2 Perché il diritto? • Non è una domanda superflua o riservata ai tecnici • ..perché tutti viviamo nell’ambito del diritto
• Tutti agiamo giuridicamente.. anche senza saperlo, ma ne
conosciamo bene i meccanismi • [iscrizione all’università – pretesa di un servizio]
• Il diritto ci accompagna come un ombra che segue i nostri passi (ius
sequitur vitam)
• Vivere spontaneamente il diritto e nel diritto,
• anche senza averne una conoscenza specifica, • E questo evidenzia il carattere pienamente umano del diritto, il suo appartenere al mondo degli uomini Le contraddizioni del diritto
• A) Quando non c’è più spontaneità e percepiamo il diritto
come un insieme di obblighi e divieti • di conseguenza, percepiamo il diritto come una rete fitta di comandi che limitano la nostra capacità di agire • con una sola parola, limita la nostra libertà e noi percepiamo solo il lato repressivo Il “mio” diritto • B) Quando ci sentiamo danneggiati e siamo pronti a invocare il NOSTRO diritto («Ho il diritto! È mio diritto!») • Il rischio è quello di identificare ogni nostra pretesa con un diritto cui è dovuto il rispetto degli altri • Nessuno rinuncia volentieri ai diritti che ritiene di avere
• Quando ci sentiamo lesi in un nostro diritto, ricorriamo a
una delle parole più prestigiose del nostro linguaggio morale: GIUSTIZIA («Chiedo giustizia! Mi si renda giustizia! = Si riconosca il mio diritto») Positivo/negativo • Questa contrapposizione positivo/negativo del diritto è già sufficiente a motivare la domanda sul perché del diritto
• La parola diritto riunisce insieme l’aspetto normativo e
quello più prossimo alla nostra esperienza di vita, cioè l’ambito dei diritti soggettivi • Diritti soggettivi che devono essere compatibili non casualmente o automaticamente, ma attraverso regole di comportamento, norme (diritti fondamentali, consuetudini, norme dello Stato) Ambiguità semantica • Può nascere un po’ di confusione quando domandiamo sul perché del diritto • Ambiguità semantica/di significato della parola nelle diverse lingue • Italiano (diritto) – francese (droit) – spagnolo (derecho) – Tedesco (recht) – russo (prawo) • Il mio diritto: il diritto che ciascuno rivendica per sé (diritto soggettivo) • Il diritto che mi impone obblighi e divieti (leggi o consuetudini) – (diritto oggettivo) • Inglese: due parole e due significati • Right (diritto soggettivo) • Law (diritto oggettivo) Si potrebbe pensare.. • 1) che il diritto soggettivo è il lato positivo, bello, perché descrive ciò che mi appartiene e che non mi può essere tolto • In questo senso, non sentiamo il bisogno di domandarci il perché del diritto in quanto esso è intimamente connesso alla nostra personalità individuale e alla nostra percezione della giustizia • 2) bisogna chiedersi il perché del diritto oggettivo (legge) che è artificiale e ha bisogno della forza pubblica per imposi Diritto e politica • Nella società moderna il maggior numero di leggi è espressione della volontà e della decisione politica • Ma il diritto non è solo una forma, una manifestazione imperativa che nasce dalla politica • Non è solo quell’insieme delle norme stabilite e promulgate dal legislatore e degli atti che da tali norme sono previsti o richiesti
• L’attività giuridica non è un mero rapporto di forza
• Non è il puro prodotto artificiale della volontà del legislatore, cioè di un altro rispetto a ciascun uomo, ma si connette con le condizioni del vivere in comune Diritto e politica 2 • Il diritto si è frantumato in tanti sistemi giuridici quanti sono gli Stati = è diventato la forma normativa della politica e della sua volontà • La sua origine non è più riconducibile alla sua natura umana e alle condizioni generali dell’esistenza • ma: • Alla volontà del legislatore • In precise condizioni storiche di un popolo o di un gruppo • Il diritto è frammentato in ordinamenti statali o internazionali • Autonomi • Identificati con la comunità di politica di riferimento • È fonte della giuridicità • Le norme hanno una struttura imperativa, direttiva, e prevedono una sanzione Diritto e politica 3 • Il bisogno di giuridicità oltrepassa gli interessi politici o i confini nazionali (es. diritti umani) • Patologia della politica: la politica come attività del potere • In realtà, il modo di vivere e di agire politico non riguarda solo i cittadini come soggetti passivi, destinatari di ordini e di direttive • L’agire politico è proprio di ogni membro della comunità • Nell’agire politico si sviluppa l’esistenza e la conoscenza del noi • Si supera l’estraneità degli uni contro gli altri: identità sovra-individuale del noi • Sviluppa una realtà centripeto-aggregativa: comprensione del bene che aggrega (bene comune) e mantiene uniti Oltre l’artificialità • Oltre l’artificialità delle disposizioni giuridiche concrete (diritto positivo dello Stato) si delinea una dimensione esistenziale del diritto, ossia corrispondente a esigenze proprie dell’esistenza umana.
• In tale prospettiva, il diritto non appare più staccato
dall’esistenza umana come se fosse qualcosa di sopra o davanti a noi
• Il diritto entra nel campo della nostra esperienza perché
serve, ha un fine che si rivela nella vita e nella cultura degli uomini Causa finale e causa originante • Causa finale: l’uomo ha un criterio per determinare il diritto soggettivo (quella norma che mi è utile) e il diritto oggettivo (serve alla società) • Ma la causa finale non basta: perché è necessario tale ordine giuridico? • (es: perché porti gli occhiali? Per vederci meglio // Perché porti gli occhiali? Perché sono miope) • Occorre sempre riconoscere la causa originante il modo giuridico di vivere Vivere in societate • Rischio: • L’altro appare come un ostacolo • Soggettivismo (“io” misura di tutte le cose): modo di pensare secondo cui tutto trae significato e valore unicamente dall’io che lo guarda, lo giudica e lo finalizza a sé secondo la propria soggettività • Questa prospettiva va contro la storia e la realtà: l’individuo non è un assoluto. All’origine di ogni io individuale vi è una innumerevole quantità di condizionamenti e influenze (visioni onnicomprensiva) • L’individuo è frutto di una rete infinita di relazioni storiche e personali Fraternità e indigenza • Ciascuno partecipa dell’esistenza di ciascun altro (interrelazione e interconnessione): ciascuno è debitore all’altro per quel che è e fa. (mi riconosco attraverso l’altro)
• La persona è indigente (indigere = avere bisogno)
• Ha bisogno della cura degli altri per essere se stessa • È per natura io-con-l’altro
• La persona per acquisire conoscenza di se deve avere
conoscenza della propria relazionalità • Non può chiudersi nel soggettivismo • Deve vivere la sua reale situazione di relazionalità Comunità • I membri di una comunità sono legati da una serie di vincoli e di tendenze aggregative, percepite non come meri dati di fatto, ma come arricchimento e potenziamento della propria individualità indigente.
• Il vivere comunitario è percepito, così, come dotato di
valore, e perciò esso è fonte di obblighi e doveri richiesti da quel modo di vivere (vs forza) Relazionalità e cooperazione • Il diritto si radica nella struttura ontologica dell’uomo (il suo essere in relazione) • La struttura relazionale della persona chiede relazionalità e cooperazione inter-individuale • Questa struttura porta ciascuno a cercare regolarità e normatività, intesi quali parametri per riconoscersi e comprendersi reciprocamente al di là delle diversità soggettive Un modo specifico di vivere • Il questo senso, il diritto consiste in un modo specifico di vivere: vivere in conformità a regole
• Quando gli uomini si comportano secondo le regole, con
regolarità, si hanno comportamenti: • Precisi e stabili • Prevedibili • Compatibili e armonizzabili fra loro • La regola consente rapporti pacificamente coordinati Giustizia