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0523-9478
Bollettino
di Giorgio Sacchetti
1) Il contesto
1907; quando il venticinquenne Borghi Armando da Castelbolognese diventa segretario del sindacato edili per la provincia di
Bologna (iniziando cos una "carriera" che lo porter alla testa di
una delle massime centrali sindacaliste rivoluzionarie d'Europa)
ha gi sulle sue spalle una esperienza umanamente e politicamente ricca: conosce il carcere, oratore ai comizi, partecipa alle
manifestazioni di piazza, pubblica un opuscolo di propaganda,
dirige "L'Aurora", settimanale anarchico stampato a Ravenna ma
di diffusione nazionale.
Era quello un ambiente - scrive Borghi 0) - in cui occorreva filare diritto.
Le province di Ravenna e di Forl, a cui 'L'Aurora' era pi specialmente
destinata, avevano raggiunto un livello abbastanza elevato di cultura
politica. La 'Libert' dei repubblicani era diretta da Umberto Serpieri, e la
'Romagna Socialista' da Vincenzo Vacirca ... Le riunioni, le conferenze, i
contraddittorii, erano all'ordine del giorno.. Si beveva, ma senza eccessi. Si
discuteva, si declamavano poesie, si discutevano la propriet, il comunismo,
il parlamentarismo, l'individualismo, il partito, l'antipartito.
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il movimento, dato il persistente dibattersi tra "socialiasmo libertario" e "individualismo amorfo", ormai non produce pi n uomini, n idee. Conseguentemente, continua l'intervistato,
gli organizzatori non riescono a trovare una forma d'organizzazione compatibile coi loro principi. Gli individualisti, i quali si mantengono contrari ad
ogni organizzazione, non trovano modo di agire.
al diffuso stato d'animo di certi strati sociali che nella societ giolittiana non
trovano una collocazione che riesca ad appagare le loro aspirazioni... E' un
ideale indubbiamente comune sia a quel manipolo che coprendosi della
bandiera dell'anarchismo si richiamava al superuomo di Nietzsche, ritenendo di Stirner soltanto le considerazioni filosofiche sull'egoismo e sull'unione degli egoisti; sia a coloro che parlavano del mito dell'Eroe e della
missione dell'Italia nel mondo, i nazionalisti; sia ai sindacalisti soreliani,
cio ai teorici del mito della violenza liberatrice ...
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terne vicende personali, continuer la propria attivit con coerenza antimilitarista e antifascista, nella redazione di giornali anarchici, fondando la Gasa Editrice Sociale a Milano che sforna decine
e decine di titoli fra cui l'opera omnia di Nietzsche (11 volumi), e
libri di Kropotkin, Malatesta, ecc.; un vero punto di riferimento per
tutta la cultura italiana che Mussolini fece chiudere nel 1923.
Secondo Cerrito ( ) invece Leda Rafanelli e Giuseppe Monanni,
con il loro estetismo rivoluzionario, "fecero al movimento anarchico italiano pi danno di un Nicotera e di un Crispi". In realt il
movimento, come gi abbiamo sottolineato, vive una sua fase
particolarmente complessa alla fine della quale si delineeranno e
si preciseranno meglio le opzioni sindacalista e comunista. "La
Protesta Umana" (Milano, 1906-1909) ben rappresenta questa
situazione confusionaria ma, a nostro modo di vedere, anche
estremamente ricca.
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2) Borghi "centrista"
Quando Borghi prende in mano "L'Aurora" di Ravenna raccoglie in toto l'eredit di Domenico Zavattero, di sette anni pi
anziano di lui. Zavattero indubbiamente il capofila, in Italia,
della polemica condotta dai comunisti antiorganizzatori contro le
"degenerazioni dell'individualismo", ma anche contro "l'organizzazione degli anarchici in partito" ( ). In questa posizione si
riconosce pienamente l'anarchico di Castelbolognese (e vi si riconoscer anche molto, ma molto pi tardi). Provane sono gli articoli
su "L'Aurora" in parte raccolti in un volumetto ( ) a cui abbiamo
gi accennato. In esso Borghi dichiara "io non sono organizzatore"
e comunque reputa storicamente necessaria, ma anche superata,
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A coloro che definisce chiaramente i "malatestiani" egli rimprovera "fanatismo organizzatore" tanto da perdere "il senso della
portata rivoluzionaria dell'anarchismo e della funzione sua nell'attuale lotta sociale" ( ). Insomma fra le due esagerazioni individualista ed organizzatrice, la giusta via l'equilibrio centrista
perch "il solismo dei pigri... l'organizzazione degli autoritari"
( ). Da sottolineare comunque il fatto che Borghi se la prende con
i malatestiani e non con Malatesta per il quale ha rispetto e
soggezione.
In vista del primo Congresso Anarchico Italiano (Roma 1907)
Armando Borghi prepara la relazione su Gli anarchici di fronte
all'individualismo. Questa in realt sostanzialmente identica
alla seconda parte dell'opuscolo di cui abbiamo parlato; manca in
essa comunque la parte pi antimalatestiana concentrandosi
esclusivamente sulla questione dell'individualismo. La relazione
pubblicata su "Il Pensiero", rivista di tendenza comunista organizzatrice, redattori Pietro Gori e Luigi Fabbri ( ).
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) Ivi, pp.32-33.
) Ivi, pp.38-39
) Ivi, p.56.
) "Il Pensiero", Roma, a. V, n 12 del 16 giugno 1907.
e
( ) Ibidem.
( ) Ibidem.
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dimentica un po' l'esistenza pur minoritaria di quell'anarco-individualismo (filone Monanni) che amoralista non fu e che invece
resse alle prove decisive dell'interventismo e del fascismo.
3) II primo congresso
L'idea di un primo congresso anarchico italiano matura allorch
cominciano ad aver presa le rielaborazioni fatte dal Malatesta gi
nel 1897 e portate avanti da Fabbri negli anni seguenti sul valore
non contingente dell'organizzazione anarchica, che non un male
minore, ma una prefigurazione della societ post-rivoluzionaria
da proporre ai lavoratori. L'occasione per un congresso nazionale
data dall'imminenza di uno internazionale ad Amsterdam per
l'agosto 1907. Questo era stato convocato, con apposita circolare,
dalla Federazione dei Comunisti Libertari in Olanda, Federazione
dei Comunisti Libertari in Belgio, Federazione anarchica in Germania, Federazione anarchica in Boemia e Federazione degli
anarchici di lingua ebrea a Londra; al punto 3 del copioso o.d.g.
troviamo: Anarchismo e organizzazione ( ). E' l'occasione, secondo
quanto auspica Luigi Fabbri, per
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C ) Ivi, n 14 cit.
( ) M. Antomoli (a cura di), Dibattito sul Sindacalismo. Atti del Congresso
Internazionale Anarchico di Amsterdam (1907); C.P. editrice, Firenze 1978.
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