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DISPENSA DI ESERCITAZIONI

UNITÀ: CINEMA
Completa con gli articoli o le preposizioni articolate.

a) CINEMA D’AUTORE, IDENTITÀ E SOGNO

Film d’autore e in bianco e nero. Ripara dai danni ottici di una televisione troppo colorata.
Film d’autore e datati, come “Ladri di biciclette”. “Una giornata particolare”, “Una vita
difficile”. Cinema d’autore dove il cinema del passato s’incrocia con il cinema
contemporaneo. Perché c’è chi ha visto “Il Gladiatore” e non “Ben Hur”, chi ha visto “La vita
è bella” e non “Il grande dittatore”.

Cinema d’autore perché ci modifica come spettatori. Quando siamo in sala e assistiamo a un
film comico, l’onda della risata collettiva che esplode dà un’identità corale al pubblico che
perde il suo anonimato. E quando usciamo dalla sala, dopo la visione di un film d’autore,
non si è più spettatori, ma si diventa tutti testimoni di un grande evento. Si entra con lo
sguardo opaco del quotidiano, si esce a testa alta, con lo sguardo regale.

Il cinema è storia e memoria storica, ma è anche identità degli italiani. Molto spesso, e a
ragione, si afferma che agli italiani manchi il senso dello Stato, della cosa pubblica, di
un’iidentità nazionale.

Ma è proprio il migliore cinema italiano che si fa portavoce di questa denuncia. Pone sullo
schermo le_ piccole virtú e _i grandi vizi, l’_essere onestamente disonesto dell’uomo medio,
del “borghese piccolo, piccolo”. E nelle stagioni felici, dal neorealismo alla commedia
all’italiana, la denuncia non ha toni sentenzionsi, ma è satira. E questo è il modo del cinema
di entrare nella realtà e in qualche modo di modificarla.

Un film può essere l’individuazione di un’aspettativa, la realizzazione di un desiderio, come


già il sogno, inteso in senso freudiano. (“Quando si esce dal cinema, si esce come da un
sogno...” Roland Barthes).

Il cinema non è solo storia e identità.


_L’immagine sullo schermo dà luce al buio, dà forma a un luogo inaspettato dove vorremmo
entrare. Il sogno al cinema è doppio: è quello reale di un ruolo nella storia, nella società, e
quello libero –più ambizioso- del mancato desiderio.

 Qual è il tuo rapporto con il cinema?


 Quali sono secondo te le differenze fra i film di autori e i film commerciali?
 Come definiresti il tono di questo testo?
 C’è qualche frase del testo con cui sei d’accordo o in disaccordo completamente o parzialmente?
 Per approfondire: Youtube: “73° Mostra del Cinema di Venezia: cosa ci aspetta”
Per approfondire: Youtube: “Il mio omaggio al grande cinema italiano”
b) CINEMA COME IDENTITÀ

Il cinema è storia e memoria storica, ma è anche identità degli italiani. Molto spesso, e a
ragione, si afferma che agli italiani manchi il senso dello Stato, della cosa pubblica. Ne
consegue _l’amara, e forse troppo affrettata, conclusione che agli italiani manchi il senso di
un’iidentità nazionale.

Ma è proprio il migliore cinema italiano che si fa portavoce di questa denuncia. Pone sullo
schermo le_ piccole virtú e _i grandi vizi, l’_essere onestamente disonesto dell’uomo medio,
del “borghese piccolo, piccolo”. E nelle stagioni felici, dal neorealismo alla commedia
all’italiana, la denuncia non ha toni sentenzionsi, ma è satira; ha il tono irrisorio e
antiretorico di un riuscito tragicomico. E questo è il modo del cinema di entrare nella realtà
e in qualche modo di modificarla. Con la mediazione di un linguaggio estetico, si pone in un
rapporto dialettico con le_ coscienze e concorre a formare un’identità.

c) CINEMA COME SOGNO

Il cinema non è solo storia e identità. L’aspettativa non è solo l’immedesimarsi, proiettare
sullo schermo una identificazione. Ci si aspetta di volare più lontano.

_L’immagine sullo schermo dà luce al buio, dà forma a un luogo inaspettato dove vorremmo
entrare. Il sogno al cinema è doppio: è quello reale di un ruolo nella storia, nella società, e
quello libero –più ambizioso- del mancato desiderio. Il cinema, come già la pittura, nel suo
linguaggio iconico, è arte simbolica e la sua visionarietà attinge da un giacimento prezioso: il
sogno. Il regista o un attore ci fanno un regalo che è la presuntuosa intuizione di un
desiderio (questa è la natura intrinseca del regalo). Un film può essere l’individuazione di
un’aspettativa, la realizzazione di un desiderio, come già il sogno, inteso in senso freudiano.
(“Quando si esce dal cinema, si esce come da un sogno...” Roland Barthes). Sogno come
lavoro onirico, che si sostanzia di due leggi fondamentali: la condensazione, e _lo
spostamento, la metafora e la metonimia. È dunque il lavoro del sogno inteso in senso
freudiano, come realizzazione di un desiderio, che ci permette di scoprire le_ leggi
fondamentali del linguaggio umano.

Recensioni
Completa con gli articoli o le preposizioni articolate. Troverai delle domande per riflettere e
dibattere e dei link di Youtube per approfondire

IL GATTOPARDO (1963), di Luchino Visconti

Sicilia 1860. G. Garibaldi sbarca a Marsala l’11 maggio 1860. La notizia coglie la famiglia del principe
Fabrizio Salina durante la recita del rosario, nel palazzo di Palermo. Tancredi Falconieri, nipote del
Principe, giovane nobile e colto, ma in totale decadenza economica, si arruola volontario
nell’esercito garibaldino, senza alcuno slancio ideale, ma per puro opportunismo. In un’animata
discusione politica riesce a vincere la diffidenza dello zio verso l’ormai imminente nuovo stato
italiano: il regno sabaudo. (“...Se non ci siamo anche noi per il re, quelli –cioè i garibaldini, i
mazziniani, i democratici- ti combinano la repubblica in quattro e quattr’otto! Se vogliamo che tutto
rimanga come è, bisogna che tutto cambi...”)

Anche lo zio, dunque, accetta il cambiamento in una pura logica di convenienza e, nel plebiscito,
voterà per l’annessione della Sicilia al nuovo stato sabaudo. Inoltre, contro la volontà della moglie,
e deludendo le aspettative della figlia Concetta, innamorata del cugino, favorirà il matrimonio di
Tancredi con la bella Angelica, figlia di don Calogero Sedàra (rozzo, ma ricco ex amministratore
delle terre di Salina, rappresentante della nuova classe sociale in ascesa: la borghesia).
In una delle scene finali Don Fabrizio balla con Angelica un valzer inedito di Verdi (sequenza di film
tra le piú famose della storia del cinema). È il canto del cigno del Principe, simbolicamente l’ultimo
momento di grandezza di una classe in decadenza. I fasti, gli splendori delle sale e degli abiti, i
clamori delle musiche sono in contrasto con l’amarezza nostalgica del Principe, conscio della
perdita di un passato irripetibile.

 Che ne pensi della frase “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto
cambi...”?
 Per approfondire: Youtube “Luchino Visconti’s 1963 classic “Il Gattopardo” (The
Leopard)”

LA GRANDE GUERRA (1959), di Mario Monicelli

Il regista Mario Monicelli con questo film affronta un grande tema politico: la partecipazione
dell’Italia, dal ’15 al ’18, alla prima guerra mondiale. I due protagonisti Giovanni Busacca e Oreste
Jacovacci sono, rispettivamente, un lombardo e un romano del popolo. Soggetti che incarnano
comportamenti e atteggiamenti tipici di un certo genere d’italiano. Uno stereotipo in cui
l’opportunismo, il disinteresse per il bene collettivo, il qualunquismo convivono con i buoni
sentimenti e con slanci di autentica umanità e, talvolta, di coraggio. E il tutto, senza conflitto
psicologico, senza disagio dell’anima; ma con la naturalezza, un po’ rozza, delle persone semplici e
non istruite.

La scelta di due protagonisti che architettano ogni espediente per non andare in guerra e che,
quando ci sono, vorrebbero solo fuggire e disertare, non è né una scelta casuale, né una scelta
semplicemente fedele ad una tipologia psicologica dell’italiano: ci rappresenta il diverso interesse, il
diverso grado di adesione dei cittadini italiani agli ideali politici in favore dell’intervento in guerra, a
casua delle differenti condizioni sociali e culturali.

L’ ”interventismo” (movimento a favore dell’entrata in guerra dell’Italia) era animato da un’accesa


passione, da un fuoco patriottico che aveva invaso gli intellettuali, gli studenti, l’_alta e media
borghesia piú colta; invece, la massa degli italiani del popolo, la gente (di città o di campagna)
povera e ignorante come Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca, non solo non aveva nessuna
coscienza politica in quanto troppo presa a risolvere i problemi della sopravvivenza (fame, malattie,
disoccupazione), ma aveva perfino scarsa coscienza dell’Italia come Stato, unitario e indipendente.
L’unità dell’Italia infatti era recente; e soprattutto, era stata fatta l’unità politica, (quella dei confini),
non quella sociale e culturale.

 Come interpreti la famosa frase dello scrittore Massimo D’Arzegli: «Abbiamo fatto l'Italia.
Ora si tratta di fare gli italiani»?
 È paragonabile questa realtà italiana a quella del tuo paese?
 Per approfondire: Youtube: “Unità d'Italia - Io sono italiano - Spot Campagna di
sensibilizzazione al concetto di Unità.”

AMARCORD (1973), di Federico Fellini

Ambientato fra gli anni ’20 e ’30, a Rimini, città natale di Federico Fellini, in Emilia Romagna, il film
si svolge nell’arco di tempo di un anno, da stagione a stagione. L’ambientazione temporale del film
è, dunque, in pieno regime fascista, particolarmente repressivo in una regione come l’Emilia
Romagna che aveva avuto già le sue lotte operaie e i primi tentativi di socialismo.

Attraverso il filtro degli occhi di Titta, adolescente che patisce i suoi calzoni ancora corti, passa
davanti al nostro sguardo un caleidoscopio di volti, situazioni fra sogno e realtà, fra storia e
atemporalità fantastica, riguardanti aspetti del costume, delle istituzioni, del vivere sociale:
famiglia, scuola, chiesa, politica.

La Gradisca – È l’oggetto di desiderio di tutti i_ giovani del tempo, tutti sognano di conquistarla. È
un personaggio che naviga fra sogno e realtà. Le nozze di Gradisca, finale del film, sono buffe in
modo patetico e malinconico. Sposerà un carabiniere, un omone, goffo e giovale che le schiocca
baci con orgoglio tutto patriottico: “W l’Italia” esclama al brindisi!

Volpina – È la prostituta di strada che, a ogni angolo del paese, si offre agli uomini, oggetto di
scherzi pesanti e crudeli dei ragazzi. I suoi gesti caricaturalmente lascivi ed erotici sono frutto
dell’immaginario felliniano, in quanto rappresentazione concreta delle fantasie sessuali dei giovani
del tempo.
La tabaccaia - “Nei miei film è sempre presente un’immagine di donna abbondante di forme grandi
e potenti. È la donna ricca di femminilità animalesca, immensa e inafferrabile e, nello stesso tempo,
nutrizia, cosí come la vede un adolescente affamato di vita e di sesso, un adolescente italiano
bloccato e impedito da preti, chiesa, famiglia ed educazione fallimentare. Un adolescente che
cercando la donna ne immagina e desidera una che sia... una grande quantità di donne. (da Fare un
film, di Federico Fellini).

 Hai ricordi della tua infanzia che sarebbero degni di un film?


 Per approfondire: Youtube: “Gradisca di Federico Fellini”

UNA GIORNATA PARTICOLARE (1977), di Ettore Scola

Maggio del 1938. Il film inizia con un filmato di repertorio che è la cronaca dell’arrivo di Hitler a
Roma. La visita di Hitler a Mussolini, In Italia, è l’occasione per consolidare definitivamente
l’amicizia e il patto di alleanza fra Germania e Italia.

Il momento culminante della grandiosa accoglienza che Mussolini ha riservato a Hitler è sabato 6
maggio. Giorno in cui tutti i Romani si riverseranno sulle strade, per assitere e partecipare
all’imponente manifestazione. La voce del cronista radiofonico e quelle dei cori e degli inni,
espressione della retorica fascista, dominano il sonoro di tutto il film. Anche quando, terminato il
filmato di reprertorio, tanta magniloquenza è in contrasto con le immagini grigie e dimesse degli
interni di un palazzone anonimo, dove, nell’arco di una sola giornata, si svolge la storia del film.
Tutti gli inquilini, puntuali al grande evento, sono scesi in strada, sotto gli occhi della portiera-
guardiana. Maldicente e chiacchierona, lei rimane e vigila. È un’accesa militante di partito, e fedele
al suo vero ruolo: sorvegliante-spiona dell’osservanza al regime.

Sola, nel suo appartamento, rimane anche Antonietta, casalinga, moglie di un usciere, madre di sei
figli. Nel trambusto di un casa troppo piccola per una famiglia numerosa e rumorosa, tutti hanno
indossato la divisa e il padre, fascista fanatico, ha condotto i figli alla parata. Una casa gondia di letti
sfatti e di stoviglie sporche cade addosso ad Antonietta. Ma c’è silenzio soprattutto di toni autoritari
e maleducati, e di pianti lamentosi non meno imperiosi. Lei ne approfitta per fare una faccenda non
spiacevole: accudire un merlo nella sua gabbietta. Ma Rosmunda, il merlo, vola via e si posa sulla
finestra di un appartamento sottostante, nel quale c’è un uomo alla scrivania, Gabriele, anche lui
rara presenza nel palazzo vuoto.

Antonietta bussa alla sua porta, insieme riprendono il merlo. Per un fatto puramente occasionale, in
un crescendo perfettamente equilibrato, in “una giornata particolare” accade tutto ciò che è
insaspettato.

 Ti vengono in mente delle giornate particolari da far diventare storie cinematografiche?


 Marcello e Sofia hanno fatto diversi film italiani e stranieri. Te ne ricordi di qualcuno?
Per approfondire: Youtube: SOPHIA LOREN AND MARCELLO MASTROIANNI
MOVIES - LARA FABIAN "ALWAYS"

LADRI DI BICICLETTE (1948), di Vittorio De Sica

Uno dei film simbolo di questo velocipede e pietra miliare del neorealismo italiano: Ladri di


biciclette di Vittorio De Sica.

Un film ancora oggi di una potenza senza eguali, narra di un uomo cui hanno rubato la bicicletta e a
causa del furto perde anche il lavoro. La pellicola, per i pochi che non l’hanno vista, è una corsa
continua, senza sosta, da parte del protagonista e il suo giovane figlio alla ricerca della bicicletta.
L’uomo si muove tra i__ vicoli, sul lungotevere, nei ricoveri cattolici, per cercare indizi sull’uomo che
gliel’ha rubata; la bicicletta diventa così simbolo di sopravvivenza, la disperazione dell’uomo è la
disperazione dello spettatore. Chi guarda il film si ritrova a interiorizzare la perdita di qualcosa di
materiale ma indispensabile.

De Sica maestro neorealista, avvalendosi della scrittura di Cesare Zavattini, ci mostra la Roma del
dopoguerra, coesa e miserabile, costretta a districarsi fra un lavoro che diventa un miraggio e una
vita fatta di stenti. Ben lontano dai classici hollywoodiani, il set del film sono le strade di Roma e
anche gli attori sono di poca esperienza e per così dire “presi dalla strada”; questa è la vera forza
del film, quello che vediamo non è altro che la realtà di quella gente in quel contesto storico, come
se non ci fosse finzione, come se la macchina da presa si annullasse del tutto, per far spazio ad un
buco della serratura dove poter osservare quella strada, quella gente, quella Roma.

 Pensi che i film in bianco e nero debbano essere vista dalle nuove generazioni?
 Per approfondire: Youtube: Enzo Staiola, il celebre bambino di "Ladri di biciclette" e il
suo incontro con Vittorio De Sica

I MOSTRI (1963), di Dino Risi

I mostri di Dino Risi è un mosaico cinico e ironico dell'Italia che, alla metà degli anni sessanta esce


dal miracolo economico e si trova ad affrontare l'industrializzazione e il cambiamento di valori di
riferimento e di codici di comportamento. Il film tratta dei vizi e delle contraddizioni di un paese in
via di veloce trasformazione, colti in ambiti diversissimi: dalla famiglia alla cultura, dalla giustizia
all'educazione stradale, dallo sport alla sessualità, alla religione e all'amicizia.

L'Italiano di Dino Risi è un mostro civile e sociale rappresentato nel suo essere disabile, nella sua
difficoltà quasi connaturata di divenire cittadino onesto, educatore severo, amico sincero, marito
affidabile, giudice leale. Ed è proprio per accentuarne il carattere patologico delle sue nuove
particolarità che i personaggi sono biechi e deformi, con difetti fisici a volte caricati tanto da
suscitare disgusto.

Ecco la trama di alcuni degli episodi:

 L'educazione sentimentale: un padre (Ugo Tognazzi) si prende cura dell'educazione e


dell'iniziazione sociale del figlio scolaro elementare (Ricky Tognazzi), ricorrendo a una serie di
esempi e insegnamenti ispirati all'assoluta disonestà e alla più totale mancanza di rispetto per il
prossimo. Sarà lui stesso dieci anni dopo a pagarne le conseguenze, derubato e ucciso dal figlio.
 La strada è di tutti: Vittorio Gassman è un pedone che quando attraversa le strisce (indugiando
di proposito) chiede prudenza e invita con veemenza al rispetto gli automobilisti, ma una volta
in macchina produce gli stessi comportamenti irriguardevoli dei diritti e della sicurezza dei
pedoni.
 L'oppio dei popoli: una giovane signora annoiata riceve l'amante in casa mentre il marito (Ugo
Tognazzi) assiste comeipnotizzato all'intero programma serale della televisione, tanto da non
rendersi minimamente conto della presenza del rivale a pochi metri da lui.

 Per approfondire: Youtube: “I Mostri L'educazione Sentimentale”


Idee per la scrittura sul cinema
 Descrivere una scena
 Descrivere un personaggio
 Narrare una trama
 Fare una recensione
 Creare un copione
 Scrivere sulla produzione cinematografica di un/a regista o movimento
 Scrivere sulla carriera di un attore o attrice
 ...

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