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Agostino d’Ippona è stato interpretato in maniera ambivalente, sin da quando il pensiero di Agostino è stato

1.
oggetto di studio è sempre stato un oggetto di divisione, e da questo punto di vista possono risultare
fondamentali alcuni capisaldi della storia dell’interpretazione di Agostino
Abbiamo innanzitutto un primo testo, che risale a Étienne Gilson, che ha dedicato nel 1928 un’importante
3.
monografia ad Agostino, e si intitola Sant’Agostino, introduzione allo studio del suo pensiero
Gilson vede in Agostino, che pur vive in epoca tardo-antica, l’iniziatore del pensiero medievale
7.
Un altro testo di riferimento per lo studio del pensiero di Agostino è quello di Henri-Irénée Marrou, che si intitola
5.
Sant’Agostino e la fine della cultura antica, pubblicato nel 1938
Secondo Marrou invece Agostino sarebbe un autore che chiude l’epoca della cultura antica, Agostino sarebbe uno
9.
degli ultimi prodotti della cultura antica
Ci sono autori che cercano di fornire un inquadramento della figura di Agostino in termini sistematici, tuttavia
11.
Agostino non è un autore sistematico, Agostino è un autore rifugge dalla sistematicità
Altri autori allora preferiscono fornire una presentazione di Agostino ricorrendo al metodo genealogico, cioè
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cercano di presentare lo sviluppo della sua vita cercando poi di mettere in evidenza i vari aspetti del suo pensiero
a mano a mano che emergono nelle sue opere
Altri interpreti non sono concordi nemmeno con questo strumento di presentazione, perché sembra lasciare
15.
spazio a una mancanza di visione complessiva che pure Agostino ha proposto, cioè ci sono dei temi che Agostino
tratta in diverse sue opere e in diversi fasi della sua vita
Uno degli ultimi testi, che cerca di presentare Agostino in maniera complessiva, trovando una via di mezzo tra
17.
l’approccio sistematico e l’approccio evolutivo è la monografia di Giovanni Catapano
In Agostino più che mai la vicenda speculativa si incarna nella vicenda biografica, quindi, se vogliamo
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comprendere la filosofia di Agostino, abbiamo una via maestra da seguire, cioè ripercorrere le tappe fondamentali
della sua vita, poiché sono anche le tappe fondamentali che segnano lo sviluppo del suo pensiero
Per entrare nella vita di Agostino siamo avvantaggiati, infatti Agostino è stato autore di un’autobiografia
21.
intellettuale, le Confessioni
Le Confessioni sono state scritte intorno al ‘400, nella parte finale della vita di Agostino
25.
Nelle Confessioni Sant’Agostino ripercorre la sua vita e la sua vicenda speculativa, fornendo una lettura del suo
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passato e del suo presente, che ci consente di entrare nella storia della sua vita e del suo pensiero
Le Confessioni hanno insegnato a tutti almeno tre cose fondamentali
27.
1)La verità risiede dentro di noi, quindi Agostino propone un’opera di ritorno in sé stessi, perché è solo nella
dimensione dell’interiorità che è possibile trovare la verità
2)Le vie della perfezione morale, che per i cristiani coincidono con le vie della santità, sono lastricate di errori
3)La vie verso la perfezione morale, per quanto lastricata di errori, è una via predestinata
Le Confessioni, da un punto di vista formale, sono una autobiografia scritta in forma di dialogo, che vede come
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interlocutori Agostino e Dio
Quindi è una sorta di dialogo interiore tra Agostino e Dio, che a un certo punto del suo itinerario di vita Agostino
31.
ha riconosciuto essere la verità
Confessioni deriva dal latino confessio, un sostantivo collegato al verbo confiteor, che significa riconoscere
35.
Quindi in fondo le Confessioni sono uno strumento con cui Agostino opera un grande riconoscimento a più livelli
33.
Il primo riconoscimento che Agostino effettua è la confessio laudis, quindi le Confessioni sono un testo in cui
37.
Agostino ammette la grandezza di Dio, una grandezza tale da meritare la lode
Agostino non si muove in questa direzione in modo originale, la confessio laudis è quella che Agostino poteva
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trovare nel modello fornito dai salmi, dove si esalta la grandezza di Dio
Esattamente come nei salmi, anche nelle Confessioni di Agostino, il riconoscimento della grandezza di Dio, che
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implica la lode di Dio, implica necessariamente anche il riconoscimento dei propri peccati
Allora le Confessioni, oltre ad essere confessio laudis, sono anche confessio peccatis
45.
Le Confessioni sono però anche un riconoscimento della fede, una confessio fidei, perché Agostino, per mezzo di
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una prolungata meditazione, di un prolungato dialogo interiore con Dio, vuole rendersi egli stesso conto di quanto
è debitore a Dio, che grazie allo strumento della grazia, lo ha salvato
Quindi, nel momento in cui si cantano le lodi di Dio misericordioso, che ha salvato dal peccato, si opera anche un
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riconoscimento della propria fede in quel Dio
Nelle Confessioni troviamo tutti questi tre significati di confessio, e sono tre significati legati in maniera inscindibile
49.
tra loro
Agostino nasce a Tagaste, in una provincia dell’Impero Romano d’Occidente, nel 354, la madre è una fervente
51.
cristiana, mentre il padre è un pagano
La madre cerca di inculcare ad Agostino la propria fede, ma si scontra con il suo temperamento, che è
53.
particolarmente gaudente
Agostino rifiuta di sottomettersi alle indicazioni morali della madre, e si mantiene all’interno del solco del
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cristianesimo solamente a livello formale
Agostino è un giovane che si abbandona a ogni forma di disordine, e questo porta la madre a un profondo dolore
57.
Qui vediamo già emergere uno dei temi che si troverà poi nell’Agostino maturo, ovvero l’uomo si porta dentro, fin
59.
dall’infanzia, la tendenza a fare il male
Agostino dice che se ne è reso conto lui stesso ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita, ripensando ai
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dolori provocati alla madre con il suo stile di vita
Agostino termina i suoi brevi studi a Tagaste, e attraverso un lungo percorso, poi giunge a Cartagine, dove
63.
completa il suo percorso di formazione, studiando le discipline tipiche di quel modello educativo, la letteratura, la
poesia, il mito e soprattutto la retorica
In questo periodo la retorica è molto importante, siamo alla fine della classicità, siamo quindi in una fase culturale
65.
in cui la classicità è in fase involutiva, e in questo contesto è fondamentale imparare a parlare bene di qualsiasi
cosa
L’importante non è dunque tanto il contenuto, quanto piuttosto la forma in cui è presentato il contenuto, e non a
67.
caso secondo gli storici è opportuno parlare in questo periodo di seconda sofistica
Quindi quella di Agostino è una cultura particolarmente influenzata dalla dimensione della comunicazione e dalla
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necessità di convincere l’uditorio, e quindi dall’arte della retorica
Agostino si avvia infatti a diventare uno dei migliori retori della sua epoca, e mentre completa la sua formazione,
71.
si abbandona a ogni forma di piacere
Ma nel 373, proprio a Cartagine, Agostino va incontro alla prima svolta della sua vita, si imbatte in un libro,
73.
incontra un dialogo di Cicerone intitolato Hortensius
L’Hortensius è un dialogo che Cicerone ha modellato sul Protreptico di Aristotele, che è una sorta di introduzione
75.
e invito alla filosofia
Nell’Hortensius Cicerone spiega che la felicità non può essere trovata nelle ricchezze, negli onori e nell’
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attaccamento ai beni materiali, ma la felicità risiede unicamente nella conoscenza delle cose umane e delle cose
divine
L’incontro con questo testo cambia per sempre la vita di Agostino, perché è l’incontro con la filosofia, intesa come
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ricerca della vera conoscenza, e quindi della verità
Agostino è appagato nel desiderio di ricerca di un bello stile, perché il dialogo è scritto da Cicerone, che era
81.
considerato ancora un modello di bello stile, ma Agostino trova nel dialogo anche un contenuto filosofico, è un
testo in cui Agostino si rende conto che esiste anche un contenuto, oltre che alla forma
Quindi l’Hortensius appaga Agostino in più sensi, lo appaga dal punto di vista formale, perché è un testo ben
83.
strutturato, e lo appaga anche dal punto di vista contenutistico, Agostino impara che c’è una verità, che può
essere oggetto di ricerca, e questa verità va cercata
Il primo libro che Agostino consulta per trovare questa verità è la Bibbia, e l’incontro con la Bibbia è quanto mai
85.
deludente, la Bibbia, secondo Agostino, è un libro scritto male, senza alcuna attenzione per l’eleganza dello stile e
la raffinatezza della lingua, è un libro oscuro e rozzo, e soprattutto è un testo costruito su miti ingenui
Decisivo è invece l’incontro che avviene a Tagaste con il manicheismo, è proprio al manicheismo che Agostino si
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rivolge in questa ricerca della verità
Il manicheismo è una dottrina di carattere filosofico e religioso, che si riferisce al filosofo persiano Mani, che si
89.
reputava l’autentico interprete del cristianesimo
La base testuale è esattamente quella utilizzata dai cristiani, ma la dottrina che Mani vi ricava è molto diversa da
91.
quella del cristianesimo
Secondo Mani tutta la realtà è il risultato di una lotta inesausta tra due principi fondamentali, cioè la luce e le
93.
tenebre, ciascuna dei quali ha pari fondamento ontologico
Questa opposizione fondamentale tra luce e tenebre struttura nel pensiero di Mani una serie di contrapposizioni
95.
fondamentali tra opposti
La luce infatti corrisponde a Dio, le tenebre corrispondono al demonio, alla luce e a Dio corrisponde l’anima, alle
97.
tenebre e al demonio corrisponde il corpo, dello stesso tipo è la contrapposizione tra spirito e materia
Quindi dalla contrapposizione originaria tra luce e tenebre i manichei ricavano una lettura polare, che può essere
99.
applicata ad ogni aspetto della realtà, questa contrapposizione si rispecchia a più livelli e dà forma alla realtà e alla
molteplicità
Anche l’uomo è parte di questa grande vicenda cosmica di carattere conflittuale continua
101.
Agostino in questi anni ha sete di verità, e il manicheismo gli sembra fornire una risposta razionale ai principali
103.
problemi metafisici e religiosi
Nel frattempo Agostino manicheo ha aperto una sua scuola di retorica ed è diventato uno dei maestri più ricercati
105.
di retorica, ed è proprio grazie alle sue conoscenze nei circoli manichei che Agostino nel 382 riesce ad arrivare a
Roma
Nel frattempo però dal punto di vista culturale la sua situazione cambia, Agostino, dopo essere stato tanto tempo
107.
manicheo, inizia a rendersi conto che le certezze del manicheismo sono in realtà delle certezze dogmatiche, ed è
lui stesso a rendersene conto in prima persona quando capisce in alcuni dibattiti pubblici di non riuscire a dare
una risposta coerente e razionale a tutti i problemi suscitati dalla dottrina di Mani
Secondo Agostino il manicheismo, in fondo, non è in grado di spiegare in maniera coerente ed esaustiva la realtà
109.
e la molteplicità
Nonostante questa presa di coscienza, Agostino continua a rimanere in contatto con i circoli manichei, e proprio
111.
grazie a questi circoli manichei Agostino fa un altro passaggio fondamentale, e nel 384 arriva a Milano
In questa fase di passaggio Agostino, che è diventato ormai critico nei confronti del manicheismo, abbraccia un
113.
atteggiamento scettico
Allora entriamo nella seconda fase della vicenda speculativa-biografica di Agostino, quella dominata dallo
115.
scetticismo
Agostino, venendo dal dogmatismo manicheo, e percependo questo dogmatismo come un pesante retaggio,
117.
qualcosa che impedisce di rendere conto in maniera razionale ogni aspetto della realtà, inizia a convincersi che
forse non esistono dei criteri razionali con i quali sia possibile determinare la verità di qualcosa
Secondo gli scettici il vero sapiente è colui che si rende conto che non esistono criteri univoci e razionali capaci di
119.
determinare in maniera univoca la verità di qualcosa
Per il sapiente scettico l’esercizio del dubbio è l’unico atteggiamento intellettuale che abbia senso adottare in
121.
mancanza di criteri univoci per determinare la verità di qualcosa
L’esercizio del dubbio, a sua volta, conduce a due esiti fondamentali per il sapiente scettico, se siamo consapevoli
123.
che non esista un criterio per stabilire la verità di qualcosa, il vero saggio è colui che sospende il giudizio, ἐποχή
L’esercizio del dubbio e il riconoscimento della mancanza di criteri univoci per stabilire la verità di qualcosa
125.
portano a un secondo importante esito, se la verità è inconoscibile non può essere comunicata, e quindi si
perviene al secondo atteggiamento fondamentale, che è quello dell’ἀφασία
Agostino aderisce a questa prospettiva intellettuale, perché in questo momento gli sembra l’unica che abbia senso
127.
adottare per uscire dal dogmatismo dei manichei
Agostino però non adotta la sospensione del giudizi e l’ἀφασία in maniera radicale, perché una posizione
129.
filosofica che riconosce come principio teorico fondamentale l’inconoscibilità della realtà e la sua incomunicabilità
non si concilia con la ricerca della verità da parte di Agostino
Agostino quindi aderisce allo scetticismo solo come strumento di reazione al dogmatismo manicheo, ma in cuor
131.
suo continua a cercare la verità
È proprio a Milano che avviene un altro incontro importante, che dà inizio alla terza fase del suo percorso
133.
speculativo e biografico
Infatti a Milano è presente un importante circolo di neoplatonici particolarmente influenzato dal cristianesimo, al
135.
centro di questo circolo c’è il vescovo Ambrogio
Ambrogio sostiene una particolare interpretazione delle Sacre Scritture, ovvero sostiene un’interpretazione che
137.
utilizza la tradizione di lettura allegorica, una tradizione che era stata elaborata all’interno della scuola di
Alessandria, dominata dalla figura di Origene
Origene, più di ogni altro, si presta a trovare un punto d’incontro tra la tradizione cristiana e la tradizione
139.
neoplatonica
L’allegoria è una figura retorica secondo la quale, al di là del significato letterale delle parole, esiste un significato
141.
più elevato e nascosto
La lettura allegorica della Bibbia consente ad Ambrogio e al circolo neoplatonico con cui entra in contatto
143.
Agostino, di trovare un punto d’incontro molto importante tra la tradizione cristiana e quella neoplatonica
Questo circolo identifica la parola divina con il λόγος della tradizione greca, per esempio nel prologo del Vangelo
145.
di Giovanni questi autori identificano la parola che struttura la realtà in forma razionale e che si incarna nel figlio
di Dio con il λόγος della tradizione antica
Il contatto con Ambrogio e il suo circolo avviene attraverso la mediazione di libri, nelle Confessioni Agostino dice
147.
di aver letto alcuni libri di platonici, probabilmente fa riferimento alle traduzioni in altino di Mario Vittorino, in
quanto Agostino non sa il greco
Questo è un contatto che trasforma completamente Agostino, infatti grazie all’incontro con il neoplatonismo
149.
Agostino legge nel prologo del vangelo di Giovanni una allegoria di una più ampia verità, cioè l’idea che la
molteplicità non è altro che la manifestazione visibile di un primo principio trascendente che si esplica grazie a un
principio mediatore, che consente alla somma unità di concretizzarsi visibilmente nella molteplicità
Quindi secondo Agostino Plotino e Giovanni hanno detto la stessa cosa, ma con parole diverse, non hanno fatto
151.
altro che dare voce a un’unica grande verità
Il primo carattere comune che lega cristianesimo e platonismo, secondo Agostino, è l’idea che l’intera realtà non
153.
sia altro che qualcosa che è racchiuso in un primo principio, che i platonici chiamano Uno e i cristiani chiamano
Dio, e questo primo principio ha una natura razionale, cioè contiene in sé la struttura razionale dell’intera realtà
Inoltre questo primo principio, che contiene in sé la struttura razionale dell’essere, contiene in sé anche la vita, e
155.
questa struttura razionale i platonici la chiamano λόγος, i cristiani la chiamano Verbum
Questo primo principio è anche luce, cioè fa sì che le cose vengano all’essere, cioè alla vita, il non essere, cioè le
157.
tenebre, è tale proprio perché non comprende la luce
Quindi ciò che non viene all’essere non viene all’essere proprio perché non comprende la luce, si sottrae
159.
all’intrinseca razionalità dell’essere
Agostino trova un altro elemento comune nei testi dei platonici, ovvero l’idea che l’uomo non è in sé la verità, la
161.
verità brilla nell’uomo nella misura in cui in lui si manifesta quella luce della struttura razionale che pervade tutto
l’essere, luce che per i platonici è ragione, e per Giovanni è Verbum, cioè Cristo, il principio mediatore
Agostino specifica che la verità non coincide con l’uomo, ma la verità è nell’uomo nella misura in cui lui dà segni di
163.
razionalità, perché la razionalità è esattamente quell’elemento che consente all’unità di estrinsecarsi nella
molteplicità
Tuttavia Agostino trova anche degli elementi di discontinuità rispetto alla tradizione platonica, nei testi platonici
165.
Agostino non trova l’incarnazione e il valore salvifico e escatologico dell’incarnazione
Vi sono però anche elementi che Agostino trova nei testi dei platonici, e che però non sono presenti nel
167.
cristianesimo, nei platonici Agostino trova il fatto che il riconoscimento della somma unità del principio primo è
unito al culto di divinità inferiori, quindi un’idolatria che traduce il primo principio in simulacri falsi
I neoplatonici infatti, pur concependo il primo principio, poi venerano i simulacri in cui esso si estrinseca, e quindi
169.
sono degli idolatri, prestano onori divini a false divinità
È proprio a questo punto che Agostino manifesta uno dei principi cardine del suo pensiero, cioè l’idea che i
171.
cristiani hanno il diritto di appropriarsi di tutto ciò che è assimilabile al cristianesimo, è la cosiddetta dottrina del
furto sacro
Quindi Agostino a Milano ha fatto un incontro decisivo, che lo porta verso il cristianesimo, che inizialmente ha
173.
rifiutato, perché incontrato attraverso una lettura letterale della Bibbia, a questo punto dischiude ad Agostino il
suo autentico significato proprio grazie alla lettura allegorica dei testi suggerita da Ambrogio e dai neoplatonici
cristiani milanesi
Agostino allora dà inizio a un percorso di vita particolarmente inquieto, che lo porta poi a manifestare una
175.
crescente insofferenza verso l’esteriorità e lo porta poi a una svolta radicale, nel 386 Agostino si converte al
cristianesimo
Anche questo evento è contrassegnato dall’incontro con un libro, Agostino si imbatte in un passaggio di una
177.
lettera di San Paolo, in cui Agostino trova il coraggio di abbandonare tutto per volgersi definitivamente al
cristianesimo

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