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Il Liuto

Rivista della Società del Liuto

Il mistero delle corde basse per liuto


di Mimmo Peruffo

Numero 19, novembre 2019


In copertina: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore terreno, Siena, 1624. Particolare.
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1
Indice

Introduzione B) Non esiste alcuna testimonianza


p. 3 diretta proveniente dai cordai del tempo
che le corde di budello dei bassi del liuto
venissero appesantite
1) I diametri dei fori per i bassi nei
ponticelli di liuti originali p. 34
p. 5
C) Le corde gravi appesantite fatte oggi
non sono trasparenti alla luce
2) Il netto miglioramento delle qualità
acustiche dei bassi p. 37
p. 10
Considerazioni finali
3) Eguale tensione/sensazione tattile di p. 39
tensione
p. 13 Appendice: Le corde e le loro
denominazioni
4) Il colore delle corde gravi nei quadri p. 42
dell’epoca
p. 15 Bibliografia
p. 45
5) Quando fu introdotta la struttura che
imita una gomena marina/fune
p. 20

6) I bassi del liuto e la loro superficie:


finitura liscia o nodosa?
p. 23

7) Dipinti che evidenziano la


morbidezza e la flessibilità dei bassi in
puro budello
p. 27

Conclusioni
p. 28

Cosa viene opposto a queste conclusioni:


A) Le corde dei bassi erano fatte a
gomena e venivano realizzate dai
liutisti stessi direttamente sullo
strumento
p. 31

2
Il mistero delle corde basse per liuto
di Mimmo Peruffo
For we see, that in one of the lower strings, there soundeth not only the sound of the treble, nor any mixt sound, but
only the sound of the base.1

Introduzione e non poco, della qualità acustica dei bassi


del liuto a sei ordini: è cosa infatti nota an-
Riguardo ai bassi in solo budello im-
che alla maggior parte dei liutisti di oggi
piegati nei liuti del XVI, XVII e agli inizi
che una normale corda di budello, anche
del XVIII secolo vi sono, ancor oggi, que-
se ritorta ai massimi livelli (al fine di gua-
stioni non risolte.
dagnare la massima elasticità e quindi ot-
I problemi cominciano ad emergere
timizzare la sonorità) oltre certi diametri
quando, verso la seconda metà del XVI se-
non suona affatto bene, producendo una
colo, viene aggiunto al liuto un settimo or-
sorta di sordo ‘rumore’ di breve durata dal
dine grave accordato una quarta (talvolta
quale si intuisce appena la nota prodotta.
una quinta) al di sotto del sesto:

The Lutes of the newe invention with


thirtene strynges, be not subiecte to this
inconvenince, where of the laste is put be
lowe: whiche accordyng to the maner now
abaies, is thereby augmented a whole fo-
werth.2 (Fig. 1)

Una domanda si pone sopra le altre:


ma questi nuovi bassi furono davvero così
Fig. 1: ADRIAN LE ROY, An Instruction to set all
efficienti e potenti come alcune testimo-
Musicke in Tablature for the Lute, f. 33v.
nianze e fonti storiche vorrebbero farci
credere? E, se fosse vero, come fecero ad Per quella data frequenza e lunghezza vi-
ottenere quel risultato? brante si ha in altre parole un elevato gra-
Il quesito è ancor più lecito visto che do di ‘inarmonicità’ in virtù dell’elevato
già nel primo Cinquecento ci si lamentava,

1 FRANCIS BACON, Sylva Sylvarum, London, 1627. «Per quello che vediamo in una delle corde più gravi di un
liuto, essa suona non con la sonorità di quelle acute né un misto tra le due ma solamente con il suono del
basso [cioè della fondamentale]».
2 ADRIAN LE ROY, A briefe and plaine Instruction to set all Musicke of eight divers tunes in Tablature for the Lute,
London, 1574, f. 33v. «I liuti di nuova invenzione con tredici corde, non sono soggetti a questo
inconveniente, dove l’ultimo è messo più basso: il quale secondo la maniera ora descritta è perciò
aumentato di una intera quarta».

3
coefficiente di smorzamento interno.3 può essere realizzata sia in ‘alta torsione’
Questo fenomeno è direttamente propor- che secondo la struttura a gomena (con fi-
zionale alla sezione della corda per cui nitura liscia o ‘nodosa’) incrementando
non è possibile scendere ulteriormente pertanto ancora di più la sua resa acustica
verso il grave.4 (densità ed elasticità lavorano qui in siner-
Se già non erano per nulla soddisfatti gia).
dei bassi del liuto a sei ordini, come mai In questo lavoro esaminerò le due ipo-
tutto ad un tratto si comincia ad aggiun- tesi alla luce dei sette requisiti che ho iden-
gerne altri ed esserne anche soddisfatti? tificato e che derivano direttamente dalla
Comunque essi abbiano operato, il se- lettura delle fonti storiche e/o da conside-
greto sta esclusivamente nel contrastare la razioni tecniche, sempre però legate ad
rigidità della corda (in altre parole nel ri- una base di natura storica.
durre la sua ‘inarmonicità’). I sette requisiti sono i seguenti:
Ad oggi ci sono soltanto due ipotesi 1) i diametri dei fori per i bassi, nei
che tentano di risolvere il dilemma. La pri- ponticelli di molti liuti originali sopravvis-
ma immagina l’uso di budello intrecciato suti, presentano misure veramente ridotte
secondo il sistema utilizzato per le gome- rispetto a come dovrebbe essere se si usas-
ne da imbarcazione (sia che si mantenga sero delle normali corde di budello;
visibile la tipica struttura ‘nodosa’, sia che 2) il netto miglioramento delle qualità
si arrivi ad una superficie levigata). Que- acustiche dei bassi a partire dalla seconda
sto secondo i ricercatori permetterebbe di metà del XVI secolo, rispetto a quelli in
giungere alla massima elasticità consen- uso nel periodo storico immediatamente
tendo così di arrivare al limite di un inter- precedente, così come registrato dalle fon-
vallo di quarta (talvolta una quinta) al di ti del tempo;
sotto del sesto ordine. 3) eguale tensione/eguale sensazione
La seconda ipotesi prevede invece che tattile di tensione: implicazioni generali ri-
il budello allo stato fresco abbia subito un guardo ai diametri delle corde;
particolare trattamento di ‘carica’ per 4) il colore delle corde gravi nei quadri
mezzo di metalli pesanti ridotti in polvere dell’epoca;
finissima (o suoi composti insolubili come 5) quando fu veramente introdotta la
ad esempio solfuri ed ossidi) al fine di in- struttura che imita una gomena marina/
crementare la densità finale della corda. fune nelle corde sonore;
Così appesantita, una corda perde una 6) i bassi del liuto e la loro superficie:
buona parte del suo diametro (densità e finitura liscia o nodosa?
diametro sono inversamente proporziona- 7) dipinti che testimoniano il grado di
li) diventando pertanto molto più sonora e flessibilità/morbidezza dei Bassi.

3Per approfondire il ‘coefficiente di smorzamento interno’ o, più propriamente, ‘inarmonicità’ della corda,
vedere EPHRAIM SEGERMAN, A closer look at pitch ranges of gut strings, «FOMRHI bull.», XL, July 1995, p. 50.
4 Diametro e frequenza sono infatti inversamente proporzionali. DJILDA ABBOTT - EPHRAIM SEGERMAN, Strings
in the 16th and 17th centuries, «Galpin Society Journal», XXVII, April 1974, p. 62.

4
1) I diametri dei fori per i bassi nei Risulta evidente che non siano stati fat-
ponticelli di liuti originali ti nel modo impiegato oggi, cioè con una
punta da trapano. Penso piuttosto che gli
Agli inizi degli anni ‘80 del secolo scor-
antichi liutai utilizzassero una serie di ton-
so Ricardo Brané5 prima e quindi io, osser-
dini di ferro, leggermente conici, dotati di
vammo che i fori al ponticello per le corde
punta resa rovente alla fiamma.
dei bassi dei liuti sopravvissuti erano trop-
Infatti, su diversi ponticelli da me esa-
po stretti per poter installare delle corde di
minati, si presentavano degli aloni bru-
budello naturale che avessero diametro
ciacchiati sia intorno al foro che all’interno
sufficiente al raggiungimento di una ten-
di esso.
sione di lavoro ragionevole (vale a dire
Comunque, in forza delle prime scarse
maggiore di 2,5 Kg).6 Indipendentemente
evidenze, raccolte da Branè nel Museo de-
dal fatto che sappiamo molto poco circa le
gli strumenti musicali e all’Accademia Fi-
‘tensioni di lavoro’ usate dai liutisti del
larmonica di Bologna, cominciai una lun-
passato, si constata che a valori inferiori a
ga ricerca, durata più di un decennio, che
circa 2,5 Kg, in un tipico liuto rinascimen-
mi portò a studiare i ponticelli di numero-
tale in Sol, la corda non può più essere
si liuti originali, disseminati in almeno
controllata dal pollice della mano destra.
una dozzina di musei musicali europei
Si perde vistosamente in potenza acustica
(Figg. 2-4), con l’intenzione di raccogliere
e comincia a manifestarsi una notevole di-
sistematicamente tutte le misure dei dia-
storsione di frequenza quando questa vie-
metri passanti al ponte per le corde basse.
ne premuta sui tasti.7
In totale sono riuscito a rilevare i dia-
In tema di fori va tenuto in debita con-
metri di più di 100 strumenti.
siderazione il modo in cui venivano realiz-
Alla conclusione delle osservazioni ho
zati: nella maggioranza dei casi risultava-
però preso in considerazione soltanto una
no infatti leggermente conici, non cilindri-
metà degli strumenti rilevati: quelli che
ci.
conservavano serie evidenze che il ponte

5 Ricardo Branè, architetto e liutaio proveniente dall’Argentina, operò nei pressi di Firenze tra la seconda
metà degli anni ’70 gli inizi degli anni ’80 dello scorso secolo. Assieme ad Orlando Cristoforetti, allora
docente di Liuto al Conservatorio di Verona, intuì tra i primi che il budello per realizzare le corde gravi del
liuto dovesse essere appesantito.
6 Vi erano naturalmente degli strumenti che facevano eccezione, ma questi rappresentano la minoranza.
7 In merito alla ‘giusta’ tensione di lavoro di un liuto in Sol rinascimentale ci si orienta oggi intorno al valore
di 3,0 Kg per corda di ciascun coro (2,8-3,1 Kg di range senza contare una possibile scalarità del valore tra
ordine e ordine). Si è molto discusso se potesse essere vero anche per il passato. Purtroppo non è stato sinora
possibile avere una risposta sia per assenza di documentazione storica diretta sia per il fatto che ci si trova
in presenza di una ampia zona territoriale difficilmente eterogenea, vi sono strumenti di taglie diverse e
infine standard abitudinari diversi. La recente scoperta di quale range di diametri si ottengono partendo da
un singolo budello di agnello (così si realizzavano infatti i cantini romani del Seicento secondo Kircher,
1650) di giovane età ha confermato che nella media anche nel passato lavoravano probabilmente (ma non
sicuramente) con range di tensioni ragionevolmente simili alle nostre. Vedere anche: MIMMO PERUFFO, Messer
Vincenzo Capirola e il segreto per legare le corde del liuto: considerazioni. Attanasio Kircher e i cantini del liuto: test
pratici e risultati, «Il Liuto», XII, Maggio 2016, p 15-25; EPHRAIM SEGERMAN, String tension on Mersenne's lute,
«FOMRHI bull.», XI, April 1978, p. 65.

5
fosse originale. In seguito ho scritto alcuni
articoli che riportano tutte le misurazioni
e i relativi calcoli.8
Dopo questa prima indagine riuscii ad
effettuare ulteriori misurazioni su stru-
menti di collezioni private. Nel 2005 ho
avuto modo di visitare il monastero bene-
dettino di Kremsmünster (Austria) dove
ho potuto analizzare alcuni interessanti
Fig. 2: Misurazione del diametro di un foro al liuti in re minore a 11 e 13 ordini,9 di pro-
ponticello. Rilievi eseguiti dall’autore, nel 1994, al
Kunsthistorisches Museum di Vienna, su un liuto prietà del monastero stesso (Figg. 5-9), che
a sei ordini di Georg Gerle, A35, 1580 ca. mi hanno confermato ancora una volta la
presenza di fori troppo stretti per corde
basse di budello naturale calcolate con
una ‘ragionevole’ tensione di lavoro.
(Fig.10) In questi strumenti si osservano,
ben visibili sulla tavola armonica, i segni
delle posizioni delle dita della mano de-
stra, aprendo così spazio per altre interes-
santi indagini e testimoniando quanto in-
tensamente questi strumenti siano stati
Fig. 3: Radiografia del ponte del Liuto a 11 ordini di
Johann Seelos (notare come i fori dal lato dei bassi – suonati.
sulla destra dell’immagine - siano stretti e di
natura conica).
Vale la pena di sottolineare che il dia-
metro del foro al ponte non coincide certa-
mente con quello della corda passante. In
altre parole i fori devono avere, per forza
di cose, un certo empirico sovradimensio-
namento rispetto alla corda stessa, altri-
menti questa si incepperebbe e non lo at-
traverserebbe con facilità.
Basandosi su tutti i miei dati, il ricerca-
Fig. 4: Liuto tenore costruito da Hans Frei, Bologna, tore e fisico Ephraim Segerman calcolò
1597. Particolare del ponte e della serie dei fori.
quindi il range di tensioni che avrebbero

8 MIMMO PERUFFO, The mystery of gut bass strings in the sixteenth and seventeenth centuries: the role of loaded-
weighted gut, «Recercare», V, 1993, pp. 115-51. MIMMO PERUFFO, New hypothesis on the construction of bass strings
for lutes and other gut strung instruments, «FOMRHI bull.», LXII, January 1991, pp. 22-36. MIMMO PERUFFO, On
Venice Catlins, Lyons, Pistoy basses and Loaded- weighted bass gut strings, «FOMRHI bull.», LXXVI, July 1994,
pp. 72-84.
9 A proposito delle indagini compiute nel 2005 su alcuni dei liuti conservati presso l’abbazia di
Kremsmünster si veda: https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Kremsm%C3%BCnster

6
posseduto i bassi del tempo. Queste risul-
tarono comprese tra 1,1 e 1,8 Kg.
Nel suo lavoro egli considerò corde con
un diametro pari all’85% del massimo dia-
metro passante per quel dato foro del pon-
te e ritengo che questo sia stato un buon
criterio.1 0

Fig. 5: Liuto costruito da Magno Dieffoprichar, 1604,


Monastero di Kremsmünster.

Fig. 8: Liuto costruito da Matthias Brummel, 1678,


Monastero di Kremsmünster.

È importante che quei calcoli siano sta-


ti fatti da lui e non da me. Egli è infatti il
ricercatore che negli anni ‘70 ha introdotto
Fig. 6: Liuto costruito da Hans Frey, Bologna/Fux, la teoria che le corde gravi per il liuto e per
1683, Monastero di Kremsmünster. gli archi, al fine di poter essere sonore, fos-

Fig. 7: Liuto attribuito a Jacob Weiss, Monastero di Fig. 9: Liuto di costruttore anonimo, Monastero di
Kremsmünster. Kremsmünster.

10EPHRAIM SEGERMAN, On Historical lute Strings Types and Tensions, «FOMRHI bull.», LXXVII, October 1994,
pp. 54-57.

7
semmai aspettare che dopo secoli e secoli i
fori siano andati via via ad allargarsi, non
a restringersi.
Altra questione che potrebbe porsi è la
seguente: cosa possiamo dire circa l’even-
tuale traccia di polvere presente all’inter-
no dei fori? Potrebbe contenere tracce di
metalli pesanti o relativi ossidi/solfuri ri-
lasciati dall’antica corda? Ho preso però la
decisione di non svolgere questo tipo di
indagine. Infatti dopo tutti questi secoli è
probabile che una notevole contaminazio-
ne porti a false conclusioni.
Ho scoperto comunque una importan-
te imprecisione nel lavoro di Segerman:
egli considera, nei suoi calcoli, una densità
del budello pari a 1,30 gr/cm3, che è però
Fig. 10: Esempio di scheda con relativi rilievi e note, quella tipica di una corda realizzata in bas-
Kremsmünster, 2005. sa torsione, (che risulta molto rigida, com-
patta, totalmente inadatta quindi a realiz-
sero rese più elastiche mediante la tecnica zare delle efficienti corde per i bassi).
di torsione utilizzata nelle gomene marine Avrebbe invece dovuto utilizzare come
e nelle funi. Segerman ancora oggi ritiene valore di densità quello di 1,10 gr/cm3,
che l’ipotesi dell’appesantimento del bu- che è il valore medio tipico di una corda di
dello non abbia alcuna evidenza storica. budello realizzata come una gomena ma-
Il fatto che questi fori presentino dei rina con superficie nodosa (la teoria, ap-
diametri così piccoli apre però una que- punto, da lui sostenuta).1 1
stione importante: potrebbero, nel passare Dopo le mie correzioni, il range di va-
dei secoli, essersi via via contratti? lori di tensione che si ricava risulta quindi
Chiesi pertanto un parere ad alcuni fa- compreso tra 0,9 e 1,5 Kg.
mosi restauratori di oggetti d’arte in legno Forse non tutti hanno una chiara idea
qui in Italia (Firenze e Milano per precisio- di cosa ciò significhi.
ne) e la risposta fu che il legno, con il pas- Fate da voi il seguente test: abbassate
sare del tempo, tende piuttosto ad eroder- l’intonazione del vostro liuto (che risulta
si ed a diventare debole e inconsistente probabilmente tarato intorno ai 3,0 Kg me-
sotto l’attacco batterico, dei cambi climati- di: il valore più comune oggigiorno) o an-
ci e del tempo. In altre parole ci si deve che di una sola corda grave, di 9, fino a 11,

11 La densità media di una corda simile ad una fune nodosa (Fig. 12) è minore, a causa della struttura fisica
meno compatta ed omogenea, di una liscia. (Fig. 13) Si veda anche DJILDA ABBOTT - EPHRAIM SEGERMAN, Catline
strings, «FOMRHI bull.», XII, July 1978, pp. 26-29.

8
semitoni e così potrete avere una idea pre-
cisa di cosa significhino questi valori di
tensione. Risulterà ancora possibile suona-
re uno strumento in queste condizioni?
Che qualità acustica globale e che control-
lo delle dita sulle corde ancora avremo?
Sarà infatti evidente a chiunque che le cor-
de diventino come elastici di gomma, con
scarsa potenza sonora, scarsa prontezza di
attacco, scarso controllo da parte del polli-
ce della mano destra, rumore piuttosto che
suono e infine, come se non bastasse, avre-
mo molto pronunciato il fenomeno della
Fig. 11: Aspetto risultante dall’alta o dalla bassa pitch distorsion (le corde premute crescono
torsione. di frequenza al minimo spostamento late-
rale e/o cambio di pressione sulle stesse
sopra i tasti).
Suggerirei di fare questo test pratico al-
meno una volta, specialmente se si è av-
versi per principio alla teoria dell’appe-
santimento del budello.
Per essere realmente indicativo, il test
dovrebbe essere però condotto usando
corde in solo budello intrecciate secondo
la tecnica della gomena marina, e non con
Fig. 12: Fune con superficie nodosa. corde moderne rivestite, o in fluorocarbo-
nio, o gimped1 2 etc., le quali hanno in co-
mune il fatto di possedere un peso specifi-
co maggiore di quello del budello natura-
le. Nonostante questo, effettuandolo an-
che con tali tipologie di corde, si arriva a
comprendere nettamente cosa significhi
lavorare con questi bassi valori di tensio-
ne.
La mia domanda è: perché i liutai di al-
lora non hanno fatto i fori semplicemente
più grossi? Questa operazione è in sé mol-
Fig. 13: Corda avvolta a gomena con superficie lisciata.
to facile; diversi liutisti oggi provvedono

12 Ritorte. Le attuali corde tipo gimped sono prodotte dalla ditta americana Gamut di Dan Larson.

9
ad allargare i fori del lato bassi del ponti- uso tra la fine del XV secolo, fino al 1560-
cello nel caso intendano passare dalle tra- ’65 circa.
dizionali corde rivestite ai bassi in solo bu- Johannes Tinctoris scrisse:
dello. Se all’epoca li hanno fatti invece così
Un arrangiamento di cinque, qualche
ridotti un motivo preciso deve ben esserci. volta sei corde principali fu prima
Considerando che i fori per i bassi furo- adottato, credo da parte dei tedeschi:
no dimensionati così dai liutai del tardo cioè, due interne accordate per terza e
le altre per quarta [...]. Inoltre, al fine
XVI e del XVII secolo, per qualunque mar-
di ottenere una sonorità più forte, un
ca di corda grave, quale altra spiegazione
altra corda accordata una ottava sopra
ci è consentita se non il fatto che la matrice fu addizionata alle principali, eccetto
comune dei Lyons, dei Pistoys e forse, nel le prime.1 4
caso di Dowland, delle Venice Catlins,1 3
Sebastian Virdung (Fig. 14):
fosse l’appesantimento del budello?
Conclusione: se le corde dei bassi non [...] a tutti e tre i bassi (prummer) sono
sono in qualche modo densificate non si addizionate corde di spessore medio
[…] una ottava più alta. Perché si fa
può raggiungere un adeguato valore di
questo? Perché le corde più grosse
tensione di lavoro. non possono essere udite così forte
alla distanza come quelle più più sot-
tili. Perciò le ottave sono aggiunte,
così che possano essere udite come le
2) Il netto miglioramento delle
qualità acustiche dei bassi a partire altre.1 5
dalla seconda metà del XVI secolo,
rispetto a quelli in uso nel periodo
storico immediatamente preceden-
te

Vi sono diversi scritti che testimoniano


come le corde gravi del liuto del XVII seco-
lo (dal sesto ordine compreso fino all’XI
/XII ordine grave, per un liuto in re mino-
re e/o con tratta corta) avessero migliori
performance acustiche rispetto a quelle in
Fig. 14: SEBASTIAN VIRDUNG, Musica Getutscht.

13 ROBERT DOWLAND, Varietie of lute-lessons, London, 1610. Vedere il breve trattato di John Dowland, ivi
contenuto, intitolato Other necessary observations belonging to the lute (pp. 13-18) e il paragrafo Of setting the
right sizes of strings upon the lute, p. 14. Venice Catlins, Pistoys e Lyons sono i nomi commerciali con cui
venivano chiamate le più rinomate corde gravi in puro budello tra il tardo Cinquecento e tutto il Seicento.
14 JOHANNES TINCTORIS, De Inventione et Usu Musicae, 1487 ca., p. 22. Mia traduzione dal latino. «Non omni
composito cantui suppetebant: quinque et aliquando sex principalium ordinario ea subtilitate a posteris (ut reor).
Germanis inventa est: ut duabus mediis ad ditonum: ceteris vero ad diatessaron temperatis: lyra sit perfectissima.
Quin utium fortiorem habeat sonum: cuilibet istarum chordarum una conjungitur : que ei (excepta duntaxat prima)
ad diapason conteperatur.»
15 SEBASTIAN VIRDUNG, Musica Getutscht, Basel, 1511.

10
Fig. 15: VINCENZO GALILEI, Fronimo, 1584, p. 105.

Dalla figura 15 potere vedere cosa Vin- documentano che i bassi in puro budello
cenzo Galilei scrive nel 1584:1 6 del loro tempo, anche se installati su di un
Qui si sta riferendo ai primi bassi ag- liuto provvisto di tratta molto corta, (Fig.
giunti dopo il sesto. Il suo commento è de- 16) erano talmente efficienti da arrivare
cisamente sarcastico e anche di natura pu- persino a coprire e confondere il suono
ramente conservativa (non amava che il delle corde superiori, consigliando infine
liuto adottasse bassi ulteriori). Tralascia- di tornare indietro allo strumento tradizio-
mo di commentare la soluzione proposta nale sprovvisto di estensione per i bassi:
dal Galilei di aggiungere una ulteriore cor-
[…] the confusion that the length of
da, ancora più acuta del cantino, che tecni- sound produce it alsoe. […] every basse
camente è una mission impossible (le ‘Co- sound make a confond with every string […]
lonne d’Ercole’ - vale a dire l’Indice di Rot-
e, parlando dell’XI ordine:
tura del cantino - esistono anche per Vin-
cenzo!). […] the lutemasters have taken away that
Contrariamente alle fonti comprese tra great string because the sound of it is too
long and smothis the sound of the others.1 9
il tardo Quattrocento e la prima metà del
Cinquecento, sia il Burwell Lute Tutor (ver-
so il 1670)17 che Thomas Mace (nel 1676)1 8

16 VINCENZO GALILEI, Fronimo Dialogo, Firenze, 1584, p. 105.


17The Mary Burwell Lute Tutor (manoscritto, ca. 1668-1671), GB-Lam614, London Academy of Music,
London. Capitolo 4, Of the strings of the lute […], ff. 7r-8r.
18 THOMAS MACE, Musik's monument, London, 1676.
19Queste due affermazioni sono tratte da The Mary Burwell Lute Tutor, cit.. «[…] anche per la confusione
che la durata del suono produce […] ogni suono del basso produce confusione con ogni corda […]»; «[…] i
maestri del liuto hanno tirato via la corda più grossa perché il suo suono è troppo lungo e copre quello 19
delle altre».

11
This inconvenience2 0 is found upon Chiunque oggi può infatti tranquilla-
French Lutes, when their heads are made mente verificare come anche il miglior
too long; as some desire to have them […].2 1
basso di budello fatto secondo una struttu-
Bisogna essere qui ben consapevoli di ra a gomena non sia assolutamente in gra-
una cosa: quanto riportato dai due trattati do di coprire e confondere il suono delle
non costituisce opinione soggettiva bensì corde più acute; la sua sonorità, viceversa,
comparazione di natura oggettiva tra le è invece sorda e debole, se comparata a
corde superiori e i bassi. Lo stesso tipo di quella delle corde superiori.
operazione può essere fatto anche da noi. Ci sono ulteriori testimonianze, in ter-
Producendo una valutazione di tipo com- mini questa volta soggettivi, che ci danno
parativo e non di natura assoluta ci ponia- un’idea del tipo sonorità dei bassi del liuto
mo fuori da un giudizio personale, che sa- alla loro epoca:
rebbe potuto essere improntato al gusto e […] L’altro è che potendosi trovare un
alla sensibilità del tempo. leuto à otto ordini, come li suol fare
perfettissimi un Maestro Tedesco ch'è
in Padova nomato Mastro Venere Al-
berti faria piacere à S. Altezza [Alfon-
so d’Este] di presentarglielo: il qual
leuto havendo poi à servir per me, de-
sidero che sia delli ordinarij, in quan-
to alla grandezza, et que' dui ordini
bassi più delli sei costumati siano li
bordoni fermi, et sonori d'una corda
per ciascuno, et non di due, et infine
che 'l leùto sia armonioso et argenti-
no, cioè con suono chiaro et sonoro, et
che i bassi rimbombino il più che si
può.2 2

For we see, that in one of the lower


strings of a lute, there soundeth not the
sound of the treble, nor any mixt sound,
but onely the sound of the base.2 3
Fig. 16: Ritratto di English Gaultier. Questo è
probabilmente lo strumento provvisto di tratta […] still torturing the deep mouth’d Ca-
(piuttosto corta) menzionato nel Mary Burwell Lute tlines till hoarse thundering diapason
Tutor. should the whole room fill [...].2 4

20 Vale a dire l’eccessiva esuberanza acustica e persistenza di suono dei bassi.


21 MACE, Musik's monument, cit., pp. 65-66. «Questo inconveniente lo si ritrova nei liuti francesi quando le
loro teste sono fatte troppo lunghe, come qualcuno desidera avere […]».
22 M. BIZZARINI, Marenzio: La carriera di un musicista tra Rinascimento e Controriforma, Coccaglio, 1998, p. 40.
Lettera del 26 febbraio 1581 di Giulio Cesare Brancaccio, indirizzata al cardinale Luigi d' Este, concernente
l’acquisto di un liuto come dono per il fratello Alfonso d’ Este.
23 Si veda la nota 1.

12
Fig. 17: MARIN MERSENNE, Harmonie Universelle, Parigi, 1636.

Mersenne scrive che il suono/la vibra- dalle fonti del XVII secolo rispetto a quelle
zione della corda più spessa del liuto (nel superiori. Al contrario, la sonorità risulta
suo caso è il XI ordine) durava almeno debole, povera di armonici, di scarsa du-
venti secondi (Fig. 17). Personalmente non rata e certamente non in grado di prevari-
ho mai sentito qualcosa del genere, sia che care le corde più acute.
si trattasse di una corda in budello ritorta
come una gomena marina, ma anche nel
caso di un basso moderno rivestito su ani- 3) Eguale tensione/sensazione tatti-
ma in multifilamento di nylon (che pre- le di tensione: implicazioni genera-
senterebbe in assoluto il sustain maggiore). li riguardo ai diametri delle corde
Ritengo che questa affermazione sia esa-
Se si considerasse un profilo di eguale
gerata, non attinente al reale oppure riferi-
tensione (o, più storicamente parlando, di
ta alla durata della vibrazione più che alla
eguale ‘sensazione tattile’ di tensione)25
sonorità propriamente detta. Una presun-
ammettendo che i bassi davvero lavoras-
ta vibrazione di almeno venti secondi da
sero con questi ridotti valori di tensione,26
parte una corda di budello risulta in ogni
la prima corda arriverebbe ad avere un
caso lontana dalla realtà.
diametro compreso tra 0,26 e 0,32 millime-
Conclusione: facendo un esperimento
tri soltanto; quelle del secondo ordine in-
con una corda in budello nudo, ritorta
torno 0,36-0,38 millimetri mentre quelle
come una gomena marina, ne risulta che
del terzo ordine attorno 0,48-0,50 mm.
essa non è affatto in grado di raggiungere
la performance dei bassi in budello descritta

24 Testo attribuito al poeta inglese Edward Benlowes (1603-76) da FRANK EYLER in Sur l'employ des cordes en
boyau, «Musique Ancienne», XV, Janvier 1983, pp. 29-31. Pur estrapolati dal contesto, i versi indicano quanto
fosse ricco e pieno il suono di queste corde: «[…] continuando a pizzicare le Catline dal grave suono, finché
un roco basso rimbombante non riempie la stanza […]».
25 Come suggerito da J. Dowland, dal Burwell Lute Tutor e da T. Mace. Vedere anche: https://
aquilacorde.com/blog/musica-antica-blog/equal-tension-equal-feel-alcuni-chiarimenti-utili-per-i-nostri-
clienti/; EPHRAIM SEGERMAN, Strings thorough the ages, «The Strad», part 1, January 1988, pp.20-34; part
2 (Highly strung), March 1988, pp.195-201; part 3 (Deep tensions), April 1988, pp.295-299.
26 Vale a dire che siamo a meno di 1,5 Kg per corda.

13
Non ho mai visto in tutta la mia espe- Dovendo assicurare, per forza di cose,
rienza di ricercatore e cordaio una prima una eguale sensazione tattile di tensione
corda così sottile e, per quello che conosco, tra tutte le corde del liuto (come sempre
non credo che esista in natura un intestino indicato dalle fonti storiche) ecco di conse-
intero di agnello che possa raggiungere ca- guenza che la tensione di lavoro dei bassi
libri simili. si deve attestare anche essa intorno a valo-
Il diametro più sottile che sono riuscito ri di 3,0-3,5 Kg, non certo di 0,9-1,5 Kg
a produrre è di circa 0,34-0,42 millimetri come calcolato da Segerman e da me cor-
(dopo una leggera levigatura manuale si retto.
riduce di un poco)2 7 partendo appunto da
un singolo budello intero di agnello di cir-
ca un mese di età.2 8
Per la precisione, il range di diametro
che ho potuto ottenere da diversi campio-
ni di budello intero di agnello, di diversa
provenienza, è il seguente: 0,38 – 0,46 mm.
Conclusione: in base alla mia esperien-
za, non si trovano intestini di agnello che
siano così sottili da produrre cantini di Fig. 18: ATHANASIUS KIRCHER, Musurgia Universalis,
diametro inferiore a 0,38 mm. Questo fatto Roma, 1650, Liber VI, Caput II, p. 476.

porta all’impossibilità di mantenere per


l’intera montatura i valori di tensione cal-
colati da Segerman. Viceversa, conside-
rando il range dei valori di diametro che si
ottengono realmente da un singolo budel-
lo di agnello (0,36-0,46 mm) la tensione di
lavoro balza a valori compresi tra 3,5 e 4,5
Kg.

27 Il dato è ricavato dalla nostra attività di corderia per la quale si utilizza come materia prima del budello
intero di agnello. Questo nostro riscontro nella pratica cordaia di ogni giorno va a confermare quanto
descritto da altri come ad esempio FRANCOIS DE LALANDE, Voyage en Italie […] fait dans les annés 1765 & 1766,
2a edizione, vol IX, Desaint, Paris 1786, pp. 514-9 (Chapire XXII: Du travail des Cordes à boyaux […] on ne met
que deux boyaux ensemble pour les petites cordes de mandolines […] ovvero «Lavorare le Corde di budello […]
per le corde piccole dei mandolini si mettono insieme soltanto due budelli […]») e dal Conte GIORDANO
RICCATTI, Delle corde, ovvero fibre elastiche, Stamperia di San Tommaso d'Aquino, Bologna 1767, p. 130. In
estrema sintesi: con 3 budelli interi di agnello si ottiene un range di diametri pari a 0,65-0,75 mm. In
proporzione, con un singolo budello intero si ottengono 0,35-0,45 mm di diametro.
28 Si veda ATHANASIUS KIRCHER, Musurgia universalis, Roma, 1650, Liber VI, Caput II, p. 476. (Fig. 18) Nella
Roma della metà del Seicento la prima corda del liuto si otteneva a partire da un singolo budello intero di
agnello. Era infatti severamente proibito tagliare in strisce l’intestino di ovino destinato a far corde musicali.
Vedi anche MIMMO PERUFFO, Messer Vincenzo Capirola e il segreto per legare le corde del liuto: considerazioni.
Attanasio Kircher e i cantini del liuto: test pratici e risultati, «Il Liuto», rivista della Società del Liuto. Maggio
2016, pp. 15-25.

14
4) Il colore delle corde gravi nei
quadri dell’epoca

Molti ritengono che la questione del


colore delle corde basse sia l’evidenza pri-
maria che supporta la teoria dell’appesan-
timento del budello.
Ma questo non è vero. Il colore infatti
rappresenta in realtà l’ultimo punto nella
scala delle evidenze e ci suggerisce che
questi bassi fossero lavorati in modo tec- Fig. 19: Angelo musicante, Anonimo, 2a metà del
XVI secolo? Particolare.
nologicamente avanzato. I colori, aventi
una mera funzione estetica, per i Treble e i
Mean menzionati dalle vecchie fonti2 9
sono i seguenti: blu chiaro, verde chiaro,
giallo e rosso chiaro.
In taluni dipinti del tempo è possibile
talvolta osservarli tra il primo e il quinto
ordine, su entrambe le corde del coro o an-
che soltanto su una. Corde colorate sono
talvolta visibili come ottave associate ai
bassi.30 Invece, nei bassi rappresentati dai
dipinti, quando sono colorati, è possibile Fig. 20: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore
terreno, Siena, 1624. Particolare.
osservare soltanto toni cromatici che va-
riano dal giallo canarino, all’arancio scuro,
al rosso cupo fino a tutte le variazioni del
marrone e infine al nerastro. (Figg. 19-30)
Ci sono cose ulteriori da osservare:
queste colorazioni partono dal sesto ordi-
ne compreso fino all’ultimo basso e pre-
sentano la stessa medesima gradazione di
tonalità tra tutti i bassi del dipinto: in altre
parole si trovano esattamente là dove oggi
utilizziamo corde di nylon rivestito, o fatte
a
Fig. 21: Liutista francese del XVII secolo, Anonimo, 2
a gomena, o in fluorocarbonio. metà del XVII secolo, Hamburger Kunsthalle.
Esse infine sembrano piuttosto sottili. Particolare.

29 DOWLAND, Varietie, cit.


30 DOWLAND, Varietie, cit.; Mace, Musik's monument, cit., pp. 65-6. Vedere ad esempio il celebre ritratto del
tiorbista Girolamo Valeriani d eseguito dal pittore Ludovico Lana: https://commons.wikimedia.org/wiki/
File:Lana_Ritratto_di_Girolamo_Valeriani.jpg

15
Fig. 22: Liutista francese del
XVII secolo, Anonimo, 2a
metà del XVII secolo,
Hamburger Kunsthalle.

Fig. 23: EGLON VAN DER NEER, A


Lady Tuning a Theorbo, 1678,
Alte Pinakothek, Monaco di
Baviera.

16
Fig. 24: EGLON VAN DER NEER, Suonatrice di Liuto, 1677 ca., Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe.

Fig. 25: EGLON VAN DER NEER, A Lady Tuning a Theorbo, 1678, Alte Pinakothek, Monaco di Baviera.
Particolare.

17
Fig. 26: Suonatore di liuto, Anonimo, scuola francese Fig. 27: Suonatore di liuto, Anonimo, scuola francese
XVII secolo. XVII secolo. Particolare.

Fig. 28: FRANÇOIS DE TROY, Ritratto del liutista Charles Mouton, 1690 ca., Museo del Louvre, Parigi. Particolare.

Volendo raggiungere una densità dop- insolubile e macinabile in forma di polve-


pia rispetto a quella del budello (più in là, re molto sottile.
sempre in questo articolo, spiegherò per- Bene, tra le sostanze più pesanti, inso-
ché questa cosa è di una certa importan- lubili, largamente in uso nel XVI/XVII se-
za)31 risulta indispensabile utilizzare qual- colo, proprio quelle dotate di peso specifi-
che sostanza che possieda un elevato peso co superiore a 8-9 gr/cm3 (pigmenti mine-
specifico e abbia la caratteristica di essere rali come ossidi, solfuri, rame metallico, ri-

31 Si veda il paragrafo delle ‘Considerazioni finali’.

18
Fig. 29: LOUIS DE SILVESTRE, Ritratto di Anna Costanza Contessa di Cosel (1680 – 1765), 1710 ca., Collezione
privata. Particolare.

sotto in polvere etc) possiedono un range


di colorazioni che sono esattamente so-
vrapponibili a quelli riscontrati nei bassi
dei dipinti e di alcune fonti storiche, va-
riando essi infatti dal cupo rosso, al giallo,
a tutte le gradazioni di marrone fino al gri-
gio scuro: una pura coincidenza? (Fig. 31)
Nessuna traccia è presente, in questi
Fig. 30: FRANÇOIS DE TROY, Ritratto del liutista Charles dipinti del XVII secolo, di gradazioni di
Mouton, 1690 ca. Museo del Louvre, Parigi. verde o di blu nell’intera sequenza di bassi
Particolare delle corde sulla rosa (notare i bassi
rosso cupo). rappresentati come descritto invece dai

Fig. 31: Ossidi e solfuri dalle diverse colorazioni che richiamano quelle delle corde gravi per liuto.

19
trattati per le corde colorate come i Trebles
e i Meanes.
Questi pigmenti pesanti e insolubili,
comunemente in uso nel XVI e XVII seco-
lo, sono ossidi e solfuri di piombo e mer-
curio (Fig. 32) oltre alla polvere di rame
Fig. 32: Litargirio giallo (ossido di piombo) e cinabro
metallico parzialmente ossidato (si sono rosso (solfuro di mercurio).
ritrovate alcune ricette delle metà del XVI
secolo che spiegano come ottenerlo). ta interessante la coincidenza che le poche
Per completare il discorso è anche im- sostanze del tempo aventi pesi specifici
portante chiarire che è possibile caricare molto elevati, come gli ossidi e i solfuri di
del budello allo stato fresco con litargirio alcuni metalli pesanti in uso allora, possie-
giallo, minio di piombo marrone chiaro dano la stessa gamma di colore dei bassi
oppure ossidi di mercurio, sempre marro- (rosso cupo, arancio, diverse gradazioni
ne chiaro. Questo avrebbe consentito a un del marrone fino al nerastro). Non esiste
pittore dell’epoca di dipingere i bassi an- alcuna menzione, nei trattati, di corde gra-
cora della stessa gradazione cromatica vi verdi, blu etc. E’ possibile infine caricare
delle corde superiori in budello naturale il budello con pigmenti aventi la sua stessa
non caricato. colorazione naturale, rendendolo pertanto
In altre parole non è affatto detto che esteticamente simile alle corde superiori
una corda appesantita debba necessaria- non caricate.
mente avere una colorazione diversa da
quella realizzata soltanto in budello natu-
rale. Una corda può essere pertanto carica-
ta anche in maniera piuttosto generosa e 5) Quando fu veramente introdotta
la struttura che imita una gomena
presentare ancora una colorazione del tut- marina/fune nelle corde sonore
to simile a quella di una non caricata.
Vi è ora una considerazione finale: i Alcuni ricercatori, ancor oggi, ritengo-
deep dark red color menzionati da Thomas no che le corde gravi con un intreccio simi-
Mace per i Pistoy possono essersi ottenuti le a quello delle gomene marine/funi (le
intenzionalmente addizionando del colo- Catline, per Segerman) siano state intro-
rante rosso a delle corde in budello fresco dotte intorno al 1565-70 e questo abbia
già caricate con qualche agente di colore permesso al liuto quella decisiva espansio-
differente così da avere una colorazione di ne verso il grave avvenuta mediante l’ag-
brand riconoscibile a vista dal cliente. giunta del settimo ordine, accordato una
Conclusioni: la colorazione che si ri- quarta/quinta sotto al sesto.
scontra sulle corde gravi rappresenta l’ul- Questo punto di vista deve però essere
timo punto nella scala delle evidenze che aggiornato. Alcuni anni fa il ricercatore
ci portano a credere che i bassi del liuto su- Patrizio Barbieri scoprì alcune fonti risa-
bissero una lavorazione particolare. Risul- lenti alla seconda metà del XV secolo dalle

20
Fig. 33: Bassorilievi di Epoca Imperiale Romana. Le corde qui raffigurate evidenziano il sistema di torcitura
tipico di una fune/gomena marina e non una struttura liscia.

quali risulta finalmente chiarito che le cor-


de con questo tipo di manifattura erano
già in uso negli strumenti da musicali.3 2
In realtà corde di questo tipo venivano
già usate durante il tardo periodo imperia-
le di Roma. (Fig. 33)
Barbieri evidenziò inoltre la presenza
di macchine avvolgitrici, chiamate ‘ordito-
ri’ (Fig. 34) e usate comunemente per rea-
lizzare funi marine e cordami in genere,
Fig. 34: Orditore.
già in alcune fonti riguardanti i cordai ro-
mani del XVI secolo.3 3

32 PATRIZIO BARBIERI, Roman and Neapolitan gut strings 1550 1950, in «Galpin Society Journal», LIX, 2006, pp.
176-177. Si riportano notizie tratte da UGOLINO DA ORVIETO, Declaratio musicae disciplinae, Liber quintus,
Capitulum IX: De cordarum seu nervorm instrumentalium subtilitate et grossitie, 1430-40 ca., il testo è
interamente riportato su http://www.chmtl.indiana.edu/tml/15th/UGODEC1A_TEXT.html
33 BARBIERI, Roman and Neapolitan gut strings, cit., pp. 159-162.

21
Considerando queste nuove fonti, si è per nulla funzionale.
può dunque ritenere che le corde avvolte a Può la non menzione di questo proble-
gomena (anche lisce) menzionate nella se- ma nei trattati di allora essere una eviden-
conda metà del XV secolo, grazie alla loro za indiretta circa l’uso, nel liuto a sei ordi-
miglior elasticità rispetto a quelle tradizio- ni, di bassi realizzati con la struttura tipica
nali in altra torsione, permisero l’addizio- della fune/gomena?
ne del sesto ordine al liuto e agli strumenti Dando quindi per dimostrato che le
ad arco coevi. corde realizzate come le gomene (non sap-
In questo modo il nuovo limite acusti- piamo se con superficie liscia o nodosa)
co raggiunse le due ottave piene. fossero già conosciute a partire dalla se-
Un particolare: la grande elasticità pre- conda metà del XV secolo, cosa realmente
sentata dalle corde di questo tipo rende capitò verso la seconda metà del secolo se-
molto contenuto quello che gli inglesi defi- guente, quando nel giro di poco tempo
niscono fret sharpness (la crescita di fre- venne addizionato al liuto un basso accor-
quenza che si manifesta quando delle cor- dato direttamente una quarta, talvolta una
de di un certo spessore e con maggiore ri- quinta al di sotto del sesto? E cosa fece di-
gidità vengono premute sui tasti). Nessun ventare quei bassi aggiunti, come per ma-
trattato per liuto, dal primo Cinquecento gia, potenti e sonori?
in poi, espone lamentatele per questo fe- La questione è cruciale e ancora una
nomeno mentre si arriva a trattare il pro- volta ci chiediamo quale novità tecnologi-
blema di una presunta differenza di dia- ca possa essere intervenuta.
metro tra i due estremi di una corda (vede- Conclusioni: ci sono chiare evidenze
re Capirola 15173 4 e Vincenzo Galilei storiche che testimoniano che le corde di
156835 ). budello con struttura a gomena erano già
Ecco il punto: se le corde dei bassi fos- in uso almeno dalla seconda metà del XV
sero realizzate semplicemente in alta tor- secolo. Di conseguenza non può essere
sione questo fenomeno risulterebbe molto stato questo tipo di tecnologia a determi-
presente rendendo lo strumento costante- nare l’espansione delle corde gravi del liu-
mente stonato, anche tra il basso e l’ottava to che avvenne nella seconda metà del
all’interno dello stesso ordine. Cinquecento. La nuova tipologia di bassi
Chiunque può infatti verificare da sé in puro budello risulterà molto perfor-
che tastando un coro grave in alta torsione mante rispetto a quelli precedenti, la cui
si verifica una stonatura che è anche di na- resa acustica risultava al contrario defici-
tura ‘interna’ al coro/ordine, vale a dire taria tanto da provocare delle lamentele e
tra la grossa corda del basso e quella sotti- rendere indispensabile l’impiego di una
le dell’ottava appaiata, e può concludere ottava appaiata.
che un liuto montato in questo modo non

34VINCENZO CAPIROLA, Compositione di meser Vicenzo capirola gentil homo bresano, ms., Newberry Library,
Chicago, 1517 circa.
35 VINCENZO GALILEI, Fronimo Dialogo, II edizione, Venezia, 1584, p. 102.

22
6) I bassi del liuto e la loro superfi-
cie: finitura liscia o nodosa?

Soltanto ai nostri giorni si ritiene che la


superficie delle corde basse del tempo fos-
se nodosa come una fune o una gomena Fig. 35: MARIN MERSENNE, Harmonie Universelle,
marina: invece tutte le fonti storiche in no- Livre 4, pag 51.

stro possesso mettono in chiaro che le cor-


alla superficie delle corde:
de erano lisce, oppure non dicono nulla in
Mersenne afferma (Fig. 35) che le corde
merito. Questa evidenza documentaria
si presentano in generale come lisci cilin-
può essere considerata come una risposta
dri la cui superficie viene levigata per
garbata a Charles Besnainou, un ricercato-
mezzo di un’erba di natura abrasiva
re francese che considera basate su criteri
(Equiseto). Egli però non dice nulla che ci
di storicità le corde da lui realizzate che
possa far credere che questa procedura
presentano appunto una superficie nodo-
fosse impiegata soltanto per le corde più
sa.
sottili.3 7
Per realizzare le suddette corde uno dei
Thomas Mace afferma con chiarezza
metodi è quello di prendere una lunga cor-
che i Pistoy dal colore rosso cupo (per lui i
da, piegarla a metà e ritorcerla su se stessa
bassi migliori) erano lisci:
in opposta direzione rispetto alla fibra di
partenza. Più precisamente uno dei lati They are indeed the very best, for the bas-
ses, being smooth and well-twisted strings [...].
della corda vien lasciato per un tratto di
pochi centimetri non ritorto così che uno Questa affermazione non implica tut-
dei due capi possa passare attraverso il tavia automaticamente che gli altri bassi
foro del ponticello e quindi andare ad an- da lui menzionati, i Lyon, non lo fossero. In
nodarsi al di sopra con l’altra porzione di realtà Mace non dice proprio nulla in me-
corda. rito alla loro superficie.3 8
Questa soluzione, secondo la sua opi- James Talbot scrive che ‘i Lyons’ del
nione, era la via usata al tempo diretta- violino erano lisci:
mente dai suonatori stessi e può giustifica-
Best strings are Roman 1st & 2nd of Ve-
re il diametro ridotto dei fori dei ponticelli
nice catlins: 3rd & 4th best be finest &
storici.36 smoothest Lyons, all 4 differ in size [...].3 9
Ma ecco in realtà cosa abbiamo trovato
nei documenti del tempo in riferimento

36CHARLES BESNAINOU, Les cordes et leurs mysteres, «Tablature, Revue de la Société Française du Luth», Juillet
1987.
37 MARIN MERSENNE, Harmonie Universelle, Livre Second, Des Instruments, Paris, 1636, p. 51.
38 MACE, Musik's monument, cit., pp. 65-66.
39 MICHAEL PRYNNE, James Talbot's Manuscript: IV, Plucked strings. The Lute family, «The Galpin Society
Journal», XIV, 1961, pp. 59-60.

23
Il Mary Burwell Lute Tutor, indica quali
fossero le migliori corde per liuto (Romans
per gli acuti e Lyons per i bassi e le rispetti-
ve ottave) e spiega che un importante
aspetto delle corde era quello di presentar-
si libere da irregolarità della superficie (li-
bere cioè da knotte e rugged). I bassi tipo
Lyons sono chiaramente inclusi.4 0
Thomas Mace, in aggiunta, scrive che
le Venice Catlin per i Mean erano lisce, così
quando aggiunge che ‘i bassi di Pistoia’
non erano per lui altro che grosse Venice
Catlin, intende che anche questi fossero li-
sci.41
Fig. 36a: L’autore di questo scritto davanti al quadro di
Nel quadro di Rutilio Manetti (Figg. Manetti.
36a-36e) possiamo vedere un liuto e una
cetra. Questo dipinto è realizzato vera-
mente in maniera molto accurata: è possi-
bile infatti osservare che i bassi del liuto si
presentano lisci mentre le corde della cetra
appaiono di metallo ritorto. Tutto questo
nello stesso dipinto. Se i bassi del liuto fos-
sero stati di aspetto nodoso, come quelli
della cetra, il pittore lo avrebbe certamente
rappresentato così come ha fatto per la ce-
tra stessa.42
La grande precisione di molti dei pitto-
ri del tardo Cinquecento e dell’intero Sei-
Fig. 36b: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore
cento la si ritrova anche in altre opere. terreno, Particolare della cetra. [Foto dell’autore]
Ecco ancora due esempi (Figg. 37-38b) in
cui è fedelmente riprodotta la tipica strut-

40 Burwell Lute Tutor, cit., ff. 7r-8r.


41 MACE, Musik's monument, cit., pp. 65-66.
42 Sulla manifattura delle corde basse per la cetra diverse fonti storiche riferiscono che erano ottenute
intrecciando assieme due fili metallici. Ad esempio MERSENNE, Harmonie Universelle, cit., pp 98-99: «[…] dans
la quelle la plus grosse chorde di 3, & du 4 rang. Est tortillèe, & faites d’une chorde redoublèe & plièe en deux, a fin
de faire des sons plus remplis & plus nourris.» ovvero «[…] le corde più grosse del terzo e del quarto ordine
sono fatte con una corda di doppia lunghezza piegata a metà e intrecciata poi su se stessa così da ottenere
un tono più pieno [...]». La mia traduzione è tecnicamente precisa pur non essendo letterale. Vedere anche:
BACON, cit.; PIERRE TRICHET, Traité des instruments de musique, manoscritto (Ms 1070), 1640 ca., Bibliothèque Sainte-
Geneviève, Paris.; JOHN PLAYFORD, A Booke of New Lessons for Cithern, London, 1652; PRYNNE, Talbot's Manuscript,
(1695 ca.), cit.

24
Fig. 36c: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore terreno, Siena, 1624, Dublin, National Gallery of Ireland.

25
Fig. 36d: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore
terreno, particolare di liuto e cetra. [Foto
dell’autore]
Fig. 38a: Attribuito a ANTIVEDUTO GRAMATICA (1571-
1626), Santa Cecilia.

Fig. 36e: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore


terreno, particolare del ponticello del liuto.

Fig. 38b: Attribuito a ANTIVEDUTO GRAMATICA (1571-


Fig. 37: EDWARD COLLIER, Natura morta, 1696, Tate 1626), Santa Cecilia. Particolare delle corde al
Britain, London. Particolare. ponticello.

26
Fig. 39: JAN DE BAEN, Johanna le Gillon, moglie di Hieronymus van Beverningk, 1670, olio su tela, Rijksmuseum,
Amsterdam. Particolare. In questo dipinto sembrano rappresentate delle corde gravi rivestite in argento,
data la loro apparente sottigliezza, il colore biancastro e il contrasto cromatico con le rispettive ottave che
appaiono invece giallo marrone.

tura a trecciola (data da due fili metallici spetto di una fune o gomena marina. (Fig.
intrecciati assieme) delle corde usate per 39)
queste Cetre. In alcuni casi (Figg. 40, 41) è possibile
Conclusione: le fonti storiche in nostro avere una approssimativa idea di quanto
possesso testimoniano che tutte le corde fossero flessibili questi bassi.
dei liuti, bassi compresi, avevano una su- Conclusione: alcuni dipinti del XVII se-
perficie liscia, non nodosa. Se non fosse colo mostrano le corde gravi del tempo
stata tale i pittori del tempo lo avrebbero come flessibili, lisce e più sottili di quello
sicuramente evidenziato esattamente che ci si aspetterebbe se fossero state in
come hanno fatto per le Cetre. normale budello.

7) Dipinti che evidenziano la mor-


bidezza e la flessibilità dei bassi in
puro budello del liuto

In diversi dipinti risalenti al XVII seco-


lo le corde gravi del Liuto appaiono piut-
tosto sottili rispetto a quel che ci si potreb-
be aspettare se fossero realizzate in budel-
lo naturale. Inoltre sono all’apparenza li-
Fig. 40: RUTILIO MANETTI, La vittoria dell’Amore
sce e molto flessibili: per nulla simili all’a- terreno, dettaglio delle corde gravi lisce e flessibili.

27
somma. Non vi è nulla di strano nel ritene-
re che il budello per le corde gravi possa
aver subito un processo di incorporazione
di materiali estranei al fine di incrementa-
re la densità. Vi sono diverse evidenze do-
cumentarie che testimoniano come gli an-
tichi fossero ben consapevoli che la densi-
tà del materiale con cui è fatta la corda as-
suma un ruolo fondamentale per il rag-
giungimento delle frequenze gravi. (Figg.
42, 43)
Soffermandoci su questo passaggio di
Mersenne, (Fig. 43) si comprende bene
Fig. 41: Anonimo del XVII secolo. Dettaglio del come l’idea di incorporare nel budello dei
mazzetto di corda rossa.
«corpi più terresti e più pesanti» come i
metalli, al fine di rendere le corde «più len-
te a muoversi» (Bartoli: Fig. 42) sia un pro-
Conclusioni
cesso perfettamente in linea con la cultura
Esiste soltanto una spiegazione che di allora, basata sui principi Aristotele e la
possa comprendere assieme tutti e sette i teoria dei ‘quattro elementi’.
requisiti descritti sopra: le corde di budel- Mi fermo qui e passo volentieri la
lo dei bassi del tempo dovevano avere una mano a coloro che sono più esperti di que-
struttura simile a quella delle funi (ma con ste tematiche invitandoli ad approfondire
superficie lisciata) e dovevano essere ap- la questione.
pesantite con un qualche agente di carica Ritenendo credibile l’ipotesi dell’appe-
al fine di incrementarne la densità. La cari- santimento sorge ora spontanea una do-
ca doveva essere piuttosto generosa così manda: ma quale incremento di densità si
da raggiungere il limite di una quarta/ doveva raggiungere?
quinta al di sotto del sesto ordine. L’agente Ho sviluppato intorno a questo quesito
di carica doveva essere di natura minerale, la seguente ipotesi: grazie alle ‘lamentele’
dotato di elevatissimo peso specifico, inso- di Virdung, Galilei ecc, deduciamo che il
lubile e ridotto in polvere molto sottile (se diametro del sesto ordine rappresentasse
non impalpabile). in qualche modo, empiricamente, il massi-
Va sottolineato che la combinazione tra mo limite acustico verso il grave al limite
l’elevata densità e l’elasticità data dalla dell’accettabilità, uditiva ed estetica, per
struttura a gomena è in assoluto la via mi- quel tempo. Questo nonostante un ‘aiuti-
gliore per assicurare la massima resa acu- no’ fosse dato dall’ottava appaiata. Per
stica dei bassi, soprattutto quelli di uno una serie di considerazioni tecniche ri-
strumento così complesso quale è il liuto. guardanti il tipo di budello allora utilizza-
Un processo di ‘incorporazione’ in- to, possiamo identificare per il sesto ordi-

28
Fig. 42: DANIELLO BARTOLI, Del suono, de' tremori armonici e dell'udito, Roma, 1679, pp. 243, 252.

ne di liuto rinascimentale un range di dia- ge), tra il cantino a vuoto e l’ultimo basso,
metro compreso tra 1,35 e 1,45 mm. di due ottave e una quarta, talvolta anche
Per le leggi della Fisica, se si lavora sul una quinta.
medesimo tipo di materiale e con analoga Secondo i calcoli, volendo dunque
struttura manifatturiera della corda, lo scendere di un intervallo di quarta e non
stesso diametro limite attribuito al sesto superare il diametro del basso al sesto or-
ordine del liuto risulta il limite massimo dine del ‘vecchio’ liuto a 6 cori (1,35-1,45
anche per l’ultimo basso dei Liuti a 7, 8 o mm), la densità della corda deve essere al-
10 ordini (così come anche quello in Re mi- meno il doppio di quella del budello natu-
nore con 11 ordini). Tutti questi strumenti rale (che è di 1,3 gr/cm3).
hanno infatti la caratteristica comune di Tutto questo trova conferma nei diame-
possedere un’escursione (detta open ran- tri dei fori per i bassi nei ponticelli dei liuti

Fig. 43: MARIN MERSENNE, Livre Troisiesme, Des Instruments, Proposition XIX, p. 156: «[…] Il suono più grave
viene dai metalli o dai corpi più terrestri e più pesanti […]».

29
sopravvissuti.
È interessante osservare come il nuovo
open range di due ottave ed una quarta/
quinta rimanga lo stesso anche nel liuto ad
11 ordini in re minore. Esso si espande so-
lamente con la comparsa del modello a 13
ordini (con cavalletto per gli ultimi 2 bassi
- per quello a collo di cigno la questione è
ancora aperta) che utilizzava però, come
ormai sufficientemente accertato, bassi di
tipo rivestito (siamo nel 1718/19 ca.). L’e-
scursione di due ottave più una quarta/
quinta veniva incidentalmente raggiunta
anche da uno strumento ad arco la cui pri-
ma menzione risale, guarda la coinciden- Fig. 44b: ALESSIO PIEMONTESE, Ricetta per ottenere la
polvere di rame, Libro VI, p. 141.
za, intorno al 1580: la viola bastarda (o
‘alla bastarda’).4 3
Ho eseguito naturalmente alcuni test zioni, riguardanti il grado di densità, pos-
pratici per verificare se queste considera- sano essere tecnicamente raggiungibili ed,
in effetti, si riesce a caricare il budello fre-
sco fino a poco più del doppio del suo
peso specifico (ma non oltre: la corda per-
de infatti la sua integrità fisica).
Nei test ho utilizzato alcuni pigmenti
molto pesanti ed insolubili, come ad esem-

Fig. 44a: ALESSIO PIEMONTESE, I secreti, ristampa del Fig. 44c: ALESSIO PIEMONTESE, Ricetta per ottenere la
1603. polvere di oro o argento, Libro VI, parte II, p. 182.

43 Secondo MICHAEL PRAETORIUS (Syntagma Musicum, II parte De Organographia, Wolffenbüttel, 1619) si tratta
di una viola a metà tra un basso e un tenore quindi uno strumento ben distino dai precedenti.

30
pio il minio di piombo, per arrivare infine ciati in modo che solo una corda delle due
alla polvere di rame metallico, ben cono- possa attraversare il foro del ponte ed an-
sciuta anche nell’antichità. Tempo addie- nodarsi con l’altro tratto che sta fuori dal
tro avevo infatti ritrovato alcune ricette, detto foro. Un’alternativa a questa opera-
(Figg. 44a-44c) risalenti alla metà del XVI zione, secondo lui realizzata dal liutista
secolo, in cui veniva spiegato come ottene- stesso, vedrebbe invece il cordaio realizza-
re la polvere di questo metallo, ma anche re il suddetto basso lasciando aperti i due
quella di oro e argento.4 4 capi liberi per la successiva annodatura.
Qualunque ipotesi oggi avanzata per C’è da notare che una corda di questo tipo
risolvere il mistero di come i bassi del liuto presenterebbe necessariamente una super-
venissero realizzati, non può non tenere ficie non liscia, ma nodosa, come una fune.
conto di tutti e sette i requisiti sopra men- Le nostre considerazioni:
zionati. Qualunque critica è sempre ben- - Questa ipotesi scarta la più banale
venuta, ma alla condizione che nessuno di delle domande: perché i liutai del tempo
questi punti sia omesso. Essi derivano in- non hanno semplicemente fatto dei fori
fatti da chiare evidenze storiche, non da più grandi (esattamente come si fa oggi
idee generiche e non supportate. quando si vogliono montare bassi in solo
budello di un certo diametro)?
- Un’ipotesi come quella descritta ri-
Cosa viene opposto a queste con- chiede che le corde siano prima inumidite
clusioni: per poi essere accuratamente ritorte sopra
lo strumento utilizzando una speciale at-
A) Le corde dei bassi erano fatte a
gomena e venivano realizzate dai trezzatura che esegua questo lavoro alla
liutisti stessi direttamente sullo perfezione. Poi andrebbero lasciate accu-
strumento ratamente essiccare prima di poterle anno-
dare al ponte. Nessun trattato del tempo
Nella conferenza presentata a ‘Corde ha mai accennato ad una simile procedu-
Factum’ nel maggio del 2008,4 5 Charles ra, né alla suddetta attrezzatura, né alla
Besnainou espone la sua idea che è quella necessità di procurarsi un lunga corda dei
che si utilizzasse una ordinaria corda di medi per poter realizzare i bassi.
budello, di sufficiente lunghezza e diame- - La teoria di Besnainou, se comparata
tro, che potesse passare attraverso i fori ai sette requisiti sopra menzionati non ar-
dei ponticelli storici per poi venir piegata riva a soddisfarli tutti.
a metà e ritorta su se stessa direttamente Esattamente come accade per l’ipotesi
sullo strumento. Un lato della treccia così formulata da Ephraim Segerman, concer-
realizzata verrebbe lasciata per alcuni cen- nente una possibile struttura a gomena
timetri con i due capi di corda non intrec- con conseguente nodosità della superficie

44 Vedere ad esempio le ricette di ALESSIO PIEMONTESE, I secreti, Venezia, 1555, ristampa del 1603, pp. 141, 182.
45 BESNAINOU, La fabrication des cordes, cit.

31
della corda. sunto di tutto quello che considero lonta-
Risulta in qualche modo interessante no sia dalle evidenze storiche che dalla
ricordare che la connessione etimologica mera funzionalità dello strumento.
tra la parola catline ed un possibile termine a) Può un liuto lavorare con tensioni di
nautico (‘line’ in inglese significa anche 1.0-1.5 Kg? Poco probabile (provate da voi
‘gomena’) non sia in realtà mai stata sup- calando di 9-11 semitoni la frequenza delle
portata da alcuna fonte storica, come sot- corde del vostro strumento).
tolineato da diversi altri ricercatori.4 6 b) E’ possibile ottenere un cantino di
Ricordiamo qui che l’ipotesi della budello da 0,26-0,32 mm? No, non è possi-
struttura a gomena fu, negli anni ‘90 del bile: non esistono – in base alla mia espe-
secolo scorso, rifiutata dallo stesso Seger- rienza – ovini che possano produrre que-
man il quale, avendo realizzato che la vi- sto diametro partendo da un singolo bu-
huela poteva ‘permettersi’ i bassi in uniso- dello intero.
no (ipotesi oggi contrastata da mie recenti c) Corde basse in budello con superfi-
ricerche) considerò da quel momento vali- cie nodosa come una fune furono mai
da una possibile connessione del termine menzionate nelle fonti storiche? No, non
catline con la Catalogna. esiste alcuna evidenza e sarebbe comun-
Proprio la Catalogna fu invero nel pas- que stato descritto nei trattati e visibile
sato un centro produttivo di corde di bu- nell’iconografia. Mersenne è un buon
dello, ma, ancora una volta, non esistono esempio: egli scrive che le corde metalli-
affatto evidenze storiche che supportino che più grosse per la Cetra si ottenevano
questo legame linguistico. Si sa invece che prendendo un lungo filo che si piegava nel
la Spagna importava da Monaco ingenti mezzo e le due metà si torcevano assieme
quantità di costose corde armoniche.4 7 come per realizzare una fune. Inoltre spe-
In realtà, quel poco che sappiamo delle cifica che questa operazione aveva la fina-
‘Catlines’ è che furono fabbricate in Italia lità di ottenere una sonorità migliore e più
intorno all’area Bolognese, mandate a Ve- piena. Nel caso delle corde di budello in-
nezia (e questo spiega la dicitura Venice vece non descrive questo metodo bensì il
Catlins di Dowland) e da qui spedite poi in fatto che venissero tutte levigate fino al li-
Inghilterra. Non sappiamo però come gli scio per mezzo di un’erba abrasiva.
italiani chiamassero questo tipo di corda e d) Vi è in questa evidenza un ulteriore
soprattutto i dettagli tecnici di come venis- fatto interessante: Mersenne è ben consa-
sero realizzate. pevole, e lo scrive, che una corda intreccia-
Ecco ora, nella lista che segue, il rias- ta come una fune produce un suono mi-

46 FRANK EYLER, The modern Venice Catlines reconsidered, Lute Society of America Bull., August 1986; EPHRAIM
SEGERMAN, More on the name ‘Catline’, «FOMRHI bull.», LXXVI, July 1994, p. 85; https://www.fomrhi.org/
uploads/bulletins/Fomrhi-076.pdf; STEPHEN BONTA, Catline Strings Revisited, «Journal of the American
Musical Instrument Society», XIV, 1988.
47EPHRAIM SEGERMAN, Historical background to the strings used by catgut-scarpers, «FOMRHI bull.», April 1976,
Comm 15, pag 42.

32
gliore rispetto ad una derivante da un filo per i bassi e trovare traccia del ‘torcitore da
semplice. Nonostante questa sua consape- casa’ che sarebbe necessario a compiere
volezza, tale tecnica, nel caso delle corde questa delicata operazione: nulla di tutto
di budello, non è menzionata anche se ri- questo è mai stato descritto dalle fonti sto-
teniamo che fosse utilizzata, ma non par- riche.
tendo da due corde secche già realizzate. g) Esistono dipinti o altre fonti storiche
Dubito però che Mersenne abbia mai visi- che evidenziano uno speciale modo di fis-
tato una corderia del suo tempo. sare le corde al ponticello dopo aver sepa-
e) Le attuali corde di budello intreccia- rato tra loro i due trefoli4 9 con cui è nor-
te come una fune sono potenti abbastanza malmente realizzata una corda fatta come
da coprire e confondere la sonorità di una fune/gomena come ipotizzato da
quelle superiori? Assolutamente no: basta Charles Besnainou? No, almeno per quan-
provare (facendo però il test con uno stru- to ne sappia io.
mento a tratta corta come quello di ‘Gaul- Ecco da questi pochi esempi quello che
tier l’inglese’ e usando delle corde di bu- in realtà possiamo osservare. (Figg. 45-49)
dello, visto che le fonti storiche a questo si
riferiscono).
f) I bassi dei liuti furono corde nodose
come funi ottenute intrecciando su se stes-
sa una lunga corda dei ‘medi’ che sia stata
prima piegata nella sua metà? Le fonti
maggiormente dettagliate del XVII secolo
concernenti le corde del liuto4 8 descrivono
tre tipologie base: Treble; Mean; Bass. I ‘bas-
si’ furono chiamati: ‘Lyons’, ‘Venice Catli-
nes’, ‘bassi di Norimberga e Strasburgo’, ‘i Fig. 45: MARIN MERSENNE, Harmonie Universelle [...],
rosso cupo Pistoys’. Se questa ipotesi del Livre Second, Des Instruments, Paris, 1636.
ricercatore Besnainou fosse valida do-
vremmo aspettarci che il terzo sort di cor-
de, i ‘bassi’ cioè, non esista: si dovrebbero
infatti ottenere in situ intrecciando su se
stessa una lunga corda adatta ai mean. Non
dovremmo inoltre aspettarci alcun nome
proprio per questi bassi, come invece, al
contrario, accadde. Infine dovremo trova-
re da qualche parte menzione del fatto che Fig. 46: LAURENT DE LA HYRE, Allegoria della Musica,
1649, Metropolitan Museum, New York. Dettaglio
il liutista dovesse ritorcere da se le corde del ponticello.

48 DOWLAND, Varietie, cit., pp. 13-14; Burwell Lute Tutor, cit., ff. 7r-8r; MACE, Musik's monument, cit., pp. 65-66.
49 Viene chiamato ‘trefolo’ ciascuno dei fili intrecciati assieme per costituire una corda.

33
h) I trattati del tempo hanno mai men-
zionato l’esistenza di uno speciale attrezzo
utilizzato dai liutisti per ritorcere da se le
corde dei bassi? Secondo le mie informa-
zioni non risulta.
i) Esiste una qualche evidenza storica
che porti a ritenere che ci fosse un legame
tra il termine Catline/Catlins e la Catalo-
gna? Oppure tra lo stesso termine e la go-
mena marina? Secondo le mie informazio-
Fig. 47: NICOLAS HENRY JEAURAT DE BERTRY, Natura ni nessuna.
morta con Liuto, metà XVIII secolo. Dettaglio.

B) Non esiste alcuna testimonianza


diretta proveniente dai cordai del
tempo che le corde di budello dei
bassi del liuto venissero appesanti-
te

Le nostre considerazioni:
Se non si considera come attendibile l’i-
dea che il budello fosse in qualche modo
‘densificato’, come spiegare il perché dei
sottili fori dei ponticelli e della concomi-
tante notevole potenza acustica manifesta-
ta dai bassi del tempo? Tuttavia è vero che
Fig. 48: CORNELIS BYLCIUS, metà XVII secolo, non esiste alcuna testimonianza diretta da
Germanische Nationalmuseum, Norimberga. parte dei cordai del tempo riguardo ad
Dettaglio. [Foto dell’autore]
una possibile tecnica di appesantimento
del budello (una ricetta, uno scritto, una
testimonianza ecc). Come a dire il vero
non esiste in realtà alcuna informazione
diretta, tramandata dai cordai del XVI,
XVII secolo, concernente la loro arte in ge-
nerale, non solo in merito alla tecnologia
delle corde gravi.
In particolare non esiste alcuna testi-
monianza diretta dei cordai che alcune ti-
pologie di corde in budello fossero realiz-
Fig. 49: CORNELIS NORBERTUS GIJSBRECHTS, Natura zate come le funi. Abbiamo solo la segna-
morta con liuto. Particolare. lazione negli inventari delle botteghe di

34
artigiani romani della presenza degli ordi- za.5 1 Questo è una caso di evidenza indi-
tori, che sono torcitori a tre o quattro ganci retta che diventa una evidenza diretta gra-
atti a realizzare funi, ma è vero anche che zie ai calcoli matematici (come avviene
i cordai di allora (e fino a pochi decenni per il requisito n.1 circa i fori nei ponticelli
fa), producevano corde con destinazione originali dei liuti).
diversa da quella musicale, come ad esem- Ciò detto, vorrei rimarcare come fatto
pio per battere il cotone, per cinghie di tra- d’interesse per la nostra discussione la
smissione e anche per il tennis.5 0 presenza di barili di colla animale descritti
La verità sta nel fatto che l’attività cor- negli inventari delle botteghe cordaie ro-
daia fu sempre altamente preservata e se- mane del Seicento: «Un barilozzo con den-
cretata. Nulla fu divulgato all’esterno e tro libbre 30 in circa di colla cerviona».52
tantomeno furono scritti libri o trattati in Va opportunamente sottolineato che la
merito. Chi parlava o frodava veniva du- colla non viene mai utilizzata/menzionata
ramente punito mediante galera o fustiga- nella manifattura tradizionale delle corde
zione e ai discendenti era vietato fare cor- di budello mentre assume un certo ruolo
de per alcune generazioni. oggigiorno se si effettuano operazioni di
In realtà, come abbiamo già visto, esi- carica minerale: dunque, a cosa servivano
ste una certa quantità di evidenze indirette quei ‘barili di colla’ in una corderia?
che possono fornirci egualmente, con buo- Si registra anche la presenza di reci-
na probabilità, una panoramica di come le pienti contenenti liquidi/vernici dal colo-
cose andassero. re rosso. Naturalmente non possiamo qui
Ecco un esempio dell’importanza delle affermare con certezza che si tratti di ma-
evidenze di natura indiretta: il pianeta teriali utilizzati per la carica del budello.53
Plutone fu scoperto non tanto perché lo si Come abbiamo prima accennato, l’in-
vedesse direttamente al telescopio ma in corporazione di composti insolubili quali
virtù delle anomalie gravitazionali che ossidi, solfuri, metalli in polvere ecc. in
esso induceva sul ‘vicino’ pianeta Urano. sete, tessuti, carta, cera, legno, pelli ed al-
In base ai calcoli si arrivò dunque alla con- tro fu una pratica molto comune al tempo.
clusione che non solo un tale pianeta esi- Pertanto, l’idea di addizionare cariche pe-
stesse ma si riuscì a determinarne anche santi al budello rientra perfettamente nella
massa ed orbita. Esso fu visto direttamen- mentalità delle persone vissute nel XVI e
te al telescopio soltanto dopo una cin- XVII secolo. Per certi versi, questo tipo di
quantina di anni. Nonostante l’assenza procedura è molto simile alle operazioni
della prova diretta gli astronomi sapevano di tintura della seta, con le quali, utilizzan-
tuttavia perfettamente della sua esisten- do determinati prodotti di natura metalli-

50 BARBIERI, Roman and Neapolitan gut strings, cit.; Mersenne, Harmonie Universelle, cit.
51 A proposito del pianeta Plutone si può consultare anche https://en.wikipedia.org/wiki/Pluto
52 BARBIERI, Roman and Neapolitan gut strings, cit., p. 97.
53 BARBIERI, Roman and Neapolitan gut strings, cit., p. 97.

35
ca, si otteneva anche un concomitante no-
tevole aumento di peso.
In diversi documenti del tempo si spie-
ga, ad esempio, come incorporare del ci-
nabro o del litargirio, o qualcosa di simile,
come il minio di piombo, in materiali
come cera, seta, cotone, legno, pelle, tessu-
ti, tappeti, carta, pietra, prodotti medicali,
inchiostri, vernici e così via, non esclusi
persino alimenti!5 4 (Figg. 50, 51)
Come affermato in precedenza, sino ad
oggi non è mai stata ritrovata una qualche

Fig. 51: Ricette tratte da GIOVANVENTURA ROSSETTI,


Plichto de l'arte de tentori, Venezia, 1568.

‘formula segreta’ dei cordai occidentali


operanti nel Seicento; mi hanno tuttavia di
recente segnalata una cosa molto interes-
sante: la pratica di incorporare simili so-
stanze sembra fosse utilizzata dagli anti-
chi cordai cinesi nella realizzazione delle
corde per il Guquin (si usavano allo scopo
polveri di ceramica, oro, argento, rame
ecc.). Questa, se definitivamente provata,
Fig. 50: GIOVANVENTURA ROSSETTI, Plichto de l'arte de sarebbe un’evidenza di natura diretta, an-
tentori, Venezia, 1568. Frontespizio. che se riguardante l’Oriente.5 5

54 GIOVANVENTURA ROSSETTI, Plichto de l'arte de tentori che insegna tenger pani, telle, banbasi et sede si per larthe
magiore come per la comune, Venezia, 1568. (Fig. 50) Agli inizi della ricerca presi in considerazione la carica
della seta mediante l’uso di polveri metalliche/ossidi/solfuri come possibile strada seguita dagli antichi
cordai. Queste procedure erano infatti perfettamente note ai tintori già dal Medio Evo. Questa idea è stata
abbandonata dopo breve per i seguenti motivi: 1) La seta effettivamente aumenta di peso ma in
concomitanza si riscontra anche un certo aumento del suo volume: in altre parole la densità non aumentava
più di tanto. 2) Tutte le fonti del XVI e XVII secolo che si riferiscono ai bassi del liuto descrivono soltanto il
budello, mai la seta.
55C’è stato in proposito uno scambio di comunicazioni personali con lo studioso Peter Pringle, che non ha
purtroppo avuto seguito.

36
C) Le corde gravi appesantite fatte
oggi non sono trasparenti alla luce
(viene supposto che quelle del pas-
sato lo fossero)

Ephraim Segerman ritiene che l’idea di


appesantire il budello per le corde gravi
del liuto non possa essere un’opzione sto-
rica per il fatto che le corde così come oggi
realizzate risultano opache alla luce. Que-
sto ricercatore si riferisce in particolare al-
l’osservazione di John Dowland riportata
dal figlio Robert.
È necessario però precisare che i riferi-
menti riguardo alla possibile trasparenza/
translucenza dei bassi risulta circoscritta
esclusivamente a quanto scrisse Dowland
nel suo Varietie of lute-lessons.5 6 In altri te-
sti come il Burwell Lute Tutor, quelli di
Mace e Mersenne non esiste nulla che trat-
ti la ‘trasparenza’ delle corde gravi in bu-
dello: non è possibile pertanto estendere
quanto rilevato da Dowland anche ai bassi Fig. 52: ROBERT DOWLAND, Varietie of lute-lessons, p.
da lui mai menzionati, vale a dire i Lyon 13.
e/o i Pistoy.
Ma vediamo ora i passaggi più salienti. munque sempre trasparenti alla luce.
Dowland dice: (Fig. 52) Proseguendo dice:

Now because Trebles are the principall This choosing of strings is not alone for
strings wee neede to get, choose them of a Trebles, but also for small and great Mea-
faire and cleere whitish gray, or ash-co- nes: greater strings though they be ould
lour, and take one of the knots.5 7 are better to be borne withall, so the co-
lour be good, but if they be fresh and new
Egli afferma così che i Treble (i cantini) they will be cleere against the light, thou-
sono davvero buoni quando si presentano gh their colour be blackish.5 8

trasparenti chiari o anche grigiastri ma co-

56 DOWLAND, Varietie, cit., p. 13.


57 DOWLAND, Varietie, cit., p. 13. «Ora poiché i Treble sono le corde principali noi abbiamo bisogno di averle
scegliendo quelle più chiare e trasparenti alla luce, o di un grigio chiaro o di colore cenere prendendone una
dal mazzo».
58 «Questo modo di scegliere le corde va bene non solo per i cantini, ma anche per le corde mediane grandi
e piccole: le corde più grosse, anche se sono vecchie, sono comunque tollerabili, purché di bel colore, ma se
sono fatte di recente e mai usate saranno chiare in controluce, anche se di colore nerastro».

37
Qui Dowland estende lo stesso criterio strings, which are made at Livornia in
estetico dei treble alle corde dei piccoli e Tuscanie: these strings are rolled up
round together, as if they were a compa-
grandi mean specificando che, sebbene sia-
nie of horse hayres. These are good if they
no corde più grandi, devono presentarsi be new, but they are but halfe Knots. Note
egualmente trasparenti controluce. there is some store of these come hither la-
Ora Dowland continua descrivendo le tely, and are here made up, and passe for
corde colorate ma in riferimento soltanto whole Knots.5 9

ai mean e ai treble: Quindi descrive finalmente i Bassi:


Some strings there are which are colou-
For the greater sorts or Base strings, some
red, out of which choose the lightest co-
are made at Nurenburge, and also at
lours, viz. Among Green choose the Sea-
Straesburge, and bound up onely in knots
water, of Red the Carnation, and of Blew
like other strings. These strings are excel-
the Watchet. Now these strings as they
lent, if they be new, if not, they fall out
are of two sorts, viz. Great and Small: so
starke false. The best strings of this kinde
either sort is pact up in sundry kindes, to
are double knots ioyned together, and are
wit, the one sort of smaller strings (which
made at Bologna in Lumbardie, and from
come from Rome and other parts of Italy)
thence are sent to Venice: from which pla-
are bound up by certaine Dozens in bun-
ce they are transported to the Martes, and
dels; these are very good if they be new, if
therefore commonly called Venice Catlines.60
not, their strength doth soone decay: the
other sort are pact up in Boxes, and come Il punto controverso è il seguente: Se-
out of Germany: of these, those strings
german ritiene che la frase dopo i due
which come from Monnekin and Mildor-
pe, are and continue the best. Likewise
punti
there is a kinde of strings of a more fuller but also for small and great Meanes: grea-
and larger sort then ordinary (which we ter strings though they be ould are better
call Gansars). These strings for the sizes to be borne withall
of the great and small Meanes, are very
good, but the Trebles are not strong. Yet sia riferita ai bassi (che dovrebbero es-
also there is another sort of the smaller
sere trasparenti alla luce).

59 «Alcune corde sono colorate, tra queste scegli i colori più leggeri; ad esempio tra i verdi scegli
l’acquamarina, del rosso l’incarnato, del blu quello colore cielo. Queste corde sono di due tipi, vale a dire
grosse e sottili. Entrambe sono impacchettate nella stessa maniera. La varietà delle corde più sottili (le quali
vengono da Roma e altre zone d’Italia) sono in mazzi di dozzine; queste sono molto buone se sono nuove,
se non lo sono la loro resistenza decade rapidamente. L’altra varietà è confezionata in scatole e provengono
dalla Germania. Di queste, quelle che provengono da Monaco (di Baviera) e Mildorpe (?) sono e continuano
ad essere le migliori. Allo stesso tempo vi è un tipo di corde più piene e più grosse delle ordinarie (che
chiamiamo Gansars). Queste corde per le misure dei grossi e piccoli Mean sono molto buone, ma come
Cantini non sono forti. Cè un'altra varietà di corde sottili che è prodotta a Livorno, in Toscana: queste corde
sono arrotolate assieme come se fossero dei crini di cavallo. Queste sono buone se nuove però non sono altro
che metà mazzo. Notare che alcuni negozi che hanno ultimamente di queste corde le passano invece come
se fossero di un mazzo intero».
60 «Per la più grande varietà di corde per i bassi, alcune sono fatte a Norimberga e anche a Strasburgo, e
sono arrotolate in mazzi come le altre corde. Queste corde sono eccellenti se sono nuove altrimenti
peggiorano e diventano false. Le migliori sono però avvolte in doppio mazzetto e sono fatte a Bologna in
Lombardia e quindi da lì spedite a Venezia da cui vengono poi mandate alle fiere e perciò vengono chiamate
comunemente Venice Catlines».

38
Le mie osservazioni in proposito sono Considerazioni finali
le seguenti:
1) Quando Dowland comincia a trat- La domanda è banale: perché i liutai
tare dei bassi realizza una netta separazio- del tempo non hanno semplicemente fatto
ne con la descrizione dei mean mediante il i fori del ponte di diametro maggiore?
punto di fine frase. Dei bassi non descrive Non è necessario essere laureati alla Sor-
l’aspetto fisico. Di conseguenza la traspa- bona per eseguire questo tipo di interven-
renza è espressa esclusivamente rispetto ai to; molti oggi lo fanno già nel caso inten-
treble e ai mean. Questi ultimi, anche se dano montare dei bassi in puro budello.
sono più spessi, devo essere parimenti tra- Un motivo logico deve assolutamente es-
sparenti/translucenti come i cantini. serci, e questo sarà per forza di cose insito
2) Quando descrive un sort di corde in qualche caratteristica saliente delle cor-
(come fa anche Mace) egli utilizza sempre de gravi utilizzate allora.
la lettera maiuscola (ad esempio: Trebles, I più importanti trattati per liuto scri-
Meanes, Basses). Non è invece il caso di vono che le corde del nostro strumento de-
quando scrive greater strings, nel passag- vono presentarsi tra loro con lo stesso feel
gio citato qui sopra, dove in realtà si sta di tensione sotto le dita. Con diametri cosi
ancora riferendo alla categoria che prece- sottili (richiesti dai fori dei ponticelli stori-
de il segno dei due punti, cioè i mean. Tale ci) come sarebbe possibile garantire un feel
segno serve appunto per questo specifico omogeneo di tensione tra tutte le corde?
scopo e non per cambiare argomento, per Tensioni di lavoro così basse determine-
la qual cosa utilizza invece coerentemente rebbero la necessità di avere cantini tal-
il segno del punto fermo. mente sottili (diametri inferiori a 0,36 mm)
3) Sempre in tema di trasparenza vale che nessun singolo budello di agnello al
comunque la pena di sottolineare che an- mondo sarebbe in grado di sostenerli.
che una corda in budello non caricata e di Ancora: come è possibile che al tempo
un certo spessore non è mai trasparente esistessero corde per i bassi in puro budel-
bensì opaca, specialmente poi se è stata lo così potenti e sonore (come descritto
anche tinta: questo fenomeno accade per- dalle fonti) visto che l’esperienza diretta
ché quando una corda di budello risulta dimostra che una corda di minugia, anche
molto ritorta, le micro fibrille non si ‘fon- se ritorta a gomena, non possiede affatto
dono’ strettamente tra loro ma realizzano tali requisiti acustici?
micro sacche di aria che rompono la conti- A volte è piuttosto difficile comprende-
nuità ottica. La sola corda dotata di una re alcune ipotesi decisamente complicate,
certa trasparenza è quella realizzata in illogiche ed anche lontane da quello che
‘bassa torsione’ che però, essendo molto troviamo scritto nelle fonti storiche. Per-
rigida, non può avere alcun impiego come ché, dovendo andare da Milano a Roma,
corda per i bassi. invece di prendere l’autostrada ci si do-
vrebbe recare a Londra, poi a Shanghai,
poi a New York e infine a Roma dichiaran-

39
do infine che questa è la strada più logica pur di non riconoscere come valida la teo-
e più breve? ria dell’appesantimento alcuni ricercatori
Il motivo più verosimile è la difficoltà hanno introdotto l’ipotesi non storicamen-
di confrontarsi con la banale evidenza te confermata che i liuti di allora lavoras-
(mai considerata prima di noi da diversi sero con due diversi gradi di tensione: una
ricercatori) dei fori così stretti nei ponticel- più ridotta per i bassi e una più alta per le
li dei liuti sopravvissuti e della conseguen- corde dei mean e dei treble. La verità invece
te impossibilità di suonare con un solo chi- è che tutti i trattati più importanti del no-
logrammo di tensione se non meno; di stro strumento hanno predicato fino alla
confrontarsi con l’impossibilità tecnica di noia l’importanza di avere un feel omoge-
ottenere da un budello intero di agnello un neo di tensione tra tutte le corde, fino a
diametro inferiore a 0,36 mm e, infine, con considerare uno strumento che presenti
l’impossibilità di ottenere quella potente corde con diverso grado di tensione come
resa acustica, di cui si parla nei principali uno dei più gravi errori.
trattati del tempo, con una normale corda Thomas Mace scrive:
di budello che non sia stata ‘densificata’,
The very principal observation in the
ovvero caricata. stringing of a lute. Another general obser-
Ad esempio non ci sembra una soluzio- vation must be this, which indeed is the
ne logica (né storicamente verificata) chiefest; viz. that what siz'd lute soever,
you are to string, you must so suit your
avanzare l’idea che i bassi fossero realizza-
strings, as (in the tuning you intend to
ti dal liutista stesso utilizzando una lunga
set it at) the strings may all stand, at a
corda adatta ai mean opportunamente pie- proportionable, and even stiffness, other-
gata a metà e ritorta su se stessa, diretta- wise there will arise two great inconve-
mente sullo strumento, per mezzo di un niences; the one to the performer, the
other to the auditor. And here note, that
attrezzo apposito (visto che a mano libera
when we say, a lute is not equally strung,
è un impresa quasi impossibile), ma non
it is, when some strings are stiff, and
prima di aver umidificato la corda, la- some slack.6 1
sciando un tratto di alcuni centimetri non
ritorto, in modo che uno dei capi si passi Sul Mary Burwell lute tutor è scritto
attraverso il foro del ponte per poi anno- (Fig. 53):
darsi all’altro capo, sopra il ponte stesso, […] when you stroke all the stringes with
facendo infine asciugare la corda così rea- your thumbe you must feel an even stiff-
lizzata. nes which proceeds from the size of the
stringes.6 2
Ecco un altro esempio di incongruenza:

61 MACE, Musik's monument, cit., pp. 65-66. «Esiste una osservazione principale sul montare le corde di un
Liuto. Un’altra osservazione generale, che sarebbe veramente la principale; cioè qualunque dimensione di
liuto si abbia si deve accordarlo (al tono che uno intende) e le corde devono tutte realizzare una
proporzionale e omogenea rigidità altrimenti si hanno due inconvenienti: uno per il suonatore e l’altro per
chi ascolta. E qui nota che stiamo dicendo che un liuto non è equamente bilanciato quando alcune corde
sono troppo tese e altre molli».

40
John Dowland ci dà un’ulteriore con- sato lavorassero con due diversi gradi di
ferma: tensione è pertanto non storica oltre che il-
logica anche dal punto di vista strettamen-
But to our purpose: these double Bases li-
kewise must neither be stretched too hard, te tecnico/funzionale.
nor too weake, but that they may accor- Quale potrebbe essere una valida alter-
ding to your feeling in striking with your nativa all’idea che il budello per i bassi
Thombe and finger equally counterpoyse fosse stato appesantito? Pur avendo preso
the Trebles.6 3
in considerazione qualunque ipotesi, an-
Secondo alcune ricerche, la maggior che la più fantasiosa, non sono mai riusci-
parte dei suonatori comincia a percepire to a soddisfare tutti i sette requisiti inizial-
una apprezzabile differenza di tensione mente esposti derivanti da fondamenti
tra due corde quando questa differenza è storici.
maggiore di mezzo tono: entro questo ran- Se le corde gravi non sono ‘densificate’,
ge siamo senz’altro nella condizione di ri- la tensione di lavoro diventa drammatica-
levare un eguale feel tattile. Alcuni sono mente bassa per poter essere gestita dalle
anche più sensibili ma questa è una ecce- dita. Si perde quasi del tutto il controllo
zione rispetto alla statistica. Si conclude della qualità acustica finendo in una regio-
che se la differenza di tensione è superiore ne più vicina al rumore che al suono. Non
al mezzo tono il musicista avverte con si ha più una sufficiente potenza di emis-
chiarezza al tatto che lo strumento non è sione (mentre nel passato, come abbiamo
ben bilanciato. Con delle corde basse che visto, la potenza acustica era dichiarata
lavorassero con tensione pari al 50%, o an- addirittura soverchiante) e, come se non
che meno, di quella delle corde superiori, bastasse, subentrano seri problemi di pitch
tale differenza risulterebbe assolutamente distorsion quando le corde vengono pre-
percettibile rendendo lo strumento molto mute sui tasti.
lontano dai requisiti storici prima descrit- Incredibile come tutto ciò sia scaturito
ti, rientrando nella condizione di grave er- dall’osservazione di un foro!
rore di montatura descritta da Thomas Vivi felice
Mace nel 1678. L’ipotesi che i liuti del pas-

Fig. 53: Burwell Lute Tutor, f. 7v.

62 Burwell Lute Tutor, cit., f. 7v. «[…] Quando si percuotono tutte le corde con il pollice si deve sentire una
tensione omogenea tra le corde delle diverse dimensioni».
63 DOWLAND, Varietie, cit., p. 14. «Per i nostri propositi: questi doppi bassi allo stesso tempo non devono
essere troppo tesi o troppo deboli ma devono essere, in base alla sensibilità del tuo pollice e delle altre dita,
equamente contrapposti ai Treble».

41
Appendice minati filoni ciò accadeva perché in quel
settore dovevano in qualche modo aver
Le corde e le loro denominazioni raggiunto un modello di eccellenza.
Ciò poteva significare quindi che erano
Le corde prodotte nel XVI, XVII e XVIII riusciti ad ottimizzare meglio di altri una
secolo venivano distinte con un nome che determinata linea di produzione incre-
ne caratterizzasse immediatamente la mentando l'offerta con nuovi prodotti o
zona di provenienza, a garanzia della loro scoprendo metodi di produzione più effi-
qualità. Oggi avrebbero una ‘marca’ e la cienti e razionali.
loro diffusione sarebbe affidata a ben altri I documenti del Cinque, Sei e Settecen-
mezzi. to che descrivono nello specifico qualcosa
Questo peculiare aspetto, in un epoca in merito alle corde per gli strumenti a piz-
storica in cui non esisteva ancora la tutela zico e ad arco (in numero piuttosto esiguo)
del brevetto, spiega la particolare severità riguardano quasi esclusivamente il liuto,
con cui le corporazioni cordaie persegui- che restava lo strumento più difficile da
vano le frodi commerciali e gli stessi asso- accontentare in termini di montatura. Vi è
ciati eventualmente sorpresi a frodare. invece un singolare paradosso che riguar-
Fornire ai clienti la garanzia assoluta che da il Secolo dei Lumi: mentre l’arte cordaia
le corde di Monaco fossero state realmente cominciava per la prima volta ad essere
realizzate a Monaco rimase una priorità descritta con cura dagli enciclopedisti (e
assoluta nei secoli in cui il liuto fu suonato. così anche alcuni importanti aspetti delle
Per ulteriore conseguenza della man- montature per quartetto d’archi, mandoli-
canza di protezione sul frutto dell’ingegno no e soprattutto chitarra a cinque ordini),
e dell’esperienza di qualsiasi artigiano, le del liuto, nell’età di Weiss, non si sa prati-
tecniche e gli accorgimenti che ognuno camente nulla. Il nostro strumento stava
metteva in opera erano coperti dal più ri- ormai in un angolo oscuro della storia che
goroso segreto. nessuna ‘luce della ragione’ poteva illumi-
Altro aspetto da sottolineare è la spe- nare.
cializzazione produttiva tipica di determi- Esaminiamo ora le fonti storiche che ri-
nate aree geografiche. In talune zone i cor- feriscono sulle tipologie e le origini delle
dai si dedicarono, ad esempio, alla produ- corde.
zione di corde gravi mentre in altre produ- Quattrocento
cevano cantini arrivando a volumi com- Non possediamo alcuna indicazione
merciali davvero incredibili. Firenze (per i dei nomi di varietà commerciali di corda
bassi) e Roma (per i cantini) costituirono per liuto.
un esempio emblematico. Non si vuole Cinquecento
qui affermare in termini assoluti che allora La prima menzione di tipologie di cor-
in Firenze non si producessero cantini; si da proviene dal manoscritto del nobile
vuole invece sottolineare che se talune bresciano Vincenzo Capirola.6 4 Per la pri-
zone si sono via via specializzate in deter- ma volta vengono descritte corde di quali-

42
tà superiore provenienti da Monaco di Ba- mente scritto da John Dowland.6 7
viera e viene indicata una tipologia chia- Le corde sono da lui così suddivise:
mata ganzer della quale rimane dubbia l’o- - Treble (cantini): «from Rome and other
rigine del nome (anche se alcune tracce parts of Italy», «from Monnekin and Mildor-
sembrano riportare alla struttura tipica di pe» (probabilmente Monaco di Baviera e
un cordonetto).6 5 Capirola purtroppo non Meldorf, entrambe in Germania); vengono
specifica se fossero destinate agli acuti op- anche indicate altre corde di misura picco-
pure ai gravi. la «which are made at Livornio in Tuscanio».
Una seconda fonte storica di nostra co- - Small and Great Mean (medi): Gansars.
noscenza è curata da Adrian Le Roy e ci - Bass (bassi): «Nurenburge, and also at
informa che le corde migliori erano fabbri- Straesburge»; Venice Catalines (i bassi mi-
cate a Monaco (o nei suoi dintorni) oppure gliori: costruiti a Bologna in ‘Lombardia’,
nella città dell’Aquila, in Italia: secondo Dowland).
Si osserva nello scritto di Dowland una
the best come to us of Almaigne, on
certa tendenza alla confusione quando de-
this side the toune of Munic, and from
Aquila in Italie.6 6 scrive la tipologia di corda dei mean. Ad
esempio non si riesce a capire se le smaller
Dopo questo interessante inizio egli strings fabbricate a Livorno siano corde
passa poi a descrivere il metodo per di- per i treble o per i mean. Così come non si
stinguere una corda falsa da una buona. comprende se le corde colorate apparten-
Anche Le Roy non presenta alcuna ulterio- gano alla classe dei treble o dei mean (o ad
re informazione circa la posizione a cui entrambe).
son destinate le corde indicate. A Dowland segue Michelangelo Galilei
Seicento che il 6 Agosto del 1617 scrive da Monaco
Il primo documento che finalmente al fratello Galileo pregandolo di procura-
apre uno spiraglio di luce è Variete of lute- gli «quattro grosse corde di Firenze per
lessons che ospita il capitolo Of setting the suo bisogno et dei suoi scholari». Non co-
right sizes of strings upon the lute autorevol- nosciamo purtroppo il nome commerciale

64 CAPIROLA, cit., f. 3v.


65 Cfr. DENIS DIDEROT - JEAN D’ALEMBERT, Encyclopedie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers,
vol. II, Paris, 1751 ; vi si può leggere la voce «GANSE, (Manufact. en soie) petite poignée de gavassines, auxquelles
les lacs sont arrêtés, & que la tireuse attache avec une corde. Faire les ganses, c'est arrêter la même poignée de
gavassines, afin que tous les lacs ne tombent pas sur la main de la tireuse.» O ancora «GANSE, f. f. (Rubanier) espece
de petit cordounet d’or, d’argent, de soie ou de fil plus ou moins gros, rond, & même quelquefois quarrée, qui se fabrique
sur un oreiller ou coussin avec des fuseaux, ou sur un métier avec la navette [...]». «GANSE [cordoncino], (prodotto
in seta), fascetta di funicelle, alle quali sono fissati i lacci, e che la tiratrice lega con una corda. Fare i
cordoncini, significa fissare la fascia di funicelle, affinché tutti i lacci non cadano sulla mano della tiratrice.»;
«GANSE, f. femm. (rel. alla manifattura dei nastri) specie di piccolo cordonetto d’oro, d’argento, di seta o di
filo più o meno grosso, rotondo, e persino talvolta quadrato, che si fabbrica su un guanciale o cuscino con
dei fusi, o su un telaio con la spola […]».
66LE ROY, A briefe and plaine Instruction, cit., f. 60v; «le migliori ci vengono dalla Germania, dalle parti di
Monaco, e da L’Aquila in Italia».
67 DOWLAND, Varietie, cit., p. 14.

43
di questi bassi. Settecento
Nel Mary Burwell Lute Tutor leggiamo Non possediamo alcuna specifica ter-
quanto segue: minologia di corde da liuto.
In conclusione i nomi dati alle corde
The good stringes are made at Rome or
about Rome and none that are good are per liuto del XVII secolo richiamano sem-
made in any other place except the great pre la loro zona di provenienza, con due
strings and octaves that are made in sole eccezioni: le Catlins (o Catlines) e le
Lyons att Fraunce and noe where else.6 8 Gansars. Le prime furono corde fabbricate,
Anche qui nulla di nuovo: come già almeno ai tempi di Dowland, nel Nord Ita-
aveva scritto Mersenne nel 1636,6 9 si con- lia. Non conosciamo tuttavia con che
ferma che le corde migliori provengono da nome gli italiani chiamassero questa tipo-
Roma. La novità concerne soltanto le cor- logia.
de basse e le relative ottave, fabbricate a Con l’avvento del XVIII secolo i termi-
Lione. ni Catlins, Catline, Lyons, Pistoys etc. scom-
Thomas Mace ci fornisce in assoluto la paiono del tutto per lasciare posto a deno-
fonte più preziosa ed esaustiva.7 0 Anche minazioni più generiche come ad esempio
qui (come in Dowland) le corde sono sud- ‘corde fabbricate a…’.
divise in tre tipologie: Le corde gravi in budello fabbricate dai
- Trebles: (1a, 2a, 3a e ottava della 6a): cordai cedettero il posto ai bassi filati, co-
Minikins; struiti ora dai liutai se non (anche se rara-
- Meanes: (4a; 5a e le restanti ottave dei mente) dagli stessi musicisti.
bassi): Venice catlins;
- Basses: Pistoys, Lyons.
Mace descrive anche lui (come Dow-
land) corde colorate, ma anch’egli non è
sufficientemente chiaro sulla loro destina-
zione (per i treble, per i mean o per entram-
bi).
Romans, Venice Catlins e Lyons sono no-
minate ancora nel manoscritto di James
Talbot quali corde per il violino e per il
basso di violino.7 1

68Burwell Lute Tutor, cit., f. 7. «Le corde buone sono fatte a Roma o nei dintorni di Roma e nessuna di quelle
buone è fatta in altri posti eccetto per le corde più grosse e le ottave che sono fatte a Lione in Francia».
69 MERSENNE, Harmonie Universelle, cit., p. 3.
70 MACE, Musik's monument, cit., pp. 65-66.
71 ROBERT DONNINGTON, James Talbot Manuscript, II. Bowed strings, «Galpin Society Journal», III, 1950. p. 30.

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