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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma1, DCB Vicenza
2008
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ORARI DI SEGRETERIA:
dal luned al venerd: dalle 9:00 alle 12:00 marted e gioved: dalle 15:00 alle 18:00
CONSIGLIO DELLORDINE
Ivano Cavestro, Presidente Antonio Schillaci, Vice Presidente Marco Dal Cortivo, Segretario Marco Di Felice, Tesoriere Stefano Busana, Consigliere Alberto Ebalginelli, Consigliere Paolo Filippi, Consigliere Giorgio Morandini, Consigliere Stefano Pelloso, Consigliere Paolo Rossi, Consigliere Giovanni Sacchiero, Consigliere Dino Scortegagna, Consigliere Sergio Slaviero, Consigliere Donato Vodola, Consigliere Corrado Frisiero, Consigliere
25/2008
Notiziario dellOrdine degli Ingegneri della Provincia di Vicenza
Anno V - Numero 25
sommario 4 6
Direttore Responsabile:
Andrea Genito
Direttore Editoriale:
Stefano Busana Paolo Filippi
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Editore:
Stampa:
Pubblicit:
Vicenza - tel. 0444.322947 Una copia euro 1,00 Abbonamento ordinario (6 numeri) euro 5,00 Abbonamento speciale studenti euro 3,00 Inviare somma a: Nettuno scarl - 36020 Agugliaro VI Pubblicazione inviata gratuitamente a tutti gli ingegneri della provincia di Vicenza iscritti allOrdine, agli Enti pubblici del Veneto, Universit, ecc. Gli articoli firmati esprimono solo lopinione dellautore e non impegnano in alcun modo lOrdine.
Simposium
Brevi
EDITORIALE
prile, tempo di Bilanci, tempo di Assemblee, tempo di constatare che su 2000 e pi iscritti solo una quarantina sente il bisogno di condividere le vicende dellOrdine, le nostre vicende. Nondimeno, il dibattito stato interessante, incentrato sui temi consueti, oramai annosi, con un nuovo Governo appena insediato e le abituali speranze, cui potrebbero presto seguire le docce fredde. Lingegnere ridotto a merce di Bersani stato ben descritto dal nostro decano, ing. Guiotto, il quale, con la consueta vis teatrale, si chiesto: Un Romanzo viene forse pagato a numero di pagine? E una scultura, a metro cubo?. Ma ancora pi interessante, se permettete, stato il dibattito avvenuto in seno allAssemblea di Federazione. Orbene, i cirenei degli Ordini, Consiglieri e colleghi delle Commissioni, sono oberati di impegni operativi, spesso senza raggiungere quei risultati di efficienza che si vorrebbe conseguire. Ma ci spiegabilissimo: siamo volontari, con la doppia veste di magistrati e cancellieri, di proponenti e decisori, di colonnelli e caporali. Le sfide che la situazione sociopolitica degli ultimi anni ha proposto non ci ha visto sempre preparati, in particolare sul piano mediatico. Inoltre, non riusciamo a fornire i servizi che vorremmo, cosicch, ad ogni pi sospinto, ci sentiamo criticare dal collega vispo tereso: lOrdine dovrebbe prendere posizione. Come dicevano le reclam: la Coop sei tu, chi pu fare di pi!. Ma ci, evidentemente, non ci entusiasma, perch siamo stati eletti e abbiamo il diritto-
dovere di perseguire i migliori obiettivi. Il modello, non c dubbio, quello di Confindustria, con le sue attrezzatissime sedi provinciali, che forniscono servizi agli iscritti, e non solo. Talora, ai validi funzionari di tali sedi, vengono richiesti lumi su temi, come le gare dappalto, da parte persino di enti locali: come chiedere a Dracula informazioni sulla banca dellAVIS... Nondimeno, onore al merito: trattasi di strutture utili e apprezzate, che hanno, inoltre, il merito di amalgamare una Categoria, socialmente e politicamente assai influente. Ma sono costose e noi non possiamo permettercelo, perlomeno su base provinciale. E poi salzerebbe la manina del solito Pierino, con le sue ineccepibili ragioni: LOrdine emanazione del Ministero di Giustizia e deve svolgere solo il ruolo stabilito dalla Legge, vale a dire tenuta dellAlbo e Magistratura sullEtica e sulla Deontologia professionale.. nale.. E qui si innesca la solita, defatigante, infinita discussione sul ruolo dellOrdine, che, come un giocattolo elettronico, piace tanto agli ingegneri, soprattutto se accigliati depositari del Santo Graal dellortodossia. Qualche anno fa il nostro Presidente Ivano Cavestro ha proposto una soluzione che sembrava ideale, poich rispondeva a tutte le possibili obiezioni: la Federazione poteva diventare lambito idoneo allerogazione di servizi per due motivi: 1) ha la massa critica sufficiente per costituire una struttura di funzionari sul modello confindustriale; 2) una libera associazione e pertanto non vincolata, come lOrdine, a compiti istituzionali. Nella visione di Cavestro cera, evidentemente, un disegno pi lungimirante sul piano politico:
EDITORIALE
un punto di riferimento per i servizi di tutti gli ingegneri del Veneto significava il catalizzatore di una nuova, pi coesa, Categoria socio-politica, in grado, nellambito del C.U.P di sedersi ai ., tavoli regionali con le altre Categorie, segnatamente Associazioni di Categoria e Sindacati. Lidea pareva piacere agli Ordini del Veneto; stato assunto un Direttore, sono state abbozzate strategie per servizi comuni, funzionano efficienti Commissioni che, su scala provinciale, non sarebbero decollate. La passione e la capacit del Presidente, per, da sole, non sono riuscite a far maturare quella rivoluzione culturale di cui tanto avremmo bisogno, vale a dire quel sacrosanto passo indietro degli Ordini che, con i loro doppioni (Commissioni, riviste, corsi, ecc.), con le loro iniziative scoordinate, vanificano il tentativo di fare squadra insito nella strategia sopra delineata. Questo stato di cose, questo disagio, si agitano sotto traccia, soprattutto nei giovani e nelle realt professionali nuove: non un caso che i colleghi pi attivi e creativi siano quelli dellIndellIngegneria dellInformazione. dellInformazione. Ma allAssemblea della F.O.I.V. del 18 aprile, inaspettatamente, lintervento rivoluzionario di un antico Presidente dOrdine, Pozzati di Rovigo, solitamente animato dalla pi tradizionale prudenza governativa, ha gettato il sasso in piccionaia. Pozzati, intervenuto alla fine, dosando parola per parola, ha proposto un vero e proprio piano strategico, da lui definito poi provocatorio, ma che va nel senso sopra ac-
cennato. In sintesi, la F.O.I.V. dovrebbe trasformarsi in libera associazione a tutto tondo, con iscrizione volontaria e pagamento di una quota commisurata ai servizi offerti, sul modello confindustriale. Ci in parallelo, e finanche a preparallelo, scindere dagli Ordini, che, secondo molti, non detto avranno un futuro. Tale realt dovrebbe e potrebbe effettivamente svolgere una funzione di lobbing, mettendo in rete studi piccoli che, nellunione di intenti e di obiettivi, troverebbero uno strumento efficace per difendersi dai continui attacchi di altre lobby. Pozzati, con cuore e cervello, ha tracciato un futuro attivo per la nostra Categoria, rivisitando una realt, la F.O.I.V., che gi esiste, ma che di fatto limitata nella sua azione dagli Ordini provinciali. La Federazione ha le stesse briglie dellUnione Europea, condannata alla ricerca della sostanziale unanimit, ai vezzi ed ai capricci di qualche Presidente primattore. Le Commissioni vengono costituite con una sorta di redivivo Manuale Cencelli: due membri ad Atene, due a Sparta, uno a Corinto, ecc., spegnendo spesso sul nascere la buona volont e lentusiasmo dei pi intraprendenti. Una F.O.I.V. snella, aperta ai colleghi che volontariamente vi aderiscano e ne condividano i costi, con funzioni sindacali e di lobbing, sarebbe, forse, la soluzione pi intelligente in una stasi che, come nelle peggiori burocrazie, fagocita, a mo di novello Crono, i suoi figli. B U O N A L E T T U R A
stata pubblicata nella Gazzetta Ufciale n. 24 del 29 gennaio scorso [1], la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni basata sulle Linee guida per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale [2]. Queste ultime costituiscono una profonda riessione su questo tema proprio dellambito disciplinare del restauro. Infatti, lesperienza, ormai pi che secolare, di studio e ripristino dei numerosi edici appartenenti al nostro patrimonio culturale, ha generato un provvedimento
basata su una cultura tecnica e scientica consolidata [3,4]. La Direttiva ha lo scopo primario di costituire una guida per la valutazione, ladeguamento e la prevenzione del rischio sismico analoga a quella gi presente, a livello nazionale, per le costruzioni ordinarie. Essa stata costruita per in modo da adattare tali linee guida alle esigenze e peculiarit del patrimonio culturale. Il documento si riferisce in particolare alle costruzioni storiche in muratura, presenti in modo spiccato e diffuso nel territorio nazionale. La Direttiva nasce dal contesto culturale descrit-
Figura 1: Esempi di danni sismici e interventi di rinforzo al patrimonio culturale nazionale (Chiesa Friuli, Arsenale di Venezia) [5, 6].
in
to dallOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classicazione sismica del territorio nazionale e di normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica [7], poi sostituita dallOrdinanza P.C.M. n. 3431 del 3 maggio 2005. Essa disponeva, tra le altre cose, lobbligo di procedere alla verica degli edici e delle opere infrastrutturali, la cui funzionalit durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le nalit di protezione civile, e di quelli che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Essa stabiliva inoltre che il Dipartimento della Protezione Civile emanasse entro sei mesi dallOrdinanza il programma temporale delle veriche e individuasse la tipologia degli edici da sottoporre a verica. Lallegato n. 2 dellOrdinanza ed, in particolare, il cap. 11. Edici esistenti stato il testo su cui iniziato un lavoro di collaborazione tra la Direzione Generale per i beni architettonici e paesaggistici del Ministero per i beni e le attivit culturali e il Dipartimento della protezione civile. A partire dalla valutazione delle modiche da apportare al testo, si convenne di elaborare un sistema di Linee Guida rivolto alla specicit del patrimonio culturale. Un documento, cio, che si traducesse sul piano operativo in una metodologia orientata alla ricerca del minimo intervento, al ne di privilegiare i sistemi di relazione tra aspetti della conoscenza, piuttosto che lacritica sovrapposizione di norme. E importante a tal ne sottolineare che nella nuova versione dellO.P.C.M., viene fatto esplicito riferimento al DLgs 42/2004, il Codice dei beni culturali e del paesaggio [8]: Per i beni culturali tutelati, in ogni caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento, secondo quanto disposto al comma 4, art. 29 del decreto legislativo n. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio, peraltro comunque richiesto di calcolare i livelli di accelerazione del suolo corrispondenti al raggiungimento di ciascuno stato limite previsto per la tipologia strutturale delledicio, nella situazione precedente e nella situazione successiva alleventuale intervento. Sulla base di questi strumenti il 23 maggio 2005
viene disposta con decreto interministeriale la costituzione del gruppo di lavoro per la predisposizione di un documento nalizzato allemanazione di Linee Guida per lapplicazione della normativa tecnica connessa allOrdinanza PCM n. 3274/2003 nel settore del beni culturali. Nascono in questo modo le Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, collocato allinterno della cornice normativa introdotta dal DM 14 settembre 2005, e approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il 21 luglio 2006. Sono state queste stesse linee guida a costituire la base per la stesura della Direttiva oggetto di questo articolo.
I PRINCIPI FONDAMENTALI
Questo quadro normativo si formato in una situazione di tutela del patrimonio culturale di fatto dominata da profonde incertezze, quando ancora non dato conoscere il catalogo del nostro patrimonio, nonostante se ne parli n dalla nascita dellAmministrazione e dunque a partire dalla met dellOttocento come uno dei compiti primari da realizzare. Tanto meno, sappiamo qualcosa di concreto sulleffettivo stato di conservazione di tale patrimonio; e quasi niente mai stato detto sui modi per la sua salvaguardia, se non attraverso indicazioni generiche, che richiamano costantemente una specicit di settore non meglio denita. Questa situazione si traduce per, soprattutto, nel ben pi cogente problema di non saper rispondere a domande fondamentali come quanto sia necessario investire in termini di risorse per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali in Italia, oppure con quale priorit e distribuzione sul territorio debbano essere allocate tali risorse, o ancora quanto possa valere, in termini economici, lattuazione di mirate politiche di prevenzione del danno. E ampiamente noto che nora, complessivamente, i lavori per la sicurezza antisismica non sono stati di qualit. Di solito, si trattato di progetti che non si sono preoccupati di guardare lopera che stata volutamente ignorata, nella miope convinzione che
fosse a priori inadeguata; maturando lidea che lunica soluzione possibile fosse quella di sovrapporsi letteralmente allesistente, utilizzando i criteri costruttivi del nuovo e adottando modi di intervenire quantomeno impropri. Il risultato stato disastroso; si sono perse considerevoli parti del patrimonio culturale che non sar possibile in alcun modo recuperare. Si sono impegnate risorse ingenti spesso in maniera inefcace. Da qui, la necessit di dotarsi di strumenti adeguati.
monio culturale in questi termini. Ci sono state delle circolari che accennano a delle prospettive dindirizzo. Ma in generale appaiono insufcienti, perch i riferimenti che si danno sono di carattere qualitativo; quando sono di carattere quantitativo prescindono dalla conoscenza del patrimonio. Per raggiungere lobiettivo di mettere in sicurezza il sistema dei beni culturali, la strada da percorrere non n quella dei grandi progetti, n limpiego di ingenti risorse nanziarie. Lesperienza del passato dimostra che ogni qual volta che si intrapresa
Figura 2: Alcuni meccanismi di collasso di edici storici [6]. Per rispondere alle precedenti domande, necessario arrivare prima di tutto alla denizione delle modalit con cui si opera sul costruito. La Direttiva, a tale proposito, sottolinea fortemente la necessit che lintervento, in termini di miglioramento, deve signicare progettare solo sulla base della conoscenza dellopera, realizzando soltanto quel progetto che, pur dando opportune garanzie di sicurezza, sia rispettoso del contesto su cui va a collocarsi. Il signicato del termine miglioramento in questo caso centrale. Col termine miglioramento, si ripropone anche il tema della compatibilit, che signica dar corpo solamente a quel che pu essere realizzato nel rispetto della natura del bene su cui sinterviene ed escludendo il resto. Col termine miglioramento si ripropone in qualche modo anche nel campo strutturale il concetto della sicurezza equivalente; di quella sicurezza, cio, che si caratterizza per essere un intelligente confronto tra aspetti della conoscenza. Fino ad oggi non vi erano strumenti adeguati per affrontare la situazione della sicurezza del patriquesta strada, si visto prender corpo progetti velleitari che hanno dimostrato sempre la loro ina deguatezza a risolvere veramente i problemi posti dal patrimonio culturale. Dunque, si tratta di unoperazione complessa e capillare che investe lintero territorio nazionale. E interessante notare come la Direttiva non voglia rimanere una mera disposizione astratta. Ai ni di monitorare leffettiva attuazione della Direttiva nel periodo successivo alla sua entrata in vigore, ma anche per renderla coerente con le Norme Tecniche per le Costruzioni di successiva emanazione, viene istituito un centro direttivo Stato-Regioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile. Le Regioni, dintesa con il Ministero per i beni e le attivit culturali e il Dipartimento della protezione civile, possono disciplinare e quindi prendere decisioni operative - sulle modalit applicative e le attivit di monitoraggio sullo stato di conservazione del patrimonio culturale, in coerenza con le nalit della Direttiva.
struttura), ma anche lo studio dei meccanismi cinematici locali e gobali, elementi fondamentali per lanalisi di edici in muratura. Di interesse non solo ristretto a questa Direttiva anche la specicit dello studio in relazione alla tipologia costruttiva e alla destinazione duso delle opere. La parte nale della norma descrive i criteri da seguire per il miglioramento sismico: per ciascuna problematica sono anche indicate le possibili tecniche di intervento, che vengono esaminate criticamente in relazione alla loro efcacia su diversi elementi del fabbricato, al loro impatto sulla conservazione (non invasivit, reversibilit e durabilit) ed ai costi.
Figura 3: Alcuni meccanismi di collasso delle chiese [6]. 3: corso di conoscenza del manufatto, passaggio fondamentale per una afdabile analisi di edici esistenti, in particolare in ambito storico-culturale. Il processo conoscitivo parte dalla denizione dei livelli di conoscenza dellOrdinanza, e si fonda su azioni quali analisi storica, rilievi e prove su materiali, ma anche monitoraggio periodico. Il tutto viene svolto conformemente a quanto previsto dal programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni architettonici tutelati (Allegato A [2]), elaborato dal Ministero per i Beni e le Attivit Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici e nalizzato allacquisizione della conoscenza del patrimonio culturale italiano. Viene poi dedicato un ampio capitolo alla modellazione della struttura stessa, prendendo in considerazione non solo i vari tipi di analisi possibili (anche in relazione al grado di conoscenza della Vengono essenzialmente presi in considerazione due approcci, corrispondenti a due livelli di analisi, entrambi ugualmente importanti: 1. La valutazione della vulnerabilit del patrimonio culturale a scala territoriale; 2. La valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi sul singolo manufatto. Il documento fa riferimento a metodi che devono essere intesi a carattere non vincolante; inoltre, essendo tali metodi soggetti ad una continua evoluzione, la Direttiva improntata al continuo aggiornamento. E di notevole valore inoltre la visibile intenzione di chiarezza e metodicit nel percorso di valutazione e miglioramento sismico, tanto pi apprezzabile se valutato in riferimento allattenzione dedicata nora dalla normativa sismica ad opere di questo tipo.
Bibliograa [1] Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre 2007 per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni. [2] Linee guida per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, Ministero per i beni e le attivit culturali, Gangemi Editore, ISBN 978-88-492-1165-8. [3] Binda L., Cardani G., Modena C., Saisi A., Valluzzi M.R. (2005). Studio della vulnerabilit degli edici dei centri storici in zona sismica. In: Tecniche costruttive delledilizia storica. Conoscere per conservare, a cura di D. Fiorani e D. Esposito, Viella s.r.l. Ed., Roma, 2005; ISBN 88-8334-179-1, pp. 17-29. [4] Modena C., Valluzzi M.R. (2007). Consolidamento di strutture murarie mediante iniezioni. In: Protocolli del restauro e sperimentazioni manutentive negli edici storici. Strategie per il controllo e la progettazione degli interventi. A
cura di S. Cal, D. Martignon, E. Niero; Distretto Veneto Beni Culturali, Logo Comunicazione s.r.l. (Venezia Marghera). (pp. 55-65). ISBN: 978-8895003-13-9. [5] C. Modena: Repair and upgrading techniques of unreinforced masonry structures utilized after the Friuli and Campania-Basilicata Earthquakes, Earthquake Spectra, Volume 10, Number 1, February 1994, pp171-185 [6] M.R. Valluzzi, A. Bond, F. da Porto, P. Franchetti, C. Modena. Structural investigations and analyses for the conservation of the Arsenale of Venice, Journal of Cultural Heritage, JanuaryMarch 2002, Vol 3, N.1, pp 65-71 [7] Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classicazione sismica del territorio nazionale e di normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica. [8] DLgs 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio.
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l 21 aprile mancato Aldo Melloni, un amico dellOrdine, membro del nostro Comitato di Redazione e gi Presidente dellOrdine di Vicenza.
ato a Cittadella il 23 ottobre 1923, Melloni si diplom al Liceo Pigafetta di Vicenza e, dopo il Corso Allievi Ufciali della Regia Marina a Brioni, interrotto l8 settembre del 1943 a seguito dellArmistizio, si laure in Ingegneria Civile Idraulica presso lUniversit di Padova, il 20 novembre 1948. Inizi lattivit professionale a Vicenza sotto la guida del compianto ing. Valdo. Dal 1950 al 1957 collabor con la grande impresa di costruzioni Vianini di Roma, dirigendone, fra l altro, l Ufcio Tecnico ed i lavori della strada delle Dolomiti fra Canazei e Cortina, nonch lavori idraulici nell Alta Val Venosta. Siscrisse al nostro Ordine al n. 410, dal 1 gennaio 1959. Dal 1957, dopo aver vinto il relativo concorso pubblico, diresse la Ripartizione Edilizia del Dipartimento Servizi Pubblici della Provincia di Vicenza, curando con i suoi collaboratori la progettazione e la direzione lavori di importanti edici pubblici e scolastici, fra cui le sedi degli Istituti
Tecnici Industriali, dei Licei Scientici e degli Istituti Commerciali di Vicenza, Schio, Bassano, Arzignano, Asiago e Noventa e gli Ospedali Psichiatrici di Montecchio Precalcino e Laghetto. Nel 1966 fu nominato Cavaliere della Repubblica. Dal 1969 al 1988 diresse, come Ingegnere Capo, il Dipartimento Servizi della Provincia di Vicenza, curando con i suoi ufci la progettazione e la realizzazione di importanti opere edili e stradali della Provincia (edici scolastici, palestre, viadotti, sottopassi e grandi arterie) e coordinandone la relativa tutela e manutenzione. Negli anni 1987/1988 fu Presidente dellOrdine degli Ingegneri di Vicenza. Nell anno 1988 lasci, dopo 31 anni di servizio, lAmministrazione Provinciale di Vicenza. Negli anni dal 1988 al 91 diresse i lavori dell impianto di depurazione del Comune di Vicenza, in localit Casale. Ricordo un pomeriggio di
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primavera del 2005, quando ling. Melloni si rese disponibile alla collaborazione con la Rivista. Era un acquisto prezioso, giacch ci consentiva di dare corpo allambizioso progetto degli Ingegneri Illustri Vicentini, Vicentini, dei quali era pi che una memoria storica. Quelluomo cos mite e bonario, per, poteva destabilizzare il C.d.R.: chi non scorge, nella presenza di un ottuagenario cos autorevole e medagliato, in un consesso di giovani apprendisti, il pericolo di un so tutto io?. io?. Allora eravamo partiti da poco e la sda di Professione Ingegnere aveva pi gu che ottimistici sostenitori. La coesione e larmonia del C.d.R. potevano supplire al nostro approccio dilettantesco, ma un monumento come ling. Melloni poteva costituire una turbativa al fragile equilibrio degli inizi. Aldo, per, fece subito conoscere la sua cifra, mettendomi subito a mio agio: Stefano, dammi del tu! Fra colleghi e, al primo Comitato di Redazione, con la sua ben nota sobriet e nanco timidamente, ci ringrazi tutti per lopportunit concessagli di rimanere al servizio dei Colleghi. Non perse tempo e, n da subito, lavor al progetto degli Ingegneri illustri, producendo un pregevole illustri, ritratto delling. Uberto Capra (n.9-2005). Il suo cuore, per, era nelle grandi opere, cui la sua azione di Ingegnere Capo in Provincia era legata. In particolare, ha donato a Professione Ingegnere due articoli memorabili: nel n. 16-2006, sotto forma di intervista al nostro Andrea Genito, ha trattato la Pedemontana Veneta e la lungimiranza di chi prevedeva, e realizzava, ponti gi predisposti per il raddoppio; nel recente numero di dicembre 2007, con la collaborazione delling. Grazioli, ci ha parlato del Viadotto della Valgadena. Ricordo i suoi occhi vividi nel rievocare quegli anni: tornava giovane, anzi, lo era! I suoi racconti di quel passato glorioso per lIngegneria italiana non erano mai pedanti; mai ostentava quel talento e quellesperienza che gli hanno consentito la sua luminosa carriera. Aldo era il primo ad arrivare al C.d.R. e lultimo ad andarsene. Ascoltava con grande interesse tutti e per tutti aveva una parola di encomio. Non interveniva mai se non gli si concedeva la parola, in ossequio ad uno stile antico, che tutti noi dovremmo
ammirare e replicare. Sapeva scherzare, come un goliarda, talora sorpreso che, fra i colleghi del C.d.R., vi fossero rappresentanti del gentil sesso: ai miei tempi non cerano ingegneri cos carini!. Mai una volta si eretto a possessore di verit, come spesso accade a colleghi con molta meno esperienza e autorevolezza di Aldo. stato Presidente dellOrdine, Capo di importanti Ufci, ma nel C.d.R. si considerava lultimo dei soldati, pronto ad eseguire il suo incarico, anche se chi glielafdava aveva let dei suoi gli. stato un compagno di viaggio ideale, che ha interpretato con grande intelligenza e impegno il suo ruolo. Di lui rimarranno in noi, indelebili, la bonomia, lottimismo e la modestia, conditi in unantica salsa di competenza professionale, sempre sottotraccia, ma sempre fulgida. A me, personalmente, con il cuore gono di tristezza, resteranno, in particolare, le parole pronunciate quasi in un orecchio alla ne dellultimo C.d.R.: Stefano, ti ringrazio per avermi regalato questa parentesi di giovinezza!. giovinezza!. Grazie a te, carissimo Amico. Sei arrivato fra noi in punta di piedi, proprio come te ne sei andato, secondo il tuo stile. Senza agitarti, n profferendo magniloquenti discorsi hai lasciato un grande vuoto, che non vogliamo per riempire: il tuo posto sar sempre l, nel C.d.R. di Professione Ingegnere. Da Ingegnere. lass saprai ispirarci!
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i concluso con un grande successo, lultimo corso istituzionale di specializzazione in prevenzione incendi, organizzato dallOrdine degli Ingegneri di Vicenza. Quasi tutti i partecipanti hanno ottenuto lammissione allesame nale di abilitazione e circa 70 ingegneri hanno superato la prova e potranno, quindi, chiedere liscrizione agli elenchi del Ministero degli Interni, con le modalit indicate nel sito dellOrdine. A breve sar convocato dal direttore del corso (ing. Marco Di Felice) un incontro di saluto: sar loccasione per la consegna degli attestati di frequenza del corso e di superamento dellesame nale. Particolare interesse ha suscitato lultima lezione del corso, che prevedeva la visita agli impianti antincendio e di sicurezza presenti allinterno del nuovo Teatro Comunale di Vicenza. Con il valido supporto tecnico del Vice Coman-
dante dei Vigili del Fuoco di Vicenza, ing. Giovanni Vassallo, gli allievi hanno potuto toccare con mano gli impianti, i dispositivi e le apparecchiature di sicurezza installate, cogliendo laspetto pratico di oltre novanta ore di lezioni teoriche. Il materiale didattico fornito dai docenti dopo le rispettive lezioni, ancora scaricabile dal sito internet dellOrdine nella sezione Formazione/I corsi. Non ci stancheremo inne di invitare gli iscritti a sfruttare la preziosa opportunit della nostra rubrica I Vigili del Fuoco rispondono, per rivolgere al rispondono, Comando VVF di Vicenza ogni genere di quesito o chiarimento in materia di prevenzione incendi. La redazione garantisce la possibilit di ottenere una risposta ufciale e la relativa pubblicazione. I quesiti vanno inoltrati via e-mail alla segreteria dellOrdine: segreteria@ordine.ingegneri.vi.it; sar segreteria@ordine.ingegneri.vi.it; garantita leventuale richiesta di anonimato.
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1. PREMESSA
La legge nanziaria 2008 (art. 1, commi da 96 a 117, della legge 24 dicembre 2007, n. 244), ha introdotto dal 1 gennaio 2008 un nuovo regime scale, che semplica e riduce gli adempimenti, denominato dei contribuenti minimi, rivolto ai soggetti che svolgono attivit dimpresa, arti o professioni aventi una contenuta dimensione economica e caratterizzati da determinati requisiti. La prima applicazione del nuovo regime non stata priva di incertezze, e solo a seguito della Circolare 7/2008 emessa dallAgenzia delle Entrate (a regime gi in vigore) stato possibile precisare alcuni aspetti controversi. Tenuto conto delle diverse categorie cui rivolta la legge in oggetto, il presente articolo intende fornire ai contribuenti professionisti un inquadramento generale del nuovo regime, con alcuni chiarimenti ed esempi pratici.
e di locazione, pure nanziaria, per un ammontare complessivo superiore a 15.000 euro2 ; c) iniziano lattivit e presumono di possedere i requisiti di cui ai punti a) e b). Possono scegliere il nuovo regime gi dal 2008 anche i professionisti nel regime in franchigia, continuando ad usare il numero di partita IVA speciale, che nel 2007 avevano scelto per il regime ordinario e quelli che avevano optato per il regime agevolato delle nuove attivit produttive (art. 13 della Legge n. 388/2000), anche se non ancora terminato il triennio. Nel caso di inizio attivit in corso danno, il limite dei 30.000 euro deve essere ragguagliato ad anno. Ad esempio: per una nuova attivit professionale che inizia il 1 settembre 2008 il limite di 10.000 euro (4/12 di 30.000). Il valore limite di 15.000 euro dei beni strumentali cui fare riferimento costituito dallammontare dei corrispettivi relativi allacquisto dei beni nellintero triennio precedente, non avendo rilevanza leventuale cessione degli stessi, mentre, diversamente da quanto previsto per i ricavi, il limite di 15.000 euro non si ragguaglia ad anno. Per i beni strumentali promiscui (autovettura, telefonino, ecc.) si tiene conto del 50% del valore di acquisto (fattura) al netto dellIVA.
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e di mezzi di trasporto nuovi; d) esercitano la professione in forma individuale che contestualmente partecipano a societ di persone, associazioni professionali o a societ a responsabilit limitata. Tutte le condizioni che impediscono laccesso al nuovo regime non devono essere possedute dal professionista alla data del 1 gennaio 2008.
Modello AA9/9 della dichiarazione di inizio attivit. Il professionista che in possesso dei requisiti minimi (o che presume di possederli nel caso di nuova attivit) pu decidere se entrare nel regime dei minimi dal 2008 o se continuare (o iniziare) nel 2008 con il regime ordinario (fattura con IVA e aliquota IRPEF ordinaria). Se opta per questa seconda ipotesi, la legge concede in deroga, per il solo anno 2008, la possibilit di potere entrare nel regime dei minimi anche nel 2009 (sempre che abbia i requisiti necessari alla data del 31 dicembre 2008), senza assoggettarlo alla maturazione obbligatoria del periodo minimo di tre anni nel regime ordinario. In questo caso, la scelta del regime ordinario per il 2008 va comunicata nellUNICO 2008, mentre la successiva scelta per il regime dei minimi va comu-
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nicata nellUNICO 2009. Se poi decide di optare per il regime ordinario anche per il 2009, ci comporta lapplicazione obbligatoria del primo triennio nel regime ordinario (quindi no al 31 dicembre 2011). Trascorso tale periodo minimo il professionista potr scegliere per ciascun anno successivo, qualora in possesso dei requisiti necessari, se optare per il regime dei minimi o per quello ordinario.
7. IRPEF E ADDIZIONALI
Sul reddito dei contribuenti minimi, denito come la differenza tra lammontare dei ricavi o compensi percepiti nel periodo di imposta e quello delle spese sostenute nello stesso periodo, si applica unimposta sostitutiva del 20 per cento7, in sostituzione delle imposte sui redditi (IRPEF), delle addizionali regionali e comunali e dellimposta regionale sulle attivit produttive. importante rilevare che il reddito soggetto ad imposta sostitutiva non concorre a formare il reddito complessivo e quindi, in presenza di altro reddito, non incide sullaliquota IRPEF progressiva. Il reddito si determina applicando il principio di cassa (momento di effettivo ricavo o compenso e di effettivo sostenimento dei costi), criterio naturale per i professionisti nel regime ordinario. Inoltre, dal reddito si possono dedurre per intero i contributi previdenziali ed assistenziali versati ed ammessa la compensazione di perdite riportate da anni precedenti e successive (queste ultime possono essere portate in diminuzione dal reddito conseguito nei periodi dimposta seguenti, ma non oltre il quinto).
6. ESENZIONE IRAP
I contribuenti minimi sono esenti dallimposta regionale sulle attivit produttive (IRAP), con conseguente esonero dallobbligo della dichiarazione IRAP e azzeramento totale dei costi connessi al tributo.
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numerazione e di conservazione delle fatture di acquisto e delle bollette doganali; certicazione dei corrispettivi; integrazione delle fatture di acquisto intracomunitario o in regime dellinversione contabile (reverse charge).
9. STUDI DI SETTORE
I contribuenti minimi non sono soggetti agli studi di settore, perci sono esonerati dalla compilazione del modello per la comunicazione dei dati rilevanti e parametri.
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Esempio fattura n.1 Professionista iscritto allalbo con cassa previdenziale Inarcassa Bollo 1,81 euro Dott. Ing. Rossi Mario Onorario Contributo Inarcassa 2% Totale imponibile Ritenuta dacconto del 20% su 3.000,00 Totale Societ Alfa s.r.l. 3.000,00 60,00 3.060,00 600,00 2.460,00
Operazione effettuata ai sensi dellart. 1, comma 100, Legge 244/2007 (Finanziaria 2008) Bollo assolto sulloriginale
Esempio fattura n.2 Professionista iscritto allalbo con Gestione separata INPS Bollo 1,81 euro Dott. Ing. Bianchi Carlo Onorario Contributo INPS 4% Contributo Inarcassa 2% Totale imponibile Ritenuta dacconto del 20% su 3.120,00 Totale Societ Delta s.r.l. 3.000,00 120,00 62,40 3.182,40 624,00 2.558,40
Operazione effettuata ai sensi dellart. 1, comma 100, Legge 244/2007 (Finanziaria 2008) Bollo assolto sulloriginale
45.000 euro); sostiene spese per lavoratori dipendenti o collaboratori (anche a progetto); effettua cessioni allesportazione; eroga utili da partecipazione agli associati con apporto esclusivo di solo lavoro; effettua acquisti di beni strumentali, per lanno
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in oggetto e per i due anni precedenti, che superano i 15.000 euro; esercita unattivit soggetta a regimi speciali ai ni IVA; trasferisce allestero la residenza; svolge unattivit per la quale effettua in via esclusiva o prevalente cessioni di immobili o di mezzi di trasporto nuovi; acquisisce partecipazioni in societ di persone, in societ a responsabilit limitata che ha esercitato lopzione per la trasparenza o in associazioni professionali. Se durante lanno si percepiscono ricavi o compensi che superano i 45.000 euro, il regime cessa di avere applicazione nellanno stesso in cui avviene il superamento. In tale caso il professionista deve ripristinare gli ordinari adempimenti contabili e dichiarativi, a decorrere dallinizio del periodo dimposta in corso, e dovr versare lIVA relativa alle operazioni effettuate nel corso dellintero anno con diritto alla detrazione dellimposta assolta sugli acquisti.
cumulare il reddito soggetto allimposta sostitutiva con il reddito complessivo. Per quanto riguarda la semplicazione degli adempimenti contabili, al contribuente minimo, anche se esonerato, ai ni pratici consigliato tenere la documentazione nei modi ordinari, contabilizzando costi e ricavi per tenere sotto controllo i rispettivi limiti.
13. SANZIONI
Linfedele dichiarazione dei dati da parte del contribuente minimo, per avvalersi del regime agevolato, determina la sua cessazione e le sanzioni ordinarie sono aumentate del 10 per cento se il maggior reddito accertato supera del 10 per cento quello dichiarato.
16. INFORMAZIONI
Si riportano di seguito gli indirizzi utili per informazioni, modulistica, servizi on-line e assistenza messi a disposizione dellAgenzia delle Entrate: Sito internet dellagenzia delle entrate: www. agenziaentrate.gov.it; agenziaentrate.gov.it; Per individuare gli ufci: www.agenziaentrate. gov.it Trova lufcio o Tel. 848.800.333 (servizio automatico); Per contattare gli operatori: Tel. 848.800.444 (servizio con operatore) dal luned al venerd dalle ore 9.00 alle ore 17.00 e il sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
14. CONSIDERAZIONI
Posto che ciascuna posizione scale deve essere esaminata singolarmente, il regime dei contribuenti minimi sembrerebbe indicato per i professionisti che non sono rientrati nellandamento di congruit agli studi di settore negli anni precedenti, per coloro che hanno mancanza di detrazioni e oneri deducibili consistenti, che hanno acquisti limitati (attrezzature minime) o che hanno un altro reddito derivante da lavoro dipendente, da pensione o da locazione. Per questultimi la convenienza consiste nel non dovere
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NOTE Non sono da considerare i ricavi e i compensi derivanti dalleventuale adeguamento agli studi di settore. Nel caso di esercizio contemporaneo di attivit di impresa e di arti e professioni, si assume la somma dei ricavi e compensi relativi alle singole attivit.
1
Lesercizio di unattivit soggetta a regime speciale IVA impedisce al contribuente di avvalersi del regime dei minimi anche per ulteriori altre attivit esercitate e non escluse dal regime dei minimi.
3
Sono esclusi i beni utilizzati in comodato duso gratuito ed i costi per lavviamento, mentre si tiene conto del costo pagato nel triennio per la locazione dellimmobile strumentale. Nel caso in cui pi professionisti si dividano un unico appartamento, ma il contratto di locazione e quelli relativi alle utenze siano stipulati da uno solo di essi, il quale riaddebita detti costi agli altri professionisti, occorre fare riferimento al costo che risulta effettivamente sostenuto da ciascun soggetto; il professionista che risulta intestatario del contratto di locazione rilever il canone corrisposto al locatore al netto del canone riaddebitato ai professionisti subconduttori, mentre per i subconduttori rilever la quota corrisposta al sublocatore a titolo di riaddebito dei costi.
2
Sono da considerare residenti, le persone che per la maggior parte del periodo dimposta sono iscritte nelle anagra della popolazione residente o hanno, nel territorio dello Stato italiano, il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile.
4
Il 20 per cento delIIVA che non si detrae dagli acquisti si trasforma in un costo deducibile per cassa.
5 6 7
Le ritenute subite dai contribuenti minimi si considerano effettuate a titolo dacconto dellimposta sostitutiva e leventuale eccedenza utilizzabile in compensazione.
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el programmare una prova di carico su di una struttura, sia in sede di collaudo che per la verica dellesistente, si rende necessario denire lentit dellazione da applicare. In assenza di una corretta valutazione del carico applicato, in funzione sia dellobiettivo della prova che della specica tipologia di struttura, si rischia di ottenere dei risultati poco signicativi. I riferimenti normativi, relativi alle modalit di esecuzione delle prove di carico, non mancano, per le prove di collaudo citiamo: Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 23.09.2005) al cap. 8.2 prove di carico indicano: Le azioni di prova devono raggiungere i valori massimi di progetto ovvero quelle che provocano il massimo cimento statico previsto nelle calcolazioni di progetto ..... Le prova di carico sono prove di comportamento delle opere sotto le azioni di esercizio. La bozza delle Norme Tecniche per le Costruzioni (versione 19.12.2007) al cap. 9.2 prove di carico indicano: Le prove di carico sono prove di comportamento delle opere sotto le azioni di esercizio. Queste devono essere, in generale, tali da indurre le sollecitazioni massime di esercizio per combinazioni caratteristiche (rare). In relazione al tipo della struttura ed alla natura dei carichi le prove possono essere convenientemente protratte nel tempo, ovvero ripetute su pi cicli. Il D.M.1996 (ancora utilizzabile nel periodo transitorio) Norme tecniche per le strutture in c.a. indica che: I carichi di prova devono essere, di regola, tali da indurre le sollecitazioni massime di esercizio per combinazioni rare. In relazione
al tipo della struttura ed alla natura dei carichi le prove devono essere convenientemente protratte nel tempo. Lesito della prova potr essere valutato sulla base dei seguenti elementi: - le deformazioni si accrescano allincirca proporzionalmente ai carichi; - nel corso della prova non si siano prodotte lesioni, deformazioni o dissesti che compromettano la sicurezza o la conservazione dellopera; - la deformazione residua dopo la prima applicazione del carico massimo non superi una quota parte di quella totale commisurata ai prevedibili assestamenti iniziali di tipo anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece che tale limite venga superato, prove di carico successive accertino che la struttura tenda ad un comportamento elastico; - la deformazione elastica risulti non maggiore di quella calcolata. Si ricorda che la combinazione di carico rara:
Fd = GK + PK + Q1K + ( 0iQiK )
i= 2
i=n
prevede lapplicazione di tutte le azioni permanenti e di tutto il carico accidentale principale senza alcuna amplicazione (valori nominali dei carichi). Le norme indicano quindi, in generale, in sede di collaudo, di applicare alle strutture il valore nominale dei carichi senza alcuna amplicazione. Si evidenzia peraltro che le prove di carico in sede di collaudo sono solo lultima delle veriche che vengono eseguite in sede di costruzione di una nuova
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struttura. Uno studio condotto dal Prof. Pozzo (Univ. Cagliari 1992) ha evidenziato come prove di carico effettuate, su travi in c.a. ad elevata deformabilit, con lapplicazione del carico di esercizio, possono non essere in grado di evidenziare carenze di armatura, e quindi di resistenza, anche del 40%. Le modalit di prova di collaudo, e lentit del carico limitata ai soli valori nominali, spesso risultano insufcienti a denire il livello di effettiva sicurezza di strutture esistenti. Norme speciche relative alla verica di strutture esistenti indicano valori di carico superiori a quelli utilizzati in fase di collaudo. A titolo di esempio le norme ACI 437R-91 Strength Evaluation of Existing Concrete Buildings indicano come entit del carico di prova di elementi inessi:
TL = 0.85*(1.4*D+1.7*L) in cui : D = carichi permanenti compresi quelli gi applicati; L = carichi accidentali. Da quanto riportato nelle normative si evince che il signicato della prova di carico, e lentit del carico, sono differenti se condotte in sede di collaudo o per la valutazione della sicurezza di una struttura esistente. Alla luce del fatto che lapplicazione di carichi superiori a quelli di esercizio (limite elastico del materiale) pu produrre danni permanenti alla struttura, le prove di carico debbono essere considerare alla stregua di altre tipologie di indagine e opportunamente integrate da altre veriche a completamento della valutazione del livello di sicurezza.
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recenti articoli della nostra rivista hanno stuzzicato lattenzione di alcuni colleghi e pertanto pubblichiamo volentieri le loro osservazioni e commenti.
di affrontare una tale problematica, dal desiderio di posticipare il pi possibile decisioni in merito, dalla comodit di vedere cosa fa e come si muove il comune vicino, per poi eventualmente copiare di sana pianta idee ed interventi. E, opinione personale, poi si vedono i classici castroni, lesplosione dei costi di gestione, lincremento esponenziale di tasse e tariffe! Perch, logicamente secondo qualcuno, la raccolta dei riuti in un condominio con 50 unit abitative ha le stesse necessit e le stesse prerogative di una villetta singola! Nel 1998, agli esordi della mia carriera professionale, ascoltando le battute di alcuni decani della gestione dei riuti solidi urbani, ho sentito pi volte citare la battuta: ... se tra 10 anni ci ritroveremo ancora a discutere ed analizzare le problematiche della gestione dei riuti ... allora vorr dire che avremo fallito!. Siamo nel 2008 ... e ne stiamo ancora parlando, con laggravante delle difcolt e delle emergenze in atto, e con 10 anni di tempo perso sul groppone. Mi permetto solamente ununica osservazione. Solo i moderni Ingegneri Ambientali possono annoverare nel loro piano di studio gran parte di questi insegnamenti. Rientro in questa categoria, insegnamenti. avendo tra laltro avuto come docente il Prof. Cossu. Nel 1995, quando mi sono iscritto allUniversit, la Laurea in Ingegneria per lAmbiente e il Territorio doveva essere la Laurea del futuro, in grado di sfornare professionisti qualicati di cui il mondo del lavoro avrebbe avuto sempre pi bisogno Non so se ha avuto modo di osservare nel sito dellOrdine gli annunci di cerco lavoro nel mese di aprile (da maggio stato aggiornato): non dico la met, ma quasi, erano annunci di laureati in ingegneria per lambiente e il territorio. Ho mantenuto contatti con alcuni ex compagni di universit, non ce n uno che svolga unattivit attinente con gli studi universitari fatti, e tutti si sono dovuti adeguare alle proposte ricevute pur di non rimanere senza lavoro. Il sottoscritto, dopo 8 anni di esperienza nel
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settore, e dopo aver fatto pervenire il mio C.V. a circa 100 aziende del Nord Italia, ha ricevuto come unica proposta concreta quella di vendere mattonelle in Sud Italia. Tant che, per volont, ma anche un po per desolazione ... ho tentato la via della libera professione staremo a vedere! Ci nonostante mi permetta di ritenere ed affermare che qualcosa non torna, non quadra! Non vorrei che, nel citare certi dati, ci si limitasse a far riferimento a statistiche che puntualmente vengono pubblicate, senza tenere minimanente presente la realt delle cose! Dalla teoria alla pratica ... le situazioni sono alquanto diverse. La ringrazio per lattenzione, Le porgo nuovamente i complimenti per la qualit e i contenuti dellarticolo scritto e mi scuso per lo sfogo. Stefano Gabri Caro Stefano, ho letto come sempre con grande piacere e attenzione i tuoi articoli sul n. 24 di Professione Ingegnere. Sono ovviamente perfettamente daccordo con te nel considerare, come minimo, poco corretti ed eticamente riprovevoli i colleghi che si prestano a redigere studi e relazioni a sostegno di sindaci normalmente sprovveduti ma proni di fronte alle grida scomposte del popolo del no. Io penso che come Ordine, e non da singoli, dovremmo prontamente insorgere a livello nazionale e creando anche una grande risonanza mediatica quando i Celentano, i Grillo, i Pecoraro Scanio, i Realacci, i Travaglio si permettono di sproloquiare su inceneritori e discariche senza avere la minima competenza tecnica sullargomento. Noi dovremmo scrivere sui muri, sui giornali, alle TV che, per esempio, linceneritore di Brescia il migliore del mondo come ufcialmente decretato dal Wtertc ( Waste to energy research and tecnology council) un organismo indipendente formato da scienziati di tutto il pianeta. Questo signica che gli inceneritori possono risolvere il problema dei riuti ma devono essere costruiti come Dio comanda!. Costeranno 30 milioni di euro ma quando sono
fatti bene come quello di Brescia hanno un impatto ambientale, anche estetico, assolutamente trascurabile. Dovremmo scrivere sui muri, sui giornali, alle TV che linceneritore di Venezia smaltisce ci che resta dei riuti di 300 mila abitanti e immette in atmosfera 60 mila milligrammi di polveri sottili pari a circa 50 auto Euro 2 precisando che in Campania di auto Euro 2 ce ne sono e circolano 2 milioni e 200 mila! La colpa senzaltro anche nostra se in tutti questi anni non siamo riusciti a far capire alla gente di gran parte dellItalia che senza una attentissima raccolta differenziata il problema dei riuti sar sempre molto ma molto difcile da risolvere. Noi dovremmo denunciare pubblicamente e clamorosamente, da tecnici e non da politici, tutti i sindaci che non hanno provveduto alla organizzazione della raccolta differenziata adeguata al tipo di citt che amministrano. Con una denuncia di quel tipo diventeremmo forse impopolari ma, quanto meno, faremmo qualcosa di utile per contrastare lopera dei colleghi di cui sopra. Un caro saluto Carlo Morsiani In riferimento allEditoriale del n.24 di PROFESSIONE INGEGNERE, ed in particolare la parte nale veniva dove veniva chiesto che ne pensate ? rispondo che: Le problematiche affrontate riguardano temi di grande attualit perch si riferiscono alle cosiddette Grandi Opere che, proprio per le dimensioni delle stesse e per l impatto che provocano, sono oggetto di discussioni e scontri non solo verbali. Questi sono dovuti al fatto che quasi sempre questi progetti vengono proposti a giochi fatti senza che vi sia stato un minimo confronto con le popolazioni che devono subire questi grandi interventi. Gli interessi primari della Collettivit non sempre coincidono con le opere previste perch alla ne prevalgono gli interessi di pochi. Il disegno oscuro pluto-giudaico-massonico del bieco padrone pu essere unipotesi politica, non da tutti condivisibile,
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ma che qualsiasi ingegnere, in quanto anche cittadino del mondo, deve considerare. Premetto che la mia critica si basa sul fatto che non cos scontato pensare di vivere in una societ giusta da difendere a tutti i costi. Io penso che sia possibile un cosiddetto mondo diverso e quindi le scelte che dobbiamo fare possano essere alternative rispetto a quanto ci viene imposto. In questo quadro, a differenza dello scienziato puro che pu spingere la ricerca senza limiti per arrivare pi vicino possibile alla conoscenza della realt, lIngegnere (in particolare lingegnere civile) essendo un applicatore delle teorie (la tecnologia) non pu esimersi dal fatto che agendo direttamente sul territorio deve avere una coscienza etica non separata ma globale che tenga conto delle esigenze di tutti e non di singoli gruppi economici. Entrando nello specico dellarticolo, faccio presente che leuforia per la costruzione di nuove centrali nucleari rientra nella logica sopra indicata in cui poche persone vogliono decidere il destino di tutti giusticandosi con il ricatto dellenergia che viene a mancare con lesaurirsi delle fonti fossili. Mi domando se questi fautori del nucleare, visto il risultato del referendum del 1987, non potevano indirizzare le loro ricerche anche verso fonti alternative presenti in natura: eolico, solare, correnti marine ecc. ? Questo perch lenergia non come erroneamente si dice da produrre: lenergia esiste, non si esaurisce, si trasforma (pensiamo ai processi termodinamici): la nostra capacit di guidare i processi in modo che siano controllabili e quindi il pi possibile utili per le nostre necessit con rischi tendenti a 0. Lenergia nucleare difcilmente controllabile in caso di incidenti perch per sua natura non connabile: radiazioni non visibili, diffuse a grandi distanze. Oltretutto lenergia nucleare coprirebbe entro tempi ragionevoli, almeno in Italia, una piccola parte del fabbisogno 5% e soprattutto gli impianti realizzabili sarebbero di terza generazione gi obsoleti tra 10-15 anni, quando sar possibile realizzare quelli di quarta generazione con sicurezza molto maggiore. Lenergia di tipo solare a fonti rinnovabili sarebbe
ottimale una volta risolto il problema degli accumulatori, necessari considerando la discontinuit della fonte di emissione (il sole). Vien da pensare che essendo il sole non alienabile le grandi potenze economiche non riescono a controllarlo e quindi a speculare come fanno con le fonti energetiche tradizionali. Riguardo poi allimpatto ambientale appare eviallimpatto dente che la valutazione debba essere eseguita da persone competenti, che comunque devono interfacciarsi con i fruitori dellopera o chi per la costruzione della stessa debba rinunciare a diritti vitali acquisiti da tempo. Tutto questo non per dire sempre NO ma per dire SI ad uno sviluppo del territorio compatibile con le esigenze reali delle persone. Ad un recente convegno sulle Nuove Normativa tecniche per le costruzioni ed in particolare la sismica un nostro collega, docente universitario, rilevava che arrivato il momento di pensare al recupero del patrimonio edilizio esistente o quanto meno a demolire il non recuperabile e ricostruire nel posto medesimo senza spreco di territorio: questo territorio: ci impone di ripensare ai nostri metodi di calcolo non solo per il nuovo ma soprattutto per recuperare lesistente. Non possiamo per questo demandare sempre alle scelte politiche ma dobbiamo assumerci delle responsabilit precise nel negare lesecutivit di certi interventi l dove gli stessi provochino degli squilibri ambientali che svalutano il territorio invece di riqualicarlo: penso a certe costruzioni realizzate in versanti collinari o montani sostanzialmente in frana od ad interventi di impatto pericoloso rispetto alla falda sotterranea. In denitiva propongo una specie di obiezione di coscienza tipo ci che avviene in medicina onde garantire i cittadini che non tutto quello che la fantasia del potere economico e politico vorrebbe imporre pu essere realizzata perch linterazione armoniosa tra costruzione ed ambiente circostante deve essere una pregiudiziale indispensabile che prescinda dalla mere speculazioni edilizie. Vicenza maggio 2008 Lorenzo Faggionato
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SEZIONE A (Consiglio dellOrdine del 19/04/2007) VISONA SERGIO residente a Brendola (VI). Si laureato il 28 luglio 2006 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Laurea in Ingegneria Gestionale. Titolo Tesi: Analisi tecnico economica di diverse tipologie di climatizzazione ambientale in un complesso turistico. Relatore: Ch.mo Prof. Ing. Renato Lazzarin SEZIONE A (Consiglio dellOrdine del 18/05/2007) RIZZATO ALBERTO residente a Thiene (VI). Si laureato il 25 ottobre 2006 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria Edile. Titolo Tesi: Effetti della deformabilit degli orizzontamenti sul comportamento sismico di edici in muratura. muratura. Relatore: Prof. Claudio Modena Correlatori: Prof. Maria Rosa Valluzzi Ing. Enrico Garbin Ing. Manuel Grendene SEZIONE A (Consiglio dellOrdine del 28/06/2007) PIVA SILVIA residente a Carr (VI). Si laureata il 19 dicembre 2005 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria dellInformazione. Titolo Tesi: I sistemi di digitalizzazione delle bioimmagini: il caso reale dellospedale di Vicenza. Relatore: Prof. Alfredo Ruggeri Correlatori: Correlatori: Ing. Bruno Antony Sandini
SEZIONE B (Consiglio dellOrdine del 28/06/2007) GHENO GIANNI residente a Mussolente (VI). Si laureato il 30 marzo 2005 allUniversit di Trento, Facolt di Ingegneria Laurea in controllo ambientale. Titolo Tesi: Bonica dellacqua di Cengio. Alternative di trattamento dei Lagoons. Relatore: Prof. Gianni Andreottola SEZIONE A (Consiglio dellOrdine del 12/07/2007) BARATTONI ENRICO residente a Piovene Rocchette (VI). Si laureato il 12 dicembre 2002 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento dei Processi Chimici di Ingegneria. Laurea in Ingegneria dei Materiali. Titolo Tesi: Valutazione degli effetti causati da agenti chimici su guaine cementizie polimero modicate. Relatore: Relatore: Dott. Ing. Michele Modesti Dott. Ing. Maurizio Benedetti BETTINI ERIK residente a Piovene Rocchette (VI). Correlatori: Dott. Ing. Claudio DallAcqua
Si laureato il 12 dicembre 2002 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Meccanica. Titolo Tesi: Studio e valutazione economica di un impianto di recupero energetico per caseici produttori di formaggi. Relatore: Prof. Lorenzo Rosa
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NUOVE ISCRIZIONI
BINOTTO CRISTIAN residente a Dueville (VI). Si laureato il 28 aprile 2006 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Fisica Tecnica. Laurea in Ingegneria Meccanica. Titolo Tesi: Modello numerico delle prestazioni di pompe di calore in condizioni non nominali. Relatore: Prof. Roberto Zecchin Correlatori: Dott. Ing. Michele De Carli Ing. Massimiliano Scarpa POZZA PIERPAOLO residente a Vicenza. Si laureato l 8 marzo 2000 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali. Laurea in Ingegneria Gestionale. Titolo Tesi: Rapporti di cooperazione tra imprese di abbigliamento e grande distribuzione organizzata. Lesperienza dei produttori vicentini. Relatore: Prof. Enrico Scarso SEZIONE A (Consiglio dellOrdine del 30/08/2007) DOSSO STEFANO residente a Bolzano Vicentino (VI). Si laureato il 12 marzo 1999 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Elettrica. Titolo Tesi: I sistemi di alimentazione per i treni Maglev. Relatore: Prof. Mauro Andriollo MARIGA FRANCESCO residente a Monticello C. Otto (VI). Si laureato il 20 dicembre 2006 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Costruzione e trasporti. Laurea in Ingegneria Edile. Titolo Tesi: Analisi sperimentale del comportamento meccanico di solai in legno rinforzati nel piano. Relatore: Ing. Maria Rosa Valluzzi Correlatori: Ing. Enrico Garbin Ing. Dario Francescato PONTAROLLO CHIARA MARTINA residente a Romano DEzzelino (VI).
Si laureata il 19 aprile 2007 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Fisica Tecnica. Laurea in Ingegneria Meccanica. Titolo Tesi: Analisi teoriche e sperimentali per la caratterizzazione acustica di macchine per il trattamento dellaria. Relatore: Ch.mo Prof. Roberto Zecchin Correlatori: Ch.mo Prof. Antonino Di Bella Ing. Paolo Girardi Ing. Cristian Rinaldi RENIERO DOMENICO residente a Valdagno (VI). Si laureato il 20 aprile 2007 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali. Laurea in Ingegneria Gestionale. Titolo Tesi: Denizione dei costi standard dacquisto. Il Caso Bergi. Bergi. Relatore: Ch.mo Prof. Cipriano Forza Correlatori: Dott. Paolo Ulliana Sig. Mauro Bergozza RONCAGLIA ALESSANDRO residente a Sarego (VI). Si laureato il 21 febbraio 2006 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Costruzione e Trasporti. Laurea in Ingegneria Civile. Titolo Tesi: Strutture sismoresistenti in acciaio: sviluppo e confronto tra normative. Relatore: Ch. mo Prof. Renato Vitaliani Correlatore: Dott. Ing. Massimiliano Lazzari SEZIONE B (Consiglio dellOrdine del 30/08/2007) DAL CENGIO LUCA residente a Arzignano (VI). Si laureato il 29 marzo 2006 allUniversit di Padova, Facolt di Ingegneria Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi. Laurea in Ingegneria Gestionale. Titolo Tesi: Correzione acustica di due aule scolastiche per impiego musicale. Relatore: Ch.mo Prof. Renato Lazzarin Correlatori: Ing. Francesco Castelletti Ing. Filippo Busato
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ri di Treviso, trasmessa ad Ente Pubblico, con la quale si ribadisce lesclusiva competenza degli Presenti: Busana, Cavestro, Di Fe- Ingegneri per quanto attiene la lice, Ebalginelli, Filippi, Morandini, progettazione di opere cimiteriali Rossi, Sacchiero, Scortegagna, Sla- (Sentenza Consiglio di Stato n. 2938 viero, Schillaci. del 22.05.2000). Assenti: Dal Cortivo, Frisiero, Pel- Collaudo opere in c.a., in zona loso, Vodola. sismica - viene segnalato, da un
ns. Iscritto, che in alcuni Collaudi strutturali svolti non viene indicata la normativa sismica, ai sensi della quale il Collaudatore collauda lopera; la mancanza pu ingenerare confusione considerato che, la normativa stata oggetto, in tempi diversi, di modifiche e variazioni. Il Consiglio determina di incaricare la Commissione Strutture a predisporre una bozza di collaudo per i lavori in zona sismica.
Rapporti C.N.I. - Cup Nazionale - in occasione dellAssemblea dei Presidenti degli Ordini degli Ingegneri dItalia, recentemente svoltasi a Roma il 16 Febbraio u.s., il C.N.I. ha evidenziato la volont di distinguersi dal Cup Nazionale ed stata approvata la Confederazione degli DECISIONI Ingegneri Italiani, organismo parallelo con rappresentanza sociale. In Punto n. 309 dellO.d.G. Viene approvato il verbale della tale occasione stato anche preseduta del Consiglio n. 56 del 21 sentato un testo di riforma affinch la categoria possa assumere una Febbraio 2008. rappresentanza politica. Punto n. 310 dellO.d.G. a) Nuove iscrizioni - Sezione A: Punto n. 313 dellO.d.G. Gavasso Elisabetta n. 2971; VicenSi illustrano i documenti predispotini Marco n. 2972; Dalle Rive Martina n. 2973; Costa Samuel n. 2974; sti del Gruppo Impianti della FOIV, relativi allAttestato di QualificazioCelsan Alberto n. 2975. ne Energetica (AQE). Il Consiglio b) Trasferimenti dallOrdine di Vi- approva. cenza: Punto n. 314 dellO.d.G. Negro Alessandro n. 2194. Viene proposto, da Ditta SpeciaPunto n. 311 dellO.d.G. lizzata, un protocollo dintesa finalizzato allaccreditamento presso ................ omissis ...................... la Regione del Veneto, quale LaPunto n. 312 dellO.d.G. boratorio di prove sui materiali. Il lIng. Cavestro comunica: Opere cimiteriali - competenza Consiglio determina di non aderire degli Ingegneri - si da lettura della alla proposta, in quanto finalizzata lettera dellOrdine degli Ingegne- ad attivit lucrativa.
DECISIONI
Punto n. 315 dellO.d.G. Viene approvato il verbale della seduta del Consiglio n. 57 del 06 Marzo 2008, con alcune modifiche. Punto n. 316 dellO.d.G. a) Nuove iscrizioni - Sezione A: Rizzi Nicola n. 2976; Casarotto Giorgio n. 2977; Zanchetta Denis n. 2978; Chiementin Flavio n. 2979; Dal Pozzo Nicola n. 2980; Stupiggia Stefano n. 2981; Balzarin Luca n. 2982; Sperotto Mirco n. 2983; Martini Gabriel n. 2984; Bari Lucia n. 2985; Marcati Giacomo n. 2986.
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323) Lettura e approvazione del verPunto n. 324 dellO.d.G. bale della seduta precedente; a) Nuove iscrizioni - Sezione A: 324) Movimento iscritti;
305) Coordinamento commissio- Sperotto Laura n. 2987; Bassetto ni: relazioni dei Responsabili delle Enrico n. 2988; Mastrotto Diego n. 2989; Barci Michele n. 2990; Pieratti Commissioni dellOrdine; Elisa n. 2991; Campanaro Franco n. 325) Comunicazioni del Presiden- 2992; Caneva Silvia n. 2993; Roso Punto n. 319 dellO.d.G te; Valentina n. 2994; Foralosso Marta Il Tesoriere Ing. Di Felice illustra: 306) Criteri di assegnazione patro- n. 2995; Tregnaghi Matteo n. 2996; a) il bilancio consuntivo 2007; secini da parte dellOrdine; Zurlo Adalberto n. 2997. gue lesame da parte del Consiglio b) Nuove iscrizioni - Sezione B: 326) Procedimenti disciplinari; e lapprovazione. b) il bilancio preventivo 2008; se- 327) Varie ed eventuali. gue lesame da parte del Consiglio e lapprovazione. Punto n. 320 dellO.d.G Corr Alberto n. B/35. c) Trasferimenti allOrdine di Vicenza: Pozzan Andrea n. 2998; Minchio Fabio n. 2999.
LIng. Dal Cortivo illustra aspetti organizzativi e contenuti del corso Presenti: Cavestro, Dal Cortivo, Di Punto n. 306 dellO.d.G. Felice, Ebalginelli, Filippi, Frisiero, Progetto Concrete. LIng. Di Felice propone che venga Il Consiglio d mandato allIng. Dal Morandini, Pelloso, Rossi, Slavierivisto il criterio adottato per lassero. Cortivo per lorganizzazione del corgnazione dei patrocini; largomento so e fissa la quota di partecipazione Assenti: Busana, Sacchiero, Schilverr discusso in una prossima selaci, Scortegagna, Vodola. in . 25,00. duta del Consiglio. Punto n. 321 dellO.d.G ORDINE DEL GIORNO Punto n. 328 dellO.d.G. LIng. Scortegagna illustra la bozza 323) Lettura e approvazione del ver- ................ omissis ...................... dellAlbo 2008; il Consiglio approbale della seduta precedente; va. Punto n. 327 dellO.d.G. 324) Movimento iscritti; Punto n. 321 dellO.d.G 305) Coordinamento commissio- Seminari Sicurezza Informatica E richiesto dalla Camera di Com- ni: relazioni dei Responsabili delle - LIng. Frisiero relaziona sui costi per lorganizzazione dei previsti n. mercio di Vicenza un nominativo Commissioni dellOrdine; 2 seminari. Il Consiglio approva. per possibile inserimento nella 325) Comunicazioni del Presidente Commissione Prezzi della Borsa (Foiv e Assemblea); Corso 818 - LIng. Di Felice comuImmobiliare. Il Consiglio determi306) ) Criteri di assegnazione patro- nica che i partecipanti al Corso 818 na di indicare lIng. Paolo Rossi. di Prevenzione incendi, il 06 Maggio cini da parte dellOrdine; Ing. Frisiero relaziona sulla orp.v. - ore 15,30 - visiteranno il Nuovo ganizzazione di n. 2 seminari sulla 328) Procedimenti disciplinari; Teatro di Vicenza. sicurezza informatica, da svolgersi 329) Azione nei confronti del Comunei giorni 10 e 24 Maggio p.v.; gli ne di Arzignano in merito al conteincontri saranno gratuiti e verranno nuto del nuovo Regolamento per anche trasmessi per via telemati- ledilizia sostenibile e il Risparmio energetico. ca. 330) Assicurazione per Consiglieri e attivit del Consiglio. 327) Varie ed eventuali.
In mancanza del numero legale, la Punto n. 323 dellO.d.G. seduta del Consiglio viene rinviata Viene approvato, il verbale della ad altra data.
DECISIONI
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brevi
a cura di Paolo Filippi
SICUREZZA IMPIANTI
Sulla G. U. n. 61 del 12 marzo 2008, stato pubblicato il D. Min. Sviluppo Economico 22 gennaio 2008, n. 37, avente titolo Regolamento concernente lattuazione dellarticolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivit di installazione degli impianti allinterno degli edici.
valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo e di trasmittanza termica ai ni dellapplicazione dei commi 344 e 345 dellart. 1, legge 27 dicembre 2006, n. 296.
ne dei Rischi da lavorazioni Interferenti) e per la stimar dei costi della sicurezza da non assoggettare a ribasso.
CHIARIMENTI SULLA RESISTENZA AL FUOCO DELLE CONUOVE NORME TEC- STRUZIONI (D.M.I. 09 NICHE: PRIMA CIRCO- MARZO 2007) LARE ESPLICATIVA
Si segnala che il Consiglio Superiore dei LL.PP. ha predisposto una Circolare esplicativa delle nuove norme tecniche per le costruzioni, emanate con D.M. 14 gennaio 2008 ed in vigore dal 5 marzo 2008, che illustra le principali innovazioni introdotte e fornisce istruzioni per la corretta applicazione delle norme, onde facilitarne luso da parte delle gure professionali interessate. Con lettera-circolare prot. n. P414/4122 del 28 marzo 2008 il dipartimento dei VV.F. fornisce chiarimenti sulla corretta applicazione delle disposizioni introdotte dal D.M.I. 9 marzo 2007, relativo a Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivit soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
larticolo 35, commi da 28 a 34 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modicazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248 - Responsabilit solidale tra appaltatore e subappaltatore in materia di versamento delle ritenute scali e dei contributi previdenziali e assicurativi obbligatori, in relazione ai contratti di appalto e subappalto di opere, forniture e servizi.
PROCEDURE PER LE REGOLAMENTO SUL- MODIFICHE DI ATTILA RESPONSABILIT VIT A RISCHIO INCISOLIDALE APPALTA- DENTE RILEVANTE TORE-SUBAPPALTATORI PER IL VERSA- Con lettera-circolare Prot. n. MENTO DI RITENUTE DCPST/A4/RS/1008 del 15 FISCALI E CONTRI- aprile 2008, il Dipartimento BUTI dei VV.F. del Min. dellInSulla G.U. del 16 aprile 2008, n. 90, stato pubblicato il D. Min. Economia e Finanze n. 74 del 25 febbraio 2008, avente titolo Regolamento concernente terno, fornisce chiarimenti sulla normativa relativa alle procedure di prevenzione incendi in caso di modiche in attivit a rischio di incidente rilevante.
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