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giovedì 19 gennaio 2023

Fenomenologia delle arti contemporanee

Lezione 11

Nietzsche diventa un losofo studiato da tutti trasversalmente e non più incasellato


all’interno di un’ideologia politica perversa del nazional socialismo.

Della nascita della tragedia, dello spirito della musica ci interessa- che- da un punto di vista
estetico, della ri essione dell’arte-l’opera d’arte è il collegamento tra l’apollineo (ri etteva la
forma, bellezza…) e il dionisiaco (nel 900 esplosione del dionisiaco). Capire l’arte
contemporanea, le tendenze, vuol dire so ermarsi su un apollineo che è venuto sempre
meno a mancare, perdendo la propria centralità, esplodendo così il dionisiaco. Secondo
Nietzesche, dalla nascita della tragedia, l’opera d’arte rendeva possibile il dialogo tra il
razionale(la forma, la bellezza) e l’irrazionale (caos), in una parola che Freud avrebbe
chiamato “inconscio”. 

Il 900 è l’esplosione del CAOS—>inconscio—>dionisiaco, ovvero:

Luce e ombra, Forma e Vita (nel suo divenire imprevedibile e spesso a dato al caso),
Apollineo e Dionisiaco, Razionalità e Irrazionalità

Ci serve capire a partire dalla tragedia come il dionisiaco è emerso in forma prepotente
nelle arti del 1900 (come nel surrealismo). Il dionisiaco è anche il caso che irrompe nella
nostra esistenza, oltre che l’inconscio. L’apollineo è una razionalità che domina la nostra
esistenza la nostra vita, l’opera d’arte, attraverso la messa in forma dell'opera d'arte stessa
che dovrebbe ri ettere un ideale di bellezza.

Il 900 rompe questo paradigma—> dadaismo, ad esempio, e tutte quelle che sono le
poetiche del dada che anche oggi ci trasciniamo dietro poiché siamo gli dell’avanguardia,
come l’arte contemporanea stessa.

il dadaismo=antiarte, nichilismo=messa in discussione dei valori dell’arte (Duchamp) dove


prevale il caso, la vita, ovvero Dioniso—>rapporto tra arte e vita sostenuto dalle
avanguardie. Spostiamo l’attenzione su un’arte che non deve essere separata dalla società,
bensì deve entrare (arte partecipativa e relazionale)—>La vita che erompe nell’opera d’arte
e la sostituisce (performance). La vita erompe sulla forma, Dioniso irrompe nella forma,
creando il caos—>poetiche dell’informale—> Dioniso che frammenta la forma—
>impossibilità di rinchiudere la vita in una forma d’arte—> arte che si fa gestuale, materica,
segnica.

Caos, caso, informe= poetiche che possiamo far risalire, ad un inconscio preceduto da
quest’idea Nietzscheana del Dionisiaco che prende dalla tragedia greca, dal pensiero greco
presocratico.

Tutto ciò nasce dalla vita, dall’angoscia, dalla paura, dal dolore, dalle emozioni—> i concetti
che guidano la razionalità nascono dalle emozioni.

APOLLO—> MASCHERA (ordine); DIONISO—>INCONSCIO (caos)

Dietro l’ordine c’è sempre il caos, ovvero una componente che non è tanto irrazionale,
quanto caotica. Il divenire è sotto l’essere.

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Freud legge Nietzsche e Schopenhauer, ha già un’idea su quella che è la psicologia. La
volontà cieca e irrazionale di Schopenhauer è già l’inconscio; Dioniso, è già l’inconscio;
Apollo è la maschera che cela l’inconscio.

Freud a erma che il nostro rappresentante nella società è l’IO, che è una maschera. L’ego
che Lacan chiama “moi”, ovvero la maschera che indossiamo quando siamo con gli altri.

Non si può esprimere il proprio “es” davanti a tutti, tenendoci ben lontani dal mostrare agli
altri ciò che veramente sentiamo di noi stessi e ciò che l’inconscio ci stimola a fare ma che
noi reprimiamo.

Jung—>allievo di Freud= il nostro vero “sé” che dovremmo conoscere, è ciò che sta dietro
la maschera—>se vuoi essere felice devi trovare la tua “vocazione”, che è racchiusa
nell’anima. Se non si riesce a trovare nella propria anima il codice dell’anima, si sarà
destinati ad una vita infelice.

MASCHERA, in latino= “persōna”. La persona, quindi, già è una maschera.

Nell’accezione Jungiana, l’uomo e la donna dovrebbero attraversare, durante la loro vita


una trasformazione naturale che faccia emergere il proprio sé.

Dietro c’è sempre questo rapporto tra maschera e persona, io e es. Quindi sono dinamiche
che possiamo far partire già da Nietzsche.

Jung ha in uenzato alcune avanguardie storiche, per il fatto che si potesse lavorare sugli
ARCHETIPI—>1° livello dell’inconscio= individuale (la mia storia, la mia cultura ecc..)

2° livello dell’inconscio= collettivo (parti che condividiamo assieme)

Quando l’artista comprende questo e riesce a riunire il proprio inconscio individuale,


andando a fondo, l’inconscio collettivo diventa un simbolo universale e arriva a tutti.

(Fuori lezione—>sublime= dionisiaco perché eccede la forma stessa)

Se l’artista crea un simbolo che intercetta l’inconscio collettivo (immagini condivise che
travalicano ogni civiltà,)

Immagini collettive—> travalicano l’aspetto culturale—> archetipi—>tema del doppio

Quindi:

Jung proponeva importante di creatività: l’artista si deve sintonizzare con l’inconscio


individuale e collettivo che si esprime attraverso gli archetipi

Tutte le culture hanno manifestato in ogni tempo il tema del doppio che ci appartiene e che
lui chiama “ombra”—>parte di noi che non emerge poiché spesso rappresenta la parte
malvagia, ingovernabile, libera che è dentro di noi e che andiamo a reprimere.

“Ombra delle civiltà”—> scontro fra civiltà—>ombra di una nazione civilizzata che vuole
imporre con violenza i propri valori, ad esempio.—>tendenza repressa ma vera.

L’ombra è il 1900.

Altra gura Nietzscheana—> L’uomo contemporaneo—> “L’ultimo uomo”—> In Così


parlò Zarathustra —>Zarathustra scende dalla montagna per annunciare l’ubermensch,
ovvero—>“L’Oltreuomo”—>superamento dell’uomo, nuova categoria che sarà quella dell
futuro—>Zarathustra annuncia la morte di Dio, ovvero valori a cui non crediamo più (crisi
del 1900 con messa in discussione di valori tradizionali che non hanno aiutato l’umanità)—
>dadaismo= mette in discussione questi valori, denunciando un’arte borghese.

L’arte cosa ha cambiato? Cosa ha provocato?

I dadaisti sono nichilisti—>fanno anti-arte, perché quel tipo di arte non ha funzionato e non
ha portato a nulla se non alla prima guerra mondiale. L’ultimo uomo sa che questi valori
tradizionali non funzionano più, ma non riesce a creare dei nuovi valori e a prospettare un
futuro diverso e dunque è preso in un nichilismo che sfocia in un accontentarsi, stabilendo

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una tavola di valori che creano un’idea di felicità che è quella del consumismo e
dell’apparenza, del possesso. Senza costruire nulla di nuovo.

Venendo meno Dio nei valori tradizionali, l’uomo si sente Dio e porta avanti quel vuoto
provocato da “la morte di Dio” con dei veri e propri disastri—> come la prima guerra
mondiale, seconda guerra mondiale, olocausto.

Il problema, quindi, non è il ritorno a Dio, ma bisogna capire quel vuoto provocato, con cosa
viene sostituito?

Uno di questi valori per Damien Hirst è il farmaco, nuovo idolo dell’uomo contemporaneo
(data la sua paura del dolore).

La nostra società tende a lenire ogni forma di dolore.

L’uomo uomo, quindi, stabilisce che i valori che ci rendono felici sono:

- La merce;

- II consumo;

- Omologazione

Damien Hirst- Pills

Pillole per ogni uso e consumo.

Per essere apparentemente felici.

Damien Hirst è un nichilista passivo:

Dio è morto, denuncia il nostro


tempo, ma specula lo stesso sulle
sue opere.

Quindi è anche lui un ultimo uomo.

Nostro “altare sacro”= farmacia.

Damien Hirst- For the Love of God

“La morte è sorridente nella misura in cui noi possiamo


superare la paura della morte” come? Attraverso il
denaro.

E’ un teschio tempestato, ricoperto di diamanti e di


pietre preziose. “Dio danaro”—>anche la morte è
tempestata di danaro.

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Zarathustra annuncia la morte di Dio al mercato—> non è solo un luogo di incontro, ma è
dove si celebra il rituale economico.

Martirio di San Sebastiano, da cui l’artista si


ispirerà per una sua opera “Saint Sebastian”

(in basso)


Animale inserito in una “forma aldeide”

Quindi, Damien Hirst è un nichilista. (Nichilismo= svalutazione di tutti i valori supremi, non eterni)

Quando Zarathustra arriva nella folla e annuncia l’hubermesh, non viene capito. O meglio, non l
svogliono capire. Zarathustra, allora, guarda la folla meravigliata e così parlo- scrive Nietzsche-

“L’uomo è una corda tesa tra l’animale (tra la scimmia, quindi le proprie origini, l’aspetto
bestiale) e l’Oltreuomo (l’hubermash) […] una corda tesa sopra l’abisso”

“2001: odissea nello spazio”—> L’uomo è una corda tesa tra la scimmia (l’inizio, l’alba
dell’uomo). Corda tesa= l’utensile diventa satellite—>satellite diventa astronave che supera la
velocità della luce—> eterno ritorno di Nietzsche—>hubermesh—> fanciullo cosmico.

“Quel che è grande nell’uomo- dice Zarathustra- è che egli è un ponte e non un ne” (proposto
da Dio), è un tramite e si deve trasformare.

Questa frase viene presa da alcuni artisti tedeschi, con l’Espressionismo. Gli artisti espressionisti
propongono un’idea d’arte nuova—> non più accademica, ma liberazione di quelli che sono gli
istinti—> andare contro i valori tradizionali.

Zarathustra non viene capito: “E allora- dice Zarathustra- parlerò loro dell’essere più spregevole:
l’ultimo uomo. […] Le terra sarà allora diventata piccola e su essa saltellerà l’ultimo uomo che farà
tutto piccolo.”

“Abbiamo inventato la felicità! Un po’ di veleno di tanto in tanto”—> social: Facebook, instagram,
ad esempio—>l’ultimo uomo si nasconde.—>si cerca l’omologazione.

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Proemio del primo libro “Così parlò Zarathustra”:

“Il funambolo cade, la folla se ne va, si disperde, resta Zarathustra. Zarathustra, invece,
rimane fermo, e proprio accanto a lui venne a cadere il corpo del funambolo mal ridotto e
spezzato, ma non ancora morto. Dopo un momento lo sfracellato riprese coscienza, e vide
Zarathustra inginocchiarsi accanto a lui:

-“Che cosa fai tu qui?”- disse in ne- “Sapevo da un pezzo che il diavolo mi avrebbe fatto lo
sgambetto, e ora mi trascina all’inferno. Vuoi forse impedirglielo?”

-“Sul mio onore amico!”-rispose Zarathustra- “niente di quello che dici esiste. Non esiste il
diavolo e non esiste l’inferno. La tua anima morirà prima ancora del corpo. Non aver dunque
più paura di niente!”. L’uomo guardò Zarathustra con di denza:
-“Se tu dici la verità - disse- allora io perdendo la vita non perdo niente. Non sono molto più
di un animale a cui è stato insegnato a ballare a forza di bastonate e di bocconi striminziti”

-“No- disse Zarathustra- tu hai fatto del pericolo il tuo mestiere e in ciò no nc’è nulla da
disprezzare. Ora perisci per il tuo mestiere, per questo ti seppellirò con le mie mani.”

Zarathustra è l’unico a restare vicino al funambolo e lo ammira, dicendogli che non ci sia
l’inferno, Dio è morto. Ma lui preannuncia una prospettiva dei nuovi valori standogli vicino e
dandogli una sepoltura. Gli ultimi uomini si sono dispersi andandosene. Zarathustra invece
rimane accanto a lui e lo rispetta perché il funambolo ha creduto nel pericolo con il suo
lavoro, mettendosi in discussione, credendo in un’idea che ha guidato ala sua vita: quella di
fare il funambolo. Quest’ultimo non si sottopone all’omologazione, perseguendo la sua
idea, la sua ossessione. Per questo Zarathustra lo seppellirà: per rispetto.

Gli altri, invece, il gregge, che costruisce la felicità, non lo può capire.

-Uomo inautentico—>segue il “si dice”, “si fa così perché tutti fanno così.

-Uomo autentico—>con senso critico si domanda se il “si dice” (folla anonima) segue
come il gregge. Cerca di capire.

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