12 Il Circolo di Vienna • Movimento di pensiero che si caratterizza per un generale orientamento antimetafisico, basato sul carattere strettamente empirico di ogni conoscenza • Si qualifica con l’espressione “positivismo logico” o “neo empirismo” perché la ricerca filosofica deve aspirare al rigore metodologico proprio della scienza • Idea sviluppatasi fin dal 1929, quando si parla di scienza unificata • Che avesse per oggetto tutta la realtà accessibile dall’uomo • Che si avvalesse di un unico metodo di ricerca • Tale estremizzazione della razionalità scientifica è per Kelsen il punto di partenza per fa evolvere la dottrina giuridica verso una compiuta formalizzazione Hans Kelse [1881-1973] • Giurista positivista e filosofo austriaco • Vuole costruire una scienza del diritto sul modello delle scienze empiriche • Diritto: è pura teoria della validità logico-formale della norma • Giustizia: è puro rispetto per un ordine obiettivo • La scienza giuridica va epurata da elementi spuri (sociologia, etica, storia) • Fedele ai principi del positivismo, Kelsen esalta il carattere descrittivo e avalutativo della scienza • La legge non è né buona né cattiva: «Essa vuole rappresentare il diritto come è, senza legittimarlo come giusto o squalificarlo come ingiusto» Dottrina pura del diritto • La dottrina di Kelsen consiste in un approccio al diritto in quanto tale, cioè nella sua struttura logico-formale • Punto di partenza: • Come la scienza non è in grado di pronunciare giudizi di valore (avalutatività) • Per statuto non può dare giudizi di valore (o è o non è) • Anche la scienza del diritto deve fare la medesima cosa • Il giurista può descrivere il sistema normativo, ma deve astenersi dai giudizi di valore • L’approccio metodologico è quello della “purezza” Perché pura? • 1) La dottrina pura del diritto è una teoria del diritto positivo; quindi, non influenzata da condizionamenti ideologici, politici, religiosi o morali • 2) La scienza del diritto va mantenuta autonoma dall’influenza metodologica legata alle altre scienze • Kensen si occupa del diritto positivo semplicemente, non di un particolare ordinamento giuridico • La sua non è una teoria generale del diritto • La sua non è una interpretazione di norme giuridiche particolari, nazionali o internazionali • Questa teoria vuole indagare la natura stessa del diritto • Vuole determinare la sua struttura e le sue forme tipiche • Indipendentemente dal contenuto variabile che esso presenta in epoche diverse e tra popoli diversi Due domande • Questa teoria vuole rispondere a due domande: • Che cosa è il diritto? • Come è il diritto? • Non si pone domande diverse: • Come deve essere il diritto? • Come deve essere costituito il diritto? • La prospettiva di Kelsen è tutta orientata versi i principi della scienza del diritto e non della politica del diritto Fatto e significato • Se diciamo che il diritto è il comando del sovrano, diciamo che il diritto è un fatto • Ma il diritto è anche un fenomeno sociale ed è diverso dai meri fatti isolati • Se analizziamo un accadimento considerato come diritto, notiamo che esso si compone di due parti: • Un comportamento umano: atto sensibilmente esteriore • Uno specifico significato immanente aderente all’atto • Es. In una sala si riuniscono uomini; essi tengono discorsi e alzano la mano (accadimento esteriore) – La legge è votata (significato) • Un uomo in toga parla ad altri: pronuncia una sentenza • Un uomo scrive un contenuto e l’altro risponde: contratto • Un uomo provoca la morte di un altro uomo: assassinio Origine del significato • Il significato può essere soggettivo • Es. Gruppo criminale condanna a morte.. emette una sentenza.. ma si tratta di un omicidio • Ma noi dobbiamo ricercare il significato oggettivo • Il significato oggettivo, in questo caso, è che si tratta di un delitto • Da dove nasce questo significato? • Il significato oggettivo viene dalla norma • La norma è schema qualificativo di un fatto/atto • La norma attribuisce un certo significato (oggettivo) a un fatto/atto • Il fatto riceve il suo significato giuridico dalla norma che ha come contenuto la qualificazione di quel fatto • Tale norma è prodotta da un atto giuridico che a sua volta riceve significato da un’altra norma • Scambio di lettere.. contratto.. diritto civile • Uccisione.. sentenza.. codice penale • Assemblea.. votazione.. costituzione Esempio • Norma che impone al debitore di rispondere delle proprie obbligazioni attraverso il suo patrimonio • Se un debito viene accertato con sentenza esecutiva.. • Allora, una norma impone che un ufficiale giudiziario vada a pignorare • L’obbligo dell’ufficiale giudiziario proviene dalla sentenza del giudice che riconosce il debito • Da dove proviene l’obbligatorietà della sentenza? • Dalla norma che da al giudice il potere di emanare sentenze e dal contratto tra le parti • Da dove proviene il potere del giudice? • Dalla costituzione • Da dove proviene l’obbligatorietà del contratto? • Da una disposizione del codice civile Esempio • Da dove deriva l’obbligatorietà del codice civile? • L’obbligatorietà del codice civile deriva dal fatto che è stato emanato da un organo che aveva il potere di emanare leggi vincolanti (parlamento) • Da dove deriva il potere del parlamento? • Dalla costituzione • Da dove deriva la forza della costituzione? • Dalla costituzione anteriore • Dalla prima costituzione • Dalla “norma fondamentale” (Grund norm) • Norma non di diritto positivo, presupposta quale ipotesi Un insieme di norme • L’esempio di aiuta a capire che per Kelsen il diritto è norma, o meglio, un insieme di norme • Un insieme sistematico di norme (ordinamento normativo) • Un ordinamento normativo coercitivo (con obbligatorietà) • Un sistema che regola la propria produzione determinando la validità delle norme nella validità di altre norme • Una norma è valida se appartiene all’ordinamento: e quindi è stata prodotta in conformità alla norma superiore • Quindi, il diritto è un ordinamento coattivo che regola la propria produzione di norme • Fa eccezione la grund norm, che è presupposta • Ne deriva che ogni atto di produzione (es. legiferare) è anche un atto di applicazione del diritto (il parlamento, legiferando, attua la costituzione) Diritto e coercizione • Caratteristica del diritto è la coercizione • Il diritto non è pura organizzazione, ma organizzazione dell’uso della forza • La sanzione caratterizza la norma, distinguendola da un mero fatto perché introduce la caratteristica della “violabilità” • Come è pensata la sanzione? • Tradizionalmente la sanzione è la conseguenza di un illecito (se disobbedisco avrò la punizione) • Kelsen cambia radicalmente questa prospettiva • Il concetto di illecito esiste solo se esso è definito come condotta alla quale corrisponde una sanzione • La sanzione distingue le norme giuridiche da tutte le altre • Illecito è un fatto antigiuridico, antigiuridico in quanto sanzionato (sei punito, quindi sei colpevole) La sanzione definisce l’illecito • No: Tu cittadino, non commettere un omicidio, perché qualora tu lo commetta, sarai passibile di una pena • Si: Qualora A commette un omicidio, poiché la sanzione qualifica il fatto (omicidio), il giudice deve applicare la sanzione (in questo senso i principali destinatari della norma non sono i cittadini, ma gli organi pubblici) • I ladri devono essere puniti. Questa è una proposizione (vera? falsa?), non è una norma • È vera se nell’ordinamento esiste una norma che ordina che i ladri siano puniti • È falsa se tale norma non esiste • Lo “scienziato del diritto” non può dire che sia obbligatorio punire i ladri, ma che occorre farlo se esiste una sanzione che qualifica il fatto come illecito Santi Romano • Giurista italiano [1875-1947]
• Saggio del 1918: L’ordinamento giuridico
• Riflessione in termini giuridici sulla crisi dello Stato moderno che non offre risposte adeguate ai fermenti sociali caratterizzati dal coinvolgimento delle masse • Motivazione: cogliere nel diritto un fenomeno dialettico più che autoritativo • Teoria generale dell’istituzione, cioè dell’organizzazione giuridica del fenomeno sociale • È un osservatore • Della crisi della società borghese • Della crisi dell’ordine giuridico realizzato nell’Europa continentale dalla società borghese dopo la Rivoluzione francese e la successiva Restaurazione • Della crisi dello Stato nel governare e ordinare il mutamento sociale, economico e tecnico Tappe di un percorso • Abbiamo visto svilupparsi l’illuminismo giuridico • Seguito poi dalla Rivoluzione francese e dalla nascita dello statualismo ottocentesco • Questi passaggi storici hanno visto una enorme operazione di riduzione del diritto in apparato di leggi • Quale unica voce dello Stato • Quale principio di uguaglianza giuridica • L’operazione di riduzione aveva creato un nuovo paesaggio giuridico, animato da due soggetti (società atomistica): • Macro-soggetto Stato • Micro-soggetto individuo Visione del mondo • La visione del mondo che ne deriva vede • Una realtà totalmente secolarizzata • Popolata da soggetti giuridicamente uguali • Fortemente valorizzati nella loro individualità, dopo la cancellazione (anche violenta) di ogni forma associativa • Al sommo di questo sistema si pone lo Stato idealizzato e assoluto (cf. assolutismo giuridico) • Sommo e solo garante della felicità pubblica • Espressione della volontà generale della nazione (resa concreta da una idealizzatissima rappresentanza politica) • Uno Stato nato dal nulla (cf. Stato di natura), monoclasse, statico, incapace di affrontare i grandi cambiamenti della fine dell’800 (sociali, politici, sindacali, assistenziali, religiosi) Crisi delle fonti • Crisi del riduzionismo del diritto ad apparato di leggi • 1) Codice e leggi come unica voce dello Stato • 2) che incarnano l’unica volontà generale • 3) Garanti dell’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini • Una questione insieme tecnico-giuridica, ma anche culturale che pone una richiesta: non arrestarsi a una immediata e facile apparenza dell’universo giuridico come un insieme di comandi (questa impostazione tradisce il senso del diritto) • Il diritto non può essere riassunto unicamente in un comando e nella distinzione tra chi ha il potere e chi lo subisce • Questa è solo la manifestazione più appariscente del fenomeno diritto • Questo modo di pensare è proprio di colui che guarda il diritto dal punto di vista del “palazzo del potere” (dello Stato) Un nuovo punto di vista • Il diritto non può essere riassunto unicamente in un comando e nella distinzione tra chi ha il potere e chi lo subisce • Questa è solo la manifestazione più appariscente del fenomeno diritto • Questo modo di pensare è proprio di colui che guarda il diritto dal punto di vista del “palazzo del potere” (dello Stato) • Occorre un nuovo angolo di osservazione (dal basso): quello che prende in considerazione la realtà plurale, composita e complessa della società • Prima di essere caratterizzato dalla statualità, il fenomeno giuridico, si caratterizza per la sua socialità • Esprime un complesso articolato di valori e di interessi proprio della società civile Esperienza • Quindi, se la una prima manifestazione del diritto è nelle norme, nella sanzione e nella coazione, • Nella sua essenza il diritto è esperienza che nasce dal basso, cioè dalla società che si auto-ordina osservando collettivamente le regole liberamente poste
• Da questa premessa parte Santi Romano..
La “società stessa” • L’ordinamento giuridico, Pisa, 1918 • Prima di essere norma, il diritto è organizzazione e struttura della società • L’ordinamento giuridico è la società stessa • Il processo di obiettivazione che da luogo al fenomeno giuridico non inizia con l’emanazione di una regola, ma in un momento anteriore che ha origine nella pluralità della società • Segue poi l’organizzazione dello Stato attraverso regole generali e astratte utili alla socialità e allo Stato stesso • Ma le regole generali e astratte non possono fare a meno della realtà da ordinare, con i suoi bisogni, i suoi interessi e i suoi ideali • L’asse si sposta.. Dal soggetto titolare del comando, del quale cerchiamo il contenuto autentico della sua volontà • Alla società che genera richieste Diritto e società • Santi Romano riafferma il legame indissolubile tra diritto e società (ubi societas ibi ius), al contrario di Hans Kelsen che si occupa solo di norme, perché il diritto nella sua visione è costituito solo da norme • Per Romano lo Stato deve abbandonare la struttura monolitica che lo caratterizzava per trasformarsi in «un’organizzazione superiore che unisca, contemperi e armonizzi le organizzazioni minori in cui si va specificando» • Lo Stato è “istituzione di istituzioni” (teoria istituzionalista) (cf. Medioevo.. società di società) Teoria istituzionalista • Il doppio pluralismo: il pluralismo economico-sociale è preso in considerazione come pluralismo giuridico, perché «ogni forza che sia effettivamente sociale e venga quindi organizzata, si trasforma per ciò stesso in diritto» • Un nuovo modo di guardare al diritto: • Il diritto, prima di essere norma, prima di occuparsi di un rapporto o di una serie di rapporti sociali, è organizzazione • L’essenza del fenomeno giuridico può essere individuata esclusivamente nella sintesi tra struttura sociale e forma giuridica • Non negli elementi sociologici come comportamenti accettati e ripetuti in una collettività • Non nei meri aspetti formali della norma • Il fondamento del diritto non è quindi in un atto di volontà o, come sostenuto da suoi autori contemporanei.. • Benedetto Croce: riduzione del diritto all’economia • Emilio Gentile: riduzione del diritto all’etica • Carl Schmitt: riduzione del diritto alla politica Ius sequitur vitam • È l’organizzazione sociale che pone la norma • E se anche mutano le norme, l’ordinamento mantiene la sua unità e la sua specificità • E se le norme di per sé non mutano, possono acquisire un significato via via diverso in virtù dell’interpretazione evolutiva • «Se per ordinamento si intende un’istituzione, un ente sociale, un’organizzazione non di sole norme ma anche di uomini, di persone, che lo reggono e lo governano, si comprende che esso è qualcosa di vivo che si modifica, si rinnova e si evolve continuamente» Peculiarità • Anche il diritto internazionale e il diritto canonico appartengono al novero degli ordinamenti giuridici perché entrambi fanno capo alla nozione di istituzione (organizzazione) come altri enti sociali, quali la scuola, l’azienda, il circolo, il sindacato • Riconoscimento di un numero potenzialmente illimitato di istituzioni indipendenti l’una dall’altra • Conseguenza: se ogni ente sociale è una istituzione e ogni istituzione è (non ha) una ordinamento giuridico • Non ci sono ordinamenti più giuridici degli altri • Il giudizio sulla liceità di un ordinamento è relativo (es. una organizzazione criminale è una istituzione/ordinamento, seppure riprovevole) Sintesi: tre riscoperte • 1) Il pluralismo giuridico • Assolutismo giuridico • Il diritto è oggetto privilegiato dello Stato che lo produce, lo controlla, lo monopolizza • Strumento di questo controllo è il Codice: riduzione dell’ordinamento giuridico all’interno di un sistema chiuso di regole, irrigidito da un testo scritto autosufficiente, analitico e puntiglioso • Al di fuori dello Stato non vi è diritto • Al di fuori della legge vi sono solo fonti secondarie chiamate a ripetere quanto la legge ha determinato
• Pluralismo giuridico: saldamente vivo nella società
La fattualità del diritto • Assolutismo: il mondo dei fatti (fisici, economici, sociali, tecnici) è un ammasso giuridicamente irrilevante, senza l’appropriazione da parte della volontà dello Stato (muro tra fatti e diritto)
• Santi Romano: la società è un brulicare di fatti che
affermano la propria forza sociale senza attendere il riconoscimento del potere • Fatti con forte caratura giuridica, il cui ripetersi segnala una effettività sul piano dei rapporti sociali (recupero del concetto di necessità/consuetudine con valore giuridico) La complessità del diritto • Diritto moderno: falsa semplicità, anzi semplicismo • La complessità naturale della società sfugge allo Stato • Esistono due soli soggetti: Stato e individui singoli • Individui tutti giuridicamente uguali, collegati fra loro da rapporti astratti • Una sola fonte, la legge (generale e astratta) che non può entrare in contatto con le situazioni particolari • Una legge madre, il Codice, che non subisce l’usura del tempo • Un diritto compreso tutto in testi cartacei, immobili e chiusi, che può essere spiegato solo nel rispetto totale del suo messaggio autorevole (esegesi e interpretatio secundum legem) La complessità del diritto • Santi Romano: parla di storicità del diritto, quindi di pluralismo, quindi di fattualità e ovviamente di complessità (complessità naturale della società) • Insofferenza verso una visione statica e astratta di diritto, anche per quelli che sono i diritti fondamentali
• Prospettiva: tracciare i sentieri nuovi del diritto più che
custodire vecchie strade • Richiamo a una dimensione ordinativa del diritto contro un universo giuridico popolato di sole norme e forme che portano al nichilismo giuridico (cf. Nicolino Irti) • Prospettive sempre più attuali in un contesto di pluralismo fatto di reti interconnesse, non di gerarchia (globalizzazione giuridica)