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Claudio Caprara: Agenore Incrocci

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Claudio Caprara
Questo un Blog di appunti sparsi: servono a poco, ma mi divertono. Non ci sono altre ambizioni. Da un po' di tempo evito di ritagliare i giornali e butto qui le cose che mi colpiscono. Grazie della visita.

Pajamas Media | Main | Mario Adinolfi

16.11.05
AGENORE INCROCCI

"Per ricordare la sua grandezza baster, in prima battuta, un elenco di titoli: I soliti ignoti, La grande guerra, Tutti a casa, Divorzio allitaliana, A cavallo della tigre, La marcia su Roma, Il mafioso, I compagni, I mostri, Sedotta e abbandonata, Larmata Brancaleone, Straziami ma di baci saziami, Riusciranno i nostri eroi..." La bottega rinasimentale di Age e Scarpelli nella celebrazione di Crespi per l'Unit http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=45751 15.11.2005 Age addio, la nostra storia in una battuta di Alberto Crespi Se voleste vedere quanto era bello ed elegante, togliete dagli scaffali due film molto amati: La terrazza di Ettore Scola e Ecce Bombo di Nanni Moretti. Sono le uniche apparizioni di Age come attore. Nel primo era uno dei tanti intellettuali di sinistra che popolavano la terrazza/salotto raccontata da Scola, e che naturalmente lui stesso aveva contribuito a sceneggiare. Nel secondo era uno dei professori che interrogavano gli studenti nella pi stravagante maturit mai mostrata sullo schermo. Per il resto, la memoria di Age consegnata ai 120 film che ha scritto, molti in coppia con lamico Furio Scarpelli. Gi, Age & Scarpelli: come dire Coppi & Bartali, Alemagna & Motta, Mazzola & Rivera, pane & marmellata. La coppia principe della commedia allitaliana. E anche qualcosa, anzi molto, di pi. Ma atteniamoci ai fatti. Age, nome darte di Agenore Incrocci, nasce a Brescia nel 1919. La sua una famiglia di artisti (la brava attrice Zoe era sua sorella) e questo gli regala uninfanzia girovaga. Studia giurisprudenza, senza grande entusiasmo, e comincia a scrivere per la radio e per il variet. Per ricordare la sua grandezza baster, in prima battuta, un elenco di titoli: I soliti

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ignoti, La grande guerra, Tutti a casa, Divorzio allitaliana, A cavallo della tigre, La marcia su Roma, Il mafioso, I compagni, I mostri, Sedotta e abbandonata, Larmata Brancaleone, Straziami ma di baci saziami, Riusciranno i nostri eroi.... Vi bastano? A noi ne basterebbe anche uno solo, di questi capolavori, per consegnare ai posteri la genialit di Age & Scarpelli. Beh, sono solo i titoli incastonati tra il 1958 e il 1968, e nemmeno tutti: in quello stesso decennio doro Age & Scarpelli scrivono anche un seguito di se stessi (Audace colpo dei soliti ignoti, affidato a Nanni Loy), buttano gi una sciocchezzuola come Tot e Peppino divisi a Berlino, collaborano al western di Sergio Leone Il buono il brutto e il cattivo che ci sempre sembrato la versione western dellArmata Brancaleone (anche se pare che del loro lavoro, nel film finito, quasi nulla rimanga), creano il magistrale meccanismo del Mattatore al servizio di Gassman, lavorano di nuovo per Tot in Risate di gioia... E, ripetiamo, solo un decennio: ci sono tanti film anche prima, e anche dopo. Il primo film del quale Age firma il soggetto I due orfanelli di Mario Mattoli, nel 47. E negli anni 50 c un sacco di lavoro per Tot: Tot cerca casa, Tot Tarzan, 47 morto che parla, Tot sceicco, Tot terzo uomo... C, insomma, la stagione pi gloriosa del cinema italiano, quella in cui lindustria fiorente e i film si sfornano a getto continuo. Gli sceneggiatori lavoravano spesso in squadra, passandosi i film luno con laltro: sono gli anni in cui spesso, alla voce sceneggiatura, trovi 7 o 8 nomi e qualcuno di loro veniva messo l per fargli guadagnare qualcosa. E sono gli anni in cui nascono le grandi coppie: Age & Scarpelli, appunto, ma anche Ettore Scola & Ruggero Maccari, Leo Benvenuti & Piero De Bernardi (oltre ai grandi solitari come Sonego, Amidei, Vincenzoni). La commedia una gioiosa macchina da guerra: il vero ufficio di tutti costoro la storica trattoria romana da Otello alla Concordia, in via della Croce, dove tutti si ritrovano a cena e si scambiano frizzi e lazzi che spesso finiscono, con lievissime variazioni, nei film. una grande bottega rinascimentale in cui Age & Scarpelli ben presto si impongono come i Raffaelli della situazione: scindere il loro rapporto rimarr per sempre impossibile anche per loro scelta, n Age n Furio confesseranno mai se una certa battuta (che so, sarai mondo se monderai lo mondo nellArmata Brancaleone o semo lanima de li mortacci tua, esordio cinematografico della parolaccia romanesca per antonomasia, in La grande guerra) era di uno o dellaltro. E non per vezzo, ma perch proprio non lo sapevano pi: registi come Risi, Monicelli, Comencini e Scola davano il loro decisivo apporto ai copioni, tanto quanto attori fenomenali come la solita cinquina Sordi/Manfredi/Gassman/Tognazzi/Mastroianni e tanti altri, per non parlare di Tot prima di loro. Quel poco che, negli anni, si riuscito a strappare, a loro e agli altri geni di quel tempo, che nella coppia Scarpelli fosse pi narratore e Age pi battutista, ma non detto che fosse sempre cos. Ad esempio, noto che Tutti a casa, un capolavoro assoluto di Comencini, si ispirasse a tutto quello che era successo proprio ad Age, dopo l8 settembre (in realt la sua esperienza bellica fu ancora pi ingarbugliata dellavventura del tenente Innocenzi interpretato da Sordi: combatt in Francia, fu prigionierio dei tedeschi, scapp, fin nellesercito americano). Ecco, proprio Tutti a casa ci d il destro di iniziare un discorso apparentemente in calando, che per avr, vi avvertiamo, una conclusione quasi scandalosa. Nella filmografia di Age, che pure inizia a bazzicare il cinema nel 47, manca completamente il neorealismo. Eppure, lui e Scarpelli riversano nelle commedie tutta lItalia di quegli anni: la sua vitalit, la sua cialtroneria, la sua irresistibile voglia di risollevarsi dai

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disastri della guerra. S, vero: mentre De Sica gira Umberto D loro scrivono I tre corsari, quando Visconti realizza Senso loro sono occupati a Casa Ricordi. Ma se mettete in fila i loro 120 film, c veramente tutta la commedia umana che si dipanata in Italia dal 45 in poi, e c anche la memoria, la riflessione sugli snodi della storia italiana, di cui Tutti a casa lunico, vero, grande film sullarmistizio e su ci che esso signific non solo nello svolgimento della guerra, ma anche nella formazione del carattere italico del dopoguerra un altissimo esempio. Questo ci spinge ad affermare che Age & Scarpelli pi di Calvino, pi di Pavese, pi di Guareschi, pi di Moravia sono stati i grandi narratori che lItalia del dopoguerra desiderava, e che spesso non trovava nei letterati colti e rispettabili. Ne segue un corollario: che il cinema, almeno per trentanni (secondo noi il punto di arrivo, e di non ritorno, Ceravamo tanto amati, altro capolavoro di Scola, stavolta scritto da loro), stato la vera Arte di questo paese. Ma Age & Scarpelli non sono stati grandi perch il cinema era grande: era il cinema, ad essere grande grazie a loro. Al caro vecchio Furio, che oggi si sente, ne siamo sicuri, terribilmente solo, vorremmo inviare un grande abbraccio: non di condoglianza, n di piet, ma di ringraziamento. Per averci regalato, insieme al suo amico, i migliori film della nostra vita. -------------------------------------------------------------------------------------------http://www.cinemavvenire.it/magazine/articoli.asp?IDartic=515 La "storia" di Age e Scarpelli marted 17 luglio 2001 di Valentina Renzopaoli Era stato concepito come una tesi di laurea il fortunato volume Age & Scarpelli La storia si fa commedia, che vede ora luce e divulgazione grazie allANCCI (Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani). Presentato di recente presso la libreria romana dello spettacolo "Il Leuto", tempio oramai consacrato della cultura cinematografica nella capitale, alla presenza del giovane autore Alessio Accardo, dei protagonisti, Agenore Incrocci e Furio Scarpelli, e di uno dei massimi valorizzatori delle loro storie, Mario Monicelli, il libro rappresenta un corposo contributo per lapprofondimento di due grandi figure del nostro, troppo spesso bistrattato, cinema italiano. Senza presuntuose pretese di completezza o giudizi definitivi, il volume analizza linstancabile lavoro della storica coppia da un punto di vista ben preciso e originale: "il bravo Alessio Accardo ha avuto lintuizione di accostarsi alla mole di film partoriti dalla grande coppia con lo spirito dello storico del costume e dellantropologo, pi che del cinefilo ammalato di riferimenti da conventicola" scrive Paolo Virz, ammirato autore della prefazione del libro. Cinema e storia, dunque, finzione e realt, ancora a confronto, questa volta secondo uno schema di analisi lucida e rigorosa. Il volume nettamente suddiviso in due parti: la prima, dopo un mega-capitolo introduttivo riguardante la vicenda biografica dei due autori in questione, passa in rassegna, in modo sostanzialmente compilativo, la loro interminabile produzione cinematografica, attraverso generi, registi e attori: se ne ricava un panorama ampio e abbastanza esauriente di quel prodotto "medio" che ha reso grande e strutturalmente forte il cinema italiano nel periodo del dopoguerra e nei successivi anni Sessanta; la seconda parte, indubbiamente pi originale e ricca di spunti interessanti, rappresenta un appassionato tentativo di riscontro e confronto tra quel cinema e gli avvenimenti storici che hanno trasformato il nostro Paese nellultimo secolo. Dai primi scioperi operai nella Torino di fine 800 (I compagni, 1963, Mario Monicelli)

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alla distruzione della prima guerra mondiale (La grande guerra, 1959, Mario Monicelli), dalle immediate conseguenze belliche (La marcia su Roma, 1962, Dino Risi), alla folle smania di conquista del periodo fascista (Scemo di guerra, 1985, Dino Risi e I due nemici, 1962, G. Hamilton) fino alle aberrazioni della seconda guerra mondiale, raccontate solo marginalmente in Tot e le donne (1952, Steno Monicelli); dai faticosi anni della ricostruzione socio-politica e culturale del secondo dopoguerra (Ceravamo tanto amati, 1974, Ettore Scola), caratterizzata dal pesante e conflittuale divario tra Nord e Sud (Milano miliardaria, 1951, Marchesi e Metz e Napoletani a Milano, 1952, De Filippo), al boom economico a cavallo tra fine degli anni Cinquanta e inizio dei Sessanta (I soliti ignoti, 1958, Mario Monicelli) con le sue mille contraddizioni (Il mattatore, 1960, Dino Risi, e Il maestro di Vigevano, 1963, Elio Petri e Sedotta e abbandonata, 1964, Pietro Germi) fino al 68 e ai confusi anni di piombo (Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca, 1970, Ettore Scola e Vogliamo i colonnelli, 1973, Mario Monicelli) ed ancora a risalire verso linizio degli anni Ottanta, con il suo spaesamento etico e politico (La terrazza, 1980, Ettore Scola), fino allultimo film del fecondo e lunghissimo sodalizio Scemo di guerra del 1985. Testimoniando con arguzia e ironia gli snodi storici fondamentali della nostra Storia, attraverso gli strumenti taglienti della commedia, Age e Scarpelli si sono fatti voce narrante e coscienza del nostro presente illuminando ci che spesso era pi prudente e pi comodo lasciare nelloscurit ed esibendo i lati pi comici ed originali della quotidiana banalit. "Age e Scarpelli hanno scritto e riscritto la Storia guardandola dal basso e lhanno cantata con lo spirito dei giullari, burlesco, ironico, qualche volta spruzzato di irriverenza, ma sempre fedele al rispetto della verit".
Posted by claudiocap at 16.11.05 02:17

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