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La SCALA PARLANTE

COLLEZIONISMO DI RADIO DEPOCA


e quantaltro attiene alla storia delle telecomunicazioni

Sped. in A.P. Comma 27 / Art. 2- Legge 549/95 - Filiale BOLOGNA

Copia omaggio

ORGANO UFFICIALE - anno XXVI - numero 6 - novembre 2015

Linea diretta con i soci


La fine di ogni anno un periodo di bilanci su ci che si fatto e di progetti per il futuro a pi o meno
lungo termine, anche per una redazione. In entrambe le riflessioni bisogna cercare di essere obiettivi e
di non sognare ad occhi aperti.
Vediamo allora di fare una sintesi di quanto stato pubblicato per lanno che sta finendo sulla rivista
La Scala Parlante. Innanzitutto si cercato di ampliare il ventaglio dei temi trattati, introducendo argomenti nuovi, sostenuti da esperti, complementari agli argomenti sul collezionismo delle radio depoca.
Sono stati anche privilegiati interventi a tema, considerato che lanno che si chiude va ricordato per il
centenario dellinizio della prima Guerra Mondiale. Non si mancato di parlare di quei personaggi storici
riferimento importante per lo sviluppo tecnico-scientifico. Si dato anche spazio ad articoli sulle infrastrutture culturali che hanno permesso ai primi Enti radiofonici di attrarre ascoltatori con programmi che
hanno dato contenuto ad un hardware che da solo sarebbe rimasto una strumento per soli tecnici esperti. Anche il tema del design, la forma delloggetto radio, ha trovato ospitalit, non solo per soddisfare le
aspettative di coloro che collezionano soprattutto per la forma, ma anche per completare la narrazione
di una storia fatta non solo di tecnica. Lo sviluppo della forma della radio stato infatti, non solo in Italia,
parte di un pi ampio movimento di rinnovamento degli stili di arredamento domestico, in particolare
negli anni 30.
Per quanto riguarda il sito internet dellassociazione, alto limpegno per mantenerlo vivo, specialmente
guardando al futuro del nostro collezionismo, a cui i giovani danno necessariamente un valore interpretativo diverso da noi veterani. Qualche dato: dieci anni fa il sito occupava 250 Megabyte; oggi supera i 5
Giga. Alcune rubriche significative: la Enciclopedia della Radio Italiana, Il Museo virtuale delle radio pi
blasonate, la Galleria dei soci per dare spazio alle collezioni personali, selezioni di riviste e
libri depoca rari, raccolte di articoli da riviste straniere del nostro settore e cos via. Indispensabile il contributo di materiale per le varie rubriche: impegno che chiediamo a tutti voi.
Qualche riserva sul nostro Forum, che pu essere dinamico solo nella misura in cui sono
dinamici i suoi utenti: nessun sito Internet e nessun Forum, per quanto possa essere interessante, vive di vita propria. E, nel caso di una associazione, devono essere gli stessi
soci a tenerlo vivo, altrimenti
E per il futuro? Lattuale redazione non pu che, credendoci fermamente, confermare gli obiettivi sino a qui perseguiti, che sembrano essere vincenti e corroborati dal
gradimento della rivista espresso in generale dai soci, restando sempre pronta ad
accogliere ogni sensata richiesta di rinnovamento. Dateci una mano.

Buon Natale e Sereno Anno Nuovo


La Redazione

Gruppi Locali
Milano: D.Colangelo 348.8225594
Sede legale: Museo dei Mezzi di Comunicazione
colangelo@cheapnet.it
Firenze: C.Bonechi 0573.738733
Via Ricasoli 22 - Arezzo
Bologna: R.Piana 338.8645616
Corrispondenza associativa: Carlo Pria via Calvi 2 - 20021 Baranzate (MI)
renzopiana.bo@gmail.com
Per rinnovare la quota (Italia 45,00; Estero 48,00):
Torino: A.Ferrero 338.873587
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Lazio: F.Zeppieri 349.3167633
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Carlo Pria 02.38302111 carlo@aireradio.org
Presidente:
Arezzo: S.Menci 338.5901410
Segretario:
Fabio Zeppieri 349.3167633 zeppieri.fabio@libero.it
Veneto: G.F.Chiaradia 335.7635987
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Tesoriere:
Piero Cini 055.686645 cxcpiero@alice.it
Valdisieve: E.Alterini
055.8314676
Consigliere: Renzo Piana 338.8645616 renzopiana.bo@gmail.com
Sostegno Radio (MI): L. Collico
Consigliere: Claudio Gatti 039.362114 claudiogatti.aire@libero.it
349.3830770
l_collico@virgilio.it
Comitato Scientifico: Neri (Coord.), Bramanti, Pria, Cecchi, Piana.

Associazione Italiana Radio dEpoca

a.i.r.e. n. 6-2015

Servizio Schemi: Carlo Pria


Via Calvi 2 - 20021 Baranzate (MI)
carlo@aireradio.org
Spedizione Rivista/Arretrati:
Piero Cini
(contributo soci 4 euro per copia)
La Scala Parlante
Spedizione in A.P. comma 20/C
Legge 662/96 Filiale di Bologna
Iscrizione Tribunale Bologna n. 6352
Redazione:
via M. dAzeglio 2 -20900 Monza (MB)
C.Gatti (Responsabile), R.Simonetti
Collaboratori: Figini, Cecchi, G. e
M. Riello, Bramanti, Corno, Fautilli,
Lavia, Vitali, Vignali.

INDICE La SCALA PARLANTE


Attivit Associativa
Linea diretta con i soci
Prima fase conclusa

pag. 1
pag. 2

Parliamo di:
Il grattacielo Brionvega
Radiofonia in Gran Bretagna
Tesla ZZ-III: Ricevitore amplificatore (1950)
Olivetti... che passione
Primi collegamenti aereo-terra
Le radio al guinzaglio

pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.

3
6
10
12
20
25

pag.
pag.
pag.
pag.
pag.

9
15
16
17
19

Spigolando
Magnadyne SV 54: una radio storica
Limportanza della forma
Uno sguardo sul mondo
Contromisure Elettroniche nella II G.M.
Olivetti progetto P101

Laboratorio & Progetti


Le valvole 6AY8G e 6BY8G FIVRE pag. 22

Mostre & Manifestazioni


pag. 30
pag. 31

Recensioni
Newton & Co. geni bastardi

pag. 11

Cerco Offro Scambio

pag. 32

in copertina:
B&O (Danimarca) mod. Beolit 400 all transistor, gamma F.M.

Nei prossimi numeri


I transistor
Le radio dei soci
Radio, architetti e design
Personaggi ed eventi
Notizie dal mondo della Scienza
Eridania - La Voce del Padrone
e molto altro ancora

Siamo entrati nella procedura prevista dallo Statuto per la elezione del
Consiglio Direttivo che regger le
sorti della Associazione A.I.R.E. per il
quinquennio 2016-2021. Riportiamo
quindi il testo integrale della comunicazione in merito alle candidature espresse liberamente tra i soci,
pervenuta in Redazione a firma del
Presidente del Comitato Elettorale
Roberto Cecchi.
A.I.R.E. Comitato Elettorale
Empoli 3 ottobre 2015
a:
Sig. Carlo Pria
Ing. Claudio Gatti
p.c.:
Carlo Bonechi
Pietro Iellici

Oggetto: Elezioni del Consiglio


Direttivo anni 2016-2021.

Inserto centrale:
Le radio dei soci

Mostra a Cosseria (Val Bormida)


Un sabato a Vimercate

Prima fase conclusa

Oggi, tre ottobre 2015, alle ore 15.00


vengono aperte le buste di quei soci
che hanno presentato la loro candidatura per le elezioni segnate in oggetto. Di seguito si elencano i nomi e
le date di arrivo di ciascuna lettera:
1) Zeppieri Fabio 07-07-2015
2) Pria Carlo

09-07-2015

3) Gatti Claudio

28-08-2015

4) Piana Renzo

02-09-2015

5) Cini Piero

10-09-2015

6) Chiaradia Giuseppe 17-09-2015


7) Ferrero Andrea 17-09-2015
8) Collico Luigi

22-09-2015

Seguendo quanto scritto sullo Statuto associativo, i nomi sopra elencati verranno riportati sulle schede
elettorali nello stesso ordine in cui
sono stati sopraesposti, facendo
notare che i due candidati la cui lettera arrivata lo stesso giorno sono
stati elencati seguendo lordine alfabetico.
Con i pi cordiali saluti.
Roberto Cecchi

a.i.r.e. n. 6-2015

Parliamo di:

Il grattacielo Brionvega
di Carlo Bramanti

prodotti Brionvega degli anni


60 hanno incontrato cos grande successo per il loro design
che vengono tuttora prodotti in
Cina per la societ BV s.r.l. di Pordenone, avendone questultima
acquistato il marchio originale.
Non sempre il prodotto cinese
di bassa qualit: se diamo una
adeguata specifica di riferimento,
il prodotto fornito normalmente
di qualit ottima. In Cina si producono tuttora il Radiofonografo
disegnato da Castiglioni (venduto
ad oltre 5000 euro), il televisore
Algol (sul mercato a 900 euro), il
Cubo con DAB (450 euro), il grattacielo rr227 con presa MP3 e lrr327
con display digitale (150 euro) ed
infine il Cubo con display digitale (250 euro). Lattuale versione
del grattacielo, analogamente
allrr127 del 1964, pu essere utilizzato tanto orizzontalmente che
verticalmente, avendo la scala per
la lettura disposta in entrambe le
posizioni. Alloriginale rr127 (vi-

Due riedizioni del famoso


rr227, il grattacielo di
Marco Zanuso

sto ad un prezzo di 1800


euro!) sono state aggiunte, oltre alla presa MP3:
una uscita Line In per
collegamento ad un audio esterno; un collegamento per una sorgente
esterna di dati; una presa
USB ed un lettore Secure
Digital Card. Ormai dimenticati i tre filodiffusori prodotti negli anni 70.
I tre soci nel 1949.
a.i.r.e. n. 6-2015

I protagonisti : Giuseppe Brion (1909-1968)


Nel 1945 a Milano, Giuseppe Brion
e la moglie Onorina Tomasin fondarono, insieme allamico Leone
Pajetta, la B.P.M., che si occup
inizialmente di produzione di
componenti elettrici ed elettronici. In seguito si aggiunsero gli apparecchi radiotelevisivi, marchiati
inizialmente B.P. Radio, successivamente Radio Vega Television
ed infine, negli anni 60, Brion-

La signora Brion ad una premiazione


nel 1972.

Le prime radio tradizionali.

Il famoso radiofonografo rr226.

vega. Nel 1950 la societ cambi


ragione sociale diventando Vega
B.P. Radio, e con luscita nel 1963
dalla societ del socio Pajetta
lazienda assunse la denominazione definitivaBrionvega. Fin dal
primo avvento della televisione in
Italia Brion e Pajetta chiamarono
alla loro corte i migliori architetti
dellepoca, che diedero forma a
televisori dal design avveniristico:
Rodolfo Bonetto e Franco Albini
sono i primi designers a cimentarsi con il marchio; saranno i designer Marco Zanuso e Richard
Sapper a realizzare per i pezzi
storici del catalogo Brionvega.
Olivetti e Brionvega furono praticamente le uniche aziende (con
leccezione di Phonola nel 1940
con la progettazione del modello 567) ad affidare ad architetti
designer la elaborazione dei loro
prodotti radio. Larchitetto doveva
disegnare il mobiletto, collocarci
in modo razionale i componenti,
pensare allergonomia dei comandi ed alla facilit di produzione in
serie. In America questi designer li
vediamo attivi appena terminata
la crisi del 29; in Italia dobbiamo
aspettare gli anni 60. Molti di loro
a.i.r.e. n. 6-2015

fu edificata una imponente tomba di famiglia ad opera di Carlo


Scarpa.

Onorina Tomasin Brion

La tomba di famiglia dei Brion

realizzarono soltanto un modello.


I fratelli Castiglioni firmarono il radiofonografo stereofonico RR 126
(1966), negli anni 70 inizia la collaborazione con Mario Bellini che
realizza altri capolavori assoluti.
Negli stessi anni si sviluppa linteresse per lalta fedelt. Brionvega
gi un mito: inizia la riedizione
di modelli storici da parte degli
stessi designer che li hanno creati: Zanuso ridisegna il televisore
Algol 11 (1989); Bellini progetta il
modello LED 20 (1980).
La famiglia Brion rimarr proprietaria dellazienda fino al 1992,
quando questa verr acquisita da
Sleco, altra storica produttrice
italiana di televisori, che trasciner Brionvega nelle sue sorti disastrose quando nel 1997fallisce.
Brionvega oggi in mano a due
diverse aziende. Dal 2004 SIM2
Multimedia ha acquisito il ramo
dazienda Brionvega dedicato alla
produzione audio, producendo
e distribuendo i nuovi prodotti o
riedizioni dei prodotti storici del
marchio. Dal 2006 lazienda Onda
Communication ha rilevato il
brand per il suo uso nel campo telematico. Sempre nel 2006, il marchio Brionvega per il suo ramo di
produzione televisori viene rilevato prima dalla Super Fluo, che
fallisce nel 2009; successivamena.i.r.e. n. 6-2015

te, nel febbraio 2010, dalla Sim2


Multimedia. In questo modo si
pu presumere la continuazione di questo settore tradizionale
per il marchio. Giuseppe Brion
nel periodo antecedente alla seconda guerra mondiale, lavor in
Lombardia come dipendente alla
Phonola e alla Magneti Marelli.
Mor improvvisamente allet di
59 anni e la direzione dellazienda
pass al figlio Ennio. In suo onore,
nel cimitero del suo paese natale,
S. Vito di Altevole nel Trevigiano,

Nasce a S. Giustina in Colle (PD) nel


1920. Alla data del 25 luglio 2009
era ancora dirigente di quanto
rimasto dellazienda. Vive a Milano
ed ha due figli, Ennio e Donatella.
Nel 1939 sposa Giuseppe Brion e
si trasferisce a Milano dove gli si
affianca nel modesto laboratorio
radio, al quale il marito si dedica la
sera dopo una giornata di lavoro.
Rina lincoraggia a lasciare limpiego in fabbrica ed a iniziare in proprio una produzione artigianale di
componenti elettrici ed elettronici. Nel 1947 si producono i primi
radioricevitori nello stabilimento
di Via Viotti. Giuseppe si occupa
della progettazione ed organizzazione del lavoro, Rina dellamministrazione. Nel 1972 il Presidente
della Repubblica Giovanni Leone
le ha conferito il cavalierato quale presidente della Brionvega. La
signora Brion (precisazione fornita allautore dellarticolo dalla societ stessa) non centra nulla con
lattuale BV s.r.l.

Marco Zanuso
Milanese di nascita, condirettore della rivista Domus fino al 1947
e redattore di Casabella. Progetta
le sedi di Olivetti in Argentina ed
in Brasile. Cofondatore dellADI,
vince vari Compassi doro. Nel
1977 inizia la collaborazione con
larchitetto Sapper. Tra i suoi progetti la poltrona Lady per la Pirelli,
premiata alla Triennale del 1951;
il telefono Grillo; la stilografica
Hastil per Aurora. Con BBPR (Alberto Rosselli, Marcello Nizzoli, Franco
Albini ed i fratelli Castiglioni), contribu nel dopoguerra al dibattito
sulla definizione del movimento moderno dellarchitettura e design,
rivoluzionando il design dei prodotti industriali. Ottenne numerosi
riconoscimenti internazionali e vari suoi oggetti sono presenti nella
collezione del museo Moma di New York.

Parliamo di:

Radiofonia in Gran Bretagna


A cura della Redazione

n nuovo lavoro di ricerca


storica del nostro socio Lavia sulla radiofonia europea
depoca ci porta in Inghilterra, patria dello sviluppo della telegrafia
senza fili (grazie al genio di Marconi), ed in seguito della radiodiffusione circolare, con la nascita di una
Istituzione, la B.B.C., dovuta ad un
altro uomo di talento: Lord J.C.W.
Reith. La Redazione vi presenta
una sintesi di questo esauriente ed
attento lavoro, mantenendo i passaggi essenziali della storia.

Cera una volta


Quando la B.B.C. lanci (1922)
il suo primo servizio radiofonico pochi avrebbero immaginato
quale impatto avrebbe avuto la
radiodiffusione sulla quotidianit del popolo anglosassone e, di

riflesso, sul resto dellEuropa. in


Gran Bretagna che prese forma e
si svilupp il sistema radiotelegrafico pubblico di monopolio che fu
poi in genere preso come modello di riferimento da buona parte
dellEuropa. Gi dalla prima met
dellOttocento diversi eclettici inventori inglesi proposero, troppo
in anticipo con i tempi, dispositivi di poco costo per trasmettere
segnali elettrici telegrafici (F. Ronalds 1823; L. Miller 1898) o servizi ad utenti abbonati per fornire
informazioni via linea telefonica
(H. S. J. Booth 1894). Ma, come
abbiamo accennato allinizio, due
personaggi hanno determinato
le svolte epocali di questa affascinante avventura della Comunicazione: Guglielmo Marconi e Lord
J.C.W. Reith. Del primo si gi pi
volte narrato ed , quindi, del secondo che vogliamo raccontare
a.i.r.e. n. 6-2015

il ruolo altrettanto importante


avuto soprattutto dal punto di
vista dellimpatto culturale ed organizzativo del nuovo Ente, di cui
fu fondatore e che porter al massimo fulgore.
La storia della B.B.C. inizia praticamene quando la intraprendenza
imprenditoriale della Marconi Wireless riport, con il recital della
famosa cantante lirica Nellie Melba, ascoltato nitidamente a notevoli distanze, un grande successo
di pubblico, richiamando cos lattenzione della stampa dellepoca.
Questo primo esperimento pubblico di trasmissione radiofonica
della voce ebbe luogo il 15 giugno 1920 alle 19 e 10 in punto,
irradiato da un trasmettitore ad
onde corte della potenza di 15 kW
collocato allinterno della Companys Chelmsford Works. Malgrado le resistenze del General Post
Office e la lentezza della politica
nel rendersi conto del valore di
questa strepitosa innovazione, la
pressione dellopinione pubblica
avr il sopravvento.

J.C.W. Reith e la B.B.C.


Per comprendere limportanza
che raggiunger la B.B.C. nel panorama della radiodiffusione in
Europa e nel mondo, bisogna conoscere chi ne fu il padre fondatore: J.C.W. Reith e la sua visione
innovativa di un mondo della Comunicazione tutto da creare.
Nasce nel 1889 a Stonehaven (Scozia) e cresce in un ambiente molto
rigido e rispettoso delle regole,

Helen Boaden, attuale direttrice


del settore radio della B.B.C.
a.i.r.e. n. 6-2015

imposto da un padre pastore presbiteriano. Arriver alla B.B.C. nel


1922 rispondendo ad un annuncio sul quotidiano The Morning
Post per un posto di direttore del
personale. Aveva trentatr anni e
nessuna esperienza in questioni
di diritti dautore, in educazione
musicale o in materia di organizzazione di programmi di intrattenimento. Non sapeva nulla di
Broadcasting, ma era sicuro, tuttavia, di essere in grado di dirigere
una azienda qualunque anche in
un settore innovativo dove bisognasse sperimentare, innovare
ed organizzare per definire nuove frontiere e regole. Nel 1929 lo
affianca lingegnere Eckersley, un
tecnico della stazione 2MT Marconi di Writtle, con lincarico di
responsabile tecnico della B.B.C.;
con lui, Reith diede inizio alla vera
fase di espansione del servizio di
radiodiffusione nel Regno Unito
sia in termini di apparati trasmittenti, sia di programmazione delle
trasmissioni che dovevano mirare
a informare, educare e divertire
il pubblico. Questa doveva essere
la mission di un servizio pubblico
libero da influenze politiche, pressioni governative e sociali, vincoli
commerciali: il servizio doveva
rispondere solo ai suoi utenti. La
B.B.C. doveva, secondo Reith, divenire uno strumento di consolidamento dellidentit nazionale
britannica. E anche un veicolo di
ampliamento degli spazi democratici, perch la libera trasmissione radiofonica poteva contribuire
alla formazione di una opinione
pubblica consapevole. Con queste
linee guida, Reith liber la B.B.C.
dal controllo privato ed ottenne
dal governo una tassa sulle radio
vendute. Nel novembre 1922 il
Wireless Telegraphy Act introdusse lobbligo di un abbonamento
(licenza) annuale di 10 scellini per
ogni utente delle radioaudizioni
pubbliche. Met dellimporto era
devoluto alla B.B.C. per finanziare lo sviluppo dellazienda. Alla
fine del 1923 gli abbonati erano

200.000, che saliranno nel 1928


a 2.500.000. Gi dal 1924 Reith
fu pronto a dotare la B.B.C. di un
servizio radio dOltremare e dal
1926 di una licenza concessa dal
General Post Office (G.P.O.) per la
trasmissione in onde corte.
Lo sviluppo della sua carriera in
azienda lo vede nel 1924 Amministratore Delegato e nel 1927,
dopo la costituzione della B.B.C.
Corporation ed in forza di un decreto reale, Direttore generale.
Lascia la B.B.C. nel 1938 insoddisfatto della realt aziendale e viene nominato dal Primo Ministro,
Neville Chamberlain, Presidente
della Imperial Airways, bisognosa
di una ristrutturazione organizzativa. Nel 1940 sar Ministro della
Informazione, sempre nel governo Chamberlain. Ebbe rapporti
burrascosi con Winston Churchill.
Muore ad Edimburgo nel 1971 ad
ottantuno anni.

British Broadcasting
Company
Nel 1922, anno di fondazione della British Broadcasting Company
Ltd. (B.B.C.), le sue iniziali non avevano alcun significato per la maggior parte del pubblico britannico.
Fu la prima concessione nel Regno
Unito (autorizzata dal G.P.O.) per
lesercizio radiofonico che diede
lavvio allera della radiodiffusione
popolare. Il G.P.O. era riluttante a
concedere una licenza a qualsiasi
stazione trasmittente (per trasmissioni comunque sperimentali)
per il timore di un uso prevalentemente commerciale del nuovo
mezzo e di crescenti possibili interferenze con le comunicazioni
militari. In tutto questo cera anche lo zampino dei gestori della
carta stampata, preoccupati dal
prorompente successo di questo
nuovo mezzo di comunicazione
che si presentava nei fatti, anche
se non ufficialmente, come un potenziale monopolio.
La nascita della radio britannica fu

dovuta sia al G.P.O., sia alliniziativa di un Consorzio tra alcune importanti aziende nel settore delle
telecomunicazioni: British Marconi Wireless Group (detentrice
del pacchetto dei brevetti radiofonici); British Thomson Houston
(BTH); Metropolitan Vickers (sussidiaria della Western Electric); A.T.T.;
Radio Communication Company. Si
aggiunse in seguito un rappresentante dei piccoli produttori di componenti radio a livello nazionale.
La societ fu costituita ai sensi dei Companies Acts vigenti
dal 1908, con capitale sociale di
100.000 sterline, con azioni ordinarie di una sterlina nominale. Il
suo personale era di soli quattro
dipendenti.
Il 23 dicembre 1922 la B.B.C. trasmise il primo concerto orchestrale, il primo programma di musica
da ballo, il primo programma di
conversazione radiofonica. Completava il programma un bollettino periodico di informazione fornito dalla Reuters. Nel maggio del
1924 iniziarono i servizi informativi in esterno (Outside Broadcast)
mai realizzati prima di allora. La
successiva e graduale costruzione di nuove stazioni trasmittenti
permise di coprire buona parte
del territorio cosicch nel 1925 si
contavano gi un milione e mezzo
di radioricevitori. Rimaneva sempre il vincolo di non trasmettere
pubblicit, ufficialmente per non
abbassare il livello culturale delle
trasmissioni.

British Broadcasting
Corporation
La British Broadcasting Company
Ltd si sciolse il 31 dicembre 1926
trasformandosi nella British Broadcasting Corporation, che continuer a vivere sino ai giorni nostri
attraverso continue trasformazioni. In precedenza un comitato
governativo aveva raccomandato
che la Company si trasformasse
in Ente Pubblico e ci avvenne in

Interno di una delle attuali sedi


B.B.C.

forza di un decreto reale sostenuto da un accordo tra B.B.C. ed il


National Heritage, ente di diritto
pubblico responsabile della gestione del patrimonio culturale
nazionale alle dipendenze del Ministero della Cultura. La mission
restava sempre la stessa: un servizio pubblico libero da influenze
politiche, pressioni governative
e sociali, nonch da vincoli commerciali. Sempre monopolista nel
campo della radiodiffusione.
Questa trasformazione permise
agli ormai 773 dipendenti di avere nuove prospettive di sviluppo
professionale, mentre i circa trecento azionisti ricevettero a compensazione il pagamento delle
azioni possedute al valore nominale. Il nuovo Ente venne posto
sotto il controllo di un Consiglio di
Amministrazione nominato da un
Consiglio di Governatori indicato,
a sua volta, dal Re su suggerimento del governo.
Linventiva e la volont innovatrice, talvolta ritenuta dittatoriale, di Reith, continu a marcare i
successi della nuova B.B.C. sino al
momento della sua uscita di scena che avvenne, come abbiamo
gi ricordato, nel 1938. Successivamente ,nel 1973 lavvento delle
radio libere commerciali pose fine
al monopolio radiotelevisivo della

B.B.C.
Attualmente la B.B.C. Trust opera
sulla base di un codice comportamentale molto preciso (Producers
Guidelines) sempre aggiornato.
Fissa una gamma di tutele tra le
quali: imparzialit, correttezza, riservatezza, etica, protezione dei
minori e difesa dal terrorismo. In
uno degli ultimi decreti reali si
stabilisce che la B.B.C. debba perseguire lobiettivo di promuovere
listruzione e lapprendimento, stimolare la creativit e leccellenza
culturale, portare il Regno Unito
nel mondo ed il mondo nel Regno
Unito: questultimo compito precipuo della B.B.C. World Service.
Deve, infine, costruire la Gran Bretagna digitale ed aiutare le persone a capire e ad accedere alle nuove tecnologie della comunicazione. Questo un ulteriore grande
motivo per cui la B.B.C. continuer ad essere un riferimento per il
mondo intero.

Un ricordo
Per noi italiani di una certa et,
B.B.C. significava un momento
emozionante nella grama vita
durante il secondo conflitto mondiale: quattro colpi di tamburo, tre
brevi ed uno lungo, annunciavano
dall apparecchio radio, magari occultato in qualche angolo remoto
della casa, lascolto clandestino
di radio Londra attraverso la voce
del colonnello Stevens, che in un
italiano perfetto anche se marcato da un deciso accento anglosassone trasmetteva messaggi utili
alla guerra partigiana ed esortazioni al nostro popolo a resistere
sino al giorno della libert, che
sarebbe stata annunciata dai primi versi di una famosa poesia di
Prevert. Lascolto era pericoloso,
con la possibilit di finire al muro
con laccusa di collaborazionismo:
pericolo che veniva esorcizzato
dalla volont di sapere, in un momento nel quale linformazione
era mancante od artefatta dalla
propaganda nazifascista.
a.i.r.e. n. 6-2015

Spigolando

Magnadyne SV 54:
una radio storica
di Igor Paulinich

Lacquisto
Vi parler di una radio popolare e
comunissima, Magnadyne SV 54.
Se ne trovo un esemplare oramai
tiro dritto. Datata 1936 sul cartellino dellex collezionista, ritengo
che fosse abbondantemente prodotta anche nel biennio successivo. La trovai a Caorso nel 2007,
ma in uno stato letteralmente
drammatico: aveva allinterno il
telaio di una Magnadyne SV 10!
Bello e funzionante, ma era un
falso. Concluso laffare ad una cifra accettabile, per prima cosa in
laboratorio separai mobile e telaio. A me Frankenstein piace solo
nel bellissimo romanzo di Mary
Shelley, spesso trasposto in ottime edizioni cinematografiche. Il
Prometeo moderno.
Per un paio danni telaio e mobile
rimasero separati in casa, anzi, in
cantina. Poi al mercatino di Castelleone trovai un telaio la cui provenienza pareva compatibile con il
mobile di Caorso. Non era male
ma mancava laltoparlante. Ne

aggiunsi uno francese, opportunamente ripulito dagli adesivi di


provenienza, ma pressoch identico alloriginale. Soliti lavori di
rito: pulitura del telaio con petrolio, sostituzione dei condensatori
elettrolitici e di accoppiamento,
controllo delle valvole (le americane sono ottime e robustissime; le europee fanno un po pi
arrabbiare), cambio del cordone
di alimentazione (era marcio).
Tutta poco pi che semplice manutenzione. Telaio e mobile si incastravano perfettamente. Bene,
da anni il mio Frankenstein, ricostruito con una certa abilit, nel
mio salotto.

Il dopo
Questestate mi chiam Guido Regonelli, mio coetaneo ed amico,
regista. Chiedeva se volevo recitare nel suo nuovo film, che tratta
dei fatti avvenuti in Italia allindomani del 25 luglio 1943. E come
rifiutare? Sapendomi esperto di
radio, Guido mi chiese se ne ave-

vo una compatibile con lepoca. E


come no? Escluse le mie molte radio rare o rarissime, volli ripiegare
su un pezzo pi conosciuto. Era la
Magnadyne SV 54, ampiamente
usata anche fino al dopoguerra.
Nel film feci la parte del popolano
che sintonizzava con ansia lapparecchio su Roma per ascoltare le
notizie sulla caduta di Mussolini
e sullormai prossimo armistizio
per il nostro Paese con lincarico
di governo affidato a Pietro Badoglio. In molti tratti fui anche la
voce narrante.
Il film stato proiettato in prima
visione l8 settembre 2015 a Cremona con la sala letteralmente
strapiena. E stata una grande
gioia.
Infine cosa posso dire dello sventurato telaio Magnadyne SV 10
che giaceva in cantina da anni?
Ha trovato un nuovo fidanzato;
un mobile originale proveniente da Torino, e adesso devo farli
sposare. E anche se mi occorrer
solo un quarto dora, la mia pigrizia leggendaria...

Riferimenti.
Per vedere alcuni fotogrammi del film: https://
w w w. y o u t u b e . c o m /
watch?v=Zfla8tvfhc8

a.i.r.e. n. 6-2015

Parliamo di:

Tesla ZZ-III: Ricevitore


amplificatore (1950)
di Roberto Cecchi

ei primi anni cinquanta la


societ Tesla produsse negli stabilimenti di Pardubice (oggi nella Repubblica Ceca)
una serie di ricevitori dotati di
giradischi, di un amplificatore di
potenza e di microfono, destinati ai locali pubblici. Uno di questi
apparecchi aveva la sigla ZZ-III
(mod. 512005). Progettato come
soprammobile era, per, di grosse
dimensioni (65x50x36 cm.), peso
ragguardevole (27 kg) e realizzato
in legno verniciato con prodotti
in poliestere. Nella parte superiore del mobile trovavano posto sia
il giradischi a 78 giri con testina
piezo, sia un microfono, anchesso piezoelettrico, montato su un
braccio mobile. Un commutatore
radio-microfono/fono completa
la dotazione di comandi.
La parte ricevente (Onde Medie,

Vista frontale del Tesla ZZ-III di stile molto teutonico.

Il microfono sul supporto.

10

Lunghe e Corte) impiega le solite


quattro valvole (ECH21, 2xEF22,
EBL21, in questo caso serie Loctal)
ed equipaggiata di una potente
raddrizzatrice (AZ12) per alimentare tutto il complesso. La media
frequenza tarata a 468 kHz. Lapparecchio equipaggiato anche
di occhio magico (EFM11).

La sezione Bassa
Frequenza
Con il commutatore nella posizione radio il sistema funziona
come ricevitore ed eroga la potenza di una singola amplificatrice (EBL21). Spostandolo nella
posizione microfono/fono entra
a.i.r.e. n. 6-2015

Al centro il telaio della parte ricevitrice. Sulla sinistra lamplificatore di


potenza e sulla estrema destra il preamplificatore del microfono. In alto,
sempre a destra, sporgono i collegamenti del commutatore radio-fono.

A. Frova-M. Marenzana

in funzione un push-pull di due


EBL1 che fornisce ben dieci watt
di potenza. Per sfruttare appieno
questa potenza si pu utilizzare
un pannello diffusore a corredo,
dotato di un altoparlante di 28 cm.
e di uno pi piccolo ellittico (per
le note alte) da porre ad una certa
distanza dal complesso. Un trasformatore traslatore, adatto per
una linea di una certa lunghezza,
completa la installazione.
Particolare il modo di funzionamento del microfono. Come
abbiamo detto esso alloggiato
nel vano superiore del mobile e,
sollevandolo dalla sua posizione orizzontale di riposo, si attiva
automaticamente, collegandosi
allamplificatore di potenza ed
isolando laltoparlante interno al

Carocci Editore

ricevitore per eliminare fastidiosi


effetti di interferenza (effetto Larsen). Essendo poi il microfono di
tipo piezoelettrico, previsto linserimento, sempre in automatico,
di un preamplificatore (montato
su un telaietto separato allinterno del mobile) per avere una resa
di volume adeguata alla dinamica acustica di un locale pubblico.
Esso costituito da una sola valvola (EF22), con filamento alimentato separatamente in continua
onde eliminare fastidiosi ronzii
nella posizione di forte amplificazione. Non sar un apparecchio
molto comune, ma interessante
la concezione tecnica con cui
stato realizzato per un uso pratico
certamente richiesto negli anni
50.

Rinnovo quota
Per richiamare lattenzione dei soci sul
rinnovo della quota annuale, inseriasociale 2016
mo in questo numero della rivista, un
bollettino di conto corrente postale da
compilarsi soprattutto indicando chiaramente il nome del socio
che effettua il versamento. Naturalmente il pagamento pu essere
eseguito pi semplicemente con PayPal, direttamente dalla home
page del nostro sito e, quindi, comodamente da casa vostra.
La quota, anche per questanno prossimo, rimane di 45 (48 per
lestero).
Il Tesoriere
a.i.r.e. n. 6-2015

Newton & Co.


geni bastardi
Sullo sfondo tormentato e vitale dellInghilterra del XVII secolo
(guerre civili, regicidio e tirannia,
peste ed incendio di Londra) si
stagliano le figure dei padri fondatori della Royal Society, con le loro
vicende biografiche e conquiste
intellettuali. Ingegni sublimi, ma
soggetti a umane e talora meschine passioni, che li indussero a
opporsi lun laltro talora con sorprendente acrimonia. Dallo sconcertante divino Newton al poliedrico ma dispersivo Hooke, dal
pio astronomo reale Flamsteed al
mondano Halley, dal grande architetto Wren al nobile Leibniz, e poi
Huygens, Havelius e altri ancora.
Il libro illustra i traguardi scientifici di quei geni e i loro difficili ma
stimolanti rapporti anche con i
maggiori scienziati che operavano in Francia, Germania ed Olanda. Erano gli anni in cui la Scienza,
nata in Italia con Galileo, emigrava
in quei paesi dove, bench afflitta
talora da alchimia e superstizione
religiosa, trovava un terreno propizio allo sviluppo di un metodo
di ricerca rigoroso. Una lettura per
dare nuova e pi completa luce ai
vaghi ricordi di scuola.

11

Parliamo di:

Olivetti... che passione!


di Luca Vitali

i sono passioni e interessi


che sono capaci di rimanere sopiti da qualche parte
dentro di noi per anni o per decenni, per emergere improvvisamente grazie ad un evento fortuito, e diventare poi
E quello che capitato a me con le
macchine da calcolo meccaniche.
So che da sempre ho avuto unattrazione ed una forte curiosit per
questi apparecchi, per il loro funzionamento, per la loro concezione, e per il ruolo che hanno giocato nellepoca pre-elettronica, in
cui non vi era altro mezzo per fare
calcoli ripetitivi che non queste
macchine.
Per mille ragioni non ero mai andato oltre un interessamento superficiale, finch ad un mercatino
non ebbi loccasione di acquistare, a poco prezzo, una semplice
addizionatrice meccanica manuale, una Olivetti Summa Prima 20,
in ottimo stato, che chiaramente
aspettava me quel giorno sul banchetto del venditore.
Trovai poi sul solito sito di aste online il manuale tecnico di questo
modello, grazie al quale potei prima di tutto farmi unidea del funzionamento, e quindi risolvere i
problemi di calcolo (legati soprattutto al meccanismo del riporto
delle decine) dovuti al lungo periodo di inattivit e al conseguente indurimento del lubrificante in
alcuni punti critici.
Successivamente sono entrato in
possesso di due altri modelli Olivetti, la Divisumma 24 e la Tetractys, colossali nella loro complessit,
entrambe capaci di eseguire auto-

12

La Olivetti Summa Prima 20, addizionatrice a manovella.

maticamente le quattro operazioni aritmetiche, la seconda dotata


di due totalizzatori indipendenti
(la prima ne possiede uno solo)
che permettono di eseguire calcoli complessi e concatenati. Una
molto pi primitiva addizionatrice Inzadi a manovella completa
(per il momento) la mia piccola
collezione.
Ho pensato di proporre sul nostro
periodico qualche nota su queste
macchine perch, come le radio,
sono unespressione dellintelletto e dellingegno tecnico, perch
fanno parte di un periodo storico
ben preciso e significativo, tanto per la radiotecnica che per la
tecnologia in generale, e perch,
dopo averne studiato attentamente il funzionamento, trovo

che la concezione di queste macchine ha, con lo sguardo di oggi,


dellincredibile.
Non intendo assolutamente addentrarmi nei dettagli del funzionamento di queste calcolatrici, per lo spazio limitato, perch
non credo che interesserebbero a
molti, e comunque perch molte
informazioni sono prontamente
reperibili su Internet. Vorrei invece mettere in evidenza alcuni tratti interessanti da un punto di vista
pi generale.
La prima impressione certamente di meraviglia, suscitata dal fatto che a svolgere le operazioni,
memorizzare numeri ed eseguire varie funzioni collaterali siano
parti meccaniche che eseguono
una danza frenetica sotto i noa.i.r.e. n. 6-2015

La Inzadi M53.

La Olivetti Tetractys (a sinistra)


e la Divisumma 24 (a destra).

stri occhi ogni volta che si attiva


una operazione. Superata questa
fase, e approfondito quanto basta
lanalisi del funzionamento dei
congegni, un aspetto che risalta
con forza sta nel fatto che non
esiste, nei vari meccanismi, una
divisione netta in blocchi funzionali indipendenti, come si tende
oggi ad avere nei moderni sistemi
logici. Vi sono s alcune parti (specialmente una serie di cammes
solidali con un albero principale
che esegue un giro completo ad
ogni ciclo di operazione) che determinano, con il loro movimento,
la sincronizzazione di tutta una serie di operazioni, ma i vari blocchi
della macchina (il meccanismo di
attuazione delle somme, il congegno di stampa, il meccanismo di
controllo del segno del saldo eccetera) interagiscono fortemente tra
di loro in un complesso schema di
funzionamento olistico che avvicina queste macchine, per certi
versi, pi a degli organismi biologici che a dei sistemi logici (per
lo meno come oggi li intendiamo
comunemente).
Ritengo interessante proporre la
lettura un estratto del manuale
tecnico della Tetractys, relativo a
a.i.r.e. n. 6-2015

titolo puramente di esempio - al


congegno di scrittura di dati e risultati sulla striscia di carta. Tanto per inquadrare lepoca storica,
questa macchina vede la luce nel
1956, ma essa non che lultima
e pi completa espressione di una
serie di calcolatrici sviluppate da
Natale Capellaro e dal suo staff
tecnico fin dagli anni 40.
Per chi fosse curioso di associare i
rimandi numerici e letterali ai vari
meccanismi, il testo riferito allo
schema della figura a pagina 13.

IX - congegno di scrittura
La scrittura dei numeri impostati
in tastiera e dei risultati viene effettuata mediante ruote portacaratteri 2, ciascuna delle quali collegata
con un attuatore 11 attraverso una
dentierina 128. Questa in basso
imperniata sullattuatore 11 e in
alto ingrana con un pignone a solidale con la ruota portacaratteri 2.
Ciascuna ruota portacaratteri 2
fulcrata sul corsoio 3 tirato verso il
rullo 1 dalla propria molla. Laletta
b fissata al corsoio 3 serve a tenere

13

la dentierina 128 sempre in ingranamento con il pignone a. I corsoi 3


sono normalmente tenuti a riposo
dalla barra universale 134 portata
dalle due bielle 129. Ciascuna di
queste guidata in due asole dei
fianchetti della macchina e viene
spostata indietro e in avanti da due
rullini c portati dallasse 101 del
ponte 46 e scorrevoli nellasola d
delle bielle 129.
a) predisposizione alla scrittura
Nella prima parte di ogni ciclo gli
attuatori 11 sollevandosi predispongono le ruote portacaratteri 2
in modo che queste presentino in
corrispondenza del rullo 1 i caratteri del numero da scrivere. Laletta
f degli attuatori 11 che si sollevano
dalla posizione zero libera lappendice g del corrispondente gancio 4
che pu allora agganciarsi alla piastra comando scrittura 133. Inoltre
allinizio del ciclo la leva 141, che si
appoggia sullaletta h della camma
140 dellalbero principale 53, viene
liberata dallaletta h. La biella 139
imperniata sulla leva 141 pu allora spostarsi in avanti per opera
dellaletta m della piastra 137 che
viene tirata in avanti dalla sua molla n. Laletta k della piastra 137 fa
perci ruotare la leva 138 nel senso
della freccia. Questa sposta ora la

14

piastra 133 verso destra in modo


da portare laletta p della piastrina
132 fissata su di essa sulla traiettoria del piolino q della leva comando
scrittura 130.
Quando nella rotazione del ponte
46 nel senso della freccia i rullini c
dellasse 101 spingono indietro le
bielle 129, la barra universale 134
si sposta allindietro e libera i corsoi 3, i quali per si fermano subito
contro il piego r della piastra 131.
La scrittura verr poi comandata
dalla leva 130, che agisce sullaletta p cos predisposta, come sar visto al par. seguente.
Nei cicli in cui non si vuole effettuare la scrittura basta impedire lo
spostamento in avanti della piastra
137. E questo il caso dei cicli di correzione in cui abbassando il tasto
135 di correzione dellultima cifra
impostata o il tasto 136 di correzione totale dellimpostazione si porta
il piolino s, rispettivamente t sulla traiettoria delle alette u, v della
piastra 137 impedendo a questa di
muoversi in avanti. In questo caso
la piastra 133 non porta lappendice p sulla traiettoria del piolino
q della leva 130, per cui la scrittura
rimane esclusa. Gli altri cicli in cui
non avviene la scrittura sono i cicli
non scriventi della moltiplicazione

e della divisione che saranno


meglio visti nella Parte II.
Anche ad una lettura superficiale, senza cercare di decodificare i dettagli tecnici,
estremamente interessante il linguaggio utilizzato, e
si apprezzano diverse caratteristiche non comuni:
la terminologia, la sintesi
tra quantit dei dettagli necessari e la comprensibilit
della logica sottostante. Si
percepisce anche, sia nel
testo sia nel disegno che lo
accompagna, quanto si sottolineava pi sopra, vale a
dire la diffusa interazione e
interdipendenza delle varie
parti del meccanismo, molto diversa dalla logica dei
computer di oggi.
Il manuale tecnico della Tetractys
e della Divisumma 24, che consiste di circa 700 pagine, per met
descrizione e per met figure,
tutte scritte con lo stesso linguaggio e stile dellesempio appena riportato, e devo dire che, se non
sempre immediato seguire il flusso logico della descrizione, questo
dovuto alla complessit stessa
dei meccanismi, non a difetti del
testo.
La rapidit con cui queste macchine sono state rese obsolete
dallavvento dellelettronica
anchessa degna di nota. Proprio a
causa di ci per possibile oggi
reperire, a prezzi ragionevoli, degli esemplari in buone condizioni,
che sono stati semplicemente riposti in qualche soffitta o magazzino e mai pi toccati. Tuttavia, il
fatto di essere state ferme per decenni fa s che sia molto improbabile che esse funzionino correttamente senza unadeguate pulizia
e revisione. E stato cos per tutte
le macchine che ho acquistato, ma
dopo una dose di cure proporzionata allo stato di conservazione ed anche alla complessit - tutte
ora funzionano perfettamente,
a testimonianza della loro robustezza ed affidabilit.
a.i.r.e. n. 6-2015

Spigolando

Limportanza della forma


a cura della Redazione

el XX secolo era regola aurea che, nella progettazione


industriale e di prodotto, la
forma seguisse la funzione. Principio enunciato in America gi nel
1896 dallarchitetto Louis Sullivan
della Scuola di architettura di Chicago, ma rinnegato dai costruttori
americani di radio che continuavano a privilegiare linee gotiche e barocche. Oggi le regole sono molto
diverse. Un riferimento che ci aiuta
a capire le differenze, pu essere ci
che stato scritto qualche tempo
fa sul New York Times: Grazie alle
tecnologie digitali i designer sono
in grado di compattare unenorme
quantit di funzioni in oggetti dalle dimensioni talmente ridotte che
laspetto esteriore della maggior
parte dei prodotti digitali non in
alcun modo riconducibile alla funzione che essi adempiono.

Luovo Phonola
Scorrendo la documentazione
fornita da Cecchi (Radio Industria
n. 64-65-67 del 1940) balza agli
occhi la intensa attivit dellarchitetto Livio Castiglioni che, pi dei
fratelli, contribu alla affermazione del ruolo determinante del disegno industriale legato ad una
produzione di serie. In partico-

lare intensa e fruttuosa fu la collaborazione con Phonola. In occasione della VII Triennale delle Arti
decorative e industriali moderne
(Milano 1940) fu il protagonista
della Mostra dellapparecchio radio, presentando una serie di studi, per le tendenze di allora, a dire
poco rivoluzionari. La sua ricerca
era per una estetica che fosse a
supporto della esaltazione della qualit sonora della radio, non
tralasciando di rispettare lesigenza di una estetica di alto livello per
inserirla in quel arredamento domestico che si andava modificando, seguendo proposte di scuole
di pensiero nate proprio verso la
fine degli anni 40. Nella polemica
tra custodia radiofonica e mobile radio Castiglioni enfatizza il
rispetto che deve essere dato alla
qualit dellascolto, mettendo in
evidenza le distorsioni sonore che
si generano quando telaio ed altoparlante si trovano alloggiati
nello stesso spazio. Sar, quindi,
promotore di soluzioni che prevedono altoparlante e telaio in
custodie acusticamente separate.
In quegli anni incomincia la ricerca dell alta fedelt nei ricevitori:
si perfezionano i circuiti di bassa
frequenza progettando canali dif-

VII Triennale delle Arti


Decorative e Industriali
Moderne. (Milano 1940)
a.i.r.e. n. 6-2015

ferenziati per lamplificazione di


due o pi bande di frequenza e si
riproducono i suoni con altrettanti altoparlanti, ciascuno con specifiche caratteristiche di gamma
passante. Queste raffinate realt
tecniche rischiavano di perdere
efficacia, proprio nel momento in
cui si univano telaio ed altoparlante nello stesso spazio.
La mostra dellapparecchio radio
alla Triennale del 1940 dedic un
intero spazio alle novit presentate. Tra queste luovo Phonola che
veniva cos descritto: La razionale
forma e disposizione di questo telaio Alta Frequenza chiaramente
denunciata dalladerente involucro plastico che crea di questo
pezzo un oggetto di grande praticit duso. Questa custodia stata
progettata dagli architetti Caccia
e L. e P. G. Castiglioni. Il dinamico (n.d.r. laltoparlante) e la Bassa
Frequenza con lalimentazione,
trovano opportuna disposizione
nellambiente, sotto forma di impianto radiofonico. Il prodotto
non trov un mercato pronto a
riceverlo e rimase quindi a livello
di studio.
Come nostro commento da
esperti possiamo dire che nell
uovo cera probabilmente il telaio della parte estraibile (in
pratica il comando a distanza)
del Neosinto Phonola, vestito
con un guscio di bachelite con
alimentatore ed altoparlante
separati. Probabilmente Castiglioni aveva usato i pezzi del
Neosinto (nel cui design, forse,
aveva messo le mani, ma non
la firma) per mostrare come,
secondo lui, avrebbe dovuto essere realizzato concettualmente il
suo ricevitore: mobile piccolo e
di forma moderna ed altoparlante
separato.

15

Spigolando

Uno sguardo sul mondo...

cco la tradizionale carrellata


tra le riviste straniere del nostro settore di collezionismo.
Gli articoli ripresi, con una breve indicazione del contenuto, sono quelli ritenuti interessanti per i nostri lettori. Gli stessi articoli, in lingua originale, saranno inseriti nel nostro
sito AIRE nella relativa rubrica con
accesso diretto dalla homepage.
Radiofil Magazine (FR)
n. 65-2014: Le mythique Collins
R-388 ou 51J-4. Prodotti nel 1957
dalla Collins Radio Company (nata
nel 1933 negli USA) su richiesta
della U.S. Navy che voleva disporre di una apparecchiatura di alta
affidabilit. La societ fu assorbita
nel 1973 dalla Rockwell International e successivamente rinominata Rockwell Collins Inc. n. 662015: Rnover le plexiglass des
cadrans. Lautore si dichiara entusiasta di un prodotto 3M kit de renovation doptiques a quanto pare

16

reperibile in commercio, almeno in


Francia ed adatto per rinnovare la
lucentezza perduta delle scale parlanti, non in vetro. Prudenza! Titus
Konteschweller, le champion de
la superraction. Lanci in Francia nel 1923 il primo ricevitore a
superreazione. n. 68-2015. Lenregistrement magnetique de Poulsen au disque dur. Una efficace
storia della registrazione magnetica dalle origini in poi. n. 69-2015.
Lenregistrement magnetique.
Vers la bande magntique et le
magntophone. Seconda puntata
dedicata agli sviluppi pi recenti.
Radio
Historisc
Tijdschrift
(RHT/NL)
n. 153-2015: Radio-Octrooien
en radiolicenties in Nederland.
Evoluzione negli anni 1910-40
delle targhe di licenza costruttiva
di apparecchi riceventi Philips in
Olanda.

Funk Geschichte (GFGF/D)


n. 218-2015: Das tragische
Schicksal des Nicolaj Schmidt.
Viene ripresa la tragica storia del
giovane radioamatore russo che
ascolt i primi segnali di richiesta
di aiuto dal dirigibile Italia. Avvenimenti raccontati tempo fa dal
socio Fautilli (citato nellarticolo)
su LSP. n. 220-2015: Radiogre
aus Moskau. Interessante restauro
di un ricevitore radio russo. n. 2222015: Fr s Hobby mag es gereicht haben. Nellarticolo si parla
della versione tedesca (Euratele)
dello storico Corso Radio Elettra di
Torino, a cui viene riconosciuta la
paternit.
The Bulletin (BVWS/UK)
Vol. 40 no. 1 Spring 2015: Chassis
design of the FADA Bullet range
of radios. Per gli appassionati delle
radio americane, soprannominate
catalina, un articolo da non perdere per i dettagli tecnici e costruttivi contenuti.

a.i.r.e. n. 6-2015

LE RADIO DEI SOCI

Unda Radio s.a. Como


Mod.53/4: Italia 1946/47
Supereterodina 5 valvole
Gamme: 1x O.M.; 3x O.C.
a.i.r.e. n. 6-2015

Minerva Italiana
Mod.473: Italia 1946/47
Amplificazione diretta 3 valvole
Sintonia semifissa su due stazioni prefissate

II

a.i.r.e. n. 6-2015

Allocchio&Bacchini
Mod.F 518M: Italia 1938/39
Supereterodina 5 valvole
Gamme: O.M. e O. C.

Telefunken Italiana
Mod.T5: Italia 1945/46
Supereterodina 5 valvole (pi occhio magico)
Gamme: 1x O.M.; 2x O.C.

a.i.r.e. n. 6-2015

III

Safar
Mod.538: Italia 1946/47
Supereterodina 5 valvole (pi occhio magico)
Gamme: 1xO.M.; 2x O.C.

IV
II

a.i.r.e. n. 6-2015

Spigolando

Contromisure Elettroniche
nella II G.M.
di Riccardo Simonetti

bbiamo pi volte trattato di


sistemi e apparati radio utilizzati nella II G.M. specialmente
in campo aeronautico. Pubblichiamo qui un estratto dalla ponderosa
opera La Seconda Guerra Mondiale di W. Churchill riguardo il primo
sistema impiegato efficacemente
per ingannare le difese radar del
nemico.

Ma noi dovevamo ancora affrontare i caccia notturni nemici,


che provocavano circa i tre quarti
delle nostre perdite di bombardieri. Ogni caccia tedesco operava in
una zona ristretta del cielo ed era
guidato da una propria stazione
a terra. Queste stazioni terrestri
avevano inizialmente costituito
una linea attraverso tutta lEuropa, chiamata linea Kammhuber,
dal nome generale tedesco che
laveva ideata. Via via che
noi tentavamo di sfondarla o aggirarla, il nemico la
prolungava e lapprofondiva; quasi 750 stazioni
di tale tipo si stendevano attraverso lEuropa a
guisa di pianta dedera, da
Berlino a Ostenda verso
occidente, allo Skagerrak
verso nord e a Marsiglia
verso sud. Riuscimmo a
localizzarle tutte tranne sei, ma erano troppe
per poterle distruggere
mediante bombardamenti. Se per si permetteva
loro di continuare a funzionare, i nostri bombara.i.r.e. n. 6-2015

dieri avrebbero dovuto aprirsi il


cammino attraverso parecchie
centinaia di chilometri di compartimenti di caccia notturni
che si stendevano dal Mare del
Nord sin presso lobiettivo. Evero
che le perdite in ciascun compartimento erano raramente
elevate, ma era altrettanto raro
che non ce ne fosse alcuna; e ci
con landar del tempo poteva
compromettere la nostra offensiva aerea. Si aveva urgente necessit di mezzi poco costosi e
di largo impiego per disorganizzare lintero sistema nemico. Gi
nel 1937 il professor Lindemann
mi aveva incitato a dare un suggerimento semplicissimo al Comitato per le ricerche sulla difesa
aerea: seminare dagli aerei pacchetti di striscioline di stagnola
o di altro materiale conduttore,
tagliate in misura tale da simulare la presenza di un bombar-

diere sugli schermi dei radar


nemici. Se una nube di queste
striscioline fosse stata lasciata
cadere dai nostri aerei, i caccia
nemici non sarebbero pi stati
in grado di sapere quali fossero
i bombardieri e quali le striscioline di stagnola. A questo ritrovato fu pi tardi dato il nome
di Window. Gli esperti erano
dubbiosi e lidea non venne
sperimentata se non quattro
anni dopo, quando per incitamento di Lindemann alcune
prove furono compiute, allinizio
del 1942, nel pi rigoroso segreto. Esse furono dirette dal dottor
Jackson, uno dei nostri migliori
spettroscopisti, che era entrato nellaviazione allinizio della
guerra e si era distinto come pilota di caccia notturni. La prova
fu coronata da successo e dopo
di allora il sistema Window venne rapidamente perfezionato.
In un primo momento si
ritenne che le striscioline
destinate a ingannare il
nemico dovessero avere la
grandezza dun aereo per
dare uneco altrettanto
buona. Ci non era per
necessario se esse venivano tagliate nella lunghezza
sufficiente a riflettere londa
emessa dal radar nemico; e
le striscioline producevano,
tenuto conto del loro volume, uneco assai pi forte
duna massa di metallo non

Le striscioline Window.

17

sintonizzata qual un aeroplano.


Un modo facile e ingegnoso per
produrre simili dipoli accordati
cos essi erano tecnicamente chiamati fu escogitato nel
1942, dopo che dallalto era stata
esercitata una certa pressione. Si
scopr che striscioline di carta con
una sola faccia metallica, come si
usa spesso per avvolgere la cioccolata, erano senzaltro sufficienti,
purch tagliate nella lunghezza
adatta, per riflettere efficacemente le onde emesse dal radar. Pacchi di striscioline di tale specie,
del peso di pochi ettogrammi,
gettati dagli aeroplani fluttuavano nellaria in nuvole di qualche
metro di lunghezza e riflettevano
treni donde esattamente simili a
quelli prodotti dai bombardieri
comuni. Si contava di riuscire a
confondere la difesa radar tedesca, qualora parecchi bombardieri avessero seminato nel cielo
nubi di simili striscioline di carta,
che avrebbero dato riflessi radar
falsi e reso difficile distinguere
le onde riflesse dagli apparecchi
veri. Teoricamente per, venendo
esse trasportate solo dal vento, si
sarebbe potuto distinguere leco
dellaereo viaggiante a parecchie
centinaia di chilometri allora dagli
echi delle striscioline. Ci sarebbe
stato per assai difficile da stabilire nei pochi minuti disponibili,
e noi contavamo che ci avrebbe
ostacolato, se non impedito, la
precisione del tiro delle batterie
contraeree e reso notevolmente
pi difficile agli operatori radar
tedeschi, addetti agli strumenti di
controllo a terra, guidare i caccia
della difesa contro i bombardieri
attaccanti
Il 22 giugno 1943 convocai una
riunione di Stato Maggiore con
lintervento dei dirigenti del Comando Bombardieri e del Comando Caccia per decidere circa
limpiego del sistema Wind ow
nelle operazioni di bombardamento. Immaginavamo che i
tedeschi avessero gi pensato
a un simile ritrovato, ma anche

18

se lo avessero adottato il declino della loro aviazione da bom


bardamento e la crescente potenza dei nostri attacchi aerei con
tro la Germania avrebbero fatto
pendere la bilancia dalla nos tra
parte. I nostri esperti erano
convinti che la sua introduzione
su larga scala avrebbe ridotto le
nostre perdite di bombardieri di
oltre un terzo. Decidemmo pertanto in tale riunione che il sistema Window poteva venire
impiegato non appena ci fosse
stata qualche probabilit che la
sua imitazione da parte dei tedeschi non influisse sfavorevolmente sulle nostre operazioni in
Sicilia. Venne perci accordata la
precedenza assoluta allo sviluppo, alla produzione e allinstallazione di apparecchi destinati a
controbattere leventuale ripresa di bomb ardamenti contro il
nostro territorio.
Al fattivo proseguimento e
al progresso di questi studi
contribu largamente il dottor
Jackson. Il primo esperimento
del sistema Window fu compiuto il 24 luglio 1943 durante
lincursione su Amburgo. I risultati superarono le aspettative:
le animate discussioni, da noi
intercettate, tra gli operatori
degli impianti di controllo radar a
terra e i piloti dei caccia tedeschi
diedero la prova della confusione
provocata. Per qualche tempo le
nostre perdite di bombardieri
diminuirono quasi della met; e
sino alla fine della guerra, sebbene il numero degli apparecchi
da caccia tedeschi fosse quadruplicato, le nostre perdite di
bombardieri non giunsero mai
al livello toccato prima delladozione del Window. Il vantaggio
conseguito grazie al suo impiego fu mantenuto con una serie
di altre contromisure e di nuove
invenzioni nel campo radiotecnico. Si discusse a lungo allora,
e ancora si discute, se avremmo
dovuto incominciare prima a
far uso del Window. Si deve

tener conto di tanti fattori che


difficile dare una risposta pe
rentoria. Nessuno avrebbe potuto predire con certezza quale
sarebbe stata la forza dellaviazione da bombardamento tedesca
nellestate 1943; sarebbe stato
assai scoraggiante per il nostro
popolo se i bombardamenti fossero ricominciati e la nostra difesa
contraerea si fosse rivelata meno
efficace di tre anni prima. In complesso, si pu affermare che noi
ce ne servimmo su per gi al momento giusto. A guerra finita abbiamo appreso che una proposta
analoga era stata avanzata da un
tecnico tedesco. Goering afferr
prontamente il pericolo che ci
avrebbe costituito per la sua difesa contraerea: tutti i documenti
relativi a tale progetto furono immediatamente messi sotto chiave
e vennero impartiti ordini severissimi affinch non se ne parlasse
mai. Prima che noi incominciassimo a servircene, essi si astennero
dallimpiego esattamente per le
stesse ragioni che ci avevano fatto esitare cos a lungo. Alla fine i
tedeschi se ne servirono durante
linverno e la primavera del 1944,
ma ormai la loro aviazione da
bombardamento era agonizzante e le loro speranze si appuntavano sui razzi e sulle armi senza
pilota
da La Seconda Guerra Mondiale,
parte IV : La Svolta Fatale (Vol I Il Giappone allAttacco)

UNA PRECISAZIONE
In riferimento allarticolo di
Zeppieri nel n5 de La Scala
Parlante, faccio notare che in
Libia nel 1912 Vincenzo Loy
speriment, per Marconi, un
collegamento terra-aereo.
Carlo Bramanti
a.i.r.e. n. 6-2015

Spigolando

Olivetti Progetto P 101

ggi parlare di Olivetti vuole dire, necessariamente,


guardare al passato, per ricordare episodi che lhanno fatta
grande a tal punto da precedere
negli anni 60 gli Stati Uniti in un
campo, quello della elettronica
avanzata, considerato off limits
addirittura per lEuropa. Ma non
fu sempre cos ed il progetto tutto
Olivetti, e quindi tutto italiano, del
P101, ne fu una chiara dimostrazione. Un gruppo di ricercatori e
progettisti, guidati dallingegnere
Pier Giorgio Perotto, mise a punto
in grande segreto questo prototipo che sembrava pi una calcolatrice da tavolo che un piccolo,
ma potente, desktop computer.
Questo salv il progetto dallessere fagocitato dalla acquisizione
che General Electric fece nel 1964
della Divisione Elettronica della Olivetti. Il lancio del prodotto
avvenne a New York il 14 ottobre
1965 nelle sale del prestigioso (al-

lora) Hotel Waldorf Astoria, con un


presentatore deccezione: il famoso giornalista Ruggero Orlando
corrispondente RAI dallAmerica.
La stessa NASA (lagenzia spaziale

Il team di progettisti del P101.

Il P101 sul tavolo di un tecnico


della N.A.S.A.

americana) acquist alcune decine di P101 (nel frattempo la produzione part anche in America,
negli stabilimenti Olivetti) e li impieg nelle preparazione del volo
Apollo 11 che port lUomo sulla
Luna. Le successive vicissitudini
dellazienda (in particolare la rovinosa acquisizione della Underwood Typewriter) e le indecisioni
di Adriano Olivetti non permisero
di sfruttare il vantaggio
sullindustria americana
e la palla pass ad altri,
che sfruttando lidea del
P101, di fatto il primo
personal computer della
storia, fecero la propria
fortuna. Una occasione
persa per noi, ma anche
la riprova che lo spirito
creativo ed innovativo
italiano capace di grandi cose, anche nel campo
delle tecnologie avanzate.

Il calcolatore Olivetti P101.


a.i.r.e. n. 6-2015

19

Parliamo di:

Primi collegamenti
aereo-terra
(Mirafiori Torino 1915)
di Giovanni Orso Giacone

ul numero scorso abbiamo gi


trattato largomento, ma riteniamo utile riprenderlo con
questo nuovo contributo al fine di
completare al meglio linformazione su un tema storicamente molto
interessante.
Allinizio della Grande Guerra nessun aeroplano italiano era dotato di radio. I piloti, sugli aerei in
ricognizione, per comunicare le
correzioni da effettuare per ben
dirigere il fuoco dellartiglieria,
dovevano scrivere una nota e gettarla a terra, dove poteva essere
recuperata.
Nel settembre 1915 si esegu la
prima prova italiana di trasmissione di segnali Morse da un aereo:
un piccolo trasmettitore a scintilla
di tipo sperimentale della potenza di circa 30 Watt, costruito dal-

Trasmettitore

20

Ricevitore

le Officine Marconi di Genova, fu


portato, per essere provato sotto
le direttive di Marconi, al campo
volo di Mirafiori di Torino, campo
successivamente noto come campo Gino Lisa, eroe dellaeronautica della Grande Guerra.
Una lapide ricorda il glorioso passato dellaeroporto di Mirafiori,
la cui distruzione fu completata
nellaprile 1945 dalle truppe tedesche in ritirata. La lapide attualmente posizionata sui ruderi
dellantica torre di Comando del
vecchio campo, in Strada delle
Cacce n.74A in mezzo agli alberi, di
fianco allingresso delledificio del
a.i.r.e. n. 6-2015

Consiglio Nazionale delle Ricerche Area di ricerca di Torino. Riporta le seguenti parole: Vecchio
campo di Mirafiori sorto presso la
Fiat Aviazione fervida fucina dali
primi genie di qui le leggendarie
squadriglie militari agli albori del
secolo sfrecciarono a violare arditissime il silenzioso reame delle
aquile
Dal diario del marchese Solari: Il
trasmettitore pesava 16 Kg. ed era
alimentato da accumulatori. Operava su una lunghezza donda fra
100 e 200 metri, il circuito secondario era costituito dallo scaricatore a scintilla collegato da un lato
alla massa metallica dellaereo e
dallaltro lato con un filo conduttore lasciato pendere per una lunghezza di poche decine di metri.
In questo primo esperimento non
fu istallato sul velivolo lapparecchio ricevitore, data la difficolt
che si aveva allora nel ricevere
deboli segnali in cuffia in mezzo
al frastuono e ai disturbi elettrici
di accensione del motore. A terra
fu sistemata una piccola stazione
campale. La prova venne eseguita
a bordo di un aereo da ricognizione, un biposto Caudron G3 prodotto su licenza francese dallAER
di Orbassano.
Quando tutto fu pronto, Marconi,
il generale Moris e alcuni ufficiali
del Genio Militare si avvicinarono
allaeroplano, sul quale aveva preso posto un allievo pilota ancora
privo di brevetto. Mancava il telegrafista, e allora Solari si offr di
svolgere questo insolito ruolo e
si mise tra le ginocchia il piccolo
trasmettitore. Volarono per circa
mezzora e fu trasmesso il segnale costituito dalle lettere SSS VVV.
Allatterraggio, il pilota poco pratico fece piastrellare il velivolo per
tre volte e si pos a terra di fianco,
rompendo unala. Sia il pilota che
Solari uscirono incolumi dallincidente. Di nuovo, agli inizi di novembre, dopo avere apportato le
opportune modifiche, venne effettuata, alla presenza di Marconi,
una seconda prova sperimentale
a.i.r.e. n. 6-2015

Guglielmo Marconi e il Capitano De Marco

sempre su Caudron G3. Alla guida


era il pilota De Marco e come telegrafista il tenente Borghese. Dopo
questi primi esperimenti la radio
trov sempre pi largo impiego
nellaviazione italiana.

Bibliografia
La radio in pace e in guerra L.
Solari e G. Marconi ed. Mondadori
1940
Il primo aeroporto militare
Italiano

21

Laboratorio & Progetti

Le valvole 6AY8G e
6BY8G FIVRE
di Marco Puccini

Lantefatto
Quello che vi racconter vuole essere un breve contributo riassuntivo su due particolari tubi elettronici di produzione FIVRE, ovvero i
tipi 6AY8G e 6BY8G, sperando di
aggiungere qualcosa a quanto sia
gi stato scritto con competenza
su questo argomento.
Alcuni mesi orsono, durante una
delle periodiche visite ai mercatini delle pulci, ravanando con
poca convinzione in uno scatolone pieno di valvole radio senza
alcun tipo di imballaggio e senza
alcuna garanzia di funzionamento
da parte del venditore, fui attratto
da un tubo dalla forma particolare, che mi ricordava le fattezze dei
due rari tipi sopra menzionati. Di
primo acchito fui deluso nel constatare che sullinvolucro di vetro
ci fosse linconfondibile etichetta
della SIARE. Infatti mi constava
che solo alcuni modelli del ricevitore Radio Roma (non prodotto
dalla ditta piacentina) avessero
montato la 6AY8G, e solo il Nilo
Bianco della Radiomarelli avesse utilizzato la altrettanto ormai
quasi introvabile 6BY8G. Invece,
a un pi attento esame, dopo una
sommaria pulizia dalla polvere,
vidi che si trattava proprio di una
6AY8G. Il basso importo richiesto
dal banchettaro mi convinse
allacquisto, sebbene non ispirino
molta fiducia le valvole riposte e
sballottate senza nessun tipo di
protezione. Fortuna ha voluto che
la valvola in questione sia perfettamente efficiente, quindi lacquisto al buio stato ben ripagato.

22

6BY8 e 6AY8
a confronto.

Successivamente, dopo una breve ricerca su alcuni manuali ho


scoperto che la 6AY8 fu montata
anche sui modelli 404A serie Auto-commutante della SIARE, dal
quale certamente la mia valvola
proveniva, e sul Vertex 421 della
S.A. Radiofrigor, apparecchi non
certo facili a reperirsi, specialmente il secondo.

Utilizzo e caratteristiche
Dopo il flop commerciale del
modello Radiobalilla, lanciato
sul mercato con gran pompa nel
1937, ma del quale ne fu venduto un numero molto inferiore alle
aspettative, lindustria radiotecnica fu incaricata dal governo fascista di studiare una nuova tipolo-

gia di apparecchio popolare, con


caratteristiche superiori al suo
predecessore, ma dal costo egualmente contenuto. Il modello Radio Roma fece la sua prima apparizione ufficiale nel giugno-luglio
1939. Per esso fu progettato un
particolare circuito supereterodina-reflex a sei circuiti accordati
con impiego di sole due valvole
della serie americana con zoccolatura Octal G: 6A7 e 6AY8, pi una
80, utilizzate dalla case costruttrici Allocchio&Bacchini, CGE, Radiomarelli, Safar, Siemens-Telefunken
e Watt Radio. Mentre le altre ditte
che produssero tale modello, Philips e Phonola, ma anche la stessa Safar per un certo numero di
esemplari, impiegarono le valvole
della serie europea con zoccolo
a.i.r.e. n. 6-2015

SIARE 404A che monta a schema la 6AY8.

a vaschetta: ECH3, EBL1, WE54.


F.I.V.R.E. (Fabbrica Italiana Valvole
Radio Elettriche), produsse quindi
la 6AY8G, doppio diodo-tetrodo a
fascio, al fine di mettere a disposizione dei produttori di radio una
valvola multifunzione atta a ridurre il numero di tubi impiegati e
quindi il costo di produzione del
nuovo ricevitore popolare (in tal
modo si riduceva anche la tassazione che gravava su ogni valvola
radio). La 6AY8G un tetrodo di
potenza a pendenza molto elevata, capace cio di fornire una
discreta potenza di uscita con una
bassa tensione in entrata. In pratica, nel Radio Roma, il primo stadio di conversione di frequenza a
mezzo della 6A7, non differisce da
quello di una normale supereterodina; invece, il secondo stadio,
pilotato dal nostro tetrodo a fascio elettronico, realizza il principio del sistema reflex: la tensione
di MF (Media Frequenza) proveniente dal primo trasformatore
ulteriormente amplificata in MF
dalla 6AY8, mentre la tensione
proveniente dal secondo trasformatore di MF viene applicata al
secondo diodo per la rivelazione,
indi portata nuovamente al circuito di griglia per lamplificazione di
BF. Sulla placca, in serie con il trasformatore di MF, si trova il trasformatore di BF collegato alla bobina
mobile dellaltoparlante elettrodinamico. Uno dei due diodi dea.i.r.e. n. 6-2015

SIARE 404A: qui la 6AY8 sostituita con una EBL1.

stinato al C.A.V. In sintesi, il nuovo


tubo FIVRE svolge il triplice ruolo
di amplificatore di MF, rivelatore e
amplificatore di BF, oltre alla funzione C.A.V. (Controllo Automatico di Volume). Le stesse funzioni
sono svolte, nei modelli che montano tubi della serie europea, dal
pi diffuso doppio diodo pentodo
finale EBL1, montato in numerosi
apparecchi dellepoca. Sono in
molti a ritenere, sulla scorta di alcune evidenze, che la doppia amplificazione MF/BF, ancorch resa
possibile dal forte scarto di frequenza esistente tra loro, renderebbe il circuito critico, sebbene
il Radio Roma abbia dimostrato
di avere discrete doti di sensibilit
e selettivit. Nel breve periodo in
cui la 6AY8 rimase in produzione
(circa tre anni), fu utilizzata, come
detto, pure dalla SIARE e dalla S.A.
Radiofrigor di Milano nel periodo
1939-40. Non dato di sapere con
esattezza perch ne fu interrotta
cos presto la fabbricazione. Potrebbe aver disatteso le aspettative sul suo rendimento, e quindi
non essere pi stata richiesta dalla
industria, ma pi probabile, vista
la complessit costruttiva di questa valvola, che la stessa casa produttrice avesse valutato non pi
economica la sua fabbricazione.
Maggiore in altezza della sua pi
stretta parente la 6BY8, che infatti misura 12,60 cm di altezza a
fronte dei 12 cm della prima. La

sua rarit ancora maggiore, in


quanto rimase in produzione due
soli anni nel biennio 1940-41, ovvero quello di produzione del modello Nilo Bianco mod. 78 della
Radiomarelli, dove disimpegna
le funzioni di rivelatore, C.A.V. e
tetrodo finale di potenza. Data la
classe e le prestazioni certamente
superiori di questo apparecchio,
era qui necessaria una valvola finale di maggior potenza. Infatti la
potenza teorica duscita di 4,5
W, a fronte dei 4 W della 6AY8.

Reperimento
e sostituzione
Le 6AY8G e 6BY8G sono molto
rare e ricercate dai collezionisti di
tubi elettronici o anche solo da
chi voglia riportare alloriginalit una radio nella quale risultino
mancanti o sostituite con altri tipi,
con le inevitabili modifiche al circuito elettrico dellapparecchio (la
pi tipica sostituzione appunto
con la EBL1). A causa del limitato
periodo di fabbricazione, la carenza di disponibilit si manifest
gi negli anni 40, infatti nel manuale del radio meccanico del 48
dellAngeletti si legge: La questione della sostituzione si fatta particolarmente grave allorch questo
tubo non pi apparso sul mercato
di vendita. Nella riparazione degli
apparecchi tipo Nilo Bianco si era
appunto dovuto constatare un cer-

23

Schema tipico di inserimento di una 6AY8.

24

to disagio a causa dellirreperibilit di questa valvola che non trova


esemplari che possano sostituirla
semplicemente. Perci stato disegnato uno schema proponendo
di rimpiazzare questa valvola con
una coppia pi corrente con risultati migliori, si tratta della 6Q7, doppio diodo triodo, e della 6V6 finale
LAngeletti continuava nelle sue
indicazioni fornendo il dettaglio
degli altri componenti elettrici
necessari alla modifica, tra i quali
un nuovo zoccolo octal, una resistenza da 5,0 e una da 0,25 M,
un condensatore da 10.000 pF e
un altro da 125 pF a mica.
Sul sito www.Radiomuseum.org
possibile consultare una relazione
del signor Jacob Roschy sullargomento, nella quale consiglia questi possibili adattamenti:
1. Sostituzione della valvola 6AY8G
nel Radio Roma con la 6BY8G: togliere il collegamento della griglia
schermo della nuova 6BY8G (V2)
con la griglia schermo della 6A7
(V1) e collegarla direttamente alla
tensione anodica (positivo di C18);
cambiare la resistenza R4(10k) che
rimasta alla griglia schermo della 6A7 con una da 56k 0,5W. Fatta
questa modifica non si deve assolutamente pi usare una 6AY8G se
non ripristinando i collegamenti originali (difficile, in realt, che possa
verificarsi la opportunit, considerato che la 6BY8 ancor pi rara ).
2. Sostituzione della 6AY8G con
una EBL21: cambiare lo zoccolo
Octal con uno Loctal oppure usare
un adattatore Loctal-Octal. Fare le
stesse modifiche come al punto 1.
3. Sostituzione della 6BY8G con
una EBL21: cambiare lo zoccolo
octal con uno loctal oppure usare
un adattatore loctal-octal. Sostituire
la resistenza di catodo con una da
110 ohm 0,5W. Non usare mai una
6BY8G in sostituzione di una 6AY8G
senza usare una resistenza da 100k
0,5W per la griglia di schermo.
Inoltre il signor Roschy sconsiglia la sostituzione della 6BY8G
con una 6Q7/6V6, come indicato
dallAngeletti.
a.i.r.e. n. 6-2015

Parliamo di:

Le radio al... guinzaglio


di Claudio Gatti

n alcuni numeri passati della rivista abbiamo parlato di radio


di regime, considerate da molti
appassionati come elementi di un
collezionismo tematico, alcune
prodotte in periodi di economia
di guerra, di basso costo e semplici da usare. La limitazione della
gamma ricevibile alle sole onde
medie costringeva per allascolto
delle sola voce del padrone. Cera
comunque una manopola da girare, e la tentazione di farlo, anche al
di fuori del lecito, era molto forte.
Con i guai che ne potevano derivare per lutente audace. Ci fu qualche produttore di regime che si
spinse oltre, ricorrendo nei propri
ricevitori ai tasti pre-sintonizzati.
Nacquero, cos, modelli di ricevitori al guinzaglio di cui presentiamo due esemplari: uno del periodo
nazista ed un altro di quello della
occupazione sovietica della Germania Est.

Sachsenwerk Olympia 405W. A sinistra il controllo di volume e laccensione, sopra la spia relativa; a destra il controllo di tono. Al centro
la tastiera per la sintonia fissa di otto stazioni (6 in onde medie e 2 in
onde lunghe).

Dettagli delle otto bobine del gruppo Alta Frequenza ed Oscillatore e del robusto complesso meccanico per
il comando di sintonia.
a.i.r.e. n. 6-2015

25

Sachsenwerk Olympia
405W
Fu prodotta nel 1939, lanno della promulgazione da parte del
governo nazista della famigerata
legge n. 169 che proibiva categoricamente ai cittadini tedeschi
di ascoltare le stazioni straniere
(vedi riquadro). Il fatto curioso (o
mistificatore) fu che la radio venne
presentata come una facilitazione
duso per le donne: Naturalmente il parere della donna gioca un
ruolo grandissimo nella scelta di
un ricevitore a emissioni radiofoniche di qualit; perch anche lei
contribuisce allacquisto di esso
grazie al suo denaro, che destinato alle spese domestiche. Le
donne vogliono usare gli oggetti,
ma non vogliono capire come essi
funzionino (!). Il costruttore ha
perci il compito di meccanizzare
gli oggetti a tal punto che si possa giocare con essi, senza doverci
pensare. Una lode va allindustria
che ha trovato la difficile strada,
partendo da un apparecchio fatto artigianalmente agli inizi della
radio, passando dal complicato
apparecchio con molti bottoni
difficili da manovrare, arrivando
allinfallibile sistema di impostazione con un selettore a tasti e,
per mezzo di ci, giungendo alla
donna (traduzione dal testo originale in tedesco di documentazione
commerciale dellepoca). Il fraintendimento fraudolento prosegue
identificando unaltra categoria di
utilizzatori (sempre dalla stessa
documentazione commerciale):
Nella locanda i visitatori si adirano quando un bel programma di
intrattenimento finito e il locandiere inizia quindi a cercare a lungo tra le trasmissioni, finch alla
fine trova un altro canale, anchesso con musica di intrattenimento.
Il locandiere tuttavia si arrabbia
quando gli ospiti, girando le manopole, cambiano i canali al suo
apparecchio e gli modificano le
impostazioni. Cosa c di pi utile
di una radio a tasti? Sono sempli-

26

La Gazzetta Ufficiale del Reich


Distribuita a Berlino, il 7 settembre 1939 n169

(*)

Nelle guerre moderne lavversario non combatte solamente con armi


militari, ma anche con mezzi che devono condizionare spiritualmente
e snervare il popolo. Uno di questi mezzi la radio. Ogni parola che lavversario trasmette dallaltra parte, naturalmente falsa e con il fine stabilito di arrecare danno al popolo tedesco. Il governo del Reich sa che il
popolo tedesco a conoscenza di questo pericolo e quindi si aspetta che
ciascun Tedesco sia consapevole della propria responsabilit e consideri
in primis dovere civile non ascoltare alcun canale straniero. Per quei cittadini del Reich, a cui manca questa consapevolezza di responsabilit,
il consiglio dei ministri ha emesso per la difesa del Reich il seguente decreto.
Il consiglio dei ministri per la difesa del Reich decreta per il territorio del
Reich tedesco:
1. vietato intercettare canali radio stranieri consapevolmente. Lazione
ripetuta viene punita con lergastolo. In casi meno gravi pu essere punito
con la prigione. I ricevitori utilizzati verranno confiscati.
2. Chi intenzionalmente divulga notizie di radio straniere, che possono
mettere a rischio la resistenza del popolo tedesco, viene punito con lergastolo e, in particolari casi gravi, con la morte.
3. Le disposizioni di questo decreto non valgono per azioni compiute durante il servizio di professioni.
4. Sono di competenza di tribunali, le udienze e le decisioni in caso di violazione di questo decreto.
5. Lazione penale con riferimento ai paragrafi 1 e 2 si avvia solo per richiesta della polizia di stato.
6. Il ministro del Reich emana, per attivit informativa del popolo e per
propaganda, le disposizioni giuridiche e amministrative necessarie per
lattuazione di questo decreto, e precisamente, in quanto si tratta di disposizioni penali, in accordo con il ministro di giustizia del Reich.
7. Il decreto entra in vigore con la sua proclamazione.
Il presidente del consiglio dei ministri per la difesa del Reich:
Goering
Il vicario del Fhrer:
R. Hess
Il generale delegato per lamministrazione del Reich:
Frick
Il ministro del Reich e responsabile della Reichkanzlei:
Dr. Lammers
* Si noti la data : 1 Settembre 1939 inizio della II G.M. (N.d.R.)

cemente impostate su quei canali


prederminati che in un certo luogo di ricezione arrivano meglio, e
se ne pu quindi scegliere uno tra
essi. Premere il tasto per cercare
il canale adeguato non dura pi
di due minuti. Non d altri fastidi,
perch il dispositivo di regolazio-

ne del volume fisso fin dal principio su un valore medio. Adesso


non vi pi alcun fastidio, quando
lospite si approccia da solo allapparecchio e cambia allimprovviso
un canale. Semplice, no?!

a.i.r.e. n. 6-2015

Il monoblocco di sintonia tratto da


un documento di servizio. Veniva
assemblato e cablato a parte prima
del montaggio sul ricevitore.
A destra, la ordinata disposizione
dei vari componenti. A sinistra la
sezione di Alta e Media frequenza.
Al centro il gruppo di bobine,
disposte sotto il generoso altoparlante. A destra alimentazione e
amplificazione finale. Notare il
robusto trasformatore ed i due
condensatori di filtro. Sotto a destra
il potenziometro di volume non
originale.

Il telaio ed il sistema
di sintonia
Veniamo agli aspetti tecnici del ricevitore. Il telaio, di cartone pressato di tre millimetri, si sviluppa
verticalmente lasciando al centro
una spazio per il retro sporgente
dellaltoparlante, fissato direttamente al mobile data la sua solida
struttura. Quattro le valvole (inclusa la raddrizzatrice) Telefunken
serie 11 (ECH11, EBF11, ECL11,
AZ11) e tradizionale lo schema
supereterodina, complesso solo
nella parte di alta frequenza (A.
F.) a causa dei collegamenti delle
otto bobine pre-tarate al robusto
sistema meccanico della tastiera. Il tutto era ben conservato e,
tranne i condensatori elettrolitici,
nulla stato sostituito. Il solo po-

La tastiera di comando. I tasti portano etichette con nomi di stazioni


sintonizzate successivamente, sempre nellambito delle stazioni attive
nella D.D.R. comunista. Originariamente erano: Dresden, Gleiwitz,
Berlin, Leipzig, Kattow, Wien, Prag, Deutch sender. Il secondo tasto
stato, oggi, possibile sintonizzarlo su RAI 1 (anatema!).

La elegante forma del ricevitore


Kolibr 2. Volume ed accensione
sulla sinistra e regolazione della
reazione a destra. Al centro il
commutatore a slitta di stazione
(due fisse: Berlino I e Berlino II).
a.i.r.e. n. 6-2015

27

tenziometro di volume ed accensione dellapparecchio non era


originale e la sostituzione si resa
necessaria perch quella a suo
tempo effettuata da un maldestro
riparatore non era fatta a dovere.
Ogni bobina composta da due
avvolgimenti affacciati a poca distanza luno dallaltro (aereo ed
oscillatore) posti su un supporto
cilindrico di materiale trasparente
(Trolitul) con allinterno due nuclei magnetici per una piccola ta-

ratura sulle trasmittenti tedesche.


Taratura possibile agendo su viti
accessibili da sotto il telaio attraverso una apertura con sportello
avvitato e che poteva essere sigillato. La media frequenza di 468
kHz. Lapparecchio provvisto di
regolazione di tono, con alimentazione a 120-230 volt con cambiotensioni sul trasformatore. Il costo
dellapparecchio era di circa 170
marchi dellepoca.

VEB Stern Colibr 2


(R.F.T.)
Questo ricevitore, prodotto dalla
VEB Stern Radio Berlin negli anni
1954/55 (poteva avere anche la
sigla: Phonetika Radio Berlin),
appartiene ad un altro periodo
politico ed a una altra storia. Anche qui, per, era possibile ascoltare nella D.D.R. (Repubblica Democratica Tedesca) due stazioni
predisposte per il solo ascolto di

Collegamenti
elettrici degli
elettrodi ai
piedini della
valvola.

Valori di circuito per linserimento della valvola UEL51. A destra, Ingombro della valvola.

emissioni amiche del regime sovietico instaurato in quella parte


della Germania. Un commutatore
a slitta posto sul frontale dellapparecchio permetteva di cambiare la stazione, che poteva essere
meglio sintonizzata attraverso
due piccoli condensatori variabili
posti sul retro dellapparecchio.
Una sola valvola (UEL51), inusuale
doppio tetrodo con ben dieci piedini che necessita di un particolare zoccolo per lalloggiamento.
Il circuito a reazione e richiama

28

a.i.r.e. n. 6-2015

La vista interna
permette di vedere
sulla sinistra in alto
il raddrizzatore al
selenio, subito sotto
i due grossi elettrolitici di filtro. Al
centro la struttura
particolare del
sistema di eccitazione dellaltoparlante
a spillo e sotto gli
alberini per una
regolazione fine
della ricezione. A
destra la unica
valvola impiegata
UEL51.

Dettaglio della parte di sintonia fine.


Particolare del raddrizzatore e dellaltoparlante.

nelle prestazioni e nella concezione tecnica il vecchio schema del


DKE 38. Un raddrizzatore al selenio fornisce la alimentazione al
ricevitore (220 volt). Le particolarit pi interessanti sono il telaio,
anche in questo modello verticale
e realizzato in bachelite con uno
stampo molto complesso che include lo sbalzo per lo zoccolo della UEL51 e laltoparlante magnetico a spillo; questultimo dispone
di un particolare dispositivo di
a.i.r.e. n. 6-2015

eccitazione magnetica (impedenza 4500 Ohm) e la struttura di bachelite che lo sostiene parte dello stesso telaio. Il circuito a reazione e riceve le sole onde medie
(naturalmente della sola D.D.R.).
Le dimensioni dellapparecchio,
di linea aggraziata e leggera, ben
rappresentata dal suo soprannome Colibr, sono 290 x 235 x
140 mm. Le condizioni generali
dellapparecchio erano talmente
buone che non stato necessario

sostituire alcun componente, ma


una sola spolverata bastata per
ridargli laspetto che si meritava.
Al tempo il costo di questo apparecchio era di circa 50 marchi.

Nota: Su LSP n. 5-2009 un articolo


del socio Melloni parla di questo
apparecchio e fornisce lo schema
elettrico.

29

Mostre & Manifestazioni

Mostra a Cosseria
(Val Bormida)

el luglio scorso a Cosseria si svolta


la prima mostra mercato dellassociazione dei radioamatori della sezione della Val Bormida.
La presenza di oltre una trentina di banchi stata certamente di ottimo auspicio
per il proseguimento della giornata. Il nostro banco A.I.R.E. con una piccola mostra
di apparati depoca servita per rendere
la mostra mercato pi interessante per chi
non era particolarmente interessato agli
acquisti. La Pro Loco ha preparato pasti con
un ottimo men a base di agnolotti e fritto
di pesce. Interessantissimo il museo della
bicicletta presente a Cosseria con ricordi di
altri tempi (a partire dal velocipede) sino alle
biciclette da corsa dei pi famosi campioni
(Coppi, Bartali, Girardengo). Saremo sicuramente presenti alle future manifestazioni,
come sempre, con la partecipazione del nostro socio ed amico Giorgio Brovida.

30

a.i.r.e. n. 6-2015

Mostre & Manifestazioni

Un sabato a Vimercate
Pria presente alla postazione della nostra associazione sino dal mattino presto. Siccome limportante ricominciare, ci auguriamo che anche lanno prossimo
la iniziativa si ripeta. Un ampio parcheggio gratuito a
disposizione nei pressi del mercatino ed un servizio
pubblico di bus navetta dalla Metro 2 a Piazza Marconi, sono una interessante premessa.
Nella foto in alto, Pria impegnato nellallestimento
del banco A.I.R.E.
A sinistra, il socio Corno e Dino Gianni con loggetto
misterioso.
Sotto, la tradizionale animata discussione: Sar...o
non sar...?

abato 26 settembre scorso, dopo


qualche anno di silenzio, grazie ai nostri cugini A.R.I. sezione di Monza che
hanno dedicato la giornata ai cinquanta
anni di associazione, ha ripreso liniziativa
del mercatino delle radio depoca a Vimercate nellampio spazio interno al centro
commerciale di piazza Marconi. Il bel tempo ha favorito sia la partecipazione di espositori, sia lafflusso di visitatori. La presenza
A.I.R.E. stata animata dal nostro socio Dino
Gianni, che tanto nel passato si adoperato
per il successo delliniziativa praticamente
unica in Lombardia, e dal nostro presidente
a.i.r.e. n. 6-2015

31

Mercatini di Elettronica
novembre e dicembre 2015
31 ottobre - 1 novembre BASTIA UMBRA
Org.: Blu Nautilus - Tel. 0541/439573

21 - 22 novembre PORDENONE
Org.: Pordenonefiere - Tel. 0434/232111

31 ottobre - 1 novembre BASTIA UMBRA


Org.: Blu Nautilus - Tel. 0541/439573

28 - 29 novembre PESCARA
Org.: ARI Pescara - Tel. 085/4714835

7 novembre CENGIO
Mercatino Radioamatoriale
Org: ARI Val Bormida - Tel. 338/6204120

28 - 29 novembre VERONA
Org.: Verona fiere - www.elettroexpo.it

7 - 8 novembre FIRENZE
Org.: Prometeo - Tel. 0571/22266

28 - 29 novembre VERONA
Org.: www.elettroexpo.it

14 - 15 novembre LIVORNO
Org.: Prometeo - Tel. 0571/22266
14 - 15 novembre RIMINI
Org.: Blu Nautilus - Tel. 0541/439573

5 - 6 dicembre FORLI
Org.: Blu Nautilus - Tel. 0541/439573

www.aireradio.org
Il sito dell' A.I.R.E.
sempre aggiornato:

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Articoli e documenti
Biblioteca
Annunci Cerco Offro Scambio
Calendario eventi

12 - 13 dicembre GENOVA
Org.: Studio Fulcro - Tel. 010/590889

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- Receiver BC/603 (FR)
Apparati civili italiani
-SITI R4 Quattro valvole esterne (1923)
U.Gianni tel. 348.7303791
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per il braccio. Possibilmente in buono stato estetico.
Roberto Boldori e-mail: cremona50@libero.it
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al n. 50 (Brion-Vega). Dino tel. 348.7303791

32

cerca o si offre, non dimenticando un recapito mail o telefonico per


un successivo contatto diretto tra gli interessati. Potr essere inviata
anche una immagine per migliorare la comunicazione. Lannuncio
sar pubblicato su due numeri successivi della rivista.

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Cerco: mobile per Radiomarelli 9U15 e per Magnadyne S41 o cedo i relativi telai.
Mario Cor 340.1813455; e-mail: mario.cora@live.it
a.i.r.e. n. 6-2015

B.I.S.
di Antonio Fautilli radio-54@tiscali.it
No, no: non unautocelebrazione
narcisistica! BIS acronimo di Banca
Italiana di Sconto, nata adulta intorno al 1914, come piace ai poteri forti. Fece BIScotto delle banche gi
esistenti prima del 900 che, guarda
caso, non erano a maggioranza di capitale casareccio: Credito Italiano e
Banca Commerciale Italiana. Coinvolti grandi nomi dellindustria di allora
come Edison, Terni, Ilva, Falck, FIAT,
Montecatini e, quindi, numerose attivit nel settore elettrico, meccanico,
chimico, tessile, minerario, edilizio,
cementiero, alberghiero. Il capitale
delle due banche era prevalentemente
estero, aperto al mondo per il Credito Italiano, mentre era a senso unico
(tedesco) per la Banca Commerciale
Italiana. Tedesco nel senso di capitali
privati di ebrei tedeschi, austriaci, svizzeri e 100.000 lire italiane...
1914: ricorda qualcosa di importante
ed irreparabile a me ed a tante altre
anime ingenue.
Per le anime meno ingenue cera per

lo scoglio dei legami economici con


la Germania, prossimo papabile nemico. I pronti alla guerra, i cosiddetti
interventisti, dettero i natali alla nostra cara B.I.S.: capitali francesi, presidente Guglielmo Marconi ed una
dote di 500.000 lire. Si vociferava che
le societ di Marconi avrebbero dovuto, in seguito, spianare la strada alla
calata della B.I.S. in Africa. Senza
farla lunga, diciamo che B.I.S. finanzi
le aziende italiane disposte e felici di
convertire le loro produzioni in sforzo
bellico quali Fiat ed Ansaldo: cio siderurgia, elettricit, chimica. Il popolo, invece, non era molto incline alla
pugna. Ci vollero manifesti, cartelloni,
illustrazioni di talentuosi artisti: stampa pilotata, ovvero efficace propaganda a colpi di mazzette, agevolate da industrie e banche, al fine di traghettare
lItalia verso Francia e Inghilterra. A
questo punto, si scatena la corsa per
raccogliere sottoscrizioni, prestiti nazionali e prestiti per la vittoria, a suon
di 5% di rendita consolidata. Armi per

la guerra. Lavoro per la guerra: mani,


piedi, occhi, polmoni, stampelle per la
pace e per la guerra. Importante era
acchiappare soldi per finanziare gli
ormai vicini eventi guerreschi. La B.I.S.
emise la maggior porzione di torta formata dal progenitore dei BOT, come
si chiamerebbe adesso. Prestava fiumi
di denaro, con le spalle coperte dagli
anticipi statali previsti per ogni produzione bellica. Ad esempio, un surplus
produttivo di Ansaldo costituito da
2.500 cannoni, fu impiegato nella linea
del Piave, dopo Caporetto. La pacchia
dur fino alla conclusione del conflitto, quando i mercati iniziarono ad
esigere normalit. Le aziende belliche
non erano ancora disponibili al ritorno alla normalit, avendo speso molti
soldi non di loro stretta competenza.
FIAT per salvarsi, prima adocchi,
poi acquis la maggioranza del Credito Italiano. Ansaldo, primo debitore
di B.I.S., dedic le sue attenzioni alla
Banca Commerciale Italiana, ma senza successo. Naturalmente il fallimento per Ansaldo equivaleva ad una catastrofe per il prestigio industriale, per le
maestranze e per le attivit collegate.
La Banca Italiana di Sconto doveva,
nel frattempo, dire a cinquecentomila
sottoscrittori di prestiti: signori, non
c pi una lira. Lo disse! Era il 1921
e il botto fu di oltre 2 miliardi. Il momento delicato e non vado oltre

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