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rivista trimestrale di
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chitarra e luto
diretta da
Ruggero Chiesa
dio
10, PRESSO LE EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
anno decimonono n. 76 - luglio 1991 - L. 7.000SOMMARIO
Note di copertina di Ruggero Chiesa 3 Cover Notes by Ruggero Chiesa
Incontri Encounters |
Intervista Mario Fragnitoe Lucio Matarazzo di Interview with Mario Fragnitoand Lucio Matarazzo
Ruggero Chiesa 6 by Risggero Chiess
La chitarra flamenca di Paco Petia 10 Flamenco Guitar by Paco Pefia
Sulle tracce della Follia di Aurora Blardone 25 Onthe Trail of the Follia by Aurora Blardone
Giulio Regondi: Dieci Studi ed una foro di Giulio Regondi: Ten Studies and a Photo by
‘Alessandro Boris Amisich 38 Alessandro Boris Amisich
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PINITO DI STAMPARE NEL MESE DI LUGLIO 1991 CON 1 TIPI
DELLA MUSICOGRAFICA LOMBARDA DI BRUGHERIONOTE DI COPERTINA
70 1A sente di fulminee vittorie otenuce
nel 1977 in vari concorsi internazionali
europei, tra i quali Alessandria e Radio France,
Kazuhito Yamashita 2 ritornato in Italia sulle
ali di una notorieta che lo accompagna ormai
da molti anni, Appena trentenne — @ nato nel
1961 — egli ha al suo attivo una carriera
concertistica intensissima, svolta sopratcutto in
patria, e una serie di incisioni che comprende
ben 45 dischi. Tra di essi, quello contenente la
trascrizione dei Quadri di un'esposizione di
Musorgskij ha rappresentato un vero best-seller
fin dal 1981, ¢ ha circondato la figura di
Yamashita di un misto di curiosit’, ammira-
zione, € anche di sospetto. Molti si chiedevano
infatti come avesse potuto trasferire su una
semplice chitarra a sei corde un testo cosf com-
plesso, pur con le inevitabili sfolticure, e come
riuscisse nel contempo a realizzare una gamma
timbrica tanto ricca € inconsueta. Nel primo
dei due concerti renuti a Milano il 24 ¢ il 25
‘marzo di quest'anno, Yamashita ha ripecuco dal
vivo questa ardita performance, facendola se-
guire, il giomo successivo, dalla sua piti recen-
te fatica nel campo della trascrizione, la Sinfonia
“Dal Nuovo Mondo” di Dvotik. Ce n'era abba-
stanza per verificare la reale consistenza delle
sue capacita.
‘Ma andiamo per ordine ¢ vediamo in esteso
i programmi dei due concerti. Il 24 marzo
abbiamo ascoltato Preludio, Fuga ¢ Allegro BWV
998 di Bach, la Suite “in modo polonico” di
Tansman, i Quadri di Musorgskij; il 25 le
Variazioni op. 9 di Sor, i Folias di Takemitsu,
Ja Suite BWV 1012 di Bach originale per vio-
loncello, la Sinfonia di Dvotik, Yamashita si
presenta in pubblico con atteggiamento calmo,
sereno, unito a una costante tensione emotiva
che perd non sconfina mai, neppure nei mo-
menti di maggior impeto interpretativo, in at-
teggiamenti violenti o isterici. Come vedremo,
cegli pud anche eccedere con pesanti articolazi
in certi fraseggi, ma cid che stupisce di lui
esctema grazia con la quale affronta gli episo-
di cantabili, la straordinaria varieta di colori,
la potenza del suono capace di propagarsi in
una sala come quella del Conservatorio di
Milano anche nei pid sommessi soctovoce, il
carezzevole rapporto stabilito con lo strumento.
La ricerca timbrica di Yamashita & senza
dubbio facilitata dalla particolare lunghezza €
qualita delle unghie, che gli consentono un
tocco pieno persino quando sfiora le corde al
ponticello, ma egli si serve anche spesso dei
soli polpastrelli per ottenere impasti davvero
singolari, a conferma di una fervida immagina-
zione che lo porta a usare ogni mezzo per rag-
giungere il suo ideale coloristico. In nessuna
altra occasione, poi, abbiamo osservato una
simbiosi cos{ naturale nei confronti della chi-
tarta, con la quale Yamashita intractiene un
rito dolce e cullante. Lo strumento, pur con-
trollato tra le sue dita, danza con lui attraverso
movimenti ampi e morbid, e assume posizioni
orizzontali, trasversali, verticali. Nel fraccem-
po, Finterprete accompagna con il suo corpo
questi spostamenti, si alza quasi in piedi, si
distacca dalla chicarra o la abbraccia tenera-
mente. Tutto cid avviene senza ostentazione,
non provoca assolutamente fastidio, e si rimane
addiriteura affascinati da questo inaspectato cc
rimoniale,
‘Attesissima, come & facile immaginare, era
la prova del concertista giapponese sul rerreno
della tecnica strumentale, e le aspettative non
sono andate deluse. La chicarra sembra — ripe-
tiamo una frase fatta — non avere segreti per
Yamashita, anche se questo non significa che
Ie esecuzioni siano state sempre inappuntabili.
Bisogna perd dire che le imperfezioni si vetifi-
cavano sopratcutto in occasione di passaggi
intricatissimi, ¢ che in generale l'interprete non