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AVANGUARDIA E TRADIZIONE

SECOLO DITALIA

DOMENICA 19 FEBBRAIO 2012

DOMENICA 19 FEBBRAIO 2012

SECOLO DITALIA

AVANGUARDIA E TRADIZIONE

A 25 ANNI DALLA MORTE DELLARTISTA LIMPATTO


RIVOLUZIONARIO DELLE SUE OPERE RESTA INSUPERATO COS COME LA SUA CAPACIT DI PROVOCARE

DOPO ALEXANDROS VALERIO MANFREDI PUNTA SU ULISSE


Alberto Pezzini
o scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi ha annunciato che il suo prossimo libro sar dedicato a Ulisse e avr come titolo Il mio nome Nessuno. In realt, lidea deve essergli frullata in testa gi dal mese di luglio del 2011, quando aveva cominciato a presentare la gura di questo piccolo, ma affascinante re delle isole occidentali, nei giardini di Modena. Andando ancora pi a ritroso, Manfredi aveva dedicato qualche frammento televisivo su La7 al leggendario Odisseo, come lo chiamano i Greci e come se ne insegna la dizione corretta in ogni liceo classico che si rispetti. Larcheologo Manfredi deve essere rimasto vittima di una specie di incantamento storiograco, una sottile malia che attraverso i secoli deve averlo colpito al cuore. Daltro canto, allarcheologia il Nostro deve un po tutto. diventato uno scrittore famoso, acclamaI CHIAMER L MIO to veramente, da quando NOME ESSUNO nel 1998 nato allorizzonte letterario con un libro intiDEDICATO A DISSEO tolato Alexandros. Il glio IL PROSSIMO ROMANZO del sogno, il primo dedicato alla gura di Alessandro DELLO SCRITTORE Magno, seguito poi dagli E ARCHEOLOGO altri volumi, tasselli indispensabili di una vita tra-

ANDY WHAROL, LA POP ART COME STILE DI VITA


Alberto Samon
ono passati venticinque anni dalla morte di Andy Wharol, eppure la portata rivoluzionaria delle sue creazioni resta tuttora per molti aspetti insuperata. Egli, infatti, tra i fautori della Pop art, ne ha interpretato lo spirito in modo non solamente artistico o culturale, ma trasformando una corrente creativa in uno stile di vita a trecentosessanta gradi. Lo stile della ripetitivit, della riproduzione seriale dellopera come se fosse un prodotto di consumo, ha ispirato la sua arte, le sue creazioni e lidea stessa di atelier, non pi visto quale bottega dellartista, ma come catena di montaggio, in cui ciascuno ha un ruolo e tutti producono in serie per lottenimento dei prodotti richiesti. La riproduzione uniforme e in serie delle immagini diventa per Wharol occasione per esprimere lamerican way of life tradotto nelle sembianze artistiche. La societ di massa, in cui vige lanonimato e nella quale lunica legge quella del consumo e dei prodotti stessi da consumare per lui la grande musa ispiratrice contemporanea, alle cui sembianze fare riferimento per decodicarne lessenza ed esprimerla attraverso il linguaggio dellarte. Anche il colore utilizzato per le sue opere al tempo stesso deformanti specchi della realt e manifesti ultrarealisti dellet contemporanea non mai soave e armonioso, ma sgargiante e marcato, con una vivacit cromatica, ripetuta anche questa in serie, che rivela come pure limmagine dellessere umano sia riproducibile serialmente, ma, alternandone i colori, questa ponga un conitto con larmonia, proprio come farebbe un fulmine a ciel sereno. Nascono cos le serie di ritratti in cui gurano personaggi celebri, quali Marilyn Monroe, Elvis Pre-

sley, Mao Tze Tung, Che Guevara. La riproduzione meccanica dei propri soggetti sublima se stessa nellelevazione degli oggetti di consumo a vere e proprie opere darte. E cos, le lattine e le bottigliette di Coca cola o i barattoli di latta delle zuppe Campbells assurgono a capolavori artistici, come espressioni prime della societ di massa, la medesima societ dei consumatori, nella quale ai paesaggi, alle nature morte, ai panorami e ai ritratti tradizionali, sono sostituiti i prodotti usa e getta, veri emblemi della democrazia del secondo dopoguerra. Anche larte, dunque, al pari dei prodotti, pu e deve essere consumata.

La societ di massa, nella quale lunica legge quella del consumo, per lui la grande musa ispiratrice, alle cui sembianze fare riferimento per decodificarne lessenza
Immortalando i beni di consumo Wharol imprime cos anche una svolta dal punto di vista losoco-ideologico rispetto al rapporto con la societ capitalista, poich anche i pi poveri possono bere la medesima coca cola consumata da una star del cinema o dal presidente degli Stati Uniti. Dagli spunti che egli offre ne consegue che la democrazia stessa un prodotto da usare e gettare, poich questo leffetto pi immediato dei processi di democratizzazione propri di una societ di massa. Wharol per non uno dei tanti contestatori che a partire dagli anni Sessanta si sono scagliati contro la societ americana, riutandone i meccanismi;

il suo ruolo semmai di stare nella mischia, di vivere la societ dal suo interno, dal suo intimo, di provocare per esaltare, per meglio denire e per scontornare la realt sociale e i suoi costumi. La moda poi lespressione di ci che esprime la contemporaneit e non un caso che in quegli anni egli collabori con alcune fra le riviste pi modaiole del tempo che riettono a pieno lessenza della Grande Mela, quali Vogue e Glamour. La stessa Factory da lui costituita quale laboratorio per le proprie creazioni la sintesi del lavoro capitalistico, che permette a un loft di un anonimo edicio al centro di Manhattan di divenire spazio collettivo e creativo al tempo stesso. A questo proposito, non un caso che il musicista John Cale, tra i fondatori dei Velvet Underground, affermi che la linea di assemblaggio delle serigrae aveva luogo proprio alla Factory; e mentre una persona produceva una serigraa, qualcun altro poteva girare un provino. Ogni giorno si faceva qualcosa di nuovo. Si tratta di uno spazio le cui regole assomigliano in tutto e per tutto alla societ contemporanea, con i suoi vizi e i suoi meccanismi, ma con la differenza sostanziale che le ipocrisie e i falsi moralismi sono banditi. Ed cos che la pornograa, la droga e loscenit divengono pane quotidiano per gli artisti e i frequentatori della Factory, che assume il ruolo di un luogo in cui artisti, intellettuali, tossicodipendenti, attori di pellicole a luci rosse, travestiti e personaggi di varia natura possono esprimere se stessi, plasmati nel meccanismo di produzione messo in atto dal demiurgo Wharol. Meta di pellegrinaggio di star e personaggi della moda e dello spettacolo, la Factory diventa anche set privilegiato in cui Andy Wharol sperimenta la propria arte cinematogra-

ca. Anche qui domina lelemento della ripetizione. Nascono cos gli screen test, lmati, in cui sono ritratti i visitatori del loft newyorkese, i quali vengono ripresi con uno sfondo nero alle spalle e per mezzo di una telecamera ssa. Laccordo con il regista che il personaggio di volta in volta testato non debba sbattere le palpebre e ssi la telecamera per un tempo di circa tre minuti: una scelta, questa, che viene motivata con la necessit di lasciare girare il nastro, lasciando che il comportamento di ciascuno degli ospiti si manifesti liberamente. Alla Factory, poi, vengono girati molti altri lm che prima di essere mostrati al pubblico sono offerti in visione agli stessi partecipanti. Accade a volte che i teatri si riutino di ospitare le proiezioni pi spinte e in tal caso, confermando il provocatorio modus operandi di Wharol, questi decide di offrirli in visione per sale di cinema porno. Tra le altre sue provocazioni c la celebre banana disegnata per la copertina di esordio dei Velvet Underground, che negli anni sarebbe diventata il simbolo stesso della band. E ancora, la ripetizione seriale di immagini aventi come oggetti incidenti stradali o strumenti di morte come la sedia elettrica. Da notare, a questo proposito, che gi la prima serie di opere di Wharol, intitolata Death and Disaster, un vero e proprio pugno sullo stomaco al politically correct, perch ispirata a un incidente aereo avvenuto nel 1962, in cui perirono centoventinove persone. Lultima sua opera la celebre Last supper, tratta dallUltima Cena di Leonardo da Vinci, che Wharol realizza nel 1987 poco prima della propria morte e che in quello stesso anno viene esposta a Milano nella sede di un istituto di credito che si trova proprio di fronte al refettorio che ospita loriginale Cenacolo di Leonardo.

scorsa in mezzo alle battaglie ed alla leggenda. Valerio Massimo Manfredi che continua a conservare un look decisamente omerico, con quei capelli bianchissimi che danzano sempre nel vento nato allo scrivere grazie al suo pallino archeologico. Fisso. Che lo ha portato a Itaca, in mezzo al mare, sulle tracce di Ulisse o Odisseo. Lha denito un piccolo Re, straziato da una profonda, inesausta voglia di conoscere. Il vizio di Ulisse questo, la sua volont di vita vissuta con una chiave speciale, quella della curiosit che apre tutte le porte ma pu anche spalancare baratri pericolosissimi. Il nostro scrittore onesto, per, in questa specie di ricerca storiograca che cerca sempre di effettuare prima di avventurarsi in un lavoro dove la letteratura a volte gli prende un po la mano. La domanda cruciale che si posto se un uomo come Odisseo sia potuto esistere davvero. La risposta per quanta prudenza possa contenere stata naturalmente positiva. Daltro canto lOdissea, un poema unico nel suo genere che pone al centro della sua trama il fattore uomo, rappresenta un documento veramente ricco di fonti e testimonianze. Dentro quelle leggende avventurose che compongono la storia, ci sono le parole, prima di tutto, vere arche di sapienza, nelle cui radici a volte si pu leggere in controluce tutta una storia. Poi vengono gli oggetti, enumerati, contati, descritti, e quindi i costumi di quel tempo, anchessi non solo cantati in versi ma indicati e quasi dipinti con rara minuziosit. effettivamente possibile che un piccolo re di quelle isole abbia potuto vivere una vicenda personale cos come quella narrata nellOdissea? La storia ci offre delle conferme. Daltro canto, la storia di un uomo che parte per una guerra, torna a casa e trova la moglie insidiata dai pretendenti al trono che oltretutto gli stanno divorando tutte le sostanze come un branco di cani famelici, e compie una strage, deve essere stata talmente memorabile da restare impressa nella memoria collettiva. Tanto da nire dentro i canti dei poeti. Anche per la sua sete di conoscenza, tipica delluomo in generale, cos come lastuzia che lo aiuta ad evadere da ogni situazione difcile. Ci che Ulisse si porta appresso una specie di maledizione terrena: voler sapere tutto, voler conoscere ogni lato della vita, non volersi dare un limite terreno ben preciso. Non sa che la conoscenza come bere il mare. Per quanta acqua hai bevuto, resterai sempre un assetato maledetto. Cos come Manfredi stesso. Un errabondo e sitibondo ricercatore di antiche storie, che poi alla ne tornano sempre da dove sono nate: dalluomo.

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