PENSIERI DI

Daniele Alberti
Paolo Bertuzzi
Pietro Domeneghini
Adolfo Galli
Lucas Preti
Simone Tiberti
009
STRADE E QUARTIERI
I // GIUGNO 2
N. 2 ANNO
Villaggio Sereno
MESI N DO Via Musei, Cattaneo
L MO
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e Trieste
PIN IONI
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 1,00 T TUA
LITÀ
IL E DI A
M EN S

LE FONTANELLE
Viaggio nel mistero
SICUREZZA
Alla ricerca di
un Paese normale

Francesco Renga & Friends

Tutti insieme per l’AIL
NOTTURNO BRESCIANO • ESSERE ITALIANI • I “CICCOTTI” • È SUCCESSO • BRESCIA UNDERGROUND • QUI E LÀ
 3
DODICI MESI // GIUGNO 2009

IN QUESTO NUMERO
Il giorno dopo 5
54 Daniele Alberti parla della musica
Il popolo della tecnologia 7
57 Notturno bresciano
Ethiconomia cercasi... 9
62 Faccio cose... Vedo gente...
Adolfo Galli: la passione per la musica 10
66 Essere italiani
Simone Tiberti professione pallavolo 12
68 Chi sono i veri populisti?
Tu e il Fisco 15
69 110 e lode
Viaggio nella sicurezza 17
71 Specchio delle mie brame
Prodotto & mercato 23
74 12mesi si presenta
Turboden e l’energia rinnovabile 24
77 Qui e là
Cambiare per crescere 27
80 Visti al cinema
Pietro Domeneghini: le ricette del dopo crisi 32
81 Indagine: e le giornate alla Fantozzi?
Lucas Preti: una vita sulle dita 37
85 Giuseppe Milani: il venditore di tessuti
Nadiolinda: Se non ti piace... dillo 39
88 Brescia Underground
Strade e quartieri: Via Musei, 41
91 Quei magici “ciccotti”
Via Cattaneo e Via Trieste
94 Dal Pc alla console
Strade e quartieri: Villaggio Sereno 45
95 Sotto i diciotto
Viaggio nel mistero: Le Fontanelle 49
96 È successo

DODICI MESI
Giugno 2009
Anno I - Numero 2
Rivista mensile - € 1,00 MESI

Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia

tel 030.3758435 - fax 030.3758444  
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Direttore Responsabile  
Roberto Barucco Fotografie
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Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008  Pubblicità

Hanno collaborato a questo numero

Roberto Barucco, Nicola Bendinelli, Silvio Bettini,
Elisabetta Caramma, Alessandra Cascio,
Alessandro Cheula, Alessandro Chizzoni, Enrico Filippini,
Bruno Forza, Rolando Giambelli, Liceo Newton di Brescia, Sale’s Solutions Srl
Riccardo Maffei, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Viale Duca degli Abruzzi, 163
Cristina Minini, Giorgio Olla, Ilenia Pachera, Antonio 25124 - Brescia
Panigalli, Omar Pedrini, Luca Rizzotti, Emanuele Salvi, tel 030.3758435 - fax 030.3758444
Gianmarco Sbaraini, Salvatore Scandurra, Silvia Valentini segreteria@salesolutions.it
Via C. Fenzi, 3 - Brescia - Tel. 030.3695521 - Fax 030.3695495 - www.saottini.it - audi@saottini.it
Euromobil - Rent a Car - l’autonoleggio presso il Vostro Concessionario di fiducia a Brescia - Via C. Fenzi, 1 - Per informazioni: Tel. 030.3695450

12GIUGNO
MESI
2009

di ROBERTO BARUCCO
IL GIORNO DOPO
venite a
scoprire come
funzionano
I
l giorno dopo le
bollicine sono già
una memoria effer-
vescente affidata ai
processi digestivi.
I discorsi, il cerimoniale, i
personaggi sono stati affidati
al libro dei ricordi. Da sfo-
gliare con tenerezza, magari
tra dodici mesi.
Il giorno dopo rimangono le
sensazioni, le istantanee di
volti soddisfatti, quelle più
sfocate riservate al dubbio, l’appello alla
correttezza dell’informazione. I propo-
siti, anche quelli buoni, si appoggiano
incerti alle critiche, come ubriachi che
si puntellano a vicenda.
“Pagina dopo Il giorno dopo, e non insistiamo con le
pagina ritroviamo reiterazioni, che stancano, è già tempo
di riflessione e di consolidamento dei
le parole che non progetti. “Attenzione. E’ il secondo
ci siamo detti, numero quello più difficile”. Così am-
moniva, a ragione, raggelando i sogni
almeno fino a di gloria dei cronisti de “La Notte” di
qualche tempo fa, Milano, storico quotidiano del pome-
riggio, ora riapparso online, il vecchio
e quegli angoli di direttore di mio padre, Nino Nutrizio.
Brescia che non Torniamo alla carta, che ci è consona
per fruscii e giovinezza e sfogliamo in-
ricordavamo più”. sieme queste pagine, che ci portano in
viaggio per la realtà, concreta, di ogni
giorno. La quotidianità. Sicurezza, ter-
ritorio, pareri, gossip, vecchi mestieri e
vecchi giochi che ci appartengono, stra-
de e storie da raccontare. Pagina dopo
www.aliaenergia.it
E DITORIALE 5
pagina ritroviamo le parole che non ci
siamo detti, almeno fino a qualche tem-
po fa e quegli angoli di Brescia che non
ricordavamo più. Ritroviamo in coperti-
na il volto dell’amico Francesco Renga,
impegnato, con la moglie Ambra An-
giolini e tanti altri artisti bresciani, nel-
la campagna di sensibilizzazione e aiuto
all’Ail, l’Associazione per la lotta alle
Leucemie. Insieme saremo con loro, e
non solo in spirito, nel grande concer-
to di beneficenza che coinvolgerà tutta
Brescia e di cui vi daremo conto diffusa-
mente nel prossimo numero.
Raccontiamo allora, ancora una volta,
questa favola bella che ritorna, puntuale
come le stagioni, rituale e immancabile
nella sua ciclicità. Da oggi si inizia, o si
ricomincia, dipende come sempre dai
punti di vista, quel percorso che sembra
non finire mai. Al servizio di chi legge,
perché vogliamo soprattutto informare
“per” e non “contro”. Cito ancora “La
Notte”, per antico affetto: cinquanta-
sei anni fa nacque sull’entusiasmo di
una redazione di giovani cronisti e uno
sconosciuto direttore. Cercheremo di
rivivere quello spirito, anche se questo
è un mensile.
Come sempre, con la massima umiltà, vi
affidiamo queste righe e il nostro impe-
gno.E vi ringraziamo.
Roberto Barucco
Direttore Responsabile
12GIUGNO
MESI
2009
 O PINIONI 7

di RICCARDO MAFFEI
Popolo della Terra di Mezzo
della tecnologia

H
o un meraviglioso bam- “capiscono” di Internet meno dei loro la visione di materiale pornografico (sia-
bino di otto anni, ov- figli? Come possono realizzare l’attività mo entrati in contatto tutti nella nostra
viamente già possiede il che gli riesce benissimo nella vita di tut- adolescenza con qualche rivista “spinta”
suo computer portatile, ti i giorni, cioè quella di proteggerli dai senza subire traumi particolari) Il vero
ovviamente collegato con Internet. pericoli, se si trovano a competere con pericolo di Internet è che può fornire
La preoccupazione che possa accedere uno strumento che non conoscono o co- informazioni fuorvianti e molto lonta-
per errore a siti non adatti alla la sua età è noscono pochissimo? ne dalla verità, creando una visione del
un problema che abbiamo subito affron- E anche se, come capita a me, vigilano mondo poco vicina alla realtà, con tutte
tato, esistono possibilità di configura- costantemente la loro navigazione, come le problematiche psicologiche immagi-
possono verificare davvero le dinamiche nabili su bambini ed adolescenti.
di questa navigazione e parlare con il Un attenzione importante delle istituzio-
figlio per chiarire qualche argomento ni dovrebbe essere dedicata ad affronta-
“Il vero ‘rischio’ per inopportuno? re queste tematiche.
E’ un problema di gap tecnologico, tutto La formazione dei genitori è un passo
i minori nell’utilizzo di italiano, è un problema di infrastrutture determinante, è l’unica soluzione.
Internet è l’ignoranza che non ci sono state per anni, è un pro- In ogni caso fra qualche anno il proble-
blema “culturale”, è un problema delle ma si ridimensionerà da solo, sono solo
di chi deve badare istituzioni scolastiche (i genitori inse- le nostre generazioni, nate in questa
ai propri figli”. gnanti conoscono internet così bene?).
Occorre anche effettuare
Terra di Mezzo della tecnologia che
non riescono a svolgere quest’opera di
un’analisi dei veri pericoli vigilanza, le prossime generazioni
zione del pc, software ad hoc, eccetera, di Internet; non credo insegneranno ai figli a navigare in
che permettono di proteggere in manie- che il nocciolo del pro- Internet, ripristinando quel mec-
ra abbastanza sicura la navigazione di un blema sia ad esempio canismo virtuoso nelle famiglie,
minore. per il quale sono i genitori che
Per fortuna la mia attività comporta ti insegnano ad andare in bi-
che io abbia tutte le competenze cicletta, a giocare a calcio o
per poterlo fare. Il vero “rischio” a ciancol, a far da mangiare,
per i minori nell’utilizzo di Inter- quel meccanismo per il quale
net, non è la pericolosità insita i figli ne sanno di meno dei ge-
nello strumento, ma nitori.
l’ignoranza di chi deve
badare ai propri figli.
Quanti genitori
(incolpevoli, non
fraintendetemi)

12GIUGNO
MESI
2009

di ANTONIO PANIGALLI
EEE EthiCONOMIA cercasi...
(ma il ruolo fondamentale
è della POLIS)
V
iviamo in un mondo nel
quale, “di facciata”, l’etica
sembra aver invaso tutto. Il
commercio è etico e soli-
dale, le imprese si autoregolamentano e
adottano codici etici e perfino la finanza
è diventata etica.
In realtà: compensi stravaganti, rendi-
menti finanziari senza senso, esaspe-
razione delle differenze, incertezza del
diritto, prevaricazione verso gli altri e
mancanza di rispetto per l’ambiente,
sono sintomatici di una vera e propria
emergenza etico-valoriale che non può
non essere, tra l’altro, conseguenza di
un’economia e verrebbe da dire di una
politica che non si sono mai realmente
preoccupate dell’etica. Certo, l’econo-
“L’autonomia
dell’economia e la
sua autoreferenziale
capacità di
regolarsi si sono
rivelate un’illusione”.
mia, come la scienza, sono da sempre
considerate disgiunte dalla morale, ma,
la politica e la “polis” di un paese civile
“devono” essere comunque fisiologi-
camente deputate a organizzare regole
che consentano l’evolversi, in assoluto
e prioritariamente, di una diffusa cultura
di valori e di rispetto.
L’autonomia dell’economia e la sua au-
toreferenziale capacità di regolarsi si
sono rivelate un’illusione; se si è giunti
al dover misurare i danni, poco calcola-
O PINIONI 9
bili in corso d’opera, di una crisi globale categorie non omogenee: governi demo-
è proprio perché lo sbilanciamento tra cratici, teocratici, oligarchici, dittatoria-
regola dettata dalla politica (con i suoi li, tribù, lobbies e potentati mondiali e
tempi pachidermici) e regola di libero locali, parlano con linguaggi incompren-
mercato (con le sue innovative fulminee sibili fra loro rendendo impossibile ogni
tecnologie) hanno portato a una scom- mediazione per la condivisione di un
pensazione di valori o comunque a una modello di sviluppo. Forse una confe-
diversa velocità di azione e di reazione. renza mondiale su una definizione uni-
I soliti furbi hanno fatto e fanno il resto voca della parola “etica” potrebbe essere
navigando a vista in questo limbo incon- un punto di partenza.
trollabile e i risultati sono visibili alla
buona parte delle persone di buon sen-
so; la colpa comune sta nell’accettazione
di un circolo di illegalità e di carenza
valoriale teoricamente insostenibile
in un paese democratico. D’altron-
de il sistema vive sul filo del rasoio
e solo la politica, e la sua necessaria
capacità di regolamentazione della
vita civile, può ergersi da facilita-
tore tra il principio del mercato e
della conseguente disparità da una
parte (un euro, una voce) e quello
della democrazia e dell’uguaglian-
za dall’altra (una persona, una voce),
obbligati alla ricerca permanente di
un compromesso. Questa tensione
“democratica” permette al sistema di
adattarsi e di non rompersi come suc-
cede alle società governate da regimi
totalitari e ai sistemi basati su un
principio solo, avvalorando così la
tesi secondo la quale il capitalismo
vince come organizzazione eco-
nomica grazie alla democrazia, ma
proprio il bilanciamento di questo
articolato sistema, affidato al go-
verno della politica, deve essere
prioritariamente salvaguardato
per evitare che etica e denaro va-
dano in conflitto.
Resta il problema della globalizza-
zione, dove gli attori si dividono in
12GIUGNO
MESI
2009
10
P ERSONAGGI
lavoro per Passione,
della musica
Adolfo Galli, promoter musicale bresciano e
conoscitore di grandi artisti, racconta il suo mondo.
di GIANMARCO TOMASELLI
S
ono ormai più di vent’anni
che la “D’Alessandro & Gal-
li”, società di management
nel settore del music-busi-
ness, organizza tournée di successo non
solo in Italia, ma anche in Europa. Pro-
duzioni musicali che si distinguono per
la qualità degli artisti prodotti, come,
per citarne solo alcuni, Paul McCartney,
Dire Straits, Eagles, Roger Waters, Tina
Turner, Simon & Garfunkel, Eric Clap-
ton, Santana, Celine Dion, James Taylor
e altri big italiani come Zucchero, Rena-
to Zero, Giorgia e Pino Daniele.
Adolfo Galli è l’anima bresciana di que-
sta società, che condivide con il collega
viareggino Mimmo D’Alessandro. Riu-
sciamo a far due chiacchiere in pausa
pranzo, in cui, pur con i minuti contati,
fa emergere chiaramente tutto il suo vi-
scerale amore per la musica.
Adolfo, sono ormai più di 25 anni che
organizzi concerti…
“Aspetta, aspetta…prima ti devo ricor-
dare l’evento benefico al quale abbiamo
lavorato e in cui crediamo molto…”.
Parli dello “SmAil”, il concerto-rac-
colta fondi tutto bresciano?
“Esattamente. L’evento si terrà domeni-
ca 7 giugno in piazza Paolo VI e l’intero
incasso servirà per la creazione di sei
mini appartamenti per l’Istituto di ricer-
ca all’interno degli Spedali Civili. Ci sa-
ranno Francesco Renga, Omar Pedrini,
Fabio Volo, L’Aura, Riccardo Maffoni,
Fausto Leali, Luisa Corna, Charlie Ci-
nelli e, direttamente da X Factor, Jury
Magliolo. Presenterà Ambra, ormai bre-
12GIUGNO
MESI
2009
sciana d’adozione, e i biglietti, tengo a
sottolinearlo, saranno venduti al prezzo
popolare di 15 euro. Gli artisti parteci-
peranno gratuitamente e ci saranno esi-
bizioni da non perdere”.
Tipo?
“Tipo un duetto Leali-Corna, Fabio
Volo che canta e, dopo una dozzina
d’anni, una réunion tra Omar e France-
sco…”.
Vedo che anche dopo 25 anni di con-
certi sulle spalle, l’entusiasmo è sem-
pre lo stesso.
“A parte l’importanza dell’evento del 7
giugno, il lavoro che faccio a me piace da
sempre”.
Quali cambiamenti hai notato in que-
sto quarto di secolo nel mondo dello
spettacolo musicale?
“Sicuramente è più complessa la mac-
china organizzativa. Prima ogni artista
aveva una sorta di fac-totum, adesso si
va dalle 25 fino alle 150 persone nello
staff, ognuna con le proprie specifiche
competenze”.
LA SCHEDA
ADOLFO GALLI
Luogo di nascita: Rezzato (BS)
Data di nascita: 17 marzo 1961
Professione: Promoter
musicale, socio della
D’Alessandro & Galli.
E questo incide soprattutto sul costo
del biglietto, o sbaglio?
“Beh, va da sé. Sono cresciuti esponen-
zialmente i costi della produzione, si lavora
sulle percentuali e pochi artisti escono per
reinvestire il loro guadagno. Poi intendia-
moci, prima si andava a un concerto per la
musica, per una filosofia dello stare insie-
me che un po’ s’è persa. Oggi sulla musica
prevale lo show, lo spettacolo, le luci e gli
effetti visivi. Internet poi…”.
Cosa?
“La musica su internet ha danneggiato il
mercato, che si è sempre più frammen-
tato. Ai miei tempi (sorride) i grandi miti
musicali si sono costruiti negli anni sen-
za video o altro. Quindi andare a un con-
certo significava anche svelare il mistero
su questi mostri della musica, vederli
finalmente dal vivo. Una poesia che si è
un po’ persa”.
Nella tua carriera hai prodotto sia ar-
tisti italiani sia stranieri. Differenze?
“Diciamo che con gli italiani si ottie-
ne un maggiore riscontro di pubblico,
anche se gli artisti internazionali au-
mentano sicuramente il prestigio. Io ho
iniziato le mie produzioni con gli artisti
internazionali, perché il lavoro è prima
di tutto passione. Certo, produco anche
artisti di richiamo che non appartengo-
no ai miei gusti musicali, come i Back
Street Boys nel 1999. Ma soprattutto
perché poi posso scegliere gli artisti che
più mi piacciono”.
Il singolo evento con più persone?
“Anno 2002, Stadio Olimpico di Roma.
Circa 70.000 persone che urlano Zero!
Zero! Zero!”.
E il tour con più spettatori?
“Sicuramente la tournée dei Dire Straits
del ’92, che con le sue 200.000 presen-
ze resta fra le più seguite in Italia per
numero di spettatori di un gruppo inter-
nazionale”.
Il concerto che ricordi con più emozione?
“Inghilterra, 1979. Led Zeppelin, la più
grande band di tutti i tempi di fronte a
400.000 persone. Devo aggiungere al-
tro?”.
L’artista più simpatico che hai pro-
dotto?
“James Taylor”.
L’artista con più classe? “Tina Turner.
Pensa che alla fine del tour europeo ha
mandato una lettera a tutti i promoter
ringraziandoli per il lavoro, invitandoci
a cena e regalandoci una borsa persona-
lizzata”.
Il più “buono”?
“Jackson Browne”.
Il più “scoppiato”?
“Iggy Pop e Chuck Berry”.
Chuck Berry? Quello di “Johnny B.
Goode”?
“Sì, proprio lui. Concerto fine anni ‘80,
scende dall’aereo e pretende di guidare
la macchina noleggiata per lui. Si dirige
dall’autista e gli dice “Guido io”. Parte
sgommando e dobbiamo rincorrerlo
per tutta l’autostrada a una velocità folle
(220 km/h!), con sorpassi al limite del-
11
Adolfo Galli
nel suo
studio.
televisione”.
Secondo te trasmissioni come X
Factor e Amici aiutano o limitano
“Ha guidato l’afflusso del pubblico ai concerti?
“Secondo me possono essere dei buo-
Chuck? Ma se ni trampolini di lancio, ma l’artista è
non ha neanche la un’altra cosa. Due nomi. Giusy Ferreri
ha avuto un grande successo a livello
patente!”. di vendita, ma fatica nei suoi concerti a
riempire i club. Il talentino bresciano
Jury, invece, ha dalla sua l’essere un mu-
la legalità. Arrivati in albergo chiamo il sicista completo, prima che un fenome-
suo manager, gli faccio presente cosa è no televisivo. E io, anche se lo show-bu-
successo e lui mi risponde ”Ha guidato siness è ormai la parte dominante dello
lui? Ma se non ha neanche la patente!”. spettacolo, credo ancora nella musica.
Pazzesco… La buona musica”.
“E non è finita. Sale sul palco dopo aver
dato due istruzioni per il sound check,
la band era composta da fior di profes-
sionisti ingaggiati per l’evento. Inizia
il concerto e lui, di fronte a 3.500 per-
sone ferma tutto. Insulta il batterista,
gli prende il posto e gli insegna come
avrebbe dovuto suonare. Ricomincia il
concerto, ma subito dopo lo interrom-
pe. Il batterista non gli piace e allora lo
fa sostituire da sua figlia, presente tra gli
spettatori… un concerto da incubo!”.
L’artista che non produrresti mai?
“Chuck Berry a parte… (sorride), non
mi interessano gruppi tipo Gun’s and
Roses. Sono molto più legato alla West
Coast, Neil Young”.
Quali sono i nomi più in voga nel pa-
norama musicale per teen-agers?
“Hanna Montana, i Jonas Brother, High
School Musical…Tutti nomi legati alla
12GIUGNO
MESI
2009
12
PERSONAGGI
PALAGEORGE, DOVE
VIGE LA LEGGE DI
SIMONE TIBERTI
S
Un giocatore di pallavolo imone Tiberti, classe 1980,
tra palestra e Università. ruolo palleggiatore. Queste
poche nozioni nascondono
in realtà caratteristiche ben
più ampie. Il palleggiatore (o, come si
di GIANMARCO TOMASELLI
dice in gergo meno tecnico, l’alzatore)
è, infatti, il centro nevralgico di una
squadra di pallavolo. A lui sono destinati
tutti i palloni provenienti dalla ricezione
o dalla difesa, in modo da creare l’azio-
ne d’attacco. Per questo motivo si par-
la del palleggiatore come del “regista”
della squadra. Le doti di Tiberti, oltre
alla precisione del palleggio e al morbi-
do tocco di palla, sono un connubio tra
intelligenza tattica e reattività di gioco.
Per Simone, laureando in Giurispru-
denza presso l’università di Brescia, il
Palageorge è il Foro dove può dettare,
in campo, la propria legge.
Simone, da quanto tempo giochi a
pallavolo?
“Sono ormai quindici anni. Ho iniziato
a quattordici. Poi la prima stagione da
professionista, in serie C con l’allora
Colmark Brescia”.
Come ti sei avvicinato a questo sport?
“Diciamo che ho seguito le orme di mio
fratello maggiore. Un po’ per curiosità
e un po’ per spirito d’emulazione, mi
sono buttato in questo sport che per me
era una novità. Poi la passione ha preso
il sopravvento e non ho più smesso”.
Che rapporto hai con i tuoi compagni
di squadra?
“Vorrei tornare ad
avere più presenze,
in modo da prendere
in mano la cabina
di regia con più
continuità”.
12GIUGNO
MESI
2009
“Il rapporto è ottimo e in questo sono
agevolato dal mio carattere espansivo.
Essendo poi “di casa”, cerco anche di
aiutare i nuovi arrivati, soprattutto i più
giovani, a inserirsi sia nella squadra sia
nella realtà bresciana”.
La Gabeca è da anni nel massimo cam-
pionato di pallavolo. Com’è il tuo
“La Nazionale?
Certo, dovesse
esserci un’epidemia
tra gli alzatori,
non mi tirerei
indietro”.
rapporto con la tifoseria locale?
“Personalmente non posso che essere
contento della tifoseria. Montichiari è
una piazza importante, il Palageorge
è sempre affollato e i tifosi sono caldi.
Certo, non esitano a criticare quando si
perde malamente, ma in fondo è perché
nutrono una sana passione per la loro
squadra”.
Quali sono i tuoi obiettivi profes-
sionali? “Il mio obiettivo prioritario è
quello di continuare ad allenarmi per
avere più spazio nel sestetto titolare,
come negli anni scorsi. Vorrei tornare
ad avere più presenze, in modo da pren-
dere in mano la cabina di regia con mag-
gior continuità”.
Pensi mai alla Nazionale?
“No, no, la Nazionale no (sorride). Ho
avuto un’esperienza entusiasmante con
la maglia azzurra ai Giochi del Mediter-
raneo del 2005 ad Almeria, in Spagna.
Per quanto riguarda la nazionale mag-
giore, sono consapevole di avere dei li-
miti tecnici e, soprattutto, fisici che non
mi lasciano grosse possibilità. Certo,
dovesse esserci un’epidemia tra gli alza-
tori (sorride), non mi tirerei indietro”.
Nella tua carriera ci sono state anche
diverse esperienze in giro per l’Italia,
Trieste, S. Croce, Arezzo…
“Esperienze tutte da ricordare, anche
se poi, appena ne avevo la possibilità, la
voglia di tornare a casa era sempre for-
tissima”.
Alcune domande flash. In vacanza
dove?
“In questo momento direi Messico”.
Località di mare. Italia, Spagna o Gre-
cia?
“Adoro la Spagna”.
Preferisci la tranquillità o le località
più mondane? “Tranquillità più asso-
luta”.
Hai un’ora di tempo libera, a cosa la
dedichi: cinema, tv, internet?
“Quando sono libero, divido il mio tem-
po tra la mia ragazza e i miei amici”.
Un libro che regaleresti.
“Il signore delle mosche di William Gol-
13
ding e Gomorra di Saviano”.
La prima cosa che faresti se vincessi
50 milioni di euro al superEnalotto?
“Una parte in beneficenza e il resto per
comprare la casa dei miei sogni”.
Da laureando in giurisprudenza, cosa
cambieresti nel mondo della giustizia?
“Le cose da fare sono molte, ma secon-
do me i punti nevralgici dai quali comin-
ciare sono due: processi più rapidi e,
soprattutto, certezza della pena”.
LA SCHEDA
SIMONE TIBERTI
Luogo di nascita: Brescia
Data di nascita: 13/09/1980
Professione: Palleggiatore
nella Acqua Paradiso Gabeca
Montichiari, serie A1 pallavolo
Ha giocato:
Dal 2006 A1 Acqua Paradiso
Gabeca Montichiari
2005-2006 A2
BancaEtruria Eurospar Arezzo
2004-2005 A2
Codyeco S.Croce
2003-2004 A2
Reima Crema Samgas
2002-2003 A2
AdriaVolley Bernardi Trieste
2001-2002 A2
Gabeca Pallavolo Brescia
2000-2001 B1
Gabeca Pallavolo Brescia
1997-2000 C
Acc. Pallavolo BS
1996-1997 C
Colmark BS
12GIUGNO
MESI
2009
 Prendi il Volo R UBRICA 15

TU E IL FISCO
di FERDINANDO MAGNINO
COMPENSO AGLI AMMINISTRATORI-SOCI:
UNA SCELTA DA VALUTARE ATTENTAMENTE

I
compensi degli amministratori di identificare la scelta migliore tra erogare putazione del compenso, è opportuno
società di persone non trovano una o meno il compenso all’amministratore segnalare anche gli inevitabili aspetti
disciplina specifica nell’ambito del socio oppure limitarsi ad attribuire allo negativi. Tra tutti, indubbiamente, quel-
codice civile. L’unico riferimento stesso amministratore socio la propria lo legato all’effetto “leva” sugli Studi di
al diritto dell’amministratore di società quota di partecipazione agli utili, al fine, settore. Sul punto ricordiamo come i
di persone di percepire un compenso se possibile, di massimizzare il risparmio compensi agli amministratori corrisposti
si rinviene nel rinvio disposto dall’art. fiscale (e contributivo) complessivo: so- dalle società di persone, vadano indica-
2260 alle regole sul mandato per il quale cietà e soci. ti tra le “Spese per
è prevista una presunzione di onerosità Nell’effettuare lavoro dipendente e
(art. 1709 c.c.). Quando, invece, tutti i tale valutazio- per altre prestazio-
soci sono amministratori, viene meno la ne è neces- “I compensi degli ni diverse da lavoro
presunzione che l’incarico debba essere sario tener amministratori di dipendente afferenti
retribuito. L’atto costitutivo, peraltro, presente che l’attività dell’impre-
può comunque prevedere espressamen- generalmente società di persone non sa”. Tale circostanza,
te la gratuità della carica (oltre che, ov- le società di trovano una disciplina ovviamente, deter-
viamente, la facoltà di corresponsione di persone, pro- mina un effetto “ne-
una remunerazione). La scelta in merito prio per il tipo specifica nell’ambito gativo” sul livello di
alla corresponsione o meno del com- di rapporto congruità dei ricavi
del codice civile”.
TUT TI penso, nonché le modalità con le quali il
compenso può essere erogato, ha conse-
esistente tra
i soci, sono il
determinando un au-
mento dello stesso. È
I GIORN guenze diverse sia in relazione alla tassa- più delle volte costituite da persone che utile ricordare come la voce “compensi

I! zione in capo al percettore, che in merito

all’impatto sulla fiscalità della società.
operano anche all’interno dell’attività e
altrettanto spesso sono legate da vincoli
amministratori” abbia generato effetti
distorsivi sulla funzione ricavi. In parti-

BRESCIA
Può essere, quindi, opportuno valuta- familiari. Per completezza d’informazio- colare, ricordiamo la questione del diver-
re le conseguenze in termini di “costo ne, ovviamente, dopo aver valutato i van- so trattamento di situazioni formalmente
complessivo dell’operazione” al fine di taggi che si potrebbero ricavare dall’im- diverse ma sostanzialmente uguali.

L’ESPERTORISPONDE
D // Devo cambiare i serramenti del mio appartamento, è
vero che posso risparmiare il 55%?
R // Sia le persone fisiche che gli enti giuridici possono
godere di agevolazioni pari al 55% delle spese sostenute
per interventi di risparmio energetico come, per esempio:
- installazione di pompe di calore ad alta efficienza e scam-
- installazione di pannelli solari per acqua calda sanitaria;
- spese tecniche per l’attestato di qualificazione energetica.
D // Sono deducibili le spese di frequenza di un master uni-
versitario?
R // Il ministero delle Finanze nella Circolare 19.5.2000, n.

CROTONE
*Destinazione Crotone via Roma
*
ROMA
biatori geotermici a bassa entalpia;
- sostituzione degli infissi con infissi in vetrocamera che
rispettano i requisiti minimi previsti (che dipendono dalla
zona geografica);
- sostituzione della caldaia con una caldaia a condensazione
e utilizzo di valvole termostatiche o sistemi di riscaldamento
101/E ha chiarito che le spese in esame possono essere con-
siderate detraibili “qualora, per durata e struttura dell’inse-
gnamento, gli stessi siano assimilabili a corsi universitari o di
specializzazione, e sempre che siano gestiti da Istituti univer-
sitari, pubblici o privati. Per quanto riguarda i master gestiti
da Università private, la detrazione spetta per un importo

www.italiatourairlines.com
oppure telefona al 199.446.192 con fluido a bassa temperatura (riscaldamento a pavimento,
pannelli radianti, ecc.);
non superiore a quello stabilito per tasse e contributi versati
per le analoghe prestazioni rese da Istituti statali italiani”.
- isolamento termico delle pareti, delle coperture e dei solai;
Manda la tua domanda a: ferdinando.magnino @dodicimesi.com

12GIUGNO
MESI
2009
16
I nchieste
SICUREZZA
OBBIETTIVO:
UN PAESE
NORMALE
Sicurezza. Percezione della sicurezza. Livelli di
sicurezza. Attenzione alla sicurezza, sul lavoro, stradale,
informatica, nella quotidianità, dentro casa, fuori, in
giardino. L’overdose di sicurezza è vicina.
di ROBERTO BARUCCO
T
ema ricorrente, che scivola
dalle maglie del dibattito
sociale per impegolarsi nel
confronto politico, senza
fine, come il susseguirsi delle notizie
di “nera”, che ci sono da sempre e non
hanno colore e neppure provenienza, o
dei drammi di ogni giorno che si tramu-
tano in notizie di cronaca. Il viaggio nella
sicurezza, anche nel nostro territorio, è
difficile, complesso, spinoso se va a rac-
cogliere testimonianze, argomentazioni
diverse, spunti diversi fra loro per ango-
lazione e visione del mondo. Ci abbiamo
provato, in questa e non solo in questa
edizione, cercando di sentire più voci,
più opinioni. Tanto a livello di pubblica
“Oggi le forze
dell’ordine
spesso vivono
pesanti tagli”.
amministrazione, quanto di rappresen-
tanti di organi di polizia, di forze dell’or-
dine. E poi confrontandoci con uomini
e donne, quelli di sempre, i vicini, quelli
della porta accanto. Non è un sondag-
gio. Non avrebbe valore su un campione
così ristretto, è solo una ricerca condot-
12GIUGNO
MESI
2009
17
ta con i nostri mezzi, con la consueta
umiltà e voglia di ascoltare. Oggi, con le
forze dell’ordine che vivono tagli spesso
pesanti, difficili da trasformare in aspet-
ti logistici validi, difficoltà quotidiane,
scarsità di mezzi, cercare di collocare un
termine come ‘sicurezza’ diviene molto
delicato. Sentirsi al sicuro. Percepire
tranquillità, la presenza dello Stato, dei
suoi uomini. Un viaggio lungo, che ab-
biamo intrapreso con spirito di servizio,
per approfondire meglio la conoscenza
di una realtà articolata che non finisce
o inizia da una telefonata d’allarme o di
segnalazione e non può essere ridotta a
semplificazioni o slogan da campagna
elettorale. Sicurezza vera e percepita,
spartiacque sottile, quasi demagogico,
presenza delle strutture dello Stato, uno
Stato che governi, agisca per reprimere
i delinquenti, di qualsiasi genere, inter-
venga per integrare, includere, aiutare
chi guarda alla nostra terra come a una
speranza, a una possibilità per la sua
famiglia e i suoi figli. Insomma, la ricer-
ca di un Paese normale, dove la fiducia
reciproca non divenga solo un banale
esercizio retorico.
Intanto iniziamo il viaggio, con le con-
suete interviste a chi vive questo mondo
e con qualche vicenda da raccontare.
Storie che non possono scivolare via
solo perché non siamo ancora stati toc-
cati da drammi o emergenze, ma appar-
tengono a ciascuno di noi.
12GIUGNO
MESI
2009

RAZIONALIZZARE MEZZI
E PRESENZA SUL TERRITORIO
Soluzioni possibili: il coordinamento
tra i tre corpi di Forze dell’ordine ed il
numero unico di emergenza.
di GIANMARCO TOMASELLI
Prof. Marinelli, i casi di violenze sessua-
li sono spesso presenti nelle cronache.
Quale ruolo possono giocare le Forze
dell’ordine sul fronte della loro preven-
zione?
“In effetti tali forme di violenza, in partico-
lar modo su donne, bambini ed in generale
individui deboli, creano grande allarme
sociale. Di fronte a tale problema, dal mio
punto di vista, sarebbe importante avere
più forze di polizia che presidino il territo-
rio, perché bisogna puntare più sulla pre-
venzione che non sulla repressione”.
Ci può fornire alcuni dati sulle denunce
per reati sessuali?
“Il dato nazionale parla di 4.897 stupri nel
2007, mentre nel 2008 sono stati 4.465,
quindi sono in diminuzione. Bisogna evi-
denziare che il problema è più sentito al
Nord d’Italia. Il 68% delle vittime erano
donne italiane, il 9,4% rumene e il 2,7%
marocchine. Gli stupratori erano per il
58% italiani mentre il 9,2% rumeni. Pur-
troppo però tali dati non sono reali, perché
molto spesso le vittime tendono a non de-
nunciare la violenza subita”.
È possibile immaginare dei deterrenti
contro questi atti criminali?
“Sicuramente la presenza sul territorio
di più agenti, oltre che essere una forma
di deterrenza, può anche presentare il
non trascurabile vantaggio di rassicurare
il cittadino. L’atteggiamento di sfiducia
che si sente ogni giorno nei confronti del
tema sicurezza è in fondo dovuto anche al
fatto che il cittadino non vede il poliziotto
lungo le autostrade, nel quartiere, in giro
per la città. Per questo ritengo che debba
essere aumentato il numero delle pattu-
glie in servizio attivo e da questo punto di
Inchieste
SICUREZZA
19
LA SCHEDA
MAURIZIO MARINELLI
Luogo di nascita: Castelfidardo (AN)
Data di nascita: 17 gennaio ‘55
Professione: laureato in sociologia, è in
servizio presso la Scuola Polgai di Bre-
scia. Direttore del Centro Studi Sicurez-
za Pubblica da oltre 15 anni, ha curato
tutte le pubblicazioni del Centro, ha or-
ganizzato seminari, convegni e forum.
Ricerche: Violenza stadi (13 edizioni), in
collaborazione can la Lega Nazionale
Professionisti e con la Lega Nazionale
Dilettanti; Nomadi (in collaborazione
con il Comune di Brescia); Stranieri e
Terzomondiali in Ragia; Minori (diritto -
polizia - processo penale), in collabora-
zione con l’Università Cattolica di Bre-
scia; Agente infiltrato/sotto copertura;
Usura - Estorsioni - Racket; La prostitu-
zione in Italia; Referente della sicurezza
durante le manifestazioni sportive in
collaborazione con l’Università Cattoli-
ca di Brescia.
vista, purtroppo, Brescia risulta essere tra
le ultime città rispetto a tutto il panorama
nazionale”.
Quindi andrebbe implementato il nu-
mero degli agenti?
“In realtà più che aumentare gli agenti si
dovrebbe provvedere alla loro razionalizza-
zione. Per esempio, per quanto riguarda i
fenomeni di criminalità legati alle organiz-
zazioni mafiose, non servono tanti agenti
sul territorio quanto piuttosto l’impiego di
squadre d’intelligence che curino l’aspetto
delle indagini. Al contrario, per le altre for-
me di criminalità si dovrebbe riorganizzare
la presenza attiva degli agenti in servizio”.
La presenza di tre corpi di Forze dell’or-
dine (Carabinieri, G.d.F. e Polizia) vie-
ne da più parti criticata per la mancanza
di coordinamento tra le stesse, a scapito
delle indagini. Lei cosa ne pensa?
“Io rilancio e dico che non ci sono solo tre
corpi. Basti pensare alla Polizia Peniten-
ziaria e alle Polizie Locali, che sono altri
12GIUGNO
MESI
2009
20
I nchieste
SICUREZZA
60.000 uomini. Sicuramente la struttura
globale dovrebbe essere ristrutturata, ma
se non si vuole arrivare all’unificazione in
un unico corpo armato, il primo obiettivo
da raggiungere è l’istituzione della Centrale
operativa unica”.
Ovvero?
“La Centrale operativa unica ha le stesse fun-
zioni e prerogative, per fare un esempio, del
118 in materia di pronto soccorso: un’unica
centrale che coordina le varie associazioni di
volontariato in base alle singole emergenze
in modo da inviare sul posto l’ambulanza più
vicina o più disponibile. Peraltro, la Centrale
unica per le Forze di polizia è prevista dalla
legge 121 del 1981 ma di fatto ogni corpo
ha una propria centrale operativa”.
Come valuta l’introduzione di un unico
IL CURSORE SUBURBANO
1903: a Brescia debutta il “Cursore Suburbano”,
il “nonno” del Vigile di Quartiere.
“Oggi ventimila
bresciani e pre-
cisamente quelli
dei quartieri di
Compiano, San
Bartolomeo,
Urago, Fiumicel-
lo. San Nazzaro,
Fornaci, Volta e
Sant’Alessandro,
salutano con
soddisfazione
e orgoglio l’en-
trata in servizio
di otto dei loro
migliori uomini
che ieri, dopo
un anno di
corso, hanno giurato, innanzi al Pretore
di vigilare e fare opera affinché, nelle ri-
spettive frazioni, vengano sempre e da
chiunque osservate le Leggi e le altre
disposizioni di indole generale (…)”.
Con queste cerimoniali parole si apriva
la Delibera della Giunta municipale
di Brescia del 11 novembre 1903, con
la quale nasceva la c.d. “Polizia di
Prossimità”. Grazie alla collaborazione
12GIUGNO
MESI
2009
numero di emergenza sullo stile del-
l’americano 911?
“Direi che il numero unico di emergenza sul
modello americano, canadese e anglosasso-
ne in genere dev’essere un punto d’arrivo.
Avendo studiato in qualità di consulente il
sistema del 911, posso dire che non solo
vengono coordinate tutte le forze d’emer-
genza, ma viene a crearsi un rapporto più
stretto tra il cittadino e lo Stato”.
Può dare un giudizio sulla figura del “po-
liziotto di quartiere”?
“Potrà sembrare strano, ma il “poliziotto
di quartiere” a Brescia non è certo una no-
vità”.
In che senso?
“Già nel 1882 era presente quello che allora
era chiamato “cursore suburbano”, con il
del professor Marinelli, scopriamo
dunque che a Brescia, più di un secolo
fa, entrava in vigore quello che potreb-
be definirsi l’antesignano dell’attuale
Poliziotto di quartiere. Questi cittadini,
con la qualifica ufficiale di Cursore
suburbano, venivano “scelti tra tanti
per aver dimostrato attitudine e dili-
genza nell’attendere degnamente alle
loro mansioni”. Vere e proprie Forze
dell’Ordine, i Cursori Suburbani erano
dotati di un apposito berretto con
distintivo di riconoscimento e “armati
di rivoltella”; dovevano distinguersi per
la loro “diligenza, lo zelo e la fedeltà nel
mantenere scrupolosamente il segreto
sugli affari di cui verranno a conoscen-
za nell’ambito del loro servizio, oltre
che per i modi cortesi e rispettosi nei
rapporti”.
La loro dotazione prevedeva anche un
registro per l’annotazione delle famiglie
appartenenti al quartiere di competen-
za (e per le eventuali variazioni anagra-
fiche) e un secondo registro, detto dei
Reclami, sul quale i cittadini potevano
far conoscere i bisogni propri o della
frazione in generale.
compito di vigilare su una determinata zona
della città, dopo aver sostenuto un corso di
preparazione” (vedi box pag. 20).
Venendo ai giorni nostri?
“Così com’è oggi il poliziotto di quartiere
va migliorato, dev’essere più presente e più
vicino al cittadino. Bisogna inoltre allargare
le zone di competenza e, ancora una volta,
redistribuire meglio il personale da impie-
gare, recuperando gli agenti troppo spesso
bloccati all’interno delle caserme”.
Un giudizio sulle cosiddette “ronde” di
cittadini?
“Sicuramente dev’esserci una forma di col-
laborazione più incentivante tra il cittadino e
le Forze dell’ordine. Se poi vi sono gruppi di
cittadini che segnalano determinate proble-
matiche alla Polizia, ben vengano.
Vero e proprio collante tra “l’Ammini-
strazione e l’Autorità e gli abitanti del
Suburbio”, il Cursore svolgeva anche le
mansioni del Messo comunale, come
carenza sia dei mezzi
la notificazione di atti ufficiali e la pub-
blicazione, presso la loro frazione,delle
leggi e decreti. L’aspirante Cursore
doveva prestare “servizio di alunnato”
per la durata di un anno, dando prova
di incensurabile condotta; l’età d’am-
missione doveva essere compresa tra
i 21 e i 30 anni, non dovevano esserci
precedenti penali e avere ottenuto
almeno il certificato di proscioglimento
dall’obbligo dell’istruzione elementare.
Al termine del periodo di alunnato,
vi era un esame da sostenere innanzi
a una Commissione composta da un
Assessore, due Consiglieri e il segre-
tario Generale; l’esaminando doveva
dimostrare di “saper stendere una
relazione” e “saper rispondere su tutto
quanto verrà interrogato circa i suoi
doveri di Cursore”.
(Si ringrazia il professor Maurizio Mari-
nelli per la collaborazione tecnica e per
il materiale fornito).
LA SCHEDA
FAUSTO PELIZZARI
21
TEMPI DEI PROCESSI
Luogo di nascita: Brescia
Data di nascita: 17·07·1948
Professione: avvocato
Ruolo istituzionale: presidente
dell’Unione Camere Penali della PROBLEMI DI NORME
Lombardia Orientale; vice pre-
sidente nazionale del Consiglio O DI RISORSE?
delle Camere Penali.
L’avvocato Fausto Pelizzari illustra la sua visione
sulla lentezza della giustizia penale.
di GIANMARCO TOMASELLI
Nel maggio 2008 l’Unione delle Camere bili agli avvocati (per esigenze difensive)
Penali (U.C.P.) ha realizzato, in accordo con riguardano solo il 4,2% dei processi. Al-
l’Istituto di ricerca Eurispes, un interessante trettanto esigue - dice l’istituto di statistica
studio volto a verificare che cosa realmente - le percentuali riferite all’impedimento
accadesse nelle aule giudiziarie impegnate del difensore (3,6%) o dell’imputato
nella celebrazione dei processi penali ordi- (1,6%). Può fare un commento?
nari. Il progetto ha comportato un impegno “Direi che anche solo una lettura superficiale capisce bene che un organico dimezzato non
dei dati citati è più che esaustiva e ribalta quel-
l’idea un po’ distorta che l’opinione pubblica
può che rallentare il motore stesso”.
La percezione della criminalità (stupri,
si è fatta sulla lentezza del processo penale”. violenze, guida in stato d’ebbrezza ecc.) da
“Il problema Ovvero? parte del cittadino è in costante aumento,
“Quell’idea, a volte frutto di una non corretta anche grazie all’opera dei mass-media?
principale è la informazione mediatica, che la lentezza dei “A tal riguardo vorrei dire che c’è una disin-
processi sia dovuta a lungaggini ed espedien- formazione clamorosa. Dati del Viminale alla
ti “orditi” dai difensori per ragioni spesso ba- mano (vedi box, ndr), gli episodi di violenza
che delle persone”. nali. Lo studio ha smascherato questo luogo sessuale nel 2008 sono diminuiti. È parados-
comune dell’avvocato “complice” del pro- sale rilevare come in un momento storico in
prio cliente nel perdere più tempo possibile, cui un reato tanto odioso e giustamente causa
organizzativo straordinario, con il coinvol- evidenziando come in realtà la quasi paralisi di allarme sociale sia in diminuzione, vi sia al
gimento di 27 Camere Penali e l’analisi di sia dovuta a disfunzioni interne al sistema- contrario una curva crescente di informazio-
12.918 processi penali monitorati. giustizia”. ne, o meglio, di disinformazione”.
Avv. Pelizzari, lo studio promosso Le possibili cause? Secondo lei, nel caso delle violenze sessua-
dall’U.C.P. ha rivelato come più della “A parte situazioni locali, in cui ci possono li, le attuali normative in tema di misure
metà dei processi penali subiscano un essere dei magistrati non troppo solerti nel alternative alla carcerazione sono adegua-
rinvio già alla prima udienza. Per un terzo compiere il loro lavoro, il problema princi- te?
sono imputabili all’omessa o irregolare pale è la strutturale carenza sia dei mezzi sia “Per quanto riguarda la violenza sessuale, le
notifica dell’atto introduttivo del giudizio delle persone. Basta pensare che a Brescia, il pene attualmente previste dal codice penale
all’imputato, al difensore o alla persona lavoro che dovrebbe essere compiuto da 24 sono la reclusione da cinque a dieci anni, au-
offesa e per un quinto alla somma di que- Pubblici ministeri di ruolo è ad oggi affidato mentate da sei a dodici in presenza di aggra-
ste cause: assenza del giudice, problemi a un organico di 10-11 Pm, dei quali 2 in vanti. Con l’introduzione dell’obbligatorietà
logistici, carico del ruolo e precarietà del maternità. Essendo la Procura il motore delle della detenzione degli indagati per pericolo-
collegio. Al contrario, le «colpe» imputa- indagini prima e dei procedimenti penali poi, sità presunta, senza che nessun giudice l’ab-
bia realmente accertata, vengono eliminate le
misure alternative al carcere”.
Quindi secondo Lei viene meno la discre-
I dati ufficiali diffusi dal Ministero del-
LE CIFRE l’Interno danno conto di una costante e zionalità del giudice?
progressiva diminuzione del fenomeno
“In questo caso il Gip (Giudice per le inda-
gini preliminari), trovandosi di fronte a una
criminale sin dal secondo semestre dell’anno 2007. Nell’anno 2008 gli omicidi violenza sessuale, non può che applicare il
volontari sono al minimo storico, i furti sono diminuiti del 39,72% rispetto carcere, senza potere apprestare un minimo
l’anno precedente, le rapine del 28,8%, l’usura del 10,4%, la ricettazione del di valutazione delle singole esigenze cautela-
31,6%, il riciclaggio del 5,8%, le minacce del 22,1%; diminuiti anche estor- ri”.
sioni e danneggiamenti. Sempre gli stessi dati ci dicono che anche i reati di
violenza sessuale sono diminuiti: -8,4%.
12GIUGNO
MESI
2009
 R UBRICA 23

PRODOTTO & MERCATO

di SILVIO BETTINI
CRISI E CONSUMI DELLE FAMIGLIE
OVERVIEW SULLE VENDITE
AL DETTAGLIO IN ITALIA

N
elle ultime settimane i
principali media ci dicono
che esponenti di governo
politico e protagonisti
dello scenario economico del nostro
paese affermano che si cominciano ad
intravedere timidi segnali di ripresa del-
l’economia; ci si chiede se si tratti del
tentativo di esorcizzare lo spettro di una
crisi epocale, nel tentativo di trasferire
ottimismo ai consumatori stimolando la
domanda, oppure se questi segnali por-
tino verso un vero cambiamento.
Con la consapevolezza che la spesa del-
le famiglie “pesa” per circa il 60% sulla
spesa complessiva, assumendo quindi il
ruolo di vero e proprio “motore” del-
l’economia,1 proviamo allora ad ana-
lizzare, in sintesi, le linee di tendenza
dei principali aggregati che la caratte-
rizzano e quali siano le aspettative degli
operatori di settore. Aprile conferma la
contrazione in atto di vendite, di margi-
Il coefficiente indicato rappresenta l’indice di variazione rispetto a zero
posto uguale a “nessuna variazione” rispetto al periodo precedente.
ni sul venduto, di quantità ordinate e di
numero di occupati, mostra in crescita i
prezzi medi di acquisto e le vendite at-
tese rispetto a quelle programmate. Pro-
viamo a comprendere qualcosa in più.
La contrazione delle vendite si protrae
ormai da 26 mesi consecutivi, la fles-
sione di aprile è stata però la più bassa
degli ultimi dieci mesi, se escludiamo
dicembre che da sempre fa storia a sé
nelle statistiche sui consumi. Va anche
segnalato che, chi ha registrato incre-
menti delle vendite nel corso del mese,
ha spiegato che gli incentivi sulla rotta-
mazione, stimolando il settore automo-
bilistico, hanno trainato la crescita dei
fatturati. I margini di profitto lordo sono
in contrazione dal febbraio 2008; anche
in questo caso, il calo di aprile è stato il
più debole della serie storica, la ricerca
di nuove ed originali modalità per ga-
rantire sconti e promozioni, nello stre-
nuo tentativo di supportare le vendite,
Fonte ufficio studi BexB spa
ha condotto ad un’inevitabile erosione
dei margini. Vendite in calo e margini
in diminuzione hanno determinato una
diminuzione dei quantitativi ordinati;
la flessione degli ordini di aprile è la
più ampia dal 2004. Crescono invece i
prezzi di acquisto dei beni ordinati per
la rivendita, si tratta però di un fenome-
no inflazionistico molto debole e ben al
di sotto della media storica di periodo,
dettato anche dalla forte concorrenza
tra fornitori. Di interesse è anche l’ana-
lisi sul calo dell’occupazione nel setto-
re che si reitera per il sedicesimo mese
consecutivo. Tale andamento trova
causa nella diminuzione del numero di
esercizi commerciali più che su una vera
contrazione del numero di occupati per
ciascuna impresa. Osserviamo infine che
lo scarto delle vendite effettive rispetto a
quelle attese si è significativamente am-
pliato, difficile dire se ciò dipenda da un
mix di incapacità di programmare unità
ad una forte dose di ottimismo, certa è la
forte, perdurante, riduzione di presen-
ze all’interno dei negozi. Fa riflettere,
anche, osservare come i nostri eser-
centi, pur avendo vissuto direttamente
la realtà in cui si trovano ad operare, si
attendano comunque un incremento dei
fatturati rispetto alle attese, per il mese
di maggio. Le tinte del quadro che si de-
linea da questa analisi appaiono indub-
biamente fosche, la stagnazione c’è e si
sente. Sappiamo però che gli effetti di
una ripresa o di una minor recessione si
trasferiscono in ritardo sul consumatore
finale, sono diversi da questi gli indica-
tori che consentono di misurare l’anda-
mento di un’economia, dobbiamo avere
fiducia ?

12GIUGNO
MESI
2009
24

P ERSONAGGI

P ERSONAGGI 25

TURBODEN
PROGETTI CONCRETI PER Da sinistra, Paolo

UN MONDO CHE CAMBIA Bertuzzi, Mario Gaia e

Roberto Bini.

HR) nato in collaborazione con l’asso-

Le fonti della terra: ciazione industriali bresciana. Stanno
la risposta dell’energia rinnovabile. nascendo anche progetti di teleriscalda-
mento a biomassa”.
In questi giorni si sono accordate Fiat
e Chrysler. Cosa ne pensi?
di Luca Rizzotti “Un accordo importante che mette in
risalto le capacità di un management,

P
aolo Bertuzzi, classe ’68,
nato a Brescia e cresciuto a
Gardone Valtrompia, laurea
in Economia e Commercio e
dottorato di ricerca in Amministrazione
e Finanza, fino al 2006 ricercatore uni-
versitario e docente presso il Diparti-
mento di Economia aziendale di Brescia
è socio di Turboden dal 1999 e attual-
mente amministratore delegato con de-
lega sulla attività finanziarie, commer-
ciali e di marketing dell’azienda.
Turboden Srl, fondata a Milano nel
1980 dall’ing. Mario Gaia e dall’ing.
Roberto Bini è leader in Europa nella
produzione di turbogeneratori ORC
(Organic Rankine Circle), per la gene-
razione combinata di energia elettrica e
termica da fonti rinnovabili (biomassa,
geotermia, solare) e da recupero calore
da processi. Con headquarters a Brescia
(zona La Marmora), l’azienda occupa
circa 120 addetti (dei quali ben 56 lau-
reati) con età media di 33 anni, e nel
2008 ha registrato un valore della pro-
duzione di € 45 ml.
Spiega Turboden a un bambino.
“Turboden produce impianti che tra-
sformano in energia elettrica e calore
fonti che la natura mette a disposizione,
le cosiddette fonti rinnovabili (legno, ac-
qua calda del sottosuolo, sole) e il fumo
delle ciminiere”.
Quali sono e quale ruolo ricopriran-
no le fonti rinnovabili nel futuro?
“Le fonti rinnovabili sono l’idroelettri-
co, l’eolico e il solare fotovoltaico (dei
quali Turboden non si occupa) e la geo-
termia, il solare termodinamico e le bio-
masse (che rappresentano, viceversa, i
nostri principali ambiti applicativi). Le
fonti rinnovabili avranno un ruolo sem-
pre più importante in un mondo assetato
di energia e sempre più attento (per ne-
cessità più che per virtù) alle tematiche
ambientali; non potranno tuttavia avere
un ruolo esclusivo: l’unica risposta è
trovare un mix tra le diverse fonti
di energia (fossile, rinnovabili e
perché no anche nucleare) soste-
nibile sia a livello economico sia a livello
ambientale”.
Brescia e Turboden.
“Nemo propheta in patria. A oggi i no-
stri mercati di riferimento sono Austria,
Germania, Svizzera e Trentino Alto
Adige. Per quanto riguarda Brescia ab-
biamo in corso un progetto per
Paolo il recupero di calore a valle dei
Bertuzzi processi industriale (progetto
quello italiano, che sa intraprendere sfi-
de rilevanti”.
Un imprenditore che stimi.
“Steve Jobs, fondatore e mente creativa
di Apple!”.
Uno sportivo?
“Da sciatore, con nostalgia, direi Alber-
to Tomba”.
Un politico?
“Ne cito due, di diversa estrazione poli-
tica e sui due lati dell’Oceano: Obama, a
cui tutto il mondo guarda con speranza
anche per attenzione al tema dell’am-
biente, e Sarkozy leader europeo con
maggior personalità”.
A PROPOSITO DI FONTI RINNOVABILI
Il solare termodinamico, o solare a
concentrazione, è una tecnologia per
lo sfruttamento dell’energia solare
per generare energia elettrica dal ca-
lore del sole per applicazioni pratiche.
I comuni pannelli solari termici sono
comunemente usati per generare ac-
qua calda a bassa temperatura per usi
domestici (< 95 C°). Viceversa il solare
a concentrazione permette di produr-
re calore a media e alta temperatura
(fino a 600°) permettendone l’uso in
applicazioni industriali per la genera-
zione di elettricità e/o come calore di
processo per usi industriali.
L’energia geotermica è una forma di
energia sfruttabile che deriva dal ca-
lore presente negli strati più profondi
della crosta terrestre. Infatti, penetran-
Due sogni che vuoi realizzati: uno per
Turboden e uno personale.
“Per Turboden crescere a livello inter-
nazionale nel proprio business, man-
tenendo il concetto di un gruppo di
do in profondità la superficie terrestre,
la temperatura diventa gradualmente
più elevata, aumentando di circa 30 °C
per km nella crosta terrestre (0.3 °C/
km e 0.8 °C/km rispettivamente nel
mantello e nel nucleo). I giacimenti di
questa energia sono però dispersi e a
profondità così elevate da impedirne
lo sfruttamento. Per estrarre e usare
il calore imprigionato nella Terra, è
necessario individuare le zone dove
questo si è concentrato: il serbatoio o
giacimento geotermico.
In alcune particolari zone si possono
presentare condizioni in cui la tempe-
ratura del sottosuolo è più alta della
media, un fenomeno causato dai fe-
nomeni vulcanici o tettonici. In queste
zone “calde” l’energia può essere fa-
persone entusiaste del proprio lavoro.
Quello personale: “non solo lavoro”,
potersi dedicare anche a famiglia, sport
e amici!”.
cilmente recuperata mediante la geo-
termia.
La geotermia consiste nel convoglia-
re i vapori provenienti dalle sorgenti
d’acqua del sottosuolo verso appo-
site turbine adibite alla produzione
di energia elettrica e riutilizzando il
vapore acqueo per il riscaldamento
urbano, le coltivazioni in serra e il ter-
malismo.
Le fonti di energia da biomassa sono
costituite dalle sostanze di origine ani-
male e vegetale, non fossili, che pos-
sono essere usate come combustibili
per la produzione di energia. Alcune
fonti come la legna non necessitano
di subire trattamenti; altre come gli
scarti vegetali o i rifiuti urbani devono
essere processate in un digestore.

12GIUGNO
MESI
2009 12GIUGNO
MESI
2009
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Wave Docs: semplice e veloce. Perché anche a noi non
piace sprecare carta, né perdere tempo. di Alessandro Cheula
Se è vero che senza rischio non c’è
sviluppo, è altrettanto vero che senza
crisi non c’è rischio. Una silloge la cui
logica, come tutti i sillogismi, è ineso-
rabile. Se senza crisi non c’è rischio, e
senza rischio non c’è sviluppo, senza
crisi non c’è sviluppo.
SENZA RISCHIO
NON C’ È SVILUPPO
E NEMMENO LIBERTÀ
Il nesso tra rischio e crisi è dato dalla
libertà. Senza libertà non c’è rischio ma
può esserci crisi, senza rischio non c’è
crisi ma non c’è neppure libertà. È vero
che senza crisi si sta meglio, come è
vero che senza rischio si vive meglio. È
vero che non c’è rischio senza crisi, ma
senza rischio la crisi non sarebbe scon-
giurata ma potrebbe essere cronica, si
vedano le fallite economie collettiviste
dove, non essendoci rischio, cioè liber-
tà di mercato, il mercato era sempre in
crisi. Un mercato senza crisi è un mer-
cato senza rischio. Ma un mercato sen-
za rischio è un mercato senza libertà.
La domanda è questa: un mercato senza
rischio che mercato è? E una economia
senza crisi che economia è? Meglio al-
lora un mercato “rischioso” ma libero
che un mercato “sicuro” ma senza li-
bertà. Se il rischio è figlio della libertà
Wave Docs
d’impresa, la crisi è figlia della libertà
del mercato. Se accettiamo il rischio
come dato insito nell’attività econo-
GESTIONE DOCUMENTALE E CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA mica, dobbiamo accettare la crisi come
naturale «conseguenza» del rischio.
Le crisi cicliche sono dunque fenome-
www.wavegroup.it
Dal pessimismo dell’intelligenza sulla crisi
all’ottimismo della volontà oltre la crisi.
ni che rientrano nel rischio fisiologico
del mercato. Certo, quando le crisi
congiunturali diventano strutturali,
e il rischio di mercato da fisiologico
diventa patologico, anche le risposte
devono essere radicali e permanenti.
Ripetiamo: senza crisi non c’è rischio,
ma senza rischio non c’è libertà.
IL CAMBIAMENTO
È ADATTAMENTO
Crisi, nel significato etimologico della
parola, significa cambiamento, e cam-
biamento significa adattamento. Vale
a dire la condizione ordinaria dello
stato di natura e il normale percorso di
qualunque processo evolutivo. Per dire
che senza crisi, non essendoci cambia-
mento, non c’è neppure adattamento, e
senza adattamento non c’è evoluzione e
quindi non può esserci crescita.
NON TUTTI CRESCONO PER-
CHÉ NON TUTTI CAMBIANO
Certo non tutti imparano dalle crisi -
Darwin docet - nel senso che non tutti
cambiano e quindi non tutti si adattano.
Per questo vengono selezionati, cioè
espulsi dal processo evolutivo. Sta tutta
qui la lezione della crisi in atto: cambia-
re per adattarsi, e adattarsi per cresce-
re, non solo per sopravvivere.
Ecco perché la ripresa siamo noi. Per-
ché “anche” da noi, dalla nostra volontà
razionale, può dipendere l’andamento
del ciclo evolutivo. Che è poi la stessa
E CONOMIA 27
Alessandro Cheula
cosa del ciclo economico.
Non dipendenza in toto, ovviamente,
ma nemmeno possiamo attribuire la
causa dei nostri problemi al destino
“cinico e baro”.
Dire “la ripresa siamo noi” significa
attribuire a noi stessi la paternità delle
nostre opere, riconducendo alle nostre
volontà e responsabilità la principale
matrice dei fenomeni sociali ed econo-
mici che ci circondano. Vernon Smith,
economista americano, dice che il ne-
mico è in noi («Il nemico siamo noi»).
Come dire che non possiamo addebita-
re all’imponderabilità del caso la fonte
dei nostri problemi. In questa interazio-
ne continua tra realtà e responsabilità
sta la possibilità di gestire la fuoriuscita
dalla crisi. Consapevoli del fatto che i
compiti dell’homo agens, simbiosi vir-
tuosa tra homo faber e homo sapiens,
vanno al di là dell’homo oeconomicus,
essendo questo solo una piccola parte
di quello.
L’economia, infatti, è solo un aspet-
12GIUGNO
MESI
2009
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abbiamo scelto Persone felici.
to della onnilateralità della natura uma-
na e della totalità della persona. Impor-
tante certo, ma solo una parte.
“SENZA CRISI NON CI SONO
SFIDE”
“La crisi è l’occasione per preparare un
futuro migliore; senza crisi non ci sono
sfide e senza sfide la vita è routine, lenta
agonia. È dalla crisi che affiora il meglio
di ciascuno”. Non è Luigi Einaudi ma Ro-
berto Zuccato, presidente degli industria-
li vicentini, uno di quegli imprenditori del
Nord Est che, mentre gli opinion leader
discettavano sul ritorno a Keynes, non
hanno smesso di investire sul domani.
“Non vogliamo certo sprecare l’occa-
sione di una crisi: le crisi sono oppor-
Ognuno di noi è il nostro cliente, una persona con aspettative
ed esigenze specifiche da soddisfare al meglio.
Grazie a un’architettura tecnologica all’avanguardia,
capace di garantire una continuità operativa senza limitazioni,
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tunità straordinarie per fare cose che
in tempi normali paiono impossibili”.
Non è Alois Schumpeter ma Rahm
Emanuel, chief team del presidente
Obama. Dire che “la ripresa siamo noi”
non è un gratuito esercizio di astratto
volontarismo sganciato dalla realtà. È
la semplice assunzione di un soggettivi-
smo non velleitario ma oggettivo; di un
realismo ottimistico, o di un ottimismo
realistico, consapevoli delle difficoltà
da superare, dei sacrifici da sopportare
e dei traguardi da raggiungere.
PROCICLO E ANTICICLO
Se la finanza è stata il vero fattore proci-
clico noi possiamo essere il vero agente
anticiclico.
29
Segnali di ripresa all’orizzonte? Ben
vengano, come è ben accetto qualun-
que segno di rallentamento o inversio-
ne della recessione.
Ma un conto sono i nostri desideri, un
altro è la realtà oggettiva. Come può
una crisi “epocale” e “strutturale”,
secondo quanto detto fino a ieri, finire
per decreto in soli sei mesi? I casi sono
due: o non è una crisi seria, degna di
questo nome, o non sono seri coloro
che la considerano finita o quantomeno
superata nella sua fase peggiore.
Tutto ciò senza abdicare a noi stessi.
Nel senso che il pessimismo dell’intel-
ligenza sulla crisi e sulla sua oggettiva
realtà non deve pregiudicare l’ottimi-
smo della volontà oltre la crisi.
12GIUGNO
MESI
2009
30
E CONOMIA
L’ALBERO E LA FORESTA
Il peggio è passato? La compren-
sibile speranza di una “ripresina”
alle porte ci fa dimenticare che una
rondine non fa primavera e che
sarebbe meglio non scambiare l’albero
con la foresta. Cioè lasciar svolgere alla
recessione la sua funzione terapeutica
di “distruzione creatrice”, come soste-
neva Schumpeter - ovviamente col mi-
nor danno sociale possibile - piuttosto
che affannarsi a intravvedere segnali di
ripresa laddove non ci sono, come tutti
stanno facendo per farsi perdonare il
gigantesco flop della mancata previ-
sione dello tsunami. Più chiaramente:
come prima nessuno si preoccupava
di vedere i segnali della crisi, pur evi-
dentemente pregressi e prodromici,
oggi tutti si affannano a intravvedere i
segni propedeutici della ripresa, anche
se non ci sono.
CAUSA ED EFFETTO
DELLA CRISI
La crisi non può finire per decreto. Le
professioni di ottimismo di Tremonti e
di Emma Marcegaglia sono condivisibi-
li sul piano del metodo, ma nel merito
paiono quantomeno poco fondate. Il
Fondo monetario internazionale lo ri-
badisce con cadenza mensile: usciremo
dalla recessione, lentamente, solo nel
2010.
Ma è tale il terrore della recessione che,
a poco più di un semestre dal suo inizio
e nonostante una durata prevista in due
o tre anni, si parla di ripresina alle viste
o quantomeno di fine dell’emergenza.
Con il risultato che, lungi dal trarre le
auspicate lezioni, da questa crisi rischia
di non sortire alcun effetto in termini di
cambiamento morale, catarsi culturale
o palingenesi comportamentale.
Nessuna delle auspicate (o paventate)
“mutazioni genetiche” del capitali-
smo, come molti speravano (o paven-
tavano) fino a poco tempo fa. (Il cam-
biamento del capitalismo, se mai ci
sarà, non saremo noi a determinarlo,
come dice opportunamente Francesco
Giavazzi). Certo le forzature su una
12 MESI
GIUGNO 2009
probabile imminente ripresa, oltre a
lasciare il tempo che trovano, tradi-
scono la voglia di tornare a razzolare
come prima poiché sono l’inconscia
smentita della roboante retorica del
“nulla sarà più come prima” (sic!).
Niente di più falso.
Passata la paura, questo il dubbio legit-
timo, tutto rischia di tornare come pri-
ma. Il che non sarebbe un gran male.
Il rischio è che, se la ripresa arriva trop-
po presto senza averci dato il tempo di
metabolizzarla e quindi di cambiare,
migliorandoci e adattandoci, non riu-
sciremo a intercettarla proprio a causa
dei nostri ritardi strutturali.
Per dire che la “arretratezza” che ci ha
preservato dal crollo, come si è detto
a proposito delle banche italiane che
“non parlano inglese”, non è affatto
confortante perché, per le stesse ra-
gioni, saremo gli ultimi a intercettare la
ripresa (come del resto sembra adom-
brare il Fmi quando, nella sua valuta-
zione dei parametri economici secondo
i criteri di Mastricht, colloca l’Europa
in coda alla ripresa e l’Italia in coda
all’Europa).
CRISI FINANZIARIA
E GLOBALIZZAZIONE
La crisi finanziaria è una conseguenza
della globalizzazione? Lo scambio glo-
bale genera crisi mondiali?
Difficile stabilire un rapporto causale.
Certo che quella che stiamo vivendo
è la prima crisi della globalizzazione.
Nessuno ha ancora indagato compiuta-
mente il rapporto causale (casuale?) tra
globalizzazione e crisi finanziaria.
Ma la coesistenza dei due fenomeni au-
torizza più di un sospetto in ordine al
loro rapporto eziologico.
Due cose, comunque, stiamo dimenti-
cando. La prima che mantenere la pace
costa oggi, in termini economici, più
che fare la guerra (4.000 miliardi di
dollari la stime del Fmi sul costo del-
la crisi a livello globale). La seconda
che la globalizzazione dello scambio è
l’unica alternativa alla planetizzazione
della guerra.
LA RIPRESA SARÀ OPERA DI
TUTTI O NON SARÀ
Il ministro dell’Economia Giulio Tre-
monti diceva all’inizio della crisi che
nessuno ne conosceva le cause e che
si trattava di un fenomeno non ciclico
ma strutturale, quindi irreversibile. È
vero.
Si navigava a vista e si andava a orecchio,
si parlava per «sentito dire». Nessuno
conosceva il reale “buco” finanziario
internazionale, come nessuno sapeva
quando o come sarebbe finita la crisi
né quanto sarebbe costata in termini di
distruzione della ricchezza. Meglio, del
valore nominale della ricchezza, perché
la ricchezza materiale è ancora tutta in
piedi, ciò che è stato dimezzato è il suo
valore convenzionale (l’economia rea-
le, l’industria, era ricchezza senza va-
lore; l’economia virtuale, la finanza, è
valore senza ricchezza: occorre tornare
a dare il giusto valore alle cose, sia alla
ricchezza materiale sia a quella imma-
teriale).
LA RECESSIONE
E LA SUA PERCEZIONE
Ma oggi, a più di sei mesi dall’inizio del-
la caduta, possiamo dire di conoscerne
meglio le cause e l’ampiezza, la gravità
e la profondità? No, è solo cambiata la
percezione, meglio, la sensazione del-
la sua durata, e questo ci autorizza a
nutrire facili quanto infondati, seppur
comprensibili, ottimismi.
Se ciò è vero, è altrettanto vero che la
ripresa, lungi dall’essere un evento
del destino, dipenderà da noi. Certo il
ciclo ha una sua oggettiva e obbligata
durata che non può essere volontaristi-
camente evasa o velleitariamente elusa,
come è altrettanto vero che i fenome-
ni economici hanno un loro “sponta-
neismo evolutivo” indipendente dalla
volontà dei singoli e dei governi. Ma il
prolungamento del ciclo, come il suo
accorciamento, dipenderanno dalla vo-
lontà collettiva e consapevole di tutti e
V
da quella condivisa da ciascuno.
(continua sul prossimo numero)
VANTINI
immobiliare
investi sul futuro
I N T E R V E N TO VA N T I N I
L’urbanizzazione del futuro: privilegia le costruzioni alte. Molti sono i cantiere periferici, pochissimi
quelli, come via Vantini, vicino al centro storico.
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immobili usati, arriveremo alla rottamazione? Via Vantini una costruzione in classe A.
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In Italia sono poche le aziende che,

“Le giovani
manager cercano
più le soddisfazioni chezza d’autorità che non tiene conto del
33

come la vostra, sono state in grado di lavorative che il funzionamento dell’economia reale. La
aumentare il loro giro d’affari in modo ricchezza prima va creata, poi va condi-
guadagno, ma con il

DOMENEGHINI:
così evidente e in così pochi anni. Qual
è il vostro segreto?
“Il nostro segreto? Mettere in secondo
piano l’amministrazione e la produzione.
La punta di diamante dell’azienda è il re-
visa attraverso il prelievo fiscale. A volte
passare del tempo si ha la sensazione che le sigle sindacali
agiscano con l’unico scopo di acquisire
diventano più il maggior numero possibile di tessera-
venali”. menti e cercando di ingraziarsi i colletti

LE RICETTE PER IL DOPO CRISI parto commerciale che segue attentamen-

te l’evolversi del mercato e ci consente di
reagire velocemente al mutamento della
domanda. L’ottimizzazione sinergica di
Con il medioevo
un’offerta multiprodotto permette inol-
nel cuore e il domani nelle idee. tre di rubare quote di mercato alla con-
correnza”.
di Paoloemilio Bonzio Da qualche anno il gruppo Finaxis ha
consolidato la propria posizione anche
sull’inaffidabilità e la scarsa qualità di
fabbricazione dei nostri articoli, al quale
si associa spesso il sospetto per la man-
canza di serietà degli operatori economi-
ci italiani”.
Che ne pensa del ruolo svolto dalle
Camere di Commercio italiane per
agevolare l’accesso delle nostre impre-
bianchi, dimenticandosi così di tutelare i
salari più deboli”.
Tre fratelli, tre soci di maggioranza.
Qual è il segreto per andare sempre
d’accordo?
“Di solito quelli del nostro mestiere cre-
dono che chi fa da sé fa per tre. Per noi chi
fa per tre fa ventisette perché siamo una
potenza di tre alla terza.

U
na formula per ottenere
il successo imprendito-
riale non l’hanno ancora
inventata né mai la in-
venteranno ma gli economisti da qualche
tempo concordano nell’indicare la media
impresa come l’assetto dimensionale più
adeguato per l’attuale congiuntura eco-
nomica.
Perché la media impresa, spina dorsale
del nostro sistema produttivo, è sempre
più il paradigma ideale dell’azienda au-
spicabile, la precondizione strutturale
per operare nei mercati globalizzati in
tempo di crisi. Il problema semmai è “Il nostro segreto?
come far funzionare al meglio questo
apparato in un contesto economico che
Mettere in
richiede, oggi più che mai, flessibilità, secondo piano
dinamismo e tecnologie avanzate. Lo
abbiamo chiesto a Pietro Domeneghini,
l’amministrazione
imprenditore con il vizio del jazz che as- e la produzione. La
sieme ai due fratelli Luca e Marco guida
la Finaxis Spa, holding di un gruppo di
punta di diamante
società del settore arredobagno. Una me- dell’azienda
dia impresa a conduzione familiare, un
prototipo dell’industria locale.
è il reparto
Affrontiamo subito gli argomenti più commerciale”.
spiacevoli: che effetti sta comportando
la crisi economica nel vostro settore?
Come state reagendo?
“La crisi c’è, inutile nasconderlo. Si è
manifestata con alcuni picchi che hanno
inciso negativamente sul nostro giro d’af-
fari ma stiamo reagendo intensificando
l’azione di vendita e soprattutto amplian-
do lo spettro dei prodotti da vendere ai
singoli clienti per aumentare la cifra di
fatturazione. Il clima culturale generato
dalla crisi sta avendo un effetto negativo
sui lavoratori meno motivati che tendo-
no a produrre ancor meno. È un circolo
vizioso nel quale si scatena a volte ‘un
maledetto gusto del soqquadro’, per dirla
con Manzoni”.
Se lei domani ottenesse dal ministero
dell’Economia un ipotetico bonus an-
ticrisi, come lo spenderebbe?
“Forse questo non dovrei dirglielo ma ne
approfitterei per ridurre l’indebitamento
complessivo dell’azienda. E poi certa-
mente lo impiegherei per incrementare
le attività di rappresentanza; è importante
affermare la propria presenza nelle fiere
di settore per farsi conoscere meglio sui
mercati esteri”.
nel mercato europeo. Il fatto di essere
un’azienda italiana, con tutto ciò che
“Famiglia? Basta
sposare una donna
tecnicamente
perfetta”.
questo comporta, secondo lei ha faci-
litato o frenato la vostra affermazione
all’estero?
“Riteniamo che vi sia, in generale, un
buon apprezzamento del Made In Italy
sui mercati esteri per quanto riguarda
il design e l’estetica di prodotto. C’è un
pregiudizio abbastanza diffuso invece
se ai mercati esteri? Avete mai cercato In realtà la nostra è una tirannia illumina-
questo genere di appoggi? ta: a turno uno di noi guida gli altri due.
“Una volta abbiamo contattato la Camera Inoltre seguiamo le nostre regole…”.
di Commercio italo-brasiliana ma pur- Per esempio?
troppo non ci è stata di grande aiuto. Re- “Per esempio non ci deve essere nessuna
gione Lombardia invece ha contribuito donna alla guida dell’azienda. Fra uomini
in modo significativo ai costi iniziali della a volte una discussione accesa può anche
nostra filiale produttiva spagnola. In real- degenerare in una sfuriata, un giorno ma-
tà credo che la rete delle Camere di Com- gari uno di noi potrebbe anche tirare un
mercio italiane all’estero non sia in grado cazzotto ad un altro. Tutte cose che non
di raggiungere un vero e proprio livello si potrebbero fare con una donna”.
operativo che consenta di trovare contat- E delle donne manager allora che ne
ti per una partnership in un altro paese. pensa?
Solitamente è lo stesso imprenditore che “Non ho nulla in contrario, ci manche-
concretizza queste opportunità”. rebbe… Mi riferivo soltanto alla nostra
Quando avete capito che era arrivato il realtà aziendale. Ultimamente ho notato
momento giusto per investire all’este- che le giovani manager cercano più le
ro? soddisfazioni lavorative che il guadagno
“Quando si sono manifestate le condi- ma con il passare del tempo diventano
zioni propizie. In Francia i produttori più venali”.
locali degli articoli che trattiamo stavano Genio e sregolatezza non sono pro-
chiudendo, mentre in Spagna c’era stata priamente il corredo professionale di
un’evoluzione ra- un industriale. Lei invece è un sassofo-
pida nel gusto dei nista scatenato…
consumatori e del “Il mio lavoro mi costringe ad essere mol-
potere d’acqui- to calcolatore, con il nostro gruppo (Sax
sto”. Family N.d.r), mi sono ritagliato dei bei
Politica, burocra- momenti di evasione creativa, suonando
zia e sindacato, i classici della swing era”.
sono tre realtà che Lei ha anche un ristorante, con tutte
l’imprenditore queste attività è possibile conciliare
deve affrontare. lavoro e famiglia?
Con quale di que- “Certo, basta sposare una donna tecni-
ste è più difficile camente perfetta. In realtà sono le mogli
confrontarsi? che si sacrificano e trovano il tempo an-
“Col sindacato. Mi che noi”.
dispiace dirlo ma L’ultimo libro che ha letto?
i sindacati conti- “Leggo quasi sempre libri di storia me-
nuano a proporre dioevale. Al liceo lessi della cavalleria del
un’idea di redistri- Duecento e da allora non ho più smes-
buzione della ric- so…”.

12GIUGNO
MESI
2009
 ENTRATE NEL REGNO
DELLO SHOPPING È arrivato
il Punto Acqua
P
adenghe è stato l’apri-
www.illeonedilonato.com
pista, poi Preseglie,
Pralboino, Gardone
Val Trompia. Sono
questi i Punti Acqua che nelle ulti-
me settimane hanno ufficialmente
dato il via alla distribuzione gra-
tuita di acqua potabile dell’acque-
dotto comunale che viene erogata
naturale, refrigerata e gassata.
Nel breve progressivamente apri-
APERTO 7 GIORNI SU 7
A4 USCITA DESENZANO - a 2 km dir. Mantova
35
IN EVIDENZA
Inaugurate le prime fontane che erogano
gratuitamente acqua refrigerata e gassata.
ranno gli altri Punti Acqua fino a raggiungere il numero totale dei 107
previsti sul territorio provinciale e finanziati dalla Provincia e dall’Aa-
to (Autorità d’ambito territoriale ottimale) che hanno rispettivamente
messo a disposizione € 1.640.000 per la realizzazione del manufatto ed
€ 749.000 per l’acquisto dei kit tecnologici necessari per la refrigerazione
e la gasatura dell’acqua.
Questa iniziativa che non ha eguali in Italia in termini di dimensione e di
capillarità territoriale è stata fortemente voluta dall’Assessorato all’Am-
biente, guidato da Enrico Mattinzoli, per promuovere di concerto con
l’Aato la riscoperta e la valorizzazione dell’acqua distribuita dagli acque-
dotti comunali nell’ambito di una più generale azione di informazione
36
e sensibilizzazione sulle tematiche
relative alla salvaguardia e alla tu-
tela della risorsa acqua.
“L’adesione dei Comuni al proget-
to è stata immediata ed entusiasti-
ca – commenta l’assessore Mattin-
zoli – a conferma della bontà della
proposta e della condivisione degli
obbiettivi. Questa iniziativa non
solo, convincerà il cittadino che
l’acqua distribuita dagli acquedot-
ti dei Comuni è di ottima qualità,
ma, consentirà un risparmio per le
famiglie bresciane di circa 300 €
l’anno e un altrettanto importante
riduzione dei rifiuti in plastica di
circa 8.000 tonnellate annue”.
Scopo dichiarato è quello di ren-
dere immediatamente riconoscibi-
le e percepibile il Punto Acqua che
di norma verrà realizzato in luoghi
aperti e facilmente accessibili e,
seppure in contesti territoriali di-
versi, secondo un unico riferimen-
to progettuale che richiama fon-
damentalmente un vecchio
abbeveratoio in pietra, un
archetipo del passato ri-
prodotto tuttavia in chiave
moderna ed attualizzata.
Il Punto Acqua è realizzato
con l’impiego di lastre di
marmo di Botticino classi-
co martellinato e inciso e
Assessorato all'Ambiente,
Ecologia, Attività Estrattive ed Energia
con una copertura in legno
lamellare, rivestita con la-
stre di ardesia o coppi una
scelta che favorisce una
semplice e rapida esecuzio-
ne dei lavori.
“I gestori del servizio idrico
– prosegue Mattinzoli, che
è anche presidente del CdA
dell’Aato Provincia di Bre-
scia – sono coinvolti nella
cura dell’impiantistica per
consentire l’allacciamento
alla rete dell’acquedotto e
il funzionamento dell’ap-
parato erogatore e del kit
tecnologico che permette
la refrigerazione e la gasatura del-
l’acqua. Sarà inoltre di loro compi-
to la periodica manutenzione e la
verifica analitica costante dei para-
lo conoscono tutti e
l’arrampicatore che ha
del modello sa anche
strizzare gli appigli. Un
altro piccolo pezzo di
Brescia nel mondo.
metri di qualità dell’acqua sotto il profilo igienico e organolettico, il tutto
a carico dell’Autorità di Ambito e quindi senza costi per i Comuni”.
I primi riscontri hanno puntualmente confermato l’interesse e il gradi-
mento dei cittadini. Al Punto Acqua di Padenghe in due settimane si
è registrato un prelievo di 55.000 litri di acqua gassata e a Pralboino a
distanza di tre giorni dall’inaugurazione erano già usciti dai rubinetti del
Punto Acqua oltre 5.500 litri di acqua.
Sono anche questi numeri che stanno spingendo i Comuni ad accele-
rare il più possibile la realizzazione e l’attivazione del Punto Acqua sul
loro territorio. Anche il Comune di
Brescia ha preso parte all’iniziativa
concordando con la Provincia e
 l’Aato data la dimensione del ca-
poluogo la realizzazione di 8 Punti
Acqua, i primi 4 dei quali saranno
installati nelle circoscrizioni comu-
nali in corrispondenza dei quattro
punti cardinali della città.
“Stiamo ora completando – con-
clude Mattinzoli – le opportune
misure regolamentari per l’utilizzo
del Punto Acqua per disciplinarne
l’accesso ed evitare un uso impro-
prio, danneggiamenti o rischi dal
punto di vista igienico-sanitario.
Pensiamo anche di prevedere l’in-
stallazione di sistemi di sicurezza
a tutela delle apparecchiature con
dispositivi di allarme che possano
permettere il tempestivo interven-
to in caso di tentativi di mano-
missione o più semplicemente per
provvedere alla sostituzione delle
bombole di anidride carbonica.
Sul fronte invece dei consumi stia-
mo pensando ad un sistema di televisura che consenta l’acquisizione di
tutti i dati e le informazioni relativi all’erogazione dell’acqua per poter
costantemente monitorare il funzionamento dei diversi Punti Acqua ed
divulgare attraverso il sito dell’Aato i risultati di questa iniziativa”.
Nell’ambiente
di NICOLA BENDINELLI
I
ncontro Lucas nel suo pied à ter-
re di Sant’Eufemia, un piccolo
monolocale ristrutturato da lui.
Appena entrati mi accoglie con
un caffè e guardandosi attorno si capisce
subito che di mestiere farà l’architetto.
Arrampica da una vita e anche ora che è
quasi un mestiere, mentre mi mostra le
ultime foto scattate, sembra che si im-
possessi di lui un bambino; e la passione
è la stessa che hanno i bimbi per i loro
giochi. Lo trovo in un attimo di riposo
tra le competizioni, presto inizierà la
preparazione per la prossima avventura,
Coppa del mondo di Boulder a Tokyo,
UNA VITA
SULLE DITA
e nel frattempo ne approfitta per ricari-
carsi e finire l’università.
Sei un figlio d’arte… Ritieni che tuo
padre abbia avuto un ruolo impor-
tante nella tua scelta sportiva?
“È stato fondamentale, se non l’avessi
seguito ad arrampicare da bambino non
avrei forse mai saputo dell’arrampicata.
“Alla fine diventi
troppo maniaco,
funziona meglio se
hai altre cose a cui
pensare”.
P ERSONAGGI 37
Anche il fatto che possedesse il Roc Pa-
lace (una palestra) ha giocato un ruolo
fondamentale, andavo tutte le sere e ar-
rampicavo per gioco”.
Hai iniziato da piccolo... Ora, dopo
tanti anni, c’è ancora la passione di un
tempo? “La passione c’è ancora, è sicu-
ramente diversa, ma è comunque tanta e
forse più di prima. Quando diventa un
mezzo lavoro sei anche più stimolato a
ottenere di più, senza considerare altre
componenti, come la tua crescita come
atleta e il raggiungimento di traguardi
sempre più importanti”.
Molti avversari dedicano tutto il loro
tempo all’arrampicata. Tu arrampi-
chi, studi architettura, suoni in un
gruppo, hai la morosa, pratichi tanti
altri sport…
“Va beh, ti puoi allenare quanto vuoi ma
non serve a niente andare oltre un certo
numero di ore, quindi di tempo ne hai
per fare altro”.
… E riusciresti a vivere senza il resto?
“Non lo so, l’anno scorso ho fatto tantis-
simi allenamenti, lasciando da parte tut-
to il resto, e alla fine diventi troppo ma-
niaco; funziona meglio se hai altre cose
a cui pensare”. Se domani cambiassi
sport, quale tenteresti di praticare a
livello agonistico?
“Snowboard, che facevo da bambino
prima di iniziare ad arrampicare e che
faccio tuttora, o motocross, che mi ha
sempre stregato”.
Il tuo - quello dell’arrampicata - è un
mondo in cui girano pochi soldi, lo
ritieni positivo o no?
“Dipende da come lo guardi, ma come
bilancio è sicuramente positivo perché
non ci sono le dinamiche di quegli sport
in cui girano i soldi: il doping, la voglia
di primeggiare a tutti i costi sugli altri,
ecc. Da noi c’è sportività a “manetta”
anche ad altissimi livelli, lo sport rima-
ne abbastanza puro, fine a sé stesso!”.
12GIUGNO
MESI
2009
38

P ERSONAGGI

soldi loro, ne danno di più anche a me. più. E poi nell’arrampicata l’adrenalina
P ERSONAGGI 39

Ogni anno che passa, va sempre me- non c’è. Ecco, vorrei che passasse que-
glio”. sto messaggio, l’arrampicata non è quel-

SE NON TI PIACE...
Arrampichi dal 1996: hai mai pensa- lo sport estremo e pericoloso che tutti
to fino a quando continuare o con qua- pensano. L’adrenalina arriva quando
le obiettivo ti sentiresti appagato? vinci una gara, non quando stai salendo.

“L’obiettivo è sempre stato lo stesso,
prima diventare il più bravo tra i bam-
bini, poi il primo dei ragnetti, poi il
migliore d’Italia e l’obiettivo attuale è
il mondiale, quest’anno sono nono, ci
si prova! Il problema è decidere la spe-
cialità, quest’anno ho partecipato sia a
velocità che a boulder, 2 specialità su 3
quindi e devo ancora capire quale prefe-
risco”.
Hai arrampicato negli ultimi dieci
anni quasi per passatempo, l’anno
scorso ti sei allenato in maniera meto-
dica e continuativa, quasi maniacale,
e sono arrivati i risultati. Sono quelli
che speravi?
“Sì, più o meno sono arrivati quelli spe-
rati. L’obiettivo era entrare nei primi
dieci di coppa del mondo, sono nono…
ho vinto la coppa Italia di arrampicata,
il record italiano di velocità. I risultati
Domanda economica, ti mantieni sono arrivati, però sembra non bastino
grazie ai tuoi sponsor, o quasi. Ora mai”.
che c’è crisi, incontri difficoltà?
“Di sponsor, chiaramente, ne cerco
Ricapitolando, tu arrampichi, fai
acrobazie con lo snowboard, ti lanci
sempre, però gli sponsor tecnici, che per i boschi con la bici da downhill,
sono quelli che pagano, stanno andando
meglio perché è uno sport in espansio-
perché non il ping pong, perché per
forza adrenalina?
ne, nonostante la crisi, e, avendo più “Forse non c’è un perché, mi diverto di
Specialità dell’arrampicata in cui si scala senza corda dei massi
Boulder o in gara delle strutture artificiali, solitamente con un massimo
di 10-12 movimenti. Specialità molto fisica e spettacolare
Specialità in cui si sfidano due atleti su due percorsi perfetta-
mente identici caratterizzati da prese solitamente grosse, gli
Velocità
atleti sono legati dall’alto e passa il turno chi arriva per primo.
Le vie solitamente hanno una lunghezza tra i 15 e i 18 metri
Specialità in cui si scala una “via” a vista, cioè senza averla mai
Mentre il fatto che gli altri sport prati-
cati siano in effetti pericolosi è un caso,
una sorta di evoluzione non richiesta. E
sono pure più divertenti!”.
Concludendo, parliamo un po’ di
politica: se dovessi dire qualcosa a
Veltroni o a Franceschini o a Berlu-
sconi…
“La scrivi questa cosa? Devo essere po-
litically correct?”.
Beh, chiaro che la scrivo, dai, se ti tro-
vassi sul tram con loro?
“Non so cosa direi; li farei vivere un
mese, tutti e indipendentemente dai
loro schieramenti politici, come vive
una persona normale, come vive un ope-
raio. Vorrei far loro capire come conta-
no certe scelte della classe politica nella
vita dei cittadini, dal momento che loro
vivono in un mondo rarefatto, che nulla
ha in comune con la vita vera”.
LA SCHEDA
Lucas Preti
Nato a Desenzano del Garda
nel 1983, inizia l’attività ago-
nistica nel 1996. Dopo vittorie
nella categoria juniores dal
1997 al 2001 inizia con la cate-
DILLO
Vita, sesso ed happy hour
nel libro di Nadiolinda.
di ALESSANDRA CASCIO
Tu credi nell’amore?
“Beh, certo! Purtroppo ho ricevuto mol-
te delusioni d’amore e, infatti, per ricor-
darmi le cose veramente importanti me
le tatuo addosso: mi sono fatta questo
tatuaggio enorme, dolorosissimo, sul
fianco destro in cui ho proprio scritto che
“io credo nell’amore”, così non me lo di-
mentico più”.
“C’è questa
convenzione
terribile che
all’happy hour si
possa conoscere
qualcuno
d’interessante”.
Da quanto tempo scrivi?
“Da sempre. Non ho mai pensato di fare
seriamente questo mestiere e, ti dirò
(ride, ndr), non mi ci sento neanche

Q
Difficoltà
studiata prima, le vie hanno uno sviluppo anche superiore ai goria senior. Campione italiano uali sono le motivazio- poteva farmi scrivere. Quindi, nel 2006 adesso”.
20 metri e gli atleti sono legati con una corda che assicurano di velocità dal 2005 al 2008, ne- ni che ti hanno spinta ho aperto il blog e ho cominciato ad ave- Girano indiscrezioni su una nuova
mentre salgono. gli ultimi due anni si è aggiu- a scrivere il tuo primo re dei lettori e ad essere segnalata, a mia pubblicazione: ce la confermi?
dicato anche la Coppa Italia romanzo? insaputa, da amici: in pochissimo tempo “Il secondo romanzo l’ho già finito e do-
www.lucaspreti.com Sito personale di Lucas Preti nella medesima specialità. Nel “Questo libro è nato in modo sono stata contattata dagli editori. A loro vrebbe uscire il prossimo anno, ma non vi
www.rocpalace.it Sito del Roc Palace, una palestra di arrampicata a Sant’Eufemia 2006 vince anche la Coppa Ita- quasi casuale. Ho incontrato il direttore ho messo le mie regole: a) niente lettere posso anticipare niente. Il terzo è quasi
lia boulder e nel 2008 la Coppa di un giornale abbastanza famoso a un maiuscole b) niente amore. Abbiamo cer- completato, ne ho iniziato un quarto in
www.federclimb.it Sito della federazione di arrampicata sportiva Italia di arrampicata sportiva convegno e gli ho proposto una mia ru- cato di creare una situazione un po’ sur- questi giorni e ce n’è un quinto in pro-
che somma i risultati nelle tre brica sulle relazioni contemporanee. Lui reale, raccontando l’ansia di libertinaggio getto”.
www.freakclimbing.com Sito dedicato all’arrampicata sportiva specialità: Difficoltà, Boulder mi ha chiesto di mandargli del materiale e nelle relazioni, che spesso corrisponde a Il fenomeno “happy hour” a Brescia
Sito della competizione più prestigiosa a livello mon- e Velocità; attualmente 15° nel dopo averlo letto mi ha contattato dicen- molta superficialità e a una grande fragi- esiste ancora?
www.rockmaster.com
diale ranking mondiale e classifica- domi che si era “spaccato in due dalle ri- lità nell’affrontare i sentimenti; questo “Esiste per i baristi. Mediamente il bre-
to 9° nella Coppa del Mondo sate” ma, siccome non ero nessuno, non spiega la scelta delle minuscole”. sciano quando finisce di lavorare, alle
www.pareti.it Sito di una rivista di settore Boulder 2008, è un atleta uffi-
ciale della nazionale italiana di
arrampicata sportiva.
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S
TRADE E QUARTIERI 41

LA SCHEDA
A SPASSO NEL TEMPO
NADIA BUSATO
Alias: Nadiolinda VIA MUSEI, VIA CATTANEO
E VIA TRIESTE
Luogo di nascita: Brescia
Classe: 1979
Professione: si occupa di
pubblicità e comunicazione
con particolare interesse per
di ESTERINO BENATTI
la multimedialità e i rapporti

tra web ed editoria. Tiene
la rubrica “Il sesso al tempo
dell’Happy hour” su Grazia
(il venerdì), la rubrica “Re-
cinzioni letterarie” per L’Are-
na e BresciaOggi (il giovedì)
e risponde a “La posta del
cuore” su BresciaOggi (il
venerdì). Nel marzo 2008
ha esordito come scrittrice
con il libro “Se non ti pia-
ce…dillo! Il sesso al tempo
dell’Happy hour”, edito da
Mondadori.
sette, torna a casa. L’aperitivo è sicura-
mente un fenomeno del week-end anche
se esistono dei piccoli luoghi di ritrovo in-
frasettimanale dove ci si vede per spiluc-
care qualche cosa e magari provarci con
qualcuno, giusto perché sei lì. C’è questa
convenzione terribile che all’happy hour
si possa conoscere qualcuno d’interes-
sante… è vero che, da quando c’è l’iPod,
in palestra è difficile rimorchiare, però
cercare di rimorchiare all’happy hour è
un po’ come una volta, quando si cerca-
va di farlo in discoteca: magari ci riesci,
ma statisticamente fai prima a vincere al
superenalotto”.
Qual è la percentuale di uomini sin-
gle-sposati-divorziati che va agli happy
hour in cerca di sesso?
“Tutti, assolutamente tutti sono in cer-
ca di contatti facili e quindi bisogna fare
molta attenzione: dosare i pirli e piutto-
sto puntare sul succo d’ananas, anche
perché l’ombra della fede nuziale non la
vedi sempre, ma di solito esiste anche se
non te ne accorgi subito”.
Questi uomini vanno soprattutto in
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MESI
2009
cerca di avventure o cercano anche al-
tro?
“Da settembre tengo una rubrica sulla
posta del cuore, pubblicata il venerdì
sul Bresciaoggi. Dalle lettere che rice-
vo emerge un bisogno di approfondire
i sentimenti, ma anche molta difficoltà
perché da un lato non si sa bene cosa si
cerca e dall’altro non si ha il coraggio di
‘rischiare’”.
Daresti qualche consiglio a chi si vuole
avventurare nella giungla del rimor-
chio?
“I consigli sono due. Primo, occorre fare
“Il sesso è meglio
quando cresce
nella complicità
di una coppia
piuttosto che nel
cambio continuo
di partner”.
Uno scorcio di Via
Trieste vista da Piazza
Vescovado.
chiarezza su quello che si cerca: se vuoi
una relazione yogurt molto facile, con la
data di scadenza, vai, cerchi e ti acconten-
ti; se vuoi una relazione più profonda, oc-
corre conoscere le persone e avvicinarsi
veramente agli altri”.
Per scrivere questo libro, e quindi per
condurre la tua inchiesta, ti sei resa
“protagonista” degli eventi stessi:
scelta forte…
“Ovviamente non faccio tutto quello che
c’è scritto nel libro (ride, ndr.)… altri-
menti lo farei di mestiere”.
Nella tua vita privata, che rapporto hai
col sesso?
“Come tutti ho le mie paranoie, i miei
tabù e i miei periodi di assoluta insicurez-
za. Ma il sesso fa parte della mia crescita
personale ed è meglio quando cresce nel-
la complicità di una coppia piuttosto che
nel cambio continuo dei partner”.
Ora sei fidanzata?
“Ora sono, come si dice su Facebook,
in una situazione complicata… sono
tendenzialmente single, ma sono in una
situazione complicata”.
I
l cuore di Brescia batte in que-
sto tridente di vie che sembra
squarciare la linea del tempo.
L’orologio della storia avanza
inarrestabile, ma il suo ticchettio qui si
fa più incerto, frenato dalla potenza del-
le pietre e dalla magia del passato.
La regina della zona è Via Musei, costel-
lata di gemme storiche, prima fra tutte
il tempio capitolino: una porta spazio
temporale che conduce cittadini e turi-
sti nell’antica Brixia romana. Fu dietro
alla muraglia del tempio che, nel 1826,
venne alla luce una statua alta due metri
con la coscia sinistra rialzata ed il capo
lievemente chinato e pensoso: era la
Vittoria alata, attuale simbolo della cit-
tà. Via Musei, tuttavia, non è solamente
uno scrigno della “romanità” di Brescia,
ma rappresenta la culla dell’età longo-
barda, con le chiese di S. Salvatore, S.
Maria in Solario e S. Giulia. Camminare
sul porfido di questa via significa essere
investiti dai fotogrammi di un passato
ricco e affascinante. Basta leggere la de-
dica a Giuseppe Zanardelli per rivederlo
camminare a passo spedito con una vali-
getta carica di documenti, o focalizzarsi
sul portone di palazzo Martinengo per
scorgere un trafelato Ugo Foscolo, an-
sioso di raggiungere la sua amante Mar-
zia Martinengo.
Il sacro si unisce al profano nella zona
di Porta Bruciata, dove convergevano
commercianti e pastori per fare abbeve-
rare le bestie. Leggenda narra che qui,
durante la traslazione delle reliquie dei
santi patroni nell’807, stillò del sangue
dai corpi di San Faustino e Giovita che
fece gridare al miracolo. In quel punto
sorse l’attuale chiesa di S. Faustino in
riposo. Un altro salto nel tempo condu-
ce in Via Cattaneo, di fronte alla Torre
d’Ercole, simbolo per eccellenza di
un’antica connessione cultuale tra Bre-
scia e la figura dell’eroe. Più a sud, Via
Trieste collega ciò che la storia divise:
i due polmoni cattolici della città – le
piazze Duomo e Vescovado – all’impo-
nente figura di Arnaldo da Brescia.
12GIUGNO
MESI
2009
42
S TRADE E QUARTIERI
Terminato il viaggio nel tempo, tuttavia,
si scopre una Brescia assopita. In Via
Musei gli unici segnali di vita sbocciano
dai tacchi di donne eleganti e dalle boc-
che degli scolari in gita che fanno da pia-
cevole sottofondo alle letture di chi ama
sfogliare libri sulle panchine di piazza
del Foro. Via Cattaneo e via Trieste, in-
vece, sono animate dall’andirivieni degli
studenti universitari e di signore a cac-
cia di acquisti. Qualche commerciante
si lamenta e punta il dito contro le am-
ministrazioni che si sono succedute nel
tempo, accusandole di aver trasformato
la zona in un centro di serie B, vittima
dell’egemonia di corso Zanardelli e cor-
so Palestro, ma anche delle famigerate
“Ztl”, della mancanza di parcheggi e di
un’inadeguata programmazione degli
itinerari turistici. Ciò che è certo è che
quando l’ultimo raggio di sole attraver-
sa il colonnato del tempio capitolino,
la zona chiude i battenti e le pietre, che
durante il giorno raccontano l’anima
della città, si assopiscono nel silenzio
perdendo il loro potere. Un vero pecca-
to. La candidatura di Brescia longobarda
nella lista delle meraviglie riconosciute
dall’Unesco può essere il passo decisi-
vo per una rinascita profonda, perché la
nostra bella addormentata all’ombra del
Cidneo possa risvegliarsi, sotto il sole
così come sotto le stelle, partendo pro-
prio dal suo ombelico: scrigno di tesori,
magia e brescianità.
CI RACCONTANO VIA MUSEI,
VIA CATTANEO E VIA TRIESTE
IVANO FERRARI
(NUOVO BAR ATENEO)
Chi vive in via Trieste e chi la frequen-
ta?
“Via Trieste è abitata da proprietari an-
ziani o da giovani in affitto che dividono le
spese con i propri compagni di università.
Sono loro a fare la parte del leone nel mio
bar, qui trovano un luogo dove non esisto-
no freni all’allegria”.
Qual è la tua specialità?
“Sono famoso per i miei cappuccini per-
ché alla qualità del prodotto unisco la crea-
tività nelle decorazioni. Qualche anno fa
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2009
In alto, via Carlo
Cattaneo. Qui a
destra il tempio
Capitolino visto da
piazza del Foro.
passò di qui un giornalista del New York
Times che stava partecipando a un conve-
gno in Cattolica e restò colpito a tal punto
da scriverne un articolo”.
Cosa rende unico il tuo bar?
“Il fatto che qui coltivo anche la mia pas-
sione per la fotografia. Lo scorso 12 mar-
zo c’è stata la mia prima mostra a livello
professionale aperta al pubblico, con rivi-
sitazioni di opere classiche reinterpretate
da giovani modelli e riviste in chiave mini-
mal setosa”.
Quale momento o occasione attira il
maggior numero di clienti nel tuo bar?
In che cosa scorgi i segnali della crisi
economica?
“Negli studenti che preferiscono pranzare
con il panino portato da casa e riempire le
bottigliette d’acqua alle fontane, per te-
nersi stretti quei quattro soldi che hanno
per divertirsi nel week-end”.
Riprenderesti il bar in via Trieste se po-
tessi cambiare il tuo passato?
“Se tornassi indietro comincerei prima a
fare il barista… Avevo una posizione di ri-
lievo in un’industria ma aprire un bar era il
mio sogno e l’ho realizzato. In via Trieste”.
GIACOMO ROMANO
(TRENOHOBBY)
Da quanto tempo lavora in questo set-
tore?
“Ho cominciato sessant’anni fa coltivando
la mia passione per i treni, nata da bambi-
no quando andavo in stazione a vederli in-
sieme a mio papà. Sono l’ultimo fondatore
rimasto del club ferromodellistico brescia-
no. Siamo stati noi a portare in Castello la
locomotiva nel 1961 e a realizzare gli alle-
stimenti nel Grande e Piccolo Miglio”.
Cosa trova chi entra nel suo negozio?
“Tutto ciò che riguarda il modellismo.
Treni, automobili, aeroplani, moto, ca-
mion, carri armati e soldatini. A Brescia
ci sono numerosi appassionati, ma faccio
spedizioni in tutta Italia e in tanti vengono
fin qui da Mantova, Cremona e Verona”.
Quali sono i suoi pezzi più pregiati?
“Ci sono modelli di automobili talmente
rifinite e dettagliate nei particolari che
possono costare anche 300 euro, mentre i
treni possono superare i 1.000 euro”.
La crisi si fa sentire?
“Direi proprio di sì. C’era chi comprava la
sua locomotiva ogni mese, adesso ci si ac-
“Qui si lavora sempre, ma il momento
clou sono le feste di laurea: ne ho fatte
a centinaia. Il posto è piccolo ma a ren-
derlo speciale è la familiarità che viene
a crearsi. Spesso la situazione si sur-
riscalda a tal punto che devo sedare gli
animi”.
Ad esempio?
“Una volta una neodottoressa al settimo
cielo salì in piedi sul bancone e improv-
visò uno spogliarello causando un vero e
proprio blocco del traffico di fronte alle
vetrine del bar, con gli automobilisti che
davano libero sfogo ai clacson”.
contenta di più passando di qui una volta
ogni tre mesi o ripiegando su modelli di
qualità media”.
Se tornasse indietro sceglierebbe anco-
ra il centro per aprire un’attività?
“Ho sempre lavorato in centro: qua-
rant’anni in via X giornate, tredici in piazza
Loggia e quindici qui. Ci sono affezionato.
Sicuramente l’anima di Brescia è qui per
tutto questo insieme di vicoli e palazzi uni-
ci e per gli incontri che si possono fare con
le persone che amano vivere il centro”.
MOHAMMED NARAS
(FRUTTIVENDOLO VIA TRIESTE)
Da dove vieni?
“Vengo dal Pakistan. Sono arrivato in Ita-
lia nel 1996 e vivo qui a Brescia da quattro
anni”.
Perché hai scelto di fare il fruttivendo-
lo?
“Ho fatto diversi lavori: prima in un risto-
rante, poi in fabbrica, ma ho dovuto lascia-
re a causa di un infortunio sul lavoro ed ho
dovuto trovare un lavoro meno pesante,
così ho preso in affitto questo piccolo lo-
cale per vendere la frutta”.
Che tipo di clientela frequenta il tuo
negozio?
“La mia clientela è tutta italiana ed è fatta
di signore gentili che vengono a prendere
frutta e verdura quasi ogni giorno. Mele,
insalate e pomodori sono i prodotti che
vendo di più”.
Sei soddisfatto della tua attività?
“Sì, perché con i soldi che guadagno rie-
sco a mantenermi e a dare una mano alla
mia famiglia in Pakistan”.
Il fatto di essere straniero ti crea svan-
taggi a livello commerciale?
“Essere straniero non influisce sul mio
lavoro, ho sempre trovato di fronte a me
persone sorridenti e prive di pregiudizi”.
43
NICOLA QUECCHIA
(GASTRONOMIA VIA CATTANEO)
Cosa rende unico il suo negozio?
“Puntiamo sulla gastronomia fatta in casa e
abbiamo il banco dei salumi e dei formaggi
di qualità superiore alla media. Ad esem-
pio il prosciutto crudo è di diciotto mesi,
mentre nella grande distribuzione arriva
massimo a dodici”.
Cosa vende più di ogni altra cosa?
“I prodotti di nostra produzione: dalle sca-
loppine agli involtini di pesce, dai carciofi
trifolati al gnocco di semolino col prosciut-
to cotto”.
Cosa vi differenzia dal supermercato?
“L’esempio classico è la signora che entra
qui proprio con la borsina di un supermer-
cato contenente una pirofila vuota e me la
affida per riempirla di crespelle o altri tipi
di prodotti”.
Faccia un identikit generico della sua
clientela.
“Ho una clientela variegata, logicamente
un operaio non può permettersi di fare
tappa qui tutti i giorni, magari viene il sa-
bato o per l’occasione speciale. C’è invece
chi ordina dall’antipasto al dolce assidua-
mente”.
Vende anche prodotti tipici bresciani?
“Ho prodotti locali come i biscotti della
Valcamonica, il salame del Tonale e for-
maggi come bagoss e robioline”.
È soddisfatto di aver scelto il centro
storico per aprire un’attività?
“Direi di sì. Qui si lavora e si vive
bene”.
Da sinistra a destra, Giacomo Romano,
i titolari della gastronomia di via
Cattaneo e Ivano Ferrari.
12GIUGNO
MESI
2009

Uno degli ingressi
QUEL MONDO PICCOLO
al Villaggio Sereno.
CHIAMATO “VILLAGGIO”
Vie e traverse come la trama di una storia.
di ESTERINO BENATTI
S
e il Villaggio Sereno fosse un li-
bro apparterrebbe certamente
a un genere letterario a sé stan-
te, un’opera nata da influenze
multiformi, di forte matrice popolare e
scritta a più mani. Il prologo porta una
firma prestigiosa, quella di padre Ottori-
no Marcolini, che diede vita al quartiere
all’inizio degli anni ’60, sulla scorta del-
le esperienze vissute nella realizzazione
dei villaggi Badia, Violino e Prealpino.
Nel 1963 il nucleo originario del villag-
gio fu ultimato, prendendo il nome dalla
cooperativa che ne avviò la costruzione:
“La famiglia serena”. Le case furono
disposte lungo un reticolo che ancora
S
TRADE E QUARTIERI 45
oggi ha denominazioni basate su numeri
ordinali: vie in senso est-ovest e traverse
in senso nord-sud. L’operato di padre
Marcolini fu l’intelligente risposta ai
bisogni delle famiglie del tempo, figlie
di un’Italia in pieno boom economico. I
primi protagonisti della storia, infatti, fu-
rono quei giovani che poterono sposarsi
presto, accendere un mutuo irrisorio e
stabilirsi nei pressi del posto di lavoro
mantenendo vivo il contatto con la natu-
ra. Intanto quel piccolo agglomerato si
espandeva e sbocciava la prima chiesa,
dedicata a S. Giulio Prete, seguita a ruota
da quella di San Filippo Neri, fondatore
dei Padri della Pace. Così, pagina dopo
12GIUGNO
MESI
2009
46
S TRADE E QUARTIERI 47

pagina, una nuova generazione sboccia-
va, per poi spiccare il volo lasciando il
posto ad altri personaggi. Sfogliando le
pagine di questa storia ci si imbatte anche
in un capitolo triste, quello scritto negli
anni bui della droga: giovani vite falciate
e da famiglie lacerate dal dolore. La tra-
ma, tuttavia, ritrova colore nei racconti
della popolazione dedita al volontariato,
messo a frutto nelle due parrocchie, nuo-
vamente vicine dopo essere state divise
e lontane per anni. Le ultime pagine di
questo romanzo, che profumano ancora
d’inchiostro, sono annerite dal grigiore
dell’inquinamento e rovinate dagli sfre-
gi di una criminalità sempre più diffusa.
Sono i capoversi sgrammaticati, non giu-
stificati, tanto nelle pagine simboliche
quanto in quelle della vita, del Villaggio
Sereno odierno, un libro aperto che lotta
perché la sua storia conservi, nelle pagi-
ne che verranno, i tratti migliori della sua
CI RACCONTANO IL “VILLAGGIO”
IL PARROCO
DON MARIO NEVA
Qual è il livello di vivibilità del quar-
tiere?
Il Villaggio Sereno è un quartiere vivi-
bile, sebbene siamo circondati da mi-
nacce ecologiche: inceneritori e super-
strade in primis. Alcuni drammatizzano
la cosa, altri dicono che è tutto sicuro…
In ogni caso il Villaggio ha una configu-
razione urbanistica invidiabile, è ordi-
nato e a contatto con la natura, sebbene
risulti minacciata dalla modernità.
E la sicurezza?
Il villaggio nel recente passato ha vissu-
to l’esperienza forte della droga che ha
segnato alcune famiglie. Tuttora ci sono
alcune segnalazioni, sebbene il fenome-
no sia diventato meno di trasgressione e
più di presente nel tessuto sociale. Non
abbiamo grosse manifestazioni esterne
di spaccio, ma quando è servito siamo
intervenuti perché spesso sono impli-
cati dei giovanissimi. Il problema più
grave della zona, tuttavia, sono i furti.
L’integrazione è a buon punto?
Ci sono molte attività caritative di im-
pegno verso l’altro, ma riguardo al rap-
porto con gli stranieri altri luoghi sono
molto più pressati, qui la presenza è
piuttosto esigua.
C’è vita in oratorio?
Ci sono due poli oratoriali. Entrambi
sono ambienti vivaci, con grande parte-
cipazione al volontariato. I gruppi attivi
sono numerosi: la scuola materna par-
rocchiale, gli scout, la scuola di danza a
sfondo missionario, la catechesi, attività
sportiva. Ora abbiamo anche la fortuna
di avere unificato queste due parrocchie
dal punto di vista pastorale. C’è lo sforzo
di creare un’unica mentalità che ancora
non c’è perché ci sono state esperienze
unicità. Entrarne a far parte, oggi, ha un La Chiesa e sacerdoti diversi per molti anni.
costo elevato, e per ritrovare il sorriso Parrocchiale e, a Consiglierebbe a chi è in cerca di casa
bonario di padre Marcolini bisogna av- sinistra, la scuola. di venire a vivere qui?
venturarsi per vie e traverse, scrutando i Sì, perché il tessuto umano è sano, c’è
volti della gente. Perché in ogni storia ci attenzione all’infanzia e gli ambienti
sono comunque tracce indelebili. sono buoni. Certamente comprare una
casa e metterla a posto qui significa
spendere 300.000 euro, un vero e pro-
prio investimento. Non era l’intenzione
originaria di padre Marcolini, ma qua-
DARIO BERTONI rant’anni dopo le cose si sono evolute in
“Nel mio negozio i clienti questa maniera…
scelgono i prodotti di
migliore qualità, senza DAVIDE BOGLIONI
badare a spese”. (EDICOLANTE)
Qual è il prodotto più venduto?
In questo momento non c’è un prodotto
editoriale specifico che primeggia su-
GIOVANNI FOGAZZI
gli altri. Ci sono dei settori che vanno
“Per l’elevata qualità e
di più. Le pubblicazioni trainanti sono
la notevole scelta dei
prodotti molti clienti
vengono da tutta Brescia,
non solo dal quartiere”.
i settimanali e tutti quei giornali legati
al gossip, in seconda battuta c’è l’enig-
mistica e tutto ciò che riguarda il tempo
libero.
Vengono in edicola più donne o più
uomini?
Più donne, di cui una grossa fetta è over
60. E’ ovvio, il Villaggio Sereno è un
quartiere sempre più vecchio.
Consideri vivibile questa zona?
Sulla vivibilità della zona non posso
lamentarmi, ci sono i problemi che ri-
guardano tutte le località d’Italia. Se
dovessi fare l’edicolante in un’altra vita
mi piazzerei ancora qui.
PIERLUIGI FERRARI
(CALZOLAIO)
Qual è il livello di vivibilità del quar-
tiere?
Direi pessimo, infatti mi sono attivato
per raccogliere le firme dei commer-
cianti, esasperati dalla mancanza di
sicurezza. Non ho fatto altro che dare
voce al nostro malcontento. La farmacia
qui vicino è stata rapinata tre volte nel
giro di un anno, negli ultimi sei mesi
hanno fatto una rapina al supermercato
Qua sotto Davide
Boglioni.
A destra Pierluigi
Ferrari.
e c’è stata una sparatoria: sono partiti
sei proiettili. Abbiamo tre tabaccai con
le slot machine: sono stati tutti svaligia-
ti.
Cosa si può fare secondo lei per mi-
gliorare la situazione?
In campagna elettorale c’era uno slo-
gan: “Più sicurezza per tutti” e si par-
lava di un presidio costante in ogni
quartiere, ma queste promesse non
sono state mantenute. Qui c’è gente
che ha rischiato la pelle. Ho inviato una
petizione via fax al Ministero degli In-
terni. Dopo una settimana c’erano qui
le squadre speciali dell’anticrimine di
Milano a controllare la situazione.
Se dovesse aprire un negozio oggi
dove lo aprirebbe?
Non saprei proprio. Sono qui da
vent’anni e più presto chiudo meglio è.
I grandi centri commerciali sono stati
aperti perché i pesci grossi del com-
mercio spingono per far fuori i pesci
piccoli. Quelli come me sono destinati
a sparire. In tutta la circoscrizione sud
c’erano otto negozi di scarpe: sono ri-
masto solo io.
La crisi accelera questa estinzione?
Ovviamente.
Faccio questo
mestiere da qua-
rantasette anni
ma una crisi tanto
spaventosa non
l’ho mai vista.
Siamo al 19 del
mese e non si
vede nessuno: i
soldi sono già fi-
niti.
C’è qualcosa che
rende speciale il
suo negozio?
Faccio la rotta-
mazione delle
scarpe per andare
incontro al clien-
te. Offro uno
sconto del 20%
a chi mi porta un paio di scarpe usate e
la maggior parte le do in beneficenza.
Bisogna sapersi inventare qualcosa di
nuovo perché anche se gli incassi si ri-
ducono le spese di gestione restano le
stesse.

12GIUGNO
MESI
2009 12GIUGNO
MESI
2009
 I NCHIESTE 49

La Madonna Rosa
Mistica del santuario
di Montichiari.

Lourdes, Medjugorie, Fatima

(e Montichiari): il tema delle
cosiddette “mariofanie”, meglio
note come apparizioni mariane,
è di grande attualità.

VIAGGIO NEL MISTERO:

LE FONTANELLE PRIMA PART
E

di SILVIA VALENTINI

P
ersonaggi pubblici, volti fa-
mosi dello spettacolo, rac-
contano le loro conversioni. I
media ne danno grande risalto
in trasmissioni di successo, i tour ope-
rator si specializzano nei pellegrinaggi.
La gente affronta lunghi viaggi in terra
straniera pur di recarsi nei luoghi dove
la Madonna è apparsa o ha parlato a veg-
genti e sono avvenute guarigioni, spesso
ignorando che magari a pochi passi da
casa, fra le mura della propria città o poco
distante, esistono luoghi simili, meno
pubblicizzati ma non per questo meno
“efficaci”, spiritualmente parlando.
Uno di questi luoghi si trova ad esempio a
Montichiari, in provincia di Brescia, dove
negli anni quaranta una donna di nome
Pierina Gilli ha affermato di “vedere” e
parlare, quasi quotidianamente, con la
Vergine Maria. Come i cinque ragazzi
iugoslavi, infatti, l’umile e riservata veg-
gente bresciana, nata nel 1911 e morta
nel 1991, dal 1943 e lungo tutto l’arco
della sua longeva vita ebbe visioni e lo-
cuzioni private quasi quotidiane con la
Madonna, la quale, il 17 aprile del 1966,
dopo averla invitata a recarsi in un luogo
di campagna chiamato “Le Fontanelle”,
scese a piedi nudi da una scala di pietra
fangosa per toccare in due punti l’acqua
che sgorgava dalla fonte nella grotta ren-
dendola miracolosa.
Non era il loro primo incontro, bensì il
quattordicesimo, ma con quel gesto la
Madre di Gesù trasformò quel luogo in un
santuario, dove pare si elargiscano grazie
spirituali e guarigioni fisiche tanto da me-
ritarsi il titolo di “piccola Lourdes”. Un
luogo che è meta di pellegrinaggi da tutto
il mondo, anche se, a oggi, le apparizioni
non sono state ancora riconosciute dalla
Chiesa Cattolica.
Noi di “Dodicimesi” abbiamo pensato di
fare, per voi e con voi, partendo dal mese
di maggio, tradizionalmente dedicato alla
Madonna, un piccolo viaggio nel miste-
ro. Un viaggio che vi proponiamo in due
puntate, nelle quali daremo voce ai perso-
naggi, alle emozioni, alla storia ma anche
alle parole di chi ha vissuto questa vicenda
da protagonista o di chi ne studia ancora
oggi i significati reconditi non senza ag-
giungere alcune curiosità alternative.

12GIUGNO
MESI
2009
50
I NCHIESTE
UNA MADRE
MOLTO PRESENTE
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Ora-
zio, di quante ne sogni la tua filosofia”
ammoniva l’Amleto di Shakesperare e
in effetti una delle poche cose che si ap-
prende vivendo e crescendo è che non si
può capire tutto. Certe cose, certi fatti,
certe vicende, resteranno per sempre
materia oscura per l’intelletto. Ciò non
significa che si debba optare per una
resa incondizionata nei confronti del-
l’ignoto e cessare di cercare di capire,
ma soltanto accettare, a priori, l’incon-
ciliabilità fra “sapere” e “credere”.
Ed è quello che accade, quando ci si
imbatte in fenomeni inspiegabili come
le visioni e le apparizioni mariane, nel-
le quali, entità con le sembianze della
Madre di Cristo, la Vergine Maria, si
manifestano in diversi luoghi del mondo
a persone di solito umili e devote, adulti
o bambini, lasciando messaggi impor-
tanti per il genere umano. Messaggi
spesso apocalittici, resi più intriganti
da segreti inaccessibili e contenenti
inviti al pentimento, alla preghiera e al
sacrificio, di connotazione tipicamente
cristiana. Cosa pensare allora di queste
manifestazioni? Di questa Madonna
che ama mostrarsi ai suoi figli in modo
teatrale, avvolta nel mistero, che scende
dal suo trono fra gli angeli e parla? Parla
tutte le lingue e tutti gli idiomi della ter-
ra (anche il dialetto bergamasco, come
nel caso della piccola Adelaide Roncalli
delle apparizioni di Bonate (Bg) stretta-
mente collegate, vedremo, con quelle di
Montichiari). Appare tutti i giorni alla
stessa ora, come a Medjugorie, su ap-
puntamento fisso o all’improvviso; una
tantum o per decenni, in locuzione pri-
vata o pubblica, con o senza miracoli e
guarigioni, con o senza fenomeni celesti
(danza solare, pioggia di polvere d’oro
che molti associano a fenomeni tipici
delle incursioni ufologiche).
Che dire di questa sacra figura femmi-
nile, dal volto e dalle sembianze sempre
diverse, giovane e di fulgida e luminosa
bellezza (che a volte qualcuno riesce
pure a fotografare come si può vedere
sul sito della trasmissione Rai Excalibur
del 7.11.2002 su www.raidue.it), che si
presenta come Maria, la Madre di Gesù,
12GIUGNO
MESI
2009
51
ROSA MISTICA attorno alla quale è stato costruito in la- cucina e il letto dove la veggente ha vis-
E LE FONTANELLE miera e strutture mobili il “santuario”. suto nella sofferenza gli ultimi anni della
Fontanelle è ancora e grazie, forse, pro- Dopo aver onorato il crocifisso e per- sua esistenza. La sua tomba al cimitero
prio alla mancanza di un riconoscimento corso in ginocchio la scala da cui Maria è all’ingresso fra due mausolei, separa-
da parte della Chiesa, una vera e propria discese a benedire l’acqua, i fedeli entra- ta da tutte le altre, solitaria e semplice
oasi di pace e di spiritualità. Vi si giun- no camminando a piedi nudi nella picco- come è stata tutta la sua esistenza.
ge attraverso un lungo viale di tigli se- la vasca recitando il rosario oppure be-
colari. Non c’è nessuna chiesa, nessun vono acqua dalla fonte. Nessuno arriva
campanile che svetta, tutto è immerso alle Fontanelle senza taniche o bottiglie
nella natura, nel silenzio. Un semplice da riempire e le dodici cannelle ester-
cartello di quelli che indicano i luoghi ne ne rilasciano copiose quantità. Un
di interesse culturale segnala la dire- luogo semplice che rispecchia l’umil-
zione da prendere sulla provinciale per tà delle fede. Lontano dai fasti di mete
Carpenedolo. Non ci sono cancelli, né come S. Giovanni Rotondo e Lourdes.
orari. Un piccolo parcheggio, un’area Un luogo di attesa, di guarigioni, mira-
da pic-nic. All’ingresso un cartello det- coli, conversioni. Qualche chilometro
ta le regole e un altro invece ricorda più in là si trova la piccola casa di Pie-
ma si fa chiamare con Dopo aver percorso in violenze fisiche, come che si sta per entrare in un luogo “dove rina Gilli, regalatale dai fedeli, dove ha
nomi diversi. Si cambia ginocchio la scala da cui Maria ben narrato dallo sto-
lo spazio e il tempo non esistono”. vissuto gli ultimi anni della sua esisten-
la veste, porta con sé og- discese a benedire l’acqua, i rico Alberto Lombar- za con l’amica Lucia. La nipote, che di
getti simbolici di vario fedeli entrano camminando a doni sul sito www.
nome fa pure lei Pierina, la tiene aperta
genere, con un’unica piedi nudi nella piccola vasca madonnadelleghiaie. per i visitatori. Ci sono la cappella dove
costante: il messaggio recitando il rosario oppure it). I veggenti vengo-
numerose volte apparve la Madonna, la
di salvezza per l’umanità bevono acqua dalla fonte. no immediatamente “Ha un’unica
in pericolo. esposti alle inevi-
Una Madre universale molto presente tabili pressioni da parte di un popolo costante: il
che sceglie il suo interlocutore privile- che accorre, incombe e chiede. Chiede messaggio di
giato fra la gente semplice e umile, ma- conferme, verità, guarigioni, miracoli,
gari provato dalla sofferenza, in punto di profezie. Come discernere e compren- salvezza per
morte o con gravi handicap e lo guarisce dere se non si tratti di fenomeni naturali l’umanità in
ma, in cambio, la sua vita non sarà mai e umani di autosuggestione? Oppure di
più la stessa e, spesso, non sarà per nulla fenomeni paranormali? pericolo”.
facile. “Per aspera ad astra” dicevano La Chiesa non sembra aiutare molto. Non
i latini. Alla gioia offerta dal privilegio si pronuncia per decenni, rimanda le de-
Al centro del percorso accoglie i pelle-
dell’apparizione spesso seguono, per il cisioni nel tempo, sembra essere confusa grini e i curiosi solo un grande crocifisso
veggente, anni di prove, violenze di tipo quanto i suoi fedeli. Di fronte a questa
circondato dalla luce rossa di centinai di
psicologico, interrogatori, inquisizio- Madonna, viva, presente e dialogante lumini accesi e da un roseto. A lato una
ni, soprusi (come nel caso della piccola e perciò imprevedibile, sembra quasi a
piccola cappella racchiude la statua con
Adelaide Roncalli di Bonate, tuttora vi- disagio, perde le sue certezze e i suoi il dolcissimo volto di Rosa Mistica, scol-
vente, che a sette anni, dopo aver visto dogmi. Si appella o trincera dietro la virtù
pita dal maestro Perathoner di Ortisei.
la Madonna, fu costretta ad abiurare e della Prudenza lasciando i suoi fedeli “li- Più sotto c’è la grotta dell’apparizione,
assoggettata a processi e plagi, se non beri di provare a crederci” e sta a vedere
come va, la potenza della Vergine Maria
saprà farsi strada. Spesso però interviene
a guidare il culto che si forma spontaneo,
quasi confiscando il fenomeno “ad maio- Tutte le foto di questo
rem gloriam Dei”, senza esporsi con un servizio ritraggono
“Entità con le “constat” o “non constat”, che in caso di il santuario sorto in
errore verrebbe a minare “credibilità” e
sembianze della autorità secolari, conquistate anche a fer-
località “Le Fontanelle”,
a Montichiari (BS), dove
Madre di Cristo, ro e fuoco. La Chiesa richiede ai veggenti negli anni Quaranta una
di porsi sotto la guida di un padre spiri- donna di nome Pierina
la Vergine Maria, tuale che li aiuti a “tradurre” i messaggi Gilli ha affermato di
si manifestano in della Madonna entro i canoni della per- “vedere” e parlare con la
fetta ortodossia magari aspettando “in Vergine Maria.
diversi luoghi del grazia” la morte degli stessi e con essa
mondo a persone la cessazione dell’imbarazzante, seppur
indubbiamente remunerativo, fenomeno
di solito umili e spirituale.
devote”.
12GIUGNO
MESI
2009
52
I NCHIESTE
PIERINA GILLI
E ROSA MISTICA
Chi era Pierina Gilli? Nata a Montichia-
ri nell’agosto del 1911, come si legge
nelle biografie ufficiali di Padre Rodolfo
Galbiati e di Bruno Massaro, all’epoca
del suo primo incontro con la Madonna
Rosa Mistica e le prime apparizioni aveva
33 anni, la maggior parte dei quali spesi
faticosamente fra povertà, traumi psico-
logici (la morte del padre di ritorno dalla
guerra, le molestie sessuali del vicino di
casa che “fanno nascere in lei il proposi-
to di farsi suora”, la vita in orfanotrofio e
il ritorno a casa per curare i nove fratelli
dei quali era la primogenita) e malattie.
Tutta la sua esistenza fu costantemente
minata da grandi proble-
mi di salute e protesa alla
realizzazione di una non
ben definita e spesso va-
cillante vocazione alla
vita religiosa, mai realiz-
zata proprio a causa della
salute: qualcosa sembra-
va impedirle di riuscire
a consacrare la sua vita
al Signore procurandole,
al momento opportuno,
una grave malattia. Forse
l’attendeva un diverso de-
stino, una sorta di “voca-
zione alternativa” a veg-
gente che fu poi il vero
12GIUGNO
MESI
2009
le parlerà, per la prima volta, soltanto
il 13 luglio del 1947 quando, nella sua
cameretta, all’Ospedale di Montichia-
ri, alle sei di mattina, presenti alcune
suore, comparirà “in mezzo a una nube
bianca con un leggero fruscio di vento
e tre rose, una bianca, una rossa e una
giallo oro, sul petto al posto delle tre
spade. Presentandosi così: “Io sono la
Madre di Gesù e la Madre di tutti voi”.
La produzione di visioni di Pierina è
enorme, lunga tutta la vita, le più signi-
ficative sono quelle nel Duomo di Mon-
tichiari nel 1947 e quella delle Fonta-
nelle nel 1966 con un solo periodo di
relativo silenzio, che va dall’8 dicembre
del 1947 al 5 aprile del 1960. Perio-
do nel quale la veggente è sottoposta a
processi, perizie, allontanata dal paese,
costretta a cambiare identità e a vivere
nascosta in un convento a Brescia. Gli
ultimi anni li visse in carrozzella. Alla
fine del 1990 si aggravò e si spense
serenamente il 12 gennaio 1991, non
scopo della sua vita. Fontanelle senza un ultimo colpo di scena: si ri-
“Dis aliter visum”: è ancora, e svegliò dal coma, fece chiamare l’amica
gli Dèi disposero di- forse proprio Lucia e le disse: “andremo in Paradiso
versamente, come re- grazie alla insieme”. Lucia morì, esattamente, otto
cita un terribile verso mancanza di un giorni dopo. La vita di Pierina Gilli fu
dell’Eneide. riconoscimento riservata e umile forse per questo le ap-
“Una bellissima si- da parte della parizioni sono poco conosciute, ma di
gnora come traspa- Chiesa, una esse si sono occupati Mons. Galbiati, il
rente, vestita di color vera e propria mariologo De Lauretin e Vittorio Mes-
viola e un velo che le oasi di pace e sori scrivendo e pubblicando testi e pa-
copriva la testa e scen- di spiritualità. reri. A oggi le apparizioni di Montichiari
deva fino ai piedi, di sono considerate apparizioni storiche di
colore bianco; teneva le braccia aperte e grande importanza.
così si potevano vedere tre spade che le
erano conficcate nel petto in corrispon-
denza del cuore”, così Pierina descrive
la prima visione della Madonna che però
La seconda parte dell’inchiesta
“Viaggio nel mistero: le Fonta-
nelle”, in cui sarà presente an-
che un’intervista a Mons. Olmi,
sarà pubblicata nel prossimo
numero.
54
P ERSONAGGI
È LA MUSICA
IL NUOVO ESPERANTO
Intervista a Daniele Alberti, direttore
artistico dell’Associazione Francesco Soldano.
di Sergio Masini
L’
“Associazione Francesco
Soldano” lavora nel cuore
di San Polo nuova, in una
vecchia cascina ristruttura-
ta, immersa nel verde. Qui incontriamo
il direttore artistico che, dopo qualche
scambio di battute, non è più il maestro Al-
berti, pianista di fama internazionale, l’ex
enfant prodige che ha girato il mondo in
tournée ma, semplicemente, il sorridente
Daniele che vorrebbe offrirci il caffè ma
non ha ancora confidenza con la macchi-
netta nuova.
Allora, Daniele, puoi parlarci del ruo-
lo della Soldano nel contesto musicale
bresciano?
“L’Associazione Soldano è attiva ormai
da più di dieci anni, tanto in città quanto
in provincia e non solo: pensiamo al pro-
12GIUGNO
MESI
2009
getto che ci ha portato, per i 150 anni dalla
morte di Chopin, a Varsavia, poi a Castel
Gandolfo dove ho suonato per il Santo Pa-
dre e ancora a Parigi. Quattro sono invece
le iniziative principe che promuoviamo
nella nostra provincia: le Settimane Mu-
sicali Bresciane, Armonie sotto la Rocca
(che vedrà la sua tredicesima edizione
quest’anno), Le Dieci Giornate di Brescia
e La Musica e il Disagio”.
So che non è semplice rispondere, ma a
quale sei più affezionato?
“Sono molto orgoglioso di quest’ulti-
ma. La musica non è solo un viatico di
sentimenti per l’elevazione dello spirito,
ma anche un momento per stare insieme
e per portare la propria attenzione ad un
mondo difficile com’è quello del disagio
sociale”.
Tu hai studiato a Parigi, vero?
“Sì. La frequento da quasi vent’anni e
sono più di quindici che ho casa lì. Penso
che l’uomo da noi creda nel lavoro, per-
ché nobilita, mentre, parlando da pari-
gino, direi che l’uomo oggi crede anche
molto nel talento, qui sta la differenza.
All’estero è cambiato il modo di porsi alla
musica: nel secolo di internet chi ama la
musica vuole esserne sempre più prota-
gonista, vuole essere un ‘consumattore’
sul palco dell’evento. Bisogna poi abi-
tuare il pubblico a contestualizzare, ad
interessarsi al mondo, al privato, al con-
testo di un compositore. Hai mai sentito
parlare di Talberg, Pixis, Brenner? Erano
famosissimi all’epoca di Chopin…”.
Devo ammettere che è la prima volta
che li sento.
“Perché Chopin rispetto a loro ha saputo
offrire qualcosa di più anche ai futuri fru-
itori. Capire perché, è importante”.
Che rapporti ha la Soldano con i gio-
vani?
“Oggi nelle scuole italiane la musica
non è assolutamente considerata quan-
to dovrebbe. Con i collaboratori della
Soldano Lab cerchiamo di sviluppare
progetti per portare i giovani a diven-
tarne protagonisti, a viverla. Per questo
sperimentiamo coniugazione di musica
e parola, musica e teatro, immagine,
perfino espressioni circensi. Abbiamo
attuato progetti didattico-artistici che
Cosa salveresti e cosa bocceresti di Bre- sono piaciuti e hanno affascinato mol-
scia? tissimo i ragazzi come il “Duello tra
“Brescia è una città bellissima a cui sono John Lennon e Mozart”. Sai, la musica
profondamente legato, è un vero cuo- ha un potere incredibile e mette tutto e
re battente, propositiva, sempre piena tutti in contatto”.
di energia. Di contro, essendo un po’ Cosa vi ha dato questo contatto con
piccola e periferica rispetto alle grandi bambini e celebri artisti provenienti
capitali mondiali, si osa meno nella spe- da tutto il mondo?
rimentazione”. “La nostra associazione è diventata un
vero villaggio globale, un luogo di incon-
tro e scambio culturale, dove al centro è
l’uomo, al di là delle etnie. Dove la musi-
ca è qualcosa di oltre”.
“Paolo VI diceva: Una sorta di lingua sopra le lingue, un
‘Questa è un’epoca tipo di esperanto?
“Sì, hai detto bene, una lingua per le lin-
in cui non c’è gue, questa te la ruberò!”.
bisogno d’insegnanti, Guarda che poi voglio i diritti... Hai
parlato di un uomo al centro di tut-
c’è bisogno di to, so che di un uomo molto speciale
testimoni’”. quest’associazione porta il nome. A
lui avete dedicato recentemente un
libro. Cesco Soldano era tuo zio, ma
anche una sorta di mentore.
“Mi ha insegnato a cogliere il valore
dell’effimero e delle piccole cose, la cadu-
cità della bellezza e la bellezza della cadu-
cità. Paolo VI diceva: ‘Questa è un’epoca
LA SCHEDA
DANIELE ALBERTI
Protagonista della scena
pianistica internazionale, ha
suonato nelle sale e nei Tea-
tri di Londra, Parigi Mosca,
Berlino, Bruxelles, Madrid,
Barcellona, Ginevra, Buenos
Aires, Rio de Janeiro, Versa-
via e Praga.
Nel 2002 ha debuttato con
l’Orchestra Filarmonica di
Mosca e di seguito è stato
invitato a suonare con l’Or-
chestra Filarmonica di San
Pietroburgo. Nel 2003 ha
sostenuto un’importante e
intensa tournée.
Daniele Alberti, che è nato
a Brescia, è anche docente
e tiene regolarmente master
class in Europa e negli Stati
Uniti ed è direttore di un
centro studi musicali inter-
nazionale a Parigi.
Curatore di eventi musicali,
è direttore artistico delle
Settimane Musicali Brescia-
ne e del Festival Interna-
zionale “Armonie sotto la
Rocca”.
55
in cui non c’è bisogno d’insegnan-
ti, c’è bisogno di testimoni’ ”.
Quale è il tuo rapporto con i
nuovi media? La grafica dei vo-
stri eventi è sempre curatissima
e originale, ricordo un certo
gelato-pianoforte…
“Comunicare è importantissimo.
Il nostro sito ha passato di volata
le quindici milioni di pagine aperte
e più di due milioni di utenti. La
nostra community dialoga con noi
e impara a conoscerci. Ora stiamo
pensando a nuove applicazioni per
il futuro”.
“Entrare nel mondo
della scuola è
importantissimo
perché è lì che si
formeranno i nuovi
artisti e il nuovo
pubblico”.
Termino con una provocazione, tu
promuovi molti eventi, Alberti è pro o
contro Goldin?
“Goldin ha portato a termine molto bene
quello che si era prefisso e gli è stato ri-
chiesto. Come manager culturale è di
primo livello. Il suo errore è forse che è
calato su Brescia troppo dall’alto, impo-
nendo delle scelte. Noi partiamo dal vis-
suto e dal basso, cerchiamo di mettere in
vibrazione tutte le realtà, nessuna esclu-
sa, partendo dalle più piccole”.
Ti ringrazio Daniele, desideri dirmi
qualcos’altro prima che ci salutiamo?
“Vorrei citare dal primo all’ultimo i miei
collaboratori; a loro l’associazione deve
davvero molto”.
L’intervista è la tua e il registratore sta
girando.
“Perfetto, perché sono tutti preziosi i
componenti della Soldano Lab: Enrico
Regis, Fabio Larovere, Laura Taglietti,
Andrea Faini, Carlo Brunori, Federico
Bettinzoli, Francesco Calabria, Serena
Federici. Età, esperienze, teste diverse,
con me, tutte per creare il futuro della
Soldano”.
12GIUGNO
MESI
2009

NOTTURNO
BRESCIANO
U
na nuova rubrica. Un nuovo
modo di raccontare i locali di
Brescia e provincia, censendoli
per caratteristiche, genere e
stile. Proveremo a capire cosa crea “tenden-
za”, chi è “in” e chi è “out”, chi sposta le
masse e quale serata della settimana è assolu-
tamente irrinunciabile.
Insomma, sfumature. Che però ci consenti-
ranno di comprendere meglio le serate dei
bresciani, dai teenager ai più grandicelli, sve-
lando passioni, manie, scelte abitudinarie ma
tutt’altro che scontate.
Passando dai ripetitivi quanto irrinunciabi-
li aperitivi pre-serali, dove il “pirlo” regna
tutt’ora sovrano, ci addentreremo nelle luci
più fulgide della notte, fatte di musica, di
B RESCIA E I BRESCIANI 57
gente alternativa, di balli scatenati o di sogni
proibiti.
Non potevamo non partire da Piazza Arnaldo,
per molti “La Piazza”, da un noto locale citta-
dino e da un altro subito fuori porta. Di volta
in volta cercheremo di analizzarli ai raggi X,
provando a svelare le varie anime che li popo-
lano, e il perché del loro successo.
Con l’arrivo dell’estate lasceremo la città per
i laghi, seguendo il flusso migratorio della
movida di casa nostra. Per poi ritrovarci, a
settembre, come sempre, con il caso strano
di quel locale che di punto in bianco va per la
maggiore, e di quello a fianco, fino a ieri satu-
ro, inspiegabilmente deserto.  
Salvatore Scandurra
12GIUGNO
MESI
2009
58

B RESCIA E I BRESCIANI 59

SOTTO DLQ
LO SGUARDO
VECCHIO BOTTICINO

DI ARNALDO
Data di nascita: 1998
Genere: Aperitivo/Cena
Stile: trattoria italiana chic SOLO CHUPITI
LA PIAZZA
Target: 25-50 anni
Segni particolari: locale con almeno
SENZA SUCCO
I SUOI RITI
200 anni di storia, nato come luog
o
di smercio del vino DLQ
gestione)
IL SUO POPOLO
Bevanda: vino
na sc ita : ot to bre 2006 (nuova
Serate: giovedì (serate musicali), Data di rge
Località: Bresci
a ios (il locale so
week-end
a stre tta 17 5, complesso Stud ne è su g-
e: Vi bientazio
Ambientazion a co nc er ia di pelli, l’am ande
a ve cc hi arrivare al gr
SOLATIO GRANAIO all’interno di un a vista fino ad
di SALVATORE SCANDURRA a a pa rtire da lle grandi travi
gestiv
: 1997 dà sulla pista)
Data di nascita

“T
Data di nascita: 2005
o/Cena soppalco che
i guardo, come si Genere: Ape ritiv eca ica di intratteni
men-
guarda un bel qua-
Genere: pub
loniale Genere: discot LQ in izia con una mus ab ba-
o, co rata al D house m us ic
Stile: solare Stile: classic di Nicola Bendinelli Musica: una se poi si passa ad
dro”. È una voce tra 0 an ni p ho p e r’n b y m us ic e
la folla, ma è qual- Target: dai 25 in su Target: 20-4 calda in to composta di
hi
si conclude co
n la happ

I
ari: atmosfera er cial e e qu es ta
cosa di più, molto di più. Passano gli Segni particolari: all’angolo tra cor- Segni particol che richiama l DLQ è una discoteca situata stanza facile e
co m m
tte le serate si
svolgono su
anni, ma Piazza Arnaldo, per bresciani e so Magenta e piazza Arnaldo: per un palazzo del
fine ‘700 ,
pochi chilometri a nord del n st yl e; te nd enzialmente tu
italia
non solo, resta un punto di riferimento fuori Provincia centro storico di Brescia. Il musica
quelli che…: la piazza è troppo! gente anche da falsa riga : è come sent
irsi a casa, la
per migliaia di giovani, luogo di ritrovo locale, al contrario delle altre l’atm os fe ra
Bevanda: mohito Bevanda: pirlo uffet) Segni particol
ar i:
e i cocktails favo
losi
dove è facile organizzare la serata, fare ì, domenica (b cittadine (dove di solito è ospitato in ca- famiglia DLQ)
Serate: venerdì e sabato Serate: venerd delirio , lo staf f (la tea
il punto sulla settimana appena trascor- pannoni), è stato ricavato in una cascina ng Island ice ei
gettonata: Lo mpreso tra i 19
sa, bere il primo aperitivo del week-end, SPAZIO ARNA ristrutturata con tanto di travi a vista. Bevanda più ity pa rty, il target è co
LDO i (u ni ve rs
scrutarsi. È movida vera, autentica. In Questo, insieme ad altri fattori, ti fa sen- Serate: gioved to (18-23 anni)
Data di nascita tire in un ambiente molto caldo, quasi rd i (1 9-26 anni), saba
Piazza non si viene mai per caso, non si : Metà anni ‘90 25 an ni ) ve ne
arriva all’ultimo momento, tutto sembra Genere: Aperit
ivo pre-serale familiare.
studiato. Quasi a tavolino, quasi preme- Stile: post-mod Questa stagione al DLQ bisognava pro- Michele, 23 anni, parecchio alticcio, a parte il vecchio d’ordinanza: “Vecchio, io la
erno
ditato. Non c’è un capello fuori posto in Target: 16-35 prio esserci: è uno di quei locali che se prevendita per questa serata l’ho presa un mese fa”. Mi guardo intorno e mi accorgo
Piazza, nessuna collana di bigiotteria, anni sei universitario e rimani fuori un giove- che gli universitari in questi anni sono cambiati, i miei compagni di corso si sono
Segni particol
nessuna utilitaria posteggiata in secon- ari: arredamen
to mo- dì sera il giorno dopo non vai nemmeno laureati e questi nuovi non li conosco proprio; sembrano tutti dei bambini
derno, musica
da fila. Ci si viene per mostrarsi, e per house, abbiglia
m
in “uni”. transgenici, i ragazzi tutti sopra il metro e ottantacinque e le ragazze tutte
trendy ento
essere guardati. “Se poi si socializza ben saltate fuori dall’ultima copertina di Vogue. “Io vengo qua solo per due
venga, ma in Piazza non vengo per co- Bevanda: pros
ecco, pirlo cose, alcol e donne” ammiccando con lo sguardo verso due valchirie che con
noscere gente nuova, non mi interessa”. Serate: venerd
ì e sabato il loro miniabito lasciano pochissimo da immaginare a un sognatore.
Sabrina è sincera: “Uno, due prosecchi Ricordo lo slogan pubblicitario del Vodka-Campari, Hai il coraggio?, e me ne
con gli amici dell’Università e poi si de- faccio fare subito uno. Sembra si conoscano tutti, come se, effettivamente, sia
cide dove andare a cena. Resto un’oret- una grande famiglia. E il barman che mi serve, che è uno dei tre ragazzi che lo
ta, non di più, ritrovarsi con gli amici gestiscono, chiarisce subito: “We are family!”. Giacomo, 27 anni, frequen-
qua è identificativo”. ta il locale perché conosce i ragazzi che ci lavorano e gli piace l’ambiente
Alessia e Raffaella, pirlo ben saldo in sfilata. Preferiamo locali alternativi, ma da alternativi, appunto, riusciamo ad adat- non troppo ingessato, dice anche che ogni tanto esagera con i drink, ma
mano e abitino esplosivo, sono firmate tarci anche qui”. Infine Silvia, scarpe rosse e spolverino in pendant, ci fornisce il suo solo se non guida. Marco, anche lui 27enne, esclude categoricamente di
Cavalli dalla testa ai piedi: “Veniamo parere, non banale: “Sono due anni che non vengo durante il week-end, mi concedo passare al DLQ il sabato: clientela troppo giovane, ma il venerdì passa
dalla provincia di Verona, ma non uscia- qualche passeggiatina solo durante la settimana, la trovo più vivibile. È pieno di bre- appena può, almeno un paio di volte al mese, viene per la musica e per
mo di casa così, il papi non capirebbe. sciani autoctoni e gente di provincia che fondamentalmente vengono qua per cucca- l’ambiente e non ha mai sentito parlare di droga all’interno del locale; mi
Ci cambiamo in autogrill”. Altri ragaz- re. Trovo che la Piazza – precisa Silvia – sia ormai la fiera della banalità; da fuori sem- fermo a parlare con un mio omonimo 25enne che sostiene di essere spessissimo
zi sostano sul marciapiede, prosecco bra tutto bello, tutto luccicante, ma in fondo non succede mai nulla, la gente viene al DLQ e che oltre a venire come cliente ci lavora pure servendo ai tavoli, così
d’ordinanza in mano: “Ci si conosce un qui perché a Brescia non ci sono molte alternative, ma l’ambiente fighetto alla lunga scopro che gli “avventori” bruciano quantità industriali di Vodka e Havana, so-
po’ tutti, veniamo qui per abitudine. Ma stanca. E parecchio”. Sembra che non ci siano mai novità eclatanti sotto lo sguardo di prattutto, e che, per fortuna, è una discoteca in cui non circola droga e dove
anche perché ogni sera c’è una discreta Arnaldo. Sembra che sempre più gente non riesca proprio a farne a meno.  praticamente è sempre tutto esaurito... 

12GIUGNO
MESI
2009 12GIUGNO
MESI
2009
 B
RESCIA E I BRESCIANI
60
IL CONVENTO
LUOGO PER
ANIME GIOVANI
di VIOLA LADI
C
onvento? Macchè. Sembra
di essere nel paese dei ba-
locchi e il bello sta proprio
qui, nella forte contraddi-
zione che rende speciale questo locale di
Lonato del Garda, imponente nel nome,
raffinato e suggestivo nelle ambientazio-
ni, ma dall’anima giovane e… casinista.
Chi mette piede al Convento sa già ciò
che lo aspetta: una serata in cui il freno a
mano andrà abbassato. Abbiamo scelto
il sabato sera per assaporare l’esperien-
za “dinner and music”. L’aperitivo di
benvenuto non è di quelli memorabili,
ma chi viene qui per assaggi di qualità
e degustazioni ha sbagliato indirizzo. Il
discorso vale anche per la cena, meglio
fare il pieno di antipasti a buffet. Non è
possibile fare eccezioni nemmeno per
quelle bottiglie di vino che costellano i
tavoli.
Visto lo spropositato numero di brin-
disi sembra che qualcuno gradisca, ma
è solo un’illusione che svanisce imme-
diatamente: “Ehi gnari, tredici gradi,
non è ancora arrivato il primo e sono già
stenco”, sentenzia uno dei trascinatori
della comitiva. Restare incollati alla se-
dia è praticamente impossibile perché
l’atmosfera si surriscalda in fretta. In
men che non si dica scoppia un’insolita
complicità tra le compagnie presenti in
sala. D’altra parte gli intenti sono comu-
ni. Tutti hanno qualcosa da festeggiare:
compleanni, lauree e addii al nubilato in
primis. Tra un morso e l’altro c’è chi vie-
ne coinvolto nei giochi organizzati per
12GIUGNO
MESI
2009
Quali sono oggi gli investimenti che hanno fondamenta più sicure?
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Serate: Giovedì: ristora
e, target 25-35 anni
alto, tanta la luce, tanti i metri quadrati, il traffico non si sen-
Venerdì: Convento Villag te. Ingresso, soggiorno, cucina abitabile, pranzo o studio, 2
t, target 20-45 anni camere matrimoniali grandi, una camera singola, un bagno
Sabato: music restauran 45 anni
a, happy hour, target 20-
e la possibilità di ripristinare il secondo, ripostiglio, 3 balconi.
Domenica: serata italian Garage singolo e cantina.
Il minimalismo oggi zona Chiesanuova
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tipe, siamo rientrati e non c’era più il nostro tavolo. Ma noi non avevamo finito di
Villaggio Violino
mangiare…”. In origine erano due appartamenti, ancora fattibili.
L’animazione, intanto, esplode con tutta la sua energia e i festaioli sparsi iniziano a In questo bellissimo cascinale un grande appartamento di
gironzolare su e giù per i tre piani del locale con ghirlande colorate al collo e trom- mq 155 commerciali più 31 mq di logge e 40 mq di soppal-
bette in bocca. Ogni sala ha il suo genere musicale, ma il vero cuore del Convento è la chi con tre posti auto. € 150.000 + mutuo al tasso del 4,5%
che continua a scendere...
piazzetta all’ingresso: luogo di ballo, chiacchiere e cocktails. Al bancone c’è sempre
un grande assembramento, soprattutto di ragazzi: i più assetati per antonomasia. GUSSAGO - in rustico del ‘700 ristrutturato
Sembra di stare al fianco di alchimisti di primo livello: “Vecchio assaggia questo: Ampio trilocale completamente indipendente con cortilet-
to esclusivo. Mq.110 ca disposti su due livelli: comoda zona
vodka, gin, coca, tequila, rum, cointreau, succo di limone. Strabuono”. La formula giorno al piano terra: spaziosa zona notte al 1°piano. Riscal-
ormai nota del Long Island… Ma c’è anche chi azzarda esperimenti raccapriccianti damento autonomo. Nessuna spesa condominiale. Possibile
sbandierandone la paternità: “L’ho inventato io. Coca-sambuca”. E mentre qualcuno ampliamento con bilocale adiacente di mq.75 ca per realiz-
zare un’unica grande soluzione. A pochi passi terreno di 150
investe cinque euro per mettersi in testa un sombrero variopinto, ragazzi provenienti mq. Per vari utilizzi, anche parcheggio.
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stico: “Veniamo sempre qui quando c’è da festeggiare qualcosa. Questo è il Centro città. Palazzo del 500:
posto ideale per cuccare…”. La giostra continua a girare finché inizia- scalinata, posto auto, cantina
no i primi segnali di cedimento e qualcuno inizia ad accasciarsi Dedicarsi ad una ristrutturazione può essere un’esperienza
sulle panchine. È ora di andare, ma non prima dell’ultimo gratificante ma richiede tempo, molto tempo, dedizione e,
perché no, esperienza. Recentissima ristrutturazione che ha
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asini… E il paese dei balocchi chiude i bat- chitetto giovane con idee moderne e con soluzioni innova-
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62

F INO AI TRENTA 63

FACCIO COSE...
Ce l’abbiamo fatta, a questo punto mi metto comodo (in pie-
di) e sento inavvertitamente alcuni discorsi di un paio di
ragazzine che avranno al massimo vent’anni e che stan-

VEDO GENTE...
no sparlando di una loro amica che a quanto pare se n’è
appena andata.
“… Hai visto com’era vestita? Dai, quella gonna andava
l’anno scorso.. mi chiedo come possa trovare il coraggio
di uscire di casa ancora conciata in quel modo…”.
“Dio quanto hai ragione, mi fa sentire così a disagio
di NICOLA BENDINELLI quando è con noi.. Capisco che non si possa permettere
una borsa di Vuitton… ma almeno cercasse di stare al
passo con i trend stagionali…”.
Le guardo un po’

+
opo aver divorato una piadina da Mec, schifato e mi convinco che il rossore
impasto soffice con culatello e che è comparso sulle loro guance di-
squacquerone e aver dato
un’ultima occhiata alle
“Forse siamo tutti penda dalla vergogna nell’accorgersi
di aver fatto quei ragionamenti. Pur-
ragazze “pettinatissime” che po-
polano la zona decidiamo di muo-
schiavi di un modo di troppo sono certo che è ancora l’im-

verci ancora a piedi e ci spostiamo
alla Fabbrica del Cacao. Questo lo-
cale fino a pochi mesi fa era un circolo Uisp o Arci o non
so nemmeno cos’altro e non lo frequentavamo mai...
Penso che l’idea di dover tesserarsi ad un’associazione
per frequentare un bar sia anticostituzionale!!! Ora
Spero che stasera lavori la Vulez, con i suoi abi-
la Fabbrica ha cambiato gestione ed è semplice bar e da
tini anni ’60-’70 che mi fanno impazzire. Per
qualche mese passo volentieri.
chi non c’è mai stato questo bar ti accoglie come
il soggiorno di casa, l’atmosfera è molto calda e
rilassante e tutte le volte che ci passo mi ritrovo
con in mano un bicchiere di qualcosa da “adul-
to”: un amaro, un cognac aromatizzato o cose del
genere. Non sono mai stato un amante di certi tipi
di alcolici, ma lì non riesco a fare a meno di pren-
uscire e divertirci”. barazzo procurato dalla loro amica
non modaiola e che loro sono sicure
di essere dalla parte della ragione.
Apprezzo sempre più la mia attuale
Il senso di quello che dicono è molto
condizione di single che mi consen-
semplice: “Perché aspettare il secon-
te di non ascoltare in continuazione
do appuntamento, tanto non ho voglia
certi discorsi! Quando sto finendo il
di farmi il moroso e voglio divertirmi
mio drink sono attirato ancora più di
solo un po’, quindi non aspetto...”. Com-
prima da un altro loro discorso sulle
plimenti, penso tra me e me, ed eccomi
ultime conquiste, vorrei non sentire
a proporre a gran voce un altro brin-
le loro parole perché di certo saranno
disi per non essere uscito con alcuna
delle bestialità, ma la loro voce sguaia-
ragazza negli ultimi mesi. E senza nes-
ta arriva ben oltre la soglia della pos-
suna intenzione di essere ironico.
sibile indifferenza e la diatriba verte
sulla possibilità di fare sesso al primo

+
derli, poi mi siedo su uno dei divani, ci sprofondo e appuntamento.
gioco con discorsi da grandi… la crisi economica
“Mi ritrovo con in internazionale, la crisi degli ideali, i problemi che
affliggono il nostro paese… tutti argomenti che al-
È il momento di trasferirci al DLQ per ballare
e mai ho accolto così volentieri l’idea di allontanarmi da
mano un bicchiere di trove non fan parte delle nostre conversazioni. delle ragazze così carine. Il DLQ è un altro dei locali in cui

qualcosa da “adulto”,
poi gioco con discorsi
da grandi”.
Nel gruppo di persone con cui esco abitualmente sono quello che si occupa quasi sempre
di organizzare uscite, cene, feste e che ha sempre qualcosa da proporre, quindi tutti tra
una chiacchiera e l’altra stanno aspettando le mie idee sul dove andare a terminare la
serata. Stasera non ho grandi idee, il tempo mi fa pensare solo al mio letto e vorrei
tuffarmici in questo preciso istante, ma è venerdì sera e rifiuto categoricamente
il ritorno a casa prima di un orario fuori dal comune, propongo così di pren-
dere un’altra cosa da bere e stare qui ancora mezz’ora per poi andare al DLQ
a ballare… Proposta chiaramente accettata anche se al posto di bere qui alla
Fabbrica proviamo a passare da Viselli per uno Champagnone di preparazio-
ne alla disco. Solitamente a quest’ora è già chiuso ma forse saremo fortunati.
Ecco che arriviamo e la serranda è per metà abbassata, giusto lo spazio per met-
tere dentro la testa e implorare cinque “champa” al volo…
vado spesso, è gestito da alcuni ragazzi che studiavano con
me ad ingegneria ed è sempre un piacere passare a salutarli.
Sfido chiunque ad andarci una sera e ad uscire senza conosce-
re tutti i baristi, è impossibile non scambiare due battute mentre si
prende da bere ed è ancora più difficile rifiutare lo “shottino” che di soli-
to offrono. Sono felice di aver lasciato l’auto da tutt’altra parte e stasera ri-
uscirò a godermi in pace la musica e soprattutto quel momento di dance anni
’90 che metteranno sul finire della serata. Anche qui però non capisco perché al
grido del vocalist “per tutti quelli che non si sposeranno mai” tutti impazziscono
e alzano le mani gridando di gioia… e, per inciso, il vocalist saluta pure “gli amici
di Facebook”.
Sto pensando che
forse siamo tutti schiavi di un modo di uscire e diver-
tirci. Forse era meglio andare da tutt’altra parte in mezzo a quelli che
io chiamo “Yuppies intellettuali”… anche se, nella maggior parte dei
casi, sono dei figli di papà che si vestono in modo alternativo e a modo
loro seguono altri schemi di comportamento, ma sempre senza uscire
dal “loro” seminato…

12GIUGNO
MESI
2009 12GIUGNO
MESI
2009
64

F INO AI TRENTA

Il rientro a casa si avvicina e, giunto alla mia auto, mi

accorgo che a fianco è parcheggiata una piccola utilitaria
con all’interno dei ragazzi che stanno distribuendo su un
cd delle strisce di cocaina, o qualcosa di simile… Continuo a
chiedermi non solo che senso ha farne uso ma la mia mente
razionale da ingegnere non coglie l’utilità di farlo a fine serata,
prima di andare a casa. La voglia di bussare al loro vetro per
chiederglielo, così, solo per il gusto di togliermi una curiosità è
forte, ma la ragione l’ha vinta. Mi infilo nell’auto e prendo l’etilo-
metro comprato in un grande magazzino per scoprire che stasera
ho fatto davvero il bravo: 0.22 g/l. Ok, posso davvero mettere in
moto e tornare a casa tranquillo.

Finalmente nel mio letto faccio il bilancio della serata sia dal punto di vista econo-
mico, sia dal punto di vista umano. Dal lato economico, è stata un’altra volta una
salassata e torno a casa con 40 € in meno nel portafoglio. D’altro canto stasera mi
sono davvero divertito, mi hanno fatto sentire adulto e maturo i discorsi fatti alla
Fabbrica, mi ha divertito squadrare l’abbigliamento delle persone che passavano
ad inizio serata in piazzale Arnaldo (a proposito, appena vi capita e siete in com-
pagnia, provate a guardare una persona e poi avvicinarvi all’orecchio di un vostro
amico dirgli qualcosa a caso e mettervi poi a ridere. Vedrete quella persona guardar-
si attorno imbarazzata, controllare il suo abbigliamento e la sua acconciatura e in-
fine arrossire e girarsi dall’altra parte…) e mi sono convinto sempre più che essere
single, oggigiorno può essere un vantaggio.

+ “Essere
single
oggigiorno
può essere un Ogni giorno si può accendere la televisione o connettersi ad
Internet e conoscere fatti di cronaca di tutto il mondo, dalle
vantaggio”. notizie più importante su guerre e catastrofi naturali alle no-
tizie più frivole come l’ennesima scenata di un attore famoso
che guida in stato di ebbrezza, o Kate Moss che per l’ennesima
volta afferma che vuole rivedere la figlia e si è definitivamente
disintossicata. Eppure non si conosce il nome di battesimo dei
figli dei vostri vicini di casa, non ci interessiamo della vita nella
nostra città e non ci impegniamo per migliorare i problemi che
ci circondano. Siamo ogni giorno sempre più soli, la volontà della
persone di sacrificarsi, di conoscere, di buttarsi fino in fondo in
un rapporto, sia esso d’amicizia, d’amore o di qualsiasi altra na-
tura, sta lentamente scemando. Per quale motivo dovrei iniziare
a farlo io?
O mio Dio, che discorsi sto facendo... Non è che lo 0.22 g/l era in
realtà 2.2 ed ora sto delirando? No, no, meglio spegnere la luce e
mettermi subito a dormire…
To be co
ntinued
….

12GIUGNO
MESI
2009
66

R UBRICA 67

“Essere italiani”
Sistema proporzionale
Permette di avere una corrispondenza percentuale tra i
voti ottenuti dai diversi partiti e i seggi che vengono loro
assegnati. Tale sistema serve a tutelare le minoranze a cui
viene così garantita una rappresentanza. Elemento ca-
a cura di Ilenia Pachera
ratterizzante del sistema proporzionale è l’assegnazione
dei seggi in circoscrizioni elettorali plurinominali, suddivi-
dendoli fra le varie liste in proporzione ai voti ottenuti. Si
presenta quindi come un sistema elettorale basato sulla
democraticità e rappresentatività in quanto permette di
fotografare la situazione reale del Paese. Aspetto posi-
tivo, quindi, che salta subito all’occhio è la possibilità di
una rappresentanza parlamentare che rifletta in maniera
meno distorta possibile la reale situazione politica di un
paese, con una significativa tutela delle minoranze. Qua-
lora i partiti siano notevolmente frazionati, però, il propor-
zionale riflette questo frazionamento reale in parlamento
e la formazione di un governo richiede coalizioni che uni-
scano più partiti, con conseguente forte instabilità.

I sistemi elettorali
Sistema maggioritario
Oggigiorno il sistema maggioritario è basato su un col- sostengono la democraticità in quanto, spingendo i partiti

C
on l’espressione “siste-
mi elettorali” ci si riferi-
sce a quel complesso di
regole e combinazione
di varie procedure che mirano a con-
sentire l’efficace traduzione dei voti
espressi dal popolo in seggi e cariche.
I sistemi principali di elezione sono
quello proporzionale e il maggiorita-
rio.
legio uninominale che viene assegnato a colui che vince
l’elezione in quella sfida (sistema uninominale); in passato,
invece, non era infrequente la sua applicazione utilizzando
collegi plurinominali, poi aboliti perché distorcenti la rap-
presentanza politica in una maniera intollerabile per un or-
dinamento democratico. Nel sistema maggioritario si dà
spazio a un aspetto di governabilità: i suoi sostenitori ne
Legge n 270/2005
La legge nº 270 del 21 dicembre 2005 è l’attuale legge
elettorale italiana, scritta principalmente dal ministro Ro-
berto Calderoli. Sostituì le leggi 276 e 277 del 1993 (c.d.
Mattarellum), introducendo un sistema quasi totalmen-
te differente. Fu approvata con i voti dell’allora maggio-
ranza parlamentare, senza il consenso dell’opposizione
che la criticò duramente. Ha modificato il precedente
meccanismo misto, per 3/4 a ripartizione maggioritaria
dei seggi, in favore di un sistema proporzionale corret-
to, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezio-
ne di più parlamentari contemporaneamente in collegi
estesi, senza possibilità di indicare preferenze. La legge
si può considerare in controtendenza con l’esito del re-
ferendum del 18 aprile 1993, il quale, con un consenso
dell’82,7% dei voti e un’affluenza del 77%, portòall’abro-
a presentarsi agli elettori riuniti in coalizioni, permette ai
cittadini una sorta di “elezione diretta” della maggioranza,
e di conseguenza del governo. Nei sistemi elettorali mag-
gioritari, infatti, solitamente le coalizioni sono guidate da
subito da un leader presentato agli elettori che potranno,
votando i suoi partiti, elevarlo direttamente alla presidenza
del nuovo governo.
gazione di alcuni articoli della vecchia normativa eletto-
rale proporzionale del Senato, configurando un sistema
maggioritario, delineato in seguito dalle leggi 276 (per
il Senato) e 277 (per la Camera, nota anche come legge
Mattarella) del 4 agosto 1993. Il sistema introdotto dalla
legge 270 è completamente nuovo, anche se il premio
di maggioranza per la coalizione vincente alla Camera
(un vero e proprio unicum nel contesto europeo) era già
apparso in due leggi elettorali italiane del passato: la
legge Acerbo del 1923 e la cosiddetta “legge truffa”
del 1953. Si è votato con questa legge alle elezioni del
2006, e del 2008. Su di essa sono pendenti 3 referendum
abrogativi, inizialmente fissati per il 18 maggio 2008, poi
rimandati al 2009 per lo scioglimento anticipato delle
Camere, avvenuto il 6 febbraio 2008.

La situazione italiana
La situazione italiana è complessa e differenziata
a seconda del tipo di elezione. Il sistema propor-
zionale puro, in auge per tutte le elezioni italiane
prima del 1993, è ancora usato per le elezioni del
Parlamento europeo, basandosi su cinque circo-
scrizioni interregionali più una circoscrizione na-
zionale per il recupero dei resti. Anche i restanti
appuntamenti elettorali si svolgono sulla base di
sistemi elettorali proporzionali, ma significativa-
mente corretti con premi di maggioranza varia-
mente assegnati.
La nostra Costituzione…
Art. 4
riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni
che rendano effettivo questo diritto.
Art. 5
riconosce e promuove le autonomie locali, attua il più ampio decen-
tramento amministrativo, adegua i principi e i metodi della legislazio-
ne alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Art. 6
tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

12GIUGNO
MESI
2009
68
C ULTURA
Chi sono VITA DA CONVITTO,
i veri populisti?
di ALESSANDRO CHIZZONI
P
opulismo è un termine che
apparentemente suona abba-
stanza familiare ma al quale
pochi sanno dare un significato
preciso. Diremo quindi che esiste un vero
populismo (in russo “narodnicestvo”) e
un falso populismo. Il primo fu un movi-
mento intellettuale, sociologico e perfino
artistico-letterario che si sviluppò alla fine
dell’Ottocento in Russia, allo scopo di ri-
sollevare dalla miseria i contadini che rap-
presentavano allora la maggioranza della
popolazione. Molte correnti di pensiero
lo animarono; c’erano i cosiddetti “socio-
logisti”, i “positivisti agrari”, i nobili pe-
nitenti”, che “andavano verso il popolo”
(inteso, come “popolo dei contadini”)
con un atteggiamento quasi mistico onde
riscattare i propri privilegi, c’erano i bom-
baroli rivoluzionari di “Zemlia i Volia”
(terra e libertà) e “Cerni Peredel” (la di-
stribuzione nera) che ogni tanto facevano
saltare qualche ministro dello zar, c’erano
anche alcuni intellettuali pseudo-marxisti.
Peraltro, il populismo russo restò fino alla
fine contrario alle tesi del bolscevismo,
non ritenendo né necessario né ovvio
né auspicabile che una società agraria si
trasformasse in capitalistica essendo co-
stituita principalmente da piccoli se non
piccolissimi proprietari. Nonostante tut-
to però il populismo ebbe scarso seguito
nelle masse rurali, causa la rigida tutela
sociale e politica sotto cui vivevano i con-
tadini, spesso analfabeti, durante l’Impero
zarista.
E successivamente non furono mai dalla
parte nemmeno del comunismo: la collet-
tivizzazione portata avanti da Stalin, causò
una spaventosa carestia che in poco tempo
12GIUGNO
MESI
2009
Piccola storia di uno dei termini
abusati dalla politica.
causò la morte di milioni di contadini e la
desertificazione delle campagne. Solo il
populismo russo può contare nelle sue file
ideologi della portata di Michael Bakunin
o Nikolai Michajlovskij. Solo il populismo
russo (con le sue filiazioni serbe, bulga-
re, romene e slovacche) si autodefinì con
questo nome, a differenza dei cosiddetti
populismi successivi che nulla avevano
da spartire con il problema agrario e sono
stati così denominati da intellettuali dota-
ti di una fantasia fervida ma limitata. Guy
Hermet arrivò addirittura a pubblicare
un “Atlante del Populismo”, e perfino un
raffinato studioso della storia delle dottri-
ne politiche, come Marco Tarchi, non ha
resistito alla tentazione di scrivere una sua
storia del “populismo” italiano. Negli anni
personaggi come Rousseau, Fichte, Her-
der, Kemal, Venizelos, Zapata, Amado,
Fujimori, Boulanger, Poujade, DeGaulle,
Pilsudski, Vargas, furono definiti “popu-
listi”, ma mai proclamatisi tali, ed ancora
Lec Walesa, Fidel Castro prima di diven-
tare comunista, Mussolini prima di diven-
tare fascista, Masaniello prima di diventare
pazzo, Chavez prima di diventare amico di
Fidel Castro, gli americani Long, Perot,
Wallace, Schwarzenegger, per non citare
recentemente altri celebri italiani, ricor-
diamo che persino il povero Pasolini, quan-
do dopo gli scontri tra studenti e polizia a
Valle Giulia disse che si sentiva più vicino
ai poliziotti perché erano lavoratori figli
del popolo, si sentì dare del “populista”.
Questi esempi dimostrano quanto poco
chiaro e confuso sia oggi il significato at-
tribuito alla parola populista. Un affettuo-
so pensiero post-scriptum va alla Polonia
che, seguendo questo umoristico elenco,
ebbe un lungo governo “populista” con il
generale Pilsudski, prima della lunga era
comunista, e, una volta riconquistata la de-
mocrazia, fu governata nuovamente da un
presidente populista, Lech Walesa, amico
di un altro famoso polacco divenuto Papa.
Pensandoci bene, anche lui sicuramente
almeno un pochino populista.
MI HAI CONVINTO
di ALESSANDRA CASCIO
A
ngelo è uno studente
fuorisede che ha scelto di
vivere l’università in un
contesto particolare che è
quello del convitto. Nel suo caso si tratta
della Famiglia Universitaria “Rinaldini-
Bevilacqua”, un convitto maschile ad
ispirazione cattolica.
“La vita nella
residenza è molto
bella, si hanno
continui spunti
per crescere senza
nulla togliere al
divertimento”.
Perché hai scelto di vivere in città in
una residenza universitaria e non in
appartamento?
“La scelta è stata dettata da motivi di
convenienza, non solo economica. A un
prezzo in linea, se non minore, rispetto
agli appartamenti, sono compresi: la
pulizia giornaliera delle camere e dei
locali comuni, quattro pc e un servizio
internet, una biblioteca, una chiesa, due
aule studio, due cucine, una palestra,
un campo da calcio, un parcheggio per
auto, le spese per forniture di corrente,
acqua e metano”.
Perché non hai optato per la vita da
pendolare?
“Abito a settanta chilometri da Brescia
e pensare di farli all’andata e al ritorno
ogni giorno, col traffico di oggi, non
era sostenibile; anche il treno avrebbe
comportato tre, quattro ore al giorno tra
viaggio e spostamenti connessi”.
1 10 E LODE 69
LA SCHEDA
Il fatto di dover rispettare
delle regole ti fa sentire Nome: Angelo
limitato? Cognome: Tosana
“Noi universitari siamo
Età: 21 anni
fortunati, non abbiamo un
orario di rientro, non c’è Facoltà: Economia e Commercio
portineria, né un control-
lore, tutti hanno le chiavi nitori o integri con lavoretti?
d’entrata. Grazie a un meccanismo or- “Lavoro per libera scelta, sia perché mi
mai rodato di controllo interno, gli stu- piace e perché mi serve come distrazio-
denti più anziani si controllano fra loro e ne dagli impegni universitari sia per pe-
controllano le matricole”. sare meno sul bilancio familiare. Faccio
Com’è la vita nelle residenze? È simi- il barista una decina di serate al mese, un
le a quella dei campus americani? orario che mi permette di non saltare le-
“È molto bella, si hanno continui spunti zioni e impegni in convitto. Per quanto
per crescere senza nulla togliere al diver- riguarda i costi legati all’università, mi
timento. A differenza dei campus, da noi bastano i soldi che mi danno i miei geni-
le residenze e le università sono due enti
distinti, ma qualche comunanza c’è. An-
che qui vengono organizzati momenti di “Prima di acquistare
aggregazione: incontri culturali, torneo qualcosa mi chiedo se
interno di calcio, con a volte partite con
altri convitti, cene comunitarie interne e la spesa in questione
con altri convitti (femminili), e, a mag-
gio, la “Festa di primavera” il cui ricava-
è realmente
to va interamente in beneficenza”. necessaria o se è un
Esiste veramente una scala gerarchica
all’interno del convitto? Mi è capita- capriccio”.
to di sentire parlare di scherzi niente
male... tori, anzi, quando posso, uso i miei”.
“Riferendomi alla mia esperienza posso La crisi che il nostro paese sta attra-
dire che, dal punto di vista gerarchico, versando ti costringe a delle rinunce?
il convitto è organizzato per anni di in- “Per ora non mi costringe a cambia-
gresso. Tutto quello che facciamo ai re stile e qualità di vita, un po’ perché
nuovi entrati ha lo scopo di insegnar neanche prima mi concedevo lussi par-
loro qualcosa. Uno scherzo è quello del- ticolari, ma anche perché lavorando rie-
la “cena di immatricolazione” in cui le sco a contribuire al mio mantenimento.
matricole devono divertire i più grandi Ovvio che la crisi, e soprattutto l’insicu-
con uno spettacolino che può essere un rezza verso il futuro, influisce psicologi-
gioco, un’esibizione canora, una recita: camente sui miei comportamenti, così
l’importante è che diverta i più ‘anziani’ prima di acquistare qualcosa mi chiedo,
”. una volta in più del solito, se la spesa in
Come gestisci la tua “economia”? Ti questione è realmente necessaria o se è
bastano i soldi che ti danno i tuoi ge- un “capriccio’ ”.
12GIUGNO
MESI
2009
 R
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posto sc
rganizz
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’Univers vacanze rossa o la nera (senza esagerare, mi raccomando!)? Beh, se
una persone, dall’altra viene a mancare l’ar- corrispondente alle proprie attitudini psi- nomeno di massa completamente non
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Scrivi a: redazione@dodicimesi.com 12GIUGNO
MESI
2009
 74 75

12 MESI
si presenta
Paola Vilardi con Alessandro Cheula.
Da sinistra, Roberto Barucco, direttore re-
sponsabile di 12mesi, il sindaco di Brescia e
Giorgio Costa, presidente di Sale’s Solutions.
L’assessore ai Lavori

V
i proponiamo alcuni flash dell’inaugurazione del 4 maggio scorso, giorno Pubblici del Comune di
Brescia Mario Labola-
in cui abbiamo presentato la nostra rivista al Teatro del Quadriportico, in ni con Daniele Buizza.
Piazza Vittoria a Brescia.
Non era possibile, per motivi di spazio, riportare tutti i partecipanti, che Giuliano Campana, presidente
sono stati davvero numerosissimi, e ci scusiamo per eventuali mancanze, certamente Collegio Costruttori Edili, con
non volute. A tutti, indistintamente, rivolgiamo il nostro più sincero e caloroso ringra- Marco Medeghini, amministra-
tore delegato di Sintesi spa.
ziamento. Con l’augurio di potere continuare a contare sulla vostra attenzione.

La Redazione

On. Viviana Beccalossi, segretario provin-

ciale del PDL di Brescia, con Ettore Isac- Salvatore D’Erasmo con il sinda-
chini, presidente dell’Aler. Redazione co di Brescia, on. Adriano Paroli.

Giovanni Lodrini e Francesca Bazoli.

MESI
Riccardo Maffei e Omar Bonomelli.

Carlo Massoletti, pre-

sidente Ascom di Bre-
scia, con Anna Maria
Gandolfi.
La sala del Teatro Quadripor-
tico durante la presentazione
del nostro mensile 12mesi.
Tra i presenti in prima fila gli assesso-
ri del Comune di Brescia Andrea Ar-
cai, Maurizio Margaroli e Paola Vilardi.

Dott. Francesco Rastrelli, presidente dell’Ordine dei

Farmacisti della Provincia di Brescia, dott.ssa Clara
Mottinelli, vice presidente dell’Associazione Titolari
di Farmacia, e Luigi Cavalieri, direttore di ATF.

12GIUGNO
MESI
2009 12GIUGNO
MESI
2009
È uscita la rivista Q UI E LÀ

l à
77

per il tuo benessere! Q U I & Notte bianca, migliaia di presenze e grande

entusiasmo per un evento di successo
“E per fortuna che ha piovuto! La marea umana era
impressionante”. Mario Labolani, assessore ai Lavori
Pubblici del Comune di Brescia e Maurizio Margaro-
li, assessore al Commercio, commentano il successo
per la prima Notte Bianca della 1000 Miglia, andata
in scena sabato 9 maggio. “Sembrava di essere alla
Fiera di San Faustino, e i dati di Brescia Mobilità lo
confermano: parcheggi del centro occupati al 100%,
ristoratori costretti a un secondo e un terzo turno,

BresciaFarmacia a Futura
FuturFutura
musei presi d’assalto, con 2.500 presenze registrate

Farmacia
solo alla Queriniana. Siamo più che soddisfatti – con-

acia
Brescia
cludono gli Assessori – la collaborazione con Brescia

BresciaFarm
L AR I V I S T A
Musei e il dott. Cesoli è stata determinante. Un evento
D E L L E F A R M A C I E
incl
B
usa) IV - N° 3 . R E S C I A N E
Anno IV - N° 3 . 2009
assolutamente da ripetere. Basta volere e la gente tor-
L A R I V I S T A D E L L E F A R M A C I E
I A N E Anno IV - N°
3 . 200
A No (IVA
B R E S 9C - I1 eur E Anno 2009 - 1 euro (IVA inclusa) - 1 euro (IVA inclusa) na ad affollare il nostro meraviglioso centro storico”.
B R E S C
C I E
F A R M A
A D E L L E
L A R I V I S T

Ambra AAngiolini
mbra Angiolini
br a A ngio nieucemia: te
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A m "Leucemia: mo..." le suoniamo..."
le suteonleiasuoniamo..."
"LeucemiaSu: te
ccesso del “Progetto
Cuor e”
Successo del “Progetto Cuore”
re ” G R ATIS GRATIS GRATIS
ARTIGIANI IN VETRINA
g e ttL’i
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mp u o
or ta nz a dell’attivitnàel fisieica nelle Dimensione Artigianato, la manifestazione dedicata ai mestieri
del “Pro
Successo L’importanza dell’attività fisica
l
ac
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cie nelle antichi e moderni, giunta alla terza edizione (9-10 maggio),
fi si ca farm farma farmacie quest’anno si è spostata in Piazza Tebaldo Brusato, nel cuore
d e ll ’a Al
tt iv à
so
it le senza rischi
nza cittadino, allestita per l’evento a padiglione espositivo con luci
L’importaAl sole senza rischi e scenografie spettacolari, in concomitanza con la Notte Bianca

E’ gratuita!
rischi promossa dal Comune di Brescia.
Al sole senza
I MUSICISTI BRESCIANI IN CONCERTO PER “SMAil”
7 giugno 2009 - Francesco Renga, Fabio Volo,
Fausto Leali, Luisa Corna, Omar Pedrini, L’Aura,
Riccardo Maffoni, Charlie Cinelli e, quasi certa-
mente, Jury Magliolo (X Factor): saliranno tutti
sullo stesso palco, accompagnati dalla Omnia Or-
chestra del maestro Bruno Santori e presentati
da Ambra Angiolini, con l’aiuto di Franco Zanet-
ti. L’evento si terrà domenica 7 giugno, in Piazza
Duomo, alle 21. Tutti gli incassi (il biglietto costa

Richiedila nella tua farmacia

20 euro) saranno devoluti all’Ail (Associazione
italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma).

12GIUGNO
MESI
2009
 78

Q UI E LÀ

MILLE MIGLIA: VINCE UN BRESCIANO

14-16 maggio 2009 – Anche quest’anno appassionati e
fotografi da tutto il mondo hanno potuto ammirare le sto-
riche auto delle Mille Miglia e il loro tradizionale percorso
Brescia-Roma a/r. Il giorno della partenza tanta la gente
2009
presente in viale Venezia, ma anche in Piazza Tebaldo
Brusato, Corso Zanardelli e Piazza Loggia. Un po’ meno sulle
tribune, per la prima volta a pagamento. Dopo 12 anni, la
vittoria è stata conquistata da un bresciano, l’imprenditore
di Roncadelle Bruno Ferrari, che, con il figlio Carlo, era alla
guida di una Bugatti T 37 del 1927.

PRESENTATO IL
“DIARIO PER UNA VITA MIGLIORE”
21 aprile 2009 - Al Teatro
Alberti di Desenzano gremito di
giovanissime scolaresche è stato
presentato il “Diario per una vita
migliore”, a una rappresentanza di
circa 500 bambini , alla presenza di
Francesco Facchinetti, conduttore
della trasmissione XFactor, e
Leonardo Binchi, atleta del team
“Brixia Leonessa” di Pallanuoto
che ha partecipato alle Olimpiadi di
WEEK-END DELLA MODA PRIMAVERA 2009 Pechino del 2008.
25 aprile 2009 - L’evento Modamood è stato un susseguirsi di sfilate a ripe-
tizione alternate da un ricco buffet, presso il Nuovo Teatro Quadriportico, nel
centro storico di Brescia in Piazza Vittoria. La prestigiosa manifestazione si
è protratto per tutto il week-end del 25 e 26 aprile.

IL PIANISTA LANG LANG A BRESCIA

3 maggio 2009 - Celebrato da molti
come uno dei migliori pianisti della
sua generazione, Lang Lang ha tenu-
to un memorabile concerto al Teatro
Grande. Nel programma della serata,
opere di Schubert, Bartòk, Debussy,
Chopin, e la consegna del Premio
Arturo Benedetti Michelangeli 2009
al giovane pianista cinese (appena
26 anni).

F D S

12GIUGNO
MESI
2009
80

T EMPO LIBERO

I NDAGINE 81

VISTI AL CINEMA CIÒ CHE RESTA DELLA

GIORNATA TIPO
di elizabeth bertoli

TWILIGHT
Regia: Catherine
Hardwicke di FRANCESCO BENATTI

NATALE A RIO
Regia: Neri Parenti
Cast: Christian De
Sica, Fabio De Luigi,
Michelle Hunziker,
Massimo Ghini
Genere: Commedia
Filmauro Italia 2008
Uscita noleggio: 18
marzo 2009
Trama: commedia
degli equivoci in cui si
incrociano due episodi distinti. Due avvocati molto diversi
tra loro decidono di andare in vacanza a Rio all’insaputa
di tutti… Peccato che mogli e figli abbiano avuto la stessa
idea… Nel secondo episodio Fabio è segretamente
innamorato di Linda, e deve fingere di essere il suo
fidanzato…
PROMOSSO
Paolo, 33 anni, agente finanziario: “È divertente, meno
demenziale rispetto a quelli precedenti”.
Federico, 31 anni, impiegato: “È abbastanza diverten-
te, forse il meno scontato della serie”.
Giulio, 25 anni, studente: “È meno trash di quelli pre-
cedenti, senza Boldi i film sono migliorati”.
Alessandro, 41 anni, impiegato: “Le gag sono un po’
scontate, però è un buon modo per trascorrere in
piacevolmente un paio d’ore”.
BOCCIATO
Luciano, 43 anni, fornaio: “È il solito cinepanettone…”.
Giuseppe, 34 anni, impiegato: “Noioso, comicità trita
e ritrita...”.
Francesca, 28 anni, commessa: “L’ho visto solo per
curiosità, devo dire che è proprio brutto…”.
Marta, 32 anni, impiegata: “È volgare e un po’ sconta-
to come gli altri della serie…”.
Tommaso, 38 anni, commercialista: “Dovrebbero
cambiare la formula, ormai sono scontati, non fanno
più ridere”.
Cast: Robert Pattinson,
Kristen Stewart, Taylor
Lautner, Billy Burke,
Peter Facinelli
Genere: fantastico
Eagle Pictures Usa 2008
Uscita noleggio: 25 marzo 2009
Trama: Quando sua madre si risposa, Bella decide di
andare a vivere nella piovosa cittadina di Forks assieme
al padre. Nel nuovo liceo conosce Edward Cullen, un
ragazzo schivo che nasconde un segreto condiviso dalla
sua famiglia: i Cullen sono infatti vampiri, che però
hanno scelto di non bere sangue umano, e di vivere
come persone “normali”… Tratto dall’omonimo best
seller di Stephanie Meyer.
PROMOSSO
Alexandra, 20 anni, studentessa: “Il film è molto bello,
la sua romantica storia d’amore fa sognare!”.
Giulia e Federica,13 anni,studentesse: “È bellissimo,
soprattutto l’attore che interpreta Edward!”.
Gianluca, 43 anni, infermiere: “ È interessante, finalmen-
te una storia diversa dal solito che abbia un senso...”.
Matteo, 26 anni, grafico pubblicitario: “È un buon film,
la trama è originale e la colonna sonora è molto bella”.
Francesco, 43 anni, operaio: “La trama è piacevole,
peccato gli effetti speciali poco curati”.
Silvia, 23 anni, studentessa: “È molto fedele al libro, la
storia e Edward sono bellissimi!”.
Francesca, 26 anni, consulente: “Segue molto il libro, la
storia è originale ed emozionante!”.
BOCCIATO
Mirko, 25 anni, autista: “L’ho trovato mediocre, troppo
incentrato sulla storia d’amore, gli effetti speciali sono
poco curati”.
Claudio, 25 anni, bancario: “La trama è prevedibile, e
gli effetti speciali non sono all’altezza”.
Matteo, 28 anni, tecnico televisivo: “Non mi è piaciuto,
un film sdolcinato…”.
Chiara, 36, restauratrice: “Il libro è più bello, però han-
no curato molto i personaggi nei particolari”.
I
l concetto di giornata tipo sta gior parte di loro devono vivere da equi- nonostante le difficoltà, tiene duro per
svanendo… Il meccanico in- libristi sul filo di contratti che lasciano praticare la professione che ama. Il primo
cedere della quotidianità del obiettivo, infatti, è tornare a casa felici e
ragionier Ugo Fantozzi, infatti,
qualcuno ci riesce. Per esserlo, spesso, è
non ha nulla a che vedere con i ritmi di necessario tenere un piede in tre scarpe
vita dei giovani bresciani di oggi che, tra “Fortunatamente o fare i salti mortali, ma il detto “chi non
università e lavoro, iniziano a spiccare il questa generazione risica non rosica” è diventato una sorta
volo. Nell’epoca della flessibilità e della di inno generazionale. Intanto la preci-
globalizzazione, infatti, i ritmi giornalie- di precari ha sione svizzera degli orologi giornalieri è
ri cambiano forma e significato. Colazio- cosa d’altri tempi e nell’era della flessi-
ne e pranzo restano momenti sacri, ma una grande forza bilità il lavoro finisce per rosicchiare le
la sequenza sveglia-caffè-barba-bidet- interiore”. “sacre” ore serali. Solo il rombo dell’au-
tram e cartellino di fantozziana memoria to sancisce l’inizio della fase relax e del
è tutta da rivedere. in bilico il loro avvenire? Quel velo di tempo libero. Poi, in un attimo, scocca
pessimismo diventa preoccupazione la mezzanotte e le persiane iniziano a
GENERAZIONE “P”: quando Mario si rende conto che sono chiudersi. A quell’ora, spesso, Mario è
POCHI SOLDI E CERTEZZE davvero pochi i giovani soddisfatti dello ancora sveglio a sottolineare l’ennesimo
MA TANTA PASSIONE stipendio che percepiscono e che fini- libro. Le palpebre iniziano a pesare,
La giornata del giovane Mario Rossi scono per ricorrere al “doppio lavoro”. ma non ha importanza. Scalare le mon-
inizia di buon’ora, ma senza sveglia. Fortunatamente questa generazione di tagne della generazione “p” non può
Quando i primi raggi di sole attraver- precari ha una grande forza interiore e, fare più paura della morte di un sogno.
sano le fessure della persiana balza, giù
dal letto e dopo l’immancabile colazio-
ne è pronto a vivere un nuovo giorno,
comune a tanti suoi coetanei bresciani.
Mario è uno studente universitario che
aspira a un futuro di livello. Intanto,
tra una lezione e l’altra, racimola qual-
che euro cimentandosi in quei lavoretti
saltuari tipicamente universitari. Tra i
suoi amici ci sono altri studenti, ma an-
che lavoratori occupati, soprattutto nel
settore impiegatizio, nel sociale e nel
commercio. C’è anche qualche opera-
io, sebbene i lavori manuali siano ormai
appannaggio di persone sprovviste di
diploma e immigrati. Le ambizioni di
Mario si scontrano spesso con il crudo
realismo di chi è già immerso nel mon-
do del lavoro. Scambiando confidenze e
pareri con gli amici, infatti, non riesce a
scostare quel velo di pessimismo che gli
attraversa il cuore. È mai possibile che
tanti ragazzi siano costretti a fare lavori
che non hanno nulla a che vedere con il
loro indirizzo di studi? E perché la mag-

12GIUGNO
MESI
2009 12GIUGNO
MESI
2009
82
I NDAGINE
&
COSA PENSANO DEL TEMPO LIBERO
SILVIA ADAMO
CHATO BERARDI
Se pensi al tuo tempo libero a quale
attività lo associ?
Silvia: “Uscire con gli amici è la prima
cosa che mi viene in mente”.
Chato: “Fare sport e trascorrere serate
in compagnia di amici”.
Quali sono i luoghi principali del tuo
tempo libero? In casa davanti a com-
puter e tv o fuori con gli amici?
Silvia: “Mi piace guardare la tv ma prefe-
risco uscire di casa. Non importa dove si
va, basta trovarsi e stare in gruppo”.
Chato: “Assolutamente fuori con gli
amici e qualche volta in casa, ma sempre
insieme a loro”.
Che incidenza ha l’aspetto economico
L’INDAGINE
La nostra indagine sulla giornata
tipo dei giovani bresciani ha coin-
volto ragazzi e ragazze di età com-
presa tra i 18 e i 30 anni. Abbiamo
cercato di scoprire i ritmi della loro
quotidianità facendo sfumare il
discorso nell’ambito lavorativo,
con accenni alla professione pra-
ticata e al grado di soddisfazione
in termini di passione e stipendio.
Nei prossimi numeri approfondi-
remo il discorso illuminando tutte
le sfaccettature del mondo del la-
voro, senza tralasciare la sfera del
tempo libero, che ci condurrà nei
meandri della vita notturna, dello
sport e degli hobbies: quei carica
batterie attivati nei ritagli di tempo
e nei week-end.
12GIUGNO
MESI
2009
nelle attività del tuo tempo libero?
Silvia: ”Praticamente nulla, anche per-
chè non sono una grande bevitrice.
Preferisco concedermi un frappé o un
gelato di tanto in tanto”.
Chato: “Spendo per la palestra e nelle
serate in giro per locali, ma nella nostra
compagnia ci si diverte con poco”.
Monopoli, risiko, pincanello ti dico-
no ancora qualcosa o ci sono solo in-
ternet e playstation?
Silvia: “Sembrerà strano ma quei giochi
in scatola tengono duro di fronte alle
nuove tecnologie. Io li preferisco”.
Chato: “Io e la playstation abbiamo un
feeling particolare e spesso organizzo
GIORNATA TIPO
A che ora ti svegli?
Ora precisa 62,5%
Alle sette 36%
Alle sette e mezza 21,5%
Alle otto 28,5%
Alle nove 14%
Non ho orari 37,5%
Fai colazione?
Sì 88%
No 12%
A casa 86%
Dove capita 14%
tornei con gli amici, ma nonostante ci si
diverta molto i giochi di società sono an-
cora i migliori perché permettono di so-
cializzare nel vero senso della parola”.
Quale attività vorresti approfondire
se tu avessi abbastanza tempo, denaro
o voglia per cimentarti in essa?
Silvia: “Viaggi, fotografia e sport”.
Chato: “Girare il mondo e conoscere
realtà diverse”.
Con quale mezzo vai al lavoro?
Auto 68%
Bicicletta 14%
Mezzi pubblici 11%
Motorino 3,5%
Piedi 3,5%
Dove pranzi?
A casa 48%
In mensa 21%
Al bar 10%
Al ristorante 7%
In ufficio 7%
Dove capita 7%
IL TUO PRANZO È
Veloce (mezz’ora) 37,5%
Lento (un’ora) 62,5%
83
QUANTO LAVORI MEDIAMENTE
AL GIORNO? DI SOLITO A CHE ORA VAI A
Quattro ore 23% DORMIRE?
Sei ore 9% Alle undici 14%
Sette ore 9% A mezzanotte 54%
Otto ore 23% All’una 23%
Più di otto ore 13% Alle due 9%
Dipende 23%
PROFESSIONI
A che ora termina la tua Studenti 21% SEI FELICE DI CIÒ CHE FAI?
giornata lavorativa? Impiegati 17% Si 72%
Ora precisa 46% Insegnanti, educatori 11% No 28%
Alle cinque 27% Liberi professionisti 8%
Alle sei 36% Commessi, camerieri, baristi 12% SEI SODDISFATTO DELLA TUA
Alle sette 19% Operai 13% SITUAZIONE ECONOMICA?
Altro 18% Artigiani 8% Si 31,5%
Non ho orari 54% Altro 10% No 68,5%
12GIUGNO
MESI
2009
 20
Con il Patrocinio: “beatle people for people" Rolando Giambelli

P
Beatles Day
Assessorato Cultura Comune di Brescia dedicated to George Martin
Provincia di Brescia ERSONAGGI 85
Circoscrizione Centro

1969-2009 - Abbey Road 40th Anniversary Celebration

“EL PEGOLOT”
IL VENDITORE DI TESSUTI
Commercio, costumi e cultura d’altri tempi
nel racconto di Giuseppe Milani.

di SILVIA VALENTINI

A
parlare e ritagliare scampoli di e sceso infinite volte i gradini della scala

A
“Corsetto
C
storia con l’ultimo dei Massen- per adagiare i rigidi rotoli di stoffe sugli

I
"QUADRIPORTICO"
N
DOME GNO
za Milani, classe 1935, anche scaffali, ma gli anni non hanno incurvato
A.C. Montichiari Spa
lui chiamato Giuseppe, come la sua fiera andatura o spento il suo sguar- S. Agata era una
Piazza Della VITTORIA tutti i suoi predecessori, ci staresti delle do acceso. Lino e cotone, lana, cotonino, via commerciale

G I U
ore, appoggiato ai lunghi banconi di le- nido d’ape, seta, grisaglia, taffettà, tessu-
BRESCIA che metteva in
INGRESSO LIBERO 7
gno del negozio di Corso Mameli (teatro ti da far scivolare fra le dita, trame nuo-

2009
I concerti sono offerti gratuitamente dai Beatlesiani
per promuovere l'azione di: A.I.L.
Associazione Italiana Contro le Leucemie – Linfomi e Mieloma
The Original Quarry Men da Liverpool!
dalle 10.30 alle 24.00
INFO: B.D.I.A. 030 303092
e-mail: beatlesiani@numerica.it
Più di 50 bands, ospiti a sorpresa &: www.beatlesiani.com
Rod Davis - Len Garry - Colin Hanton - John Lowe
di tagli e ritagli con forbici su metri di le- ve, di stoffa vergine, appena uscita dalla comunicazione il
gno spesso e consumato), protetto dagli
alti scaffali pieni di stoffe di ogni genere,
fabbrica o dal telaio, imbevute di colori,
sono il suo patrimonio di conoscenza. nord e il sud, con
tipo e colore. Le persone entrano e lo sa-
lutano come se fosse uno di famiglia e si
Sessant’anni al servizio di un numero
imprecisato di clienti che si susseguono
una clientela solo di
apprestano a chiedere consiglio, tastare per generazioni, tutti registrati nel Libro provincia”.
e accarezzare le tele srotolate dal figlio
Giorgio, primo di tre figli maschi, unico a
scegliere di continuare il lavoro del padre
dei Conti. Volti di persone, servite con

I 4 fantastici musicisti che hanno suonato con John Lennon e i Beatles prima dei Beatles! e dei suoi avi. IL NEGOZIO STORICO
Festival delle Beatle Bands - Premio Vi d'oro Vigasio Sono più di sessant’anni che Giuseppe
909 - Abbey Road - Abracadabra - Agua - Aria di Beatles - Back to The Beatles - Back To The Cavern - Beat Barons - Beat Brothers - Beatalks - Beatland - Beatles Juice Milani vive in questo magico luogo, fra i Il riconoscimento di “negozio sto-
Beatlesianna - Beatlesjuice - BeaTops - Beatres - Cafe Nero - Covers - Cover Garden - Feedback - Fourback - Fourbeat - Gianfranco Balestrini - Golden Slumbers
I Beat Per Caso - Instant Karma - The June - Le Torpedini Atomiche - LSD - Lonely Hearts Club Band - Maxi Driver - The Martones - Nowhere Band
colori, spessori, ruvidezze, impalpabili rico” è attribuito dalla Regione
Paolo Scalini Espiriens - Pharmacy - Rangzen - Redabol - Retro - Revolver - Rino - Rock and Roll Robots - Rubber Soul - The Shout - Silvia Chialli - Asia - Sound Beat sete lini e cotoni. Anche a occhi chiusi sa- Lombardia agli esercizi pubblici
Air Strawberry Fields - TaxmanThe 4 Fabs - The Golden Slumbers - The Oldies - The The - The Triflers - Ticket To Rock - V.A.G.H.I. - The Vintage Club - Vintage People prebbe trovare le “sue” stoffe. Ha salito che, oltre a svolgere attività da al-
Mendips - Sasà Massarelli & The Blind Mule Trio - Paoletti Duo - Me and My Monkies - Johnny and Dark Instant Karma - K.D.F. meno 50 anni, dispongono di am-
Special guests: bienti particolarmente interessanti
dal punto di vista architettonico o
THE QUARRY MEN - ALBERTO FORTIS - ADOLFO GALLI - ALDO TAGLIAPIETRA delle ORME - ANTONIO ONGARELLO - FABIO “KORYU” CALABRO’
GIANCARLO PEDRAZZI - GIORGIO CORDINI - JOUJOUX D’ANTAN - MARCO ZAPPA dalla Svizzera - CARDUCCI BS I LOVE YOU - THE SHADOWS DREAMING sono situati in contesti significativi
MAURO PAGANI - SWAMI - TAO - TOPLESS - TRISTANO GIAMBELLI - GRANNY SAYS BAND - KARAOKEVOLUTION "PROTAGONISMO" e hanno uno stato di conservazio-
ne degli edifici che li rende vere e
presenta GIANCARLA PALADINI - Direzione artistica ROLANDO GIAMBELLI
proprie testimonianze di un pas-
THE BEATLES MUSEUM sato da ricordare.
è aperto presso il MUSEO DELLA MILLE MIGLIA Viale della Rimembranza 3 – S. Eufemia – Brescia - Bus: 3 – 11 - Tel. 030 3365631

Beatles Day a Brescia Due... all'Oratorio per A.I.L. attenzione e gentilezza, vivi e presenti N.3346”. Chiusa verso le fine dell’Otto-
“Preludio al Beatles Day” Sabato 6 giugno alle 20.30, Concerto di Marco Zappa musicista svizzero/ticinesee e dei Beatops nella sua memoria. Srotola i ricordi come cento, riaperta nel 1926, in Corsetto S.
“Beatles Day Due” Domenica 7 giugno dalle 18.30, all’Oratorio di Lamarmora, Piazza Giacinto Tredici. le sue stoffe e il racconto si dipana, in un Agata, di fronte alla omonima Chiesa, da
lessico variopinto, lungo i capricci della Romana Milani, con il fratello Giuseppe
...e tanta musica con i grandi artisti bresciani per SMAIL (A.I.L.) moda e della storia. e il marito Enrico Massenza.
Grande concerto, di Francesco Renga con Ambra Angiolini & Friends e tanti artisti bresciani,
Domenica 7 giugno in Piazza Paolo VI dalle 21,00 in poi in favore dell’A.I.L. Fausto Leali, Gli unici documenti ritrovati sulla dit- “Corsetto S. Agata era un via commercia-
Fabio Volo, Luisa Corna, L’Aura, Jury Magliolo, Riccardo Maffoni, Omar Pedrini, Gaia Riva ta originaria risalgono a un estimo del le che metteva in comunicazione il nord e
Maria Rosaria Di Bari, Andrea Minoni, Franco Sandri, Furio Sollazzi, Alessandro Giambelli, Alice Giambelli, Giulia Bettini, Massimiliano e Marianna Malonni. 1588. L’insegna recava la dicitura: “Giu- il sud con una clientela solo di provincia”
Promo EMI MUSIC ITALY - INTERNATIONAL BEATLE WEEK – BEATLES DAYS: BELLINZONA (4 – 5 – 6 giugno) – MILANO (data da confermare) - ROMA (data da confermare). seppe Milani D’Antonio - Negoziante in ci racconta Giuseppe Massenza. “C’era-
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BRESCIA
12GIUGNO
MESI
2009
 86
P ERSONAGGI
dalla bergamasca) e tre cappellai. I rap-
porti erano freddi. I bottegai quasi non
si salutavano. C’era il concetto del “l’e’
el me client mel tegne car”. Io sono cre-
sciuto in negozio con i miei genitori, mio
fratello Alessandro e lo zio. Nel 1968,
ho fondato l’Unione commercianti di S.
Agata portando a Brescia la prima illumi-
nazione natalizia che fu citata dai giornali
come il “primo atto di consumismo”. Il
commercio era diverso. Gli unici soldi
che andavano alle donne erano quelli de-
rivanti dal ricavato della vendita dei bachi
da seta, dovevano bastare tutto l’anno e
per preparare il corredo per le figlie. Le
donne arrivavano dalla campagna, dalle
valli, a piedi, provavano la bontà delle
stoffe tirandole con le mani nodose e
“Il vestito bello,
tirabusciù, durava
tutta la vita,
dal matrimonio al
funerale”.
forti oppure, non viste, le mettevano
sotto i denti. Non c’era un prezzo fisso
ma si vendeva a contratto e pagavano
quando potevano. I rapporti però erano
veri e autentici. La merce venduta era
prevalentemente biancheria per la casa,
tele da ricamo, tessuti da uomo per fare
mantelli e coperte di piquet. Il cotone ar-
rivava dalla Brianza, le lane da Biella e la
seta da Como. Mio padre e mio zio hanno
mandato avanti il negozio per anni, senza
mai darsi del “tu” e a fine mese l’uno dava
lo stipendio all’altro, ma si amavano e ri-
spettavano come due fratel-
li. L’unico abbigliamento
confezionato (dalla nonna
e dalla sorella) erano i man-
telli da uomo. Il tabarro
dei contadini che costava
dalle 3.900 alle 4.500 lire
(marengù). La bolognesa,
in tessuto Ceruti double
face, grigio chiaro, tipico
dei mediatori di cavalli che
venivano a contrattare il
prezzo per un mese intero,
partendo da 50.000 lire
che poi “pica de chè pica
12giugno
MESI
2009
In alto, Giuseppe
Milani. A destra,
l’ingresso del negozio.
de là” scendeva a 25.000 lire poi, la
mattina di S. Lucia, arrivava il loro capo
e li acquistava per tutti. I mediatori di
bovini invece avevano la parmesana, tinta
unita, con l’interno scozzese. Il mantello
non è stato più di moda con l’avvento dei
motorini: i vigili davano la multa perchè
finiva nei raggi delle ruote. E arrivò la
cremonesa, la giacca con il collo di pelo
di marmotta. Le donne venivano a pren-
dere le stoffe per i vari corredi, per i pan-
nolini e l’intimo da sposa in batista pelle
d’uovo, le fasce dei bambini che fino a un
anno venivano fasciati come mummie, i
panesei, reganei e ciripà (pannolini). Poi
quando crescevano, i maschi indossavano
il patilù (calzoncino con l’apertura dietro
per i bisogni) per poi arrivare ai calzoni
alla zuava. Vendevamo tovaglie, lenzuola
di fiandra, tele per la cucina e per il biga-
rol, grembiule, con i teli anche dietro per
pulirsi bene le mani. C’erano coperte di
piquet, tele per il traliccio dei materassi e
per il paieù, un sacco imbottito di scarfoi,
pannocchie). Il vestito bello, tirabusciù,
durava tutta la vita, dal matrimonio al fu-
nerale. Le donne prendevano teli alti 80
o 120 cm per poterli tagliare e recupera-
re con il surafil e la sera, nella stalla, men-
tre gli uomini raccontavano le storie, le
donne le faa el filos (se la contavano su).
Le maestre e le segretarie d’ufficio indos-
savano il tibet nero (vestaglia grembiule).
Gli operai cercavano le tele blu massaua
mentre muratori e calzolai volevano la
tela d’africa color cachi. Nel vicino vicolo
del Mangano si “manganava” il fustagno
per gli abiti dei carbunì della Valsabbia
e dei ballerini del Carnevale di Bagolino.
Le donne portavano la sciarpa a frange, in
ricciolino nero e tibet nero. Una tradizio-
ne tutta bresciana quella delle sfrangere
di Borgosatollo, che ancora forniscono
l’unica fabbrica oggi esistente: la Miner-
va, al sud Italia. Un capo immancabile in
ogni corredo che si rispettasse era il velo
da chiesa, in due pezzi, che veniva con-
fezionato in particolarissime scatole di
cartoncino marrone, molto richieste dai
pittori come tele per dipingere”.
Un mondo incredibile di personaggi
scorre nei ricordi di Giuseppe Massenza.
La povera donna che viveva sotto i ponti
ma che appena aveva qualche soldo glielo
portava per il corredo dell’unica figlia in
orfanotrofio. Le orfanelle del Rossini, in
fondo a Via Cairoli, che dovevano segui-
re i funerali dei ricchi con le mantelline
con gli alamari e le pences. Le donne di
Gussago che arrivavano in città con il
“gambù de lat” e la besola (ciotola) e le
biline (castagne), a piedi nudi per non
consumare gli zoccoli, che indossavano
solo una volta arrivate alla Chiesa delle
Grazie, e si sedevano per terra a offrire
una tazza di latte e cinque biline per tre
palanche. Gli anni ’30 e ’40 rivivono nei
ricordi. Una calda umanità, ricamata lun-
go la tela della memoria, con garbo, un
mondo duro che appartiene a un passato
cui Milani ritorna con piacere per ricor-
dare sentimenti, emozioni, affetti e valori
senza tempo.
88
B RESCIA E I BRESCIANI
LA CITTÀ
SOTTO I PIEDI Brescia Underground: esplorano, organizzano
visite guidate, mappano, viaggiano. Fuggono la
monotonia, spingendosi oltre, divertendosi.
di Salvatore Scandurra
M
oderni speleologi urba-
ni? Preferiscono defi-
nirsi “Esploratori Sub-
Urbani”. Sono i ragazzi
di Brescia Underground, associazione
nata nel giugno 2006 da Andrea, Luca e
Giacomo. Sono in trenta, ma a scendere
sotto i tombini sono solo loro tre. Vanta-
no spedizioni nelle più importanti rogge
e torrenti del sottosuolo bresciano: fanno
rilievi, video e scattano fotografie di una
Brescia parallela e invisibile, inaccessibi-
le e misteriosa. Stimolano la fantasia dei
più curiosi coinvolgendo ragazzi e adulti,
ma anche i più piccoli, attraverso progetti
in sinergia con le scuole. Andrea Busi è
il giovane presidente di Brescia Under-
ground, lo abbiamo incontrato di fronte
alla chiesa di san Faustino una domenica
pomeriggio, nella veste di guida per un
tour organizzato dall’Associazione Ci-
viltà Bresciana. Ci viene consegnata una
planimetria, studiata dall’associazione:
immediatamente inquadriamo il Garza, il
Bova, il Celato, il Dragone, il Molin del
Brolo, la Garzetta. Tutte rogge e rivi che
scorrono sotto i nostri piedi. Parecchi
metri sotto. Andrea è estremamente pre-
ciso: “San Faustino è una via formata dal
torrente Garza, che fino al 1700 la taglia-
va in due azionando macine e mulini delle
concerie e officine metallurgiche del pe-
riodo preindustriale. La via era attraver-
sata da una serie di piccoli ponticelli, ma
a metà del 1800 il Garza fu chiuso e de-
viato a causa della peste”. Il tour procede,
Andrea pone l’attenzione su un tombino
dal disegno particolare: “Se ne contano
“Nel Serraglio arrivano
i due confluiti Bova e
Celato che da nord
immettono le loro
acque all’interno
di questo antico
partitore”.
un centinaio in città, sotto ad ognuno di
essi scorre una roggia o un rivo”. Il clou
della visita è però il Serraglio, di origine
medioevale (all’incirca del 1200), luogo
dal fascino antico, quasi ipnotico attraver-
so il quale si accede da una porta del tutto
anonima, in via Calini. Nel Serraglio arri-
Progetto ACL 75
Oltre due anni di lavoro, ma
Giacomo Busi, socio fondatore di
Brescia Underground, ha ormai
ultimato il suo sogno: restau-
rare completamente un mezzo
militare progettandolo per essere
completamente autonomo e in
grado di affrontare qualsiasi tipo
di viaggio. Il risultato è un camper
super alternativo e incredibilmen-
te accessoriato.
A livello associativo il camper
servirà per fare viaggi particolari
e effettuare qualche ricerca: av-
ventura, divertimento, fotografie.
L’ennesima conferma che oltre
al discorso speleologico, Brescia
Underground è in costante ricerca
di tutto ciò che è alternativo e
poco abitudinario.
vano i due confluiti Bova e Celato, che da
nord immettono le loro acque all’interno
di questo antico partitore. Ne derivano
altri due canali: il Garzetta, in direzione
sud, che va a tracciare il percorso di via
Einaudi e via Gramsci; il Molin del Bro-
lo, direzione sud-est, che lambisce Corso
Zanardelli, scavalca via San Martino della
Battaglia, attraversa via Moretto e la Pina-
coteca Martinengo, per scavalcare la fossa
delle mura in direzione via Maggi. Hanno
tutti funzione irrigua, portano l’acqua
alle campagne: “Li conosciamo bene.
Ormai organizziamo visite al pubblico da
quasi tre anni, da quando è nata la nostra
associazione”. I circa tremila visitatori fi-
nora censiti, tra scuole, università, circoli
privati, Enti e Istituzioni ben spiegano il
successo di queste iniziative. “L’età me-
“Mai avuto
problemi con le
Istituzioni, ma
con la legge
il discorso è
diverso…”
dia dei visitatori in genere è piuttosto alta
– precisa Andrea –, un bene, perché per
far vivere l’associazione abbiamo bisogno
di persone di un certo spessore, gente
che conosca e sia interessata alla storia.
Pochi giovani, ma con la collaborazione
dell’assessore Nicola Orto con le nuove
politiche giovanili, stiamo organizzando
delle giornate pensate appositamente per
89
i ragazzi”.
Un’associazione, quella di Brescia Un-
derground, costituita da ragazzi norma-
lissimi, certo alternativi, ma ben radicati
nel contesto cittadino: “Al di là della po-
litica, che proprio non ci interessa, con
la nuova amministrazione le cose vanno
ancora meglio di prima: l’assessore ai
Lavori Pubblici Mario Labolani, ad esem-
pio, ci dava una mano già prima, quando
era presidente della IX Circoscrizione e
adesso è proprio lui il personaggio che ci
lascia le chiavi. Anche con Flavio Bonar-
di, l’attuale presidente della circoscrizio-
Sotto ogni tombino
come questo scorre
una roggia o un rivo.
ne Centro siamo amici, fin dai tempi delle
colonie estive. Non abbiamo né vincoli
né problemi neppure con la Provincia:
l’assessore Sala ci è sempre stato vicino,
fornendoci tutta l’attrezzatura necessaria
per le nostre esplorazioni”.
Mai avuto problemi con le istituzioni
dunque, ma con la legge il discorso è di-
verso. Sono mille gli aneddoti che Andrea
e i suoi compagni ricordano: le fughe a
gambe levate quando venivano pizzica-
ti a uscire dai tombini di notte, le prime
scoperte da “illegali”, le corse attraverso
i vicoli, la paura a pubblicare il materiale
sul sito internet: “L’associazione è nata
proprio perché continuando a scappare,
ad essere “illegali”, col passaparola le
immagini giravano lo stesso, tanto valeva
metterci in regola! Le chiavi del serraglio
le ho avute solo un anno e mezzo fa: noi
12GIUGNO
MESI
2009
90
B RESCIA E I BRESCIANI
ci arrivavamo dai tombini partendo dai ca-
nali della chiesa del Carmine. Piano piano,
accendendo i neon che trovavamo lungo
il cammino. E chi sapeva della porta? Un
giorno fui convocato in Comune da un
funzionario della rete idrica: «Abbiamo le
prove che qualcuno sta utilizzando i canali
sotterranei della città – mi disse – dovete
assolutamente dirci se siete voi»”. I riferi-
menti alla “banda del buco” di venticinque
anni prima si sprecavano. Gli artefici di quei
“colpi”, presi nel ’76 in via Gramsci in ef-
fetti passavano proprio dal Serraglio con
i canotti, le lance termiche e le bombole
d’ossigeno. Una volta trovate le impronte
dei ragazzi sulle passerelle, “la frittata era
fatta”.
“Abbiamo confessato ed è successo il fini-
mondo, ma almeno si sono resi conto che
non stavamo facendo del male a nessuno.
Da lì siamo stati ‘riabilitati’. Tanto avevano
capito che noi, sotto i tombini, ci saremmo
andati comunque. Ci hanno dato dei ‘per-
vertiti’, donandoci le chiavi per pura dispe-
razione. Adesso ovviamente tutto è diverso,
abbiamo il patrocino del Comune e della
Provincia, chi vuole venirci a trovare sa dove
contattarci”. Due i progetti imminenti del
vulcanico gruppo: è uscito da pochi giorni
Qualcosa di diverso, volume distribuito e
patrocinato dall’assessorato Sport e Tempo
Libero dalla Provincia di Brescia. Autentico
memoriale della pur giovane fondazione,
colmo di aneddoti, fotografie, curiosità e
scoperte che il gruppo di Brescia Under-
ground per la prima volta svela ai lettori. En-
tro l’estate, grazie all’impegno della Fonda-
zione Dolci, saranno poi installati nei punti
più belli del centro storico (dalla Loggia a
Piazza Vittoria, dalla Torre della Pallata a
via San Faustino) tredici totem permanenti
con le illustrazioni del luogo preso in esame
e del relativo sottosuolo, con spiegazioni in
italiano e in inglese. Un modo per incuriosi-
re ulteriormente bresciani e turisti, un con-
creto aiuto anche per le visite guidate. Caso
unico al mondo di totem in centro storico
che parleranno dei canali del sottosuolo.
“Presto verranno
installati tredici
totem permanenti
con le illustrazioni
del luogo preso in
esame e del relativo
sottosuolo”.
12GIUGNO
MESI
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T EMPO LIBERO 91
ASSOCIAZIONE BRESCIA UNDERGROUND
QUELLE MAGICHE
BIGLIE CHIAMATE
“CICCOTTI”
Il gioco delle biglie ha origini antiche ma è
fortemente radicato nella nostra tradizione.
di SERGIO MASINI
O
ggi, con la globalizzazio- so frutto di agguerrite sfide in oratorio o avvallamento nell’asfalto. A cinque passi
ne e l’inglese imperante, in qualche cortile). da quello si traccerà la linea di lancio e a
è il “Cheecoting”, ma la Le premesse erano elementari, servivano turno da lì si effettuerà il primo tiro. Se
sostanza non cambia: almeno due dita (di cui una fosse il polli- uno dei concorrenti dovesse guadagnare
parliamo di biglie, biglie colorate di ve- ce) e un ciccotto. Chi non l’avesse poteva subito la buca avrebbe vinto le biglie de-
Nata il 1 giugno 2006, non ha scopo di lucro, ma si prefigge di promuo-
tro, acciaio o terracotta, biglie di tutte smontare vecchi cuscinetti a sfera o sfrut- gli avversari e, in questo caso, sarebbe a
vere e sostenere attività culturali, artistiche e relative al tempo libero dei le misure, biglie con dentro immagini tare noccioli di pesche o albicocche, per loro discrezione scambiarle con sostitute
giovani e della popolazione in genere; promuovere e diffondere tutte il campo poi andava bene un posto qual- per non dovergli cedere, magari, proprio
le iniziative che possono utilmente contribuire alla valorizzazione e alla
“Per il campo siasi, insomma: era il gioco più democra- quella preferita.
diffusione dell’underground bresciano. tico del mondo. In caso di lanci senza risultato la sfida
andava bene un La prima produzione di biglie in vetro continua e si possono seguire ordini di-
Per il raggiungimento delle proprie finalità, L’Associazione può: effet-
posto qualsiasi. ebbe inizio nel 1848, quando un artigia- versi (partendo dal più lontano, dai più vi-
tuare escursioni speleologiche in cavità artificiali locali al fine di studiare
no tedesco inventò una speciale forbice cini, oppure seguendo l’ordine iniziale).
la realtà del sottosuolo bresciano; organizzare visite guidate in cavità
Era il gioco più per tagliare il materiale fuso al quale si La strategia ora può essere di puntare alla
artificiali bresciane; organizzare mostre, esposizioni fotografiche inerenti sbizzarrì poi ad aggiungere colori e na- buca, come giocare contro gli altri allon-
la speleologia urbana; promuovere manifestazioni e attività musicali, democratico del strini. Così sono ancora i ciccotti “isti- tanando questi ultimi dal punto. Secondo
ricreative, anche in collaborazione con Associazioni e altri enti che ope- mondo”. tuzionali”, perfettamente sferici, con certe tradizioni il “rimpallo” che gettasse
rano in ambito artistico o musicale; organizzare manifestazioni d’arte diametro compreso tra 1 e 1,54 cm, con la sfera di un avversario direttamente in
all’interno sottili linguette curve di plasti- buca sarebbe penalizzante, secondo altre
non convenzionale, quali graffiti art, aerosol art, street art, arte contem-
ca. Gli esperti raccomandano il vetro per varrebbe invece la vincita di quella sua
poranea in genere; organizzare iniziative sportive/animative inerenti
di campioni del ciclismo o macchine di le sue qualità (col tempo l’usura lo rende sola biglia; alcuni modus giocandi, anco-
l’underground bresciano (Skate - Longboard - Snowboard contests & Formula 1. Quando i bambini giocavano ruvido e meglio gestibile in fase di lan- ra, parlano di tiri “su chiamata” quando
party); promuovere specifiche ricerche in ambito storico e artistico per ancora all’aria aperta, tutti conservavano cio). Per giocare gli “atleti” devono sca- eseguiti ai danni di un altro portandolo
proporre ai giovani percorsi di conoscenza delle tradizioni bresciane. gelosamente in casa, magari sotto il letto, vare un buco nella terra (di solito usando all’esclusione dal gioco. Non è finita qui:
il loro personalissimo sacchetto di “cic- il tacco della scarpa), oppure scegliere un la strategia nei “ciccotti” è una compo-
cotti” (spes- nente molto importante ed è per questo
“Credo che Brescia Under- che non possiamo non considerare la
ground, grazie anche a queste Per tutte le attività dell’associazione,
due iniziative, possa svilupparsi dalle visite guidate a ogni altra curiosità:
ulteriormente. Per noi tutto è www.bresciaunderground.com
sempre nato dal divertimento,
non abbiamo fretta. Cinque anni
www.bresciaunderground.it
fa il nostro sogno era quello di
“I veri fighi
portare nei sotterranei i bambini tre anni in modo incredibile, e nessuno se tirano stando
delle scuole muniti di pile e caschetti. Dopo lo sarebbe aspettato. “Ma la cosa più bella in piedi”.
un anno era già una realtà”. per me – precisa Andrea – resta sempre
Ne è passata di acqua sotto i ponti dalle scendere con i miei amici immersi nel si-
fughe dalla polizia, dalle uscite dai tombini lenzio delle rogge, spiati dai topi e sfiorati
nel cuore della notte, dalla paura di essere dai ragni, magari leggendo un bel Cattivik
scoperti. L’associazione è cresciuta in soli d’annata”.
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T EMPO LIBERO
scelta di biglia. Alcune sono, infatti, più
pesanti, altre piccole e da precisione, poi
molto dipende dal tipo di terreno e dal
metodo di tiro.
A questo proposito mi gira nella testa
l’adagio di mio padre che “i veri fighi
tirano stando in piedi”, vediamo quindi
i metodi di lancio: le tecniche sono mol-
teplici e vanno dal tiro in piedi a quello
accovacciato o inginocchiato. Di norma
si alloggia la biglia tra l’indice e il polli-
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Exclusive way to the future.
GRAND OPENING
27 Giugno 2009
Vi aspettiamo a Botticino,
via Don Orione 1
avanti e rotolare.
I ciccotti si potevano acquistare presso i
“Il nostro lago di tabaccai o nei negozi di giocattoli, dove
Garda ospiterà a erano venduti singolarmente o in sac-
chetti da 10 (per lo più quelli in terracotta
breve eventi di smaltata), mentre con l’avvento della pla-
grande portata per stica i prezzi furono di circa 20 lire per le
biglie da 20 mm e 10 per quelle più pic-
il colorato mondo cole. Con gli anni ’70 spopolarono quel-
delle biglie”. le con immagini dei ciclisti, da Gimondi
a Bitossi, da Coppi a Zandegù. Oggi dal
Messico torna attualissima la moda delle
ce scagliandola poi in biglie per i giochi da spiaggia, una ver-
un gesto secco della sione con tanto di pista, curve e ostacoli,
mano (una variante di che porta gli appassionati a concorrere in FOR A WORLD WITHOUT FRONTIERS
questo comune tipo veri e propri tornei con tanto di sponsor e
di lancio prevede di ospiti internazionali.
appoggiare l’articola- Il primato quest’anno va a Torre Pedre-
zione del dito indice ra che ha ospitato la prima edizione del
sul terreno per i colpi Campionato mondiale per Nazioni e che
a raso). Vi è poi la co- ha visto la partecipazione di 12 tra i mi- International Education from 36 months to 18 years old
siddetta “schicchera” gliori specialisti provenienti dai cinque L’International School of Brescia, nata dall’esperienza dell’International School of
o “bega”, vale a dire continenti.
una spinta originata I ben informati non tacciono però, con Milan, propone un nuovo modello formativo di tipo internazionale e multiculturale
dal medio che viene ri- un certo orgoglio campanilistico, che per rinnovare la visione futura dell’istruzione.
lasciato con maggiore proprio il nostro lago di Garda ospiterà a
o minore intensità di breve eventi di grande portata per il colo- A partire dall’anno scolastico 2009-2010, con la scuola materna ed elementare,
forza dal pollice (spes- rato mondo delle biglie. Questo per non gli alunni potranno intraprendere un cammino che li porterà a conseguire
so il tiro più doloroso) dimenticare un gioco fortemente radicato il Baccellierato Internazionale.
e, infine, i più elitari nella nostra tradizione e siamo sicuri che
colpi di dito dall’altro c’è già chi rimpiange di non poter vedere
che, sfruttando la sa- schierato sulla linea di tiro quel vecchio,
gomatura della sfera, invincibile ciccotto che un tempo portava
la fanno balzare in sempre in tasca.
INFO: Tel. +39 030 2191182 - www.isbrescia.com
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T ECNOLOGIA
VIDEOGIOCHIAMO:
DAL PC ALLA CONSOLE
di EMANUELE SALVI
Lui, lei e la console.
“N
on ho il quoziente
intellettuale di un
primate. Inutile
andare avanti”. La
consolazione del maschio rimane. Quando
l’idiosincrasia per l’elettronica è conclama-
ta, girarsi sul fianco e simulare quella che
Giovannino Guareschi descriveva come
“dignitosa indifferenza” è una via di fuga
possibile.
Colpa della stanchezza e dell’aridità indotta
dal lavoro, che alle nove di sera ti costringe
a pensare a come sarebbe bello un bel film,
magari una puntata dell’immarcescibile
saga di Guerre Stellari, per viaggiare lon-
tano. Oppure guardare in alto, al sartiame
che si aggroviglia tra le pagine di Patrick
O’Brian, mentre Jack il Fortunato (davve-
ro) e Stephen Maturin veleggiano verso le
Galapagos. Invece, più invasivo della flotta
Lei, lui e la console.
“F
igurati se si applica. È
un mese che non supe-
ra nemmeno la prima
schermata. È proprio
vero che noi siamo più portate a queste at-
tività. Altro che variabili multiple e rispo-
ste veloci. Loro per variabili hanno solo le
bistecche al sangue e dopo aver ingoiato i
cadaverini caldi, l’oasi stramaschile del let-
to e del copertone. Bah”.
Certo che questa macchinetta è fantastica.
Ho impiegato un po’ di tempo a capire
come funziona, però. Adesso che risate,
ora che supero i muri senza problemi. In
effetti, se non ci fosse stata la figlia della
mia amica Annalisa, a spiegarmi i truc-
chi… Anzi, come li chiama lei? Tricks,
trips, insomma, quella cosa lì. Altrimenti
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francese alla conquista di Mauritius, ecco
il ritmo della console, francesismo, manco
a farlo apposta, che riecheggia nell’itan-
glish, versione addomesticata e brescianiz-
zata dell’inglese. Nulla contro le console,
per carità, che di computer e videogame è
costellata la nostra adolescenza, più che di
amorini di Peynet e canzoni di Baglioni. È
un viverci costante. Ma di notte, ragazzi, è
dura. Quando vorresti tutto ma non quelle e
dall’altra metà del talamo arriva imperterrito
il cicalino sulle onde dei bit. “Bip bip bip”,
e il destino dell’uomo domestico è segnato,
almeno fino al pietoso abbraccio di Morfeo.
Lei sta lottando, con draghi, quozienti in-
tellettivi, freschezza mentale e tu, pitecan-
tropo uscito da un millennio lontano, puoi
solo grugnire, riflettendo e lamentandoti
come un vecchio al sole, sulle abitudini che
cambiano, prima di assopirti.
sarei ancora qui a capire come accender-
lo, l’aggeggino. Però è bello. Rosa acceso,
poi. Proprio carino. Ci sta anche in borset-
ta. Insomma, in qualche borsa. Magari al
lavoro non lo porto, il gingilletto. Simpati-
co. Gin, gin. Mi fa venire in mente che è un
po’ che non bevo un aperitivo con il mio
maritone. Colpa della console? Aspetta,
ecco, superato. Dai dimmi se sono stata
brava. Sììì! Però, guardalo come fa finta
di meditare. Un pochino l’ho trascurato.
Dai, ora glielo dico, domani sera, uscita
insieme e poi cinema. Anzi, quello che
vuole lui. Magari una di quelle pizze di film
di fantascienza. “Ascolta…”. Ma dorme
già davvero? Allora ci sta ancora una par-
titina. L’invito glielo faccio domani, fammi
vedere a che punto sono qui.
USA, VENDITE CONSOLE
AD APRILE, IN TESTA
NINTENDO DS
Nintendo Ds vince ad aprile negli
Usa: analizzando i dati di vendita sul-
le console relativi al quarto mese del
2009, emerge come i consumatori
abbiano preferito la console portatile
di casa Nintendo. A permettere di
agguantare il primo posto del podio
è stato appunto il nuovo prodotto
Nintendo Dsi, che insieme a Ds Lite
ha permesso alla casa produttrice
di vendere 1.042.000 console, nello
specifico 827.000 per Dsi e 215.000
per Ds Lite.
NINTENDO DS E DSI
Il Nintendo DS (solitamente abbre-
viato come NDS o DS) è una console
portatile ideata e fabbricata da Nin-
tendo, e presentata nel 2004. La con-
sole presenta un design a conchiglia,
e possiede due schermi LCD al suo
interno – uno dei quali è uno scher-
mo tattile. Il Nintendo DS offre anche
un microfono incorporato e supporta
la connettività wireless IEEE 802.11
(Wi-Fi), grazie al servizio di gaming
online Nintendo Wi-Fi Connection.
È stata la prima console Nintendo
ad essere commercializzata in Nord
America prima che in Giappone.
Con più di 96 milioni di vendite, con-
tando tutti e tre i modelli realizzati
(“Lite” e “DSi”), è attualmente la
console di settima generazione più
popolare e venduta ed ha superato in
vendite anche il suo predecessore, il
GameBoy Advance, che si è fermato
a quota 81 milioni.
Sul territorio europeo è commer-
cializzato in 8 colori: bianco, nero,
argento, blu, rosa, rosso, verde,
azzurro. Sono presenti sul mercato
anche edizioni speciali con colori
particolari, come il giallo ed edizioni
limitate.
S OTTO I DICIOTTO
a cura della quinta liceo Newton
95
L’ETÀ
NEL BICCHIERE
Correva l’anno 2004 quan-
do, dai pomeriggi in
centro, venivo sbalzato nel mondo delle disco-
teche. Era una sensazione stupenda: sentirsi
grande con in mano un bicchiere di gin lemon
a guardare una massa informe di persone
muoversi seguendo il ritmo di quella nuova
musica che ti rimbalzava addosso schiaccian-
doti i timpani. L’istante dopo ero in mezzo a
m o s t r u o s e casse in battere su ogni quarto
che, con la loro potenza, riu-
+“Ogni
GIA
scivano a far muovere testa
braccia e gambe di mille per- settimana
COO
sone in maniera totalmente
aritmica. era una sfida
Con le serate in discoteca, all’ultima
M
iniziavano anche le code
all’ingresso. Spintonato
telefonata per
dalla ressa, l’occhio ca- accaparrarsi più
deva spesso sui P.R. che si muove- gente possibile”.
vano tra la folla, salutando questo e quello,
pronti a fare il proprio ingresso
trionfale sfoderando la tanto ago-
+“Col passare degli anni
Profumava di guadagno! Al suo interno c’era il resoconto
gnata tessera omaggio.
della serata: numero degli ingressi, dei tavoli, delle pre-
L’avventura tra le discoteche di
vendite; e una serie di banconote, di tagli diversi, usurate
Brescia raggiunse presto il cul-
mine. Suite 237 ci concesse la da una moltitudine di persone. Un guadagno strepitoso il nostro sito si trasformò
possibilità di dar vita a una lista! per la poca fatica che era costata! in qualcosa di totalmente
E così, tra una riunione e l’altra, quello che doveva essere
”Lista Chic”, la chiamammo. Era
tutto perfetto! Occhi sognanti ci divertimento iniziava a trasformarsi in un vero e proprio nuovo, fatto di relazioni,
guardavano saltare la coda, mani lavoro. non più pubbliche ma
si tendevano per un saluto, ra- Ogni settimana era una sfida all’ultima telefonata per ac- interpersonali”.
gazze ci urlavano striduli “ciao”. caparrarsi più gente
Il martedì era giorno di riunione. possibile, il che signi-
La discoteca era aperta solo per ficava guadagno mag- propri clienti, controllare che i tavoli fossero ben organizzati e che la gente
noi. Il fumo delle sigarette av- giore. Si arrivava fuori si stesse divertendo. Tutto ciò per fare in modo che tornassero il sabato
volgeva ogni cosa, ti impregnava dalla discoteca molto dopo ed entrassero nuovamente con la tua lista.
Una volta dentro al locale mi muovevo tra la folla come se fossi a casa. I 4/4
capelli e vestiti e non voleva an- presto per salutare i
dell’house music non mi rimbalzavano più addosso. L’unico mio scopo era
darsene. “Avete lavorato bene ra-
quello di far divertire la gente, soprattutto regalando free-drink, per far sì
gazzi, complimenti!” ci diceva il
proprietario del locale. Una busta bianca dalle che confermassero la loro presenza la volta successiva.
sue mani passava rapidamente alle nostre. Creammo addirittura un sito internet che permetteva alla gente di fare le
proprie prenotazioni on-line. Eravamo entrati a pieno nel “business del sa-
bato sera” e sembrava ormai esistere solo quello: non più divertimento, ma
soltanto lavoro.
Col passare degli anni quella smania di guadagno andò via via affievolen-
dosi. Abbandonammo definitivamente la Lista Chic, ma mantenendo vivo
il nostro sito che si trasformò in qualcosa di totalmente nuovo, fuori dal
mondo del lavoro, fuori da ogni schema; fatto di relazioni, non più pubbliche
ma interpersonali.
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Allarme slavine
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sulle Alpi: un 1 maggio //
3 maggio // 23 aprile // 17 aprile // 24 aprile // morto in Alto 14 aprile //
Adige, all’ospeda-
Soldati italiani Sudafrica: Zuma nuo- Troppe tasse, il Texas minaccia la Emergenza sbar- le di Trento due Dodici miliardi per la ricostruzione.
sparano: un morto vo presidente. Anc in secessione dagli States. Provocazione chi, allarme del Vi- feriti gravi. Altra Abruzzo: Maroni quantifica la cifra. Pd
e tre feriti gravi a testa con oltre il 65%. del governatore che cavalca la protesta minale: “Nel 2009 valanga a Bormio: e Udc: no al 5 per mille. Il presidente
Herat. Ragazzina Lo scrutinio conferma contro la stretta fiscale. Governo federale sono raddoppiati”. travolti in quattro. Cei, card. Bagnasco, in visita all’Aquila.
afghana di tredici la travolgente vittoria accusato di “socialismo” e di attentare Sono oltre seimila Il forte aumento Gli aiuti dei Vescovi salgono a cinque
anni colpita a del partito al governo alla libertà degli Stati. gli arrivi dall’inizio delle temperature milioni.
morte in un posto dalla fine dell’apar- dell’anno. la causa primaria
di blocco. theid. Democratic degli incidenti.
Alliance al 27%.

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1 maggio // 24 aprile // è successo...

Stampa. Freedom House declassa l’Italia: Washington:
“Non è più un Paese pienamente libero”. la crisi c’è, ma
L’organizzazione non governativa segnala rallenta.  Al
nel rapporto 2009 un peggioramento del- vertice del G7
le condizioni di libertà di manifestazione i ministri delle
del pensiero e dei media. Nell’Europa Oc- Finanze puntano

ITALIA
cidentale peggio di noi solo la Turchia. Al su crescita e occu-
primo posto l’Islanda e i Paesi scandinavi. pazione.
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Storico accord 30 aprile //
26 aprile // 23 aprile // 3 maggio // tra Fiat e Chrysler.
Il presidente Obama
Febbre suina: Crisi al Senato: si annuncia l’intesa. Al
emergenza anche Berlusconi: il G8 si farà all’Aquila.
Il premier annuncia che il vertice di lavora solo 10 giorni “fallimento control-
in Usa. Venti i casi al mese. Il record ad lato” della casa di
di contagio. Sale luglio non si terrà più alla Maddale-
na ma nella città terremotata. Usa e aprile: solo 7 ore in Detroit seguirà un
intanto a 81 il nu- una settimana. mega prestito da 7
mero delle vittime Gran Bretagna favorevoli. Il Governo
stanzia 8 miliardi, di cui 6,5 per la miliardi. Al Lingotto
in Messico. In Italia il 20% del gruppo
per ora nessun ricostruzione.
Usa.
pericolo.
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2 maggio // 20 aprile // 3 maggio // 4 maggio //
Nairobi: forze Ginevra: l’Iran infiamma il vertice. Berlusconi nella Alemanno: “Le risse coi coltelli colpa
Nato contro Alla conferenza Onu Durban 2 il bufera. Dopo 10 anche di Romanzo Criminale”. Il
pirati. Fregata presidente Ahmadinejad rinnova le anni di matrimo- sindaco di Roma lo ha dichiarato
portoghese sventa accuse di razzismo a Israele. L’Euro- nio Veronica dice visitando la scuola dove un 15enne
assalto dei pirati pa, indignata, lascia la sala. Assenti addio: “Ho chiesto il ha accoltellato un coetaneo.
in Somalia. Italia e Usa. Il Vaticano rimane in divorzio”. “Alcune serie tv lanciano modi di

MONDO
nome del dialogo. fare sbagliati”.
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4 maggio // 8 aprile //
Lieberman: “No Verona, arrestati
agli slogan sulla in tre per violen-
pace, l’Iran è il pe- za sessuale su
ricolo più grande”. ragazzina. Hanno
Il ministro degli tra i 14 e i 16 anni.
Esteri israeliano Indagine partita
in visita a Roma su segnalazione di
incontra Frattini e un’insegnante.
Alemanno.

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28 aprile // Inverno record: sta- 3 maggio //
Largo Formen- gione freddissima,
ai massimi il calore Ottanta milioni di pesci per ripo-
tone: via tutte le polare i laghi. Nuovi stanziamenti
bancarelle! Torna erogato dall’A2A. Ri-
spetto all’anno dalla Regione per favorire un’attività
ad aprirsi il capito- ormai indispensabile per l’habitat e
lo sulla pensilina. scorso immesso in
rete il 5% in più. E per le attività economiche. A Brescia
C’è l’ipotesi della destinata la quota maggiore degli
rimozione. la Loggia ordina
la riaccensione dei stanziamenti regionali: 218.000 euro.
caloriferi.

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è successo... 2 maggio //
Usura: tre arresti
a Brescia. Presta-
vano soldi al 40%
al mese. In carcere
imprenditore di
Torbole Casaglia.

BRESCIA
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23 aprile //
9 aprile // Ospedali Civili:
mille parti pluri-
Iseo, motoscafo impazzito: tre morti. gemellari in sette
Potente “offshore” sbalza in acqua anni. Le supermam-
i quattro occupanti. Tra le vittime me di Brescia in
l’ex pilota Lino Foiadelli. Nessuna netta crescita. Tra
speranza per i dispersi. Salvo per le cause l’aumento
miracolo il quarto passeggero. dell’età media della
prima gravidanza e
l’uso di farmaci.
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26 aprile // 19 aprile //
Nuovi santi: i Febbre da reality: Jury battuto al rush
due bresciani Don finale. Il cantante di Bovezzo sconfitto
Tadini e Suor Gel- dal televoto nella finale di X Factor. Ha
trude proclamati vinto il livornese Matteo, bruciando sul
dal Papa. filo di lana i favoritissimi The Bastard
Sons of Dioniso.
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16 aprile //
Primo passo per il
nuovo Palagiusti-
zia. Iniziato il traslo-
co degli uffici della BRESCIA SEDE: Piazza Cesare Battisti, 2 - Tel. 030.396161
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