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Compito Di Arte
Compito Di Arte
Il sublime rappresenta uno dei caratteri distintivi del Romanticismo. Secondo Burke,
il sublime consiste nell’affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare
solo di fronte a grandiosi spettacoli naturali. Ne è un tipico esempio le Pianure del
Paradiso di Martin. Fortemente legato al concetto di sublime è quello di genio.
Genio è colui che, grazie alla sua sensibilità artistica consente di accedere alla
vertigine del sublime. Nella visione romantica geni si nasce e non si diventa. Da qui
deriva l’inutilità delle esperienze scolastiche e accademiche
IL DISEGNO DI GERICAULT
Al tempo del viaggio in Italia risale Leda e il cigno, ispirato ad una stampa
cinquecentesca. Il disegno è realizzato con una matita nera su carta bruna ed è
colorato con inchiostro bruno e con acquerello azzurro. Il soggetto è trattato in
maniera leggermente sensuale, come se Leda tentasse di scacciare via Zeus,
trasformatosi in cigno. Al soggiorno italiano è riferibile anche Ninfa e Satiro,
eseguito ad inchiostro bruno rilevato a biacca su carta bistro e mostra una ninfa
insidiata da un satiro
La figura si sviluppa lungo una diagonale della tela, secondo una linea spezzata. Il
modello è seduto con la gamba destra piegata e incrociata sotto l’altra. Il busto è
ruotato verso destra e tiene le braccia sollevate. I capelli sono portati in avanti e la
postura è scelta in modo tale da consentire al pittore di studiare i muscoli messi in
azione
L’ALIENATA
La vecchia è resa con gli occhi arrossati e la fronte attraversata da numerose rughe.
Il suo volto è incorniciato dalla cuffia trinata, mentre una sciarpa rossa ravviva il
marrone del pastrano. L’anziana donna ha la testa volta a sinistra mentre lo sguardo
perso nel vuoto, sembra rincorrere un pensiero fisso estraniante. Inoltre
presentando la donna vestita e non nuda, l’artista rivela partecipe la compassione e
assoluto rispetto della dignità di chi soffre
Proprio una lezione sull’uso del colore dava Delacroix con la colorazione della
Cappella dei Santi Angeli nella chiesa di Saint-Sulpice. Il ciclo pittorico comprende
due dipinti murali di ispirazione biblica, un soffitto con una tela raffigurante San
Michele che vince il demonio e quattro vele a monocromo raffiguranti angeli.
Giacobbe lotta con l’Angelo raffigura un episodio dove si narra della lotta notturna
tra Giacobbe e un angelo misterioso. In una verde vallata fra scoscese pareti
rocciose, sono presenti due alberi maestosi e contorti. Sulla sinistra l’angelo e
Giacobbe lottano avvinghiati. Poco lontano da loro, sulla destra, sono raggruppati
degli abiti da viaggiatore e delle armi. La grande moltitudine della gente e delle armi
di Giacobbe è suggerita dal fatto che i primi ad essersi mossi sono lontani e in
prossimità di una svolta della valle. Nel dipinto di Delacroix c’è un’armonia
compositiva di linee e masse che si accompagna ad un uso della tavolozza
ricorrendo a tocchi di colore arbitrario. L’armonia è dunque la scelta definitiva di
Delacroix, non la passione come abbiamo visto con Gericault
DISEGNO DI HAYEZ
L’Aiace di Oileo raffigura la conclusione della storia di Aiace, figlio di Oileo, mostrato
aggrappato allo scoglio sul quale Poseidon lo ha fatto approdare dopo il naufragio. Il
contorno della figura è rinforzato dallo sfumato e da piccoli tratti di matita. Lo studio
per l’Accusa segreta poneva il punto di fuga all’estrema destra, così da mostrare due
arcate del palazzo ducale di Venezia. La soluzione definitiva invece presenta più
spazialità, spostando il punto di fuga dal lato opposto
LA CONGIURA DEI LAMPUGNANI
La congiura dei Lampugnani, eseguito tra il 1826 e 1829, raffigura il momento in cui
tra giovani milanesi, Lampugnani, Visconti e Olgiati sfoderano i pugnali per uccidere
il duca Galeazzo e porre fine alla sua tirannide. I cospiratori sono disposti
diagonalmente su una scalinata alla base della statua di Sant’Ambrogio. A sinistra il
duca fa il suo ingresso nella chiesa, rappresentato correttamente da Hayez. Le
rapide fughe dei gradini e la disposizione dei tre giovani aumentano il pathos della
scena
MALINCONIA
Malinconia venne realizzata tra il 1840 e il 1842 e raffigura una donna in preda alla
malinconia. Essa è presentata in piedi su uno sfondo costituito da una parete in
pietra dai toni color miele. Il braccio destro poggia su un risalto murario, mentre la
mano sinistra si stringe attorno alla destra. Ha la testa inclinata verso destra e il
busto ruotato leggermente verso sinistra; i capelli sciolti le ricadono sulle spalle. Il
petto è attraversato da un cordoncino a cui è appeso un crocifisso. La tristezza è
accentuata dagli occhi che fissano il vuoto, dal naso affilato e dalla bocca piccola con
le labbra serrate. Il tema della fanciulla verrà ripreso da Hayez in una seconda tela
IL BACIO
È senza dubbio l’opera più famosa dell’artista, tanto che venne replicata nel 1861 e
nel 1867. Il bacio che si stanno scambiando i due giovani venne subito interpretato
come un addio dell’amante. Questa interpretazione era favorita dal volto coperto
del giovane, dal piede sinistro poggiante su uno scalino, come se dovesse andar via
in fretta e dal pugnale. Le ombre dei due giovani si stagliano contro una parete di
pietre squadrate. La superficie uniforme dello sfondo è interrotta dal varco
introdotto da una sottile colonnina, a sinistra, e dall’accenno di una bifora sulla
destra. La fanciulla è abbandonata nell’abbraccio e appoggia la mano sinistra sulla
spalla destra dell’amante. I contemporanei danno un’interpretazione politica del
bacio. Infatti l’azzurro della veste con gli sbuffi bianchi, il rosso delle calze e il verde
dell’interno del mantello alludono alle bandiere italiana e francese e l’abbraccio
avrebbe rinviato all’alleanza tra questi due Stati. Il tema del bacio era già stato
trattato in precedenza da Hayez nell’Ultimo addio di Romeo e Giulietta, in cui viene
dipinto Romeo che, con il piede destro appoggiato allo scalino e la mano aggrappata
ad una colonnina, ruota la testa verso Giulietta intento a darle l’ultimo bacio
RITRATTO DI ALESSANDRO MANZONI