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Platone, che prima di conoscere Socrate, aveva scritto delle tragedie e delle poesie, dopo averlo conosciuto, decise

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di consacrarsi alla filosofia, e bruciò, secondo quanto riferisce Diogene Laerzio, le sue composizioni poetiche, per
dedicarsi esclusivamente, come dice Nietzsche, a questo lavoro astratto, arido e sterile che è la filosofia
Secondo Nietzsche questo è l’inizio del declino della cultura greca, perché prima di allora c’era un’adesione
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immediata al mondo della natura, che Nietzsche pone sotto il segno dell’età tragica
Nietzsche, nella Nascita dalla tragedia dello spirito della musica, sostiene che la tragedia greca, quindi le opere
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sublimi di Eschilo, Sofocle, Euripide, è nato dall’incontro tra due spiriti diversi e complementari, lo spirito dionisiaco
e lo spirito apollineo
Lo spirito dionisiaco è lo spirito del dio Dioniso, il dio dell’ebbrezza, della frenesia sessuale, del ridestarsi delle forze
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vita, è lo spirito che dice di sì alla vita in tutte le sue manifestazioni
Dioniso è lo spirito che dice sì alla vita, ma dice di sì anche alla crudeltà della vita, la vita è anche sofferenza,
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violenza, è anche brutalità, è anche malattia ed è anche morte, perché la vita è un continuo rinnovarsi
Eraclito diceva tutto scorre, quindi nulla è mai stabile, c’è anzi un alternarsi costante del giorno e della notte, della
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vita e della morte, del dolce e dell’amaro, del freddo e del caldo, ciò che è vivente morirà, ciò che è morto rivivrà
C’è questa costante alternanza che certo è crudele per i singoli, che vengono di volta in volta falciati da questa
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esuberanza vitale ma anche distruttrice di Dioniso
Lo spirito dionisiaco è lo spirito dell’ebbrezza vitale, ma è un’ebrezza vitale che dice sì anche alle manifestazioni più
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atroci della vita
La vita, nel suo costante affermarsi, non ha considerazione per i singoli, calpesta i singoli, e li calpesta tanto più
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volentieri quanto la fine del singolo diventa poi il pegno per la fioritura di nuove generazioni
Nietzsche dice che i Greci compresero apertamente la durezza, la crudeltà, la brutalità, l’insensatezza della vita, che
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viene espressa dallo spirito dionisiaco, e si resero conto che non era possibile tollerare la vita a prezzo di una
consapevolezza così dolorosa
Solone dice che la sorte migliore per l’uomo è non nascere, oppure se è nato morire al più presto, perché quella
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comprensione della atrocità della vita è quanto di più gravoso ci sia
Nell’ottica dionisiaca la vita non è fine a qualcos’altro, è fine a sé stessa, al proprio trionfo, al proprio replicarsi,
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anche schiacciando le forme in cui precedentemente si è manifestata, quindi la vita è crudele e insensata, ma al
tempo stesso ha questa sua generosità feconda inesauribile
Nietzsche dice che la grande scoperta dei greci fu lo spirito apollineo, che è servito da contraltare allo spirito
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dionisiaco
Lo spirito apollineo è lo spirito del dio Apollo, il dio della razionalità, della misura, dell’armonia, dell’equilibrio,
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quindi dei caratteri della realtà opposti a quelli esaltati da Dioniso
I Greci fecero ricorso rispetto a questa visione cruenta dell’esistenza allo spirito apollineo, che imposta tutto in
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visioni da sogno, quindi in qualche struttura in forme armoniose ed equilibrate questa vita che altrimenti sarebbe
così spaventosa
Secondo Nietzsche il dramma greco, la tragedia soprattutto e in parte la commedia, è nato dalla fusione di questi
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due spiriti opposti e complementari, tra questo spirito dionisiaco che dice sì alla vita in tutti i suoi aspetti, anche
quelli più feroci, e lo spirito apollineo, che invece impone ordine, proporzioni, esattezza e misura
Nietzsche parla di età tragica dei Greci per contrassegnare con questa espressione il pensiero greco prima dei
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Sofisti e di Socrate, allora dominava lo spirito del τράγος, lo spirito del capro, simbolo di Dioniso
Secondo Nietzsche finché lo spirito dionisiaco ha dominato, quindi nell’età tragica, i Greci sono stati in sintonia con
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la natura, con la φύσις, con questa riserva inesauribile di vita, di fecondità, dopo ha preso il sopravvento lo spirito
apollineo, ma lo spirito apollineo, senza l’humus, quel terreno fecondo che è rappresentato dal suo contatto diretto
con la vita attraverso lo spirito dionisiaco, diventa sterile
Infatti, ecco che è nato il pensiero sterile di Socrate, che ha traviato il giovane Platone, distogliendolo dalla tragedia
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lo ha distolto dalla vita e lo ha risucchiato nelle sterili sabbie del pensiero astratto, e da lì secondo Nietzsche la
filosofia ha presso tutto un altro indirizzo

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