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LArte e la Comunicazione - Salvatore Brizzi

LArte
e la Comunicazione

INDICE

Introitus impopolare
Le opere sono vive
Cos la comunicazione
Comunicazione nellarte
Responsabilit del comunicatore
Elevare le coscienze

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LArte e la Comunicazione - Salvatore Brizzi

Introitus impopolare

Q uando, alcuni giorni or sono, sostenuto dalle propizie congiunzioni cosmiche,


emersi per un istante dal vuoto del mio S per decidere di porre mano a que-
sto scritto sul significato della comunicazione, fui immediatamente attraversato da
unintuizione geniale: data la melma di scontatezza in cui si dibatte lambiente de-
gli esperti di comunicazione, la misura di quanto intelligenti sarebbero state le mie
conclusioni poteva esser data unicamente dalla perdita di credibilit professionale
che, come conseguenza delle mie parole, sarei stato in grado di ottenere allinterno di
quellambiente.

Questa certezza mi condusse direttamente al quesito fondamentale: cosa era meglio


fare ai fini di procedere pi speditamente nellopera di demolizione della mia credibi-
lit di fronte all esperto medio di comunicazione?
Mi venne subito in mente una prima strada: potevo leggere una decina di dotti trat-
tati in materia di scienza della comunicazione, psicologia della comunicazione sociale
e critica artistica, quindi fondere quegli onanismi preconfezionati con banalit pro-
venienti da me stesso e dare il tutto alle stampe. Questopera mi avrebbe reso pi
orgoglioso del mio patrimonio genetico e avrebbe inoltre fatto compiere alle menti
degli esperti della comunicazione che lavessero letta un ulteriore passo avanti verso
la conquista dello zen del ragionamento idiotico, cui indefessamente tendono.

Lesperienza mostra per che chi intraprende questa strada non solo non intacca mi-
nimamente la propria credibilit (la demolizione della quale, ricordo, rappresentava il
mio scopo) allinterno degli ambienti accademici, ma viene bens acclamato dai colle-
ghi e ritenuto un esperto al di sopra della media degli esperti.
Pregai allora il Venerabile Reggitore di questo Sistema Solare affinch mi concedesse
lintuizione creativa di cui avevo bisogno... ed essa puntualmente arriv. Il modo pi
rapido e certo per rovinare la propria reputazione allinterno dun ambiente accademi-
co consiste nell accedere a una nuova dimensione della coscienza, vedere con i propri
occhi come funzionano i fenomeni nella realt che si trova oltre lapparenza materiale
e quindi comunicarlo ad alcuni esperti del settore. Se queste cavie manifestano una
reazione dincredulit e relativa epistassi (=perdita di sangue dal naso), allora, e solo
allora, si pu esser certi di aver detto qualcosa di intelligente.

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Le opere sono vive

Cosa la Bellezza?

bello tutto ci che emana da un piano di coscienza superiore, non-umano, al quale


lartista accede attraverso uno stato di coscienza superiore.
Lartista un educatore (e- ducere=portare fuori), cio una persona in grado di estrarre
dai fruitori delle sue opere il Bello che latente in loro. Egli coglie le intuizioni che ri-
siedono su un piano superiore (si ricordi il mondo delle idee di Platone) e le esprime
nel suo lavoro, facendo in tal modo s che le persone ne vengano elevate e divengano
artiste a loro volta.

Il vero artista crea altri artisti.

La sua figura completamente slegata dallattivit che egli svolge esternamente: un


economista, un imprenditore, un programmatore, uno psicologo o un politico... cos
come un regista, un pittore o un fotografo possono essere veri artisti oppure semplici
tecnici, ci dipende da quante intuizioni riescono a far precipitare dallalto nel loro
lavoro... e non certo dal genere di lavoro che svolgono.

Prima di varcare il punto di non ritorno di tale argomento mi sento in dovere di avvi-
sare il lettore pi sprovveduto magari il filosofo dellarte capitato fra queste pagine
per uno scherzo del fato mentre navigava inseguendo la parola chiave strap-on che
quanto affermer nelle prossime righe costituisce uno psicoreato punibile di fronte
al tribunale della Chiesa degli Umili Devoti della Santa Mente Razionale, e chiunque
fosse intenzionato a proseguire la lettura lo fa assumendosi ogni responsabilit circa
le conseguenze psichiche che gliene potrebbero derivare.

Unopera darte un essere vivo. Il moto artistico sempre un creare, un far nascere
un essere vivente. Creare significa mettere al mondo, portare in manifestazione qual-
cosa che esiste gi di per s su un piano pi sottile, pur senza una forma.

Quando una madre crea un bambino non lo tira fuori dal nulla, sta solo permettendo
a unanima che esiste gi su un altro piano di prendere una forma. In altre parole larte
pi profonda quella che non terrestre, cio larte che non consiste in una elabora-

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zione della materia che gi si trova sul pianeta inclusi pensieri ed emozioni umane
ma che arriva sulla Terra da altrove.

Ogni opera viva e ha una sua coscienza. Chi oserebbe affermare che la Guernica non
sia viva? E il David di Michelangelo? E uno fra i Concerti brandeburghesi di Bach? E il
Colosseo forse morto? Ogni opera dotata di vita che vibra influenzando lambiente
intorno a s.

Quando affermo che una creazione viva non lo sto dicendo in maniera astratta o
metaforica, ma nel senso pi vero del termine: unopera viva come siamo vivi noi,
anzi... di pi. E ci che viene qui detto non frutto di speculazioni filosofico-artisti-
che, ma conseguenza di una visione diretta. Non dico ci che penso... ma ci che vedo.
Un personaggio dei fumetti non forse vivo? Ha una sua storia, un suo carattere, un
percorso evolutivo. Egli incide sulla coscienza di tutti coloro che leggono le sue storie.
E non forse semplice distinguere la qualit vibratoria di un fumetto pornografico da
quella di Dampyr della Sergio Bonelli? Ricordiamoci che i fumetti, i cartoni animati
o un sito internet non sono creazioni dellartista, ma esseri che hanno usato la sua
attitudine intuitiva per entrare in manifestazione; lo hanno usato come ponte. Idee
precipitate. Non succede che il fumettista influenzi una o pi generazioni attraverso
un suo personaggio, ma che un personaggio precipiti sulla Terra allo scopo di lanciare
un messaggio a una o pi generazioni attraverso il suo artista.

Aki Ross, protagonista di Final fantasy di Hironobu Sakaguchi, non forse scesa da
un piano pi sottile per vivere nella materia? E Promethea di Alan Moore? Lo stesso
dicasi per ogni opera di ogni campo: sono anime che, quando giunge il loro tempo,
assumono una forma pi grossolana ed entrano in incarnazione per uno scopo. Non
ci ha forse insegnato proprio questo Pirandello rappresentando i suoi 6 personaggi in
cerca dautore?
La piramide di Cheope non una coscienza venuta a esprimere una qualit, esattamen-
te come tutti noi? Qualcuno nutre ancora dei dubbi sul fatto che il Discobolo, quando
il suo corpo attuale si disintegrer, prender un corpo umano per continuare la sua
evoluzione iniziata migliaia di anni fa?
Tutte le statue... tutte le opere un giorno parleranno, esattamente come parliamo noi.

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Cos la comunicazione

facilmente osservabile che ogni essere umano cos come ogni animale, pianta
od oggetto emette intorno a s delle vibrazioni che formano il suo campo ener-
getico. La frequenza di ogni campo energetico assume un valore che unico in tutto
luniverso; ossia ogni uomo possiede una sua frequenza vibratoria differente da quel-
la di ogni altro uomo. Questo valore rappresenta numericamente la qualit unica di
quellessere, la qualit che egli venuto a esprimere nella materia; in altre parole, il
significato stesso della sua esistenza.

La vibrazione che emettiamo ci distingue da ogni altro essere e costituisce una sintesi
di tutto ci che noi siamo: lapertura di coscienza, il grado evolutivo, la capacit di es-
sere creativi, la qualit delle nostre emozioni, la forza di volont, la passione sessuale,
lattitudine a influenzare chi ci sta intorno... e molto altro ancora. Fin qui non si sta
affermando nulla di trascendente, capita infatti di sovente, in particolare a chi pi
sensibile, di avvicinare una persona e sentire immediatamente la qualit delle vibra-
zioni che emana intorno a s. Pur non avendo una conoscenza approfondita di quella
persona si pu sentire la sua inclinazione a ingannare piuttosto che ad aiutare, oppure
lattitudine a dare ordini piuttosto che a prenderli, la capacit di provare compassione
o la tendenza allindifferenza, la freddezza o una passionalit fuori dal controllo... e
cos via. E poi sufficiente chiedere a un artista che si esibisce su un palco cosa sono le
vibrazioni del pubblico, per ricevere una risposta sicuramente genuina, perch ba-
sata sullesperienza personale, anche se non scientifica.

La comunicazione una trasmissione di energia che avviene fra due o pi soggetti,


nella quale tutti svolgono il ruolo di emittenti e riceventi. Tale condivisione si veri-
fica attraverso i campi vibratori che circondano ognuno di noi; il che significa che
stiamo parlando dun fenomeno energetico inconscio che sfugge al nostro controllo.
Le parole, i gesti e gli odori che di norma percepiamo nel corso della comunicazione
rappresentano unicamente le forme esteriori e tangibili del processo comunicativo, il
suo involucro esterno, ma non la comunicazione stessa, la quale avviene sempre a un
livello vibratorio sottile e inconscio.

Dal momento che lenergia che noi emaniamo nellambiente per tramite del nostro
campo vibratorio esprime semplicemente ci che noi siamo il nostro significato ne

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deriva che in ogni istante della nostra vita comunichiamo inconsciamente allambien-
te circostante ci che siamo. Noi, volenti o nolenti, comunichiamo noi stessi agli altri
per il fatto stesso che esistiamo. Noi stessi linformazione che immettiamo nellam-
biente indipendentemente dalla nostra volont. Le parole che diciamo, le espressioni
e le posture che assumiamo, i gesti che facciamo, lo stile con cui ci vestiamo, larte o
il lavoro che produciamo non fanno altro che esprimere in maniera pi grossolana, e
quindi tangibile ai sensi, la nostra sottile vibrazione personale.
Quando le parole giungono alle orecchie del nostro interlocutore, in realt c gi stato
un precedente grado di comunicazione costituito da tono della voce, gesti, espressioni
e odori che hanno colpito chi ci sta di fronte su un piano quasi inconscio. Ma la comu-
nicazione in realt gi avvenuta quando su un piano ancora pi sottile le nostre
vibrazioni hanno gi detto allanima di chi ci sta di fronte chi siamo.

Lincontro fra due esseri sempre un incontro di sensazioni inconsce, di vibrazio-


ni sottili; ci che ne risulta sul piano pi grossolano, visibile ai sensi, pu essere un
amore, cos come unamicizia, una collaborazione, una truffa, una notte di sesso, una
prevaricazione, un litigio...

Pertanto noi non possiamo controllare coscientemente la comunicazione nella sua


fase pi profonda, la quale avviene per il fatto stesso che esistiamo; ma possiamo
controllare linformazione, cio la qualit vibratoria che comunichiamo, il significato
profondo di ci che emaniamo. In una parola: chi siamo.

Se tutto ci che possiamo comunicare al mondo siamo noi stessi, questo implica che,
se vogliamo gestire linformazione che diamo al mondo, dobbiamo imparare a gestire
noi stessi, la nostra qualit vibratoria, e saremo cos capaci di gestire la qualit di ci
che creiamo e seminiamo intorno a noi.

Preciso che non si sta qui trattando di sterile teoria, ma di esperienza acquisita sul
campo da chi si dato la pena di verificare nella pratica di tutti i giorni queste ipotesi.
Lunico campo su cui luomo ha la capacit di sperimentare il suo stesso essere: com-
piendo un lavoro su se stesso gli possibile elevare il suo stato di coscienza, cambiare
la sua qualit vibratoria e divenire un canale sempre pi perfetto del Bello, del Vero e
dellAmore per le cose.
Linformazione che passa attraverso di noi che noi stessi siamo e che perci trasmet-
tiamo allesterno pu possedere una frequenza vibratoria molto bassa e questo
implica banalit, massificazione, pensiero omologato e poco lucido, emozioni volgari,
sessualit inquinata, ecc. oppure una frequenza decisamente pi veloce e questo
significa creativit, originalit, ironia sottile, attitudine a lavorare in gruppo, emozio-
ni elevate, sesso tantrico, ecc.

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Comunicazione nellarte

I mmaginiamo che un artista dipinga I girasoli di Van Gogh facendone una copia as-
solutamente identica in ogni pi piccolo particolare, oppure immaginiamo che un
fotografo scatti una foto identica a una scattata da Richard Avedon. Dov la differen-
za fra le opere originali e le copie? Ovviamente nella qualit, nel significato, nella ve-
locit della vibrazione energetica. La differenza appartiene al mondo dellinvisibilit.
Il quadro o la foto sono espressioni materiali della qualit interiore degli artisti che li
hanno prodotti e della loro capacit di accedere a piani di esistenza superiori.

Ma facciamo ancora un passo avanti in questa nuova dimensione di pensiero e ve-


diamo come stanno veramente le cose: a guardar bene, le opere darte non vengono
realmente prodotte dallartista, esse sono intuizioni che esistono in una dimensione
animica sottile. Qui vivono come pura vibrazione, come qualit, in uno stato ancora
privo di ogni forma, e vengono attratte nella materia da quellartista la cui vibrazione
personale entra in risonanza con una di esse.

Il vero artista non inventa mai nulla, ma si predispone energeticamente a ricevere qual-
cosa da un piano pi elevato per dargli poi una forma materiale; lelevatezza di ci che
riuscir a catturare proporzionata allelevatezza della sua stessa qualit vibratoria.
Lartista un ponte fra il cielo e la terra e la natura delle informazioni che attraversano
questo ponte proporzionata alla qualit pi o meno elevata del ponte stesso.

Luomo ottuso che scatta la stessa foto di Richard Avedon non avr colto dal piano
animico la stessa intuizione che era stato capace di cogliere Avedon e scatter dun-
que una foto ottusa, sebbene esteriormente identica allaltra. Linformazione sottile
contenuta in quella foto sar di una vibrazione molto pi lenta rispetto alloriginale
e allinconscio del pubblico arriver allora unenergia diversa, pi scadente, meno nu-
triente. Forse nessuno tra i fruitori dellopera si accorger della differenza, ma resta
il fatto che le loro coscienze si nutriranno inconsciamente di una vibrazione lenta, la
quale, al contrario delle vibrazioni emesse dalle opere originali, abbasser la loro per-
sonale frequenza energetica anzich elevarla. Allo stesso modo un politico che ripete
le parole di Gandhi o di Ges non sta certo diffondendo nellambiente la loro mede-
sima vibrazione, ma solo la vibrazione di cui lui capace, la quale causer un effetto
vibratorio diverso sulle coscienze di chi ascolta.

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Responsabilit
del comunicatore

D a quanto detto prende origine il discorso sulla responsabilit cui chiamato chi
si occupa della comunicazione uno-molti. Il politico, il sacerdote, lo scienziato,
luomo di spettacolo, lartista e il progettista di siti web hanno infatti tutti lopportu-
nit di emanare la propria vibrazione verso migliaia o addirittura milioni di persone.
Perch largomento responsabilit possa venire compreso al meglio dobbligo accen-
nare allo scopo dellincarnazione umana sul pianeta Terra. Nel fare ci non attinger
certo al pensiero di illustri esperti, n tantomeno mi atterr a una mia personale e
sonnolenta teoria, ma esporr ci che pu esser veduto da chiunque si prenda il di-
sturbo di lavorare con tenacia su di s al fine di aprire la propria coscienza alla dimen-
sione del reale... fuori dalla matrice (la matrix) dellillusione comune.

Lo scopo delluomo e di tutto ci che esiste evolvere. Evolvere significa, tra le altre cose,
vibrare con una frequenza sempre pi veloce ed essere costituiti di materia sempre pi
sottile, sempre meno densa. Una pietra possiede una frequenza vibratoria pi lenta dun
rettile, il quale ha una frequenza pi lenta di una scimmia, la quale ha una frequenza pi
lenta dun uomo. Anche allinterno della specie umana ognuno si trova a un livello evolu-
tivo diverso e vibra a una differente velocit. Il ghiaccio si trasforma in acqua e questa in
vapore; passando da uno stato allaltro gli atomi vibrano sempre pi velocemente.

I pensieri pi sottili con unelevata frequenza vibratoria sono quelli pi creativi,


originali e astratti, mentre i pensieri pi densi con una frequenza pi lenta sono
quelli pi scontati, rigidi, volgari, massificati. A tutti sar successo di avvertire la pe-
santezza di certi pensieri, la loro lentezza vibratoria. Allo stesso modo non raro
cogliere la leggerezza e la velocit di alcune intuizioni artistiche, la loro capacit di
elevare il pubblico.

Levoluzione degli esseri viventi avviene di norma indipendentemente dalla loro vo-
lont cosciente; essi progrediscono per il solo fatto di esistere e di dover superare tutti
i giorni degli ostacoli, come alcuni pesci che nel corso di milioni di anni sono diventati
anfibi. Ma mentre le altre specie non hanno scelta, un uomo a un certo punto della
sua vita pu decidere di contribuire attivamente alla sua evoluzione e a quella della
Terra lavorando su se stesso al fine di accelerare coscientemente il proprio progresso.

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Luomo ordinario pu infatti trasformarsi in qualcosa di superiore: un Uomo Nuovo


(Neo) in possesso di qualit intellettuali e artistiche eccezionali.

Egli ha per di fronte a s due vie: attardarsi scegliendo di essere trasformato dal len-
to corso dellevoluzione lungo milioni di anni, oppure affrettarsi decidendo di iniziare
a lavorare coscientemente tutti i giorni in questa direzione. Ogni uomo che possa
dirsi tale non qui per farsi i fatti suoi, bens per due scopi precisi: lavorare alla sua
personale evoluzione e contribuire allevoluzione dellorganismo pi grande di cui fa
parte la Terra. Due scopi che sono due facce della stessa medaglia.

Lindividuo che vive per farsi i fatti suoi, aspettando di morire un giorno di qualche
tumore, in fondo solo un maiale da allevamento. Chi vuole evolvere deve mirare con
le sue opere a innalzare la sua qualit e quella di coloro con cui entra in contatto e lo
pu fare solo nella misura in cui le sue attivit quotidiane cominciano a essere intrise
della Bellezza proveniente da una dimensione superiore, la dimensione dellanima
dove risiedono le intuizioni pi elevate.

La parte pi evoluta delluomo lanima che egli si porta dentro. Qui dimorano la
genialit e la creativit. Pertanto egli evolve nella misura in cui riesce a far slittare la
propria coscienza dalla personalit (mente, emozioni e corpo) allanima. Levoluzione
delluomo consiste nella sua sempre pi sviluppata capacit di aprirsi alle sottili intu-
izioni provenienti dallanima. Sta a noi decidere quanto in alto ci vogliamo spingere
per afferrare intuizioni e qualit sempre pi sottili.

Ma allora quale il fine della comunicazione e come si pu inquadrare il concetto di re-


sponsabilit nella comunicazione attraverso le opere artistiche? La mia conclusione,
risultante da una visione diretta della realt e non da uno sterile pensiero filosofico,
afferma che in un contesto evolutivo lunico nel quale lecito muoversi lo scopo
della comunicazione trasmettere informazioni provenienti dal piano animico utili
a favorire lapertura della coscienza degli uomini verso una nuova dimensione della
realt. In altre parole: lo scopo dellartista emanare attraverso le proprie opere delle
vibrazioni che innalzino quelle degli altri uomini avvicinandoli un po di pi alla loro
anima e alle capacit creative che risiedono in essa.

Lassunzione di responsabilit cui chiamato chi ha lopportunit di comunicare a mol-


ti concerne il compiere una scelta di fondo prima di dare inizio a un qualsiasi lavoro:
Voglio lavorare unicamente per la mia soddisfazione personale e per il mio successo o
voglio lavorare per innalzare la coscienza dellumanit verso un altro piano portando la
Bellezza in tutto ci che faccio?. Chi comunica a molti, che ne sia cosciente o meno,
continuamente chiamato a compiere questa scelta prima di iniziare una qualunque ope-
ra di creazione, sia essa un quadro, il progetto di unauto o larchitettura dun edificio.

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Elevare le coscienze

I l Bello possiede una reale capacit di trasformare la societ. Lartista che si appresta
a dare una forma a una sua intuizione deve avere ben chiara in mente lintenzione
di portare qualcosa di Bello nella materia affinch tutti possano fruirne e in tal modo
nutrirsi di vibrazioni elevate. Egli deve comprendere che tale Bellezza contribuir a
innalzare il livello di coscienza dellutente, il quale a sua volta diverr sempre pi
sensibile a nuova Bellezza e sempre pi vicino alle intuizioni della propria anima.
Nutrendosi del Bello egli stesso comincer a produrre cose pi Belle nella sua attivit
quotidiana innescando una spirale ascendente.

La Bellezza spesso non cos evidente. Essa pu non essere afferrata dalla mente con-
scia dello spettatore e talora passare inosservata, tuttavia lascia sempre unimpronta
dentro di lui, ed egli, per quanto non se ne renda conto, dopo essere stato esposto alla
Bellezza sar un uomo un po cambiato rispetto a prima. Questo ci che accade allo
spettatore dun film o al pubblico duna mostra.

Diceva Winston Churchill che noi, progettandoli, diamo forma ai nostri edifici, ma in
seguito sono essi a modellare noi. In effetti la loro architettura influenza inconscia-
mente, giorno per giorno, sia chi vi abita sia chi cammina per la strada e ne circon-
dato. Ognuno di noi pu percepire quale differente impatto generi sulla sua anima
abitare in un normale quartiere composto di parallelepipedi di cemento, piuttosto che
il vivere fra edifici progettati dal catalano Antoni Gaud.

cosa nota: c chi nasce gi artista ed per sua natura pi vicino alla dimensione
dellanima piuttosto che a quella della personalit. Ricordiamo per che ogni uomo si
incarnato per compiere un percorso evolutivo; sia il celebre pittore che loperaio di
linea vivono per aprire sempre di pi la loro coscienza.

Ognuno di noi arriva nella materia con un certo numero di talenti (come dice la nota
parabola del Vangelo) ed qui per moltiplicarli, per affinare le sue qualit e per acqui-
sirne di nuove, per diventare un po pi artista rispetto a quando arrivato.
Qualunque sia il grado da cui partiamo, possiamo scegliere in qualsiasi momento di pren-
dere in mano la nostra crescita iniziando a lavorare attivamente su noi stessi per miglio-
rarci e divenire in tal modo canali sempre pi perfetti del Vero, dellAmore e del Bello.

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Indipendentemente dal livello da cui iniziamo il nostro cammino, tutti possiamo


svolgere egregiamente i compiti per cui siamo venuti: lavorare per la nostra crescita
interiore e al contempo lavorare per levoluzione planetaria.

Salvatore Brizzi
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