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C BEARZOT : MANUALE DI STORIA GRECA

1.ALESSANDRO E L’ELLENISMO
Alla morte di Filippo II, il figlio Alessandro, nato nel 356, figlio di Olimpia, educato da Aristotele, fu
acclamato re dall’assemblea del popolo Macedone e con l’appoggio di Antipatro. Per assicurarsi il trono,
dovette liberarsi del cugino Aminta 4, di Attalo e della sua famiglia. Inoltre respinse un’incursione di barbari
a nord del regno, nel 335 sconfisse i Triballi, i Geti etc etc. Per quanto riguarda la questione dei greci, si fece
subito nominare tago dei Tessali, stratego Autokrator della lega di Corinto e membro dell’anfizionia delfico-
pitaica. Nel 335 distrusse Tebe che si era ribellata, 6000 tebani rimasero uccisi e 30000 fatti prigionieri. Ad
Atene chiese la consegna di un gruppo di oratori antimacedoni, tra cui Demostene, Licurgo e Iperide, ma
successivamente grazie alla mediazione di Demacle lasciò perdere. L’atteggiamento conciliante di
Alessandro nei confronti di Atene è comprensibile perché un diverso comportamento avrebbe nociuto
all’impostazione propagandistica data da Alessandro alle spedizioni anti- persiane. Atene ebbe quindi un
periodo di tranquillità tra il 339 e il 326. Grazie all’azione di Licurgo ( responsabile dell’amministrazione-
DIOIKESIS) si dedicò al riassetto economico e finanziario, alla riorganizzazione istituzionale con la riforma
dell’EFEBIA, il servizio militare svolto dai giovani tra i 18 e 20 anni, all’attività urbanistica e al potenziamento
della flotta. Questi primi anni di regno servirono a consolidare il suo potere in vista della spedizione in Asia.
Essa partì nel 334. Oltre all’esercito seguivano il re una moltitudine di studiosi tra storici, geografi,
naturalisti, topografi e giornalisti vari. Nella propaganda di Alessandro la spedizione aveva una chiara
connotazione ellenica: i greci avrebbero vendicato le invasioni persiane nel 6 secolo e le loro empietà. A
simboleggiare questa connotazione ellenica, appena sbarcato Alessandro si recò a Illio, alla tomba di Achille
in modo da associare la guerra di Troia alla sua spedizione. Alla guida dell’impero persiano c’era Dario 3,
salito al trono nel 336. Esso fu sconfitto nel 334 nella battaglia del Granico. Alessandro conquistò così Sardi,
capitale della Lidia e la Frigia ellespontica (capitale Dascilio) quasi tutte le città greche d’Asia Minore si
unirono a lui, e al posto delle tirannidi e delle oligarchie filo-persiane furono imposti governi democratici
filo-macedoni. Successivamente la conquista dell’Asia Minore proseguì con qualche difficoltà: la capitale
della grande Frigia non fu possibile conquistarla, le città di Mileto e Mitilene furono temporaneamente
riconquistate dai persiani.Nel 333 si colloca l’episodio dello scioglimento del nodo che legava il cocchio al
tempio di Zeus a Gordio. Secondo il mito, colui che avrebbe sciolto tale nodo avrebbe regnato su tutto
l’ecumene ( di tutto il mondo abitato ). Probabilmente è qui che Alessandro iniziò a ragionare su un impero
universale. Nel 333 l’esercito di Dario 3 fu nuovamente sconfitto a Isso, nella Siria settentrionale. Dario
fuggì a Babilonia e inviò proposte di pace, concedendo tutto il Medio Oriente e una grande somma di
denaro. Alessandro rifiutò, sostenendo che come non ci possono essere due soli nel cosmo, così non ci
possono essere due re.Si diresse quindi lungo la costa medio-orientale verso l’Egitto, conquistando città
della costa siriaca, Sidone, Tiro e Gaza. Questo tragitto aveva lo scopo di tagliare i rifornimenti alla flotta
persiana in modo da costringere a smobilitarla e conquistare l’Egitto nel 332/331 . Alessandro intendeva
assicurarsi le retrovie sul Mediterraneo prima di dirigersi verso Babilonia. L’Egitto fu conquistato nel 331.
Durante questa permanenza fu fondata Alessandria e fatta visita all’oracolo di Zeus Ammone. Qui
Alessandro fu salutato come “figlio di Zeus”. Non si sa se era un modo per l’oracolo per accogliere
Alessandro quale successore dei faraoni o se egli pensasse veramente di essere figlio di Zeus. In ogni caso
questo episodio segnò un altro spostamento del re dalle tradizioni greco-macedoni a quelle più orientali.
Nel 331 Alessandro riorganizzò le conquiste fatte fino ad allora, dividendo tra i suoi collaboratori quelle che
erano le vecchie satrapie. Stabilizzato il territorio mirò alla Mesopotamia. Nel 331 sconfisse nuovamente
Dario a Gaugamela. Dario fuggì, prima a Ectabana e poi nella Battriana. Alessandro entrò nelle capitali
dell’impero: Babilonia, Susa, Persepoli. Persepoli fu data alle fiamme a sancire il compimento della vendetta
dei greci. Infatti, la componente greca dell’esercito fu poi smobilitata. La spedizione aveva ormai perso
qualsiasi carattere ellenico.
Successivamente Alessandro si lanciò all’inseguimento di Dario, il quale fu ucciso in Battriana dal satrapo
Besso che si autoproclamò re con il nome di Artaserse 4. Fu in questo momento che Alessandro reclamo a
sé la legittimità del regno persiano e introdusse cerimonie persiani come la proskynesis. Fu in questo
contesto che prese forma la congiura di Filota. Essa fu il primo episodio in cui la componente macedone
dell’esercito si contrappose ad Alessandro per la sua apertura verso i persiani e gli stili orientali. Filota era il
figlio del generale Parmenione. Furono fatti uccidere entrambi. Da questo momento tra Alessandro e i suoi
compagni si instaurò un clima di reciproca diffidenza. Tra il 330 e il 327 i macedoni proseguirono alla
conquista delle satrapie superiori (Battriana e Sogdiana). Alla fine del 327 sposò Rossane, la figlia del
satrapo della Sogdiana, con una scelta che Plutarco “ Vita di Alessandro” considerò “ fatta per amore” ma
coincideva anche con la sua azione politica per accattivarsi le simpatie dei barbari. Inoltre decise di avviare
la costituzione di un esercito misto con l’introduzione di un contingente barbaro addestrato agli stili di
combattimento macedoni. Queste aperture segnarono un ulteriore rottura con i suoi collaboratori
macedoni. Nel 328, durante un banchetto, da ubriaco, uccise Clito, un suo vecchio compagno che lo
insultava. Questo episodio si verificò a Maracanda e fu testimonianza di una grave rottura tra Alessandro e i
macedoni, Clito fu ucciso perche criticava Alessandro per essere diventato molto favorevole ai costumi
barbarici e che le imprese di Alessandro erano anche merito dei macedoni. Successivamente fece uccidere
Callistene, uno storico che mal sopportava l’apertura verso i barbari e l’abbandono delle tradizioni greche.
Callistene odiava proprio la proskynesis, il cerimoniale che prevedeva un inchino totale e un bacio ai piedi
dell’autorità, che a suo dire era da riservare alle divinità. In queste vicende si evidenzia chiaramente lo
scontro tra la visione vetero – macedone della regalità che vedeva il sovrano come migliore dei suoi pari e
quella dell’oriente, che vedeva il sovrano in una dimensione di eccezionalità, quasi sovraumana. La
condanna di Callistene alienò ad Alessandro le simpatie degli intellettuali greci. Nel 326 Alessandro penetrò
in India. Anche questa campagna serviva a fomentare la divinizzazione di Alessandro poiché i greci si
rappresentavano questo territorio come quello in cui avevano luogo imprese di dei ed eroi come Dioniso ed
Eracle di cui Alessandro intendeva farsi emulo. Alessandro la conquistò, ma il suo esercito si rifiutò di
continuare verso la valle del Gange. Fu così che partì la spedizione per il ritorno. Nel 326 fu a Babilonia, nel
324 a Susa. Qui ebbero luogo “le nozze di Susa”, un altro episodio di integrazione forzata tra elemento
greco ed elemento persiano. 80 dei suoi compagni e 10000 soldati furono costretti a sposarsi con donne
persiane, lo stesso Alessandro sposò Statira figlia di Dario. L’intento di Alessandro era di creare
un’aristocrazia mista di elementi greco/macedoni e asiatici in posizione identica di fronte al sovrano, ma
questa politica trovò scarso consenso tra i macedoni. Fu così che si generò la rivolta di Opis. Sulla strada che
da Susa porta a Ectabana, Alessandro annunciò di voler congedare i veterani e gli invalidi. I soldati
protestarono, sentendosi messi da parte. Alessandro riuscì a calmarli e congedò lo stesso i veterani, e punì
in modo esemplare i responsabili della rivolta. L’anno successivo immise 20000 persiani nella falange
macedone, dimostrando di voler proseguire sulla strada della fusione etnica forzata. I contrasti con
l’elemento ellenico-macedone però si acuirono ancora di più nel 324. In occasione dei giochi olimpici,
Alessandro fece mandare richiesta a tutte le città greche di richiamare gli esuli e di concedergli onori divini.
Si trattava di una chiara intromissione nella politica interna di ogni città, nonché di un’umiliazione
personale. Era una violazione degli impegni di non interferenza delle vicende interne sanciti con la Lega di
Corinto, inoltre la richiesta di onori divini era una grave offesa ai greci. Su consiglio di Demostene, gli
ateniesi cedettero sugli onori divini, ma li preoccupava invece il ritorno dei Sami espulsi dalla loro isola. Già i
greci avevano tentato una ribellione guidata da Sparta nel 330 ma che non aveva avuto successo. Ora alla
ribellione si unì anche Atene, la quale avrebbe dovuto affrontare gravi problemi sociali se gli esuli fossero
tornati (a Samo aveva imposto una cleruchia, i sami sarebbero dovuti tornare e la cleruchia pure). In questo
contesto si consumò l’affare Arpalo, ex tesoriere di Alessandro fuggito ad Atene con un bel bottino. Fu
prima incarcerato, ma i soldi sparirono, quindi fu ucciso a Creta. Nel 323 Alessandro morì improvvisamente
a Babilonia, sembra per cause naturali. Fu acclamato re il fratellastro Arrideo, con il nome di Flippo 3. Il
figlio di Alessandro e Rossane ancora doveva nascere. Il giudizio su Alessandro è vario. Tra gli antichi,
Arriano ne mette in luce le incredibili qualità personali: l’ardore, le capacità militari e di leadership,
l’ambizione per la gloria e così via. A queste capacità fa da contraltare una serie di qualità negative
fomentate dalla corruzione dello stile di vita barbaro. I moderni si dividono tra chi esalta Alessandro per la
sua curiosità che lo portò a conquistare tanti territori, edificatore di un impero universale e multi-etnico, e
chi invece ne mette in luce l’autoritarismo e la personalità eccentrica. Alessandro fu assai meno sensibile
del padre Filippo ai valori del mondo Greco, di cui apprezzò la cultura ma senza condividerne totalmente i
contenuti politici e ideologici. Filippo infatti aveva cercato di inserire l’egemonia macedone in schemi greci,
Alessandro invece impose a tutti, Greci e Macedoni, una monarchia universale, esercitata su un territorio
vastissimo ed eterogeneo, dal punto di vista etnico e culturale. La sua figura ha suscitato da sempre un
acceso dibattito, sia nell’antichità che in epoche successive. L’immagine “ romantica” di Alessandro che
voleva conoscere e conquistare un vasto mondo ha attraversato i secoli. Dopo Alessandro non potrà che
svilupparsi quella fusione tra elemento ellenico ed elemento orientale che darà vita all’ellenismo.

2. IL PROBLEMA DELLA SUCCESSIONE E LA FORMAZIONE DEGLI STATI ELLENISTICI:


DAL 323 AL 281
Il problema della successione di Alessandro fu caratterizzato dallo scontro tra la linea unitaria e legittimista,
che intendeva mantenere l’impero unito, e le forze centrifughe che sostenevano la necessità di spartirlo tra
i diadochi. Fautori della prima tendenza furono Perdicca e successivamente Antigono e Seleuco, che nel
corso delle lotte tra i Diadochi ( successori di Alessandro Magno ) si trovarono nella condizione di aspirare a
riunire l’impero sotto la loro sovranità. Un primo accordo fu raggiunto nel 323 con gli accordi di Babilonia.
Essi stabilivano che Perdicca mantenesse il titolo di chiliarco (gran visir); Antipatro fu nominato stratego
d’Europa e ottenne il governo della Macedonia; Cratero ebbe la tutela del regno, che veniva lasciato ad
Arideo, fratellastro di Alessandro, imposto su base dinastica dall’esercito e con il nome di Filippo 3,
stabilendo che il regno sarebbe stato condiviso con il figlio di Rossane se fosse stato maschio. Gli altri
compagni si divisero le satrapie: a Tolemeo l’Egitto, Lisimaco la Tracia, Antigono la Grande Frigia, Eumene la
Cappadocia. In quanto stratego d’Europa, Antipatro dovette affrontare la guerra lamiaca ( dalla città
tessalica di Lamiaca) .Nel 324 Atene si era ribellata all’idea che gli esuli fossero riammessi in patria e di
perdere così la città di Samo. I greci si ribellarono guidati da Iperide contro il parere di Focione e altri filo-
macedoni. Alla rivolta proclamata in nome della “comune libertà dei greci” si riunirono molte città : Argo,
Sicione, l’Elide, la Messenia e nella grecia centrale i focesi, i locresi, gli acarnani e gli Etoli. Il comando fu
affidato a Leostene, Antipatro fu sconfitto a Platea e alle Termopili. Si rifuggiò a Lamia in Tessaglia.La
situazione si ribaltò quando dall’Asia giunse Cratero con un forte esercito. I greci furono sconfitti, lo
schieramento filomacedone trattò una pace durissima che imponeva la consegna degli uomini politici
antimacedoni, la sostituzione della democrazia con una oligarchia censitaria con Antipatro e come nel caso
dei 30 tiranni sulla protezione estera. Poco dopo scoppiò la prima guerra dei diadochi. Antipatro, Cratero,
Lisimaco, Tolemeo e Antigono si coalizzarono contro Perdicca, il cui potere era considerato troppo vasto e
pericoloso. A fianco di Perdicca rimase solo Eumene. Durante questa guerra Perdicca morì in Egitto, Cratero
in battaglia contro Eumene. In questo modo la linea unitaria usciva fortemente indebolita e questo
ribaltamento portò agli accordi di Triparadiso (321). A Tolomeo e Lisimaco furono confermati l’Egitto e la
Tracia, ad Antipatro fu confermata la Macedonia e concessa la tutela sugli eredi di Alessandro, Antigono
ebbe l’Asia Minore e il controllo dell’esercito in Asia con l’ordine di sconfiggere Eumene, affiancato da
Cassandro figlio di Antipatro. A Seleuco fu concessa Babilonia. Antipatro morì nel 319, lasciò il potere al
generale Poliperconte, fautore della linea legittimista. Il figlio di Antipatro, Cassandro reclamò su di sé il
potere e dopo aver formato una nuova coalizione dichiarò guerra a Poliperconte e iniziò la seconda guerra
dei diadochi. Questa guerra ripropose la questione delle città greche. Infatti Poliperconte aveva abolito i
governi filomacedoni imposti da Antipatro e concesso l’autonomia. L’oligarchia imposta ad Atene quindi
cadde e fu restaurata da democrazia. ma già nel 317 Cassandro riuscì a intervenire in Grecia con successo,
riprendendosi Atene e affidandola a Demetrio Falereo il quale impose un governo oligarchico moderato.
Intanto nel 317 veniva ucciso Filippo 3 presso la corte di Poliperconte. Man mano però il potere di
Cassandro in Grecia e Macedonia si affermò, Alessandro IV fu posto sotto la sua tutela e rinchiuso ad
Anfipoli insieme alla madre Rossane. In Grecia prese una serie di provvedimenti propagandistici, come la
ricostruzione di Tebe. Intanto in Asia, Antigono sconfiggeva e uccideva Eumene. In chiave anti-cassandrica
avviò una campagna propagandistica che lo qualificava come liberticida dei greci e gli dichiarava guerra se
non si fosse sottomesso e concesso la libertà e l’autonomia ai greci. Tuttavia l’eccessiva potenza di
Antigono, che ormai controllava buona parte dell’Asia, determinò una nuova coalizione tra Cassandro,
Tolemeo, Lisimaco e Seleuco. Tra 315 e 311 si combatté la terza guerra dei diadochi, la quale terminò senza
particolari mutamenti. Nel 310 Cassandro fece uccidere Alessandro IV e sua madre Rossane. Aveva così fine
la linea legittimista, che voleva un impero unitario guidato dagli eredi di Alessandro. Dopo qualche anno i
diadochi iniziarono a farsi chiamare “re” adottando sigilli reali. Negli anni successivo Antigono e suo figlio
Demetrio aumentarono la loro potenza, nel 307 erano entrati ad Atene e cacciato Demetrio Falereo,
restaurando la democrazia, nel 302 avevano rifondato la Lega di Corinto. Una nuova coalizione li sconfisse
però a Ipso, nel 301. Antigono fu ucciso. Lisimaco acquisì l’Asia Minore, Seleuco si estese fino alla Siria. La
Macedonia restò a Cassandro mentre Demetrio Poliorcete (il figlio di Antigono) continuò a controllare la
Grecia. Questa nuova situazione fu stabilizzata tramite un fitto sistema di alleanze matrimoniali tra i
diadochi. La situazione restò instabile in Occidente, dove Cassandro e Demetrio si contendevano il potere.
In questo conflitto si inserirono Pirro, re dell’Epiro alleato di Demetrio e Lisimaco. Nel 298 Cassandro morì, i
figli si contesero il regno fino a uccidersi l’un l’altro. Alla fine nel 294 salì al trono Demetrio, acclamato re di
Macedonia e sempre nel 294 Demetrio riprese il controllo su Atene, che nel frattempo era stata governata
da una tirannide filo-cassandrina, e vi insediò una guarnigione. Sempre nel 294 Demetrio fondò
Demetriade, che diventò un centro strategico di controllo della Grecia. Il rafforzamento di Demetrio
determinò la coalizione tra Pirro, Lisimaco, Seleuco e Tolomeo. Sconfitto nel 289 Demetrio fu poi catturato
e ucciso. Pirro e Lisimaco si partirono la Macedonia. La Grecia rimase sotto il controllo del figlio di Demetrio
Antigono 2 Gonata. Nel 285 la Macedonia era rimasta in mano solo a Lisimaco. Nel 281 l’Asia Minore fu
invasa da Seleuco che sconfisse e uccise Lisimaco nella battaglia di Curupedio. Seleuco si trovava così nella
posizione di reclamare l’impero di Alessandro, ma fu ucciso da un Tolemaide in esilio che voleva la
Macedonia, Tolemeo Cerauno. A Seleuco gli successe il figlio Antioco I. Dopo 40 anni di guerre e spartizioni i
4 stati nati dalla divisione dell’impero di Alessandro Magno si erano ridotti a 3 per la scomparsa del regno di
Lisimaco, tra Europa e Asia. L’Egitto era guidato da Tolemeo 2; La Siria da Antioco 1 della dinastia dei
Seleucidi; la Macedonia era molto instabile perche Tolemeo Cerauno morì nel 279 combattendo contro i
celti ( Galati ) che dai Balcani avevano attaccato la macedonia. Essi furono fermati da Antigono Gonata che
diventò re di Macedonia.

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