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Filosofia del diritto

Prof. Antonio Iaccarino


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Perché il diritto?
• Non è una domanda superflua o riservata ai tecnici
• ..perché tutti viviamo nell’ambito del diritto

• Tutti agiamo giuridicamente.. anche senza saperlo, ma ne


conosciamo bene i meccanismi
• [iscrizione all’università – pretesa di un servizio]

• Il diritto ci accompagna come un ombra che segue i nostri passi (ius


sequitur vitam)

• Vivere spontaneamente il diritto e nel diritto,


• anche senza averne una conoscenza specifica,
• E questo evidenzia il carattere pienamente umano del diritto, il suo
appartenere al mondo degli uomini
Le contraddizioni del diritto

• A) Quando non c’è più spontaneità e percepiamo il diritto


come un insieme di obblighi e divieti
• di conseguenza, percepiamo il diritto come una rete fitta di
comandi che limitano la nostra capacità di agire
• con una sola parola, limita la nostra libertà e noi percepiamo
solo il lato repressivo
Il “mio” diritto
• B) Quando ci sentiamo danneggiati e siamo pronti a
invocare il NOSTRO diritto («Ho il diritto! È mio
diritto!»)
• Il rischio è quello di identificare ogni nostra pretesa con
un diritto cui è dovuto il rispetto degli altri
• Nessuno rinuncia volentieri ai diritti che ritiene di avere

• Quando ci sentiamo lesi in un nostro diritto, ricorriamo a


una delle parole più prestigiose del nostro linguaggio
morale: GIUSTIZIA («Chiedo giustizia! Mi si renda
giustizia! = Si riconosca il mio diritto»)
Positivo/negativo
• Questa contrapposizione positivo/negativo del diritto è
già sufficiente a motivare la domanda sul perché del
diritto

• La parola diritto riunisce insieme l’aspetto normativo e


quello più prossimo alla nostra esperienza di vita, cioè
l’ambito dei diritti soggettivi
• Diritti soggettivi che devono essere compatibili non
casualmente o automaticamente, ma attraverso regole di
comportamento, norme (diritti fondamentali, consuetudini,
norme dello Stato)
Ambiguità semantica
• Può nascere un po’ di confusione quando domandiamo
sul perché del diritto
• Ambiguità semantica/di significato della parola nelle
diverse lingue
• Italiano (diritto) – francese (droit) – spagnolo (derecho) –
Tedesco (recht) – russo (prawo)
• Il mio diritto: il diritto che ciascuno rivendica per sé (diritto
soggettivo)
• Il diritto che mi impone obblighi e divieti (leggi o
consuetudini) – (diritto oggettivo)
• Inglese: due parole e due significati
• Right (diritto soggettivo)
• Law (diritto oggettivo)
Si potrebbe pensare..
• 1) che il diritto soggettivo è il lato positivo, bello, perché
descrive ciò che mi appartiene e che non mi può essere
tolto
• In questo senso, non sentiamo il bisogno di domandarci il
perché del diritto in quanto esso è intimamente connesso
alla nostra personalità individuale e alla nostra percezione
della giustizia
• 2) bisogna chiedersi il perché del diritto oggettivo (legge)
che è artificiale e ha bisogno della forza pubblica per
imposi
Diritto e politica
• Nella società moderna il maggior numero di leggi è
espressione della volontà e della decisione politica
• Ma il diritto non è solo una forma, una manifestazione
imperativa che nasce dalla politica
• Non è solo quell’insieme delle norme stabilite e promulgate
dal legislatore e degli atti che da tali norme sono previsti o
richiesti

• L’attività giuridica non è un mero rapporto di forza


• Non è il puro prodotto artificiale della volontà del
legislatore, cioè di un altro rispetto a ciascun uomo, ma si
connette con le condizioni del vivere in comune
Diritto e politica 2
• Il diritto si è frantumato in tanti sistemi giuridici quanti
sono gli Stati = è diventato la forma normativa della
politica e della sua volontà
• La sua origine non è più riconducibile alla sua natura umana
e alle condizioni generali dell’esistenza
• ma:
• Alla volontà del legislatore
• In precise condizioni storiche di un popolo o di un gruppo
• Il diritto è frammentato in ordinamenti statali o
internazionali
• Autonomi
• Identificati con la comunità di politica di riferimento
• È fonte della giuridicità
• Le norme hanno una struttura imperativa, direttiva, e prevedono una sanzione
Diritto e politica 3
• Il bisogno di giuridicità oltrepassa gli interessi politici o i
confini nazionali (es. diritti umani)
• Patologia della politica: la politica come attività del potere
• In realtà, il modo di vivere e di agire politico non riguarda solo
i cittadini come soggetti passivi, destinatari di ordini e di
direttive
• L’agire politico è proprio di ogni membro della comunità
• Nell’agire politico si sviluppa l’esistenza e la conoscenza
del noi
• Si supera l’estraneità degli uni contro gli altri: identità
sovra-individuale del noi
• Sviluppa una realtà centripeto-aggregativa: comprensione del
bene che aggrega (bene comune) e mantiene uniti
Oltre l’artificialità
• Oltre l’artificialità delle disposizioni giuridiche concrete
(diritto positivo dello Stato) si delinea una dimensione
esistenziale del diritto, ossia corrispondente a esigenze
proprie dell’esistenza umana.

• In tale prospettiva, il diritto non appare più staccato


dall’esistenza umana come se fosse qualcosa di sopra o
davanti a noi

• Il diritto entra nel campo della nostra esperienza perché


serve, ha un fine che si rivela nella vita e nella cultura
degli uomini
Causa finale e causa
originante
• Causa finale: l’uomo ha un criterio per determinare il
diritto soggettivo (quella norma che mi è utile) e il diritto
oggettivo (serve alla società)
• Ma la causa finale non basta: perché è necessario tale
ordine giuridico?
• (es: perché porti gli occhiali? Per vederci meglio // Perché
porti gli occhiali? Perché sono miope)
• Occorre sempre riconoscere la causa originante il modo
giuridico di vivere
Vivere in societate
• Rischio:
• L’altro appare come un ostacolo
• Soggettivismo (“io” misura di tutte le cose): modo di
pensare secondo cui tutto trae significato e valore
unicamente dall’io che lo guarda, lo giudica e lo finalizza a
sé secondo la propria soggettività
• Questa prospettiva va contro la storia e la realtà: l’individuo
non è un assoluto. All’origine di ogni io individuale vi è una
innumerevole quantità di condizionamenti e influenze (visioni
onnicomprensiva)
• L’individuo è frutto di una rete infinita di relazioni
storiche e personali
Fraternità e indigenza
• Ciascuno partecipa dell’esistenza di ciascun altro
(interrelazione e interconnessione): ciascuno è debitore
all’altro per quel che è e fa. (mi riconosco attraverso
l’altro)

• La persona è indigente (indigere = avere bisogno)


• Ha bisogno della cura degli altri per essere se stessa
• È per natura io-con-l’altro

• La persona per acquisire conoscenza di se deve avere


conoscenza della propria relazionalità
• Non può chiudersi nel soggettivismo
• Deve vivere la sua reale situazione di relazionalità
Comunità
• I membri di una comunità sono legati da una serie di
vincoli e di tendenze aggregative, percepite non come
meri dati di fatto, ma come arricchimento e
potenziamento della propria individualità indigente.

• Il vivere comunitario è percepito, così, come dotato di


valore, e perciò esso è fonte di obblighi e doveri richiesti
da quel modo di vivere (vs forza)
Relazionalità e
cooperazione
• Il diritto si radica nella struttura ontologica dell’uomo (il
suo essere in relazione)
• La struttura relazionale della persona chiede relazionalità
e cooperazione inter-individuale
• Questa struttura porta ciascuno a cercare regolarità e
normatività, intesi quali parametri per riconoscersi e
comprendersi reciprocamente al di là delle diversità
soggettive
Un modo specifico di
vivere
• Il questo senso, il diritto consiste in un modo specifico di
vivere: vivere in conformità a regole

• Quando gli uomini si comportano secondo le regole, con


regolarità, si hanno comportamenti:
• Precisi e stabili
• Prevedibili
• Compatibili e armonizzabili fra loro
• La regola consente rapporti pacificamente coordinati
Giustizia

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