Sei sulla pagina 1di 29

FILOLOGIA GERMANICA MAGISTRALE

Filologia da Filos-Logos = Amore per la Parola. Una parola è qualcosa di sempre contestualizzato nel tempo
e nello spazio. In se’ filologia non significa niente. Per capire la filologia dobbiamo collocarla nel tempo e
nello spazio in cui questo termine è stato coniato. Dobbiamo tornare indietro ai poemi omerici, che
all’epoca circolavano in versioni molto diverse tra loro. La filologia è il lavoro di STUDIO E RICOSTRUZIONE
DELLA VOLONTÁ AUTORIALE.

Ciò che distingue l’artigianale dall’industriale è la sua unicità. La produzione dei libri, per moltissimo tempo,
è stata artigianale, specialmente in epoca medievale. All’epoca, ad occuparsi della produzione e
conservazione del materiale libraio era soprattutto la chiesa. Con la caduta dell’IROC e con la caduta
dell’istituzione statale romana, la chiesa rimase unica garante di alfabetizzazione. Ogni abbazia avea una
biblioteca, era un dogma fondamentale. Il cristianesimo non potrebbe esistere senza il LIBRO. I veda, per
esempio, sono stati trasmessi per secoli SOLO per via orale. La BIBBIA invece è stata concepita per essere
messa per iscritto, attorno alla quale si è creata una letteratura secondaria. L’attività amanuense si diffuse
quando si diffuse il bisogno di libri diversi in posti diversi. Era un’attività che richiedeva profondo studio e
approfondita preparazione. C’era uno standard di scrittura infatti, che rendeva possibile la rapida
comprensione da parte di chiunque. Il committente PAGAVA profumatamente. In epoca medievale una
bibbia costava quanto una casa, perché richiedeva il lavoro di un artigiano specializzato, il copista, di un
miniatore.

Sermo Lupi ad Anglos di Wulfstan, scritto verso la fine del X secolo e contenente forti invettive verso i
danesi, che all’epoca spadroneggiavano con le loro scorribande in terra inglese. Verso la fine del secolo, un
Danese, Knut, Sale sul trono d’inghilterra, e wulfstan, ancora in vita, modifica la sua opera per salvarsi la
pelle.

Nel medioevo, i libri erano un materiale estremamente deperibile, perciò non abbiamo gli originali del 99%
della produzione letteraria antecedente all’invenzione della stampa (Topi, muffe, incendi…). Ciò che rimane
sono copie di copie, che per loro stessa natura, sono piene di errori e difformi dall’originale. Come facciamo
a capire la vera intenzione dell’autore senza la presenza dell’originale?

La filologia germanica interessa le lingue e le letterature appartenenti al ceppo linguistico germanico. Le


lingue germaniche sono un ceppo attestato sin dalla tarda antichità, dagli ultimi secoli dell’impero romano
d’occidente. La lingua germanica che per prima ci ha lasciato una letteratura è il gotico con la bibbia di
Wulfila. Il gotico si è parlato anche in italia durante il sesto secolo (Bega, fodero, scarpa, sono parole gote).

Come facciamo a stabilire che il francese e l’italiano discendano dal latino? Per stabilire in maniera
scientifica e inoppugnabile che due lingue abbiano un’origine comune, abbiamo bisogno di un criterio
verificabile universalmente. A somiglianza tra francese e italiano assume caratteri di regolarità. Dove
l’italiano ha una A, il francese ha regolarmente una E (È). Quando due lingue derivano dalla stessa lingua
madre le loro differenze e le loro somiglianze hanno la caratteristica di non essere casuali ma seguono delle
leggi ineccepibili. Ogni volta che una parola subisce un mutamento, quel mutamento ha una sua logica. A
un certo punto della storia, in italia e in gallia si parlava latino, poi, IROC è caduto; le alpi sono così
diventate un confine naturale. L’italia divenne ostrogota e la gallia divenne Franca.

Siamo in grado di rintracciare corrispondenze fonetiche regolari tra italiano e francese e possiamo
enunciare che esse derivino da una comune lingua madre documentata e scritta.

Possiamo rintracciare la stessa parentela tra inglese e tedesco; dove l’inglese ha la consonante T, il tedesco
risponde con una S.
Protogermanico: è una lingua preistorica parlata circa 2000 anni fa parlata dai germani (I barbari per i
romani); da questa lingua, pr differenziazioni successive, si sono sviluppate molte lingue storiche di
importanza culturale.

Protogermanico
Anglo frisio

Germanico orientale: Gotico,

Vandalico, Burgundo

Germanico settentrionale:

Tedesco

alto basso Norreno

Islandese, norvegese, svedese, danese, faroese

789: primo sbarco vichingo in northumbria.

Cimbri e teutoni sono le prime tribù germaniche delle quali abbiamo testimonianza storica, che si scontrano
con i romani in Norico NEL II SECOLO (113 A.C.), dopo aver incontrato la tribù gallica alleata con Roma dei
Taurisci; il console Gneo Papirio Carbone raggiunge la Carnia, luogo dell’incidente tra i taurisci e Cimbri e
Teutoni, investiga, li affronta e viene sconfitto: dopo la vittoria, però, Cimbri e Teutoni scelgono di non
scendere in pianura padana, ma di scendere verso la gallia, non essendo probabilmente consapevoli di dove
si trovassero. Si mescolano dunque con altre tribù galliche, che vedono nel loro arrivo una possibilità di
affrancarsi dal dominio romano, che controllava parzialmente il territorio. Cimbri e teutoni si sfidano coi
romani di nuovo nella località di Bordeaux, dove vincono di nuovo e fanno per la maggior parte prigionieri.

Il re dei cimbri, giovane e ambizioso, intuisce che scendere e attaccare roma non è una cattiva idea e il
potenziale c’è; raccoglie la sua gente (Oltre 100.000 persone) e comincia a dirigersi verso le alpi; intuendo
le sue intenzioni, i romani preparano un TERZO esercito affidato al comando Cepione e Mallio massimo. I
due eserciti si scontrano ad ARAUSIO: A causa dell’antipatia reciproca tra i due condottieri romani, i cimbri
vincono per la terza volta in maniera ECLATANTE. Ancora una volta però, i teutoni non si dirigono verso
roma ma verso l’iberia, lasciando i cimbri a fare razzia. Questo da il tempo ai romani di riorganizzarsi,
mettendo a capo dell’esercito Caio Mario; Egli riorganizza l’esercito imponendo disciplina ferrea e
addestramento massacrante. Parte dunque per affrontare i teutoni in gallia. Aspetta che teutoni e cimbri si
separino. Riesce a affrontare i teutoni quando sono ancora in Gallia, ad Aquae Sextiae (Aix en Provence)
Cimbri e Teutoni (Controllare). Vincono contro i romani, ma al posto di dirigersi con la strada spianata verso
roma, si dirigono da altre parti. I cimbri in iberia e i teutoni in gallia. I romani hanno tempo di riorganizzarsi,
mettendo a capo dell’esercito Caio Mario, che impone una disciplina ferrea e un addestramento durissimo.
Mario va ad affrontare i teutoni in gallia, prevenendo uno scontro a tenaglia dove si sarebbe trovato a metà
tra i due fuochi. Riesce ad affrontare i teutoni ad Aquae-sextiae (Aix-en-provence) in una battaglia
spettacolare. Sappiamo anche che come da tradizione i germani avevano con se’ anche le donne, che in
occasione della battaglia supportavano i guerrieri, oppure li coprivano di insulti in caso di ritiro; in occasione
di questa battaglia, quando si capì fosse ormai persa, esse uccisero i fuggitivi, i loro figli, e poi loro stesse
per non finire prigioniere dei romani. Vicino a vercelli, invece, mario affronta e batte i cimbri, nella località
dei campi raudii. Lo spazio, le conquiste, sono fondamentali per i romani per garantire sostentamento e
materie prime all’enorme popolazione. L’arrivo dei cimbri e dei teutoni coincide approssimativamente con
le prime tracce scritte in una lingua germanica; a differenza dell’europa meridionale, dove la scrittura era
diffusa da secoli in molte lingue, i germani non conoscevano la scrittura: prima conobbero i romani; i
guerrieri cimbri sconfitti, infatti, furono arruolati come ausiliari dell’esercito romano, dai quali imparano a
scrivere; la prima iscrizione è in un alfabeto nord italico ed è un’incisione su un elmo, che recita:
“Harigastiteiva” (“A Marte, ospite dell’esercito”).

Senza scrittura non c’è storia; si può dire che col primo documento scritto (Primo secolo, elmo) i germani
entrano nella storia. Possiamo dedurre che i germani parlano una lingua indoeuropea, e possiamo asserire
che le varie popolazioni germaniche parlano una lingua proveniente dallo stesso ceppo.

Latino e germanico, sappiamo, essere lingue indoeuropee (Come il sanscrito, il greco, il tocario etc…).
Conoscendo le lingue, possiamo costruire il proto-idoeuropeo.

CONSONANTI: Questa lingua aveva 3 serie di occlusive disposte su 4 luoghi di articolazione: Occlusive
sorde, occlusive sonore, occlusive sonore aspirate. Prendiamo le labiali (P, B, Bh): le sonore aspirate sono
occlusive sonore che contemporaneamente aggiungono un’aspirazione glottidale. Le occlusive Potevano
essere articolate in luogo labiale, dentale (*T, *D, *Dh), velare (*K, *G, *Gh) o labiovelare (*K, *G, *Gh + U
con semicerchio sottoscritto). L’indoeuropeo aveva anche una Sibilante: *S.

Le consonanti sonore comportano un movimento della glottide, nelle sonore aspirate, al glottide vibra e
fruscia allo stesso tempo. L’indoeuropeo aveva anche una sibilante: S. possedeva una classe di fonemi che
potevano fungere sia da vocali che da consonanti detti SONANTI, che quindi potevano FUNGERE da sillaba
come nelle vocali o APPOGGIARSI ad una sillaba come nelle consonanti.

Le sonanti sono: I, U, L, M, N, R:

*uĺ̥kʷos: Lupo in indoeuropeo. La L col cerchio sottoscritto indica la funzione SILLABICA, funge da sillaba a
se’. La U dovrebbe avere un semicerchio sottoscritto, a significare che la U non funge da sillaba. Il cerchio
sottoscritto sotto la L indica la funzione sillabica della lettera. Quella L fa sillaba a se’.

Kmtóm (M con semicerchio sottoscritto)

Il semicerchio, indica la funzione consonantica.

Fondamentalmente l’indoeuropeo possiede DUE vocali, *E e *O, sia lunghe che brevi. La A
nell’indoueropeo c’è, ma risulta rara e secondaria. Anche la SCHWA è una volare secondaria (Euh). E ed O
sono sempre SOLO vocali, inambiguamente.

La Ŏ in germanico evolve in Ă

La Ō rimane invariata.

La Ē rimane invariata
La Ĕ subisce l’influenza della vocale successiva: se la vocale successiva è una vocale CHIUSA la E si chiude in
I, altrimenti rimane INVARIATA.

La Ă in germanico mantiene il suo timbro

La Ā confluisce nel timbro O.

Lo Ə diventa una Ă

*p əter: Padre.

Swesor: Sorella

Kmtom:

Gʷərēi owis, kʷesjo wl ̥hnā ne ēst (Su una collina, una pecora che non aveva lana), eḱwōns espeḱet,
(Guardava dei cavalli), oinom ghe gʷr̥um woǵhom weǵhontm̥ , (Uno che percorreva una via impervia),
oinomkʷe meǵam bhorom, oinomkʷe ǵhm̥ enm̥ ōḱu bherontm̥ (E uno che portava un grande peso e uno che
portava un uomo velocemente).

Questo è l’inventario fonetico più plausibile del proto indoeuropeo. Nel momento in cui gli indoeuropei si
stanziano in Scandinavia, divenendo allevatori e agricoltori, il germanico inizia a differenziarsi dalle altre
lingue europee, con una serie di innovazioni e mutamenti caratteristici e unici. La più importante di queste
innovazioni è la PRIMA MUTAZIONE CONSONANTICA.

Il germanico sottopone le consonanti indoeuropee a una caratteristica ristrutturazione. Le occlusive


indoeuropee sono molto difficili da pronunciare, sono lettere dispendiose in merito di energia articolatoria,
dovendo differenziare la pronuncia delle varie consonanti. La sonora aspirata è probabilmente la
consonante più faticosa da pronunciare al mondo. Come si fa a salvaguardare l’efficienza di questo sistema
rendendolo più semplice? Introducendo le sorde aspirate. Il germanico in un primo momento fa come il
greco, assorbe le sonore aspirate. Ma si può risparmiare ulteriormente sostituendo la SONORA ASPIRATA
con una FRICATIVA. Ma si può risparmiare ancora un po di energia.

Secondo i canoni della pigrizia e dell’economia linguistica, l’indoeuropeo evolve nel Proto germanico
secondo la legge di GRIMM:

La legge di Grimm o prima Mutazione consonantica è la legge fonetica che regola la modifica delle
consonanti dall'indoeuropeo al proto-germanico:

1. le occlusive sorde indoeuropee *p, *t, *k e *kʷ diventano in germanico le fricative sorde *f, *θ
(trascritta þ), *h e *hʷ; così, per esempio, dall'indoeuropeo *ph₂tḗr ‘padre’ viene il gotico fáðar (cfr.
invece il latino pater);
2. le occlusive sonore indoeuropee *b, *d, *g e *gʷ diventano in germanico le occlusive sorde *p, *t,
*k e *kʷ; così, per esempio, dall’indoeuropeo *déḱm̥ t ‘dieci’ viene il gotico taihun (cfr. invece
l’irlandese deich);
3. le occlusive sonore aspirate indoeuropee *bʰ, *dʰ, *gʰ e *gʷʰ diventano in germanico le occlusive
sonore *b, *d, *g e *gʷ; così, per esempio, dall’indoeuropeo *gʰóstis ‘straniero, ospite’ viene l’alto
tedesco antico gast (cfr. invece il latino hostis).

LEGGE DI VERNER:

Alcuni casi non si conformavano al mutamento fonetico così come Grimm lo aveva formulato. Si accorse
che in alcuni casi a un’occlusiva sorda indoeuropea corrispondeva una fricativa SONORA e non Sorda.

Protogermanico: figliazione occidentale dell’indoeuropeo.


Tipicamente in indoeuropeo la parola è formato da tre elementi: La radice, usualmente la sillaba iniziale
della parola, che definisce la portata semantica della parola. Essa è seguita dall’elemento tematico che può
essere una vocale o una consonante e determina quali desinenze possono essere applicate alla parola.
Infine abbiamo la desinenza, la parte della parola che ne determina la funzione all’interno della frase.

In una lingua tipicamente indoeuropea come il latino, una parola come Puellarum la radice Puell- ci fa
capire che parliamo di ragazza, la –A- lunga ci fa capire il genere, il numero e la declinazione della parola, la
desinenza –arum ci da informazioni sul caso, in questo caso un genitivo plurale.

Ekuos: Eku- è la radice, che indica il concetto della velocità. Ad esso segue –o- breve, che ci fa capire che il
termine è un maschile animato, come la –S del maschile singolare, e ci fa capire che è in caso nominativo,
tutto ciò per darci l’informazione di “Animale veloce”.

In protogermanico funziona allo stesso modo.

In indoeuropeo esistevano diverse classi flessive a seconda del tema (Temi in O breve, A lunga, in
consonante o anche Atematici)

A seconda del tema, i sostantivi si declinavano in maniere diverse. I verbi in diverse coniugazioni, sempre a
seconda del livello tematico.

I numeri del sostantivo erano tre: Singolare, Plurale e Duale che si impiegava quando si parlava di due
persone o cose. L’aggettivo concordava con il sostantivo di riferimento per genere numero e caso.

I generi erano 3: Maschile, femminile e Neutro.

Morfologia del protoindoeuropeo: il verbo indoeuropeo funzionalmente (Semanticamente) era molto


distante dal nostro modo di concepire le funzionalità di tempi e modi verbali. In italiano (come nella gran
parte delle lingue IE) siamo abituati a vedere i tempi verbali come distinzioni cronologiche. Distinzione
sostanziale in Presente e Preterito (E futuro). In indoeuropeo questa distinzione non c’era, i tempi verbali
non esprimevano opposizioni cronologiche; i principali tempi erano 3: PRESENTE, PERFETTO, AORISTO. In
indoeuropeo, cronologicamente, tanto l’azione designata dal presente che dal perfetto si collocavano nel
PRESENTE CRONOLOGICO, cioe nel momento in cui si parla, la distinzione non era cronologica ma
ASPETTUALE, i due tempi non dicevano QUANDO si era svolta l’azione, ma come l’azione si presentava AL
MOMENTO. (Il greco ha mantenuto questo stato: Peitho, convincere, al perfetto diventa Pepoitha che
significa IO CREDO. Entrambi i tempi si riferiscono a qualcosa di attuale ma il presente designa qualcosa di
in corso, di incompiuto mentre il perfetto designa qualcosa che attualmente è realizzato, compiuto. Il
presente designa un processo, il perfetto designa una condizione.).

L’aoristo era una semplice menzione assoluta dell’azione, priva di qualsiasi specifica di carattere temporale
o aspettuale, qualcosa di analogo a present simple inglese, che può essere usato in situazioni differenti con
accezioni differenti. La differenza in inglese tra present continuous e present simole è simille alla differenza
in indoeuropeo tra presente e aoristo.

I modi sono fondamentalmente TRE: indicativo, congiuntivo e ottativo. Ottativo per esprimere un augurio.
Non c’era l’imperativo, che era espresso come una sorta di vocativo verbale, per invocare il compimento di
un’azione più che per ordinare qualcosa a qualcuno.

Siamo abituati a pensare che la flessione si esprima solo attraverso un mutamento DESINENZIALE; in
indoeuropeo non esclusivamente: nel passaggio da una forma all’altra di qualsiasi termine, qualsiasi sillaba
del termine poteva mutare (Radice, elemento tematico, desinenza, suffisso…)
*Ueidō (Pres) - *Uoida (Perf)

(Ved. Dolcetti)

APOFONIA. È ancora visibile in italiano in coppie di termini come “Tegola” e “Toga”: entrambe derivano dal
termine indoeuropeo “Teg” che vuol dire “coprire”.

I verbi irregolari sono i verbi che mantengono la VARIAZIONE APOFONICA DELLA RADICE ereditata
dall’indoeuropeo, sono verbi apofonici (Sing – Sang).

Le vocali fondamentali in indoeuropeo sono due: E e O e possono essere entrambi sia lunghe che brevi. Le
variazioni apofoniche possono essere due tipi: Qualitativa e Quantitativa. È qualitativa quando a mutare è il
timbro della vocale, quantitativa quando a mutare è la lunghezza.

Legge di Werner.

Alternanza grammaticale.

Innovazioni introdotte dal germanico per distinguersi dalla lingua madre;

 Morfologia nominale: In indoeuropeo i sostantivi potevano essere declinati su otto casi


grammaticali, tre numeri, tre generi. Il germanico mostra una marcata tendenza a semplificare
questo sistema; conserva tre generi ma riduce i numeri a due (Singolare e Plurale), scompare il
duale che si mantiene però nei pronomi; il germanico riduce anche il numero di casi formalmente
distinti tramite il fenomeno del Sincretismo Casuale: alcuni casi vengono eliminati e le loro funzioni
sono trasferite ai casi superstiti: l’ablativo e il locativo confluiscono nel DATIVO. Lo strumentale in
germanico si conserva, ma mostra anch’esso una forte tendenza a confluire nel dativo con il tempo
(Oggi Ted. MIT + DAT). Fanno eccezione i pronomi. Dove il germanico introduce una complicazione
è nella flessione dell’aggettivo. Il germanico espande sino a una classe intera di flessione degli
aggettivi. La funzione determinativa, in germanico, viene assunta dall’aggettivo: Quando
DETERMINA segue la flessione DEBOLE, si declina come un sostantivo con tema in NASALE. Quando
l’aggettivo NON determina segue una flessione mista che segue ora i sostantivi col tema in vocale
ora il pronome.
 Il verbo: il germanico semplifica drasticamente la coniugazione del verbo indoeuropeo che aveva
principalmente tre tempi: presente, perfetto e aoristo. Il germanico abbandona la concezione
aspettuale per adottarne una squisitamente cronologica e temporale. Aoristo e perfetto
confluiscono nel preterito che in germanico viene semplicemente a designare l’azione passata,
trascorsa nel tempo. Il presente mantiene la funzione che aveva in indoeuropeo e assume alcune
funzioni dell’aoristo. Si può usare come futuro e come presente storico. I numeri rimangono
singolare, duale e plurale (Il duale mostra una tendenza a essere eliminato nel tempo). I modi sono
indicativo, congiuntivo e imperativo (L’ottativo confluisce nel congiuntivo).

Circostanze storico-culturali che stanno alla base del germanesimo, della nascita delle tribù germanica
come realtà etnografica e culturale distinta. La prospettiva dalla quale si affronta questa fenomeno è
fondamentale. Il protogermanico, a differenza per esempio del latino arcaico, non ci ha lasciato
testimonianze scritte. Ciò che noi sappiamo dei germani, lo sappiamo tramite occhi ROMANI: la nostra
prospettiva è viziata alla radice. I germani entrano nella storia con la discesa dei CIMBRI e dei TEUTONI in
Norico (Confini settentrionali del nascente impero romano). L’impero romano a differenza dei germani era
una civiltà LETTERATA, i romani scrivevano e annotavano quello che succedeva a loro e intorno a loro. Con
la loro discesa i romani si accorsero che nel nord Europa c’era anche qualcos’altro, delle tribù che non
potevano essere definite CELTICHE (Coloro che fino ad allora i romani chiamavano barbari). I germani erano
in espansione verso sud e i romani verso nord: era inevitabile l’incontro. Sappiamo che i romani
PREVALSERO e Vercelli condotti da caio Mario.
Roma nasce come stazione mercantile sulle rive del tevere, dove etruschi e greci si incontravano per
vendere le merci.

Cesare, a metà del I secolo A.C., riuscì a portare il senato (Tramite intrallazzi) ad affidargli un paio di legioni
con le quali sedare uno sconfinamento da parte degli ermezi, una tribù gallica entrata in provenza. Con
questa scusa mosse guerra a tutti i celti della gallia transalpina ed estese il controllo romano fino alla
manica.

Cesare ebbe grande successo nella sua impresa. In una decina d’anni riuscì a sottomettere tutti i galli dalla
Provenza alla manica, e portò i confini della repubblica fino al reno. In questo modo portò però Roma a
diretto contatto con le tribù germaniche, che nel frattempo avevano guadagnato terreno fino appunto
all’area renana. Cesare è il secondo romano (Dopo Mario) a scontrarsi con una tribù germanica: Gli svevi,
che all’epoca vivevano in Alsazia capeggiati da Ariovisto, che divenne l’arcinemico di cesare. Cesare dovette
affrontarlo e sconfiggerlo. Cesare, nel de bello gallico, è il primo a darci una panoramica sui germani; ci
racconta che essi non veneravano figure divine antropomorfe, ma divinizzavano elementi naturali (Culto dei
Vani); ci racconta che i germani non conoscono la proprietà privata.

Da cesare in poi, Reno e Danubio vanno a costituire quello che per i romani sarà il Limes, il confine. Ancora
oggi il Reno segna il confine tra la Francia e il Belgio.

Quando i romani conquistavano un territorio, il difficile veniva DOPO la conquista militare, nel cosiddetto
processo di Provincializzazione, il processo di adeguamento allo stile di vita romano. Nel caso dei germani si
ebbe un fallimento clamoroso.

Parliamo di storia romana perché furono i romani, società letterata, a fornirci informazione sui germani
scontrandosi con loro. Giulio cesare è il primo a darci informazioni sui loro usi e costumi. Cesare, dopo aver
sottomesso la gallia, viene impedito nel fare nuove conquiste a causa dello scoppio della guerra civile.
Spetterà al suo successore, ottaviano augusti, di riprendere le conquiste.

L’Imperium di Augusto si colloca a cavallo dell’anno 0, quindi tra la fine del I secolo avamti cristo e il I secolo
dopo cristo. Alla fine del I AC, augusto decide di sottomettere la germania; incarica suo nipote Tiberio di
radunare un esercito e muovere guerra contro le tribù germaniche che vivevano a oriente del reno. Tiberio
ci riesce, nel 6 AC e una dopo l’altra sconfigge tutte le tribù germaniche stanziate tra il reno e l’Elba.

La Germania diventa una nuova provincia romana, ma il difficile stava nel processo di
PROVINCIALIZZAZIONE, l’adeguamento alle leggi e alle usanze. Per la Germania il processo si rivela subito
particolarmente difficile. I germani non conoscono la proprietà privata come i romani per esempio, non
conoscono il potere monarchico, che augusto era finalmente riuscito ad imporre ai romani: i germani si
governavano collegialmente e le decisioni prese da un’assemblea di uomini liberi; non concepivano un
uomo solo al comando. Bisognava lavorare affinché accettassero l’ordine romano, spingendo le famiglie più
nobili e influenti a collaborare con roma, offrendo loro possibilità di arricchimento e di carriera. Molti
germani si arruolarono nell’esercito romano, allettati dalle prospettive; il collaborazionismo germanico è un
fenomeno importante, sui quale i romani fondano uno dei pilastri del loro controllo: Non interessa uccidere
i nemici, interessa che i nemici collaborino. Questo crea una spaccatura nella società germanica: Ci sono i
collaborazionisti e gli irriducibili per i quali era impossibile accettare questo stato di cose. In questo conflitto
si inserisce la figura di ARMINIO, un giovane nobile della tribù germanica dei Cherusci, la cui famiglia aveva
deciso di collaborare con Roma; venne quindi inviato a combattere con l’esercito romano in Pannonia e
come riconoscimento, Tiberio, gli aveva concesso la cittadinanza. Tuttavia, si era reso conto che i romani
Non erano amici, si convince che collaborare con i romani non è la cosa giusta da fare. Torna fra i suoi dopo
il servizio e comincia a fare il doppio gioco. In Germania si mette al servizio di quintilio varo, uomo al quale
augusto aveva assegnato il compito di governare la Germania. Varo si fida e lo assume nel suo seguito, così
Arminio ha l’opportunità di conoscere i suoi piani. Non è raro che qualche tribù di tanto in tanto si rivolti e
che queste rivolte vengano represse con l’invio delle legioni. Arminio allora si offre di guidare Varo
attraverso la germania per trovare e reprimere i rivoltosi (9 DC). Varo si fida, segue arminio nel cuore della
germania, seda la rivolta, ma poi deve riportare le legioni indietro. Tornando verso nord viene condotto nel
territorio dei Bructeri in una zona boscosa, pianeggiante e paludosa: Arminio sa che uno dei principi cardine
della strategia romana è spingere il nemico a combattere su un territorio che LORO avevano scelto; sa che
le legioni romane sono costruite per dare il meglio in una battaglia campale, in campo aperto, in terreno
pianeggiante e SGOMBRO. Li attira quindi nella località chiamata Teutoburgo. Qui Arminio ha radunato un
esercito unendo coloro che erano scontenti del dominio romano; li ha radunati, li ha addestrati, e li ha
messi in agguato nei boschi di Teutoburgo. Questa fu la Clades Variana, il Disastro di Varo. I romani
muoiono TUTTI, uccidono anche gli animali. La notizia giunge a Roma e Augusto va su tutte le furie e da
persona vendicativa qual è comincia a programmare la punizione ma di lì a poco muore. Gli succede tiberio,
lo stesso che aveva conquistato militarmente la germania, che aveva un temperamento diverso dal suo, era
molto più tranquillo. Conduce un nuovo esercito in germania, affronta un’altra volta arminio nella località di
idistavisio, lo sconfigge, lo cattura, e lo porta in catene a Roma. La vendetta è compiuta, ma costava loro
tantissimo per ciò che aveva da offrire. I romani dunque si ritirano, stabiliscono definitivamente il confine
sul reno. La germania superiore viene così decolonizzata.

Tacito scrive “Germania”: Raccoglie le notizie riferitogli dai mercanti, dai militari, dagli stessi germani che
vivevano a Roma e scrive un breve trattato. È il primo a dedicare un’opera interamente alle tribù
germaniche, ai loro usi e ai loro costumi. Dobbiamo a lui le conoscenze sul germanesimo delle origini.

Prende in considerazione le Tribù degli Ingevoni, degli Istevoni e dei TERMINONI. gli ingevoni sono coloro
che abitano al nord, nel territorio dell’odierna olanda, germania settentrionale e danimarca. Gli istevoni
sono quelli che abitano la germania occidentale. I terminoni sono coloro che abitano a oriente nella
germania interna (Polonia, Austria, Cecoslovacchia, Ungheria).

Sono accomunate queste tribù dal culto di divinità, dalla costituzione statale governata dal THING,
l’assemblea di essenzialmente guerrieri (Quando l’assemblea si riunisce, i membri ci vanno con le armi in
pugno, a significare di essere parte della classe guerriera); quando l’assemblea prende una decisione
riguardo a qualcosa, la decisione viene segnalata battendo le lance sugli scudi. L’importanza del
combattimento in questa società e segnalato dal fatto che il passaggio all’età adulta di un giovane è
celebrato con la consegna delle armi al giovane. Questo si riflette anche nella RELIGIONE, almeno nei

terminoni e gli istevoni. Tacito concorda con cesare nel dire che i germani non hanno templi, simulacri
delle divinità, il culto si svolge presso luoghi naturali all’aperto (Boschi sacri). Tipicamente (Svevi) i guerrieri
officiano il culto in un bosco sacro dove non è consentito entrare se non in catene, a segnalare la completa
sottomissione della divinità, riferimento al culto ODINICO. La guerra è quindi un elemento MOLTO
IMPORTANTE. I guerrieri sono la categoria sociale più rilevante. Per i romani una delle cose più strane era
l’abitudine dei germani a portarsi appresso le donne in battaglia. Le donne non combattevano, ma se ne
stavano nelle retrovie ad assistere, coprendo di insulti coloro che indietreggiavano. Quando non fanno la
guerra, i germani passano il tempo ubriacandosi (Tacito). La cosa particolarmente disgustosa delle loro
abitudini era il sacrificio umano. Conoscono la DIVINAZIONE: i romani la facevano con le viscere
dell’animale sacrificato, l’aruspice prediceva così gli eventi futuri; per i germani invece si svolge così:
quando si voleva avere qualche previsione sugli eventi a venire, l’indovino tagliava un ramo da un albero da
frutto ricavando tanti piccoli pezzetti di legno e poi su ciascun pezzetto incideva dei simboli. Gettava tutto in
un panno e li estraeva a caso: in base all’ordine in cui venivano estratti, si avevano auspici sul futuro.
(Buchstabe/Rune). Qui Tacito ci da probabilmente la prima notizia sulle RUNE. Le rune sono il più antico
sistema di scrittura in uso tra i germani, si tratta di un alfabeto che i germani usavano a scopo divinatorio o
per la scrittura epigrafica su pietra o su legno. Anche in Italia abbiamo iscrizioni runiche. Ogni lettera aveva
anche un valore SIMBOLICO, simboleggiava anche un concetto. La prima lettera del FuÞark era legata al
concetto PEKU = Ricchezza. La terza lettera era legata a THORN = Spina e segnalava che avresti avuto
dolore.

Infine, tacito, segnala ai suoi concittadini che i Germani sono un PERICOLO, sono gente che non si lascia
sottomettere. Tacito ci dice che i germani sono ricchi di AMBRA che loro chiamano GLESUM.

Si lavano col SAPO, venerano il dio NERTHUS che sarà il dio norreno Njörtr. Ci dice che i germani credono
che gli uomini derivino tutti da un’entità divina chiamata Mannus;

Le testimoniane direttamente germaniche ci giungeranno solo più tardi dall’area norrena.

A un certo punto, l’espansione territoriale creerà più problemi che benefici. La spinta espansionistica di
roma raggiunge il suo picco sotto Traiano, imperatore che conquista la Dacia, l’odierna Romania: l?ultima
grande annessione dell’impero romano. Con lo stop espansionistico, l’economia romana smette di crescere
e ristagna.

Con la mancanza di uomini nell’esercito, dovuta alla così detta tassa del sangue (Pagare per non mandare lo
schiavo in guerra), l’esercito romani si BARBARIZZA: i romani arruolano soldati di ventura assoldati tra le
popolazioni germaniche conquistate. C’è bisogno di moltissimi soldati per tenere in ordine lo stato così
grande. L’esercito diventò mastodontico e molto dispendioso tanto che dopo una cinquantina d’anni dopo
l’epoca di traiano scoppia una fortissima crisi socio economica, la crisi del terzo secolo. Sotto Marco Aurelio,
l’impero romano fu colpito da una Pandemia di Vaiolo, la cosiddetta Peste Antonina, che si stima abbia
ucciso ¼ della popolazione dell’impero romano. Iniziarono a scarseggiare anche i lavoratori che lavorassero
la terra, terreni lasciati incolti perché non c’era nessuno che andasse a zappare. Vi furono difficoltà militari
perché vennero a mancare anche le reclute dell’esercito. I germani approfittarono di questo indebolimento
socio economico dell’impero per, nel secondo secolo, saccheggiarlo. I confini non erano più custoditi in
maniera ferrea come una volta, valeva la pena tentare scorribande nell’impero romano. Sotto marco
aurelio scoppiarono le guerre Marcomanniche. I Marcomanni, stanziati circa nell’odierna Baviera,
sfondarono il limes ed arrivarono fino ad Aquileia (Odierno friuli). Allo stesso tempo della peste antonina, a
nord aveva avuto inizio l’espansione territoriale dei GOTI; erano originari della scandinavia meridionale e
iniziarono ad espandersi verso sud, generando l’effetto domino caratteristiche delle tribù germaniche:
Quando un popolo si spostava, entrava in conflitto con altre popolazioni germaniche che a loro volta
spostandosi entravano in conflitto con altre, creando pressione sui confini dell’impero romano che per un
secolo piomba nel caos, anche politico: è l’epoca della cosiddetta anarchia militare. Pesante inflazione nel
terzo secolo, causata dal pagamento dei militari per i quali si iniziò a stampare più moneta. A risentire di
questo fenomeno furono gli strati più poveri della società, come i piccoli agricoltori; molti vendettero i
possedimenti per diventare coloni, mettersi a servizio di un latifondista; nasce la servitù della gleba. Alla
fine del terzo secolo però prende il potere DIOCLEZIANO, tramite colpo di stato militare; è una persona
lungimirante ed un buon politico. Per rendere il territorio e i cittadini meglio controllabili, egli decide di
dividere l’impero in 4 parti, governate da due augusti e da due cesari (Vice imperatori) (Un augusto e un
cesare a occidente, un augusto e un cesare a oriente). L’impero si divide quindi in impero d’occidente e
impero d’oriente. È anche l’ultimo a perseguitare i cristiani, che considera una minaccia ai costumi
tradizionali romani.

Gli succede COSTANTINO all’inizio del IV secolo. Completò l’opera di diocleziano fermando l’inflazione e
introducendo una nuova moneta, il Solidus, che rimarrà in uso fino a tutto il medioevo. Si rende anche
conto che il cristianesimo può essere MOLTO utile. L’impero è stato riformato in senso centralista attorno
alla figura UNICA dell’imperatore: Una religione strettamente monoteistica come il cristianesimo e dotata
di un’organizzazione interna a sua volta disciplinata e verticistica come la chiesa cristiana, può essere uno
strumento ideologico formidabile in questo senso. Nel 313 Costantino emana L’EDITTO DI TOLLERANZA,
che liberalizza la religione cristiana.
Sul fronte esterno, Costantino si trova a dover fronteggiare i Goti, ormai arrivati fino alle coste del mar
nero, praticamente a contatto con l’impero romano d’oriente; cominciano a fare incursioni in asia minore e
fino in Grecia per via marittima mentre l’impero romano è di nuovo impegnato nella guerra contro i
persiani; è per questo che Costantino decide di trasferire la capitale da Roma a Costantinopoli.

Una volta che i germani iniziano a convertirsi al cristianesimo (Tramite contatti coi romani) sono i primi ad
entrare nella Civiltà della SCRITTURA. Sono la prima popolazione germanica a lasciarci testimonianze nella
lor lingua ad opera di WULFILA. Wulfila (Ulfila) è un goto nipote di romani di cappadocia, fatti schiavi dai
goti durante una scorreria, di religione cristiana. Cresce bilingue (Parla Gotico e Greco) e cresce anche
cristiano, la religione di sua madre. Viene inviato a Costantinopoli come membro di una missione
diplomatica, dove prende i voti e si mette al seguito di Eusebio di Nicomedia, un illustre ecclesiastico, che
battezzerà Costantino sul letto di morte. Eusebio seguiva la dottrina ARIANA, dottrina di carattere non
trinitario. L’arianesimo sostiene che IL FIGLIO è stato effettivamente CREATO, non GENERATO e ne discende
come un figlio discende dal padre, Gesù è in qualche modo subordinato a dio padre.

Eusebio nomina Wulfila vescovo e gli affida il compito di evangelizzare i Goti. Per fare ciò ha però bisogno
della Bibbia, che all’epoca circolava solamente in greco, lingua che i goti non capivano; si rende necessario
tradurre la Bibbia in Gotico. Per fare questo si inventa un alfabeto APPOSITO.

Ovviamente i goti si divisero in due fazioni tra i cristianizzati e i non cristianizzati anti romani; i non
cristianizzati iniziarono a perseguire i convertiti tanto che Wulfila dovette chiedere asilo all’impero romano
d’oriente per lui e per i suoi adepti convertiti. Trovano asilo e si stanziano in Mesia.

Atanarico era il capo dei Goti anticristiani, al quale si contrappone Fritigerno, capo dei Goti
collaborazionisti; in quel momento storico i goti erano padroni di un territorio vastissimo, che si estendeva
dal mar baltico al mar nero, occupano la fascia più orientale della “Germania”. Nel mezzo è tutto un fiorire
di tribù barbare belligeranti che stringono anche alleanze le une con le altre: vanno evolvendosi verso la
formazione di nazioni più vaste. Costantino alleandosi con i goti riesce a creare un accerchiamento attorno
al mondo germanico, riesce a imbottigliarlo e a stabilire così un modus vivendi di controllare che regge
quasi un secolo fino al 376 D.C. quando da oriente arrivarono gli UNNI, un popolo nomade di origine
mongolica. Il loro arrivo provocò un nuovo effetto domino. Ma i germani oramai si erano organizzati in
nazioni di una certa importanza: l’effetto domino ebbe un impatto particolarmente serio sull’impero
romano.

I goti sono dunque grazie a Wulfila ad entrare nella cerchia LETTERARIA, i primi a darsi una scrittura e una
letteratura. Sotto costantino, il regno gotico (Che occupava tutta l’europa orientale) stabilisce un’alleanza
con l’impero romano d’oriente finchè nel 376 non arrivano gli Unni. Gli UNNI sono una popolazione
nomade di origine mongolica, abili combattenti a cavallo; arrivano da oriente e si scontrano subito con i goti
e hanno la meglio grazie alle loro innovative tecniche belliche. Essendo il territorio goto piuttosto vasto,
quelli stanziati ad oriente (Gli OSTROGOTI) decidono di allearsi con gli unni con il loro avanzare e decidono
di seguirli nella loro migrazione verso ovest, mentre quelli più vicini al limes, sul danubio, decidono di
valicare il fiume e chiedere asilo all’imperatore romano Valente che da il suo assenso pur non essendo in
loco; incarica quindi i governatori locali di gestire l’entrata e lo stanziamento dei Goti entro i confini
dell’impero. L’attraversamento del danubio, effettuato sotto l’egida dei funzionari romani, è luogo di abusi.
I Goti vengono abbandonati a loro stessi una volta attraversato il fiume. Dopo poco scoppia una rivolta: i
profughi goti si rivoltano contro i romani scontenti del trattamento ricevuto. Prendono le armi e si
muovono verso Costantinopoli. Valente, in tutto questo, si trova ancora in siria, essendo il governo ancora
in guerra contro i persiani: Si affretta a firmare un armistizio con la persia, raccoglie l’esercito e inizia a
marciare verso i balcani. Alla fine valente si scontra con i goti rivoltosi nella località di ADRIANOPOLI ai
confini tra le odierne bulgaria e turchia, nel 378; clamorosamente i Goti riportano una vittoria schiacciante,
lo stesso imperatore Valente muore nel conflitto. Gli storici, pongono il 378 come anno dell’inizio delle
INVASIONI BARBARICHE.

Il successore di Valente, TEODOSIO, si trova a dover governare l’impero senza più un esercito, sterminato
ad Adrianopoli e con i barbari in casa: convoca il re dei Goti vittoriosi (ALARICO, successore di FRITIGERNO),
che nel frattempo hanno formato un popolo distinto (I VISIGOTI), nominandolo comandante, gli offre una
carica militare ufficiale, e si dispone ad assumere i suoi uomini come militari romani e li “Scaccia” verso
occidente verso l’Illirico; si comporta da buon alleato, aiuta l’impero d’oriente ogni volta che gli viene
richiesto e in maniera leale aspettandosi un compenso, una contropartita: si aspetta di essere nominato
Magister Militum, ossia generale, di TUTTO l’esercito d’oriente. Teodosio emana un editto nel quale il
cattolicesimo diventa L’UNICA religione consentita nell’impero; i goti erano ARIANI e l’arianesimo viene
bandito PER LEGGE e questo crea ulteriore attrito e alienazione dei goti rispetto ai romani. Non ottenendo
niente dall’imperatore d’oriente, anzi, i visigoti si rivolgono all’imperatore d’occidente, diviso di nuovo in
due parti dopo la morte di Teodosio (L’ultimo a governare entrambe le parti). L’impero viene affidato ai figli
di Teodosio, ARCADIO E ONORIO: Onorio eredita l’Occidente, Arcadio l’Oriente. Alarico decide di spostarsi
in occidente dal momento che roma è più vicina all’illirico di costantinopoli, e di presentare le sue richieste
a Onorio, che risiedeva già a MILANO e non esercitava il potere effettivo, esercitato dal capo supremo
dell’esercito, STILICONE, un VANDALO di nascita. Stilicone era anche un abile stratega e non si fece trovare
impreparato, sconfiggendo alarico per ben due volte in Friuli. Per quando riguarda la politica estera, però, a
Roma c’erano due partiti: Chi per integrare i barbari, chi per escluderli. Nel 408 una congiura antibarbarica
pose fine alla vita e alla carriera di Stilicone; la sua morte lasciò ad alarico le porte dell’italia aperte. Nel 410
DC Alarico marcia verso l’Italia. È un evento clamoroso, fatto che non succedeva dall’epoca della repubblica.
Presenta ad onorio le sue richieste: Chiede un territorio per i suoi, e per se’ richiede la nomina a Magister
Militum. Onorio respinge le richieste di alarico, che quindi si muove verso roma e la cinge d’assedio, evento
ancora una volta inaudito, era dal IV secolo con brenno che un capo barbarico non portava un esercito a
roma. Per difendere roma vengono richiamate in italia le legioni che erano state messe a guardia del
confine BRITANNICO. L’odierna Inghilterra era stata conquistata da claudio nel I secolo DC. La Britannia
romana rimane SGUARNITA: Angli, Sassoni e Iuti ne approfittano per invadere l’isola. Il 410 è la data in cui
NASCE LA LINGUA INGLESE.

Alarico entra a roma e la saccheggia per tre giorni. Nonostante il saccheggio Onorio rimane sulle sue
posizioni, non gli concede nulla. Alarico quindi si volge ancora verso sud con l’intenzione di impadronirsi
dell’africa romana, il granaio di Roma. Arrivato in calabria però alarico muore. Gli succede ATAULFO, che
decide di tornare verso nord, verso la gallia, e mettersi a disposizione dell’impero romano d’occidente
contro UNNI e OSTROGOTI.

Nelle fila dei romani, a Stilicone succede EZIO, altro generale di origine barbarica, in un momento in cui la
britannia è perduta, la gallia è stata invasa dagli unni, dagli ostrogoti e dai vandali

(Theodiscus, LAT – Þjód, ISL - Deutsch, TED – Dutch, ENG derivano dalla stessa radice che significa “Popolo”)

Per i francesi, spagnoli e portoghesi i Tedeschi sono tipicamente gli ALAMANNI (Allemand, FRA – Alemano,
ESP – Alemão, POR).

Vandali e alamanni sconfinano in Gallia e subito dopo arrivano unni e Ostrogoti loro alleati; ataulfo aiuta i
romani a scacciare questi invasori. Con l’arrivo dei visigoti, vandali e alamanni scappano. I vandali si
stabiliscono in ANDALUSIA (Dall’arabo Al Andalus, terra dei vandali). Lo scontro tra la fazione di romani e
visigoti e tra quella di unni e ostrogoti ha luogo a CHALONS, la battaglia dei campi CATALAUNICI. La
battaglia si conclude con la vittoria di romani e visigoti: Attila si ritira. I romani ricompensano ataulfo e i suoi
permettendo loro di stanziarsi in gallia meridionale, tatticamente in modo da fare da tappo tra roma e i
vandali. I vandali constatano l’accaduto e impauriti come sono dalla vicinanza con i goti decidono sotto il re
Genserico di spostarsi in africa attraversando lo stretto di gibilterra per allontanarsi il più possibile dai loro
arcinemici storici. In questo modo finiscono per stabilire una predominanza economica sull’occidente
(Africa essenziale all’occidente romano) e si impratichiscono con la navigazione finendo per diventare una
potenza marittima stabilendo basi nelle baleari, in sicilia, in sardegna. I vandali sono i primi veri VICHINGHI
della storia.

Questa crisi è ancora figlia della disfatta di ADRIANOPOLI del 378 DC.

Nel 476 Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano undicenne, viene deposto da ODOACRE, barbaro
appartenente alla tribù degli Eruli che in quel momento prestava servizio come ufficiale dell’esercito
romano e si era fatto portavoce di alcune lagnanze dei militari nei confronti dell’imperatore che non seppe
rispondere e fu deposto. Odoacre fa un gesto di grande peso simbolico: Depone Romolo Augustolo e NON
nomina un imperatore in sua vece, ma invia le insegne imperiali a Zenone, imperatore d’oriente,
interrompendo la linea di successione degli imperatori d’occidente. Odoacre assume per se’ il titolo di RE
dell’esercito in Italia e del popolo Italico, ed è per questo che convenzionalmente collochiamo la fine
dell’impero romano d’occidente nel 476.

L’impero d’oriente rimane dunque in piedi sotto l’imperatore Zenone, che non può intervenire con il suo
esercito dopo il colpo di odoacre, poiché gli uomini sono impegnati in una nuova campagna contro la
persia. Ricorre quindi alla vecchia strategia di mettere i barbari gli uni contro gli altri, rivolgendosi a
Teodorico, re degli Ostrogoti, ormai liberi dalla sudditanza agli Unni dopo la morte di attila e stabiliti in
pannonia. Il popolo si lega con una federatio all’impero romano d’oriente. Teodorico trascorre la sua
giovinezza a costantinopoli e ha dunque familiarità con l’ambiente e la politica romana. Viene quindi
incaricato da zenone di scendere in italia e scacciare Odoacre con la promessa di essere nominato reggente
per l’Italia. Valica le alpi carniche e sconfigge odoacre presso Verona. Odoacre dopo la sconfitta si ritira
prima a milano e poi a ravenna, inseguito da Teodorico che mette sotto assedio Ravenna, un assedio che
dura tre anni; odoacre, preso per fame, decide di negoziare un armistizio: Durante le trattative, a
tradimento, Teodorico uccide Odoacre; inizia così il REGNO OSTROGOTO D’ITALIA, dove teodorico in teoria
governa a nome di Zenone, ma di fatto gode di potere AUTONOMO.

Per gran parte del suo regno, teodorico riesce a mantenere l’equilibrio religioso e restare in buoni rapporti
con il papato (Cattolico, lui ARIANO). I problemi cominciarono con la sua morte: dopo una trentina d’anni di
regno muore, e in oriente il potere è passato a GIUSTINIANO, famoso per la sua rigidità, soprattutto in
materia dottrinale; non gradiva il fatto che vaste aree dell’occidente fossero sotto il controllo di fede ariana
come gli ostrogoti o i vandali in africa.

Gli ostrogoti erano formalmente inattaccabili, perché pur essendo ariani, erano legittimati a presiedere
l’italia per il patto stipulato con zenone. Giustiniano decide di attaccare prima i vandali, sconfiggendoli e
riprendendosi il Nord Africa.

In italia teodorico muore senza lasciare eredi maschi adulti: Assume la reggenza sua figlia AMALASUNTA, in
attesa di poter far salire sul trono suo figlio atalarico, PREVIA decisione del THING.

Il thing confina amalasunta in una sorta di arresto domiciliare in una villa, prende atalarico e lo sottopone
all’addestramento per diventare re, fino a quando anche atalarico, ancora minorenne, muore PER UNA
FORTE FEBBRE. Giustiniano prende questo evento come CASUS BELLI per intervenire militarmente in italia,
facendo scoppiare, nel 532 la prima guerra GOTO-BIZANTINA, la peggior guerra che l’italia abbia sofferto,
peggio anche della seconda guerra mondiale. L’esercito bizantino in italia è guidato dal generale BELISARIO.

Non arriva in Italia tramite le alpi, ma allestisce una flotta e sbarca in Sicilia.

Vitige, il generale ostrogoto, colto alla sprovvista, si affretta a portare l’esercito verso sud. Il primo scontro
si ha a Napoli, dove belisario riesce a entrare solo dopo un durissimo assedio.
Gli ostrogoti si asserragliano a roma, che viene quindi assediata dai bizantini, un assedio piuttosto duro.

Alla fine belisario riesce a far capitolare Vitige ma solo dopo 10 anni si guerra. I due siglano un accordo che
prevede la divisione della penisola: i bizantini si prendono ciò che rimane a SUD del po, agli ostrogoti va la
TRANSPADANIA.

Gli unici scontenti sono i nobili ostrogoti che ammazzano Vitige e stracciano l’accordo, decidendo anche di
non aver bisogno di un re: per conto loro si riprendono la liguria. Di fronte a questa scelta giustiniano
Richiama Belisario dalla Spagna. Molti ritenevano però che belisario stesse ottenendo un potere eccessivo e
giustiniano si trova dunque a dover dare l’incarico all’eunuco NARSETE. Ha inizio la seconda guerra GOTO
BIZANTINA.

Avendo avuto notizia che giustiniano stesse preparando una nuova campagna, gli ostrogoti si eleggono un
re nella persona di TOTILA che finalmente è un re dotato di una certa intelligenza politica. Totila, come
decisione politica, decreta che non venga più pagata l’annona, la tassa fondiaria dei latifondisti.

Man mano, gli ostrogoti si riappropriano di tutta l’italia peninsulare da nord a sud. Narsete a quel punto
arruola i LONGOBARDI, famosi per la loro particolare ferocia. Nel 551 mentre totila si trova a roma e sta
preparando l’invasione della sardegna, narsete raduna il suo esercito a ravenna e si muove contro di lui. Lo
scontro avviene a Gualdo Tadino, una battaglia durissima con ingenti perdite da entrambe le parti dove
totila ha la peggio.

Gli ostrogoti si ritirano ma non si arrendono e nominano un nuovo re Teia che recluta un nuovo esercito e si
dirige verso napoli. I bizantini lo inseguono e lo raggiungono a un passo dalla città nella località dei monti
lattari dove scoppia una battaglia di TRE GIORNI alla fine dei quali gli ostrogoti si arrenderanno e la guerra
avrà fine.

Il lungo conflitto gotico bizantino ha avuto come conseguenza la morte di 2/3 della popolazione della
penisola italiana.

I longobardi allora, guidati da alboino, iniziarono a invadere l’italia ormai stremata e incapace di offrire una
resistenza apprezzabile. In breve tempo i longobardi si impadronirono di gran parte della penisola.

Nella società longobarda, chi comandava realmente non era il re, ma i duchi, i membri dell’aristocrazia
guerriera; ciascun duca era a capo di una FARA.

I longobardi abbattono le istituzioni romane e instaurano un regime politico nuovo per la penisola fondato
sul tradizionale uso germanico. L’italia è suddivisa in ducati, bizantini o longobardi. I longobardi in gran
parte non sono ancora stati cristianizzati. Il più antico ducato Longobardo era benevento

Il successore di Alboino, Arechi, sposato con teodolinda principessa Avara di religione cristiana, si rende
conto che i longobardi devono adeguarsi religiosamente e politicamente alla nuova realtà nella quale sono
venuti a risiedere: si trovano presi tra i bizantini a sud, i franchi a nord (Tradizionali nemici) e l’autorità
morale del papato dietro l’angolo. Roma è ancora territorio bizantino e l’imperatore d’oriente ha lo status
di protettore del vescovo di roma. I franchi sono cattolici e strizzano l’occhio al papato per sostituirsi ai
bizantini come sua “Guardia”. Sotto gli ostrogoti i franchi avevano già tentato di invadere l’italia, fallendo
per via di una pestilenza.

Arechi si rende conto che se vuole che il suo regno duri, deve farsi amico il papa e riformare le istituzioni
longobarde in senso centralista, accentrare l’autorità regale, territorializzare il suo dominio.

La storia dei longobardi in italia è però una storia di integrazione loro vera e proprio. Un paio di generazioni
dopo alboino il popolo diventa cattolico.
A un certo punto, con l’editto di rotari, i longobardi decidono di darsi un CARPUS SCRITTO di leggi univoco
per tutti. Diventa a tutti gli effetti uno stato centralista sul modello bizantino o il modello franco. I
longobardi cercano di prendersi i territori laziali controllati dai bizantini, suscitando le ire dei papi, non
disposti a cedere il territorio dove stanno (Non esiste ancora lo stato della chiesa).

L’ultimo re longobardo, desiderio, che tentò di invadere la romagna, dovette affrontare la discesa in Italia di
Carlo Magno, invitato dal papa a scendere. Carlo magno sconfigge desiderio e si autoproclama Re dei
longobardi, ossia, Re degli Italiani. L’unico enclave longobardo rimane Benevento.

I romani (Abitanti della romagna bizantini), dovendo decidere da chi farsi governare, decidono di farsi
governare dalla chiesa. Formalmente in fondo, città del vaticano è ciò che rimane oggi dell’impero
bizantino.

(Parola tedesca Wlesch. Deriva dalla parola latina Volcae, una tribù gallica designata dai romani e utilizzata
in seguito per designare tutti i celti, e in seguito tutti gli stranieri. Quando angli, sassoni e iuti invadono la
britannia, trovano un sacco di Celti, che definiscono WELSCH. Oggigiorno, gli unici “Celti” rimasti sono i
gallesi: ENG WELSH. In altoadige, WELSCH designa gli italiani. Per i Franchi, quelli che parlavano una lingua
incomprensibile, i barbari erano coloro che parlavano latino, i romani. Per un tedesco di oggi un WELSCH è
un italiano o un francese. Quando arrivarono gli slavi in europa trovarono in primo luogo i germani, dai
quali presero in prestito questo termine per significare non più Barbaro, ma proprio ROMANO)

Quando angli, sassoni e iuti sbarcano in britannia, la dividono nella cosiddetta EPTARCHIA

Gli angli fondano la Northumbria, la Mercia e L’Anglia Orientale; i sassoni fondano il Wessex, il Sussex e
l’Essex; gli iuti il Kent.

Quando tutto questo è completamente realizzato siamo nel settimo secolo (Più o meno quando i
Longobardi iniziano a romanizzarsi). Anche Angli, Sassoni e Iuti sono ancora pagani (E quindi analfabeti), ma
la sede che si sono scelti è molto vicina all’IRLANDA. In Irlanda c’erano i CELTI di religione CATTOLICA,
convertiti già da diversi secoli da San Patrizio e quindi fortemente acculturati, avevano assorbito il
cristianesimo e con esso la civiltà della scrittura e la cultura latina. In irlanda era arrivata la conoscenza
romana, si leggeva e si commentava virgilio e in aggiunta non era stata nemmeno sfiorata dalle invasioni
barbariche. Im quel momento storico, l’irlanda era la principale custode della memoria della classicità e di
un cattolicesimo estremamente rigoroso. Gli irlandesi, in questa situazione, iniziano a rompere le scatole a
mezza europa per convincerli a battezzarsi. Durante il VII secolo, dall’irlanda comincia un massiccio
movimento missionario. I vescovi irlandesi si avventurano tra i germani pagani e cominciano a predicare il
vangelo, anche tra i germani longobardi. Fondano monasteri OVUNQUE, in ogni parte d’Italia e Germania.
con i monasteri vengono anche ovviamente fondati importanti CENTRI SCRITTOREI. I primi ad essere
convertiti sono gli abitanti della NORTHUMBRIA.

Grazie agli irlandesi, nell’ottavo secolo gli inglesi sono già acculturati e cristianizzati e iniziano a lasciarci
tracce della loro lingua. Inizialmente scrivono in LATINO, ma una volta impratichiti, iniziano a lasciarci
testimonianze della loro lingua GERMANICA. Il primo documento scritto pervenutoci in LINGUA INGLESE è il
cosiddetto INNO DI CAEDMON che è una breve poesia di argomento religioso risalente probabilmente
all’inizio dell’VIII secolo.

Nel 789, per la prima volta, i vichinghi approdano in Inghilterre, in Northumbria. I vichinghi erano quei
germani che NON AVEVANO preso parti alle grandi migrazioni, quelli che erano rimasti più attaccati alle
loro credenze e usanze tradizionali. A un certo punto nella storia però anche loro cominciano a spostarsi.

Realisticamente le cause sono principalmente 2; uno dei popoli che Carlo Magno aveva sconfitto e
sottomesso era quello dei FRISONI, che abitavano le coste del mare del nord ed erano provetti marinai,
avevano il controllo del mare del nord: Carlo li sconfigge e li disarma. Tra i germani settentrionali vigeva il
MAGGIORASCATO, quindi sconfiggendo i frisoni, carlo apre il mare del nord agli spossessati che avevano
bisogno di costruirsi una fortuna da zero: Inizia così l’età vichinga. I vichinghi erano coloro che, nati per
secondi, terzi o quarti nella loro famiglia, armavano una flotta e decidevano di andare a arricchirsi razziando
terre straniere. Qualcuno tenta di cercare fortuna verso OCCIDENTE, quindi verso l’Inghilterra. Il VICHINGO
non era un popolo, era un MESTIERE, comune a più popoli. I vichinghi cominciano a comparire sulle coste
inglesi e la Northumbria risente in maniera più pesante questo evento. Il monastero di LINDISFARNE viene
saccheggiato quasi subito.

I vichinghi diventano in breve tempo un problema non solo inglese ma EUROPEO; iniziano a saccheggiare
anche gli altri regni anglosassoni, si spingono oltremanica.

Ivarr senza ossa è un personaggio storico, che nell’866 condusse un esercito vichingo in northumbria con lo
scopo non più di fare bottino ma di fare CONQUISTE: Questo ebbe un successo fulminante. Nel giro di pochi
anni i vichinghi da lui guidati si impadroniscono prima della Northumbria, poi degli altri regni anglici. L’unico
regno a salvarsi è il regno del WESSEX, lasciato abbastanza in pace per la sua posizione appartata. All’epoca
il trono del wessex era spartito tra due fratelli: Æðelred e Ælfred. Si scontrano per la prima volta con i
vichinghi nell’874 nella battaglia di Marton e in altre 7 battaglie nel corso dello stesso anno. Æðelred muore
in questi primi scontri.

Alfredo rimane unico re e decide di ritirarsi nella capitale di Winchester, anch’essa poi espugnata. Alfredo
riesce a scappare e a rifugiarsi nelle regioni paludose a sud. Lì si dedica a organizzare un contrattacco con le
ultime forze rimanenti e si dedica allo studio di giulio cesare. Alfredo era una persona di GRANDE
ERUDIZIONE e inizia a studiare le tecniche di combattimento romane. Raccolte forze sufficienti, le organizza
secondo i principi della legione romana e muove contro il GRANDE ESERCITO PAGANO, il cui comando è
passato a Guthrum. I due eserciti si scontrano nell’878 a EDINGTON. Alfredo riesce contro ogni aspettativa
a sbaragliare i vichinghi ottenendo una vittoria schiacciante e decisiva. Dopo Edington alfredo obbliga
Guthrum a battezzarsi e lo adotta. I due siglano un trattato di pace in base al quale l’inghilterra viene divisa
in due: Tutto ciò che è a sud del tamigi ricade sotto il controllo dell’Essex mentre Guthrum può tenersi i
territori al nord. Il territorio lasciato a Guthrum prende il nome di DANELAW.
Il sassone occidentale si afferma come dialetto di prestigio in inghilterra grazie all’opera di alfredo il grande
e il wessex supera la northumbria a livello culturale e tecnico. Si ha quindi l’unificazione linguistica
dell’inghilterra, in cui fino a quel momento si parlavano diversi dialetti anglosassoni (Anglico, kentico etc…).

Da alfredo in poi, negli ultimi decenni del IX secolo il sassone occidentale diventa lo standard e i successori
di alfredo, che un po’ per volta riconquistano il DAELAW (Che dopo la battaglia di Edington era stata
assegnata ai vichinghi) e a unificare per la prima volta tutta l’inghilterra, imponendo tra le altre cose lo
standard linguistico sassone occidentale. La fioritura ingese dura più o meno un secolo.

Nel frattempo in SCANDINAVIA avvengono fatti politici molto rilevanti: i vichinghi, stabilendo rapporti
commerciali e diplomatici con i vari stati europei dell’epoca, vengono a contatto con unità politiche nuove;
essi non conoscevano il concetto di stato centralista, ogni villaggio si governava da se’ con l’autorità regale
e il THING. Alla stessa epoca di alfredo, in norvegia, HARALDR HAFARGR, uno dei re locali, decise di istituire
nel suo paese uno stato centralista come l’impero carolingio unificando la Norvegia (Decise di non tagliarsi i
capelli fino a quando non ci fosse riuscito). Ci riuscì, sconfiggendo uno per uno gli altri piccoli re locali e ci
vollero dieci anni. Non tutti gli sconfitti furono però disposti ad accettare il suo potere: molti decisero di
prendere il mare e andare in esilio verso ovest a cercare nuove terre; finirono in ISLANDA, all’epoca abitata
solo dalle pecore. Lì ricostruirono una società dai tratti volutamente e tenacemente ARCAICI, attaccata alle
tradizioni ataviche germaniche. Ancora oggi l’ISLANDESE è la più conservativa tra tutte le lingue
germaniche, l’islandese scritto non è cambiato di una virgola in 1000 anni a differenza delle altre lingue
germaniche.

Un’altra novità che si stava affermando in scandinavia era il CRISTIANESIMO. Un mercante VICHINGO
PAGANO che voleva commerciare con un europeo cristiano, doveva prima farsi BATTEZZARE, tanto quanto i
capi norreni che volevano stabilire rapporti diplomatici: Attorno all’anno 1000 anche la scandinavia si può
ritenere CRISTIANIZZATA, soprattutto anche grazie all’operare del re norvegese Olaf il Santo (Massacrando i
reticenti a convertirsi). I danesi si convertirono pacificamente al cristianesimo sotto Hakon Bleetand
(“Blotand”), Dente Blu (Bluetooth).

Con gli esuli ha inizio la seconda ondata vichinga, che si abbatte sull’inghilterra poco prima dell’anno mille.
In quest’epoca si colloca l’opera di WULFSTAN: il SERMO LUPI AD ANGLOS.

Wulfstan fu vescovo tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI secolo, e consigliere del re inglese Æðelred
Unreadig (Aethelred lo scemo). Sotto Æðelred si ha il picco di questa seconda ondata di invasioni vichinghi,
alla quale egli reagisce SCAPPANDO. Il re danese KNUT, all’inizio dell’XI sec. Arma una potente flotta e fa
rotta verso londra, al suo avvicinarsi Æðelred scappa in NORMANDIA (Discendenti di rollone) e nomina il
duca stesso suo SUCCESSORE nel suo regno. Knut arriva a londra, senza re, e si nomina re di inghilterra e di
Danimarca. Wulfstan aveva già scritto il SERMO LUPI, nel quale diceva peste e corna dei vichinghi ma, viste
le circostanze lo riscrive e lo rimaneggia eliminando ogni riferimento critico ai danesi. Knut si lega però
anche alla casa di Æðelred, sposando una principessa di sangue reale, per legittimare la sua progenie come
successori al trono d’inghilterra. La sua strategia, fino al 1066, funziona, essendo l’inghilterra retta da
monarchi Anglo-Danesi. Tutto ciò giunge a una fine con EDOARDO IL CONFESSORE (Casto, Brutto e senza
progenie): La nobiltà inglese si trova quindi nella situazione di dover scegliere un nuovo re alla morte di
Edoado, individuandolo nella persona di un suo lontano cugino, HAROLD GODWINSON, che divenne re nel
1066. Appena eletto harlod dovette affrontare la minaccia di HARALD Harðraða (Testa dura), un re di
norvegia che dopo aver viaggiato per mezza europa fino al medio oriente, decise di andare a conquistare
l’inghilterra: Armò una flotta e nel 1066 sbarcò in Northumbria. Godwinson dovette frettolosamente
raccogliere un esercito e farlo marciare verso nord; i due si scontrarono nella famosa battaglia di Stamford
Bridge dove l’esercito norvegese viene sconfitto e messo in fuga: Dopo questa vittoria FINISCE L’Età
Vichinga in europa.
Harold Godwinson deve però affrontare una seconda minaccia da sud: Il duca di Normandia pro tempore
GUGLIELMO IL BASTARDO, reclama il trono per testamento di Æðelred. Guglielmo sbarca nel sud
dell’inghilterra, dove viene raggiunto da Harold ad HASTINGS; Harold riesce a mettere in fuga i Normanni, e
vedendo la loro ritirata, si lanciarono a saccheggiare il loro acccampamento: Harold muore trafitto da una
freccia in un occhio, gli inglesi sbandano e guglielmo riesce a capovolgere le sorti della battaglia, diventando
RE D’INGHILTERRA, cambiando il suo nome da Guglielmo il bastardo a Guglielmo IL CONQUISTATORE.

Con l’ascesa di Guglielmo finisce l’epoca dell’inglese antico e inizia quello del MIDDLE ENGLISH. Il francese
diventa lo standard linguistico e l’inglese ritorna ad essere una lingua frammentata, parlata dai ceti più
bassi, fino ai tempi dei tudor, quando comincia l’epoca dell’inglese moderno.

RAFFORZAMENTO GOTO NORDICO (Mutamento dialettale)

Osservabile in germanico settentrionale e orientale ma non in germanico occidentale. In orientale e


settentrionale, le SEMIVOCALI in posizione intervocalica diventano occlusive sonore mentre in occidentale
rimangono ciò che sono. Germanico: Trewa; Germ. Occidentale: Trewa (Eng. True, Ted Treu) MA Norreno
(Settentrionale): TRYGGR e gotico (Orientale): TRIGGUS.

Germanico: *Aja, uovo. Ted.: Ei MA Inglese e Norreno fanno EGG. Gotico ADA. In inglese antico, uovo
faceva EG, ma con la G letta I (éi). L’inglese moderno è EGG per influenza norrena.

In germanico settentrionale e Occidentale, e non in Orientale, la E lunga PRIMA, muta in A lunga.

Germanico *SlĒp- , Dormire. Da qui abbiamo il tedesco SCHLĀFEN. Islandese SLĀPA. Ma GOTICO SLEPAN

Terzo Fenomeno: ROTACISMO. La sibilante era l’unica FRICATIVA nell’inventario consonantico


indoeuropeo, e nell’evoluzione verso il germanico andava incontro a Verner. Se l’accento non cadeva sulla
sillaba precedente la sibilante si SONORIZZAVA. In OCCIDENTALE E SETTENTRIONALE, la sibilante sonora
che si ottiene dall’indoeuropeo diventa una VIBRANTE, una R.

Indoeuro. Kusdhòs – Germanico Huzdàz. Ma TEDESCO: Ort, ing. Hourd. Gotico Huzd.

*ð: Solo in germanico occidentale passa esclusivamente in OCCLUSIVA, quindi D

Indoeuro. Kortù – Germ. Harðu

Harðu Passa in norreno in Harðr, Duro ma in INGLESE in Hard

Geminazione: in tutte le lingue germaniche occidentali, una consonante seguita da una semivocale palatale
si raddoppia, a condizione che la sillaba precedente sia una sillaba breve. Una sillaba breve (O leggera) è
una sillaba contenente una vocale breve e al massimo una sola consonante in chiusura.

GOT. Satjan (Mettere) – INGL. ANT. Settan – SAX. Settian

GOT: Sokjan (Cercare) – INGL. ANT. Secan la geminazione non si verifica perchè la sillaba precedente è
LUNGA, contenendo una vocale lunga (O che non può essere breve perche la O breve dall’indoeuropeo al
germanico passa in A Lunga).

Innovazioni che distinguono INGLESE E FRISONE dal germanico occidentale, tanto da creare un ramo a
parte, l’anglo-frisio. L’occlusiva velare sorda (K) muta in C (C di Cielo), un’affricata palatale.
Anteriorizzazione delle vocali basse: Ā diventa Æ.

Cosa distingue l’alto tedesco dal basso tedesco? La SECONDA MUTAZIONE CONSONANTICA

(Ned. Roken is dodelijk / Ted. Rauchen ist Tödlich). Verso il sesto secolo, I dialetti parlati nel centro sud
della Germania subirono un mutamento simile alla PRIMA MUTAZIONE CONSONANTICA (Grimm). Per
effetto della seconda mutazione consonantica notiamo questa evoluzione: In primo luogo le OCCLUSIVE
SONORE germaniche diventano SORDE. Le OCCLUSIVE SORDE possono avere in ALTO TEDESCO un doppio
esito a seconda della loro POSIZIONE. Diventerà AFFRICATA in posizione iniziale, postconsonantica o
geminata.

Fenomeno non esclusivo del tedesco, non esclusivo delle germaniche occidentali (Non presente nelle
orientali): METAFONIA o UMLAUT. Interessa le vocali accentate in germanico settentrionale e occidentale,
è la tendenza a uniformare i timbri delle vocali all’interno di uno stesso termine (Tendenza già presente in
germanico comune, Ĕ indoeuropea seguita da una vocale alta o chiusa, in germanico diventa I). Nei due
germanici però adesso interessa tutte le vocali e non solo più la E. in tutto il germanico una Ă si
ANTERIORIZZERÁ in E se seguita da I e J.

In inglese antico la metafonia può essere di due tipi: Palatale o Velare. Per effetto della metafonia palatale
una vocale anteriore si innalzerà, mentre una vocale posteriore si anteriorizzerà.

Anteriori: Æ ed E. per Metafonia palatale, se una di queste due vocali è SEGUITA da una I o una J evolve
così: Æ – E ed E – I.

Posteriori: U, O, A per metafonia palatale in SASSONE OCCIDENTALE (Standard) evolvono così: U – Y, O – E,


A – Æ.

(RIVEDERE PUNTATA DEL 9/12)

L’anglo frisio introduce anche innovazioni MORFOLOGICHE e MORFO-FONOLOGICHE. Una di queste è


l’annullamento dell’opposizione Sorda-Sonora nelle fricative: Fricative sorde e Fricative sonore diventano
membri dello stesso fonema.

In inglese antico, la fricativa germanica diventa sorda in posizione iniziale, finale o a contatto con altri
elementi sordi

WIF – WIVES (Moglie – Della Moglie ingl.ant): La fricativa F è nel primo caso FINALE quindi Sorda, nel
secondo caso è INTERVOCALICA quindi SONORA-

In anglo frisio, la distinzione tra le forme personali plurali del verbo viene ANNULATA (Plurale uguale per
tutte le persone) (Ted: Wir sterben, Ihr sterbt / Ingl. Ant. We Steorfaþ, Je Steorfaþ)

Un’altra innovazione è l’annullamento della distinzione tra DATIVO e ACCUSATIVO nei pronomi.

Per leggere l’inglese antico è necessario essere consci delle ambiguità della grafia (C può essere
pronunciato come Cane o come Cento)

F si potrà pronunciare come F o come V a seconda del contesto.

Þ o ð a seconda del contesto si potranno pronunciare come TH di Thing o come That

In inglese esiste anche una METAFONIA VELARE: è esercitata dalle vocali posteriori (U, A) se una vocale
anteriore è preceduta
Da una vocale posteriore si posteriorizza

In anglo frisio una nasale seguita da una fricativa sorda CADE con allungamento della vocale precedente

Five – Fünf / Goose – Gans.

GRAMMATICA DELL’INGLESE ANTICO

L’inglese antico conserva due blocchi flessivi importante: Quelli con tema in VOCALE (Temi in Ă che sono
MASCHILI O NEUTRI, i temi in Ō che sono FEMMINILI, Temi in I e temi in U che sono piuttosto rari; L’inglese
tende a semplificare temi e declinazioni del germanico facendo rientrare la maggior parte dei sostantivi in
vocale nei temi in A e in O) e quelli con tema in NASALE.

Tipico tema in A è Dæg (Day):

SING:

Nom: Dæg

Gen: Dæg – es

Dat: Dæg – e

Acc: Dæg

PLUR:

Nom: Dag-as

Gen: Dæg-e

Dat: Dag-um

Acc: Dag-as

In DAGAS e DAGUM abbiamo delle desinenze contenenti VOCALI POSTERIORI causanti METAFONIA
VELARE, conservando anche la G germanica, non avviene la PLATALIZZAZIONE.

Il neutro è praticamente identico, l’unica differenza sta nel nominativo e accusativo plurale, dove il neutro
ha delle forme ADESINENZIALI.

Word (Parola)

SING:

Nom: Word

Gen: Word – es

Dat: Word – e

Acc: Word
PLUR:

Nom: WORD

Gen: Worde

Dat: Wordum

Acc: WORD

Giefu (Jievu, Dono)

SING:

Nom: Giefu

Gen: Giefe

Dat: Giefe

Acc: Giefe

PLUR:

Nom: Giefe

Gen: Giefa

Dat: Giefu

Acc: Giefe

L’inglese antica conserva anche la flessione FORTE e DEBOLE dell’aggettivo, che può essere flesso in due
modi diversi a seconda del contesto semantico. In contesto semantico determinato segue la flessione
debole, in quello INDETERMINATO segue la flessione FORTE.

SAMA però è sempre debole perché già DETERMINATO.

Nella comparazione degli aggettivi non si utilizza MORE ma si utilizza il suffisso –Ra (-Re)

VERBI

Anche nei verbi vi sono flessione forte e flessione debole. La differenza risiede nel modo in cui il PRETERITO
viene distinto dal presente. I verbi forti sono quelli che distinguono il preterito dal presente con una
variazione apofonica della radice (Ingl. Sing/Sang). Il verbo debole distingue il preterito tramite l’aggiunta di
un suffisso caratteristico, generalmente contenente una dentale (Ingl. Love/Loved). Per sapere come
coniugare un verbo forte dobbiamo ricorrere alla LOGICA.

I forti sono distribuiti in SETTE classi flessive (O coniugazioni). Il criterio alla base della loro distribuzione in
sette classi è fondato sulla loro struttura RADICALE.
Le prime TRE classi comprendono verbi la cui radice in INDOEUROPEO aveva la struttura Vocale-Sonante-
Consonante (VSC).

La PRIMA classe: Sonante in radice: I

La SECONDA con o U o EO

La TERZA una qualsiasi di tutte le altre.

Nel sistema del presente la vocale in radice è tipicamente una Ĕ. Nella prima classe il germanico al presente
avrà un vocalismo radicale.

Prendiamo la radice indoeuropea Rīd (Cavalacare). Al presente indoeuropeo avrà la Ĕ; AVENDO


l’indoeuropeo solo DUE VOCALI (E ed O) obbligatoriamente nel perfetto avremo la O. in germanico si avrà il
dittongo AI che in inglese antico evolverà in Ā: Rād.

Dal verbo RIDAN (Ic Rīde), dalla forma in Rid- formeremo L’INDICATIVO, IL CONGIUNTIVO e L’IMPERATIVO.

La seconda forma è quella del PRETERITO SINGOLARE (Rād) dalla quale formeremo PRIMA E TERZA persona
SINGOLARE del preterito.

La terza forma dalla quale formeremo la SECONDA PERSONA SINGOLARE E PRETERITO PLURALE E IL
CONGIUNTIVO PRETERITO si ricava dal grado zero della radice in cui la I diventa l’apice di sonorità, tramite
apofonia QUANTITATIVA diventando Ĭ: Rĭdon.

La quarta forma del paradigma è quella che ci da il PARTICIPIO PRETERITO, e si forma anch’essa sul grado
ZERO della radice: Gerĭden.

Nella seconda classe la radice ha la sonante U: Le quattro forme apofoniche del paradigma sono EO/Ū, ĒA,
U, O (Derivante dall’abbassamento di Ŏ); Beodan (Ic Bēode, þu Bīetst) (Aspettare): Beodan, Bēadan, Budon,
GeBoden.

Le sottoclassi: Sang, Sungon, Gesungen.

Verbi forti di terza classe: Werd (Germ) (Diventare) Vocale anteriore seguita da VIBRANTE e CONSONANTE:
Abbiamo la FRATTURA, E diventa EO, e per l’annullamento anglofrisio dell’opposizione tra vocali sorde la D
la pronunceremo SONORA: WEORĐAN (Ic Wiere), Wearþ, Wurdon, (Ge)worden. E

La quarta classe include i verbi che hanno la radice chiusa da una Sonante semplice, senza consonanti a
seguire. Il paradigma è quasi del tutto identico a quello dei verbi di terza classe tranne nel preterito plurale
che in radice Germanica ha una Ā, anteriorizzata in Æ in anglofrisio. BERAN (Bierþ, Bær, Bǣron, (Ge)Boren)
O

La quinta classe comprende verbi nei quali la radice è chiusa da una consonante semplice. Seguono quasi
del tutto il paradigma dei verbi forti di quarta classe, tranne nella quarta forma dove al participio preterito
vi è una E e non una O (U in terza classe). TREDAN / GIEFAN U

La sesta classe è caratterizzata da una serie apofonica PESANTE in radice che passa direttamente dal gardo
ZERO al Grado ALLUNGATO (Schwa alterna con Ā): Grafan, grof, grofon, graven. / FARAN, Færþ, Fōr, Fōron,
(Ge)Faren
La settima classe: memoria è una classe nella quale rientrano i verbi con paradigmi che non rientrano nei
casi precedenti, come i verbi a raddoppiamento, che formavano il preterito raddoppiando la sillaba
radicale. CNAWAN, Cnǣwþ, Cnēow, Cnēowon, (Ge)Cnāwen

I verbi deboli sono raggruppati in TRE classi in base all’elemento tematico presente in GERMANICO. Tra la
radice e il suffisso in dentale inserisce una vocale tematica.

(Prima classe in germanico A lunga, Seconda classe in germanico tematica O lunga, terza classe inserivano
una E lunga)

SERMO LUPI AD ANGLOS

Sermone scritto da Wulfstan nel 1014, nel pieno della seconda ondata di invasioni vichinghe, che porterà
Knut a sedere sul trono d’inghilterra. Il sermone presenta l’invasione come un presagio della fine dei tempi
e conseguenza dei peccati degli inglesi; si risolve con un’esortazione a pentirsi e a fare ammenda.

[1] Lēofan (Leovan, a causa dell’abbattimento dell’opposizione sorda/sonora nelle fricative: la F si trova in
ambiente sonoro e si sonorizza) men, ġecnāwað (*Jeknauath, la G si palatalizza essendo a contatto con una
vocale anteriore e palatale) þæt sōð is.

Lēofan: Plurale debole, Debole perché VOCATIVO dell’aggettivo LEOF, la desinenza -An è tipica del plurale
dei sostantivi in NASALE

Men: Plurale metafonetico di MAN, uomo, e ha valore Vocativo

Ġecnāwað: Ingl. Moderno KNOW. È un verbo forte di SETTIMA CLASSE, -að è la tipica desinenza anglofrisia
del plurale del presente; Sappiate. GE- è un prefisso che ha un valore comitativo e perfettivo, azione
compiuta da più persone e compiuta nella sua interezza.

Þæt: dimostrativo (Se, Seo, þæt) e fa anche da congiunzione; Che

Sōð: Verità, sostantivo femmile in Ō (Ted. Sünde: colpa)

Is: III pers. Sing. Beon (Essere): è un verbo SUPPLETIVO, utilizza cioè radici diverse all’interno del suo
paradigma.

Cari uomini, Sappiate che è verità

[2] Ðēos worold is on ofste, and hit nēalǣċð þām ende, and þȳ hit is on worolde aa swā lenġ swā wyrse.

Ðēos: Femminile del dimostrativo forte dell’inglese, il dimostrativo vero. Questo

Worold: Femminile (Term. Composto da Wer, uomo e Alt, età: mondo = Età dell’uomo). Mondo

Is: è

On: Preposizione che può reggere Dat. O Akk: Dativo quando è stato in luogo mentre l’Accusativo Quando
regge un moto a luogo

Ofste: è un dativo singolare di Ofst (Femminile in Ō): Affanno


Questo mondo è in affanno

And: E

Hit: Ingl. IT. Esso

Nēalǣċð: Terza persona sing del presente indicativo di nēalǣċan, la desinenza in fricativa dentale è tipica
della terza persona al presente in inglese antico e ben oltre. Verbo debole di Prima Classe, e lo capiamo
subito dalla struttura della radice che è debole perche non ha radice MONOSILLABICA, questo ha una radice
BISILLABICA, sarà per forza un verbo debole. Non è di terza classe perche non è uno di quei tre verbi; non è
di seconda classe perché non ha la tipica desinenza –Ian all’infinito e avrebbe la forma –að alla terza sing.
Quindi è un verbo debole di Prima classe. Si Avvicina e deriva dall’aggettivo Neah, vicino.

Þām: Dativo singolare maschile di Se, dimostrativo. Alla

Ende: Dativo singolare di End, maschile in Ja: Maschile che davanti alla vocale palatale A ha una Semivocale
palatale, J. Fine

And: E

þȳ: Strumentale del dimostrativo. Perciò

Hit: Esso

Is: è

On: Regge il dat. Nel

Worolde: Dativo di Worold. Mondo

Aa: Avverbio: Sempre

Swā lenġ swā wyrse: Espressione idiomatica; Swā vuol dire Come, inglese SO, Swā/ Swā si usa per fare i
comparativi di uguaglianza; lenġ è un avverbio formato sull’aggettivo Lang, lungo; Wyrse è l’inglese
moderno Worse, comparativo di maggioranza di Yfel, cattivo. Lett. “Come più a lungo così peggio” = Più
dura e più peggiora (Va sempre peggio)

Questo mondo è in affanno e si avvicina alla fine, e perciò (nel mondo) va sempre peggio.

[3] And swā hit sceal nȳde for folces synnan ǣr antecristes tōcyme yfelian swȳþe, and hūru hit wyrð
þænne eġesliċ and grimliċ wīde on worolde.

And swā: E Così

Hit: Ingl. It

Sceal: Ingl. Shall. È un verbo PRETERITO PRESENTE. Il preterito ha funzione di presente come in questo caso,
come i verbi modali dell’inglese moderno, che neanche non hanno la desinenza alla terza persona presente.
È uguale a un preterito singolare di un verbo forte di IV classe, che si chiude con una sonante semplice (L).
nelle lingue germaniche esiste la categoria preterito presente, nei quali il preterito ha valore semantico del
presente, e dai quali derivano i verbi Modali (Che infatti non hanno la desinenza della terza persona). Willan
è un altro di questi verbi (Volere), Kunnan (Sapere), Magan (Potere), Wissan (Conoscere). Deve

Nȳde: Avverbio formato sul sostantivo Nēde, necessità. Necessariamente


For: Regge il dativo (Synnan), Per

Folces: Maschile in A, genitivo singolare. Della Gente

Synnan: Dativo Plurale di Synn, femminile in O, Peccato. I Peccati

Ǣr: Preposizione con valore temporale. Prima (Di qualcosa)

Antecristes: Anticristo

Tōcyme: sostantivo composto da To e dal verbo Cuman, Venire. Avvento/Venuta

Yfelian: Infinito di verbo debole di seconda classe (Rad. Bisillabica e uscita in –ian). Incattivire/peggiorare

Swȳþe: Averbio. Fortemente/molto.

E così deve necessariamente peggiorare molto per i peccati della gente, prima della venuta dell’anticristo

(L’inglese antico grazie alla ricchezza sintattica e desinenziale mantiene una grande libertà nell’ordine della
frase)

And: E

Hūru: Avverbio, Del tutto/Veramente

Hit: It

Wyrð: III Singolare presente indicativo di Wēorðan, Verbo forte di terza classe, Diventare. Metafonia
palatale in radice per la terza persona (Come in tedesco). Funge anche da futuro: Il futuro si significava col
presente semplice. Diventerà

Þænne: Ingl. Moderno Then, Allora

Eġesliċ: Pauroso/Terribile

And: E

Grimliċ: Tetro

Wīde: Avverbio costruito sull’aggettivo Wīd, Ampio; Ampiamente

On: Su/Nel (+ Dativo)

Worolde: Dativo di Wērold, Mondo

E così deve necessariamente peggiorare molto per i peccati della gente, prima della venuta
dell’anticristo, (E) allora diventerà terribile e tetro in tutto il mondo.

[4] Understandað ēac ġeorne þæt dēofol þās þēode nū fela ġēara dwelode tō swȳþe, and þæt lȳtle
ġetrēowþa wǣran mid mannum, þēah hȳ wel spǣcan, and unrihta tō fela rīcsode on lande.

Understandað: Imperativo da Understandan, Capite/Capiate! Verbo forte di Sesta classe per la Ă nel
sistema del presente

Ēac: Anche
Ġeorne: Di buon animo; Tedesco Gern, in inglese abbiamo Frattura (eo) e Palatalizzazione (Ġ)

Þæt: Che

Dēofol: Il Diavolo; Prestito dal latino Diabulus (Per SECONDA MUTAZIONE CONSONANTICA l’inglese ha D e il
tedesco ha T, Teufel)

Þās: Accusativo singolare femminile di Sēo; La/Il

Þēode: Þēod, Femminile in O (Tedesco Deutsch, Letteralmente “Popolare”). Il Popolo

Nū: Inglese Now, Ora

Fela: Tedesco Viel, Plurale: Molti

Ġēara: Genitivo plurale di Ġēar, Neutro in A; Genitivo partitivo, Letteralmente “Molti di anni”. Per molti
anni

Dwelode: Preterito per suffisso in dentale, di Dwelan, Ingannare; Ha ingannato/Ha indotto in errore

Tō swȳþe: Too Much

And þæt: E che

Lȳtle: Poche

Ġetrēowþa: Ġe- Prefisso per nomi astratti. Plurale di Femminile in O; Lealtà/Manifestazioni di lealta

Wǣran: Plurale preterito di Bēon; Erano

Mid: Con (+Dat)

Mannum: Dativo plurale di Mann; Uomini

Þēah: Though, Benché

Hȳ: Loro

Wel: Bene

Spǣcan: Preterito Plurale di spǣcan, Verbo forte di V classe. Parlassero

And: E

Unrihta: Un- Prefisso negativo. Genitivo plurale Partitivo. Lett. “Di ingiustizie”. Trad. Ingiustizie

To Fela: Too Many; Troppe

Rīcsode: Preterito verbo debole di seconda classe. Rican: Regnare; Regnavano/Hanno regnato

On: Su (+ Dativo)

Lande: Dativo di Land, Questa Terra/Nel Paese

Capiate anche di buon animo che da molti anni oramai il Diavolo ha ingannato troppo il popolo e che
poche manifestazioni di lealtà vi erano tra gli uomini, benché essi parlassero bene, e troppe ingiustizie
hanno regnato su questa terra.
[5] And næs ā fela manna þe smēade ymbe þā bōte swā ġeorne swā man scolde, ac dæġhwāmlīċe man
īhte yfel æfter ōðrum and unriht rǣrde and unlaga maneġe ealles tō wīde ġynd ealle þās þēode.

And: E

Næs: Contrazione di Ne + Wæs: Non era (Non c’era)

Ā: Avverbio di Tempo: Sempre. Ma in frase negativa quindi Mai

Fela: Tanti (Un Gran numero)

Manna: Uomini, Genitivo plurale

Þe: Particella per introdurre una proposizione RELATIVA (Che, il quale, I quali) Che

Smēade: Da Smēaġan, verbo debole di II classe (Esce in ‘-Jan’), Riflettevano

Ymbe: Tedesco ‘Um’, intorno a qualcosa; in senso figurato Riguardo a Qualcosa

Þā: Accusativo singolare femminile di Sēo.

Bōte: Accusativo femminile singolare di Bōt, Penitenza/Fare ammenda

Swā/Swā: So/So, Comparativo, Così/Come

Ġeorne: Di buon animo/Volentieri

Man: L’uomo ma anche pronome indefinito come in tedesco

Scolde: Avrebbero dovuto/Dovevano

E mai nessuno dei tanti uomini rifletteva sul fare pentimento così di buon animo come un si sarebbe
dovuto

Ac: Congiunzione avversativa impiegata soltanto quando introduce una proposizione che nega la
proposizione precedente (Sondern); Ma

Dæġhwāmlīċe: Avverbio composto Dæġ-, Giorno + -wām-, dat. Singolare di Hwa + -līċe: Sostantivo +
Pronome + Suffisso avverbiale. Quotidianamente.

Man: Si

Īhte: Preterito debole irregolare di īcan, verbo debole di prima classe, Accumulare. Il suffisso è in dentale
sorda e non sonora e ha anche una Fricativa H, mentre all’infinito ha un’occlusiva che è poi stata
palatalizzata in TSCH. La radice indoeuropea è *Aug. Primo passagio tramite legge di grimm: La sonora (G) si
assordisce (C). Nel preterito aggiunge un suffisso in dentale. Occlusiva sorda a contatto con fricativa sonora
andavano incontro a assimilazione reciproca e il risultato finale era l’ingl antico īht. Accumulava

Yfel: Un male. Aggettivo sostantivato

Æfter: Dopo

Ōðrum: Dativo di ōðer, L’altro. Aggettivo sostantivato sempre forte

And: E
Unriht: Aggetivo sostantivale, Ingiustizia

Rǣrde: Verbo debole di prima classe. CRESCEVA

And: E

Unlaga: Lag = Law. Illegalità/crimini

Maneġe: Many, Molti. Aggettivo forte, sempre forte, nominativo Plurale. Sempre forte perché sempre
intrinsecamente determinato.

Ealles: Genitivo avverbiale. Aggettivo Eall, tutto, sempre forte perché significato intrinsecamente
determinato. Flesso al genitivo e non riferito a nessun sostantivo, assume valore avverbiale, il cosiddetto
genitivo avverbiale; Totalmente/Del tutto.

Tō wīde: Troppo largamente/ampiamente/diffusamente

Ġynd: Preposizione che regge accusativo. Presso

Ealle þās þēode: Accusativo singolare. Tutto questo popolo

E mai nessuno dei tanti uomini rifletteva sul fare pentimento così di buon animo come un si sarebbe
dovuto, ma quotidianamente si accumulava un male dopo l’altro, e l’ingiustizia e molti crimini
crescevano (Anche se al singolare in ingl.antico) troppo ampiamente presso tutto questo popolo.

IT: ‘[1] Cari uomini, Sappiate che è verità, [2] Questo mondo è in affanno e si avvicina alla fine, e perciò va
sempre peggio. [3] E così deve necessariamente peggiorare molto per i peccati della gente, prima della
venuta dell’anticristo, allora diventerà terribile e tetro in tutto il mondo. [4] Capiate anche di buon animo
che da molti anni oramai il Diavolo ha ingannato troppo il popolo e che poche manifestazioni di lealtà vi
erano tra gli uomini, benché essi parlassero bene, e troppe ingiustizie hanno regnato su questa terra. [5] E
mai nessuno dei tanti uomini rifletteva sul fare pentimento così di buon animo come si sarebbe dovuto, ma
quotidianamente si accumulava un male dopo l’altro, e l’ingiustizia e molti crimini crescevano troppo
ampiamente presso tutto questo popolo.’

CRITICA TESTUALE

Prima dell’invenzione della stampa la produzione e riproduzione di libri erano processi ARTIGIANALI. Senza
la stampa i libri erano prodotti artigianalmente, ricopiati a mano da professionisti specificamente istruiti a
questo scopo: GLI AMANUENSI, in epoca medievale tipicamente degli ecclesiastici. Ciò che distingue un
prodotto artigianale da quello industriale è la sua ORIGINALITÀ.

Ogni copia di un libro, in epoca medievale, presentava caratteristiche di unicità. Nessuna copia ben ché
della stessa opera era uguale all’altra. Per quanta cura ci si metta si commetteranno sempre degli errori, in
una misura inevitabilmente ci si discosterà dal proprio modello.

Pergamena: materiale scrittorio più utilizzato nel medioevo, ricavata da pelle ovina o bovina. Una volta
ucciso e spellato l’animale, la pelle veniva conciata e poi suddivisa generalmente in quattro fogli che
venivano poi rilegati in un fascicolo, detto QUATERNIONE. Il foglio così ricavato era detto foglio in quarto.
Più fascicoli potevano poi essere legati insieme a formare il CODICE, il volume vero e proprio, dal costo
elevatissimo. Un quaternione veniva a costare come un paio di scarpe. Una bibbia poteva costare anche
quanto una casa, solo per la pergamena.
Uno volta procuratosi la pergamena, l’autore se la faceva preparare dall’addetto alla RIGATURA del foglio.
Dopo questo passaggio il codice arrivava nelle mani dell’autore; eventualmente poteva intervenire anche il
MINIATURISTA prima. L’autore affilava la penna d’oca, la intingeva nell’inchiostro di seppia, e si metteva a
scrivere.

Produceva così l’ORIGINALE (O). Generalmente l’autore teneva l’originale per se’, destinando alla diffusione
una seconda copia prodotta da un amanuense detta ARCHETIPO (ω). Una volta che l’opera era stata
prodotta, nasceva una RICHIESTA. La prima copia dell’archetipo (α), ricopiata dall’archetipo e
commissionata da un’altra abbazia poteva essere opera di partenza per la ricopiatura per un’altra abbazia e
così via. In questo modo si diffonde il libro, il libro ottiene una sua TRADIZIONE, l’insieme di tutte le copie di
una certa opera. In tutto questo però, l’amanuense che produce l’archetipo creerà qualcosa di leggermente
diverso da ciò che l’autore ha scritto. Gli amanuensi della seconda abbazia, si ritroveranno in mano una
COPIA DELL’ARCHETIPO che contiene gli errori commessi in ω e anche quelli commessi in α sommati. Alfa
sarà ancora più lontano dall’intenzione autoriale. Questo succede per ogni copia, e dunque ogni copia si
farà più distante dall’originale.

I fattori ambientali come topi, umidità, calamità etc… possono però facilmente rovinare O, che può
facilmente andar perduto. Nel 99% dei casi prima dell’invenzione dell’originale, abbiamo perso l’originale, e
nella maggior parte dei casi anche l’archetipo, e molto frequentemente anche molte copie dell’archetipo.
Tutto ciò che ci rimane sono copie di copie che ovviamente non riproducono affatto il testo come l’autore
lo voleva. Contengono tutte degli errori.

È necessario risalire induttivamente a quella che presumibilmente doveva essere l’intenzione autoriale.

Banalizzazione: Sostituzione di un termine sconosciuto con uno conosciuto.

Omeoteleuto: Saltare una parte di testo per due parole simili a poca distanza l’una dall’altra; distraendosi e
smettendo di leggere, l’amanuense riprendeva dalla parte sbagliata del testo. Errore NON SIGNIFICATIVO
per la sua alta probabilità.

Gli errori tendenzialmente sono indizi di parentela o di non parentela di due manoscritti. Siamo in grado di
dire che A e B sono entrambe copie di α perché presentano le stesse variazioni a differenza di C e D.

Come faccio a capire quale sia la variante originale? Opererò in prima battuta in termini probabilistici

Lectio Difficilior: tra due varianti testuali entrambe ugualmente plausibili, andremo a privilegiare quella più
ricercata, difficile, arcaica, proprio perché la tendenza dei copisti è quella di banalizzare

Quando non si può operare e ricostruire per OPE CODICUM (attraverso i codici), e non si può operare con la
lectio difficilior, si deve operare per OPUS INGENII e attraverso l’USUS SCRIBENDI, ricostruendo cioè
andando a notare lo stile più vicino a quello dell’autore, spogliando in maniera certosina tutta l’opera
dell’autore quanto spesso un autore usa una certa espressione.

La maggior parte delle opere in lingue volgari germaniche ci sono pervenute in codex unicus: ci è pervenuto
di una certa opera un solo manoscritto, come il Beowulf. Non si può utilizzare l’albero stemmatico,

Potrebbero piacerti anche