorno. Gli informatori evidenziano anche lattivit
scientifica di spicco svolta da Silviu Dragomir nel periodo
interbellico. Allo stesso modo, il suo impegno politico
presentato correttamente, come unattivit di importanza
secondaria, se confrontato con la sua professione di storico.
Al di l di questi aspetti, i documenti ci mostrano come la
Securitate abbia sorvegliato Silviu Dragomir, ricorrendo spesso a
mezzi e metodi illegali e immorali. Allo stesso modo, ci mostrano
che gli oppositori, i nemici o i sospetti nemici del regime
comunista non hanno mai guadagnato la piena fiducia delle nuove
autorit politiche. Il caso di Silviu Dragomir non , del resto,
lunico, numerosi romeni essendo stati pedinati, imprigionati,
uccisi dalle autorit comuniste.

Parole chiave: Silviu Dragomir, Securitate romena, fascicolo di
pedinamento, note informative, spionaggio


SORIN IPO, Silviu Dragomir i Securitatea: notele informative
din dosarul su de urmrire (1957-1962)

Istoric i om politic Silviu Dragomir s-a remarcat ntr-o
manier diferit n cele dou caliti. Profesorul este arestat n
1 iulie 1949 la Cluj i, mai apoi, e transferat n penitenciarul
din Caransebe, pentru a-i ispi pedeapsa de ase luni de
nchisoare corecional pentru delict la Legea bncilor, la care
se adugase i o amend corecional de 2 600 000 de lei. n
data de 6 mai 1950, Silviu Dragomir a fost transferat la

224
nchisoarea de la Sighet, alturndu-se oamenilor politici i
intelectualilor arestai i nchii aici. Dup ieirea din detenie,
istoricul Silviu Dragomir ncearc s-i continue activitatea
tiinific, s publice. Securitatea ns nu avea ncredere n
fotii deinui politici. ntr-o prim faz, Securitatea a ncercat
s-l recruteze pe Silviu Dragomir. Apoi, el a intrat n atenia
organelor de represiune ca suspect de spionaj n favoarea
englezilor. n consecin, ofierii de securitate propuneau ca
istoricului Silviu Dragomir s-i fie deschis un dosar de urmrire
informativ, pentru a se stabili dac este vinovat de spionaj n
favoarea englezilor. Securitatea a reuit s obin cu ajutorul
informatorilor, plasai n anturajul lui Dragomir, toate informaiile
de care avea nevoie. Din notele informative se pot desprinde
urmtoarele concluzii: n general, biografia este corect realizat,
informatorii surprind principalele momente din activitatea lui
Silviu Dragomir. Un argument n plus c l cunoteau bine.
Informaiile furnizate de ageni sunt n general bine articulate,
pentru toate epocile, despre studiile sale universitare, despre
activitatea din cadrul universitii, punctndu-se momentele
principale din istoria contemporan, unirea din 1918, Dictatul de
la Viena, refugiul sibian, rentoarcerea. De asemenea, informatorii
evideniaz activitatea tiinific remarcabil desfurat de Silviu
Dragomir n perioada interbelic. Activitatea politic este, n linii
generale, corect prezentat, nensemnat n comparaie cu cea
tiinific. Dincolo de aceste aspecte, documentele ne arat cum
securitatea l-a supravegheat pe Silviu Dragomir utiliznd, adesea,
mijloce i metode ilegale i imorale. De asemenea, ne arat c
opozanii, inamicii i suspecii regimului comunist nu s-au
bucurat niciodat de ncrederea noilor autoriti politice. Cazul
Silviu Dragomir nu a fost unul singular n Romnia comunist,
numeroi romni fiind ucii, nchii i urmrii de autoritile
comuniste.

Cuvinte cheie: Silviu Dragomir, securitatea romn, dosar de
urmrire, note informative, spionaj

225
*

ALVISE ANDREOSE, Dalla voce alla scrittura: problemi di
transcodificazione nella stesura della Relatio di Odorico da
Pordenone

Il resoconto (Relatio) che il francescano Odorico da Pordenone
elabor nel 1330 al ritorno dal suo viaggio in India e in Cina,
il frutto della collaborazione tra il viaggiatore e uno scriba, il
confratello Guglielmo da Solagna. Numerosi indizi inducono a
ritenere che, durante la dettatura, Odorico abbia fatto uso non
del latino, ma della propria lingua materna. Nel testo si
incontrano, infatti, varie lezioni inesatte che si giustificano
soltanto partendo dallipotesi che il Solagna, nel momento
della mise en crit, abbia frainteso sintagmi e espressioni che
erano state pronunciate in volgare. Questa ipotesi, oltre a
precisare le fasi di elaborazione dellopera, permette di fornire
contributi importanti alla sua interpretazione, per ci che
concerne in particolare lidentificazione dei toponimi e la
decifrazione dei termini esotici.

Parole chiave: Odorico da Pordenone, letteratura di viaggio
medievale, toponimi orientali


ALVISE ANDREOSE, De la rostire la cuvntul scris: probleme de
transcodificare n redactarea operei lui Odorico da Pordenone

Relatarea (Relatio) franciscanului Odorico da Pordenone a fost
elaborat n anul 1330, la ntorcerea din cltoria pe care
Odorico o fcuse n India i China. Ea este rodul unei
colaborri ntre clugrul cltor i confratele su Guglielmo
da Solagna, care a avut rolul de scrib. Numeroase indicii ne fac
s credem c Odorico a dictat textul nu n latin, ci utiliznd
propria limb matern. n aceast privin, exist n text o

226
seam de leciuni eronate, care nu pot fi explicate dect prin
ipoteza c Guglielmo da Solagna, n pasajul de la rostire la
cuvntul scris, a rstlmcit unele sintagme i expresii care au
fost pronunate n italian, sau mai bine zis n varianta
dialectal friulan (sau venet veche). Aceast ipotez ne-a
permis s conturm, cu mai mare precizie, fazele de elaborare a
operei i s oferim, de asemenea, unele contribuii la
interpretarea ei, mai ales n ceea ce privete identificarea
toponimelor i descifrarea cuvintelor exotice.

Cuvinte cheie: Odorico da Pordenone, literatura medieval de
cltorie, toponime orientale

*

BARBU TEFNESCU, nsemnrile olografe de pe crile bisericeti
- puterea de informare asupra sensibilitii lumii rurale

La modul general, ranul este perceput istoriografic drept o fiin
discret, datorit siturii sale, dac nu n afara, cel puin la
periferia cuvntului scris. Mai ales, discursul lumii rneti
despre ea nsi este unul precar, istoricul gsind cu dificultate
mijloace documentare pentru a strpunge carapacea nchiderii
ntre limitele oralitii cvasigenerale, prin mrturisiri despre sine a
ranului nsui. Un tip de surs care are asemenea caliti o
reprezint modestele nsemnri (adnotri) marginale fcute pe
crile bisericeti la nivelul secolelor XVI-XX, fascinante prin
umanitatea tririlor, prin sensibilitatea exprimat simplu i direct,
cu mare for de convingere, de cei care scriu sau de semenii lor,
rani, despre i pentru care scriu. Aparena de via rneasc
cenuie, monoton, spre care conduce o privire superficial, de
sus i de la distan, asupra satului romnesc transilvnean la
nceputurile modernitii, este dezminit, prin prisma acestei
categorii de documente mai puin convenionale pentru istoric, de
fapte, atitudini, gesturi i cuvinte ce dezvluie o lume structurat

227
n jurul unor valori simbolice, ntre care aspiraia spre Dumnezeu
i spre mpria Cerurilor transpare din grija pentru Biseric,
pentru destinul postum al sufletului.

Cuvinte cheie: sensibilitate rural, nsemnri olografe, cri
bisericeti, sociabilitate, ritual.


BARBU TEFNESCU, Le annotazioni olografe sui libri di
devozione:la loro forza dinformazione sulla sensibilit del mondo
rurale

In genere, i contadini sono percepiti, da un punto di vista
storiografico, come creature discrete, data la loro posizione, se non
esterna, per lo meno marginale rispetto alla parola scritta. In
particolare, gode di uno statuto alquanto precario il discorso che il
mondo contadino ha prodotto su se stesso, giacch lo storico fatica a
trovare gli strumenti documentari per penetrare la corazza di una
quasi assoluta oralit, attingendo a testimonianze dei contadini stessi
sulla propria vita. Un tipo di fonte che presenta tale caratteristica,
sono le modeste annotazioni in margine ai libri di devozione datate
tra i secoli XVI-XX, affascinanti per lumanit che lasciano trasparire e
per la sensibilit espressa in modo semplice e diretto, con grande
forza di convinzione, da chi le ha vergate. Alla luce di questi
documenti, invero poco frequentati dagli storici, viene smentita
limmagine di una vita contadina grigia e monotona, verso cui ci
condurrebbe uno sguardo superficiale, da lontano e dallalto, sui
villaggi romeni della Transilvania alle soglie della modernit. In essi
vi sono testimoniati fatti, attitudini, gesti e parole che svelano un
mondo fortemente strutturato intorno a valori simbolici, tra cui
segnaliamo laspirazione religiosa, che traspare nelle preoccupazioni
per la Chiesa e per il destino postumo dellanima.

Parole chiave: sensibilit rurale, annotazioni olografe, libri
ecclesiastici, sociabilit, rito

228
*

MIRCEA BRIE, Registrele parohiale de stare civil din
Transilvania n a doua jumtate a secolului al XIX-lea.
Semnificaie documentar

Registrele parohiale de stare civil, dei sunt surse principale de
documentare pentru demografia istoric, ele sunt folosite cu
rezultate considerabile i de ctre alte tiine precum: istoria,
etnografia, sociologia, antropologia, lingvistica etc. Pn la
sfritul secolului al XVIII-lea nsemnrile de stare civil s-au
fcut foarte sumar i mpreun, n ordine cronologic, pentru
toate evenimentele demografice; dup aceea, s-a trecut la
nregistrarea n trei rubrici: pentru botezai, cstorii i mori.
Coninutul registrelor de stare civil s-a mbuntit tot mai mult,
n primul rnd datorit presiunii statului. Registrele bisericeti
sunt singurele n msur s ne ofere o imagine asupra familiei n
mediul rural, cel puin pentru a doua jumtate a secolului al
XIX-lea. nscrisurile bisericeti, surse fundamentale pentru
cercetarea vieii familiale, sunt de dou categorii: 1. registrele de
stare civil i rapoartele anuale ale parohiilor; 2. fondurile
autoritilor bisericeti, nscrisurile i procesele verbale
consemnate de ctre episcopii. Aceste nscrisuri sunt surse
complexe pentru cercettorul interesat de demografia istoric, de
istoria social, dar i de istoria economic, de toponimie,
onomastic etc. nscrisurile bisericeti i-au dovedit
nsemntatea mai ales acolo unde alte surse documentare (n
special cele din categoria nregistrrilor fcute de ctre stat) s-au
dovedit insuficiente, lacunare i neclare. Registrele parohiale de
stare civil se preteaz n acest caz pentru o analiz calitativ, dar
i cantitativ la nivel comunitilor locale.

Cuvinte cheie: registre parohiale, Transilvania, familie, etnie,
confesiune, comunitate.

229
MIRCEA BRIE, I registri parrocchiali di stato civile nella
Transilvania della seconda met del XIX secolo. Significato
documentario

I registri parrocchiali di stato civile sono tra le principali
fonti di documentazione della demografia storica. Essi sono,
tuttavia, utilizzati con risultati degni di nota anche da altre
discipline, come la storia, letnografia, la sociologia,
lantropologia, la linguistica, ecc. Fino alla fine del XVIII
secolo le annotazioni di stato civile erano redatte in modo
sommario e indistinto, in semplice ordine cronologico, per
tutti gli eventi demografici. In seguito si passati alla
suddivisione in tre rubriche: battesimi, matrimoni, decessi.
stata soprattutto la pressione esercitata dallo Stato che, nel
corso del tempo, ha portato ad una migliore e pi completa
annotazione dei dati allinterno dei registri. Tali registri
ecclesiastici sono di importanza fondamentale per chi
volesse ricostruire, ad esempio, unimmagine attendibile
della famiglia rurale nella Transilvania della seconda met
del XIX secolo. Le registrazioni sono sostanzialmente di due
tipi: 1) i registri di stato civile ed i rapporti annuali dei
parrochi; 2) i fondi delle istituzioni ecclesiastiche, le
annotazioni e i processi verbali dei vescovi. Entrambe queste
tipologie costituiscono un insieme complesso di fonti per lo
studioso di demografia storica, storia sociale ed economica,
di toponimia, di onomastica, ecc. Esse sono particolarmente
rilevanti nei casi in cui altre fonti documentarie si sono
rivelate insufficienti, lacunose e poco perspicue. I registri
parrocchiali di stato civile si prestano, in questi casi, ad
analisi sia qualitative che quantitative riguardanti le
comunit locali.

Parole chiave: registri parrocchiali, Transilvania, famiglia,
etnia, confessione religiosa, comunit

230
*

ROBERTO SCAGNO, Le nozioni di romnism e suflet romnesc
nella cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro
derivazioni postbelliche

Nella storia della Romania moderna, il problema dellidentit
nazionale, il problema del romnism, presente in maniera costante
anche se non sempre esplicitamente tematizzato. Nei decenni
successivi alla costituzione della Grande Romania, e in particolare
nel corso degli anni Trenta, il dibattito su tale tema assume tonalit
sempre pi aspre, contrapponendo uomini di cultura, filosofi,
sociologi, teologi e letterati, e si viene a intrecciare in modo
indissolubile con la storia politica del Paese in un periodo
particolarmente drammatico. Larticolo intende ricostruire, nelle sue
linee generali, la storia di nozioni quali romnism e suflet romnesc,
tenendo conto non solo dei particolari contesti storico-politici in cui
sono state elaborate e discusse, ma anche della loro persistenza
ossessiva nella cultura romena, al di l delle contingenze storiche.
Una serie di esempi significativi presentano alcuni dei modi in cui
stato inteso il romnism, nella sua duplice accezione, da una parte
come espressione del problema identitario e della ricerca della
specificit nazionale (nel senso dello specifico etnico), dallaltra
in quanto nucleo dottrinario ultranazionalista di alcune varianti
romene del radicalismo di destra europeo.

Parole chiave: romnism, identit nazionale, cultura romena
interbellica


ROBERTO SCAGNO, Noiunile de romnism i suflet romnesc
n cultura romn interbelic i derivrile lor postbelice

Problema identitii naionale a fost o prezen constant de-a
lungul istoriei Romniei moderne, chiar dac de mult ori

231
aceast tema nu a fost abordat n mod explicit. n deceniile
care au urmat nfptuirea Romniei Mari, i mai ales n anii
Treizeci, dezbaterea despre romnism cptase tonuri din ce n
ce mai aspre, fiind antrenai n discuie muli oameni de cultur
ai vremii, filozofi, sociologi, teologi i scriitori. Chestiunea
identitar devenise o controvers politic, intersectnd o
perioad dramatic a istoriei naionale. Articolul ncearc s
reconstituie, n linii mari, istoria unor noiuni precum
romnism i suflet romnesc, innd cont nu numai de
contextele istorico-politice n care ele au fost elaborate i puse
n discuie, dar i de struina lor obsedant n interiorul culturii
romne, dincolo de contingenele istorice. O seam de exemple
semnificative prezint cteva aspecte ale problemei, punnd n
lumin cele dou componente principale ale noiunii de
romnism: pe de o parte, problema identitii i a specificului
naional (n sensul de specificitate etnic), pe de alta
constituirea unui nucleu doctrinar ultranaionalist n unele
variante politice romneti ale radicalismului de dreapta
european.

Cuvinte cheie: romnism, identitate naional, cultura romn
interbelic

*

ANTONIO V. FAUR, Consideraii n legtur cu termenii de
bandii, dumani i teroriti utilizai de autoritile comuniste
mpotriva adversarilor politici (1947-1950)

Una dintre direciile relativ noi ale cercetrii istorice
interdisciplinare este i aceea care se ocup de studiul limbii, al
sensului cuvintelor. Analiza semantic a limbajului i
cuvintelor utilizate de oficialitile unui regim politic de orice
tip, dar mai ales de cele totalitare, n lupta mpotriva

232
opozanilor politici, poate duce la concluzii care faciliteaz
explicarea schimbrilor produse n societate, la nivelul
mentalitii deintorilor puterii. Folosind documente de arhiv
create de oficialitile statului comunist, autorul face o analiz
semantico-istoric a termenilor de bandii, dumani ai
poporului i teroriti utilizai de autoritile comuniste (mai cu
seam de Securitate), mpotriva adversarilor lor politici n
perioada 1947-1950.

Cuvinte cheie: autoriti comuniste, adversari politici,
securitate, dumani, teroriti.

ANTONIO V. FAUR, Considerazioni sui termini banditi, nemici e
terroristi, utilizzati dalle autorit comuniste contro gli
avversari politici (1947-1959)

Una delle direzioni relativamente recenti della ricerca storica,
in prospettiva interdisciplinare, quella che comprende tra i
suoi oggetti di indagine anche la lingua e il senso delle parole.
Lanalisi semantica del linguaggio e delle parole utilizzate
dalle autorit di un regime politico, di qualsivoglia tipo, ma in
particolare di quelli totalitari in lotta con i propri oppositori,
in grado di chiarire nel migliore dei modi i mutamenti sociali e
la mentalit dei detentori del Potere. Utilizzando documenti
archivistici prodotti dalle istituzioni dello stato comunista,
lautore procura unanalisi di storia semantica dei termini
banditi, nemici del popolo, terroristi, impiegati dalle
autorit comuniste nei confronti dei propri avversari politici,
nel periodo 1947-1950.

Parole chiave: autorit comuniste, avversari politici, Securitate,
nemici del popolo, terroristi


233

BIOGRAFIE DEGLI AUTORI / BIOGRAFIILE AUTORILOR


ALVISE ANDREOSE nato a Bassano del Grappa (Vicenza) nel
1973. Ha studiato allUniversit di Padova e si perfezionato
alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Docente di ruolo nella
scuola secondaria di secondo grado, dal 2004 al 2009 stato
Assegnista di ricerca presso lUniversit di Padova. I suoi
interessi di ricerca vertono sulla linguistica italiana in
prospettiva sincronica e diacronica, e sulla letteratura
medievale, in ambito mediolatino, italiano e francese. La sua
produzione scientifica ha toccato finora i seguenti temi: la
letteratura di viaggio medievale (ha curato ledizione del
Libro delle nuove e strane e meravigliose cose.
Volgarizzamento italiano del secolo XIV dell'Itinerarium di
Odorico da Pordenone, Padova, Centro Studi Antoniani, 2000
e assieme ad Alvaro Barbieri quella de Il "Milione veneto". Ms.
CM 211 della Biblioteca Civica di Padova, Venezia, Marsilio,
1999 e, pi di recente, assieme a Philippe Mnard, Le Voyage
en Asie dOdoric de Pordenone, traduit par Jean le Long OSB,
Iteneraire de la Peregrinacion et du voyaige (1351), Genve,
Droz, 2010), la letteratura religiosa italiana del Trecento
(edizione critica di Enselmino da Montebelluna, Lamentatio
Beate Virginis Marie - Pianto Della Vergine Maria, Roma -
Padova, Antenore 2011), la letteratura allegorica in lingua dol
(Raoul de Houdenc, Huon de Mry, Guillaume de Lorris), la
fonologia, la morfologia e la sintassi del latino volgare, del
romeno, dellitaliano antico e contemporaneo.

ALVARO BARBIERI insegna Filologia romanza nellUniversit
degli Studi di Padova. Egualmente spartita tra lavori ecdotici e
ricerche di etnografia letteraria, la sua produzione scientifica si
addensa in prevalenza attorno a due fuochi dinteresse: le

234
scritture di viaggio del Medioevo romanzo e la letteratura
arturiana in lingua dol. Per la collezione de I Meridiani
Mondadori ha tradotto e commentato le grandi relazioni
francesi sulla Quarta Crociata: Roberto di Clari, La conquista
di Costantinopoli; Goffredo di Villehardouin, La conquista di
Costantinopoli (ambedue i testi sono inclusi in Crociate. Testi
storici e poetici, Milano, Mondadori, 2004). Con riguardo al
corpus odeporico dellEt di Mezzo, ha pubblicato criticamente
due redazioni del libro di Marco Polo: Marco Polo, Milione.
Redazione latina del manoscritto Z, Milano, Fondazione Pietro
Bembo / Ugo Guanda Editore, 1998; Marco Polo, Il Milione
veneto. Ms. CM 211 della Biblioteca Civica di Padova,
Venezia, Marsilio, 1999 (in collaborazione con Alvise
Andreose). Allopera del viaggiatore veneziano ha consacrato
inoltre numerosi studi, originariamente apparsi in varie sedi e
poi confluiti, in forma riveduta e aumentata, nel volume Dal
viaggio al libro. Studi sul Milione (Verona, Fiorini, 2004).

MIRCEA BRIE, nscut la data de 14.02.1977 n satul bihorean
Ferice, este absolvent al Universitii din Oradea, specializarea
istorie-geografie (1999) i sociologie (2003), a masteratului n
istorie (2000); doctor n istorie din 2007 cu teza, Familie i
societate n nord-vestul Transilvaniei (a doua jumtate a
secolului XIX nceputul secolului XX); lector universitar din
2008 n cadrul Universitii din Oradea, Facultatea de Istorie-
Geografie i Relaii Internaionale, Catedra de Relaii
Internaionale. Studii Europene. ntre domeniile de interes
amintim: istoria relaiilor internaionale, dialogul intercultural,
demografia istoric, istoria social, problematica frontierei. A
publicat, ca unic autor sau n colaborare, cinci cri: O istorie
social a spaiului romnesc. De la nceputurile statalitii
dacice pn la ntrezrirea modernitii, Oradea, 2005; Relaiile
internaionale de la echilibru la sfritul concertului european
(secolul XVII nceputul secolului XX), Oradea, 2006 i 2009 -

235
ed. a II-a (n colaborare cu Ioan Horga); Familie i societate n
nord-vestul Transilvaniei (a doua jumtate a secolului XIX
nceputul secolului XX), Oradea, 2008, Cstoria n nord-vestul
Transilvaniei (a doua jumtate a secolului XIX - nceputul
secolului XX). Condiionri exterioare i strategii maritale,
Oradea, 2009 i peste 40 de studii i articole n reviste din ar i
din strintate, fiind editor al volumului From Smaller to
Greater Europe: Border Identitary Testimonie (Revista
Eurolimes), Oradea, 2006 (alturi de Gabor KOSMA) i
coordonator al volumului Frontierele spaiului romnesc n
context European, Editura Universitii din Oradea/Editura
Cartdidact, Oradea/Chiinu, 2008, (alturi de Sorin ipo,
Florin Sfrengeu, Ion Gumeni). A prezentat comunicri la peste
30 de manifestri tiinifice n ar i n strintate.

DAN OCTAVIAN CEPRAGA, nato a Bucarest nel 1967,
professore di Lingua e letteratura romena allUniversit degli
Studi di Padova. Filologo romanzo e romenista, si occupato di
poesia popolare romena, indagando in particolare le fonti
cristiane dei canti narrativi e rituali romeni (colinde e canti
vecchi), i rapporti con le altre tradizioni europee e le analogie
con le letterature dellOccidente medievale. A questo riguardo,
ha pubblicato i volumi Graiurile Domnului. Colinda cretin
tradiional, Cluj, Clusium, 1995 e Le Nozze del Sole. Canti
vecchi e colinde romene (in collaborazione con L. Renzi e R.
Sperandio), Roma, Carocci, 2004. Ha quindi allargato i suoi
interessi alla storia della lingua romena letteraria, occupandosi in
particolare della formazione della lingua poetica romena
dellOttocento. Nel campo della filologia romanza si occupato
principalmente di lirica provenzale e antico-francese, studiando
la tradizione manoscritta dei canzonieri oitanici ed il sistema dei
generi lirici romanzi medievali. Assieme a Zeno Verlato ha
tradotto e commentato unampia scelta della poesia trobadorica:
Poesie damore dei trovatori, Roma, Salerno Editrice, 2007.

236
ANTONIO FAUR, nscut n 09.09.1969, la Oradea, este absolvent
al Facultii de Istorie-Filozofie a Universitii Babe-Bolyai
din Cluj-Napoca (1995), specializarea istorie contemporan.
Este doctor n istorie contemporan la aceeai universitate, din
2001. n prezent este profesor, la Facultatea de Istorie,
Geografie i Relaii internaionale a Universitii din Oradea.
Domeniul tiinific de interes: istoria contemporan a Romniei
i universal. Teme de cercetare: raporturilor armatei sovietice
cu populaia i administraia din nord-vestul Romniei; soarta
refugiailor basarabeni i bucovineni pe teritoriul Romniei
1940-1945; raporturile minoritilor etnice cu majoritatea n
nord-vestul Romniei n perioada 1944-1946; micarea de
rezistena anticomunist din sudul Bihorului; raporturi
diplomatice romno-franceze 1944-1947. A publicat 11 cri,
ntre care: Destinul tragic al romnilor basarabeni i
bucovineni aflai pe teritoriul Bihorului (1944-1945), Editura
Presa Universitar Clujean, Cluj-Napoca, 1998, 336 p.;
Comportamentul militarilor sovietici n judeele din vestul
Romniei 1944-1945, Editura Universitii din Oradea, vol. I,
2000, 401 p., vol. II, 2003, 336 p.; Raporturile armatei
sovietice cu populaia i administraia din vestul Romniei
(1944-1945), Editura Universitii din Oradea, 2002, 454 p.;
tefan Popescu liderul grupului de rezisten anticomunist
din sudul Bihorului (1946-1950), Editura Universitii din
Oradea, 2007, 231 p.; Documente diplomatice franceze cu
privire la Transilvania (1946-1948), Editura Universitii din
Oradea, 2007, vol. II, 286 p; vol. I,. 2008; Realiti
transilvnene n rapoartele unor diplomai francezi, Editura
Universitii din Oradea, 2008.

ROBERTO SCAGNO, professore di Lingua e letteratura romena
allUniversit degli Studi di Padova. Si occupato del pensiero
e dellopera dello storico delle religioni di origine romena
Mircea Eliade e ne ha curato, presso leditore Jaca Book,

237
ledizione italiana degli scritti (di cui le uscite pi recenti sono:
Oceanografia, Milano, 2007; Fragmentarium, Milano, 2008;
Diario portoghese, Milano, 2009). Ha pubblicato, tra laltro,
Libert e terrore della storia. Genesi e significato
dellantistoricismo di Mircea Eliade, Torino, 1982; Mircea
Eliade e lItalia (con Marin Mincu), Milano, 1987, Veneti in
Romania (con P. Tommasella e C. Tucu), Ravenna, 2008,
nonch alcuni lavori dedicati alle relazioni culturali italo-
romene e allimmaginario simbolico dellideologia comunista
in Romania .

SORIN IPO, s-a nscut la 14 iunie 1969 n satul Cuzap, comuna
Popeti, judeul Bihor. A absolvit Facultatea de Istorie-Filozofie
din Cluj-Napoca, specializarea istorie medieval, n anul 1993. i-
a susinut teza de doctorat intitulat Silviu Dragomir istoric,
avndu-l conductor de doctorat pe prof.univ.dr. Ioan-Aurel Pop,
la Facultatea de Istorie-Filozofie din Cluj-Napoca, n anul 2001.
Actualmente este profesor la Facultatea de Istorie, Geografie i
Relaii internaionale de la Universitatea din Oradea, unde pred
istoria medie a Romniei, istoria Transilvaniei, imaginea societii
romneti n relatrile cltorilor strini, antropologie regional. A
realizat stagii de cercetare i documentare i a susinut cursuri i
conferine n Ungaria, Republica Moldova, Frana, Spania, Italia.
A publicat, ca unic autor sau n colaborare, 14 cri, ntre care:
Etnie. Naiune. Confesiune, Oradea, 1996; Silviu Dragomir, Studii
de istorie medieval, Centrul de Studii Transilvane, Cluj-Napoca,
1998; Silviu Dragomir istoric, Centrul de Studii Transilvane,
Cluj-Napoca, 2002, 2008; Antoine-Franoise Le Clerc, Memoriu
topografic i statistic asupra Basarabiei, Valahiei i Moldovei,
provincii ale Turciei Europene, Centrul de Studii Transilvane,
Cluj-Napoca, 2004 (n colaborare cu Ioan-Aurel Pop); De la
Mica la Marea Europ. Mrturii franceze de la sfritul
secolului al XVIII-lea i nceputul secolului al XIX-lea despre
frontiera rsritean a Europei. Studii i documente, Oradea,

238
2006 (n colaborare cu Ioan Horga); Silviu Dragomir, Istoria
desrobirii religioase a romnilor din Ardeal n secolul XVIII,
Oradea, 2007; Frontierele spaiului romnesc n context
european, Oradea-Chiinu, 2008 (n colaborare cu Mircea Brie,
Florin Sfrengeu i Ion Gumeni); Silviu Dragomir i Dosarul
diplomei cavalerilor ioanii, Academia Romn, Centrul de Studii
Transilvane, Cluj-Napoca, 2009 (n colaborare cu Ioan-Aurel
Pop). Editor al volumelor Europa and its Borders: Historical
Perspetives, Vol. I, Oradea-Debrecen, 2006, (n colaborare cu
Ioan Horga) i Religious frontiers of Europe. Volume 5,
Oradea-Debrecen, 2008 (n colaborarea cu Enrique Banus i
Karoly Kocsis) i peste 80 de studii i articole n reviste din ar
i din strintate. A prezentat comunicri la peste 80 de
manifestri tiinifice n ar i n strintate.

FLORIN SFRENGEU, nscut n 16. 10. 1969 n judeul Bistria-
Nsud, este absolvent al specializrii istorie-geografie a
Universitii din Oradea n anul 1996, doctor n istorie la
aceiai universitate din 2007. n prezent este lector n cadrul
Departamentului de Istorie, Facultatea de Istorie, Geografie i
Relaii Internaionale a Universitii din Oradea. Domeniul de
cercetare: istoria i arheologia secolelor VII-XII din nord-
vestul Romniei i a regiunile nvecinate. Coautor, alturi de
prof. Sever Dumitracu a crii Constantin Daicoviciu o
biografie, editor i coautor a trei volume de studii i articole i
autor a peste 40 de studii i articole dintre care amintim:
Settlements from 8
th
9
th
centuryes discovered within the soil
fortress at Biharea, n Analele Universitii din Oradea, Seria
Istorie-Arheologie, XVIII, 2008, p. 7-12; Populaia romanic
din Pannonia n a doua jumtate a mileniului I A. D., n S.
ipo, M. Brie, F. Sfrengeu, I. Gumeni, (coord.), Frontierele
spaiului romnesc n context european, Oradea-Chiinu,
2008, p. 57-61; Consideraii istorico-arheologice privind
perioada secolelor VIII-IX n nord-vestul Romniei, n

239
Svetlana Suveic, I. Eremia, S. Matveev, S. ipo (coord.),
Istoriografie i politic n estul i vestul spaiului romnesc,
Chiinu/Oradea, 2009, p. 93-106; Hungarians migration to
Pannonian field in the light of the researches in the southern
Poland n Analele Universitii din Oradea, Seria Istorie-
Arheologie, XIX, 2009, p. 13-20.

BARBU TEFNESCU, profesor universitar la Departamentul de
Relaii Internaionale. Studii Europene, Facultatea de Istorie,
Geografie i Relaii Internaionale, Universitatea din Oradea.
Preocupri tiinifice de baz, conducere doctorat, n istorie
rural i antropologie istoric. Principalele lucrri: Tehnic
agricol i ritm de munc n gospodria rneasc din
Criana (sec. al XVIII-lea i nceputul sec. al XIX-lea), vol. I-
II, Oradea, Fundaia Cultural Cele Trei Criuri, 1995;
Ruperea tcerii, Oradea, Editura Revistei Familia, 1998;
Sociabilitate rural, violen i ritual, Oradea, Editura
Universitii din Oradea, 2004; Le monde rural de louest de la
Transilvanie du Moyen Age a la Modernit, Cluj-Napoca,
Academie Roumanine, Centre dEtudes Transylvaines, 2007;
Tratat de sociologie rural (coordonatori: Ilie Bdescu, Ozana
Cucu Oancea, Gheorghe ietean, (coordonatori), Editura
Mica Valahie, Bucureti, 2009 (coautor).

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