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Classe III A

Vittorio Paone

“IL BELLO E IL SUBLIME”


DEL ROMANTICISMO
TEORIA DEL SUBLIME

 • La riflessione sul Sublime nasce in


Inghilterra e in Germania
 • Nel 1757 Edmund BURKE pubblica il
trattato “A Philosophical Enquiry upon the
origin of our ideas of the sublime and
beautiful" (Un’indagine filosofica sull'origine
delle nostre idee di sublime e di bello),
sostenendo per la prima volta il primato del
Sublime sul Bello.
EDMUND BURKE (1729-1797)

 Politico, filosofo,
scrittore britannico
di origine irlandese.
La sua opera
interessò Denis
Diderot e Immanuel
Kant.
 Il concetto di Sublime è correlato e
contrapposto a quello di Bello
 è Sublime “tutto ciò che può destare idee di
dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un
certo senso terribile o che riguarda oggetti
terribili, o che agisce in modo analogo al
terrore”
 • il Sublime è “l'orrendo che affascina”
 La natura, nei suoi aspetti più terrificanti,
come mari burrascosi, cime innevate o
eruzioni vulcaniche, diventa dunque la fonte
del Sublime perché “produce la più forte
emozione che l'animo sia capace di sentire”
 • un'emozione però negativa, non prodotta
dalla contemplazione del fatto in sé, ma dalla
consapevolezza della distanza insuperabile
che separa il soggetto dall'oggetto.
Joseph Wright Il Vesuvio in eruzione, 1774, Derby, Museum and Art Gallery
L’incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni”
William Turner
 Il quadro è stato realizzato da William Turner il 16 Ottobre 1834, ritraendo
dal vivo questo tragico incidente che distrusse nella notte tra il 16 e 17
Ottobre 1834 la Camera dei Lord e la camera dei Comuni . William Turner
si trovava a distanza, ed insieme ad altri allievi dell’Accademia Reale
riuscì a realizzare qualche bozzetto dello spettacolare incendio da diversi
punti di vista, riuscendo a spostarsi agilmente grazie all’ausilio di una
barca e muovendosi a piedi ove possibile.
Questo incendio delle camere dei lord e comuni Turner riassume molte
delle caratteristiche del Romanticismo:
 Il sublime è rappresentato dalla nuvola generata dal fuoco e che pian
piano sta coinvolgendo tutto l’ambiente
 Il terrore misto allo stupore è rappresentato dalle reazioni del pubblico, il
quale ha paura della forza dell’incendio e nel contempo ammira la
grandissima potenza della natura
Immanuel Kant
(1724-1804) “Critica del gi
udizio” del
 1790
Contrappone al bello il sublime
• Bello è ciò che è equilibrato e armonico
• Sublime è ciò che è eccessivo e che supera la
misura umana
• “Sono belle le aiuole di un giardino, sublimi le
alte querce; bello è il giorno, sublime la notte”
Distingue

 il sublime dinamico espressione della potenza annientatrice


della natura, di fronte alla quale l'uomo prende coscienza del
limite . Appartengono al sublime dinamico i fenomeni
spaventosi quali gli uragani o le grandi cascate.
 il sublime matematico che nasce dalla contemplazione
della natura immobile e fuori dal tempo. Appartengono al
sublime matematico gli spazi a perdita d'occhio del deserto,
dell'oceano e del cielo.
 • La contemplazione del sublime induce la mente a
prendere coscienza del proprio limite razionale e a
riconoscere la possibilità di una dimensione sovrasensibile,
da esperire sul piano puramente emotivo.
Joseph Mallord William Turner, Bufera di Neve: Annibale e il suo esercito
attraversano le Alpi (Snow Storm: Hannibal and his Army Crossing the Alps), 1812,
olio su tela, cm 146 x 237,5. Londra, Tate Britain
ANALISI DELL’OPERA

 Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi è la


rappresentazione di una sconfitta. William Turner raffigura
i soldati che soffrono per una decisione presa contro le
forze della natura.
 Come un’onda gigantesca e nera la natura si abbatte
dall’alto su Annibale e il suo esercito.
 Interpretazioni Nel dipinto di William Turner, invece
Annibale è alle prese con la forza della natura che
inevitabilmente lo vince. Inoltre l’artista rappresenta i
soldati, umili vittime della situazione. Annibale non è
rappresentato ed è considerato l’artefice del disastro
umano. 
La bellezza suscita un sentimento d
i semplice
piacere
  Il Sublime provoca un’emozione molto più
intensa, una sorta di “orrore dilettevole”:
dalla paura e dall’angoscia deriva un
sentimento complesso fatto di repulsione e di
attrazione
 • I fenomeni naturali intensi spaventano e
affascinano, fanno sentire la sproporzione tra
l’immensità della natura e la piccolezza
dell’uomo: evocano l’infinito
Caspar David Friedrich, Monaco in riva al mare (Der Mönch am Meer), 1808-
1810, olio su tela, 110 x 171,5 cm. Berlino, Alte Nationalgalerie
ANALISI DELL’OPERA

 "È un paesaggio marino, di fronte a una spiaggia


sabbiosa arida, poi il mare increspato e così l'aria. Un
uomo vestito di nero cammina pensieroso sulla spiaggia;
I gabbiani volano intorno a lui, urlando ansiosamente,
come per avvertirlo di non avventurarsi nel mare
turbolento". In quanto opera esemplare della poetica
dell’artista in Monaco in riva al mare si ritrova la poetica
del sublime. La poetica del Romanticismo infatti, come
interpretata da Friedrich, contrappone l’immensità della
natura alla finitezza dell’uomo che però si rende
consapevole della propria natura e della propria
grandezza spirituale.
 Senso del precarietà della vita umana
• Nitidezza visiva
• Sentimento del sublime: vastità degli spazi
privi di limiti
• Margine di mistero, figura umana in solitudine
di fronte all’immensità
• Unione uomo-natura rappresentazione di
un’anima universale
• Tensione verso l’infinito
Caspar David Friedrich, Viandante davanti al mare di nebbia, 1818 circa, olio su
tela, 95 x 75 cm. Amburgo, Kunsthalle
ANALISI DELL’OPERA
 Il Viandante sul mare di nebbia (Der Wanderer über dem Nebelmeer), è il
dipinto più noto e famoso di Caspar David Friedrich. È considerato il
manifesto della pittura romantica.
 Uno dei temi del romanticismo è quello del viaggiatore, del senza patria. Il
viandante è bello e sventurato, un eroe contemporaneo che non porta su
di sé i segni di una bellezza fisica e di una forza classica. Si tratta di un
nuovo eroe che è arreso al mondo e al suo destino e si avventura verso il
suo futuro drammatico. 
 I temi rappresentati nel dipinto sono quelli dell’infinito, del sublime e dello
smarrimento.
 L’uomo, Il viandante in questo caso, è indifeso e misero di fronte al
meraviglioso infinito naturale che ha di fronte. Il mare di nebbia
rappresenta questa condizione della quale l’uomo romantico ha
consapevolezza. Il viandante si perde così nella contemplazione del mare
di nebbia.
L’uomo romantico si sente parte integrante
della natura e vi si immerge profondamente,
personalizzandola, modificandola in funzione
dei propri stati d’animo e delle proprie
necessità espressive
• Alle ambientazioni chiare e definite del
repertorio neoclassico si preferiscono le
ambientazioni fosche, lunari, ricche di
riferimenti simbolici, magici e misteriosi
Caspar David Friedrich, Un uomo e una donna in contemplazione
della luna, 1819, olio su tela, 34 x 44 cm. Berlino,
Alte Nationalgalerie
ANALISI DELL’OPERA

 Nel periodo Romantico questo soggetto era piuttosto diffuso


poiché si prestava a rappresentare la notte come momento
di meditazione spirituale. Il dipinto offre una lettura religiosa
alludendo alla luce di Cristo che illumina l’umanità. Friedrich
utilizza, infatti, immagini simboliche per rimandare a
concetti religiosi. La quercia sradicata rimanda, così, al
passato pagano. L’albero coperto di foglie che protegge la
coppia di spalle, invece, è il presente cristiano. Nella
letteratura artistica si trovano altre interpretazioni del
dipinto. Alcune alludono alla morte contro la vita, la vecchiaia
contro la speranza. I dipinti di Friedrich, molto allusivi si
prestano a varie interpretazioni filosofiche e spirituali.
Al concetto di sublime è legato que
llo di genio

 
• Il genio è colui che grazie alla sua sensibilità
artistica e ai mezzi tecnici con i quali sa
tradurre l’intuizione in opera compiuta, ci
consente di accedere alla vertigine del
sublime
TEORIA DEL PITTORESCO 

• Basata sull’idea di un’interazione positiva tra


uomo e natura, intesa nei suoi aspetti più
gradevoli e suggestivi
• Si recupera una dimensione spontanea, libera,
irregolare e persino selvaggia della natura
L’artista romantico

• Riscopre la fantasia, l’irrazionalità, il


sentimento, l’ingenuità e una fusione più
intima tra uomo e natura
• È un creatore libero, simile a Dio, è
insofferente delle regole, delle convenzioni
• Aspira all’assoluto, a cogliere il nesso
profondo delle cose perché tutto è collegato
e tutto è simbolo
Gli artisti sono accumunati da:

• attivismo culturale
• riscoperta delle proprie radici storiche, etniche
e nazione
• recupero dell’espressione artistica del passato
(Medioevo) e attenti alla riflessione
storiografica
• dissidio interiore tra aspirazione all’infinito e
l’amara consapevolezza dell’impossibilità di
realizzare questo desiderio
 Da struggimento, malinconia e tristezza
interiore
 dall’ironia graffiante verso la realtà
circostante e dall’ansia di intervenire sulla
società
 dalla volontà di utilizzare l’arte non per
ricercare il bello ideale, ma per cogliere ciò
che è oltre le apparenze, il caratteristico,
l’individuale e l’eccezionale
Tra le arti visive i romantici
preferiscono la
pittura
 perché è più libera e immediata, meno
materica • Studio e misura dei rapporti tra
luce e ombra e dei colori tra loro: ridefinizione
dei valori luministici e cromatici. Ha grande
importanza il colore • C’è un nuovo interesse
per l’osservazione del reale
Componente religiosa: la natura
parla in maniera misteriosa

 e cifrata il linguaggio di Dio: “il divino è


ovunque anche in un granello di sabbia”
 Scopo dell’arte non è riprodurre l’ambiente
naturale, ma il sentimento. “Compito
dell’artista non è la rappresentazione fedele
di aria, acqua, rocce, ma riconoscere lo spirito
della natura, comprenderlo e renderlo con
tutto il cuore
Citazione di Immanuel Kant..

…”In realtà, ciò che noi, preparati dalla cultura,


chiamiamo sublime, [...] è per l'uomo rozzo
semplicemente terribile. Questi, in quelle
manifestazioni dell'impero devastatore della
natura e della sua grande potenza, di fronte a
cui il suo potere si riduce a niente, non vedrà
che il disagio, il pericolo, l'affanno, che
colpirebbe l'uomo che vi sarebbe esposto.”

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