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- Incursioni su CRETA
- Massicce invasioni di genti INDOEUROPEE
- Sviluppo interno ( come quello della civiltà minoica e della triade mediterranea)
La civiltà MICENEA si espande in GRECIA tra il 16-15 SECOLO. I reperti maggiori sono ancora tombe monumentali a
THOLOS, che prendono il posto delle tombe a pozzo. Nel 15 SECOLO inizia l’espansione nell’EGEO, con lo sviluppo di
centri come PILO e TEBE. Tracce Micenee si trovano a RODI e a CRETA. Vari segnali suggeriscono l’esistenza di una
società palaziale, fortemente influenzata dai MINOICI. La civiltà micenea è al suo apogeo tra il 14 e il 13 secolo con lo
sviluppo dell’architettura palaziale. Dopo la distruzione (1380) del palazzo di CNOSSO che attesta il declino della civiltà
CRETESE e con la conquista di CRETA, I MICENEI primeggiano nella gestione delle rotte commerciali nel mediterraneo
orientale. I MICENEI si sostituiscono ai CRETESI in tutto il mediterraneo. I PALAZZI MICENEI,come quelli MINOICI, sono
ancora centro politico-religioso ed economico ma al contrario di quelli MINOICI sono difendibili e fortificati. Il
MEGARON è il cuore del palazzo e la struttura di rappresentanza del (signore), che è il WANAX. Poi troviamo una
struttura simile riservata al LAWAGETAS (capo militare). Il WANAX e il LAWAGETAS, entrambi proprietari di un
porzione di terra, il TEMENOS. Sotto di loro altri funzionari assegnatari di terre (TELESTAI). I lavoratori fanno parte del
DAMOS, popolazione residente o schiavi. Il palazzo è al centro di un sistema economico ridistributivo, territorialmente
ampio, cui fanno capo territori più piccoli. In questa fase di apogeo ( 14 e 13 SECOLO ) i MICENEI si espandono nel
mediterraneo, raggiungendo un’area vastissima, con delle testimonianze archeologiche a CIPRO, nell’AREA SIRO-
PALESTINESE, nel MEDIO ORIENTE e in SICILIA. Quello che li spinge sulle vie del mare è il reperimento di metalli come
avorio e ambra, tessuti pregiati, legnami, in cambio di olio, vino, manufatti di vario genere. Si può attribuire a loro una
grande e significativa unità culturale nel bacino del Mediterraneo.
4.L’ETA’ OSCURA
Nel corso dell’11 secolo (1300-1200) i palazzi di PILO, MICENE, TIRINTO E TEBE subiscono una prima distruzione
mentre ATENE e IOLCO vengono risparmiate. Dopo la ricostruzione nel 1200, a seguito di una seconda ondata di
distruzioni, emergono delle opere difensive, che dipenderebbero dalla percezione di un pericolo marino. I palazzi
scompaiono, le abitazioni si fanno più semplici e i siti abitati vengono abbandonati. L’11 SECOLO registra importanti
novità negli usi funerari con la scomparsa delle tombe a THOLOS, negli stili ceramici, nell’uso dei metalli con il
passaggio dal BRONZO al FERRO. Con la fine dei traffici commerciali si ha un’inversione di rotta che porta alla
cosiddetta DARK AGE, caratterizzata da un grande isolamento. Riguardo a questi eventi varie sono le ipotesi :
- Arrivo dei popoli invasori, ipotesi poco plausibile a causa di pratiche che i popoli non possedevano ( incenerazione, uso
del ferro)
- Legame ipotetico della Grecia con i popoli del mare che all’epoca minacciarono l’EGITTO e il regno ITTITA
- Il piu accreditato, ovvero il crollo del sistema palaziale per cause interne : terremoti, incedi e carestie che avrebbero
determinato la chiusura di alcune rotte commerciali
La fine della civiltà MICENEA determinò una decentralizzazione del potere politico, con abbandono dell’agricoltura e
aumento della pastorizia. La popolazione si disperse, si affermò una tendenza all’autosufficienza e al regionalismo.
Politicamente si assiste allo scontro tra capi rivali, scomparvero l’architettura e la scrittura. I prodromi del successivo
sviluppo dell’8 SECOLO, si vedono già qui e sono legati alla mobilità delle popolazioni. La Grecia regredita dopo
l’apertura mediterranea del periodo minoico e miceneo verso il regionalismo dell’età oscura, torna poi agli scambi
commerciali, allo sviluppo delle città, alla navigazione trasmarina. Tucidide individua nell’archeologia il più importante
indicatore di processo della civiltà greca, con una netta differenziazione dai barbari. In questo senso proprio i santuari
svolsero un ruolo fondamentale come luogo d’incontro e scambio culturale, alcuni come quello di ERA a SAMO, erano
luogo di incontro tra civiltà diverse. Altri permettono l’incontro di realtà omogenee assicurando il formarsi di una
coscienza ellenica. Si tratta dei santuari panellenici come quelli di OLIMPIA e DELFI.
- la prima individua l’età arcaica in ALTO ARCAISMO ( 730-580) e TARDO ARCAISMO ( dal 580 alle guerre persiane )
- la seconda dello storico DOMENICO MUSTI va dalla fine dell’11 SECOLO ( 1000) fino all’ultimo terzo dell’8 SECOLO
(730). Si arriva poi al MEDIO ARCAISMO dal 730 al 580.
Quest’ultima seconda ipotesi vuole comprendere in parte l’età oscura nell’alto arcaismo, quasi a volergli dare un ruolo
nella definizione della civiltà GRECA. La GRECIA all’inizio del periodo ALTO ARCAICO si avvia a superare le condizioni di
isolamento, riprende l’attività agricola, cresce la popolazione, tornano le comunità cittadine con la riscoperta della
scrittura. C’è un forte regionalismo e riusciamo a inviduare :
- Una GRECIA OCCIDENTALE, ancora arretrata dove è presente il santuario di OLIMPIA ( nel PELOPONNESO)
- Una GRECIA CENTRALE (TESSAGLIA, LOCRIDE, BOEZIA) relativamente unitaria sul piano culturale
- L’ATTICA, la regione più avanzata tecnologicamente nell’uso della ceramica e metallurgia del ferro
- IL PELOPONNESO ORIENTALE con centri come CORINTO, ARGO, MEGARA con santuari come quelli di POSEIDONE
ISTMIO ed ERA ARGIVA
Si assiste al formarsi del concetto di ELLENISMO. Per Omero, gli ELLENI sono i GRECI del NORD ( EPIRO e TESSAGLIA) i
GRECI in generale sono chiamati DANAI, ARGIVI o ACHE’I. Successivamente il termine ELLENI andò a comprendere
tutte e 3 le grandi stirpi greche (EOLICA, IONICA, DORICA). I poemi omerici sono la fonte principale di notizie sulla
GRECIA TARDO ARCAICA, con l’ILIADE (9 SECOLO) e l’ODISSEA (8 SECOLO). Questi mostrano una volontà arcaizzante,
che ha lo scopo di proporre lo stile di vita dell’età degli EROI ( ETA’ DEL BRONZO) come modello per l’aristocrazia,
anche se sul piano istituzionale e culturale della vita fa riferimento ad un livello cronologico più basso. In OMERO il re
è un PRIMUS INTER PARES, PRIMO FRA UGUALI ed ha funzioni militari, religiose e giudiziarie. Ad esso si affianca un
consiglio di anziani e un’assemblea del popolo in armi. Il potere del re era limitato dalla formazione di un’aristocrazia
( GOVERNO DEGLI ARISTOI, migliori), con una ricchezza basata su proprietà terriere e allevamento. Complessivamente
la società era diseguale, con un’aristocrazia di grandi proprietari terrieri che vessavano anche giuridicamente i
braccianti e gli schiavi. Un elemento importante del passaggio dall’età oscura all’età arcaica è dato dal costituirsi
della POLIS ( ARGOLIDE, ATTICA, EUBEA). La POLIS comprende elementi MICENEI come la distinzione tra l’ACROPOLI
( in cui ha sede il tempio della divinità POLIADE POLIS) e la città bassa ASTY, entrambe terminologie omeriche.
Elementi di novità erano dati dall’organizzazione del territorio in città “ASTY”, campagna coltivata (CHORA) e
l’ESCHATIA per il pascolo. Il fattore religioso fu fondamentale per il formarsi dell’identità cittadina. Il culto degli eroi
serviva a definire l’area spaziale e a legittimarne la proprietà. In questo senso acquista importanza l’individuazione
dello spazio sacro. Esso era inizialmente dal TEMENOS e dall’altare a cielo aperto. Successivamente si sviluppa un
complesso di edifici, il tempio casa della divinità ( statua di culto AGALMA) prima in legno e poi in pietra, marmo, oro,
avorio, davanti alla quale si pone un altare. Si ha cosi un TEMENOS recintato, un tempio e un altare all’aperto. La
triade ALTARE/TEMPIO/TEMENOS di origine orientale è caratteristica del santuario greco classico e questo modello si
afferma nell’8 SECOLO.
Di solito i principali santuari si trovano nella CHORA che deve essere protetta dalla divinità. Alcuni templi sono posti
nell’ESCHATIA, a segnare il confine della POLIS. Le divinità più coinvolte sono ATENA, ERA, APOLLO, ARTEMIDE.
L’uscita della Grecia dall’età oscura, mediante vari fattori ( superamento dell’isolamento, ripresa economica,
espansione dell’agricoltura, sviluppo santuari e comunità cittadine) e annovera anche l’acquisizione della scrittura
alfabetica, diversa dal sistema sillabico precedente, che nasce già alla fine del 9 SECOLO e dipende dall’adattamento
dell’alfabeto fenicio al greco. La scrittura viene usata innanzitutto per fini commerciali ma anche nel privato ( firme di
vasai, epigrafi funerarie, dediche agli dei, maledizioni ) e nella redazione di testi poetici in ambito pubblico e culturale.
5.1 poleis
Nel corso dell’8 SECOLO assistiamo alla nascita della POLIS, fenomeno caratteristico della GRECIA ANTICA che non ha
riscontri in altre civiltà. Si tratta di una realtà urbana caratterizzata da un’ideologia comune, da un senso di
appartenenza dei cittadini che non ha eguali nel mondo antico. Accanto ad un’unità culturale, esiste un forte
frazionamento politico con 1000 stati indipendenti, diversi per alcune caratteristiche, ma soprattutto per la
Costituzione ( POLITEIA). La POLIS è una società politica basata sul significato di CITTADINANZA e gli elementi
principali sono il CULTO POLIADE e L’IDEOLOGIA COMUNITARIA ( KOINON, cioè che è comune). L’IDEOLOGIA DELLA
POLIS presuppone che territorio e popolazione siano una cosa comune, la popolazione partecipa alla sua gestione e il
potere è esercitato per periodi definiti e a rotazione. L’organizzazione dello spazio si basava sul fenomeno del
SINECISMO, un movimento centripeto in cui la realtà cittadina si organizza intorno ad un centro con l’aggregazione di
unità minori, i villaggi o KOMAI. Nel centro urbano, luogo politico e religioso hanno sede:
Il centro è dipendente dalla CHORA e qui risiede la maggior parte della popolazione. L’agricoltura era
economicamente fondamentale: la proprietà della terra assicurava la partecipazione politica e l’agricoltura assicurava
l’autosufficienza della città. Lo sviluppo urbano e urbanistico non era importante nel definire la POLIS e la sua
grandezza : sono gli uomini a fare la POLIS. Quando un cittadino si sente partecipe del comune destino e ad esso
contribuisce, tanto più richiede una condizione paritaria : questa è quella che i greci chiamavano ISONOMIA ( avere
parte uguale). La POLIS è un modello INCLUSIVO che prevede il progressivo inserimento degli uomini liberi nell’ambito
di un contesto politico paritario. La città intesa come realtà sociale conteneva in se una riforma militare, il nucleo
fondamentale dell’esercito era costituito da fanti ( OPLITI) soldati armati con armi pesanti che venivano dalla classe
media, cioè contadini liberi i quali combattendo insieme per la patria rafforzavano i loro vincoli di appartenenza alla
comunità, quindi chiedevano una maggiore partecipazione politica paritaria. L’importanza della riforma OPLITICA per
la nascita delle POLIS è decisiva perche l’appartenenza ad una comunità le cui prerogative politiche vengono attribuite
in base alla funzione militare “ NON PUO’ ESSERE NEGATA” uguaglianza, sarà la parola d’ordine dei cittadini, cioè
uguaglianza dei diritti e della parola. Il pensiero politico greco classifica 3 tipi di POLITEIA, sulla base di una
TRIPARTIZIONE : MONARCHIA, OLIGARCHIA E DEMOCRAZIA. La prima attestazione si trova in ERODOTO nel discorso
TRIPOLITICO “ DISCORSO TRA IL DEMOCRATICO OTANE, L’OLIGARCHICO MEGABIZO E IL MONARCHICO DARIO”. Si
discute il valore morale e la competenza necessari per essere qualificati a governare e l’importanza del NOMOS ( lo
spirito della legge) come garanzia affinchè l’interesse del singolo non prevalga su quello comune.
- OTANE, difensore della democrazia descrive il regime monarchico paragonandolo alla tirannide, in cui l’autocrate con
la sua prepotenza viola sistematicamente il NOMOS mentre il governo del popolo si basa sulla parità dei diritti
( ISONOMIE). Le cariche pubbliche vengono sorteggiate e le magistrature sono soggette a rendiconto e tutte le
decisioni sono messe in comune.L’AGORA’, luogo di incontro e mercato
- MEGABIZIO, critico della democrazia, accusa il popolo e lo considera una massa inutile e prepotente, come un tiranno,
senza avere l’intelligenza politica (SYNESIS) per governare.
- DARIO, dopo aver criticato l’oligarchia perché sviluppa rivalità personali e fa emergere le aspirazioni dei singoli,
dannose per lo Stato, sostiene la monarchia in quanto un solo uomo eccelle (ARISTOS) grazie alle proprie straordinarie
capacità.
La Grecia però non era solo POLEIS, ma anche STATO FEDERALE, denominati ETHNOS, (popolo nazione) o come
OKOINON ( comunità ). Lo stato federale era caratterizzato dalla SYMPOLITEIA, coesistenza di una cittadinanza
federale con la locale. I valori principali delle POLEIS si trovano nei concetti di : AUTONOMIA e LIBERTA’ ( AUTONOMIA
ed ELEUTHERIA) : valori che sanciscono la libertà di darsi leggi proprie senza condizionamenti esterni di poteri forti e di
svolgere una politica estera indipendente. Si tratta di valori che si affermano con le guerre PERSIANE, che come risulta
da autori come ESCHILO ed ERODOTO, hanno una importanza notevole dal punto di vista culturale e storico perché
definiscono l’identità dei GRECI (diversità culturale piu che etnica) in opposizione ai barbari e a tutti gli altri uomini,
quindi all’affermarsi di una identità di carattere oppositivo basata sull’essere cittadini e uomini liberi.
5.2 il governo delle aristocrazie
Durante l’8 SECOLO scompaiono le tracce delle antiche monarchie, sia doriche che ioniche e si conservano invece le
monarchie nazionali dell’EPIRO e della MACEDONIA, che in base alla caratterizzazione omerica consideravano il rè un
capo che può condizionare capi minori. I privilegi dell’aristocrazia si basano sulla nascita e sulla loro discendenza
dell’età eroica dei quali si sentivano eredi. Da questa discendenza l’aristocratico traeva la virtu (ARETE’) negata agli
uomini di origine umile, perché gli aristocratici erano belli e buoni ( KALOS KAI AGATHOS) e ricchi. La loro ricchezza si
basava sul possesso di terre dalla guerra, pirateria ( considerata un’attività normale secondo TUCIDIDE). Centrale per
l’aristocrazia è l’OIKOS, la casa intesa come insieme della parentela e delle proprietà ( capofamiglia, moglie, figli
legittimi e illegittimi, i servi, l’abitazione, il tesoro familiare, le terre e il bestiame). L’OIKONOMIA è une gestione
complessa della sopravvivenza della casata, un’economia di carattere domestico basata su agricoltura che in seguito
acquisterà anche il significato di FINANZA. Le attività principali oltre alla gestione dell’OIKOS sono la GUERRA e la
POLITICA. Tra gli svaghi, oltre la caccia c’è il SIMPOSIO, luogo di discussione tra pari, in cui si creano LEGAMI DI
RECIPROCA FIDUCIA, bevono secondo le regole di comportamento illustrate da un’ ELEGI’A di Senofane: si svolgono
attività culturali, musicali, canto, recitazione. Gli stessi legami che trovano espressione nelle ETERIE, società segrete
che si impegnano a sostenere i membri in ambito politico e giudiziario, creando una realtà istituzionale parallela. Le
relazioni tra casate, vanno al di la della comunità di origine, attraverso i rapporti di ospitalità (XENIA) e assumo
carattere internazionale. La XENIA era una forma di ospitalità fondata sulla reciprocità, che prevedeva la mutua
assistenza e veniva sancita con lo scambio di SYMBOLA, piccoli oggetti spezzati in due parti e usati come strumento di
riconoscimento e prova dei legami di ospitalità. Questo serviva ad evitare rappresaglie nei confronti dello straniero al
di fuori della propria comunità. Con la XENIA si costituisce uno degli strumenti fondamentali con le quali le famiglie
aristocratiche riuscirono ad intessere una fitta rete di rapporti al di la della propria comunità.
LA RIFORMA OPLITICA
Dal punto di vista militare l’aristocrazia si rifaceva al modello “OMERICO” del duello eroico e l’uso del cavallo. Un
risvolto della crisi aristocratica fu la riforma OPLITICA, per cui la funzione militare cessò d’essere appannaggio degli
aristocratici ma si estese a tutta la comunità ( membri del DEMOS, popolazione contadina residente sul territorio)
poiché richiedeva un equipaggiamento più accessibile. L’armamento dell’OPLITA era costituito da : elmo, corazza,
schinieri, scudo rotondo a doppia impugnatura ( ANTILABE’). Per difendere la comunità gli OPLITI ottennero
un’integrazione sociale/politica, facendo tramontare le vecchie aristocrazie di cavalieri. L’OPLITA e’ già presente in
OMERO ma senza uno schieramento falangitico. La novità è a combattere a ranghi serrati, difendendo se stesso e il
proprio vicino. Per garantire la giusta forza d’urto alla falange, il fante deve mantenere il proprio posto nello
schieramento ( TAXIS) superando l’individualismo e arrivando ad una profonda integrazione con il gruppo. L’ ARETE’
eroica del guerriero aristocratico viene superata, si affermano nuovi valori come la virtu dell’autocontrollo e della
moderazione ( SOPHROSYNE), la solidarietà e la parità. Questi valori sono rappresentati nell’OLPE CHIGI, vaso corinzio
policromo del 640. Grazie all’oplitismo nacquero comunità di cittadini coese ampie che dal punto di vista
costituzionale diedero vita a governi TIMOCRATICI basati sul censo ( TIME’) più aperti e più mobilitati socialmente. Gli
antichi valori aristocratici si fondono con quelli oplitici e il cittadino soldato diventa un autarchico.
5.4 la legislazione
Sotto i regimi aristocratici i detentori del potere giudiziario erano depositari della legge, in quanto esperti delle
THEMISTES, le norme di origine divina conservate da una tradizione esclusivamente orale. L’amministrazione della
giustizia da parte degli aristocratici era sottratta ad ogni controllo. La crisi delle aristocrazie fece emergere il bisogno di
procedere ad una codificazione delle leggi, resa possibile dall’acquisizione della scrittura e capace in questo modo di
garantire una maggiore certezza del diritto. Gli interventi più antichi di carattere legislativo si registrano in aree
coloniali, perché in comunità nuove esistono migliori condizioni per fissare norme condivise, in quanto è piu forte
l’esigenza di garanzie egalitarie. Parliamo di legislatori, di area coloniale come ZALEUCO di LOCRI, di CARONDA di
CATANIA e DIOCLE di SIRACUSA. Recentemente si è cercato di ascrivere la codificazione delle leggi non all’iniziativa dei
singoli ma alle comunità, che l’avrebbero poi attribuita a figure remote ed autorevoli. Anche se le notizie possono
essere incerte su alcuni legislatori non si può non menzionare la figura di Solone che è certamente nota da un punto di
vista storico. I legislatori più importanti della madre patria furono LICURGO di SPARTA e DRACONE di ATENE. Lo
spartano LICURGO è una figura leggendaria, le sue leggi erano ispirate secondo la tradizione di APOLLO. La sua
legislazione, la cosiddetta “ RHETRA”, definiva i poteri delle diverse componenti dello STATO SPARTANO.
L’ordinamento (KOSMOS) per eccellenza non fu mai messo per iscritto ma ne parlò il poeta TIRTEO nella sue opera
EUNOMIA. TUCIDIDE affermò che buona costituzione ( eunomia ) con cui fù governata SPARTA a partire dal 9 SECOLO,
portò al superamento dei dissidi interni e l’immunità dal fenomeno della tirannide. Nel 7 SECOLO ad Atene era attivo il
legislatore DRACONE, il quale redasse una costituzione ma la legge per cui è ricordato è quella sull’omicidio risalente
all’anno 409/8. La legge limitava la possibilità della vendetta privata, la famiglia del morto poteva svolgere l’iniziativa
dell’azione penale, ma lo STATO aveva il diritto di comminare la pena. In questo modo, cercava di mitigare le pene
incoraggiando la TRANSAZIONE; e quindi le pene venivano date tenendo conto dell’atteggiamento dell’omicida ( per
evitare la pena di morte). Era un rivoluzionario intervento nel diritto penale, riservando alla POLIS il ruolo principale e
limitando la vendetta privata.
5.5 la tirannide
Codificare le leggi era importante per mitigare le tensioni sociali derivanti dalla crisi delle aristocrazie. Ma alcuni capi
politici approfittarono di queste crisi per mettersi alla guida del popolo contro gli aristocratici. Alcuni di loro assunsero
il ruolo di pacificatori, i cosiddetti “AISYMENETAI” e deposero il potere una volta raggiunto l’obiettivo ( esempio
SOLONE ad ATENE) altri invece mantennero il potere e diventarono “tiranni”. Questo termine, di origine micro-
asiatico, significa “signore”, colui cioè che ha un potere assoluto. ARISTOTELE distingue diverse origini di tirannidi:
La frammentazione del mondo politico greco rese necessarie dall’inizio forme di collaborazione tra diversi Stati. I Greci
dovettero elaborare formule che superassero l’individualismo delle POLEIS e della dimensione politica, ed è proprio
Tucidide a sottolineare la divisione interna/debolezza politica ma con un elemento di sviluppo teso all’azione. Un
primo tentativo, fu quello delle ANFIZIONIE, o leghe sacre di popoli vicini che si riconoscevano in un culto comune.
STRABONE ci ricorda come popoli e città vicini, iniziarono a celebrare feste e incontri, bisognosi del reciproco aiuto.
Alcune ebbero carattere etnico e culturale, come l’ANFIZIONIA IONICA di DELO, intorno al tempio di APOLLO. Un
carattere panellenico ebbe invece l’ANFIZIONIA per eccellenza, quella DELFICO- PILAICA, una lega sacra di 12 popoli :
TESSALI, FOCESI, DORI DELLA DORIDE E DEL PELOPONNESO, IONI DELL’EUBEA, DELLA IONIA E DELL’ATTICA, BEOTI,
ACHE’I- FTIOTI, MALI-ETEI, PERREBI, DOLOPI, MAGNETI, ENIANI, LOCRESI. Essa si riuniva intorno al culto di APOLLO a
DELFI e di DEMETRA ad ANTELA. Ogni popolo veniva rappresentato 2 volte all’anno, in primavera e autunno, da 2
IEROMNEMONI, mentre le POLEIS non rappresentate, inviavano osservatori chiamati PILAGORI. L’ANFIZIONIA
DELFICO-PILAICA costituisce nel corso di molte fasi della storia greca l’unico organismo panellenico capace, stabile, in
grado di fornire gli strumenti di un’azione comune, come ad esempio la storia sacra, dichiarata dagli ANFIZIONI contro
i violatori di norme ANFIZIONICHE diverse.
- Alleanze militari
Altro tentativo di associazione erano le leghe militari SYMMACHIE, originariamente di natura difensiva, in esse un
gruppo di città riconosceva l’egemonia militare di un’altra città, che quindi aveva il ruolo di coordinare le attività
belliche. Esempi sono la LEGA DI CORINTO, o la LEGA DELIO-ATTICA. In origine il concetto di egemonia non intaccò il
principio di autonomia. Quando questa cosa cambiò, la lega si tramutò da difensiva a offensiva e gli stati membri
furono costretti a condividere la politica estera dell’egemone. Il concetto di EGEMONIA all’inizio implica solo il
comando in guerra, ceduto dagli alleati alla città definita egemone. Ha quindi carattere tecnico ed è compatibile con il
principio di autonomia delle POLEIS. Infatti detenere l’EGEMONIA non significa una condizione di superiorità.
TUCIDIDE a proposito della LEGA DEL PELOPONNESO fa dire ai CORINZI che l’EGEMONE ha il compito di tutelare i
propri interessi sulla base dell’uguaglianza di diritti rispetto agli alleati, riservando però una cura particolare agli
interessi comuni. C’era quindi un’attenta mediazione tra interessi del singolo stato e quelli dell’intera lega. Nel tempo
la tendenza delle POLEIS egemoni propense ad utilizzare le leghe militari a proprio vantaggio, provocò uno
sbilanciamento nei rapporti con gli alleati e quindi nel tempo venne meno il valore di queste strutture per la
realizzazione di un’efficace coordinamento dei greci tra loro. Sia le leghe ANFIZIONIE religiose che quelle militari
SYMMACHIE non riuscirono a superare la frammentazione del mondo greco, dove ogni singola POLIS voleva prevalere
sulle altre, nonostante il danno che ne derivava per la stabilità panellenica.