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DIRITTO COSTITUZIONALE

Ex Presidente della Corte Costituzionale  Paolo Grossi

Cosa fa il giurista?
• Risolve problemi usando regole. E ’un’attività pratica
• Risolve certi tipi di problemi, non tutti, con alcuni tipi di regole

Qualche problema da giuristi


• Problema di diritto civile (es. gatto del vicino fa danni a casa vostra)
• Problema di diritto penale (es. se uccido il gatto del vicino)

Articolo 32 : DIRITTO DELLA SALUTE


Di chi è la mia salute?
Sostanzialmente sei può dire che è mia
Un medico non mi può operare contro la mia volontà
Problema dei vaccini —> alcuni sono obbligatori (non è salute individuale ma collettiva)

Di chi è la mia vita?


1. Piergiorgio Welby: malattia neurologica progressiva (mente intrappolata nel corpo) tenuto in vita
artificialmente. Vuole la fine delle cure, le ottiene
2. Eluana Englaro: in coma da anni, non voleva tutte le cure mediche per essere tenuta in vita. I giudici
avevano analizzato il pensiero che aveva Eluana riguardo questi casi quando era ancora in vita e hanno
deciso di lascarla morire
3. Dj Fabo: non voleva che le terapie finissero, ma voleva l’eutanasia (morire). In Italia l’eutanasia non è
concepita, lui infatti è andato in Svizzera accompagnato da Marco Cappato

IL MATRIMONIO (art. 2,3 e 29)


Un uomo sposato cambia sesso e resta con la moglie
Leggi unioni civili tra persone dello stesso sesso

DEMOCRAZIA (art. 1,134,138 e 139)


Decide la maggioranza

Una decisone della maggioranza può essere annullata dalla CORTE COSTITUZIONALE
Ci sono regole costituzionali che non possono essere cambiate

PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA (art. 68.1)


Davanti alla legge siamo tutti uguali

INSINDACAILITA’ PARLAMENTERE (art.68.1)


Si tutela la libertà del dibattito politico per evitare intimidazioni

PRINCIPIO DELL’IMMUNITA’ PARLAMENTARE (art.68.2)

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Un parlamentare non può essere arrestato, perseguito, controllato senza il consenso della camera, ma può essere
processato
No misure di restrizione della libertà
Per evitare che vengano accusati fasullamente
Riflettiamo sui problemi:
E’ giusto? Si può? Perché?

A cosa serve il corso?


• Avere una conoscenza complessiva dell’ordinamento costituzionale italiano
• Strumenti da usare in tutta la carriera

La struttura del corso:


• Concetti generali —> il diritto, lo stato
• Le forme di stato e le forme di governo
• Il sistema delle fonti del diritto
• L’organizzazione costituzionale italiana
• La corte costituzionale
• Libertà e diritti

Ho il diritto di avere da te 1euro


 POSIZIONE SOGGETTIVA
Ho diritto di proprietà sulla mia casa

DIRITTO IN SENSO SOGGETTIVO


Ci sono regole che mi permettono di soddisfare la mia richiesta

Il diritto italiano rientra nei sistemi di civil law  POSIZIONE OGGETTIVA

DIRITTO IN SENSO OGGETTIVO


Insieme di regole / norme

Che cosa sono le regole del diritto?


Leggi e Regole  tutte quelle composte da un se e da una allora

SE… ALLORA…
Fai un danno ingiusto devi risarcirlo

Diminuisce l’offerta di un il prezzo del bene


bene a domanda invariata aumenta

Vedi una persona in difficoltà devi provare compassione

Di una legge è dichiarata entra in vigore senza


l’urgenza vacatio legis

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ESISTONO DUE TIPI DI REGOLE

SE…. ALLORA…
1. Porto l’acqua a 100 gradi l’acqua bolle

Serve a descrivere, prevedere fenomeni, sono regole in senso descrittivo, spiegano come le cose avvengono
(sono regole / regolarità)
Possono essere corroborate o falsificate  non servono più, si sono dimostrate non vere

SE… ALLORA…
2. Fai un danno ingiusto devi risarcirlo

Servono ad influenzare una condotta  regole in senso prescrittivo


Possono essere violate  se sono violate, cioè non adempiute, questo può provocare una conseguenza: in ogni
modo questo non significa di per se che siano da buttare

PRIMA CONCLUSIONE
Tutte le regole del diritto sono regole di natura prescrittiva, sono regole prescrittive

Si può dire che tutte le regole prescrittive siano regole di diritto?


No, perché non sono sociali

SE… ALLORA…
Fai un danno ingiusto devi risarcirlo
 regola prescrittiva certa del diritto

Vedi una persona in difficoltà devi provare compassione


 regola prescrittiva ma non di diritto, è una regola della morale

Il diritto serve a regolare rapporti di natura sociale, regola la coesistenza tra individui

SECONDA CONCLUSIONE
Tutte le regole del diritto sono regole sociali
Il diritto è un fenomeno sociale che ha ricadute nel comportamento

Vuol dire che il diritto ha senso finché c’è una


società che lo produce
- Gruppo di soggetti
• Obbiettivi comuni
• Canoni per valutare le condotte
• Autorità che operano per conto della collettività

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• Meccanismi che servono a produrre nuove regole

Un gruppi di questo tipo, con queste caratteristiche è un gruppo sociale normativo


L’insieme di regole che lo governano si definiscono ordinamento giuridico del gruppo sociale

SE… ALLORA…
Fai un danno ingiusto devi risarcirlo

Non paghi per la protezione devi avere il negozio bruciato

TERZA CONCLUSIONE
PRINCIPIO della PLURALITA’ DEGLI ORDINAMENTI GIURIDICI
—> ci sono tanti gruppi sociali che producono diritto e quindi tanti ordinamenti giuridici

QUARTA CONCLUSIONE
La definizione di ciò che è diritto dipende dal punto di vista che adottiamo
PRINCIPIO della RELATIVITA’ DELLE QUALIFICAZIONI GIURIDICHE
Definire cos’è diritto e cosa non è diritto è più facile quando adottiamo un certo punto di vista, un ordinamento
giuridico
Il nostro ordinamento di riferimento è quello dello STATO

RIASSUNTO

1. DIRITTO o DIRITTI
Diritto: come posizione soggettiva  DIRITTO SOGGETTIVO (cioè è la possibilità di avere una pretesa in
base a delle regole).
Diritto: come insieme di regole che governano una certa collettività  DIRITTO OGGETTIVO

Le regole del diritto sono di due tipi:


1. descrittive: sono utilizzate per descrivere fenomeni, di conseguenza sono servono a prevederli e spiegarli.
Possono essere corroborate, cioè verificate o falsificate, cioè che si sono rivelate false e non servono più
a descrivere un fenomeno, quindi non più in grado di spiegare un fenomeno.

2. prescrittive: sono regole che hanno il fine di influenzare il comportamento delle persone. possono essere
adempite o violate, se non si rispetta questa non viene annullata come nel caso precedente, ma solo
infranta reiteratamente, semplicemente si commette un’azione sbagliata (moralmente o
giudiziariamente) più volte. Se non si rispetta queste regole in molti casi si ricadrà in un sanzione.
Inoltre tutte le regole di diritto sono prescrittivi, hanno, infatti, la funzione di influenzare il
comportamento della società.

• Il diritto serve a regolare rapporti umani, più precisamente quelli di natura sociale, con il fine di governare la
coesistenza tra persone; non viene considerata la sfera interiore della persone, cioè le emozioni, che non
possono quindi influenzare il comportamento nei confronti del diritto. La conseguenza di violare una regola di
diritto comporta una sanzione concreta. Senza diritto non può esistere una società, in latino ubi societas ibis
ius, che regoli obbiettivi comuni da perseguire. Per regolamentare la società, inoltre, è necessario l’uso del
potere, che ha il fine di modificare, aggiungere o eliminare una regola.

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2. Tutte le regole del diritto sono regole prescrittive (possono essere adempiute o violate) servono ad
influenzare la condotta delle persone.

Il loro contrario sono le regole descrittive (possono essere corroborate o falsificate) spiegano come
funzionano le cose, prevedono come saranno le cose

3. Tutte le regole del diritto sono regole sociali

4. Base del diritto: gruppi sociali organizzati e ordinamenti giuridici

5. Pluralità degli ordinamenti giuridici  ci sono diversi gruppi sociali in grado di produrre regole di diritto, che
coesistono in uno stesso posto, bisogna quindi capire quale sia utilizzabile.

6. Relatività delle qualificazioni giuridiche: tutti gli ordinamenti giuridici possono esistere se sono conformi a
quello dello Stato, che è il punto di riferimento.  vuol dire che stabilire che cos’è diritto e cosa non lo
è, dipende dal punto di vista, di riferimento che adotto. Il nostro ordinamento giuridico è lo stato (nostro
punto di riferimento) ha una serie di regole che eri permette di stabilire cos’è diritto e cosa non lo è

Non tutti gli ordinamenti giuridici sono uguali:


1. Ordinamenti giuridici territoriali  quando ha a che fare con un certo territorio, con un certo spazio fisico es.
la regione e non territoriali  es. la chiesa, partito politico

2. Ordinamenti giuridici originari  cioè se è capace di reggersi da solo e non dipende da nient’altro
(tecnicamente viene detto che hanno in sé stessi la forza della propria vigenza)

3. derivati  i quali hanno bisogno di un supporto dato che non è abbastanza forte e vieni quindi condizionato.
Lo Stato è l’unico che è sia territoriale che originario, diventa quindi la massima autorità su un determinato
territorio. Ne derivano 3 conseguenze principali:

1. lo stato è sovrano, controlla il territorio e permette la condizione di parità tra i diversi stati (ogni stato è
sovrano sul suo territorio). Un problema è identificabile con associazioni internazionali, come l’UE, che
mette in crisi la sovranità, dato che produce regole che entrano direttamente nell’ordinamento degli stati
membri.

2. Lo stato è il titolare ultimo della scelta dei fini di un determinato territorio. ha quindi l’universalità dei fini,
che può scegliere per il bene dei propri cittadini.

3. La storicità del fenomeno statale, che afferma che quando non c’era ancora un centro di potere così forte da
raggruppare tutto il territorio sotto lo stesso ordinamento giuridico, non si chiamava Stato ma sistema
feudale.

Perché proprio lo stato?

STATO è l’unico ordinamento giuridico che è sia territoriale che originario


E’ la massima autorità del nostro territorio

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Conseguenze:
• Sovranità dello stato (significa che ha il più grande potere su un certo territorio, lo controlla)

Attualmente è in crisi e una delle cause è l’UE, in quanto ha rinunciato in parte alla propria sovranità L’UE
produce regole che comandano rispetto le regole interne degli altri ordinamenti. Due stati, i quali hanno la
sovranità sul proprio territorio, sono alla pari.

DIRITTO INTERNAZIONALE: nasce dalla relazione tra gli stati


- Universalità dei fini (lo stato è talmente forte che può scegliere i fini più importanti, gli scopi da perseguire)

Ci consente di esaminare
degli stati diversi dal punto
di vista dei loro fini

• Storicità del fenomeno statale

Chi è il titolare ultimo della sovranità dello stato?  riceve nel tempo risposte diverse
• nell’età egizia era il Re Sole
• nell’800 era la nazione
• ora la sovranità appartiene al popolo

Com’è fatto lo stato?


Gli elementi costitutivi dello stato:
1. Popolo  il popolo di uno stato è l’insieme dei cittadini che ha la cittadinanza, seguendo le varie leggi
statali che regolano questo principio. ci possono essere dei casi in cui una persona ha una doppia
cittadinanza, cioè che le sue caratteristiche rientrano in qualificazioni di più stati, o a volte in cui le
caratteristiche di determinate persone non lo fanno rientrare in nessuna legge sulla cittadinanza, viene
definito apolide.
2. Territorio  è necessario identificare il territorio di uno stato per vedere fino a dove si può applicare
l’ordinamento. Inoltre è necessario per la distribuzione del potere, in Italia ci sono le Regioni che prendono
un po’ di potere, decentrandolo da un unico organo.
3. Autorità (Presidente della Repubblica, Parlamento, Governo ecc.)  sono i soggetti che regolano i diversi
poteri dello stato.

Come si individua il popolo di uno stato?


1. Il popolo di uno stato è l’insieme delle persone che godono della cittadinanza. Ordinamento giuridico dello
stato sceglie i propri cittadini
APOLIDI: coloro che non godono di nessuna cittadinanza

2. STATI UNITARI o ACENTRATI  (Potere centralizzato) e stati DECENTRATI  potere diffuso per
il territorio.

3. Sono i soggetti che agiscono per conto dello stato (che esercitano i poteri dello stato)

LE AUTORITA’

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(ancora un problema di linguaggio)

1. Lo stato non fa abbastanza per combattere la povertà


2. Lo stato mette troppe tasse

Coincide con le sole autorità, stato staccato dai cittadini

3. Lo stato italiano fa parte dell’Unione Europea


4. Lo stato italiano ha concluso un trattato

Legittimazione: il potere politico, si basa non solo sulla forza ma anche su un principio di giustificazione dello
stesso che viene chiamata legittimazione. Al potere politico è riservato il monopolio della forza perché serve ad
evitare le prevaricazioni dei soggetti più forti a danno dell’autonomia degli altri individui.
Lo stato fa riferimento allo stato come ordinamento giuridico

STATO ORDINAMENTO: stato un senso grande - ordinamento giuridico (siamo compresi anche noi)

STATO SOGGETTO (o STATO APPARATO o STATO PERSONA): stato in senso piccolo - indica l’insieme
delle autorità che esercitano il potere

STATO-COMUNITA’ come contrapposto allo STATO-OGGETTO

 Si può intendere lo Stato in due varianti, uno ampio, cioè lo Stato come ordinamento giuridico ed uno inteso
in senso ristretto, che si identifica nell’autorità ed è chiamato Stato soggetto/apparato/persona. Da questo nasce
la divisione tra le due interpretazioni di stato:

1. Forma di stato: inteso come ordinamento giuridico, lo si studia nel suo complesso e nei rapporti tra chi
detiene il potere e chi subisce il potere, cioè tra l’ordinamento e i cittadini

2. Forma di governo: descrive in senso meno ampio le diverse forme di potere che vengono esercitate in un
determinato territorio, cioè Parlamento, governo e magistratura (anche se quest’ultima in maniera
leggermente diversa)

LA COSTITUZIONE può significare almeno tre cose diverse


Ogni stato ha una costituzione?
Il Regno Unito ha una costituzione?
1. LA COSTITUZIONI in senso IDEALE
• CONCETTO IDEALE: dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino(art.16)  secondo l’art. 16 della
dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789, ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la
separazione dei poteri garantita, non ha una costituzione. Viene a mancare la tutela dei diritti contro il potere.

2. in senso materiale o sostanziale, la costituzione sono le regole più importati, tali da formare la struttura
che regge un ordinamento. Quando cambiano le regole più importanti, cambiano anche le costituzioni. ci sono
3 possibile interpretazioni:

• Schmitt: la costituzione è in mano a chi governa in un determinato momento storico, che vorrà perseguire i
propri fini.

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• Kelsen NORME DI NORMAZIONE: le norme sulla normazione servono solo a produrre altre regole, fino ad
arrivare ad una regola che non si basa su nulla.

• Morati: gli interessi e i valori delle classi dominanti in un determinato momento storico. è molto simile alla
definizione di Schmitt.

Secondo questa nozione di costituzione:


• Ogni stato ha una costituzione, anche il Regno Unito
• È un concetto DESCRITTIVO di costituzione
• Un cambiamento di questa costituzione significa cambiamento “genetico” dello stato

3. LA COSTITUZIONE in senso DOCUMENTALE: la costituzione come atto normativo, come una fonte del
diritto, è una legge che è più importante delle altre
• Non ogni stato ha una costituzione
• Il Regno Unito non ha una costituzione

Com’è fatto un documento costituzionale?


La costituzione può essere di diversi tipi, rigida (le norme costituzionali non possono essere modificate da
semplici leggi, norme e deroghe, ma è necessario un procedimento più complesso) o flessibile (è modificabile
senza problemi, come lo statuto Albertino con le leggi Fascistissime); può essere breve (indirizzata a tutelare
solo certi diritti) o lunga (che contiene più diritti, anche di diversa qualità).

• Esistono de tipi di libertà all’interno della costituzione italiana:

negative: consiste nella libertà da qualcosa, tipica dello Stato liberale ottocentesco. Infatti, all’epoca si chiedeva
allo Stato di non intervenire nelle dinamiche economiche ma solo creare una sfera di valori da tutelare.
Sono presenti nella cost. nell’art 3. 1, che afferma l’eguaglianza di tutti i cittadini.

positive: si chiede allo Stato di intervenire per equilibrio situazioni di discrepanza, come ad esempio una persona
disabile ha bisogno di più aiuto. Si vieta la discriminazione. è nata nel secondo dopoguerra. è presente
nell’art.3.2, che afferma che bisogna rendere po’ più uguali quelli che sono un po’ diversi.

FORME DI STATO E DI GOVERNO

FORME DI STATO (stato in senso grande): analisi del complessivo assetto di un ordinamento giudico di uno
stato

FORME DI GOVERNO (stato in senso piccolo): si riferisce ai rapporti che intercorrono tra i principali soggetti
che esercitano il potere in un ordinamento giudico, studia le decisione di indirizzo politico (saltano fuori
dall’accordo tra parlamento e governo) tra gli organi supremi

Sono nozioni di carattere descrittivo (DESCRIZIONE DI REALTA’)


Non sono totalmente slegate l’una dall’altra

MODELLO: come qualcosa di ideale da seguire (MODELLO PRESCRITTIVO)


STATO ASSOLUTO è l’accentramento di tutti i poteri in un unico centro, in una sola autorità
Una volta c’era solo il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo, oggi c’è ne sono molti altri

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Il funzionamento della forma di governo dipende molto dal funzionamento del SISTEMA POLITICO. La stessa
forma di governo può funzionare in modi diversi in base a quello che ci sta sotto

FORME DI STATO

STATO ASSOLUTO  I primi stati nascono a grosso modo nel XVII secolo
Lo STATO ASSOLUTO è la prima forma di stato e nasce da organizzazioni preesistenti  sistema feudale,
pluralismo del potere (più poteri su uno stesso territorio) società per ceti, società statica
Lo stato assoluto nasce per germinazione di questo tipo di realtà, nasce dall’imporsi di un feudatario più forte
degli altri

• lo stato assoluto non nasce dal niente ma da organizzazioni preesistenti. il diritto comune. stato feudatario
aveva un rapporto di potere a rete, erano rapporti privatistici, cioè di scambio, contrattuale. anche la struttura
sociale aveva a che fare con il tipo di potere: era costituita da ceti ognuno dei quali con le proprie regole, era
una società statica, basata sullo sfruttamento della terra. i diritti erano privilegi. Le forme di stato assoluto
nascono dalla germinazione di questo modello: pian piano un feudatario ha più potere e forza degli altri che li
raduna tutti sotto di sé imponendo il suo dominio. L’idea era di superare la rete creando una piramide ed
eliminando i vari nodi. diventa più un obbiettivo che la realtà, bisogna quindi trattare con gli altri centri di
potere. Era lo stato assoluto patrimoniale, considerava, infatti, il territorio come proprietà del re. Il re è
padrone dello stato e le sue finanze sono indistinguibili da quelle statali. Nella monarchia assoluta il potere
non è sottoposto a regole

nelle prime fasi lo stato non fa quasi nulla, ad esempio non produce diritto. Esigenze guerra, espansione,
sfruttamento. Nasce con l’obbiettivo di avere sempre più potere e porta allo stato di polizia, cioè stato che si fa
interesse del benessere dei cittadini (esempio Austria di Maria Teresa d’Asburgo). assume su di sé compiti che
prima non aveva tra cui mettere in ordine la normazione, e codificare il diritto. prima c’era ma lo stato non aveva
il compito di produrre regole. Le regole si producono in maniera diversa ed hanno diverse gerarchie,
complicando le fonti del diritto. man mano che il potere si concentra inizia ad esserci una nuova distinzione. lo
stato si stacca dalla figura del re e il patrimonio statale è diverso da quello del re.

STATO PATRIMONIALE (I° versione dello stato assoluto) perché lo stato assoluto nella sua prima versione
considera il territorio come patrimonio del re

STATO DI POLIZIA (II° versione dello stato assoluto) stato che si fa carico del benessere della collettività. Il
potere si concentra sempre di più in una sola autorità. Stato interviene ancora di più a assume più funzioni:
mettere in ordine la normazione (opera di codificazione del diritto) produce più regole e aumentano i modi di
produrle

STATO LIBERALE

Questa forma di stato inizia con il processo di Costitulizzazione dello stato, cioè con l’avvento della
costituzione. Si può identificare un preciso momento storico nel quale inserire questa forma di stato, cioè
l’avvento vero e proprio della costituzione nell’ordinamento giuridico. La costituzione porta gli interessi della

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borghesia, la quale cerca di imporre sfere di libertà garantite, che pongono dei limiti ad il potere statale. Inoltre si
richiede eguaglianza, cioè stessi diritti per tutti (principio ripreso nella costituzione del ’48 nell’articolo 3.1.

• Il modo di portare la costituzione negli Stati può essere di diversi tipi: può essere ottenuto con la rivoluzione,
come in Francia, dove cadono molte teste, o tramite concessione del Re, con diverse pressioni non di sua
spontanea volontà, come in Italia.

• In questa forma di governo viene limitato il potere della monarchia, con l’introduzione di un parlamento. Il
parlamento era l’apice del principio di rappresentanza, dato che riceve il proprio potere dal basso. Il fatto
che fosse rappresentativo non significa che lo Stato liberale dell’800 fosse anche democratico, infatti, era
monocasse, cioè rappresentativa di una parte ristretta della popolazione, il 2%, in basi a criteri di reddito ed
istruzione, ma si processava rappresentativa di un’intera nazione.

• il dualismo della monarchia costituzionale deriva quindi dall’incontro di due forme di potere completamente
diverse tra di loro, una la monarchia, derivata da un titolo di successione, a suo volta derivato da una carica
divina, l’altra il parlamento, il quale era rappresentativo dell’intera nazione. Nasce un’assurdità derivata dal
fatto che il potere che viene del bosso riesce a limitare qualcosa di divino. Per pareggiare questa discrepanza
anche il Re si ergerà rappresentante dell’intera nazione. Lo statuto Albertino aveva due camere, una il senato,
di nomina regia, e l’altra dei deputati. Il potere esecutivo era strettamente legato al Re, mentre quello
legislativo era un compromesso tra le due parti.

• si crea un 3° organo, tra il parlamento ed il re, cioè il governo, che aveva il compito di liberare il primo
dall’oppressione del secondo. il principio di legalità afferma che tutti sono vincolati al rispetto della legge,
anche il re, che detiene il potere esecutivo. Se una legge manca il potere esecutivo può fare quello che vuole.
dove il potere nuovo limita quello vecchio il potere è limitato, ma dove una legge manca il potere esecutivo
mantiene tutto il suo potere, è una limitazione esterna e si afferma il principio di supremazia della legge. Ci
sono comunque discrepanze sul piano istituzionali, cioè sulla divisone dei poteri. il Re non poteva perdere la
carica, ma poteva scogliere le camere. subito dopo aveva il compito di richiamarle immediatamente. Infatti
non era possibile che il parlamento non ci fosse, dato che serviva proprio a limitare il Re.

• su un atto è necessaria la firma del re e una controfirma di un ministro, che lo rende responsabile, ma il re
rimane intoccabile. il re può nominare e rimuovere ministri, che sono solo collaboratori

STATO SOCIALE DI DIRITTO

• Nascono due nuove forme di rappresentanza politica, il sindacato, cioè organizzazioni di lavoratori e il partito.
Esisteva già nello stato liberale, ma non aveva le stesse finalità. Infatti, erano partiti volatili, cioè duravano
solamente durante il periodo delle elezioni, poi spariva, e serviva solo ad appoggiare un candidato politico.
Inoltre la loro rappresentanza era molto debole anche in parlamento, poiché i deputati tendevano ad
accentrarsi, senza discostarsi molto dalle visioni comuni. I nuovi partiti invece nascono fuori e a prescindere
dal parlamento, hanno organizzazioni diverse, più forti e sviluppate meglio sul territorio e, soprattutto, sono
portatori di una precisa ideologia, non più vaghi. I partiti svolgono continuamente attività sociali, come
istruzione ed informazioni. I partiti hanno un capo politico, che definisce la linea guida, che va ad intaccare
fino al basso, cioè gli elettori, influenzandone il comportamento.

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• Con l’estensione del suffragio, nel ’12 e nel ’21, tutti i maschi adulti possono votare. questo porta diverse
tensioni, dato i diversi interessi che erano presenti tra le diverse classi sociali, portando il parlamento a
diventare pluriclasse. Nasce il problema della sovranità, oggi è dichiarata nel primo articolo della
costituzione, e spetta al popolo, è quindi una democrazia rappresentativa.

• Le costituzioni diventano da brevi a lunghe e da flessibili a rigide, ed iniziano ad includere determinati diritti
trascurati nell’800, cioè i diritti sociali, e sono garantiti da interventi positivi.

Distinzione tra la figura del re e quella dello stato

MONARCHIA COSTITUZIONALE

 tende ad evolversi fino alla parlamentarizzazione


Vi sono nuovi ceti: borghesia, imprenditori
La borghesia di cosa ha bisogno?
Di elementi che la vecchia organizzazione statale non riesce a garantire e avere un quadro di regole definitivo

STATO DIRITTO
 limitazione del potere e sottopone il diritto a una serie di regole

PATTI TRA CLASSI SOCIALI i ceti più elevati devono trovare degli accordi

 Il vecchio potere è limitato dal nuovo potere che ora è RAPPRESENTATIVO vi è lo spostamento di
potere dagli organi più rappresentativi a quelli meni rappresentativi

STATO LIBERALE
Lo stato liberale è uno stato monoclasse, perché viene rappresentata una sola classe sociale, però il carattere
rappresentativo pretendeva che si rappresentasse tutta la nazione

PRINCIPIO DI EGUALE LIBERTA’

Vi è la LIBERTA’ NEGATIVA da condizionamenti, l’individuo si muove per fare i propri interessi ossia,
ognuno si muove come crede
EGUAGLIANZA IN SENSO FORMALE trattare tutti come se fossero uguali, non ci devono essere
discriminazioni

PRINCIPIO DI DIVISIONE DEI POTERI si limitano a vicenda. Affiancano a un potere precedente un altro
potere e le decisioni devono essere prese in comune

TUTTO QUESTO DEVE ESSERE APPROVATO DAL PARLAMENTO


PRINCIPIO DI LEGALITA’ tutti, compreso il re, sono vincolati dalla legge

RIASSUNTO

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STATO LIBERALE
1. Lo stato liberale nasce tra fine del ‘700 e metà ‘800

Nasce quando si approvano


le costituzioni

2. Limita il potere  ruolo della costituzione


3. Le costituzioni? nascono attraverso le pressioni della classe borghese STATO LIBERALE detto STATO
BORGHESE o STATO MONOCLASSE
4. Struttura PATTIZIA con il processo di costituzionalizzazione si fa un patto fra la forza vecchia e quella
nuova
5. Stato dualista due centri di potere, quello regio e quello rappresentativo
6. Serve a una serie di esigenze delle classi emergenti, in particolare quella borghese
7. Diritti di LIBERTA’ NEGATIVE (si sviluppano nello stato liberale)
8. EGUAGLIANZA divieto di discriminazione, siamo tutti uguali
9. Atteggiamento ASTENSIONISTA per quanto riguarda l’economia (cerca di salvaguardare il libero
incontro/dispiegarsi tra domanda e offerta)

PRINCIPIO DI RAPPRESENTANZA  il potere viene esercitato se rappresenta qualcosa. Il potere si sposta


dai soggetti meno rappresentativi a quelli più rappresentativi
DIVISIONE DEI POTERI re da una parte, parlamento dall’atra
PRINCIPIO DELL’UGUALE LIBERTA’ (libertà uguale per tutti) fondamentalmente nello stato liberale
(STATO INCARDINATO?)
Potere vincolato dalla legge per tutelare la libertà personale
Dove c’è la legge il potere esecutivo è limitato, sennò no
 collegato al PRINCIPIO DI LEGALITA’  intesa come supremazia della legge

Nascono GARANZIE
STATI LIBERALI
Nascono con una forma di governo definita: MONARCHIA
COSTITUZIONALE o LIMITATA
Gli stati liberali conoscono un’evoluzione di questa forma di governo la PARLAMENTARIZZAZIONE o
TRANSAZIONE DEL POTERE
Il potere tende a spostarsi dai soggetti meno rappresentativi ai più rappresentativi (passa dal re al parlamento)
Le MONARCHIE sono un patto tra corona a rappresentazione, potere vecchio (re, autorità dinastica) e potere
nuovo (parlamento, autorità rappresentativa)

ART.3 (STATUTO ALBERTINO)


Codifica il fatto che per fare una legge ci deve essere un accordo tra il re e la rappresentanza parlamentare

STATUTO ALBERTINO
Due camere

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SENATO CAMERA DEI DEPUTATI
(rapp. parlamentare)

Il potere LEGISLATIVO è nelle mani della rappresentanza parlamentare


Potere legislativo e potere esecutivo sono separati

ART.5
Al re solo appartiene il potere ESECUTIVO
ART. 9
Il re convoca ogni anno le due camere e può sciogliere la camera dei deputati e ne convoca un’altra entro 4 mesi
ART. 4
La persona del re è sacra e inviolabile (il parlamento non può fare niente contro i re)
ART. 67
Prevede che a coadiuvare il re nel processo esecutivo ci siano dei ministri che si assumono la responsabilità degli
atti CONTROFIRMA MINISTERIALI

La figura dei ministri sparisce sotto quella del re, sono dei collaboratori del re (non hanno nessuna garanzia da
parte del re)

La forma di governo MONARCHICO COSTITUZIONALE ha due poteri (potere legislativo ed esecutivo) e ha


due organi (re e parlamento)

La PARLAMENTARIZZAZIONE o TRANSIZIONE DEL POTERE comporta un spostamento dei poteri


dall’organo meno rappresentativo al più rappresentativo (dal re al parlamento)

Questo fa perno sulla figura dei ministri

Rispondono al re

(PROGRESSIVA AUTOMATIZZAZIONE?)
La figura dei ministri è più dipendente dal parlamento e più libera dal re, vi è un progressivo spostamento di
potere verso il parlamento
Il parlamento prende potere anche sui ministri e sull’esecutivo
I ministri vanno a creare il governo ha bisogno di fiducia da parte del parlamento  re sempre meno potere
esecutivo
Nuovo rapporto tra re e parlamento  RELAZIONE FIDUCIARIA
 in Italia questo processo non avviene del tutto  re ancora presente, riesce a mantenere più potere rispetto ad
altri paesi

Nello statuto albertino il governo era a metà strada tra re e parlamento

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Tre organi:
• RE
• GOVERNO
• PARLAMENTO

TRASFORMAZIONE da STATO LIBERALE dell’800 a STATO LIBERAL DEMOCRATICO o SOCIAL


DEMOCRATICO

Stato liberale = stato monoclasse  rappresentativo in modo ristretto, rappresenta soltanto una fonte di interessi
sociali, il resto vengono tagliati fuori dai circuiti rappresentativi dello stato

Per entrare, le persone tagliate fuori, lo fanno attraverso figure associative


• figura del sindacato (organizzazione di lavoratori)
• figura dei partiti politici, nascono nella società, non nel parlamento, sulla base di idee forti (es. idee
socialiste)

Nascono al di fuori delle istituzioni dello stato liberale, però vogliono entrarci e allargano il suffragio

Conseguenze:
-transizione da monoclasse a pluriclasse  bisogni di classi sociali nemiche/opposte vengono rappresentati

PARTITI POLITICI

PARTITI POLITICI organizzano la società e a spingere il suffragio (sono figure nuove, non perché non
erano presenti prima negli stati liberali dell’800, ma perché hanno caratteristiche diverse)

Caratteristiche partiti dell’800: erano deboli, non stabili, espressione del modo in cui si votava, nascevano come
comitati elettorali, stanno in piedi solo durante le elezioni e poi si sciolgono
I deputati anche nel parlamento tendono ad unirsi in partiti deboli che hanno poca possibilità di condizionare
sono molto simili tra loro perché fanno gli interessi della stessa classe sociale

Partirti dell’800:
1. Sul territorio avevano vita intermittente
2. Partiti collegati alle elezioni parlamentari
3. Esistevano anche in parlamento (non stabili)
4. Non avevano ideologie precise
5. Avevano poca possibilità di condizionare
6. sono diversi dai partiti di oggi

Partiti di oggi:
1. Nascono fuori dalle lezioni parlamentari, perché gli appartenenti non hanno diritto di voto, e servono a
spingere sulle istituzioni parlamentari per allargare il suffragio
2. Hanno delle caratteristiche strutturali diverse: non sono tutti liberali ma portano precise ideologie (
partiti socialisti, cristiano sociali) distanti tra loro - partiti ideologici

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3. Partirti radicali sul territorio e vivono a prescindere dal parlamento, organizzazione più stabile e radicata
sul territorio
4. Hanno scopi come: insegnare a leggere e scrivere, insegnare ideologie ecc.

PARTITI DI MASSA funzionano in modo diverso nel parlamento rispetto a quelli dell’800
Sono partiti gerarchici, forte capacità di condizionare gli eletti e gli elettori

I partiti politici (soggetti di mediazione) sono soggetti collettivi molto importanti per capire le democrazie

(nelle costituzioni continentali i partiti hanno un espresso riconoscimento costituzionale - es. costituzione
italiana  disciplina molto meno dettagliata per quanto riguarda i partiti - es. costituzione spagnola, tedesca 
disciplina molto dettagliata per quanto riguarda i partiti)

Atteggiamenti diversi:
Ci sono ordinamenti che regolano di più i partiti e altri che li regolano di meno (entrambe le opzioni sono
pericolose)

Legge elettorale 1912


Elezioni 1913
 allargano quasi al suffragio universale maschile

Legge elettorale 1918


Elezioni 1921
 suffragio universale maschile
Afflusso nelle istituzioni dello stato liberale di interessi diversi e conflittuali, non solo proprietari terrieri, anche
rappresentati operai e braccianti in parlamento
Lo stato monoclasse diventa pluriclasse  tante classi sociali diverse in contatto tra loro

1922  è andato al potere il fascismo


Costituzione ’48

• Nell’800 la sovranità era rappresentata dalla nazione, oggi invece è rappresentata dal popolo. Repubblica
fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, però la esercita nella forma e nei modi fissati dalla
costituzione che da luogo ad una democrazia rappresentativa, cioè che le decisioni più importanti sono
assunte da rappresentanti del popolo
• Costituzione dell’800 flessibili e brevi, mentre oggi sono rigide e lunghe
Le vere decisioni sono tutte dentro al parlamento

La legge non è più sufficiente come strumento di garanzia, adesso lo strumento di garanzia è più alto delle legge
ed è la COSTITUZIONE RIGIDA, così si forma il PRINCIPIO DELLA RIGIDITA’ COSTITUZIONALE 
c’è un giudice che controlla le leggi sulla base della costituzione

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PRINCIPIO DI LEGALITA’  nell’800 lo faceva coincidere con il principio di supremazia della legge, nel
900 invece significa che la dove la legge c’è, il potere esecutivo può fare quello che la legge dice (il potere del re
è limitato), se non c’è è livero di fare quello che vuole

LIBERTA’ TECNICHE E DI GARANZIA

DUE TIPI DI DIRITTI

LIBERTA’ NEGATIVE DIRITTI SOCIALI


Non comportano la redistribuzione. (scuola, sanità ecc.)
di ricchezza redistribuzione di ricchezza

Ambito di libertà uguale per tutti, vengono organizzati dallo


indipendentemente dalla loro. stato
ricchezza

La legge tutela le libertà negative


(tutelate meglio in un sistema dove
la costituzione è rigida)

In grado di imporsi sulla legge

RISERVA DI LEGGE (  la legge deve occuparsi/prevedere delle limitazioni) la costituzione rigida


stabilisce un dovere per la legge, se non c’è la legge i diritti non possono essere limitati

Il legislatore si deve far carico di queste limitazioni

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RISERVA DI GIURISDIZIONE  è il giudice che limita le libertà e non il governo, perché è indipendente,
non è legato alla politica

LEGGE RINFORZATA  non solo ci vuole la legge ma essa deve avere anche un PRINCIPIO DI
DISCIPLINA

FORMA DI GOVERNO
FORMA DI GOVERNO: rapporto fra gli organi più importanti che esercitano l’autorità inuma certo
ordinamento

Divisione dei poteri

Potere del re potere nuovo

Legittimazione dinastica legittimazione rappresentativa


(parlamento)

MONARCHIA COSTITUZIONALE: fortissima divisione dei poteri


Principio della sovranità popolare  la sovranità appartiene solo al popolo
I poteri sono divisi da regole costituzionali

1. FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE


2. FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE
3. FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE

• La forma di riferimento è quella francese, ma anche molto utilizzata dai paesi dell’est Europa negli anni
successivi alla caduta dell’Unione sovietica, inventata tra il ’50-60 che ha portato alla formazione della 5a
repubblica francese. la 4a era una forma parlamentare e ne correvano tutti i rischi. L’elemento caratterizzante
è l’elezione diretta e popolare del presidente della repubblica, che in questo caso ha indirizzo politico (che in
altri paesi in cui il pres. della repubblica è eletto non ha) ed ha poteri riguardante l’esecutivo. non ne detiene il

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monopolio ma gli spartisce ad un terzo organo che sta tra il parlamento e il presidente ed è il governo. il
governo deve sempre avere però la fiducia del parlamento, come nella forma parlamentare.

• i problemi possono nascere con presidente e parlamento di due fazioni diverse. il presidente sarà costretto a
nominare un governo che non gli piace, ed è il fenomeno della coabitazione, che si sono risolti abbastanza
bene dato che i poteri che spettano al governo ed al presidente non sono fissi. quindi il presidente lasciava
molto spazio al governo, diventando più importante. se il governo e il presidente sono della stessa fazione
allora il presidente ha tutto il potere esecutivo, sovrastando il governo ed il parlamento. può funzionare quasi
come una forma di governo presidenziale o parlamentare.

• la coabitazione si cerca di evitarla attraverso una riforma costituzionale del 2000 che porta le elezioni del
parlamento e del presidente nello stesso momento, a portare una stabilità. diventa quindi un capo molto forte,
fino a diventare un iper-presidenzialismo. Ha il potere di scioglimento delle camere, il referendum, di
discutere con la corte costituzionale. La caratteristica davvero distintiva da tutte le forme di governo ha due
teste, è quindi ripartito tra due organi, facendola distinguere dalla forma parlamentare, dove c’è tutto il potere
o quella presidenziale, dove c’è tutto il potere.

1. Forma di governo più antica


 Stati Uniti d’America  risale alla costituzione del 1787
2. Forma presente in Italia ed è molto diffusa  la più diffusa nelle liberal democrazie
3. Archetipo: V° Repubblica Francese, modello a cui ispirarsi
Ha avuto un periodo di grande successo (es. Russia)

Le forme di governo agiscono sul SISTEMA POLITICO  in parte condizionato da regole

Condiziona il modo di funzionare di


una forma di governo

1. FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE


• Questo sistema ha due organi distinti, uno il congresso, che ha il potere legislativo, l’altro il presidente, il
quale ha il potere esecutivo. il congresso è diviso in due camere, una dei rappresentanti, che ha rappresentanza
nazionale, in proporzione agli abitanti di un singolo stato ed il senato, che ha 100 rappresentanti, cioè 2 per
ogni stato. La funzione rappresentativa è quindi diversa, nel secondo caso non è proporzionale ma ugualitaria,
nel primo caso proporzionale. è un bicameralismo perfetto. i rappresentanti della prima carica stanno 2 anni,
quelli del senato 6. il mandato di un presidente dura 4 anni, ed è irriducibile perché è necessario tanto tempo
per fare delle manovre e si possono fare manovre a lunga durata.

• il popolo, quando va a votare per eleggere il presidente in realtà vota per eleggere i grandi elettori, i quali poi
voteranno il presidente, quindi l’elezione non è formalmente diretta.

• il presidente e il congresso sono separati: il presidente non dispone di niente per scogliere il congresso, ed il
presidente può essere mandato a casa solo se messo in stato d’accusa (impeachment = tendenzialmente si va
in galera), non è mai successo in 200 anni.

• il sistema è estremamente rigido, in caso di disaccordo non c’è niente per risolvere le controversie tra
congresso e presidente.

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Origine 1787  costituzione USA
E’ una forma di governo a due organi: CONGRESSO e PRESIDENTE  sono entrambe rappresentative

CONGRESSO (potere legislativo)  esso ha due camere (bicamerale):


• DEI RAPPRESENTATI  è una camera di rappresentanza nazionale
 i deputati dei rappresentati restano in carica per due anni
Il voto di ciascuno dipende dalla popolazione complessiva

- SENATO FEDERALE  100 rappresentati, 2 per ogni stato


 rappresentanza federale

I senatori restano in rispondono a logiche rappresentative


carica per 6 anni diverse

 anche anche altri stati federali hanno spesso una seconda camera
(es. Germania)
In America c’è un bicameralismo perfetto, in Germania no

Le due camera hanno gli stessi poteri

PRESIDENTE della REPUBBLICA  capo del potere esecutivo


Non è formalmente eletto dai cittadini  il popolo vota per eleggere i grandi elettori per ciascuno stato
 come se fosse un’elezione diretta, anche se non lo è
Il presidente viene aiutato da qualcuno (ministri, segretari) per esercitare il potere che resta però sempre sotto di
lui

I rapporti tra i due organi sono di rigidissima e nettissima SEPARAZIONE

Il Presidente non può agire in nessun modo sulla vita del congresso
Il congresso non può mandare a casa il Presidente o può farlo solo se egli viene messo in stato d’accusa
(ammette dei reati)  INPEACHMENT

Divisione dei poteri come nella monarchia costituzionale

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Nel 1787 in Inghilterra c’era una monarchia costituzionale  all’epoca si conoscevano le dinamiche di quella
forma di governo

C’è una fortissima STABILITA’ dei poteri


 quando c’è un presidente è sicuro che il suo mandato (4 anni) arriverà alla fine
Questo vale anche per i parlamentari
 è un vantaggio  si può fare un governo a lunga durata
Se il presidente muore, lo succede subito il vicepresidente
Il sistema nel complesso è molto rigido  non ha dei sistemi che possono risolvere le crisi di consenso tra i due
organi

PARTITI POLITICI

DEMOCRATICI REPUBBLICANI

Risentono tantissimo della struttura


federale dello stato

 Sono tutti e due più o meno liberarli  non molto distanti tra loro

Può capitare che un democratico voti insieme ai repubblicani e viceversa


 consente al sistema d bloccarsi raramente
La forma di governo PRESIDENZIALE è una forma di governo a governo diviso

2. FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE


• La forma di governo parlamentare per funzionare ha bisogno che il governo abbia la fiducia del parlamento. il
quale è affiancato da un 3° organo, che ad esempio in Italia è il presidente della repubblica, in altre può essere
la monarchia, che non ha indirizzo politico ma ha il solo compito di garanzia costituzionale o rappresentanza
popolare.

• le crisi di consenso, a differenza della forma di governo presidenziali, sono risanabili attraverso il
cambiamento del governo o lo scioglimento anticipato anticipato del parlamento, il quale però porta a non
poter compiere manovre politica a lunga durata. ed il rischio vero è che i governi caschino continuamente e
non si riesca a sviluppare una linea politica continua.

• leggi elettorali permettono di produrre la rappresentanza parlamentare, condizionano il quadro della


rappresentanza ed il governo. un sistema elettorale è un insieme di regole che ha il fine di trasformare voti in
rappresentanza parlamentare attraverso dei criteri. La grande divisione è tra 2 sistemi:

proporzionale: creare parlamenti il più possibile rappresentativi delle idee presenti nel Paese, creando perciò un
parlamento specchio. non ci sono incentivi ad allearsi. il parlamento che si forma è multicolore, cioè
pluripartitico. il sistema proporzionale offre uno specchio della visione politica dettagliata a differenza

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di quello maggioritario. il menù politico, infatti, permette al cittadino di votare il partito che gli
assomiglia tanto tanto tanto. il costo principale è quello della formazione di un governo, che deve avere
la fiducia del parlamento. difficilmente un partito avrà la maggioranza dei seggi, devono quindi formarsi
coalizioni. il voto dell’elettore servirà quindi a poter fornire al proprio partito la possibilità di mediare
per arrivare alla formazione di un governo.

maggioritario uninominale: parlamento di 100 seggi, si divide il paese in 100 collegi, ogni partito in ciascun
seggio può presentare 1 solo candidato ed il collegio va a chi prende più voti. tutti gli altri candidati a
casa. è meno rappresentativo. le minoranze hanno possibilità di vincere qualche seggio. tendono a
creare 2 blocchi principali, ma c’è la possibilità di scegliere direttamente chi sarà il prossimo partito a
governare. il cittadino deve votare il meno peggio, e dei partiti molto grossi sono sottorappresentati, ma
non sono completamente democratici. Quando il partito vince le elezioni è sicuro di vedere il governo
che più gli appartiene. è un sistema a democrazia immediata, inizia il governo eletto, senza mediazioni.

4. i metodi di distinzione tra i vari sistemi parlamentari:

la posizione del presidente del consiglio all’interno del suo governo.

• se il sistema è a democrazia immediata, cioè si sceglie alle elezioni il partito che governerà, o democrazia
mediata, cioè il voto dell’elettore serve al partito per mediare con gli altri partiti per la formazione del
governo.

• i regolamenti parlamentari, i quali disciplinano il modo in cui funziona il rapporto tra parlamento e governo.
ci possono essere governi più forti o deboli.

• poteri del terzo organo, cioè il capo dello stato. non sono organi politici ma hanno funzioni di garanzia, che
contribuiscono a far funzionare meglio la situazione. può essere molto forte o poco forte, a seconda di
quanto siano incisivi i suoi poteri. se il capo dello stato è un monarca allora tende ad avere pochi poteri, o ad
esercitarne pochi. in altri casi, come in Italia è sicuramente una figura molto forte. il suo ruolo e potere
dipende molto dal quadro politico, se le cose vanno bene non è necessario il suo intervento, se le cose vanno
male è necessario che intervenga per ristabilire la situazione.

• grado di razionalizzazione delle forme di governo parlamentare, cioè la possibilità che offre la legge di
risolvere le controversie tra il governo ed il parlamento. la razionalizzazione della forma di governo
parlamentare consiste nell'inserire un po di regole nella costituzione che rendano difficili ad un parlamento
di mandare a casa un governo. è una regola che serve a rendere il governo un po’ più forte. Da questo punto
si possono distinguere costituzioni:

 razionalizzate: l’ordinamento tedesco ha la sfiducia costruttiva, cioè può far cadere un governo
solamente se e forze politiche che lo fanno cadere hanno già pronto una coalizione che porta ad un
nuovo governo subito.

 poco razionalizzate: ad esempio la nostra con l’ordine del giorno Perassi, che cercava di stabilizzare
governi: le regole introdotte sono nell’art. 94. La mozione deve essere motivata, perché non è possibile
mettere d’accordo le motivazioni di due parti diverse. Inoltre il deputato deve metterci la faccia, non può
tirarsi indietro a quello che ha detto, lo responsabilizza. la mozione deve avere un certo consenso e deve
essere votata a 3 giorni dalla presentazione. deve essere quindi la rappresentanza del parlamento. sono
deboli ordinamenti di razionalizzazione.

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 non razionalizzate: non hanno una costituzione dunque nessuna razionalizzazione. esempio: Inghilterra,
che riesce comunque a formare governi forti.

queste razionalizzazioni non funzionano. i governi non sono mai cascati per la sfiducia ma per auto-dimissioni:
quando le cose andavano male piuttosto che perderlo se lo toglievano. questi mezzi di razionalizzazione possono
non funzionare quando si producono da un voto non parlamentare, sono quindi crisi extra-parlamentari. forme di
governo ultra-razionalizzate, come in Italia nell’art. 122 rispetto alla razionalizzazione dell’autorità regionale. la
giunta regionale sta in piedi finché il consiglio lo vuole. se mando a casa il presidente si scioglie l’intero
consiglio, è una forma ultra-razionalizzato. si rafforza il capo dell’esecutivo regionale che può nominare e
rimuovere i consiglieri della giunta ma se il consiglio manda a casa il presidente va a casa anche la giunta.

 è una forma di governo a governo condiviso  le decisioni più importanti sono prese d’accordo tra potere
legislativo ed esecutivo

Rapporto di FIDUCIA tra governo e parlamento


Il governo sta in piedi solo se ha la fiducia del parlamento
 rapporto di RESPONSABILITA’ POLITICA del governo nei confronti del parlamento
Conseguenze:
• Gli esecutivi non hanno una durata certa
• C’è un modo per accorciare la vita anche del legislativo  meccanismi di scioglimento del Parlamento
Anticipato dalle camere

Regno Unito  Parlamento può essere sciolto dal Governo


Italia  parlamento può essere sciolto dal Presidente della Repubblica

TERZO ORGANO  Presidente della Repubblica (Italia) e Re (Inghilterra)


 non è mai un orango con intento politico
 ha funzioni di garanzia costituzionale (in Italia)

Il Presidente della Repubblica ha dei ruoli incisivi nei momenti di crisi di consenso

Vantaggi e svantaggi  “speculari” rispetto alla forma di governo Presidenziale


• Le crisi di consenso sono rimediabili  cambio del Governo o scioglimento anticipato del Parlamento 
molto flessibile
• Rischio principale del governo  INSTABILITA’

Non capita proprio dappertutto  conta molto com’è fatto il sistema politico, possono esserci eccezioni (es.
Regno Unito)
 dato da fattori non solo influenzati dal diritto

La struttura può essere influenzata da regole  leggi ordinarie


 leggicchi riguardano l’ELEZIONE del PARLAMENTO

RIASSUNTO

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FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE: è una forma di governo a governo DIVISO (USA)  ha due
motori, il potere esecutivo e quello legislativo che sono rigorosamente separati
Prende spunto dalla monarchia costituzionale.

Però qui i due poteri (organi: congresso e parlamento) per avere uguale importanza venivano eletti entrambi dal
basso

FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE: la più diffusa nelle liberal democrazie, presenta delle
caratteristiche speculari alla forma di governo presidenziale
Forma di governo a governo CONDIVISO  necessario rapporto fiduciario tra PARLAMENTO e GOVERNO
RESPONSABILITA’ POLITICA da parte del GOVERNO al PARLAMENTO
• Il Governo può essere cacciato dal Parlamento (non ha una durata fissa)
Sta in piedi solo se ha la fiducia del Parlamento
• SCIOGLIMENTO DEL PARLAMENTO (anticipato)

Conseguenza:
PARLAMENTARISMO  instabilità del governo
Variabilità del funzionamento della forma di governo parlamentare dipende dal quadro politico che ci sta sotto
 qualcosa di esterno alle regole costituzionali
Ci sono regole che influiscono sulla formazione del quadro politico (no leggi costituzionali)
LEGGI ELETTORALI: leggi che consentono di produrre/guidano la rappresentanza parlamentare —>
condizionano l’assetto politico e la rappresentanza parlamentare

I SISTEMI ELETTORALI
(forma di governo parlamentare)

Il sistema elettorale è un complesso di regole che servono a trasformare voti in seggi


• SISTEMI PROPORZIONALI
• SISTEMI MAGGIORITARI (uninominali)  SISTEMA PLURALITY (più maggioritario che c’è)

Hanno influenze diverse sul sistema politico

SISTEMA MAGGIORITARIO UNINOMINALE


Semplice. Dobbiamo eleggere Parlamento di 100 seggi, si divide il paese in 100 collegi, si stabilisce che ciascun
elegge 1 deputato, ogni partito elegge 1 candidato. Il seggio va al candidato che ha preso più voti (da chi ha
preso 1 solo voto più degli altri)

SISTEMA PROPORZIONALE
Più complicato. Ha uno scopo chiaro: creare parlamenti il più possibile rappresentativi delle correnti di opinione
nella società. Creare un parlamento “specchio” del paese

I SISTEMI ELETTORALI hanno dei riflessi sul sistema politico


I SISTEMI ELETTORALI MAGGIORITARI tendono a produrre un sistema politico bipartitico (tendenza ad
allargarsi) Legge di Duverger /1

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I SISTEMI ELETTORALI PROPORZIONALI tendono a produrre (o a mantenere) un sistema politico
pluripartitico. Legge di Duverger /2

I rapporti con una forma di governo parlamentare


 un governo sta in piedi finché ha l’appoggio del parlamento  creano maggioranza in parlamento

Un Parlamento serve a due cose:


1. Rappresentare il paese
2. Esprimere una maggioranza di governo, creare un governo

MAGGIORITARIO (secco)
• Costa in termini di ricchezza dell’offerta politica (e in un certo senso di rappresentatività del parlamento)
• Vantaggio: facilita la formazione di una maggioranza parlamentare  governo forte nei confronti del
parlamento, presidente del consiglio forte
• Consente all’elettore di “vedere” il governo quando vota (DEMOCRAZIA IMMEDIATA  l’elettore sa
che il suo voto concorre direttamente alla formazione del governo)

PROPORZIONALE
• Vantaggio: più scelta, l’elettore può votare il partito che più lo rappresenta  rende il parlamento più
rappresentativo
• Svantaggio: rende più complicato il raggiungimento di una maggioranza (i partiti si devono alleare dopo le
lezioni)
L’elettore non sceglie direttamente il governo, si affida al partito che vota

La rimanda alla formazione di coalizioni dopo il voto (DEMOCRAZIA MEDIATA)

Conseguenze: governo debole nei confronti del parlamento, presidente del consiglio debole

Classificazione all’interno dei sistemi parlamentari:


1. Dei rapporti interni al governo
2. Distinguere sitemi a democrazia immediata da sistemi a democrazia mediata
3. Rapporti tra governo e parlamento (governo forte o debole nei confronti del parlamento)
REGOLAMENTI PARLAMENTARI: disciplinano il modo in cui funziona il parlamento ( disciplina scritta
nelle fonti parlamentari non nella costituzione)
4. Potere del terzo organo ? (capo dello stato forte o debole)

Se il capi dello stato è un monarca è debole (funzione rappresentativa)

Presidente della Repubblica può essere debole  sistema tedesco


Presidente della Repubblica può essere forte  Italia

Strumenti per risolvere crisi di consenso:


• Momento della nomina

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• Momento in cui può sciogliere le camere

Presidente della Repubblica ha poteri a fisarmonica (= il suo potere può aumentare o diminuire)

5. Il grado di razionalizzazione delle forme di governo parlamentare

PROBLEMI COSTITUZIONE ECONOMICA

COSTITUZIONE ECONOMICA: assetto di regole, sistema delle strutture portanti dell’economia

COSTITUZIONE ECONOMICA ITALIANA  diversa da quella della Germania (dignità scientifica)

ECONOMIA MISTA (economia pubblica ed economia privata)


 il problema era come ordinare questi due assetti

Enaudi (liberale)
Il problema principale erano i monopoli (sia privati che pubblici)
 servono regole per limitare questi monopoli

Foa invece dice (azionista):


L’intervento pubblico non dà garanzie di libertà

RAZIONALIZZAZIONE DELLE FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE

 Significa cercare di infilare nel testo della Costituzione delle regole che rendono più difficile al Parlamento di
mandare a casa il Governo ( rafforzare il governo). Per far cadere il Governo ci vuole una nozione di sfiducia
motivata
Da questo punto di vista si possono distinguere forme di Governo più o meno razionalizzate:
• Costituzioni un po’ razionalizzate (es. Italia)
• Costituzioni molto razionalizzate
• Costituzioni per nulla razionalizzate (es. Regno Unito)

ART.94 (definisce la forma di governo italiana)


• “Il governo deve avere la fiducia delle camere”
• Ciascuna camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per APPELLO
NOMINALE (voto a scrutinio palese, per far si che i deputati ci mettano la faccia e per responsabilizzare il
Parlamento)
• La mozione di sfiducia deve essere firmata (deve essere votata a maggioranza) da almeno un decimo dei
componenti della camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni della sua presentazione
(ciò serve a produrre una situazione in cui la mozione di sfiducia sia effettivamente espressione del
Parlamento)
• Che maggioranza ci vuole per mandare via il Governo? Basta la maggioranza semplice e non assoluta

Durante la nostra storia abbiamo visto dei “governi di minoranza” basati sulla non sfiducia, non hanno la
maggioranza vera in Parlamento

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MECCANISMO della RAZIONALIZZAZIONE DELLA SFIDUCIA COSTRUTTIVA: mettere in Costituzione
una regola per cui il Parlamento può mandare via il Governo soltanto se le forze politiche che lo fanno cadere
hanno già un altro governo da far salire

I meccanismi di razionalizzazione della forma di governo sono meccanismi che funzionano se le crisi di governo
è data dalla nozione di sfiducia del Parlamento. Ci sono però dei governi che cadono per altri motivi e non per la
mozione di sfiducia del Parlamento. In Italia sono caduti molti governi, ma non a causa del Parlamento. È più
comune che il Governo si dimetta da solo. La totalità delle crisi di governo sono state extra parlamentari

Ci sono latri modi per razionalizzare la forma di governo parlamentare. Un esempio di forma di
razionalizzazione più estrema è nella nostra Costituzione, nelle parti che riguardano la FORMA DI GOVERNO
DELLE REGIONI
 ULTRARAZIONALIZZAZIONE delle forme di governo regionali
Il vertice dell’esecutivo regionale è un vertice eletto dal popolo, e può nominare e revocare i componenti della
Giunta

ART. 122
• Il Presidente della Giunta Regionale è eletto a suffragio universale diretto .Il Presidente eletto nomina e
revoca i componenti della Giunta
• Il consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta mediante mozione
motivata, sottoscritta da almeno un quinto dei suoi componenti e approvata per appello nominale a
maggioranza assoluta dei componenti

ART. 126
• L’approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta eletto a suffragio
universale e diretto, non che la rimozione, l’impedimento permanente, la morte o le dimissioni volontarie
dello stesso comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del consiglio. In ogni caso i medesimi
effetti conseguono alle dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti il consiglio

FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALI

 Questa forma di governo è stata introdotta tra gli anni ’50 e gli anni ’60, in Francia (5° Repubblica
Francese ha auto fortuna negli anni ’90 ed è stata d’ispirazione per altri paesi) per superare la 4° Repubblica
Francese che aveva una forma di governo parlamentare  piena di problemi: coalizioni, governi deboli …

Come funziona e caratteristiche:


• Si basa sull’elezione popolare diretta del Presidente della Repubblica
• Il Presidente non è solo letto dal popolo, ma è titolare di alcuni poteri che hanno a che fare con il potere
esecutivo (ciò non esiste nelle forme di governo parlamentare)
• C’è un terzo organo che esercita gli altri poteri dell’esecutivo  Governo, che deve avere la fiducia del
Parlamento
• Quindi Governo e Presidente (ha una valenza politica) si spartiscono i poteri dell’esecutivo
• L’esecutivo ha due teste, è ripartito tra due organi

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Ci possono essere grossi conflitti tra Parlamento e Presidente o tra Governo e Presidente (coabitazione: il
Presidente fa parte di una corrente politica diversa dal Parlamento)
Quando il Presidente e il Parlamento sono della stessa parte politica, il Presidente finisce per essere il vero
vertice del potere esecutivo, perché sceglie il governo che più gli interessa
Quindi questa forma di governo può andare a due velocità: può funzionare come una forma di governo simile a
quella parlamentare o simile a quella presidenziale
Il Capo dello Stato è molto forte, fa sparire sotto di lui il governo, facendola diventare forma di governo IPER
PRESIDENZIALE

LE FONTI DEL DIRITTO


• i criteri di sistemazione delle fonti: le fonti in quanto formazione normativa producono continuamente regole,
anche diverse tra di loro (antinomia) che comporta la scelta della regola a seconda dei criteri: cronologico,
gerarchico, della competenza.

• cosa sono le fonti di diritto:

 sorgente: da cui proviene il diritto (non useremo questo concetto, in quanto non usato nel mondo del diritto).
buttano fuori regole in continuazione, come un rubinetto.

 fonte di cognizione: usata nel mondo del diritto ed è un pezzo di carta da cui posso apprendere una certa
regola.

 gazzetta ufficiale della repubblica: è una fonte di cognizione, in quanto è scritta ed apprendiamo una certa
regola, ma è una fonte privilegiata. Art. 73 comma 3: le leggi vengono pubblicate appena fatta nella gazzetta
ed entrano in vigore 15 giorni dopo la sua pubblicazione, a meno che non ci siano casi particolari. la sua
particolarità è che condiziona l’entrata in vigore di una legge.

 fonte di produzione del diritto: è un modo per produrre regole di diritto. un gruppo di soggetti con obbiettivi
comuni, con dei canoni di valutazione e meccanismi per produrre nuove regole. L’art. 138 spiega come si
producono nuove regole. Una fonte di produzione del diritto è qualunque fatto o atto abilitato
dall’ordinamento a produrre diritto oggettivo. è una definizione che ruota intorno a se stessa perché fonte
di produzione è quello che crea diritto e il diritto è ciò che è creato da una fonte. questo spiega che ogni
ordinamento sceglie le proprie fonti, principio che sta alla base della relatività delle fonti giuridiche,
attraverso delle regole, che sono le regole di produzione del diritto. lo studio delle fonti è lo studio delle
regole sulla produzione. ci sono delle norme di riconoscimento delle fonti le quali disciplinano la produzione
di una fonte.

• C’è una distinzione tra due tipi di fonti a secondo di come si formano:

o fonti fatto: se secondo la regole sulla produzione del diritto si produce indipendentemente dal
fatto che chi lo produce voglia produrre diritto. si forma attraverso la consuetudine, cioè la
ripetizione constante e uguale di un comportamento, non serve la mediazione della scrittura. ma
esistono anche fonti fatto scritte, come molte regole dell’UE applicate in Italia. i due hanno
ordinamenti diversi tra di loro, ma le fonti atto dell’UE, che sono scritte, entrano nel nostro
ordinamento, disciplinate, come fonti atto, cioè come consuetudini.

o fonti atto: se il dirige si produce attraverso un atto di volontà disciplinato dalla regola sulla
produzione e diretto alla produzione di diritto. sono tutte fonti scritte, la scrittura è quindi un
criterio identificante. sono la maggior parte delle fonti dell’ordinamento italiano.

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 i singoli ordinamenti statali sono chiusi, identifica le proprie fonti a seconda di criteri. Esistono però dei
casi in cui gli ordinamenti interagiscono tra di loro, perciò il modo in cui le fonti dell’UE entrano nel
nostro ordinamento è chiamato rinvio, che può essere di due tipi:

o rinvio fisso: alla stessa regola. prendo una regola da un altro ordinamento e la inserisco nel mio
e ne faccio poi quello che voglio. qualsiasi modifica nell’ordinamento originale non è detto che
si modifichi anche nell’ordinamento che l’ha presa.

o rinvio mobile: ad altri ordinamenti. è un modo di rinviare alla produzione di regole di altri
regolamenti. ogni cambiamento nell’altra regola si inserisce direttamente nell’altro ordinamento.

1. Art. 10, comma 1: articolo della costituzione del 1947 afferma che l’ordinamento giuridico italiano si
conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciuto. se fosse un rinvio fisso verrebbero
importate solo le leggi internazionali fino al 1947, invece, considerandolo mobile è aperto a modifiche future.

2. nelle disposizioni preliminari del codice civile, l’art. 1 indica le fonti dell’ordinamento giuridico italiano, che
sono leggi, regolamenti, usi e norme corporative. non ci dice molto anche perché non comprende la
costituzione, dato che è precedente. Neanche la Costituzione non offre un elenco complessivo e una disciplina
dettagliata di tutte le fonti. le fonti che elenca sono: leggi costituzionale, leggi ordinarie, leggi regionali e atti
del governo, che possono essere decreti legge (art. 78) e decreti legislativi (art.77). Ci sono altre fonti
secondarie, che sono i regolamenti dei poteri esecutivi, che la costituzione non spiega ma solo suppone
esistano.

• Cosa si intende per fonte del diritto


• Come si fa a trovare nel nostro sistema le fonti del diritto
• L’interpretazione delle regole
• Analizzare i criteri di SISTEMAZIONE delle fonti del diritto ( criterio cronologico , gerarchico)
• REFERENDUM a modo suo è una fonte del diritto

Cosa si intende per fonte del diritto?


Si intendono varie cose:

1.FONTE come SORGENTE: è la sorgente da cui proviene il diritto, le regole di diritto (es. il parlamento è la
fonte della legge) - non è una definizione usata nel diritto
2.FONTE di COGNIZIONE: documento scritto da cui posso apprendere il contenuto e l’esistenza di una
regola (es. codice civile, raccolta provinciale degli usi)
GAZZETTA UFFICIALE: Pubblicazione da cui noi apprendiamo il contenuto di una certa regola - è una fonte
di cognizione particolare, perché condiziona l’entrata in vigore della legge
art.73. 3, Costituzione.
- La pubblicazione non fa parte del processo di produzione della legge
• tuttavia ne condiziona l’entrata in vigore (la legge entra in vigore 15 giorni dopo che è uscita sulla Gazzetta
Ufficiale)

3.FONTE di PRODUZIONE: le fonti sono dei modi attraverso cui il diritto viene prodotto, è un modo per
produrre regole di diritto (modi attraverso cui in cui un certo ordinamento viene creato diritto)
Meccanismi che servono a produrre nuove regole di diritto

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Fonte di produzione di diritto è qualunque FATTO o ATTO abilitato dell’ordinamento a produrre diritto
oggettivo - definizione CIRCOLARE
Fonte di produzione è cio che per l’ordinamento crea diritto
Diritto è per l’ordinamento ciò che viene creato dalle fonti di produzione
• Ciascun ordinamento SCEGLIE le proprie fonti (relatività delle qualificazioni giuridiche)
• Lo fa attraverso delle regole (REGOLE SULLA PRODUZIONE del diritto) es. art 138
• Lo studio delle fonti del diritto è lo studio delle regole della produzione
• Le regole che disciplinano la produzione di una certa fonte si chiamano NORME DI RICONOSCIMENTO
DELLA FONTE

La distinzione tra atto e fatto si basa sulla volontà. La distinzione è costruita sul ruolo della volontà di
produrre nuovo diritto ai sensi della regola sulla produzione

FONTE ATTO: se il diritto si produce attraverso un atto di volontà disciplinato dalla regola sulla
produzione e diretto alla produzione di diritto (es. legge)  la volontà fa parte del processo di produzione del
diritto (sono sempre fonti scritte)
FONTE FATTO: se secondo la regola sulla produzione il diritto si produce indipendentemente dal fatto che
chi lo produce voglia produrre diritto (non sono involontarie) es. consuetudine  la volontà non è rivolta a
creare nuovo diritto (non sono fonti scritte)

IL RUOLO DELLA SCRITTURA


La scrittura è il modo attraverso cui si esprime la volontà di creare diritto (le fonti sono scritte)
• La scrittura è disciplinata dalla regola sulla produzione come parte del processo di produzione delle fonti
atto (non hanno senso una legge o un regolamento non scritti)
• La scrittura non fa parte del processo di produzione delle fonti fatto (posso scrivere una regola
consuetudinaria, ma la scrittura avviene dopo che la regola si è già formata)
• La grande maggioranza delle fonti del diritto nel nostro ordinamento sono fonti scritte
• Questo porta a dover trattare il problema della INTERPRETAZIONE

Diritto scritto da fonti fatto?


Sono certamente fonti atto nell’ordinamento dal quale sono prodotte
Il nostro ordinamento non ne disciplina il modo di produzione - le applica sulla base del fatto che si sono
prodotte nell’altro ordinamento.

Il modo attraverso i quali le regole passano da un ordinamento all’altro si chiama RINVIO (gli ordinamenti
possono parlare tra loro e lo fatto attraverso delle regole che si chiamano rinvii)

RINVIO FISSO (alla singola regola): un ordinamento prende una regola da un altro ordinamento, quindi si apre
e prende quella regola e poi la usa come crede, senza interessarsi a cosa le succede nell’altro ordinamento (es. se
viene abrogata)
RINVIO MOBILE (alla fonte): rinvio a un modo di produzione di regole che sta in un altro ordinamento -ogni
volta che la regola nuova viene prodotta nell’altro ordinamento, entra automaticamente anche nel nostro
ordinamento

ART 10, comma 1, Cost.

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“L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”

Se fosse:
- rinvio fisso: prende solo norme del 1947
• rinvio mobile: prende anche norme che si formano successivamente al 1947

REGOLE SULLA PRODUZIOE DEL DIRITTO

Le fonti di produzione dell’ordinamento italiano

• Il giudice è soggetto solo al diritto prodotto dalle fonti del diritto


• Art 111 “Si può ricorrere in cassazione per
• Il giudice deve conoscere il diritto prodotte dalla fonte del diritto

LISTA DI FONTI DEL DIRITTO (nelle PRELEGGI)

Leggi scritte all’inizio del Codice Civile


Art. 1 sono fonti del diritto:
1.leggi
2.regolamenti
3.usi

La Costituzione dà elenco di alcune fonti (Leggi costituzionali, Legge ordinaria, Leggi regionali, Decreti legge)
Non ce una legge organica che disciplina come si fanno i Regolamenti dell’esecutivo.
La maggior parte dei regolamenti più importanti dell’esecutivo sono fatti dal Presidente della Repubblica
Legge n. 400 del ’88 - molto importante, disciplina il potere regolamentare dell’esecutivo.
(disposizione preliminari del codice civile, in particolare l’art.12- guardare)

L’INTERPRETAZIONE

• interpretare significa dare un senso ad un testo scritto. è connaturata al fatto che esistano testi scritti. si fa
sempre un’interpretazione, più o meno difficile.

disposizione: è il testo interpretato (oggetto)

norma: significato che si attribuisce ad un testo (risultato)

• l’interpretazione consiste nel ricavare norme da disposizioni

• natura “ascrittiva” dell’interpretazione: esistono interpretazioni vere o false? l’interpretazione non si lascia
classificare come vere o false. con questo non si afferma che tutte le interpretazioni siano possibili.

• ad una disposizione corrisponde una sola norma? falso:

 esistono norme che non hanno disposizioni alla base, come le fonti fatto, che non hanno nessun testo scritto.

 I principi inespressi non hanno una disposizione precisa a cui appoggiarsi, ma più disposizioni a cui si
ispirano.

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 esistono disposizioni che formano diverse norme, significa che la gente non è d’accordo ad attribuire lo stesso
significato ad una stessa disposizioni

• principio della completezza dell’ordinamento giuridico: ad una determinata pretesa il giudice deve sempre
fornire una risposta, può essere “Sì” o “NO”, non “NON LO SO”. ad esempio tutto ciò che non è espresso è
permesso.

• principio della coerenza dell’ordinamento giuridico: cioè cercare di riportare una molteplicità di regole ad
un ordinamento preciso.

• una prima differenza sull’interpretazione può essere fatta sulla base di chi interpreta:

interpretazione dottrinale: le interpretazione che determinati studiosi fanno su una determinata disposizione;

interpretazione giurisprudenziale: quella fatta dai giudici. sono gli applicato di ultima istanza

interpretazione amministrativa: fatta dall’amministrazione

interpretazione autentica: è l’interpretazione di una regola fatta di un’altra regola. su una base di una disposizioni
molti la interpretano male allora si fa un’altra regola che serve a interpretare la disposizioni, che a sua volta
verrà interpretata.

• art. 12 delle disposizioni preliminari del codice civile indica come si debba interpretare le disposizioni. anche
queste regole però vanno interpretate. il primo comma ritiene che esista una norma al mio caso, è l’intenzione
del legislatore. il secondo comma dice di applicare per analogia ed il terzo per i principi generali
dell’ordinamento.

• le definizione legislativa può aiutare l’interprete ma esclude che esista un significato proprio delle parole, ed è
un riferimento debole.

1. criterio del significato proprio delle parole:

• interpretazione letterale: definizione propria

• interpretazione restrittiva: restringo il significato

• interpretazione estensiva: espando il significato

2. intenzione del legislatore: si cerca la psicologia quando si è fatta una legge.

• originalismo: si fa fina di tornare al momento in cui il legislatore ha approvato una regola e cosa voleva
intendere con quella regola. la difficoltà è ricondurlo ad una singola persona, dato che la maggior parte
delle volte è un compromesso tra più persone.
• testualismo: uso che si faceva delle parola in quel contesto
• la ratio legis: l’intenzione si applica alla legge messa, cioè s’immagina che la legge abbia una volontà
sua diversa da quella del legislatore.
• interpretazione sistematica: può succedere che il significato che attribuiamo ad una regola dipende dal
sistema collettivo in cui la legge si stabilisce.
• interpretazione evolutiva: può succedere che nel corso del tempo assuma significati diversi perché le
norme che le stanno affianco sono diverse, cioè è cambiata nel tempo.
• interpretazione adeguatrice: bisogna scegliere il significato più conforme alla costituzione

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Che cosa vuol dire “interpretare”?
L’interpretazione consiste nell’attribuire un significato a un testo (il testo è l’oggetto su cui si incentra
l’interpretazione ed il significato che si attribuisce al testo è il risultato)
L’interpretazione è un passaggio ineliminabile

Distinzione tra disposizione e norma

Disposizione è il testo interpretato


Norma è il significato attribuito
L’attività interpretativa consiste nel ricavare norme da disposizioni
Disposizione Norma
(oggetto) (risultato-significato)

Esistono interpretazioni “vere”?

Non esistono interpretazioni vere


Natura “ascrittiva”dell’interpretazione (attribuisce un significato ad un certo testo e non è classificabile come
vero o falso, ogni interpretazione è legittima)

Una disposizione (testo su cui si svolge l’attività interpretativa) una norma (il significato che attraverso
l’interpretazione attribuiamo al testo)? No, non esiste una corrispondenza biunivoca

Esistono norme senza disposizione:


• la consuetudine
• I principi inespressi (non ha alcuna disposizione specifica a cui aggrapparsi, si ricavano da un processo di
astrazione, es. principio di proporzionalità)

Da una disposizione si possono ricavare più norme diverse (soggetti diversi possono ricavare più risultati)

Due presupposti dell’interpretazione:

• Principio della completezza dell’ordinamento giuridico (il giurista è tenuto a dare una certa risposta ad ogni
domanda in termini di diritto)
• Principio della coerenza dell’ordinamento giuridico (dare un senso complessivo alle varie regole, cercare di
portare una molteplicità di regole a un insieme unitario)

Chi interpreta?

• Interpretazione dottrinale  interpretazione di quelli che riflettono sul senso delle regole
• Interpretazione giurisprudenziale  interpretazione di una regola che emerge dalle pronunce che si
basano su questa regola

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• Interpretazione autentica  interpretazione di una regola fatta da un’altra regola che ha come obiettivo
l’interpretazione della regola precedente

Art 12 delle disposizioni preliminari al codice civile dette anche pre leggi  Le regole sull’interpretazione

Due gruppi di regole

 Primo comma : quando si interpreta un testo bisogna basarsi sul senso proprio delle parole o sulle intenzioni
del legislatore (da dei criteri, delle regole per svolgere l’attività interpretativa )
• significato proprio: funzionerebbe se il diritto avesse un significato oggettivo, ma il diritto è un linguaggio
in parte formalizzato, presenta ambiguità linguistiche
• intenzione del legislatore: se intendiamo un atteggiamento psicologico di chi ha fatto legge è un concetto
debole perché le regole non vengono fatte da uno solo ma da collegi; se lo intendiamo in senso oggettivo
basandosi sul ratio legis si parla di interpretazione evolutiva
 Secondo comma : analogia; interpretazione per principi (usando più la creatività; ci si può ricorrere se i
primi due non funzionano)
Si preferiscono i primi

Il significato proprio delle parole


Le parole hanno un “significato proprio”? No
Significato
• Il giudice è soggetto soltanto alla legge  sinonimo di diritto oggettivo, il giudice è soggetto solo al diritto
• “La legge è prolungata dal presidente della repubblica” fase del procedimento legislativo, senso più
ristretto
La parola “legge” non ha un significato proprio

• Le definizioni legislative

Il significato comune come “misura” dell’interpretazione. Esempio: Cos’è un veicolo?


> Macchina 🚗 : interpretazione letterale (coincide con l’uso comune)
> Sedia a rotelle : interpretazione restrittiva (connotazione più ristretta)
> Drone : interpretazione estensiva (connotazione più ampia)

La “intenzione del legislatore”

 Il legislatore storico
- originalismo: cercare di ricostruire la volontà dell’assemblea; verte sull’assunto secondo cui l’interprete
dovrebbe attenersi fedelmente alla lettera del testo originale della Costituzione; l’approccio originalista si
propone di privilegiare, nell’interpretare la Costituzione, le possibilità che più si avvicinano al suo obiettivo e
significato originario ovvero, all’intenzione storica dei padri costituenti
Prima obiezione: il legislatore storico non è un’unica persona, ma spesso è un collegio di persone
• testualismo: fa riferimento al significato delle parole più corrente quando quella legge è stata approvata

La “ratio legis”  senso complessivo della legge che viene approvata; l’interpretazione si applica alla legge
stessa

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Problemi:
• “cosa avrebbe deciso se…”
• Una legge può avere una volontà sua?

La ratio legis non esite, ma ci serve

• Interpretazione sistematica  tale interpretazione confronta la norma da interpretare con le altre che
regolano la stessa materia o con i principi generali del diritto
• Interpretazione evolutiva  nel corso del tempo una regola può assumere un significato diverso perché
cambia il contesto in cui tale regola si colloca
• Interpretazione adeguatrice  (molte regole sono vecchie, fonti anteriori all’approvazione costituzione del
’48) bisogna scegliere il significato più conforme rispetto alle regole costituzionali

Art. 12 comma 2 delle pre leggi


Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che
regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali
dell’ordinamento giuridico dello Stato.

L’articolo si divide in due parti:


 L’interpretazione analogica (prima parte)
• manca una disposizione specifica
• Si estende alla fattispecie non regolata una regola presente per un’ altra fattispecie
• L’estensione può farsi sul presupposto della somiglianza tra le due fattispecie

Cosa somiglia a cosa?


• Norma sul reddito: lo yacht assomiglia alla Ferrari
• Requisiti per il galleggiamento: lo yacht assomiglia al pedalò
• Regole sulle emissioni dei motori a scoppio: lo yacht assomiglia alla ferrari, al trattore e alla macchina
• Secondo il colore rosso: la ferrari assomiglia al monopattino e alla macchina
 La risposta la fornisce la regola che noi dobbiamo applicare
 Interpretazione analogica

Casi senza regole


Caso disciplinato  Caso non disciplinato
Dobbiamo basarci sulla somiglianza: Principio (ragione giustificatrice della disciplina)
 Applicazione della regola per analogia (non è sempre utilizzabile)

Divieti ai veicoli nel parco:


Interpretazione analogica: il divieto dei veicoli tutela la serenità, divieto anche della tromba perché può
disturbare allo stesso modo dei veicoli
 Seconda parte dell’articolo: Interpretazione per principi

I CRITERI DI SISTEMAZIONE DELLE FONTI

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Le fonti del diritto sono inesauribili, producono regole continuamente => fenomeno delle antinomie (= regole
che entrano in contrasto con altre regole) => si può risolvere usando l’interpretazione (es. interpretazione
adeguatrice); ma ci sono casi di veri conflitti tra regole: dobbiamo scegliere quale regola applicare
I criteri di sistemazione permettono di scegliere la regola da applicare in caso di conflitto tra regole

Ci sono tre criteri di sistemazione:


- Criterio CRONOLOGICO che da luogo all’abrogazione: tra due regole di pari forza la regola più recente va
preferito alla regola più antica, e quest’ultima si dice abrogata
Questo criterio si usa quando ci sono regole con la stessa forza, cioè occupano lo stesso gradino nella piramide
Legge 1 (gennaio 2018) entro un. Anno dalla successione si pagano 10 euro di tasse (regola A)
Legge 2 (gennaio 2010)  per le successioni non si paga alcuna tassa (regola non -A)
 la legge vecchia viene sostituita da quella nuova, ma non scompare del tutto, è ancora applicabile ma solo ai
casi che sono capitati prima dell’abrogazione
 l’abrogazione non comporta la scomparsa della regola abrogata, ma delimita l’ambito temporale dei rapporti
ancora disciplinati dalla regola abrogata
 il giudice deve applicare la regola abrogata anche dopo l’avvenuta abrogazione, se il caso che deve risolvere è
accaduto prima della abrogazione
 l’effetto abrogativo dipende dal momento del tempo a partire dal quale opera la nuova regola

REGOLE RETROATTIVE
E se la regola pretendesse di applicarsi anche a fatti precedenti alla sua entrata in vigore?

Art. 11 delle Disposizioni preliminari del Codice Civile


La legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo tuttavia le disposizioni preliminari al
Codice Civile hanno la stessa forza della legge
Esse possono essere derogate dalla legge

Art. 25, comma 2, Costituzione


Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrato in vigore prima del fatto commesso
L’Art. 25 dice che una regola penale non più essere retroattiva perché se fosse retroattiva finirebbe per violare la
costituzione
Questo articolo è un valore maggiore rispetto alle legge ordinaria

ABROGAZIONE RETROATTIVA
Fuori dai casi di norme penali incriminatrici, può accadere che la nuova legge si applichi anche a rapporti sorti
prima della sua entrata a vigore.
In questi casi si parla di legge retroattiva e dunque di abrogazione retroattiva

ABROGAZIONE DIFFERITA NEL TEMPO


Può accadere che la nuova legge si applichi non da subito, ma abbia effetti solo su rapporti sorti un certo
tempo dopo la sua entrata in vigore

Sono due casi particolari di abrogazione, ma non modificano il concetto di abrogazione.

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OSSERVAZIONE CONCLUSIVE
• La possibile retroattività dell’abrogazione e il possibile differimento nel tempo degli effetti della nuova
regola non mutano la natura dell’abrogazione
• Piuttosto, definiscono diversamente l’arco temporale dei rapporti ancora regolati dalla legge abrogata
• La scelta finale dell’abrogazione, cioè se una regola è abrogata o no, è giudice e lo fa con inter partes, cioè
con effetti limitati al caso deciso.

Art. 15 delle Preleggi


“Le leggi non sono abrogate che da leggi posteriori per dichiarazione espressa del legislatore, o per
incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti o perché la nuova legge regola l’intera materia già
regolata dalla legge anteriore”

1. ABROGAZIONE ESPLICITA: si verifica per dichiarazione espressa del legislatore che avviene quando
egli identifica la regola che intende abrogare
Esempio: “E’ abrogato l’art. 1, comma 4, della I. 10 gennaio 2010, n. 15”
“Volete voi abrogare la I. 2 gennaio 2015, n. 3?”
“Sono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge” —> non esplicita
2. ABROGAZIONE PER INCOMPATIBILITA’: tra le nuove disposizioni e le precedenti
3. ABROGAZIONE PER RIDISCIPLINA DELL’INTERA MATERIA: o perché la nuova legge regola
l’intera materia già regolata dalla legge anteriore
Ci sono dei casi in cui la regola speciale (successiva) deroga la regola generale (precedente)
Ci sono degli altri casi in cui la regola generale “sopravvive” con la regola speciale

Norme speciali - norme generali: conclusione


“La norma speciale prevale sulla generale”

Chi rileva l’abrogazione?


L’abrogazione è rilevata da ciascun giudice
E’ rilevata con effetti per il singolo caso deciso (effetti inter partes)

• CRITERIO GERARCHICO che da luogo al fenomeno di invalidità: può risolvere i contrasti tra regole che
stanno su gradini diversi della piramide

Non tutte le fonti hanno uguale forza —> nel nostro ordinamento sono messe in una piramide in ordine di
importanza, dall’altro (più forti) verso il basso (più deboli).
1. Costituzione
2. Leggi, decreti legge, decreti legislativi
3. Regolamenti del potere esecutivo, altri regolamenti
4. Consuetudini
 Tra due regole di forza diversa, la regola prodotta dalla fonte più forte prevale sulla regola prodotta da
quella più debole

Primo caso:
La regola prodotta dalla fonte più forte è successiva nel tempo rispetto a quella prodotta dalla fonte più debole

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In un caso come questo l’applicazione del criterio gerarchico in prima approssimazione da risultati simili a
quello cronologico (situazione di fisiologia)

Caso più difficile:


La regola prodotta dalla fonte più forte è successiva nel tempo rispetto a quella prodotta dalla fonte più debole
Chi prodotto la regola più debole ha sbagliato —> situazione di patologia perché non ha tenuto conto che questa
regola debole doveva essere coerente con la regola più forte

Osservazioni:
• Fisiologia vs Patologia
• La regola successiva ha fatto ciò che non avrebbe potuto

La violazione del criterio gerarchico non comporta nullità radicale


• La nullità radicale può essere rilevata da chiunque in qualsiasi momento
• Esclude che l’atto nullo possa produrre effetti

Con riguardo alle regole prodotte dalle fonti è un caso rarissimo  presa con sei buchi  sono casi in cui l’atto
che produce la regola è a stento riconoscibile come tale

La violazione del criterio gerarchico comporta che la regola (più debole) sia invalida e possa essere annullata
Ciò comporta che siano previsti meccanismi che servono a:
• Accettare l’invalidità
• Annullare la regola invalidata

Una regola invalida può produrre effetti fino a che non sia annullata se nessuno attiva i meccanismi previsti per
annullarla

Quali meccanismi?
Legge incostituzionale  Corte costituzionale
Regolamento invalido  Giustizia amministrativa

Quali sono le conseguenze dell’annullamento?


La decisone di annullamento comporta il divieto di applicare la regola annullata
• L’annullamento opera erga omnes (una volta per tutte)
Conseguenza:
• Esclude l’applicazione della regola da parte dei giudici anche per i rapporti sorti prima dell’annullamento

Ha senso annullare un regola già abrogata? Si, perché se la regola è abrogata in certi casi si può ancora usare, se
la si annulla non è più utilizzabile

I limiti della retroattività dell’annullamento


Quando il giudice non può più parlare:

• Ha già parlato definitivamente (giudicato)


• Il tempo rende impossibile ricorrere al giudice (prescrizione, decadenza)

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• Acquiescenza

 Le sentenze di accoglimento non toccano rapporti chiusi (= esauriti, che non possono più essere portati
davanti a un giudice)
Un rapporto è aperto finché può essere portato davanti al giudice
• CRITERIO DI COMPETENZA: suppone che ci siano delle zone riservate soltanto ad una certa fonte, non
è un criterio prescrittivo ma esplicativo, in quanto non dice all’interprete come risolvere le antinomie

Art. 64 Costituzione
“Ciascuna camera adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti”
La Costituzione dice che nel pezzo di mondo che riguarda i lavori interni della camera può intervenire una sola
fonte: i regolamenti parlamentari (possono disciplinare solo quella fonte) fonte a competenza riservata

La competenza è una variante della gerarchia


La regola incompetente viola il riparto di competenza stabilito dalla regola superiore
Di conseguenza, la regola incompetente va ritenuta invalida

Come si ripartisce la competenza


• Per pezzi di mondo (art. 64 Cost.)
• Per livelli di disciplina (art.117, comma 3 Cost.)

 FONTI ATIPICHE e RINFORZATE: è una legge ma ha meno capacità di innovare l’ordinamento


giuridico rispetto ad altre leggi ma ha più capacità di resistere all'abrogazione es. la legge del bilancio

1. Le violazioni del criterio gerarchico prevedono giudici che accettano l’invalidità di un atto e sostanzialmente
la corte costituzionale valuta l’illegittimità di un atto

Se il regolamento amministrativo è illegittimo cosa succede? Se io vado da un giudice amministrativo posso


ottenere l’annullamento. Il giudice ordinario, davanti a un problema di applicazione dell’ordinamento, può far
finta che non esiste

2. Casi particolari che riguardano le norme penali incriminatrici (norme che individuano parti comportamenti
come suscettibili di sanzioni penali):
• Tizio commette un reato per cui ha una pena di 10 anni di carcere, inizia il processo e nel frattempo la legge
cambia e la pena fine depenalizzata—> secondo i criteri dell’abrogazione bisognerebbe applicare la norma,
ma per le leggi penali si applica la legge del favor rei (= regola più favorevole, meno dura)
• Tizio condannato a 10 anni, la sentenza passa ingiudicato (definitiva), la legge viene annullata dovremmo
dire che il rapporto è chiuso quindi sta in galera 10 anni: se la corte costituzionale dichiara incostituzionale la
legge per cui è stato condannato, tizio esce di galera

Sentenze della corte costituzionale


Tutte le regole della costituzione sono vere regole
Queste si applicano in quanto, quando diventano abbastanza dettagliate spetta al giudice operare come se le
vecchie leggi fossero abrogate dalla costituzione.

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Sentenza di accoglimento: regole illegittime dopo che è entrata in vigore la costituzione (la corte annulla le
regole che sono in contrasto con la costituzione)
Sentenze interpretative: la corte viene attivata dai giudici, quando hanno un dubbio circa la legittimità
costituzionale di una legge; il giudice non può andare oltre al dubbio ma deve rivolgersi alla corte che reagisce in
due modi: o con sentenza di accoglimento (accolto il dubbio, cioè la questione di illegittimità, il dubbio diventa
certezza e quindi viene annullata la legge, non può più essere applicata) secondo modo sentenza di rigetto ( la
corte dice che la questione non è fondata, la corte non cambia l’ordinamento).
Noi sappiamo che i testi possono essere interpretati in maniera diversa pertanto può succedere che tra queste
norme ce ne siano di legittime e di no, quindi un giudice basandosi su una certa interpretazione può fare una
questione alla corte dichiarando incostituzionale una legge.
Sentenze interpretative: in presenza di una norma legittima e una no, la corte cerca di spingersi verso quella
legittima in diversi nuovi:
- la corte rigetta la questione del giudice dicendo che esiste un’interpretazione della norma che la rende
conforme alla costituzione (sentenza interpretativa di rigetto) corte invita ai giudici di interpretare secondo
costituzione ma non li può obbligare perché i giudici sono soggetti solo alla legge.
- quando i giudici continuano a vedere le norme incostituzionali, attuano una sentenza interpretativa di
accoglimento, attraverso questo meccanismo viene fatta fuori un interpretazione di una disposizione, da quel
momento in poi non si potrà più dare quella definizione alla disposizione.

Sentenza 8 del 1956 e sentenza 26 del 1961


Prefetti per tutelar ordine pubblico possono fare delle ordinanze, il problema che i prefetti in questo modo
limitavano alcuni diritti fondamentali.
In questo modo diventava incostituzionale in quanto appunto violava i diritti fondamentali, il potere prefettizio
doveva essere modellato per non farlo accadere, questa ordinanza poteva diventare conforme alla costituzione.
La corte in questo caso rigetta la questione (sentenza di rigetto), ma dopo anni il poter di ordinanza non veniva
cambiata quindi viene fatta una seconda sentenza (n 26 del 1961)
La corte a questo punto la corte dichiara incostituzionale non tutto l’articolo due ma solo l’interpretazione che
consentiva ai prefetti di violare i diritti fondamentali. (Sentenza di accoglimento).

Analisi delle principali fonti riconosciute nell’ordinamento italiano


Art 138 cost.
La costituzione italiana è rigida, all’inizio dell’articolo sembra trapelare una distinzione tra leggi di revisione e le
altre leggi (leggi di revisione sono quelle che modificano il testo della costituzione, le altre leggi vanno oltre al
testo, non lo modificano ma fanno altre cose, esistono leggi che non toccano il testo della revisione);
C’è un problema interpretativo, ovvero il fatto che queste leggi devono essere approvate attraverso due
deliberazioni almeno a maggioranza assoluto, come devono essere queste deliberazioni? Fatta una deliberazione,
passano tre mesi viene passata all’altra camera e poi al senato viene fatta una seconda deliberazione (altri tre
mesi) deliberazioni consecutive.
Esistono delle deliberazioni alternative quindi prima camera poi senato e subito dopo viene fatta un’altra volta
(non c’è bisogno che una camera finisca prima che l’altra inizi a lavorar).

In sede di seconda votazione è necessaria una maggioranza assoluta (maggioranza degli aventi diritto, 316) ,
nella prima invece basta una maggioranza relativa (maggioranza dei presenti, metà più uno);

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Il procedimento viene affrontato in assemblea, cioè l’unico modo per farlo approvare è farlo attraverso
un’assemblea.

In seconda deliberazione può accettare il testo della legge di rev. della prima deliberazione oppure viene rifatto
tutto il processo di delibera.

-Quando non si raggiunge la maggioranza il procedimento di revisione va ripreso dall’inizio.

-Nella seconda liberazione se si raggiunge almeno la maggioranza dei due terzi aventi diritto di voto, le altre due
fasi vengono saltate, quindi la legge viene promulgata ed entrerà in vigore.

• Se in seconda deliberazione viene raggiunta la maggioranza assoluta inferiore si due terzi succedono due
cose: la legge non può entrare direttamente in vigore, la legge deve essere pubblicata in gazzetta ufficiale ma
non c’entra con l’entrata in vigore, viene pubblicata in modo che la gente la conosca in quanto alcuni soggetti
sono autorizzati a chiedere un referendum (consigli regionali, un quinto dei componenti della camera cioè
coloro che erano contro, popolo) questo referendum e posto nell’interesse di coloro che non vogliono la
revisione costituzionale, prende il nome di referendum di natura oppositiva. Questo referendum non è
abrogativo (il quale serve ad abrogare una legge, è necessario che la legge in questione sia già in vigore) il
referendum di natura oppositiva non viene attuato su una legge già in vigore, ma su una legge che forse
potrebbe entrare in vigore
• Rispetto al referendum abrogativo, questo referendum prevede che un quinto della camera può chiederlo,
mentre per il referendum abrogativo questo non succede
• Quorum: deve partecipare almeno la metà della componente elettorale.
• Nel referendum costituzionale non è previsto il quorum, la sua assenza risulta affermare l’opposizione al
referendum, quindi minoranze presenti nel paese possono intervenire in questo referendum, ciò rende più
difficile modificare la costituzione.

In Italia sono stati fatti tre referendum costituzionali, due volte su tre il referendum è andato male a coloro che
volevano cambiare la costituzione.

Quali sono i limiti della revisione? Tutti i principi revisionali possono cambiare la costituzione? No.
Una prima cosa che non si può fare è scritta nell’articolo 139 (neanche attraverso il procedimento di revisione
costituzionale si potrebbe cambiare la forma di stato repubblicana), la corte dice però che forma repubblicana
significa anche la repubblica e democratica, c’è un collegamento tra questo articolo è l’articolo 1, la corte così ha
creato dei limiti, in quanto alcuni principi (super principi, fondamentalissimi) che non possono essere cambiati.

Esiste la possibilità che la corte indichi incostituzionali alcune revisioni costituzionali.


Neanche il procedimento di revisione costituzionale è senza limiti!

Meccanismo del rinvio che può essere fisso o mobile quindi non alla singola regola ma a tutte le regole;
Danno luogo a tre fenomeni diversi dati da tre regole diverse:
• Rinvio dell’articolo 11 della costituzione, è una norma molto famosa è importante perché ha consentito di
dar seguito al l’adesione dell’Italia all’Unione europea. L’articolo enuncia che l’Italia consente in condizioni
di parità con gli altri stati alle condizioni di sovranità che le possono derivare da organizzazioni

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internazionali che promuovono la parità della giustizia. Quindi l’Unione europea è una di queste associazioni
e l’Italia accetta le condizioni da essa imposte.
• Art 10 comma 1: La legislazione italiana si conforma alle consuetudini
• Art 117 comma 1 dice che quando vengono fatte delle leggi in Italia devono rispettare i trattati che l’Italia ha
concluso negli anni passati, non possono quindi contraddire gli obblighi internazionali

Parliamo ora di questo genere di legge poiché dopo la fondazione della repubblica le regole composte sono
regole che si sono ispirate sempre più agli ordinamenti nazionali che tutelano sempre di più i diritti fondamentali
degli individui, inoltre le regole che vengono da fuori hanno un impatto rilevantissimo sul modo di applicare le
regole interne, molte infatti sono destinate a prevalere su alcune regole interne, le regole dell’Unione europea
tengono ad entrare subito nell’ordinamento, inoltre integrano le regole costituzionali.

Regole prodotte dall’Unione europea

L’unione europea è in realtà il risultato di un divenire storico che mette le radici negli anni cinquanta e nasce da
trattati conclusi da stati (1951 com europea del carbone e acciacco, CEE euratom, trattato di Lisbona 2007).

Questi trattati vengono elaborati come ogni legge interna: Art 80 cost, controlla quello che ha fatto il governo e
se va bene Amanda una legge che approva ciò che è stato deciso dal governo per quanto riguarda i trattati.

L’unione europea è una organizzazione atipica diversa dalle altre in quanto in grado di produrre discipline che
devono essere immediatamente applicate agli ordinamenti che fanno capo all’Unione europea, devono essere
applicate direttamente agli stati membri. Queste regole sono dominate da un giudice, ovvero la corte di giustizia
dell’Unione europea.

Questo fa parlare dell’Unione europea come organizzazione sovranazionale.

L’unione europea non può fare regole su qualsiasi cosa, ma può farle rispetto alle competenze che ha assunto in
base ai trattati;
Una serie di queste regole sono quelle scritte direttamente nei trattati cioè le regole convenzionali, tuttavia
l’unione europea ha la possibilità di fare ulteriori regole che appunto devono essere applicate immediatamente
negli stati membri. Queste regole sono:

1.Di diritto derivato:


-Regolamenti dell’Unione europea
-Direttive dell’Unione europea: da degli obiettivi è un termine, non è in grado di attuarsi autonomamente ma
deve essere applicata dallo stato; a volte la direttiva dice anche qualcosa di più, da una disciplina di scorta, cioè
che se entro un termine stabilito la direttiva non viene attuata, questa si attua da sola e diviene operativa;
-Decisioni dell’Unione europea: sono l’equivalente di un atto amministrativo che si attuano solo a stati e soggetti
determinati;

Art 288 del trattato: secondo il diritto dell’Unione europea un regolamento emanato dall’Unione europea deve
essere immediatamente attuato negli stati membri.
Questa regola vale per tutti i regolamenti ma anche per le direttive auto-applicative, ovvero quelle che prevedono
la disciplina di riserva.

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L’ordinamento italiano e separato è distinto da quello dell’Unione Europea, anche se sono in qualche modo
coordinati, questo è confermato dal fatto che le regole europee sono regole esterne rispetto all’ordinamento
italiano.
È probabile che le regole europee possano essere invalide, tuttavia i meccanismi che servono a rimediare questa
invalidità stanno in mano alla corte di giustizia, la quale conferma la legittimità o no dell’ordinamento. La corte
inoltre vigila sull’interpretazione degli atti, da questa ci possono andare coloro che vigilano su gli atti, anche i
giudici italiani, per chiarirsi sull’interpretazione di regolamenti ad esempio (rinvio pregiudiziario).
Il processo di integrazione europea sta nell’articolo 11, il quale delinea le limitazioni di sovranità.

Problema: prevalenza delle norme europee direttamente applicabili (le regole europee vanno applicate in
preferenza di altre leggi)

Regola italiana 2001 Regola europea 2002 ➡️ Va applicata la regola Europa

Regola Europa 2003 Regola italiana 2005 ➡️ Va applicata quella Europea

Idea di giurisprudenza della corte: le regole prodotte da una legge sono equivalenti a quelle prodotte dal
l’ordinamento dell’Unione europea.

Sentenza numero 170 del ‘84: orientamento della corte costituzionale, nel secondo caso proposto la
costituzione prevede che si dia precedenza al regolamento imposto dall’Unione europea, quindi il giudice è
tenuto a far finta che la regola interna allo stato non esista (disapplicazione).

Quando c’è un’antinomia tra una regola europea a una regola della costituzione, la corte dice che deve essere
fatta prevalere la regola dell’Unione europea anche se incompatibile.

Se una legge europea viola i controlimiti come si fa?


Disapplicazione della regola da parte dei giudici, ma la corte dice che non si può fare in quanto essa dice che è
lei a decidere quando una regola viola i controlimiti.
Si va dalla corte dicendo che il regolamento dell’Unione europea viola i principi fondamentali, ma siccome è una
fonte esterna la corte non può controllarne la validità
Per aderire al trattato bisogna fare una legge che dia la possibilità di aderire al trattato.

Controlimiti: con una famosa vicenda si è arrivati vicini si è arrivati a far valere dei controlimiti (il caso
Taricco)

Sono stati fatti due rinvii:


Art 10 comma 1: per alcune regole prodotte nell’ordinamento internazionale entrano a vincolare le fonti interne
quindi anche le leggi devono rispettare i vincoli imposti dagli ordinamenti internazionale. Quali sono? La
costituzione parla di norme di diritto internazionale generalmente riconosciute fa riferimento alle regole che di
pongono come consuetudini internazionali, gli stati interagiscono da molti secoli, è da queste interazioni possono
nascere consuetudini di natura internazionale che entrano automaticamente nel nostro ordinamento.
La costituzione attua un adattamento automatico.

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Si tratta di un rinvio mobile, che produce un adattamento automatico al nostro sistema. Queste regole però hanno
dei limiti, la corte risponde con una sentenza che riguardava il trattamento delle sedi diplomatiche (sentenza
costituzionale 48 del 1959), la sentenza ribadisce il fatto che l’ordinamento italiano deve adattarsi alle regole
europee ma con dei limiti al rispetto dei principi fondamentali della costituzione italiana. A riferimento di queste
regole c’è stato l’unica applicazione dei veri limi

Sentenza 228 del 2014 fu la prima vera applicazione dei controlimiti: è una sentenza strana è discutibile,
sappiamo che dopo il 43 in Italia i tedeschi fecero cose spaventose , capito che alcuni eredi delle vittime delle
stragi tedesche, avesse fatto causa allo stato tedesco per non aver risarcito le famiglie dei caduti, a questi si è
opposto un diritto internazionale di tipo consuetudinario chiamato principio di immunità degli stati, con il quale
il giudice italiano non poteva condannare la Germania, uno stato non può essere sottoposto alla giurisdizione di
un altro stato.

Terza ipotesi: Art 117 comma 1 Regola costituzionale che spartisce le competenze legislative tra stato e
regione. Quando uno stato fa una legge lo deve fare rispettando gli obblighi internazionali, i vincoli
internazionali dello stato sono un vincolo alla legislazione (se lo stato viola con una legge il trattato
internazionale la legge viene dichiarata incostituzionale).
La corte costituzionale per molti anni non ha applicato questa regola in quanto considerata molto complicata,
dopo molti anni la corte diede applicazione alla legge soprattutto nei riguardi del CEDU. Questo è un trattato
internazionale stabilito in Italia nel 1955 il quale ha a che fare con la protezione dei diritti umani (non c’entra
niente con l’unione europea).

Corte di Strasburgo: istanza giurisdizionale alla quale anche i cittadini possono rivolgersi quando i loro diritti
vengono violati.
Il trattamento delle regole che provengono dal CEDU hanno nel nostro ordinamento hanno un trattamento molto
diverso rieletto alle regole europee. La corte dice che quando la corte della CEDU per come sono scritte e
applicate dalla corte sono conformi alla tutela dei diritti fondamentali, la corte può integrare queste regole per
dichiarare incostituzionale una regola italiana, la corte così arricchisce la tutela costituzionale interna di certi
diritti. Queste si pongono a metà strada tra la legge italiana e alla costituzione. Queste regole hanno una
posizione totalmente diverse dalle regole europee, il giudice può trovarsi davanti a una palese violazione del
trattato intenazionale ma non può procedere con l’eliminazione se non facendo richiesta ai giudici della corte.

FONTI PRODOTTE NELL’ORDINAMENTO ITALIANO

La fonte più importante al di sotto della costituzione è la legge ordinaria.

Vedi regole del procedimento legislativo nel libro.

Procedimento per commissione referente: procedimento in cui le commissioni parlamentari (divise per
materia) hanno compiti istruttori.
Il progetto di legge entra in parlamento il presidente lo assegna ad una certa commissione (dipende da che
progetto è) il compito delle commissioni è quello di preparare il lavoro che poi verrà svolto dall’assemblea
(camere complete o senato completo). Il testo viene sottoposto all’assemblea corredato da relazioni le quali
spiegano il testo. Le relazioni possono essere anche molteplici, per esempio possono esserci anche le relazioni di

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minoranza (spiegano criticità) testo più relazioni passano all’assemblea, la quale rivede il lavoro fatto e
procederà con una votazione per approvare il progetto è se approvato passerà al presidente della repubblica.

Procedimento per commissione Deliberante: si tratta di un procedimento anomalo che in sostanza può
spostare la votazione di una legge in commissione che è in grado di deliberarla, non passa quindi in assemblea.
C’è la possibilità che qualcuno chieda di passare per il procedimento normale, in quanto se c’è un problema
politico bisogna che qualcuno la modifichi rendendola idonea, chi può chiedere la revoca del meccanismo sono
alcuni componenti dell’assemblea, una certa parte della commissione oppure il governo, questi possono ottenere
la conversione in procedimento normale.

Procedimento per commissione Redigente: via di mezzo tra gli altri due procedimenti: la commissione fa il
lavoro istruttorio con il quale produce un testo, che viene presentato all’assemblea che vota in modo
semplificato: o lo accetta o lo rifiuta. Questo meccanismo è spesso utilizzato.

RISERVE DI LEGGE

Quando una costituzione prevede che una certa materialità disciplinata da una legge

Le conseguenze di una riserva di legge possono essere molto diverse: la costituzione è in grado di imporre
vincoli al legislatore, il quale è costretto ad intervenire per dire tutto ciò che la costituzione lo vincola a dire.
Perché in certe materie si mettono riserve di legge: la legge fornisce più di garanzie per la tutela dei diritti a
causa della sua emanazione. I processi deliberativi che avvengono dentro al governo sono riservati. Grossomodo
ciò significa che uno degli scopi più importanti della riserva di legge è quello di garanzia.

1. Art 13.2: tutela la libertà degli individui; la libertà personale può essere limitata solo nei limiti della legge. Qui
occorre che la legge faccia direttamente tutto, i casi è i modi devono essere amministrati totalmente dalla legge.
2. Art 23 cost: prestazioni patrimoniali o personali vengano imposti dal potere esecutivo.
3. Art 97.2 organizzazione amministrazione pubblica secondo disposizioni di legge.

Riserva assoluta: più estesa, quando la costituzione che una materia sia totalmente disciplinata dalla legge.
Riserva relativa: quando la costituzione è disciplinata almeno nei principi fondamentali dalla legge, deve
esserci un intervento legislativo che da solo una base lasciando spazio ad altre fonti.

Problema: quando c’è una riserva relativa bisogna disciplinare solo i principi fondamentali o può andare oltre?
Potrebbe andare anche oltre, non ha un limite può legificare tutta la materia.

La legge nel tempo si è ritratta nei confronti dell’organizzazione del potere esecutivo

Quando c’è una riserva relativa vera la legge deve essere per forza essere approvata dal parlamento o possono
intervenire atti equiparati al sistema delle fonti? Sono ammessi anche atti governativi con forza di legge ma deve
esserci comunque un intervento del legislatore.

Questo succede sempre o ci sono dei casi in cui non accade?


Art 80 costituzione: l’autorizzazione a ratificare i trattati più importanti deve essere fatti attraverso una legge che
svolge la funzione di controllare ciò che è stato fatto dal parlamento.

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Vi sono alcuni casi in cui il parlamento svolge funzione di controllo su ciò che è stato fatto il governo  riserva
di legge in senso formale si ha quando la costituzione prevede che una certa materia possa essere disciplinata
solo da una legge fatta dal parlamento, con esclusione di atti del governo dotati di forza di legge.

Altra classificazione:
Art 16 cost: nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche, la legge deve intervenire solo in
certi modi e in certi casi, significa che la libertà di soggiorno può essere limitata solo per ragioni di sanità e
sicurezza, altrimenti la legge non sarebbe legittima.
Questo tipo di riserve si chiamano di natura rinforzata. La legge ha quindi anche dei limiti dic ottenuto previsti
dalla costituzione.

Tutti i casi appena visti sono casi di riserve di legge ordinaria, ma esistono anche le riserve di leggi
costituzionali.
Art 137.1 una legge costituzionale stabilisce il processo costituzionale e le garanzie delle indipendenze dei
giudici della corte.
Art 116.1 le ragioni a statuto speciale sono rette da uno statuto che ha la forma di una legge costituzionale,
questa legge costituzionale atipica perché ha la forma della legge costituzionale, ma non può fare tutto ciò che
potrebbe fare un legge costituzionale, perché garantisce solo l’autonomia a certe regioni.

DECRTO LEGGE E DECRETO LEGISLATIVO


(art 76 e 77 cost) identificano alcuni atti che sono prodotti dal governo ma dotati della stessa forza della legge
ordinaria.
In tutte e due le fonti di produzione le regole sono prodotte dal governo.
Nel decreto legislativo: il parlamento fa una legge di delega che delega il governo
Decreto legge: fatti dal governo in caso di emergenza e poi trasformati in legge.
In questi due casi è intervenuta in parte a fare ordine formale la legge 400 1988 la quale da delle disposizioni per
fare ordine al sistema delle fonti (riportati nell’articolo 14/15 cost).
(Vedi moodle)

Art 76 disciplina delegazione legislativa: primo atto del governo con forza di legge. Da questa disposizione si
possono ricavare alcune considerazioni: la possibilità del governo di fare atti legislativi è vista come un
evenienza eccezionale. Seconda considerazione, il parlamento concede al governo la delegazione della legge➡️
legge di delega.
Non si tratta di uno spostamento del potere legislativo, ma concede al governo di fare alcune leggi che però non
limitano il potere del parlamento di legiferare, ma può in qualunque momento revocare la delega.

Perché si usano le deroghe? Molto spesso si usa per disciplinare materie che sono abbastanza complicate
tecnicamente.

Esistono tre contenuti che servono a circoscrivono le modalità di delegazioni della delega:
5. Oggetto definito: significa che il potere delegato deve essere specificatamente ristretto a oggetti definiti.
Possono anche esserci oggetti estesi ma pur sempre definiti oppure con oggetti multipli ed è possibile che il
governo produca più decreti delegati, per ciascun oggetto.

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6. Limite di tempo: la delega può funzionare solo per un tempo definito, la deroga ha una scadenza. Il tempo
definito si mette per confinare la possibilità di fare atti con forza di legge.
7. Principi e criteri direttivi indicati: vincoli di contenuto

Prima sentenza
Digressione storica dell’entrata in vigore della Costituzione all’attivazione della corte costituzionale; subito dopo
l’entrata in vigore della Costituzione l’applicazione di essa era in mano ai giudici ordinari. L’accesso normale
attraverso cui si arriva alla corte si chiama accesso in via accidentale: se un giudice normale si accorge che una
legge è di discutibile conformità alla Costituzione questo deve sospendere il suo giudizio e mandare tutte le carte
alla Corte Costituzionale che poi deciderà in merito.
- Sentenza di rigetto della Costituzione (quando non c’è una questione di incostituzionalità) la questione non
è fondata quindi le cose restano invariate
- Sentenza di accoglimento della Costituzione (quando c’è un problema di incostituzionalità) la legge non
potrà più essere usata perché incostituzionale

Problema su una vecchia norma fascista


La necessità di dare completa attuazione ai principi costituzionali fu della Corte Costituzionale, che proprio su
questa libertà si pronunciò nella sentenza in esame. Questa verteva sulla legittimità dell'art 113 T.U delle leggi di
pubblica sicurezza che prevedeva il possesso di una licenza rilanciata dalla pubblica autorità per la diffusione,
affissione, distribuzione, comunicazione di scritti o disegni. La questione fu decisa con la dichiarazione di
illegittimità costituzionale di quasi tutti i commi dell'art 113. Per questo motivo, questa prima sentenza, acquista
un valore simbolico, rappresentando la vittoria della Costituzione sugli abusi del regime fascista sulle libertà
individuali. Rilevanti anche le due questioni preliminari: anzitutto per rendere possibile la "ripulitura" della
legislazione d'epoca monarchica, delle norme contrastanti con la nuova costituzione per la sua natura intrinseca
di costituzione rigida dove prevale sulla legge ordinaria.

Se ci sono contrasti tra la nuova Costituzione e la legge vecchia non ci può essere l’abrogazione e deve essere
chiamata la Corte Costituzionale: la Corte dichiara costituzionalmente illegittima la legge vecchia
(dichiarazione di illegittimità costituzionale sopravvenuta dalle legge pre costituzionale). Se la disposizione
nella Costituzione è abbastanza dettagliata si può procedere con l’abrogazione

Le disposizioni della Costituzione sono vero diritto e non programmi politici e principi e basta.

Sentenza 1/1956
• Tutte le regole della costituzione sono vere regole
• Come si applicano? Quando le regole sono abbastanza dettagliate da poter sostituire quelle vecchie, spetta ai
giudici operare secondo i loro criteri (secondo criterio cronologico)
• Ci sono incompatibilità tra le leggi che non possono essere risolte con l’abrogazione  dovrà essere
coinvolta la corte costituzionale

I giudici attivano la corte quando hanno un dubbio sulla legittimità della legge, la corte può decidere con
sentenza di accoglimento o di rigetto (la questione non è fondata  nessun effetto)

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SENTENZE INTERPRETATIVE

- Di rigetto: la corte rigetta la questione del giudice dicendo che esiste un’ interpretazione della disposizione che
la conforma alla costituzione
Effetti: lasciare le cose come stanno
• Di accoglimento: fa fuori una norma, dice che è illegittima l’interpretazione non conforme alla costituzione
(viene annullata solo una delle possibili interpretazioni);
La sentenza di accoglimento (non interpretativa) cioè quella pura e semplice, leva dall’ordinamento la stessa
base su cui fa riferimento l’ordinamento

ANALISI PRINCIPALI FONTI DEL DIRITTO NELL’ORDINAMENTO ITALIANO


Art. 138,139 sul procedimento di revisione costituzionale
- La costituzione italiana è rigida, per essere modificata ha bisogno di un procedimento complicato disciplinato
dall’art. 138 della costituzione (è un procedimento aggravato, non è quell ordinario rappresenta dagli articoli 70
e successivi)
• Distinzione tra leggi di revisione della costituzione e altre leggi costituzionali  le prime modificano il testo
della costituzione, le altre vanno oltre quel testo
• Problema interpretativo: richiamo a due deliberazioni successive a distanza non minore di 3 mesi dalle due
camere 6 mesi in tutto Possono essere anche alternative 3 mesi
• Maggioranza assoluta par l’approvazione della legge costituzionale  necessaria nella seconda deliberazione
; nella prima deliberazione basta la maggioranza relativa

Caso 1
In seconda deliberazione non si riesce a raggiungere la maggioranza assoluta  il procedimento abortisce,
bisogna riprenderlo da capo
Caso 2
In seconda deliberazione si raggiunge la maggioranza dei 2/3 degli aventi diritto  la legge sarà promulgata dal
presidente della repubblica ed entrerà immediatamente in vigore
Caso 3
In seconda deliberazione si aggiunge una maggioranza assoluta inferiore hai 2/3  la legge non può
immediatamente entrare in vigore, occorre che la legge sia pubblicata in gazzetta ufficiale per far in modo che la
gente la conosca, alcuni soggetti sono abilitati a chiedere referendum sulla revisione costituzionale (500.000
elettori, 1/5 dei membri della camera del senato e 5 consigli regionali che hanno votato contro)  referendum
di natura oppositiva (referendum preventivo rispetto all’entrata in vigore della legge e che cerca di impedirne
l’entrata in vigore)
Il referendum abrogativo prevede la necessità di un quorum
Nel referendum costituzionale non è previsto un quorum ciò risulta confermare la natura oppositiva del
referendum (rende più facile la vita di chi è contro la revisione costituzionale, basta un piccolo gruppo accanito
per non far entrare entrare in vigore la legge)
La presenza del quorum fa si che la costituzione si più rigida

Ci sono alcune cose che non si possono fare con la revisione costituzionale:
• la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale
Forma repubblicana non significa solo la decisione del monarca o del presidente, ma significa una serie di altre
cose che sono molto legate al nostro assetto costituzionale.

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Ci sono dei super principi, principi fondamentali che non possono essere cambiati neanche con il meccanismo
della revisione costituzionale (non possono essere cambiati in nessun modo legittimo) es. art.13

Conseguenza di tipo pratico: significa che ci possono essere ipotesi di leggi di revisione costituzionale
dichiarate incostituzionali dalla corte
Conseguenza di tipo teorico: altro è il potere costituente, altro è invece il potere di modificare la costituzione,
che è un potere costituito
(Il procedimento di revisione costituzionale non è uno strumento attraverso il quale si può fare tutto, non è un
potere costituente)
Neanche il procedimento di revisione costituzionale è un procedimento senza limiti, non si possono toccare i
principi fondamentali della costituzione

N.B. L’art. 138 è un articolo che è indirizzato verso le modalità per modificare la costituzione
La corte costituzionale può sindacare e annullare la revisione costituzionale in due modi:
• Per vizi procedurali
• Per vizi di contenuto

L’impatto delle regole europee nell’ordinamento italiano

RINVIO MOBILE: rinvio no alla singola regola ma alla fonte di produzione delle regole
I rinvii danno luogo a fenomeni diversi fra di loro

Tre regole di rinvio presenti nella nostra costituzione:


1. Rinvio dell’art.11  ha consentito di dar seguito all’annessione dell’Italia nell’unione europea
2. Rinvio dell’art. 10.1 l’ordinamento giuridico italiano si conforma all’ordinamento nazionalmente
riconosciuto
3. Rinvio dell’art. 117.1  (quando si fanno delle leggi in Italia, queste leggi devono rispettare vincoli che
l’Italia ha sul piano) … legislativa è esercitata dallo stato e dalle regioni nei limiti della costituzione e nei
limiti dei trattati internazionali

Queste regole venute da fuori hanno un grande impatto sul modi di applicare le regole interne

REGOLE PRODOTTE DALL’UNIONE EUROPEA  processo di integrazione europea


L’unione europea nasce negli anni 50 con la conclusione di trattati internazionali, nasce come un
organizzazione internazionale (organizzazione atipica tra stati)
Trattato del 1951 e del 1957; il trattato di Lisbona ha dato l’attuale configurazione dell’unione europea
I trattati sono negoziati dall’esecutivo ma se sono molto importanti ci vuole anche la decisione del parlamento
sulla base dell'art. 80 della costituzione
 legge di autorizzazione alla retifica
Attraverso questi trattati è nata un’organizzazione europea che presenta caratteristiche diverse da tutte le altre
Organizzazione internazionale perché è in grado di produrre regole che devono essere immediatamente applicate
a ogni ordinamento che fa parte dell’unione europea
 Organizzazione sovranazionale
L’Italia accetta le limitazioni di sovranità che ne derivano dall’appartenenza all’UE, Regole scritte direttamente
nei trattati (convenzionali)

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Regole che può produrre direttamente l’UE (regole di diritto derivato) sono di tre tipi:
1. Regolamenti dell’UE sono l’equivalente delle leggi
2. Direttive dell’UE fissano obiettivi e termine; gli ordinamenti devono adottare certi standard entro un
certo termine, prevede attività di attuazione. Talvolta non si limita a dare questo e da disciplina di scorta: se
lo stato non esegue l’obiettivo entro i termini, si applica direttamente la direttiva  auto applicativa
3. Decisione dell’UE sono l’equivalente di un atto amministrativo, si applicano solo a un soggetto
determinato
 La regola dell’immediata applicabilità all’interno degli stati membri vale per tutti gli ordinamenti e per le
direttive auto applicativa

• L’ordinamento italiano è separato e distinto dall’UE, anche se sono coordinati;


• Siccome i due ordinamenti sono separati, le regole europee sono esterne rispetto al nostro ordinamento (le
fonti sono esterne, non sono fonti dell’ordinamento italiano  le fonti europee per noi sono fonti fatto)
La corte di giustizia deve vigilare sull’interpretazione delle regole dell’UE; alla corte di giustizia ci possono
andare quelli che applicano le regole dell’UE (anche i giudici italiani)
• La corte costituzionale dice che può rinunciare a parti della sovranità sulla base dell’art.11

Rinvio d’invalidità
Rinvio pregiudiziale  rinvii no alla corte costituzionale ma a un organo dell’unione europea

Se c’è contrasto tra legge interna e regola dell’UE, va applicata la regola dell’UE

Linee di giurisprudenza della corte:


1. Sentenza n. 14 del 1964 dal punto di vista del sistema delle fonti le leggi sono equivalenti a quelle
dell’UE  equiparare le leggi con le leggi dell’UE (anni ’60)
2. Legge 233 del 1975 nell’ipotesi in cui una legge italiana successiva ad un regolamento europeo , lo viola
(viola art.11) sarebbe incostituzionale
3. Sentenza 170 del 1984 orientamento della corte nella vicenda in italia
In Italia si fa come dice l’UE, in caso di contrasto tra norma dell’UE precedente e norma interna successiva il
giudice deve direttamente disapplicare la regola interna e successiva

La corte dice che anche la legge dell’UE non è compatibile con quella interna deve prevalere quella dell’UE
Ci sono regole costituzionali che resistono alla disapplicazione (principi fondamentali della costituzione)

Contro limiti: limiti ai limiti di sovranità della corte europea

Supponiamo che una regola dell’UE violi i contro limiti, come si fa a far valere i contro limiti?
1. Potrebbe esserci una disapplicazione invertita: il giudice disapplica la regola dell’UE (la corte non è
d’accordo)
2. Coinvolgere la corte dicendo che il regolamento dell’UE è illegittimo quindi può essere annullato dalla
corte costituzionale  problema: la corte costituzionale può dichiarare l’incostituzionalità di un
regolamento dell’UE (perché è una fonte esterna); può farlo solo la corte di giustizia

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3. Il regolamento è una fonte prodotta da regolamento esterno, ma troviamo qualche fonte interna (legge di
attuazione ed esecuzione del trattato), la corte costituzionale può allora sindacare la legge interna che ha
permesso di entrare nell’UE

Il criterio di risoluzione delle antinomie dell’incompatibilità tra regole europee e interne si può risolvere con la
disapplicazione (somiglia al criterio della competenza); gli altri criteri di cui abbiamo parlato in precedenza (es.
criterio cronologico) hanno a che fare con fonti interne, quest’ultimo con fonti esterne al nostro ordinamento

Art. 10 della cost. e dell’art.117 comma 1 della cost.  rinvii

Seconda ipotesi: Art. 10 dice che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle regole del diritto
internazionale generalmente riconosciute
Quali sono queste regole? Norme di diritto internazionale
Generalmente riconosciute  regole che sul piano internazionale si pongono come consuetudini internazionali;
quando si formano finiscono per essere immesse nel nostro ordinamento e vincolare la nostra legislazione
La costituzione dispone l’adattamento automatico a queste regole (prevalgono sulle regole legislative)  rinvio
mobile
Ci sono dei limiti all’ingresso di quested regole generalmente riconosciute? La corte ha risposto con la sentenza
che riguarda il sistema dell’immunità diplomatiche del 1789: ribadisce che l’ordinamento italiano deve
conformarsi e fissa un limite  nel rispetto dei principi fondamentali della costituzione italiana
Sentenza 238 del 2014: è l’unica vera applicazione dei contro limiti

Principio dell’immunità degli stati per quanto riguarda le azioni degli stati in quanto tali non sono soggetti alla
giurisdizione di altri stati

Terza ipotesi : prevista art.117 comma 1 della cost.  riguarda il riparto di competenza tra stato e regione
Disposizione dell’art.117 del 2001: quando lo stato fa una legge la deve fare rispettando gli obblighi
internazionali (i trattati internazionali vincolano la legislazione). Quando una legge è incompatibile con gli
obblighi internazionali, dovrebbe essere considerata incostituzionale (violazione dell’art.117). Quando il
legislatore fa una legge deve rispettare gli obblighi internazionali
Convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU): trattato
internazionale stabilito nel 1950 e che è stato attuato con un a legge del 1955, è un ordinamento munito di un
giudice che è detto corte di Strasburgo non c’entra niente con l’UE
La sua regola di riferimento è l’art. 117
Sentenze 348 e 349 dette sentenze gemelle  la corte costituzionale ha applicato l’art.117 solo ad alcuni trattati
internazionali, in particolare alla CEDU
Il trattamento delle regole che derivano dalla cedu hanno nel nostro ordinamento un trattamenti diverso rispetto
alle regole europee
Quando le regole della cedu, per come sono scritte nel trattato e come sono applicate, sono conformi alla tutela
dei nostri diritti fondamentali e in questi casi la corte può andare a guardare non solo la nostra costituzione ma
anche le regole della cedu, per integrare il parametro costituzionale e dichiarare incostituzionale una legge

FONTI CHE SI PRODUCONO DENTRO AL NOSTRO ORDINAMENTO

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1. Costituzione
2. Legge ordinaria
Regole del procedimento legislativo (guardo dal libro) per approvare una legge
• Modo normale: procedimento per commissione referente  in cui le commissioni parlamentari (divise per
materia) hanno compiti istitutori rispetto al lavoro dell’assemblea (applicabile a tutte le regole). Compito di
preparare il compito che sarà svolto in seguito dall’assemblea. Il testo viene sottoposto all’assemblea
corredato da relazioni (una o più), il testo elaborato dalla commissione passa all’assemblea che prenderà la
decisione finale
• Procedimento legislativo per commissione deliberate: procedimento molto anomalo che può finire per
spostare la votazione di una legge tutta in commissione, la legge non passa nevate in assemblea . Potere per
approvare una legge spostato dall’assemblea alla commissione. Questo meccanismo è sempre revocabile 
soggetti abilitati ad ottenere la revoca di questo procedimento e la conversione al procedimento normale
sono alcuni componenti dell’assemblea, una certa parte dei componenti della commissione oppure può essere
il governo
• Procedimento legislativo per commissione redigente: è una tua di mezzo tra le due precedenti. La
commissione fa il lavoro istruttorio e alla fine produce un testo (come procedimento per commissione
referente), soltanto che una volta che questo testo viene presentato all’assemblea, essa può solo dire si o no al
testo prodotto dalla commissione
 La differenza tra i tre sta nel ruolo che hanno le commissioni parlamentari
Prodotto di questi procedimenti (ruolo della legge)

Negli stati liberali dell’800


La legge è percepita come la più importante fonte del diritto per motivi storici, perché la legge nelle costituzioni
dell’800 era nel nostro sistema e negli altri sistemi liberali il centro del sistema delle fonti
La legge non aveva nessun limite, si predicava l’onnipotenza della legge
La legge è un accordo tra tutte le forze in gioco
Dal punto di vista della forza normativa la legge è al vertice delle fonti
Le leggi si fanno in un solo modo  procedura descritta dallo statuto, ci vuole approvazione parlamentare e
sanzione regia
La legge ha una sua connotazione univoca anche nel suo contenuto perché risponde alla nozione del principio di
eguaglianza (in senso formale, tutti devono essere trattati nello stesso modo), espressivo dell’esigenza di
circondare il singolo di garanzie per muoversi come voleva (libertà negative)
L’archetipo era la legge generale ed astratta

Oggi
La legge non è più il vertice del sistema delle fonti, ma è subordinata al rispetto della costituzione.
Conseguenze:
1. Deriva automaticamente dal principio della rigidità costituzionale
2. Criterio di competenza

Nell’800

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PRINCIPIO DI LEGALITA’ ha un ruolo importante nello stato di diritto dell’800, serve a sottoporre a regole
vincolanti il modo in cui si esercita il potere  la dove una legge esiste li il potere esecutivo è sottoposti a regole
(potere limitato), dove viceversa le regole non ci sono il potere del re rimate illimitato
Il principio di legalità nello stato liberale equivale al principio della supremazia della legge (dove la legge c’è il
potere esecutivo viene limitato

Nello stato sociale di diritto:


La nozione del principio di legalità è cambiata nel corso del tempo dagli stati liberali agli stati sociali di diritto
Cambia la natura del principio di legalità :
La legge è il necessario fondamento del potere esecutivo (e anche di altri poteri)
Il potere esecutivo poteva essere esercitata solo se ha un fondamento nella legge

Due nozioni di principio di legalità, se ill potere buon essere esercitato solo se ha un fondamento nella legge:
• Principio di legalità in senso sostanziale: qualcuno pesa ce il principio di legalità pretende che la legge
faccia una serie di cose, pretende che conferisca esplicitamente questo potere, che la legge dia direttive sul
modo in cui deve essere esercitato questo potere
• Principio di legalità in senso formale: non è necessario che la legge individui dei limiti, basta che le legge
conferisca il potere a un certo soggetto

Principio di legalità in senso formale forte: per far ciò che il potere esecutivo sia legittimamente esercitato
occorre che un certo potere sia conferito ad un certo orango amministrativo, però volta per volta
Principio di legalità in senso normale debole: dicono che non occorre che la legge conferisca il potere volta per
volta, ma basta una volta, basta un conferimento generale

Riserva di legge: la riserva di legge si ha quando la costituzione prevede che una certa materia debba essere
regolata da una legge

Statuto albertino: era una costituzione di natura flessibile, cioè non poteva di per se imporre dei vincoli specifici

Costituzione repubblicana: era una costituzione rigida può fissare dei vincoli a carico del legislatore e quando
questo regime dice che una certa materia deve essere regolata dal legislatore, lui deve farlo senza poter delegare
a nessuno

In regime di costituzione rigida la riserva di legge prefigura un dovere nei confronti del legislatore, il legislatore
è limitato

Il senso delle riserve di legge  A cosa serve dire che una materia debba essere disciplinata da una legge? La
legge fornisce più garanzie di una buona tutela dei diritti, essa è approvata non solo dalla maggioranza del
parlamento ma anche dalle minoranze e perché è approvata in pubblico e non in privato
Uno degli scopi più importanti della riserva di legge è uno scopo di garanzia
Ci sono altre che garantiscono la tutela dei diritti, come le riserve di giurisdizione
Riserve di legge:
Art. 13
Art. 23

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Art.97 secondo comma
In questi casi la costituzione prevede che serva l’intervento del legislatore
Tra queste tre disposizioni quello in cui serve più legge è l’art.13  occorre che la legge faccia tutto

Due tipi di riserve di legge:


Riserve assolute di legge: riserva più estesa quando la costituzione vuole che una materia sia totalmente
disciplinata dalla legge
Riserve relative di legge: questo intervento è vincolato a disciplinare soltanto alcuni principi fondamentali di
quella materia, può lasciar spazio anche ad altri atti subordinati alla legge—> quando la costituzione prevede che
una certa materia sia disciplinata dalla legge almeno nei principi fondamentali di quella materia, però, se
vorrebbe, potrebbe andare anche oltre ai principi fondamentali

Nella pratica  In materie disciplinate da riserve di legge sono ammessi anche atti di governo con forza di legge
(intervento in questi del legislatore  legge di conversione del decreto legge)

Art. 80  autorizzazione di rettificare alcuni trattati internazionali deve essere data dal parlamento
Il parlamento ha una funzione  deve controllare quello che ha fatto il governo
Se un decreto converte un altro decreto: la legge è proprio una legge del parlamento, attraverso il cui uso il
parlamento esercita una funzione di controllo su ciò che ha fatto il governo

Riserva di legge formale: ipotesi eccezionale , in cui dalla costituzione si desume che a disciplinare una certa
materi deve essere solo una legge del parlamento  quando la costituzione prevede che una certa materia possa
essere disciplina solo da una legge fatta dal parlamento (esclusione di atti del governo con riserva di legge)

Art. 16  la costituzione pretende che la legge intervenga seguendo determinate direttrici (solo in certi modi e
in certi casi)  riserve di legge di natura rinforzata
 sono tutti casi di riserva ordinaria

Ci sono anche riserve di legge costituzionale, alcune disposizioni costituzionali rimandano all’intervento
necessario di una legge costituzionale, superiore alla legge ordinaria
Es. art. 116.1  è una legge costituzionale atipica, perché ne ha la forma ma non può fare tutte le cose che può
fare una legge costituzionale

La legge ordinaria del parlamento non è l’unica fonte che sta sul gradino immediatamente sotto la costituzione,
accanto ci sono atti formativi che sono fatti dal governo (art. 76 e 77  identificano alcuni atti prodotti dal
governo ma dotati dalla stessa forza della legge ordinaria  decreto legge, decreto legge legislativo delegato)

• Nel del decreto legislativo delegato è un atto del governo approvato sulla base di una delega che gli è
conferita del parlamento tramite un’apposita legge, detta legge di delegazione. Il governo deve rispettare i
limiti contenuti nella delega parlamentare, in caso contrario il decreto sarà invalido
• Nel decreto legge il governo può fare atti con forza di legge che entro un termine devono essere convertiti in
legge dal parlamento
In ordine a queste due fonti è intervenuta in parte in senso formale la legge 400 dell’88

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Art. 76  la delegazione legislativa è vista come un’evenienza eccezionale (il modo normale di fare leggi è
quello che passa attraverso il parlamento).
E’ una legge che deve avere necessariamente tre contenuti che servono a circoscrivere le modalità di delega
Modalità di delega:
1. Oggetto definito significa che il potere delegato ha un confine di materia
2. Oggetti multipli  vengono date al governo diverse materie da disciplinare con la stessa legge di delega
3. Principi e criteri direttivi  vincoli di contenuto, il parlamento da gli indirizzi che consentono al governo di
formare i decreti di legge.
4. Limite di tempo : la delega deve avere una scadenza, per confinare la possibilità del governo di produrre atti
con forza di legge;

Per cosa si usa la delega legislativa?


Molto spesso la delega legislativa si usa per disciplinare materie che sono molto ingarbugliate dal punto di vista
tecnico;

Se una legge italiana viola una direttiva, c’è di conseguenza mediata della violazione dell’art.11

Abbiamo visto che l’art 76 pone alcuni limiti: se il parlamento non si accontenta di questi limiti ma ne vuole
aggiungere altri più penetranti può farlo? Sì nella legge di delega il parlamento può inserire ulteriori limiti che
funzionano come i limiti introdotti dalla costituzione. Quali sono?
1. Il governo è portato a dire al parlamento cosa succede, nella legge 400 è esplicitato che il governo
periodicamente vada a dire alle commissioni parlamentari ciò che sta succedendo e che quest’ultima vada
commentare il lavoro fatto. C’è un obbligo di assumere il parere ma non deve essere per forza seguito.
L’art. 14 delle legge 400 dice che quando il governo sta per licenziare i decreti delegati deve chiedere il
parere al parlamento (che è obbligatorio ma non vincolante). A cosa serve la previsione dei pareri? A
limitare il controllo del governo e di conseguenza a controllarlo.

PROBLEMI:
1. Obbligatorietà: quando il parlamento approva una legge di deroga approva di dare un potere al governo,
questo conferimento del potere è solo una possibilità di fare una legge di deroga o crea l’obbligo di farla? In
linea di principio si dovrebbe parlare di obbligo che però se non viene seguito dal governo questo viene
sanzionato.
2. Istantaneità: il parlamento conferisce una delega di durata biennale, il governo non ha nulla da fare quindi
da esecuzione alla delega prima della scadenza, quindi ha ancora del tempo a disposizione. Una volta
prodotto il decreto delegato, il potere del governo è esaurito o dura finché dura il termine predisposto? Il
potere è istantaneo, si esaurisce quando viene faro l’esercizio, successivamente viene perso. C’è
un’eccezione all’istantaneità: in delega molto ampie e in tempi recenti il parlamento da una delega in due
tempi: due anni per adempiere la delega e quando adempiuta avrà un anno per fare correzioni al decreto
prodotto (delega accessoria per fare accezioni e correzioni, meccanismo in uso perché la deroga essendo
molto grande può essere rivista per farla funzionare meglio -decreti correttivi e integrativi composti da una
deroga principale e una “secondaria”);

DEROGHE ANOMALE
1. Testi unici compilativi: raccolta di norme che disciplinano una determinata materia, si limita a rendere più
facile l’interpretazione delle leggi;

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2. Testi unici normativi: sono il risultato di una delega che il parlamento da al governo: il parlamento da una
delega per fare un testo unico sulla tutela dell’ambiente, questa delega che il parlamento conferisce è una
delega che ha un carattere diverso perché manca l’individuazione dei principi e dei criteri direttivi 
perché si dice al governo di mettere in ordine i documenti dati, è un’opera di riordino. Quando viene
prodotto il testo unico dal saranno gli effetti del testo unico? Quando l’atto prodotto sarà dotato di forza di
legge e quindi modifica il quadro normativo, può abrogare una legislazione precedente per ri- disciplinare
quella materia di cui si è occupata.
3. Art. 78 cost: è un’ipotesi di delega anomala.
4. Decreti legislativi di attuazione degli statuti speciali: Alcune regioni hanno uno statuto speciale, questi
sono approvati con una legge costituzionale, questa legge va attuata attraverso atti ti attuazione degli statuti:
figura dei decreti legislativi di attuazione degli statuti speciali: si da questo potere al governo sulla base
degli statuti, questi sono negoziati dalla commissione paritetica tra stato e regione: si discute per poi
emanare i decreti legislativi.

Decreto legge: disciplinato dall’articolo 77 cost.: il governo non può senza l’approvazione delle camere emanare
un decreto con forza di legge.
1. I decreti legge sono atti del governo con forza di legge;
2. Suppongono circostanze straordinarie di necessità e urgenza; strumento ultra eccezionale.
3. Sono atti normativi di natura provvisoria, se il parlamento non li converte entro 60 giorni si ritornerebbe
all’inizio della loro creazione, si stabilizzano quindi con la legge di conversione emanata dal parlamento;
una volta prodotto il decreto legge dal governo, questo viene visto dal governo e possono succedere alcune
cose:
• Inerzia del parlamento: decreto sparisce, se il parlamento non si pronuncia riguardo al decreto legge entro 60
giorni questo viene eliminato.
• Il parlamento boccia il decreto legge prima dei 60 gg;
• Il parlamento converte completamente il decreto legge: la provvisorietà viene stabilizzata e diventa legge
ordinaria, si produce quindi legge non più provvisorie;
• Il governo fa un decreto legge e il parlamento in sede di conversione fa delle modifiche: se ne occupa anche la
legge 400 ’88  queste modifiche operano solo per il futuro, non operano retroattivamente; ma se c’è un
decreto legge con due articoli (ponte di Genova, case abusive a Ischia) il parlamento converte quello sul ponte
di Genova ma non quello di Ischia, qui un pezzo del decreto legge non viene convertito, che effetti ci sono?
Eliminare un pezzo significa parziale mancata conversione (significa che gli emendamenti spazzano via il
pezzo del decreto legge), quindi tutto il decreto legge cade.
4. Il parlamento decide di regolare con legge i rapporti nati dal decreto legge non convertiti: legge di sanatoria, ci
sono casi in cui il decreto cade ma fa funziona nei casi che fanno rapporto a quel decreto legge: ogni cittadino
deve deporre 1 euro nelle casse dello stato, il parlamento boccia questo decreto, l’euro che è stato pagato dove
va? Dovrebbe ritornare indietro ma è possibile che il parlamento faccia una legge che disciplini la restituzione
dell’euro;

Quando può intervenire un decreto legge? Calamità naturali per esempio, in casi eccezionali, a questo fa
riferimento alla responsabilità del governo che viene sottolineata maggiormente;
Sono tanti i decreti legge? No sono pochi perché sono ultra straordinari;

Utilizzo del decreto legge? In alcuni casi seppur l’eccezionalità del decreto legge, questo è diventato molto
importante: 20 anni fa si era arrivati a circa 21 decreti a mesi fino ad arrivare a un totale di 26 decreti al mese

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questo era la conseguenza di un fenomeno chiamato di reiterazione dei decreti legge, questa era un’utilizzazione
sconsiderata e venivano fatte cose che stanno al di fuori da ciò che viene stabilito dall’articolo 76; ci sono casi di
decreti legge che addirittura entrano in vigore dopo tempo, questo è anormale perché essendo il decreto legge di
causa urgente dovrebbe entrare subito in vigore;

Reiterazione decreti legge: governo fa decreti legge che vengono mandati in parlamento per esaminarli e
convertirli: siccome sono tanti, il parlamento può non considerarli tutti, capitava costantemente nel passato che il
governo facesse un decreto che poi il parlamento non avrebbe preso in considerazione prima dei 60 gg, il
governo al 59esimo giorno rimandava il decreto legge al parlamento tale e quale a quello che era stato mandato
in precedenza. Questo causava la moltitudine di decreti che arrivavano in parlamento.
Questa pratica rientra nell’art. 77? Alcuni decreti sono stati reiterati 17 volte, in alcuni manca la provvisorietà
(es. ministero dell’ambiente): questo comporta un disaccordo con l’articolo 77.

C’è stato un abuso della reiterazione, bisogna trovare un sistema per limitarlo -> quali sono le strade per
limitarlo?
1. Legge 400 ’88 è orientata a fissare limiti ai decreti legge; problema= può fissare limiti al decreto legge? No
perché ha la stessa forza della legge ordinaria, una legge non può stabilire dei limiti al decreto legge in
quanto ha la stessa forza di questo;
2. Il decreto legge viene convertito e successivamente promulgato attraverso il presidente della Repubblica.
Funzione di garanzia attraverso il presidente della Repubblica= non è percorribile questa strada perchè se il
pres. della Repubblica avesse questo incarico, avverrebbe una sorta di opposizione politica della figura del
presidente; ma ci sono stati dei casi in cui il pres non ha gradito i decreti legge:es. caso Englaro  si
autorizzava attraverso un appello della corte di consentire di staccare le macchine. Il parlamento voleva
emanare un decreto che impediva di staccare le macchine, ma il presidente lo avrebbe rifiutato se gli fosse
stato consegnato, quindi il parlamento non ha emanato il decreto.
3. Il parlamento potrebbe limitare il decreto legge ma non è un buono strumento perché vige la maggioranza e
votando per accordo o disaccordo il decreto può essere convertito.
4. Corte costituzionale: il decreto legge non può essere sindacato dalla corte; la corte però è intervenuta con
svariate sentenze che avevano azione stringente sui decreti legge: il giudice deve applicare un decreto legge
ma gli viene il dubbio che sia illegittimo, solleva quindi questioni di legittimità davanti alla corte, prima
che questa decida passano circa 60 gg e il decreto viene di nuovo reiterato sono così due atti differenti,
siccome sono diversi la corte rimanda gli atti al giudice e non li prende in considerazione per ulteriori 60
gg. Ma se il governo fa un decreto balordo che non segue i requisiti di urgenza, il giudice solleva questa
polemica e intanto la camera converte il decreto legge: la corte diceva che se le camere convertono il
decreto legge il requisito di necessità viene superato e non si possono opporre i vizi del decreto legge (la
conversione sana i vizi del decreto legge); la combinazione di queste due posizioni della corte portavano
all’utopia del controllo dei decreti, quindi ha cambiato entrambi gli emendamenti (formali e sostanziali
sovraindicati) con una serie di sentenze:
• Corte supera il suo limite formale e indica informale la pratica della reiterazione: sposta la questione di
legittimità dal primo decreto legge emanato al secondo decreto legge che lo reiterava, siccome erano
identici. Questa è stata la base per la quale la corte si pronunciasse sul fenomeno -> sentenza 360 ’96:
sentenza importante nella limitazione dei decreti perché vieta la pratica della reiterazione, perché è
una cosa non legittima nei confronti dell’articolo 77 perché viola la provvisorietà dei decreti legge.
Allungare la provvisorietà oltre i 60 gg è un venir meno al carattere necessariamente provvisorio del
decreto legge con conseguenze per il quale il decreto legge non convertito perde la legittimità. Una

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vicenda di questo tipo viola anche il principio della certezza del diritto: un decreto legge reiterato
molte volte produce un quadro legislativo instabile. Un ulteriore obiezione è quella che attraverso la
reiterazione si va a violare una riserva di legge formale: non si può convertire un decreto legge con un
altro decreto legge, quindi si rischia di violare una riserva di legge, quindi i decreti legge non si
possono reiterare in quanto è una cosa incostituzionale  STOP ALLA REITERAZIONE tranne 1
eccezione  a meno che non si verifichino nuove circostanze di necessità e urgenza in un decreto
legge reiterato. A partire dal 96 i decreti non si reiterano più.
La corte è andata oltre a queste iniziative e ha iniziato a sindacare i decreti legge sforniti dei presupposti di
necessità e urgenza quindi il parlamento non lo può convertire in legge.

La corte ha emanato sentenze per limitare i decreti legge privi dei requisiti di necessità e urgenza.

La legge di conversione dei decreti legge è diversa dalle altre e può vincolare i vizi dei decreti legge, questa
giurisprudenza va quindi a indicare la legge di conversione come una legge atipica: è quindi capace di ereditare i
vizi dei decreti legge, può fare cioè un po di meno rispetto alle leggi normali.
precisazioni: la corte non arriva a sindacare la necessità di urgenza per le leggi che dovranno essere convertite,
non ha un controllo stretto sui presupposti; la seconda è che attraverso il meccanico di sindacato della corte sono
passati limiti della legge del 78: il parlamento presenta un decreto legge sui rifiuti in Campania, siccome questo
è più veloce delle altre leggi, vengono inserite nel decreto cose estranee all’oggetto principale al decreto legge 
es. sentenza 22 del 2012 la corte l’ha ritenuta incostituzionale in quanto conteneva cose entrare rispetto
all’oggetto del decreto legge.

Si può fare un decreto legge su una legge con riserva di legge assoluta? No.

SISTEMA DELLE FONTI

Regolamenti di autonomia degli organi costituzionali:


1. Regolamenti parlamentari: previsti dall’art 64 della costituzione che dice che ciascuna camera adotta il
regolamento della propria camera a maggioranza assoluta, c’è un autonomia di entrambi i rami del
parlamento, questo mette a riparo corrispettivamente le camere all’ingerenza dell’altra; qualcuno sostiene
che i reg. parlamentari non fossero fonti del diritto in senso proprio, nell’800 si tendeva dire che non
interessavano perché si adottava la dottrina che stabiliva che i regolamenti delle camere non potevano
essere inserite nelle fonti interne in quanto estrane alle procedure interne al parlamento (interna corpores
acta) questa dottrina è stata superata, oggi non si pone dubbio che i reg. parlamentari abbiano conseguenze
fuori dal parlamento. Problemi: l’art 134 della cost. Dice che la corte è competente a regolare atti con forza
di legge, gli atti parlamentari possono essere qualificati come atti con forza di legge? Si può dare il caso che
la corte possa sindacare i regolamenti parlamentari ma non lo ha mai fatto: se la corte regolasse i
regolamenti parlamentari andrebbe a creare un ingerenza nei regolamenti parlamentari e quindi andrebbe a
levare l’autonomia delle camere; i reg. parlamentari possono essere usati come parametro per la corte?
Siccome la camera non può violare i sui regolamenti, se viola i regolamenti viola anche la costituzione ma
la corte non può sindacare perché non è ipotesi di illegittimità della legge perché si andrebbe a violare
l’autonomia delle camere.
2. Regolamenti corte costituzionale;
3. Regolamenti della presidenza della repubblica;

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Questi regolamenti hanno in comune che sono tutti reg. che disciplinano organi importanti, consentono a questi
organi di autoregolarsi, perché hanno questa possibilità? Per metterli a riparo da ingerenze da parte di altri, per
confermare la loro autonomia. Sono fonti primari della resistenza formata, hanno pero una competenza riservata,
stanno immediatamente sotto la costituzione e sono separate dalle leggi.
SI CHIAMANO REGOLAMENTI MA NON CENTRANO CON I REGOLAMENTI DEL POTERE ESECUTIVO.

REFERENDUM ABROGATIVO
Referendum previsto e disciplinato dall’articolo 75 della Costituzione e dalla legge 352 del 70.
Il popolo viene chiamato ad esprimersi riguardo l’abrogazione delle leggi. Non è l’unico previsto dalla
costituzione, esiste anche il referendum costituzionale, sono completamente diversi. Quello cost. ha natura
oppositiva. Si pone in un momento anteriore alla legge.
Il referendum abrogativo ha appunto natura abrogativa, ovvero che ha il potere di abrogare una legge. È
necessariamente successivo all’entrata in vigore della legge oggetto.
Il quorum: elemento necessario per rendere effettivo un referendum abrogativo (numero di cittadini che vanno a
votare). Il referendum costituzionale non ha un quorum.
Referendum abrogativo è disciplinato dall’articolo 75. La legge che rende davvero attivo lo strumento del
referendum si ha appena nel 1970 (legge 352). Sono stati votati 67 referendum dal 1970. Il primo fu quello sul
divorzio (1974), non c’è stata l’abrogazione. Nel 1993 si ha votato per 8 referendum in un colpo solo, nel 1995
per 12 referendum in un colpo solo.
- Il referendum può essere considerata una fonte del diritti? Si. Perché ha il potere di abrogare leggi o atti
aventi valore di legge, ha una forza abrogativa molto simile a quella della legge. Non può inserire leggi (lavora
solo in negativo).
- In quale livello si può collocare? Tra le fonti primarie perché ha un potere simile a quello delle leggi.
Non può toccare la costituzione, ma può toccare atti aventi forza di legge e leggi.
Ci sono moltissime sentenze della Corte Costituzionale: giurisprudenza labirintica. La più importante è una
sentenza del 1978 (la n. 16).

Come funziona il procedimento referendario: è un provvedimento scansionato nel tempo


1. Fase della richiesta del referendum: 500mila elettori o 5 consigli regionali possono chiedere il
referendum. ( il referendum costituzionale può essere richiesto anche fa una minoranza parlamentare). Se c’è una
richiesta popolare: si deve istituire il comitato … viene depositato il quesito referendario alla Corte di
Cassazione e hanno 3 mesi di tempo per raccogliere le firme necessarie. Dal 1 gennaio al 30 settembre.
2. Una volta raccolte le firme o deliberano i consigli: fase dei controlli del quesito. I controlli sono 2:
primo svolto dall’ufficio centrale di controllo del referendum presso la corte di cassazione entro il 15 di
dicembre, se ha risultato positivo si ha un secondo controllo svolto dalla Corte costituzionale entro 10 febbraio.
Sono due controlli diversi: la corte di cassazione guarda ai profili di regolarità formale (parametro: legge 352 del
70), la corte costituzionale svolge un controllo di ammissibilità costituzionale.
3. Indizione del referendum: convocazione dei comizi elettorali che compete al pdr (15 aprile e 15
giugno). In linea di principio il referendum è un contropotere al Parlamento. Non si può chiedere l’anno
precedente alla conclusione della legislatura e nel caso in cui si sciolgano le camere. Se il parlamento non può
funzionare non si possono fare referendum.
4. Fase del voto: si abrogazione, no  si mantiene la legge
5. Referendum vince il si  Il PdR dichiara l’avvenuta abrogazione con un decreto sulla Gazzetta.
Opera dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto. Se vincono i no viene data notizia in Gazzetta, e
nei 5 anni successivi al fallimento del referendum non si possono chiedere referendum Sulla stessa legge. Se il

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referendum non raggiunge il quorum il referendum non produce effetti, ne viene data notizia sulla Gazzetta.
Può essere richiesto nuovamente.
Controlli: due controlli diversi
1. Ufficio centrale del referendum presso la corte di cassazione: controllo di regolarità o legalità del
referendum. Questo controllo comporta l’adempimento di una serie di cose:
A. Verifica che il referendum non incorra in una preclusione.
B. Deve guardare il numero e l’autenticazione delle firme.
C. Può escludere un referendum se verte su atti subordinati alla legge, il referendum può abrogare solo
legge e atti aventi forza di legge.
D. Compiti delicati tra cui: in caso di più referendum con oggetti molto simili e perciò la corte li unisce
creando un unico testo; se la legge oggetto del referendum viene dichiarata incostituzionale, non ha
senso fare il referendum; se la legge oggetto viene abrogata dal parlamento, non ha senso fare il
referendum. Il parlamento può fare il furbo: in pendenza di referendum il parlamento fa un’altra
legge con lo stesso contenuto di quella abrogata (che era oggetto del referendum), la corte
costituzionale concede alla corte di cassazione il potere di spostare il referendum da una legge
all’altra. Sentenza 68 del 1978.
E. Compito di dare un titolo al Referendum: nel 1995 si da alla corte di cassazione il potere di dare un titolo
al referendum, per rendere più semplice all’elettore di capire per cosa vota. Inoltre da un po’ di
tempo le domande referendarie sono incomprensibili agli elettori.
2. Corte costituzionale: controllo di ammissibilità costituzionale. Usa come suo parametro la costituzione. Il
secondo comma dice che non sono ammessi referendum per…. Si escludono delle categorie di leggi:
A. Leggi tributarie: che contengono tasse.
B. Leggi di bilancio: perché sono delle leggi con cui il Parlamento autorizza il governo a fare delle spese
C. Leggi di amnistia e indulto: istituzioni della pena e reati
D. Leggi di ratifica dei trattati internazionali
E. Si può fare un referendum per uscire dall’unione europea? Non si può.
La corte costituzionale ha una giurisprudenza molto articolata:
○ Non si possono abrogare su leggi superiori alla legge ordinaria
○ Non si possono abrogare leggi atipiche e rinforzate
○ Amplia i significati delle esclusioni dell’articolo 75
○ Ha desunto dalla costituzione altri limiti al referendum: tra cui leggi a contenuto
costituzionalmente vincolato (ci sono dei casi in cui la costituzione predetermina una legge nel suo contenuto, ad
esempio art. 10 della costituzione)

Referendum manipolativi
Limiti introdotti dalla costituzione:
• Leggi a contenuto vincolato: la costituzione prevede la sua esistenza e anche il suo contenuto ad esempio
articolo 10  sottratte a referendum
• Leggi costituzionalmente obbligatorie (o necessarie): sono leggi che devono esistere per costituzione, ma la
costituzione non dice come devono essere fatte (il contenuto non è determinato dalla costituzione). Tra queste
ci sono le leggi elettorali (senza di queste non possono eleggere il parlamento, lascia al legislatore un certo
spazio di scelta).  sottratte a referendum totali, ma possono esserci referendum parziali a patto che l
disciplina che resta dopo l’abrogazione possa funzionare.
Questa regola ha dato luogo a dei referendum manipolativi che eliminando delle parti cercano di dare un
significato nuovo alla legge. Ad esempio: referendum elettorale del senato prevedeva che i 3/4 dei seggi fosse

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eletto in collegi uninominali. (Vedi foto). Il risultato pratico era una distribuzione dei seggi (quasi) totalmente
proporzionale. Venne fatto un referendum (vedi foto). Il risultato è un sistema per 3/4 maggioritario “plurality” e
per 1/4 proporzionale. Dopo questo referendum venne modificata anche la legge della Camera.
Conseguenze: la possibilità di un referendum dipende da come è scritta la legge, inoltre dal punto di vista
operativo, cambiare una legge è più complicato da comprendere.
La corte costituzionale si fa carico di prestare attenzione alle posizioni degli elettori.
Considerazioni: il referendum è a modo suo un atto dotato di forza di legge. Le fonti primarie sono sottoponibili
al sindacato della Corte Costituzionale. La corte può sindacare un referendum? Si può fare nonostante il
controllo precedente, in questo caso non controlla la costituzionalità delle conseguenze e può perciò
ripronunciarsi. Altra considerazione: il parlamento può produrre nuovamente una legge abrogata con
referendum? No perché il referendum è una pronuncia popolare e gli viene dato un potere in più. Il referendum
vincola la legislazione, ma è debole e tende ad indebolirsi nel tempo, la decisione della corte cambia anche in
base al quadro politico della società.

FONTI DEL DIRITTO

-Referendum, ultima fonte di livello primario


-Art. 16
-Consuetudini

Referendum abrogativo: referendum disciplinato dall’articolo 75 della costituzione, disposizione secca e breve
a cui ha fatto seguito la legge 352 del 1970. É di natura abrogativa, è in grado di abrogare una legge ed è
successivo all’entrata in vigore della fonte, si chiede al popolo se vuole abrogare una legge.
La legge che rende davvero attivo lo strumento del referendum si ha appena nel 1970 (legge 352).
Sono stati votati dal popolo 67 referendum, il primo è quello sul divorzio e non c’è stata abrogazione quindi noi
abbiamo il divorzio in Italia. Nel 1993 8 referendum e nel 1995 12 referendum.
Il referendum è una fonte del diritto? Si, può essere qualificato come fonte perché ha potere di abrogare atti o
leggi aventi valore di legge, ha forza simile a quella delle leggi, anche se agisce togliendo cose.
Se è una fonte del diritto, a che livello la possiamo collocare? Viene posto tra le fonti primarie. Il Referendum
non tocca la costituzione ma solo leggi o atti aventi forza di legge.
Ci sono molte sentenze della Corte costituzionale che hanno conformato l’istituto referendario. La sentenza più
importante è quella del 1978, numero 16.

Come funziona il procedimento referendario:


In quali fasi si articola?
1. Richiesta del referendum: da 500mila elettori o 5 consigli regionali. Nel referendum costituzionale
può essere chiesto da questi e da 1/5 dei componenti di ciascuna camera. Nel caso in cui a iniziare il
referendum siano le firme, occorre istituire il comitato promotore del referendum che deve essere
deposito da un giudice, ufficiale dalla corte di cassazione le firme raccolte e hanno 3 mesi di tempo
per raccogliere le firme necessarie. Dal 1 gennaio al 30 settembre.

2. Una volta raccolte le firme o deliberano i consigli: fase dei controlli del quesito. I controlli sono
due: il primo svolto dalla corte di cassazione entro il 15 dicembre e il secondo dalla corte
costituzionale, entro il 10 febbraio. Sono due controlli diversi, gurdano cose distinte, la corte

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cassazione guarda ai profili di regolarità formale, la corte costituzionale svolge un controllo di
ammissibilità costituzionale.

3. Indizione del referendum: convocazione dei comizi elettorali che compete al presidente della
Repubblica e questo può essere indetto tra il 15 aprile e il 15 giugno. In linea di principio il
referendum è un contropotere al Parlamento. Non si può chiedere l’anno precedente alla conclusione
della legislatura e nel caso in cui si sciolgano le camere. Se il parlamento non può funzionare non si
possono fare referendum.

4. Fase del voto: si abrogazione, no si mantiene la legge.


5. Referendum vince il si, il Presidente della Repubblica dichiara l’avvenuta abrogazione con un decreto
sulla Gazzetta Ufficiale. Opera del giorno successivo alla pubblicazione del decreto. Se vincono i no,
viene data notizia in Gazzetta, e nei 5 anni successivi al fallimento del referendum non si possono
chiedere referendum sulla stessa legge. Se il referendum non aggiunge il quorum, il referendum non
produce effetti, ne viene data notizia sulla Gazzetta. Può essere chiesto nuovamente.

Ci sono due controlli diversi:


Ufficio centrale del referendum presso la corte di cassazione: controllo di regolarità o legalità del referendum.
Questo controllo comporta l’adempimento di una serie di cose: la corte di cassazione verifica che non ci sia stata
una preclusione, bisogna guardare numero e autenticazione delle firme, può escludere un referendum se verte su
atti subordinati alla legge, il referendum può abrogare solo legge e atti avanti forza di legge. Ha compiti delicati
tra cui: in caso di più referendum con oggetti molto simili e perciò la corte li unisce creando un unico testo; se la
legge oggetto del referendum viene dichiarata incostituzionale, non ha senso fare il referendum; se la legge
oggetto viene abrogata dal parlamento, non ha senso fare il referendum. Il parlamento può fare il furbo: in
pendenza di referendum il parlamento fa un’altra legge con lo stesso contenuto di quella abrogata (che era
oggetto del referendum), la corre costituzionale concede alla corte di cassazione il potere di spostare il
referendum da una legge all’altra. Sentenza 68 del 1978. Infine l’ufficio centrale del referendum ha un altro
compito importante che è quello di dare un titolo al referendum, tuttavia nel 1995 è intervenuta una modifica in
cui si da il compito alla corte di cassazione il potere di dare un titolo al referendum, per rendere più semplice
all’elettore di capre per cosa vota. Inoltre da un po' di tempo le domande referendarie sono incomprensibili agli
elettori.
La corte costituzionale usa come parametro la costituzione (secondo comma). Cosa sono le leggi tributarie?
Leggi che contengono tasse. Perché le leggi di bilancio sono escluse dal referendum? Leggi che hanno a che fare
con il rapporto tra governo e parlamento.
Quorum: previsione della necessità che il referendum abrogativo abbia effetto se va a votare almeno la metà più
1 avente il voto. Non esiste nessun quorum per il referendum costituzionale.
Serve ad abrogare leggi o atti aventi valore di legge.
Esiste anche il referendum costituzionale che ha natura oppositiva. Si pone in un momento anteriore alla legge.

REFERENDUM ‘MANIPOLATIVI’ (pg.407)

Leggi a contenuto costituzionalmente vincolato: ci sono alcuni casi in cui la costituzione vuole che la legge ci sia
ma questa viene predeterminata dalla costituzione per il suo contenuto. Un esempio, sono le leggi previste
dall’articolo 10 e significa che in Italia abbiamo delle leggi che si occupano delle ambasciate ecc. Su queste
leggi il referendum non si può fare.

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C’è poi però un'altra categoria di leggi che si chiamano legge costituzionalmente obbligatorie o necessarie, che
cosa sono? Sono leggi che devono esistere per costituzione, tuttavia la costituzione dice che devono esistere ma
non come sono fatte. Un esempio tipico sono le leggi elettorali, perché? Devono esserci per forza perché senza
legge elettorale non si può eleggere il parlamento. Le leggi elettorali devono esistere tuttavia non hanno un
contenuto che la costituzione impone ma il loro contenuto può essere diverso.

Quali sono le conseguenze dell’esistenza di questa categoria di leggi?


Il referendum abrogativo su queste leggi non si può fare perché se il referendum va bene noi non abbiamo più la
legge. Tuttavia non vale ad escludere radicalmente la possibilità di referendum perché ci possono essere
referendum parziali su queste leggi, la corte costituzionale dice che i referendum parziali si possono fare a una
condizione che all indomani del referendum ci deve essere una legge che è in grado di funzionare ed eleggere un
parlamento.
Referendum manipolativi. Levano pezzi legge e cercano di trasformare il significato della legge stessa.
Attraverso il referendum si può trasformare il significato di una legge.

Esempio: Referendum elettorale Senato (1993)


1. Il senato si elegge per i ¾ dei seggi in collegi uninominali
2. I seggi uninominali si attribuiscono al candidato che ha conseguito la maggioranza dei voti validi a
condizione che abbia conseguito almeno il 65% dei voti validi espressi nel collegio
3. Altrimenti, si applica un criterio proporzionale
4. I rimanenti seggi si attribuiscono secondo un criterio proporzionale
• (Pezzi eliminati)

Risultato: un sistema per 3/4 maggioritario “plurality” e per 1/4 proporzionale.

Il risultato era una distribuzione dei seggi quasi totalmente proporzionale. Dopo questo referendum venne
modificata anche la legge della Camera.
Conseguenze: è che la possibilità di un referendum dipende da come è scritta una legge, infine dal punto di vista
operativo di come gli elettori si approcciano a una legge.
La corte costituzionale si fa carico non solo di escludere referendum che non sono ammessi per l’oggetto che
hanno ma è attenta alle posizioni degli elettori.
Considerazioni: Il referendum a modo suo è una fonte primaria, art 134 della costituzione e dice che le fonti
primarie, leggi e atti aventi forza di legge possono essere dichiarati incostituzionali dalla corte costituzionale.
Quindi, potrebbe un referendum essere sindacato dalla corte costituzionale?
La corte ha esaminato il referendum prima che venisse indetto, ma quando lo fa non controlla la legittimità
costituzionale e quindi non controlla quanto avviene l’indomani del referendum.
Il parlamento può produrre nuovamente una legge abrogata con referendum? No, perché il referendum è una
pronuncia popolare e gli viene dato un potere in più. Il referendum vincola la legislazione, ma è debole e tende
ad indebolirsi nel tempo, la decisione della corte cambia anche in base al quadro politico della società.

FONTI DEL DIRITTO:


1. regolamenti del potere esecutivo
2. consuetudine, consuetudini costituzionali

REGOLAMENTI POTERE ESECUTIVO:

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1. Il potere regolamentare del governo è una delle più importanti fonti secondarie: fonti subordinate alla
costituzione e alle fonti primarie. Il regolamento può indicare fonti completamente diverse tra di loro:
esempio il regolamento dell’UE. Tra le fonti subordinate alla legge sono i regolamenti del potere
esecutivo.
2. Non sono regolamenti per organizzare il governo, ma sono regolamenti che vincolano in tutti i modi,
sono atti con cui si da esecuzione delle leggi. Le leggi possono contenere delle disposizioni che non sono
immediatamente applicabili perché hanno bisogno di altre disposizioni più minuziose e che vengono
applicate con i regolamenti del potere esecutivo.
3. La costituzione ha molte lacune per quanto riguarda le fonti secondarie. Non c’è mai stata fino al 1988
una legge che disciplinasse i poteri regolamentari del Governo. Fino a prima ci si basava su una legge
fascista numero 100 del 1926 che veniva considerata legittima solo per alcune parti. Questa situazione è
stata superata ad un certo punto dalla legge numero 400 del 1988, (Già parlato nei decreti legge) da una
disciplina complessiva e organica dei regolamenti del potere esecutivo. In particolare l’articolo 17 della
legge 400 che ha il pregio di dare una disciplina formale dei regolamenti del potere esecutivo, la legge
spiega come i testi devono essere fatti, come devono chiamarsi, ecc.

Cosa risulta dall’articolo 17 della legge 400 del 1988?


1. risulta una prima suddivisione dei regolamenti che fanno capo al governo in due tipi:
 Regolamenti del potere esecutivo che devono essere approvati dal consiglio dei ministri. L’articolo 17.1
e anche il comma 2 disciplinano la materia dei regolamenti del governo. Sono regolamenti deliberati dal
consiglio dei ministri e poi emanati dal Presidente della Repubblica.
 Regolamenti ministeriali o interministeriali e sono regolamenti formalmente diversi da quelli del potere
esecutivo perché sono approvati mediante meccanismi diversi, sono approvati da un solo ministro o da
più ministri insieme e non sono emanati dal Presidente della Repubblica. Hanno una forza diversa
perché sono subordinati, vengono meno rispetto ai regolamenti governativi. Sono ammissibili solo in
certe materie definite dalla legge. Hanno sfere di competenze riservate.
Come sono approvati questi regolamenti? Art. 17.1 sono approvati con decreto del Presidente della
Repubblica previa deliberazione dei consigli dei ministri (organo di controllo) ma deve avere prima un
parere dal consiglio di stato, poi possono essere enunciati dopo 90 giorni dalla richiesta.
Ci sono varie tipologie di regolamenti: come sono tipizzati? Sono nella lettera a, b, c, d e il secondo comma
dell’articolo 17.
Art 17.1 individua 4 tipi di regolamenti:
1. Regolamenti di esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi regolamenti esecutivi
2. Regolamenti di attuazione e integrazione delle leggi.

Queste due categorie non sono molto interessanti da un certo punto di vista perchè individuano una forma tipica
di potere regolamentare, c’è una differenza di grado fra i due: i primi hanno poco spazio per decidere di testa
loro, intervengono dove la legge è dettagliata, molto vincolante; i secondi sono subordinati alla legge e hanno
spazio maggiore e possono decidere più cose perché sviluppa dei principi contenuti nelle leggi.

3. Regolamenti di organizzazione e funzionamento delle amministrazioni pubbliche: sono una variante dei
primi due e operano in una materia coperta da riserva di legge, sono una variante dei regolamenti di
attuazione ed esecuzione.
 Sono regolamenti che hanno compito di attuare le disposizioni di legge.

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C’è un’altra categoria di regolamenti della legge 400 del 1988. Questi regolamenti sollevano un problema
interessante dal punto di vista teorico ma non pratico perché non hanno quasi spazio nel nostro ordinamento
perché è occupato da leggi e quindi è difficile immaginare delle materie in cui non esista alcuna disciplina.
Si possono fare regolamenti indipendenti in materia con riserva di legge? No, per definizione.
Regolamenti indipendenti: dove non c’è una disciplina di legge possono intervenire regolamenti.

REGOLAMENTI DI DELEGIFICAZIONE: tipizzati da Art.17.2 della legge 400 del 1988.
È la sostituzione di una precedente disciplina legislativa con una disciplina regolamentare.
Non significa de-normazione ossia levare le regole, significa semplicemente sostituire il tipo di regole. Le regole
di rango primario diventano regole di rango secondario. Serve a rendere la disciplina più flessibili e a diminuire
lo spazio delle leggi, ma anche il lavoro del Parlamento. Tuttavia resta il fatto che la delegificazione
apparentemente fa qualcosa che non dovrebbe essere fatta: sostituisce una disciplina regolamentare (fonte
secondaria) con una legislativa (fonte primaria) quindi in sostanza abbiamo un’abrogazione di una fonte primaria
da parte di una fonte secondaria.
Com’ è possibile che una fonte secondaria determini l’abrogazione di una fonte primaria?

Art 17.2 legge 400 del 1988 mette in piedi un ‘trucchetto’  (meccanismo che serve a mettere in piedi questo
fenomeno citato sopra con la permanenza del principio di attività normativa)
Legge di delegificazione che deve contenere una serie di indicazioni:
1. Deve attribuire espressamente il potere regolamentare quindi deve prevedere un’attribuzione espressa al
governo del potere di delegificare.
2. Fissa principi che il governo deve seguire nell’approvare il regolamento quindi non soltanto c’è un
conferimento di poteri all’esecutivo ma c’è un conferimento di potere con dei limiti che si individuano
come propri del potere esecutivo.
3. Individua la norma da abrogare, individua le disposizioni vecchie che devono essere abrogate
(abrogazione espressa).
4. Abroga la legge con effetto dall’entrata in vigore del regolamento. Il regolamento di per sé non è capace
di abrogare la legge, è solo il momento del tempo a partire dalla quale opera l’abrogazione determinata
dalla legge di delegificazione.

Ai sensi della legge di delegificazione, l’approvazione del regolamento è il momento del tempo (momento in cui
viene approvato il regolamento di delegificazione) a partire dal quale opera l’abrogazione stabilita dalla legge
con cui si delegifica.
La delegificazione è un’abrogazione disposta dalla legge di delegificazione ma differita al momento dell’entrata
in vigore del regolamento.
 La delegificazione è un’abrogazione differita nel tempo
I regolamenti di delegificazione pongono problemi dal punto di vista del principio di legalità? No, viene
rispettato il principio di legalità.
Si può delegificare in materia coperta da riserva relativa di legge? Si, perché la legge deve disciplinare i principi,
ma può anche disciplinare i dettagli.
Si tratta di fonti secondarie, non è una delega legislativa.

FONTI DI NATURA CONSUETUDINARIA:

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Consuetudini: norme del diritto internazionale riconosciute dal nostro ordinamento come consuetudini.
Possono dar luogo a due fenomeni:
1. Usi: sono l’ultima fonte, la meno importante nel nostro sistema.
2. Problema dell’esistenza delle consuetudini costituzionali:
La consuetudine ha per sua struttura degli elementi: come si forma una consuetudine? Si forma attraverso due
elementi, uno materiale e un elemento psicologico.
1. L’elemento materiale consiste in: una regola consuetudinaria si crea attraverso la ripetizione regolare e
costante di un certo comportamento. Quante volte potrebbero essere ripetute le condotte perché si creino
le consuetudini? Il tempo della ripetizione dipende dalle consuetudini, in alcuni casi servono moltissime
ripetizioni regolari e costanti. Ci sono altri settori in cui bastano poche ripetizioni di un certo
comportamento.
2. L’elemento psicologico è la convinzione di chi opera le condotte di agire secondo diritto cioè di fare
delle cose che vanno d’accordo con il diritto.

 Se concorrono questi due elementi possono formarsi le consuetudini.

Le disposizioni preliminari al Codice Civile in qualche modo identificano le consuetudini e le collocano nel
sistema delle fonti.
L’articolo 1 le identifica chiamandole usi. All’articolo 8 si dice che chi usa queste consuetudini ha il posto più
basso nella gerarchia delle fonti. In caso di fonti atto (fonti scritte) le consuetudini soccombono, non possono
mai contraddire regole prodotte dalle fonti atto. Sono invece ammesse le consuetudini secundum lege (derivano
dalle leggi).
Le consuetudini preter legem: non sono contrarie a regole di fonte atto ma neanche richiamate da regole da fonti
atto. Sono ammissibili queste consuetudini? Si, lo sono.

Convenzioni costituzionali: sono degli accordi taciti tra gli organi supremi di un certo ordinamento che servono
a risolvere dei problemi. Il Presidente della Repubblica si mette d’accordo e agisce in un certo modo e da luogo a
delle convenzioni costituzionali.
Conseguenza: Fino quando una convenzione costituzionale vincola gli attori? Fino quando esistono gli accordi
di tutti e due gli attori, chi la viola c’è la fine dell’accordo.
Conseguenza di prodursi di consuetudini costituzionali: quando se ne produce una, una volta che se ne formata,
vincola e diventa autonoma, può essere portata davanti a un giudice.
La corte costituzionale ha riconosciuto l’esistenza di vere e proprie consuetudini costituzionali questo significa
che:
1. Secondo la corte le consuetudini possono formarsi.
2. Quando si formano fanno corpo con regole costituzionali e hanno la stessa forza.

MECCANISMI PER RISOLVERE LE CRISI DI CONSENSO


Procedimento di formazione del governo
Meccanismo di formazione del governo: ci sono elementi che ci tornano ed altri che invece non emergono
direttamente dalla costituzione.

Vi sono tre blocchi di problemi:


1. Qual è lo scopo di formazione del governo? L’obiettivo è avere un governo che possa ottenere la fiducia
del paramento art 94 cost: il governo deve avere la fiducia di entrambe le camere del parlamento

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(bicameralismo perfetto), il governo però è costretto alle dimissioni anche se una camera sola non accetta.
La maggioranza? Maggioranza Relativa  esistono in Italia governi di minoranza (es. governo di unità
nazionale).
2. Quali sono i principi da rispettare? Il primo è che il rapporto di fiducia deve sussistere tra governo e
parlamento, il presidente della repubblica è fuori dai circuiti di indiretto politico che serve solo a garantire il
buon funzionamento del sistema giuridico. Un governo deve per forza esserci, è scritto nella costituzione
che in qualunque momento del tempo deve esserci un governo in carica, non può non esserci!
3. Quali sono le regole della costituzione che disciplinano il procedimento di formazione del governo?
La costituzione dice cosa è un governo: art 92.1  il governo per esistere deve avere presidente del
Consiglio dei ministri, i ministri e il consiglio dei ministri. Nella costituzione vediamo anche chi nomina il
governo  presidente della repubblica (art 92.2). Nell’art. 93 la cost. ci dice quando entra in carica un
governo  il momento di passaggio tra vecchio e nuovo governo avviene con il giuramento del nuovo
governo.

Manca qualcosa?
Questo procedimento di formazione si è costantemente snodato in alcune fasi snodate nella costituzione ma in
parte si è snodato in fasi non previste dalla costituzione, quali sono?
1. CONSULTAZIONI: il presidente della repubblica si consulta con delle persone. Questa fase non è
prevista dalla costituzione.
2. FASE DELL’INCARICO: al termine delle consultazioni il pres. da un incarico ad un soggetto il quale
deve formare il governo (è diverso dalla nomina)
3. NOMINA: il presidente può procedere alla nomina del nuovo presidente del consiglio  scritto nell’art
92)
4. GIURAMENTO: previsto esplicitamente dall’art 93 della costituzione.

Come possiamo vedere ci sono solo due fasi previste dalla costituzione, le altre due seppur non previste sono
sempre praticate perché è il modo per rendere possibile l’applicazione delle regole e il rispetto dei principi
costituzionali.

Quando è necessario formare un nuovo governo?


Ci sono diversi casi per il quale si apre una crisi di governo: questa si verifica quando il parlamento vota una
mozione di sfiducia, un altro presupposto per l’avvio della crisi di governo si apre sempre con un atto di
dimissioni da parte del governo.
Queste dimissioni possono essere di due tipi?
1. Crisi di governo parlamentare: Quando il parlamento vota una mozione di sfiducia nei confronti del
governo che deve per forza sottostare a questa scelta.
2. Crisi extra-parlamentari: crisi di governo che si aprano senza che il parlamento voti una mozione di
sfiducia nei confronti del governo, in questo caso il governo se ne va da solo, per diversi motivi ma sono
dimissioni spontanee.
E dimissioni del governo non significa che non esiste più un governo, queste sono accettate con riserva dal pres.
della repubblica, questo resta dimissionario ma ancora in carica fino a che non sarà sostituito dal nuovo governo
dopo il giuramento. L’apertura della crisi segna l’avvio del procedimento di formazione del governo.
Prima fase, consultazioni: il PdR si consulta, ma perchè? Per capire se un nuovo governo potrà avere la
maggioranza del parlamento. C'è un vincolo previsto in costituzione secondo il quale le camere devono
approvare il nuovo governo. Ma a chi deve rivolgersi il PdR? I presidenti delle camere (art. 88  procedimento

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obbligatorio), ma le prime persone da sentire sono coloro che incanalano in parlamento ovvero le delegazioni dei
partiti in parlamento (es capi gruppo ecc), sente anche gli ex presidenti della repubblica (se ancora vivi). Queste
tre consultazioni ci sono sempre state, ma solo due sono veramente necessarie, la prima e la seconda, alla terza si
può rinunciare. (Il PdR in alcuni casi si è consultato anche con sindacati ecc.).

Seconda fase, conferimento dell’incarico di formazione del nuovo governo: Se viene affermata una
maggioranza il PdR non può proclamare autonomamente il governo ma deve conferire l’incarico: l’incarico
viene conferito a un soggetto che sembra emergere dalle consultazioni come una persona in grado di fare una
proposta di formazione del nuovo governo; l’incaricato ha il compito di vedere tramite una serie di consultazioni
che lui pone in essere, per vedere se è in grado di mettere in piedi un nuovo governo.
Cos’è l’incarico? Non è la nomina prevista dall’art. 92, ma è una fase precedente, in questa fase il governo è
ancora quello vecchio che verrà sostituito se si verificherà il giuramento del nuovo governo.
L’incarico è conferito oralmente, l’incaricato accetta con riserva di uscire positivamente nel suo lavoro (accetta
se riesce a creare un nuovo governo che goda della maggioranza in parlamento; rifiuta se non ci riesce).
Questa fase è impiegata per garantire il rispetto della continuità del governo.

a) Se l’incaricato scioglie la riserva negativamente, l’incaricato sparisce.


b) Se riesce a formare un nuovo governo si passa alla fase successiva: viene sciolta la riserva
positivamente:

Terza fase, nomine: ritorna dal PdR, scioglie positivamente la riserva, il PdR accetta le dimissioni del vecchio
governo, il PdR nomina il presidente del consiglio dei ministri il quale nomina successivamente i ministri.
Atti formali: possono intervenire ma anche non venire consultati (se la riserva viene sciolta negativamente), tutti
gli atti del PdR sono contro firmati perché qualcuno deve assumersene la responsabilità politica, la controfirma
compete al nuovo presidente del consiglio, perché il vecchio PdC può decidere di non controfirmare.

Questo non basta per fare entrare in carica il nuovo governo:

Quarta fase, giuramento: segna la fase di passaggio dal vecchio governo al nuovo governo; il nuovo governo
dunque entra in carica.

Osservazioni conclusive:
1. Il governo entra in carica con il giuramento, significa che il conferimento di fiducia al nuovo governo non
fa parte delle fasi di formazione del nuovo governo. vi sono governi strani che avevano goduto della fiducia
del parlamento ma che poi si dimette, successivamente tra il momento del giuramento e quello del
conferimento della fiducia il nuovo governo non ha ancora la fiducia del parlamento. Questi organi non
hanno pieno potere.
2. Il PdR è al centro della prima fase e della seconda fase, ha essenzialmente ruolo di garanzia che però ha
poteri che variano in funzione del variare di alcuni elementi: per esempio se dalle urne esce un responso
chiaro, con un partito che ha l’assoluta maggioranza in parlamento, i poteri del PdR sono limitati in quanto
i risultati sono chiari, mentre nel caso contrario i poteri del PdR si ampliano molto, per es. ultima crisi di
governo.

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3. Sono (almeno in parte) consuetudini integrative (applicative) della Costituzioni: sono regole non scritte che
si rispettano sempre che sono funzionali ad una corretta applicazione delle regole scritte nella costituzione.

Quali sono i presupposti per il quale il presidente della repubblica possa sciogliere anticipatamente le camere?
1. Che ci sia una crisi di governo, c’è una crisi quando il governo presenta le dimissioni. Quando il
governo è in carica e non si è dimesso non si possono sciogliere le camere.
2. Che sia possibile che si riveli impossibile la formazione del nuovo governo.

N.B  Il presidente della repubblica non è un organo politico ma ha il solo funzionamento di garanza.

Abbiamo visto che la costituzione diche che entro 10 gg dal giuramento il governo deve richiedere la fiducia al
parlamento. Può accadere che la fiducia sia revocata dal parlamento, cioè nel corso del tempo il rapporto tra
governo e parlamento si alteri  mozione di sfiducia (il governo deve dimettersi) che è un oggetto di
meccanismi di razionalizzazione (regole che servono a rendere al parlamento un po’ più difficile mandare a casa
un governo).

La mozione di sfiducia deve essere votata per appello nominale  entrambe le camere devono essere d’accordo.

(Tutte le crisi che si sono verificate in Italia, erano extra-parlamentari)

Proposizione della questione di fiducia da parte del governo: il governo va in parlamento e chiede di
approvare un atto per forza perché altrimenti se il parlamento non approva dimostra sfiducia nei confronti del
governo.
Beneficio di natura procedurale  il governo presenta un disegno di legge che va discusso in assemblea ecc,
questo disegno può essere oggetto di emendamenti da parte delle opposizioni (gli emendamenti servono a
“rallentare” il governo, o possono alterare il testo) se il governo non dice niente si cominciano a discutere gli
emendamenti a partire da quelli più lontani dal testo proposto (tutti gli emendamenti devono essere esaminati)
quando il governo però pone la questione di fiducia, gli emendamenti vengono alterati perché il testo emesso dal
governo viene approvato prima, così come viene proposto dal governo se non viene approvato il governo deve
dimettersi.
Questo accade perché in Italia ci sono leggi “pazzesche” in termini di scrittura  il Governo presenta disegno di
legge alle camere viene fatta una discussione, il governo vede che le cose iniziano ad andare male e propone un
maxiemendamento che blocca il parlamento dal fare una buona discussione sul disegno di legge.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


La forma di governo parlamentare presenta una tripartizione degli organi:
1. Governo;
2. Parlamento;
3. Capo dello Stato: Quest’ultimo può avere configurazioni diverse, in certi ordinamenti questo è un Re (in vari
casi  Regno Unito, la forma di governo si è formata sulle basi della vecchia monarchia costituzionale), in altri
casi può essere il Presidente della Repubblica  Italia. Il popolo in Italia non vota per eleggere il PdR, ma ci
sono dei casi in cui il PdR viene eletto dal popolo. Nelle forme di governo parlamentari il capo dello stato non ha
mai funzione di indirizzo politico, non prende decisioni, ha funzioni diverse. Le figure di capo dello stato
possono essere diverse in base all’estensione del loro potere  alcuni sono simbolo dell’unità nazionale (quando

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il CdS è monarchico ha funzione essenzialmente simbolica -Regina Elisabetta-), mentre altri hanno margini di
intervento determinante nei meccanismi parlamentari: il PdR Italiano può avere compiti di rilievo  anch’esso,
seppur è un organo terzo, ha potere di garanzia nel rispetto del buon funzionamento del sistema dello Stato.

1. Come viene scelto il PdR: viene eletto il Parlamento in seduta comune (camera e senato) integrato dai
rappresentati regionali; per eleggerlo serve una maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, mentre dal
quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta (una maggioranza così alta serve a garantire che il PdR
abbia un ruolo super partes). Il PdR sta in carica sette anni, questo è un altro muovo per slegarlo dai circuiti
maggioranza  opposizioni, quindi staccarlo dai meccanismi di formazione dell’indirizzo politico. Il PdR
smette di essere in carica a causa di morte, può essere in difficoltà nell’esercitare i propri compiti (Segni 
impedimento permanente), può venir meno per decadenza (venir meno una delle condizioni che rendono in
grado la posizione del PdR), può venir meno per scadenza del termine. Al PdR può anche essere rinnovata la
carica.
Può capitare che il presidente della repubbica vada in prorogatio (se non si trova un nuovo PdR)  il PdR sta in
carica finchè non viene eletto un nuovo PdR (non può non esserci).

N.B. la prorogatio non vale solo per la Corte costituzionale.

Semestre bianco: il PdR può sciogliere anticipatamente le camere, ma non lo può fare negli ultimi sei mesi di
carica del suo mandato perché potrebbe essere un trucco per essere rieletto.

Legge del 1991 il PdR non può sciogliere le camere negli ultimi sei mesi di mandato a meno che non causi
scompenso del funzionamento della norma, quindi se coincidono con gli ultimi mesi della legislatura.

2. Poteri del PdR:


Art 87 cost  il presidente della repubblica è il capo dello stato e rappresenta l’unità nazionale.
Il PdR nei vari atti ha sempre lo stesso ruolo?
Art 89 cost nessun atto del PdR è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti che ne garantiscono la
validità. La controfirma serve a coprire l’irresponsabilità del PdR. Tutti gli atti del PdR sono sottoposti a
controfirma, non esistono atti non controfirmati (l’eccezione vale per alcuni atti: non sono controfirmati gli atti
del PdR posti in essere negli organi collegiali -csp-, non sono controfirmati i messaggi orali del PdR, non sono
controfirmate le dimissioni del PdR).

Gli atti del PdR sono considerati diversamente in base a chi decide il contenuto dell’atto:
Atti dovuti: atti obbligatori per costituzione nei confronti del PdR.
Es. fissazioni delle elezioni, scioglimento delle camere per fine legislatura.

Atti su proposta del ministro: il contenuto dell’atto emanato del PdR non è proprio di quest’ultimo, ma sono
spesso atti promulgati da altri (colui che controfirma l’atto è anche quello che lo ha scritto). Es. emanazione
decreti legge  di competenza del governo, il PdR può rifiutarlo quando c’è qualcosa che non va. La firma del
PdR serve come conferma.

Atti propriamente presidenziali Al PdR compete nominare 5 giudici della corte costituzionale (che è una
nomina su proposta del governo), in esse il meccanismo firma  controfirma si inverte.
N.B. Anche questi atti sono controfirmati

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Quando il governo può non controfirmare l’atto della decisione del giudice della corte costituzionale? Quando
non ci sono i requisiti per essere nominati come tali.

Atti complessi eguali: non è facile dire a chi spetta a decisone dell’atto  es. nomina del nuovo governo,
scioglimento anticipato delle camere. Firma e controfirma segnano un accordo tra PdR e parlamento.

Polifunzionalità della controfirma  la controfirma svolge funzioni diverse in base ai differenti atti del PdR.
La controfirma copre l’irresponsabilità del PdR.
Art 90  Il PdR non è responsabile nell’esercizio delle sue funzioni presidenziali; l’irresponsabilità non è
completa in quanto egli può rispondere per altro tradimento o attentato alla costituzione (viene messo in stato di
accusa). Le responsabilità per altro tradimento e attentato alla costituzione non sono responsabilità di natura
politica, ma sono ipotesi di responsabilità giuridica e in particolare penale. Questi sono due reati:
-per attentato alla costituzione  art 83 cod penale
-alto tradimento  art 77 cod penale
Questi devono considerarsi come reati propri del PdR, perché solo lui nell’esercizio delle sue funzioni può
compiere.
Il PdR si troverebbe però in una situazione sfavorevole, questi sono reati largamente indeterminati; lede il
principio di certezza del diritto. Per far valere la responsabilità del PdR bisogna che il parlamento in seduta
comune determini la scelta di addebitar al PdR uno di questi reati  stato di accusa, che viene valutata dalla
corte costituzionale che tuttavia quando si tratta di giudicare i reati del PdR non lavora nella sua composizione
normale ma in composizione integrata (15 + 16  16 giudici scelti). Nella storia italiana non è mai capitato che
il PdR venga messo in stato di accusa.

GIUSTIZIA COSTITUZIONALE; corte costituzionale capitolo 12 manuale

La presenza della giustizia costituzionale e quindi di un meccanismo che ha che fare con il sindacato di
emanazione delle leggi, coincide con la rigidità della costituzione (può formare parametro del giudizio di
qualcun per vedere se la legge è o no conforme).

Ovunque un organo di giustizia costituzionale ha il compito di sindacare la legittimità delle leggi.

Art 134
 La corte giudica in base alle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti
aventi forza di legge (stato e regione);
 Giudica sui conflitti di attribuzione sul potere dello stato e su quello tra stato e regione;
 Giudica sulle accuse promosse contro il PdR a norma della costituzione.
 Giudica riguardo al referendum abrogativo.

Serie di possibili varianti per sindacare sulle leggi: variazioni anche piccole potrebbero modificare molto il
risultato.
 sistemi a controllo accentrato e sistemi a controllo diffuso: il primo accentra nelle mani di un giudice
specializzato compiti di conoscere del sistema di legittimità delle leggi. Il secondo da facoltà ad ogni giudice
……

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 meccanismi di controllo della legislazone di natura preventiva o successiva: in alcuni ordinaenti è previsto
che la conformità a costituzione di certe leggi sia verificata dal giudice accertato prima della sua entrata in
vigore. Dall’altra parte, quello successivo, il controllo avviene dopo che la legge sia entrata in vigore.
 sistema di sindacato accentrato ad accesso diretto o incidentale: diretto  consentono a chiunque di attivare
la corte costituzionale, anche il singolo cittadino; incidentale  problema di costituzionalità deve capitare
rispetto a un concreto problema di applicazione di una legge, deve quindi passare per forza un giudice.
L’Italia ha un controllo di costituzionalità accentrata  c’è un giudice che ha il compito di valutare la
costituzionalità delle leggi.

Composizione della corte costituzionale:


La corte deve essere staccata dai circuiti di indirizzo politico, questo determina i meccanismi di formazione e
individuazione dei giudici della corte. È composta di 15 giudici costituzionali che devono avere determinati
requisiti: 5 sono di nomina del PdR, 5 nascono da un meccanismo elettorale che fa campo alle supreme
magistrature (corte di cassazione, corte dei conti, consiglio di stato), gli ultimi 5 sono eletti dal parlamento in
seduta comune. I meccanismi elettorali favoriscono che i giudici non siano espressivi di un indirizzo politico,
sono maggioranze alte (2/3 nei primi scrutini, 3/5 nelle successive). Esiste una convenzione costituzionale
secondo cui 3 sono della maggioranza e i 2 della minoranza.
Il mandato dei giudici della corte è quello più lungo previsto dalla costituzione  9 anni.

Non si può rieleggere un giudice della corte costituzionale  alla fine del mandato un giudice della corte non
può rinnovare il suo mandato, la corte viene rieletta tutta assieme.

Prorogatio  un organo anche se scaduto rimane in carica finché non subentra il nuovo organo eletto. Questo
principio non vale per i giudici della corte.
Problema: sono frequenti i casi in cui la corte funziona nel pieno della sua funzione, il parlamento ci mette un
po’ ad eleggere i nuovi giudici della corte, quindi la corte spesso lavora con un numero di giudici inferiore a 15
(ne servono 11 per farla funzionare). Allo scopo di salvaguardare l’autonomia della corte concorrono altri
istituti, i giudici della corte non sono sindacabili, godono del principio di autorizzazione della stessa corte per
processare un giudice, la corte inoltre gode di autonomi di carattere normativo

Giudizio incidentale  oggetto di giudizio costituzionale, utilizzato dalla corte costituzionale.

1. Oggetto del controllo della corte art 134: corte giudica gli atti aventi forza di legge; ci sono atti che hanno
la stessa forza della legge ma che sono sottratti dal sindacato di legittimità costituzionale (la corte non li può
sindacare perché pur essendo atti con forza di legge, sindacare su questi atti significherebbe mettere a
repentaglio l’autonomia del parlamento).

N.B. I decreti legislativi delegati sono atti dotati di forza di legge e sono sicuramente sindacabili dalla corte
costituzionale. Mentre gli atti subordinati alla legge non sono sottoposti a giudizio della corte costituzionale.

2. Parametri che la corte utilizza per esercitare il controllo (regole sulle quali la corte misura la costituzionalità
o no della legge, se è legittima o no): la corte valuta la conformità delle leggi rispetto alle regole scritte nella
costituzione, tuttavia ci sono casi in cui le regole della costituzione e anche altre regole possono formare il
parametro della costituzione  art 117 cost: il parametro della corte non è solo l’articolo 117 (ad es) ma anche
qualcosa a cui l’articolo 117 rimanda, per esempio appunto la CEDU.

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 Fenomeni di interposizione normativa  la corte rimanda ad altro che possono fungere da parametro
della corte.
3. modalità attraverso cui si sviluppa il giudizio incidentale  la lettura della costituzione non ci dice molto, la
prima sentenza della corte è del 1956.
- legge costituzionale n 1
- legge ordinaria 87 del ‘53  art 23:
1. Deve esserci un giudice: La questione di legittimità costituzionale in via accidentale deve sempre essere
proposta da un giudice il quale è sempre un tramite necessario perché la sentenza arrivi alla corte
costituzionale  ci sono dei casi dubbi in cui il giudice fa delle attività non sono giurisdizionali (non è
più un giudice).
2. Rilevanza della questione di legittimità costituzionale quando il giudizio che pende davanti al
giudice non può essere risolto senza aver prima risolto la questione di legittimità costituzionale. Se la
questione non è rilevante la corte non la riconoscerà.
3. Non manifesta infondatezza il giudice non deve essere convinto che la regola che deve applicare si
incostituzionale, basta solo che abbia un dubbio. È prevista perché non si vada davanti alla corte a
portare questioni infondate che servano alle parti per tirare avanti il processo.

Se ci sono questi presupposti il giudice deve sollevare una questione di legittimità incostituzionale  ordinanza
di rimessione costituzionale:
1. Il giudice deve individuare l’atto o la legge che ritiene incostituzionale;
2. Deve indicare quali sono e regole sulle quali ha qualche dubbio;
3. Deve motivare perché ritiene incostituzionale una certa regola;

L’ordinanza di rimessione individua un problema di illegittimità costituzionale

Sentenze di accoglimento:
Possono avere due forme:

1. di rigetto: ritiene infondata la questione di legittimità costituzionale  le cose restano come prima, sono
limitati gli effetti per il giudizio a quo, non esclude la riproposizione della q.l.c in altri giudizi.
2. di accoglimento: accoglie la questione prospettata dal giudice e dichiara incostituzionale una certa
disposizione di legge, vieta l’applicazione, ha effetti retroattivi (la disposizione non può mai più essere
applicata), ha effetti erga omnes (verso tutti).
Viene rigettata o accolta la questione di legittimità costituzionale.

La corte può cambiare idea rispetto al rigetto e all’accoglimento  art. 559 codice penale adulterio: la moglie
adultera è punita con reclusione fino a un anno. Con la stessa pena è punito il correo dell’adultera.

Questa sentenza viene rigettata, ma successivamente con la legge 126/1968 viene sollevata un’altra sentenza e la
corte dichiara incostituzionali il primo e il secondo comma della legge 559.

La distinzione tra rigetto e accoglimento a volte può essere sfumata  sentenze interpretative: da una stessa
disposizione si possono ricavare più norme diverse e può succedere che una sia di dubbia costituzionalità mentre
l’altra no.

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 Sentenze interpretative di rigetto  dichiara infondata la questione perché è possibile
un’interpretazione conforme a cost, sono limitati gli effetti per il giudizio a quo, non vincola altri
giudici.  SUGGERISCE INTERPRTAZIONI CONFORMI A COSTITUZIONE
 Sentenze interpretative di accoglimento  dichiara incostituzionale una certa interpretazione di una
disposizione, non tocca la disposizione ma tocca una norma e in particolare vieta a tutti (erga omnes) di
interpretare la disposizione in quel modo.  VIETA INTERPRETAZIONI INCOSTITUZIONALI

Esempi: Sentenza n.8 del 1956  sentenza interpretativa di rigetto. Ma i giudici continuano ad utilizzare
l’interpretazione dichiarata infondata, quindi viene fatta la sentenza n. 26 del 1961 che è diversamente, una
sentenza interpretativa di accoglimento.

Vi sono pertanto alcune sentenze “manipolatrici”  art 392 cod. di procedura penale (1930): nella istruzione
sommaria si osservano le regole della istruzione formale in quanto sono applicabili.

Sentenze di accoglimento pure: non toccano la disposizione, si limitano a vietarne una certa interpretazione.

MENTRE

La sentenza n 56 del 1965

Giustizia costituzionale - Corte Costituzionale

Capitolo 12 del manuale

La presenza della giustizia costituzionale, quindi di un meccanismo, che ha a che fare soprattutto col sindacato
di emanazione delle leggi. Riguarda la rigidità della Costituzione. La rigidità costituzionale ha delle
giustificazioni. È sempre il presupposto per il controllo di legittimità delle leggi.
Nei casi di esistenza di un organo di giustizia costituzionale ha il compiti di sindacare la legittimità delle leggi. Ha
il compito di valutare l’ammissibilità del referendum abrogativo.

Compiti della corte costituzionale italiana (articolo 134 della Costituzione):

 Giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di
legge (stato e regioni)

 Giudica sui conflitti di attribuzione sul potere dello stato e su quello tra stato e regione.

 Giudica sulle accuse promosse contro il PdR a norma della costituzione

 Giudica riguardo al referendum abrogativo

Serie di possibili varianti per il sindacare sulle leggi: variazioni anche piccole potrebbero modificare
molto il risultato

Sistemi a controllo accentrato e sistemi a controllo diffuso: il primo accentra nelle mani di un giudice
specializzato il compiti di conoscere del sistema di legittimità delle leggi. Il secondo da facoltà ad ogni giudice di
valutare che la legge sia conforme (se conforme la applica altrimenti no). Ripercussioni sugli effetti: il secondo -

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> decisione del giudice che ha effetti solo sulla controversia nel singolo caso (no erga omnes!). Il primo -> le
decisioni del giudice hanno effetti erga omnes.

Meccanismo di controllo preventivi o di natura successiva: in alcuni casi è previsto che la conformità a
costituzione delle leggi sia verificata dal giudice accertato prima della sua entrata in vigore. Dall’altra parte,
quello successivo, il controllo avviene dopo che la legge sia entrata in vigore.
Riguarda i sistemi a sindacato accentrato: ad accesso diretto o incidentale. Ad accesso diretto consentono a
chiunque di attivare un controllo di legittimità (anche il singolo cittadino). In via incidentale, il problema deve
capitare nel corso di un giudizio, concreto problema di applicazione della legge.

Nell’ambito di queste tre classificazioni, il controllo delle leggi in italia ha: controllo accentrato, successivo e
accesso di tipo incidentale.

Composizione della corte:


La corte deve essere terza, imparziale, estraneo ai circuiti di indirizzo politico.
È composta da 15 giudici (requisiti dal libro), 5 sono di nomina del PdR, 5 nascono da un meccanismo elettorale
che fa capo alle supreme magistrature (corte di cassazione, corte dei conti, consiglio di stato), 5 eletti dal
Parlamento in seduta comune. I meccanismo elettorali favoriscano che i giudici non siano espressivi di un
indirizzo politico, sono maggioranze alte (2/3 nei primi due scrutini e 3/5 nelle successive). Esiste una
convenzione costituzionale secondo cui 3 sono della maggioranza e 2 della minoranza. Allo stesso scopo
concorre anche la durata del mandato della Corte (il più lungo): 9 anni. Molto più amplio della durata del
governo.

Si prevede la non rieleggibilità del giudice della Corte Costituzionale.


La corte non si rinnova tutta insieme, si rinnova a scaglioni.
Il principio della prorogatio non vale per la corte costituzionale, una volta scaduto il mandato il giudice deve
andarsene. Problema: sono frequenti i casi in cui la corte non funziona nel pieno delle sue funzioni perché il
Parlamento sta un po’ ad eleggere i giudici. Il numero minimo di giudici perché la corte possa funzionare sono
11.
Allo scopo di salvaguardare l’autonomia della corte esistono degli istituti: insindacabilità per opinioni espresse
o voti dati nel pieno delle sua funzioni, principio dell’autorizzazione a procedere (per processare un giudice
deve esserci l’autorizzazione della corte), la corte è competente a valutare i titoli di ammissione dei propri
componenti, la corte dispone di autonomia contabile, ha anche autonomia di carattere normativo.

Oggetto del sindacato della Corte: (articolo 134) leggi e atti aventi forza di legge dello Stato e delle Regioni. La
Corte può sindacare anche le leggi di revisione costituzionale. Atti che hanno stessa forza della legge che sono
però sottratti al sindacato di legittimità: regolamenti parlamentari. Sono sottratti al sindacato perché ciò
metterebbe in pericolo l’autonomia del Parlamento. Sono sindacabili anche i decreti legislativi e decreti legge.
Sono sottratti gli atti subordinati alla legge (Tar).

Parametro del sindacato della corte: regole sulle quali la Corte misura la legittimità costituzionale o meno. Il
parametro più ovvio è la Costituzione. Casi in cui non solo le regole della costituzione, ma anche altre possono
formare parametro per la corte: articolo 117.1 CEDU. Ad esempio alcuni trattati internazionali come la CEDU.
Articolo 76 della Costituzione (legge di delega). -> Fenomeni di interposizione normativa

Giudizio in via incidentale: la corte costituzionale, prevista dalla costituzione, inizia a “lavorare” nel 1956. Il
primo atto che da forma alla corte è la legge 1
Il secondo è la legge ordinaria 87 del 1953. L’articolo 23 dice che la questione di legittimità in via incidentale
deve sempre essere proposta da un giudice (se ne accorge attraverso l’applicazione della legge), può agire per

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sua iniziativa, o per richiesta delle parti del giudizio o del pubblico ministero (queste non possono sollevare la
questione da soli). Altro presupposto di rilevanza della questione di legittimità si ha quando un caso non possa
essere risolto senza che venga applicata la regola che secondo lui è viziata. Altro requisito è la non manifesta
infondatezza della questione: il giudice basta che abbia un dubbio sulla costituzionalità della regola che deve
applicare.

Se sussistono i tre requisiti il giudice deve sollevare la questione di legittimità costituzionale davanti alla corte.
Con che strumento lo fa? Con l’ordinanza di remissione alla corte costituzionale. Con questa tramette i
documenti alla corte. I contenuti necessari dell’ordinanza:

1. Oggetto individuato

2. Deve indicare puntualmente i parametri che pensa siano incostituzionali

3. Deve spiegare la rilevanza della questione e ne deve dare una motivazione riguardo la non manifesta
infondatezza

L’ordinanza di remissione fissa il tema decidente, individua un problema di legittimità. La corte giudica solo nei
limiti e nei termini in cui il giudice pone la questione. L’ordinanza fisse i confini ed il perimetro della decisione
della corte. Si chiama questione di legittimità costituzionale che confina e delimita la possibilità della corte di
pronunciarsi sulla questione.
Una sentenza di rigetto non è mai una “patente di legittimità” della legge, è solo il risultato di una pronuncia
sulla questione. La corte dispone la sospensione del processo ad quo (da dove arriva la questione).

Strumenti con cui la corte

1. Decisioni di natura processuale e decisioni di merito: le prime hanno a che fare no con la questione che
il giudice solleva, ma con problemi che riguardano il processo (manca uno dei requisiti con cui la corte
si può attivare). Le più significative sono quelle di inammissibilità. Decisioni di merito: decisioni che
affrontano la questione proposta.

2. Sentenze e ordinanze emessa dalla corte (legge 87 del 53): le sentenze chiudono e definiscono il
processo, le ordinanze non chiudono il processo, ma lasciano uno spiraglio. È in qualche modo
forviante. Decisioni di merito -> sentenza. Decisioni processuali -> alcune sentenza, altre hanno la
forma dell’ordinanza. La sentenza è molto più articolata e motivata. Viene emessa dopo un’udienza
pubblica. Le ordinanze non sono emesse dopo un’udienza pubblica e inoltre sono molto meno
motivate. Non è del tutto vero quello che dice la legge 87, infatti possono esistere delle ordinanze che
chiudono il processo (situazione non sanabile) oppure sentenze che invece non chiudono il prpcesso e
lasciare il giudice possa sanarlo.

Sentenze di accoglimento - evoluzione e tipologia

martedì 18 dicembre 2018 09:00

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Decisioni di merito posso o avere due forme:
• Rigetto: dichiara infondata la questione di legittimità, la conseguenza è che il quadro normativo rimane
invariato.

Ha limitati effetti per il giudizio a quo. Non esclude la riproposizione della questione in altri giudizi.
• Accoglimento: dichiara incostituzionale la disposizione di legge. Si vieta l’applicazione della disposizione

incostituzionale a tutti, ha effetto retroattivo. Ha effetti erga omnes.


La Corte può cambiare idea (dal rigetto all’accoglimento). Un esempio è l’articolo 559 del codice penale che
puniva l’adulterio della moglie. Prima sentenza della corte -> rigetto. La seconda nel 1968 viene accolta
dichiarando incostituzionale la disciplina dell’adulterio.
Le sentenze interpretative possono essere di due tipi. Per una disposizione possono esistere più
interpretazioni.

 Di rigetto: dichiara infondata la questione perché è possibile un’interpretazione conforme a


Costituzione. Ha limitati effetti per il giudizio a quo (non può applicare la regola nel senso disatteso
dalla Corte). Non vincola però gli altri giudici. Suggerisce interpretazioni conformi a Costituzione.

 Di accoglimento: dichiara incostituzionale una certa interpretazione di una disposizione. Non tocca la
disposizione, ma tocca una norma e vieta a tutti (erga omnes) si ricavare la norma incostituzionale.
Vieta interpretazioni incostituzionali.

La distinzione tra disposizione e norme e quindi le sentenze interpretative è la base su cui la corte ha
costruito la possibilità di fare sentenze di accoglimento atipiche, molto lontane che finiscono per
modificare il testo (manipolative). Articolo 392 del codice di procedura penale, ormai abrogato, in cui si
prevedeva un’istruzione sommaria. La sentenza 11 del 1965 da una sentenza interpretativa di rigetto.
Visto che i giudici continuavano ad applicare la disposizione in modo sbagliato la corte con la sentenza
52 del 1965 tende a toccare l’inciso che era oggetto dell’interpretazione. È una specie di sentenza
interpretativa di accoglimento che però produce qualcosa di nuovo nella disposizione.
Le sentenze di accoglimento pure non toccano la disposizione, si limitano a vietarne una certa
interpretazione.
Vedi slide
Strumento nuovo per la corte costituzionale molto importante: sentenza manipolativa. Un esempio è
quella sull’articolo 724 del codice penale. Con la sentenza 440 del 1995 la corte dichiara illegittima solo
una parte della disposizione.
Le sentenze additive sono quelle sentenze con cui la corte aggiunge nuove regole. Servono per
rimediare a delle omissioni da parte del legislatore.
Le sentenze sostitutive sono quelle con cui dichiara prima incostituzionale una norma che poi
sostituisce con un’altra.

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