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Sala interviste UN REGISTA PER TUTTE LE STAGIONI Intervista a Mario Monicelli


di Raffaele Rivieccio
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Qual lo stato della commedia e - pi in generale - del cinema comico, attualmente in Italia? Quali le tendenze prevedibili per il futuro? Mario Monicelli lunico regista ed autore cinematografico protagonista di tutte le stagioni e delle fasi estetiche della commedia cinematografica nostrana, sin dalla fine degli anni 40. Sin da quando la comicit ha raggiunto uno sviluppo formato, finalmente fuori dalle limitazioni censorie del muto prima e del fascismo poi. Esiste gi un Monicelli degli anni 30, critico cinematografico, aiuto regista ed autore di cortometraggi; e regista, nel 1937, del suo primo lungometraggio Pioggia destate. Segue una intensa attivit di sceneggiatore ed aiuto sino al 1949, anno in cui inizia la sua lunga indagine - studiata ed istintiva al contempo - sulle dinamiche del comico. In quasi settantanni di attivit, Mario Monicelli ha seguito e spesso anticipato le tendenze e il senso dellumorismo in celluloide. Dalla farsa neorealista degli anni 50 alla classica Commedia allItaliana degli anni 60; dalla Commedia nera, quasi Tragedia allItaliana degli anni 70, fino ai film corali degli anni 80; dal ritorno ad una pi ironica satira di costume negli anni 90, sino ai progetti per un film ancora da fare.... E lunico autore che ha perseguito, in oltre 50 opere, unidea lucida e coerente, una poetica umorale e cattiva,

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una satira incisiva e mai banale, sino alle recentissime prove, Panni sporchi e Come quando fuori piove. Parliamo del 2000, quando gi da molti anni, pi giovani colleghi dellepoca doro della Commedia, hanno preferito non rischiare pi e dedicarsi a film intimisti o che giocano su elementi di facile presa. La nostra chiacchierata con Monicelli non si focalizzata sulla rievocazione dei suoi film, film che hanno fatto la storia del cinema italiano; ma, piuttosto, sul senso del comico, sul valore politico e sociale dellumorismo, sullimportanza che ha la comicit su di un popolo contradditorio come quello italiano. Ne emersa una posizione di eroismo e di purezza ideologica mascherata da cinismo ed indolenza. Ci sarebbe sembrato riduttivo parlare di un corpus cinematografico che appare colossale. Per chi nascesse oggi, citiamo solo alcune delle opere storiche di Monicelli: Tot cerca casa; Guardie e ladri; Tot e i re di Roma; Tot e Carolina; Tot e le donne; Il medico e lo stregone; I soliti ignoti; La grande guerra; Risate di goia; I compagni; Larmata Brancaleone; La ragazza con la pistola; Romanzo popolare; Amici miei; Un borghese piccolo piccolo; I nuovi mostri; Il marchese del Grillo; Speriamo che sia femmina; I picari; Parenti serpenti; Cari fottutissimi amici fino allultimo Panni sporchi.

Quanto avevate la consapevolezza, lei e gli altri grandi registi della commedia allitaliana - Risi, Scola, Germi, Comencini, Zampa, Pietrangeli, Salce -, gi negli anni 60, di essere partecipi, padri fondanti, di una tendenza omogenea, di una Scuola, di un filone strutturale del cinema italiano?

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Certo, ci accorgevamo di essere parte di una tendenza omogenea, ma non avevamo assolutamente la consapevolezza che saremmo diventati un vero e proprio pilone della commedia italiana, poi divenuta allItaliana. Eravamo in molti a lavorare sulla Commedia allItaliana, una dozzina tra registi e autori di soggetti e di sceneggiature. Eravamo un gruppo abbastanza definito, sempre gli stessi, tenuti in conto quasi come spazzatura, trash senza considerazione. N ci lamentavamo troppo perch pensavamo che, tutto sommato, la stampa che ci trattava cos avesse anche ragione: comunque, a noi interessavano poco i giudizi critici. La Commedia era soprattutto un lavoro, che ci pagava molto bene, che volevamo fare e ci piaceva fare. Un lavoro che andava ad indagare sul costume, unanalisi sociologica dellItalia degli anni 60, ma portata avanti in termini divertenti ed ironici; ci ripagavamo con il consenso del pubblico. Questo era il risultato determinate e non pensavamo affatto che i nostri film rimanessero nellimmaginario collettivo, cosa che invece avvenuta anche in maniera insolita, esagerata. Il filone di comicit astratta, pura, rappresentato da Tot alla fine degli anni 40, avrebbe potuto avere uno sviluppo importante se negli anni seguenti non fosse stato portato avanti solo dai b-movies di Franchi ed Ingrassia e Banfi? Tutto quello che si dice oggi di Tot come di un comico allaltezza di un Buster Keaton o di un Jerry Lewis - sono valutazioni contemporanee. Insieme a Steno, ho girato sei o sette film con lui. Tot ha girato in tutto un centinaio di film e molti facevano parte di quellidea di comicit bassa, esaltata in tempi recenti dal critico Goffredo Fofi. Un tipo di comicit che oggi stata abbandonata innanzitutto da un punto di vista ideologico; non cera attenzione nel dare un tono particolare n alla fotografia n allimmagine; n si tentava di dar vita a un tipo di comicit che volesse dire qualcosa di pi di quello che si poteva dire. La comicit bassa era quella pi diretta, pi corporea, vera,

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quella che pagava e quella che a tuttoggi ha resistito. Attualmente si vuole attribuire alla comicit valori pi significativi, ma si perde in comicit pura. Forse un Tot, utilizzato in modo pi serio, pi mediato, avrebbe funzionato di meno... Quando noi giravamo con Tot, era popolarissimo. Oggi continua ad essere popolare, diventato un Mito, ma sempre in Italia: allestero nessuno ne conosce lesistenza. E cominciata in questi ultimi anni una campagna per far conoscere Tot fuori dai nostri confini; sono andato recentemente a Los Angeles dove lIstituto di Cultura ha organizzato una rassegna sul Principe. E, a mio parere, lo si ricorda con film che non sono i pi giusti. Per esempio, andrebbero mostrati brani di un film di Mattoli che ho rivisto recentemente, I pompieri di Viggi, dove Tot fa unapparizione assolutamente straordinaria, marionettistica, fuori da qualsiasi connotazione nazionale. Andrebbero estrapolate, dai tanti film di basso livello, le perle nelle quali Tot era il vero Tot. Anche perch, superato il contesto storico in cui erano giustificati film come Guardie e ladri o Tot ed i re di Roma, oggi restano di pi i film in cui era una marionetta avulsa dal contesto storico-sociale, come TotTarzan o Fifa e arena... Per questo citavo il film di Mattoli: Tot riprendeva i numeri che faceva in rivista o nellavanspettacolo. Era duna comicit surreale; Tot proviene artisticamente dal Futurismo, da Gustavo De Marco, il primo comico-marionetta: era un suo allievo. Possedeva una comicit straordinaria, assolutamente originale rispetto a qualsiasi altro comico, modernissima perfino oggi. La comicit surreale, astratta. In seguito, la fusione con una risata pi sociale, pi contestualizzata, stata unidea mia e di Steno, per tirarlo fuori da questa sua astrattezza metafisica, che ci sembrava potesse limitare la sua popolarit. Abbiamo fatto un lavoro per renderlo pi attore in carne ed ossa; sicuramente comico ma un essere umano come gli altri. E questo stato forse anche un errore, si potevano portare avanti i due filoni. Mantenere il Tot surreale, che

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era fenomeno assoluto, irripetibile, e ridurlo anche ad attore comico ma con i suoi sentimenti e le sue problematiche quotidiane. Superando un assurdo cronologico a proposito di comicit pura - in quale contesto utilizzerebbe due attori come Laurel & Hardy? Ci sarebbero tanti personaggi oggi da interpretare e da far interpretare ad altre due marionette come loro. Ad esempio, il problema del rapporto tra i personaggi borghesi, o anche proletari, con gli immigrati, con gente che proviene dal Terzo Mondo. Quali sono i rapporti degli italiani, di tutti i generi e tipologie, con questi nuovi arrivati. Sono scambi reali, ipocriti, sono divertenti, sono imbarazzanti; ecco, c tutta una vastissima tematica che ancora non stata abbastanza scandagliata, non si sa bene perch. Andrebbe affrontata con quel profilo basso di cui parla Fofi. Con attori come Tot, Troisi, ed oggi con Benigni o con Nuti, ma quello teatrale, pi cattivo di quello cinematografico, troppo commediante. Forse anche Massimo Ceccherini una marionetta, si avvicina a questo concetto di comicit pura.... Ceccherini potrebbe essere una marionetta, ma non lo sa fare, non ne ha coscienza. Non ne ha quella forza interiore. Ceccherini potrebbe emergere ad un alto livello ma non ha la cultura per farlo. Tot non era uno sprovveduto, unignorante. Sapeva bene quello che faceva, era acculturato: conosceva la storia dellarte, leggeva la storia del teatro. Ceccherini viene da zero. Anche Benigni non viene da zero. Tra laltro, tutti tendono ad imitare quel suo stile toscaneggiante. Ed un disastro provocato inizialmente dal mio Amici miei. Fu il primo film comico toscano ed era proibito in Italia realizzare film comici in toscano: si riteneva che lumorismo toscano fosse - come del resto - troppo pungente, aggressivo, un po sgradevole, anche se fa ridere. Dopo Amici miei - che era umorismo toscano allo stato puro - soprattutto nellultimo decennio, sono stati fatti solo film in vernacolo toscano, girati in Toscana, con attori toscani. Il che anche un eccesso. Ho notato, nella sua filmografia

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degli anni 90, un tentativo di sperimentazione di molti attori, da Villaggio a Placido a Proietti: quasi per cercare sostituti ai grandi della commedia allitaliana oramai troppo in l con gli anni o scomparsi... Con Paolo Villaggio ho girato un solo film perch era difficile trovargli una facile collocazione. E un attore che s inventato da s, il suo grande successo nasce dai romanzi che ha scritto, dai quali s adattato un personaggio ideale come Fantozzi. E stato completamente un autodidatta, non c stato nessun autore o regista che gli abbia cucito addosso i vari personaggi. Ha creato Fantozzi, con Fantozzi ha avuto un grande successo e da quello non si mai scostato. Ogni volta che ha tentato di allontanarsene, non ha avuto riscontro: quindi tornato sempre su quel prototipo. Peccato, perch anche lui aveva delle grandi potenzialit, anche lui aveva una cultura, come Tot o Benigni. C stato, da parte sua, anche un passaggio verso lavori a struttura corale. Forse perch non esiste pi un Sordi, un Gassman che da soli riuscivano a sostenere un intero film... Loro avevano una grossa personalit, ma ce laveva anche Villaggio: poi per si chiuso in questo filone dei Fantozzi tra laltro ne ho visto solo uno - ed stato un limite. E nessuno lha mai aiutato ad uscire da questa logica: andava bene Fantozzi, era facile trovare i finanziamenti e quindi si facevano i Fantozzi. Chiusa l la faccenda. Questo elemento della coralit sembra essere iniziato con Amici miei, e si definito in modo pi evidente, in seguito, con Speriamo che sia femmina... In realt, era un modo di strutturare le storie, gi presente ne I soliti ignoti. Alla fine, ogni regista gira sempre lo stesso film. A me sempre piaciuto - ma sia io, che gli sceneggiatori con i quali lavoravo, ce ne siamo accorti dopo - fare film che raccontavano vicende di fallimenti. Il protagonista o i protagonisti osavano unimpresa pi grande di loro e fallivano; gi questa era una connotazione della Commedia allItaliana che era atipica; era gi anti-commedia,

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perch la commedia classica deve avere sempre un finale con happy end, come tutte le commedie di tutti gli altri paesi, di tutti gli altri popoli. La Commedia allItaliana ha una connotazione precisa, ha un finale drammatico, comunque amaro; tratta argomenti che non sono divertenti, temi che vengono da lontanissimo, dal Ruzante, dalla Commedia dellArte. Gli italiani si divertono sbeffeggiando la miseria, la morte, la malattia, la vecchiaia, la fame. E questa la sostanza e la vera natura della Commedia allitaliana, che ha una profondit antichissima. Discende da La Mandragola, dal Boccaccio. Non che sia tutto cos elementare e che labbiamo inventata a tavolino io o Dino Risi. E che se dobbiamo far ridere, noi italiani, sappiamo farlo cos. Oggi c molto da far ridere, proprio perch ci sono molte situazioni drammatiche. Il rapporto tra gli italiani poveri, ricchi, cialtroni, volgari, in fondo poveracci, con linvasione di altri poveracci che vogliono farsi largo: questo un tema ideale per una Commedia allItaliana attuale. Un elemento unificante nel suo cinema proprio quello del Caos generato dalla guerra o da situazioni estreme come il Medioevo, che figliano quella confusione creativa e grottesca, fertile per la comicit. Da Larmata Brancaleone a I picari fino a Cari fottutissimi amici.... Certo - ripeto - gli argomenti della Commedia allItaliana sono drammatici, quindi nascono dal momento catalizzante della guerra o della miseria. Il primo film che ho girato con Tot Tot cerca casa, poco dopo la fine della guerra, lItalia era un cumulo di macerie ed il problema impellente per gli italiani era quello di trovare un tetto, unurgenza veramente drammatica. Come labbiamo trattata? In maniera addirittura farsesca, pi che comica. La famiglia di Tot che trova casa in un cimitero, oppure dentro una scuola fingendo dessere i bidelli. E spesso, erano temi che trovavamo e rubavamo di sana pianta. Lepisodio del cimitero lo abbiamo preso da un atto unico di autore ignoto che appartiene alla tradizione comica del teatro napoletano, Fernandino. Il tema della ricerca della

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casa stato ripreso da Bolognini con Arrangiatevi!. Poi c laltro tema della casa affittata a tre o quattro persone contemporaneamente, quello di Letto a tre piazze, tutti film sempre con Tot. Insomma, sempre argomenti che non sono divertenti di per s. Allestero restano esterrefatti: domandano come facciamo a far ridere con le sconfitte esistenziali, la morte; ci sono sempre morti nella Commedia allItaliana....ebh non lo so, a noi diverte far ridere cos! Il periodo forse pi affascinante della Commedia allItaliana stato quello degli anni 70, quando muta in Tragedia allItaliana: un cambiamento epocale avvenuto soprattutto attraverso i suoi film come Amici miei, I nuovi mostri e Un borghese piccolo piccolo. Come ha vissuto, da autore, questo mutamento? Non stata una decisione meditata, era nellaria. Se ci riunivamo in tre o quattro per scrivere una commedia e per far ridere, per fare quattrini e per avere successo, le cose che ci venivano in mente erano quelle l. Temi che hanno un tono, se non tragico, certamente drammatico, di sopravvivenza. Amici miei finisce con il funerale di Noiret, nel quale non si sa se gli altri protagonisti ridano o piangano o entrambe le cose. Questa ambiguit, per, non nasceva da una precisa volont; noi sapevamo far ridere soltanto cos. Ed anche la vituperata commedia italiana di Serie B non trattava solo argomenti allegri: la festosit era solo superficiale, ma cera una durezza di fondo, unatmosfera primitiva e di combattimento, aggressiva. Si dovevano vincere, ogni volta, battaglie durissime con i produttori, che avevano il timore che questi film - specialmente i miei fossero commedie che non erano commedie...Ma come? Facciamo morire Carotenuto? Facciamo fallire lassalto alla banca che finisce in un assalto alla cucina? Tutto questo sembrava che fosse anticomico ed, invece, lo era di pi. Secondo lei, qual lelemento cardine del circolo virtuoso che, per pi di 30 anni, ha fatto grande il cinema italiano? Francesco Maselli -

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in una nostra intervista - citava il binomio produzione-distribuzione.... Cera lembrione di una piccola industria del cinema, perch il cinema unindustria, unarte ma applicata allindustria. Unarte minore che, se si applica in maniera corretta allindustria, produce anche opere di un certo livello, che possono dare delle emozioni o anche qualcosa di pi; ma questo avviene abbastanza raramente. In quegli anni, il cinema come prodotto industriale funzionava, chiamava pubblico e quindi richiamava anche imprenditori che investissero e permettessero di realizzare anche 250-300 film lanno, tra i quali cerano quelli farseschi, le commedie allitaliana di Serie A e di Serie B, i film drammatici, ad esempio di Matarazzo, anche quelli di alto e di basso livello, i filoni davventura, etc. Tutto questo sistema permetteva anche lo spazio economico per tentare opere pi coraggiose che dessero prestigio allimmagine dei produttori. I film di Antonioni, di Fellini, non ripagavano mai, per cerano sempre produttori coraggiosi in Italia disposti, fortunatamente, a dare loro credito. S sempre polemizzato contro i produttori, ma in Italia ne abbiamo avuto di illuminati che hanno fatto girare i film di Antonioni che, allestero, non avrebbe mai avuto la possibilit di fare. Cristaldi, ad esempio, ma non solo. Produrre film di questi autori dava lo status per poi permettersi di produrre anche le opere minori, ben pi redditizie. Limpegno sociale o politico della Commedia allItaliana sempre stato parallelo a quello pi diretto di registi come Petri, Rosi, Maselli, Bellocchio. Mi chiedo se non sia stato pi incisiva, invece, la vostra critica che utilizzava canali comunicativi pi fruibili dal grande pubblico.... Tolto il valore di registi come Rosi, che incontestabile, certamente molto pi incisiva la Commedia allItaliana. LUmorismo uno strumento simile ad un bisturi, incide molto pi a fondo la carne che non il dramma puro e semplice, espresso in maniera didascalica, elementare. LUmorismo gi una riflessione, fare dellumorismo su un dato drammatico, sottende che la conoscenza dellargomento sia molto profonda. Se si vuole trattare un tema con lironia, bisogna averne maggiore

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padronanza; e in secondo luogo offre la possibilit di rendere partecipi di quello che si vuol dire un maggior numero di persone; richiama molto di pi la risata. Maggiore diffusione e maggiore approfondimento: i grandi autori sono tutti dei grandi umoristi. Da Cervantes a Campanile, da Swift perfino a Manzoni. I grandi autori sono sempre e soltanto degli umoristi, non dei semplici drammaturghi. Lei, gi nel 1932, si occupava di critica cinematografica. Ricorda qualche recensione di un film comico dellepoca? Scrivevo su di un giornale che realizzavamo tra Liceo ed Universit, stampato a Milano, del quale uscirono solo pochi numeri. Non mi ricordo, ma non credo di aver scritto commenti su film comici usciti in quegli anni, parliamo del 1932-33. Eravamo sotto il fascismo e lumorismo era blando, mai a tinte politiche o sociali. Per linsegnamento del cinema nelle scuole si tende ad utilizzare quasi sempre i capolavori classici del cinema quando, forse, potrebbero risultare molto pi gradite e moderne le commedie italiane e allItaliana... E perch non si fa? Gli studenti, nelle scuole, sarebbero contentissimi di vedere qualcosa che li diverte piuttosto che film che non possono ancora apprezzare. Gli insegnanti hanno spesso una mentalit vecchia, se fanno vedere miei film come La grande guerra o I compagni pi per i riferimenti storici che per il piacere della visione. Linsegnante crede veramente di poter allevare il proprio scolaro attraverso opere pesanti, che non vedono volentieri. Gli alunni allora non danno retta, se ne vanno in bagno, se la squagliano, si annoiano, bisogna fargli vedere innanzitutto film divertenti. Allora imparano anche quello che il film esprime, se il film esprime qualche cosa. Mica detto che tutti i film debbano essere istruttivi. Avrebbe voluto utilizzare, per uno dei film che ha girato negli ultimi anni, Alberto Sordi? Con Sordi ho un rapporto molto caro, ho sempre lavorato bene. Da un certo momento in poi Alberto, come molti altri comici, ha pensato di non essere

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abbastanza valorizzato dai registi; ed allora ha iniziato a dirigersi da solo. Ripeto, non solo Sordi. Per, ogni volta che gli ho chiesto di lavorare per me, lui ha accettato con entusiasmo, da Il marchese del grillo a Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, in anni in cui gi faceva regia da quasi due decenni. Gi allepoca di Un borghese piccolo piccolo, lui era diventato regista di se stesso. Per tutti i comici, prima o poi, giunge il momento della regia. Penso sia un grande sbaglio. Se un film ha successo dovuto al loro successo come attori: sono popolari e quindi il pubblico va in sala. Per, inevitabilmente, i film scadono di qualit - c poco da fare - e piano piano perdono anche il pubblico. Come avvenuto per molti comici-registi. Si sono svolti studi per cercare di risalire al Tot teatrale attraverso quello ci giunto nei film, dato che non rimasto nessun documento diretto della sua attivit di palcoscenico... Sono rimasti documenti indiretti, film a cui Tot ha partecipato, in cui riprendeva numeri che faceva solo a teatro. Ho avuto la fortuna di ammirare Tot a teatro gi dagli anni 30, io sono nato nel 1915. Andavo al cinema, mi interessava, volevo fare cinema ma seguivo anche il teatro. Tot faceva il burattino, la scimmia, il maestro di musica, il cantante; ma inventava anche strani personaggi, alieni, cos fuori dalla realt.... Per esempio, in Tot cerca casa, abbiamo riportato fedelmente una gag teatrale, buttata dentro senza nessuna giustificazione; lui, impiegato colto da raptus nelluso dei timbri che impazzisce e timbra tutto e tutti fino a timbrare il culo del sindaco che viene a inaugurare la scuola. Questo era un suo sketch teatrale; il povero cittadino, miserabile burocraticamente, che perde non so quale documento e deve passare tramite mille sportelli, ognuno con un timbro. Tot, a teatro, addirittura scendeva in platea ed andava a timbrare addosso alla gente! Ci sono molti film di Tot che contengono cose che faceva a teatro. Soprattutto nelle pellicole di Mattoli, Bragaglia, Mastrocinque, che lo mostravano folle e delirante: caratteristiche che, con Steno, abbiamo

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evitato perch, stupidamente, lo ritenevamo sorpassato. Nellultima parte della sua carriera ha poi ritrovato quelle sue corde pi libere e surreali in film come Il monaco di Monza, Tot diabolicus, in cui tornato ad essere pupazzo, figlio di Pulcinella, di Arlecchino e della Commedia dellArte. Un personaggio fuori dal mondo reale, assurdo ma al contempo in cerca di arrangiarsi, di mangiare, di scappare. Nella Commedia dellArte - come nella Commedia allItaliana - uno dei personaggi pi ricorrenti quello della Morte, del Diavolo, contro cui si scontrano le marionette che fanno a botte con tutti; finisce sempre a bastonate tra loro, ma davanti alla Morte restano atterriti, colti da un tremito irresistibile, arcaico. Tot e i re di Roma un film sulla morte, seppur trattata in modo farsesco. Addirittura c Tot che partecipa al suo funerale a piedi, prima di morire, per risparmiare sulla cerimonia! Peccato la collaborazione tra Tot e Sordi sia rimasta limitata a quel film. Ognuno aveva il suo film da protagonista. Tra laltro, dovevano essere pellicole a basso costo e, invece, ognuno di loro costava una cifra tale che non era possibile farli lavorare insieme. In Tot e i re di Roma, si potuto utilizzare Sordi perch era agli inizi mentre Tot era gi un nome che prendeva grosse cifre. Poi la comicit del Sordi di allora era ancora macchiettistica - il compagnuccio della parrocchietta poteva assecondare quella di Tot, cos sopra le righe. Probabilmente se non ci fosse stata la guerra ed il Neorealismo, tutto quel filone di comicit slegata dal reale, assurda, sarebbe giunta a risultati molto alti... Certamente. Cerano molti giornali umoristici negli anni 30. Tutti gli sceneggiatori dei film di Tot del dopoguerra, si erano formati nei giornali umoristici pubblicati durante il Fascismo. Durante il Ventennio, non si poteva fare dellumorismo politico come oggi. Ora molto facile fare vignette politiche, ma allora non si potevano toccare certi argomenti. Gli scrittori dei giornali umoristici, che poi erano molto popolari, come il Bertoldo, il MarcAurelio, si esercitavano solo su spunti di costume

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e, soprattutto, su trovate surreali. Manzoni, Metz, Mosca, Marchesi, non trattavano di situazioni che riguardavano la vita vera, concreta degli italiani, ma raccontavano di cose fuori dalla realt, stranianti per straordinariamente intelligenti, raffinate. Voi non mi potete capire, voi giovani di oggi siete, in fondo, tutti fascisti! Ed ora sono diventati tutti deferenti verso questi nuovi fascisti, compreso Agnelli: per fortuna, cos finalmente si capisce chi ! Nella commedia allitaliana degli ultimi dieci anni, ho visto emergere come nuovo talento, forse solo Paolo Virz. C qualcunaltro, oltre lei naturalmente, che riesce a seguire coerentemente questo genere? S, per esempio Muccino, con Lultimo bacio. Virz dopo Ferie dagosto ha girato Ovosodo, che fa parte di un tipo di film che partono da un presupposto sempre un po intellettualistico e, quindi, hanno un riscontro relativo, non popolare come quelli interpretati da Tot, da Sordi o da Gassman. Film popolari che dicevano anche cose importanti, ma non partivano con il presupposto programmatico di volerle dire. Ma che vuoi dire? Non dire niente! Se tu sei democratico, non temere che le cose importanti alla fine vengono fuori, senza bisogno di sottolinearle. Divertiti a raccontare una storia e vedrai che poi, da qualche parte, esce il fiele. Verdone chiudeva i suoi film sempre con grande cattiveria come in Compagni di scuola: film, non a caso, scritto insieme al gruppo di commedianti allitaliana, Benvenuti e De Bernardi. Si trovato meglio con attori pi liberi, alla Tot, o con attori con i quali poteva fare un lavoro pi determinato? Come mai negli ultimi film ha privilegiato attori di grande esperienza? Non tanto di esperienza, quanto rassicuranti per me che dovevo fare il film. Negli ultimi tempi il cinema italiano non pagava, non andava ed allora si sperava che, inserendo nel cast nomi conosciuti, di prestigio, da Proietti a Gianni Morandi fino Placido,

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richiamassero pubblico. Anche se poi non danno certo quel brivido di novit: e quello stato, probabilmente, lerrore. Mentre uno dei film che avevo girato poco prima, Parenti serpenti, era andato molto bene, soprattutto nella messa in onda televisiva e in videocassetta, ed era con attori molto meno noti. Panni sporchi tratta un tema simile, se avessi potuto farlo con gli attori che volevo forse sarebbe riuscito pi divertente. Ma c questa lotta con i produttori per formare i cast che, secondo loro, diano la possibilit di essere distribuiti . Come si trovato a lavorare in televisione con il recentissimo Come quando fuori piove? Benissimo, sapevo che il film durava di pi di un lavoro per il cinema e, quindi, lho scritto in base ad un diverso ritmo. Per il resto, non ho trovato nessun limite n sul come girarlo n sul contenuto. Anche il film per la televisione su Miss Italia di Dino Risi, di prossima uscita, se lui ha ancora lo spirito dei vecchi tempi, sar una cosa molto divertente ma anche molto dura, molto cattiva. Ho notato che, per, questa cattiveria si persa da qualche anno, sia in Risi che in Scola, mentre lei lha programmaticamente mantenuta sino alle ultime prove... Questo perch io non mi pongo come lultimo dei rappresentanti di una stirpe di commedianti che deve rispettare un suo ruolo. Chi se ne frega! Se mi diverte un film, la sceneggiatura, un personaggio in particolare, lo faccio anche se questo appartiene a una comicit considerata bassa. Nel film che ho girato per la televisione non cera un attore noto, erano tutti attori presi dal teatro, anche Accorsi non era ancora al livello di popolarit raggiunta adesso. Mi hanno fatto utilizzare la Pandolfi perch era una diva che, per, non era nel suo ruolo. Gli altri erano, per, tutta gente trovata nei cabaret locali e nei teatri dialettali: perch volevamo far vedere questa variet di italiani. Si svolgeva nel Veneto, a Cittadella, in provincia di Padova. Parlavano tutti veneto ed erano tutti attori veneti. Film in progetto? C un film in progetto, in vista, bisogna vedere se il progetto va in porto!

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Abbiamo scritto un soggetto attinente proprio il tema di cui parlavo prima. I rapporti tra immigrati ed italiani. Sar un film corale perch a me piace fare film con molti personaggi; mi diverte trovare gli attori adatti, c sempre da fare tutta una ricerca che divertente. E poi mi piace avere a che fare con tanti rapporti umani, cambiare ogni volta approccio a seconda dellattore. Una troupe, un po come unArmata Brancaleone.

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Anno2 Pubblicazione registrata al Tribunale della Stampa di Roma N 303/2002 del 07/06/2002 email .

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