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PLANETARI
di Mary Olmeda
1- MODELLO TAZZA
10 pianeti sono racchiusi in una metà del grafico, non importa da che parte; non
devono superare i 190°. Ci può essere o non essere un’opposizione fra i pianeti ai
bordi, detta “opposizione di bordo”. Se l’opposizione c’è, occorre verificare se
appartiene alla croce cardinale, fissa o mobile. Quando manca l’opposizione la tazza
resta aperta e può occupare dai 130° ai 190° al massimo. Se l’eccedenza è maggiore,
avremo un Secchio senza manico, se minore avremo il Cuneo.
La Tazza è bipolare in quanto un’area è totalmente libera e l’altra occupata, creando
idealmente un’opposizione di spazio.
Occorre fare una distinzione fra il modello normale, che può riempire anche in modo
trasversale una metà dello zodiaco, e la “Tazza Emisferica”, che si verifica quando
tutti i 180° occupati sono disposti in una metà esatta dell’orizzonte o del meridiano:
sotto-sopra l’orizzonte, oppure a Est-Ovest.
Il pianeta che apre il modello è il Pianeta Guida e la casa e il segno che occupa
diventano il “Punto Focale”. Se al suo interno si verifica la Croce a T, definiamo il
pianeta all’apice della croce come il “pianeta focale”.
Nel modello Tazza, la coscienza e l’attenzione della persona si sviluppano nel
settore occupato, mentre la parte che vi si oppone necessita di integrazione.
Aumenta la simbologia della tazza; anch’esso può essere con opposizione di bordo o
senza. Stesse regole per il Pianeta Guida e per il Punto Focale. Se abbiamo la Croce
a T, diventa Pianeta Focale quello all’apice della Croce (come nella tazza).
L’area occupata dai pianeti deve superare i 190° ed essere inferiore a 220° perché
un’estensione dai 230° ai 250° indica il modello Locomotiva.
L’interpretazione e la parola chiave sono orientativamente le stesse della tazza,
tenendo presente la maggiore estensione che permette di far meno fatica per
raggiungere lo spazio vuoto, avendo maggiori risorse di contenimento
9 pianeti sono collocati in circa 180° (massimo 190° e minimo 140°) ed un pianeta
solitario dalla parte opposta forma il manico del Secchio, ed è il Pianeta Focale.
Talvolta troveremo che il manico non è ben centrato e che nessun pianeta gli si
oppone (è importante che il manico non formi congiunzione ad uno dei pianeti ai
margini, con estensione inferiore a 10°, perché in quel caso il Secchio non ha
manico). Una o più opposizioni centrali al manico consentono al Pianeta Focale di
entrare in diretto contatto, a livello costante, con il pianeta opposto, così che le
energie proposte dai pianeti in opposizione forniscono le motivazioni profonde
all’azione, seppure creando un certo conflitto di interessi che dovrà essere valutato
in base ai pianeti coinvolti. Il pianeta che si oppone al manico funge da mediatore
con gli altri pianeti all’interno del Secchio, che potranno contribuire o meno alla sua
sfida.
Quando invece non c’è opposizione e il manico è ben centrato, l’azione di traino può
dimostrarsi anche molto dura e pragmatica, al fine di realizzare senza mezzi termini
lo scopo indicato dal pianeta e dalla casa coinvolta. Controllare se il manico “tira”
verso Est o verso Ovest, trasportando così le energie ad uso personale o ad uso
collettivo.
Occorre controllare anche che all’interno dello spazio di contenimento non ci siano
zone vuote troppo ampie (70°) perché questo in certi casi può orientare verso il
Treppiede.
3) CLESSIDRA O ALTALENA
Qui i pianeti sono raggruppati in due settori separati, più o meno in opposizione fra
loro, in due diversi emisferi del cerchio. Ci devono essere delle opposizioni, meglio
se sono tre: due s’incrociano formando i confini del modello; infatti sono i pianeti
che restano fuori dai confini ad essere i “pianeti focali”. Senza opposizioni, non c’è
Clessidra.
Fra i due gruppi in opposizione si deve presentare una fascia vuota (bilaterale) di
almeno 60° per parte. Una delle due parti in opposizione può essere occupata anche
solo da due pianeti. Certo è che la parte più ampia avrà una maggiore incidenza nella
vita della persona, in quanto lascerà meno spazio alla parte più piccola.
I Pianeti Focali rappresentano i doni, i talenti dati alla persona per consentirle di
trovare il giusto equilibrio fra le energie in opposizione.
In questo modello sono importanti i quinconce: stanno ad indicare i settori in cui la
persona si adatterà maggiormente all’ambiente, se pur a svantaggio delle proprie
esigenze personali, superando la sfida indicata dall’aspetto e facendo uso della
capacità insita nella Clessidra di valutare “l’altra faccia della medaglia”. La persona
Clessidra ama sanare i conflitti interiori ed esteriori, ama mediare per trovare un
punto d’incontro.
L’indicazione di ciò che la persona cercherà di equilibrare e di mediare sta nei segni
e case che ricevono l’impulso dal centro dell’incrocio: lo si può vedere tracciando
una linea ideale che attraversi il punto mediano dell’incrocio.
4- VENTAGLIO
5- MODELLO CUNEO
Nel Cuneo 10 pianeti sono raggruppati in una stretta area di 120°, al massimo 130°.
Il rimanente spazio del cerchio resta vuoto. Il modello migliore di questa categoria è
quello che possiede il trigono di bordo ed un pianeta al centro dei 120°,
possibilmente in perfetto sestile con i pianeti ai margini.
La persona che porta questo modello crea un suo mondo personale, in cui si esprime
con efficacia ed una certa presunzione. L’approccio all’esistenza risente della
necessità di focalizzare tutte le esperienze in modo unilaterale. Il modello non indica
una visione limitata dello spazio d’azione, bensì una forte valutazione della propria
modalità esistenziale, da offrire al mondo esterno come esempio di autorità ed
autonomia.
Se c’è una buona domificazione, è bene puntare una freccia verso il lato opposto del
punto medio sestile, in quanto la persona punterà a quel luogo (casa) per esprimere
al meglio il proprio fascino.
6- MODELLO LOCOMOTIVA
7- MODELLO TREPPIEDE
In questo modello troviamo i pianeti intorno a tre centri che devono trovarsi
approssimativamente a distanza di 120° fra loro, formando tre mazzetti separati. Se
uno dei tre mazzetti contiene un solo pianeta, esso diventa il Pianeta Focale, che
funge da “briglia”, indicando il tipo di genialità di cui dispone l’individuo. Il
pianeta, così piazzato, dirige tutti gli altri e ne assume il controllo.
Ovviamente anche qui avremo la base del Grande Trigono.
Le note sopra esposte sono il minimo che si deve conoscere per riuscire a definire un
modello, ma l’esperienza in seguito aiuta a comprendere molto di più. Infatti la
psicologia del titolare di ogni modello non può essere definita soltanto dalla forma,
ma confermata e mediata con tutte le altre possibilità interpretative. Il modello offre
soltanto una prima impressione da non sottovalutare.