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Teodorico Strabone era un capo dei Goti di Tracia.

Figlio di Triarius, aveva due fratelli, una moglie


di nome Sigilda e un figlio chiamato Recitach; era imparentato con il potente generale alano,
nonché magister militum, Ardaburio Aspare tramite la moglie di costui, zia di Teodorico. Fu
contemporaneo del più famoso Teodorico l'Amalo, il capo dei goti stanziati in Mesia, discendente
della prestigiosa famiglia degli Amali, che sarebbe poi passato alla storia come Teodorico il
Grande.[1] La prima testimonianza su Teodorico Strabone risale al 459, quando i Goti da lui guidati
vennero registrati come in buone relazioni con l'Impero romano d'Oriente, forse anche col rango di
foederati e destinatari di un sussidio annuale dall'impero.[2]

Nel 471 il magister militum dell'imperatore Leone I, Ardaburio Aspare, fu assassinato per ordine
dell'imperatore stesso. Teodorico Strabone, che si trovava con la sua gente in Tracia, una provincia
dell'impero, si ribellò per vendicare il proprio congiunto, ma fu affrontato e sconfitto dai generali (e
in seguito entrambi imperatori) Zenone e Basilisco. Malgrado la sconfitta, Strabone pose tre
condizioni per accettare la pace: ricevere l'eredità di Ardaburio Aspare, ottenere il beneplacito
imperiale per l'occupazione gotica della Tracia, ed essere elevato al rango di magister militum.
Leone rifiutò le prime due richieste, e accettando la terza in cambio di un giuramento di fedeltà, ma
Teodorico rispose riprendendo le ostilità. Il conflitto durò altri due anni, durante i quali i Goti
attaccarono le città della Tracia: una parte del loro esercito assediò Filippi (o forse Filippopoli),
l'altra assalì e occupò Arcadiopoli (moderna Lüleburgaz, in Turchia). Nel 473 i Goti, a corto di
provviste e di armi, firmarono la pace con Leone, in cambio di un tributo annuo di 2000 libbre
d'oro, del riconoscimento dell'indipendenza dei Goti e del titolo di magister militum per Strabone.[2]

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