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ANNIVERSARI ILLUSTRI

SECOLO DITALIA

DOMENICA 1 APRILE 2012

DOMENICA 1 APRILE 2012

SECOLO DITALIA

APPENA USCITI

Giovanni Papini

VINTILA HORIA A VENTANNI DALLA MORTE


ANCORA UN AUTORE PROSCRITTO. SEPPE INVECE INTERPRETARE CON ACUME LA CRISI SPIRITUALE DELLOCCIDENTE
Nel suo romanzo La settima lettera Horia d voce a Platone e al suo sogno di realizzare una citt ideale

CON ORIGINALS LE OPERE PRIME TORNANO IN LIBRERIA


Igor Traboni
ltro che il ricorso allebook: c una casa editrice che punta forte sui libri di una volta, ma soprattutto come una volta. Parliamo della Mattioli 1885, una di quelle sigle solo apparentemente minori che invece ha dalla sua un catalogo di rilievo, successi discreti tra scoperte e riscoperte e una buona visibilit in libreria (ce ne siamo accorti di persona frequentando pi volte alcuni punti vendita, laddove evidentemente i librai sanno ancora distinguere tra il prodotto di qualit e la paccottiglia delle starlette tv e dei comici di una stagione sola). Lidea della Mattioli, che ha sede in quel di Fidenza tra una distesa di alberi di ciliegio e la marea umana del vicino outlet, quella di riproporre alcuni grandi classici della letteratura internazionale nella veste graca originale. Proprio come comparvero la prima volta in libreria. Non a caso la collana si chiama OriA CASA EDITRICE ginals ed destinata a diATTIOLI ventare un cult tra i biblioli, ma anche tra i cultori PROPONE I GRANDI di buona letteratura che CLASSICI DELLA hanno voglia di riscoprire LETTERATURA NELLA VESTE autori e testi spesso colpevolmente dimenticati. GRAFICA ORIGINARIA Lidea ora realt con luscita del primo dei quat-

VINTILA HORIA, L ESULE CHE FECE DI OVIDIO UN EROE MODERNO


Jean-Paul Sartre era un estimatore di Dio nato in esilio

Alberto Samon
l prossimo 4 aprile ricorre il ventesimo anniversario della morte di Vintila Horia, scrittore rumeno, la cui esistenza stata contrassegnata dallesilio sia quale metafora narrativa che come destino subito nella vita reale. Nel secondo dopoguerra le sue opere sono state messe allindice le e ancora oggi restano quasi introvabili, in quanto il mondo intellettuale progressista ha ritenuto di dover esiliare Horia dal panorama culturale europeo, proprio come aveva fatto la Romania comunista nel 1944, iniggendogli una condanna a morte per le sue idee e spingendolo, cos, ad abbandonare per sempre la sua terra. E il tema della separazione e delle pene subite dagli esiliati al centro della sua opera pi importante, intitolata, appunto Dio nato in esilio, che si presenta come un diario immaginario tenuto dal poeta Ovidio, esiliato a sua volta da Augusto. Nelle pagine di questo diario emerge la forza espressiva di Horia, accompagnata da un desiderio di giustizia e di libert che attraversa il tempo e accomuna Ovidio allo stesso scrittore rumeno. La giustizia rivendicata da Vintila Horia , dunque, quella di una voce costretta ad abbandonare la propria terra a causa della discriminazione ideologica. La Romania comunista, infatti, non perdon mai allo scrittore lavere ricoperto, durante il secondo conitto mondiale, delicati incarichi di ambasciatore prima a Roma e poi a Vienna per conto del governo guidato da Ion Antonescu, alleato delle potenze dellAsse e in guerra contro lUnione Sovietica. Laccusa mossa nei suoi confronti era anche quella di avere espresso giudizi pi che lusinghieri verso il fascismo, non soltanto nel periodo in cui svolse incarichi diplomatici, ma anche prima, quando scriveva sulla rivista Sfarma

Piatra, dove aveva pubblicato un lungo articolo emblematicamente intitolato Il miracolo fascista. Dopo la condanna inittagli dalla dittatura rumena, per sfuggire a morte sicura lo scrittore ripar in Italia, dove divenne amico di Giovanni Papini. Quindi si trasfer in Argentina, per poi, nel 1953, fare ritorno in Europa, nella Spagna guidata dal Caudillo Francisco Franco, dove trascorse la seconda parte della sua vita, insegnando letteratura comparata. Legato alle tematiche sulla spiritualit, Vintila Horia fu anche in rapporti dialettici con un altro grande rumeno, lo storico delle religioni Mircea Eliade, che dopo la guerra si era trasfe-

Il suo capolavoro Dio nato in esilio racconta i tormenti di chi lontano dalla patria. A causa del suo anticomunismo lo scrittore non pot per ritirare lambito premio Goncourt
rito a Parigi e che, anche grazie a lui, approfond i riferimenti esoterici del pensiero di Julius Evola. Nel 1960 fu pubblicato Dio nato in esilio, con il quale, grazie anche alle positive parole spese da Jean-Paul Sartre, Horia vinse il celebre Premio Goncourt, il pi noto riconoscimento letterario francese. A quel punto, dopo lavvenuta assegnazione del premio da parte dei giudici, la propaganda marxista francese, con in testa il quotidiano comunista LHumanit mont contro lo scrittore rumeno una volgare e violenta campagna denigratoria a causa dei suoi trascorsi fascisti, che sort gli effetti desiderati, per-

ch il Goncourt non gli venne mai consegnato. Pare in realt che la campagna di stampa fosse stata montata ad arte, dopo il vano tentativo dello stesso governo comunista rumeno di avvicinare Vintila Horia a seguito della vittoria del premio. Quel che avvenne che, in pratica, lo scrittore si sarebbe riutato categoricamente di farsi fotografare insieme al funzionario addetto alle relazioni culturali dellambasciata rumena a Parigi: un riuto pagato a caro prezzo, perch a quel punto il governo di Bucarest avrebbe imbeccato la stampa di estrema sinistra, pilotando lattacco mediatico contro di lui. Si ripet per Vintila Horia si pu leggere nel risvolto di copertina delledizione italiana di Dio nato in esilio pubblicata nel 1961 dalle Edizioni del Borghese la discriminazione gi usata con i militari e gli intellettuali tedeschi: quelli che hanno aderito al comunismo sono illibati e stimabili, chi si riuta di farlo reprobo. Nessuno, nel trambusto dello scandalo, ha parlato del libro come meritava. E qui attende il lettore la maggiore delle sorprese. Nellimmaginario diario del poeta Ovidio esiliato da Augusto nel paese dei Geti, lautore esprime la pena, i terrori dellesilio, che egli pure ha conosciuto, ma spogli di ogni miseria contingente. Fra i suoi libri pi noti pubblicati in italiano Gli Impossibili, La settima lettera (rievocazione in prima persona del tentativo di Platone di realizzare in Sicilia la sua citt ideale), Guida alla lettura di Ovidio, Diario di un contadino del Danubio, La donna dellApocalisse e Il cavaliere della rassegnazione. Anche in questultimo libro curato da Franco Cardini nelledizione italiana pubblicata nel 2009 da Il Cerchio presente la metafora dellesilio della cultura rumena a causa dellideologia marxista e dello stalinismo ed rappresentato il delicato tema della difesa della

storia e dellidentit europea. stato solo grazie al romanzo di Vintila Horia, Dio nato in esilio scriveva gi nel 2005 la giornalista e scrittrice Lidia Sella sulla rivista lUomo libero che Ovidio approdato alla modernit con tutto il suo carico di straziante, dolcissima umanit. Attraverso i patimenti di Ovidio, Horia ci descrive lesilio come un inferno esistenziale, dove la nostalgia resa ancor pi pungente dal senso atroce e doloroso di un distacco denitivo. Un tormento che, comunque, non si rivela ne a se stesso. Vintila Horia fu acuto osservatore della crisi della modernit, rimanendo sempre immune rispetto alle parole dordine e alle ipocrisie che circolavano in Europa a partire dagli anni Cinquanta, ancorandosi a quei saldi principi spirituali che matur proprio grazie al sacricio personale e allesilio. Eppure, nonostante gli indubbi meriti narrativi e storici, per lo scrittore rumeno non ancora giunto il tempo di un doveroso riconoscimento, ancorch tardivo, per il contributo che la sua opera ha dato alla cultura europea. Con un curriculum cos sottolineava ancora Lidia Sella difcile sperare che Horia avesse accesso ai sancta sanctorum della cultura occidentale, inespugnabili fortini del politically correct. Ecco perch i suoi libri sono stati messi allindice. Unulteriore umiliazione, insomma. Bench postuma. Eppure un premio di consolazione Horia se lo sarebbe davvero meritato, almeno post mortem. La sorte, con lui, non fu certo troppo generosa. Unesistenza poco fortunata la sua. Epilogo compreso. Morendo in esilio. Proprio come il suo amato Ovidio. Dopo la caduta del regime comunista di Ceausescu, Vintila Horia aveva, infatti, espresso il desiderio di tornare in patria, ma poco tempo dopo si ammal morendo nellaprile del 1992.

L M

1885

tro titoli di questo 2012 di Paolo Cioni, che della Mattioli un po lanima, soprattutto del lone narrativo. La casa editrice emiliana, infatti, ha il suo nucleo fondante nei testi di medicina, e scientici pi in generale, ma spazia nella narrativa che un piacere, grazie a questo giovanotto un po timido che, tra unidea editoriale e laltra, ha esordito pure lui nella narrativa con Ovunque al mio anco, romanzo originale di qualche stagione fa, molto apprezzato da pubblico e critica, che oramai merita una seconda prova. Ma torniamo alla collana Originals, uniniziativa che permette anche di riscoprire il libro come oggetto piacevole, oltre ovviamente al contenuto dello stesso. Il primo titolo, uscito da pochi giorni, Il giorno della locusta di Nathanael West. E mai scelta ci sembr pi azzeccata, non solo per la forza dirompente della scrittura di West (qui al suo massimo e resa ancora pi efcace dallottima traduzione di Nicola Manupelli) ma proprio perch ci troviamo davanti a un libro che rischiava di restare chiuso nella galleria degli orrori dei testi pi citati che letti. Grazie a questa collana, invece, abbiamo ora la possibilit di immergerci negli States della Grande Depressione, alla falde del sogno, ma soprattutto dellillusione, della fabbrica dei sogni del cinema rappresentata da Hollywood. E nel viaggio ci accompagna Tod Hackett, il protagonista del romanzo, un uomo fondamentalmente solo che cerca di riempire la sua vita con i personaggi del cinema, altro coacervo di solitudini e individui perdenti. E che ora la Mattioli 1885 ci restituisce nella originalit della prima edizione, quella uscita negli Stati Uniti nel 1939 per i tipi della Random House. La collana Originals si prepara poi a snocciolare altri titoli tali da entusiasmare i biblioli: La signora Dalloway di Virginia Woolf; Cuore di tenebra di Joseph Conrad; Huckleberry Finn di Mark Twain; Il richiamo della foresta di Jack London. Peraltro, si tratta di autori che leditore emiliano da anni sta riscoprendo con pazienza, anche e soprattutto con testi meno noti al grande pubblico. Prendiamo London: in catalogo c anche un imperdibile Burning Daylight, storia di un mitico cercatore doro dellAlaska, che diventa poi metafora delle bassezze umane: prima onesto e pezzo di pane, poi spregiudicato negli affari quanto avr di che metterne in pratica. Daltro canto, alla Mattioli certe incursioni sono di casa. Uno degli ultimi libri di successo ad esempio, Lascensione di Roberto Baggio di Matteo Salimbeni e Vanni Santoni: titolo e copertina a nostro giudizio n troppo dissacranti, ma un libro che si fa romanzo delle gesta di un campione dentro e fuori dal campo.

Virginia Woolf tra gli autori che saranno riproposti nella collana Originals. In alto Jack London

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