Sei sulla pagina 1di 85

ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO

CAP.1 Norme e Ordinamenti giuridici


NORME GIURIDICHE
A. Caratteri DISTINTIVI delle norme giuridiche
 Regolano le FORMAZIONI SOCIALI , i rapporti di convivenza: le FINALITA, i MEZZI, le
SANZIONI.
• Sono ETICHE poiché impongono ciò che dovrebbe essere, non ciò che è. Sono diverse da
quelle TECNICHE e quelle di COSTUME.
B. I Caratteri INDEFETTIBILI
• ESTERIORITÁ → disciplinano i comportamen del mondo ESTERNO.
• COERCIBILITÁ→ devono essere per forza osservate, la NECESSARIA OSSERVANZA è imposta
tramite SANZIONI.
• IMPERATIVITÁ→ sono norme IMPERATIVE, provengono dai SOGGETTI DOMINANTI nel
gruppo sociale.
• PLURILATERALITÁ→ is tuiscono rappor giuridicamente ORDINATI tra i consociati.
C. I Caratteri COMUNI alla gran parte delle norme.
• GENERALITÁ → elemento SOGGETTIVO, non si riferisce a questo o a quel sogge o
determinato, ma a tutti quelli che possono attuare un comportamento da essa INDICATO.
• ASTRATTEZZA→ elemento OGGETTIVO, le norme non si applicano a comportamenti
CONCRETAMENTE DETERMINATI, ma a tutti quelli “astrattamente definiti”.

Sono CARATTERI NECESSARI per assicurare la RAZIONALITA e la GIUSTIZIA SOCIALE.

LA STRUTTURA DELLA NORMA GIURIDICA


Tesi di Kelsen → preposizione SEMPLICE, se A si comporta nel modo X (vietato dalla norma), il giudice è
tenuto ad irrogare una certa sanzione.
È preferibile la tesi della PROPOSIZIONE COMPLESSA:
1. Costituita dalla REGOLA (obbligatoria) di comportamento.
2. Irrogazione della SANZIONE come conseguenza della violazione.

LE TIPICHE CATEGORIE DELLE NORME


• Norme di PRODUZIONE (regolano i comportamenti dei soggetti a cui si riferiscono)
• Norme SULLA PRODUZIONE ( regolano i specifici comportamenti relativi a come si producono le
norme)
• Norme COGENTI (obbligo incondizionato)
• Norme DISPOSITIVE (obbligo derogabile dalla volontà privata)
• Norme di DIRITTO PUBBLICO ( interessi pubblici)
• Norme di DIRITTO PRIVATO ( interessi privati)
• Norme di DIRITTO INTERNO
• Norme di DIRITTO INTERNAZIONALE → tra a internazionali
• Norme di DIRITTO SCRITTO (atti emanati)
• Norme CONSUETUDINARIE (fatti ripetuti nel tempo e accompagnati dalla convinzione)
ORDINAMENTI GIURIDICI
DEFINIZIONE → sistema complesso di norme giuridiche che organizzano una società, un corpo o gruppo
sociale, regolandone i comportamenti, determinando i fini sociali, distribuendo i compiti, predisponendo i
mezzi materiali, regolando le sanzioni. Es. Stato, Comune, Chiesa, Regione.

PLURALISMO GIURIDICO E PLURALITA DEGLI ORDINAMENTI GIURIDICI.


• Ad ogni gruppo sociale giuridicamente organizzato corrisponde un ordinamento giuridico.
• Nello stesso territorio ed all’interno della stessa collettività possono esservi PIU ORDINAMENTI
GIURIDICI COMPRESENTI.
• Lo Stato NON ha il MONOPOLIO DEL DIRITTO (vedi Unione Europea)

DISTINZIONI TRA GLI ORDINAMENTI GIURIDICI


A. ORIGINARI E DERIVATI (Stato ed enti territoriali): validità – idoneità a vincolare i soggetti interni –
non dipende da ordinamento superiore, ma è insita in sé stesso.
• All’originarietà corrisponde la SOVRANITA, cioè l’INDIPENDENZA da un altro ordinamento.
B. ACCENTRATI come lo Stato e ACENTRICI come la comunità internazionale: a seconda
dell’istituzione di un’autorità centrale per l’attuazione dei fini sociali.

ORGANIZZAZIONE E SOGGETTIVITÁ GIURIDICA NEGLI ORDINAMENTI ACCENTRATI


Due soluzioni:
1. Le autorità di governo sono “ORGANI” di un SOLO SOGGETTO DI DIRITTO(ad esempio, gli organi
dello Stato italiano.)
2. Le singole autorità di governo sono DISTINTI SOGGETTI DI DIRITTO e titolari dei rispettivi poteri (ad
esempio, il Parlamento o il governo della Corona)

LE ALTRE DISTINZIONI
• COMPLESSI E SEMPLICI: circa la presenza di ordinamenti minori al loro interno.
• PERFETTI (Stato) E IMPERFETTI (Unione Europea) : capacità di provvedere da soli al
conseguimento dei propri fini
• POLITICI – cioè a fini generali, cioè competenti a curare qualunque interesse (Stato)- o a
FINI DETERMINATI e particolari (istituzioni religiose, culturali etc.)
• Qualificati secondo la QUALITA DEGLI INTERESSI PERSEGUITI
• Qualificati dalla LOCALIZZABILITÁ DEI COMPORTAMENTI DISCIPLINATI.
• TERRITORIALI: a competenza territoriale e disponibilità del territorio.

RAPPORTI TRA ORDINAMENTI


A. Tra ordinamento originario e derivato (es. tra Stato e Regioni): rapporto di SUBORDINAZIONE tra le
rispettive norme.
B. COORDINAZIONE tra ordinamenti pari ordinati: le norme di diritto internazionale privato
disciplinano il possibile RINVIO (mobile, cioè alla fonte, o fisso se è alla norme) al diritto dell’altro
ordinamento (es. la capacità giuridica è regolata dalla legge nazionale). Es. matrimonio tra due
soggetti di cittadinanze diverse.
C. OPPOSIZIONE
CAP 2. Lo Stato
1. ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO:
intesi non come sintesi organica di elementi eterogenei, ma come caratteri dell’ordinamento
giuridico statale, cioè del sistema normativo a fini generali.
• Ambito personale delle norme statali: POPOLO
• Potere di direzione del gruppo sociale, che è espresso tramite le norme statali: GOVERNO.
• Ambito spaziale di applicazione delle norme statali: TERRITORIO.
POPOLO
• Collettività stabilmente stanziata nel territorio, i cui componenti lo stesso status: CITTADINI DELLO
STATO
• La CITTADINANZA (insieme di specifici diritti e doveri) distingue gli appartenenti al popolo dagli
stranieri e dagli apolidi (coloro che non hanno cittadinanza).
• Si acquista sulla base delle condizioni previste dalla legge: per discendenza o ius sanguinis
(prevalente), per nascita nel territorio o ius soli (genitori ignoti), per volontà del soggetto (dopo 10
anni di permanenza legale).
DIFFERENZE
• Diverso dalla NAZIONE: collettività unita non da comunanza di status giuridico, ma di origine,
lingue, religione, costumi, memorie, stirpe e sentimenti (Stati plurinazionali e nazioni suddivise in
più popoli; evoluzione storica in cui lo Stato federale è spesso punto di equilibrio)
• Diverso dalla POPOLAZIONE: tutti i soggetti residenti nel territorio e dunque sottoposti al potere
statale (compresi stranieri ed apolidi)
GOVERNO
• Governo: autorità istituita dall’ordinamento per l’attuazione dei suoi fini.
• Ordinamento ORIGINARIO e governo SOVRANO INDIPENDENTE (si autodetermina)
• Non riconosce nessuna autorità a sé superiore, né esterna, né interna.
LIMITI ALLA SOVRANITÁ
• LIMITI ESTERNI: appartenenza alla comunità internazionale, organizzazioni internazionali (ONU) e
sovranazionali (U.E).
• LIMITI INTERNI: dal decentramento istituzionale, alle associazioni ed ai poteri privati capaci di
“piegare la volontà dello Stato”.
• Nella sua EVOLUZIONE STORICA la sovranità rimane elemento ESSENZIALE (anche negli Stati
federali).
TERRITORIO
• SUPERFICIE TERRESTRE DELIMITATA da CONFINI (naturali e artificiali) e su cui è stanziato il popolo e
su cui si esercitano i poteri sovrani di governo.
• MARE TERRITORIALE (12 miglia e convenzioni internazionali) SOTTOSUOLO corrispondente, SPAZIO
ATMOSFERICO sovrastante (SINO ALLA MASSIMA ALTEZZA DELLA NAVIGAZIONE AEREA).
• ECCEZIONI: norme con efficacia soggettiva ULTRATERRITORIALE (dovere di difesa della Patria e
alcune fattispecie di diritto penale), EXTRATERRITORIALITÁ (ambasciate straniere).
2. PERSONALITÁ E ORGANI DELLO STATO
• Lo Stato è un soggetto di diritto e quindi una PERSONA GIURIDICA: titolare di diritti, poteri,
doveri, ed altre situazioni giuridiche.
• La “personalità giuridica” è schema esemplificatore di una realtà sociologica, una fictio:
figura interpretativa della realtà e creata dall’uomo.
• I comportamenti di taluni individui (cd. Agenti) sono imputati al gruppo sociale e quindi
all’ente, che è considerato idealmente come autore di quei comportamenti, cioè come
persona.
PERSONALITÁ DELLO STATO NEI PROFILI ESTERNI
• La personalità di DIRITTO ESTERNO: nel diritto internazionale lo Stato agisce ed è riconosciuto
come complessiva organizzazione politica di un popolo, cioè come STATO- ORDINAMENTO, nella
sua totalità.
• Il mutamento dell’autorità di Governo non cambia i diritti e gli obblighi internazionali.
PERSONALITÁ DELLO STATO NEI PROFILI INTERNI
• La personalità di DIRITTO INTERNO: nei rapporti con i soggetti interni all’ordinamento (es. con le
Regioni, etc.)
• È riconosciuta dalla legge allo STATO- PERSONA o STATO-SOGGETTO, cioè è attribuita agli organi
dell’apparato centrale di governo (nei confronti degli enti territoriali).
3. ORGANIZZAZIONE DELLO STATO
• ORGANI: sono strutture interne stabili, formate da uno o più individui (es. agenti) i cui atti
sono imputati all’ente Stato.
ES. l’organo Governo, le persone fisiche che ne fanno parte (Presidente del Consiglio e
Ministri), gli atti adottati congiuntamente (nel Consiglio dei Ministri) come i decreti-legge,
sono imputati allo Stato.

CLASSIFICAZIONI DEGLI ORGANI:


→secondo la struttura
• INDIVIDUALI → compos da una sola persona
• COLLEGIALI → compos da più persone con poteri eguali (salvo il presidente) che operano
mediante un atto deliberativo adottato simultaneamente e inseparabilmente nel rispetto
della maggioranza richiesta: semplice (presenti), assoluta (componenti), qualificata
(superiore alla assoluta), relativa ( superiore a quella raggiunta dalle altre proposte
considerate singolarmente).
• COMPLESSI → compos da più organi (individuali o collegiali).
→secondo l’attività svolta: LEGISLATIVI, ESECUTIVI E GIURISDIZIONALI.
→ secondo l’estensione territoriale dei poteri: CENTRALI (su tutto il territorio), PERIFERICI (su una sola
parte)
COMPETENZA ISTITUZIONALE: per tutti gli atti di un certo tipo (salvo quelli riservati espressamente ad altri
organi; v. legislazione tra Stato e Regione)

ORGANI RAPPRESENTATIVI
• Organi costituiti in modo da esprimere la volontà della collettività rappresentata, il popolo:
RELAZIONE DI SINTONIA.
• ELETTIVITÁ (fonda la relazione sulla libera scelta del popolo) e TEMPORANEITÁ della carica (per
confermare o revocare la fiducia verso gli eletti).
• È una RAPPRESENTAZIONE POLITICA e NON VOLONTARIA ai sensi del codice civile.
• Il popolo non è titolare dei poteri proprio degli eletti che non rispondono giuridicamente agli
elettori: senza vincolo di mandato.
ORGANI COSTITUZIONALI
• Organi individuati dalla legge: PdR, PARLAMENTO, GOVERNO, CORTE COSTITUZIONALE.
• FUNZIONI IN GRADO SOVRANO: SUPREMAZIA degli atti compiuti che non sono subordinati ad altri
organi.
• RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE SOVRANE in modo da equilibrare le funzioni degli altri organi
costituzionali: necessità della COLLABORAZIONE RECIPROCA.
• POSIZIONE DI (relativa) PARITÁ ED INDIPENDENZA reciproca, c’è un EQUILIBRIO tra di essi.
ORGANI AUSILIARI
• Significato di una definizione presente nella Costituzione: dotati di attribuzioni volte a FACILITARE
l’esercizio delle funzioni degli organi costituzionali.
 CNEL, CONSIGLIO DI STATO, CORTE DEI CONTI

4. DIPENDENTI PUBBLICI
• AGENTI DELLE PERSONE GIURIDICHE: soggetti i cui atti – a certe condizioni – producono
effetti imputati alla persona giuridica, direttamente o tramite l’organo.
• Agenti dello Stato e degli enti pubblici: PUBBLICI DIPENDENTI.
• FUNZIONARI: pubblici dipendenti che esercitano potestà pubbliche (esercizio di autorità
per ragioni di interesse pubblico).
RAPPORTO GIURIDICO TRA ENTE E DIPENDENTE
• RAPPORTO DI SERVIZIO (diritti, doveri, status giuridico, sanzioni), che nasce per nomina, elezione,
contratto, legge, sorteggio, o in via di fatto.) Il rapporto di servizio è diverso da quello organico→
che org
• Si costituisce di regola con CONTRATTO previo CONCORSO PUBBLICO tra i richiedenti (con limitata
eccezione ai “casi previsti dalla legge”)

5. ATTI DI DIRITTO PUBBLICO


• ATTI GIURIDICI: manifestazioni di volontà di un soggetto – preordinate alla cura di
determinati interessi – che, alle condizioni previste dall’ordinamento, producono
mutamenti nelle situazioni giuridiche soggettive dei destinatari.
• ATTI DI DIRITTO PUBBLICO: atti giuridici adottati da uffici pubblici (o talora da privati)
nell’esercizio di funzioni pubbliche.
I 5 ELEMENTI DEGLI ATTI DI DIRITTO PUBBLICO
• SOGGETTO: l’autore dell’atto
• VOLONTÁ: è obiettiva nell’atto; gli atti pubblici sono tipici (cioè predeterminati dalla legge, non
sono atipici, cioè rimessi alla libera volontà delle parti) e, soprattutto quali atti finali di un
procedimento, il processo psichico non è di facile identificazione.
• OGGETTO: il comportamento disciplinato dall’atto
• CONTENUTO: la regola di comportamento imposta dall’atto
• FORMA: il mezzo usato per assicurare la conoscenza dell’atto e identificarne l’autore.
CAP.3 FORME DI STATO E DI GOVERNO.
L’UNIONE EUROPEA
SOMMARIO:
1. Forme di Stato
2. Forme di governo: regimi monocratici, policratici, democratici.
3. Alcune forme di governo (presidenziale, parlamentare, direttoriale e d’assemblea,
semipresidenziale)
4. Stato federale, Stato regionale, Unione di Stati.
5. Unione Europea.

FORMA DI STATO → vincolo che lega la colle vità


• Stato gentilizio (appartenenza ad un gruppo familiare)
• Stato patrimoniale (territorio di proprietà di un sovrano)
• Stato politico-territoriale (comunanza di interessi politici).
Forma di Stato (intesa come rapporto tra autorità e libertà)
• Stato feudale (rapporti di vassallaggio)
• Stato assoluto (potere concentrato)
• Stato di polizia (destinato a tutelare il benessere della polis)
• Stato moderno o di diritto (potere fondato e limitato dal diritto), poi Stato costituzionale
• Stato liberale (scopo di garantire le libertà individuali e collettive)
• Stato sociale (erogazione di servizi solidaristici)
FORMA DI GOVERNO = modo con il quale vengono ad essere determinati e organizzati i poteri
pubblici nei quali si esprime l’autorità dello Stato, particolare forma di organizzazione e distribuzione del
potere sovrano dello Stato
• REGIMI MONOCRATICI→concentrazione del potere in un solo soggetto, organo, ceto o classe
sociale
• REGIMI POLICRATICI→divisione o separazione del potere

REGIMI MONOCRATICI
• Monarchia assoluta → assolu smo, dispo smo illuminato o Stato di polizia
• Dittatura → rivoluzionaria o cos tuente; diversa dalla dittatura romana o temporanea (disposta per
affrontare situazioni contingenti, ad esempio di guerra che esigevano la concentrazione del potere )
che non altera in modo illegittimo l’ordinamento vigente
• Regimi totalitari → par to unico, personalità carismatica, direzione di tutta la vita pubblica e
privata, ideologia unificante.
REGIMI POLICRATICI
• Caratterizzati dalla separazione dei poteri
• Tre funzioni classiche (Montesquieu, 1748) cui si attinge la funzione di indirizzo politico
• Ripartizione del potere tra organi e istituzioni diversi che possono equilibrarsi e controllarsi a
vicenda
• Ad esempio: monarchia limitata o costituzionale
❖ REGIMI DEMOCRATICI
• I cittadini hanno la possibilità di alternarsi tra governanti e governati
• La maggioranza ha il diritto di governare e la minoranza i diritti per poter diventare maggioranza:
regime democratico.
FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE
➢ Negli USA
➢ Tre poteri (legislativo, esecutivo, giurisdizionale) di derivazione popolare
➢ Netta ripartizione tra i tre poteri: forte applicazione del principio di separazione
➢ Presidente (Capo dello Stato) eletto dal popolo e a capo dell’esecutivo
➢ Non c’è rapporto di fiducia tra l’esecutivo diretto dal Presidente e il Congresso (potere
legislativo).
FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE (Italia)
➢ Ripartizione meno netta tra i poteri
➢ Necessario il rapporto di fiducia tra il Governo e il Parlamento
➢ Attribuzione del potere di scioglimento al Capo dello Stato
➢ Controfirma ministeriale degli atti presidenziali
DI ASSEMBLEA E DIRETTORIALE (in Svizzera)
➢ Forma di governo di assemblea: il governo è eletto dall’assemblea che può revocarlo.
➢ Forma di governo direttoriale: il governo è eletto dall’assemblea per un periodo fisso e dunque non
è revocabile (ha una maggiore dipendenza
SEMIPRESIDENZIALE (in Francia)
➢ Regime intermedio tra quello parlamentare e quello presidenziale
➢ Elezione popolare del capo dello Stato: di per sé non è sufficiente, servono poteri anche autonomi
di direzione politica
➢ L’esecutivo (governo) (come un primo ministro distinto dal capo dello Stato) che deve avere la
fiducia del parlamento.
➢ Potere di scioglimento al capo dello Stato
STATO FEDERALE E REGIONALE
➢ Duplice applicazione del principio policratico o di divisione del potere politico di governo.
➢ A) sia tra Stato Centrale (Federazione) e gli Stati federati (Lander o cantoni)
➢ B) sia all’interno del governo centrale (esecutivo, legislativo, giurisdizionale) e dei governi locali
➢ Stato regionale (poteri più ridotti alle autorità locali)
UNIONE DI STATI (raggruppamenti di Stati sovrani)
Gli Stati mantengono la loro sovranità (a differenza degli Stati federati che si uniscono nello Stato federale)
• Confederazioni (alleanza permanente con fini politici generali, soprattutto a scopo di difesa e
organi comuni): in passato, le colonie nord-americane, la Svizzera, la Germania
• Alleanze organizzate: con fini determinati, con durata limitata, organizzazione più ridotta ( vedi
anche ONU: fine del mantenimento della pace e carattere universale)
• Monarchie legate dalla stessa persona fisica a capo: reale (organo in comune) o personale (per le
leggi di successione o per elezione).

UNIONE EUROPEA
• Dalla CECA (comunità economica del carbone e dell’acciaio, 1953), CEE (comunità economica
europea, 1957), all’UE (1992, Maastricht)
• I trattati vigenti: TUE (trattato sull’Unione Europea)→ principi fondamentali sulle finalità e
organizzazione) e TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) →disciplina anali ca
delle funzioni e relativo svolgimento) dal 2009 (Trattato di Lisbona).
UE è diversa dalle altre organizzazioni internazionali
• Unione di Stati sovranazionale
• Con particolare complessità delle istituzioni (rappresentative degli Stati, dei governi e dei
popoli)
• Le sue norme (i trattati e le fonti derivate) obbligano direttamente i cittadini degli Stati
membri.
ART.11 → L’Italia (…) acconsente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni,
promuove e favorisce organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
ORGANIZZAZIONE
✓ Consiglio europeo: capi di Stato e di governo degli Stati membri e presidente della
Commissione (politica generale UE)
✓ Consiglio dei ministri: collegio dei ministri degli Stati membri (poteri legislativi, di
governo, di bilancio)
✓ Parlamento: eletto dai cittadini degli Stati membri (poteri legislativi e di bilancio)
✓ Commissione: nominata dal Consiglio e votata dal Parlamento (poteri di iniziativa
legislativa, di esecuzione, internazionale)
Altri organi:
✓ Corte dei conti
✓ Consiglio economico e sociale
✓ Comitato delle Regioni
✓ Mediatore (difensore civico)
✓ Banca centrale europea (per i paesi nella zona “euro”)
GIUSTIZIA EUROPEA
✓ Corte di giustizia ( Tribunale di primo grado e tribunale della funzione
pubblica)
✓ Assicura il rispetto del diritto della UE nei confronti degli atti UE e degli
atti nazionali.
✓ L’interpretazione vincolante dei trattati e degli atti normativi europei.
✓ Il rinvio pregiudiziale da parte del giudice nazionale (in particolare, è
obbligatorio se di ultima istanza, anche da parte della nostra Corte
Costituzionale)
CAP.4 NOTIZIE SULLA STORIA
COSTITUZIONALE DELLO STATO
ITALIANO
• Dal 17 marzo 1861 lo statuto Albertino concesso nel 1848 diventa la costituzione del regno d’Italia
• É previsto un “governo monarchico rappresentativo” (divisione dei poteri) e garantite le libertà
individuali e politiche.
• È una Costituzione flessibile: si introduce il regime parlamentare.
IL REGIME FASCISTA

• 1922: avvento del fascismo: regime totalitario


• Leggi modificative dello statuto (milizia volontaria per la sicurezza nazionale, legge elettorale,
gran consiglio del fascismo, capo del governo, repressioni delle libertà, tribunale speciale per la
difesa dello Stato, leggi razziali, Camera dei fasci e delle corporazioni)
LA FASE TRANSITORIA

• Sconfitta italo-tedesco del 1943


• Governo Badoglio e CNL
• Patto di Salerno (aprile 1944) e luogotenente del regno
• Assemblea costituente e referendum istituzionale tra monarchia e repubblica.

REFERENDUM ISTITUZIONALE E ASSEMBLEA COSTITUENTE

• 2 Giugno 1946: elezioni Assemblea costituente e referendum (a favore della repubblica)


• 22 dicembre 1947: approvata la Costituzione (vedi anche gli statuti speciali)
• Nel 1948: elezioni del primo Parlamento repubblicano.

ATTUAZIONI E REVISIONI COSTITUZIONALI

• Leggi di attuazione della Costituzione (Corte costituzionale, Cnel, Csm, referendum, regioni
ordinarie)
• Leggi di revisione: dal 1963 modificati più di un terzo degli articoli (Camera e Senato,
estradizione, Corte costituzionale, scioglimento anticipato, discendenti dei Savoia, statuti
speciali, titolo V, pari opportunità, Circoscrizione estero)
• Leggi che segnano la crisi (reati ministeriali, guarentigie dei parlamentari, riforme sistemi
elettorali.
CAP.5 LE FONTI NORMATIVE. PRINCIPI
GENERALI
• Ogni ordinamento determina le sue “fonti legali di produzione del diritto”, gli atti o i fatti giuridici
cui è attribuita e riconosciuta “in via positiva, cioè legale” (tramite le norme sulla produzione del
diritto) l’idoneità a produrre norme giuridiche.
• Possono determinarsi in concreto fonti extra ordinen, cioè al di fuori del sistema legale delle fonti
(eventi rivoluzionari o patologici)
• Fonti sulla produzione: disciplinano la titolarità e le modalità di svolgimento della produzione del
diritto.
FONTI DI COGNIZIONE→ documen ufficiali con funzione di conoscenza delle fonti di produzione ma
con diverso valore giuridico
1. Notizia legale e pubblicazione necessaria per l’entrata in vigore dell’atto normativo →legge
dello Stato sulla G.U. (gazzetta ufficiale) o legge regionale sul B.U.R. (bollettino ufficiale della
regione)
2. Pubblicazione a meri fini di conoscibilità di norme già vigenti (pubblicazione della legge della
Regione sulla G.U.; consuetudini raccolte dalle Camere di commercio)
FONTI-ATTO E FONTI-FATTO →categorie delle fon di produzione
• La distinzione si basa sui fatti giuridici in senso lato: qualsiasi evento con rilevo giuridico
• Tra i fatti giuridici si distinguono gli atti giuridici (atti umani con volontarietà di produrre una certa
conseguenza giuridica) e i fatti giuridici in senso stretto (tutti gli altri eventi rilevanti per il diritto
ma che non sono costituiti da a t t i umani volontari a produrre un certo effetto giuridicamente
rilevante)
• Fonti-atto →atti giuridici (rinvio)
• Fonti-fatto → fatti giuridici in senso stretto (anche atti umani concludenti e significativi, attività
volontarie ma non poste al fine di produrre norme), come la consuetudine.

• DIRITTO SCRITTO E NON SCRITTO


• Diritto scritto e diritto non scritto → parallelismo con le fonti-atto (necessaria intermediazione della
formulazione scritta) e fonti-fatto (la formulazione scritta non sussiste o segue la produzione della
norma)
• Il nostro ordinamento è di tipo continentale e non di common law: prevale il diritto scritto rispetto
a quello consuetudinario.

• DISPOSIZIONE E NORMA
• Disposizione→ l’enunciato che è contenuto nel testo dell’atto-fonte, ciò che è espresso mediante
formulazioni linguistiche di senso compiuto (anche non coincidente con l’articolo o il comma)
• Norma→ il prodo o giuridico dell’a o-fonte, cioè la regola di comportamento che è ricavata in via
interpretativa dalla o dalle disposizioni.
INTERPRETAZIONE GIURIDICA E COMPLETEZZA DELL’ORDINAMENTO
• Finalità dell’interprete → individuare fonti legali e desumere norma vigente ed applicabile al caso
concreto
• Le modalità di interpretazione sono precisate nell’art. 12 delle preleggi (disposizioni preliminari al
codice civile)
• Alla legge non può darsi “altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole,
secondo la connessione di esse e dall’intenzione del legislatore” (ratio legis e ratio legislatoris)
• Interpretazioni in base al contesto : sistematica, teologica (lo spirito della legge), letterale, storico-
evolutiva, conforme a Costituzione, la Costituzione interpretata mediante il bilanciamento tra i
valori.
COMPLETEZZA E ANALOGIA
• Si possono riscontrare talvolta delle lacune che dovrebbero dirsi soltanto apparenti, in quanto
l’ordinamento attribuisce all’interprete il compito di colmarle senza andare al di là di quanto è
prescritto dall’ordinamento vigente.
• Il ricorso all’autointegrazione, cioè all’analogia
• Analogia legis: applicazione delle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe
• Analogia iuris: applicazione dei principi generali dell’ordinamento giuridico
• Art.14 preleggi: divieto di analogia per le leggi eccezionali e penali.

I CRITERI DI RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE NORMATIVE


ANTINOMIE NORMATIVE
• Antinomie normative → contemporanea presenza di norme contrarie o contraddittorie rispetto
ad altre norme vigenti.
• Violazione del principio di unità formale: la fattispecie è regolata da una norma di produzione che
non rispetta il contenuto prescrittivo delle norme sulla produzione
• Violazione del principio di unità materiale dell’ordinamento: la stessa fattispecie è regolata da
norme di produzione reciprocamente incompatibili nel contenuto prescrittivo.
NECESSITÁ DELLA COERENZA → devo assicurare la coerenza
• Individuazione della norma valida: non possono esserci più norme incompatibili e validamente
applicabili alla stessa fattispecie
• Fenomeno fisiologico (non patologico!) causato da→ inesauribilità e pluralità delle fonti;
decentramento; apertura dell’ordinamento a fonti esterne

I CRITERI DI RISOLUZIONE
• Necessità di criteri di risoluzione delle antinomie normative per assicurare il principio di coerenza
dell’ordinamento
• Distinzione tra criteri di risoluzione positivi (previsti da norme di diritto positivo) e criteri di
risoluzione logico-razionali (principi individuati dagli operatori del diritto)
CRITERIO GERARCHICO
• Presupposto del criterio: scala gerarchica tra le fonti determinata sulla base delle norme di diritto
positivo
• Lex superior derogat inferiori: in caso di incompatibilità prevale la norma posta dalla fonte
superiore di grado
• Effetto dell’applicazione del criterio: accertamento della violazione del principio gerarchico e
conseguente annullamento della norma inferiore (e viziata per incompatibilità) d parte dell’autorità
competente
• L’annullamento è di norma retroattivo (perché il vizio è originario): vengono meno tutti gli effetti
giuridici prodotti dalla norma posta dalla fonte subordinata.
SCALA GERARCHICA DELLE FONTI
• Fonti Costituzionali: Costituzione e fonti atto di rango costituzionale (leggi di revisione
costituzionale e altre leggi costituzionali)
• Fonti primarie: fonti subordinate alla Costituzione (le fonti con forza e valore di legge)
• Fonti secondarie: regolamenti (fonti subordinate sia alla Costituzione che alle fonti primarie)
• Consuetudine: fonte-fatto (art.8 preleggi) che ha efficacia nelle materie regolate da leggi e
regolamenti e solo se richiamata espressamente (secondum legem)
FONTI CON FORZA DI LEGGE
• Forza di legge → la fonte è posta in rapporto di subordinazione soltanto rispetto alla Costituzione
(e leggi costituzionali), e in rapporto di prevalenza rispetto a tutte le altre fonti secondarie
• Forza attiva → capacità di innovare tutte le fonti, con unico limite posto dalle fonti di rango
costituzionale
• Forza passiva → capacità di resistere a tutte le fonti, salvo a quelle di rango costituzionale
VALORE DI LEGGE
• Attribuito alle fonti, diverse dalla legge, che sono sottoposte allo stesso regime giuridico della
legge (vedi decreti-legge e i decreti legislativi)
• Regime giuridico della legge: si impone a tutti i soggetti dell’ordinamento e non è sindacabile da
nessuna autorità, tranne la Corte costituzionale.
SISTEMA DELLE FONTI: ALLO STESSO TEMPO CHIUSO ED APERTO
• Fonti Costituzionali e primarie: costituiscono un sistema chiuso, cioè determinato e garantito dalla
Costituzione
• Con legge ordinaria non si possono istituire fonti costituzionali o altre fonti primarie
• Fonti secondarie: costituiscono un sistema aperto, cioè sono istituite, determinate e garantite
dalle fonti primarie.
FONTI SECONDARIE
• Regolamenti statali (governativi, ministeriali, delle autorità indipendenti, etc.)
• Regolamenti degli enti territoriali (regionali, provinciali, comunali)
• Non possono contenere norme contrarie alle disposizioni di legge
• I regolamenti non conformi alla legge sono disapplicati dai giudici ordinari e annullati dai giudici
amministrativi.
CRITERIO DELLA COMPETENZA (diverso da quello di gerarchia)
• Presupposto del criterio→ dis nzione delle fon in relazione ad una previsione di una norma di
diritto positivo (una norma sulla produzione del diritto che è detta “condizionante”) che attribuisce
apposite sfere di competenza alle singole fonti di produzione
• Esempio: legge statale e legge regionale
• Conseguenza del principio di separazione dei poteri.
CONSEGUENZE
• Effetto dell’applicazione del criterio di competenza: accertamento dello specifico vizio di validità (è
stata violata la norma sulla produzione che attribuisce la sfera di competenza ad altra fonte di
produzione) ed annullamento (con effetti retroattivi) della norma viziata da parte dell’autorità
competente.
• Ad esempio: la Corte costituzionale sulla legge, i giudici amministrativi sui regolamenti governativi.
CRITERIO CRONOLOGICO
• Criterio logico-razionale: distinzione degli atti-fonti in senso temporale, prevale quello successivo
(lex posterior derogat priori)
• Effetto dell’applicazione del criterio: abrogazione della disposizione incompatibile che è posta
dall’atto-fonte precedente
• Accertabile da chiunque
• Non incide sulla validità (e dunque non comporta l’annullamento della disposizione o
l’accertamento di un suo vizio), ma delimita la sfera temporale di efficacia normativa della
disposizione (cioè la capacità di produrre effetti normativi) in genere non retroattivamente (art.11
preleggi: la legge non dispone che per l’avvenire)
LE DIFFERENTI FORME DI ABROGAZIONE
➢ Art.15 preleggi
1. Abrogazione espressa → una disposizione prescrive espressamente l’abrogazione di una
disposizione precedentemente vigente
2. Tacita o per incompatibilità del contenuto → quando una disposizione successiva ha un contenuto
prescrittivo incompatibile con una disposizione precedente, quindi per incompatibilità di
contenuto la disposizione successiva abroga tacitamente la disposizione precedente
3. Implicita o per nuova disciplina dell’intera materia → con una nuova legge si disciplina
integralmente una nuova materia quindi implicitamente viene considerata abrogata tutta la
disciplina posta dalle leggi precedenti
4) Formula generica (e inutile) dell’abrogazione innominata → viene scritto un articolo nel quale si
prescrive “sono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge”
CRITERIO DI SPECIALITÁ
• Criterio di carattere logico-razionale
• Art.15 preleggi
• La disciplina speciale prevale su quella generale (anche se quest’ultima sia successiva), su
quella cioè che regola in via generale una data materia, in quanto si introduce una disciplina
specifica e derogatoria per una certa parte della materia.
PRINCIPIO DI LEGALITÁ
• Principio di legalità→ tutte le autorità sono subordinate alla primazia della legge
• Non solo non possono contraddire la legge, ma possono agire validamente solo in base a una previa
legge
• È il fondamento dello Stato di diritto
• In senso formale (è necessaria una legge che detti la base normativa di qualunque potere pubblico
autoritativo) e anche in senso sostanziale (occorre anche che la legge detti la disciplina necessaria
per circoscrivere la discrezionalità dell’attività autoritativa)
RISERVA DI LEGGE
• Riserva di legge→ quando una disposizione cos tuzionale riserva la disciplina di una materia alla
legge o ad atti equiparati (con la stessa forza di legge)
• 2 conseguenze:
➢ Divieto di formazione autonoma da parte delle fonti secondarie
➢ A carico della legge vi è obbligo di delimitare la discrezionalità delle fonti secondarie.
RISERVA DI LEGGE E REGOLAMENTI
• Assoluta: sono ammessi solo regolamenti di stretta esecuzione (pochissime in costituzione)
• Relativa (tutte le altre disposizioni costituzionali): sono ammessi anche regolamenti di attuazioni o
di organizzazione o autorizzati, ma sono vietati i regolamenti indipendenti.
• Riserva rinforzata: le condizioni (limiti) sono poste dalla Costituzione a carico della legge
• Riserva di legge costituzionale: necessità della legge di rango costituzionale
A QUELE FONTE “LEGGE” SI RISERVA?
• Anche agli atti con forza di legge
• Fatta eccezione per le leggi di indirizzo politico, cioè che devono essere approvate dal Parlamento:
riserva di legge parlamentale (che è diversa dalla riserva di legge di assemblea)

RISERVA E FONTI REGIONALI E EUROPEE


• La riserva di legge non esclude la legge regionale se quest’ultima è competente
• La riserva di legge non esclude le fonti europee (perché ordinamenti distinti), sia per i regolamenti
europei (direttamente applicabili) che per le direttive europee (che vincolano in principio solo gli
Stati)
L’IDENTIFICAZIONE DELLE FONTI
• Manca un elenco completo delle fonti di produzione
• Iura novit curia: al giudice è imposto di conoscere e interpretare il diritto: deve “riconoscere” le
fonti da applicare al caso concreto
COME SI PROCEDE ?
• Metodo formale:
• 1) individuare la norma sulla produzione del diritto che disciplina la fonte di produzione e ne
determina gli elementi di identificazione formale (procedura, modalità di pubblicazione, etc.)
• 2) Verificare la presenza degli elementi di identificazione della fonte di produzione
• Metodo sostanziale: accertare la presenza del contenuto normativo e tipico delle fonti di
produzione (generalità e astrattezza; ma ci sono anche le leggi-provvedimento)
CAP. 6 LE SINGOLE FONTI NORMATIVE
SOMMARIO
1. Le fonti dell’ordinamento statale
2. Le fonti degli ordinamenti territoriali (Regioni, Città metropolitane, Provincie, Comuni)
3. Le fonti provenienti da ordinamenti esterni. Le fonti dell’ordinamento internazionale
4. Le fonti dell’Unione europea e i rapporti tra l’ordinamento europeo e l’ordinamento nazionale.

LE FONTI DELL’ORDINAMENTO STATALE → serie di fon dis nte a seconda del rapporto di gerarchia
• Fonti costituzionali: la Costituzione e le leggi costituzionali (leggi approvate secondo particolari
procedure e si pongono a livello della Costituzione, seppur non proprio lo stesso)
• Fonti primarie : quella per eccellenza è la legge alla quale si affiancano altri atti, i quali acquistano
la forza di legge.
• Fonti secondarie: i regolamenti (governativi e di altre autorità)
• Le fonti-fatto (consuetudini), quelle extra-ordinem, e quelle fondate su presupposti di necessità

COSTITUZIONE (come fonte)


Costituzione scritta, rigida, testo normativo sovraordinato rispetto alle leggi
➢ Costituzione rigida e non flessibile (a differenza dello Statuto Albertino) per la presenza di un
procedimento di revisione costituzionale più complesso (aggravato) rispetto al procedimento
legislativo ordinario (v. art. 138 Cost.)
➢ Sovraordinazione della Costituzione a tutte le altre fonti dell’ordinamento (anche alle leggi di
rango costituzionale)
➢ Costituzione materiale (teoria di Mortati): si fa riferimento ad essa quando le forza dominanti
impongono interessi ideali, valori e diversi da quelli della Cost. formale (principi del regime)
➢ Costituzione vivente o vigente: le disposizioni della Costituzione (scritte) esistono in quanto sono
applicate ed interpretata in un determinato modo (cogente)

LE LEGGI COSTITUZIONALI (art. 138 Cost.)


Si distinguono in 2 categorie:
a) Le “leggi di revisione” della Costituzione: modifica testuale delle disposizioni costituzionali.
b) Le “altre leggi costituzionali” di non facile identificazione (non è utilizzabile la “materia
costituzionale” art. 72, u.c.)
➢ Definite dalla Costituzione → es. leggi per l’approvazione degli Statu speciali
➢ Implicitamente imposte dalla Costituzione → imposte dalla Cos tuzione →chiede che la
legge sia approvata con il procedimento previsto nell’art 138, nella forma della legge
costituzionale. ES. Art.7 le modifiche dei Patti Lateranensi (tra Stato e Chiesa) non
richiedono il cambiamento della Cost.
➢ Così volute dal legislatore (ES. referendum consultivo)
Queste 2 categorie nella prassi si sono sovrapposte in un’unica categoria→ categoria della legge
costituzionale (hanno assunto quindi la medesima forza/capacità giuridica di poter, quindi, innovare la
Costituzione)
Procedimento e limiti
Le leggi costituzionali sono subordinate alla costituzione sia da un punto di vista formale (in quanto sono
tenute a rispettare il procedimento previsto dalla Costituzione), sia da un punto di vista sostanziale (in
quanto sono tenute ad osservare dei limiti di contenuto previsti dalla Costituzione)
• Procedimento di formazione aggravato: doppia approvazione delle due assemblee con distanza
temporale minima di tre mesi, richiesta la maggioranza assoluta (almeno la metà +1) o qualificata
(due terzi dei componenti delle Assemblee parlamentari), in caso si maggioranza qualificata la
legge costituzionale viene sottoposta alla promulgazione da parte del Capo dello Stato ed entra in
vigore, se invece c’è la maggioranza assoluta occorre aspettare almeno 3 mesi prima di arrivare
alla promulgazione da parte del Capo dello Stato→ in ques 3m, alcuni sogge possono chiedere
un referendum popolare eventuale e confermativo - oppositivo.
• Limiti alla revisione: le leggi costituzionali non possono modificare tutta la Costituzione. L’art.139
prevede un limite esplicito “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione della
Costituzione” né dei sui principi supremi insovvertibili (diritti inviolabili e principi fondamentali
dell’ordinamento costituzionale)

FONTI PRIMARIE: LA LEGGE


▪ Il procedimento → approvazione dello stesso testo da entrambe le Camere; promulgazione da
parte del Capo dello Stato (il quale può anche rinviarla alle Camere per una valutazione ulteriore, se
le Camere la approvano nuovamente il Capo dello Stato è tenuto a promulgarla) ; pubblicazione
sulla G.U ed entrata in vigore dopo 15gg (periodo chiamato vacatio legis), salvo diversa
disposizione.
▪ Dal punto di vista del contenuto: leggi meramente formali o in senso soltanto formale, cioè senza
contenuto normativo (senza normatività sostanziale, non ci sono regole di comportamento imposte
dalla legge; v. art. 80 cost., ES. autorizzazioni) e leggi in senso soltanto materiale →a aven forza
di legge (atti che non hanno la forma della legge ma hanno il contenuto normativo, la prescrittività
tipica della legge ES. decreti legislativi e decreti leggel)

Distinzioni delle leggi: le leggi genericamente atipiche


• Distinte dal punto di vista della validità: leggi atipiche rinforzate →la cui validità è subordinata al
rispetto di presupposti procedurali o limiti di contenuto (v. le leggi di modifica delle circoscrizioni
degli enti territoriali in base all’art. 132 Cost.)re
• Distinte dal punto di vista della forza di legge: leggi atipiche in senso stretto→ si dis nguono dalla
capacità della legge di innovare l’ordinamento (cioè le altre norme) o resistere a innovazioni (quindi
resistere alle altre fonti che cercano di innovare le regole già previste nell’ordinamento); si modifica
il rapporto con le altre fonti primarie. Richiedono procedimenti particolari e condizioni specifiche.

GLI CON FORZA DI LEGGE →


1) I DECRETIVI LEGISLATIVI
Procedimento: art. 76 Cost. e art. 14 1. N.400/1988
✓ Sono atti adottati dal governo sulla base di una legge di delegazione, la quale viene approvata dal
Parlamento; per cui, il Parlamento delega il governo all’adozione di decreti che hanno forza di
legge.
• Legge di delegazione con tre limiti:
a) Oggetto definito → il Parlamento deve indicare una materia specifica in relazione al quale il
governo può adottare i decreti legislativi (materia determinata e delimitata)
b) Termine (certo)→ il Parlamento deve specificare un termine entro il quale scade il potere
del governo di adottare tali atti.
c) Principi e criteri direttivi→ Il Parlamento deve iden ficare i principi e i criteri dire che il
governo deve rispettare nella scrittura dei decreti.
• Decreti legislativi adottati dal Governo, emanati dal Capo dello Stato, pubblicati sulla G.U.
• Sono possibili “Limiti ulteriori” introdotti dalla legge di delegazione (es. si stabilisce che prima di
procedere all’adozione il Governo debba ascoltare i pareri delle Commissioni parlamentari)
• Tutti i limiti sono “norme interposte” sindacabili dalla Corte costituzionale
• Decreti legislativi correttivi e integrativi → decre che possono correggere ed integrare quelli
inizialmente adottati

TIPOLOGIE PARTICOLARI DI DECRETI LEGISLATIVI


• Testi unici innovativi → codici che riassumono la norma va vigente in un determinato se ore ma
che sono anche autorizzati a innovare le disposizioni già vigenti nell’ordinamento (in quel settore):
l’atto innovativo si sostituisce a quello precedente.
• Testi unici meramente compilativi→ di norma ado a spontaneamente dal governo, non esiste
una delega o può esserci una disposizione specifica che prevede la possibilità che il governo possa
adottarli.

2) DECRETI LEGGE
✓ Si tratta di atti con forza di legge, quindi capaci di innovare l’ordinamento a livello delle fonti
primarie.
• Procedimento (art.77 Cost. e art. 15 legge n.400 del 1988): abbiamo il decreto legge adottato dal
governo, il quale viene sottoposto a una procedura parlamentare chiamata procedura di
conversione in legge, deve, quindi, essere presentato dal governo al Parlamento entro 5gg e il
Parlamento dal momento dell’adozione ha 60 gg. Per convertirlo in legge.
• Mentre il decreto legge ha un’efficacia provvisoria perché produce effetti solo per 60gg dal
momento dell’adozione, una volta che viene trasformato in legge acquisisce un’efficacia
permanente.
• Hanno lo scopo di consentire al governo in casi di urgenza di intervenire immediatamente con un
atto avente forza di legge, ma questo atto ha efficacia temporanea.
• L’art.77 consente l’adozione del decreto legge solo qualora ricorrano degli specifici presupposti
costituzionali, cioè deve trattarsi di casi straordinari, di necessità o di urgenza.
• È necessaria una deliberazione del governo, quindi il decreto legge deve essere approvato dal
consiglio dei ministri, emanazione del Capo dello Stato (il quale ha potere di rinviare l’atto al
Governo e richiedere il riesame), pubblicazione sulla G.U. e immediata entrata in vigore.
Presentazione alle camere per la conversione in legge entro 60gg, altrimenti cade retroattivamente.

L’abuso dei decreti legge e i rimedi


• Le catene di decreti legge e l’esproprio della funzione legislativa del parlamento
• Particolari limiti sono stati stabiliti in via legislativa dell’art. 15 1.n. 400 del 1988 (contenuto
specifico, omogeneo, corrispondente al titolo e immediatamente applicabile) e nei regolamenti
parlamentari

Gli interventi della Corte costituzionale


• Il controllo sulla evidente mancanza dei presupposti (29/1995)
• Il controllo non è precluso dalla reiterazione (84/1996)
• Il divieto (parziale) di reiterazione (360/1996)
• L’illegittimità di disposizioni palesemente estranee alla materia disciplinata (171/2007)
• Il vizio del decreto legge (p.e sui presupposti) è in procedendo e quindi vizia anche la legge di
conversione o quella di sanatoria (171/2007)
• I vizi riguardano anche gli emendamenti della legge di conversione ( 128/2008)

3)DECRETI DI ATTUAZIONE DEGLI STATUTI SPECIALI


• Previsti negli statuti delle 5 Regioni ad autonomia speciale speciali
• Procedimento → ado a dal Governo previo parere necessario di una Commissione parite ca, ed
emanati con d.P.R
• Caratteristica: autorizzano l’adozione di questi decreti in via permanente
• Senza limiti di tempo e a competenza riservata

4) REFERENDUM ABROGATIVO
• Fonte primaria dell’ordinamento.
• Il procedimento: art. 75 Cost. (rinvio)
• Atto fonte e competenza limitata→ il referendum è relativo sono alle leggi e agli atti aventi forza di
legge, può intervenire solo nei limiti di ammissibilità previsti dall’art.75 (solo per leggi tributarie, di
bilancio, di amministrazione e di autorizzazione)
• Fonte unidirezionale vincolata (solo abrogativo e non propositivo o additivo)
• Legislazione negativa

5) REGOLAMENTI DEGLI ORGANI COSTITUZIONALI


Regolamenti adottati dagli organi costituzionali
• Parlamentari: direttamente garantiti dalla Costituzione
• Corte costituzionale (implicitamente garantiti)
• Presidenza della Repubblica (posizione complessa)
• Consiglio dei Ministri (posizione incerta)

LE FONTI SECONDARIE
1) REGOLAMENTI GOVERNATIVI
• Ammessi dalla Costituzione (art.87)
• Art.17 legge n.400 del 1988: disciplina il procedimento di formazione (per lo più uniforme: parere
del Consiglio di Stato, sottoposti al visto e registrazione della Corte dei Conti e pubblicati in G.U.) e
prevede diverse tipologie a seconda della discrezionalità riconosciuta rispetto alle fonti primarie.
• La competenza regolamentare statale è possibile solo nelle materie di competenza legislativa
esclusiva statale (ma anche nei casi di “chiamata in sussidiarietà)
TIPOLOGIE DI REGOLAMENTI GOVERNATIVI (SECONDO LA DISCREZIONALITÀ ATTRIBUITA)
A. Regolamenti di esecuzione delle leggi, dei decreti legislativi, dei regolamenti comunitari (ma non
dei decreti-legge)
B. Regolamenti di attuazione ed integrazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di
principio (ma non nelle materie di competenza regionale)
C. Regolamenti di organizzazione: disciplinano l’organizzazione e il funzionamento delle pubbliche
amministrazioni “secondo le disposizioni dettate dalla legge”
D. Regolamenti di autorizzazione (delegificazione): legge di autorizzazione con norme generali
regolatrici della materia; l’abrogazione decorre dall’entrata in vigore del regolamento; espressa
indicazione delle norme legislative abrogata da parte della legge di autorizzazione.
E. Regolamenti indipendenti: quando manca la disciplina legislativa e non c’è nessuna riserva di legge
(ma v. principio di legalità sostanziale)
• Vedi , infine i regolamenti governativi (autorizzati con la legge di delegazione europea) di
recepimento delle direttive europee
REGOLAMENTI MINISTERIALI O INTERMINISTERIALI (DI PIU MINISTRI)
• Sono adottati dal Ministro (o da piu Ministri) nelle materie di rispettiva competenza
• Occorre una previa ed espressa previsione legislativa.
• Sono gerarchicamente subordinati ai regolamenti governativi.
• Devono essere comunicati al Presidente del Consiglio prima della loro emanazione.
I REGOLAMENTI DI ALTRE AUTORITÁ STATALI
• Sempre autorizzati con specifica disposizione di legge
• Statuti universitari
• Regolamenti delle Autorità indipendenti o di garanzia (esercizio di attività di regolazione)

Le fonti fatto→ CONSUETUDINI


• Diritto non scritto vigente nel nostro ordinamento statuale
• Gli “usi” sono previsti nelle preleggi (artt. 1,8 e 9)
➢ Sono subordinate alla fonti atto, collocate nell’ultimo posto della scala gerarchica delle
fonti
➢ Hanno efficacia innovativa solo se richiamati dalle leggi e dai regolamenti
➢ Sono pubblicate nelle raccolte ufficiali e quindi riconosciuti esistenti sino a prova
contraria.
• Quindi le consuetudini sono consentite “secondum legem” → allo stesso livello gerarchico della
fonte che lo prevede. E sono vietate “contra legem” → divieto delle consuetudini che dispongono
in difformità delle fonti di diritto scritto. Sono ammessi anche usi “praeter legem” (aldilà della
legge) → si può ricorrere alla consuetudine là dove una fattispecie di comportamento non sia
compiutamente disciplinato con atti-fonte.

ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA CONSUETUDINE

• Non sono indicati dal diritto scritto, ma sono oggetto dell’elaborazione dottrinale e
giurisprudenziale.
➢ ELEMENTO MATERIALE (usus) → ripe zione costante nel tempo del medesimo
comportamento
➢ ELEMENTO PSICOLOGICO (opinio iuris ac necessitatis) → diffuso convincimento colle vo
sulla necessità giuridica del comportamento.
• Flessibilità e reciproca integrazione dei due elementi
CONSUETUDINE COSTITUZIONALE
• Sono le consuetudini che operano a livello costituzionale (elementi più rari data la rigidità della
Costituzione)
2 TEORIE
 Sono vietate le consuetudini "contra constitutionen”
 La consuetudine non ha “grado”: è ammissibile anche contra legem e contra
constitutionem
• In ogni caso si ammettono consuetudini volte ad attuare, specificare o integrare il dettato
costituzionale al fine di stabilizzare i principi costituzionali.
CONVENZIONI COSTITUZIONALI
• Si possono presentare come fase preliminare delle consuetudini costituzionali
• Producono regole di comportamento non giustiziabili: l’inosservanza non è sanzionabile dai
giudici.
• Vi è un confine labile tra convenzioni e consuetudini costituzionali.

Fonti del diritto “EXTRA-ORDINEM” e quelle fondate su presupposti di necessità


Nascono in momenti particolari (es. Corona Virus )
a) Necessità come fonte autonoma del diritto:
✓ Fonti extra-ordinem: fatti o atti che in via di fatto acquistano efficacia innovativa del diritto
vigente, ovvero operano al di là di quanto è loro legalmente consentito.
✓ Fonti dei periodi di transazione ordinamentale (periodo di transizione dalla caduta del
fascismo sino all’entrata in vigore della Costituzione.
b) Necessità come presupposto previsto dalla legge per l’attivazione della fonte del diritto:
• Ordinanze di necessità con tingibili ed urgenti in caso di emergenze sanitarie, igiene
pubblica, incolumità pubblica, a fini di protezione civile, ordinanze prefettizie per la tutela
dell’ordine pubblico e la sicurezza pubblica, bandi militari e leggi di guerra.

Le fonti degli ORDINAMENTI TERRITORIALI


Statuti regionali: Regioni ad autonomia speciale (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Valle
d’Aosta, Sardegna e Sicilia) → i loro statu devono essere adottati e conseguentemente modificati dalle
Camere con legge costituzionale. Regioni ad autonomia ordinaria → i loro statu sono direttamente
approvati dai Consigli regionali a maggioranza assoluta dei componenti.
Procedimento, limiti, contenuto, impugnativa governativa.

Leggi regionali → il loro procedimento di formazione è disciplinato dalla Costituzione, dagli Statuti regionali
e dai regolamenti consiliari, cioè quelli dettati dallo stesso Consiglio Regionale.
LA LEGGE COST. N.3 DEL 2001
• Nuova ripartizione della competenza legislativa Stato- Regioni → ESPANSIONE delle competenza
legislative della Regione
• Nuovi limiti “generali” sia per la legge regionale che per quella dello Stato → la competenza
normativa dello Stato è costituzionalmente delimitata ad alcune materie espressamente
enumerate dalla Costituzione (materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato), mentre in
tutte le altre materie alle Regioni è attribuita “la potestà legislativa avente carattere generale e
residuale.
• Competenza esclusiva dello Stato (v. materie trasversali e sent.242 del 2002 Corte cost.)
• Competenza legislativa concorrente delle Regioni, nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con
legge dello Stato
• Art. 10 1. Cost. n. 3 del 2001 → alle Regioni a statuto speciale si estendono automaticamente tutte
le norme della legge cost. 3/2001

LIMITI ALLE LEGGI REGIONALI


• Costituzione
• Limite territoriale (regionale)
• Obblighi di carattere internazionale, anche pattizi : art.117, comma 1 → le norme di esecuzione
dei trattati vanno considerate come norme atipiche che non possono essere né abrogate né
derogate dalle successive disposizioni legislative adottate dallo Stato o dalle Regioni.
• Principio di sussidiarietà : per soddisfare esigenze di carattere unitario lo Stato interviene nelle
materie di competenza delle Regioni.
• Regionalismo differenziato ( non attuato)

PROBLEMI
• Ci sono numerosi problemi interpretativi ed applicativi relativi alle materie di competenza di Stato e
Regione che hanno generato numerosi contenziosi.
• L’imperfetta ripartizione delle rispettive competenza legislative tende a sovrapporre le materie dal
punto di vista oggettuale.

Regolamenti regionali
• Possono avere carattere attuativo o esecutivo delle leggi regionali
• Non sono ammessi regolamenti indipendenti o autorizzati
• Sono subordinati alla legge regionale
• Regolamenti interni ai Consigli

Le fonti degli enti territoriali minori


• Circa gli enti territoriali sub regionali (Comuni) la disciplina costituzionale attribuisce la potestà di
darsi “proprio statuti”, ma riserva la potestà regolamentare relativa all’ ORGANIZZAZIONE ed allo
SVOLGIMENTO delle funzioni a loro attribuite.
• Possono adottare regolamenti per disciplinare l’organizzazione e il funzionamento delle funzioni
amministrative di loro competenza.
• Non possono né derogare, né abrogare le disposizioni degli statuti del corrispondente ente locale.

LE FONTI PROVENIENTI DA ORDINAMENTI ESTERNI. LE FONTI DI DIRITTO


INTERNAZIONALE (fonti-fatto)
Rapporti dello Stato con l’ordinamento internazionale formati da:
• Consuetudini generali (fonti-fatto)
➢ Art.10, comma1 → l’ordinamento italiano si conforma alle norme di diritto internazionale
generalmente riconosciuto.
➢ Sono le consuetudini internazionali → possono derogare anche alle norme cos tuzionali,
ma non ai principi fondamentali o ai diritti inviolabili
➢ Tutte le altre fonti dell’ordinamento nazionale non possono derogarle; sono quindi norme
interposte nel sindacato di legittimità costituzionale delle leggi.
• Trattati internazionali (fonti-atto)
➢ I trattati internazionali entrano nell’ordinamento nazionale mediante un ordine di
esecuzione, normalmente posto in una legge.
➢ I trattati internazionali non possono derogare alla Costituzione, salvo quando consentito
dalla stessa (v. fonti comunitarie o concordatarie)
➢ I principi supremi e i diritti inviolabili dell’uomo sono definiti controlimiti rispetto alle
limitazioni della sovranità nazionale e ogni costituzione che li contraddica deve essere
considerata costituzionalmente illegittima.
➢ Secondo l’art. 117, comma 1, Cost. gli obblighi internazionali pattizi vincolano le leggi statali
e regionali.
➢ Le leggi non possono derogare ai trattati; quindi sono incostituzionali perché violano
norme interposte e dunque sono sindacabili dalla Corte costituzionale.
• Giurisprudenza delle Corti e dottrina internazionalistica

LE FONTI DELL’UNIONE EUROPEA E I RAPPORTI TRA L’ORDINAMENTO EUROPEO E


L’ORDINAMENTO NAZIONALE
Ci sono due categorie di fonti:
A. Fonti di diritto convenzionale o primario (trattati)
B. Fonti di diritto derivato o secondario (disciplinate nei trattati: procedimento di formazione,
competenze ed effetti giuridici)
LE FONTI DI DIRITTO CONVENZIONALE (O DI DIRITTO PRIMARIO)
• Sono le fonti gerarchicamente superiori alle altre fonti di diritto derivato
• Trattati internazionali istitutivi e più volte modificati: rinvio ricetti zio in base all’ordine di
esecuzione contenuto nelle leggi ordinarie dello Stato.
➢ Trattato sull’Unione europea (TUE)
➢ Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)

LE FONTI DI DIRITTO DERIVATE (O DI DIRITTO SECONDARIO)


• Sistema complesso, distinto per ogni organizzazione comunitaria, senza rigida distinzione di
competenze né ordine gerarchico interno.
• Necessità di revisione e consolidamento delle fonti di diritto derivato.
• Si ripartiscono in regolamenti e direttive.

Regolamenti
❖ Art. 249.2 TUE
❖ Hanno efficacia generale → si rivolgono a tu i sogge , quindi a tutti i cittadini
❖ Hanno efficacia obbligatoria → devono essere applica in ogni loro parte
❖ Sono direttamente applicabili → producono dire amente effe vincolan negli Sta membri,
senza richiedere né ammettere che l’esecuzione sia condizionata da un atto interno ai singoli Stati.
Direttive
❖ Art. 249.3 TUE
❖ Hanno come destinatari → gli Stati
❖ Impongono un obbligo di raggiungere un certo obiettivo entro un termine (tempo di attuazione)
❖ I mezzi sono scelti direttamente dagli Stati
❖ Non sono direttamente applicabili, ma l’attuazione deve essere piena, corretta e certa.
Direttive dettagliate (auto-esecutive o self-executing)
❖ Divengono giuridicamente cogenti negli Stati che non hanno rispettato l’obiettivo nel termine
prestabilito
❖ Sono self-executing → producono un “effetto diretto” negli Stati che hanno omesso di recepirli.
❖ I cittadini possono pretenderne il rispetto dalle amministrazioni pubbliche, ma le direttive non
hanno effetti giuridici in senso orizzontale, cioè tra i cittadini. Sono solo in via verticale → obbligo
delle amministrazioni nei confronti dei cittadini.

RICEVIMENTO DELLE DIRETTIVE


❖ Ogni anno il Parlamento approva una legge detta “legge di delegazione europea” (legge
234/2012) che contiene le disposizioni necessarie per dare attuazione agli atti europei non
direttamente efficaci.
3 sono i procedimenti seguiti
➢ Recepimento diretto, abrogando o modificando le leggi vigenti (quasi MAI applicata)
➢ Mediante deleghe legislative al Governo e successivi decreti legislativi → il procedimento viene
rinviato (rallentamento)
➢ Autorizzando l’adozione di regolamenti statali di delegificazione

DIRETTIVE E COMPETENZE REGIONALI


❖ Se le direttive riguardano materie di competenza regionali, il recepimento spetta alle stesse
Regioni (salvo le norme di principio inderogabili stabilite dalla legge di delegazione europea)
❖ In caso di inadempienze regionale→ potere sostitutivo statale (art.117, comma 5 e art. 120,
comma 2, Cost.
❖ Partecipazione regionale alla fase ascendente (il capodelegazione è sempre designato dal Governo)

RAPPORTI TRA ORDINAMENTO UE E ORDINAMENTO NAZIONALE


Due concezioni si contrappongono:
• Corte di Giustizia dell’Unione → un solo sistema giuridico in cui vi è la supremazia delle norme
comunitarie, anche sulle norme costituzionali degli Stati.
• Corte Costituzionale → sistemi dis n e separa , ancorché coordina secondo la ripar zione di
competenza stabilita dai trattati e nei limiti dei principi fondamentali della Costituzione e dei diritti
inviolabili dell’uomo. (contro limiti)

EVOLUZIONE DELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE


• Sent. 16/1964 → le norme comunitarie seguono la normale vicenda delle norme recepite in virtù di
ordine di esecuzione dei trattati (allora abrogabili con la legge ordinaria)
• Sent. 236/1976 → leggi interne incompa bili sono cos tuzionalmente illegi me (art.11) e dunque
impugnabili soltanto davanti alla Corte costituzionale.
• Sent. 170/1984 → il giudice applica la norma comunitaria e disapplica la norma interna
incompatibile (anche successiva), salvo le tre seguenti eccezioni.
La Corte costituzionale interviene soltanto:
1. Se la legge statale pregiudica l’osservanza del trattato (lesione art.11 Cost.)
2. Se la norma comunitaria contrasta con i principi e diritti fondamentali della Costituzione ( contro
limiti alle limitazioni di sovranità ammessi dall’art.11 Cost.)
3. Se leggi (statali) e regionali sono impugnate in via principale (art.117, comma 1, Cost.)
CAP.7 LE BASI DELLA COSTITUZIONE E I
PRINCIPI FONDAMENTALI
SOMMARIO
1. Le basi della Costituzione
2. Il principio di eguaglianza
3. I diritti fondamentali
4. Le garanzie dei diritti fondamentali
5. I doveri inderogabili
6. La condizione giuridica dello straniero
7. Il ripudio della guerra e l’apertura alle organizzazioni internazionali

1) LE TRE BASI DELLA COSTITUZIONE


➢ PRINCIPIO LIBERALE → libertà
➢ PRINCIPIO DEMOCRATICO → democrazia
➢ PRINCIPIO SOCIALE → solidarietà
• Democrazia e solidarietà sono conseguenza e attuazione del principio liberale: il fine
complessivo è garantire a ciascuno il libero perseguimento del pieno sviluppo della propria
personalità.

PRINCIPIO LIBERALE O PERSONALISTA (libertà)


Vedi art.2 della Costituzione: “riconoscimento”(vengono presupposti come esistenti per se stessi) e
garanzia dei DIRITTI INVIOLABILI
Quali sono i diritti inviolabili?
• Sono quelli che la Costituzione definisce espressamente tali quindi → la libertà personale,
l’inviolabilità del domicilio, la libertà e segretezza della corrispondenza.
• Tutti i diritti garantiti (anche indirettamente!) dalla Costituzione, perché necessari per il pieno
sviluppo della personalità

DIRITTI E FORMAZIONI SOCIALI


• Sono garantiti sia al singolo che “ NELLE formazioni sociali” ove si svolge la sua personalità: non
direttamente “alle formazioni sociali”
• Le formazioni sociali non possono privare gli appartenenti dei loro diritti fondamentali, ma
possono limitare l’esercizio di questi ultimi con il consenso degli associati stessi.
ES. non devo professare un’altra religione se appartengo alla comunità cristiana.

ART.2 come clausola a fattispecie aperta?


Si riferirebbe anche a “valori di libertà” genericamente intesi: critiche
a) La rigidità della Costituzione
b) Il conflitto con gli interessi esplicitamente tutelati dalla Costituzione
c) L’aumento dei diritti non corrisponde all’incremento della sfera “totale” di libertà (diritti-doveri)
➢ I c.d nuovi diritti sono tutelabili attraverso l’interpretazione delle vigenti disposizioni
costituzionali.
PRINCIPIO DEMOCRATICO (democrazia) :
Vedi art.1 Costituzione→ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità
appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
• È fondata sul lavoro → escluse dis nzioni fondate su ragioni diverse dal lavoro ; il lavoro svolge
una funzione che concorre al progresso materiale o spirituale della società
• La sovranità appartiene al popolo: è espressa dal popolo attraverso il corpo elettorale,
formato da quei cittadini cui spetta il diritto di voto.
• Non è illimitata: ci sono limiti formali → poiché deve esprimersi secondo procedimen
espressi dalla Costituzione, e limiti sostanziali → non può disporre in contrasto con la
Costituzione.

PRINCIPIO SOCIALE (solidarietà)


Vedi art. 4 →La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Vedi art. 3, comma 2 →E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
a) Lavoro: diritto e dovere
b) Doveri inderogabili di solidarietà (rinvio)
c) Azione dei poteri pubblici sulle disparità sociali (per consentire a tutti di godere in fatto dei benefici
della vita associata) → rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il
pieno sviluppo della persona. ES. Borse di studio per chi non ha disponibilità monetaria.

2) PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA
Vedi la dichiarazione francese dei diritti dell’uomo (1789) → gli uomini nascono liberi e uguali nei diritti; le
distinzioni sociali possono essere fondate soltanto sull’utilità comune. (diritto naturale)
Vedi art.3 → Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
• Il fondamento dell’eguaglianza è la pari dignità sociale (divieto di riconoscimento dei titoli nobiliari)

EGUAGLIANZA IN SENSO FORMALE


In senso negativo: la legge deve avere uguale efficacia per tutti quindi nessuno può essere dispensato, in
virtù di una presunta superiorità sociale, dall’obbligo di osservarla. La legge deve disciplinare stesse
situazioni nello stesso modo o simile
Obbligo di razionalità della legge → non deve procedere arbitrariamente, ma fondandosi sui principi
razionali dell’ordinamento
Parità di trattamento davanti alla legge: parità di chances e vincolo per la legge (generalità ed astrattezza:
eguaglianza nei contenuti e nei destinatari)
Criterio operativo nel dettare le norme giuridiche: divieto di discriminazioni fondate su parametri indicati
dalla Costituzione (rinvio) e divieto di trattamenti irragionevolmente differenziati (salvo le deroghe
costituzionali esplicite)
DICREZIONALITÁ DEL LEGISLATORE
• Il sindacato costituzionale sulla ragionevolezza limita la discrezionalità del legislatore
• “La valutazione irrazionale della situazione di fatto” e l’errore nella scelta del cd. “tertium
comparationis”
• Il vizio eccessivo di potere legislativo
• Il bilanciamento tra i diversi valori e interessi costituzionali compresenti (flessibilità del giudizio di
costituzionalità)

ESPLICITI PARAMETRI COSTITUZIONALI DI UGUAGLIANZA


➢ Il principio (e il conseguente divieto di violazioni) è rafforzato in riferimento ad alcuni parametri
espressamente previsti
➢ Sesso (v. art. 51: parità tra uomo e donna)
➢ Razza (vedi leggi di attuazione)
➢ Lingua (v. art.6)
➢ Religione (ma vedi artt. 19,7 e 8)
➢ Opinioni politiche (ma vedi limiti ex art. 21,49,54,97, XII trans.)
➢ Condizioni personali e sociali (vedi Giur. Cost.)

EGUAGLIANZA SOSTANZIALE
• In senso positivo: eliminare i fattori (le cause) che determinano le disuguaglianze (non condurre alla
stessa condizione finale) (art.3, co. 2)
• Sia nei campi previsti dalla Costituzione (lavoro, salute, istruzione; v.artt. 4, 32,24) che in assenza di
specifiche disposizioni costituzionali
• Vedi le “azioni positive” ( che possono apparire in contrasto con il principio di eguaglianza in senso
formale.

3) DIRITTI FONDAMENTALI (diritti pubblici soggettivi)


Garantiscono gli “interessi” degli individui nei confronti delle pubbliche autorità
Si possono classificare in 3 gruppi:
1. Diritti di libertà (status libertatis) → pretese al non intervento in certi campi della vita o dell’attività
del cittadino.
2. Diritti sociali (status civitatis) → pretese a prestazioni positive dello Stato nei rapporti economici a
beneficio dei cittadini.
3. Diritti politici ( status activae civitatis) → pretese a determinare la volontà dello Stato nei rapporti
politici: diritti politici.

HANNO EFFICACIA ERGA OMNES?


• Il riconoscimento costituzionale dei diritti fondamentali obbliga anche il rapporto tra i cittadini
oltre che tra i cittadini e lo Stato?
• Influisce senz’altro anche nei rapporti interprivati → ma le pretese garan te verso i poteri pubblici
non si possono applicare nei confronti dei privati (vedi libertà religiosa e istituzioni confessionali,
oppure libertà politica e partiti politici)

4) LE GARANZIE DEI DIRITTI FONDAMENTALI


Si intendono le norme, o comunque i mezzi, diretti ad assicurarne l’osservanza.
Garanzie nazionali (dello Stato)
• 1) Rigidità della Costituzione: può essere modificata sono con un procedimento aggravato rispetto
a quello delle altre leggi. Sindacato di costituzionalità→ controlla che la modifica delle leggi
costituzionali rispetta i diritti fondamentali.
• 2) Riserva di legge (assoluta, relativa, rinforzata ) : la Costituzione stabilisce che solo con legge
formale si possono apportare limitazioni a un diritto fondamentale.
• 3) Riserva di giurisdizione: la Costituzione aggiunge che solo al potere giudiziario spetta di decidere
se, nel caso concreto, la norma imitatrice debba essere applicata.

Garanzie internazionali
• Dichiarazioni internazionali (ONU)
• Convenzione europea dei diritti dell’uomo e Corte europea dei diritti dell’uomo (condanna dello
Stato ed equa riparazione per la parte lesa)
• Carta di Nizza (stesso valore dei Trattati UE) e “tradizioni costituzionali comuni” degli Stati della
U.E (art. 6. 2 TUE), e Corte di giustizia dell’Unione Europea.

5) I DOVERI INDEROGABILI
Vedi art. 2 →La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Alcuni doveri sono previsti espressamente:
➢ Politica: difesa della Patria (art.52)
➢ Economia: concorrere alle spese pubbliche (art.53)
➢ Sociale: fedeltà alla Repubblica e osservanza della Costituzione e delle leggi (art.54)
➢ Dovere al lavoro (art.4)
➢ Dovere dei genitori verso i figli (art.30)
➢ Dovere di parità tra i coniugi (art.29)
➢ Obbligo di istruzione (art.34)
➢ Trattamenti sanitari obbligatori (art.32)
➢ Dovere civico di voto (art.48)
➢ Doveri delle imprese verso i lavoratori e in particolare verso le donne ( art.36 e 37)

6) LA CONDIZIONE GIURIDICA DELLO STRANIERO


 Art.10 Cost. → L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale
generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in
conformità delle norme e dei trattati internazionali
• Art.3 Cost.→ il principio di eguaglianza si applica anche allo straniero (salvo che la situazione
peculiare non giustifichi una differenza di trattamento) ; così Corte cost. e la legislazione vigente.
➢ Diritti fondamentali → garan dalla Cos tuzione a tutti gli stranieri,
➢ Diritti riconosciuti dalla Costituzione al cittadino (eccetto quelli politici) → vanno regola dalla
legge secondo l’art. 3 e l’art. 10 Cost. (così il testo unico sullo straniero).
➢ Diritti politici→ attribuiti al cittadino, salvo possibili estensioni allo straniero.
DIRITTO DI ASILO
• Se allo straniero sia impedito nel suo paese l’esercizio effettivo delle libertà democratiche
garantite dalla Costituzione (art.10): sino agli anni Ottanta limitato ai Paesi dell’Europa dell’Est.
Situazione del Comunismo crollato nel 1989.
• L’esagerata ampiezza di questa disposizione è stata ridotta, esigendo che presupposto di questo
diritto sia la condizione di RIFUGIATO, la quale implica che il richiedente abbia fondato timore di
essere perseguitato dal Paese
• Accordo di Dublino→ il Paese di prima accoglienza deve accogliere lo straniero.

ESTRADIZIONE
• Consegna ad altro Stato una persona che si trova nel nostro Stato e che è imputata o condannata
secondo le leggi di quello Stato
• Art. 10 Cost. estende agli stranieri il divieto di estradizione per reati politici (che è previsto per i
cittadini dall’art.26, comma 2, Cost., che consente l’estradizione solo se è prevista espressamente
da convenzioni internazionali), salvo che per delitti di genocidio.
7) RIPUDIO DELLA GUERRA
• Divieto della guerra di aggressione e di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 Cost.)
• È consentita la guerra di difesa, sia della nostra libertà che di altri popoli
• Circa le controversie internazionali, se l’altra parte ricorre a strumenti non pacifici, lo stesso deve
ritenersi consentito.

8) ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
• Art.11 : l’Italia consente alla “limitazioni di sovranità” necessarie per un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le Nazioni” e in condizioni di parità con gli altri Stati.
• Promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo
• Lo scopo va verificato in concreto

LIMITAZIONI DI SOVRANITÁ
• Non rinunce, ma limitazioni liberamente consentite dal nostro Stato
• Mediante obblighi assunti in via internazionale (pattizia)
• Possono consistere anche in deroghe alla Costituzione

PRINCIPIO DI PARITÁ
• Non consiste in assoluta reciprocità di diritti e di doveri con gli altri Stati aderenti
all’organizzazione internazionale.
• Ma, più limitatamente (vedi ONU e UE)
• 1) eguale soggezione al diritto internazionale
• 2) eguale inviolabilità dell’integrità e dell’indipendenza politica
• 3) eguale non soggezione ad un potere esterno.
CAP.8 I DIRITTI DI LIBERTÁ
Il primo gruppo di diritti fondamentali è costituito dei diritti di libertà. Essi hanno come:
• Oggetto→ una certa esplicazione della personalità connessa con lo sviluppo di quest’ultima (v. art
2 Cost.)
• Contenuto→ disciplina giuridica volta a garantire che questa esplicazione sia libera, salvo i limiti
derivanti direttamente o indirettamente dalla Costituzione (cioè le specifiche garanzie)
• Elemento essenziale→ potere di opporsi a illegittime intromissioni dell’autorità pubblica nella
sfera protetta.
DIRITTO GENERALE DI LIBERTÁ
• Oggetto→ libertà di fare ciò che la legge non vieta
• Contenuto→ sussiste il principio di legalità degli atti amministrativi (v. artt. 23 e 97) e vi è
l’annullamento o la disapplicazione degli atti amministrativi illegittimi da parte dei giudici che
sono soggetti soltanto alla legge (art. 113, e 112, comma 2)
• Si può impugnare l’atto della P.a. che impedisce di compiere atti non vietati dalla legge, e dunque si
ha il diritto di compierli.
CLASSIFICAZIONE DEI DIRITTI DI LIBERTÁ
1) Libertà anche morale di disporre della propria persona
✓ Libertà personale (art.13)
✓ Libertà di circolazione e soggiorno (art.16)
✓ Inviolabilità del domicilio (art.14)
2) Libertà di formare i propri convincimenti
✓ Libertà di religione (art.19)
✓ Libertà di manifestazione del pensiero (art.21)
✓ Libertà di riservatezza delle comunicazioni (art.15)
3) Libertà che presuppongono entrambi gli aspetti
✓ Libertà di riunione (art.17)
✓ Libertà di associazione (art.18)

LIBERTÁ PERSONALE
Art. 13
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra
restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi
previsti dalla legge
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l'autorità di pubblica
sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore
all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e
restano privi di ogni effetto.
E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
• OGGETTO→ libertà di disporre del proprio essere fisico, comunque senza obblighi idonei a
sottoporre la persona, anche mediante una limitazione della libertà morale, al potere pubblico
(come le misure di prevenzione, cioè gli obblighi imposti alle persone sottoposte a sorveglianza
speciale: obbligo di fissare la dimora, di non associarsi con certe persone, di non partecipare a
riunioni pubbliche)
• CONTENUTO→ Riserva assoluta di legge e riserva rafforzata di giurisdizione: solo la legge e gli atti
normativi equiparati ad essa possono stabilire i casi e i modi di restrizione di questa libertà; e solo i
giudici possono applicare, con atto motivato, la legge, disponendo una restrizione.
• ECCEZIONE→ in casi straordinari di necessità e urgenza (arresto in flagranza e fermo degli indiziati
di reato) l’autorità di pubblica sicurezza può intervenire senza autorizzazione dell’autorità
giudiziaria; ma con obbligo di comunicazione entro 48h. e successivo intervento di convalida entro
altre 48 h. (per valutazione delle prove raccolte). Se non convalidati, gli atti vengono revocati e
restano privi di ogni effetto.
• Divieto della VIOLENZA FISICA E MORALE nei confronti dei detenuti.
• I limiti massimi della CARCERAZIONE PREVENTIVA sono stabiliti con legge (custodia cautelare:
massimo sei anni)
• Art.111 prevede la ricorribilità per motivi di illegittimità: tutti i provvedimenti restrittivi della
libertà personale (salvo eventualmente sentenze dei tribunali militari in caso di guerra) sono
ricorribili in Cassazione per violazione di legge; si è aggiunto il riesame al cd. Tribunale della libertà
(del capoluogo di provincia).
• Garantita a TUTTI

LIBERTÁ DI CIRCOLAZIONE E DI SOGGIORNO


Art.16
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le
limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può
essere determinata da ragioni politiche.
• OGGETTO→ libertà di muovermi e di scegliere il luogo dove vivere e lavorare.
• CONTENUTO→ la legge può limitare la libertà di circolazione e di soggiorno solo “in via generale”e
solo per motivi di sanità e di sicurezza, esclusa ogni ragione politica (riserva di legge rafforzata);
possono disporre anche fonti subordinate alla legge come i regolamenti (riserva di legge relativa),
NON c’è riserva giurisdizionale. L’articolo 120 vieta alle Regioni di limitare il diritto al lavoro in
qualunque parte del territorio nazionale, e il diritto di uscire dal territorio della Repubblica e di
rientrarvi

RAPPORTO CON L’ART. 13


• Libertà personale: da provvedimenti coercitivi o misure obbligatorie che hanno il fine di sottoporre
la persona al controllo da parte dell’autorità
• Libertà di circolazione e soggiorno: da provvedimenti che limitano la libertà di spostamento nel
territorio, senza assoggettare la persona al controllo dell’autorità.
• SOGGETTI→ libertà personale è garantita a tutti,mentre la libertà di circolazione ai CITTADINI.
• GARANZIE→ libertà personale mediante riserva di legge assoluta (e rinforzata) e riserva di
giurisdizione; libertà di circolazione mediante riserva di legge relativa (e rinforzata) e senza riserve
di giurisdizione.

LIBERTÁ DI ESPATRIO, RIMPATRIO E EMIGRAZIONE


Art. 35, comma 4 → Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge
nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.
• Libertà di espatrio e di rimpatrio salvo gli obblighi di legge (obblighi familiari, militari, giustizia, e il
passaporto)
• Diritto di circolazione e di stabilimento negli Stati U.E (Trattato U.E)
• La libertà di emigrazione (svantaggiata sotto il fascismo) è garantita salvo gli obblighi stabiliti dalla
legge nell’interesse generale.

INVIOLABILITÁ DEL DOMICILIO


Art. 14 →Il domicilio è inviolabile.
Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge
secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.
Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono
regolati da leggi speciali.
• OGGETTO → Lo spazio esclusivo, isolato dall’esterno, nel quale si svolge la propria vita al riparo
da intromissioni esterne, comprese quelle della forza pubblica. (pubbliche o private) ES. anche
stanza di un albergo. Spazio LEGITTIMAMENTE detenuto e adibito alla vita privata e professionale.
(diverso da quello civilistico)
• CONTENUTO→ non si possono eseguire ispezioni, perquisizioni o sequestri se non nei casi e modi
stabiliti dalla legge secondo le stesse garanzie previste per la libertà personale (rinvio)
• DEROGA→ leggi speciali possono consentire ispezioni o accertamenti per motivi di sanità o
incolumità pubblica o a fini economici e fiscali (senza rispettare dunque le stesse garanzie della
libertà personale).

LIBERTÁ DI RELIGIONE
Art. 19 →Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma,
individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si
tratti di riti contrari al buon costume
• OGGETTO→ LIBERTÁ DI RELIGIONE → convinzione non basata su convinzioni razionali, vincolo
dell’uomo con divinità trascendente, proselitismo, rapporto di unione tra gli associati, culto
mediante riti.
Alta interpretazione: religione come convinzione assoluta, anche non legata al rapporto con
divinità: ateismo (vedi Corte costituzionale)
L’art.19 sembra riferirsi alla prima concezione.
➢ Si riferisce alla LIBERTÁ DI COSCIENZA→ libertà di formare e professare (e quindi
comunicare) liberamente i propri convincimenti
➢ È il cardine delle libertà insieme alla libertà personale
➢ È tutelata in particolare attraverso la libertà di religione
• CONTENUTO→ Diritto di professare la religione, in qualsiasi forma, individuale o associata. Diritto
di esercitarne il culto, in privato o in pubblico, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
• LIMITI RELATIVI AI RITI→ espressamente, quello del buon costume (comune senso del pudore).
Implicitamente, quello dell’ ordine pubblico (che, mediante atti, mettono in serio ed imminente
pericolo lo stato materiale di pace ed ordine nella strada) ù
• Venuta meno la particolare rilevanza penale della religione cattolica (o della cd. Religione si Stato)
rispetto ad altri culti (vilipendio etc.) → l’art.1 proclamava la religione ca olica romana quale unica
religione dello Stato, mentre gli altri erano “culti tollerati”; ne derivava una protezione maggiore
che trovava espressione in numerose norme del codice penale.
• Problema del giuramento→ sos tuito con dichiarazioni che non si riferiscono alla divinità ed alla
religione.
• OBIEZIONE DI COSCIENZA → diritto di essere esentati dal compimento di atti contrari alle proprie
convinzioni religiose, o equiparabili a queste. Se non pretestuosa è accolta (obblighi militari,
personale sanitario che non intende prendere parte alle pratiche abortive, procreazione
medicalmente assistita, sperimentazione sugli animali)

ART.7: RELIGIONE CATTOLICA


Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.
Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione
costituzionale
• I rapporto fra Stato e Chiesa sono disciplinati dai Patti Lateranensi stipulati l’11 febbraio 1929→
rapporti internazionali (è un ordinamento esterno allo Stato)
• Principio concordatario→ le modifiche dei pa bilateralmente acce ate non richiedono
procedimento di revisione costituzionale e possono quindi derogare; la deroga è ammissibile,
salve però le norme che esprimono principi costituzionali supremi (i principi fondamentali ed i
diritti inviolabili)
• 1984: ACCORDO DI MODIFICAZIONE DEL CONCORDATO→ il regime del 1929 aveva assicurato alla
Chiesa cattolica una serie di privilegi, che dovevano consentirle di sopravvivere in un regime
totalitario; con questa modifica sono venuti meno alcuni privilegi e le assicura il godimento delle
libertà garantite da un ordinamento democratico.
➢ Libertà della scuola privata
➢ Nuova disciplina del matrimonio concordatario
➢ Insegnamento della religione cattolica non obbligatorio

ART.8: RELIGIONI ACATTOLICHE


Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in
quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
• Rapporti disciplinati con legge previa intesa con le rispettive rappresentanze: non sono accordi
internazionali (la Chiesa cattolica si) , ma convenzioni di diritto interno secondo i principi dell’art.8
• Eguale libertà alla legge e diritto di organizzarsi secondo i propri principi purchè non contrastanti
con l’ordinamento giuridico italiano.
• Leggi atipiche→ non sono derogabili da una legge successiva indipendente dall’intesa, ma possono
non derogare alcuna norma costituzionale.
• CULTI AMMESSI → ri non contrari all’ordine pubblico e al buon costume. Può avvenire che non
costituisca una formazione sociale organizzata o non si riesca a raggiungere un’intesa per regolare i
suoi rapporti con lo Stato.
In questi casi rimangono in vigore le disposizioni della legge 1150/1929.
ART.20 DIVIETO DI DISCRIMINAZIONI COLLEGATE ALLA RELIGIONE
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere
causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità
giuridica e ogni forma di attività
• Divieto di trattamento deteriore (anche di carattere fiscale) che sia motivato dal carattere
ecclesiastico o dal fine di religione o di un culto dell’associazione
• Si ricorda la legislazione cd. Eversiva del Regno d’ Italia
• Circa la costituzione, la capacità giuridica, ogni forma di attività: sono invece ammesse forme di
“promozione”?
• Principio di laicità (principio supremo secondo la Corte Costituzionale)→ non è indifferenza, ma
considerazione come libertà di coscienza, soprattutto rispetto alle forme più diffuse (vedi
Crocifisso)

LIBERTÁ DI MANIFESTAZIONE DEL PROPRIO PENSIERO


Art.21→ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni
altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i
quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge
stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità
giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che
devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa
non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della
stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon
costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
• OGGETTO→ manifestazione, comunicazione al pubblico del proprio pensiero, inteso come
opinione criticamente valutabile e non come espressione inarticolata degli stati d’animo. È
escluso il pensiero soggettivamente falso (reato di falso) cioè non ritenuto corrispondente a
realtà da chi li manifesta (menzogna, falso, ingiuria)
• CONTENUTO→ libera manifestazione in pubblico del pensiero proprio “con la parole, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione”: opinione criticamente valutabile
Disciplina legislativa dell’uso dei mezzi di diffusione del pensiero, per renderne consentito l’uso
più largo possibile in condizioni di eguaglianza (vedi radio-tv; commissione parlamentare di
vigilanza e Autorità per le garanzie nelle comunicazioni→ impedisce la formazione di posizioni
dominanti, ponendo limiti alla diffusione dei programmi e ai conseguenti ricavi)
LIMITI
• Unico esplicitato → BUON COSTUME
• Altri impliciti, derivanti da interessi costituzionalmente protetti:
➢ ONORE (art.3: pari dignità sociale) → norme sull’ingiuria, diffamazione, calunnia,
limitazione del diritto di cronaca, vilipendio
➢ RISERVATEZZA (art.13, 14, 15 etc.)→ protezione dei dati personali e cd. Sensibili: Autorità
per la privacy e normativa europea
➢ I SEGRETI A TUTELA DI INTERESSI COSTITUZIONALI:
✓ Il pensiero proprio inteso come esclusivo e dunque appartenente solo a
determinati soggetti: segreto industriale, professionale, etc.
✓ Ragioni di giustizia: segreto istruttorio
✓ Sicurezza dello Stato: segreto di Stato (l. 124/2007) e funzioni del Presidente del
Consiglio.
➢ ORDINE PUBBLICO (stato attuale di pace e di ordine): manifestazioni del pensiero che lo
mettano in immediato e serio pericolo (non soltanto potenzialmente), come apologia di
delitto, istigazione a delinquere, diffusione di notizie false e tendenziose.

LIBERTÁ DI STAMPA (Art. 21)

• Limitabile se viola i limiti posti dalla Costituzione (o dalla legge in sua attuazione), con
accertamento da parte dell’autorità giudiziaria.
• Divieto di autorizzazione (controllo preventivo) o censura (approvazione successiva)
• Disciplina rigorosa del sequestro preventivo (rispetto alla diffusione) prima dell’accertamento
giudiziario: riserva di legge rinforzata (solo per delitto e mancata indicazione del responsabile) e
riserva di giurisdizione, derogabile solo in via di assoluta urgenza per la stampa periodica
(mediante ufficiali di p.g., con denunzia entro 24h e successiva convalida entro 24h)

FINANZIAMENTI, TRASPARENZA E LIBERTÁ DI INFORMAZIONE


• La legge può stabilire di rendere noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica→ disciplina
antitrust, limiti alla tiratura dei giornali, delle concessioni radiotelevisive, delle risorse (SIC)
• Obblighi di trasparenza→ responsabilità dell’autore, editore, stampatore, direttore responsabile
• Libertà di informazione→ comunicazione di no zie per accrescere la conoscenza dei sogge
informati (obbligo relativo all’accertamento dei fatti)
• Diritti di informazione e obbligo di informazione→ limita dagli interessi fondamentali della vita
individuale ed associata (sicurezza dello Stato, giustizia, riservatezza, etc.)
• Esiste un principio generale di pubblicità?

LIBERTÁ E SEGRETEZZA DELLE COMUNICAZIONI


Art.15 →La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono
inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite
dalla legge.
• OGGETTO→ Attività comunicativa privata indirizzata a destinatari determinati e quindi
confidenziale
• CONTENUTO→ libertà di inviare e di ricevere comunicazioni private senza interferenze pubbliche
o private, non autorizzate dall’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge (protezione
superiore a quella prevista per la libertà personale!)
RISERVA DI LEGGE E RISERVA DI GIURISDIZIONE (“atto motivato”) non derogabile neppure
provvisoriamente dalle autorità amministrative (v. però il fermo postale e la sospensione
dell’inoltro della corrispondenza da parte degli ufficiali di p.g ex art. 254 e 353 c.p.p.)
• Garantita a TUTTI(salvo specifiche limitazioni, detenuti etc.)
LIBERTÁ DI RIUNIONE
Art. 17
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per
comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
• OGGETTO→ riunione (compresenza di più persone nel medesimo luogo per un filo comune, e
quindi diversa dall’assembramento occasionale) che si svolge in modo pacifico (senza turbare
l’ordine pubblico) e senz’armi (anche “improprie”): condizioni generali, se non sussistono la
riunione può essere sciolta.
➢ In un luogo privato (su invito)
➢ In luogo aperto al pubblico (con accesso libero o condizionato non a valutazioni personali)
➢ In luogo pubblico (ad uso pubblico)
• CONTENUTO
➢ Se in luogo privato ed aperto al pubblico→ senza alcun preavviso a nessuna autorità
➢ Se in un luogo pubblico→ con preavviso (da parte dei promotori e non degli oratori)
all’autorità (di p.s., il questore) che può vietarla (non è un’autorizzazione, perché è un
diritto costituzionalmente garantito) per comprovati motivi di sicurezza ed incolumità
pubblica.
➢ La riunione in luogo pubblico senza preavviso: di per sé non può essere sciolta, salva la
responsabilità dei promotori (Corte cost.)
• Libertà garantita ai CITTADINI

LIBERTÁ DI ASSOCIAZIONE
Art.18→ I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono
vietati ai singoli dalla legge penale.
Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante
organizzazioni di carattere militare.
• OGGETTO→ assumere un vincolo giuridico con altri soggetti per collaborare, secondo regole
determinate, al perseguimento di un fine comune: costituire un’associazione.
• ELEMENTI DELL’ASSOCIAZIONE
➢ Pluralità di persone
➢ Lo statuto con la regolazione dei comportamenti degli associati e la predisposizione di
un’organizzazione
➢ Non è richiesta la compresenza fisica
• CONTENUTO→ libertà di costituzione e di partecipazione (e di non partecipazione e quindi di
recesso; salvo associazioni obbligatorie, come gli ordini professionali) senza autorizzazione e per fini
che non sono vietati al singolo dalla legge penale
• Sono perseguibili in forma associata tutti i FINI che la legge penale non vieta di perseguire in forma
individuale, non sono genericamente vietate le associazioni che perseguono fini illeciti.
• Sono vietate le ASSOCIAZIONI SOVVERSIVE (un'associazione sovversiva è un gruppo che si prefigge
di stravolgere, anche con l'uso della violenza, l'ordine politico e sociale di uno Stato) , perché la
stessa attività è penalmente vietata al singolo (vedi il caso particolare dei reati di “mafia”)
• Il legislatore può vietare un’associazione, se manca una norma che vieta penalmente quell’attività
al singolo: ciò al fine della protezione delle minoranza.
• Libertà garantita ai CITTADINI

ASSOCIAZIONI VIETATE
Due soli limiti specifici :
➢ ASSOCIAZIONI SEGRETE (v. l. n.17 del 1982: occultando la loro esistenza o i loro soci, interferiscono
sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, amministrazioni ed enti pubblici o servizi
pubblici essenziali per sviarne il regolare funzionamento: ma la segretezza riguarda il modo
clandestino di essere e di operare, non tanto la finalità)
➢ Associazioni che perseguono, anche indirettamente scopi politici mediante ORGANIZZAZIONI DI
CARATTERE MILITARE (d.lgs. n.43 del 1948: ordinamento gerarchico di tipo militare degli associati
ed organizzazione atta ad azioni di violenza e minaccia, anche in modo collettivo)

CAP.9 I PRESUPPOSTI E GLI ISTITUTI DI


GARANZIA DEI DIRITTI
SOMMARIO
1. Capacità giuridica, cittadinanza e nome
2. Principio di legalità delle prestazioni personali e patrimoniali
3. Diritti di azione e difesa in giudizio
4. Fonti e principi del diritto penale
5. Responsabilità dei pubblici dipendenti
CAPACITÁ GIURIDICA, CITTADINANZA, NOME
Art.22 →Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del
nome
• La capacità giuridica, la cittadinanza ed il nome non possono essere sottratte (o limitata, nel caso
della capacità giuridica, altrimenti coinciderebbe con la tutela della personalità, che è già protetta
dall’art.2 Costituzione) per motivi politici (vedi i regimi autoritari)
• Non solo per l’espressione delle opinioni politiche, ma per qualsiasi attività politica compiuta e per
le ragioni che giustificano il provvedimento pubblico.

PRINCIPIO DELLA LEGALITÁ DELLE PRESTAZIONI PERSONALI E PATRIMONIALI


Art.23→ Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.
• Tutte le prestazioni possono essere imposte solo in base alla legge ( lo Statuto solo quelle
tributarie).
• Prestazioni personali imposte: comportamenti di contenuto positivo, cui un soggetto privato è
costretto da un altro dell’autorità pubblica.
• In quanto collegate alle libertà del lavoro e dell’iniziativa economica provata, sono ammesse solo
se giustificate da esigenze di rilievo costituzionali: “fini imposti o promossi” dalla Costituzione
(difesa del gruppo sociale, buon funzionamento, istruzione)
• Prestazioni patrimoniali imposte: tributi (v. art. 53 Costi.; i prelievi di ricchezza effettuati dal potere
pubblico o le tariffe di servizi pubblici in monopolio anche richiesti volontariamente.
GARANZIA
• Riserva relativa di legge: alla legge spetta determinare l’oggetto, l’evento al cui verificarsi sorge
l’obbligo, soggetti passivi, criteri direttivi limitativi della discrezionalità dell’ente che può, entro tali
limiti, stabilirne l’entità
• Ammessi, in questi limiti, gli atti subordinati alla legge (regolamenti)
DIRITTI DI AZIONE E DI DIFESA IN GIUDIZIO
Art.24→ Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni
giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.
• Diritto di agire per fare valere i propri diritti e interessi legittimi, e diritto inviolabile di difendersi
in giudizio (davanti ad un giudice imparziale e certo) in ogni stato e grado del procedimento
• Diritti soggettivi: potere di agire per la tutela di un proprio interesse direttamente protetto da una
norma (nell’ambito di un rapporto in cui ad un diritto corrisponde un obbligo)
• Interessi legittimi: pretesa che il potere autoritativo (della P.A. ) sia esercitato in conformità alla
legge, per la tutela di un proprio interesse leso dall’atto (o dall’omissione) illegittimi della P.A.
• Oppositivi o pretensivi: si chiede l’annullamento dell’atto illegittimo o l’adozione dell’atto che è
stato illegittimamente omesso, in quanto è stata violata una norma che la P.A. doveva osservare
(nell’ambito di un rapporto tra un soggetto e la P.A.)

➢ LE CONSEGUENZE SULLE FORMA DI TUTELA GIURISDIZIONALE


• La tutela degli interessi legittimi: giudice amministrativo (TAR e Consiglio di Stato), annullamento
• La tutela dei diritti soggettivi: giudice ordinario, disapplicazione
• È consentita la giurisdizione esclusiva, se prevista dalla legge (ai giudici amministrativi sia la tutela
degli interessi legittimi, che dei diritti soggettivi)

➢ DIRITTI DI DIFESA E DI AZIONE, E GIUSTO PROCESSO


• Diritto inviolabile in ogni grado e stato del procedimento (anche la fase istruttoria)
• Giusto processo ex. Art. 111: regolato dalla legge per concludersi in tempi ragionevoli
• Due garanzie ulteriori
1. Gratuito patrocinio per i non abbienti (eliminare gli ostacoli economico-sociali che
pregiudicano l’effettivo esercizio dei diritti di azione e di difesa) collegato all’eguaglianza
sostanziale ex art.3, comma 2, Cost.)
2. Riparazione degli errori giudiziari (se assoluzione in sede di revisione penale)→ vale
quando in una situazione particolarissima, ES. la persona è condannata penalmente ma il
magistrato ha voluto dolosamente imputare la condanna anche se la persona è
innocente→ risarcimento monetario

➢ CONTROLLO GIURISDIZIONALE DEGLI ATTI DELLA P.A (ART.113)


• Il diritto di azione e di difesa richiedono il controllo dei giudici su tutti gli atti della P.A.
• Cancellati gli atti amministrativi insindacabili, eccetto quelli “emanati dal Governo nell’esercizio del
potere politico”, e quelli, immediatamente esecutivi della Costituzione e soggetti solo a
quest’ultima, adottati dagli altri organi costituzionali (Camere, P.d.R., e Corte costituzionale):
controllabili solo dalla Corte costituzionale

FONTI E PRINCIPI DEL DIRITTO PENALE


Art.25, commi 2 e 3→ Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore
prima del fatto commesso.
Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge.
Art. 26→L'estradizione del cittadino può essere consentita soltanto ove sia espressamente prevista dalle
convenzioni internazionali.
Non può in alcun caso essere ammessa per reati politici
Art. 27→ La responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.
• Art.25, comma 2→ Legalità delle pene (anche delle misure di sicurezza e di prevenzione), e
irretroattività della legge penale
1. Legge penale (in senso formale) deve provenire dal Parlamento: custode della libertà
2. Irretroattività della legge penale: un comportamento, oggi lecito o punito con una
determinata pena, non può essere considerato reato o punito più severamente da una
legge futura: tutela della libertà e la sicurezza del cittadino.
3. Applicazione delle legge penale successiva più favorevole: favorisce la libertà e la
sicurezza

➢ ALTRI PRINCIPI IN MATERIA PENALE (ART 27)


• Art. 27, c.1 → Responsabilità penale è personale e non può essere né collettiva, né oggettiva, cioè
senza colpa; ignoranza della legge è giustificata se assoluta oscurità del testo legislativo (Corte cost.
sent. 364/1988)
• Art. 27 c.2→ Presunzione di non colpevolezza (e non innocenza): vietata l’anticipazione della pena,
ovvero, prima della sentenza irrevocabile, applicare all’imputato il trattamento equivalente a
quello di chi è giudicato definitivamente colpevole
• Art. 27, c. 3→ Pene non contrarie al senso di umanità (divieto di pena di morte, ma ammesso
l’ergastolo) e rivolte alla rieducazione del condannato (anche funzione preventiva, retributiva e di
difesa sociale: polifunzionalità della pena)

➢ ESTRADIZIONE (ART.26)
• Consegna, da parte dello Stato ad uno Stato straniero, di un soggetto accusato o condannato per
processarlo o eseguire la condanna.
• Per i cittadini→ solo se è prevista espressamente da una convenzione internazionale ed è esclusa
per i delitti politici (oggettivamente e soggettivamente: v. art. 8 c.p.), salvo il genocidio
• Per gli stranieri→ stesse condizioni, ma non è prevista la garanzia del trattato
• Vietata se c’è la possibile applicazione della pena di morte o sottoposizione del condannato a atti
lesivi dei diritti fondamentali
• Il reato deve essere previsto in entrambi gli ordinamenti; non può essere relativa a fattori
anteriori a quello cui si riferisce: principio di specialità

RESPONSABILITÁ PERSONALE DEI PUBBLICI DIPENDENTI


Art. 28 →I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo
le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti.
In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici
• Per gli atti lesivi dei diritti: responsabilità penale, civile e amministrativa dei pubblici dipendenti
(Stato e enti pubblici)
• Massima garanzia per i cittadini: degli atti lesivi dei diritti soggettivi e dagli interessi legittimi la
responsabilità civile grava sia sull’amministrazione che sui pubblici dipendenti
• Si può agire contro l’amministrazione, il pubblico dipendente, o contro entrambi (responsabilità
diretta e solidale)
Leggi penali, civili ed amministrative (leggi in senso lato): discrezionalità della legge (vedi la
limitazione al dolo e alla colpa grave)

CAP. 10 I RAPPORTI ETICO SOCIALI


SOMMARIO
1. La famiglia
2. L’istruzione
3. La salute

LA FAMIGLIA (art.29-31)
Art.29→ La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a
garanzia dell'unità familiare.
• Riconoscimento (come se esistesse prima della Repubblica) dei diritti della famiglia come società
naturale fondata sul matrimonio.
• NON è un SOGGETTO DI DIRITTO naturale, né titolare di diritti di cui si prenderebbe semplicemente
atto.
• È una formazione sociale che gli individui tendono “naturalmente” a formare
• Ha proprie ESIGENZE (e dunque non è titolare di veri e proprio “diritti”) che possono limitare le
libertà individuali dei componenti, e giustificano l’intervento promozionale delle pubbliche autorità
(v. favor familiae)

I PRINCIPI COSTITUZIONALI SULLA FAMIGLIA


• Art.29, comma 2.
• EGUAGLIANZA→ i coniugi sono messi in una condizione di eguaglianza morale e giuridica (legge
151/1975), prima privilegiava il marito rispetto alla moglie (disciplina del 1942)
• “UNITÁ FAMILIARE” → causa di possibili limitazioni alla condizione di parità (cognome,
cittadinanza, residenza, indirizzo della vita familiare)

MATRIMONIO E FAMIGLIA
• Fondata sul matrimonio→ unione giuridicamente rilevante tra persone di sesso diverso
• Non sono oggetto di diretta garanzia costituzionale (non hanno una diretta garanzia) le unioni tra
persone dello stesso sesso, ma in quanto FORMAZIONI SOCIALI (art.2), le unioni diverse dal
matrimonio sono rimesse alla disciplina del legislatore.
➢ LEGGE N.76/2016
✓ UNIONI CIVILI → cos tuite da persone maggiorenni dello stesso sesso mediante una
dichiarazione effettuata davanti all’ufficiale dello stato civile: estensione di gran parte della
disciplina del codice civile sulla famiglia fondata sul matrimonio
✓ CONVIVENZE DI FATTO REGISTRATE→ cos tuite da due persone maggiorenni dello stesso
sesso o di sesso diverso che si registrano presso l’anagrafe comunale: rapporti giuridici di
solidarietà. ES. se non c’è questa “convivenza di fatto” non posso ricevere informazioni
all’ospedale se l’altra persona sta male.
I FIGLI
Art.30 → E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del
matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti
dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.
• Posizione dei figli rispetto ai genitori→ diri e doveri dei genitori di mantenerli (fino a quando non
hanno la capacità di inserirsi nel mondo del lavoro)… etc.
• “Anche se nati fuori dal matrimonio”→ la Costituzione assicura ogni tutela giuridica e sociale (non
ci può essere discriminazione) COMPATIBILE con i diritti dei membri della famiglia legittima.
• Lo Stato non si sostituisce ai genitori, salvo incapacità o assenza

FAVOR FAMILIE
Art.31→ La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e
l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo
Art.36→Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in
ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi
Art.37→ La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al
lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare
e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il
diritto alla parità di retribuzione.
• Agevolazioni per la formazione della famiglia, e l’adempimento dei suoi compiti, specie se
“numerose” (art.31)
• Protezione della “maternità, infanzia, gioventù”
• Il salario deve essere “sufficiente ad assicurare alla famiglia una esistenza libera e dignitosa”
(art.36)
• Tutela della donna lavoratrice, considerata la sua “essenziale funzione familiare”, della madre e del
bambino (art.37)

L’ISTRUZIONE (art.33 e 34)1


Art.33→L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad
esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole
statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi
e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei
limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Art.34→ La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze,
che devono essere attribuite per concorso.

• Libertà dell’arte e della scienza e del loro insegnamento (comma 1)


• Non c’è cultura, né arte di Stato
• LIMITI→ gli stessi limiti della manifestazione del pensiero (escluso il buon costume, tranne che per
i minorenni) o, se si tratta di attività materiali, quelli posti a tutela di principi o interessi
costituzionali (ambiente)

PRINCIPIO LIBERALE E SOCIALE


• LIBERTÁ DELLA SCUOLA→ en o priva possono liberamente istituire scuole “senza oneri per lo
Stato”, piena libertà alle scuola paritarie e trattamento scolastico equipollente ai relativi allievi.
• PRINCIPIO SOCIALE→ lo Stato (a tutela degli studenti) detta le norme generali sull’istruzione (che
vincolano anche le scuola private) e istituisce scuole di ogni ordine e grado
• L’istruzione inferiore, di almeno otto anni, è obbligatoria
• Esame di Stato

IL DIRITTO ALLO STUDIO (PRINCIPIO LIBERALE E SOCIALE)


• La scuola è aperta a tutti
• DIRITTO ALLO STUDIO→ libertà di studiare secondo le proprie scelte
• IN SENSO SOCIALE→ diri o, per i capaci e meritevoli privi di mezzi, di ricevere interventi pubblici
per raggiungere i gradi più elevati degli studi.
• GRATUITÁ della scuola dell’obbligo

LA SALUTE (art.32)
Art.32→ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La
legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
• Diritto dell’individuo e interesse della collettività
• OGGETTO→ benessere psico-fisico individuale e quindi dell’intera collettività (evoluzione: dalla
salute in senso sanitario all’ambiente di vita sostenibile)
• CONTENUTO→ o enere le prestazioni necessarie per la salute individuale e anche il risarcimento
delle menomazioni subite→ ES. diri o al risarcimento dei danni alla salute recati ad un individuo in
un incidente stradale.
• Sono garantite le cure agli INDIGENTI (persone che non hanno le capacità economiche), altrimenti
pago il ticket (quota di compartecipazione)

TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI E DIRITTO DI RINUNCIARE ALLA CURA


• OBBLIGO di subire trattamenti sanitari per la tutela della salute della collettività (ES. vaccinazioni)
purché rispettino i limiti imposti dal rispetto della persona umana. (riserva di legge, interesse
collettivo)
• Dal diritto alla cura al DIRITTO DI RINUNCIARE alle cure→ esercitato mediante volontà attuale,
oppure mediante un “fiduciario” con apposito documento delle “dichiarazioni anticipate di
trattamento” circa la futura sottoposizione a trattamenti sanitari allorché si verifichino condizioni
patologiche di incapacità ed incoscienza (legge 219/2017)

PROBLEMI SPECIFICI
• Se il trattamento sanitario ha carattere coercitivo, limitando la libertà personale (art.13) è
necessario l’intervento del giudice, ma secondo la Corte Cost. solo se vi sono esigenze di ordine e
sicurezza pubblica
• Dal diritto all’autodeterminazione individuale alla volontaria rinuncia di trattamenti vitali sino al
“suicidio assistito”→ un individuo può chiedere ad un medico di suicidarlo? Devono esserci alcune
condizioni:
➢ Volontà assoluta del soggetto
➢ Patologie terminali
➢ Assistenza medica in fin di vita con cure palliative (meno sofferenza possibile)
• Corte Cost. ord. 207/2018 e sentenza 242/2019→ dichiara non penalmente rilevante il medico
che pratica il suicidio assistito in condizioni esplicitate.
CAP. 11 I RAPPORTI ECONOMICI
SOMMARIO
1. Il lavoro
2. L’assistenza e la previdenza sociale
3. L’iniziativa economica privata
4. La proprietà privata
5. Il paesaggio
6. Gli altri lineamenti della costituzione economica

IL LAVORO
Art.4 → La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
• Oggetto in connessione con l’art.1 → La Repubblica è fondata sul lavoro
• DIRITTO DI LIBERTÁ del singolo→ libertà di scelta del tipo e del modo di esercizio del lavoro
• DIRITTO SOCIALE→ come obbligo delle pubbliche autorità di “creare le condizioni per rendere effettivo
il diritto al lavoro”: Corte Cost.: non pretesa al posto di lavoro ed alla sua conservazione, ma generica
possibilità di avere accesso, se vi sono requisiti, ai posti disponibili ed obbligo generico per il
legislatore (Stato e soprattutto Regioni) di realizzare un ordinamento che renda effettivo questo diritto,
attraverso l’adozione di concrete ed idonee misure per l’assicurazione dell’occupazione e l’erogazione
dei posti di lavoro.
• DOVERE AL LAVORO→ “qualsiasi a vità che concorra al progresso materiale e spirituale della società”

LE FORME DI TUTELA DEL LAVORO


• Tutela del lavoro in tutte le sue forme→ lavoro subordinato o autonomo (art.35)
• Durata massima della giornata lavorativa e livello minimo di età del lavoro salariato→ riserva di
legge (art. 36 ss.)
• Diritto al riposo e alle ferie (diritto non rinunziabile)
• Determinazione della retribuzione e delle condizioni di lavoro: autonomia collettiva (cioè ai
sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro)
• Libertà della contrattazione collettiva (art.39) → la Cos tuzione prevede l’obbligatorietà generale
dei contratti collettivi per tutti gli appartenenti alla categoria produttiva, a condizione che i
contratti medesimi siano stipulati da sindacati registrati ai sensi di legge (devono essere organizzati
democraticamente) → ma non è mai stata attuata una legge sulla rappresentanza sindacale. Il
problema viene risolto provvedendo ai non iscritti ai sindacati la stessa retribuzione dei lavoratori
iscritti attuando la non discriminazione e la parità di trattamento (le condizioni contrattuali minime
sono applicate a tutti).
Per gli impiegati pubblici→ le condizioni contra uali sono s pulate da le organizzazioni sindacali più
rappresentative e de uno speciale organismo: l’ARAN→ Agenzia per la rappresentanza delle
pubbliche amministrazioni.
• Libertà sindacale (art.39)
• Diritto di sciopero, cioè di astenersi collettivamente al lavoro, senza incorrere in conseguenze
(art.40) → Lo sciopero “si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano” (riserva di legge), ma per
molto tempo queste leggi sono mancate. Solo la legge 146/1990 ha regolato il diritto di sciopero
nei servizi pubblici essenziali: quelli ove vanno garantiti i diritti fondamentali della persona→ si è
istituita un’apposita autorità indipendente: l’Autorità di garanzia sull’attuazione della legge sullo
sciopero nei servizi essenziali. Si è disposto che siano definite le prestazioni minime da effettuarsi
per assicurare lo svolgimento dei servizi suddetti.

ASSISTENZA E PREVIDENZA SOCIALE


Art.38→ Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al
mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso
di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera.
• Il sistema di sicurezza sociale (non soltanto per i lavoratori, ma per i cittadini tutti) e la libertà di
assistenza privata.
• Sono stabilite le condizioni del diritto al mantenimento ed all’assistenza sociale
➢ Ad ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere.
➢ Per gli inabili e minorati il diritto all’educazione e avviamento professionale
• Principio di eguaglianza in senso sostanziale: libertà dal bisogno

Art.38, comma 2→ previdenza sociale


• Le condizioni del diritto all’assicurazione sociale: ai lavoratori assicurare mezzi adeguati alle
esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione involontaria.
• Allo Stato spetta predisporre o integrare gli organi e gli istituti per attuare questi principi
(discrezionalità dell’intervento legislativo, soprattutto nel contenuto finanziario, ma sindacabile
nella sua ragionevolezza)
• Principio retributivo→ collegava l’ammontare della prestazione pensionistica all’ammontare della
retribuzione effettivamente goduta dall’individuo o negli ultimi cinque anni o nell’ultimo anno,
prosecuzione della retribuzione
• → evoluzione (ragioni sociali e di ordine finanziario per l’equilibrio del sistema previdenziale
pubblico)
• Principio contributivo→ l’ammontare della prestazione previdenziale pensionis ca è calcolata
tenendo conto della misura dei contributi versati dal soggetto (ammontante contributivo, viene
rivalutato nel corso degli anni in proporzione agli andamenti del PIL)

L’INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA


Art. 41→ L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà,
alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa
essere indirizzata e coordinata a fini sociali
• OGGETTO→ intrapresa e svolgimento dell’attività economica.
• Libertà dell’iniziativa economica privata, ma anche pubblica (può svolgersi in modo esclusivo)
ovvero attività volta alla produzione e scambio di beni e servizi.
• Non solo libertà di impresa, ma anche la libera scelta e il libero perseguimento del fine economico
che si intende perseguire; mediante un’impresa, una professione, un lavoro o un’attività con
vantaggio economico; comprende l’autonomia contrattuale.

LIMITI NEGATIVI (modi di esercizio)


• “non in contrasto con l’utilità sociale” → è un limite che deve essere previamente precisato dal
legislatore, NON deve riferirsi a singole categorie, ma alla collettività nazionale.
• “né a danno della sicurezza, libertà e dignità umana” → i lavoratori non possono essere obbligati a
comportamenti che danneggiano la dignità umana, ES. vestirsi in modo ridicolo.
LIMITI POSITIVI (finalità)
“indirizzare e coordinare l’attività economica pubblica e privata a fini sociali” → riserva rela va di legge
• Questa norma NON ha un carattere di direzione, ma di controllo, indirizzo e coordinamento verso
esigenze di giustizia sociale (solidarietà, coesione) indicate dalla Costituzione e di fini sociali (utili
per l’utilità pubblica). Non totalitaria, né coercitiva, ma “indicativa e per incentivo”.
• Programmazione generale e poi economico-finanziaria →tenta vi degli anni 60. Poi D.P.E.F e legge
finanziaria, ora DEF (documento di economia e finanza) e legge di bilancio (può coordinare il
sistema delle imprese)

LIBERA CONCORRENZA→ libertà di accesso al mercato e condizioni uguali fra lavoratori


• LEGGE 287/1990→ finalmente è approvata la disciplina antitrust nazionale che si aggiunge e
specifica quella della UE.
• Questa libertà è difesa dall’ Autorità garante per la concorrenza e il mercato→ autorità
indipendente, sia dal potere politico che da quelli economici.
• Strumenti di garanzia per tutti della libertà di iniziativa economica→ contro intese restrittive della
concorrenza, abusi di posizione dominante, operazioni di concentrazioni restrittive della libertà di
concorrenza, tutela del consumatore, pubblicità ingannevole, conflitti di interesse dei componenti
del Governo.
• Limiti posti per tutelare la libertà stessa da menomazioni, condizionamenti, abusi, etc.
• V. art. 117 Cost. dal 2001→ per la prima volta la materia (di competenza esclusiva dello Stato) della
“tutela della concorrenza” (interpretata estensivamente dalla Corte costituzionale)

LA CORTE COSTITUZIONALE E LA MATERIA DELLA CONCORRENZA


• La competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di concorrenza→ sia circa la concorrenza
in senso dinamico (che giustifica interventi legislativi di politica economica di rilevanza
macroeconomica), che la tutela delle condizioni di libero e pari accesso al mercato.
• Sent. N. 14 del 2004→ ridurre gli squilibri, favorire le condizioni di sufficiente sviluppo del mercato,
instaurare assetti concorrenziali, incidendo sull’equilibrio economico generale.
• Sent. N. 64 del 2007→ in rapporto con l’art. 41 Cost., consente di garan re le pari condizioni nello
svolgimento della libertà di iniziativa economica.

LA PROPRIETÁ PRIVATA
Art. 42→La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di
godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi
d'interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle
eredità.
• OGGETTO (nel suo contenuto minimo) → proprietà pubblica (principi socialisti e comunisti) e privata,
anche relativamente ai beni economici.
Diritto di godere e di disporre dei beni, di utilizzazione economica di un dato bene secondo la sua natura,
tenendo conto dell’interesse generale (non può divenire nomen sine re)
• CONTENUTO→ la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge (non da parte della Costituzione,
viene rinviata alla legge), che determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti per assicurarne la
funzione sociale e renderla accessibile a tutti (non è piena discrezionalità, non è un diritto funzionale
all’interesse pubblico)
• Non è un diritto da esercitare nel pubblico interesse, a un diritto delimitabile nell’interesse del bene
comune (limiti urbanistici, vincoli storico-artistico-archeologici, vincoli paesistici o ambientali etc.)

ESPROPRIAZIONE
• La proprietà è espropriabile nei casi previsti dalla legge (riserva di legge), salvo indennizzo e per motivi di
interesse generale (limite alla discrezionalità del legislatore)
• Non si tratta di espropriazione quando vi sono limitazioni al diritto di proprietà disposte in via generale per
determinate categorie di beni a causa delle loro intrinseche caratteristiche (vincoli urbanistici o paesistici)
• L’indennizzo deve tenere conto non soltanto del valore venale, ma anche degli scopi generali perseguiti;
non deve essere irrisorio, ma almeno un serio ristoro (Corte CEDE: Corte Europea dei diritti dell’uomo→
valore venale del bene, salvo riduzione del 20% in caso di interventi di attuazione di riforme economico-
sociale)
Indennizzo ≠ risarcimento→ l’indennizzo non sarà mai corrispondente al valore del bene (valore venale)

SUCCESSIONE E PROPRIETÁ DELLA TERRA


• La legge disciplina la successione legittima e testamentaria (e relativi limiti) e i “diritti dello Stato sulle
eredità”
• La proprietà della “terra” → non è una mera funzione, ma rimane sempre un diritto, seppure con specifici
limiti, modalità e condizioni idonee per il conseguimento di specifici fini sociali, cioè il razionale
sfruttamento del suolo e stabilire equi rapporti sociali (art.44): riforma agraria nel 1950.

IL PAESAGGIO
Art.9→ La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
• La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione
• Né solo le bellezze naturali e panoramiche, ne coincide con l’ambiente in senso generico (bene
immateriale unitario protetto come elemento determinante la qualità della vita; Corte cos. 614/1987)
• Collegamento con i valori artistici e storici che sono fondamento della tutela del paesaggio: devono
essere presenti singolarmente o congiuntamente.
• Competenza statale (alle Regioni possibilità di maggiori livelli di protezione) ex art. 117, c.2, lett. S: tutela
dell’ecosistema e dei beni culturali
• I vincoli paesaggistici non sono indennizzabili (non sono “espropriazioni”)

GLI ALTRI LINEAMENTI DELLA COSTITUZIONE ECONOMICA


• Costituzione economica→ disposizioni che esprimono i principi di politica economica prevalenti
nell’Assemblea costituenti (oggi in parte non più attuali)
• Art.43→ Colle vizzazione delle imprese: riservate originariamente o trasferite
➢ Statalizzazione (allo Stato)
➢ Nazionalizzazione (anche ad altri enti pubblici→ ES. Enel)
➢ Socializzazione (a comunità di lavoratori o utenti)

CONDIZIONI DELLE NAZIONALIZZAZIONI


1) Il carattere di preminente interesse generale dell’impresa nazionalizzata
2) Le tre tipologie delle imprese suscettibili di collettivizzazione: servizi pubblici essenziali, fonti di
energia, situazioni di monopolio
3) I fini di utilità generale (valutazione discrezionale del legislatore)
4) Indennizzo (se trasferimento o riserva successiva)
5) Atto di trasferimento o di riserva (con legge - provvedimento se singola impresa; altrimenti, se
categorie di imprese, riserva relativa o rinforzata di legge attuabile con fonte secondaria)
6) E le privatizzazioni? Manca una disciplina costituzionale

ALTRI PRINCIPI SU COOPERAZIONE, ARTIGIANATO, PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI


ALLA GESTIONE
• Art.45→ il favor per la cooperazione
• Imprese caratterizzate dalla mutualità (attività collettiva di un’attività a beneficio o servizio esclusivo o
prevalente dei soci) e dell’assenza del fine della speculazione privata (intesa non come finalità di
ottenere benefici economici, ma come divieto di accrescimento del capitale e possibilità di distribuirlo)
• Art.45→ tutela e sviluppo dell’ar gianato (art. 2083 c.c. o “imprese di piccola dimensione”)
• Art.46→ diri o dei lavoratori a collaborare alla ges one delle imprese (rarissima applicazione)
• Art. 47, c.1 → La Repubblica tutela il risparmio (difesa del valore della moneta) e disciplina, coordina e
controlla l’esercizio del credito (banche, intermediazione finanziaria, fondazioni bancarie, etc.): Autorità
indipendenti (CONSOB e IVASS collegato alla Banca d’Italia) e UE, BCE e SEBC.
• Art. 47, c.2 → favorire l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà
direttiva coltivatrice e all’investimento nei “grandi complessi produttivi del Paese” (diritto all’abitazione
come diritto inviolabile; Corte cost.)

CAP.12 I RAPPORTI POLITICI


SOMMARIO:
• Diritto di voto (art.48)
• Diritto di associazione in partiti politici (art.49)
• Diritto di accesso ai pubblici uffici ed alle cariche elettive (art.51)
• Diritto di petizione (art.50)
• Doveri politici (artt. 52 ss.)

DIRITTO DI VOTO
Art.48→ Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne
assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale
sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale
irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
• VOTO→ atto di scelta con diverso oggetto: elezione (preposizione ad una carica) o referendum
(deliberare su un atto)
• DIRITTO DI VOTO→ diritto di compiere l’atto di scelta
• ELEZIONE→ indica sia il procedimento che l’atto conclusivo
• ELETTORI (titolarità del diritto) → principio di universalità, tutti i cittadini maggiorenni (compongono il
corpo elettorale) anche residenti all’estero (l. cost. 1/2000: la legge deve assicurarne effettività) con il
voto per posta.
• LIMITAZIONI STABILITE DALLA LEGGE: incapacità civile, sentenza penale irrevocabile, indegnità morale
(non più per i membri e discendenti maschi di casa Savoia; v.art. XIII disp. trans, e finale poi modificata
con l. cost. 1/2002)

CONDIZIONI, GARANZIE, DOVERE CIVICO


Condizioni e garanzie del voto:
• Personale→ esclusa qualsiasi rappresentanza o di delega (salvo persona di fiducia per chi sia
materialmente impedito)
• Eguale→ “una persona- un voto” (divieto di voto plurimo, cioè con più valore, o multiplo, cioè espresso
più volte dalla stessa persona)
• Libero→ senza restrizioni o condizionamenti illeciti o indebiti (vedi la normativa sulla propaganda, o i
reati di coalizione della volontà dell’elettore, o la normativa sull’ineleggibilità di chi ha una posizione
che può condizionare i votanti)
• Segreto→ esclusa ogni pubblicità
Dovere civico del voto, ma senza sanzioni

DIRITTO DI ASSOCIAZIONE IN PARTITI POLITICI


Art.49→Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo
democratico a determinare la politica nazionale.
• PARTITI→ elemento necessario della democrazia (per l’alternanza dei soggetti governanti e governati)
ed avente rilievo costituzionale.
• Nascono per libera decisione dei fondatori e per libera adesione degli associati.
• Associazioni non riconosciute→ prive di personalità giuridica e limitata autonomia patrimoniale
• Hanno la funzione pubblica di concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica
nazionale.
• Indiretta strumentalità con la sovranità popolare→ is tuzioni ausiliarie che non sono organicamente
collegate al popolo, ma contribuiscono alla formazione della volontà popolare ed agevolano la
corrispondenza ad essa dell’indirizzo politico dello Stato.

IL DIRITTO: OGGETTO E CONTENUTO


OGGETTO: associarsi “liberamente” in partiti
CONTENUTO:
➢ È un diritto dei cittadini
➢ Non può esservi obbligo di adesione ad alcun partito
➢ Libertà di costituzione di nuovi partiti
➢ Libertà di chiedere di essere iscritti ad un partito (salvo i controlli di affinità ideale e di presenza dei
requisiti statutari)
➢ Libertà di recedere dal partito
➢ Libertà dei partiti di accettare le adesioni (salvo controllo giurisdizionale sulle esclusioni arbitrarie)
LIMITI ALLA LIBERTÀ DI ASSOCIARSI IN PARTITI
• Alla libertà di formazione dei partiti→ è vietata la ricostituzione del partito nazionale fascista (disp.
trans. fin. XII)
• Alla libertà di iscrizione ai partiti politici (art.98, comma 3): riserva di legge e specifiche categorie di
personale pubblico
• Limite applicato inizialmente dalla legge solo per il personale della p.s. e poi decaduto.
• Per il personale di polizia→ solo il dovere di astensione dalle competizioni politiche
• Per i militari→ proibita la partecipazione alle compe zioni poli che e la partecipazione a riunioni di
partito e relativa propaganda
• Per i magistrati→ illecito disciplinare sia l’iscrizione ad un par to che la partecipazione continuativa ai
partiti
• Per i giudici costituzionali e componenti del C.S.M→ limitata per legge l’a vità inerente ad un partito.

LA SPECIFICA DISCIPLINA DEI PARTITI


• “Concorrere alla determinazione della politica nazionale” → insieme ad altri soggetti (cittadini non
associati, etc.), e nel rispetto del principio di eguaglianza tra i partiti.
• Sono ammesse differenziazioni stabilite dalla legge in relazione alla forza elettorale senza violare
l’eguaglianza dei cittadini (ad esempio, clausola di sbarramento nelle elezioni)
• “Con metodo democratico” →democra cità sia dell’organizzazione interna (la loro volontà non può
formarsi mediante imposizioni arbitrarie) che dell’azione esterna (senza metodi violenti o intimidatori)

GLI STRUMENTI DI CONTROLLO SUI PARTITI


• Disciplina sul finanziamento pubblico → evoluzione, due per mille dell’IRPEF des nato
volontariamente ai partiti; cessato il rimborso delle spese elettorali.
• Disciplina del finanziamento privato→ penalizzazione delle violazioni; limitazioni quan ta ve; obblighi
di trasparenza; fondazioni; pubblicità del curriculum vitae dei candidati alle elezioni.
• Commissione di garanzie→ cinque magistra designa dalle supreme magistrature (potere
sanzionatorio)
• Democraticità dell’organizzazione interna→ statu subordina soltanto ai principi generici.

DIRITTO DI ACCESSO AGLI UFFICI PUBBLICI E ALLE CARICHE ELETTIVE


Art. 51→ Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive
in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge.
A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.
La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non
appartenenti alla Repubblica.
Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento
e di conservare il suo posto di lavoro.
• Contemperamento tra il principio di eguaglianza (art.3), e quello meritocratico (accesso con concorso
pubblico) e del buon andamento (art.97, 1 e 3 comma), per garantire l’idoneità allo svolgimento delle
funzioni pubbliche.
• Incandidabilità alle cariche elettive sia locali che nazionali→ previa condanna definitiva per alcuni
reati, ad esempio di mafia o abuso di funzioni pubbliche; sospensione delle cariche locali se condanna
non definitiva
• Diritto attribuibile dalla legge anche agli italiani “non appartenenti alla Repubblica” (nazionalità senza
cittadinanza)

LE “PARI OPPORTUNITÀ”
• Introduzione del principio di “pari opportunità fra donne e uomini” (con legge di revisione cost.
1/2003)
• Attuazione rimessa al legislatore “con appositi provvedimenti” con funzione promozionale e quindi
consentendo trattamenti di favore ex art.3, comma 2, Cost.
• Eguaglianza nelle elezioni → non consente le cd. “quote rose” (v. corte cost. 422/1995); ammesso
l’obbligo di presentazione di quota minima di candidati di un certo sesso, e l’obbligo di esprimere la cd.
“doppia preferenza di genere”, cioè per due candidati di sesso diverso.

DIRITTO DI PETIZIONE
• OGGETTI→ rivolgere una richiesta alle Camere o al Governo per richiedere provvedimenti legislativi o
esporre comuni necessità (non esigenze individuali)
• CONTENUTO:
➢ Attribuito ai cittadini (anche non maggiorenni)
➢ Libertà della raccolta delle firme e della propaganda (e i costi?)
➢ La richiesta alle Camere (in realtà è inviata alle Commissioni competenti) non comporta obbligo di
mettere all’o.d.g., né di deliberare.
➢ È diverso dal diritto di iniziativa legislativa popolare!
DOVERI POLITICI
Artt.52 e seguenti
a) Dovere di difesa della Patria
b) Dovere tributario
c) Doveri di fedeltà alla Repubblica e di osservazione della Costituzione e delle leggi
d) Doveri di adempimento delle funzioni pubbliche con disciplina ed onore, e di prestare giuramento.

A) DOVERE DI DIFESA DELLA PATRIA


Art.52→La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la
posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici.
L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.
• “Sacro” → intangibile (e sino all’estremo sacrificio)
• Servizio militare è obbligatorio “nei limiti e modi stabiliti dalla legge”: dal 2001 è un servizio
professionale, fatto salvo il reclutamento obbligatorio in caso di guerra o grave crisi internazionale.
• Oppure servizio civile→ è esclusa l’obiezione assoluta, cioè anche relativa al dovere di difendere la
Patria.
• Peculiari caratteri delle Forze armate (rapporti di supremazia e subordinazione, obblighi e poteri
disciplinari), ma il loro ordinamento “si informa allo spirito democratico della Repubblica”

B) DOVERE TRIBUTARIO
Art.53→Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
• Oggetto del dovere tributario→ concorrere alle spese pubbliche con prestazioni in denaro
• Vedi art.23 Cost: riserva (relativa) di legge
• La legge deve rispettare i principi costituzionali
• Eguaglianza (universalità)→ tu i sogge devono concorrere
• In concorso in ragione della capacità contributiva→ possibilità oggettiva del soggetto di poter erogare
queste prestazioni (presupposti: reddito, seconda casa, rendite)
• Il sistema tributario (nel suo complesso) è informato a criteri di progressività→ al crescere della
capacità contributiva il concorso cresce più che proporzionalmente (vedi aliquota dell’imposta)

C) DOVERI DI FEDELTÀ ALLA REPUBBLICA E DI OSSERVANZA DELLA COSTITUZIONE E DELLE LEGGI


• Dovere di fedeltà alla Repubblica→ non significa adesione ai valori supremi della Costituzione, ma
obbligo di agire come parti della Repubblica “anche quando i poteri pubblici non sono in grado di farne
valere coercitivamente la volontà”, e dunque anche obbligo di agire a tutela degli interessi
fondamentali della nazione.
• Dovere di osservanza della Costituzione e delle leggi (art.54, comma 1) → necessario per assicurare
l’effettiva vigenza del nostro ordinamento

D) DOVERI DI ADEMPIMENTO DELLE FUNZIONI PUBBLICHE CON DISCIPLINA E ONORE, E DI


PRESTARE GIURAMENTO (art. 54, comma 2)
• Fondamento costituzionale ai:
• Doveri inerenti allo status giuridico dei dipendenti pubblici
• Poteri gerarchico e disciplinare nelle P.A.
• Doveri minimi dei dipendenti pubblici di lealtà, imparzialità e buona condotta, stabiliti nel “codice di
comportamento” integrate dalle specifiche discipline di ogni P.A.
• Onore→ obbligo concernente anche gli uffici onorari (in cui manca il potere disciplinare, a cui supplisce
il senso dell’“onore”)
• L’obbligo del giuramento → nei casi stabiliti dalla legge (dopo il 1993, assunzioni delle più parte delle
funzioni pubbliche con un contratto, senza giuramento; ma vedi, ad esempio, i magistrati)
CAP.13 ELEZIONI E REFERENDUM
SOMMARIO:
• Corpo elettorale e referendario
• Campagne elettorali e referendarie
• Sistemi elettorali proporzionali e maggioritari
• Sistemi elettorali per le Camere
• Sistemi elettorali per il Parlamento europeo
• Sistemi elettorali per i Consigli regionali
• Sistemi elettorali per i Comuni, le Provincie e le Città metropolitane
• Il referendum costituzionale
• Il referendum abrogativo
• Le altre forme di referendum previste dalla Costituzione

CORPO ELETTORALE E REFERENDARIO


Il CORPO ELETTORALE→ l’insieme dei cittadini titolari del diritto di elettorato attivo cioè il diritto di votare
per eleggere i titolari degli organi rappresentativi.
≠ popolo → complesso dei ci adini italiani
≠ popolazione→ complesso degli individui, anche non dota della ci adinanza italiana, presen nel nostro
territorio.
• Per le elezioni delle Camere, I CITTADINI RISIEDENTI ALL’ESTERO possono votare per corrispondenza nella
cosiddetta Circoscrizione Estero cui è assegnato un certo numero di seggi (6 seggi al Senato e 12 alla
Camera).
• Il corpo elettorale diventa FRAZIONATO territorialmente in relazione all’elezione di organi rappresentativi
delle Regioni e degli enti locali (es. Comuni). Per le elezioni Comunali→ previa richiesta, il diritto di voto (e
di elettorato passivo) spetta anche ai cittadini europei degli altri Stati membri risiedenti in Italia.

Il CORPO REFERENDARIO→ l’insieme dei cittadini dotati del diritto di voto referendario per deliberare su
decisioni pubbliche.
• Referendum costituzionale (su leggi costituzionali) art.138
• Referendum abrogativo (per l’abrogazione totale o parziale di leggi già vigenti) art. 75
• Referendum regionali (relativi ad atti delle Regioni) art. 123
• Referendum territoriali (nei procedimenti di modifica delle circoscrizioni degli enti territoriali) art.132 e 133
• Talvolta su INIZIATIVA POPOLARE, ovvero di una frazione del popolo → “figura esterna allo Stato-
apparato”, rappresentata dal comitato promotore (che ha fatto determinare il primo atto di iniziativa di
questo referendum), che è legittimato ad agire e resistere nei conflitti di attribuzione davanti alla Corte
Costituzionale.
LE CAMPAGNE ELETTORALI E REFERENDARIE
Le campagne elettorali e referendarie → son attività rivolte ad informare preventivamente i cittadini circa
l’oggetto ed i possibili esiti del voto.
• NON è una disciplina direttamente dettata dalla Costituzione, fatti salvi alcuni limiti generali
➢ Art.48 → principio generale della libertà di voto
➢ Art.51→ accenno al diri o di tu i ci adini di accedere “alle cariche ele ve in condizioni di
eguaglianza”
➢ Cfr. art.51, comma 1→ impegno della Repubblica di promuovere con “apposi provvedimen
le pari opportunità tra donne e uomini”
• La disciplina è dettata con LEGGE che pone limiti e condizioni nello svolgimento di queste attività per la
LIBERA FORMAZIONE DEI VOTANTI e per la garanzia della “PAR CONDICIO” tre le forze politiche circa i
mezzi di comunicazione (stampa e radio-tv; Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e Commissioni
parlamentare di vigilanza).
LIMITI:
➢ Propaganda
➢ Pubblicità nei mezzi di comunicazione di massa (consentita soltanto mediante “messaggi politici
autogestiti”)
➢ Sondaggi “di opinione” →la cui divulgazione (si possono fare, ma non divulgare) è vietata nei
quindici giorni precedenti le consultazioni.
➢ Propaganda istituzionale (svolta dalle stesse amministrazioni pubbliche) → vietata fa o salvo
quella impersonale e indispensabile per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni.
➢ Spese dei candidati sottoposte ad obblighi di trasparenza (meccanismi e organi di controllo),
limiti quantitativi, controlli → disposizioni la cui efficacia non sembra soddisfacente, sia per la
debolezza dei controlli che per la rilevante discrezionalità consentita in sede applicativa.

SISTEMI ELETTORALI PROPORZIONALI E MAGGIORITARI


• La nostra Costituzione non determina i principi cui debbono informarsi le leggi elettorali, quindi queste
rientrano nella discrezionalità del legislatore nel rispetto del principio di ragionevolezza→ assicurare la
necessaria rappresentatività (soggetti eletti devono corrispondere con la volontà degli elettori) senza
“sproporzionate distorsioni” e garantendo l’eguaglianza del voto (sentt. n. 1/2014 e n. 35/2017)
• I sistemi elettorali si possono ispirare a due principi:
➢ Principio proporzionalistico
➢ Principio maggioritario

PRINCIPIO PROPORZIONALISTICO
• Le forze politiche sono rappresentate in Parlamento in maniera più o meno esattamente
proporzionale alla forza numerica che esse hanno nel corpo elettorale.
• Sono più conformi ad un criterio di giustizia astratta, ma possono favorire la proliferazione dei partiti e
quindi la frammentazione delle forze politiche, rendendo ardua la formazione di stabili e coerenti
maggioranze parlamentari e difficile la formazione di governi autorevoli e duraturi (questo nei sistemi
proporzionali puri).
CORRETTIVI E ACCORGIMENTI TECNICI
• Clausola di sbarramento→ i gruppi poli ci che non abbiano conseguito una certa percentuale di voti,
non possono partecipare alla ripartizione dei seggi.
• Premio di maggioranza → assegna un numero aggiuntivo di seggi alla forza più consistente
• Collegi plurinominali di dimensioni ridotte con limitato numero di seggi → concentrazione del voto
sulle principali forze politiche del paese.
• Assegnazione dei seggi secondo l’ordine di presentazione dei candidati nella lista o secondo il voto di
preferenza.

MOLTEPLICI SISTEMI MATEMATICI per l’assegnazione dei seggi relativi ai resti


• Metodo D’Hondt→ la cifra ele orale di ogni lista è divisa per la serie naturale dei numeri fino al
numero dei seggi da assegnare; i seggi sono attribuiti secondo l’ordine decrescente dei quozienti così
ottenuti (favorisce i partiti maggiori)
ESEMPIO:
➢ Collegio plurinominale
➢ 6 seggi da assegnare
➢ Cifra elettorale generale: 120 voti
LISTA A LISTA B LISTA C LISTA D
Voti 50 Voti 31 Voti 25 Voti 14 Diviso per:
50 31 25 14 1
25 15,5 12,5 7 2
16,6 10,3 8,3 4,66 3
12,5 7,7 6,25 3,5 4
10 6,2 5 2,8 5
8,3 5,2 4,16 2,33 6
3 2 1 0 n. seggi assegnati
alle liste

• Metodo di Hare–Niemeyer→ la cifra ele orale generale è divisa per il numero dei seggi (talvolta
corretto, cioè incrementato, +1, +2, cd. Quoziente Imperiali), ottenendo il quoziente elettorale; poi le
cifre elettorali di ogni lista sono divise per il quoziente elettorale, ottenendo così il numero dei seggi che
si vincono quindi con i “quozienti interi” e con la risultanza di alcuni “resti”. I seggi non assegnati si
assegnano mettendo in ordine decrescente i “resti”: metodo dei quozienti interi e dei più alti resti.
ESEMPIO
➢ Collegio plurinominale
➢ 6 seggi da assegnare (S)
➢ Cifra elettorale 120 (C)
1) C/S (non corretto) = quoziente elettorale 120/6= 20
2) Cifra elettorale di lista diviso il quoziente elettorale
Lista A: voti 50/20= 2, resto 10→ n. seggi assegna :2
Lista B: voti 31/20= 1, resto 11→ n. seggi assegna : 2
Lista C, voti 25/20= 1, resto 5→ n. seggi assegna : 1
Lista D, voti 14/20= 0, resto 14→ n. seggi assegna : 1
PRINCIPIO MAGGIORITARIO
• Attribuisce la rappresentanza alle forze che nei singoli collegi, in genere uninominali (destinati ad
eleggere un solo candidato) o anche plurinominali, ottengono la maggioranza.
• La minore rappresentanza delle minoranze riduce la rappresentanza delle forze politiche minoritarie,
accentuando la rappresentanza parlamentare delle forze maggioritarie, rendendo più agevole la
formazione di stabili maggioranze in Parlamento e quindi governi efficienti e stabili.

CORRETTIVI E ACCORGIMENTI TECNICI


• Una quota minoritaria di seggi assegnata con il sistema proporzionale → riserva di un certo numero
di seggi alle minoranze.
• SISTEMA MISTO (vedi la Germania) → convivono rappresentanza proporzionale e collegi uninominali
maggioritari. La distribuzione del complesso dei seggi è proporzionale tra le forze politiche che
superano la clausola di sbarramento del 5% e meno di 3 seggi vinti direttamente (variabilità del
numero di seggi).
• Modello plurality→ vince subito il seggio il candidato che ha ottenuto nel proprio collegio il maggior
numero di voti rispetto agli altri candidati. Se un partito ottiene la rappresentanza di più seggi rispetto
a quelli imposti dal sistema proporzionale, il partito manterrà quei seggi; turno unico.
• Modello majority→ richiede la maggioranza assoluta, cioè la metà più uno dei voti validi espressi nel
collegio. Può esigere il ballottaggio, cioè un secondo turno, ristretto ai due candidati che nel primo
hanno ottenuto i maggiori consensi (come avviene per l’elezione del sindaco in Italia)
Talvolta (per esempio come succede in Francia) passano al secondo turno tutti quei candidati che
hanno superato un certo quorum (in Francia il 12,5% dei voti).

SISTEMI ELETTORALI PER LE CAMERE (Assemblee parlamentari)


• Dal 1948 al 1993→ prevalse il sistema proporzionale, al fine di eliminare la supremazia di blocchi
completamente opposti. La crisi politica degli anni ’90 condusse ad una profonda riforma dei sistemi
elettorali.
• 1993→ a seguito del referendum del 18 aprile, furono approvate nuove leggi elettorali.
➢ Sistema maggioritario con collegi uninominali a turno unico per il 75% dei seggi, mentre per il
restante 23% si ricorreva al sistema proporzionale tra liste concorrenti.
• 2005→
➢ sistema proporzionale a liste concorrenti senza voto di preferenza
➢ premio di maggioranza (340 seggi alla Camera alla coalizione con più voti a livello nazionale e
attribuendo il 55% sei seggi al Senato alla lista o coalizione con il più alto numero di voti)
➢ presenza di soglie di sbarramento.
• 2014→ Con una sentenza la Corte Costituzionale dichiarò costituzionalmente illegittimo il premio di
maggioranza, in quanto attribuito senza una “ragionevole soglia di voti minimi” necessaria per ottenerlo
(per esempio almeno il 40%), inoltre dichiarò una mancanza di un voto di preferenza.
• 2015→ fu approvata solo per la Camera una legge che prevedeva:
➢ L’assegnazione del 55% dei seggi della Camera alla lista che avesse ottenuto il 40% dei voti
validamente espressi a livello nazionale.
➢ Qualora nessuna lista avesse raggiunto quella soglia, questo 55% sarebbe stato attribuito
mediante un successivo turno di ballottaggio tra le due liste più votate.
➢ Il restante dei seggi erano attribuiti con sistema proporzionale alle liste che avessero superato la
soglia del 3%.
➢ Preferenza ammesse, ma capolista “bloccato”.
Nulla si disponeva per il Senato, in quanto una proposta di revisione costituzionale, poi respinta dal popolo
tramite referendum, ne prevedeva la trasformazione in Assemblea non eletta direttamente dal popolo, ma
rappresentativa degli enti territoriali.
La Corte Costituzionale, però, intervenne nuovamente prima che questa legge fosse applicata, dichiarando
l’illegittimità costituzionale del turno di ballottaggio.
A seguito di ciò le leggi elettorali della Camera e del Senato risultavano molto differenziare, e, si è giunti
all’approvazione della legge 165/2017 che ha dettato la vigente disciplina dei relativi sistemi elettorali.
• 2017→ LEGGE 165: DISCIPLINA VIGENTE
➢ Un certo numero di seggi (12 alla Camera e 6 al Senato) sono riservati alla Circoscrizione Estero
e attribuiti con un sistema proporzionale a liste concorrenti, sistema di Hare-Niemeyer,
ammette il voto di preferenza.
PER GLI ALTRI SEGGI:
➢ Sistema misto→ per due terzi (386 alla Camera e 193 al Senato) è proporzionale, mentre per la
restante parte (232 alla Camera e 116 al Senato) è maggioritario.
IL TERRITORIO NAZIONALE È RIPARTITO IN APPOSITE CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI, DISTINTE PER LA CAMERA E PER IL SENATO.
➢ Per la Camera→ divisione del territorio nazionale in circoscrizioni (dividendo per 618 il numero
degli abitanti della Repubblica) con seggi ripartiti in proporzione alla rispettiva popolazione.
➢ Per il Senato→ circoscrizioni regionali con seggi ripartiti secondo la popolazione (quozienti
interi e resti più alti), in modo che ciascuna Regione abbia almeno 7 senatori con eccezioni per
la Valle d’Aosta (1 senatore) e per il Molise (2 senatori).
CIRCOSCRIZIONI:
➢ All’interno delle circoscrizioni sono individuati collegi uninominali (1 seggio) che formano collegi
plurinominali (da 3 a 8 seggi). I collegi plurinominali risultano l’aggregazione di più collegi
uninominali territorialmente contigui (vicini).
➢ Nei collegi uninominali vince il candidato che ottiene il maggior numero dei voti validi secondo
il sistema plurality.
➢ I seggi dei collegi plurinominali sono attribuiti secondo il sistema proporzionale con il metodo
Hare-Niemeyer tra le liste e le coalizioni concorrenti, ma solo chi ha superato le soglie di
sbarramento (Camera: 3% per le liste e 10% per le coalizioni; Senato: 3% per le liste e 10% per
le coalizioni; scorporo delle liste con meno dell’1%), e senza voto di preferenza (proclamati gli
eletti secondo l’ordine di presentazione nella lista poiché le liste sono “piccole”).
ALTRE CARATTERISTICHE:
➢ Necessario collegamento tra ciascun candidato al seggio del collegio uninominale ed una lista
singola o una coalizione di liste che si presentano nel collegio plurinominale corrispondente.
Il cittadino sa che a quel candidato corrisponde una lista corrispondente al collegio
plurinominale.
➢ Assenza del voto disgiunto tra il candidato al collegio uninominale e la coalizione o la lista che
si presentano nel collegio plurinominale corrispondente (scheda annullata); al contrario,
l’espressione del voto dell’elettore mediante una sola indicazione su una scheda unica,
comporta il trasferimento automatico del voto del candidato per il collegio uninominale alla
coalizione collegata nel collegio plurinominale corrispondente, o viceversa→ questo si basa su
una presunzione assoluta e indimostrata poiché i voti ripartiti alle singole liste o candidati non
sono voti espressi totalmente in base alla volontà dell’elettore.
ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO
• Sistema proporzionale a liste concorrenti, con il metodo Hare-Niemeyer dei quozienti interi e più alti
resti
• Clausola di sbarramento: 4% a livello nazionale (considerata “non irragionevole” secondo la Corte
Costituzionale)
• Il territorio italiano è suddiviso in 5 grandi circoscrizioni elettorali (macroregionali) fra cui sono ripartiti
alla popolazione residente 76 seggi (dopo Brexit) spettanti all’Italia.
• Voto di preferenza: una o più preferenze secondo l’estensione del collegio.

ELEZIONI DEI CONSIGLI REGIONALI


Il sistema elettorale dei Consigli, del Presidente e della Giunta è disciplinato in modo diverso in tutte le
Regioni (sia speciali che ordinarie).
• L’art.122→ prevede che ciascuna Regione possa disciplinare con legge regionale l’elezione sia dei
componenti del Consigli, che del Presidente e dei membri della Giunta e tale legge deve essere
conforme ai “principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica” (art.123)
• Inoltre, salvo che i singoli statuti regionali non stabiliscano diversamente, l’art. 122 dispone che il
Presidente della Giunta sia eletto a suffragio universale e diretto dal corpo elettorale regionale.
• La legge n. 165/2004→ non indica uno specifico sistema elettorale→ soltanto:
➢ Agevolare la formazione di maggioranze stabili
➢ Assicurare la rappresentanza delle minoranze
➢ Divieto di mandato imperativo.
• Disciplina transitoria→ proporzionale con premio di maggioranza: 80% dei seggi è attribuito con
sistema proporzionale con clausola di sbarramento (a livello provinciale o regionale), e voto di
preferenza; restante 20% dei seggi è assegnato alla lista più votata a livello regionale, in modo che
ottenga almeno il 55% dei seggi.

ELEZIONI NEI COMUNI, PROVINCE E CITTÀ METROPOLITANE


• Prima del 1993→ sistemi ele orali rigidamente proporzionali e maggioranze consiliari instabili e poco
coese.
• Dal 1993→
➢ sistema proporzionale
➢ premio di maggioranza
➢ elezione diretta dell’organo di vertice (sindaco)
➢ clausola di sbarramento
• Legge n. 56/2014→ i tolari degli organi delle Province e delle Città Metropolitane non sono più
selezionati mediante il suffragio universale e diretto, ma sono organi di rappresentanza di secondo
grado rispetto ai titolari degli organi comunali. La Corte Costituzionale ha ritenuto che il nuovo
modello non sia contrario al principio di sovranità popolare (crf. Sent. 50/2015), tuttavia qualche
dubbio può essere sollevato.
• Comuni con meno di 15.000 abitanti: 2/3 dei seggi del Consiglio alla lista con maggior numero di voti
ed è eletto Sindaco il candidato collegato.
• Comuni con più di 15.000 abitanti: Sindaco eletto immediatamente se ha più del 50% dei voti validi; in
caso contrario ballottaggio tra i due più votati. I seggi nel Consiglio comunale sono assegnati sulla base
del primo voto: sistema proporzionale a liste concorrenti con metodo D’Hondt, clausola di
sbarramento del 3% e premio di maggioranza.

REFERENDUM COSTITUZIONALE→ forma di democrazia dire a


Art.138→ Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna
Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a
maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4].
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro
pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o
cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.1, 87 c.5], se
non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle
Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.
OGGETTO→ L’intero corpo votante delibera se acconsentire o meno alla revisione, integrazione o modifica
della Costituzione vigente che sono state già approvate dalla Camere (Assemblee parlamentari).
• Si vota quindi su una “legge costituzionale” NON ancora entrate in vigore → referendum
preventivo
• La disciplina è subordinata alle condizioni procedurali previste dalla costituzione e nella relativa
legge di attuazione (n.352 del 1970→ fino a quell’anno non si sono potu svolgere referendum
costituzionali poiché mancava una disciplina legislativa; fu necessaria perché in quell’anno venne
introdotta la legge sul divorzio poi sottoposta a referendum nel 1974).

DISCIPLINA COSTITUZIONALE E LEGISLATIVA: LEGGE N. 352 DEL 1970


PROCEDIMENTO:
➢ Doppia approvazione parlamentare con la maggioranza assoluta nelle ultime due votazioni
➢ Richiesta da parte di un “comitato promotore” (500.000 elettori) o 5 Consigli regionali o 1/5 dei
membri di ciascuna Camera.
➢ La richiesta deve avvenire entro 3 mesi dalla pubblicazione dell’annuncio notiziale sulla Gazzetta
Ufficiale.
➢ Non si può chiedere il referendum se nelle ultime due votazioni si è raggiunta la maggioranza dei
2/3 dei componenti (era la maggioranza “necessaria” sino all’approvazione della legge del 1970)

CONTROLLO, VOTO POPOLARE, ESITI


• La richiesta di procedere al referendum costituzionale è sottoposta al solo controllo dell’Ufficio
centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, che deve verificarne la conformità alle
norme costituzionali.
• NON c’è giudizio di ammissibilità da parte della Corte costituzionale (≠ referendum abrogativo)
• NON è richiesto il raggiungimento di alcun quorum di partecipazione, e quindi non subordina la
validità della consultazione popolare alla partecipazione della maggioranza degli aventi diritto al
voto.
• Non si tengono conto delle schede bianche o annullate, l’esito deve essere o SI o NO.
• Oltre ad essere facoltativo, il referendum è anche sospensivo-confermativo→ in quanto il suo esito
condiziona l’entrata in vigore della legge costituzionale
• Sarà possibile il rinvio da parte del Capo dello Stato? Non lo so
• La prassi: tre referendum costituzionali, una volta ha prevalso il sì (2001) e due volte ha prevalso il
no (2006 e 2016).

REFERENDUM ABROGATIVO
Art.75→ E` indetto referendum popolare [cfr. art. 87 c. 6] per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di
una legge o di un atto avente valore di legge [cfr. artt. 76, 77], quando lo richiedono cinquecentomila
elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio [cfr. art. 81], di amnistia e di indulto [cfr.
art. 79], di autorizzazione a ratificare trattati internazionali [cfr. art. 80].
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli
aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

OGGETTO→ l’intero corpo referendario delibera se abrogare o meno, in tutto o in parte (totale o parziale)
una legge (o atto avente forza di legge) vigente dello Stato.
• Totale→ legge integrale, leggi di grandi cambiamento introdo e (divorzio)
• Parziale→ una parte della legge, piccole porzioni della legge che può sfociare in “referendum
manipolativo” ovvero con carattere propositivo: in Italia non si può più effettuare, non si possono
introdurre norme nuove.

DISCIPLINA COSTITUZIONALE E LEGISLATIVA: LEGGE N.352/1970


PROCEDIMENTO:
➢ Costituzione di un “comitato promotore” → 500.000 ele ori o 5 Consigli regionali
➢ Entro il 30 settembre di ciascun anno, non nell’anno anteriore alla scadenza delle Camere e nei sei
mesi successivi alle relative elezioni, per evitare inopportune sovrapposizioni tra le diverse
consultazioni popolari; se il Capo dello Stato scioglie le camere, il referendum viene spostato
all’anno successivo.
➢ Referendum facoltativo

I DUE CONTROLLI:
1. L’UFFICIO CENTRALE → ha essenzialmente lo scopo di verificare la conformità della richiesta alla
Costituzione e alla legge.
• Se la raccolta delle sottoscrizioni popolari è avvenuta in modo legittimo
• Se il numero delle firme è sufficiente
• Se la legge è ancora vigente→ cioè se non sia stata già abrogata da un’altra legge, oppure
dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte Costituzionale; altrimenti dichiara la
cessazione delle operazioni referendarie
• Se il Parlamento agisce “in frode” alla Costituzione→ ovvero se abroga la legge ogge o del
quesito solo al fine di evitare il referendum, e nello stesso tempo la sostituisce con una nuova
normativa di tenore uguale o comunque simile: se accade ciò, il referendum vale su questa
nuova legge.
• Determina la formulazione del quesito che dovrà essere posto agli elettori nel modo più
comprensibile.
2. CORTE COSTITUZIONALE→ giudizio di ammissibilità previsto dalla legge cost. 1/1953
• Controlla se il referendum è ammissibile in base alla categoria di legge → art.75, c.2: 5 pologie
di legge non ammissibili. (limiti espliciti)
➢ Tributarie
➢ Bilancio
➢ Amnistia
➢ Indulto
➢ Trattati internazionali
• Limiti impliciti→ risultan dall’interpretazione fornita dalla Corte Costituzionale.

VOTO POPOLARE E ESITO


• La consultazione popolare è ritenuta valida se è raggiunto il quorum di partecipazione, ovvero se ha
partecipato recandosi al seggio, ritirando e consegnando la scheda (anche se bianca o nulla).
• Solo se si è raggiunto tale quorum, si procede a calcolare i voti validamente espressi→ se la proposta ha
ottenuto la maggioranza dei “sì” il Presidente della Repubblica dichiara con proprio decreto l’avvenuta
abrogazione della legge potendo rinviare l’efficacia abrogativa di 60 giorni per evitare lacune; se la
proposta è respinta dalla maggioranza dei voti validi, non può essere riproposta nei successivi cinque
anni.
• Il legislatore non può far rivivere “né formalmente, né sostanzialmente” quanto abrogato con il
referendum.
• La legge che ripristina quanto abrogato con referendum popolare, è costituzionalmente illegittima se
non sussistono condizioni che la giustificano, cioè se non sussistano ragioni costituzionalmente
rilevanti.

ALTRI REFERENDUM PREVISTI DALLA COSTITUZIONE


• In questi casi il corpo referendario delibera solo per frazioni territorialmente circoscritte.
• Art.123, c.1→ referendum su leggi, regolamenti e provvedimenti amministrativi regionali (secondo
la disciplina statutaria e legislativa delle singole Regioni: referendum abrogativi o consultivi)
• Art.123, c.3→ referendum preventivo sulla legge regionale di approvazione dello Statuto (Regioni
ordinarie)
• Art. 132 e 133→ referendum territoriali nei procedimenti di modifica delle circoscrizioni delle
Regioni e degli enti locali (sempre obbligatori; vincolanti nei casi dell’art.132 e non vincolanti nei
casi dell’art.133)
CAP.14 IL PARLAMENTO
SOMMARIO:
• Il bicameralismo
• Ineleggibilità, incompatibilità e incandidabilità
• L’autonomia delle Camere
• La struttura interna delle Camere
• Il principio di continuità
• La formazione della volontà delle Camere
• La funzione legislativa. Il procedimento ordinario
• Gli altri procedimenti legislativi
• Funzioni d’indirizzo, di controllo e ispettiva
• Il Parlamento in seduta comune e le sue funzioni.

IL BICAMERALISMO
❖ Il Parlamento è costituito da due Assemblee: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica.
❖ Entrambe sono elette direttamente dai cittadini, benché a diverse condizioni, e quindi
rappresentative del popolo, a cui appartiene la sovranità.
❖ Il Parlamento è dotato dei più importanti poteri, tra cui quello di revisione costituzionale, cioè di
cambiare la stessa legge fondamentale dello Stato.

In Italia abbiamo un bicameralismo paritario e perfetto perché è caratterizzato da dalla composizione assai
simile delle due Camere e dalla sostanziale omogeneità dei loro poteri.
La composizione presenta alcuni elementi di differenziazione:
• Diversa numerosità→ Il Senato ha 315 senatori, la Camera ha 630 deputati.
• Principio gerontocratico sia per gli elettori che per gli eletti→ per la Camera gli ele ori devono
aver compiuto 18 anni e gli eletti 21; per il Senato gli elettori devono aver compiuto 25 anni e gli
eletti 40.
• Elettorato attivo e passivo→ fanno parte del Senato, oltre agli eletti dai cittadini, anche i senatori (a
vita) costituiti dagli ex Presidenti della Repubblica e, in numero non superiore a cinque, cittadini
nominati dal capo dello Stato che “abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico o letterario.
• Senato→ eletto a base regionale e ogni regione non può avere meno di 7 senatori tranne il Molise
(2) e Valle d’Aosta (1). Nonostante questa disposizione, la rappresentanza è in genere
proporzionale o quasi alla popolazione.
• DURATA:
➢ Inizialmente la Costituzione stabiliva che le elezioni delle Camere dovessero rinnovarsi ogni
5 anni e quelle delle del Senato ogni 6.
➢ Nel 1953 Einaudi sciogli anticipatamente il Senato per far combaciare le elezioni.
➢ Nel 1958 Bronchi fa la stessa cosa
➢ Nel 1963→ legge cos tuzionale n.2/1963→ parificazione della durata di Camera e Senato
(5 anni) e numero fisso di deputati e senatori → adesso proposta di revisione cos tuzionale
con referendum popolare di diminuire a 200 senatori e 400 deputati.

RAGIONI DEL BICAMERALISMO→ la funzione è quella di una più ponderata e migliore elaborazione delle
leggi, derivante dal duplice esame cui sono soggette. La Costituzione ha stabilito tuttavia che, per
l’esercizio di talune funzioni, deputati e senatori deliberino congiuntamente, formando un organo a sé
stante → il Parlamento in seduta comune (per questo il Parlamento è un organo imperfetto).

INELEGGIBILITÀ, INCOMPATIBILITÀ E INCANDIDABILITÀ


La Costituzione indica solo due requisiti per essere eletti dalle Camere, cioè la qualità di elettore e l’età
(capacità elettorale passiva), rinviando alla legge dei casi di ineleggibilità (art.65)

• INELEGGIBILITÀ→ non possono svolgere le funzioni di membri delle Camere coloro che sono in grado di
esercitare un’indebita influenza sugli elettori e quindi di falsarne il suffragio (es. Sindaco che per
essere eletto potrebbe promettere cose ai suoi cittadini) e coloro che possono essere influenzati da
taluni rapporti economici con lo Stato.
• INCOMPATIBILITÀ→ la carica di deputato è incompatibile con quella di senatore e viceversa, la
carica di parlamentare con quella di Presidente della Repubblica, la carica di deputato o senatore con
quella di membro del Parlamento europeo.
• INCANDIDABILITÀ→ introdo a per i rea mafiosi; una persona è incandidabile a seguito di condanne
definitive per determinati reati e a pene superiori ad alcune soglie minime (almeno 2 anni di
reclusione). Qualora la causa di incandidabilità sia sopravvenuta o accertata nel corso del mandato
elettivo, si procederà a far venir meno la permanenza del parlamentare nella carica, determinandone la
decadenza.

AUTONOMIA DELLE CAMERE


L’indipendenza degli organi costituzionali si manifesta tramite norma che le tutelano sia direttamente
(proteggendo l’organo), sia indirettamente (proteggendo i componenti), con immunità, privilegi e
prerogative.
TUTELA DIRETTA:
 LA POTESTÀ REGOLAMENTARE→ art.64: “ogni Camera adotta il proprio regolamento a maggioranza
assoluta dei suoi componenti”. Art. 72: riguarda il procedimento legislativo, spetta ai regolamenti
determinare le modalità di approvazione dei disegni di legge, i procedimenti da adottare per quelli
dichiarati urgenti etc. Nonostante il peso degli argomenti trattati la Corte Costituzionale ha
affermato che i regolamenti sono insindacabili, tranne quando questa disposizione leda o menomi
un altro potere dello Stato.
• VERIFICA DEI POTERI (art.66) → le Camere hanno la funzione di giudicare se ognuno dei suoi
componenti abbia i titoli occorrenti per farne parte. Questa funzione è esercitata da un organo
detto Giunta delle elezioni alla Camera e Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari al
Senato→ valida o annulla l’elezione.
• AUTONOMIA FINANZIARIA E ORGANIZZATIVA→ Ciascuna assemblea delibera il proprio bilancio (sempre nei
limiti di bilancio stabiliti dallo Stato) preventivo e consuntivo e gestisce i fondi occorrenti; assume il
personale che costituisce la propria struttura burocratica e giudica essa stessa le controversie con i
propri dipendenti (autodichia)
• IMMUNITÀ DELLA SEDE→ Appar ene a ciascuna assemblea il potere di mantenimento dell’ordine ed è
fatto divieto alla forza pubblica di entrare nell’aula senza ordine del Presidente e previa
sospensione della seduta.
• TUTELA PENALE→ la legge punisce chiunque compromette il libero esercizio delle sue funzioni o le
vilipende.

TUTELA INDIRETTA:
• IMMUNITÀ PARLAMENTARI:
➢ Immunità a tutela dell’esercizio delle funzioni→ art.68, c.1: “i parlamentari non possono
essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro
funzioni”. Questo riguarda non solo le attività esercitate nelle Assemblee, ma anche ogni
attività di ispezione, divulgazione, critica, denuncia politica connessa con la funzione
parlamentare o attività che abbiano appunto un “nesso funzionale” secondo la Corte cost.
➢ Inviolabilità a tutela della libertà dei parlamentari→ art. 68, c.2 e c.3: i parlamentari non
sono sottoponibili ad arresto, detenzione, perquisizione personale o domiciliare, senza
autorizzazione della Camera di appartenenza, salvo sentenza definitiva di condanna o stia
commettendo un delitto per cui è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
• DIVIETO DI MANDATO IMPERATIVO (art.67) → i parlamentari rappresentano la Nazione “senza vincolo di
mandato”; gli elettori non hanno il diritto di revocare gli eletti; gli impegni assunti verso il partito
non hanno rilievo giuridico; consente agli eletti di agire al massimo della libertà.
• INDENNITÀ (art.69) → indennità stabilita dalla legge (anche il rimborso delle spese ed altri benefici di
natura economica).

LA STRUTTURA INTERNA DELLE CAMERE


• PRESIDENTI
➢ Sono eletti dalle rispettive Assemblee secondo disposizioni stabilite dai regolamenti
➢ Hanno alcune funzioni presidenziali stabilite dalla Costituzione→ potere di convocare
direttamente l’Assemblea, di essere consultati dal Presidente della Repubblica prima dello
scioglimento di una o di entrambe le Camere, potere del Presidente della Camera di convocare
e presiedere il parlamento in seduta comune; potere del Presidente del Senato di sostituire il
Presidente della Repubblica, quando questi sia impedito nell’esercizio delle sue funzioni.
➢ Spetta al Presidente del Senato predisporre un programma bimensile dei lavori, che deve
essere tuttavia approvato dalla conferenza dei gruppi parlamentari.
➢ Il Presidente è coadiuvato da vice-presidenti, questori e segretari che insieme con lui formano
l’Ufficio di presidenza.
• GRUPPI PARLAMENTARI
➢ Formati da parlamentari di tendenze politiche affini (tendenzialmente chi fa parte di uno
stesso partito)
➢ Un parlamentare può decidere di far parte di un partito diverso, ma se gli spostamenti sono
consistenti potrebbero causare un venir meno della maggioranza, quindi coloro che si vogliono
spostare vanno in un gruppo misto.
➢ Numero minimo (20 alla Camera e 10 al Senato)
• COMMISSIONI PARLAMENTARI → i componen sono designati dai gruppi.
➢ COMMISSIONI PERMANENTI
✓ 14 alla Camera e 14 al Senato
✓ Composte in proporzione alla forza dei Gruppi
✓ Si formano all’inizio di ogni legislatura e sono rinnovate ogni due anni
✓ Corrispondono approssimativamente alle competenze dei Ministeri del Governo (es.
Ministro affari esteri, Commissione affari esteri)
✓ Hanno la funzione referente→ esaminano tu i disegni di legge presentati alle Camere
per riferirli alle Assemblee.
➢ COMMISSIONI D’INCHIESTA
✓ Non permanenti
✓ Composte in proporzione alla forza dei Gruppi
✓ Svolgimento di indagini ed esami su materie di comune interesse, con gli stessi poteri e
le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria
➢ COMMISSIONE BICAMERALE PER LE QUESTIONI REGIONALI → funzione consul va nel
procedimento di scioglimento dei Consigli regionali.

PRINCIPIO DI CONTINUITÀ
Questo principio stabilisce che le Camere funzionano e devono poter funzionare SEMPRE
• Attività in via ordinaria→ dal momento della loro prima riunione dopo l’elezione sino al momento del
loro scioglimento
• Attività in regime di “prorogatio” → dopo lo scioglimento sino alla prima riunione delle nuove Camere
le Camere sciolte continuare la loro attività tranne compiere atti di direzione politica che potrebbero
essere rinviati e limitarsi a svolgere atti urgenti e indifferibili, come la conversione dei decreti-legge,
approvazione del bilancio, ratifica di un trattato internazionale.
• Diversa è la “proroga” della durata delle Camere→ art.60, c.2: quando il loro termine di scadenza è
spostato nel tempo in base alla legge e solo in caso di guerra
• Convocazione di diritto→ primo giorno non fes vo di febbraio e di ottobre
• Ciascuna assemblea può essere convocata in via straordinaria (su iniziativa del Presidente
dell’Assemblea, del PdR, di 1/3 dei componenti); si riunisce di diritto anche l’altra Assemblea
• Convocazioni obbligatorie per Costituzione→ entro 5 giorni dalla presentazione di un d.l.; entro 10
giorni dalla formazione del Governo.

LA FORMAZIONE DELLA VOLONTÀ DELLE CAMERE


• Art. 64→ le deliberazioni sono valide se è presente la maggioranza di componenti (cd. Numero
legale), e se sono adottate dalla maggioranza dei presenti, salvo che la Costituzione disponga
altrimenti (approvazione delle leggi costituzionali, dei regolamenti, della legge di amnistia e indulto,
della legge sulla disciplina di bilancio; anche i regolamenti e leggi costituzionali talora prevedono
maggioranza speciali): quorum partecipativo e quorum deliberativo
• Presenti→ coloro che esprimono il voto favorevole o contrario, gli astenu non sono considera
presenti (anche al Senato)
• Voto palese o segreto→ in Costituzione il voto palese è richiesto soltanto per accordare o negare la
fiducia al Governo (art.94); nei regolamenti in generale il voto è palese (segreto in casi particolari)
• Le sedute sono pubbliche (salvo che le Camere deliberino di riunirsi in seduta segreta; art.64, c.2)

LA FUNZIONE LEGISLATIVA. IL PROCEDIMENTO ORDINARIO


La funzione legislativa è esercitata collettivamente da entrambe le Camere (art.70) ed è distinta in 3 fasi→
iniziativa, istruttoria e deliberante
1. Fase dell’iniziativa→ consiste nel potere di presentare un progetto di legge alla presidenza di
una delle Camere→ questo potere spetta:
➢ Al Governo
➢ Ad un singolo parlamentare
➢ Ai singoli Consigli regionali
➢ CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro)
➢ 50mila elettori
➢ Anche i comuni ma limitatamente alla procedura relativa alle modifiche territoriali.
• Iniziativa governativa: il d.d.l (disegno di legge) deve essere approvato dal Consiglio dei ministri e la
presentazione alle Camere deve essere approvata dal PdR. Vi sono poi talune leggi ad iniziativa
riservata al Governo (bilancio, rendiconto consultivo, conversione dei D.l., ratifica di trattati
internazionali).
2. Fase istruttoria→ si svolge nella Commissione permanente competente per materia, al termine del
quale si redige una relazione all’Assemblea, proponendone l’accoglimento o la reiezione. La
Commissione (sempre quella permanente) può proporre emendamenti o redigere un nuovo testo.
Le altre Commissioni hanno una funzione consultiva.
3. Fase deliberante→ si svolge in Assemblea e prevede
➢ Una discussione generale: si possono proporre la questione pregiudiziale (ovvero quella di
costituzionalità) o la questione sospensiva.
➢ Una discussione articolo per articolo con approvazione (anche su eventuali emendamenti)
➢ Discussione finale con approvazione dell’intero testo.

GLI ALTRI PROCEDIMENTI LEGISLATIVI


La Costituzione prevede altri 2 procedimenti diversi da quello ordinario.
1. Procedimento abbreviato → per i ddl dichiarati urgenti e comportano la riduzione dei
termini previsti per il procedimento ordinario e la Commissione riferisce oralmente all’assemblea.
La Commissione competente approva direttamente il disegno di legge.
2. Procedimento decentrato → la discussione e l’approvazione del ddl avviene, anziché in
Assemblea, in Commissione, dunque in sede deliberante, il Governo, 1/10 dei componenti
dell’Assemblea o 1/5 della Commissione, possono chiedere di tornare al procedimento ordinario.
Questo procedimento non può essere adottato se si tratta di leggi in materia costituzionale ed
elettorale, di delegazione legislativa, ratifica di trattati internazionali, approvazione del bilancio,
rendiconto consuntivo e conversione dei dl.
• I regolamenti prevedono anche il procedimento in sede redigente: la Commissione redige il testo e
all’Assemblea spetta la sola approvazione finale.

Gli specifici procedimenti di approvazione per alcune tipologie di leggi


• LEGGI DI BILANCIO (rinvio)
• LEGGI DI CONVERSIONE DI DECRETI-LEGGE→ prevede l’accertamento dei requisiti di straordinarietà
(circostanze NON ordinarie), necessità (per affrontare una certa situazione, non si può aspettare una
legge), e urgenza (immediatezza). Inoltre vi è il controllo sulla specificità (regole collegate in modo
specifico a quella particolare situazione) ed omogeneità (deve riguardare un argomento e un solo)
del contenuto, richiesto dall’art.15 l.400/1988.
• LEGGI DI AMNISTIA E INDULTO→ provvedimenti legislativi di clemenza, provvedimenti NON individuali,
ma riguardanti tutta una serie di persone che hanno commesso lo stesso reato.
➢ Amnistia→ dichiarano estinti determinati reati commessi in passando, facendo cessare
l’esecuzione delle pene già inflitte.
➢ Indulto→ condonano in tutto o in parte la pena a color che sono stati condannati a certi
reati, che però NON vengono estinti.
➢ Secondo la legge 1/92, le leggi devono essere deliberate da ciascuna Camera a maggioranza
dei due terzi dei membri nella votazione di ciascun articolo e non solo in quella finale.

LEGGE DI BILANCIO (ART.81, COMMA 4)


• La Costituzione stabilisce che le Camere approvino ogni anno con legge il bilancio (preventivo) e il
rendiconto consuntivo presentati dal Governo (!).
• Si stabilisce una “sessione di bilancio” → un periodo di 45 giorni durante il quale le Camere devono
occuparsi esclusivamente della discussione della legge di Bilancio (di solito periodo da ottobre fino a
dicembre). Ci sono disposizioni volte a far sì che la legge venga approvata entro il 31 dicembre, in
modo da evitare l’esercizio provvisorio del bilancio (non più di 4 mesi).
• Partecipazione della Commissione di Bilancio (esame generale) e tutte le Commissioni permanenti,
che esaminano gli stati di previsione dei bilanci relativi alle amministrazioni di loro rispettiva
competenza.
• La Costituzione aveva stabilito il divieto di stabilire nuovi tributi e nuove spese con la legge di
approvazione del bilancio→ non si poteva modificare la disciplina, era una legge meramente
formale, autorizzava solo.
Questo sistema è stato alterato: in un primo momento con la cd. Legge di stabilità (in origine
“legge finanziaria”), ovvero una legge che precedeva la legge di approvazione del bilancio e che
stabiliva il saldo netto da finanziare.
Il divieto è stato poi abrogato con la legge costituzionale 1/2012 che dispone l’autorizzazione per le
entrate e per le spese pubbliche per l’anno successivo, facendo diventare la legge non solo
meramente formale, ma sia formale che materiale. Si deve però rispettare ed assicurare comunque
il principio di equilibrio di bilancio, la legge deve assicurare la copertura finanziaria degli oneri.
GLI ATTI DELLA MANOVRA DI BILANCIO
➢ Il Governo presenta alle Camere il Documento di economia e finanza (DEF) che contiene i
programmi di politica finanziaria per il triennio successivo e deve essere presentato entro il 10
aprile di ciascun anno.
➢ La legge di approvazione del bilancio annuale di previsione è un disegno di legge che va presentato
dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre di ciascun anno e che deve essere approvato dalle
Camere entro il 31 dicembre.
➢ I provvedimenti legislativi collegati sono ddl presentati dal Governo entro il 31 gennaio, e indicati
nel DEF, con l’intenzione di farli approvare per l’attuazione alla manovra finanziaria.
➢ Legge di assestamento del bilancio (per rimodulare le dotazioni finanziarie nel corso della gestione
del bilancio) e rendiconto generale dello Stato (presentazione dei risultati della gestione
finanziaria: ddl presentati dal Governo entro il 30 giugno.
➢ Esercizio provvisorio del bilancio: se la legge di bilancio non è approvata entro il 31 dicembre;
concesso con legge dal Parlamento e complessivamente per non più di 4 mesi.

I RAPPORTI CON LA UE E CON GLI ENTI TERRITORIALI.


➢ Semestre europeo→ periodo durante il quale si svolge la vigilanza della UE sulla manovra
nazionale di bilancio (dalle analisi della Commissione alle raccomandazioni approvate dal Consiglio
europeo ed adottate dal Consiglio UE)
➢ Documento programmatico di bilancio→ proge o di bilancio per l’anno successivo, in particolare il
saldo di bilancio e la proiezione delle entrate e delle spese; inviato dal Governo alla Commissione
UE e all’Eurogruppo entro il 15 ottobre.
➢ Il rapporto con gli enti territoriali: la determinazione statale dei principi di coordinamento della
finanza pubblica ai sensi dell’art.117, c.3, e inseriti (e rinnovati annualmente) nella legge di bilancio.

LE FUNZIONI DI INDIRIZZO, DI CONTROLLO E ISPETTIVA


1. FUNZIONE DI INDIRIZZO POLITICO
• Non solo la legislazione in generale, ma anche alcune leggi che hanno essenzialmente funzione di
direttiva (ad. Es. legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali)
• Atti non legislativi→ mozioni, risoluzioni e ordini del giorno.
➢ Mozioni: hanno lo scopo di promuovere una deliberazione dell’assemblea. Ad esempio
mozione di fiducia o di sfiducia al Governo: si rompe l’accordo politico fra Parlamento e
Governo che è il fulcro del regime parlamentare. Motivate e votate per appello nominale,
firmate da almeno 1/10 dei componenti di una Camera, e votate non prima di tre giorni
dalla presentazione.
2. FUNZIONE DI CONTROLLO →prevalente nell’approvazione del rendiconto generale dello Stato.
3. FUNZIONE ISPETTIVA→ ciascuna camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse,
nominando una Commissione.
• Interrogazioni: domande scritte, rivolte da un parlamentare al Governo e riguardanti fatti o
circostanze di fatto
• Interpellanze: sia scritte che orali, riguardano i motivi e gli intendimenti della condotta politica del
Governo.
• Indagini conoscitive: di iniziativa delle Commissioni per acquisire informazioni e documenti utili
all’attività delle Camere.
Commissioni di inchiesta (art.82) → is tuite da ciascuna Camera su materie di pubblico interesse
(“legislative” e “politiche”), con composizione proporzionale ai gruppi, con gli stessi poteri e stesse
limitazioni dell’autorità giudiziaria; nella prassi anche bicamerali e con poteri maggiori dell’autorità
giudiziaria.

IL PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE E RELATIVE FUNZIONI


Le Camere si riuniscono in seduta comune nei soli casi previsti dalla Costituzione→ essenzialmente per
finalità elettive e accusatoria.
• FUNZIONE ELETTIVA→
➢ Elezione del PdR:
✓ Assemblea integrata da 3 delegati per ogni Regione, scelti in modo da garantire la
rappresentanza e fatta accezione per la Valle d’Aosta che dispone di un solo delegato.
✓ L’elezione deve avvenire a maggioranza dei 2/3 fino al terzo scrutinio e maggioranza assoluta
poi.
✓ L’assemblea assiste, senza delegati, al giuramento del PdR
➢ Elezione di 5 giudici della Corte Costituzionale
➢ 8 membri del Consiglio superiore della magistratura
➢ 45 persone aventi i diritti per essere eletti senatori tra cui saranno sorteggiati i 16 giudici
“aggregati” della Corte Costituzionale
➢ Uno o più Commissari per l’accusa al PdR.
• FUNZIONE ACCUSATORIA→ concerne le accuse di alto tradimento e di attentato alla Costituzione mosse
contro i PdR, la deliberazione deve essere presa a maggioranza assoluta dei membri del Parlamento,
su relazione di un comitato composto dai membri della Giunta del Senato e di quella della Camera.
CAP.15 IL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA
SOMMARIO:
• Nozioni generali (ruolo, elezione, autonomia, supplenza).
• La controfirma e la sua funzione.
• Le attribuzioni del Presidente della Repubblica.
• La responsabilità del Capo dello Stato.

NOZIONI GENERALI
IL RUOLO
 L’art.87 della Costituzione definisce il PdR “Capo dello Stato” e “rappresentante dell’unità nazionale”
• Egli ha una funzione di “garanzia costituzionale” → preservare la Costituzione come condizione di
unità della Nazione, ≠ Corte costituzionale.
• Evoluzione del ruolo presidenziale: sino alla “Repubblica sotto tutela presidenziale”.

L’ELEZIONE
• L’elezione del Capo dello Stato spetta al Parlamento in seduta comune, integrato dai delegati regionali
(vedi pezzo su Parlamento in Seduta Comune). Maggioranza qualificata: 2/3 sino al 3° scrutinio,
assoluta dal 4° scrutinio. Scrutinio segreto.
• REQUSITI→ aver compiuto 50 anni, godimento dei diritti civili e politici.
• Giuramento davanti al Parlamento in seduta comune (e, per tradizione, il discorso di insediamento)
• Durata del mandato di 7 anni, poi rieleggibile (non vi è divieto espresso), come confermato dalla prassi
(Napolitano).
• 30 giorni prima che scada il settennato, Il Presidente della Camera deve convocare il Parlamento in
seduta comune, per eleggere il nuovo Capo dello Stato.
Se questo termine scade quando le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione,
le elezioni saranno effettuate dalle nuove Camere entro quindici giorni dalla loro riunione, nel
frattempo sono prorogati (“prorogatio”) i poteri del Presidente in carica.

LE FORME DI TUTELA DELL’AUTONOMIA DEL PdR.


• Al Presidente spetta un assegno in denaro e il godimento di certi beni, come il Palazzo del Quirinale.
• Autonomia amministrativa e contabile e di autodichia (giurisdizione domestica).
• Da lui dipende un Segretario generale.
• Tutela penale offerta dalla legge (ma c’è il diritto di critica)
• Incompatibilità con altri incarichi pubblici o privati.

LA SUPPLENZA
Supplenza da parte del Presidente del Senato (non è un Vice-presidente) in seguito a impedimenti
temporanei o permanenti.
• Impedimento temporaneo → viaggi all’estero o malattia
• Impedimento permanente→ dimissioni o grave malattia
Non è però specificata la modalità di accertamento dell’impedimento: Caso “Segni” → 1964, pur colpito da
una grave malattia, negava l’esistenza e la qualità dell’impedimento.
➢ Ammessa anche la supplenza parziale, con attribuzione parziale dei poteri al supplente, come nei
viaggi all’estero con il mantenimento dei poteri di rappresentanza internazionale.

LA CONTROFIRMA
✓ Art.89 → nessun atto del Capo dello Stato è valido se non è controfirmato dai Ministri proponenti
(che propone l’atto→ ma ci sono a che non sono propos dal Ministro), che ne assumono la
responsabilità. La controfirma è una condizione di validità, pena l’illegittimità.
✓ Art.90→Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue
funzioni salvo che costituiscano alto tradimento o attentato alla Costituzione.
La funzione della controfirma è CONTROVERSA, si oppongono 2 TESI:
• TESI MONOFUNZIONALE→ la controfirma a esta che l’atto è stato compiuto con la collaborazione del
o dei Ministri proponenti che fanno parte del Governo che gode la fiducia del Parlamento. Ciò significa
che il Presidente, pur potendo far valere le sue ragioni, deve “cedere” e accettare la proposta.
• TESI PLURIFUNZIONALE→ parte dalla costatazione che ci sono 3 funzioni della controfirma a seconda
del tipo di atto presidenziale.
1. Atti sostanzialmente e formalmente presidenziali→ sono atti esenti da proposta su cui il
Governo può esercitare solo una funzione di eguale controllo: può chiedere di riflettere,
riesaminare l’atto, ma non può obiettare, basta che sia conforme a Costituzione e legge.
2. Atti sostanzialmente governativi→ sono a su proposta governa va, il Presidente della
Repubblica esercita il controllo solo con richiesta di riesame.
3. Atti complessi eguali→ volontà paritaria del PdR e del Governo: scioglimento anticipato delle
Camere e nomina del Presidente del Consiglio.

OBIEZIONI
• La tesi plurifunzionale non è prevista dalla Costituzione (ma è accolta dalla maggioranza della dottrina e
dalla Corte Costituzionale!).
• Perché negli atti sostanzialmente presidenziali il Governo si deve assumere la responsabilità se non è
d’accordo?
• La prassi non conferma la tripartizione rigida delle tre categorie di a t t i presidenziali.
• La tesi monofunzionale corrisponde all’esperienza storica e al mutare dei rapporti di forza tra PdR e
Governo.

GLI ATTI NON CONTROFIRMATI


• Atti personali: dimissioni o dichiarazioni di impedimento permanente.
• Atti adottati come Presidente di organi collegiali (CSD: Consiglio supremo di difesa e CSM: Consiglio
superiore della Magistratura)
• Atti orali (ovviamente)
• Le esternazioni con contenuto politico (dovrebbero essere in armonia con l’indirizzo politico del
Governo).

LE ATTRIBUZIONI DEL PdR


• FUNZIONI DI RAPPRESENTANZA GENERALE DELLO STATO:
➢ Rappresentanza internazionale
➢ Ratifica di trattati
➢ Comando delle forze armate (comando formale, poiché la direzione delle operazioni militari
appartiene al Governo).
➢ Dichiarazione dello stato di guerra
➢ Presidenza del CSD→ Consiglio supremo di difesa.
• ATTRIBUZIONI RIGUARDANTI IL CORPO ELETTORALE E REFERENDARIO.
➢ Convocazione delle elezioni e dei referendum, fissando la data.
➢ Per i referendum, può ritardarne la celebrazione ed anche l’effetto abrogativo.
• ATTRIBUZIONI RIGUARDANTI IL POTERE LEGISLATIVO
➢ Nomina dei senatori a vita
➢ Scioglimento anticipato delle Camere→ ma non può essere effettuato negli ultimi sei mesi del
mandato presidenziale, né senza aver consultato il Presidente dell’Assemblea. L’effettivo potere
può essere: ridotto, quando lo scioglimento è motivato dall’incapacità della o delle Camere di
esprimere una maggioranza; decisivo, quando queste entrano in crisi.
➢ Autorizzazione ai ddl (disegni di legge) governativi→ autorizzazione alla presentazione alle
Camere, promulgazione e rinvio presidenziale delle leggi.
➢ Messaggi scritti o orali al Parlamento; con il messaggio di insediamento il PdR comunica i criteri
generalissimi ai quali intende ispirare l’adempimento delle sue funzioni.
➢ Promulgazione delle leggi e rinvio con messaggio motivato alle Camere per chiedere una nuova
deliberazione, se le Camere approvano la legge una seconda volta, il Presidente deve promulgarla.
• ATTRIBUZIONI RIGUARDANTI IL POTERE ESECUTIVO
➢ Nomina il Presidente del Consiglio e i ministri (previe consultazioni con personaggi politicamente
influenti)
➢ Accettazione delle dimissioni del Governo, che egli può respingere, chiedendo che esso si presenti
alle Camere, per controllare se goda ancora della loro fiducia.
➢ Concessione della grazia e commutazione delle pene.
➢ Conferimento di onorificenze
• ATTRIBUZIONI RIGUARDANTI IL POTERE GIUDIZIARIO
➢ Interviene nella formazione degli organi giurisdizionali come Presidente del Consiglio Supremo
della Magistratura.
➢ Nomina di 5 giudici della Corte Costituzionale
➢ Adozione (senza controfirma) dei provvedimenti del CSM relativi al conferimento di incarichi
direttivi.
LE RESPONSABILITÀ DEL P.d.R.
• Art.90→ l’irresponsabilità viene meno solo in caso di alto tradimento o di attentato alla Costituzione.
• Si applica il principio di legalità dei reati e delle pene? (ricorrendo al codice militare di pace sull’alto
tradimento e al codice penale per l’attentato alla Costituzione)
• In realtà è un giudizio politico (messa in stato d’accusa da parte del Parlamento in seduta comune,
giudizio della Corte costituzionale “integrata”)
• Elevata discrezionalità nella determinazione della fattispecie dei reati “propri” del PdR.

ALTRE QUESTIONI
• “Riservatezza assoluta” delle comunicazioni riservate del PdR, salvo la tutela di interessi riferibili a
principi costituzionali supremi” (Corte cost. 1/2013)
• Atti extra-funzionali→ il PdR risponde civilmente come un normale cittadino e, secondo la Corte
costituzionale, anche penalmente (ma è preferibile la sospensione del procedimento penale per le
conseguenze derivanti da indagini, interrogatori, limitazioni della libertà, etc.)
• Sarebbe “politicamente responsabile per le esternazioni”: ma esiste comunque la libertà di critica ex
art. 21 Cost.
CAP.16 IL GOVERNO
SOMMARIO:
• Gli organi del Governo.
• La formazione del Governo.
• Le vicende del rapporto fiduciario.
• Le attribuzioni.

IL GOVERNO
• è un organo costituzionale, titolare dell’indirizzo politico e amministrativo dell’intera collettività.
• È posto al vertice dell’organizzazione amministrativa dello Stato e legato alle Assemblee parlamentari
dal rapporto di fiducia.
• Il Governo è un organo complesso→ cos tuito dal Presidente del Consiglio e da tu i Ministri, che
insieme formano il Consiglio dei ministri (organo collegiale).
• Il ruolo centrale spetta al Consiglio dei Ministri e non invece al Presidente del consiglio, che non è “Capo
del Governo” → qualifica che era stata a ribuita al Presidente del Consiglio nel 1925 so o Mussolini.

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI


• È l’organo collegiale che possiede le principali competenze dell’esecutivo.
• Ai sensi della legge 1. n. 400/88 il Consiglio dei Ministri:
➢ determina la politica generale del Governo
➢ determina l’indirizzo generale dell’azione amministrativa
➢ delibera su ogni questione relativa all’indirizzo politico fissato dal rapporto fiduciario con le
Camere.
➢ Risolve i conflitti tra i Ministri, es. quando devono decidere su competenze comuni→ situazione
commercio durante l’emergenza sanitaria.
• Tutti i Ministri e il PdC partecipano in pari posizione e con lo stesso peso al momento delle
deliberazioni.
• Su invito del PdC possono essere invitati i Vice-Ministri (sottosegretari del Ministro designati dal
Ministro stesso che è costretto a delegare certe funzioni, possono essere 1 o più di uno a seconda della
complessità), ma non hanno diritto di voto.
IL CONSIGLIO DI GABINETTO
• Si sviluppa a partire dal 1983 in via di prassi come organo collegiale più ristretto rispetto al CdM.
• Presieduto dal PdC e composto dai soli Ministri designati dal Presidente medesimo.
• Può solo svolgere il compito di coadiuvare il Presidente nello svolgimento delle sue funzioni, senza
sostituirsi al Consiglio dei Ministri
• Scarsamente usato nella prassi.

COMITATI DI MINISTRI E INTERMINISTERIALI


• COMITATI INTERMINISTERIALI→ istituiti con legge, con rilevanti funzioni di governo (di indirizzo o di
regolazione) in specifici settori per coordinare l’azione di più Ministri.
➢ Sono in genere presieduti dal PdCM o da un Ministro da lui delegato e dai Ministri competenti nel
settore.
➢ Hanno importanti funzioni di governo per coordinare l’intervento di una pluralità di Ministri
congiuntamente competenti in un dato settore.
➢ Esempi: CIPE, CICR, CISR
• COMITATI DI MINISTRI: istituiti dal PdCM, con il compito di esaminare in via preliminare questioni di
comune competenza, o esprimere pareri su questioni da sottoporre al CdM (anche con Sottosegretari o
esperti)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


• Art.95, comma 1→ ha la funzione di dirigere la politica generale del Governo di cui è responsabile (è
responsabile quindi della direzione dell’attività dei ministri)
• Art.95, comma 2→ ha la funzione di mantenere l’unità dell’indirizzo politico ed amministrativo del
Governo, non determinando, agendo o sostituendosi ai Ministri, ma promuovendo e coordinando la
loro attività.
• NON è gerarchicamente sovraordinato ai singoli Ministri (“primo tra pari”)
• NON ha il potere di revoca dei Ministri
• Adotta direttive e può sospendere l’adozione di atti ministeriali rinviandoli al CdM.
• Può sottoporre al CdM le questioni su cui vi siano posizioni contrastanti tra le amministrazioni
• Deve essere informato delle riunioni dei Comitati dei ministri e interministeriali.
• Presiede gli organi collegiali (Conferenze Stato-Regioni) ed è vice-presidente del CSD.
• Rappresenta il Governo all’esterno (conflitti di attribuzione)
• Ha competenze in tema di sicurezza interna ed esterna (segreto di Stato).

I MINISTRI
• Sono componenti del Consiglio dei Ministri
• Organi di vertice degli apparati amministrativi (Ministeri) in cui la legge ripartisce organicamente la
pubblica amministrazione statale.
• Art. 95, c.2 → responsabilità collegiale degli a t t i deliberati del CdM, e responsabilità individuale per gli
a t t i dei loro Ministeri.
• L’organizzazione, le attribuzioni, il numero dei Ministri sono determinati per legge (ma si è usata la
legge delega ed i decreti legislativi, così come i decreti legge).
• Tendenza: accorpamento dei Ministeri e riduzione del numero (ma con alcuni esiti opposti!)
REATI MINISTERIALI
• Dopo il referendum del 1987 sulla disciplina legislativa della c.d. “giustizia politica”, si sono modificate
le norme costituzionali in materia.
• Prima: speciale foro giurisdizionale (Corte cost. le in composizione integrata) - competente a giudicare
sulle accuse al Pres. Della Rep. (per i reati presidenziali) e sulle accuse mosse dal Parlamento in seduta
comune al Presidente del Consiglio e ai Ministri (anche non più in carica) per i reati commessi
nell’esercizio delle loro funzioni (per i reati ministeriali).

DISCIPLINA VIGENTE
• Adesso la competenza a giudicare sui “reati ministeriali” spetta alla magistratura ordinaria, previa
autorizzazione dell’Assemblea parlamentare di appartenenza (del Senato, se più persone appartenenti
ad entrambe le Assemblee, o in caso di non parlamentari)
• L’autorizzazione può essere negata dall’assemblea solo con votazione a maggioranza assoluta e qualora
si reputi che l’inquisito “abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente
rilevante, ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione
di Governo” (l. n. 1/89)

ALTRI ASPETTI
• L’incarico ministeriale può essere attribuito ad interim ad un altro componente del Governo,
temporaneamente assunto dal titolare di un diverso dicastero (o dallo stesso Presidente del Consiglio)
• È frequente poi la presenza di Ministri senza portafogli → privi di un proprio dicastero e che esercitano
le funzioni delegate dal Presidente del Consiglio avvalendosi delle strutture amministrative della
Presidenza del Consiglio.
• Su proposta del Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri può attribuire ad uno o più (logiche
politiche di equilibrio di coalizione) Ministri le funzioni di Vice-presidente del Consiglio.

SOTTOSEGRETARI DI STATO
• Sono i più stretti collaboratori di un Ministro o del PdCM ed esercitano compiti ad essi delegati con
decreto del Ministro (o del PdCM) pubblicato sulla G.U.
• Possono intervenire ai lavori parlamentari come rappresentanti del Governo, in conformità alle
direttive del Ministro.
• Alti Commissari e Commissari straordinari → organi amministra vi temporanei, che non entrano a far
parte della compagine governativa. (Commissario straordinario per urgenza Corona Virus)

NOMINA DEI SOTTOSEGRETARI


• Sono nominati con D.P.R., su proposta del PdCM, di concerto con il Ministro che il Sottosegretario è
chiamato a coadiuvare, sentito il CdM.
• Alcuni (non più di dieci) sono nominati Vice-Ministri (senza rango di Ministri, né responsabilità propria
del Ministro) con deleghe conferite dal Ministri, approvate dal CdM e su proposta del PdCM (possono
partecipare al CdM senza diritto di voto).

LA FORMAZIONE DEL GOVERNO


• Procedimento disciplinato da “scarne” disposizioni costituzionali, integrate da regole di
comportamento in via di prassi, poche disposizioni di legge e dei regolamenti parlamentari.
• La Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica la nomina del Presidente del Consiglio e, su
proposta di quest’ultimo, la nomina dei Ministri.
• La nomina dei componenti deve tener conto del necessario consenso delle forze politiche che sono
destinate a sostenere la compagine governativa. (governo parlamentare)

INIZIO DEL PROCEDIMENTO

• Il Presidente del Consiglio, a nome dell’intero Governo, presenta le dimissioni al Capo dello Stato,
determinando la crisi di governo, che può essere di due tipi:
➢ Crisi parlamentare→ in seguito al voto di sfiducia da parte di un un’Assemblea in tre casi: mancata
concessione della fiducia iniziale, mozione di sfiducia, questione di fiducia).
➢ Crisi extraparlamentare→ è quella più frequente, quando le dimissioni sono spontanee, dovute ad
una crisi politica (nel tempo si sono verificati disaccordi, crisi, liti), impossibilità di trovare un punto
comune. Talora il PdR invita il PdC a presentarsi alle Camere per “parlamentizzare” la crisi, aprendo
un’ulteriore fase di discussione nelle Assemblee che fa assumere la decisione definitiva sulle
dimissioni.
➢ Altre cause→ elezioni di nuove Camere a seguito della scadenza ordinaria, morte o impedimento
permanente del PdCM (il Governo dura finché mantiene il rapporto fiduciario con le Camere).

CONSULTAZIONI E INCARICO

• Il Capo dello Stato accetta le dimissioni “con riserva” (l’accettazione diventa definitiva al momento
della nomina del nuovo Governo).
• Avvia la fase delle consultazioni, destinata a conferire l’incarico di formare il nuovo Governo a quella
persona (anche Presidente del Consiglio dimissionario) che appare in grado di ottenere il necessario
favore delle Camere.
• Nel corso delle consultazioni il Presidente può consultare: ex-Presidenti, Presidenti delle Camere,
delegazioni delle forze politiche presenti in Parlamento.
• Ulteriori consultazioni: forze parlamentari che intendono sostenerlo (e forze sociali e economiche).

INCARICATO: ATTIVITÀ ED ESITI

• Se esito favorevole→ l’incaricato riferisce l’esito favorevole e il PdR procede alla nomina con decreto
controfirmato dallo stesso neo-Presidente del Consiglio, e su proposta di quest’ultimo, il Presidente
della Repubblica nomina i Ministri. La controfirma è l’attestazione della collaborazione tra Capo dello
Stato e soggetto controfirmante.
• Se esito sfavorevole→ l’incaricato non riesce a trovare i consensi necessari e rinuncia all’incarico e il
PdR riprende le sue consultazioni.
• Se le consultazioni non danno nessun possibile esito favorevole: scioglimento anticipato delle Camere.

GIURAMENTO
• Nel momento della nomina si procede ad un giuramento nelle mani del Capo dello Stato: il Governo
entra nell’esercizio delle sue funzioni (e si sostituisce al Governo dimissionario)
• Al Governo dimissionario competeva il disbrigo degli “affari correnti”, ossia le funzioni di ordinaria
amministrazione, ovvero quelle necessarie per assicurare la continuità nel funzionamento degli
apparati pubblici e situazioni di emergenza.
• In nuovo Governo si trova “in attesa di fiducia”, posizione ≠ dal Governo dimissionario.

LE VICENDE DEL RAPPORTO FIDUCIARIO


LA FIDUCIA
• Il Governo prepara il programma che viene esposto dal Presidente del Consiglio ad entrambe le
Camere (le dichiarazioni programmatiche) su cui viene chiesta la fiducia di ciascuna Assemblea (art.94,
comma 1). Il tutto deve avvenire entro 10 giorni.
La fiducia è accordata da ciascuna Camera con:
➢ Mozione motivata di fiducia → vanno indicate le ragioni del consenso parlamentare
➢ Votata con appello nominale→ scrutinio palese in modo che sia evidente a tutti l’opinione
pubblica generale.
➢ Non chiede un quorum→ è a maggioranza semplice (possibilità di governi senza maggioranza
assoluta, governo di minoranza, delle astensioni o “non sfiducia”).
• Se la mozione non è approvata, sfiducia iniziale e obbligo di dimissioni da parte del Governo.

LA CESSAZIONE DEL RAPPORTO FIDUCIARIO


• Art.94, c.2 e 5 → La fiducia può essere revocata da parte di ciascuna Camera (basta una!) con
conseguente obbligo di dimissioni del Governo.
• La mozione di sfiducia deve essere:
➢ Motivata
➢ Votata per appello nominale
➢ Presentata da non meno di 1/10 dei componenti della Camera e messa in discussione non prima di
3 giorni dalla presentazione, ciò per evitare che valutazioni legate ad eventi contingenti possano
mettere seriamente in crisi gli esistenti equilibri politici.

VOTO CONTRARIO SU UNA PROPOSTA (ORDINARIA) DEL GOVERNO


• Art.94, c.4→ il “voto contrario di una o entrambe le Camere su una proposta del Governo non
importa obbligo di dimissioni”
• Spetta al Governo la valutazione (politica) se il voto contrario incide sul rapporto fiduciario, e dunque,
se dimettersi.
• Conseguenze: apertura, solo eventuale, di una crisi di governo extra-parlamentare.

LA QUESTIONE DI FIDUCIA
• Non è prevista dalla Costituzione, ma dai regolamenti parlamentari.
• Il Governo pone la questione di fiducia quando dichiara di far dipendere la propria permanenza in
carica dall’approvazione di una determinata deliberazione parlamentare, considerata così rilevante
da condizionare il mantenimento del rapporto fiduciario.
• Se il voto è contrario, il Governo SI obbliga a dimettersi.
• Si vota con la stessa modalità del voto palese della mozione di fiducia o di sfiducia.
LA MOZIONE DI SFIDUCIA INDIVIDUALE
• Non è prevista dalla Costituzione, ma dal regolamento della Camera ed è utilizzata in prassi anche del
Senato.
• È rivolta a un singolo Ministro e non all’intero Governo, per il quale non sussiste obbligo di dimissioni
se la mozione è approvata
• Stesse modalità di voto palese previste per la mozione di sfiducia
• Corte cost. 7/1996: la sfiducia individuale è lo strumento tramite il quale si fa salvo il rapporto
fiduciario tra Governo e Parlamento, qualora esso sia messo in pericolo dal comportamento di un
singolo Ministro, il quale, pertanto, è costituzionalmente tenuto a dimettersi (salva la possibilità del
ricordo per conflitto di attribuzioni)

LE FUNZIONI DEL GOVERNO


1) ATTI DI INDIRIZZO POLITICO
➢ Programma di Governo
➢ Atti di programmazione settoriale o economico-finanziaria (DEF)
➢ Iniziativa legislativa o emendamenti
➢ Direttive per la sicurezza interna o esterna dello Stato
➢ I rapporti con le confessioni religiose (stipulazione delle intese)
➢ I rapporti con le Regioni e gli enti locali (procedimenti innanzi alla Corte costituzionale)
➢ Le relazioni internazionali (trattati) e UE
➢ Dichiarazione di stato di emergenza nazionale
2) ATTI NORMATIVI
• A t t i aventi forza o valore di legge:
➢ Nei casi consentiti dalla Costituzione o dalle leggi costituzionali
➢ Decreti legislativi, decreti legge, decreti di attuazione degli statuti speciali
• A t t i normativi di rango secondario:
➢ Nei casi previsti dalle leggi (vedi 1.400/1988, l. 234/2012)
➢ Regolamenti governativi
3) ATTI AMMINISTRATIVI
➢ Nei casi previsti dalla legge
➢ Nomina di Componenti della Corte dei conti e del Consiglio di Stato
➢ Potere sostitutivo nei confronti delle Regioni e degli enti locali
➢ Poteri di nomina nelle pubbliche amministrazioni e negli enti pubblici
➢ Annullamento in via straordinaria di atti amministrativi illegittimi a tutela dell’unità
dell’ordinamento (anche nei confronti degli enti locali)
CAP.17 LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
E GLI ORGANI AUSILIARI
SOMMARIO:
• I principi costituzionali
• Il personale
• I mezzi e i beni pubblici
• Gli apparati
• Le attività
• Gli organi ausiliari: CNEL, Consiglio di Stato e Corte dei Conti

I PRINCIPI COSTITUZIONALI
La Costituzione detta alcuni principi di carattere generale in tema di amministrazione pubblica, ossia in
relazione al personale, ai mezzi e ai beni pubblici, agli apparati etc rivolti all’adempimento dei compiti che
sono propri delle pubbliche autorità.
• Il Governo è al vertice dell’indirizzo politico-amministrativo nazionale (art.95, c.1), ed è politicamente
responsabile davanti al Parlamento (art.94, c.1) che è direttamente eletto dal popolo (artt. 56 e 57;
sovranità popolare e separazione dei poteri; art.1).
Contrappesi:
➢ Sottoposizione delle pubbliche amministrazioni al principio di legalità ed al sindacato giurisdizionale a
tutela dei diritti e interessi legittimi.
➢ Riserva di legge che, mediante il controllo delle leggi da parte della Corte costituzionale, assicurano il
rispetto dell’ordinamento costituzionale e impediscono lo svolgimento autoritario e arbitrario dei
poteri pubblici.
In particolare, art.97, comma 2
• Riserva di legge relativa→ alla legge spe ano le linee generali della disciplina integrabile con
regolamenti governativi (anche di organizzazione)
• e rafforzata→ devono essere assicurati:
➢ “buon andamento”: corretto adempimento ed adeguata funzionalità, anche come “efficienza”
(nelle condizioni date e con le risorse disponibili) nel perseguimento delle finalità indicate dalla
legge.
➢ “imparzialità” (in connessione al principio di eguaglianza) → solo le finalità obiettivate
dall’ordinamento, cioè nelle leggi (senza preferenze, privilegi, ingiustizie, o soprusi; mediante
parametri tecnici e neutrali).

ALTRI PRINCIPI COSTITUZIONALI


• Art.54, comma 2→ dovere di adempiere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore, anche
prestando giuramento
• Art.98, comma 1→ i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione (attività degli impiegati
e disciplina del relativo status sono rivolti al perseguimento degli interessi pubblici definiti dalle norme
vigenti); i pubblici impiegati che sono parlamentari conseguono promozioni solo per anzianità.
• Art.98, comma 3→ possibile limitazione legisla va del diri o di iscriversi a par poli ci per alcune
categorie di dipendenti.

PRINCIPI UE E LEGISLAVITI
• Dall’Unione europea: art.1 1.241/1990, l’azione amministrativa è disciplinata anche dai “principi
dell’ordinamento comunitario”:
➢ Principio di proporzionalità (non arrecare sacrifici sproporzionati) e del contraddittorio (ascoltare
gli interessati prima della decisione)
• Di provenienza legislativa:
➢ Principio di separazione tra scelte politiche e quelle di gestione amministrativa (sia nello Stato che
negli enti territoriali: “norma fondamentale di grande riforma economico-sociale” secondo la Corte
cost.)

ALTRI PRINCIPI COSTITUZIONALI PER LA CORRETTEZZA DELLA P.A.


• Accesso al pubblico impiego mediante concorso (salvo deroghe legislative giustificate e ragionevoli;
Art.97, comma 3)
• Responsabilità personale dei dipendenti pubblici (art.28)
• Controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo da parte della Corte dei conti (art.100, comma
2, primo periodo)
• Controllo esterno (o successivo) sulla gestione finanziaria da parte della Corte dei Conti (art.100,
comma 2, secondo periodo)

ALTRE FORME DI CONTROLLO


• Altri controlli in via legislativa (soprattutto dagli anni Novanta in poi) circa il perseguimento
complessivo degli obiettivi ed efficienza pubblica
Controlli interni
1. Di regolarità amministrativa e contabile
2. Di gestione
3. Di valutazione della dirigenza
4. Di valutazione e controllo strategico (sul perseguimento degli obiettivi)
• Vedi anche i metodi di misurazione e valutazione delle performance (ANAC e poi Dipartimento
Funzione Pubblica)

I PRINCIPI DELLA LEGGE SUL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO, n. 241/1990


• L’attività amministrativa persegue i fini determinanti dalla legge ed è retta da CRITERI di:
➢ Economicità, efficacia, pubblicità e trasparenza, nonché dai principi dell’ordinamento comunitario
➢ Termine del procedimento
➢ Motivazione del provvedimento
➢ Responsabile del procedimento
➢ Partecipazione degli interessati
➢ Diritto di accesso

PRINCIPI COSTITUZIONALI SUL DECENTRAMENTO NELL’AMMINISTRAZIONE


• Decentramento burocratico (ad organi periferici dello Stato-apparato) ed istituzionale (ad enti distinti
dallo Stato) (art.5 Cost.)
• Art. 118: le funzioni amministrative spettano in via generale ai Comuni (funzioni fondamentali, proprie
e quelle conferite con legge statale o regionale), salvo quelle conferite- a determinate condizioni
(sussidiarietà, differenziazione, e adeguatezza) - dalla legge a Province, Città metropolitane, Regioni e
allo Stato.

IL PERSONALE
• Il personale pubblico è selezionato in base al principio meritocratico (art. 97, c.4) e senza distinzioni di
sesso in condizioni di eguaglianza e secondo i requisiti stabiliti dalla legge (cfr. nuovo art. 51. Comma
1)
• I dipendenti pubblici svolgono attività di lavoro in modo volontario, professionale e retribuito
• Sono collegati con l’ente pubblico in cui agiscono mediante il cd. “rapporto di servizio” stabile e
continuativo (il rapporto organico è invece quello che consente di imputare all’ente le funzioni e gli atti
svolti dai titolari degli organi)

PRESTAZIONI NON PROFESSIONALI


• Alcune attività pubbliche sono oggetto di prestazioni coattive di servizi personali (v. giurati popolari)
• Vi sono poi alcune attività pubbliche che sono svolte a titolo onorario, temporaneamente e non in via
stabile, ad esempio in seguito ad elezione o a nomina politica (senza rapporto di servizio, a titolo
gratuito salvo indennità o rimborso spese)

DISCIPLINA DEL RAPPORTO DI IMPIEGO PUBBLICO


• Principi generali: art.97 e riserva relativa e rinforzata di legge
• Novità a partire dagli anni Ottanta
a) Estensione della contrattualizzazione
b) Riduzione della specialità del rapporto di impiego mediante la “privatizzazione” (assimilazione al
rapporto di lavoro privato)
c) Autoregolamentazione e delegificazione
• Fanno eccezione alcune categorie ove il rapporto di lavoro rimane di diritto pubblico (magistrati, avv.
Stato, FF.AA., corpi di polizia, carriera prefettizia e diplomatica, ecc.)

I PRINCIPI SUL PUBBLICO IMPIEGO


• D.lgs. 165/2001→ una sorta di “statuto” della disciplina dell’organizzazione delle pubbliche
amministrazioni e dello status dei dipendenti pubblici
• Ampia contrattualizzazione (tutte le materie relative al rapporto di lavoro e relazioni sindacali)
• Parte pubblica: ARAN (sotto vigilanza della Presidenza del Consiglio)
• Dipendenti pubblici rappresentati dalle organizzazioni sindacali con minimo di rappresentatività e che
stipulano contratti collettivi nazionali (verificati dalla Corte dei Conti), efficaci erga omnes senza
regolamento (è ammessa anche la contrattazione integrativa nei limiti previsti da quella nazionale e nel
rispetto delle compatibilità finanziarie)

PRIVATIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO NELLE P.A.


• Estensione dell’applicazione delle norme del codice civile e delle leggi sui rapporti subordinati
nell’impresa: vedi lo Statuto dei lavoratori, cioè 1.n. 300/1970
• Rapporto regolato mediante il contratto collettivo e quello individuale
• La competenza giurisdizionale sulle controversie spetta al giudice ordinario del lavoro (anche per i
comportamenti antisindacali) ed è ammesso il ricorso in Cassazione per violazione o falsa applicazione
di contratti collettivi nazionali
• La competenza è del giudice amministrativo per le controversie relative alle procedure concorsuali
relative all’assunzione dei dipendenti pubblici.

RAPPORTO DI IMPIEGO PUBBLICO


• L’assunzione è perfezionata con la stipulazione di un contratto a seguito di “procedure selettive”
mediante concorso
• Anche forme flessibili di lavoro (contratti a tempo determinato, formazione-lavoro, lavoro
temporaneo)
• Forme indipendenti di valutazione (cui sono anche collegate retribuzione, progressione nella carriera e
attribuzione di responsabilità) delle performance mediante gli “organismi indipendenti di valutazione”
(OIV)

DIRIGENZA
• Funzioni di direzione nello svolgimento delle funzioni amministrative (specifici compiti e poteri)
• Assunzione con appositi “corsi-concorsi” (SNA)
• Temporaneità e rinnovabilità dell’incarico→ flessibilità funzionale e peculiare responsabilità per il
raggiungimento degli obiettivi e responsabilità del dirigente (collegamento con la retribuzione)
• Per i dirigenti ministeriali: atti non revocabili o annullabili dal Ministro, ma in casi gravi (es. inosservanza
delle direttive) nomina di un Commissario ad acta
• Flessibilità→ incarichi revocabili in caso di responsabilità ed in ogni caso cessano 90 giorni dopo il voto
di fiducia al Governo (cd. “spoil system”)

I MEZZI E I BENI PUBBLICI


• Mezzi finanziari e beni materiali necessari
• Mezzi finanziari→ a raverso il sistema tributario, il ricorso al credito, gli atti della gestione dei beni
pubblici, altre fonti delle entrate pubbliche (donazioni)
• Art.23→ riserva rela va di legge in tema di prestazioni personali
• Art. 119→ autonomia finanziaria (anche di entrata) degli enti territoriali nel rispetto dei vincoli della
UE: stabiliscono ed applicano tributi propri secondo i “principi di coordinamento della finanza pubblica
e del sistema tributario” (potestà legislativa concorrente; vedi l. 42/2009 e decreti legislativi.

IL COSIDDETTO FEDERALISMO FISCALE


• Processo incompleto di decentramento dell’autonomia impositiva: cessazione dei trasferimenti statali;
fondi perequativi per gli enti territoriali con minore capacità fiscale per l’esercizio delle funzioni a costi
e fabbisogni standard (secondo il LEP)
• Vedi anche i trasferimenti alla UE
• Attuazione parziale nella giurisprudenza costituzionale: in attesa dei principi rimangono ferme le leggi
tributarie statali previgenti, che possono anche essere modificate; sono però vietati i finanziamenti
statali di scopo o a destinazione vincolata a favore degli enti locali.

TRIBUTI
• Imposte→ prestazioni in denaro collegate alle condizioni di capacità contributiva indicate dalla legge.
• Dirette se legate a qualità economiche del soggetto (effetti redistributivi e progressività del sistema), o
indirette se legate ad un fatto o evento oggettivo (effetti di condizionamento dei processi economici)
• Tasse→ prestazioni in denaro pagate quali corrispettivo di beni o servizi pubblici (di norma inferiori al
costo effettivo);
• Contributi speciali→ paga da chi gode di particolari vantaggi direttamente derivanti da un’attività
amministrativa.

LIMITI AL RICORSO PUBBLICO AL CREDITO DISPONIBILE SUL MERCATO


• Art.119, u.c.: limite per gli enti territoriali: soltanto per finanziare le spese di investimento ed esclusa
ogni garanzia dello Stato sui prestiti.
• Obblighi UE con Patto di stabilità e crescita e Fiscal Compact e tradotti nel “patto di stabilità interno”:
sul deficit pubblico (differenza annua tra entrate e spese pubbliche) e sul debito pubblico (l’ammontare
complessivo dei deficit accumulati)

DECISIONI DI BILANCIO STATALI E PROCEDURA DI SPESA


• Art. 81 Cost.: leggi di bilancio (v. anche art.75)
• Procedura di spesa
1) Impegno
2) Liquidazione
3) Ordinazione
4) Pagamento
• Controlli degli Uffici centrali di bilancio che dipendono dalla Ragioneria generale dello Stato, e dalla
Corte dei Conti (regolarità contabile)
• Procedure informatizzate (Siope) e acquisti su piattaforma elettronica (Consip)

BENI PUBBLICI
• Beni demaniali e beni patrimoniali (indisponibili e disponibili)
• Allo Stato ed agli enti territoriali può appartenere ogni tipo di bene pubblico
• Agli altri enti pubblici invece spettano solo beni patrimoniali disponibili ed un tipo di
beni patrimoniali indisponibili (edifici destinati a sede e relativi arredi)
• Art.119: enti territoriali hanno un loro patrimonio (secondo i principi generali stabiliti con legge
dello Stato); comunque, anche lo Stato ha beni patrimoniali, così come gli enti territoriali
quelli demaniali; vedi d.lgs. 85/2010

DISCIPLINA DEI BENI DEMANIALI


• Inalienabili
• Non espropriabili
• Non vi possono sorgere diritti reali a favore di terzi
• Se demaniali per destinazione (v. caserme) possono essere trasferiti tra quelli patrimoniali con
particolare procedimento disciplinato dalla legge

DISCIPLINA DEI BENI PATRIMONIALI


• Indisponibili: non possono essere sottratti alla loro destinazione, salvo i modi previsti dalla legge
• Tutti i beni pubblici - compresi quelli patrimoniali disponibili - sono soggetti alle regole particolari
che li disciplinano ed in via residua alle norme del codice civile (art. 828 c.c.)

DEMANIO: Art. 822 c.c.


• A) Demanio necessario (ripartito tra Stato e enti territoriali ex d.lgs. 85/2010) è costituito dai
beni immobili che necessariamente devono essere demaniali: marittimo (lido del mare, spiaggia, rade
e porti), idrico (fiumi, torrenti, laghi, e altre acque pubbliche), e militare (opere destinate alla
difesa militare)
• B) Demanio eventuale è costituito dai beni che sono demaniali soltanto se appartengono allo Stato
o agli enti territoriali: strade, autostrade, aeroporti, acquedotti, immobili di interesse
storico, archeologico ed artistico, musei, pinacoteche, archivi, biblioteche (ai Comuni i cimiteri e i
mercati comunali di proprietà; le strade ferrate sono proprietà privata con vincolo di destinazione al
servizio pubblico)

BENI PATRIMONIALI: art. 826 c.c.


• A) indisponibili: foreste, miniere, cave e torbiere (se la disponibilità è sottratta al proprietario del
fondo), cose di interesse storico etc. (da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo),
dotazione della PdR, caserme, armamenti, aeromobili e navi militari, edifici che sono sedi di uffici
pubblici con arredi e gli altri beni destinati a pubblico servizio, fauna selvatica (l. 157 del 1992)
• B) disponibili: tutti gli altri beni che appartengono allo Stato, enti territoriali o altri enti pubblici.
• La cd. valorizzazione: mutamento della destinazione d’uso dei beni pubblici, e il concorso dei privati

Potrebbero piacerti anche