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LA LIBERTÀ CHE GUIDA IL POPOLO

Una gran folla di rivoltosi avanza guidata da una giovane donna che sventola il tricolore francese. A terra
giacciono molti cadaveri dei rivoluzionari e sul fondo si alzano i fumi dagli edifici di Parigi. La libertà che
guida il popolo si può considerare la prima grande opera figurativa che rappresenta la passione politica del
popolo e della borghesia francese. Il dipinto si riferisce infatti all’episodio chiamato “Le tre gloriose
giornate” del 1830, quando i parigini insorsero contro il re Carlo X. Marianne che rappresenta la Francia
vittoriosa indossa un berretto frigio, simbolo degli ideali rivoluzionari del 1789. Inoltre le figure che si
schierano a fianco della libertà appartengono a tutte le fasce sociali, il borghese, a sinistra, un giovane del
popolo, a destra, corpi senza vita di operai e soldati. Delacroix dipinse l’opera nel 1830 all’età di 32 anni
essendo nato il 26 aprile del 1798. Il Romanticismo, in Francia, spinse gli artisti a realizzare opere connesse
con la storia e gli avvenimenti a loro contemporanei. La scena è lontana da quelle di natura neoclassica,
composte e razionali. Nel dipinto si osserva infatti la concitazione della rivolta, le emozioni suscitate dal
momento. Inoltre, un gran movimento di folla si sposta verso il primo piano dove le figure sono disposte in
modo teatrale. Anche l’atmosfera creata da luci e colori è fortemente drammatica. Contribuisce a creare
questo clima di concitazione anche lo stile con il quale sono applicate le pennellate, materiche, senza
sfumare l’impasto del colore. Infatti, i contorni e i volumi non sono definiti ma creano una suggestione
luminosa della scena che si avvicina alla resa ambientale dei futuri impressionisti. La tecnica Il celebre
dipinto di Delacroix è realizzato con impasto ad olio su una tela di 260 × 325 cm. Il colore e l’illuminazione
Ne La libertà che guida il popolo predomina un’atmosfera cromatica scura e drammatica. I colori sono terrei
e spiccano in basso le divise blu che coprono i cadaveri dei soldati. I colori più brillanti sono riservati al
tricolore francese verso il quale viene attirato fortemente il nostro sguardo. La luce che illumina la scena
determina un’atmosfera drammatica e proviene da fondo del dipinto. Giunge dall’alto a destra lasciando in
controluce la massa popolare dei rivoltosi. Una luce ideale proviene poi da sinistra e illumina il cadavere a
terra, sulla sinistra, coperto da una camicia bianca, simbolo del sacrificio, e la figura femminile che
rappresenta la libertà. Lo spazio La libertà che guida il popolo è un dipinto ambientato all’aperto. Non è
presente un fondale architettonico quindi lo spazio non è descritto prospetticamente. La profondità è
piuttosto suggerita dalla sovrapposizione dei personaggi che si affollano e procedono verso il primo piano,
dalla prospettiva di grandezza e dalla prospettiva aerea. Anche i colori, man mano che si allontanano sono
più scuri, tendenti al grigio e indefiniti. Inoltre, la definizione delle superfici si fa indistinta come i contorni
delle figure. Infine, il fumo e le nebbie contribuiscono a rendere più efficacemente la profondità ambientale.
La composizione e l’inquadratura I corpi senza vita dei rivoltosi, a terra, in primo piano, costituiscono una
solida base orizzontale, quasi in piedistallo ideale sul quale si innalza la libertà rappresentata dalla Vittoria
che sventola il tricolore francese. Da questa base si alza quindi un triangolo con il vertice sulla mano che
regge la bandiera.

PIOGGIA, VAPORE VELOCITÀ

Nel dipinto Pioggia, vapore e velocità di William Turner è stato immortalato il primo treno a vapore inglese.
L’artista ha dipinto la motrice che trascina il convoglio passando sul ponte di ferro del Tamigi. Per dare
maggiore movimento al dipinto il treno fende un muro di pioggia e diffonde nuvole di vapore. Per Turner fu
di grande ispirazione questa novità tecnologica che permetteva di dipingere un fenomeno atmosferico
simulato. La pioggia il vapore e l’aria spostata dall’avanzare del treno creano un movimento aereo che
permette a Turner di creare una composizione di grande effetto. Turner fu solito cercare situazioni estreme
per trarre ispirazione per i suoi dipinti. Durante una traversata in mare, l’artista si fece legare all’albero della
nave per osservare una tempesta marina in corso. Forse si tratta di una leggenda ma l’aneddoto rende bene
il carattere del personaggio. In Pioggia, vapore e velocità, William Turner utilizzò un turbine di pennellate
accostate per rappresentare il vortice creato dal passaggio del treno. Luce ha una importanza essenziale per
questo molti dei suoi contemporanei consideravano queste rappresentazioni dei guazzabugli da pasticcere.
William Turner nato nel 1775 morto nel 1851 fu un grande protagonista della pittura romantica di
paesaggio. Diversamente da Friedrich e da Constable, la sua natura si trova spesso alle prese con il
progresso umano. Turner era fondamentalmente interessato alla rappresentazione della luce. La luce che
scaturisce dagli accostamenti cromatici e dall’andamento delle pennellate è il soggetto principale dei suoi
dipinti. Come in tanti suoi lavori, anche in Pioggia, vapore e velocità, occorre consultare il titolo per
comprendere il soggetto del dipinto. Il colore e l’illuminazione La natura quindi, per lui è una fonte di
ispirazione per creare composizioni movimentate e rappresentare molteplici composizioni cromatiche. I
colori vengono utilizzati dall’artista per rappresentare al massimo la loro luminosità attraverso accostamenti
di contrasti di chiarezza e di complementari. Il fiume si intuisce in basso, colorato di ocra e bruno. Il cielo è
rappresentato tramite brandelli di azzurro. Lo spazio In questo dipinto, oltre al titolo, il rimando al ponte è
rappresentato dalle linee diagonali scure e dall’arco sottostante. Contribuisce anche la linea che segna,
vagamente, l’orizzonte. La motrice si identifica con difficoltà dalla sua forma frontale. A sinistra si intravvede
la debole sagoma di un altro ponte ad archi. Oltre a ciò, non vi sono riferimenti al mondo reale che possano
permetterci di decodificare l’immagine. William Turner trovò ispirazione nelle vedute di Venezia. Le acque e
i canali della città italiana offrirono molti spunti di ispirazione per suoi dipinti.

IL VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA

Il Viandante sul mare di nebbia, è il dipinto più noto e famoso di Caspar David Friedrich. È considerato il
manifesto della pittura romantica. Oggi, inoltre, è considerato una icona che rappresenta il piacere del
viaggiare. In particolare, è stato adottato dagli amanti della montagna quale espressione della passione che
li spinge a conquistare le grandi vette. Il Viandante sul mare di nebbia fu, già nella sua epoca, considerato un
simbolo del Romanticismo. Friedrich riuscì, infatti, a sintetizzare i principi di questo movimento intellettuale
con la sua opera. Altri lavori dell’artista riprendono temi inseriti nel dipinto ma il Viandante sul mare di
nebbia li unisce tutti in un contesto efficace e comunicativo. Uno dei temi del romanticismo è quello del
viaggiatore, del senza patria. Il viandante è bello e sventurato, un eroe contemporaneo che non porta su di
sé i segni di una bellezza fisica e di una forza classica. Si tratta di un nuovo eroe che è arreso al mondo e al
suo destino e si avventura verso il suo futuro drammatico. Questo profilo psicologico, dal romanticismo in
avanti, sarà adottato per caratterizzare molti protagonisti della narrativa occidentale. I temi rappresentati
nel dipinto sono quelli dell’infinito, del sublime e dello smarrimento empatico attraverso
l’immedesimazione con il paesaggio naturale sottoposto a un importante evento meteorologico. La natura
viene, quindi, assunta come un protagonista vivente, forse, più importante del viandante che rimane di
schiena. La personificazione della natura avviene attraverso l’episodio meteorologico che dà anima e vita al
paesaggio. L’uomo, Il viandante in questo caso, è, indifeso e misero di fronte al meraviglioso infinito
naturale che ha di fronte. Il mare di nebbia rappresenta questa condizione della quale l’uomo romantico ha
consapevolezza. Il viandante si perde così nella contemplazione del mare di nebbia e questa perdita annulla
la sua individualità in una sorta di nirvana esoterico. (E il naufragar m’è dolce in questo mare. Leopardi). Il
romanticismo, declinato secondo i vari ambiti geografici in Europa, si prestò a rappresentare i moti
dell’animo del singolo e i moti nazionalisti di una comunità intera. Nel caso di Friedrich è il singolo, nella sua
debolezza di fronte alla grandezza della natura, ad essere uno dei soggetti dei dipinti. Il Viandante davanti al
mare di nebbia è rivolto di schiena al fine di permettere una identificazione con l’osservatore. Friedrich ci
chiede di essere noi stessi quel Viandante e di perderci nel paesaggio per entrare in empatia con le
emozioni che l’artista ci vuole suscitare. Il viandante non è però un osservatore passivo che subisce una
sorta di sindrome di Stendhal naturale. È piuttosto un contemplativo e attraverso il sentire emotivo riflette
filosoficamente sulla propria natura ed esistenza umana in confronto con la potenza della natura. Lo spazio
Il viandante si trova al centro del dipinto in primo piano. L’uomo è in piedi, appoggiato al suo bastone da
viaggio, su di uno sperone roccioso che domina tutta la parte inferiore del dipinto come fosse il piedistallo di
una statua. Sta, evidentemente, contemplando lo spettacolo naturale romantico e sublime che ha di fronte.
Sotto di lui, oltre lo sperone sale la nebbia che lascia intravedere alcune cime coperte da radi alberi più in
basso. Verso l’orizzonte si aprono nuovi scenari di montagne alte e impervie. Il cielo è denso di nubi verso
l’alto e di strati di nubi più calmi verso il basso che si fondono con il mare di nebbia.
Il colore e l’illuminazione Nonostante la grande massa triangolare dello sperone roccioso e la sagoma nera
del viandante i colori emergono in modo evidente nel dipinto. I colori del paesaggio montano
dell’Elbsandsteingebirge della Boemia, ingrigiti dalla prospettiva aerea di natura leonardesca, si fondono
con i colori caldi del cielo riflessi dalla nebbia in basso. Colori chiari e brillanti sono distribuiti
armonicamente nel cielo e nella nebbia. Blu, rosa gialli molto chiari si mescolano e intensificano il grigio
perla dei vapori che si innalzano verso il cielo. Queste tonalità ci consegnano una sensazione di atmosfera
cristallina e pungente di alta montagna. Sulle rocce abbondano, invece, colori che ricordano la pietra umida,
muschi e licheni. La composizione e l’inquadratura La schiena del viandante, completamente nera, è al
centro delle diagonali del rettangolo dipinto. A lui portano anche le linee oblique dell’orizzonte che dall’alto
scendono verso il centro. La sagoma nera del protagonista viene innalzata dallo sperone roccioso in basso
che funziona come un basamento triangolare. Questo triangolo compositivo ha il suo apice nella testa del
viandante. I triangoli compositivi sono distribuiti nel dipinto e nascosti nelle montagne come cunei grigio
scuri all’orizzonte. A questi triangoli compositivi scuri vengono contrapposti triangoli compositivi chiari. Si
tratta del mare di nebbia in secondo piano che crea due triangoli convergenti verso il centro dell’opera che
si trova, più o meno, all’altezza del cuore del viandante. La natura Romantica e il sentimento nazionalistico

DADAISMO

Tra i movimenti artistici che hanno caratterizzato i primi anni del Novecento il Dadaismo è quello che più ha
estremizzato il concetto di arte e il valore dell’artista. Il Movimento Dada ha sconvolto l’arte dell’epoca,
proponendo una nuova estetica disturbante e provocatoria. Non solo, ha anche cambiato le forme e i mezzi
dell’arte e ha posto le basi per l’arrivo di nuove correnti come il surrealismo. Il Movimento Dada è una
tendenza culturale, iniziata in Svizzera nel 1916 nel pieno della prima guerra mondiale e terminata nel 1920.
Nasce in contrapposizione a tutte le correnti artistiche passate e contemporanee al movimento, tutte
definite con il suffisso -ismi, per questo secondo gli artisti il termine Dadaismo è scorretto e va preferito il
termine Dada. Nonostante sia un movimento particolarmente sviluppato solo tra Svizzera, Francia e
Germania il dadaismo è arrivato velocemente anche in America. Per gli artisti dada il dadaismo non è arte,
perché tutto può essere arte e di conseguenza nulla è arte. Questo pensiero alla base della corrente la
mette in contrapposizione con tutti i movimenti artistici esistiti fino a quel momento, anche i più
anticonvenzionali come futurismo e avanguardie. Il dada è caratterizzato dal rifiuto degli standard artistici,
dall’irriverenza, dalla provocazione e dall’utilizzo di nuove forme d’arte, come il fotomontaggio, il collage, il
ready-made, le registrazioni sonore, la grafica e i manifesti. Gli artisti sono eccessivi, anticonvenzionali e il
loro fine è quello di suscitare scandalo. Fondamentale per gli artisti dada è il rifiuto della guerra, della
cultura occidentale e del passato. La funzione dell’artista e del movimento è quella di distruggere l’arte nella
sua concezione più vecchia ed è proprio questo ad aver posto le basi per la trasformazione del dadaismo nel
surrealismo. È l'uscire fuori dagli schemi.

UNA DOMENICA POMERGGIO

In un parco, sulle rive della Senna, Seurat dipinge la folla domenicale dei parigini. Donne con abiti tipici
dell’epoca e di gran moda che passeggiano riparandosi con graziosi ombrellini. Poi, canottieri che riposano
dopo la competizione e, quindi, bambini che giocano composti. Alcuni animali da compagnia seguono poi i
loro padroni. Una coppia di signori borghesi porta una scimmietta al guinzaglio. La Senna infine scorre a
sinistra e sull’acqua scivolano alcune piccole imbarcazioni. Il Puntinismo fu ideato da Georges Seurat per
proporre un’alternativa formale all’impressione visiva dell’Impressionismo. Una domenica pomeriggio
all’isola della Grande-Jatte inoltre è un dipinto che si basa sulle teorie cromatiche elaborate in ambito
scientifico. L’interesse principale di George Seurat era di approfondire la sua conoscenza sul
comportamento della luce. Seurat inoltre è definito un artista Postimpressionista, quindi, interessato anche
al recupero delle forme nei dipinti. Come gli impressionisti fu interessato ad applicare la ricerca scientifica
condotta sul comportamento della luce. Diversamente da loro, invece, attuò il recupero di un preciso
contorno per creare forme più definite. Il puntinismo che caratterizza la sua tecnica si basa
sull’accostamento di punti di colore puro sulla tela. Le figure quindi sono ben circoscritte dalla vicinanza dei
puntini. Il colore e l’illuminazione I colori delle campiture che contengono le forme sono, poi, la risultante
dei diversi puntini colorati secondo le mescolanze indicate dalla teoria cromatica dei primari e dei
complementari. Infatti, sulla totalità dei colori emerge il verde chiaro e brillante del prato illuminato dal sole
e il verde scuro delle zone d’ombra. In alto il cielo è coperto dalla chioma verde scura dei numerosi alberi
che ricoprono il parco. La Senna è di un bel blu pieno di riflessi, mentre gli abiti dei parigini creano macchie
di colore sparse tra gli alberi. Le forme vengono messe in evidenza da contrasti di chiarezza e di
complementari. Lo spazio Lo spazio e la profondità sono costruiti mediante la sovrapposizione delle forme e
la progressiva diminuzione delle dimensioni degli oggetti. La composizione e l’inquadratura Il corso della
Senna crea un taglio compositivo sulla sinistra mentre i tronchi degli alberi scandiscono lo spazio come le
colonne di un edificio. Inoltre, questo quadro, con Bagnanti ad Asnières, sembrerebbe appartenere a un
unico quadro all'interno del quale un fiume divide l'intera società in due parti opposte, da una parte come
ben visibile ci sono i nobili, dall'altra i Canottieri, non altro che lavoratori.

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