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LE ALTRE DISTINZIONI
• COMPLESSI E SEMPLICI: circa la presenza di ordinamenti minori al loro interno.
• PERFETTI (Stato) E IMPERFETTI (Unione Europea) : capacità di provvedere da soli al
conseguimento dei propri fini
• POLITICI – cioè a fini generali, cioè competenti a curare qualunque interesse (Stato)- o a
FINI DETERMINATI e particolari (istituzioni religiose, culturali etc.)
• Qualificati secondo la QUALITA DEGLI INTERESSI PERSEGUITI
• Qualificati dalla LOCALIZZABILITÁ DEI COMPORTAMENTI DISCIPLINATI.
• TERRITORIALI: a competenza territoriale e disponibilità del territorio.
ORGANI RAPPRESENTATIVI
• Organi costituiti in modo da esprimere la volontà della collettività rappresentata, il popolo:
RELAZIONE DI SINTONIA.
• ELETTIVITÁ (fonda la relazione sulla libera scelta del popolo) e TEMPORANEITÁ della carica (per
confermare o revocare la fiducia verso gli eletti).
• È una RAPPRESENTAZIONE POLITICA e NON VOLONTARIA ai sensi del codice civile.
• Il popolo non è titolare dei poteri proprio degli eletti che non rispondono giuridicamente agli
elettori: senza vincolo di mandato.
ORGANI COSTITUZIONALI
• Organi individuati dalla legge: PdR, PARLAMENTO, GOVERNO, CORTE COSTITUZIONALE.
• FUNZIONI IN GRADO SOVRANO: SUPREMAZIA degli atti compiuti che non sono subordinati ad altri
organi.
• RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE SOVRANE in modo da equilibrare le funzioni degli altri organi
costituzionali: necessità della COLLABORAZIONE RECIPROCA.
• POSIZIONE DI (relativa) PARITÁ ED INDIPENDENZA reciproca, c’è un EQUILIBRIO tra di essi.
ORGANI AUSILIARI
• Significato di una definizione presente nella Costituzione: dotati di attribuzioni volte a FACILITARE
l’esercizio delle funzioni degli organi costituzionali.
CNEL, CONSIGLIO DI STATO, CORTE DEI CONTI
4. DIPENDENTI PUBBLICI
• AGENTI DELLE PERSONE GIURIDICHE: soggetti i cui atti – a certe condizioni – producono
effetti imputati alla persona giuridica, direttamente o tramite l’organo.
• Agenti dello Stato e degli enti pubblici: PUBBLICI DIPENDENTI.
• FUNZIONARI: pubblici dipendenti che esercitano potestà pubbliche (esercizio di autorità
per ragioni di interesse pubblico).
RAPPORTO GIURIDICO TRA ENTE E DIPENDENTE
• RAPPORTO DI SERVIZIO (diritti, doveri, status giuridico, sanzioni), che nasce per nomina, elezione,
contratto, legge, sorteggio, o in via di fatto.) Il rapporto di servizio è diverso da quello organico→
che org
• Si costituisce di regola con CONTRATTO previo CONCORSO PUBBLICO tra i richiedenti (con limitata
eccezione ai “casi previsti dalla legge”)
REGIMI MONOCRATICI
• Monarchia assoluta → assolu smo, dispo smo illuminato o Stato di polizia
• Dittatura → rivoluzionaria o cos tuente; diversa dalla dittatura romana o temporanea (disposta per
affrontare situazioni contingenti, ad esempio di guerra che esigevano la concentrazione del potere )
che non altera in modo illegittimo l’ordinamento vigente
• Regimi totalitari → par to unico, personalità carismatica, direzione di tutta la vita pubblica e
privata, ideologia unificante.
REGIMI POLICRATICI
• Caratterizzati dalla separazione dei poteri
• Tre funzioni classiche (Montesquieu, 1748) cui si attinge la funzione di indirizzo politico
• Ripartizione del potere tra organi e istituzioni diversi che possono equilibrarsi e controllarsi a
vicenda
• Ad esempio: monarchia limitata o costituzionale
❖ REGIMI DEMOCRATICI
• I cittadini hanno la possibilità di alternarsi tra governanti e governati
• La maggioranza ha il diritto di governare e la minoranza i diritti per poter diventare maggioranza:
regime democratico.
FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
➢ Negli USA
➢ Tre poteri (legislativo, esecutivo, giurisdizionale) di derivazione popolare
➢ Netta ripartizione tra i tre poteri: forte applicazione del principio di separazione
➢ Presidente (Capo dello Stato) eletto dal popolo e a capo dell’esecutivo
➢ Non c’è rapporto di fiducia tra l’esecutivo diretto dal Presidente e il Congresso (potere
legislativo).
FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE (Italia)
➢ Ripartizione meno netta tra i poteri
➢ Necessario il rapporto di fiducia tra il Governo e il Parlamento
➢ Attribuzione del potere di scioglimento al Capo dello Stato
➢ Controfirma ministeriale degli atti presidenziali
DI ASSEMBLEA E DIRETTORIALE (in Svizzera)
➢ Forma di governo di assemblea: il governo è eletto dall’assemblea che può revocarlo.
➢ Forma di governo direttoriale: il governo è eletto dall’assemblea per un periodo fisso e dunque non
è revocabile (ha una maggiore dipendenza
SEMIPRESIDENZIALE (in Francia)
➢ Regime intermedio tra quello parlamentare e quello presidenziale
➢ Elezione popolare del capo dello Stato: di per sé non è sufficiente, servono poteri anche autonomi
di direzione politica
➢ L’esecutivo (governo) (come un primo ministro distinto dal capo dello Stato) che deve avere la
fiducia del parlamento.
➢ Potere di scioglimento al capo dello Stato
STATO FEDERALE E REGIONALE
➢ Duplice applicazione del principio policratico o di divisione del potere politico di governo.
➢ A) sia tra Stato Centrale (Federazione) e gli Stati federati (Lander o cantoni)
➢ B) sia all’interno del governo centrale (esecutivo, legislativo, giurisdizionale) e dei governi locali
➢ Stato regionale (poteri più ridotti alle autorità locali)
UNIONE DI STATI (raggruppamenti di Stati sovrani)
Gli Stati mantengono la loro sovranità (a differenza degli Stati federati che si uniscono nello Stato federale)
• Confederazioni (alleanza permanente con fini politici generali, soprattutto a scopo di difesa e
organi comuni): in passato, le colonie nord-americane, la Svizzera, la Germania
• Alleanze organizzate: con fini determinati, con durata limitata, organizzazione più ridotta ( vedi
anche ONU: fine del mantenimento della pace e carattere universale)
• Monarchie legate dalla stessa persona fisica a capo: reale (organo in comune) o personale (per le
leggi di successione o per elezione).
UNIONE EUROPEA
• Dalla CECA (comunità economica del carbone e dell’acciaio, 1953), CEE (comunità economica
europea, 1957), all’UE (1992, Maastricht)
• I trattati vigenti: TUE (trattato sull’Unione Europea)→ principi fondamentali sulle finalità e
organizzazione) e TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) →disciplina anali ca
delle funzioni e relativo svolgimento) dal 2009 (Trattato di Lisbona).
UE è diversa dalle altre organizzazioni internazionali
• Unione di Stati sovranazionale
• Con particolare complessità delle istituzioni (rappresentative degli Stati, dei governi e dei
popoli)
• Le sue norme (i trattati e le fonti derivate) obbligano direttamente i cittadini degli Stati
membri.
ART.11 → L’Italia (…) acconsente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni,
promuove e favorisce organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
ORGANIZZAZIONE
✓ Consiglio europeo: capi di Stato e di governo degli Stati membri e presidente della
Commissione (politica generale UE)
✓ Consiglio dei ministri: collegio dei ministri degli Stati membri (poteri legislativi, di
governo, di bilancio)
✓ Parlamento: eletto dai cittadini degli Stati membri (poteri legislativi e di bilancio)
✓ Commissione: nominata dal Consiglio e votata dal Parlamento (poteri di iniziativa
legislativa, di esecuzione, internazionale)
Altri organi:
✓ Corte dei conti
✓ Consiglio economico e sociale
✓ Comitato delle Regioni
✓ Mediatore (difensore civico)
✓ Banca centrale europea (per i paesi nella zona “euro”)
GIUSTIZIA EUROPEA
✓ Corte di giustizia ( Tribunale di primo grado e tribunale della funzione
pubblica)
✓ Assicura il rispetto del diritto della UE nei confronti degli atti UE e degli
atti nazionali.
✓ L’interpretazione vincolante dei trattati e degli atti normativi europei.
✓ Il rinvio pregiudiziale da parte del giudice nazionale (in particolare, è
obbligatorio se di ultima istanza, anche da parte della nostra Corte
Costituzionale)
CAP.4 NOTIZIE SULLA STORIA
COSTITUZIONALE DELLO STATO
ITALIANO
• Dal 17 marzo 1861 lo statuto Albertino concesso nel 1848 diventa la costituzione del regno d’Italia
• É previsto un “governo monarchico rappresentativo” (divisione dei poteri) e garantite le libertà
individuali e politiche.
• È una Costituzione flessibile: si introduce il regime parlamentare.
IL REGIME FASCISTA
• Leggi di attuazione della Costituzione (Corte costituzionale, Cnel, Csm, referendum, regioni
ordinarie)
• Leggi di revisione: dal 1963 modificati più di un terzo degli articoli (Camera e Senato,
estradizione, Corte costituzionale, scioglimento anticipato, discendenti dei Savoia, statuti
speciali, titolo V, pari opportunità, Circoscrizione estero)
• Leggi che segnano la crisi (reati ministeriali, guarentigie dei parlamentari, riforme sistemi
elettorali.
CAP.5 LE FONTI NORMATIVE. PRINCIPI
GENERALI
• Ogni ordinamento determina le sue “fonti legali di produzione del diritto”, gli atti o i fatti giuridici
cui è attribuita e riconosciuta “in via positiva, cioè legale” (tramite le norme sulla produzione del
diritto) l’idoneità a produrre norme giuridiche.
• Possono determinarsi in concreto fonti extra ordinen, cioè al di fuori del sistema legale delle fonti
(eventi rivoluzionari o patologici)
• Fonti sulla produzione: disciplinano la titolarità e le modalità di svolgimento della produzione del
diritto.
FONTI DI COGNIZIONE→ documen ufficiali con funzione di conoscenza delle fonti di produzione ma
con diverso valore giuridico
1. Notizia legale e pubblicazione necessaria per l’entrata in vigore dell’atto normativo →legge
dello Stato sulla G.U. (gazzetta ufficiale) o legge regionale sul B.U.R. (bollettino ufficiale della
regione)
2. Pubblicazione a meri fini di conoscibilità di norme già vigenti (pubblicazione della legge della
Regione sulla G.U.; consuetudini raccolte dalle Camere di commercio)
FONTI-ATTO E FONTI-FATTO →categorie delle fon di produzione
• La distinzione si basa sui fatti giuridici in senso lato: qualsiasi evento con rilevo giuridico
• Tra i fatti giuridici si distinguono gli atti giuridici (atti umani con volontarietà di produrre una certa
conseguenza giuridica) e i fatti giuridici in senso stretto (tutti gli altri eventi rilevanti per il diritto
ma che non sono costituiti da a t t i umani volontari a produrre un certo effetto giuridicamente
rilevante)
• Fonti-atto →atti giuridici (rinvio)
• Fonti-fatto → fatti giuridici in senso stretto (anche atti umani concludenti e significativi, attività
volontarie ma non poste al fine di produrre norme), come la consuetudine.
• DISPOSIZIONE E NORMA
• Disposizione→ l’enunciato che è contenuto nel testo dell’atto-fonte, ciò che è espresso mediante
formulazioni linguistiche di senso compiuto (anche non coincidente con l’articolo o il comma)
• Norma→ il prodo o giuridico dell’a o-fonte, cioè la regola di comportamento che è ricavata in via
interpretativa dalla o dalle disposizioni.
INTERPRETAZIONE GIURIDICA E COMPLETEZZA DELL’ORDINAMENTO
• Finalità dell’interprete → individuare fonti legali e desumere norma vigente ed applicabile al caso
concreto
• Le modalità di interpretazione sono precisate nell’art. 12 delle preleggi (disposizioni preliminari al
codice civile)
• Alla legge non può darsi “altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole,
secondo la connessione di esse e dall’intenzione del legislatore” (ratio legis e ratio legislatoris)
• Interpretazioni in base al contesto : sistematica, teologica (lo spirito della legge), letterale, storico-
evolutiva, conforme a Costituzione, la Costituzione interpretata mediante il bilanciamento tra i
valori.
COMPLETEZZA E ANALOGIA
• Si possono riscontrare talvolta delle lacune che dovrebbero dirsi soltanto apparenti, in quanto
l’ordinamento attribuisce all’interprete il compito di colmarle senza andare al di là di quanto è
prescritto dall’ordinamento vigente.
• Il ricorso all’autointegrazione, cioè all’analogia
• Analogia legis: applicazione delle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe
• Analogia iuris: applicazione dei principi generali dell’ordinamento giuridico
• Art.14 preleggi: divieto di analogia per le leggi eccezionali e penali.
I CRITERI DI RISOLUZIONE
• Necessità di criteri di risoluzione delle antinomie normative per assicurare il principio di coerenza
dell’ordinamento
• Distinzione tra criteri di risoluzione positivi (previsti da norme di diritto positivo) e criteri di
risoluzione logico-razionali (principi individuati dagli operatori del diritto)
CRITERIO GERARCHICO
• Presupposto del criterio: scala gerarchica tra le fonti determinata sulla base delle norme di diritto
positivo
• Lex superior derogat inferiori: in caso di incompatibilità prevale la norma posta dalla fonte
superiore di grado
• Effetto dell’applicazione del criterio: accertamento della violazione del principio gerarchico e
conseguente annullamento della norma inferiore (e viziata per incompatibilità) d parte dell’autorità
competente
• L’annullamento è di norma retroattivo (perché il vizio è originario): vengono meno tutti gli effetti
giuridici prodotti dalla norma posta dalla fonte subordinata.
SCALA GERARCHICA DELLE FONTI
• Fonti Costituzionali: Costituzione e fonti atto di rango costituzionale (leggi di revisione
costituzionale e altre leggi costituzionali)
• Fonti primarie: fonti subordinate alla Costituzione (le fonti con forza e valore di legge)
• Fonti secondarie: regolamenti (fonti subordinate sia alla Costituzione che alle fonti primarie)
• Consuetudine: fonte-fatto (art.8 preleggi) che ha efficacia nelle materie regolate da leggi e
regolamenti e solo se richiamata espressamente (secondum legem)
FONTI CON FORZA DI LEGGE
• Forza di legge → la fonte è posta in rapporto di subordinazione soltanto rispetto alla Costituzione
(e leggi costituzionali), e in rapporto di prevalenza rispetto a tutte le altre fonti secondarie
• Forza attiva → capacità di innovare tutte le fonti, con unico limite posto dalle fonti di rango
costituzionale
• Forza passiva → capacità di resistere a tutte le fonti, salvo a quelle di rango costituzionale
VALORE DI LEGGE
• Attribuito alle fonti, diverse dalla legge, che sono sottoposte allo stesso regime giuridico della
legge (vedi decreti-legge e i decreti legislativi)
• Regime giuridico della legge: si impone a tutti i soggetti dell’ordinamento e non è sindacabile da
nessuna autorità, tranne la Corte costituzionale.
SISTEMA DELLE FONTI: ALLO STESSO TEMPO CHIUSO ED APERTO
• Fonti Costituzionali e primarie: costituiscono un sistema chiuso, cioè determinato e garantito dalla
Costituzione
• Con legge ordinaria non si possono istituire fonti costituzionali o altre fonti primarie
• Fonti secondarie: costituiscono un sistema aperto, cioè sono istituite, determinate e garantite
dalle fonti primarie.
FONTI SECONDARIE
• Regolamenti statali (governativi, ministeriali, delle autorità indipendenti, etc.)
• Regolamenti degli enti territoriali (regionali, provinciali, comunali)
• Non possono contenere norme contrarie alle disposizioni di legge
• I regolamenti non conformi alla legge sono disapplicati dai giudici ordinari e annullati dai giudici
amministrativi.
CRITERIO DELLA COMPETENZA (diverso da quello di gerarchia)
• Presupposto del criterio→ dis nzione delle fon in relazione ad una previsione di una norma di
diritto positivo (una norma sulla produzione del diritto che è detta “condizionante”) che attribuisce
apposite sfere di competenza alle singole fonti di produzione
• Esempio: legge statale e legge regionale
• Conseguenza del principio di separazione dei poteri.
CONSEGUENZE
• Effetto dell’applicazione del criterio di competenza: accertamento dello specifico vizio di validità (è
stata violata la norma sulla produzione che attribuisce la sfera di competenza ad altra fonte di
produzione) ed annullamento (con effetti retroattivi) della norma viziata da parte dell’autorità
competente.
• Ad esempio: la Corte costituzionale sulla legge, i giudici amministrativi sui regolamenti governativi.
CRITERIO CRONOLOGICO
• Criterio logico-razionale: distinzione degli atti-fonti in senso temporale, prevale quello successivo
(lex posterior derogat priori)
• Effetto dell’applicazione del criterio: abrogazione della disposizione incompatibile che è posta
dall’atto-fonte precedente
• Accertabile da chiunque
• Non incide sulla validità (e dunque non comporta l’annullamento della disposizione o
l’accertamento di un suo vizio), ma delimita la sfera temporale di efficacia normativa della
disposizione (cioè la capacità di produrre effetti normativi) in genere non retroattivamente (art.11
preleggi: la legge non dispone che per l’avvenire)
LE DIFFERENTI FORME DI ABROGAZIONE
➢ Art.15 preleggi
1. Abrogazione espressa → una disposizione prescrive espressamente l’abrogazione di una
disposizione precedentemente vigente
2. Tacita o per incompatibilità del contenuto → quando una disposizione successiva ha un contenuto
prescrittivo incompatibile con una disposizione precedente, quindi per incompatibilità di
contenuto la disposizione successiva abroga tacitamente la disposizione precedente
3. Implicita o per nuova disciplina dell’intera materia → con una nuova legge si disciplina
integralmente una nuova materia quindi implicitamente viene considerata abrogata tutta la
disciplina posta dalle leggi precedenti
4) Formula generica (e inutile) dell’abrogazione innominata → viene scritto un articolo nel quale si
prescrive “sono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge”
CRITERIO DI SPECIALITÁ
• Criterio di carattere logico-razionale
• Art.15 preleggi
• La disciplina speciale prevale su quella generale (anche se quest’ultima sia successiva), su
quella cioè che regola in via generale una data materia, in quanto si introduce una disciplina
specifica e derogatoria per una certa parte della materia.
PRINCIPIO DI LEGALITÁ
• Principio di legalità→ tutte le autorità sono subordinate alla primazia della legge
• Non solo non possono contraddire la legge, ma possono agire validamente solo in base a una previa
legge
• È il fondamento dello Stato di diritto
• In senso formale (è necessaria una legge che detti la base normativa di qualunque potere pubblico
autoritativo) e anche in senso sostanziale (occorre anche che la legge detti la disciplina necessaria
per circoscrivere la discrezionalità dell’attività autoritativa)
RISERVA DI LEGGE
• Riserva di legge→ quando una disposizione cos tuzionale riserva la disciplina di una materia alla
legge o ad atti equiparati (con la stessa forza di legge)
• 2 conseguenze:
➢ Divieto di formazione autonoma da parte delle fonti secondarie
➢ A carico della legge vi è obbligo di delimitare la discrezionalità delle fonti secondarie.
RISERVA DI LEGGE E REGOLAMENTI
• Assoluta: sono ammessi solo regolamenti di stretta esecuzione (pochissime in costituzione)
• Relativa (tutte le altre disposizioni costituzionali): sono ammessi anche regolamenti di attuazioni o
di organizzazione o autorizzati, ma sono vietati i regolamenti indipendenti.
• Riserva rinforzata: le condizioni (limiti) sono poste dalla Costituzione a carico della legge
• Riserva di legge costituzionale: necessità della legge di rango costituzionale
A QUELE FONTE “LEGGE” SI RISERVA?
• Anche agli atti con forza di legge
• Fatta eccezione per le leggi di indirizzo politico, cioè che devono essere approvate dal Parlamento:
riserva di legge parlamentale (che è diversa dalla riserva di legge di assemblea)
LE FONTI DELL’ORDINAMENTO STATALE → serie di fon dis nte a seconda del rapporto di gerarchia
• Fonti costituzionali: la Costituzione e le leggi costituzionali (leggi approvate secondo particolari
procedure e si pongono a livello della Costituzione, seppur non proprio lo stesso)
• Fonti primarie : quella per eccellenza è la legge alla quale si affiancano altri atti, i quali acquistano
la forza di legge.
• Fonti secondarie: i regolamenti (governativi e di altre autorità)
• Le fonti-fatto (consuetudini), quelle extra-ordinem, e quelle fondate su presupposti di necessità
2) DECRETI LEGGE
✓ Si tratta di atti con forza di legge, quindi capaci di innovare l’ordinamento a livello delle fonti
primarie.
• Procedimento (art.77 Cost. e art. 15 legge n.400 del 1988): abbiamo il decreto legge adottato dal
governo, il quale viene sottoposto a una procedura parlamentare chiamata procedura di
conversione in legge, deve, quindi, essere presentato dal governo al Parlamento entro 5gg e il
Parlamento dal momento dell’adozione ha 60 gg. Per convertirlo in legge.
• Mentre il decreto legge ha un’efficacia provvisoria perché produce effetti solo per 60gg dal
momento dell’adozione, una volta che viene trasformato in legge acquisisce un’efficacia
permanente.
• Hanno lo scopo di consentire al governo in casi di urgenza di intervenire immediatamente con un
atto avente forza di legge, ma questo atto ha efficacia temporanea.
• L’art.77 consente l’adozione del decreto legge solo qualora ricorrano degli specifici presupposti
costituzionali, cioè deve trattarsi di casi straordinari, di necessità o di urgenza.
• È necessaria una deliberazione del governo, quindi il decreto legge deve essere approvato dal
consiglio dei ministri, emanazione del Capo dello Stato (il quale ha potere di rinviare l’atto al
Governo e richiedere il riesame), pubblicazione sulla G.U. e immediata entrata in vigore.
Presentazione alle camere per la conversione in legge entro 60gg, altrimenti cade retroattivamente.
4) REFERENDUM ABROGATIVO
• Fonte primaria dell’ordinamento.
• Il procedimento: art. 75 Cost. (rinvio)
• Atto fonte e competenza limitata→ il referendum è relativo sono alle leggi e agli atti aventi forza di
legge, può intervenire solo nei limiti di ammissibilità previsti dall’art.75 (solo per leggi tributarie, di
bilancio, di amministrazione e di autorizzazione)
• Fonte unidirezionale vincolata (solo abrogativo e non propositivo o additivo)
• Legislazione negativa
LE FONTI SECONDARIE
1) REGOLAMENTI GOVERNATIVI
• Ammessi dalla Costituzione (art.87)
• Art.17 legge n.400 del 1988: disciplina il procedimento di formazione (per lo più uniforme: parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto e registrazione della Corte dei Conti e pubblicati in G.U.) e
prevede diverse tipologie a seconda della discrezionalità riconosciuta rispetto alle fonti primarie.
• La competenza regolamentare statale è possibile solo nelle materie di competenza legislativa
esclusiva statale (ma anche nei casi di “chiamata in sussidiarietà)
TIPOLOGIE DI REGOLAMENTI GOVERNATIVI (SECONDO LA DISCREZIONALITÀ ATTRIBUITA)
A. Regolamenti di esecuzione delle leggi, dei decreti legislativi, dei regolamenti comunitari (ma non
dei decreti-legge)
B. Regolamenti di attuazione ed integrazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di
principio (ma non nelle materie di competenza regionale)
C. Regolamenti di organizzazione: disciplinano l’organizzazione e il funzionamento delle pubbliche
amministrazioni “secondo le disposizioni dettate dalla legge”
D. Regolamenti di autorizzazione (delegificazione): legge di autorizzazione con norme generali
regolatrici della materia; l’abrogazione decorre dall’entrata in vigore del regolamento; espressa
indicazione delle norme legislative abrogata da parte della legge di autorizzazione.
E. Regolamenti indipendenti: quando manca la disciplina legislativa e non c’è nessuna riserva di legge
(ma v. principio di legalità sostanziale)
• Vedi , infine i regolamenti governativi (autorizzati con la legge di delegazione europea) di
recepimento delle direttive europee
REGOLAMENTI MINISTERIALI O INTERMINISTERIALI (DI PIU MINISTRI)
• Sono adottati dal Ministro (o da piu Ministri) nelle materie di rispettiva competenza
• Occorre una previa ed espressa previsione legislativa.
• Sono gerarchicamente subordinati ai regolamenti governativi.
• Devono essere comunicati al Presidente del Consiglio prima della loro emanazione.
I REGOLAMENTI DI ALTRE AUTORITÁ STATALI
• Sempre autorizzati con specifica disposizione di legge
• Statuti universitari
• Regolamenti delle Autorità indipendenti o di garanzia (esercizio di attività di regolazione)
• Non sono indicati dal diritto scritto, ma sono oggetto dell’elaborazione dottrinale e
giurisprudenziale.
➢ ELEMENTO MATERIALE (usus) → ripe zione costante nel tempo del medesimo
comportamento
➢ ELEMENTO PSICOLOGICO (opinio iuris ac necessitatis) → diffuso convincimento colle vo
sulla necessità giuridica del comportamento.
• Flessibilità e reciproca integrazione dei due elementi
CONSUETUDINE COSTITUZIONALE
• Sono le consuetudini che operano a livello costituzionale (elementi più rari data la rigidità della
Costituzione)
2 TEORIE
Sono vietate le consuetudini "contra constitutionen”
La consuetudine non ha “grado”: è ammissibile anche contra legem e contra
constitutionem
• In ogni caso si ammettono consuetudini volte ad attuare, specificare o integrare il dettato
costituzionale al fine di stabilizzare i principi costituzionali.
CONVENZIONI COSTITUZIONALI
• Si possono presentare come fase preliminare delle consuetudini costituzionali
• Producono regole di comportamento non giustiziabili: l’inosservanza non è sanzionabile dai
giudici.
• Vi è un confine labile tra convenzioni e consuetudini costituzionali.
Leggi regionali → il loro procedimento di formazione è disciplinato dalla Costituzione, dagli Statuti regionali
e dai regolamenti consiliari, cioè quelli dettati dallo stesso Consiglio Regionale.
LA LEGGE COST. N.3 DEL 2001
• Nuova ripartizione della competenza legislativa Stato- Regioni → ESPANSIONE delle competenza
legislative della Regione
• Nuovi limiti “generali” sia per la legge regionale che per quella dello Stato → la competenza
normativa dello Stato è costituzionalmente delimitata ad alcune materie espressamente
enumerate dalla Costituzione (materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato), mentre in
tutte le altre materie alle Regioni è attribuita “la potestà legislativa avente carattere generale e
residuale.
• Competenza esclusiva dello Stato (v. materie trasversali e sent.242 del 2002 Corte cost.)
• Competenza legislativa concorrente delle Regioni, nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con
legge dello Stato
• Art. 10 1. Cost. n. 3 del 2001 → alle Regioni a statuto speciale si estendono automaticamente tutte
le norme della legge cost. 3/2001
PROBLEMI
• Ci sono numerosi problemi interpretativi ed applicativi relativi alle materie di competenza di Stato e
Regione che hanno generato numerosi contenziosi.
• L’imperfetta ripartizione delle rispettive competenza legislative tende a sovrapporre le materie dal
punto di vista oggettuale.
Regolamenti regionali
• Possono avere carattere attuativo o esecutivo delle leggi regionali
• Non sono ammessi regolamenti indipendenti o autorizzati
• Sono subordinati alla legge regionale
• Regolamenti interni ai Consigli
Regolamenti
❖ Art. 249.2 TUE
❖ Hanno efficacia generale → si rivolgono a tu i sogge , quindi a tutti i cittadini
❖ Hanno efficacia obbligatoria → devono essere applica in ogni loro parte
❖ Sono direttamente applicabili → producono dire amente effe vincolan negli Sta membri,
senza richiedere né ammettere che l’esecuzione sia condizionata da un atto interno ai singoli Stati.
Direttive
❖ Art. 249.3 TUE
❖ Hanno come destinatari → gli Stati
❖ Impongono un obbligo di raggiungere un certo obiettivo entro un termine (tempo di attuazione)
❖ I mezzi sono scelti direttamente dagli Stati
❖ Non sono direttamente applicabili, ma l’attuazione deve essere piena, corretta e certa.
Direttive dettagliate (auto-esecutive o self-executing)
❖ Divengono giuridicamente cogenti negli Stati che non hanno rispettato l’obiettivo nel termine
prestabilito
❖ Sono self-executing → producono un “effetto diretto” negli Stati che hanno omesso di recepirli.
❖ I cittadini possono pretenderne il rispetto dalle amministrazioni pubbliche, ma le direttive non
hanno effetti giuridici in senso orizzontale, cioè tra i cittadini. Sono solo in via verticale → obbligo
delle amministrazioni nei confronti dei cittadini.
2) PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA
Vedi la dichiarazione francese dei diritti dell’uomo (1789) → gli uomini nascono liberi e uguali nei diritti; le
distinzioni sociali possono essere fondate soltanto sull’utilità comune. (diritto naturale)
Vedi art.3 → Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
• Il fondamento dell’eguaglianza è la pari dignità sociale (divieto di riconoscimento dei titoli nobiliari)
EGUAGLIANZA SOSTANZIALE
• In senso positivo: eliminare i fattori (le cause) che determinano le disuguaglianze (non condurre alla
stessa condizione finale) (art.3, co. 2)
• Sia nei campi previsti dalla Costituzione (lavoro, salute, istruzione; v.artt. 4, 32,24) che in assenza di
specifiche disposizioni costituzionali
• Vedi le “azioni positive” ( che possono apparire in contrasto con il principio di eguaglianza in senso
formale.
Garanzie internazionali
• Dichiarazioni internazionali (ONU)
• Convenzione europea dei diritti dell’uomo e Corte europea dei diritti dell’uomo (condanna dello
Stato ed equa riparazione per la parte lesa)
• Carta di Nizza (stesso valore dei Trattati UE) e “tradizioni costituzionali comuni” degli Stati della
U.E (art. 6. 2 TUE), e Corte di giustizia dell’Unione Europea.
5) I DOVERI INDEROGABILI
Vedi art. 2 →La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Alcuni doveri sono previsti espressamente:
➢ Politica: difesa della Patria (art.52)
➢ Economia: concorrere alle spese pubbliche (art.53)
➢ Sociale: fedeltà alla Repubblica e osservanza della Costituzione e delle leggi (art.54)
➢ Dovere al lavoro (art.4)
➢ Dovere dei genitori verso i figli (art.30)
➢ Dovere di parità tra i coniugi (art.29)
➢ Obbligo di istruzione (art.34)
➢ Trattamenti sanitari obbligatori (art.32)
➢ Dovere civico di voto (art.48)
➢ Doveri delle imprese verso i lavoratori e in particolare verso le donne ( art.36 e 37)
ESTRADIZIONE
• Consegna ad altro Stato una persona che si trova nel nostro Stato e che è imputata o condannata
secondo le leggi di quello Stato
• Art. 10 Cost. estende agli stranieri il divieto di estradizione per reati politici (che è previsto per i
cittadini dall’art.26, comma 2, Cost., che consente l’estradizione solo se è prevista espressamente
da convenzioni internazionali), salvo che per delitti di genocidio.
7) RIPUDIO DELLA GUERRA
• Divieto della guerra di aggressione e di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 Cost.)
• È consentita la guerra di difesa, sia della nostra libertà che di altri popoli
• Circa le controversie internazionali, se l’altra parte ricorre a strumenti non pacifici, lo stesso deve
ritenersi consentito.
8) ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
• Art.11 : l’Italia consente alla “limitazioni di sovranità” necessarie per un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le Nazioni” e in condizioni di parità con gli altri Stati.
• Promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo
• Lo scopo va verificato in concreto
LIMITAZIONI DI SOVRANITÁ
• Non rinunce, ma limitazioni liberamente consentite dal nostro Stato
• Mediante obblighi assunti in via internazionale (pattizia)
• Possono consistere anche in deroghe alla Costituzione
PRINCIPIO DI PARITÁ
• Non consiste in assoluta reciprocità di diritti e di doveri con gli altri Stati aderenti
all’organizzazione internazionale.
• Ma, più limitatamente (vedi ONU e UE)
• 1) eguale soggezione al diritto internazionale
• 2) eguale inviolabilità dell’integrità e dell’indipendenza politica
• 3) eguale non soggezione ad un potere esterno.
CAP.8 I DIRITTI DI LIBERTÁ
Il primo gruppo di diritti fondamentali è costituito dei diritti di libertà. Essi hanno come:
• Oggetto→ una certa esplicazione della personalità connessa con lo sviluppo di quest’ultima (v. art
2 Cost.)
• Contenuto→ disciplina giuridica volta a garantire che questa esplicazione sia libera, salvo i limiti
derivanti direttamente o indirettamente dalla Costituzione (cioè le specifiche garanzie)
• Elemento essenziale→ potere di opporsi a illegittime intromissioni dell’autorità pubblica nella
sfera protetta.
DIRITTO GENERALE DI LIBERTÁ
• Oggetto→ libertà di fare ciò che la legge non vieta
• Contenuto→ sussiste il principio di legalità degli atti amministrativi (v. artt. 23 e 97) e vi è
l’annullamento o la disapplicazione degli atti amministrativi illegittimi da parte dei giudici che
sono soggetti soltanto alla legge (art. 113, e 112, comma 2)
• Si può impugnare l’atto della P.a. che impedisce di compiere atti non vietati dalla legge, e dunque si
ha il diritto di compierli.
CLASSIFICAZIONE DEI DIRITTI DI LIBERTÁ
1) Libertà anche morale di disporre della propria persona
✓ Libertà personale (art.13)
✓ Libertà di circolazione e soggiorno (art.16)
✓ Inviolabilità del domicilio (art.14)
2) Libertà di formare i propri convincimenti
✓ Libertà di religione (art.19)
✓ Libertà di manifestazione del pensiero (art.21)
✓ Libertà di riservatezza delle comunicazioni (art.15)
3) Libertà che presuppongono entrambi gli aspetti
✓ Libertà di riunione (art.17)
✓ Libertà di associazione (art.18)
LIBERTÁ PERSONALE
Art. 13
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra
restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi
previsti dalla legge
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l'autorità di pubblica
sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore
all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e
restano privi di ogni effetto.
E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
• OGGETTO→ libertà di disporre del proprio essere fisico, comunque senza obblighi idonei a
sottoporre la persona, anche mediante una limitazione della libertà morale, al potere pubblico
(come le misure di prevenzione, cioè gli obblighi imposti alle persone sottoposte a sorveglianza
speciale: obbligo di fissare la dimora, di non associarsi con certe persone, di non partecipare a
riunioni pubbliche)
• CONTENUTO→ Riserva assoluta di legge e riserva rafforzata di giurisdizione: solo la legge e gli atti
normativi equiparati ad essa possono stabilire i casi e i modi di restrizione di questa libertà; e solo i
giudici possono applicare, con atto motivato, la legge, disponendo una restrizione.
• ECCEZIONE→ in casi straordinari di necessità e urgenza (arresto in flagranza e fermo degli indiziati
di reato) l’autorità di pubblica sicurezza può intervenire senza autorizzazione dell’autorità
giudiziaria; ma con obbligo di comunicazione entro 48h. e successivo intervento di convalida entro
altre 48 h. (per valutazione delle prove raccolte). Se non convalidati, gli atti vengono revocati e
restano privi di ogni effetto.
• Divieto della VIOLENZA FISICA E MORALE nei confronti dei detenuti.
• I limiti massimi della CARCERAZIONE PREVENTIVA sono stabiliti con legge (custodia cautelare:
massimo sei anni)
• Art.111 prevede la ricorribilità per motivi di illegittimità: tutti i provvedimenti restrittivi della
libertà personale (salvo eventualmente sentenze dei tribunali militari in caso di guerra) sono
ricorribili in Cassazione per violazione di legge; si è aggiunto il riesame al cd. Tribunale della libertà
(del capoluogo di provincia).
• Garantita a TUTTI
LIBERTÁ DI RELIGIONE
Art. 19 →Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma,
individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si
tratti di riti contrari al buon costume
• OGGETTO→ LIBERTÁ DI RELIGIONE → convinzione non basata su convinzioni razionali, vincolo
dell’uomo con divinità trascendente, proselitismo, rapporto di unione tra gli associati, culto
mediante riti.
Alta interpretazione: religione come convinzione assoluta, anche non legata al rapporto con
divinità: ateismo (vedi Corte costituzionale)
L’art.19 sembra riferirsi alla prima concezione.
➢ Si riferisce alla LIBERTÁ DI COSCIENZA→ libertà di formare e professare (e quindi
comunicare) liberamente i propri convincimenti
➢ È il cardine delle libertà insieme alla libertà personale
➢ È tutelata in particolare attraverso la libertà di religione
• CONTENUTO→ Diritto di professare la religione, in qualsiasi forma, individuale o associata. Diritto
di esercitarne il culto, in privato o in pubblico, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
• LIMITI RELATIVI AI RITI→ espressamente, quello del buon costume (comune senso del pudore).
Implicitamente, quello dell’ ordine pubblico (che, mediante atti, mettono in serio ed imminente
pericolo lo stato materiale di pace ed ordine nella strada) ù
• Venuta meno la particolare rilevanza penale della religione cattolica (o della cd. Religione si Stato)
rispetto ad altri culti (vilipendio etc.) → l’art.1 proclamava la religione ca olica romana quale unica
religione dello Stato, mentre gli altri erano “culti tollerati”; ne derivava una protezione maggiore
che trovava espressione in numerose norme del codice penale.
• Problema del giuramento→ sos tuito con dichiarazioni che non si riferiscono alla divinità ed alla
religione.
• OBIEZIONE DI COSCIENZA → diritto di essere esentati dal compimento di atti contrari alle proprie
convinzioni religiose, o equiparabili a queste. Se non pretestuosa è accolta (obblighi militari,
personale sanitario che non intende prendere parte alle pratiche abortive, procreazione
medicalmente assistita, sperimentazione sugli animali)
• Limitabile se viola i limiti posti dalla Costituzione (o dalla legge in sua attuazione), con
accertamento da parte dell’autorità giudiziaria.
• Divieto di autorizzazione (controllo preventivo) o censura (approvazione successiva)
• Disciplina rigorosa del sequestro preventivo (rispetto alla diffusione) prima dell’accertamento
giudiziario: riserva di legge rinforzata (solo per delitto e mancata indicazione del responsabile) e
riserva di giurisdizione, derogabile solo in via di assoluta urgenza per la stampa periodica
(mediante ufficiali di p.g., con denunzia entro 24h e successiva convalida entro 24h)
LIBERTÁ DI ASSOCIAZIONE
Art.18→ I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono
vietati ai singoli dalla legge penale.
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante
organizzazioni di carattere militare.
• OGGETTO→ assumere un vincolo giuridico con altri soggetti per collaborare, secondo regole
determinate, al perseguimento di un fine comune: costituire un’associazione.
• ELEMENTI DELL’ASSOCIAZIONE
➢ Pluralità di persone
➢ Lo statuto con la regolazione dei comportamenti degli associati e la predisposizione di
un’organizzazione
➢ Non è richiesta la compresenza fisica
• CONTENUTO→ libertà di costituzione e di partecipazione (e di non partecipazione e quindi di
recesso; salvo associazioni obbligatorie, come gli ordini professionali) senza autorizzazione e per fini
che non sono vietati al singolo dalla legge penale
• Sono perseguibili in forma associata tutti i FINI che la legge penale non vieta di perseguire in forma
individuale, non sono genericamente vietate le associazioni che perseguono fini illeciti.
• Sono vietate le ASSOCIAZIONI SOVVERSIVE (un'associazione sovversiva è un gruppo che si prefigge
di stravolgere, anche con l'uso della violenza, l'ordine politico e sociale di uno Stato) , perché la
stessa attività è penalmente vietata al singolo (vedi il caso particolare dei reati di “mafia”)
• Il legislatore può vietare un’associazione, se manca una norma che vieta penalmente quell’attività
al singolo: ciò al fine della protezione delle minoranza.
• Libertà garantita ai CITTADINI
ASSOCIAZIONI VIETATE
Due soli limiti specifici :
➢ ASSOCIAZIONI SEGRETE (v. l. n.17 del 1982: occultando la loro esistenza o i loro soci, interferiscono
sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, amministrazioni ed enti pubblici o servizi
pubblici essenziali per sviarne il regolare funzionamento: ma la segretezza riguarda il modo
clandestino di essere e di operare, non tanto la finalità)
➢ Associazioni che perseguono, anche indirettamente scopi politici mediante ORGANIZZAZIONI DI
CARATTERE MILITARE (d.lgs. n.43 del 1948: ordinamento gerarchico di tipo militare degli associati
ed organizzazione atta ad azioni di violenza e minaccia, anche in modo collettivo)
➢ ESTRADIZIONE (ART.26)
• Consegna, da parte dello Stato ad uno Stato straniero, di un soggetto accusato o condannato per
processarlo o eseguire la condanna.
• Per i cittadini→ solo se è prevista espressamente da una convenzione internazionale ed è esclusa
per i delitti politici (oggettivamente e soggettivamente: v. art. 8 c.p.), salvo il genocidio
• Per gli stranieri→ stesse condizioni, ma non è prevista la garanzia del trattato
• Vietata se c’è la possibile applicazione della pena di morte o sottoposizione del condannato a atti
lesivi dei diritti fondamentali
• Il reato deve essere previsto in entrambi gli ordinamenti; non può essere relativa a fattori
anteriori a quello cui si riferisce: principio di specialità
LA FAMIGLIA (art.29-31)
Art.29→ La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a
garanzia dell'unità familiare.
• Riconoscimento (come se esistesse prima della Repubblica) dei diritti della famiglia come società
naturale fondata sul matrimonio.
• NON è un SOGGETTO DI DIRITTO naturale, né titolare di diritti di cui si prenderebbe semplicemente
atto.
• È una formazione sociale che gli individui tendono “naturalmente” a formare
• Ha proprie ESIGENZE (e dunque non è titolare di veri e proprio “diritti”) che possono limitare le
libertà individuali dei componenti, e giustificano l’intervento promozionale delle pubbliche autorità
(v. favor familiae)
FAVOR FAMILIE
Art.31→ La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e
l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo
Art.36→Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in
ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi
Art.37→ La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al
lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare
e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il
diritto alla parità di retribuzione.
• Agevolazioni per la formazione della famiglia, e l’adempimento dei suoi compiti, specie se
“numerose” (art.31)
• Protezione della “maternità, infanzia, gioventù”
• Il salario deve essere “sufficiente ad assicurare alla famiglia una esistenza libera e dignitosa”
(art.36)
• Tutela della donna lavoratrice, considerata la sua “essenziale funzione familiare”, della madre e del
bambino (art.37)
LA SALUTE (art.32)
Art.32→ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La
legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
• Diritto dell’individuo e interesse della collettività
• OGGETTO→ benessere psico-fisico individuale e quindi dell’intera collettività (evoluzione: dalla
salute in senso sanitario all’ambiente di vita sostenibile)
• CONTENUTO→ o enere le prestazioni necessarie per la salute individuale e anche il risarcimento
delle menomazioni subite→ ES. diri o al risarcimento dei danni alla salute recati ad un individuo in
un incidente stradale.
• Sono garantite le cure agli INDIGENTI (persone che non hanno le capacità economiche), altrimenti
pago il ticket (quota di compartecipazione)
PROBLEMI SPECIFICI
• Se il trattamento sanitario ha carattere coercitivo, limitando la libertà personale (art.13) è
necessario l’intervento del giudice, ma secondo la Corte Cost. solo se vi sono esigenze di ordine e
sicurezza pubblica
• Dal diritto all’autodeterminazione individuale alla volontaria rinuncia di trattamenti vitali sino al
“suicidio assistito”→ un individuo può chiedere ad un medico di suicidarlo? Devono esserci alcune
condizioni:
➢ Volontà assoluta del soggetto
➢ Patologie terminali
➢ Assistenza medica in fin di vita con cure palliative (meno sofferenza possibile)
• Corte Cost. ord. 207/2018 e sentenza 242/2019→ dichiara non penalmente rilevante il medico
che pratica il suicidio assistito in condizioni esplicitate.
CAP. 11 I RAPPORTI ECONOMICI
SOMMARIO
1. Il lavoro
2. L’assistenza e la previdenza sociale
3. L’iniziativa economica privata
4. La proprietà privata
5. Il paesaggio
6. Gli altri lineamenti della costituzione economica
IL LAVORO
Art.4 → La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
• Oggetto in connessione con l’art.1 → La Repubblica è fondata sul lavoro
• DIRITTO DI LIBERTÁ del singolo→ libertà di scelta del tipo e del modo di esercizio del lavoro
• DIRITTO SOCIALE→ come obbligo delle pubbliche autorità di “creare le condizioni per rendere effettivo
il diritto al lavoro”: Corte Cost.: non pretesa al posto di lavoro ed alla sua conservazione, ma generica
possibilità di avere accesso, se vi sono requisiti, ai posti disponibili ed obbligo generico per il
legislatore (Stato e soprattutto Regioni) di realizzare un ordinamento che renda effettivo questo diritto,
attraverso l’adozione di concrete ed idonee misure per l’assicurazione dell’occupazione e l’erogazione
dei posti di lavoro.
• DOVERE AL LAVORO→ “qualsiasi a vità che concorra al progresso materiale e spirituale della società”
LA PROPRIETÁ PRIVATA
Art. 42→La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di
godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi
d'interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle
eredità.
• OGGETTO (nel suo contenuto minimo) → proprietà pubblica (principi socialisti e comunisti) e privata,
anche relativamente ai beni economici.
Diritto di godere e di disporre dei beni, di utilizzazione economica di un dato bene secondo la sua natura,
tenendo conto dell’interesse generale (non può divenire nomen sine re)
• CONTENUTO→ la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge (non da parte della Costituzione,
viene rinviata alla legge), che determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti per assicurarne la
funzione sociale e renderla accessibile a tutti (non è piena discrezionalità, non è un diritto funzionale
all’interesse pubblico)
• Non è un diritto da esercitare nel pubblico interesse, a un diritto delimitabile nell’interesse del bene
comune (limiti urbanistici, vincoli storico-artistico-archeologici, vincoli paesistici o ambientali etc.)
ESPROPRIAZIONE
• La proprietà è espropriabile nei casi previsti dalla legge (riserva di legge), salvo indennizzo e per motivi di
interesse generale (limite alla discrezionalità del legislatore)
• Non si tratta di espropriazione quando vi sono limitazioni al diritto di proprietà disposte in via generale per
determinate categorie di beni a causa delle loro intrinseche caratteristiche (vincoli urbanistici o paesistici)
• L’indennizzo deve tenere conto non soltanto del valore venale, ma anche degli scopi generali perseguiti;
non deve essere irrisorio, ma almeno un serio ristoro (Corte CEDE: Corte Europea dei diritti dell’uomo→
valore venale del bene, salvo riduzione del 20% in caso di interventi di attuazione di riforme economico-
sociale)
Indennizzo ≠ risarcimento→ l’indennizzo non sarà mai corrispondente al valore del bene (valore venale)
IL PAESAGGIO
Art.9→ La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
• La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione
• Né solo le bellezze naturali e panoramiche, ne coincide con l’ambiente in senso generico (bene
immateriale unitario protetto come elemento determinante la qualità della vita; Corte cos. 614/1987)
• Collegamento con i valori artistici e storici che sono fondamento della tutela del paesaggio: devono
essere presenti singolarmente o congiuntamente.
• Competenza statale (alle Regioni possibilità di maggiori livelli di protezione) ex art. 117, c.2, lett. S: tutela
dell’ecosistema e dei beni culturali
• I vincoli paesaggistici non sono indennizzabili (non sono “espropriazioni”)
DIRITTO DI VOTO
Art.48→ Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne
assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale
sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale
irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
• VOTO→ atto di scelta con diverso oggetto: elezione (preposizione ad una carica) o referendum
(deliberare su un atto)
• DIRITTO DI VOTO→ diritto di compiere l’atto di scelta
• ELEZIONE→ indica sia il procedimento che l’atto conclusivo
• ELETTORI (titolarità del diritto) → principio di universalità, tutti i cittadini maggiorenni (compongono il
corpo elettorale) anche residenti all’estero (l. cost. 1/2000: la legge deve assicurarne effettività) con il
voto per posta.
• LIMITAZIONI STABILITE DALLA LEGGE: incapacità civile, sentenza penale irrevocabile, indegnità morale
(non più per i membri e discendenti maschi di casa Savoia; v.art. XIII disp. trans, e finale poi modificata
con l. cost. 1/2002)
LE “PARI OPPORTUNITÀ”
• Introduzione del principio di “pari opportunità fra donne e uomini” (con legge di revisione cost.
1/2003)
• Attuazione rimessa al legislatore “con appositi provvedimenti” con funzione promozionale e quindi
consentendo trattamenti di favore ex art.3, comma 2, Cost.
• Eguaglianza nelle elezioni → non consente le cd. “quote rose” (v. corte cost. 422/1995); ammesso
l’obbligo di presentazione di quota minima di candidati di un certo sesso, e l’obbligo di esprimere la cd.
“doppia preferenza di genere”, cioè per due candidati di sesso diverso.
DIRITTO DI PETIZIONE
• OGGETTI→ rivolgere una richiesta alle Camere o al Governo per richiedere provvedimenti legislativi o
esporre comuni necessità (non esigenze individuali)
• CONTENUTO:
➢ Attribuito ai cittadini (anche non maggiorenni)
➢ Libertà della raccolta delle firme e della propaganda (e i costi?)
➢ La richiesta alle Camere (in realtà è inviata alle Commissioni competenti) non comporta obbligo di
mettere all’o.d.g., né di deliberare.
➢ È diverso dal diritto di iniziativa legislativa popolare!
DOVERI POLITICI
Artt.52 e seguenti
a) Dovere di difesa della Patria
b) Dovere tributario
c) Doveri di fedeltà alla Repubblica e di osservazione della Costituzione e delle leggi
d) Doveri di adempimento delle funzioni pubbliche con disciplina ed onore, e di prestare giuramento.
B) DOVERE TRIBUTARIO
Art.53→Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
• Oggetto del dovere tributario→ concorrere alle spese pubbliche con prestazioni in denaro
• Vedi art.23 Cost: riserva (relativa) di legge
• La legge deve rispettare i principi costituzionali
• Eguaglianza (universalità)→ tu i sogge devono concorrere
• In concorso in ragione della capacità contributiva→ possibilità oggettiva del soggetto di poter erogare
queste prestazioni (presupposti: reddito, seconda casa, rendite)
• Il sistema tributario (nel suo complesso) è informato a criteri di progressività→ al crescere della
capacità contributiva il concorso cresce più che proporzionalmente (vedi aliquota dell’imposta)
Il CORPO REFERENDARIO→ l’insieme dei cittadini dotati del diritto di voto referendario per deliberare su
decisioni pubbliche.
• Referendum costituzionale (su leggi costituzionali) art.138
• Referendum abrogativo (per l’abrogazione totale o parziale di leggi già vigenti) art. 75
• Referendum regionali (relativi ad atti delle Regioni) art. 123
• Referendum territoriali (nei procedimenti di modifica delle circoscrizioni degli enti territoriali) art.132 e 133
• Talvolta su INIZIATIVA POPOLARE, ovvero di una frazione del popolo → “figura esterna allo Stato-
apparato”, rappresentata dal comitato promotore (che ha fatto determinare il primo atto di iniziativa di
questo referendum), che è legittimato ad agire e resistere nei conflitti di attribuzione davanti alla Corte
Costituzionale.
LE CAMPAGNE ELETTORALI E REFERENDARIE
Le campagne elettorali e referendarie → son attività rivolte ad informare preventivamente i cittadini circa
l’oggetto ed i possibili esiti del voto.
• NON è una disciplina direttamente dettata dalla Costituzione, fatti salvi alcuni limiti generali
➢ Art.48 → principio generale della libertà di voto
➢ Art.51→ accenno al diri o di tu i ci adini di accedere “alle cariche ele ve in condizioni di
eguaglianza”
➢ Cfr. art.51, comma 1→ impegno della Repubblica di promuovere con “apposi provvedimen
le pari opportunità tra donne e uomini”
• La disciplina è dettata con LEGGE che pone limiti e condizioni nello svolgimento di queste attività per la
LIBERA FORMAZIONE DEI VOTANTI e per la garanzia della “PAR CONDICIO” tre le forze politiche circa i
mezzi di comunicazione (stampa e radio-tv; Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e Commissioni
parlamentare di vigilanza).
LIMITI:
➢ Propaganda
➢ Pubblicità nei mezzi di comunicazione di massa (consentita soltanto mediante “messaggi politici
autogestiti”)
➢ Sondaggi “di opinione” →la cui divulgazione (si possono fare, ma non divulgare) è vietata nei
quindici giorni precedenti le consultazioni.
➢ Propaganda istituzionale (svolta dalle stesse amministrazioni pubbliche) → vietata fa o salvo
quella impersonale e indispensabile per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni.
➢ Spese dei candidati sottoposte ad obblighi di trasparenza (meccanismi e organi di controllo),
limiti quantitativi, controlli → disposizioni la cui efficacia non sembra soddisfacente, sia per la
debolezza dei controlli che per la rilevante discrezionalità consentita in sede applicativa.
PRINCIPIO PROPORZIONALISTICO
• Le forze politiche sono rappresentate in Parlamento in maniera più o meno esattamente
proporzionale alla forza numerica che esse hanno nel corpo elettorale.
• Sono più conformi ad un criterio di giustizia astratta, ma possono favorire la proliferazione dei partiti e
quindi la frammentazione delle forze politiche, rendendo ardua la formazione di stabili e coerenti
maggioranze parlamentari e difficile la formazione di governi autorevoli e duraturi (questo nei sistemi
proporzionali puri).
CORRETTIVI E ACCORGIMENTI TECNICI
• Clausola di sbarramento→ i gruppi poli ci che non abbiano conseguito una certa percentuale di voti,
non possono partecipare alla ripartizione dei seggi.
• Premio di maggioranza → assegna un numero aggiuntivo di seggi alla forza più consistente
• Collegi plurinominali di dimensioni ridotte con limitato numero di seggi → concentrazione del voto
sulle principali forze politiche del paese.
• Assegnazione dei seggi secondo l’ordine di presentazione dei candidati nella lista o secondo il voto di
preferenza.
• Metodo di Hare–Niemeyer→ la cifra ele orale generale è divisa per il numero dei seggi (talvolta
corretto, cioè incrementato, +1, +2, cd. Quoziente Imperiali), ottenendo il quoziente elettorale; poi le
cifre elettorali di ogni lista sono divise per il quoziente elettorale, ottenendo così il numero dei seggi che
si vincono quindi con i “quozienti interi” e con la risultanza di alcuni “resti”. I seggi non assegnati si
assegnano mettendo in ordine decrescente i “resti”: metodo dei quozienti interi e dei più alti resti.
ESEMPIO
➢ Collegio plurinominale
➢ 6 seggi da assegnare (S)
➢ Cifra elettorale 120 (C)
1) C/S (non corretto) = quoziente elettorale 120/6= 20
2) Cifra elettorale di lista diviso il quoziente elettorale
Lista A: voti 50/20= 2, resto 10→ n. seggi assegna :2
Lista B: voti 31/20= 1, resto 11→ n. seggi assegna : 2
Lista C, voti 25/20= 1, resto 5→ n. seggi assegna : 1
Lista D, voti 14/20= 0, resto 14→ n. seggi assegna : 1
PRINCIPIO MAGGIORITARIO
• Attribuisce la rappresentanza alle forze che nei singoli collegi, in genere uninominali (destinati ad
eleggere un solo candidato) o anche plurinominali, ottengono la maggioranza.
• La minore rappresentanza delle minoranze riduce la rappresentanza delle forze politiche minoritarie,
accentuando la rappresentanza parlamentare delle forze maggioritarie, rendendo più agevole la
formazione di stabili maggioranze in Parlamento e quindi governi efficienti e stabili.
REFERENDUM ABROGATIVO
Art.75→ E` indetto referendum popolare [cfr. art. 87 c. 6] per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di
una legge o di un atto avente valore di legge [cfr. artt. 76, 77], quando lo richiedono cinquecentomila
elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio [cfr. art. 81], di amnistia e di indulto [cfr.
art. 79], di autorizzazione a ratificare trattati internazionali [cfr. art. 80].
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli
aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.
OGGETTO→ l’intero corpo referendario delibera se abrogare o meno, in tutto o in parte (totale o parziale)
una legge (o atto avente forza di legge) vigente dello Stato.
• Totale→ legge integrale, leggi di grandi cambiamento introdo e (divorzio)
• Parziale→ una parte della legge, piccole porzioni della legge che può sfociare in “referendum
manipolativo” ovvero con carattere propositivo: in Italia non si può più effettuare, non si possono
introdurre norme nuove.
I DUE CONTROLLI:
1. L’UFFICIO CENTRALE → ha essenzialmente lo scopo di verificare la conformità della richiesta alla
Costituzione e alla legge.
• Se la raccolta delle sottoscrizioni popolari è avvenuta in modo legittimo
• Se il numero delle firme è sufficiente
• Se la legge è ancora vigente→ cioè se non sia stata già abrogata da un’altra legge, oppure
dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale; altrimenti dichiara la
cessazione delle operazioni referendarie
• Se il Parlamento agisce “in frode” alla Costituzione→ ovvero se abroga la legge ogge o del
quesito solo al fine di evitare il referendum, e nello stesso tempo la sostituisce con una nuova
normativa di tenore uguale o comunque simile: se accade ciò, il referendum vale su questa
nuova legge.
• Determina la formulazione del quesito che dovrà essere posto agli elettori nel modo più
comprensibile.
2. CORTE COSTITUZIONALE→ giudizio di ammissibilità previsto dalla legge cost. 1/1953
• Controlla se il referendum è ammissibile in base alla categoria di legge → art.75, c.2: 5 pologie
di legge non ammissibili. (limiti espliciti)
➢ Tributarie
➢ Bilancio
➢ Amnistia
➢ Indulto
➢ Trattati internazionali
• Limiti impliciti→ risultan dall’interpretazione fornita dalla Corte Costituzionale.
IL BICAMERALISMO
❖ Il Parlamento è costituito da due Assemblee: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica.
❖ Entrambe sono elette direttamente dai cittadini, benché a diverse condizioni, e quindi
rappresentative del popolo, a cui appartiene la sovranità.
❖ Il Parlamento è dotato dei più importanti poteri, tra cui quello di revisione costituzionale, cioè di
cambiare la stessa legge fondamentale dello Stato.
In Italia abbiamo un bicameralismo paritario e perfetto perché è caratterizzato da dalla composizione assai
simile delle due Camere e dalla sostanziale omogeneità dei loro poteri.
La composizione presenta alcuni elementi di differenziazione:
• Diversa numerosità→ Il Senato ha 315 senatori, la Camera ha 630 deputati.
• Principio gerontocratico sia per gli elettori che per gli eletti→ per la Camera gli ele ori devono
aver compiuto 18 anni e gli eletti 21; per il Senato gli elettori devono aver compiuto 25 anni e gli
eletti 40.
• Elettorato attivo e passivo→ fanno parte del Senato, oltre agli eletti dai cittadini, anche i senatori (a
vita) costituiti dagli ex Presidenti della Repubblica e, in numero non superiore a cinque, cittadini
nominati dal capo dello Stato che “abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico o letterario.
• Senato→ eletto a base regionale e ogni regione non può avere meno di 7 senatori tranne il Molise
(2) e Valle d’Aosta (1). Nonostante questa disposizione, la rappresentanza è in genere
proporzionale o quasi alla popolazione.
• DURATA:
➢ Inizialmente la Costituzione stabiliva che le elezioni delle Camere dovessero rinnovarsi ogni
5 anni e quelle delle del Senato ogni 6.
➢ Nel 1953 Einaudi sciogli anticipatamente il Senato per far combaciare le elezioni.
➢ Nel 1958 Bronchi fa la stessa cosa
➢ Nel 1963→ legge cos tuzionale n.2/1963→ parificazione della durata di Camera e Senato
(5 anni) e numero fisso di deputati e senatori → adesso proposta di revisione cos tuzionale
con referendum popolare di diminuire a 200 senatori e 400 deputati.
RAGIONI DEL BICAMERALISMO→ la funzione è quella di una più ponderata e migliore elaborazione delle
leggi, derivante dal duplice esame cui sono soggette. La Costituzione ha stabilito tuttavia che, per
l’esercizio di talune funzioni, deputati e senatori deliberino congiuntamente, formando un organo a sé
stante → il Parlamento in seduta comune (per questo il Parlamento è un organo imperfetto).
• INELEGGIBILITÀ→ non possono svolgere le funzioni di membri delle Camere coloro che sono in grado di
esercitare un’indebita influenza sugli elettori e quindi di falsarne il suffragio (es. Sindaco che per
essere eletto potrebbe promettere cose ai suoi cittadini) e coloro che possono essere influenzati da
taluni rapporti economici con lo Stato.
• INCOMPATIBILITÀ→ la carica di deputato è incompatibile con quella di senatore e viceversa, la
carica di parlamentare con quella di Presidente della Repubblica, la carica di deputato o senatore con
quella di membro del Parlamento europeo.
• INCANDIDABILITÀ→ introdo a per i rea mafiosi; una persona è incandidabile a seguito di condanne
definitive per determinati reati e a pene superiori ad alcune soglie minime (almeno 2 anni di
reclusione). Qualora la causa di incandidabilità sia sopravvenuta o accertata nel corso del mandato
elettivo, si procederà a far venir meno la permanenza del parlamentare nella carica, determinandone la
decadenza.
TUTELA INDIRETTA:
• IMMUNITÀ PARLAMENTARI:
➢ Immunità a tutela dell’esercizio delle funzioni→ art.68, c.1: “i parlamentari non possono
essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro
funzioni”. Questo riguarda non solo le attività esercitate nelle Assemblee, ma anche ogni
attività di ispezione, divulgazione, critica, denuncia politica connessa con la funzione
parlamentare o attività che abbiano appunto un “nesso funzionale” secondo la Corte cost.
➢ Inviolabilità a tutela della libertà dei parlamentari→ art. 68, c.2 e c.3: i parlamentari non
sono sottoponibili ad arresto, detenzione, perquisizione personale o domiciliare, senza
autorizzazione della Camera di appartenenza, salvo sentenza definitiva di condanna o stia
commettendo un delitto per cui è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
• DIVIETO DI MANDATO IMPERATIVO (art.67) → i parlamentari rappresentano la Nazione “senza vincolo di
mandato”; gli elettori non hanno il diritto di revocare gli eletti; gli impegni assunti verso il partito
non hanno rilievo giuridico; consente agli eletti di agire al massimo della libertà.
• INDENNITÀ (art.69) → indennità stabilita dalla legge (anche il rimborso delle spese ed altri benefici di
natura economica).
PRINCIPIO DI CONTINUITÀ
Questo principio stabilisce che le Camere funzionano e devono poter funzionare SEMPRE
• Attività in via ordinaria→ dal momento della loro prima riunione dopo l’elezione sino al momento del
loro scioglimento
• Attività in regime di “prorogatio” → dopo lo scioglimento sino alla prima riunione delle nuove Camere
le Camere sciolte continuare la loro attività tranne compiere atti di direzione politica che potrebbero
essere rinviati e limitarsi a svolgere atti urgenti e indifferibili, come la conversione dei decreti-legge,
approvazione del bilancio, ratifica di un trattato internazionale.
• Diversa è la “proroga” della durata delle Camere→ art.60, c.2: quando il loro termine di scadenza è
spostato nel tempo in base alla legge e solo in caso di guerra
• Convocazione di diritto→ primo giorno non fes vo di febbraio e di ottobre
• Ciascuna assemblea può essere convocata in via straordinaria (su iniziativa del Presidente
dell’Assemblea, del PdR, di 1/3 dei componenti); si riunisce di diritto anche l’altra Assemblea
• Convocazioni obbligatorie per Costituzione→ entro 5 giorni dalla presentazione di un d.l.; entro 10
giorni dalla formazione del Governo.
NOZIONI GENERALI
IL RUOLO
L’art.87 della Costituzione definisce il PdR “Capo dello Stato” e “rappresentante dell’unità nazionale”
• Egli ha una funzione di “garanzia costituzionale” → preservare la Costituzione come condizione di
unità della Nazione, ≠ Corte costituzionale.
• Evoluzione del ruolo presidenziale: sino alla “Repubblica sotto tutela presidenziale”.
L’ELEZIONE
• L’elezione del Capo dello Stato spetta al Parlamento in seduta comune, integrato dai delegati regionali
(vedi pezzo su Parlamento in Seduta Comune). Maggioranza qualificata: 2/3 sino al 3° scrutinio,
assoluta dal 4° scrutinio. Scrutinio segreto.
• REQUSITI→ aver compiuto 50 anni, godimento dei diritti civili e politici.
• Giuramento davanti al Parlamento in seduta comune (e, per tradizione, il discorso di insediamento)
• Durata del mandato di 7 anni, poi rieleggibile (non vi è divieto espresso), come confermato dalla prassi
(Napolitano).
• 30 giorni prima che scada il settennato, Il Presidente della Camera deve convocare il Parlamento in
seduta comune, per eleggere il nuovo Capo dello Stato.
Se questo termine scade quando le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione,
le elezioni saranno effettuate dalle nuove Camere entro quindici giorni dalla loro riunione, nel
frattempo sono prorogati (“prorogatio”) i poteri del Presidente in carica.
LA SUPPLENZA
Supplenza da parte del Presidente del Senato (non è un Vice-presidente) in seguito a impedimenti
temporanei o permanenti.
• Impedimento temporaneo → viaggi all’estero o malattia
• Impedimento permanente→ dimissioni o grave malattia
Non è però specificata la modalità di accertamento dell’impedimento: Caso “Segni” → 1964, pur colpito da
una grave malattia, negava l’esistenza e la qualità dell’impedimento.
➢ Ammessa anche la supplenza parziale, con attribuzione parziale dei poteri al supplente, come nei
viaggi all’estero con il mantenimento dei poteri di rappresentanza internazionale.
LA CONTROFIRMA
✓ Art.89 → nessun atto del Capo dello Stato è valido se non è controfirmato dai Ministri proponenti
(che propone l’atto→ ma ci sono a che non sono propos dal Ministro), che ne assumono la
responsabilità. La controfirma è una condizione di validità, pena l’illegittimità.
✓ Art.90→Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue
funzioni salvo che costituiscano alto tradimento o attentato alla Costituzione.
La funzione della controfirma è CONTROVERSA, si oppongono 2 TESI:
• TESI MONOFUNZIONALE→ la controfirma a esta che l’atto è stato compiuto con la collaborazione del
o dei Ministri proponenti che fanno parte del Governo che gode la fiducia del Parlamento. Ciò significa
che il Presidente, pur potendo far valere le sue ragioni, deve “cedere” e accettare la proposta.
• TESI PLURIFUNZIONALE→ parte dalla costatazione che ci sono 3 funzioni della controfirma a seconda
del tipo di atto presidenziale.
1. Atti sostanzialmente e formalmente presidenziali→ sono atti esenti da proposta su cui il
Governo può esercitare solo una funzione di eguale controllo: può chiedere di riflettere,
riesaminare l’atto, ma non può obiettare, basta che sia conforme a Costituzione e legge.
2. Atti sostanzialmente governativi→ sono a su proposta governa va, il Presidente della
Repubblica esercita il controllo solo con richiesta di riesame.
3. Atti complessi eguali→ volontà paritaria del PdR e del Governo: scioglimento anticipato delle
Camere e nomina del Presidente del Consiglio.
OBIEZIONI
• La tesi plurifunzionale non è prevista dalla Costituzione (ma è accolta dalla maggioranza della dottrina e
dalla Corte Costituzionale!).
• Perché negli atti sostanzialmente presidenziali il Governo si deve assumere la responsabilità se non è
d’accordo?
• La prassi non conferma la tripartizione rigida delle tre categorie di a t t i presidenziali.
• La tesi monofunzionale corrisponde all’esperienza storica e al mutare dei rapporti di forza tra PdR e
Governo.
ALTRE QUESTIONI
• “Riservatezza assoluta” delle comunicazioni riservate del PdR, salvo la tutela di interessi riferibili a
principi costituzionali supremi” (Corte cost. 1/2013)
• Atti extra-funzionali→ il PdR risponde civilmente come un normale cittadino e, secondo la Corte
costituzionale, anche penalmente (ma è preferibile la sospensione del procedimento penale per le
conseguenze derivanti da indagini, interrogatori, limitazioni della libertà, etc.)
• Sarebbe “politicamente responsabile per le esternazioni”: ma esiste comunque la libertà di critica ex
art. 21 Cost.
CAP.16 IL GOVERNO
SOMMARIO:
• Gli organi del Governo.
• La formazione del Governo.
• Le vicende del rapporto fiduciario.
• Le attribuzioni.
IL GOVERNO
• è un organo costituzionale, titolare dell’indirizzo politico e amministrativo dell’intera collettività.
• È posto al vertice dell’organizzazione amministrativa dello Stato e legato alle Assemblee parlamentari
dal rapporto di fiducia.
• Il Governo è un organo complesso→ cos tuito dal Presidente del Consiglio e da tu i Ministri, che
insieme formano il Consiglio dei ministri (organo collegiale).
• Il ruolo centrale spetta al Consiglio dei Ministri e non invece al Presidente del consiglio, che non è “Capo
del Governo” → qualifica che era stata a ribuita al Presidente del Consiglio nel 1925 so o Mussolini.
I MINISTRI
• Sono componenti del Consiglio dei Ministri
• Organi di vertice degli apparati amministrativi (Ministeri) in cui la legge ripartisce organicamente la
pubblica amministrazione statale.
• Art. 95, c.2 → responsabilità collegiale degli a t t i deliberati del CdM, e responsabilità individuale per gli
a t t i dei loro Ministeri.
• L’organizzazione, le attribuzioni, il numero dei Ministri sono determinati per legge (ma si è usata la
legge delega ed i decreti legislativi, così come i decreti legge).
• Tendenza: accorpamento dei Ministeri e riduzione del numero (ma con alcuni esiti opposti!)
REATI MINISTERIALI
• Dopo il referendum del 1987 sulla disciplina legislativa della c.d. “giustizia politica”, si sono modificate
le norme costituzionali in materia.
• Prima: speciale foro giurisdizionale (Corte cost. le in composizione integrata) - competente a giudicare
sulle accuse al Pres. Della Rep. (per i reati presidenziali) e sulle accuse mosse dal Parlamento in seduta
comune al Presidente del Consiglio e ai Ministri (anche non più in carica) per i reati commessi
nell’esercizio delle loro funzioni (per i reati ministeriali).
DISCIPLINA VIGENTE
• Adesso la competenza a giudicare sui “reati ministeriali” spetta alla magistratura ordinaria, previa
autorizzazione dell’Assemblea parlamentare di appartenenza (del Senato, se più persone appartenenti
ad entrambe le Assemblee, o in caso di non parlamentari)
• L’autorizzazione può essere negata dall’assemblea solo con votazione a maggioranza assoluta e qualora
si reputi che l’inquisito “abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente
rilevante, ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione
di Governo” (l. n. 1/89)
ALTRI ASPETTI
• L’incarico ministeriale può essere attribuito ad interim ad un altro componente del Governo,
temporaneamente assunto dal titolare di un diverso dicastero (o dallo stesso Presidente del Consiglio)
• È frequente poi la presenza di Ministri senza portafogli → privi di un proprio dicastero e che esercitano
le funzioni delegate dal Presidente del Consiglio avvalendosi delle strutture amministrative della
Presidenza del Consiglio.
• Su proposta del Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri può attribuire ad uno o più (logiche
politiche di equilibrio di coalizione) Ministri le funzioni di Vice-presidente del Consiglio.
SOTTOSEGRETARI DI STATO
• Sono i più stretti collaboratori di un Ministro o del PdCM ed esercitano compiti ad essi delegati con
decreto del Ministro (o del PdCM) pubblicato sulla G.U.
• Possono intervenire ai lavori parlamentari come rappresentanti del Governo, in conformità alle
direttive del Ministro.
• Alti Commissari e Commissari straordinari → organi amministra vi temporanei, che non entrano a far
parte della compagine governativa. (Commissario straordinario per urgenza Corona Virus)
• Il Presidente del Consiglio, a nome dell’intero Governo, presenta le dimissioni al Capo dello Stato,
determinando la crisi di governo, che può essere di due tipi:
➢ Crisi parlamentare→ in seguito al voto di sfiducia da parte di un un’Assemblea in tre casi: mancata
concessione della fiducia iniziale, mozione di sfiducia, questione di fiducia).
➢ Crisi extraparlamentare→ è quella più frequente, quando le dimissioni sono spontanee, dovute ad
una crisi politica (nel tempo si sono verificati disaccordi, crisi, liti), impossibilità di trovare un punto
comune. Talora il PdR invita il PdC a presentarsi alle Camere per “parlamentizzare” la crisi, aprendo
un’ulteriore fase di discussione nelle Assemblee che fa assumere la decisione definitiva sulle
dimissioni.
➢ Altre cause→ elezioni di nuove Camere a seguito della scadenza ordinaria, morte o impedimento
permanente del PdCM (il Governo dura finché mantiene il rapporto fiduciario con le Camere).
CONSULTAZIONI E INCARICO
• Il Capo dello Stato accetta le dimissioni “con riserva” (l’accettazione diventa definitiva al momento
della nomina del nuovo Governo).
• Avvia la fase delle consultazioni, destinata a conferire l’incarico di formare il nuovo Governo a quella
persona (anche Presidente del Consiglio dimissionario) che appare in grado di ottenere il necessario
favore delle Camere.
• Nel corso delle consultazioni il Presidente può consultare: ex-Presidenti, Presidenti delle Camere,
delegazioni delle forze politiche presenti in Parlamento.
• Ulteriori consultazioni: forze parlamentari che intendono sostenerlo (e forze sociali e economiche).
• Se esito favorevole→ l’incaricato riferisce l’esito favorevole e il PdR procede alla nomina con decreto
controfirmato dallo stesso neo-Presidente del Consiglio, e su proposta di quest’ultimo, il Presidente
della Repubblica nomina i Ministri. La controfirma è l’attestazione della collaborazione tra Capo dello
Stato e soggetto controfirmante.
• Se esito sfavorevole→ l’incaricato non riesce a trovare i consensi necessari e rinuncia all’incarico e il
PdR riprende le sue consultazioni.
• Se le consultazioni non danno nessun possibile esito favorevole: scioglimento anticipato delle Camere.
GIURAMENTO
• Nel momento della nomina si procede ad un giuramento nelle mani del Capo dello Stato: il Governo
entra nell’esercizio delle sue funzioni (e si sostituisce al Governo dimissionario)
• Al Governo dimissionario competeva il disbrigo degli “affari correnti”, ossia le funzioni di ordinaria
amministrazione, ovvero quelle necessarie per assicurare la continuità nel funzionamento degli
apparati pubblici e situazioni di emergenza.
• In nuovo Governo si trova “in attesa di fiducia”, posizione ≠ dal Governo dimissionario.
LA QUESTIONE DI FIDUCIA
• Non è prevista dalla Costituzione, ma dai regolamenti parlamentari.
• Il Governo pone la questione di fiducia quando dichiara di far dipendere la propria permanenza in
carica dall’approvazione di una determinata deliberazione parlamentare, considerata così rilevante
da condizionare il mantenimento del rapporto fiduciario.
• Se il voto è contrario, il Governo SI obbliga a dimettersi.
• Si vota con la stessa modalità del voto palese della mozione di fiducia o di sfiducia.
LA MOZIONE DI SFIDUCIA INDIVIDUALE
• Non è prevista dalla Costituzione, ma dal regolamento della Camera ed è utilizzata in prassi anche del
Senato.
• È rivolta a un singolo Ministro e non all’intero Governo, per il quale non sussiste obbligo di dimissioni
se la mozione è approvata
• Stesse modalità di voto palese previste per la mozione di sfiducia
• Corte cost. 7/1996: la sfiducia individuale è lo strumento tramite il quale si fa salvo il rapporto
fiduciario tra Governo e Parlamento, qualora esso sia messo in pericolo dal comportamento di un
singolo Ministro, il quale, pertanto, è costituzionalmente tenuto a dimettersi (salva la possibilità del
ricordo per conflitto di attribuzioni)
I PRINCIPI COSTITUZIONALI
La Costituzione detta alcuni principi di carattere generale in tema di amministrazione pubblica, ossia in
relazione al personale, ai mezzi e ai beni pubblici, agli apparati etc rivolti all’adempimento dei compiti che
sono propri delle pubbliche autorità.
• Il Governo è al vertice dell’indirizzo politico-amministrativo nazionale (art.95, c.1), ed è politicamente
responsabile davanti al Parlamento (art.94, c.1) che è direttamente eletto dal popolo (artt. 56 e 57;
sovranità popolare e separazione dei poteri; art.1).
Contrappesi:
➢ Sottoposizione delle pubbliche amministrazioni al principio di legalità ed al sindacato giurisdizionale a
tutela dei diritti e interessi legittimi.
➢ Riserva di legge che, mediante il controllo delle leggi da parte della Corte costituzionale, assicurano il
rispetto dell’ordinamento costituzionale e impediscono lo svolgimento autoritario e arbitrario dei
poteri pubblici.
In particolare, art.97, comma 2
• Riserva di legge relativa→ alla legge spe ano le linee generali della disciplina integrabile con
regolamenti governativi (anche di organizzazione)
• e rafforzata→ devono essere assicurati:
➢ “buon andamento”: corretto adempimento ed adeguata funzionalità, anche come “efficienza”
(nelle condizioni date e con le risorse disponibili) nel perseguimento delle finalità indicate dalla
legge.
➢ “imparzialità” (in connessione al principio di eguaglianza) → solo le finalità obiettivate
dall’ordinamento, cioè nelle leggi (senza preferenze, privilegi, ingiustizie, o soprusi; mediante
parametri tecnici e neutrali).
PRINCIPI UE E LEGISLAVITI
• Dall’Unione europea: art.1 1.241/1990, l’azione amministrativa è disciplinata anche dai “principi
dell’ordinamento comunitario”:
➢ Principio di proporzionalità (non arrecare sacrifici sproporzionati) e del contraddittorio (ascoltare
gli interessati prima della decisione)
• Di provenienza legislativa:
➢ Principio di separazione tra scelte politiche e quelle di gestione amministrativa (sia nello Stato che
negli enti territoriali: “norma fondamentale di grande riforma economico-sociale” secondo la Corte
cost.)
IL PERSONALE
• Il personale pubblico è selezionato in base al principio meritocratico (art. 97, c.4) e senza distinzioni di
sesso in condizioni di eguaglianza e secondo i requisiti stabiliti dalla legge (cfr. nuovo art. 51. Comma
1)
• I dipendenti pubblici svolgono attività di lavoro in modo volontario, professionale e retribuito
• Sono collegati con l’ente pubblico in cui agiscono mediante il cd. “rapporto di servizio” stabile e
continuativo (il rapporto organico è invece quello che consente di imputare all’ente le funzioni e gli atti
svolti dai titolari degli organi)
DIRIGENZA
• Funzioni di direzione nello svolgimento delle funzioni amministrative (specifici compiti e poteri)
• Assunzione con appositi “corsi-concorsi” (SNA)
• Temporaneità e rinnovabilità dell’incarico→ flessibilità funzionale e peculiare responsabilità per il
raggiungimento degli obiettivi e responsabilità del dirigente (collegamento con la retribuzione)
• Per i dirigenti ministeriali: atti non revocabili o annullabili dal Ministro, ma in casi gravi (es. inosservanza
delle direttive) nomina di un Commissario ad acta
• Flessibilità→ incarichi revocabili in caso di responsabilità ed in ogni caso cessano 90 giorni dopo il voto
di fiducia al Governo (cd. “spoil system”)
TRIBUTI
• Imposte→ prestazioni in denaro collegate alle condizioni di capacità contributiva indicate dalla legge.
• Dirette se legate a qualità economiche del soggetto (effetti redistributivi e progressività del sistema), o
indirette se legate ad un fatto o evento oggettivo (effetti di condizionamento dei processi economici)
• Tasse→ prestazioni in denaro pagate quali corrispettivo di beni o servizi pubblici (di norma inferiori al
costo effettivo);
• Contributi speciali→ paga da chi gode di particolari vantaggi direttamente derivanti da un’attività
amministrativa.
BENI PUBBLICI
• Beni demaniali e beni patrimoniali (indisponibili e disponibili)
• Allo Stato ed agli enti territoriali può appartenere ogni tipo di bene pubblico
• Agli altri enti pubblici invece spettano solo beni patrimoniali disponibili ed un tipo di
beni patrimoniali indisponibili (edifici destinati a sede e relativi arredi)
• Art.119: enti territoriali hanno un loro patrimonio (secondo i principi generali stabiliti con legge
dello Stato); comunque, anche lo Stato ha beni patrimoniali, così come gli enti territoriali
quelli demaniali; vedi d.lgs. 85/2010