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Nucleo[modifica 

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Nacque da E. Suess l'idea dell'esistenza di un "nucleo" centrale molto pesante, detto anche Barisfera, formato
da ferro e nichel (denominato NiFe), attorniato da una zona di transizione e da uno spesso involucro solido di
composizione media basaltica, ricco in ferro e magnesio, racchiuso dalle rocce più superficiali e leggere ricche
di silicio e alluminio (SiAl). Questa struttura sembrava accordarsi con la teoria della differenza
per gravità durante il consolidamento del pianeta e con la composizione rilevata per molti meteoriti. Il nucleo
trova inoltre la sua formazione grazie all'accumulo di detriti delle masse rocciose in movimento durante il
manifestarsi dei fenomeni sismici.
La densità media della Terra è di 5.515 kg/m3. Poiché la densità media del materiale di superficie è solo di circa
3.000 kg/m3, dobbiamo concludere che dentro il nucleo della Terra si trovino materiali più densi. Ulteriori
evidenze riguardo a un nucleo ad alta densità vengono dallo studio della sismologia.
Le misurazioni sismiche mostrano che il nucleo diviso in due parti, un nucleo interno solido con un raggio di
~1220 km e un nucleo esterno liquido che si estende oltre di esso fino a un raggio di ~3400 km. Il nucleo interno
fu scoperto nel 1936 da Inge Lehmann e si ritiene sia composto principalmente di ferro e in misura minore
di nichel.
Nei primi stadi della formazione della Terra, circa 4,5 miliardi di anni fa, la fusione dei materiali avrebbe fatto sì
che le sostanze più dense e più pesanti andassero a fondo verso il centro della Terra, in un processo
chiamato differenziazione planetaria (vedi anche la catastrofe del ferro), mentre i materiali meno densi
sarebbero migrati verso l'alto formando la crosta. Si ritiene dunque che il nucleo sia composto in massima parte
di ferro (80%) oltre a nichel e a pochi elementi leggeri, mentre altri elementi più densi, come piombo e uranio, o
sono troppo rari per essere significativi o tendono a legarsi a elementi più leggeri e in questo modo rimanere
nella crosta (vedi materiali felsici). È stato anche ipotizzato che il nucleo interno possa essere nella forma di un
singolo cristallo di ferro.[2][3]
Il nucleo liquido esterno circonda il nucleo interno e si crede sia composto di ferro misto a nichel e tracce di
quantità di elementi più leggeri. Recenti speculazioni suggeriscono che la parte più interna del nucleo sia
arricchita in oro, platino e altri elementi affini al ferro (siderofili).[4]
La materia di cui la Terra è composta è connessa in modo fondamentale alla condrite di alcune meteoriti, e alla
materia della porzione più esterna del Sole[5][6]. A partire dal 1940, alcuni scienziati, incluso Francis Birch,
svilupparono la geofisica partendo dalla premessa che la Terra è simile alle ordinarie condriti, il tipo più comune
di meteorite osservata nell'impatto con la Terra, ignorando totalmente un'altra categoria, meno abbondante,
chiamata condrite di enstatite. La principale differenza fra i due tipi di meteoriti è che la condrite di enstatite si
formò in circostanze in cui l'ossigeno disponibile era estremamente limitato, facendo sì che certi elementi
normalmente ossigenofili si trovino parzialmente o interamente nelle leghe metalliche del nucleo terrestre.
La teoria della dinamo suggerisce che la convezione nel nucleo esterno, combinata con l'effetto di Coriolis,
produca il campo magnetico della Terra. Il nucleo solido interno è troppo caldo (vedi temperatura di Curie) per
mantenere un campo magnetico permanente, ma probabilmente agisce in modo da stabilizzare il campo
magnetico generato dal nucleo esterno liquido.
Misurazioni recenti hanno suggerito che il nucleo interno della Terra possa ruotare un po' più velocemente del
resto del pianeta.[7] Nell'agosto del 2005 un gruppo di geofisici annunciarono su Science che, secondo le loro
stime, il nucleo interno della Terra ruota approssimativamente da 0,3 a 0,5 gradi ogni anno rispetto alla
rotazione della superficie.[8][9]
L'attuale spiegazione scientifica per il gradiente della temperatura terrestre è una combinazione del calore
residuo della formazione iniziale del pianeta, il decadimento degli elementi radioattivi e il raffreddamento del
nucleo interno.

Mantello
Il mantello terrestre si estende fino a una profondità di 2890 km, facendo di esso lo strato più spesso della Terra.
La pressione, alla base del mantello, è di ~140 GPa (1,4 Matm).
Il mantello è composto di rocce di silicati che sono più ricche in ferro e magnesio rispetto alla sovrastante crosta.
Sebbene solido, le alte temperature del mantello fanno sì che i silicati siano sufficientemente duttili, cosicché
esso può scorrere in archi di tempo molto lunghi. La convezione del mantello si manifesta alla superficie
attraverso i movimenti delle placche tettoniche.
Il punto di fusione e la viscosità di una sostanza dipende dalla pressione a cui viene sottoposta. Poiché la
pressione nel mantello incrementa al crescere della profondità, la parte inferiore del mantello scorre meno
facilmente di quanto faccia la superiore (possono essere importanti anche i mutamenti chimici all'interno del
mantello). La viscosità del mantello si estende tra 1021 e 1024 Pa·s, in funzione della profondità.[10] Per confronto,
la viscosità dell'acqua è approssimativamente 10−3 Pa·s e quella della pece è 107 Pa·s.
Crosta
La crosta si estende da 5 a 70 km in profondità ed è lo strato più esterno. Le parti più sottili sono formate
dalla crosta oceanica composta di densa roccia mafica a base di silicati di alluminio. La crosta continentale è più
spessa, meno densa ed è composta di rocce felsiche contenenti silicati di sodio, potassio, e alluminio, come
il granito.
Al confine crosta-mantello succedono due eventi fisicamente differenti. Primo, c'è una discontinuità nella velocità
di propagazione delle onde sismiche, nota come discontinuità di Mohorovičić o Moho. La causa della Moho si
pensa sia dovuta a un cambiamento nella composizione nella roccia, con rocce contenenti feldspato
plagioclasio (sopra) a rocce che non contengono feldspati (sotto). Secondo, c'è una
discontinuità chimica fra ultramafici accumulati e harzburgiti tettonizzate, che sono state osservate nelle parti
profonde della crosta oceanica e che sono stati obdotti nella crosta continentale e conservati come sequenze di
ofioliti.
Molte delle rocce adesso reintegrano la crosta terrestre formatasi meno di 100 milioni di anni fa; i più vecchi
granuli di minerali conosciuti risalgono a 4,4 miliardi di anni, indicanti che la Terra ha avuto una crosta solida per
almeno questo grande lasso di tempo.[11]

La Terra non ha una struttura omogenea: la densità della crosta terrestre è di circa 2,7-2,8 g/cm3 e quella media
del pianeta è di 5,52 g/cm3: dunque l'interno della Terra deve avere una densità ben maggiore dell'involucro
esterno. La struttura interna della Terra, simile ad altri pianeti terrestri, ha una disposizione a strati che possono
essere definiti sia da proprietà chimiche, sia reologiche. La Terra ha una crosta esterna solida di silicati,
un mantello estremamente viscoso, un nucleo esterno liquido che è molto meno viscoso del mantello, e
un nucleo solido. La comprensione scientifica della struttura interna della Terra è basata sulle estrapolazioni di
evidenza fisica scaturita dai primi pochi chilometri della superficie terrestre, dai campioni portati alla superficie
dalle più remote profondità tramite l'attività vulcanica e dalle analisi delle onde sismiche che l'hanno attraversata.

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