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Per essere stato il primo governante di Gerusalemme, Goffredo è stato idealizzato nei racconti più
tardi. Fu descritto come il capo dei Crociati, il re di Gerusalemme e il legislatore che presiedeva le
Assise di Gerusalemme e fu incluso fra i cavalieri ideali, conosciuti come i Nove Prodi. In realtà
egli non fu nulla di tutto ciò. Ademaro di Monteil, Raimondo IV di Tolosa, Boemondo di Taranto e
Tancredi d'Altavilla furono i capi della Crociata; suo fratello Baldovino di Boulogne fu il primo
vero re di Gerusalemme; le Assise furono il risultato di un graduale processo.
Il ruolo di Goffredo nella Crociata è stato descritto da Alberto di Aquisgrana, dall'anonimo autore
delle Gesta Francorum e da Raimondo di Aguilers. Nella letteratura fantastica, Goffredo fu l'eroe
delle due Francie nel ciclo della crociata, il complesso di chansons de geste connesse con la
Crociata, tra cui la Chanson d'Antioche e la Chanson de Jérusalem.
Anche la sua famiglia e la prima parte della sua vita divennero soggetto di leggende. La leggenda
del Cavaliere del Cigno, più nota oggi come soggetto dell'opera di Wagner Lohengrin, si riferiva
originariamente al nonno di Goffredo, Elia, che arrivò su un misterioso battello a forma di cigno per
difendere il casato di Buglione e impalmare la nonna di Goffredo.
Presente anche in Gerusalemme liberata, l'opera più famosa di Torquato Tasso e a lui si riferisce nel
proemio:
Nella Divina Commedia Dante colloca Goffredo fra i principi saggi e giusti (Paradiso, XVIII, 47)[4].
Il nome di Goffredo di Buglione si inserisce storicamente tra coloro che avrebbero contribuito alla
spiegazione del toponimo "Goffredo", riferito alla città di Castel Goffredo, in provincia di Mantova.
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