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Mausoleo di Galla Placidia

Di Michele Sanna e Giulia Corda


Introduzione
La principessa Galla Placidia nacque circa nel 390; era
figlia dell’imperatore Teodosio I e sorella di Onorio,
l’imperatore che nel 402 trasferì la capitale dell’ Impero
Romano da Milano a Ravenna.
Nel 410 viene fatta prigioniera da Alarico e nel 414 viene
restituita al fratello Onorio.
Nel 417 sposò Costanzo, generale di Onorio, da cui ebbe
due figli e da cui, però, rimase vedova nel 421.
Alla morte di Onorio sale sul trono il figlio Valentiniano
III e dato che egli era troppo piccolo per governare, Galla
Placidia ne prese il controllo.
Intorno al 425 fece costruire il mausoleo che porta il suo Galla Placidia
nome, il quale doveva essere suo luogo di sepoltura.
Caratteristiche generali

Il mausoleo di Galla Placidia è una


fra le più antiche costruzioni di
Ravenna risalente al V secolo.
La costruzione presenta una pianta
irregolare quasi a croce greca, con volte
a botte sui quattro bracci e una cupola
centrale all’incrocio di questi ultimi.
L’esterno
Esternamente si presenta una struttura molto semplice, sono visibili solo i
mattoni di laterizio e presenta i 4 bracci della croce disposti attorno ad un cubo
centrale sopraelevato, con richiami all’architettura romana. Originariamente era
più slanciato ma l’edificio è sprofondato di circa 1,5 m.
Gli unici motivi decorativi sono gli archetti ciechi che lo percorrono tutto
intorno e i timpani delle testate

Timpano

Archetti
La parte interna
All’interno, il cubo centrale presenta una cupola, nascosta all’esterno
da una struttura di murature chiamata tiburio, mentre i bracci
nascondono delle volte a botte.
Tutta la struttura interna è riccamente ornata di marmi preziosi o
mosaici, per evidenziare anche il contrasto tra il corpo (l’esterno) e lo
spirito (l’interno).
I mosaici
Il mosaico della cupola riprende i temi della notte e mostra un cielo
notturno con giri concentrici di stelle dorate che culminano al centro in
una croce. Ai quattro angoli, su nuvole rosso-celesti, ci sono i simboli
apocalittici degli Evangelisti.
I mosaici delle lunette
La lunetta sopra l’ingresso raffigura il Buon Pastore (simbolo del Cristo),
seduto su una roccia e circondato da pecore.
È un mosaico che mostra realismo e classicismo e presenta temi tipici
dell’arte bizantina, infatti lo sguardo distaccato di Cristo e la sua veste
dorata priva di chiaroscuro, evidenziano un significato sacro che supera la
semplice realtà.
Nella lunetta opposta al Buon Pastore viene invece raffigurata una stanza
con un armadio aperto, una graticola sotto la quale è stato appiccato un
fuoco e il santo martire Lorenzo che, tenendo una croce sulla spalla
destra e un libro nella mano sinistra, si dirige a passo svelto verso la
graticola.
La velocità dei suoi movimenti è evidente dalla veste svolazzante e
rappresenta il suo desiderio di testimoniare la fede nella Parola che i
quattro Vangeli proclamano.
Per quanto riguarda le lunette laterali, nella prima sono collocati cervi
fra tralci di arbusti che si abbeverano in un corso d’acqua (figura 1),
mentre nella seconda vi sono rappresentati due santi separati da una
fontanella verso la quale si avvicinano due colombe (figura 2).

Figura 1 Figura 2

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