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L’inconscio è come un grande computer, stiva immagini sotto forma di file (vibrazioni) in
una memoria che è pura energia e in occasione di incontri, sogni, coincidenze, letture,
ecc…le proietta nel video (mente) collegato al generatore (cuore) permettendo di vederle,
sentirle, riconoscerle.
Esiste un inconscio individuale, che contiene i file della storia di ogni essere vivente e un
inconscio collettivo che custodisce quelli di tutta l’umanità , cui ogni individuo è connesso
e da cui è influenzato.
Vi è anche un altro inconscio ,o memoria astrale, che appartiene alla Terra , chiamato
Akasha, termine sanscrito che significa etere, per gli antichi sostanza sottilissima e
immutabile diffusa sopra l’atmosfera terrestre, la stessa che permette le telecomunicazioni
e connette gli inconsci alla storia del pianeta.
Riuscire a entrare in risonanza con l’akasha e a codificare ciò che contiene invisibilmente,
ci permette di conoscere la storia della Terra: è questa una capacità che i veggenti
possiedono.
Nel profondo del nostro sentire, proviamo una magica attrazione per i cristalli, talvolta
senza un perché. Si prova quell’emozione semplice ma forte che si vive quando,
inaspettatamente, ci capita tra le mani il nostro giocattolo preferito dell’infanzia.
Questo succede perché nell’inconscio collettivo e astrale i cristalli vivono immortali da un
passato tanto antico quanto l’esistenza della Terra.
Il regno minerale è stato il primo a collocarsi nel pianeta, tanto da diventare la sua struttura
portante, il collante del tutto, in quanto parte integrante della Natura.
I minerali infatti sono gli esseri viventi più numerosi e antichi sia sulla terra che in tutto
l'universo e la loro presenza permette all'eco-sistema di sopravvivere.
Tutti sappiamo quanto siano indispensabili i sali minerali e gli integratori in una dieta
equilibrata, tanto che la loro carenza o eccesso compromette la salute del nostro
organismo. Anche solo bevendo un bicchiere d’acqua, immettiamo nel nostro corpo
idrogeno, calcio, magnesio, sodio, potassio, senza parlare poi degli alimenti.
Noi viviamo grazie e per mezzo dei minerali che, oltretutto, hanno permesso lo sviluppo
della tecnologia e delle telecomunicazioni, di cui sono la materia prima.
Il mondo minerale ha sempre partecipato alle trasformazioni del pianeta e degli esseri
umani suoi abitanti; sono stati il suo strumento d’azione, integrazione, evoluzione.
Avendo vissuto a diretto contatto con l’anima e le scelte di Madre Terra, conosco a
perfezione le sue conoscenze, la sua storia che conserva intimamente e ben protette nella
memoria cristallina.
Potremmo credere che la nostra mente, fin dai primi anni della nostra infanzia, sia stata
tanto suggestionata da mille storie fantastiche tramandate sotto forma di fiabe o leggende(
storie di streghe con la sfera di cristallo, favole immaginifere di gnomi, eroi ed esseri
stellari, storie di elfi e delle loro scarpe di cristallo e anelli di ogni tipo), da pensare che
l’inconscio le ricordi e ci spinga a portare con noi una pietra preziosa per sentirci avvolti
da quella atmosfera infantile.
Se anche così fosse, comunque i cristalli raggiungono il loro scopo: starci accanto e
aiutarci nell’evoluzione, rendendoci la vita più leggera e fantastica.
Da sempre l’uomo ha cercato un contatto profondo con il regno minerale e fin dalla più
remota antichità si è affidato agli insegnamenti dei cristalli, alle loro informazioni, per
vivere meglio e in pace con la Natura.
Ogni civiltà planetaria, più o meno antica, evoluta e civilizzata, tramanda antiche leggende
e conoscenze riguardo le pietre, oltre a tradizioni e usi dei cristalli nella vita quotidiana e
sociale.
Anche tribù aborigene, il cui inconscio sicuramente non ha attinto informazioni dai cartoni
animati e tanto meno da guerre stellari, utilizzano cristalli durante i riti religiosi, medici, o
come amuleti e ornamenti perché tramandati dagli antenati.
La natura, come una buona madre, ha sempre messo a disposizione dell’uomo tutto ciò
che gli serve per vivere, quindi anche i cristalli, volgarmente chiamati “pietre” solo perché,
non luccicando, si credono poco preziosi e privi di vita.
Andando indietro nel tempo attraverso la lettura delle testimonianze storiche, possiamo
avventurarci nella scoperta e conoscenza d’innumerevoli civiltà che si sono avvicendate
nei vari territori e continenti terrestri.
I diversi popoli del pianeta hanno sempre cercato di incontrarsi, interagire, mescolando le
razze e le tradizioni, cosicché anche le loro storie e leggende si sono fuse.
Fra tutti i miti, quello che accomuna la storia dell’umanità è l’esistenza di un vasto
continente e di un grande impero pacifico chiamato Atlantide.
Nella memoria collettiva e astrale
questa leggenda risuona viva da
millenni ed è rimasta ben salda nello
spirito degli uomini; una sorta di ricordo
inconscio che ognuno di noi porta in
seno e spesso, sotto forma di sogno o
sensazione, approda veritiero nel
cuore, sebbene la mente spesso lo
codifichi come fantasia.
Il primo uomo a raccontare di Atlantide
fu il filosofo Platone il quale, ispirato dagli Egizi, la descrisse come una specie di paradiso
perduto e città ideale, riportandone minuziosamente i dettagli nei dialoghi “Timeo” e
“Crizia”.
Il mito di Atlantide è stato riportato poi in innumerevoli libri che trattano l’esistenza di
questo continente, sprofondato nell’oceano a causa dei forti cataclismi avvenuti 12000
anni fa.
Numerose fonti di ricerca si trovano concordi nell’affermare che i suoi abitanti (gli
“atlantidei”), fossero giunti sulla Terra da altri pianeti, apportando ai popoli autoctoni
conoscenze avanzate e tecnologie fantascientifiche capaci di controllare la materia,
permettere viaggi spaziali e comunicazioni extraplanetarie con altre dimensioni e,
soprattutto, di usare le pietre.
Le prime notizie storiche a proposito dei cristalli, infatti, si fanno risalire alla mitica
Atlantide, sebbene non esistano altre fonti bibliografiche oltre a quelle platoniche, che ne
attestino la veridicità e la concretezza.
Tuttavia moltissime sono le testimonianze, addirittura dettagliate e confermate dalla
scienza, che sensitivi, medium e scuole esoteriche hanno ricevuto in stati di trance o
hanno ripescato dalla memoria astrale.
E’ necessario ascoltarsi nel profondo e trarre le proprie riflessioni e conclusioni,
affidandosi esclusivamente al proprio sentire personale.
Non essendo lo scopo di questo corso sviluppare il tema di Atlantide, rimando per
eventuali approfondimenti alla lettura di testi specializzati, dai più scientifici ai più esoterici,
dai cartacei ai telematici.
Poiché la mia sensibilità è sempre stata molto recettiva sul piano astrale ed esoterico,
sebbene abbia pur sempre cercato conferme del mio sentire attraverso i libri, il mio
approccio è collegato alla mia memoria, ai miei ricordi e alle testimonianze di ricercatori.
Un libro molto interessante dal titolo “Atlantide, dove nasce il cuore degli uomini” (Società
editrice Il Ponte Vecchio) scritto dall’amico Egidio Tullio e da Anna Maria Mandelli, riporta
scrupolosamente i ricordi di Atlantide di tante persone comuni di varia provenienza
geografica, culturale e religiosa.
visione e identificarla in una coscienza che regnava in tutta la Terra, ben radicata e
sostenuta dalla simbiosi indissolubile tra Natura, cristalli ed esseri umani.
L’ago di questa bilancia
erano i minerali, attraverso i
quali l’uomo riusciva a
mantenere un clima mite
tutto l’anno e un’alta
frequenza vibratoria
dell’atmosfera.
Si respiravano amore,
saggezza, fratellanza, non
esistevano leggi poiché i
cuori degli uomini vibravano
sotto l’effetto di un’energia
molto sottile e molto spirituale che s’integrava nella vita di tutti i giorni in armonia,
usufruendo continuamente del contributo dei cristalli.
La legge era nei cuori e Atlantide era di cristallo; ovunque lo sguardo si perdesse,
s’incontravano cristalli e si sentiva la loro forza, al punto tale da utilizzarla per tanti scopi:
salutistici, costruttivi, educativi, comunicativi e protettivi.
Quarzi ialini alti quanto un grattacielo, posti in punti “chiave” del pianeta (30° parallelo a
sud e a nord dell’Equatore), si ergevano imponenti verso il cielo, dove le loro sommità a
punta captavano raggi cosmici e irradiavano vibrazioni armoniche che, intrecciandosi
invisibilmente nella stratosfera, creavano una griglia energetica di protezione chiamata
firmamento.
La parola “firmamento” deriva dal termine sanscrito “dharma” che significa: legge, ciò che
è fissato, che i latini hanno poi cambiato in ”firmamentum”: sostegno del cielo. I greci lo
definivano con la parola “steréoma” che stava ad indicare la volta che sosteneva il cielo
fermo, sede di Dio e degli angeli.
In corrispondenza del 30° parallelo erano e sono tuttora localizzate le basi terrestri, dove
sono nate e si sono sviluppate le grandi civiltà della storia : egizia, tibetana, sumerica,
maya, mesopotamica, ecc….
Il firmamento creato dai cristalli di rocca, oltre a diffondere la legge ovunque, ossia la
frequenza di amore e saggezza che manteneva il corpo energetico umano in perfetto
equilibrio e in risonanza con il cuore, trasmetteva informazioni e conoscenze, permetteva
di comunicare telepaticamente e muoversi usando mezzi di trasporto, mossi dalla forza dei
cristalli e del pensiero.
Inoltre isolava il pianeta da ogni sorta di energie cosmiche che avrebbero potuto
influenzare in negativo l’armonia e l’equilibrio sottostante.
Era in definitiva un vero e proprio scudo spaziale, depuratore e filtro delle frequenze
favorevoli a una vita pacifica e a un clima primaverile tutto l’anno.
Ogni cristallo ialino fungeva anche da connettore interdimensionale, ossia consentiva i
viaggi in altre dimensioni, era una sorta di ascensore per le stelle, uno stargate che
collegava la Terra con altri sistemi stellari della galassia.
Ci sono testimonianze bibliografiche che suppongono vi siano stati nel lontano passato
incontri con esseri viventi extraterrestri, veri e propri colonizzatori del pianeta e civilizzatori
degli ominidi, maestri di astronomia, astrologia, ingegneria genetica e di ogni tipo di
scienza avanzata che, ai giorni nostri, è chiamata “fantascienza”.
I cristalli hanno la capacità di trasferire l'energia, di equilibrarne l’intensità e di trasmetterla
anche a grande distanza: le loro potenzialità e caratteristiche sono quindi sempre state
paragonate a quelle di un trasmettitore.
In particolare i quarzi, essendo nati dal fuoco, sono generatori naturali di energia.
Gli “atlantidei” conoscevano questa caratteristica cristallina e sapevano come usufruirne in
modo completo: producevano energia nucleare naturale, sfruttavano lo spettro di questa
energia per scopi medici (diagnosi e guarigione delle malattie), per accrescere la propria
conoscenza e attingere informazioni come noi facciamo oggi per mezzo dei libri,
miglioravano le proprie capacità intellettive, riuscivano a scindere le molecole, compiere
reazioni chimiche relative alla creazione e alla trasmutazione dei materiali e della specie.
Conoscevano, infatti, le caratteristiche della rifrazione, dell'amplificazione e della
programmazione del Quarzo Ialino, il comune quarzo trasparente conosciuto anche come
“Cristallo di rocca”.
Le teorie di Ighina, assolutamente non ortodosse, sono state ridicolarizzate dalla scienza,
sebbene luminari nel campo delle ricerche e degli esperimenti sulla fusione fredda si siano
interessati ai suoi studi. E’ autore di un libro in cui spiega dettagliatamente le sue teorie e i
suoi esperimenti sulla polarizzazione univoca del campo elettromagnetico, lavoro già
cominciato dal fisico Majorana; il titolo è “L’atomo magnetico”.
La RAI, durante una trasmissione del format Report dell’anno 1998, lo intervistò e ne filmò
in diretta un esperimento di creazione e dissoluzione di un corpo nuvoloso, grazie ad un
apparecchio di sua invenzione. Tra
le tante scoperte, Ighina è riuscito
a realizzare strumenti capaci di
neutralizzare le radiazioni atomiche
sul Pianeta, l’inquinamento
atmosferico, marino e fluviale, i
terremoti, la forza di gravità,di
formare e rigenerare cupole
magnetiche spaziali, ogni materia
esistente sulla Terra, le cellule
difettose dell’uomo,di ricostruire la materia degenerata,di controllare l’atmosfera.
Dimostrò che è possibile lavorare in sinergia con le forze degli elementi, controllarle,
convertirle, ristabilendo un sano rapporto con la Natura e, forse inconsapevolmente, rese
credibili tutti i medium che ,dal lontano passato, riesumavano in stato di trance le stesse
informazioni riguardo alla scienza di Atlantide, la quale costruiva gli stessi strumenti
utilizzando però le proprietà dei quarzi e dei cristalli.
E’ possibile comunicare con i cristalli e nel 2004 ,mentre stavo facendo amicizia con un
cristallo-maestro appena acquistato, questi mi mostrò ,sotto forma di visione, ciò che era
accaduto a quei tempi: vidi un gigantesco cristallo ialino alto circa 200 metri spezzarsi alla
base e collassare, conficcandosi come un chiodo nel fondale marino mentre un’onda
Ciò che si deduce dalle sue rivelazioni, è che esistevano molti cristalli i quali erano
impiegati in ogni ambito della vita sociale. Inizialmente affermò che in origine vi era un
cristallo sintonizzato direttamente con l’energia vitale e creativa dell’Universo, attraverso il
quale gli abitanti della terra, riuscivano a rigenerare i propri corpi e collegare le proprie
menti alla fonte creatrice. Inoltre una delle letture di Cayce indica che vi era un insieme di
cristalli capaci di incanalare raggi provenienti dalla stella Arcturus per mitigare la
temperatura del globo.
Cayce parla anche della pietra Tuaoi che in origine era “ il mezzo e fonte attraverso cui i
poteri esistenti si concentravano per rendere noti ai figli degli uomini e ai figli di Dio, le
forze o poteri che li guidavano (lettura 2072-10).” Grazie a questa pietra ,considerata la
centrale energetica principale,venivano usati aerei o mezzi di trasporto sia in aria sia
sott’acqua. Sulla Terra erano collocate numerose piramidi cristalline, alcune trasmittenti e
altre riceventi con le quali si creava un sistema in grado di fornire energia a tutto il pianeta,
nelle forme più disparate.
Oltre ai giganteschi cristalli trasparenti, ce n’erano altri più piccoli di colori diversi, forgiati
manualmente e destinati a vari usi: per la medicina, per la meditazione, la
smaterializzazione della materia, il trasporto di oggetti, l’attivazione di campi magnetici,
tutto sotto il controllo delle capacità mentali che pilotavano le operazioni. Altri cristalli
furono modellati a forma piramidale, capace di generare un raggio di luce utilizzabile in
chirurgia o per interventi delicati agli occhi, al cuore e al cervello. Usando i cristalli in
meditazione all’interno di un cerchio composto di pietre differenti, gli atlantidei riuscivano a
bloccare l’invecchiamento cellulare, quindi a mantenersi giovani.
Il cristallo di Fuoco era impiegato inizialmente per scopi di ordine spirituale poi, le sue
infinite potenzialità furono sfruttate all’eccesso e in maniera anche scorretta, abusando
talvolta delle sue frequenze elevate, tanto da contrastare l’armonia delle forze naturali dei
vulcani, del mare, del cielo fino a creare sconvolgimenti geologici che, oltre a causare lo
spostamento della Terra dal proprio asse, ruppero i cristalli preposti a generare il
firmamento che collassò inesorabilmente e con esso, anche la coscienza.
Lentamente l’energia degli esseri viventi mutò, scendendo di tono e frequenza, portandoli
verso una sorta di dimenticanza tale da allontanarli dal proprio cuore.
Molte guide spirituali, saggi e sovrani della terra rimasti fedeli alla forza dell’amore e
incorrotti dal potere e dal dilagare incontrollato dell’abuso del progresso, sapendo che ciò
sarebbe accaduto, vollero mettere in salvo le preziose conoscenze per tramandarle alle
generazioni che si sarebbero salvate dal cataclisma e avrebbero fondato nuove civiltà.
Per evitare che il disastro imminente distruggesse quel prezioso sapere, decisero di
memorizzarlo all’interno dei cristalli trasparenti, programmandoli in modo tale che solo chi
era allineato alla loro vibrazione, sarebbe riuscito poi a decifrarlo, conoscendo i metodi per
farlo.
L’area dell’attuale Iraq, delimitata dai fiumi Tigri ed Eufrate, fu la culla dei Sumeri, la civiltà
più antica della Terra (ovviamente attestata da reperti archeologici), da cui tutti i libri di
storia cominciano la narrazione, raccontando leggende di dei e di pietre parlanti meglio
conosciute con il nome di “Pietre dello Splendore”. Queste pietre erano veri e propri
cristalli con cui esseri umani con spiccate capacità sensitive e medianiche (sacerdoti,
maghi, pizie, ecc…) riuscivano a entrare in intimo contatto empatico e ad estrapolare
messaggi per il popolo, verdetti di guerra, consigli per i sovrani.
Il termine greco “omphalos”, come anche il latino “ombilicus” significa “Il centro della
Terra”: infatti era contraddistinto da una pietra conica
(come un ombelico) che i popoli antichi utilizzavano per
contrassegnare un punto energetico terrestre, in cui
confluivano energie, sia telluriche sia celesti, che
mettevano in “ movimento”i cristalli con cui venivano in
contatto, facendoli vibrare a forte intensità. Erano
luoghi magici che mandavano e ricevevano
informazioni ed energie da tutte le parti del globo,
perché situati su linee immaginarie che fungevano da
conduttori, come fossero fili elettrici ; coloro che erano
capaci di sintonizzarsi su quelle frequenze,
emanavano, spesso in stato di trance, un “oracolo” premonitore.
Erano strumenti di comunicazione fra i tre mondi: quello dell’uomo e quello delle divinità.
Esisteva una vera e propria rete oracolare, su cui erano costruiti templi, come quello di
Ammone che Alessandro Magno consultò al suo arrivo in Egitto, oppure quello di Delfi in
Grecia dedicato al dio Apollo, le cui rovine sono oggigiorno una attrattiva turistica.
Le Pietre dello splendore erano dislocate su tutta la terra, dall’estremo limite occidentale
(Isola di Pasqua, MachuPicchu) a quello orientale (Ayer Rock in Australia); i menhir dei
celti, l’isola di Ogigia di Omero, la pietra dell’Arca dell’Alleanza nel Tempio di
Gerusalemme, la pietra nera di Cibele, la pietra di incoronazione di Westminster ...
I cristalli grezzi, ossia nel loro aspetto naturale, fin dall’antichità erano considerati divini
poiché caduti dal cielo in quella veste e solo attraverso la trasmutazione potevano
ritornarvi. Perciò la pietra levigata essendo opera dell’uomo, secondo la versione biblica,
è interpretata come profanazione dell’energia creatrice.
La tradizione rituale della chiesa cristiana assomiglia molto a quella dei celti, poiché è una
sua trasformazione e rielaborazione.
Per i celti il rito era fondamentale e sempre abbinato alla Natura; le pietre coniche
rappresentavano l’elemento maschile e quelle cubiche, il femminile.
Se il cono era posto su uno zoccolo, che poteva essere un tronco d’albero tagliato o una
roccia, le due energie costituenti l’equilibrio erano perfettamente unite.
La tradizione romana ha continuato a usare le pietre coniche sotto forma di campanile e
quelle cubiche come altare, luogo della chiesa in cui le due energie s’incontrano e,
attraverso il celebrante, vengono distribuite ai fedeli.
Le pietre dette “del fulmine” (selci preistoriche) erano considerate la punta di una saetta e
per questo erano venerate, così come tutti i meteoriti poiché rappresentano un
messaggio degli dei, un loro dono per preservare la salute, donare l’immortalità e la
fertilità; in seguito le punte delle lance, delle frecce, delle asce vennero considerati oggetti
sacri e simboli di potere perché associati alla divinità che li aveva inviati all’uomo.
Queste credenze ancora persistono presso le tribù indigene del Messico, del Gabon,
dell’Asia Centrale e nei luoghi più selvaggi della Terra.
Un altro meteorite venerato in Asia Minore era la Pietra nera di Pessinunte,
manifestazione palese della dea Madre Cibele; fu trasportata a Roma e posta sul colle
Palatino a simboleggiare l’insediamento di una divinità orientale nella città eterna.
I paesi celtici abbondano di betili (aventi lo stesso significato degli omphalos greci), il più
importante dei quali è stato Cromm Cruaic,” la curva del tumulo” circondato da altri dodici
e venerato come un idolo sacro, abbattuto in seguito da San Patrizio nel periodo di
cristianizzazione del paese.
Anche nell’antico Egitto troviamo un betilo, il Benben (pietra sacra di Eliopoli), una collina
su cui il dio Atum creò la prima coppia e su cui si posò l’araba fenice.
Anche gli arabi veneravano pietre cadute dal cielo fino alla venuta del Profeta,
considerandole trasmettitori della potenza divina; nell’Islam la pietra per eccellenza è la
Pietra Nera della Ka’ba, la stanza cubica nell’atrio della moschea Sacra della Mecca
definita mano destra di Dio, cui il fedele fa giuramento di fedeltà posandovi la propria
mano.
La Ka’ba è una torre bassa dal tetto liscio, ogni anno ricoperto con un Tappeto sacro
confezionato in Egitto.
La pietra di forma ovale è incastonata a nord-est della stanza cubica a
un’altezza tale da poter essere baciata dai fedeli ed è un meteorite
venerato dalle più remote tribù arabe.
Venerare una pietra interstellare come un meteorite, dimostra che la
tesi esoterica che "gli dei erano astronauti", non è poi tanto infondata e
surreale, ma ha il merito di considerare l’origine stellare del genere
umano, giunto sulla terra da altri pianeti.
Si dice anche che la famosa spada Excalibur sia di origine meteorica
tanto da conferirle una potenza magica e invincibile.
Nell’arco dei secoli, l’uso dei cristalli è rimasto e ancora persiste immortale in tutte le
culture, dalle più antiche a quelle odierne. Sta cercando di ritornare in auge e negli ultimi
decenni, grazie ai mercatini hippie e alle sagre paesane, le pietre ritornano agli occhi della
gente che, inevitabilmente, ne rimane attratta.
L’uso dei cristalli come strumento di benessere tuttavia, non si è ancora ben radicato nella
consapevolezza comune, perché ancora non è diventato una moda, tale da potersi
diffondere con l’impeto tipico delle mode e anche a causa, soprattutto, della
disinformazione trasmessa dal potere mediatico.
Sfido chiunque nell’ammettere, per esperienza personale, che ognuno di noi in qualche
modo, tutti i giorni entra in contatto con i cristalli, una pietra, uno strumento costruito con
minerali, perché sono esseri viventi indispensabili per la vita.