Sei sulla pagina 1di 7

Filippo II di Macedonia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Filippo II di Macedonia
«Porterò la guerra in Persia e l'oro persiano in
Grecia.»

Filippo II (in greco antico: Φίλιππος ὁ Μακεδών; Pella,


382 a.C. – Aigai, 336 a.C.) è stato il diciottesimo re di
Macedonia dal 360 a.C. al 336 a.C., ed era padre di
Alessandro Magno e di Filippo III di Macedonia. È
conosciuto anche per aver conquistato militarmente la
Grecia nel 338 a.C., con la vittoria nella battaglia di
Cheronea.[1]

Indice
Biografia
Gioventù Ritratto di Filippo II di età ellenistica, Ny
Ostaggio Carlsberg Glyptotek
Esilio a Tebe (368-365 a.C.) Re di Macedonia
Reggente per conto di Aminta IV
In carica 360 a.C. –
Ascesa al trono (359 a.C.) e prime opere
336 a.C.
Guerra in Tessaglia (357 a.C.)
Guerra contro Olinto (349-348 a.C.) Predecessore Aminta IV
Guerra sacra (356-346 a.C.)
Successore Alessandro III
In Grecia
Morte Nome completo Φίλιππος Β' ὁ
Figli Μακεδών
Note Nascita Pella, 382 a.C.
Bibliografia Morte Aigai, 336 a.C.
Voci correlate
Luogo di
Altri progetti Verghina
sepoltura
Collegamenti esterni
Dinastia Argeadi
Padre Aminta III
Biografia Madre Euridice I

Gioventù

Filippo nacque a Pella, capitale dello stato macedone, nel


382 a.C., figlio minore di re Aminta III[2] e della regina
Euridice. Durante la sua gioventù i re Alessandro II e
Perdicca III fallirono nel loro tentativo di sedare le rivolte
degli stati vassalli della Macedonia e non riuscirono a
fermare del tutto le invasioni degli Illiri provenienti da Consorte Audata
nord-est.[1] Della sua infanzia nulla è noto, salvo il fatto Fila
che il parto fu assai difficile e che, non potendo svezzarlo
Nicesipoli
la madre Euridice, fu affidato ad una balia.
Filinna
Olimpiade
Ostaggio Meda di Odessa
Cleopatra Euridice
Alla morte di Aminta nel 370, gli era succeduto sul trono il
fratello Alessandro II[3]. Durante il regno di Alessandro, Figli Cynane
Filippo visse per un periodo come ostaggio degli Illiri, a Filippo III Arrideo
seguito di un trattato che prevedeva uno scambio di Alessandro III
ostaggi temporaneo. Successivamente, fu fatto ostaggio Cleopatra
dai Tebani: questo periodo della sua giovinezza fu il più Tessalonica
importante nella sua educazione.

Tuttavia tale vicenda è controversa e diversamente testimoniata da varie fonti:

▪ Diodoro scrive che furono gli stessi Illiri a consegnarlo come ostaggio ai Tebani, presso i quali
Filippo passò ben dieci anni della sua esistenza soggiornando nella casa paterna di
Epaminonda[4]. Vicino a questa affermazione, un altro passo di Diodoro[5] riporta che Filippo fu
uno di quegli ostaggi consegnati, nel 368 a.C., a Pelopida da Alessandro II e Tolomeo di Aloro (e
non dagli Illiri): Plutarco avallò questa seconda ipotesi[6].
▪ Giustino scrive, invece, che Filippo visse al fianco di Pelopida ed Epaminonda solamente tre
anni[7]. Come secondo Diodoro, egli fu prima preso in ostaggio dagli Illiri per suggellare la tregua
tra questo popolo e lo stesso regno di Macedonia, per essere poi ceduto ai Tebani. L'assassinio
di Perdicca III gli permise di rientrare in patria, diventare tutore del figlio di Perdicca III, Aminta IV,
che a quel tempo era ancora bambino, per poi assurgere al potere come re di Macedonia[8].
▪ Secondo Eschine, dopo l'assassinio di Alessandro II, Filippo si trovava in Macedonia assieme al
fratello Perdicca III. La madre Euridice li presentò al generale ateniese Ificrate al fine di ottenere
la sua protezione da Tolomeo di Aloro[9].
▪ L'insigne storico gallese Connop Thirwall ha affermato che Pelopida, a seguito dell'alleanza tra
Euridice e Ificrate, marciò una seconda volta sulla Macedonia, ove riuscì a garantire un accordo
di compromesso: Tolomeo avrebbe mantenuto sul trono Perdicca III o avrebbe perso l'appoggio
tebano, mentre Filippo sarebbe andato come ostaggio a Tebe[10].

Esilio a Tebe (368-365 a.C.)

A Tebe Filippo visse per tre anni,[11] riuscendo ad apprendere quanto più gli interessava: la lingua, i
costumi, la politica e, soprattutto, le tattiche militari. Secondo alcuni autori, tra questi Diodoro,
Filippo fuggì in Macedonia nel 360/359 a.C., quando Perdicca III morì in battaglia contro gli Illiri;
Speusippo, al contrario[12], afferma che Platone, con la mediazione di Eufraneo di Oreo, aveva
convinto Perdicca III ad investire il fratello minore del governo di Elimea, un principato in
Macedonia.

Giunto ad Elimea, Filippo dovette reprimere la rivolta di un certo Derda che, schierato contro
Perdicca, si era proclamato re: Filippo addestrò un esercito di mille uomini, sconfisse Derda in
battaglia e conquistò la regione.

Reggente per conto di Aminta IV

Alla morte di Perdicca durante una campagna contro gli Illiri, nel 360, Filippo prese il potere come
tutore del nipote Aminta IV, ancora minorenne, in una situazione estremamente precaria, poiché
dovette fronteggiare tre pretendenti al trono: Pausania, Archelao (figlio di Aminta III) e Argeo (da
non confondere con i re macedoni omonimi).[11]
Oltre a problemi politici interni, gli Illiri, galvanizzati dalla morte di Perdicca, si preparavano
all'assalto finale, allo stesso tempo, i Peoni continuavano a saccheggiare le province settentrionali,
Atene e Tebe intrigavano per conquistare le città costiere, tra tutte Anfipoli, appoggiandosi
all'usurpatore ribelle Argeo, infine il re dei Traci Berisade appoggiava la presa del potere di
Pausania.[11]

Ascesa al trono (359 a.C.) e prime opere

Appena salito al potere avviò una profonda riorganizzazione


dell'esercito e dello stato; a lui è dovuta tra l'altro la famosa
falange macedone, punta di diamante del suo esercito[13]. Nel
frattempo si liberò dei nemici alle frontiere della Macedonia e dei
pretendenti:

▪ Contro gli Illiri, i Peoni e i Traci: Filippo ebbe tempo per


concentrarsi sulla guerra contro gli Illiri, i Peoni e i Traci. I
primi li sconfisse in una battaglia presso Monastir[14][15]; i
secondi furono trattenuti da ogni loro mira espansionistica con
il versamento di una grande somma di denaro; gli ultimi,
sempre attraverso un versamento pecuniario, furono indotti ad Medaglione raffigurante Filippo II,
assassinare il pretendente al trono Pausania; infine Filippo prodotto sotto Alessandro Severo.
riuscì a far assassinare anche Archelao[11]. L'ultimo
pretendente, Argeo, al comando di tremila soldati ateniesi
cercò di far ribellare Ege: fallito il tentativo fu costretto alla
fuga
▪ Patto con Atene: Contemporaneamente, una pace con Atene
gli permise di assicurare a sé il dominio di Pidna (che, al
tempo, faceva parte della Seconda Lega Delio-Attica) in
cambio della cessione di Anfipoli[11][16].

La sua politica lo spinse a segregare gli esuli e i prigionieri di


guerra a Crenide, città dei Tasii, nel nord dell'Egeo, che fu
rinominata dallo stesso sovrano: Filippi. Nel 357 a.C. Filippo
sposò Olimpiade, figlia del defunto re dei Molossi Neottolemo I, Il regno macedone alla morte di
conciliandosi allo stesso tempo con questo popolo[11]. Filippo.

Guerra in Tessaglia (357 a.C.)

Il re fu coinvolto negli affari di Tessaglia dalla richiesta di soccorsi dagli Alevadi ("partito"
oligarchico) per fronteggiare Tebe, la moglie del tiranno Alessandro di Fere. Poco dopo (nel 355/4
a.C.), durante l'assedio di Metone (in Pieria), Filippo fu ferito all'occhio[17][18][19][20] e perse la capacità
di vedere da questo. Gli Alevadi lo richiamarono ed egli scacciò il nuovo tiranno di Fere, Licofrone;
ma l'esercito inviatogli in aiuto dagli alleati Focesi, attaccò il sovrano di sorpresa e l'eccidio dei
macedoni causò la defezione delle unità rimanenti. Ma Filippo non si scoraggiò, arruolò in Tessaglia
circa ventimila unità e sconfisse definitivamente Onomarco, comandante dei Focesi, oltre che ad
assicurarsi il dominio della regione[21]. Come segno di minaccia e provocazione verso la Grecia, il re
allestì un esercito per passare le Termopili, ma fu fermato e costretto alla ritirata in prossimità del
passo[22][23][24].

Guerra contro Olinto (349-348 a.C.)

Atene era nel frattempo entrata in guerra (357 a.C.). Filippo sfruttò abilmente questa situazione, e,
alla richiesta della restituzione di Anfipoli da parte della stessa Atene, egli acconsentì, ma volle in
cambio ottenere la supremazia su Pidna: le clausole non piacquero e la guerra fu inevitabile. Il
sovrano strinse un accordo con Olinto, per mezzo del quale permise alla città di unirsi a Potidea.
Coperte ormai le spalle, si diresse a nord di Anfipoli, per conquistare le miniere auree del monte
Pangeo, gli introiti derivati ammontarono a più di mille talenti[25].

Cinque anni più tardi, Filippo dichiarò guerra alla Lega Calcidica (e a Olinto in particolare, visto che
ne era a capo) perché essa aveva favorito e dato sostegno a un pretendente al trono, che minacciava la
stabilità del potere reale. Atene si accorse tardi della pericolosità rappresentata da questa
dichiarazione di guerra, ma non fece niente di serio per impedire l'avanzata del re (mandò solo tre
spedizioni contro la polis, una delle quali arrivò persino dopo la sua caduta). Olinto si arrese nel 348
a.C. e fu, infine, rasa al suolo nel 343 a.C.[26][27][28]. L'occasione sarebbe stata proficua se Filippo
avesse agito sùbito guidando il suo esercito alle porte della Grecia, ma, memore delle sconfitta delle
Termopili (che in realtà non fu un vero e proprio tentativo di invasione), preferì aspettare e vagliare
accuratamente le occasioni future[29].

Guerra sacra (356-346 a.C.)


Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre sacre.

Intervenne successivamente nella Terza guerra sacra, scoppiata nel 356 tra le città greche, che si
concluse con la pace di Filocrate nel 346, con la quale la Macedonia acquisì una posizione di forza in
Grecia. Infatti, Filippo II acquisì due voti all'interno dell'Anfizionia delfica (guadagnandosi anche il
predominio), sottraendoli ai Focesi, sconfitti nella guerra sacra.

In Grecia

Nel 343 concluse un trattato di alleanza con la Persia, con il quale questa rinunciò ad interferire nei
territori europei. Sotto la guida di Demostene, la città di Atene, a cui si aggiunse poi Tebe, si ribellò
all'egemonia macedone, ma Ateniesi e Tebani furono sconfitti nella battaglia di Cheronea nel 338.

Filippo si fece quindi promotore della costituzione della Lega di Corinto che riunì le città greche,
tranne Sparta. La lega si alleò con la Macedonia e Filippo venne nominato comandante supremo del
suo esercito. Con un pretesto, nel 336 un primo corpo di spedizione venne inviato in Asia Minore,
sotto la guida dei generali Parmenione ed Attalo, con lo scopo di preparare il terreno per la lotta
contro la Persia.

Morte
Lo stesso argomento in dettaglio: Tomba di Filippo II di Macedonia.

Filippo aveva recentemente divorziato dalla terza moglie Olimpiade, madre del figlio Alessandro, con
cui per questo motivo venne a contrasto.

A Ege, l'antica capitale, durante il banchetto per le nozze della figlia Cleopatra con il fratello di
Olimpiade, Alessandro I (voluto per la riappacificazione con il figlio), Filippo fu assassinato da un
ufficiale delle proprie guardie del corpo, Pausania di Orestide che, secondo le indagini portate avanti
da Aristotele, aveva ucciso Filippo poiché era coinvolto in un'intricata serie di amori. Secondo
Aristotele l'assassinio fu ordinato da un potente santuario greco che vedeva male l'influenza di
Filippo sui santuari.

Il figlio Alessandro Magno curò le esequie e seppellì il padre presso la capitale, in una tomba a tholos
sotterranea, con un ricco corredo funebre. La tomba reale di Filippo II è rimasta inviolata fino alla
sua scoperta in epoca moderna. Quando Alessandro salì al trono realizzò l'invasione e la conquista
della Persia che Filippo aveva pianificato.

Figli
▪ Carano (360 ca - 336): figlio della prima moglie di Filippo, la giovane aristocratica Fila. Fatto
uccidere da Alessandro con il pretesto del suo coinvolgimento nella congiura che aveva posto
fine alla vita del padre;
▪ Cynane o Cinnane (359 ca - 323): figlia di Audata principessa degli Illiri: madre a sua volta di
Euridice, ambiziosa moglie di Filippo III;
▪ Arrideo (358 - 317) (futuro re Filippo III di Macedonia): figlio dell'amante Filinna, era disabile
mentale;
▪ Alessandro Magno (356 - 323) e Cleopatra (354 - 308): figli della terza moglie Olimpiade;
▪ Tessalonica (o Tessalonice) (343 - 295) figlia dell'amante Nicesipoli di Fere;
▪ Europa (337 - 336): figlia dell'ultima moglie, Euridice, entrambe fatte uccidere da Olimpia. Alcune
fonti suggeriscono che dal matrimonio con Euridice, Filippo abbia avuto anche un maschio,
Carano, ma non è una notizia sicura.

Da notare che, nell'ambito della successione a Filippo II e delle lotte di potere fra i Diadochi, tutti
costoro perirono di morte violenta: fa eccezione proprio Alessandro, probabilmente morto di febbri
malariche o tifoidee anche se non mancano congetture di avvelenamento.

Nel 339 Filippo si sposò con la principessa Meda, figlia di Kothelàs re dei Geti: ovviamente
un'alleanza politica. Non risultano figli da questo matrimonio.

Infine i contemporanei del re consideravano suo figlio anche Tolomeo (nato intorno al 367),
collaboratore e intimo amico di Alessandro nonché futuro iniziatore (305) della monarchia d'Egitto
con il nome di Tolomeo I Sotere. Sua madre, Arsinoe di Macedonia, era stata infatti concubina del
giovanissimo Filippo; era stata poi data in sposa al nobile macedone Lago, secondo la pubblica voce
già incinta di Tolomeo. Il sovrano morì anche lui di morte naturale, in tarda età (283).

Note
1. EB.
2. ^ Polibio,  Storie II 48,2- VIII 9,1.
3. ^ Marco Giuniano Giustino, VII 4,1.
4. ^ Diodoro, XVI, 2.
5. ^ Diodoro, XV, 67.
6. ^ Plutarco, Pelopida, 26, 2.
7. ^ Marco Giuniano Giustino, VI 9,7.
8. ^ Giustino, VII, 5,1-10.
9. ^ Nepote (compendio), Ificrate, 3.
10. ^ Thirwall, V, p. 163.
11. Filippo II di Macedonia, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
12. ^ Ateneo, XI, 506 F (tramite la cosiddetta Lettera di Speusippo).
13. ^ Diodoro Siculo, XVI 4.
14. ^ Diodoro Siculo,  XVI 4,5-8,1.
15. ^ Marco Giuniano Giustino, VII 6.
16. ^ Hammond-Griffith II pp. 236-237 ricusa la veridicità storica del trattato tra Atene e Filippo.
17. ^ Marco Giuniano Giustino,  VII 6,15. Egli scrive che Filippo perse l'occhio destro nell'assedio di
Motone. Si tende a preferire il tradito di Diodoro, in cui si legge Metone.
18. ^ Diodoro Siculo, XVI 34.
19. ^ Suda s.v. Per la Suda fu un certo Astero a trafiggere l'occhio di Filippo
20. ^ Aulo Gellio, Noctes Atticae, II, 27 (https://la.wikisource.org/wiki/Noctes_Atticae/Liber_II#27).
Aveva l'occhio strappato, la spalla spezzata, il braccio, la gamba mutilati, aveva sacrificato ogni
parte del corpo.
21. ^ Diodoro Siculo, XVI 37-38.
22. ^ Diodoro Siculo,  XVI 35.
23. ^ Pausania,  X 2,5-6.
24. ^ Marco Giuniano Giustino,  VIII 2.
25. ^ Diodoro Siculo,  XVI 8.
26. ^ Diodoro Siculo,  XVI 53-55.
27. ^ Demostene, I-III, Olintiache e Filippiche.
28. ^ Demostene, Contro Aristocrate 105 ss.
29. ^ D. Musti, Storia Greca p. 605

Bibliografia
Fonti primarie

▪ Arriano, Anabasi di Alessandro.


▪ Claudio Eliano, Varia Historia, 1533.
▪ Cornelio Nepote, De viris illustribus.
▪ Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno.
▪ Demostene, Filippiche.
▪ Demostene, Olintiache.
▪ Diodoro Siculo, Bibliotheca historica.
▪ Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia.
▪ Plutarco, Vite parallele.
▪ Polibio, Storie.

Fonti secondarie

▪ (EN) Philip II, Encyclopaedia Britannica, su britannica.com. URL consultato il 24 febbraio 2014.
▪ (EN) William Smith (a cura di), Philippus II, in Dictionary of Greek and Roman Biography and
Mythology, 1870.
▪ (EN) Connop Thirwall, History of Greece.
▪ Elena Pastorio, Storia Greca, lineamenti essenziali, Parma, Monduzzi Editore, 2006,
ISBN 978-88-323-6028-8.
▪ Gaetano de Sanctis (a cura di Monica Berti e Virgilio Costa), Filippo e Alessandro dal regno
macedone alla monarchia universale. Lezioni universitarie 1949-1950, Tivoli, Edizioni Tored,
2011, ISBN 978-88-88617-45-9.

Voci correlate
▪ Esercito macedone

Altri progetti
▪ Wikiquote contiene citazioni di o su Filippo II di Macedonia
▪ Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o
altri file su Filippo II di Macedonia (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Philip_II_
of_Macedon?uselang=it)

Collegamenti esterni

▪ Filippo II Re di Macedonia, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
▪ Filippo II (re di Macedonia), su sapere.it, De Agostini.
▪ (EN) Filippo II di Macedonia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
▪ (EN) Filippo II di Macedonia, su Goodreads.
▪ (EN) Filippo II di Macedonia, su Olympedia.
VIAF (EN) 262339539 (https://viaf.org/viaf/262339539) · ISNI (EN) 0000 0003 8172 7246
(http://isni.org/isni/0000000381727246) · BAV 495/90391 (https://opac.vatlib.it/auth/detai
l/495_90391) · CERL cnp00396112 (https://thesaurus.cerl.org/record/cnp00396112) ·
ULAN (EN) 500323993 (https://www.getty.edu/vow/ULANFullDisplay?find=&role=&natio
n=&subjectid=500323993) · LCCN (EN) n50078537 (http://id.loc.gov/authorities/names/n
50078537) · GND (DE) 118593838 (https://d-nb.info/gnd/118593838) · BNE
Controllo di autorità (ES) XX1217983 (http://catalogo.bne.es/uhtbin/authoritybrowse.cgi?action=display&auth
ority_id=XX1217983) (data) (http://datos.bne.es/resource/XX1217983) · BNF
(FR) cb119544270 (https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb119544270) (data) (https://data.
bnf.fr/ark:/12148/cb119544270) · J9U (EN, HE) 987007266396305171 (http://uli.nli.org.il/
F/?func=find-b&local_base=NLX10&find_code=UID&request=987007266396305171) ·
WorldCat Identities (EN) lccn-n50078537 (https://www.worldcat.org/identities/lccn-n5007
8537)

Portale Antica Grecia Portale Biografie

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Filippo_II_di_Macedonia&oldid=133780266"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 1 giu 2023 alle 19:43.
Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi
condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche