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Proprietà intellettuale 2020©

MIX E REGISTRO MEDIO


Antonio Di Corcia, Franco Fussi

1.0 INTRODUZIONE
1.1 Cenni storici, didattici e scientifici del Registro Medio in ambito classico

2.0 DEFINIZIONE DI MIX


2.1 Caratteristiche del “moderno” Mix in relazione al “classico” Registro Medio

3.0 TERMINOLOGIA
3.1 Varie tipologie di Mix?
3.2 Incongruenze terminologiche

4.0 MIX STANDARD E MIX ESTREMO©


4.1 Analisi Stroboscopica del Mix Standard e del Mix Estremo
4.2 Analisi Stroboscopica ed Acustica su Procedura Standard Mix©

5.0 CONSIDERAZIONI DIDATTICHE

6.0 REFERENCES
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Proprietà intellettuale 2020©

MIX E REGISTRO MEDIO

Antonio Di Corcia a and Franco Fussi b


a Extreme Mix Voice®, Chieti, Italia and b Laboratorio della Voce e del Linguaggio, Ravenna, Italia
e-mail: antoniodicorcia@libero.it; ffussi@libero.it
www.extrememixvoice.com

1.0 INTRODUZIONE

Possiamo affermare che in ogni estensione vocale esista una forma di cooperazione tra i due meccanismi
principali (M1 e M2) finalizzata ad un “collegamento” tra i registri primari di voce piena e falsetto-testa,
così come già indicato nel Belcanto e dal quale appunto deriva l’odierno termine di “mix”. Già intorno
alla metà dell’Ottocento i trattatisti si riferivano, con il termine “voce mista” o “registro misto/medio”,
ad una “unione” dei registri primari interpretata, da coloro che si facevano attrarre da fenomeni
percettivi e risonanziali, come “fusione”, anziché come “collegamento fluido tra due dimensioni del
suono che rimangono distinte” (1) attraverso un preciso “passaggio di staffetta” tra i registri primari di
voce piena (M1) e di falsetto-testa (M2).

1.1 Cenni storici, didattici e scientifici del Registro Medio in ambito classico
Nel 1841, Manuel Garcia jr, nel suo Rapport sur le Mémoire presentato à l’Académie des Sciences,
scrive che “classificando tutte le modalità di emissione vocale simili sotto la stessa denominazione, si
può stabilire che la voce umana, nel senso più ampio, è costituita da diversi registri: di petto; falsetto-
testa; due timbri principali: il timbro chiaro e il timbro scuro; infine di vari gradi di intensità e
volume”. “Ci limiteremo qui a notare come risultato pratico che la stessa voce, in base al suo carattere
di gravità o acutezza, è formata da una, due o tre divisioni o registri che procedono dal basso all'alto e
che sono chiamati POITRINE, di FAUSSET e di TÊTE ” .
Egli afferma che la parte di voce che è sopra al registro di petto costituisce, di fatto, un solo registro che
definisce “falsetto-testa”: “ L’estensione tonale indicata dal nome falsetto-testa in quanto appartenente
a un solo registro è considerata dai musicisti come formata da due registri contigui, di cui il più grave
prende il nome di falsetto o medio e il più acuto il nome di testa ”. E del falsetto dice che “ Questo
registro si trova anche denominato come : MEDIO, VOCE MISTA ” e rappresenta la parte “ falsa ” e
debole della voce perchè costituisce le prime note del registro di testa.
Egli ritiene perciò che il falsetto non vada distinto dal registro di testa e che debba essere considerato
come una sua parte e corrisponde a quell’estensione tonale che può altresì essere emessa in petto (alias
registro pieno o meccanismo 1). Ne consegue che tutte le voci, maschili e femminili, obbediscono alle
stesse regole meccaniche e, oltre a quello di petto, c’è un solo altro registro, quello che riunisce il
falsetto e il registro di testa vero e proprio. Garcia nota che in tutte le voci alcune note possono essere
emesse sia in registro di petto (cioè a massa spessa, in meccanismo 1), sia in registro di testa (cioè in
massa sottile, in meccanismo 2). Ciò vuol dire che la parte più alta del registro di petto e la parte più
bassa del registro di testa si sovrappongono per un consistente tratto dell’estensione complessiva di una
voce; in altre parole, alcune note possono essere emesse in due registri diversi e risultare di conseguenza
o le più acute del registro di petto o le più gravi del registro di testa (2).
Grazie alle analisi laringoscopiche, a cui seguiranno nel 1855 le sue Osservazioni, García osserva che in
entrambi i registri, man mano che aumenta il contatto delle aritenoidi, aumentano anche la risalita e la
costrizione della laringe: “La cavità della laringe si contrae più quando la voce è intensa, che quando è
debole”. Le note chiare e delicate prodotte a partire dalla condizione di rilassatezza tipica della parte
bassa del registro di testa, chiamata falsetto, stimolate con quello che definisce lo specifico esercizio di
unione del falsetto al petto, attraverso l’adesione delle aritenoidi con una costante, ottimale, adduzione
delle corde e al contempo una rilassatezza della laringe, acquisiscono pregnanza acustica (2).
E’ quella emissione, chiamata voix mixte in Francia e mezzo petto in Italia, che i tenori dell’epoca
utilizzavano per produrre con facilità e delicatezza le note sopra al Mi3. Garcia si rifiuta tuttavia di
etichettare queste note come un terzo registro a sé stante perché intuisce che falsetto-testa sono
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accomunati dallo stesso comportamento laringeo in quanto a tempo di contatto durante il ciclo
vibratorio.
Per unire i due registri, “si tratta di dirigere la voce in modo tale che le note del falsetto raggiungano
gradualmente la stessa pienezza, la stessa forza e la stessa bellezza del suono delle note del petto”,
pertanto: «è dovere dell'insegnante lavorare ardentemente, ma con la necessaria cautela e precauzione,
in modo che le note più deboli (quelle del falsetto) diventino più forti, più sonore, ma in nessun caso, al
contrario, le note più forti (quelle del petto) diventano più deboli”. Egli scrive che “l'uso di questa
risorsa deve tuttavia essere determinato dalla capacità dell'organo di fondere il metallo dei due registri;
altrimenti, per quanto ben nascosta la transizione da un registro all'altro, la disparità dei suoni
sconvolge l'orecchio e distrugge l'unità dell'effetto”.
Cos’è che, in concreto, può trasformare il falsetto naturale, debole e sfiatato, in falsetto “unito al petto”
squillante e metallico? L’ “esercizio speciale per l’unione dei registri”, che fa alternare su una stessa
nota, senza stacchi o pause, il registro di petto e il falsetto, ovvero una modalità di emissione energica e
una fiacca, un suono squillante con corde vocali ben addotte e uno debole con corde vocali poco
addotte, consiste per Garcia in una sollecitazione semplice e concreta, ma consapevole, della valida
adduzione delle corde anche nel falsetto. Egli evidenzia che il grado di adduzione delle corde trova una
corrispondenza nella condizione generale di tutto il tratto vocale, cosa che contribuisce ad esaltare il tipo
di suono prodotto: “quando pizzichiamo fortemente la glottide” cioè quando teniamo pinzate le
aritenoidi, “determiniamo sinergicamente […] una sorta di condensazione dei tessuti della faringe, una
disposizione più favorevole al nervo e alla radiosità della voce” (2).
Alla luce degli studi di Henrich sui meccanismi laringei si può tradurre questa affermazione con il
termine M2 mix1, dove M2 è relativo alla percezione della leggerezza di emissione e incompletezza
della distribuzione armonica ma intensificato di volume con percezione di avvicinamento alla massa
spessa e da qui appunto, M2 mix1.
“Al contrario, la separazione degli aritenoidi conduce alla morbidezza (detensione) di questi stessi
tessuti, a seguito della quale le onde sonore assorbite, o riflesse male, perdono quasi tutta la loro
luminosità” (M2 nell’ambito tonale dei toni di falsetto del settore falsetto-testa).
Garcia indica che mai le note più forti (quelle del petto) debbano diventare più deboli, perché sebbene
anche questo faciliterebbe la non percezione del passaggio di meccanismo indebolirebbe acusticamente
le note acute del registro pieno per “legarle” alla debolezza di quelle di falsetto. In realtà, nel
meccanismo 1 possiamo ottenere una sensazione percettiva di suono misto (definito in didattica con i
termini “registro medio” o “voix mixte in M1” (3) alleggerendo l’intensità con una sensibile
diminuzione del tempo di contatto glottico e che possiamo definire M1mix2.
Nel meccanismo 2, invece, proprio nella prima area che Garcia definisce falsetto e già appartenente al
registro di testa, cioè alla massa sottile, possiamo ottenere un sensazione percettiva di suono misto
(chiamato “registro misto” o “voix mixte in M2” (3) agendo sulla tenuta adduttoria aritenoidea e sul
controllo del piano glottico secondo le indicazioni del “pincement de la glotte”, fornendo energia
acustica al suono e simulando un avvicinamento al meccanismo 1 attraverso una maggiore pienezza
dello stesso e che presumibilmente comporterà una maggior presenza di contatto glottico (M2mix1).
Nelle note fatidiche che García nomina come falsetto allora si potrà stimolare la tonicità adduttoria
agendo a livello falso-cordale e aritenoideo con laringe non abbassata e conferendo così alla voce
maggior pregnanza acustica e sensazione di pienezza, evitando così la fuga d’aria glottica, la debolezza
della composizione armonica e del volume complessivo, e approssimando all’occorrenza un timbro più
morbido e rotondo attraverso l’inclinazione tiroidea (tilt tiroideo).
In questa sorta di “finzione”, ottenuta grazie ad una tecnica specifica, risiede quindi un fondamento
essenziale dell’arte del canto di scuola italiana, da cui sono derivate le odierne metodologie che hanno
coniato il termine di “mix”.
Henrich, Castellengo e Roubeau (3,4,5) hanno individuato degli ambiti comuni di frequenza ed intensità
identificabili all’EGG e al fonetogramma, definendo cosi due aree di “interscambio” tra i due
meccanismi M1 e M2, localizzate nella zona di intersezione tra gli stessi, nelle quali aree si rendono
visibili due moderate variazioni di intensità e di contatto glottico, dette perciò M1mix2 (o mix1) e
M2mix1 (o mix2). Tali variazioni non sono da intendersi come due diversi meccanismi laringei alla base
del “mix”, ma indicano sub-variazioni percettive che sono conseguenza di uno specifico atteggiamento
del vocal tract (pinzaggio delle aritenoidi ed interessamento ipertonico falsocordale) o della riduzione
dell’intensità. Per ovviare al possibile fraintendimento, gli stessi fisici acustici preferiscono usare i
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termini “voix mixte in M1” e “voix mixte in M2”.


In questo schema tratto dal loro studio (3), viene rappresentato il caso di un controtenore per maggiore
chiarezza.

“The phonetogram provides the existence zone of the


sounds produced in M1 and M2 associated with their
dynamic possibilities. It is fundamental for our purpose
to separate M1 and M2 cf. [17]. Figure 1 shows in blue
the area of M1 and in red that of M2. Mechanism 1
covers the range 87-330 Hz (F2-E4). Mechanism 2
covers the range E3-D5. (165-580 Hz).
After the phonetogram recording, the singer recorded a
sequence of sounds produced in voix mixte,
differentiating « the chest mixed from the head mixed
». The mixed sounds (dotted line) are respectively
located in M1 and M2, in the intersection area of both
mechanisms located between G3 and E4. The two
mixed zones overlap, and we previously mentioned, the
singer could sometimes be unsure of the mechanism.
We then rely on the characterisation of the laryngeal
mechanism by the EGG data.” (3)

Nello stesso studio, questi Autori si chiedono inoltre: “The « mixture » doesn't seem to be a vocal
register like the «medium», but rather a technique of adjustment of the vocal timber. The question that
must be addressed is the following. Does the work of a mixed register consist of “mixing” two vibratory
mechanisms, or does it only consist of adapting the resonantial system?”
Era di fatto già individuato da Garcia un ruolo essenziale nella differenziazione dei due tipi di mix di cui
qui si parla, originati perciò soltanto dalla gestione del vocal tract e dalle variazioni di pressione
sottoglottica, assegnando proprio all’assetto della laringe, delle aritenoidi e all’attivazione
falsocordale un ruolo principale nel trasformare in misto un meccanismo “di testa” (M2), nel momento
dell’unione col petto (M1).

2.0 DEFINIZIONE DI MIX

Il Mix, in ambito didattico musicale, è spesso considerato come una sorta di “terzo registro” primario
(pieno-medium-falsetto oppure petto-misto-testa, ecc....). E’ più ampiamente definito con il termine di
registro medio con consonanza mista, il registro didattico per eccellenza, al quale eccezionalmente
soggiacciono due meccanismi.
Se consideriamo il Mix dalla prospettiva delle subvariazioni percettive di meccanismo (mix1 o mix2),
diventa però poco utile considerarlo come sinonimo di registro.
E quindi, per MIX si dovrebbe intendere una emissione derivante da una tecnica vocale specifica, atta
ad ottenere un controllo dinamico sulla transizione M1mix2 > M2mix1, in diretta relazione al focus e
all’adattamento o modificazioni del VT.
A seconda di come avviene questa transizione (se scollegata o collegata, cioè se la transizione sarà o
meno udibile) abbiamo due tipologie di mix: Mix Standard e Mix Estremo.

2.1 Caratteristiche del “moderno” Mix in relazione al “classico” Registro Medio


L’emissione standard o estrema, dunque con transizione scollegata o collegata, è da considerarsi
limitata al pre e post passaggio in ambito classico; mentre in ambito moderno riguarderà tutto il vocal
range. Questo perché, in ambito moderno rispetto al canto classico, e solo in quegli stili in cui il
tecnicismo richieda la tecnica del mix:

 non è richiesto di effettuare copertura nei passaggi, ma si sale “aperti” fino al punto in cui
pinzaggio delle aritenoidi, settaggio laringeo, tilt tiroideo e interessamento ipertonico
falsocordale, permettono, tramite un innalzamento del punto di passaggio di circa una terza, una
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cooperazione migliore tra le subvariazioni percettive di meccanismo mix1 e mix2 e


arricchiscono parzialmente il suono di una concentrazione acustica tra i 2000 e i 4000 Hz – vedi
Analisi Acustica;
 la transizione va preparata già dalle prime note gravi che vanno tenute da subito in consonanza
mista;
 le note “false” del settore grave del registro di testa, quelle citate dal Garcia e che si
sovrappongono al registro di petto, per intenderci, possono raggiungere distretti molto più gravi
dell’estensione per necessità stilistiche ed essere comunque udibili grazie all’ausilio microfonico
– precisiamo che le note più gravi dell’emissione vocale umana che vogliano essere prodotte in
M2 (registro di flauto) e non in M1 (registro di petto), rientrano in una possibilità che viene
“sfruttata” solo in un contesto “moderno”.

Poiché nel Mix, l’alleggerimento o il rinforzo del tempo di contatto cordale dei meccanismi M1 e M2 è
un effetto vocal tract dipendente (e non più semplicemente correlato a semplici variazioni di colore),
sembra essere proprio l’adattamento del vocal tract a poter influenzare il tipo di transizione. Una
gestione del VT verticale continua (proiezione che segue l’andamento melodico) o una gestione del VT
verticale opposta (proiezione che si muove specularmente al contrario della melodia), entrambe tipiche
del canto classico poi ereditate dalla didattica del canto moderno, sembrano generare un Mix Standard;
mentre una gestione del VT orizzontale/trasversale, tipica dell’emissione tecnica moderna sembra
favorire il Mix Estremo.

3.0 TERMINOLOGIA

Se consideriamo la gestione della transizione (scollegata o collegata) nelle subvariazioni di


meccanismo laringeo M1mix2 e M2mix1, esisterebbero dunque solo due tipologie di Mix che abbiamo
definito e nominato Mix Standard e Mix Estremo. Come interpretare e collocare allora tutti termini
che la Didattica ha sviluppato e diffuso in questi anni?

3.1 Varie tipologie di Mix?


I termini e i riferimenti fisiologici più diffusi riferiti al concetto di mix differiscono tra loro per:

* spessore della massa (Heavy Mix - Light Mix)

* focus in cui vengono gestiti (Chest Mix - Head Mix – Balanced Mix - Masked Mix)

*atteggiamento del Vocal Tract : verticale (continuo ed opposto) – orizzontale/trasversale

* tempo di contatto glottico o variazione del meccanismo soggiacente (M1mix2 - M2mix1).

Precisando che non c’è terminologicamente parlando, un mix sbagliato o uno giusto, si propone una
Classificazione dei termini più diffusi in associazione alla subvariazione percettiva del
meccanismo soggiacente, a seguito di analisi acustico-percettiva:

M1 mix2 M2 mix1
Heavy Mix Light Mix
Chest Mix
Head Mix 1 Head Mix 2
Balanced Mix
Masked Mix 1 Masked Mix 2

NB: sul canale Youtube EXTREME MIX VOICE® https://www.youtube.com/channel/UCOJU9ZtYYqXWq2lVf1r-FkA e sul sito
ufficiale in allestimento www.extrememixvoice.com sono presenti alcuni video rappresentativi e che completano il presente studio.
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3.2 Incongruenze terminologiche


Con questo paragrafo non si vuole limitare l’uso della terminologia, ma invitare ad un uso più
consapevole della stessa.
Possiamo affermare che il termine Mix sta subendo in didattica lo stesso trattamento terminologico di
aggettivazione che in passato ha subìto il termine registro in relazione a fenomeni propriocettivi:
avevamo registri di tutti i tipi ed oggi abbiamo altrettanti tipi di mix.
Ricordiamo che il termine Mix deriva da Registro Medio con consonanza Mista, ossia un preciso
registro didattico al quale, meccanicamente, sottosta l’impiego dell’uno o dell’altro meccanismo ma il
cui focus risonanziale è percepito come consonanza mista. Ed è stato strutturato così a fine Ottocento,
quando si era notato che rimanere in consonanza mista offriva l’illusione acustica di un timbro
omogeneo lungo tutta l’estensione. Se infatti, spostassimo bruscamente il focus dalla consonanza mista
verso petto o testa (zona occipitale), potremmo notare un cambio timbrico indesiderato, ma anche una
perdita di controllo delle subvariazioni di meccanismo; in pratica non saremmo più in “collegamento”
dei registri primari, ma in gestione separata dei registri.
Ma se la consonanza è mista, e da questa il mix trarrebbe il suo nome, come può terminologicamente un
mix consuonare in testa o in petto? Un termine non dovrebbe dar adito a fraintendimenti. Il termine
Chest Mix, invece, può essere interpretato in vari modi: ad esempio, il mix di petto può essere così
definito perché consuona nel petto e risulta particolarmente scuro oppure è mix con preponderanza di
voce piena? Si è notato che il termine Chest Mix viene oggi associato a vocalità estese e scure. Sembra
chiaro che il modo più giusto di interpretarlo sia quello di intenderlo come registro medio con
preponderanza di voce piena, che possiamo associare al M1mix2; a differenza di un Head Mix che
possiamo interpretare come registro medio con preponderanza di voce di testa (in senso di falsetto) e
quindi M2mix1.

Esistono però, alcune incongruenze in questa interpretazione:


- soggettività eccessiva - ciò che è Chest per un soggetto, potrebbe essere percepito come Head
da un altro; questo perché per alcuni chest è sinonimo di petto e per altri è sinonimo di voce piena con
consonanza di testa.
- per quanto da una parte la didattica riconosca e promuova tutti questi mix, dall’altra non
propone diversi percorsi formativi a sostegno specifico di ognuno di essi, applicando semmai un unico
percorso formativo che non tiene conto né dei diversi focus citati (se chest o head), né del fatto che a
parità di focus, il meccanismo soggiacente potrebbe essere differente (per es. Head Mix può essere sia in
mix1 che in mix2);
- preferenza da parte del didatta di un determinato mix rispetto ad un altro, nonostante
sembra ormai chiaro che un cantante può cambiare tipo di mix durante un brano o addirittura durante
uno stesso fraseggio - per es. W. Houston nel ritornello di “I have Nothing” passa da Chest Mix a Head
Mix, da Balanced Mix a Masked Mix, in una decina di secondi.

Ed esistono alcune considerazioni importanti da farsi:


 una nota tenuta in registro di petto è davvero molto diversa dalla stessa nota emessa in “registro
di mix”, sia per consonanza (petto, anziché mista), sia per un presunto diverso tempo di
contatto glottico (M1 anziché M1mix2);
 quando a parità di nota sostenuta passiamo da un M1 ad un M1mix2, l’intensità decresce
sensibilmente; mentre quando al contrario passiamo da un M2 ad un M2mix1, l’intensità cresce
in maniera evidente. E questo è ben accertato all’EGG e nei lavori dei fisici acustici (3,4,5).
L’errore terminologico nasce dunque dal voler ricondurre ogni suono scuro della vocalità alla
consonanza di petto, la quale è possibile solo grazie alla trasmissione di vibrazioni muscolo-scheletriche
(fenomeno della consonanza) che il maggiore spessore cordale può generare grazie alla vicinanza della
scatola laringea alla gabbia toracica. Dunque protrudere le labbra, indietreggiare il dorso della lingua,
innalzare il velo, “ingolare” il suono, allungare il tratto di risonanza, o la copertura stessa, scuriscono il
suono ma non sono propriocettivamente per se stessi riconducibili ad una consonanza di petto; ne
consegue che una nota acuta solo per avere connotati “scuri e coperti” non dovrebbe essere definita
“chesty”. Il problema resta isolato al percorso didattico da collegare a quel determinato modo di
eseguire il mix, dovendo essere diverso per ognuno di essi.
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4.0 MIX STANDARD E MIX ESTREMO©

Durante i lavori sul Mix sono state mappate varie tipologie di Mix. Il focus dell’indagine si è spostato
sul Mix Estremo, ossia un tipo di mix “estremamente” atletico e tecnico (utilizzato in generi molto
impegnativi come l’hard rock, il metal o il pop tecnico e il soul, ma anche in alcuni tipologie di
musical), nel quale la componente di voce piena resta percepibile acusticamente lungo tutta l’ampia
estensione vocale e che di fatto, rappresenta il registro medio con consonanza mista in termini assoluti
ed estremi senza punti di passaggio udibili.
Da non confondere con Vocalità Estrema, il Mix Estremo mantiene con quest’ultima una forte
connessione, proprio grazie alla sua particolare fisiologia: l’interessamento “positivo” delle false
corde e del muscolo cricofaringeo che prima del passaggio di registro (transizione M1-M2),
sopraggiunge per mantenere “le pincement de la glotte” come intuito da Garcia; permettendo così,
l’accesso a note in voce piena nel settore tonale acuto, grazie all’innalzamento, di circa una terza, del
punto di passaggio di registro – vedi strobo su canale Youtube Extreme Mix Voice®.
Il Mix Estremo rappresenta una estremizzazione in termini tecnici del registro medio con consonanza
mista e propone un perfetto passaggio di staffetta tra il M1mix2 > M2mix1, a differenza del Mix
Standard, nel quale questo passaggio è molto più evidente e che a confronto risulta meno presente, con
minore pressione sonora e ridotta estensione.
Coprire il passaggio è appannaggio del canto classico; in ambito moderno il passaggio non andrebbe
coperto ma innalzato, per permettere un passaggio di staffetta tra M1mix2 e M2mix1 in un tratto del
range in cui il suono risulta più ricco a livello sonoro. Il Mix Estremo ha infatti, la peculiarità di
innalzare i punti di passaggio nei soggetti maschili da Do#3-Mi3 a Sol3, mentre in quelli femminili da
Sol3-Si3 a Re4, grazie anche alla gestione orizzontale/trasversale del VT che nel Mix Standard invece, è
quasi sempre verticale.
Il Mix Estremo è molto più facile rilevarlo sulle voci «famose» maschili rispetto a quelle femminili,
nelle quali viene spesso confuso per Belting – vedi strobo su canale Youtube Extreme Mix Voice®
Nonostante l’intervento positivo falsocordale, i performer esperti in questa fonazione, avvertono un
senso di retrazione correlata all’adattamento trasversale del VT.
Il Mix Estremo è un’emissione vocal tract dipendente. Senza quel tipo preciso di atteggiamento
trasversale del tratto vocale, della ricerca di quella particolare consonanza mista, il mix estremo non può
essere realizzato facilmente. In questa emissione il cantante avverte entrambe le dimensioni del suono,
quella della corposità e della brillantezza.
Il Mix Estremo, per sua fisiologia, è connesso alle vocalità estreme (Growl, Scream e Registro di
Fischio) (6,7,8) e presenta, come vedremo, rinforzo spettrale di una certa entità.
Acusticamente, possiamo ricondurre il Mix Estremo a due elementi: coordinare voce piena e falsetto (in
senso primario) grazie ad un intervento falsocordale atto a mantenere adduzione cordale oltre il
passaggio ottenendo così una maggiore estensione della percezione di voce piena; mantenere
componenti percettive di voce piena e falsetto in una zona di consonanza mista, a metà tra petto e testa.
Se non si avvertono entrambe queste componenti, molto probabilmente non si sta emettendo in Mix
Estremo, ma si sta emettendo in Belting o addirittura in Masked Mix (una emissione in M2mix1 così
carica di squillo da confondere l’ascolto e far credere si tratti di voce piena).

4.1 Analisi Stroboscopica del Mix Standard e del Mix Estremo


Obiettivi: osservazione del M1mix2; osservazione del M2mix1; identificazione del Mix Estremo su 4
soggetti esperti (due femminili e due maschili).
M1mix2 e M2mix1 - Nell’osservazione di alcune emissioni associate, si è notata una iperpressione
posteriore sempre presente in fonazione. Mentre le differenze principali tra le due “forme” di mix,
riguardano il piano glottico: orizzontale in M1mix2 e con tilt tiroideo in M2mix1.
Nell’osservazione del Mix Estremo©, si rende evidente una inclinazione tiroidea e massima tensione
longitudinale della stessa, unitamente ad iperpressione posteriore. Durante un glissando ascendente si
nota intervento falsocordale prima del passaggio di registro. Questo intervento delle false corde nei
soggetti femminili da noi osservati, resta isolato al terzo anteriore; mentre nei maschi, si mostra su tutta
la lunghezza cordale. Tale intervento falsocordale è anche risultato visibile in un passaggio da falsetto a
mix estremo a parità di nota o comunque, oltre il passaggio di registro e nel settore acuto. Abbiamo
notato che tale intervento è più limitato nei soggetti femminili rispetto ai soggetti maschili, a parità di
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range; ma comunque, tra i due soggetti femminili osservati, è ancor più limitato nel soggetto più esperto
dei due.

Figura 1 – caso femminile Figura 2 – caso maschile


Nelle Figure 1 e 2 si
rendono evidenti l’in-
teressamento falso-
cordale prima del
passaggio e l’iper-
pressione posteriore,
tipici comportamenti
fisiologici di questa
emissione.

La produzione vocale resta percettivamente in voce piena su settori molto acuti. E la stessa è connessa
alle distorsioni a vari livelli.
Interessante il passaggio di un brano Natural Woman in cui si osserva, in soggetto maschile la differenza
tra un precedente falsettone rinforzato ed un successivo mix estremo sull’inciso del brano in questione.
L’ipertono falsocordale accorre in aiuto alla fonazione, sostenendo una energia fonatoria notevole in
accoppiamento risonanziale con un restringimento dello sfintere ariepiglottico – vedi video su canale
Youtube Extreme Mix Voice®

4.2 Analisi Stroboscopica ed Acustica su Procedura Standard Mix©

Considerando che il Mix Estremo necessita di una preparazione globale precedente all’emissione, si è
deciso di osservare in laringostroboscopia diretta il pre e post di tale preparazione, denominata
Procedura Standard Mix©, modulo principale della metodologia Extreme Mix Voice®.

E’ stato richiesto a 10 soggetti eterogenei per sesso, età e per preparazione (neofiti ed esperti), di
eseguire ampi glissati e di sostenere note con vocale ‘a’ su punti critici dell’estensione (soggetti
maschili: Lab3 e Re4 – soggetti femminili: Reb4 e Lab4, nomenclatura europea). Nel comparare gli
esami del pre e post sono stati osservati i seguenti cambiamenti: una corda più pulita e libera da
sedimenti mucosi, un netto miglioramento nell’ampiezza di vibrazione, una maggiore attivazione dello
sfintere ariepiglottico, un interessamento ipertonico falsocordale (da intendersi non come costrizione ma
funzionale all’aumento dell’energia fonatoria), una maggiore capacità nel raggiungimento degli acuti e
del sostegno delle note tenute per maggiore tensione longitudinale della corda acquisita nel training, una
migliore gestione dell’intonazione, un guadagno risonanziale molto evidente e pertanto, si è deciso di
procedere con analisi acustica secondo alcuni parametri come segue.

All’ascolto dei dati post Procedura Standard Mix©, si è riscontrato un guadagno importante in termini
risonanziali e di consonanza, di estensione e di gestione della vocalità.

Nell’analisi acustica dei casi maschili, il Singing Power Ratio mostra riduzione del valore assoluto da
pre a post, arricchimento risonanziale nella finestra 2000-4000 Hz nel power spectrum e al Voice Report
da pre a post, miglioramento dei parametri di microperturbazione d’onda (Jitt e Shimm); non variazioni
riguardo al rapporto NHR; maggiore stabilità della F0 (pitch standard deviation).

Nei casi femminili, al Singing Power Ratio è stato riscontrato lieve aumento del valore assoluto da pre a
post, mentre non si apprezza un arricchimento selettivo nella finestra 2000-4000Hz, bensì un
arricchimento risonanziale omogeneo su tutte le frequenze nel power spectrum. Il Voice Report non
mostra variazioni eclatanti nei parametri di microperturbazione d’onda (Jitt e Shimm); vi è riduzione
della quota di rumore nel suono (NHR) e una maggiore stabilità di F0 (pitch standard deviation).
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5.0 CONSIDERAZIONI DIDATTICHE

La Didattica è sempre stata divisa in chi si lascia attrarre da aspetti percettivi e risonanziali e chi, invece,
si focalizza sul processo meccanico laringeo di base. In ambito di mix, l’atteggiamento preferibile è
quello di valutare l’emissione in ragione delle subvariazioni di meccanismo: è M1mix2 oppure
M2mix1? Per soddisfare questa necessità, si è arrivati ad una nuova definizione di mix che lo promuove
come emissione di controllo dinamico di queste due variazioni.
Il Mix è un tipo di vocalità molto impegnativa che nel tempo, vuoi anche per l’avvento di generi più
popolari e leggeri o per la più avanzata tecnologia di ripresa in studio, si è progressivamente alleggerita.
A causa di questa combinazione tra effettistiche avanzate e didattica dell’alleggerimento, si fa davvero
molta fatica a riconoscere nel settore tonale acuto un falsetto addotto o rinforzato da una vocalità piena,
che per assurdo, spesso passa per voce costretta e in gola.
Oggi la Didattica utilizza una progressione di esercizi specifici in una formula che in genere porta ad
enfatizzare, anziché limare, le differenze percettive tra M1 ed M2. L’abuso costante di vocalizzi
ascendenti con la vocale ‘a’ infatti, comporta un sensibile aumento del tempo di contatto glottico e dello
spessore della massa, sposando di fatto l’emissione sul meccanismo M1 e aumentando di riflesso il
divario tra M1 - M2 (passaggio di registro). Non a caso la vocale usata a fine Ottocento per favorire
l’unione dei registri era la vocale ‘i’. Per limare questo “scalino” tra M1 ed M2, si utilizzano
successivamente esercizi di copertura, unitamente ad un atteggiamento verticale del VT, che alla fine
trasforma il falsetto sfiatato, in falsetto addotto e arrotondato tramite il tilt tiroideo. Ma poiché il falsetto
addotto viene percepito come “ancora troppo leggero”, viene successivamente rinforzato abbassando la
laringe. Alla fine, si ottiene un suono in falsettone rinforzato che possiamo meglio definire come un
appesantimento del meccanismo 2 e non come un rinforzo adduttorio dello stesso. In questa posizione,
se si prova a spingere per ottenere la voce piena, si genera qualcosa di analogo a quello che da sempre
viene definito come “affondo laringeo”, ossia una vocalità scura, mai piena, disconnessa dalla
possibilità di ottenere acuti brillanti e potenti, senza dunque quella proiezione necessaria anche nei
tecnicismi moderni.
Le tecniche di alleggerimento potrebbero funzionare con emissioni eccessivamente pesanti e
iperaddotte, ma non su voci flebili. E dovremmo anche considerare che, quando rinforziamo suoni in
M2 cercando di portarli verso la voce piena, condanniamo la vocalità ad un canto in falsettone perenne.
Questo perché l’attività dei cricotiroidei è fortemente destabilizzante l’attività aritenoidea (meno il
contrario) e più cantiamo in falsetto, meno riusciremo a cantare in voce piena.
Le tecniche di “alleggerimento” infatti, dovrebbero essere adoperate su voci eccessivamente spinte,
urlate o tese, all’inizio del percorso didattico, per poi essere sostituite da tecniche di recupero
dell’adduzione nel range acuto e sovracuto (per esempio tecniche che favoriscano l’adesione delle
aritenoidi o il moderato ipertono falsocordale).
Il pinzaggio delle aritenoidi, infatti, è un aggiustamento necessario anche nella tecnica del mix moderno.
Esso dipende dall’iperpressione posteriore adoperata dagli interaritenoidei e cricofaringei, muscoli che
compattano posteriormente le aritenoidi.

6.0 REFERENCES
1. Juvarra, A. Appunti su “Il Registro Misto” 2019
2. Patalini A. I registri, in corso di stampa, 2020
3. Castellengo, Michèle, Lamesch, Sylvain, Henrich, Nathalie Vocal Registers and laryngeal mechanisms, a case study: the french
“voix mixte”.
4 .Roubeau B., Henrich N., Castellengo M. Laryngeal Vibratory Mechanisms: The Notion of Vocal Register Revisited, In: Journal of
Voice, vol. 23, July 2009: 425-438
5. Henrich N, Roubeau B, Castellengo M. On the use of electroglottography for characterisation of the laryngeal mechanisms.
Presented at: Stockholm Music Acoustics Conference; 2003; Stockholm, Sweden; 2003.
6. Di Corcia A, Fussi F. Meccanismo 3 ed Uso Professionale del Registro di Fischio. In Fussi F.: La Voce del Cantante, Volume
Settimo, Omega Edizioni, Torino 2011: 149-166
7. Di Corcia A., Fussi F. Whistle Register: A Preliminary Investigation by HSDI - Visualization and Acoustics on Female Cases. In
Photonic Therapeutics and Diagnostics VIII,
edited by Nikiforos Kollias, et al., Proc. of SPIE Vol. 8207 . San Francisco CA 2012
8. Di Corcia A., Fussi F.: Whistle Register and M3: A Preliminary HSDI Investigation by visualization and acoustics in male and
female singers. In Normal and Abnormal Vocal Folds Kinematics: HSDP, OCT & NBI®, Volume II Applications. San Francisco CA
2016: 267-272

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