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NIETZSCHE

Contesto storico-culturale
○ Fine dell’800, in pieno Positivismo.
○ Critica il Positivismo, secondo lui i fatti sono “stupidi”, nel senso che non dicono niente, vanno interpretati.
○ E’ contro tutto l’ottimismo ottocentesco, la grande fiducia nel progresso e gli ideali tipici.
○ Nietzsche è il filosofo della crisi, della fine delle certezze, che mette in evidenza la caduta di questi miti,
ideali, dell’Ottocento; tutto quello in cui l’occidente aveva creduto fino a quel momento lui lo ha
demistificato, ha provato che si trattava di costruzioni false.
○ Il suo pensiero è l'espressione filosoficamente più rilevante della complessa crisi che tra la fine
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento rimette in discussione le certezze e i valori dominanti fino a quel
momento.
○ La crisi economica e sociale mette in discussione i grandi miti del positivismo: il progresso e la scienza.
○ Vengono messe in discussione anche la scienza e la matematica.
○ Il 900 si sveglia in un mondo in cui sono saltati i punti di riferimento e a tali processi si accompagna la
ridefinizione dei valori morali.

Il dionisiaco e l’apollineo
○ Nietzsche ha avuto una vita molto travagliata, anche a causa di una malattia (forse sifilide), per cui ha
passato gli ultimi anni della sua vita in una situazione di follia.
○ Da giovane aveva la cattedra di filologia classica, insegnava greco, e scrisse l’opera “La nascita della
tragedia dallo spirito della musica ”.
○ Tra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento c'è stata una rivalutazione della cultura greca in
occidente con il neoclassicismo, che ha riportato in vita i valori della cultura greca idolatrandola,
caratterizzata da equilibrio e armonia, e veniva quindi vista come un modello.
○ La cultura greca non è altro, però, che il frutto di un grande travaglio interiore: non è vero che il mondo
greco era un mondo calmo, tranquillo, di perfezione, ma era un mondo molto travagliato che ha saputo
esprimere questo travaglio attraverso l'arte in forme armoniche, ma queste forme non sono altro che la
superficie tranquilla di un mare agitato.
○ L'occidente si è creato un'immagine idealizzata della grecità, fatta di equilibrio e di controllo delle passioni;
nella cultura greca invece, accanto alla visione del mondo caratterizzata dalla misura, dalla moderazione e
dalla serenità, esiste anche un'altra tradizione, quella orfico-dionisiaca, che costituisce l'aspetto nascosto
della grecità.
○ Secondo Nietzsche non si comprende il mondo greco se non si tengono presenti queste due diverse
anime, mentre nel neoclassicismo è stata esaltata solo una parte.

○ Questi due elementi dello spirito greco, distinti e contrapposti, vengono definiti rispettivamente spirito
apollineo e spirito dionisiaco.
○ Lo spirito apollineo è proprio di una visione del mondo fondata sulla ragione, sull'autocontrollo, ma
anche sulla repressione del piacere, degli istinti, della vitalità e della naturalità, e si rifà al Dio Apollo.
○ Lo spirito dionisiaco è l'esaltazione dell'entusiasmo per la vita fino all'ebbrezza e all’orgia, è spirito
vitalistico, istinto, gioia di vivere, che si ispira a Dioniso, Dio del vino, dell’ebbrezza; è l'esaltazione
dell'entusiasmo per la vita che arriva fino a mettere a rischio la vita stessa. È manifestazione di forze
distruttive e istintuali. Il dionisiaco è la vita che rischia la morte per la volontà di esprimersi fino in fondo, è
un istinto contraddittorio.
○ Lo spirito dionisiaco nelle tragedie si manifesta attraverso il canto e le danze, mentre la parte dei versi, la
precisione e l'armonia di cui la tragedia è composta ha a che fare con lo spirito Apollineo.
○ Apollineo e dionisiaco sono due aspetti dell'animo umano che nella classicità greca hanno trovato una
sintesi nella tragedia.
○ La cultura occidentale, a partire da Socrate, il primo che ha messo in primo piano la ragione e la dialettica,
ha ucciso lo spirito dionisiaco e tutto ciò che è vitale, perché ha incasellato e sclerotizzato la vita dentro gli
schemi razionali.
○ L'equilibrio fra apollineo e dionisiaco espresso nella tragedia si è rotto con Socrate: Secondo Nietzsche
Socrate ha la colpa di aver inaugurato una filosofia responsabile della repressione degli istinti vitali a
vantaggio della morale dell’autocontrollo e della limitazione di sé.
○ E’ la repressione che ha messo l'uomo in contrasto con se stesso, determinando la nascita della morale
che ha avviato una tradizione di pensiero che nella cultura occidentale sarà confermata e perpetuata dal
cristianesimo.
○ Il limite maggiore della morale socratica è di essere una morale della rinuncia, della rinuncia alla naturalità
e all'affermazione di sé.

Critica al cristianesimo e alla democrazia


○ Quella del cristianesimo Nietzsche l’ha definita come la morale dei deboli, coloro che essendo deboli e
non potendo imporsi sugli altri hanno costruito delle regole in cui si dice che bisogna aiutare quelli più
deboli, di occuparsi degli ultimi, per compensare questa loro fragilità.
○ Per Nietzsche bisogna difendere quelli che non sono deboli perché i deboli attraverso questa morale
hanno costretto i forti a comportarsi come se fossero deboli.
○ Per questo quindi Nietzsche critica anche la democrazia, che dice che siamo tutti uguali, secondo lui non
è vero, va contro questo egualitarismo che vede come una vittoria dei deboli.

○ Secondo il filosofo francese Paul Ricoeur Nietzsche fa parte dei filosofi del sospetto: Nietzsche,
appunto, Marx e Freud. Essi guardano con sospetto la cultura, dicendo che dietro quello che si vede c’è
sempre qualcos'altro (Marx: economia; Freud: istinto sessuale; Nietzsche: risentimento dei deboli).
○ I valori della società occidentale sono manifestazione di nichilismo → termine che viene dal latino che
vuol dire nulla, questi valori sono nulla perché hanno annullato il dionisiaco.

○ Lui è molto critico nei confronti della cultura occidentale, la quale è razionalizzante, ha perso di vista
l’elemento vitale.
○ Ci siamo dimenticati lo spirito dionisiaco.
○ Secondo lui la morale cristiana è la morale dei deboli, coloro che non riescono a imporsi sugli altri e
devono essere aiutati. E’ una morale che in qualche modo si impone sui forti, su coloro che hanno avuto
la possibilità di imporsi, in nome della ragione chiede a coloro più forti di abdicare ai loro istinti per
sottomettersi alla ragione (Nietzsche considera questo una decadenza, la ragione ci ha resi degli angeli
senza ali).
○ Fino a questo momento il mondo occidentale ha messo la ragione contro la vita.
○ La ragione ha nullificato l’impulso vitale. → per questo possiamo parlare di nichilismo, che con dei valori
ha annullato l’istinto vitale, quindi questa morale tramandata è un nichilismo, questi valori non sono valori.
○ Ora c’è un altro compito da svolgere: nullificare questi valori, serve un'altro nichilismo.
○ Ma non basta distruggerli, dopo serve costruirne di nuovi.
● Primo nichilismo → l’individuo obbedisce alla ragione, distrugge i valori dello spirito dionisiaco, (parte
passiva, morale degli schiavi).
● Secondo nichilismo → 1. distruzione dei valori precedenti (leone);
2. costruttiva, proporre nuovi valori (parte attiva, trasvalutazione di tutti
i valori nel loro opposto, dell’impulso vitale): bisogna fondare un’altra morale
sui valori della terra, morale dell’oltreuomo.
C’è bisogno di un uomo nuovo che sia capace di fondare nuovi valori lontani
dalla morale occidentale, ma sulla base di una morale in cui i valori di prima
vengano del tutto capovolti, valori trasvalutati.
Metafora:
1. cammello: uomo della vecchia morale, quella dei deboli; Primo nichilismo
2. leone: si ribella e distrugge la morale precedente; Secondo nichilismo
3. fanciullo: uomo nuovo, che diventa il creatore di valori nuovi; seconda fase del secondo nichilismo.
Dionisiaco, come la volontà di Schopenhauer, non è necessariamente qualcosa di positivo, ma anche di
doloroso, questa volontà si spinge fino all’estremo, voglia di vivere al massimo, in modo irrazionale. Si scontra
anche con la morte.
LA MORTE DI DIO
Nichilismo→ “nulla”, annullare lo spirito vitale
Distingue due tipi di nichilismo:
1. Cammello: gobbe = peso da portare, fardello della morale, rinuncia all’istinto vitale.
○ Opera “Così parlò Zarathustra”, profeta che diede importanza alla morale, arrivò alla folla e disse: “DIO è
MORTO”, annuncio della morte di Dio (accusa che i cristiani fecero agli ebrei).
○ Questa perdita, anche vista come secolarizzazione: Dio è uscito dalla società, ma qui Dio sta ad indicare
oltre al soggetto anche tutti i valori assoluti su cui la società occidentale faceva riferimento.
○ Dio è morto → la fine di ogni fondamento morale, non abbiamo più certezze, non si ha più nulla in cui
credere, si è disorientati (tutto si è liquefatto, Bauman).
2. Questo annuncio sta nel secondo nichilismo, leone, viene tutto ribaltato, e le persone potrebbero
deprimersi, e quindi essere un nichilismo passivo. Invece, non bisogna sostituire i valori vecchi con dei
nuovi valori (come fece il positivismo, morto dio si mette sull’altare la scienza) ma bisogna creare un
nuovo uomo, non si ha bisogno di un dio, diventa l’oltreuomo.
○ Nietzsche pensa ad un uomo nuovo, come un fanciullo, un nuovo inizio senza condizionamenti, fanciullo
guidato dallo spirito vitale, al di là del bene e del male → non ci sono più valori.
○ Unica cosa che conta è obbedire all’istinto, dionisiaco, alla terra.
○ Oltreuomo è il creatore dei nuovi valori, ma non valori morali, sono una concretizzazione dello spirito
dionisiaco.
○ Questa operazione non è nelle possibilità di chiunque, ma sono per chi riesce ad evolversi, per coloro che
sono in grado di comprendere, e qui nasce la morale dei signori.
○ L’uomo adesso è Dio, lui crea i nuovi valori obbedendo allo spirito vitale.
○ Se l’uomo è creatore vuol dire che non ci sarà più nulla di oggettivo, ciascuno è dio per se stesso →
relativismo.
○ Con Hegel c’è al centro l’oggettività, ora si è ribaltato questo sistema e arriva l'esaltazione dell'individuo e
del soggettivo.
○ Coloro che non riescono a creare valori nuovi soccombono da chi glieli impone (Pareto e l’elite).
○ L’uomo è un passaggio per arrivare all’oltreuomo.
○ Coloro che non riuscivano ad imporsi → morale del risentimento, e quindi imponevano agli altri di essere
deboli come loro.
○ Nell'istinto vitale è presente un istinto aggressivo verso gli altri (Hobbes), l’aggressività è il risultato di
questi istinti vitali, al contrario della morale dei deboli che va verso l’aiuto del prossimo.
○ Questa aggressività si è rivolta verso se stessi ed è diventata senso di colpa (Freud, due pulsioni, eros e
thanatos, entrambe istintive).
○ Bisogna dare spazio alla volontà di potenza → capacità dell’oltreuomo di imporsi e creare nuovi valori,
capaci di diventare punti di riferimento, non più oggettivi.
○ Il nichilismo attivo, fanciullo, è la premessa della volontà di potenza, potenza per creare nuovi valori,
potenza nel fanciullo.
○ Relativismo di Nietzsche: prospettivismo, ogni individuo è punto di riferimento e origine di valori.

L’eterno ritorno
○ La sua concezione è dell’eterno ritorno, il tempo ritorna su se stesso, non è un tempo ciclico è una
conseguenza dell’oltreuomo.
○ L’oltreuomo deve vivere la vita nella sua pienezza, non deve rinunciare a niente, il tempo non è che ritorna
ma devi vivere ogni momento così intensamente da pensare che questo momento sia eterno.
○ Se la vita è piena di rinunce non vuoi viverle all'infinito.
○ Vivi come se ci fosse qualcuno che ti dice che questa vita la devi vivere altre innumerevoli volte, un
comandamento, e tu ne devi essere contento.
○ Sta a te decidere come vivere la tua vita, devo cambiare la mia vita per essere un istante eterno.
○ E’ il contrario della morale di Bauman, etica della procrastinazione, come in epoca occidentale.
○ (Stoici, eterno ritorno, fatalismo, ma qui non accetti nessuna fatalità)
○ L’eterno ritorno ci chiama alla responsabilità → perché se l’attimo che stai vivendo si riproduce in eterno
sei responsabile di renderlo appagante e bello, non c’è nessun fatalismo.
○ Ogni momento come se fosse eterno.

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