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Alla sua massima estensione, l'antica Tessaglia era una vasta area che si estendeva dal monte

Olimpo a nord alla valle di Spercheo a sud. Era una regione geograficamente diversificata costituita
da ampie pianure centrali circondate da montagne. Le pianure erano delimitate dalla catena del
Pindo a ovest, monte Otri a sud, il monte Pelio e il monte Ossa a est. Le pianure centrali erano
costituite da due bacini, il bacino del fiume Larissa e quello del Karditsa drenati dal fiume Peneo
nella Valle di Tempe. Il Golfo Pagasitikos nel sud-est della Tessaglia era ed è l'unico specchio
d'acqua ideale per i porti della regione.

A rigor di termini, la Tessaglia si riferisce principalmente alle pianure centrali abitate dai Tessali
nell'antichità. Le pianure erano divise in quattro regioni amministrative chiamate tetradi:
Pelasgiotide, Ftiotide, Tessaliotide e Estiotide. Nel suo senso più ampio, la Tessaglia comprendeva
anche le regioni circostanti chiamate perioikoi, che erano regioni abitate da diversi gruppi etnici che
erano strettamente legati ai Tessali sia come subalterni, dipendenti, o alleati. I perioikoi erano
composti da Perrebia, Magnesia, Acaia Ftiotide, Dolopia, Eniania, Malide e Etea. Le tre più grandi
città della Tessaglia erano Larissa, Fere (Pelasgiotide), e Farsala (Ftiotide).

Le pianure della Tessaglia erano ideali per la coltivazione di cereali ed erano note nell'antichità per
l'allevamento dei cavalli. Il cavallo di Alessandro Magno, Bucefalo, era originario di Farsala. Le
regioni montuose circostanti, tuttavia, erano meno adatte all'agricoltura ed erano più ampiamente
dedicate alla pastorizia.

Storia

La Tessaglia fu la patria di ampie culture del neolitico e calcolitico 6000 a.C. - 2500 a.C. (vedi
cultura della ceramica cardiale, Dimini e Sesklo). Insediamenti micenei sono stati scoperti anche in
Tessaglia al Kastron di Palaia Hill, a Volo, tavolette con iscrizioni in lingua micenea in Lineare B.

Nella mitologia greca, la Tessaglia fu la madre patria di Achille e Giasone, oltre che di creature
mitologiche come Centauri, Lapiti, Flegiani e Mirmidoni. Fra le antiche tribù di Tessaglia
menzionate da Omero e altri poeti vi erano: Eoli, Magneti, Perrebi e Pelasgi.

I Tessali erano una tribù di Tesproziani[1], e in origine venivano dalla tesproziana Kichyro. Sotto la
guida di capi, che si dice discendessero da Ercole, invasero la parte occidentale del paese
successivamente chiamata Tessaglia, e scacciarono o ridussero alla condizione di Penesti, o servi,
gli antichi abitanti Eoli. In seguito si diffusero sulle altre parti del paese, prendendo possesso delle
zone più fertili e interessanti dei Perrebi, Magneti, Achei Ftioti e altri popoli vicini sottomessi alla
loro autorità e costretti a pagar loro dei tributi.[2] Come nella Laconia, la popolazione della Tessaglia
era suddivisa in tre classi distinte:

1. Penesti, la cui condizione era quasi simile a quella degli Iloti.


2. Persone soggette, che abitavano i quartieri non occupati dagli invasori Tessali. Avevano reso omaggio, come si
è detto, ma erano liberi, anche se non potevano fare parte del governo. Essi corrispondevano al Perieci della
Laconia, con il cui nome vengono chiamati da Senofonte.[3]
3. I Tessali conquistatori, gli unici ad avere la possibilità di accedere alla pubblica amministrazione, e le cui terre
erano coltivate dai Penesti.

Per qualche tempo dopo la conquista, la Tessaglia sembra essere stata governata da re della dinastia
degli Eraclidi, che potrebbero però essere stati solo i capi delle grandi famiglie aristocratiche,
investiti del potere supremo per un certo periodo di tempo. Sotto uno di questi sovrani, di nome
Aleva il Rosso, il paese venne diviso in quattro distretti - Ftiotide, Estieotide, Tessaliotide e
Pelasgiotide:[4] Questa divisione continuò nel corso della storia della Tessaglia, e si può quindi
concludere che non era semplicemente nominale. Ogni distretto poteva regolare i suoi affari tramite
una sorta di consiglio provinciale, ma siamo quasi completamente al buio per quanto riguarda il
governo interno di ciascun distretto.[5]

Quando l'occasione lo richiedeva, veniva eletto un magistrato con il nome di Tago, i cui comandi
venivano rispettati da tutti e quattro i distretti. Egli era talvolta chiamato re (basileus)[6] e qualche
volta arconte.[7] Riceveva soldati dagli Stati di ogni distretto, e sembra avesse fissato l'importo dei
tributi da pagare dagli alleati.[8] Quando fu Tago, Giasone di Fere, giunse ad avere un esercito di
8 000 cavalieri e non meno di 20 000 opliti[9], e lo stesso Giasone disse che quando la Tessaglia era
sotto un Tago, aveva un esercito di 6 000 cavalieri e 10 000 opliti.[10] I tributi che Giasone
riscuoteva dalle città soggette erano gli stessi precedentemente pagati da uno della famiglia
Scopadi, che Buttmann suppone essere lo stesso Scopa menzionato da Eliano[11] un contemporaneo
di Ciro il Giovane. Quando la Tessaglia non era unita sotto il governo di un Tago, i comuni soggetti
possedevano una maggiore indipendenza.[12] In tempi più recenti, alcuni stati chiamarono i loro
magistrati ordinari tagoi[13], che potrebbe essere però, come suggerisce Hermann, solo
un'affettazione.

Tuttavia, la Tessaglia non era quasi mai unita sotto un unico governo. Le diverse città
amministravano i propri affari in modo indipendente l'una dall'altra, anche se le città più piccole
sembravano essere spesso "state sotto l'influenza di quelle più importanti"[14]. Quasi in tutte le città,
la forma di governo era aristocratica (regola dinastica piuttosto che isonomia)[15] ed erano
principalmente nelle mani di poche grandi famiglie, che discendevano da antichi re. Così Larissa fu
soggetta agli Alevadi, da cui Erodoto[16] li chiama re di Tessaglia; da Cranon o Crannoni agli
Scopadi e da Farsalo ai Creondi[17] questi signori avevano vaste proprietà coltivate dai Penesti, erano
celebrati per la loro ospitalità e vivevano in modo principesco ospitale, magnifico, il modo di vivere
dei Tessali[18] e le loro corti attraevano molti dei poeti e artisti della Grecia meridionale. Tuttavia, la
comunità della Tessaglia non si adeguò tranquillamente alla regola esclusiva dei nobili. Attriti tra le
due classi sembrano essere sorti presto, e la congettura di Connop Thirlwall[19], che l'elezione di un
Tago, come quella di un dittatore romano, era talvolta usata come un espediente per limitare il
potere dei nobili, appare molto probabile. A Larissa, gli Alevadi fecero alcune concessioni al partito
popolare. Aristotele[20] dice, anche se non sappiamo a che periodo si riferisca, di alcuni magistrati a
Larissa, che portavano il nome di Politophylakes e esercitavano una sovrintendenza sull'ammissione
degli uomini liberi; venivano eletti al di fuori del gruppo di persone condotte in tribunale in quanto
avevano operato in maniera sfavorevole agli interessi dell'aristocrazia. C'erano anche altri magistrati
a Larissa, chiamati Larissopoioi.[21] Oltre alle lotte tra i partiti oligarchici e democratici, c'erano
faide tra gli oligarchi stessi; e tale era lo stato dei partiti a Larissa sotto il governo degli Alevadi,
due generazioni prima delle guerre persiane, che un magistrato veniva scelto di comune accordo,
forse dalla comunanza, per mediare tra le parti (archon mesidios)[22]. A Farsala verso la fine della
guerra del Peloponneso, lo Stato era lacerato da lotte intestine e, per il bene della quiete e della
sicurezza, i cittadini affidarono l'acropoli e l'intera direzione del governo a Polidamante di Farsalo,
che riscosse la fiducia con l'integrità rigorosa.[23]

Nell'estate del 480 a.C., i persiani invasero la Tessaglia. L'esercito greco che sorvegliava la Valle di
Tempe, evacuò la strada prima che il nemico arrivasse. Non molto tempo dopo, la Tessaglia si
arrese. La famiglia tessala degli Alevadi si unì ai Persiani.[24]

Tuttavia, il potere delle famiglie aristocratiche sembrò continuare, scemando un poco, fino alla fine
della guerra del Peloponneso, quando iniziarono ad apparire i movimenti decisamente democratici.
In questo momento, gli Alevadi e gli Scopadi avevano perso gran parte della loro antica influenza.
Fere e Farsala divennero poi i due stati principali in Tessaglia. A Fere, una tirannia, probabilmente
derivante da una democrazia, venne istituita con Licofrone, che si opponeva alle grandi famiglie
aristocratiche con lo scopo di istituire una signoria su tutta la Tessaglia.[25] Quest'ultimo progetto fu
realizzato dal Tago Giasone di Fere, il successore, e probabilmente il figlio, di Licofrone, che stabilì
un'alleanza con Polidamante di Farsala e venne eletto nel 374 a.C. circa. Durante la sua guida, tutta
la Tessaglia fu unita in un unico potere politico, ma, dopo il suo assassinio nel 370 a.C., la sua
famiglia venne smembrata da discordie intestine e non mantenne il dominio a lungo. L'ufficio di
Tago divenne una tirannia sotto i suoi successori, Polidoro, Polifrone, Alessandro, Tisifono e
Licofrone; fino a quando, finalmente, le vecchie famiglie aristocratiche chiesero l'assistenza di
Filippo II di Macedonia, che privò Licofrone del suo potere nel 353 a.C., e restaurò il governo
antico nelle diverse città. A Fere, si dice che abbia ripristinato un governo popolare, o almeno
repubblicano.[26] Il popolo della Tessaglia elesse Filippo 'arconte' Tago della lega tessala a vita;
pochi anni dopo (344 a.C.), egli ristabilì le tetrarchie (o tetradarchie), con l'installazione di
governatori favorevoli ai suoi interessi e che erano probabilmente guidati da membri delle antiche
famiglie nobili.[27] La cavalleria tessala divenne parte dell'esercito macedone e molti tessali presero
parte alle campagne di Alessandro Magno. Alla fine della prima guerra macedone, 197 a.C., sotto
Tito Quinzio Flaminino, la Tessaglia venne dichiarata libera assieme all'Orestide;[28] ma
successivamente venne incorporata nella provincia romana di Macedonia con l'Epirus vetus.

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