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Dopo una serie di primi attacchi, all’inizio del 6 SECOLO le città greche si trovarono a difendersi dall’attacco di RE LIDIO
ALIATTE e caddero sotto il dominio di CRESO. Si creò comunque una KOINE’( lingua comune) possibile dagli ampi spazi
di autonomia tali da permette un’integrazione tra GRECI e LIDI. Internamente, nelle molte città greche d’ASIA MINORE
le monarchie caddero e dopo gravi lotte civili lasciarono il passo a governi tirannici:
- TRASIBULO A MILETO
- MIRSILO
- MELANCRO E PITTACO
Dopo la conquista della LIDIA da parte di CIRO il GRANDE nel 546, le città greche d’ASIA MINORE passarono sotto il
controllo dei Persiani. I legami esistenti tra alcune città, come le comunità del PANIONION ionico (MILETO, SAMO) non
fu sufficiente a contrastare la potenza dei Persiani anche perché alcuni centri di culto come il santuario di DELFI e
APOLLO si schierarono a favore dei Persiani. I Persiani avvantaggiarono governi dispotici, i cui tiranni si proclamavano
“RAPPRESENTANTI DEL GRAN RE”. Le città furono costrette a versare tributi ingenti e fornire militari per l’esercito.
L’espansionismo persiano sul mediterraneo aumentò i contrasti. Queste città fondavano la loro ricchezza sul
commercio con la madre patria, il controllo persiano del mediterraneo orientale ne diminuiva i profitti. Il
consolidamento dell’impero achemenide e la riforma amministrativa e fiscale realizzata da re DARIO I accrebbero lo
scontento. Per questi motivi, nel 499, ci fu la rivolta IONICA. La stessa sorte ebbero le ISOLE dell’ASIA MINORE come
LESBO,CRETA, l’EUBEA, CHIO, SAMO, RODI e l’ISOLA di CIPRO che cadde sotto il dominio persiano nel 545. Molti pur di
sfuggire al dominio persiano partirono come coloni. Particolarmente importanti furono le isole di EGINA, CORCIRA e
dell’EUBEA.
- EGINA, di origine dorica e legata alle città peloponnesiache era una fiorente città commerciale che si trovò a
rivaleggiare con Atene
- L’EUBEA, isola di fronte all’Attica e piena di insegnamenti. I più importanti erano Calcide ed Eretria, entrambe avevano
partecipato alla prima colonizzazione e si erano scontrate nella guerra di LELANTO.
- CORCIRA era una colonia Corinzia nel Mar IONIO. La sua posizione strategica le assicurò un’ampia ricchezza
commerciale che la portò a scontrarsi con la madre patria.
Le isole CICLADI dovettero la loro ricchezza alle risorse del territorio e alla posizione strategica nel MEDITERRANEO.
Molte di queste città caddero sotto governi tirannici. Infine CRETA, abitata da popolazioni doriche che vivevano in
numerose città, alcune antiche e altre più recenti. Posta in una situazione favorevole nel MEDITERRANEO era famosa
tra i GRECI anche per le sue istituzioni.
3.ATENE
La città di Atene sorgeva nella regione dell’ATTICA, territorio prevalentemente montuoso, con poche zone
pianeggianti ( le piane di MARATONA e di ELEUSI) dove si coltivava la vite e l’ulivo. In età micenea l’acropoli ospitava
un palazzo e TUCIDIDE ricorda che prima del sinecismo di TESEO, l’Acropoli era “la città” e che la coscienza di questa
continuità era espressa dagli ateniesi attraverso il mito dell’autoctonia. Il Popolo di Atene era nato dalla terra e aveva
abitato lo stesso territorio, a differenza della maggior parte dei Greci, immigrati nelle loro sedi dall’esterno. In
quest’epoca L’ATTICA era divisa in comunità autonome che si riconoscevano sotto un unico re soltanto per esigenze di
difesa. Fu con re Teseo e con il suo SINECISMO che le cose cambiarono e si ebbe un processo che trasformò le antiche
POLEIS indipendenti dell’ATTICA in “DEMI”, circoscrizioni territoriali di un’unica POLIS, cioè ATENE. In essa avevano
sede le istituzioni comuni come consiglio e magistrati e in essa venivano raccolti i contributi fiscali. Conclusasi l’era dei
re, la città fu governata da ARCONTI. Si tratta di una carica che all’inizio era vitalizia e mano a mano la durata della
carica si ridusse fino ad arrivare ad un anno. Gli ARCONTI erano 9 e i più importanti : L’EPONIMO, il BASILEUS, IL
POLEMARCO. Ad essi si aggiungevano 6 TESMOTETI. Inizialmente gli Arconti avevano poteri religiosi, giuridici e militari
e nel tempo tali poteri si ridussero a incarichi amministrativi. Gli ex arconti entravano a far parte dell’AEROPAGO,
cosiddetto perché si riuniva sul colle di ARES, nei pressi dell’acropoli. Esso aveva competenze sui delitti e di sangue e in
materia religiosa. La popolazione era divisa in 4 TRIBU’, a sua volta divisa in TRE TRITTIE e 12 NAUCRARIE. Il potere era
nelle mani degli EUPATRIDI ( ben nati) ( gli aristocratici proprietari terrieri ). Esisteva un’assemblea del popolo ma
aveva poteri limitati. Una delle prime vicende nella storia di Atene riguarda il tentativo di instaurare la tirannide da
parte del giovane aristocratico CILONE. Il tentativo fallì ma CILONE riuscì a fuggire. I suoi compagni si rifugiarono
presto l’altare di Atena e furono convinti ad uscire con la promessa di aver salva la vita. Furono comunque uccisi e di
questo sacrilegio furono accusati gli ALCMEMONIDI. Questa accusa verrà rivolta loro più volte nella storia di ATENE.
Famoso è anche il primo legislatore della città, DRACONE, autore alla fine del 7 secolo (621) di una legislazione, di cui
si conserverà solo la sezione dei casi di omicidio. ARISTOTELE ci dice che DRACONE definì una costituzione
caratterizzata su base censitaria, per cui i cittadini erano tutti coloro che potevano permettersi l’armamento per
servire nell’esercito come OPLITI. Sembra poi che istituì un consiglio di 401 membri e attribuì all’AEROPAGO ampi
poteri, in particolare quello di custode delle leggi e controllore dell’opera dei magistrati.
3.1 SOLONE
Alla fine del 7 SECOLO l’Attica vede un quadro sociale fortemente influenzato dalla crisi agraria e dalla diseguaglianza
nella distribuzione della terra, e con scarsità di terre coltivabili ( STENOCHORIA), considerata una della cause della
colonizzazione .I piccoli contadini rischiavano spesso di indebitarsi con i grandi proprietari aristocratici, diventavano
quindi loro clienti (pelatai) e versavano una quota del raccolto (hektemori).Se non riuscivano a ripagare il debito
diventavano loro schiavi. Questa situazione probabilmente sfociò in tensioni sociali e rivendicazioni, da parte dei
piccoli contadini, ai fini di una maggiore uguaglianza e ridistribuzione della terra. Fu SOLONE a prendere in
considerazione questi problemi cercando di attuare un processo di integrazione sociale e politica quale presupposto
della democrazia. E’ da attribuirsi a lui l’abolizione della schiavitù per debiti, in tal senso ARISTOTELE parla di
SEISACHTHEIA ( annullamento delle ipoteche sulla terra e che quindi sarebbe tornata ai proprietari) e ciò si
accompagnò all’abolizione della schiavitù per debiti con effetto retroattivo. SOLONE però non procedette ad una
redistribuzione della terra, cosa a cui lui stesso si dice contrario, ma si pone come mediatore tra la classe più povera e
quella aristocratica nel segno del buon governo. Egli lavorò ad una LEGISLAZIONE che comprendeva ambiti diversi:
- PIANO ECONOMICO: VI E’ UNA RIFORMA DEI PESI E DELLE MISURE, ADOTTANDO IL SISTEMA PONDERALE EUBOICO IN
SOSTITUZIONE DI QUELLO EGINEDICO. PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI MISE IL DIVIETO DI
ESPORTARE DERRATE ALIMENTARI, TRANNE L’OLIO.
- PIANO FAMILIARE ED ETICO: LEGIFERO’ SUL MATRIMONIO, SULLA PARENTELA, IN MATERIA TESTAMENTARIA ED
EREDITARIA, SUI FUNERALI E SUL LUSSO, CON LO SCOPO DI TUTELARE L’OIKOS ( CASATA), COME CELLULA SOCIALE E A
INTEGRARLO NELLA POLIS
- PIANO GIUDIZIARIO : E’ ATTRIBUITA A SOLONE L’ISTITUZIONE DEL TRIBUNALE POPOLARE (ELIEA). ASSICURO’ IL
DIRITTO DI APPELLO PRESSO UNA CORTE DI PARI E OGNI CITTADINO NON SOLO LA PARTE LESA POTEVA INTENTARE
UN’AZIONE LEGALE
Tutti questi provvedimenti vanno nella direzione di apertura della sfera giuridica alle fasce popolari. Ancora più
importante la riforma costituzionale, che comportava la divisione della cittadinanza in 4 classi di censo valutate in base
al prodotto agricolo:
- PENTACOSIOMEDIMNI
- HIPPEIS ( CAVALIERI)
- ZEUGITI (TETI)
Le 4 classi avevano obblighi militari diversi e ciò assicurava un diverso grado di accesso alle magistrature. Le cariche
più alte erano permesse alle prime due classi, le magistrature minori erano aperte anche agli ZEUGITI, i TETI potevano
solamente partecipare alle lezioni e all’EKKLESIA. Dopo le sue riforme SOLONE lasciò la città rifiutando di connotare
tirannicamente la sua autorità.
3.2 PISISTRATO
Le riforme di SOLONE erano basate sul principio dell’equilibrio e della moderatezza, rimasero aperti molti dei conflitti
preesistenti. Aristotele riferisce che dopo l’uscita di scena di SOLONE la città cadde nell’anarchia con anni in cui fu
impossibile gli ARCONTI e anni in cui questi rifiutavano di deporre la carica e anni con altre irregolarità. In questo
contesto ARISTOTELE riferisce che le famiglie aristocratiche si rafforzarono tramite rapporti clientelari che le ponevano
a capo delle tre regioni dell’ATTICA. Le famiglie più importanti erano quelle degli ETEOBUTADI di orientamento
oligarchico, degli ALCMEONIDI di orientamento moderato e PISISTRATO più vicino alle fasce popolari e piccolo-
contadine:
- In una prima fase PISISTRATO, in quanto arconte polemarco, prende il potere nel 561, dopo aver avuto successo nella
guerra contro MEGARA, riuscì poi a farsi concedere una guardia del corpo stabile grazie alla quale occupò l’Acropoli per
circa 6 anni.
- Nel 546 rientro definitivo sostenuto da diverse città GRECHE tra cui TEBE e ARGO attraverso un colpo di mano militare
inizia cosi la 3 fase della tirannide, dopo aver sconfitto e disarmato gli ateniesi. Egli restò al potere fino alla morte del
528
La tradizione antica e anche lo stesso ARISTOTELE ricordano la sua opera politica in modo sostanzialmente positivo.
- In ambito sociale ed economico favorì lo sviluppo della piccola proprietà agraria migliorando la situazione della
popolazione delle campagna, imponendo una tassa sui prodotti agricoli. Con i proventi della stessa faceva prestiti ai
contadini più poveri. Favorì lo sviluppo delle attività artigianali, realizzando una grande diffusione della ceramica. Da
tutto ciò ne derivarono dei mutamenti sociali che resero la popolazione rurale e cittadina meno dipendente dalle
clientele aristocratiche. Si deve a lui l’introduzione della DRACMA, la moneta con l’effige di Atena e la Civetta ed essa
favorì lo sviluppo degli scambi.
- Nel campo della politica culturale fu molto attivo. In questo periodo venne realizzata la prima edizione di OMERO
- Sul piano religioso ebbero un grande impulso i culti cittadini e popolari : soprattutto quello di ATENA e anche quello di
DIONISO
- In politica estera PISISTRATO inserì ATENE in diversi rapporti internazionali, mantenendo relazioni con l’EUBEA, i
TESSALI e con le città di TEBE, CORINTO e SPARTA.
Alla sua morte il potere passò ai figli, IPPIA e IPPARCO ma il loro potere non durò molto. Merito di PISISTRATO di aver
dato una svolta inattesa alla COSTITUZIONE ateniese, istituendo la democrazia, un sistema politico in cui tutti i maschi
adulti avevano pieni diritti di cittadinanza e quindi di partecipazione politica.
3.3 CLISTENE
Abbiamo notizie di CLISTENE sia attraverso ERODOTO che da ARISTOTELE ( nella sua costituzione degli ATENIESI). Dopo
la cacciata di IPPIA ad ATENE si scontrarono due fazioni, una fondata da CLISTENE e l’altra da ISAGORA. Poiché
quest’ultimo era in vantaggio, ERODOTO dice che CLISTENE coinvolse il DEMOS e lo portò dalla sua parte. Fece del
DEMOS uno dei protagonisti del confronto politico, che fino ad allora era dominato dai membri delle famiglie
aristocratiche. In questo modo, ottenne il consenso necessario per attuare la sua riforma che fu poi all’origine della
democrazia ateniese. La sua riformava si basa sulla riorganizzazione del sistema delle tribù e la ripartizione della
popolazione non più su base censitaria ma territoriale. Le tribù divennero 10, presero il nome da eroi locali. Ogni tribù
(phylè) comprendeva tre TRITTYES, le quali appartenevano ognuna a una delle 3 zone :
4.SPARTA E IL PELOPONNESO
La città di Sparta era sorta tra il 10 e l’8 SECOLO dall’unione di 4 villaggi: (PITANE, MESOA,LIMNE,CINOSURA) ai quali se
ne aggiunse un 5 in seguito ( AMICLE ). A lei va attestato nel 705 la fondazione di una colonia, TARANTO, assicurandosi
poi un ampliamento del suo territorio grazie alla conquista della fertilissima MESSENIA. Il controllo di questo territorio
la costrinse a un costante impegno militare per evitare rivolte interne dei Messeni. La città non fu fortificata ed ebbe
uno scarso sviluppo urbanistico, è assente il fenomeno del SINECISMO e ancora in età classica appariva più come una
UNIONE di villaggi. A proposito di SPARTA le poche informazioni che ci sono giunte sono più che altro da fonti esterne
non spartane e orientate ideologicamente verso il sistema costituzionale spartano. Questo sistema, che la tradizione
definisce come KOSMOS ( ordine) è una forma peculiare di oligarchia. Tanto peculiare che fu considerato un modello
misto. Questo modello si affermò nel corso del 7 SECOLO, mutando la fisionomia di una città che in precedenza era
aperta all’esterno con una buona produzione artigianale e una ricchezza culturale notevole, e rendendola cosi chiusa
in se stessa.
Il leggendario legislatore di SPARTA fu LICURGO. Su questo personaggio non si hanno molte notizie e quelle che si
hanno contengono molti elementi mitici. La sua opera viene variamente datata tra l’11 e il 7 SECOLO. In ogni caso la
tradizione vuole che con LICURGO la città passò all’EUNOMIA ( buon governo) si tratta in realtà di un processo lungo
che per TUCIDIDE è concluso già 4 SECOLI prima della guerra del PELOPONNESO e porta all’affermarsi della RETHRA.
La RETHRA consisteva in una riforma costituzionale che divideva la popolazione in 3 tribù ( le 3 tribù doriche degli
ILLEI, DIMANI e PANFILI) e in 5 suddivisioni territoriali (OBAI). Gli organismi istituzionali erano la DIARCHIA ( due re che
svolgevano anche la funzione militare) la GHERUSIA ( consiglio degli anziani) e l’assemblea del popolo (detentrice del
KRATOS - sovranità ). Si discute se il coinvolgimento del popolo fosse costituzionale o militare. In ogni caso la RETHRA
prevedeva anche l’equa suddivisione del territorio presso i cittadini. La guida della città era posta sotto i due re, i quali
avevano incarichi religiosi e militari e giudiziari ( diritto familiare) . Per limitarne i poteri furono affiancati da 5 EFORI
( componente collegiale magistratura spartana) e fu deciso che le spedizioni militari dovevano essere guidate da un
solo re e due efori. I re godevano di particolari diritti in campo militare ed economico ed erano protetti da una guardia
del corpo. La carica era probabilmente ereditaria, a favore del figlio maschio più grande o comunque un parente
maschio. I re facevano parte con latri 28 membri della GHERUSIA. Scelti per acclamazione, i geronti erano membri
delle famiglie più importanti, avevano un’età di oltre 60 anni e avevano carica vitalizia. Si occupavano di redigere
l’ordine del giorno dell’assemblea, la quale poteva da loro essere sciolta. Avevano poi incarichi giudiziari, soprattutto
potevano giudicare insieme agli efori l’operato dei re. L’assemblea ( apella) era composta da SPARTIATI ( cittadini di
pieno diritto) e si riuniva mensilmente. Sembra che però potesse solo approvare o negare le proposte dei re e degli
efori. Gli efori venivano eletti dall’ APELLA. Erano 5 e furono istituiti da LICURGO o forse dal re TEOPOMPO. La lista
degli EFORI inizia nell’anno 754. Erano dotati di amplissimi poteri: il presidente del collegio, l’EPONIMO presiedeva
l’APELLA e la GHERUSIA, gli EFORI controllavano l’operato dei re, le casse statali e l’educazione dei giovani, avevano
anche incarichi giudiziari. I cittadini spartani, gli SPARTIATI, erano chiamati HOMOIOI (uguali). La cittadinanza
richiedeva di essere figli di cittadini, di avere compiuto 30 anni, di avere concluso il ciclo educativo dell’AGOGE’ e di
riuscire a versare la quota partecipativa ai pasti in comune. Tale quota veniva ricavata dal KLEROS, il lotto di terra
assegnato ad ogni cittadino e coltivato dagli ILOTI. La tradizione parla di lotti inalienabili trasmessi al primogenito.
Eventuali secondogeniti non potevano quindi partecipare ai pasti in comune e decadevano fra gli HYPOMEIONES. Fu
forse questa la causa della crisi demografica che portò alla decadenza di SPARTA. Infatti le famiglie tendevano a fare
un solo figlio, determinando un costante calo demografico. D’altra parte quand’anche la terra non fosse stata
inalienabile e potesse essere divisa tra tutti i figli, la parcellizzazione del KRATOS avrebbe avuto le stesse conseguenze
con tanti cittadini decaduti a HYPOMEINES e il formarsi di una grande proprietà terriera. Gran parte della popolazione
era costituita da PERIECI, uomini liberi ma privi di diritti politici. Essi svolgevano attività vietate agli SPARTIATI : erano
artigiani e commercianti e quindi rivestivano un ruolo economico importantissimo. I PERIECI contribuivano
militarmente anche con un reggimento di OPLITI. A parte questo erano di fatto cittadini di serie b. Gli ILOTI erano
invece gli schiavi, provenienti da popolazioni sottomesse come i MESSENI o cadute in schiavitù per altri motivi.
Numericamente erano estremamente superiori ai cittadini ( forse con un rapporto di 7 a 1). In ogni caso potevano
essere liberati per esigenze militari, mentre i figli nati da relazioni tra cittadini e ILOTI non erano cittadini ma erano
considerati liberi ed erano ammessi all’ AGOGHE’. L’AGOGHE’ era un sistema educativo fortemente controllato dallo
STATO e orientato alla formazione di uomini guerrieri e donne produttrici di figli sani e forti. I bambini vivevano con i
genitori fino a 7 anni, poi vivevano in comunità divise in classi secondo l’età. La loro educazione era per lo più di
carattere fisico. Una tappa fondamentale di questo percorso era il rito di passaggio dalla KRYPTEIA, per cui alcuni
SPARTIATI dovevano allontanarsi dalla città, nascondendo di giorno e cacciando iloti di notte. Questo sistema
educativo era quindi fortemente orientato al cameratismo e alla formazione di cittadini- soldato. Il risultato fu una
società fortemente militarizzata, ma i cui membri erano estremamente coesi al loro interno, i tentativi di emergere
erano mal visti e le influenze esterne osteggiate. La città visse cosi nella chiusura e nell’immobilismo, nel tentativo di
salvare il fragile equilibrio sul quale si fondava. Questa chiusura si vide anche in politica estera, gli spartani si
impegnarono raramente fuori dal PELOPONNESO e ciò minò le ambizioni egemoniche di SPARTA. In ogni caso la
peculiare costituzione spartana fu vista come un modello ideale presso tutti i greci poiché conservava elementi tipici di
ogni tipo di costituzioni e cosi impediva di degenerare in tirannidi e guerre civili.
La lega del PELOPONNESO fu creata su iniziativa di SPARTA per assicurarsi il controllo della MESSENIA e scongiurare
offensive militari da parte di ARGO, sua città rivale nel PELOPONNESO. SPARTA riuscì a concludere le alleanze con le
POLEIS vicine, anche grazie ad interventi militari, come la guerra contro gli ARCADI che aveva lo scopo di assoggettare
l’intera regione nel corso del 7 SECOLO. Aderirono alla lega del PELOPONNESO le città principali dell’ARCADIA e vi
aderirono successivamente anche gli ELEI nel cui territorio si trovava il santuario di OLIMPIA. L’alleanza con ARCADI ed
ELEI fece si che il controllo della MESSENIA non sarebbe più stato insidiato. Inoltre l’acquisizione di CORINTO alla lega
del PELOPONNESO fu importante perché forni alla lega una flotta necessaria per una politica egemonica. La tradizione
attribuisce all’eforo CHILONE l’iniziativa di coordinare queste alleanze in una lega unitaria. L’alleanza era una alleanza
militare di carattere originariamente difensivo. I membri erano autonomi ma accettavano il comando militare di
SPARTA, la quale si impegnava ad intervenire a vantaggio degli alleati in caso di attacco. Ogni membro aveva un voto
presso l’assemblea degli alleati, il SINEDRIO. Il SINEDRIO in realtà aveva un ruolo solo consultivo, poteva approvare o
rifiutare decisioni prese nell’ambito dell’APELLA spartana. Agli alleati non erano richiesti tributi, solo l’impegno
militare in caso di spedizioni. SPARTA si impegnò affinchè in ogni città ci fosse un regime oligarchico filo- spartano in
modo da assicurarsi la maggioranza nel SINEDRIO contro le città più autorevoli come CORINTO. La città di Argo fu
esclusa dalla LEGA Nel 7 SECOLO la città controllava gran parte del PELOPONNESO, probabilmente grazie
all’introduzione della FALANGE OPLITICA. Successivamente però perse di importanza rispetto a CORINTO e SPARTA. A
partire dalla metà del 6 SECOLO cominciarono gli scontri con SPARTA per il controllo della PENISOLA, scontri che si
conclusero nel 494, quando il re CLEOMENE 1 inflisse una pesante sconfitta all’esercito argivo, con la battaglia di SEPIA
che lasciò decimata la città e la costrinse ad accettare la cittadinanza di uomini prima esclusi. Da questo momento
iniziò un processo di democratizzazione che rese ARGO il punto di riferimento per le città ANTI- SPARTANE.
5. I GRECI D’OCCIDENTE
Il mediterraneo occidentale aveva visto una grande mobilità dei greci durante la prima colonizzazione. Un episodio
importante è quello dell’impresa di DORIEO, fratello del re spartano CLEOMENE 1, che alla fine del 6 SECOLO tentò
un’impresa coloniale prima in AFRICA, in LIBIA, poi in SICILIA ad ERACLEA. Non essendo visto di buon occhio dai
cartaginesi, la sua impresa ebbe scarsa fortuna. Sempre in questo periodo si collocano le tirannidi nelle POLEIS in
SICILIA. A GELA si affermò la tirannide aristocratica di CLEANDRO e poi suo fratello IPPOCRATE, il quale avviò
un’intensa politica espansionistica che lo portò a conquistare la SICILIA orientale e sconfiggere in battaglia SIRACUSA.
Nelle città conquistate insediò tiranni vicari, sostenuti da guerrieri mercenari. La sua politica espansionistica lo portò
però alla morte, durante una battaglia contro i SICULI. I figli furono estromessi dal potere dalla classe aristocratica. La
tirannia passò in mano a GELONE, ex IPPARCO sotto IPPOCRATE, che regnò in continuità con IPPOCRATE accentuando
certi aspetti del suo regno ( la politica espansionistica, l’utilizzo di mercenari, la tendenza a insediarsi nei conflitti tra
dinastie greche e tra greci e autoctoni…) la sua dinastia restò al potere fino al 465. Nell’ITALIA MERIDIONALE le colonie
greche furono fortemente unite nel segno della monetazione omogenea. Il termine MAGNA GRECIA nasce proprio da
questa omogeneità, laddove ogni città presentò caratteri politici, sociali e culturali diversi. La città più antica era SIBARI
(720), dal territorio fertile e retta da un governo oligarchico, avviò un forte movimento coloniale che la portò a
fondare e dominare oltre 25 città. La città fu però distrutta nel 511, da CROTONE, anch’essa a governo OLIGARCHICO,
si rafforzò grazie ai contributi di PITAGORA che riorganizzò la città secondo criteri etico/politici spartani. Dopo la
distruzione di SIBARI, PITAGORA sospettato di tirannia fu però costretto ad allontanarsi. La città più importante dopo
la distruzione di SIBARI fu TARANTO, la quale però non riuscì mai ad affermare la propria egemonia. I greci, però, e in
particolare i FOCEI, arrivarono a colonizzare anche le coste della GALLIA e dell’IBERIA. Una nuova ondata coloniale di
matrice FOCEA si ebbe in seguito al 546 quando questa popolazione fuggì dall’ASIA MINORE, conquistata dai persiani e
si insediò in CORSICA, dandosi alla pirateria e minacciando i traffici degli ETRUSCHI e dei CARTAGINESI. Costretti a
sgombrare dalla CORSICA dovettero rifugiarsi nella costa TIRRENICA e fondarono ELEA. Un’altra città importante della
costa tirrenica fu CUMA, che si scontrò contro gli ETRUSCHI.