90714

€ 2,50 in Italia — Domenica 14 Luglio 2019 — Anno 155°, Numero 192 — ilsole24ore.com Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
conv. L. 46/2004, art. 1, C. 1, DCB Milano
9 770391 786418

A tavola con Industria e luoghi

Giulio Terzi Settimo Torinese
BIG TECH E RETI CONVERSAZIONI
HANNO SULLA GOMMA
MODIFICATO NEL VIALE
LA GEOPOLITICA DEI CILIEGI
di Paolo Bricco di Giuseppe Lupo
—a pagina 10 —a pagina 11

Fondato nel 1865 Feluca. Giulio Terzi di

Quotidiano Sant’Agata è un diplomatico
ed è stato ministro degli Esteri
Politico Economico Finanziario Normativo con il governo Monti

Terzo Valico: Nardinocchi commissario — P. 4 Plastica, otto strade per il riciclo —Jacopo Giliberto P. 5 Quattro offerte per le Figurine Panini — P. 4

domenica Dismissioni M ERRIOTT APRE IL TERZO S T.REG IS A V ENEZIA IDEOLOGI E

L’EUROPA
Descrivere
il silenzio
Scrittori
di Stato, E LA SINDROME
DISSOCIATIVA

via al decreto
DEI SOVRANISTI
e artisti
sull’assenza di Sergio Fabbrini

di suono
da 1,2 miliardi
di Luigi Sampietro
—a pagina 17
Immobili pubblici. Entro la settimana
previsto l’ok definitivo: 950 milioni
andranno nel saldo dei conti del 2019
Arriva il timbro della Corte dei conti
sul decreto che avvia la cessione degli
immobili di Stato per un totale di 1,25
miliardi, e che ora è pronto per il via
libera finale in settimana. Il tempo
stringe perche una tranche da 950 mi-
lioni deve confluire nei saldi 2019 con-
cordati nel dicembre scorso con la Ue.
Tre i filoni del programma: il primo
Visita a Palazzo passa da Invimit, la sgr del Tesoro che
avvierà il Fondo Dante in cui conflui-
Colonna ranno beni per 500 milioni . Il Dema-
Donna Isabelle
e i suoi salotti
di Marco Carminati
Giustizia, nella riforma
—a pagina 26
Bonafede arrivano più
È
come l’altalena. La relazione
tra l’attuale governo italiano
e le istituzioni europee
oscilla tra un polo e l’altro.
Un’oscillazione, per sua natura,
senza direzione. Consideriamo la
politica di bilancio. Ogni giorno,
l’uno o l’altro dei due vicepremier
ne ha una da proporre. Oggi la flat
tax e ieri Quota 100 (Matteo Salvi-
ni) oppure oggi il salario minimo
e ieri il reddito di cittadinanza
nio parteciperà con oltre 400 immo- (Luigi Di Maio). Obiettivi, natu-
bili di valore elevato cui si aggiungono ralmente, che vanno realizzati
altri 1.200 con importi più ridotti. Ter- subito, a prescindere da quanto
za tranche dalla Difesa che metterà sul costano. Subito dopo arrivano le
piatto 41 caserme. Coinvolti anche gli stime degli uffici del ministero
enti locali, sia come fornitori (volon- dell’Economia e delle finanze o
tari) di immobili sia come facilitatori quelle degli uffici di Bruxelles che
delle procedure per la valorizzazione. mostrano che essi, in realtà,
Gianni Trovati costano troppo. Come se non
—a pagina 3 bastasse, i mercati si fanno subito
sentire, con la conseguenza di far
Giornale chiuso in redazione alle ore 21.30 crescere i tassi di interessi e il
debito pubblico.
A questo punto, i due vicepre-
mier fanno un passo indietro,
lasciando al premier e al ministro
dell’Economia e delle finanze la
delega per evitare un’eventuale
procedura d’infrazione. Così era
avvenuto nell’autunno del 2018 e
così è avvenuto qualche giorno fa,

.lifestyle sanzioni a giudici e Pm quando il governo ha dovuto

MAGISTRATURA
Viaggi Nella riforma della giustizia del
Guardasigilli Alfonso Bonafede au-
Destinazioni mentano i casi di illecito disciplina-
re che possono colpire giudici e Pm.
umane: Nel mirino, il mancato rispetto dei
introdurre una robusta manovra
correttiva per evitare quella proce-
dura. Il prossimo settembre, però,
SE GN AL AZ IO N I l’altalena comincerà di nuovo a
muoversi nell’altra direzione, con
E ora l’avvocato
nuove proposte insostenibili cui
seguiranno inevitabili passi indie-
diventa Lusso veneziano. Il giardino del rinnovato St. Regis Hotel si affaccia sul Canal Grande
tro. Ma quali sono le ragioni di tali
comportamenti? È probabile che
whistleblower quei comportamenti siano dovuti

quando
tempi d’indagine e di esame dei fa-
scicoli. Più responsabilità per i capi
degli uffici. di Giovanni Negri
Hotel, boom d’investimenti (+310%) alla scarsa capacità governativa
della nuova élite politica, al potere
dopo le elezioni del marzo 2018.
la persona —Servizi a pagina 2 Paola Dezza —a pag. 7 —Continua a pagina 10

è una meta
BANCHE CENTR A LI
di Donata Marrazzo
—a pagina 13 TRABALDO TOGNA 1840
– presenta
Semestrali, utili in aumento dell’8% VALUTE
ma ora pesa l’impatto dei dazi DIGITALI
CONTRO
PREVISIONI COMPAGNIE AEREE LETTERA AL RISPARMIATORE L’EVASIONE
Stime al rialzo per i gruppi
finanziari, previsioni tagliate Rilancio Reno di Marcello Minenna
di Alitalia: De Medici,
L
per le società industriali a moneta cartacea circo-
lante nel mondo è intorno
Piazza Affari si appresta a chiudere partita a tre spinge al 10% del totale e nono-
Enologia la prima metà dell’anno con un mon-
te utili in crescita dell'8% rispetto allo tra Toto, sull’estero stante qualifichi un rapporto
diretto tra utente finale e ban-
Bollicine rosé: stesso periodo 2018 per un controva-
lore complessivo che dovrebbe su- Efromovich anche ca centrale, quest’ultima non
può ricostruirne l’uso. Usando
aperitivo e oltre perare i 22 miliardi di euro. Il com-
parto più in difficoltà è quello indu- e Atlantia con l’M&A la terminologia digitale si può
dire quindi che la moneta
di Federico De Cesare Viola striale su cui pesa l’incertezza legata cartacea presenti caratteristi-
—a pagina 15 alla guerra dei dazi tra Usa e Cina. Gianni Dragoni —a pag. 4 Vittorio Carlini —a pag. 6 che «cripto». Nel caso delle
Franceschi e Valsania —a pag. 8 cripto-valute la registrazione
dell’operatività però esiste e
avviene su blockchain, un

lunedì I 50 ANNI DELL’UOM O S ULLA LUNA

libro mastro crittografato con
scritture contabili indelebili.
Purtroppo tentare una sua
decodifica è come cercare il
I PIANI USA DESIGN CIMELI
contenuto di una cassetta di
Condominio I programmi Mobili, moda Per il diario sicurezza senza conoscere la

e Fisco per il futuro: e oggetti: dell’Apollo 11 banca, l’indirizzo e senza

avere la chiave.
Le regole torneremo siamo tutti un’asta A riprova di ciò ci sono gli
scarsi risultati degli interventi
per gestire
Adrian Clay, New York City Ballet,
danza in un abito realizzato per restarci astronauti da 9 milioni $ per motivi fiscali o di controllo
con tessuto Estrato, dei capitali delle autorità nazio-
gli affitti brevi cucito a mano da Sant’Andrea di Pierangelo Soldavini
—a pag. 12
di Sara Deganello
—a pag. 14
di Stefano Salis
—a pag. 30
nali statunitensi e cinesi.
—Continua a pagina 6
2 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

I fatti del giorno

Giustizia, nel piano Bonafede LA G IORNATA

RUSSIAGATE

più sanzioni per giudici e Pm Nuovi dettagli sui rapporti

Savoini-Lega. Salvini:
non vado in Aula per fantasie
La stretta. Nella bozza di riforma aumentano gli illeciti disciplinari. Colpiti il mancato rispetto «Savoini faceva parte della delega- una visita in Russia. Lo stesso Savo-
dei termini nella durata dei processi e l’indecisione su esercizio dell’azione penale o archiviazione zione del ministro Salvini in veste ini del resto dichiarava nella mail a
di membro dello staff del ministro, Buzzfeed di collaborare «diretta-
così come ha sempre fatto parte mente con Matteo Salvini a seconda
Giovanni Negri

Il pubblico ministero non deposita

tempestivamente gli atti d’indagi-
ne? Rischia una sanzione discipli-
nare. Il pubblico ministero non
esercita l’azione penale né chiede
l’archiviazione? Rischia una san-
zione disciplinare. Il giudice non
adotta misure per chiudere i pro-
cessi nei tempi previsti? Rischia una
sanzione disciplinare. Il capo del-
l’ufficio non si attiva per segnalare
le situazioni che possono compro-
metterne l’efficenza? Rischia una
sanzione disciplinare.
Un dato tecnico e un paradosso
politico appaiono evidenti nella
bozza di disegno di legge delega
messa a punto dal ministero della
Giustizia in vista della presentazio-
ne in Consiglio dei ministri. Il testo
è certo assai composito, toccando
molti punti (dal Csm al processo pe-
nale, dal processo civile alla geogra-
fia giudiziaria), e tuttavia salta al-
l’occhio il florilegio di nuove fattis-
pecie di illeciti disciplinari che lo
costella. Tanto più sorprendente vi-
sto che arriva da un ministero la cui
attuale guida più ha sostenuto di
+22%
L’AUMENTO
ne del lavoro da parte dei magistrati
che a quell’ufficio sono addetti, ma
deve dimostrare di aver adottato
dicamente verificati).
Quanto ai pubblici ministeri, il
faro è puntato sulla fase delle inda-
zia del pm che non esercita l’azione
penale, dopo l’avviso di deposito, e
neppure chiede di archiviare entro
dello staff di Salvini quando era sol- delle sue richieste. Conoscendoci
tanto segretario politico senza in- da sempre». Il presidente di Lom-
carichi di governo»: così scriveva bardia Russia sostiene anche di
DELLE NOTIZIE ogni iniziativa utile al superamento gini preliminari, dove si è voluto 30 giorni dalla richesta avanzata (parlando in terza persona) lo stes- aver collaborato a tutte le visite «del
Andamento del delle predette criticità». compensare l’aumento da sei a 12 dall’indagato. so Savoini un anno fa, il 17 luglio sen. Salvini in Russia» e di aver in-
numero di notizie Per esempio, di fronte a gravi e mesi nell’ipotesi base e da 12 a 18 A parziale bilanciamento c’è poi 2018, al sito Buzzfeed con riferi- contrato «insieme» a lui «non solo
di illeciti ripetuti ritardi da parte di un ma- per i reati più gravi (con una sola l’introduzione di un istituto inedi- mento alla visita di Salvini a Mosca il presidente Putin» ma altri alti
disciplinari
gistrato dell’ufficio, non sarà rite- proroga possibile però), con un to come la riabilitazione, della del 16 luglio 2018. Una lettera che esponenti del governo russo.
arrivate alla
Procura generale
nuto sufficiente richiamarlo al ri- meccanismo che in caso di mancato quale potrà beneficiare il magi- Buzzfeed ha reso pubblica ieri, do- Ma ieri si è scoperto anche il no-
della Cassazione spetto dei termini e segnalarne avviso di chiusura indagini o di ri- strato colpito da ammonimento o po la presa di distanza del ministro me di uno dei due accompagnatori
nel 2018 l’incapacità organizzativa, ma oc- chiesta di archiviazione, vincola il censura. Riabilitazione possibile, dell’Interno dall’esponente della italiani di Savoini al Metropol, dove
correrà assumere tutte le iniziati- pm alla discovery degli atti d’inda- in caso di ammonimento, dopo Lega. E dall’entourage del leader il 18 ottobre si era discusso dell’af-
ve per rimuovere la situazione di gine. Misura assistita dalla previ- avere ottenuto la prima valutazio- della Lega arriva una nuova catego- faire di compravendita di petrolio
difficoltà venutasi a creare (me- sione di un nuovo illecito discipli- ne positiva di professionalità dopo rica smentita: «Savoini non era nel- da cui sarebbero dovuti uscire i sol-
diante redistribuzione dei ruoli o nare nel caso di mancato rispetto. la sanzione e dopo la seconda valu- la delegazione ufficiale del ministro di per finanziare la Lega. È l’avvoca-
mediante adozione di mirati e fat- E sempre agganciata a un possi- tazione in caso di censura. dell’Interno partita dall’Italia. Idem to Gianluca Meranda. Lo ha rivelato
tibili piani di smaltimento, perio- bile illecito disciplinare è poi l’iner- © RIPRODUZIONE RISERVATA il 17 e 18 ottobre 2018», date della lui stesso in una lettera a Repubbli-
successiva visita a Mosca. Lo stesso ca in cui dice: «Non posso dire di
Salvini ribadisce di non avere alcu- non aver mai incontrato Matteo
Quanto sono lunghi i processi rito per rito na intenzione di presentarsi in Par- Salvini», precisando però che «non
lamento, come chiesto dal Pd, per per «questioni professionali». Me-
Durata media effettiva parlare di «supposizioni randa, che nei prossimi
2015-2018 per rito 2015 2016 2017 2018 e fantasie» mentre il dem
Filippo Sensi pubblica su
giorni sarà ascoltato dalla
Procura di Milano, con-
50 GIORNI
twitter un’intervista del ferma il colloquio avve-
Opposizione N. DEFINITI 7.899 8.127 8.094 7.288 2014 in cui il leader della nuto a ottobre con Savoi-
Allo Stato Lega definiva Savoini e ni e i russi ma dice anche
Passivo (Art. 98)
DURATA MEDIA
EFFETTIVA
654 624 615 621 Claudio D’Amico (consi- che la transazione poi
Contenzioso gliere oggi al Viminale) Savoini. Indagato non si è conclusa.
ordinario
«my official representa- per i presunti —B.F.
tives» con riferimento a fondi alla Lega © RIPRODUZIONE RISERVATA

essere vicina alla magistratura e alle

istanze di legalità. Sommario N. DEFINITI 28.986 46.540 65.887 56.431
E allora vediamoli, alcuni di que- di cognizione L’ASSEMBLEA DEL PD
sti casi. Innanzitutto il nuovo illeci-
702 bis
DURATA MEDIA 349 342 400 472
Zingaretti: noi unica alternativa
EFFETTIVA
to che andrà a colpire il magistrato Contenzioso
che non adotta misure efficaci per ordinario
permettere la definizione dei pro-
cessi civili a lui assegnati entro ma basta correnti, soffocano tutto
quattro anni nel giudizio di primo
grado, tre anni in appello, e due an- Rito N. DEFINITI 334.137 321.373 297.970 280.029 «Dobbiamo avere fiducia, nulla è così non si può andare avanti, basta
ni in Cassazione. Termini che, si ordinario prestabilito. Abbiamo fatto un pri- arcipelago dove si esercita il potere,
chiarisce, si dovranno applicare so- Contenzioso
DURATA MEDIA
EFFETTIVA
1.318 1.334 1.295 1.270 mo passo, ma ora vogliamo fare la con un regime correntizio che sof-
lo ai fascicoli di cui il magistrato è ordinario storia. Il Pd è l’unica alternativa foca tutto» ha detto Zingaretti. Zin-
stato il primo assegnatario e che so- credibile a questa deriva italiana». garetti ha poi lanciato una Costi-
no ancora pendenti a suo carico allo Con queste parole il segretario Pd tuente delle idee il cui primo punto
scadere del termine, visto che non Nicola Zingaretti ha aperto ieri l’as- è: giù le tasse ai salari, a partire dai
si potrà attribuire responsabilità semblea dem. Il leader ha più bassi. «Vogliamo un
per un arretrato solo ereditato. Rito ordinario N. DEFINITI 30.426 31.801 29.130 26.963 però poi voluto sottoline- nuovo sistema fiscale: al-
II grado COSTITUENTE
In questo caso, comunque, toc- are che, conditio sine qua DELLE IDEE tro che flat tax. La prima
cherà anche al capo dell’ufficio giu-
Contenzioso DURATA MEDIA
EFFETTIVA
1.229 1.314 1.333 1.296 non per tornare competi- «La prima riforma riforma fiscale deve ri-
ordinario
diziario di appartenenza del magi- tivi è quella di auto-im- fiscale deve guardare il mondo del la-
strato segnalarne la condotta al ti- porsi un cambiamento riguardare il voro: giù le tasse sui sala-
tolare dell’azione disciplinare; in netto a cominciare dallo mondo del lavoro: ri dei lavoratori italiani a
caso contrario, l’omessa segnala- smantellamento delle giù le tasse sui cominciare da quelli più
zione rappresenterà a sua volta ille- correnti che infestano il salari dei lavoratori bassi. Non la tassa piatta
cito a carico del capo dell’ufficio. partito. «Sul partito dob- italiani a comincia- ma maggiore giustizia» .
Il disegno di legge, per una mag- Lavoro N. DEFINITI 258.936 238.694 229.365 210.840 biamo cambiare tutto: re da quelli bassi» © RIPRODUZIONE RISERVATA

giore responsabilizzazione dei capi Lavoro,

degli uffici, attribuisce rilevanza di- previdenza DURATA MEDIA
EFFETTIVA
904 851 784 725
assistenza
sciplinare anche all’insufficienza
delle iniziative che il dirigente ha IL CASO CSM
assunto a fronte di situazioni di cri-
ticità e di illeciti disciplinari da par-
Lavoro 25.591 22.815 20.039 19.423
Dimissioni anticipate al 21 luglio
per il procuratore generale Fuzio
te di magistrati della sezione o del- N. DEFINITI
l’ufficio. «In sostanza - si legge -, il Contenzioso
“buon” dirigente, al quale spetta in-
ordinario DURATA MEDIA
EFFETTIVA
780 765 710 681
nanzitutto organizzare in modo ef- Uscita anticipata dalla magistra- difendere con maggiore libertà
ficiente l’ufficio, non può limitarsi Fonte: Ministero tura per il procuratore generale dalle accuse rivoltegli: il pg è infat-
della Giustizia
a segnalare le criticità nella gestio- della Cassazione Riccardo Fuzio. ti indagato a Perugia per rivelazio-
Doveva restare sino al 20 novem- ne di segreto d’ufficio.
bre, ma alla fine lascerà già alla fi- In ogni caso, l’uscita anticipata
ne della prossima settimana, il 21 dalla magistratura di Fuzio non
TRASPARENZA luglio, come comunicato al Csm, al bloccherà l’attività del Comitato di
ministero della Giustizia e agli Presidenza del Csm. Quanto al per-

E ora l’avvocato può fare il whistleblower stessi colleghi della Pro-

disciplinare, hanno tuttavia come
Segnalazioni possibili bersaglio l’«esercizio non indipen-
dente della funzione».
anche se non c’è illecito
e da parte dei legali
Sulla base della disciplina del
2001 (decreto legislativo n. 165, ri-
visto dalla legge Severino) è assi-
cura. Una scelta fatta
«con rammarico» e dopo
avere constatato che
corso per individuare il
successore, ora al Csm si
proverà ad anticipare le
scadenze per arrivare alla
smo di segnalazione analogo, con- «non sussistono le con- nomina già a settembre.
CORSI E RICORSI centrato però sull’esercizio non in- dizioni interne per ga- Tra i possibili candidati si
dipendente della funzione da parte rantire la piena funzio- fa il nome di Giovanni
Uno psicologo dei magistrati o su comportamenti nalità dell’ufficio». Una Fuzio. Lascia Salvi, Pg a Roma, e del Pg
contrari agli obblighi e oneri colle- maniera anche, ha spie- la toga prima di Napoli Luigi Riello.
per valutare gati all’esercizio della funzione. gato Fuzio, per potersi di novembre © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il whistleblowing viene ulterior-
mente allargato, per contrastare
gli illeciti dei magistrati (ma an-
che del personale amministrativo
che li affianca). Nella bozza di leg-
ge delega trova posto anche un in-
tervento che, per i critici, contri-
buirà a incentivare la delazione,
mettendo pressione su giudici e
pm, per i favorevoli è invece indi-
rizzato a elevare il grado di tra-
sparenza nell’amministrazione
della giustizia. Di certo le modifi-
che sono significative.
Due le linee guida: da un lato si
procede al rafforzamento del-
l’istituto della segnalazione di con-
dotte illecite (nella versione modi-
ficata dalla legge Severino), con
un’estensione dell’ambito dei sog-
getti legittimati a indicare situa-
zioni di illegalità, penali, contabili
e disciplinari, anche all’avvocatura
e, dall’altro, si regolano le segnala-
zioni dei comportamenti che, pur
non avendo immediata rilevanza
curata la tutela del pubblico di-
pendente che segnala illeciti, an-
che nei confronti dei magistrati.
Già oggi, quindi, è possibile ai
pubblici dipendenti procedere alla
segnalazione, non solo alla Procu-
ra ed all’Autorità anticorruzione,
ma anche al «responsabile della
prevenzione della corruzione e
della trasparenza».
Il disegno di legge si propone di
allargare la tutela anche alle segna-
lazioni provenienti dal mondo del-
l’avvocatura su illeciti penali, di-
Sotto
esame
le condotte
sciplinari e contabili relative a ma-
gistrati, funzionari di cancelleria
ed al personale Unep. Non più
quindi una norma su misura del
contrarie solo dipendente pubblico, ma in
all’esercizio futuro anche nelle mani dell’avvo-
indipen- cato che ritiene di dovere accende-
dente re un faro sulla condotta di magi-
strati o amministrativi.
della Non solo illeciti però. La bozza
funzione del ministero della Giustizia impo-
giudiziaria ne l’introduzione di un meccani-
i magistrati
Era il 2003 e l’allora premier Silvio
Berlusconi dei giudici disse che
sono «doppiamente matti» e che
«per fare quel lavoro devi essere
mentalmente disturbato».
L’allora ministro della Giustizia,
Roberto Castelli lo prese in parola
e inserì anche test
psicoattitudinali per gli aspiranti
magistrati. Non se ne fece nulla.
Sedici anni dopo, nella riforma
Bonafede, si mette nero su bianco
che il Csm, nella valutazione di
professionalità di giudici e pm,
per misurare il parametro
dell’equilibrio, potrà acquisire
anche il parere di uno psicologo.
Garantita la “difesa”: anche la toga
sotto esame potra farsi assistere
da un professionista di fiducia.
—G. Ne.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un’area nettamente più ampia di
quella riservata ai soli fatti illeciti.
In questo caso il destinatario delle
segnalazioni sarà il solo capo del-
l’ufficio, vista la incerta rilevanza
disciplinare dei fatti che potranno
essere segnalati. Starà a lui valutare
la fondatezza della notizia e tra-
smettere gli esiti degli accertamenti
compiuti al consiglio giudiziario.
E, quanto al funzionamento di
quest’ultimo, un’altra novità di ri-
lievo nella medesima direzione di
apertura di credito nei confronti
dell’avvocatura e di maggiore tra-
sparenza è data dalla concessione
di una sorta di diritto di tribuna ai
legali. Sarà cioè riconosciuto a tutti
i componenti del consiglio estranei
alla magistratura il diritto di assi-
stere alla seduta anche quando al-
l’ordine del giorno c’è la formula-
zione dei pareri per la valutazione
di professionalità del magistrato.
—G. Ne.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
NOMINE EUROPEE
Mastroianni e Porchia i nuovi
giudici italiani al Tribunale Ue
Ornella Porchia e Roberto Ma- Gustav Fernlund alla Corte Ue.
stroianni sono stati nominati giudici Professoressa ordinaria di diritto
del Tribunale Ue dai rappresentanti dell’Unione europea a Torino, Or-
dei governi degli Stati membri. Lo nella Porchia ricopre già il ruolo di
rende noto il Consiglio europeo. Il consigliere giuridico della Rappre-
-1%
I PROCESSI
loro mandato avrà inizio il 1 settem- sentanza permanente italiana pres-
bre 2019 e scadrà il 31 agosto 2025. Le so l’Ue. Classe 1964, Roberto Ma-
nomine rientrano nel rin- stroianni è nato a Cosenza
PENDENTI novo parziale della com- WAHL ALLA e insegna diritto europeo
Ieri il ministero posizione del Tribunale, CORTE UE alla Federico II di Napoli e
della Giustizia ha in vista dellascadenza del Lo svedese Nils alla Luiss di Roma. Dal
comunicato che i mandato di 23 giudici il Wahl è stato 2015 collabora anche con
giudizi civili invece nominato
prossimo 31 agosto. l’ufficio legislativo del Di-
pendenti nel per sostituire,
Lo svedese Nils Wahl è da ottobre, il partimento per le politi-
primo trimestre
stato invece nominato per compatriota Carl che europee della Presi-
del 2019 sono in
leggerissima sostituire, a partire da ot- Gustav Fernlund denza del Consiglio.
diminuzione tobre, il compatriota Carl alla Corte Ue © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019 3

I fatti del giorno

Verso il
mercato Da
sinistra, la
caserma alpini La
Marmora di
Tarvisio
(Udine); l’ex
caserma (ed ex
convento)
Vittorio
Emanuele II di
Gaeta (Latina) e
l’ex Convento
di San Salvador,
fabbricato cielo-
terra a Venezia

Dismissioni, arriva il decreto da 1,2 miliardi

Immobili pubblici. Provvedimento appena registrato in Corte dei conti
Centrale il ruolo di Invimit, la sgr del Tesoro, dove sarà creato il fondo Dante
Gianni Trovati
ROMA
Passerà da Invimit metà del piano
di dismissioni immobiliari previ-
sto dalla manovra per raccogliere
1,25 miliardi in funzione anti-de-
ficit. Alla sgr del Tesoro sarà crea-
to il Fondo Dante, con immobili
per 500 milioni di euro in genere
già messi a reddito che si aggiun-
gono ai circa 100 milioni in vendi-
ta tramite aste. La seconda fetta
importante sarà affidata all'agen-
zia del Demanio, che metterà sul
piatto oltre 1.600 beni, divisi in
due famiglie: per oltre 400 immo-
bili o terreni di valore unitario im-
portante, che costituiscono il cuo-
re di questa parte dell'operazione,
è pronto il bando di gara, e il pac-
chetto si completa con altri 1.200,
che non arrivano in genere a
100mila euro ciascuno. La terza
mossa è più ridotta nei valori e
spetta al ministero della Difesa,
che ha costruito una lista di 41 ca-
serme da far confluire nel piano.
Il provvedimento che dà attua-
zione al programma, un decreto
ministeriale che si accompagna a
un decreto di Palazzo Chigi, ha
appena superato l’esame della
Corte dei conti e tutto è pronto per
il via libera finale in settimana. I
tempi sono stretti perché i primi
950 milioni del piano dovranno
confluire nei saldi di quest’anno,
in base ai numeri concordati a di-
cembre con Bruxelles e conferma-
ti nel Def di aprile.
Un prologo dell’operazione in
realtà è già partito, con l’avvio da
parte di Invimit di aste gestite di-
rettamente dalla Sgr del Tesoro e
rivolte a privati per la vendita di
una serie di appartamenti e uffici
in diverse città, con una netta pre-
valenza di Roma. Un meccanismo
nuovo, che vede la società di ge-
stione del risparmio impegnata
direttamente nel rapporto con i
“clienti” a cui offre assistenza e
informazioni sul web e tramite un
numero verde (800.190.569).
E proprio dalla società del Te-
soro passerà uno degli snodi
chiave del piano. Che ambisce a
sfruttare l’occasione della “emer-
genza contabile” determinatasi a
dicembre per avviare un percorso
di valorizzazione a lungo termi-
ne. Invimit ha definito una griglia
di criteri precisi per gli immobili
destinati a confluire nel fondo
Dante. I riflettori si sono accesi su
beni preferibilmente con valore
di mercato superiore ai 5 milioni
di euro, meglio se già affittati an-
che se bisognosi di interventi di
valorizzazione per metterli in
grado di produrre un reddito più
significativo. E nell’impresa rien-
trano anche immobili non utiliz-
zati che oggi pesano sui bilanci
pubblici, ma che dopo una ri-
strutturazione e un cambio di de-
stinazione d’uso possono miglio-
rare il livello di commerciabilità
e creare opportunità di sviluppo
sul territorio. Nelle settimane
L’agenzia. La seconda fetta importante sarà affidata al Demanio,
con oltre 400 beni di valore elevato e altri 1.200 sotto i 100mila euro
scorse una serie di incontri ha
coinvolto oltre agli enti previden-
ziali anche alcune casse profes-
sionali per verificare l’interesse
ad apportare beni al fondo.
Ma la selezione è stata attenta
per tutti i filoni del piano. Al De-
manio hanno ricostruito e passa-
to al setaccio le schede di oltre
55mila beni che la Pa possiede
ma non utilizza per le proprie at-
tività istituzionali. Anche in que-
sto caso, l’intenzione è di tra-
sformare il piano dismissioni in
41
LE CASERME
una prima mossa per progetti più
a lungo termine.
L’operazione sul mattone pub-
IN VENDITA blico coinvolge direttamente an-
La terza che gli enti territoriali in una du-
componente del plice veste. Come fornitori di im-
piano è costituita mobili ma soprattutto come auto-
dalle strutture
indicate dal
ri dei passaggi burocratici in
ministero della
molti casi indispensabili a creare
le condizioni per una valorizza-
Difesa. L’obiettivo
zione effettiva dei beni. Ai sindaci
complessivo del
piano per il 2019 è tocca il compito di far camminare
di 950 milioni le varianti urbanistiche e i cambi
di destinazione d’uso che spesso
hanno un ruolo determinante per LE CIFRE DEL PIANO
far crescere il valore dell’immobi-
le. In cambio del loro intervento,
il progetto offre ai Comuni offre
un “premio” fra il 5 e il 15% del ri-
1.250 milioni
Le entrate totali previste
cavato dalla vendita degli immo- I proventi complessivi
bili realizzata anche attraverso il dell’operazione di dismissioni
loro aiuto. La rapidità dell’iter che prevista dalla manovra 2019 in
porta dall’intesa alla variante sarà funzione anti-deficit
determinante per l’entità del pre-
mio, come nel precedente del
2015: il 15% sarà riservato a chi
impiega meno di 12 mesi, chi su-
950 milioni
Incassi attesi nel 2019
pera i 2 anni dovrà accontentarsi
del 5% e alle performance inter-
medie saranno attribuiti incentivi
I sindaci
coinvolti
La prima tranche che dovrebbe
confluire già nei saldi di
quest’anno anche in base agli
fra il 10 e il 13%. Ma gli accordi con su varianti accordi con Bruxelles
gli enti locali serviranno a fissare
urbanisti-
500 milioni
fin dall’inizio su binari precisi la
procedura, perché ogni Protocol- che e cambi
lo individuerà «i beni oggetto di di destina- Il fondo Dante
valorizzazione, le ipotesi di tra- zione d’uso Il valore degli immmobili, in
sformazione, la quota premiale e genere già messi areddito, che
i tempi di perfezionamento della
avranno un dovrebbero essere conferiti al
procedura urbanistica». premio fra fondo creato da Invimit
© RIPRODUZIONE RISERVATA il 5 e il 15%

L’INCONTRO DI DOMANI

Flat Tax, cuneo e lavoro

sul tavolo Salvini-parti sociali
Tassa piatta con revisione
del bonus Renzi e taglio
al 38% delle aliquote più alte
Barbara Fiammeri
Claudio Tucci
ROMA
Un incontro deciso e organizzato an-
zitutto per ascoltare direttamente da
sindacati e imprese le loro proposte e
necessità in vista della stesura della
prossima legge di Bilancio. Ma non
solo. Matteo Salvini si presenterà di
fronte agli oltre 40 rappresentanti
delle parti sociali, che ha invitato do-
mattina al Viminale, anche con le sue
proposte per rilanciare crescita e oc-
cupazione, riconquistando così la
scena in questi giorni occupata dal
Russiagate. E il primo punto che il lea-
der della Lega metterà sul tavolo sarà
la Flat Tax, che i tecnici del Carroccio
hanno già messo a punto.
L’ipotesi è di applicare un’aliquota
del 15% ai redditi fino a 50mila euro
l’anno. Ipotesi che però i sindacati
hanno già criticato ritenendola peg-
giorativa per le fasce più basse. Fino
a 28mila euro l’aliquota è infatti del
14,4% e interessa oltre la metà dei
contribuenti. Proprio per questo la
Lega ha studiato un meccanismo che
punta a trasformare in detrazione il
bonus Renzi da 80 euro che vale circa
960 euro l’anno, incrementandolo
progressivamente fino a 150-200 eu-
ro, garantendo così anche a questa
fascia di poter beneficiare di una ri-
duzione del carico fiscale complessi-
vo. Ma c’è anche un’altra novità: la
cancellazione delle due maggiori ali-
quote (41 e 43%) che verrebbero as-
sorbite da una nuova aliquota al 38%.
Un taglio che richiederebbe una co-
pertura limitata (circa 2 miliardi) vi-
sta la platea ridotta di soggetti inte-
ressati. Il ministro dell’Economia
Giovanni Tria ha gia messo le mani
avanti ricordando che bisognerà te-
ner conto della compatibilità finan-
ziaria delle varie proposte. Il titolare
del Mef e lo stesso premier Giuseppe
Conte sono per una rimodulazione
progressiva delle aliquote, che con-
senta di ridurre il peso del fisco sui
contribuenti senza però far saltare i
conti pubblici. Anche perché tanto la
Lega che il M5s confermano di voler
strerilizzare le clausole Iva che da so-
le valgono 23 miliardi.
La partita entrerà nel vivo a fine
agosto. Lo sa anche Salvini che però
con la convocazione di domattina del-
le parti sociali vuole mettere sull’avvi-
so i colleghi di Governo. L’iniziativa
del ministro dell’Interno non è stata
particolarmente apprezzata a Palazzo
Chigi, che ci ha tenuto a far sapere che
la manovra «ovviamente si fa nelle se-
di istituzionali con il presidente del
Consiglio, il ministro dell’Economia
e tutti i ministri competenti».
Per imprese e sindacati la priorità
è il lavoro; e per questo, con toni più
OLTRE 40 SIGLE AL TAVOLO
Imprese
Al tavolo del ministro
dell’Interno si siederanno i
vertici di Confindustria, di
Confartigianato, di Cna, di
Confcommercio, di
Confesercenti, i rappresentanti
dell’Ance, dell’Ania e dell’Abi. Ci
sarà anche Confagricoltura,
Confedilizia, Legacoop e
Confcooperative e Coldiretti.
Presenti anche i commercialisti
e i consulenti del lavoro
Sindacati
Ci saranno inoltre i segretari di
Cgil, Cisl e Uil. Si presenteranno
anche il portavoce dell’Ugl e il
segretario generale di
Confprofessioni. Ci saranno
infine rappresentanti di
Confetra e di Cida
o meno simili, le parti sociali auspi-
cano un deciso cambio di passo nelle
scelte di politica economica da parte
dell’esecutivo. Già da tempo il presi-
dente di Confindustria, Vincenzo
Boccia, incalza il governo a predi-
sporre una manovra che guardi alla
crescita. Le mosse più urgenti, per il
leader degli industriali, sono l’incre-
mento dei salari tagliando il cuneo
fiscale-contributivo; un grande in-
tervento di inclusione dei giovani; la
detassazione e decontribuzione
completa dei premi di produttività
(oggi la cedolare secca è al 10% e gli
sconti per le imprese sono limitati ai
primi 800 euro, se partecipati, ndr);
un piano per le infrastrutture (senza
ricorrere al deficit).
Le parti sociali chiederanno, molto
probabilmente, al vice premier Salvi-
ni, di conoscere anche il disegno com-
plessivo di politica industriale per il
Paese: «Sia per comprendere come
verrà affrontata la transizione verso
il digitale, che come si intendono go-
vernare i 160 tavoli di crisi aziendali
aperti al Mise», spiega Luigi Sbarra
(Cisl). La preoccupazione è anche per
Ilva. Sul fronte salario minimo, caval-
lo di battaglia del M5S, imprese e sin-
dacati si sono dichiarati fin dall’inizio
contrari. In tutte le audizioni parla-
mentari svolte in sede di discussione
del ddl Catalfo infatti hanno ribadito
il rischio di maxi-aumenti del costo
del lavoro a carico delle aziende (la
stima Inapp parla di un aggravio pari
a 6,7 miliardi di euro) collegati al ti-
more di possibili effetti spiazzamento
rispetto ai Ccnl che offrono tutele
maggiori ai lavoratori non solo di na-
tura retributiva. Resta da capire se
questi argomenti riusciranno a fare
breccia nel Carroccio, che finora si è
mostrato freddo sul salario minimo.
E che con il sottosegretario al Lavoro,
Claudio Durigon, ha mandato un
messaggio chiaro all’alleato di gover-
no: «La misura dovrà essere a costo
zero per le imprese».
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4 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
I fatti del giorno
Alitalia, tre pronti a farsi avanti
Atlantia vuole rivedere il piano
La cordata. Oggi alle 18 il termine per chi vuole entrare con Fs e Delta: sul tavolo di Mediobanca
attese le lettere di Atlantia, Efromovich e Toto. Domani il cda di Ferrovie indicherà il consorzio
Gianni Dragoni
La Nuova Alitalia avrà bisogno di un
capitale di partenza di un miliardo di
euro, secondo il piano industriale di-
segnato da Ferrovie dello Stato insie-
me a Delta Airlines. Lo ha messo in
chiaro Mediobanca nella lettera in-
viata il 12 luglio ai pretendenti che
hanno espresso interesse. Ma l’impe-
gno dei nuovi azionisti a mettere i sol-
di necessari non sarà preso entro la
«scadenza» di domani. È rimandato
a quando sarà perfezionata l’offerta
vincolante e definitiva di Fs-Delta, in-
sieme al Mef e agli altri soci della cor-
data in allestimento.
Domattina, nella riunione del con-
siglio di amministrazione di Fs, ver-
ranno individuati e ufficializzati i no-
mi dei soggetti interessati - tra i quali
c’è Atlantia, la holding della famiglia
Benetton - che sono seduti al “tavolo”
per approfondire e discutere il piano
industriale della futura Nuova Alita-
lia. Il cda guidato da Gianfranco Batti-
sti esaminerà la relazione dell’advisor
Mediobanca sulle risposte, che devo-
no arrivare entro le 18 di oggi, alla ri-
chiesta di inviare informazioni pun-
tuali, ma non offerte vincolanti: la
percentuale della partecipazione
azionaria che si vuole sottoscrivere, la
somma da impegnare (da pagare al
closing), una «dimostrazione appro-
priata» della disponibilità dei fondi.
Su questa base verrà individuata la
«formazione» da comunicare ai com-
missari di Alitalia e al ministro dello
Sviluppo, Luigi Di Maio, in vista della
successiva costituzione del «consor-
zio» che farà l’offerta.
Resta da vedere se nella «forma-
zione», oltre ad Atlantia, ci sarà anche
qualcuno degli altri tre soggetti che
hanno manifestato interesse. Proba-
bile che entri Carlo Toto, la cui propo-
sta - «non tagli ma più sviluppo» -
piace a Di Maio. Il ministro del M5S
vuole anche «contenere» il peso di At-
lantia con un quinto socio. Di Maio ieri
ha precisato di non avere «pregiudizi
né preferenze» per nessuno.
Claudio Lotito dovrebbe essere
fuori dalla partita. L’imprenditore su-
damericano German Efromovich ha
preparato da Chicago la risposta da
mandare a Mediobanca. La sua even-
tuale ammissione dipenderà dalla va-
lutazione di Mediobanca sulle cre-
denziali finanziarie e sulla disponibi-
lità e provenienza dei fondi.
Invece per l’offerta finale per Alita-
lia ci vorrà più tempo. Per questa ci sa-
rà un rinvio, di almeno 15 giorni. C’è
chi ipotizza un differimento più lun-
go. Soprattutto perché Atlantia ha
chiesto più tempo per «approfondi-
re» il piano di Fs-Delta. Dopo una pri-
ma sommaria comunicazione (il co-
municato del cda dell’11 luglio) Atlan-
tia ha confezionato un’articolata let-
tera di risposta che sarà mandata
stamattina a Mediobanca. Atlantia
spiega che l’ad Giovanni Castellucci
ha ricevuto il mandato dal cda per ve-
ONERI GIA’ SCONTATI
La maximulta non spaventa Facebook
Gli investitori tendono
ad apprezzare la rimozione
di un fattore d’incertezza
Riccardo Barlaam
Dal nostro corrispondente
NEW YORK
«Avete fatto un regalo di Natale a
Facebook cinque mesi prima», ha
twittato il democratico David Cicil-
line, presidente della Commissione
Antitrust della Camera, alla Federal
Trade Commission dopo la decisio-
ne, ampiamente preannunciata,
della multa da circa 5 miliardi di
dollari a Facebook per lo scandalo
Cambridge Analytica.
I libri di storia diranno se la so-
cietà di consulenza politica britan-
nica, che aveva nel board come vi-
cepresidente Steve Bannon, abbia
davvero cambiato il corso degli
eventi, tra il referendum sulla
rificare se esistono i presupposti per
investire nella Nuova Alitalia. La veri-
fica è legata alla sostenibilità del piano
industriale e dovrà tornare all’esame
di un successivo cda.
Atlantia considera il piano Fs-Del-
Il ministro Di ta debole, sbilanciato a favore di Delta
Maio. Ieri iha nel disegno delle rotte (non piacciono
espresso la i nuovi voli nei Balcani, si vorrebbero
totale neutralità più voli verso Nord America e Asia),
rispetto ai players insufficiente a correggere le ineffi-
che ad oggi hanno cenze dell’handling a Fiumicino. At-
manifestato lantia vuole una compagnia in grado
interesse, formale di fornire un servizio di eccellenza e
e non formale, collegamenti internazionali e inter-
nella newco: «Non continentali competitivi.
esistono Quella di domani è una scadenza
pregiudizi» che non scade, perché non sarà pre-
Al decollo.
Battute finali per AEROPORTO DI LONDRA
Dietrofront: riacquisto degli slot di Heathrow
la composizione
della cordata
chiamata a
effettuare il
salvataggio di
Alitalia. Oggi La Nuova Alitalia dovrebbe
attese le offerte ricomprare gli slot a Londra
di Atlantia, Toto Heathrow che erano stati venduti a
ed Efromovich Etihad nel 2016. Il riacquisto
dovrebbe avvenire l’anno
prossimo, per 60 milioni di euro, lo
stesso prezzo al quale le cinque
coppie di slot sono state vendute.
Questo è previsto nel «Piano
Industriale definitivo» del
«Progetto Az», messo a punto da
Ferrovie dello Stato insieme al
partner Delta. Il documento,
anticipato venerdì dal Sole 24
Ore, prevede questa spesa
all’interno delle «capex 2020-
2023», cioè gli investimenti nei
quattro anni di piano.
L’importo di 60 milioni è
indicato in una tabella ed è così
spiegato nel testo: «Le capex per il
riacquisto degli slot di Heathrow
Brexit e le elezioni americane del
2016, nelle quali ha seguito la cam-
pagna di Trump e di altri candidati
repubblicani. I fatti accertati dalla
Ftc dicono che Facebook ha violato
i dati personali di 87 milioni di
utenti, contravvenendo a un accor-
do sulla privacy del 2011 tra Face-
book e la stessa agenzia americana
di protezione dei consumatori. Il
consiglio della Ftc si è diviso sul
verdetto: tre voti repubblicani a fa-
vore della multa, contro due contra-
5
MILIARDI DI
ri di democratici che chiedevano
una penalità maggiore. La proposta
di accordo negoziale deve essere
DOLLARI approvata dal Dipartimento di Giu-
La sanzione più stizia, che di rado rifiuta gli accordi
pesante mai presi dall'agenzia
irrogata dalla Ftc La multa non ha sorpreso i mer-
per violazioni
cati. Facebook, nonostante lo scan-
della privacy,
collegate al caso
dalo, continua a crescere in una cor-
della società sa senza sosta e aveva già sostan-
britannica zialmente anticipato una sanzione
Cambridge di simile importo. Nel 2018 ha ri-
Analytica. portato 55 miliardi di ricavi, con un
sentata l’offerta finale e vincolante di
Fs per Alitalia, come invece aveva det-
to il Mise nel comunicato del 14 giu-
gno, quando ci fu l’ultima proroga. Di
Maio non vuole parlare di nuove pro-
roghe e sarebbe irritato, mentre da
settimane va ripetendo: «Il 15 luglio
non ci sarà nessun rinvio». «La sca-
denza ultima e inderogabile per la
chiusura del consorzio sarà il 15 lu-
glio», hanno affermato ieri fonti del
ministero dello Sviluppo economico.
Fnta, in rappresentanza dei piloti e
assistenti di volo di Anpac, Anpav e
Anp, ha espresso «preoccupazione
per il futuro dei naviganti del gruppo
Alitalia in assenza di un piano indu-
striale di effettivo rilancio». Fnta ha
(che erano stati ceduti attraverso
un contratto di sale & lease back
con Etihad) sono previste nel 2020
ed ammontano a 60 milioni di
euro», dice il piano.
Gli slot nello scalo più
congestionato d’Europa sono stati
ceduti a Etihad per 60 milioni
nell’ambito degli accordi, firmati
nel 2014, che hanno portato
all’ingresso della compagnia di
Abu Dhabi in Alitalia con il 49% del
capitale. Alitalia continua ad usare
gli spazi orari per atterrare e
decollare da Heathrow pagando un
canone di affitto a Etihad. «Alitalia
ha il diritto di riprendersi gli slot in
qualunque momento allo stesso
prezzo per dieci anni», ha spiegato
Luigi Gubitosi, allora commissario
della compagnia, in audizione al
Senato il 17 maggio 2018. Poiché la
margine operativo superiore al
40%, una percentuale effettiva di
tasse del 14% e domina il mercato
dell'advertising digitale, assieme a
Google. Ad aprile ha riportato conti
trimestrali record con 15,06 miliar-
di di ricavi (+26%), 40 miliardi di ri-
serve e aveva annunciato un accan-
tonamento di 3 miliardi in vista del-
la multa fino a 5 miliardi, arrivata
come previsto. Venerdì dopo la no-
tizia dell'accordo con la Ftc le azioni
Facebook a Wall Street hanno chiu-
so con un rialzo del 1,8%, a 204,87
dollari, sui livelli più alti degli ultimi
anni (+56% da gennaio): gli investi-
tori mostrano di apprezzare la ri-
mozione di una situazione di incer-
tezza, anche se si tratta della san-
zione più elevata mai decisa contro
un gigante della Silicon Valley, oltre
duecento volte maggiore all'ultima
multa di 22,5 milioni a Google del
2012 per violazione della privacy.
Da allora il mondo è cambiato.
Ogni mese 2,7 miliardi di perso-
proclamato uno sciopero il 6 settem-
bre. Si aggiunge a quello dei naviganti
di Alitalia del 26 luglio di Cgil, Cisl, Uil,
proclamato anche da Cub Trasporti.
L’ad di Delta, Ed Bastian, conferma
la fiducia. Nel presentare i conti del
secondo trimestre, Bastian in questi
giorni ha detto: «Credo che Alitalia
abbia un futuro promettente con la
giusta struttura proprietaria in at-
to». Delta ha già detto a Fs che in futu-
ro potrebbe essere disponibile ad in-
crementare la quota iniziale (che sa-
rebbe tra il 10 e il 15%) se la Nuova Ali-
talia avrà successo. Prima però
bisogna far partire la «Newco». Con
un miliardo di capitale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANSA
vendita è stata fatta nel 2016, c’è
tempo fino al 2026.
Il piano di Fs-Delta prevede per
la Nuova Alitalia investimenti
totali per 977,6 milioni in quattro
anni, di cui 290,4 milioni nel 2020.
Le spese più elevate sono per la
flotta, 762,8 milioni, di cui 566
milioni per manutenzione e 96
milioni per il «phase in», l’ingresso
di nuovi aerei.
Il piano prevede una riduzione
della flotta dai 117 velivoli attuali a
102 dal primo gennaio 2020. Poi
una parziale risalita fino a 109 aerei
nel 2025. «I nuovi aerei verranno
acquisiti con contratti di leasing»,
precisa il piano, con questa spesa: 7
A319 (42 milioni), 6 A321 (24
milioni) e 3 B777-200 (30 milioni).
—G.D.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ne nel mondo entrano in uno dei
network di Facebook che oltre alla
piattaforma social più popolare del
pianeta controlla WhatsApp, Insta-
gram e Messenger. Negli Stati Uniti
i legislatori di entrambi gli schiera-
menti stanno lavorando a nuove re-
gole sulla privacy per le grandi
aziende tecnologiche. Zuckerberg
ha detto che un buon quadro di rife-
rimento potrebbe essere basato
sulla normativa europea Gdpr per la
protezione dei dati personali e per
la privacy entrata in vigore nel giu-
gno. La senatrice Elizabeth Warren,
candidata per una nomination de-
mocratica, ha proposto una divisio-
ne della società, posizione sostenu-
ta anche dal co-fondatore di Face-
book Chris Hughes. La sanzione ap-
pare comunque significativa
politicamente perché è arrivata con
l'attuale inquilino della Casa Bian-
ca, nonostante i rapporti pregressi
con la società britannica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA G IORNATA
SBLOCCA CANTIERI
Terzo Valico, Nardinocchi
in pole come commissario
Toninelli verso la nomina
C’è Andrea Nardinocchi, diretto- stimento complessivo di 6.853
re tecnico della società di inge- milioni. Comprende, oltre al Ter-
gneria del gruppo Fs, Italferr, in zo valico e alla linea Av Milano-
pole position per il ruolo di com- Genova, il collegamento dell’ulti-
missario straordinario sblocca mo miglio con il Porto storico di
cantieri del Terzo valico e delle Genova, i progetti di potenzia-
altre opere del nodo ferroviario mento infrastrutturale Voltri-
di Genova. A giorni arriverà la Brignole e il potenziamento Ge-
proposta del ministro delle Infra- nova-Campasso, unificati in un
strutture, Danilo Toninelli, per la Progetto unico.
nomina che avverrà subito dopo Il terzo valico è una delle quat-
con decreto del presidente del tro opere che saranno commissa-
Consiglio. Il termine per il decre- riate con la corsia preferenziale
to è il 18 luglio. Nardinocchi sa- prevista dallo stesso sblocca can-
rebbe preferito all’altro nome tieri. È già stato nominato Gianlu-
prestigioso, quello di Marco Ret- ca Ievolella, attuale Provveditore
tighieri, perché Toninelli tenderà interregionale delle Opere pubbli-
a privilegiare per i commissari che per la Sicilia e la Calabria, qua-
sblocca cantieri uomini della le commissario per la riqualifica-
struttura tecnica Fs per le opere zione della viabilità della Sicilia, in
ferroviarie e della struttura Anas seguito a un accordo fra Toninelli
per quelle stradali. Esclusa inve- e il presidente della Regione sici-
ce la nomina degli amministrato- liana Musumeci. Le altre due ope-
ri delegati di Fs Battisti e di Rfi re di imminente commissaria-
Gentile, come era stato invece, mento sono il completamento del
per quest’ultimo, nel caso della Mose di Venezia e il Gran Sasso,
linea ad Alta velocità considerato più urgente
Napoli-Bari. dal ministero. Seguiran-
Il progetto Terzo va- no poi, entro i 180 giorni
lico-nodo di Genova è previsti dallo sblocca
l’opera più importante e cantieri, quindi non pri-
più costosa fra quelle ma dell’autunno, i com-
che saranno commissa- missari per le altre opere
riate in attuazione del Terzo valico da sbloccare.
decreto sblocca cantieri, Verso la nomina —Giorgio Santilli
con una spesa di inve- del commissario © RIPRODUZIONE RISERVATA
QUATTRO SOGGETTI AL TAVOLO
Sfida tra Europa e Stati Uniti
per comprare le figurine Panini
Due gruppi europei e due gruppi che l’anno scorso coincideva con i
americani hanno nel radar le figuri- Mondiali in Russia, è particolar-
ne dei calciatori made in Italy Pani- mente atteso e non dovrebbe essere
ni. Nuovo capitolo nella trattativa molto lontano da 800 milioni di eu-
che, ormai da diversi mesi, stanno ro con un Mol di 200 milioni. Si cal-
conducendo gli azionisti del gruppo cola che la Panini diffonda 5 miliar-
di Modena, dal 1954 sinonimo di fi- di di figurine all’anno; in Italia pro-
gurine dei calciatori in tutto il mon- duce una trentina di collezioni, che
do, oltre a stampare le strisce di To- diventano 400 nel resto del mondo.
polino e dei fumetti Marvel. Nei Della vendita dell’azienda si parla
giorni scorsi ci sarebbero state altre ormai da diversi anni.
discussioni per rilevare il pacchetto Una delle ipotesi, circolata però
azionario dall’italo-argentino Aldo in passato, era stata anche quella
Hugo Sallustro, attuale ad, e dalla della fusione con il gruppo
famiglia bolognese Baroni. Al lavo- neworkese The Topps Company,
ro, per conto dei soci, ci sarebbe multinazionale nata nel tabacco
l’advisor finanziario Lincoln. ma poi sviluppatasi nel business
Il nodo resta il prezzo: i buyer degli album di figurine negli Stati
americani ed europei, che non han- Uniti (soprattutto nel baseball) ma
no ancora effettuato una due dili- anche in Europa con i diritti della
gence, puntano a un’offerta di circa premier League inglese dopo aver
un miliardo, ma gli attuali azionisti rilevato le attività della Merlin Pu-
valutando il gruppo almeno un mi- blishing. Tuttavia questa trattativa
liardo e mezzo. era poi naufragata. Questa può es-
La compa- Panini, che ha 450 dipendenti a sere la volta buona, anche se qual-
gnia punta Modena, dove vuole che resti il cuo- che osservatore vicino alle trattati-
a riavere re della produzione, altri ve fa notare che gli azio-
nel 2020
gli spazi
700 nel mondo e nelle
consociate più importanti
550 nisti potrebbero aspetta-
re a cedere il pacchetto di
in Usa, Francia, Inghilter- I MILIONI controllo nel 2020, quan-
DI FATTURATO
ceduti ra, Spagna e Germania, ha
Su cui si aggira
do saranno inclusi nel
a Etihad un fatturato che, media- ogni anno il fatturato gli effetti egli
mente, si aggira sui 550 gruppo Panini ma Europei di calcio e delle
alla stessa milioni di euro, con forti che superano nuove licenze acquisite
cifra di up-trend negli anni degli quota 800 nmegli nel mondo.
60 milioni Europei e dei Mondiali di anni di europei e —Carlo Festa
calcio. L’ultimo bilancio, mondiali di calcio © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROFESSORE E TRIBUTARISTA
Morto l’ex ministro Fantozzi,
alle Finanze nel governo Dini
L’ex ministro e docente di diritto tri- Sapienza di Roma e alla Luiss. Avvo-
butario Augusto Fantozzi è morto cato cassazionista è stato membro
ieri a Roma. Fantozzi, che era nato a della consulta della Città del Vatica-
Roma 79 anni fa, è stato a lungo pro- no e presidente del comitato perma-
fessore ordinario di diritto tributario nente dell’International Fiscal Asso-
e suoi sono alcuni dei testi ancora at- ciation, ruolo che ha ricoperto fino al
tualmente in uso nelle università per 1995. Nel 1994 si candida con il Patto
lo studio delle materie fiscali. Ha ri- per l’Italia di Mario Segni, anche se
coperto anche numerosi incarichi di non viene eletto. Diventa però mini-
carattere politico: è stato ministro, stro delle Finanze nel 1995, con il go-
deputato e presidente della commis- verno, quindi assume anche l'inte-
sione bilancio della Camera ed anche rim del ministro del Bilancio e della
commissario straordinario di Alita- Programmazione Economica. Nel
lia. Numerosi i suoi incarichi acca- 1996 viene eletto nelle liste di Rinno-
demici prima, prima di intraprende- vamento Italiano al fianco di Dini e
re anche la via politica, tra il 1996 e il 1998 ricopre
senza mai accantonare il il ruolo di ministro del
lavoro nel suo studio tri- Commercio con l’estero
butario internazionale, del primo governo Prodi,
tra i più noti in Italia. Lau- poi quello di presidente
reato in giurisprudenza, della commissione Bilan-
Fantozzi è stato docente cio della Camera dei De-
universitario di diritto tri- Alle Finanze. L’ex putati. Nel 1999 aderirà ai
butario all’università di ministro Augusto Democratici.
Perugia nel 1971, e poi alla Fantozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
RICICLO DELLA PLASTICA
Innovazioni per un’economia circolare
Otto buone idee per difendere l’ambiente
Jacopo Giliberto
O
tto modi intelligenti
per riciclare la pla-
stica, perché la dife-
sa dell’ambiente Si
fa soprattutto con la
capacità di innova-
re. I consumatori con il loro impe-
gno e con le scelte di vita, di acquisto
e di comportamento ambientale in-
dirizzano le aziende nello sviluppa-
re tecnologie, prodotti, idee che
moltiplichino per mille e su scala in-
dustriale le buone idee.
Il Sole 24Ore studia con attenzione
l’innovazione nel segmento della gre-
en economy: il 6 giugno nel ciclo di
pubblicazioni «L’economia intorno a
noi» è uscito l’ebook «La circle eco-
nomy», mentre a inizio luglio la testata
ha promosso un convegno sui luoghi
comuni che frenano l’innovazione am-
bientale negli imballaggi di plastica.
Di recente il consorzio di riciclo
della plastica Corepla ha organizzato
a Pisa, nella Scuola universitaria su-
periore Sant’Anna, le «Giornate della
ricerca» durante le quali nuovi spunti
all’innovazione in rapporto alle mate-
rie plastiche e agli imballaggi di plasti-
ca riciclati sono emersi dall’approfon-
dimento di temi come l’acqua, la salu-
te, l’igiene, l’energia e il cibo.
Secondo David Bolzonella e Ivan
Russo dell’Università di Verona «ri-
posizionare e ripensare la supply
chain delle plastica rispetto alle inno-
vazione tecnologica presenti e alla ri-
cerca applicata trasferibile ci sembra
prioritario, rimanere immobili a di-
fendere l’attuale potrebbe risultare
fatale nel prossimo futuro premiando
solo le imprese che avranno sviluppa-
to modelli di business adeguati e dove
sono presenti competenze professio-
nali allineate con il cambiamento».
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Grazie a una tradizione di ricerca e sviluppo che risale agli anni ’50, oggi le imprese italiane guidano
il processo europeo verso transizione produttiva basata su recupero, riutilizzo e riduzione dei consumi
350 SOFIDEL
MILIONI DI La cartiera riduce
TONNELLATE il ricorso alla plastica
La plastica
prodotta nel
mondo ogni anno.
Solo il 15% della
L a carta con meno plastica. Non
è un gioco di parole ma è
l’obiettivo del gruppo cartario
plastica prodotta lucchese Sofidel. Il progetto è
viene riciclata: il
25% è bruciato, il
ridurre del 50% nei suoi prodotti
60% va in l’uso di plastica convenzionale
discarica o viene entro il 2030, pari all’eliminazio-
disperso ne di oltre 11mila tonnellate l’anno
di plastica immessa sul mercato.
L’obiettivo dell’amministrato-
re delegato Luigi Lazzareschi sarà
conseguito soprattutto attraverso
una generale riduzione dello
spessore della pellicola di plastica
degli imballaggi di rotoli e rotolo-
ni, il ricorso a confezioni di carta
kraft e a plastiche riciclate o bio-
plastiche.
ENI E COREPLA
Estrarre idrogeno
dai rifiuti non riciclabili
R icavare idrogeno dalla plastica
ormai troppo degradata per
essere rigenerata. È questo l’obiet-
tivo di un accordo tra l’Eni e il
consorzio di riciclo Corepla. L’inte-
sa è stata firmata da Giuseppe Ricci
dell’Eni e da Antonello Ciotti,
presidente del consorzio. Sarà
istituito un gruppo congiunto di
Rigenerata. lavoro che nei prossimi mesi valu-
La plastica terà l’avvio di progetti di ricerca per
selezionata e produrre idrogeno e biocarburanti
pronta per una di alta qualità da rifiuti plastici. Il
nuova vita nello gruppo di lavoro analizzerà le
stabilimento evoluzioni che il mercato degli
MyReplast della imballaggi non riciclabili avrà nei
Maire Tecnimont prossimi anni e studierà le tipologie
a Bedizzole (Bs) di rifiuti utilizzabili.
BIO VALORE WORLD
Tre stabilimenti
per bioplastiche
L’ idea è quella della plastica
biodegradabile che si chiama
acido polilattico, in sigla Pla. Così
il gruppo Valore Holding ha
creato una società, la Bio Valore
World spa guidata da Mauro
Pedretti, per il lancio e lo sviluppo
del progetto EarthBi. Le prime
linee produttive saranno dislocate
in Italia, Slovenia e Malta con tre
stabilimenti per una produzione
complessiva di 60mila tonnellate
l’anno, grazie a processi tecnolo-
gici realizzati e messi a punto con
la collaborazione di alcuni scien-
ziati italiani la cui domanda di
brevetto è stata recentemente
depositata da EarthBi.
RIVENDING
La pausa caffè ricicla
palette e bicchierini
S i chiama RiVending il progetto
che parte da Parma per ricupe-
rare i bicchierini e le palette delle
macchine automatiche del caffè. I
bicchierini del caffè e la paletta di
plastica trasparente, realizzati con
polistirolo, non sono normati dalla
nuova direttiva contro la plastica
usa-e-getta. Per questo motivo le
associazioni industriali Union-
plast (Federazione Gomma Plasti-
ca) e Confida (distribuzione auto-
matica) con la promozione del
consorzio Corepla vogliono ricu-
perare questi beni plastici. In Italia
ci sono circa 800mila distributori
di bevande calde che ogni anno
servono i 5 miliardi di bicchieri.
MAIRE TECNIMONT
Il moplen torna
a nuova vita
I l polipropilene fu inventato in
casa Montecatini negli anni ’50 e
fu lanciato con il marchio moplen.
Raccoglie quell’eredità di genialità
e di grande industria la società di
ingegneria Maire Tecnimont di
Milano che ha avviato nel bresciano
uno stabilimento che ricicla la
plastica proveniente dalle raccolte
industriali o commerciali selezio-
nate. L’impianto, situato a Bediz-
zole, in provincia di Brescia, è
basato su tecnologia proprietaria
ed è gestito da MyReplast che,
senza ricorso a incentivi pubblici,
rigenera 40mila tonnellate l’anno
di polipropilene di qualità pari alla
plastica vergine.
BENVIC
La bioplastica alleata
al Pvc della Vinyloop
I l futuro della Vinyloop è affian-
care al riciclo del Pvc (la plastica
delle sacche e dei cateteri ospeda-
lieri, delle carte di credito e dei
bancomat) anche la produzione
di bioplastiche. La Benvic Europe,
che nel petrolchimico di Ferrara
aveva rilevato la Vinyloop, ha
acquisito la startup Plantura che
nello stabilimento emiliano
avvierà una nuova linea di produ-
zione di bioplastiche. A parere di
Luc Mertens, amministratore
delegato della Benvic Europe, i
biopolimeri si affiancano al Pvc
nell’alimentare (cialde caffè e
stoviglie biodegradabili), nell’au-
to e nei prodotti ospedalieri.
5
L’inchiesta
TOMRA
Difendere gli oceani
dall’immondizia
L a Tomra, il colosso tedesco
delle macchine di separazione
e selezione delle plastiche da
riciclare, sta lanciando la tecnolo-
gia per riciclare la pellicola post-
consumo di colori misti. Per
questo motivo l’azienda ha orga-
nizzato nelle settimane scorse un
evento internazionale per condi-
videre con tutte le aziende del
settore le tendenze verso cui si
muovono la società e la tecnolo-
gia e secondo Tom Eng, vicepre-
sidente senior, quello più caldo è
«il problema dei rifiuti plastici
che si accumulano nelle discari-
che, che vanno alla deriva negli
oceani e uccidono la vita marina».
SERIOPLAST
Lo svliluppo dell’Africa
passa anche dal riciclo
I l nemico non è la plastica ma chi
le disperde nell’ambiente dopo
averla usata. La sfida ambientale e
sociale legata alla cattiva gestione
del ciclo della plastica e dei rifiuti
è all’origine della Fair Plastic
Alliance, un’alleanza internazio-
nale in cui tra gli altri è entrata la
Serioplast, azienda bergamasca
leader internazionale nel settore
della produzione di plastica per
conto delle principali multinazio-
nali globali. Insieme con altre
organizzazioni, la Serioplast e la
Fair Plastic Alliance sviluppano in
Africa progetti per dare una
prospettiva di futuro attraverso la
raccolta e il riciclo della plastica.
6 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
Finanza & Mercati Lettera al risparmiatore
SOCIETÀ AI RAGGI X
Small cap in Borsa
Reno De Medici cresce all’estero
Focus sull’efficienza operativa
Vittorio Carlini
S
fruttare la dinamica,
sempre più concreta,
della sostituzione, negli
imballaggi, della plastica
tradizionale con mate-
riali biodegradabili. Tra
cui il cartoncino. Poi: proseguire nella
digitalizzazione e efficientamento
della propria filiera produttiva. Anco-
ra: spingere ulteriormente, pur rima-
nendo essenziale l’Italia, l’internazio-
nalizzazione del business.
Sono tra le strategie di Reno De
Medici a sostegno della sua attività. Si
tratta di focus, in particolare il primo,
che per essere compresi richiedono di
ricordare l’oggetto sociale del gruppo.
Reno De Medici, di cui la “Lettera al
risparmiatore” ha incontrato i verti,
articola l’attività in due grandi aree. La
prima, quella storica e maggiormente
rilevante, è il cosiddetto “White lined
chipboard” (Wlc) Cioè: la realizzazio-
ne, attraverso carta riciclata, di car-
toncino patinato per l’imballaggio. La
seconda invece è il “Folding box board
segment” (Fbb), cui si riconduce il
cartoncino per astucci pieghevoli pro-
dotto da fibre vergini.
Onda ecologista
Ebbene: l’azienda sottolinea che, pro-
prio nel Wlc, un key driver rilevante è
la sempre maggiore richiesta d’im-
ballaggi costruiti con materiale bio-
degradabile, in sostituzione della pla-
stica tradizionale. In tal senso Reno
De Medici ha istituito, al suo interno,
la funzione di “packaging design” che
ha anche lo scopo di contribuire allo
sviluppo di prodotti più eco-sosteni-
bili. Ma non è solo questione di am-
biente. Altro fattore che, secondo
l’azienda, sostiene il business del Wlc
è la crescita del commercio elettroni-
co. L’e-commerce, per sua stessa na-
tura, richiede la spedizione dell’og-
getto acquisito in un imballaggio. Ec-
co, nuovamente, il trend da sfruttare
per sviluppare l’attività.
Ciò detto, con riferimento alla con-
creta attività di Reno De Medici, può
ricordarsi che alla fine del 2018 il peso
delle fibre riciclate era oltre l’80% dei
ricavi e quello da fibra vergine un po’
meno del 20%. La domanda è: nel me-
dio periodo la fotografia cambia? La
società risponde positivamente. Il
gruppo, al netto dell’obiettivo di cre-
scere in entrambi i settori, indica che
il “White lined chipboard” è destinato
ad incrementare la sua incidenza.
Dapprima perchè nel mondo delle fi-
bre vergini, dove la capacità produtti-
va di Reno De Medici è satura, per fare
crescere il business, attraverso le eco-
nomie di scala, sarebbero necessari
investimenti considerati troppo ele-
vati. Poi perchè l’attività di M&A, an-
SUGGES TIONI MONETARIE
VALUTE DIGITALI DELLE BANCHE CENTRALI CONTRO L’EVASIONE
di Marcello Minenna
—Continua da pagina 1
E
ppure nulla vieterebbe di
avere una valuta digitale
non-cripto che permetta
di tracciarne l’uso in
maniera indelebile: una chimera
per chi vuole combattere
l’economia sommersa. I
banchieri centrali ne stanno
discutendo, come testimoniato
da recenti research paper della
Banca Centrale Europea, della
Banca dei Regolamenti
Internazionali e del Fondo
Monetario Internazionale.
Si dovrebbe però superare
questo approccio attendista delle
autorità nella regolazione del
settore, partendo magari dalla
definizione: è valuta o prodotto
finanziario? D’altronde questo
attendismo non ha inibito il
mondo delle cripto-valute al
popolo del web (talora con
finalità non lecite) ma solo
ritardato l’ingresso di operatori
Il produttore di cartoncino, anche grazie alle acquisizioni, punta ad allargare il business nell’Europa continentale
Il rischio del costo energetico sui margini: la società spiega che nel 2019 il peso della voce contabile è nella media
Nel primo che grazie ai prezzi di mercato infe-
trimestre riori rispetto a quelli dell’Fbb, è più fa-
cile possa concretizzarsi nel comparto
ricavi e mol delle fibre riciclate. Infine perchè il
in rialzo. In gruppo, puntando sull’internaziona-
calo l’Ebit: lizzazione, vuole espandersi soprat-
per l’azienda tutto stando vicino ai fornitori di ma-
teria prima e ai clienti. Una duplice
l’effetto dei condizione che è fattibile soprattutto
maggiori nel settore della carta riciclata. Con il
ammorta- che, inevitabilmente, quest’ultima as-
menti (legati sumerà maggiore peso.
all’M&A) e Crescita organica debole?
dell’Ifrs16
Già, maggiore peso. L’accennato M&A
della cartiera spagnola, più in genera-
le, ha contribuito ad espandere il giro
d’affari di Reno De Medici. Nel primo
trimestre del 2019, contraddistinto
anche dalla salita del Mol, i ricavi netti
si sono assestati a 183,7 milio-
ni(+16,5% rispetto allo stesso periodo
del 2018). Sennonchè, senza conside-
rare il contributo della neoacquisita
(Barcelona Cartonoboard), il fattura-
to risulterebbe in calo. Questo induce
il risparmiatore a ipotizzare che l’atti-
vità organica sia caratterizzata da de-
bolezza. Reno De Medici rigetta la
preoccupazione. Dapprima, ricorda
63,8
POSIZIONE
l’azienda, il settore di riferimento è
piuttosto maturo. Quindi i tassi di
crescita sono comunque contenuti.
FINANZIARIA Inoltre, sottolineando che il business
Il valore negativo aziendale è parzialmente ciclico, Re-
della Posizione no De Medici rammenta che l’econo-
finanziaria netta al mia nella prima parte del 2018 è stata
31/3/2019 è di
più forte di quella di inizio 2019. Quin-
63,8 milioni. La
società prevede
di il confronto è poco significativo. In-
che, al netto di fine, tiene a precisare la società, il fo-
eventi straordinari, cus di Reno De Medici non è sulla cre-
l’indebitamento scita fine a se stessa, bensì sulla dina-
finanziario netto mica della marginalità. Di
a fine 2019 sarà conseguenza il gruppo non vede par-
inferiore a quello ticolari problemi sul fronte in oggetto.
del 2018
Ciò considerato, però, può sottoline-
DO MAN DE
R IS P O S T E
D Il business di Reno De Medici è
energivoro. Il costo energetico
può essere un rischio per la
redditività aziendale...
r La società si dice non
preoccupata. Dapprima ricorda
che, in linea di massima, diversi
suoi contratti di
approvigionamento di energia
Su hanno un effetto contabile
ilsole24ore
.com traslato in avanti nel tempo.
Quindi il calo del prezzo
dell’energia a fine 2018 e inizio
IL DOSSIER 2019 si vedrà contabilmente dal
Tutte le “Lettera terzo trimestre in poi. Inoltre
al Rispamiatore” l’azienda rammenta gli
sul sito del sole investimenti sull’efficienza
nella sezione energetica (6-7 milioni nel 2018
Finanza & Mercati
‘‘ finanziari e investitori
istituzionali (cioè soggetti
Nulla vigilati).
vieterebbe di Dietro a questo attendismo ci
avere una sono il timore di destabilizzare il
valuta sistema finanziario e l’esigenza
digitale non- di un coordinamento mondiale,
cripto che dato che pensare a divieti o
regolamentazioni restrittive solo
permetta di
su base nazionale sarebbe
tracciarne anacronistico.
l’uso in Per venirne fuori si potrebbe
maniera muovere il primo passo su quel
indelebile: 10% di contante “cripto” in
una chimera circolazione e trasformarne in
per chi vuole maniera graduale una parte in
combattere valuta digitale trasparente di
l’economia Stato o di banca centrale. I
sommersa. cittadini dell’Eurozona
potrebbero utilizzare ad esempio
un portafoglio digitale con e-
euro gestibili attraverso lo
smartphone senza conto
corrente bancario.
La banca centrale di un’area
valutaria potrebbe offrire il
servizio di valuta digitale anche
arsi un ulteriore aspetto: l’Ebitda
margin dei primi tre mesi dell’anno,
seppure in doppia cifra, è risultato in-
feriore a quello di un anno prima. Ve-
ro, dice Reno De Medici. E, tuttavia, la
multinazionale tascabile sottolinea
che si tratta dell’effetto dell’acquisi-
zione di Barcelona Cartonoboard,
contraddistinta da un rapporto Mol
sui ricavi inferiore a quello del grup-
po. La cartiera spagnola però, viene
spiegato, è in linea con il programma
d’integrazione. Un iter che la porterà
anch’essa ad avere, nel 2021, l’ Ebitda
margin a doppia cifra. Insomma: pure
rispetto alla marginalità Reno De Me-
dici non vede particolari problemi.
I settori di business
Fin qui alcune considerazioni riguar-
do la produzione di cartoncino con
carta riciclata e l’M&A. Quali, però le
concrete strategie nel “Folding box
board segment”? La società in questo
segmento, da un lato, non ipotizza per
l’appunto grandi investimenti; ma
dall’altro, oltre a proseguire nella rea-
lizzazione di prodotti di nicchia a va-
lore aggiunto, continua nel pressing
sull’efficienza operativa.
Quest’ultima strategia, a ben vede-
re, è trasversale all’intero gruppo e co-
stituisce una priorità. Così Reno De
Medici punta, tra le altre cose, sulla
flessibilità produttiva. Ad esempio:
viene sfruttata la maggiore uniformi-
tà delle specifiche tecniche dei pro-
dotti di modo da trasferire, ove possi-
bile, la produzione in funzione della
domanda. Non solo. È rilevante la
stessa ottimizzazione del mix di pro-
dotto. In tal senso è stato deciso di
spostare la realizzazione in fibra ver-
gine proprio dalla cartiera spagnola,
focalizzando quest’ultima sulle solu-
zioni da carta riciclata. Il risultato?
D&r
e 2019). Il che aiuta a ridurre gli
oneri energetici. Ciò detto
l’allargamento del perimetro
produttivo, dovuto all’M&A,
implica l’incremento di uso di
energia. Quindi: nel 2019
l’incidenza di questa voce
contabile è stimata in linea con
la media storica.
D Nel primo trimestre del 2019
l’Ebit è calato. Un problema?
r La società risponde
negativamente. È l’effetto, da
un lato, dei maggiori
ammortamenti dovuti all’M&A;
e, dall’altro, dell’impatto
contabile dell’Ifrs 16.
ad altre aree valutarie. Ad
esempio la Bce potrebbe offrire
e-dollari così come la Fed
potrebbe offrire e-euro; anche
uno Stato membro
dell'Eurozona potrebbe
intervenire, digitalizzando ad
esempio la moneta metallica
prima per i suoi cittadini e poi
per tutti i residenti
dell’Eurozona e in prospettiva
anche al di fuori di questi
confini. Una soluzione con
impatti positivi sulla lotta
all’economia sommersa ed
anche sull’uso delle monete di
taglio inferiore sia in termini di
costo del conio che di
dispersione d’uso.
Seguirebbe probabilmente un
maggiore coordinamento tra le
banche centrali magari
utilizzando inizialmente come
garanzia la valuta di riserva del
Fondo Monetario Internazionale
(gli Special Drawing Rights o
SDR), il cui sviluppo è rimasto
Il gruppo Reno De Medici in numeri
TRIMESTRI
A CONFRONTO
Dati in milioni
Ricavi
di vendita
I trim. 2018 157,627
di euro I trim. 2019 183,706
I trim. 2018 18,122
Ebitda
I trim. 2019 19,061
I trim. 2018 12,761
Ebit
I trim. 2019 11,965
L’incremento della produzione a Risultato I trim. 2018 15,222
200.000 tonnellate l’anno senza nuo- corrente ante
vi investimenti. Infine non va dimen- imposte I trim. 2019 11,159
ticata l’operatività del team di “Inte- I trim. 2018 12,829
gration & Continuos improvement”. Utile
Vale a dire: l’organo che deve gestire I trim. 2019 7,948
al meglio la programmazione produt-
tiva. Da un lato mantenendo stretto il
contatto, grazie all’incremento del
portafoglio prodotti e dei servizi, con LA STORIA 0 350 700
la clientela; e dall’altro, anche con DEI RICAVI
l’aiuto di sistemi di statistica preditti- Dati in milioni 2014 426
va, adeguandosi alla domanda. La di euro
strategia, unitamente all’informatiz-
2015 438
zazione e digitalizzazione dei proces-
si, ha tra gli obiettivi quello di rendere
il business più resiliente alla congiun- 2016 478
tura. Tanto che il target è arrivare ad
avere l’Ebitda margin strutturalmen- 2017 569
te, cioè indipendentemente dalla vo-
latilità del Pil, oltre il 10% nel 2021. 2018 606
Dalla marginalità ai mercati geo-
grafici. Alla fine del 2018 i ricavi gene- I trim. 2019 184
rati in Italia valevano il 33% del totale;
quelli realizzati in Europa (ex Italia)
incidevano per il 55% mentre i Paesi
extra europei pesavano il 12%. Si tratta
di una divisione che, nel medio perio- LA DINAMICA 0 35 70
do, è destinata a cambiare? A livello di DEL MOL
crescita organica, in linea di massima, Dati in milioni 2014 41
il break down resterà tale. Tuttavia
con l’M&A, finalizzato anche soprat-
tutto alla maggiore internazionaliz-
di euro
2015 42
zazione, l’incidenza del mercato do-
mestico è destinata scendere. 2016 30
Il rischio Italia 2017 46
A fronte di un simile contesto, però, il
risparmiatore esprime il seguente ti- 2018 63
more. Certo: il peso dell’Italia, come
mostra il dato del primo trimestre I trim. 2019 19
2019, è in calo. Tuttavia la sua rilevan-
za è ancora indiscutibile. Il che, visto
il rischio stagnazione cui andiamo in-
contro, non è positivo. Reno De Medi-
IL DEBITO 0 35 70
ci, pure consapevole della situazione,
FINANZIARIO
fa professione d’ottimismo. Dappri-
NETTO 2014 66
ma perchè, per l’appunto, c’è la spinta
alla crescita estera. Poi perchè, viene Dati in milioni
di euro 2015 50
spiegato, grazie anache al program-
ma sull’efficientamento la società ac-
quisisce quote di mercato domesti- 2016 44
che. Infine perchè il driver di sostitu-
zione della plastica aiuta comunque il 2017 44
business. In conclusione, quindi, Re-
no De Medici sottolinea di essere in
2018 67
grado di gestire la situazione.
A fronte di un simile contesto,
quali le prospettive economico con- (*) compreso impatto 31/03/2019* 64
contabile di IFRS 16
tabili sull’intero 2019? Reno de Medici
afferma che, in un anno comunque
non facile, ricavi e Mol sono previsti Conto economico e stato patrimoniale della Pfn è stato di 63,8 milioni rispetto ai
in rialzo rispetto al 2018. I Capex inve- Al 31 marzo scorso i ricavi netti sono 66,8 milioni di fine 2018. La società, al
ce sono stimati, al netto di operazioni risultati in rialzo a 183,7 milioni. Il mol, dal netto di eventuali eventi straordinari,
straordinarie, tra 26-28 milioni. Di canto suo, è cresciuto a 19,1 milioni. In indica che l’indebitamento finanziario
questi circa 10 milioni sono appan- diminuzione, invece, l’Ebit e l’utile netto netto a fine anno sarà inferiore a quello
naggio della manutenzione. Il rima- (quest’ultimo è stato particolarmente del 2018. Il decremento peraltro, dice
nente è indirizzato ad un mix d’attivi- influenzato dai maggiori oneri fiscali). Ciò sempre il gruppo, sarebbe stato
tà: dal risparmio energetico alle mag- detto quali le prospettive della Posizione maggiore senza l’applicazione del nuovo
giori efficienze. finanziaria netta (Pfn)? Il valore negativo principio contabile Ifrs 16.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Area Euro
Base monetaria ed aggregati
In miliardi di euro
14.000
limitato ad alcune convenzioni
internazionali relative al
M3
trasporto aereo o marittimo. 12.000
In definitiva la tecnologia
blockchain e le valute digitali che M2
oggi vengono viste come un
10.000
rischio potrebbero essere
un’opportunità per rilanciare la
migrazione dell’architettura
M1
monetaria degli SDR verso il 8.000
Bancor di Keynes. Come il
Bancor, si tratterebbe di una
valuta globale in grado di
ripianare efficacemente gli 6.000
squilibri delle bilance dei
pagamenti dei vari Stati ma
sarebbe digitale, trasparente e 4.000
tracciabile sino al dettaglio di
ogni singola operazione.
Dopo la rivoluzione del World Banconote
Wide Web avremmo un nuovo 2.000 e monete
metalliche
sistema monetario globale: il
World Wide Digital Coin. Siamo
sicuri che a questo punto Libra 0
possa rappresentare un
’02 ’03 ’04 ’05 ’06 ’07 ’08 ’09 ’10 ’11 ’12 ’13 ’14 ’15 ’16 ’17 ’18 ’19
problema?
© RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Banca Centrale Europea
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
IL BUSINESS DELL’OSPITALITÀ
Settore immobiliare da record
Hotel, boom degli investimenti:
2,3 miliardi a giugno (+310%)
Paola Dezza
E
miri e sultani medio-
rientali si mischiano og-
gi ai fondi internaziona-
li, molti di matrice an-
glosassone, e a gruppi
del lusso nella ricerca di
hotel da acquistare in Italia.
Il segnale lanciato a fine 2018 con
l’acquisizione del gruppo Belmond
da parte del colosso francese Lvmh
è stato inequivocabile: caccia aperta
alle strutture di ospitalità di alta-
gamma. E i numeri di questo primo
semestre dell’anno non deludono.
I volumi degli investimenti com-
plessivi nell’hôtellerie del nostro
Paese da gennaio a giugno segnano
un record a quota 2,3 miliardi di eu-
ro, in crescita del 310% rispetto al
fiacco primo semestre del 2018.
«Con 32 transazioni per circa 6mila
camere» sottolineano da EY, il cui
team ha appena pubblicato un re-
port sul settore evidenziando che
quest’anno il 67% dei capitali è di
matrice americana ed europea.
Sui volumi pesa anche la transa-
zione relativa all’acquisizione da
parte del fondo americano Oaktree
di 16 strutture di Castello Sgr, tra cui
alcuni resort di lusso come Fonte-
verde, Bagni di Pisa e Chia Laguna.
Solo negli ultimi giorni è stata
definita la vendita, nota già da
maggio, del Capri Palace, iconico
albergo di Anacapri che il gruppo
turco Dogus, in fase di ristruttura-
zione del debito, ha ceduto a un
fondo di Dubai per una cifra che si
aggira, secondo le indiscrezioni di
mercato, sui 105 milioni di euro.
Valore che secondo gli esperti di EY
segnerebbe il record di 1,5 milioni
di euro a camera.
E potrebbe cambiare proprieta-
rio entro la fine dell’anno anche
l’hotel Bauer di Venezia. Il fondo El-
liott, che a fine giugno è salito al
100% di Bauer Spa (affiancato dal
gruppo finanziario londinese Blue
Skye) avrebbe ricevuto, infatti,
un’offerta per la parte alberghiera
che si trova sull’isola della Giudec-
ca, composta da tre strutture.
Un’offerta che sarebbe pronto ad
accettare. A questo punto Elliott
avrebbe deciso di sondare il merca-
to per cedere anche Bauer Palazzo
affacciato su Canal Grande in Vene-
zia città. Ci sarebbero quindi in cor-
so trattative preliminari con due
fondi internazionali, qualcuno sup-
pone di matrice anglosassone. El-
liott, secondo indiscrezioni, vorreb-
be ricavare circa 300 milioni da
questa seconda vendita. Valore al
quale l’acquirente deve però ag-
giungere investimenti per almeno
cento milioni di euro.
«Il 38% degli investimenti recen-
ti riguarda destinazioni di vacanza
- fanno sapere da EY -, tra cui il Ca-
pri Palace (69 camere) e gli hotel di
Taormina Mazzarò Sea Palace e At-
lantis Bay (171 camere)».
Anche secondo JLL questo sarà
un anno record per il segmento del-
l’ospitalità. Va però segnalato che
nei volumi JLL inserisce solo il lusso
e prevede per fine anno investi-
menti a quota 2,5 miliardi di euro.
Come si è evoluta nel tempo la
provenienza geografica degli inve-
stitori? «Dal 2010 i soggetti in arrivo
Le acquisizioni concluse da Lvmh sul marchio Belmond e da Oaktree sugli hotel di Castello Sgr hanno aperto
la caccia ad asset simbolo e portafogli alberghieri. Nel mirino degli internazionali adesso c’è il Bauer in Laguna
Firenze. Villa San dal Middle East hanno contribuito
Michele del gruppo al mercato con volumi pari a 1,6 mi-
Belmond. La liardi di euro - dicono da JLL -. La
facciata, attribuita componente degli investimenti do-
a Michelangelo, è mestici si è, invece, costantemente
circondata da ridotta con una media del 30% del
giardini terrazzati totale delle transazioni negli ultimi
dieci anni». Il Paese è diventato
quindi sempre più appetibile per i
grandi investitori, che cercano oggi
portafogli (merce rara sul mercato),
con trophy asset posizionati in lo-
calità chiave o destinazioni busi-
ness. In questo contesto sono attivi
soggetti americani e asiatici, con
un’ottica però più speculativa.
A fare la parte del leone come de-
stinazioni ambite sono sempre le
quattro città di Roma, Milano, Ve-
nezia e Firenze.
Roma in particolare attira sem-
pre più investimenti. Nei primi sei
mesi del 2019 qui sono arrivati 220
milioni di euro (500 milioni nel
2018). Molti gli edifici che sono stati
acquisiti per essere trasformati in
hotel. In corso al momento c’è la ga-
ra per l’ex sede storica di Bnl in zona
via Veneto. Il gruppo bancario ha
già scelto Raffles (del gruppo Accor)
per la gestione alberghiera e punta
a una valorizzazione dell’immobile
intorno ai 200-250 milioni di euro.
Sempre in zona Kryalos per conto
dell’investitore Kingstreet ha ac-
quistato due palazzi che divente-
ranno un hotel a marchio W (Mar-
riott), mentre di recente Orion ha
comperato un palazzo di via del
Corso dei Benetton destinato a di-
ventare un hotel di lusso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La storia Finanza & Mercati
LA STRATEGIA DEL GRUPPO MARRIOTT
Venezia inaugura
il terzo St. Regis
nella casa del Tiepolo
S
arà un maggiordomo privato
a dare il benvenuto e a orga-
nizzare nel dettaglio il sog-
giorno degli ospiti delle nuo-
ve 40 suite del St. Regis Venice, l’hotel
della catena Marriott che, fresco di ri-
strutturazione durata quasi un anno,
aprirà i battenti il prossimo agosto.
Una struttura imponente, composta
da ben cinque edifici storici - il più
antico era di proprietà della famiglia
nobiliare veneziana Tiepolo, che ha
dato alla storia due dogi e il celebre
pittore Giovanni Battista Tiepolo –,
che sarà il terzo St. Regis in Italia (do-
po Roma e Firenze), dando l’addio al
nome storico Europa & Regina che
l’hotel ha portato per anni.
Con un giardino affacciato su Ca-
nal Grande, che gode della vista della
Punta della Dogana e della chiesa del-
la Salute, e un’eclettica collezione di
opere d’arte in via di definizione, l’ho-
tel arricchisce Venezia di un nuovo in-
dirizzo di lusso a due passi da San
Marco. Proprio a Venezia Marriott da
agosto vanterà ben quattro alberghi
(Danieli, Gritti e JW gli altri) di altissi-
mo livello, cavalcando un trend diffu-
so nell’hôtellerie: concentrasi nelle lo-
Saranno 40 cation di altagamma. Ed è per questo
le nuove che in Italia si assiste oggi a una vera
suite, tutte e propria caccia alle strutture, da ac-
quisire o da gestire.
con mag- La divisione lusso del colosso del-
giordomo l’ospitalità, arrivato a un milione di
privato che camere nel mondo dopo l’acquisizio-
aiuterà gli ne di Starwood (fusione avvenuta nel-
la primavera del 2016) conta otto
ospiti a brand iconici (Ritz-Carlton, Ritz-
organizzare Carlton Reserve, Bulgari, St. Regis,
il soggiorno Edition, The Luxury Collection, JW
7
Marriott and W Hotels).
«Il nostro portafoglio è composto
da 400 hotel e resort di lusso in 60 Pae-
si del mondo - dice in esclusiva al
Sole24 Ore Jenni Benzaquen, vice pre-
sidente dei luxury brand per l’Europa
di Marriott International -. Sono 80 gli
hotel in Europa e ne aggiungeremo al-
tri 20 nei prossimi due anni. L’Italia è
un mercato chiave. Qui contiamo com-
plessivamente (non solo lusso) 54 ho-
tel in posizioni uniche. Altri ne aprire-
mo presto, con marchi W ed Edition».
In Italia da agosto ci saranno ben
13 hotel di lusso del gruppo, dal Da-
nieli di Venezia al St. Regis di Roma,
dal Bulgari agli hotel della Costa
Smeralda. Nel resto d’Europa Spa-
gna e Francia la concentrazioni nelle
destinazioni più richieste è inferio-
re: tre gli hotel a Barcellona e Parigi,
uno a Berlino. Un dato che fa capire
l’assalto all’ospitalità alle nostre cit-
tà e lungo la penisola.
«Il viaggio e il lusso oggi vanno de-
clinati come esperienza, non solo da
documentare in Instagram - dice an-
cora Jenni Benzaquen -. Da un sog-
giorno in una nostra struttura un
cliente deve poter portare con sé nuo-
ve prospettive e ispirazioni». Il dato di
Bain che identifica il 47% del mercato
del lusso come appannaggio dei mil-
lenial e della generazione Z trova il te-
am di Marriott concorde. «I millenial
rappresentano il futuro dei viaggi di
lusso - dice l’intervistata -. Con un ap-
proccio meno formale». Da qui la sfi-
da a trovare chiavi di lettura per con-
quistare nuove generazioni di clienti.
—P. De.
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8 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

Finanza & Mercati La storia

SEMESTRALI IN ARRIVO Stime al rialzo per i gruppi finanziari grazie alle poste straordinarie, ma gli analisti tagliano le previsioni
Le previsioni sui conti dei big sull’industria. Dopo i profit warning di Basf e Daimler preoccupa l’impatto sui conti della guerra commerciale

Piazza Affari, utili

AFP
DOMANI I CONTI DI CITI

Wall Street da record

in crescita dell’8% ma sui profitti rischia
un altro passo indietro
Sul futuro pesa Marco Valsania per azione in rialzo dell’11% stando a

l’incognita dazi
NEW YORK Refinitiv. Sostegno arriva da posizio-
ni finanziarie ormai solide, confer-

L
a recessione dei profitti po-
trebbe essere alle porte negli
Stati Uniti. Mentre l’espansio-
ne mostra acciacchi che do-
vrebbero convincere la Federal Re-
Al top. Wall serve a mettere presto mano ai suoi
Street e Milano arsenali di politica monetaria, la Cor-
Andrea Franceschi cietà dell’indice Stoxx 600, oggi si tra le borse che porate America si appresta a fare i
mate dagli stress test della Federal
Reserve, da contenimenti dei costi e
da allentamenti nella regolamenta-
zione, che compensano il più arduo
clima economico, nel trading e sui
tassi d’interesse. La sanità appare de-
stinata a riportare un incremento-
leader del 2,1%, seguita da utilities,

P
iazza Affari si appresta a
chiudere la prima metà
dell’anno con un monte
utili in crescita dell’8%
rispetto allo stesso peri-
odo dell’anno scorso
per un controvalore complessivo
che dovrebbe attestarsi oltre i 22
miliardi di euro. La stima, basata
sulle previsioni di consensus riferi-
te alle società del listino Ftse Mib,
riflette il contributo delle compo-
nenti dei settori storicamente più
rappresentative in termini di capi-
talizzazione: energia e finanza. È in
particolare quest’ultimo comparto
che dovrebbe far registrare la cre-
scita più importante con un au-
mento dei profitti del 30% rispetto
allo stesso periodo dell’anno scor-
so. Gli istituti di credito dovrebbero
beneficiare del calo dello spread
che si è visto nella prima metà del-
l’anno anche se il contributo mag-
giore all’aumento degli utili do-
vrebbe arrivare dalle poste straor-
dinarie come ad esempio la cessio-
prevede un aumento dello 0,8. Il da inizio 2019 conti con questi tempi più duri. Le servizi di comunicazione e immobi-
quadro, d’altronde, non appare hanno corso di aziende nello Standard and Poor’s liare. Sotto pressione, al contrario, il
esattamente roseo. Lo dimostrano più: Piazza Affari 500, nonostante l’indice sia reduce comparto industriale in calo del-
i profit warning lanciati negli ultimi messo a segno un da record, secondo gli analisti minac-
giorni da colossi del made in Ger- balzo del 21%. Ora ciano di riportare dalla settimana en-
many del calibro di Basf, che ha ta- il test degli utili trante un declino negli utili del 3% per Tra gli analisti salgono
gliato del 30% le sue previsioni di il secondo trimestre dell’anno. Som- i timori di un secondo
utile per l’anno in corso, o Daimler, mata al calo dello 0,3% sofferta tra
che per la quarta volta dall’inizio Il taglio delle stime sugli utili gennaio e marzo, la flessione si pro-
trimestre consecutivo
dell’anno ha ribassato le stime an- trarrebbe a due trimestri consecutivi con risultati in flessione
nunciando una perdita da 1,6 mi- Evoluzione delle previsioni di crescita dei profitti in Europa. Dati in % per la prima volta in tre anni. Le en- sull’anno precedente
liardi per il secondo trimestre. «La 4,0 trate delle principali società dovreb-
maggior parte delle previsioni delle bero contemporaneamente essere
società quotate in Europa e negli 3,5 lievitate del 3,7%, un andamento par- l’1,7%, i consumi essenziali e discre-
Usa - spiega Sanjeet Mangat, inve- so a sua volta di recente indebolito. zionali (che comprendono il gigante
3,0
stment director di Aberdeen Stan- Gli allarmi di bilancio si sono sus- dell’e-commerce Amazon), l’energia
dard Investments - è stata fatta sul 2,5 seguiti, hanno avvertito FactSet e il e soprattutto l’information technolo-
presupposto che le tensioni sul suo senior analyst John Butters che gy, attesa a scivoloni dell’11,9%, e i
commercio sarebbero rientrate. O 2,0 segue stime e annunci aziendali, ag- materiali di base, in caduta del 16,6
quantomeno che non ci sarebbe gravando timori di declini che a fine per cento. Il comparto tech dovrebbe
1,5
stato un deterioramento». In realtà marzo erano limitati allo 0,5 per risentire di sfide nei semiconduttori,
è successo il contrario. Nonostante 1,0 cento. In tutto 88 società, il 77% di particolarmente esposti alle guerre
la tregua siglata al G20 di Osaka tra coloro che hanno offerto una “gui- commerciali, e nell’hardware. Più ot-
Trump e Xi Jinping il clima resta te- 0,5 dance”, cioè previsioni compiute, timistiche le previsioni per il seg-
so. Soprattutto per via delle deci- 7 14 21 28 4 11 18 25 2 9 hanno tagliato le stesse, un pessimi- mento comunicazioni e media che
sioni dell’amministrazione Usa: smo inedito dal 2006. oggi ospita protagonisti Internet
nuovi dazi sull’acciaio semilavora- MAGGIO 2019 GIUGNO 2019 LUG ’19 Non è detto che lo spettro della quali Facebook, Alphabet e Netflix.
to importato da Cina e Messico so- Fonte: Refinitiv recessione dei profitti si materializ- © RIPRODUZIONE RISERVATA

ne della partecipazione in Fineco da
parte di Unicredit che da sola vale
un miliardo.
Chi invece dovrebbe deludere è
il comparto industriale. «La pro-
spettiva di un rallentamento del-
l’economia globale e il clima di in-
certezza dovuto alla guerra com-
merciale tra Stati Uniti e Cina –
spiega Domenico Ghilotti co-head
dell’Ufficio Studi di Equita Sim –
sono una zavorra per l’industria ed
è soprattutto per questa ragione
che abbiamo tagliato le stime sugli
utili delle società del comparto». La
sforbiciata - spiega Ghilotti - è stata
fatta soprattutto tra dicembre e
marzo e ha pesato sulla revisione al
ribasso che la casa d’affari ha fatto
sul monte utili 2019 dell’intero listi-
no: rispetto a un anno fa Equita ha
ridotto la stima di utili per le società
del Ftse Mib dell’8%». Ghilotti non
esclude di dover tagliare ancora le
stime sui titoli industriali nella se-
conda parte dell’anno. La tendenza
pare generalizzata tra gli analisti:
fino a due mesi le stime di consen-
sus di Refinitiv sul secondo trime-
stre 2019 mettevano in conto una
crescita del 3,5% degli utili per le so-
no stati annunciati lunedì mentre la
scorsa settimana la lista delle merci
importate dall’Ue a rischio dazi è
stata portata da 21 a 25 miliardi di
dollari. Gli Usa hanno inoltre an-
nunciato l’apertura di un’indagine
sulla nuova normativa fiscale sul
digitale introdotta in Francia: se
fosse appurato un potenziale dan-
no alle compagnie tecnologiche
Usa non si esclude di introdurre da-
zi su merci francesi come auto o vi-
no. Secondo Sanjeet Mangat in que-
sta fase «l’impatto della guerra
commerciale sui risultati societari
è indiretto». Tra Stati Uniti ed Eu-
ropa siamo ancora alle schermaglie
«ma il contesto di elevata incertez-
za - spiega - ha costretto molte
aziende a rivedere i piani di investi-
mento futuri».
Eppure, nonostante tutto, le
Borse europee restano in rialzo di
quasi 15% da inizio anno grazie so-
prattutto alla svolta espansiva delle
banche centrali. Ma quanto ancora
la promessa di aiuti monetari potrà
spingere l’azionario se il quadro
macro e i fondamentali sono in
peggioramento?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL COLOSSO DELLA BIRRA
Mercati incerti, niente Ipo per Bud
Anheuser-Busch InBev, il
colosso mondiale della birra, ha
deciso di rinviare il progetto di
Ipo alla Borsa di Hong Kong della
divisione asiatica, Budweiser
Brewing Company Asia Pacifico,
quella che produce, importa e
vende oltre 50 marchi di birra tra
cui la storica «Bud», Stella
Artois, Corona e Hoegaarden.
Lo sbarco in Borsa - con cui Ab
Inbev ambiva a raccogliere fino a
Per le quo- 9,8 miliardi di dollari - era
tate del Ftse previsto entro il mese di luglio,
Mib il monte ma il gruppo ha annunciato in
una nota ufficiale che per ora
utili della non intende procedere con la
prima metà quotazione per via di condizioni
dell’anno di mercato poco favorevoli. AB
dovrebbe InBev ha spiegato che
«monitorerà da vicino le
attestarsi condizioni di mercato, in quanto
oltre i 22 valuta costantemente le sue
miliardi opzioni per migliorare il valore
zi. Factset stessa precisa che se le
aziende rispetteranno la tendenza a
battere i pronostici, aiutata dai ridi-
mensionamenti delle anticipazioni,
il secondo trimestre sarà in grado di
mostrare a segno in realtà utili al
passo dell’1 per cento. Le nubi sulle
per gli azionisti, ottimizzare il performance, tuttavia, non si dira-
business e promuovere una derebbero per ora: quell’incremento
crescita di lungo termine». sarebbe comunque il secondo più
La quotazione resta un debole dalla metà del 2016. Anche se
passaggio cruciale per AB resta intatta la scommessa su una
InBev, che intende abbassare graduale ripresa nel resto dell’anno,
il suo debito da oltre 100 con ulteriori declini nel terzo trime-
miliardi di dollari, gonfiato stre seguiti da un ritorno alla crescita
anche con l’acquisizione di al 6% nell’ultimo scorcio del 2019 che
SABMiller realizzata nel 2016
per 79 miliardi di sterline.
Stando a documenti depositati
accelererebbe al 13,5% nel secondo
trimestre 2020.
Alcuni settori, pur nella generale
presso le autorità di borsa, la frenata, nei tre mesi appena conclusi
divisione asiatica ha chiuso il dovrebbero aver fatto meglio di altri.
2018 con 1,4 miliardi di dollari Tra questi le banche, che tengono a
di utili, in rialzo da 1,1 miliardi battesimo la stagione dei bilanci do-
dell'anno precedente. I ricavi mani con Citigroup seguita martedì
sono stati di 8,5 miliardi, in da JP Morgan, Goldman Sachs e Wells
aumento del 6,1%. Al Nyse il Fargo e poi da Bank of America e
titolo AB InBev ha guadagnato Morgan Stanley: i profitti, soprattut-
quasi il 34% ma negli ultimi 12 to dei colossi, potrebbero crescere,
mesi ha ceduto il 15%. complessivamente almeno dello
—R.Fi. 0,5% seppur ridimensionati dall’1,4%
© RIPRODUZIONE RISERVATA ipotizzato in precedenza, con utili
IN CIFRE
+0,46%
La chiusura dell’S&P 500
Nella seduta di venerdì, che ha visto
l’indice di Wall Street stabilizzarsi
sopra la soglia dei 3mila punti. Un
record storico, ispirato dalle attese
degli operatori di Borsa sulle
prossime mosse della Fed, che a
fine luglio dovrebbe tagliare di
nuovo i tassi
-3%
La flessione degli utili
Attesa da parte degli analisti nel
secondo trimestre da parte delle
società riunite proprio nell’S&P 500.
Solitamente le quotate tendono a
battere le attese, ma se il balzo
indietro dovesse essere
confermato dalle trimestrali che
inizieranno a essere diffuse domani
si tratterebbe del secondo calo
consecutivo, ciò che tecnicamente
produce una recessione

GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

Ufficio Speciale Centrale Acquisti, Procedure di finanziamento di progetti relativi ad infrastrutture,
progettazione UOD 01 - Centrale Acquisti, Procedure di finanziamento di progetti relativi ad infrastrutture
Sul sito istituzionale della Regione Campania indirizzo internet (URL) https://gare.regione.
campania.it/portale, e sul Burc è stato pubblicato il DD n. 219 del 03/07/19 di Aggiudi-
cazione definitiva della Proc. n. 2722/A/19 Affidamento triennale dei servizi di vigilanza
armata, di reception e custodia presso la sede istituzionale della Giunta Regionale della
Campania sita in via Santa Lucia, 81 - Napoli - criterio aggiudicazione: art. 95 co.2 del
D.lgs. n. 50/2016 - offerta economicamente più vantaggiosa.
Aggiudicatario: Security Service s.r.l con sede in Roma alla Via Cristoforo Colombo, 163 -
00147 Roma P.lva 01281061000 con una offerta economica triennale pari ad € 3.631.408,800
(tremilioniseicentotrentunomilaquattrocentootto/800) oltre iva. Offerte ricevute: 13.
IL DIRIGENTE DELLA UOD 01
Dr. Giovanni Diodato

AVVISO BANDO DI GARA

3
La Regione Autonoma della Sarde-
gna, Direzione generale della Centra-
le regionale di committenza, Servizio
forniture e servizi, viale Trento, 69,
09123 Cagliari, tel. 0706064392, pec:
pres.crc.ras@pec.regione.sardegna.it
- URL www.regione.sardegna.it -
www.sardegnacat.it, ha indetto una
procedura aperta informatizzata per
la fornitura di medicinali per i qua-
li è scaduto il brevetto (rinegoziazione
n. 2), destinati alle Aziende sanitarie della
Regione Sardegna Id. gara n. 7474648 En-
tità dell’appalto: € 54.254.474,21290 IVA
esclusa (compresa eventuale proroga).
Criterio di aggiudicazione: minor prezzo.
Termine ricevimento offerte: 01/08/2019
ore 13:00. Data di spedizione del pre-
sente avviso alla GUUE: 01/07/2019.
IL DIRETTORE DEL SERVIZIO
Cinzia Lilliu
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
GRANDI EVENTI
La rassegna iridata
Nei mondiali di nuoto in Corea
dominano Myrtha Pools e Arena
Mario Nicoliello
L’
accoppiata Universia-
di-Mondiali di nuoto
funziona. Dopo Fukuo-
ka e Kazan, anche
Gwangju è pronta al bis:
impianti costruiti per i
Giochi mondiali degli universitari del
2015 e poi utilizzati quattro anni più
tardi per la rassegna iridata delle di-
scipline acquatiche: esempio perfetto
di eredità duratura.
Così anche i giornalisti allogge-
ranno nel villaggio e non negli alber-
ghi: una serie di palazzine che fino al
28 luglio ospiteranno 6mila persone,
giunte in Corea del Sud per la diciot-
tesima edizione di un Mondiale dalle
tante novità: la pallanuoto da spiag-
gia come sport dimostrativo, il sin-
cronizzato ridenominato “nuoto arti-
stico”, una maggiore visibilità agli
sponsor sulle cuffie e premi più lauti
per gli atleti.
Crescono i premi
Il montepremi complessivo della
rassegna sfiorerà invece i sei milio-
ni di dollari, considerando anche il
bonus di 30mila dollari per i record
del mondo. A fare la parte del leone
ovviamente il nuoto che assegnerà
2 milioni e 730mila dollari, seguito
da sincronizzato (1,070 milioni),
tuffi (780mila), pallanuoto
(720mila), fondo (420mila) e tuffi da
grandi altezze (127.800).
Nelle corsie in ogni finale oltre alle
tre medaglie saranno in palio 65mila
dollari, mentre dal trampolino e dalla
piattaforma oltre ad oro, argento e
bronzo si battaglierà a colpi di salti
mortali e avvitamenti per conquista-
re 60mila dollari. A ciascun vincitore
spetterà un assegno di 20mila dollari,
il piazzato si accontenterà di 15mila,
mentre al terzo ne andranno 10mila
e all'ottavo duemila. La squadra che
vincerà l’oro della pallanuoto, oltre al
biglietto diretto per l’Olimpiade di
Tokyo, si dividerà 80mila dollari.
Più spazio agli sponsor
Il logo dei partner delle singole fede-
razioni potrà occupare 30 centimetri
quadrati, così da far risaltare mag-
giormente il marchio.
Sono poi sette i partner ufficiali
della rassegna, di cui uno coreano,
quattro globali (Nikon, Omega, Sam-
sung e Yakult) e due italiani: la casa
produttrice di costumi Arena e
CALCIO ITALIANO
Dal Palermo al Foggia: altre sei squadre espulse dal professionismo
Marco Bellinazzo
Benedetto Giardina
L
a roulette russa delle iscri-
zioni, quest’anno, ha fatto
saltare sei teste, proprio co-
me un anno fa. Palermo e
Foggia sono fuori dal calcio profes-
sionistico dopo aver disputato la
passata stagione in Serie B, mentre
l’Arzachena non ha ottenuto il via
libera per ripresentarsi ai nastri di
partenza della Serie C. Sempre dalla
Lega Pro arrivano altre tre rinunce:
Albissola (senza stadio), Lucchese
(fallimento) e Siracusa (forfait) non
hanno nemmeno presentato una
domanda per la licenza.
«Aver definito l'organico dei
campionati già il 12 luglio, per la pri-
ma volta nella storia così anticipo, è
un evidente vantaggio. Ci dà la forza
di poter aspirare a un’estate abba-
stanza tranquilla», ha commentato
però il presidente della Figc, Gabrie-
le Gravina, sottolineando come gra-
zie alle nuove norme sulle iscrizioni
eventuali ricorsi potranno estin-
guersi prima dell’inizio dei campio-
nati evitando così l'impasse che si
era venuto a creare lo scorso anno.
La «black list»
Tra le novità federali c’è anche la
black list per soci e amministratori
Le sfide internazionali in programma a Gwangju fino al 28 luglio disputate in sei vasche prodotte da «Piscine
Castiglione» di Mantova, mentre l’azienda di Tolentino sarà sponsor tecnico di 29 federazioni e 60 nuotatori
A Gwangju. l’azienda costruttrice delle piscine
La piscina per i Myrtha Pools: anche in Estremo
mondial iè stata Oriente risplende il made in Italy.
realizzata A cominciare dall’abbigliamento.
da Myrtha Pools Arena, che dal febbraio 2014 è posse-
che dal 1994 duta dal fondo svizzero Capvis e che
costruisce nel 2018 ha prodotto un fatturato di
impianti per 123 milioni con 400 dipendenti, di cui
competizioni la metà nel quartier generale a Tolen-
tino in provincia di Macerata, sarà
LE CIFRE
6 milioni
Il montepremi
Il montepremi della rassegna sfiora i
sei milioni di dollari, considerando
anche il bonus di 30mila dollari per i
record del mondo. Il nuoto
assegnerà 2,7 milioni , seguito da
sincronizzato (1 milione), tuffi
(780mila), pallanuoto (720mila)
e fondo (420mila)
65mila
Podio del nuoto
Nelle corsie in ogni finale oltre alle
tre medaglie saranno in palio 65mila
dollari, mentre dal trampolino e
dalla piattaforma oltre ad oro,
argento e bronzo si battaglierà per
conquistare 60mila dollari
L’era Zamparini. di società escluse dal campionato di
Dopo molte competenza o a cui sia stata revoca-
stagioni in A ta l’affiliazione. La normativa ap-
e presenze in provata lo scorso aprile riguarderà
Europa, il Palermo anche i dirigenti con poteri di rap-
ripartirà presentanza in ambito federale, che
dalla Serie D non potranno più operare nel mon-
do del calcio. Una misura che, se
adoperata negli anni passati, avreb-
sponsor tecnico di 29 federazioni na-
zionali (tra cui l’Italia) e sponsor indi-
viduale di 60 nuotatori (tra cui Grego-
rio Paltrinieri). «Nel mercato dei co-
stumi - dichiara Giuseppe Musciac-
chio, co-Ceo di Arena - ci sono marchi
specialisti degli sport acquatici più vi-
cini al profilo di Arena, come Speedo,
e marche generaliste, come Nike e
Adidas». Tra un costume da gara e
uno da spiaggia c’è la differenza che
passa tra una Formula Uno e un’utili-
taria, giacché quelli in dotazione ai
nuotatori sono un condensato di ri-
cerca e sviluppo applicata alla perfor-
mance. Nessun dettaglio è lasciato al
caso, dai tessuti (che nel caso di Arena
vedono anche l’utilizzo di una specia-
le fibra di carbonio) al design, fino alle
cuciture che non prevedono l’utilizzo
di aghi e fili, ma solo di speciali colle
ultra resistenti. «Ai requisiti tecnici -
continua Musciacchio – si affianca la
volontà di proporre prodotti sosteni-
bili. Tutto questo è possibile perché
alle competenze interne, che l’azien-
da ha costruito in oltre 45 anni, si
sommano quelle di un network fatto
di fornitori all’avanguardia, centri di
ricerca indipendenti e università».
«Piscine tricolori»
Di manifattura italiana è il teatro della
battaglia. Le sei vasche in cui si asse-
gneranno le medaglie saranno infatti
siglate Myrtha Pools, da dieci anni
be probabilmente evitato al Paler-
mo questa fine. Perché se da un lato
è vero che la proprietà (Arkus
Network, rappresentata da Salvato-
re Tuttolomondo) non ha prece-
denti in ambito calcistico, il diretto-
re generale Lucchesi vanta invece
un curriculum di esperienze falli-
mentari destinato a concludersi con
Sport & business Economia & Imprese
partner della rassegna. La tecnologia
utilizzata per le piscine da competi-
zione è la stessa di quelle private di
alta gamma, ad essere amplificata è
l'attenzione al dettaglio millimetrico.
«La nostra partnership con Fina –
spiega Roberto Colletto, ad di Myrtha
Pools – è nata per far crescere il nuoto
attraverso i grandi eventi. Abbiamo
costruito impianti per le competizio-
ni fin dal 1994, ma da dieci anni la più
stringente collaborazione ci ha dato
la possibilità di far conoscere il
brand, i prodotti, le evoluzioni tecno-
logiche e la qualità di un servizio di-
venuto ormai globale».
Fondata a Castiglione delle Sti-
viere, nel Mantovano, nel 1961, Pi-
scine Castiglione, nota all’estero
con il brand Myrtha Pools, è una di-
visione commerciale di A&T Europe
che nel 2018 ha prodotto un fattura-
to di 87 milioni di euro con 300 di-
pendenti, vendendo in 70 Paesi.
«Grazie alla presenza al Mondiale di
nuoto - chiosa Colletto – abbiamo
sviluppato l'attitudine ad accettare
sfide ogni volta diverse, il che ci ha
permesso di crescere e sviluppare
meglio i nostri prodotti».
Prima che comincino le gare l'Ita-
lia ha già vinto la medaglia d'oro per
la fornitura di costumi e piscine. Ai
nuotatori azzurri il compito di incre-
mentare il bottino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la sua avventura siciliana. Il diri-
gente toscano, prima di sbarcare a
Palermo, nel corso degli ultimi tre
anni è stato presente in operazioni
rivelatesi ben presto infruttuose: a
Pisa aprì le porte a Petroni che portò
la società sull’orlo del crac (salvata
dall'intervento di Giuseppe Corra-
do), a Latina non riuscì ad evitare il
fallimento della società retrocessa
sul campo in C e alla Lucchese do-
vette mollare la presa insieme a
Grassini prima ancora di riuscire a
iscrivere il club, con un primo pare-
re negativo della Covisoc e una do-
cumentazione sanata solo dalla
vecchia proprietà, tornata in con-
trollo delle quote.
Dal Palermo al Foggia
A Palermo, Lucchesi è stato uno de-
gli artefici (insieme a Vincenzo Ma-
caione) dello sbarco di Tuttolomon-
do, che non ha ottemperato alle sca-
denze previste dal Manuale Licenze
Nazionali. La Covisoc ha contestato
al club siciliano una carenza patri-
moniale di 8,3 milioni colmata in
larga parte con un credito da 5,8 mi-
lioni rilevato da Group Itec srl, mo-
dalità non prevista dalle norme, per
di più senza fornire alcuna docu-
mentazione sull'esigibilità dello
stesso. Inoltre, non è stata deposita-
ta la fideiussione da 800 mila euro
L’INTERNATIONAL SWIMMING LEAGUE
Battaglia milionaria
per trasformare
le gare in business
M
La «palla- ezzogiorno di fuoco in
nuoto da piscina. Per qualche
dollaro in più. Il nuoto
spiaggia» sposta la linea della
sarà frontiera, esplorando nuove fonti
sport dimo- di ricavo e inscenando una inedita
strativo. battaglia tra Federazione mon-
diale e organizzatori privati.
Il sincroniz- La goccia che ha fatto trabocca-
zato diven- re il vaso si chiama Isl, acronimo
ta «nuoto di International Swimming Lea-
artistico» gue, la prima formula di lega pro-
fessionale per il nuoto d’élite for-
temente voluta dal magnate
ucraino Konstantin Grigorishin.
L’idea è semplice: portare in
giro le stelle mondiali della pisci-
na durante l’autunno, farle ga-
reggiare in una competizione a
squadre sulla falsa riga della
Champions League calcistica, per
poi celebrare la finale prima di
Natale al casinò di Las Vegas. Il
Mandala Bay, in passato teatro di
memorabili incontri di pugilato,
stavolta diventerà il teatro per
eleggere la migliore compagine
natatoria del pianeta.
Sei le tappe intermedie, un in-
crocio continuo tra Stati Uniti e
Europa: si comincia a New York
il 4 ottobre, poi di settimana in
settimana ecco Napoli, con la pi-
scina Scandone teatro in questi
giorni delle Universiadi, la texa-
na Lewisville, Budapest, Valley
Drive nel Maryland e infine Lon-
dra. Gran finale nel Nevada il 20
e il 21 dicembre.
Di fronte 12 squadre, sei ameri-
cane (dai New York Breakers ai
Los Angeles Current passando
per i D.C. Trident) altrettante eu-
ropee (dai London Roar al Team
Energy Standard). Ciascuna com-
pagine schiererà 12 uomini e 12
donne, i quali in passato non de-
vono essere stati coinvolti in vi-
cende legate al doping.
Il senso dell’Isl è molto sempli-
ce: dare visibilità al nuoto in un
periodo senza grandi competizio-
ni e riempire di soldi gli atleti.
Questi ultimi infatti firmeranno
due contratti: uno direttamente
con Grigorishin, l’altro con la
squadra che desidererà ingag-
giarli. In più lauti premi finiranno
nelle tasche dei vincitori.
Qualche cifra: il montepremi
sarà di 5,2 milioni di dollari, l’in-
gaggio medio dei nuotatori sfio-
e non sono stati saldati gli emolu-
menti dei tesserati del periodo mar-
zo-maggio, oltre che i debiti sportivi
(tra cui una penale da 400 mila euro
per l'ex tecnico De Zerbi). Pagamen-
ti omessi per “autotutela”, stando
alla versione di Tuttolomondo, che
ritiene di essere stato truffato da un
broker per la mancata stipula della
polizza fideiussoria. Per Covisoc e
Figc, però, fanno fede le scadenze
non rispettate e il Palermo è fuori.
Così come è fuori il Foggia, seb-
bene necessitasse di uno sforzo me-
no gravoso per l’iscrizione in C. Nel
caso del club pugliese, l’ammanco
sarebbe stato di soli 1,8 milioni, ma
la domanda per la licenza non è an-
data a buon fine. Il sindaco Manzella
ha indetto subito il bando per la cre-
azione di una nuova società per ri-
partire dalla Serie D (a differenza di
Su
Leoluca Orlando, primo cittadino
ilsole24ore
palermitano, che ha ufficializzato
.com
l’avviso solo venerdì scorso), men-
tre a Foggia si cerca un’ultima
spiaggia per ottenere addirittura
l’ammissione in sovrannumero nel
ONLINE prossimo campionato di B.
Sport & Business I proprietari del Foggia, i fratelli
è anche online Sannella, hanno presentato ricorso
con una sezione al Collegio di garanzia del Coni per
del sito dedicata. chiedere la retrocessione diretta del
Su twitter: Palermo al posto dei rossoneri, co-
@Sole24OreSport me da sentenza del Tribunale fede-
9
rerà i 100mila dollari, mentre il
budget complessivo della rasse-
gna sarà di 20 milioni di dollari.
Per l’Italia l’ambasciatrice della
competizione sarà Federica Pel-
legrini, mentre il tecnico Andrea
Di Nino sarà il managing di-
rector dell’Isl.
Per non farsi esautorare, la
Federazione internazionale del
nuoto, la cui sigla è Fina, ha raf-
forzato il montepremi della Cop-
pa del mondo e creato un nuovo
circuito. Tra agosto (Tokyo, Cina
e Singapore), ottobre (Budapest
e Berlino) e novembre (Kazan e
Doha) le sette tappe delle Fina
World Series distribuiranno 2,5
milioni di dollari, mentre nella
scorsa primavera la neonata
Champions Swim Series, tra
Guangzhou, Budapest e Indiana-
polis, ha regalato 10mila dollari
ai vincitori di ciascuna prova e
FEDERICA
PELLEGRINI
Sarà
l’ambasciatrice
della nuova
competizione
per l’Italia
un surplus di 20mila bigliettoni
verdi in caso di record del mon-
do. Si è gareggiato in vasca lunga
con finali a quattro, così da con-
densare il programma in due
ore. Gli atleti invitati sono stati
95, ai quali oltre al rimborso del-
le spese è stato riconosciuto an-
che un ingaggio.
Insomma il nuoto cerca di di-
ventare business, uscendo dal-
l’ombra. D’altronde le potenziali-
tà sono enormi. È la terza attività
ricreativa negli Stati Uniti, coin-
volge 300 milioni di persone nel
mondo, ma pesa solo per lo 0,03%
nel mercato globale dello sport.
I diritti tv gestiti dalla Fina non
raggiungono i 50 milioni di dolla-
ri, quando competizioni come la
Nfl arrivano a 7 miliardi, i Giochi
olimpici superano quota 4 e la
Champions League si attesta sui
due. I margini di crescita ci sono.
A condizione di non litigare per
un pugno di dollari.
—M. Ni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
rale nazionale per le irregolarità nei
bilanci del 2105, 2016 e 2017, annul-
lando la sanzione rivista dalla Corte
d’appello (-20 in classifica e multa
da mezzo milione). In subordine, la
richiesta è quella di un risarcimento
di almeno 34 milioni di euro.
La città di Foggia, però, potrebbe
conoscere già la prossima settima-
na il nome della nuova società: il
bando per la D si chiude martedì
prossimo.
La nuova giustizia sportiva
Dopo la caldissima estate 2018 è
stata anche riformata la giustizia
sportiva, nel codice di regolamen-
tazione entrato in vigore da circa
un mese e negli uomini. Mario Lui-
gi Torsello, già presidente della pri-
ma sezione consultiva del Consi-
glio di Stato, sarà il nuovo presi-
dente della Corte federale d’appello
della Figc, al posto di Sergio Santo-
ro. Un plauso alla nomina dei nuovi
giudici sportivi è arrivato dal nu-
mero uno della Lega Pro, Francesco
Ghirelli: «Il vecchio sistema di po-
tere, denominato “Fra’....ce penso
io”, le ha provate tutte ma l'indi-
gnazione degli onesti era troppo
forte. Non si poteva più assistere ad
uno scempio di regole e di valori.
Oggi, costoro hanno perso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

Commenti

IDEOLOGIE A TAVOLA CON Siamo all’anno zero: nessuno vuole regolamentare la cyber-war
Giulio Terzi di Sant’Agata e le autocrazie hanno vantaggi rispetto alle democrazie occidentali
L’EUROPA
E LA SINDROME
DISSOCIATIVA «Reti e Big Tech hanno mutato
DEI SOVRANISTI
di Sergio Fabbrini
la geopolitica e il cuore degli uomini»
di Paolo Bricco
—Continua da pagina 1

T
«L’
uttavia, è più probabile che essi siano dovuti alla
sua ideologia politica, il sovranismo inteso come intelligence geopolitica provocata dalle tecnolo-
nazionalismo economico. Un’ideologia che le esiste fin dai gie, che adesso diventeranno anco-
impedisce di concettualizzare appropriatamente tempi della ra più pervasive ed efficienti con
la natura dei rapporti tra il nostro Paese e l’Unione euro- battaglia del- l’introduzione del 5G. E c’è il pro-
pea. Certamente, almeno per ora, quella élite non vuole le Termopili. blema del Far West nelle nuove for-
portare l’Italia fuori dall’Eurozona (per paura delle con- Nel 480 pri- me di conflitto: nessuno vuole la
seguenze che si determinerebbero), tuttavia non sa come ma di Cristo, il re dei persiani Serse applicazione del diritto internazio-
gestire il rapporto con essa. Il suo schema cognitivo è riuscì a piegare i greci guidati dallo nale, per esempio, alla cyber-war.
quello dell’epoca dell’indipendenza (in cui ognuno pensa spartano Leonida soltanto quando Princìpi come la proporzionalità fra
per sé), anche se è costretta ad agire nell’epoca dell’inter- un greco di nome Efialte tradì i suoi offesa e difesa e il rispetto delle po-
dipendenza (in cui occorre pensare insieme). Quando il rivelando che un sentiero sulla col- polazioni inermi, in questo caso
presidente della Consob, Paolo Savona, afferma che lina aggirava il valico. Oggi, però, la specifico, non vengono contempla-
l’Italia, al pari del Giappone, potrebbe sostenere un tecnologia ha cambiato tutto. L’in- ti. All’Onu non passa nulla. Con gra-
debito pubblico del 200% del Pil; oppure quando il mini- telligence. La diplomazia. Il con- dazioni diverse, sono tutti contrari:
stro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, cetto di guerra. L’idea della pace. Il gli Stati Uniti, la Russia, la Cina,
afferma che le autostrade dovrebbero essere nazionaliz- potere. La geopolitica. I rapporti fra Israele, l’Iran, il Pakistan, l’India, il
zate «per renderle finalmente gratuite», è evidente che gli Stati e le grandi imprese che, ap- Giappone, l’Inghilterra, la Germa-
né l’uno né l’altro ha interiorizzato la logica istituzionale punto, forniscono l’ossatura mate- nia, la Francia».
che organizza l’interdipendenza dell’Italia con gli altri riale e immateriale delle nuove tec- Tutto è cambiato radicalmente.
Paesi dell’Eurozona. nologie. Siamo di fronte a una vera La geopolitica del Novecento deri-
Quella logica, tuttavia, sfugge non solo al governo. Il e propria mutazione della struttura vava dalla fondazione dello Stato
nazionalismo economico persiste perché legittimato da della realtà». moderno. La tecnologia, oggi, sta
un sovranismo sociale. In Italia (ma non solo), il sovrani- Giulio Terzi di Sant’Agata, diplo- rimodellando il mondo per come lo
smo è anche una condizione mentale, oltre che una ideo- matico, è un uomo abituato a misu- abbiamo sempre conosciuto. «Le
logia economica e una posizione politica. Una condizione rare le parole che, seppur con la imprese Big Tech difendono la
mentale, ad esempio, che ritiene naturale che la selezione prudenza e la fisiognomica della fe- inaccessibilità alle fonti statali dei
del personale dirigente (all’interno delle istituzioni, delle luca di lungo corso, delle parole loro dati in nome della privacy dei
imprese, delle associazioni, delle organizzazioni) debba non ha mai avuto paura. Qui, a Ro- clienti. Rifiutano di collaborare
previlegiare la carriera interna e la disciplina gerarchica, a ma, al ristorante Molto di viale dei con le autorità occidentali e poi si
scapito del merito professionale e della capacità d’innova- Parioli, un locale borghese che comportano come cagnolini con le
zione. Il sovranismo si riproduce attraverso le imprese che sfugge al cliché della cattiva ristora- autorità dei Paesi autocratici. Tut-
scelgono i loro manager senza competizione, le università zione romana che confonde la tra- to questo crea asimmetrie signifi-
che scelgono i loro professori per cooptazione corporati- dizione culinaria con il mausoleo cative nelle reti che innervano la
va, gli ospedali che scelgono i loro chirurghi per fedeltà del gusto e la serenità del desinare nostra realtà civile ed economica,
politica, e così via. Il «prima gli italiani» (a livello macro) con il rito dell’apparire, inizia la no- politica e militare».
viene così legittimato dal «prima i miei» (a livello micro). stra conversazione con una citazio- La nuova categoria del tempo
Dopo tutto, la struttura sociale ed economica italiane è ne da Erodoto sul conflitto fra i per- fissata dal mutamento tecnologico
così frammentata da non percepire i costi del sovranismo. siani e le città greche, per portarla e i nuovi equilibri fra democrazie
Con il risultato che solamente una minoranza di imprese subito nel cuore dell’attuale muta- occidentali declinanti e autocrazie
italiane è competitiva internazionalmente, solamente una mento di paradigma. «La tecnolo- Ritratto di in ascesa. Le nuove forme di guer-
minoranza di università italiane è riconosciuta interna- gia - dice - ha progressivamente ri- Ivan Canu ra e le ambiguità degli oligopoli
zionalmente, solamente una minoranza di apparati dotto lo spazio fra l’acquisizione oligarchici delle Big Tech, che si
pubblici è rispettata internazionalmente. In Italia, per di della informazione, la scelta della atteggiano a seconda delle situa-
più, tale predisposizione sovranista si alimenta di un
populismo diffuso, un populismo che stigmatizza negati-
politica e l’azione sul campo. Que-
sto vale per le operazioni militari in
’’ formalissimo lei».
Terzi sorride al ricordo di quel-
330mila interazioni a settimana
con la cittadinanza, tra visualizza-
zioni come se fossero legibus solu-
tus (sciolti dalle leggi) o come se
vamente il merito, che guarda con sospetto chi viene da tempo di guerra e per le operazioni l’affettuoso giocare a nascondino zioni dei nostri post, commenti, re- fossero docili strumenti nelle ma-
fuori, che teme la differenziazione, che fa fatica a ricono- coperte in tempo di pace. La stessa HO NOSTALGIA con la propria natura conservatrice action e condivisioni». ni di chi esercita un potere privo
scere persino la parità tra i generi. contrazione del tempo si verifica DI UN MONDO IN e con l’appartenenza a una comuni- Adesso è presidente e socio di delle mediazioni e delle pruderie
Il ridimensionamento di tale predisposizione culturale nello spazio aperto della geopoliti- tà di origine, nel suo caso specifico, Cybaze, una società specializzata in delle democrazie liberali. Tutto
è indispensabile per riportare in equilibrio la «mente ca con una crescente sovrapposi- CUI SI DISCUTEVA mai resa cupa da nostalgie, ma im- cybersecurity nata dalla fusione fra questo crea una realtà mutevole e
italiana con la realtà (interdipendente) del Paese». Il zione fra l’avvenimento, la sua ana- CON AMOS OZ mersa nelle culture tradizionaliste tre aziende (Yoroi, Mediaservice ed sfuggente, sempre prossima a di-
sovranismo non si contrasta, però, opponendogli un lisi e la decisione». e conservatrici di matrice anglosas- Emaze) che ha un fatturato di 10 mi- ventare caos. Prima di prendere il
globalismo altrettanto ideologico. L’interdipendenza non Di antipasto, lui sceglie delle DEL DRAMMA sone. Sorride, mentre arrivano i pri- lioni di euro e 150 addetti, fra tecnici caffè e di bere un passito di Pantel-
implica il disconoscimento del pluralismo delle posizioni, seppioline cacio e pepe, una combi- ISRAELIANO- mi piatti: lui ha preso un riso al salto e ricercatori. Sulla mutazione strut- leria, prendiamo entrambi come
bensì l’evoluzione dinamica di queste ultime. Ciò significa nazione ardita ma non spregiudi- con totanetti e bottarga, mentre io turale imposta dalle tecnologie alla dessert zabaione con biscotti
la promozione di progetti per allargare il numero delle cata. Io, invece, prendo del vitello PALESTINESE ho scelto delle più tradizionali mez- geopolitica in senso ortodosso, sui frammentati dentro. E, di fronte a
imprese o delle università o delle istituzioni in grado di tonnato guarnito con capperi di zemaniche con pomodorini vesu- nuovi equilibri fra ordine occiden- tutta questa terra incognita, è qua-
operare internazionalmente. Come ha sostenuto Kwame Pantelleria, il cui sale conferisce un viani, basilico e ricotta stagionata. tale e potenze autocratiche emer- si di sollievo sentirlo ricordare un
Anhony Appiah (nel suo, The Lies That Bind, Liveright), tono questo sì piacevolmente spre- pra: «Con mia moglie Antonella e Con Terzi, classe 1946, succede genti e sul dualismo guerra e pace, pezzo di terra nel Negev, in Israele:
l’alternativa al sovranismo è un cosmopolitismo che giudicato a un classico della cucina con i miei figli Nina e Giulio Giusep- questo: nella conversazione, grazie Terzi offre diversi punti di vista: ha «La casa di Amos Oz era spartana,
includa dinamicamente la pluralità dei nostri interessi e piemontese. pe andiamo d’estate in una vecchia alla sua dimensione pubblica e pri- operato per cinquant’anni nelle fuori dal tempo, altro che tecnolo-
delle nostre identità nel contesto dell’interdipendenza. Terzi è stato ambasciatore negli casa di famiglia a Ponte San Pietro». vata insieme molto italiana e molto stanze ovattate della democrazia, a gie di ultima generazione. Le li-
Sapendo che ci si può integrare internazionalmente senza Stati Uniti, in Israele e all’Onu e mi- Sua madre Alfonsina veniva da Ca- internazionale, si passa in un se- un certo punto ha assaggiato quan- brerie erano fatte con semplice
perdere la propria specificità (o identità) nazionale. Natu- nistro degli Esteri del governo gliari. Suo padre, Giuseppe Ales- condo dal Novecento più profondo to sa di sale lo pane altrui dismet- metallo e bulloni. Un microcosmo
ralmente, ogni apertura può avere implicazioni negative, Monti. Ha sempre avuto posizioni sandro detto Pino, è stato vice fede- e drammatico al presente più com- tendo i panni del diplomatico e di- che, però, era aperto agli altri.
come la nascita di nuove diseguaglianze sociali e culturali. robustamente filoatlantiche e filoi- rale di Bergamo durante il fascismo. plesso e ambiguo, fino al futuro più ventando ministro del poco amato Chiacchieravamo bevendo vino
Raghuram Rajan (nel suo, Il Terzo pilastro, Bocconi sraeliane e fortemente critiche ver- «Anche per questa ragione - dice - inquietante e insondabile. Un mu- dagli italiani - per usare un eufemi- del Golan. Parlavamo spesso del
editore) ritiene, convincentemente, che queste ultime so l’Iran, la Cina e la Russia. Il suo ho sempre avuto una cultura con- tamento provocato anche dalla ri- smo - governo Monti e adesso - se- processo di pace. Lo scrittore era
possano essere contrastate dal rafforzamento delle co- europeismo non è solo istituziona- servatrice. Né nostalgica, né fasci- voluzione tecnologica. condo la tradizione delle porte gire- contrario alle rimozioni degli ulivi
munità (o società intermedie tra lo stato e il mercato). le, ma è soprattutto culturale, retag- sta. Ma di destra. Quando, in Italia, Terzi è stato ministro degli Esteri voli americane - fa l’imprenditore. e dei villaggi dei palestinesi. Usava
Tuttavia, è bene tenere presente che la persistenza del- gio di una educazione di altri tempi, era meglio non sbandierarla trop- del governo Monti. «Alla Farnesina «Oggi tutti si concentrano sulla sempre questa immagine: ebrei e
l’Italia sovranista è anche dovuta al comunitarismo del condotta dalla seconda media alla po. Lo capii all’inizio della facoltà di - ricorda, mentre beviamo del rie- scorribande di Trump via Twitter. palestinesi sono due famiglie che
nostro Paese, un comunitarismo che ha reso difficile la quarta ginnasio al severo collegio Legge alla Statale di Milano. Al liceo sling Rain di Alois Lageder - ho dato L’aggressività verbale è un classico vivono nello stesso appartamento
formazione di istituzioni politiche, economiche e culturali San Francesco dei padri barnabiti di ero iscritto alla Giovane Italia. Pen- un impulso forte alle attività digita- della diplomazia novecentesca: na- e che devono trovare il modo di co-
in grado di perseguire (insieme) l’apertura e l’inclusione. Lodi e poi dalla quinta ginnasio alla sando alla carriera diplomatica, de- li, istituendo l’utilizzo dei social sce con i sovietici. Ma la sua declina- noscersi, di vivere insieme, di ca-
Insomma, l’altalena è destinata a rimanere con noi. terza liceo al classico Sant’Alessan- cisi di non iscrivermi al Fuan, il network, prima Twitter e poi Face- zione sui social media è stata am- pirsi e di amarsi». E, mentre bevia-
L’Italia sovranista sa che non possiamo stare fuori dall’Ue, dro gestito dalla diocesi di Berga- Fronte universitario d’azione na- book, strumenti utilissimi per la di- piamente assorbita dalle diploma- mo il caffè, viene da augurarsi che,
ma non sa come dobbiamo starci dentro. Di qui, la sindro- mo. La sua è una antica famiglia di zionale. Era un poco malinconico plomazia digitale e per comunicare zie internazionali. Il punto è quello non solo in Israele, la nuova legge
me dissociativa che caratterizza l’attuale governo. L’alter- Bergamo Città Alta. In particolare il ma in fondo anche divertente quan- in alcune crisi drammatiche, come che è cambiato con le grandi reti. tecnologica e il nuovo caos geopo-
nativa a quella sindrome è rappresentata dalla costruzio- nonno Edmondo, fra la fine dell’Ot- do, da diplomatico di carriera, in- la guerra civile in Siria e il caso dei Con internet e con il dark web. Con litico non isteriliscano e non can-
ne di una cultura dell'interdipendenza inclusiva. Invece di tocento e l’inizio del Novecento, contravo l’amico Mirko Tremaglia. due marò in India, Latorre e Girone, l’amplificazione della zona grigia cellino l’impulso degli uomini a
gridare «prima gli italiani», definiamo «come vogliono sviluppò aziende agricole fra la Ber- Appena chiudevamo la porta, ci da- i fucilieri di marina accusati della fra chi opera per conto di uno Stato conoscersi e a vivere insieme, a ca-
essere gli italiani» che vivono nell’Europa e nel mondo gamasca e il Bresciano: foraggio, vamo del tu ed erano baci e abbrac- morte di due pescatori al largo del e chi, invece, si muove nella pura e pirsi e ad amarsi.
delle interdipendenze. latte e carne. Le principali tenute ci. Non appena entrava qualcuno Kerala: su Facebook a quell’epoca semplice illegalità. C’è il problema á@PaoloBricco
© RIPRODUZIONE RISERVATA erano a Curno e a Brembate di So- nella stanza, passavamo subito a un siamo arrivati ad avere oltre della contrazione del tempo nella © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Editrice Sud S.p.A., contrada Lecco s./n. - 87036 Rende (CS). — Distribuzione Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A., via Cazzaniga 1 - 20132 Milano, Tel. 022582.1 — Certificato Ads n.8472 del 21.12.2017 — Registrazione Tribunale di Milano n 322 del 28.11.1965 — La tiratura del Sole 24 Ore di oggi, 14 Luglio 2019 è stata di 99.966 copie
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
PERCORSO IN DIECI TAPPE
1. SETTIMO TORINESE
Conversazioni sulla gomma sotto i ciliegi
Giuseppe Lupo
I
l momento migliore per visitare
la Pirelli di Settimo Torinese è
sicuramente la primavera,
quando sono in fiore i ciliegi
piantati ai bordi del lungo edifi-
cio progettato da Renzo Piano
nei primi anni del Duemila e chia-
mato “spina”. Sono oltre quattro-
cento alberi, disposti in fila indiana
a un lato e all’altro delle vetrate che
avanzano con un ritmo di pieni e di
vuoti, scale e ringhiere, aiuole rica-
vate da pneumatici e maniglie di
porte trasparenti; formano un ret-
tilineo ideale che confonde la vista
fino ad assimilare la prospettiva a
quella di una pista per atterraggi
negli aeroporti.
Alberi e capannoni
Immagino che, quando brulica il
rosa dei petali, la fabbrica assuma
tonalità orientali e lo specchiarsi
dei rami e delle foglie nei quadrati
trasparenti abbia il pregio di dilata-
re la nozione di industria oltre ogni
parvenza che ci è stata tramandata
dalla tradizione del Novecento. Chi
continua a credere che gli operai
non esistano più e quel che resta
della fabbrica sia officina scura e te-
nebrosa dovrebbe affacciarsi in
questo luogo che sta di spalle al-
l’autostrada Milano-Torino, ma ha
la dimensione appartata di una
campagna: c’è luce, ci sono spazi
abitati dal verde, c’è perfino silen-
zio e gli stili degli edifici si sovrap-
pongono e si confondono come le
mescole degli pneumatici prodotti
a pochi metri da lì, sotto i capanno-
ni degli stabilimenti dell’area nord
o dell’area sud.
Sarebbe scontato affermare che
la Pirelli di Settimo Torinese pos-
siede una vocazione al dialogo. Era
già nei presupposti della rivista
«Pirelli», che nel novembre del
1948 incominciava a vivere con le
parole di Alberto Pirelli: «Veniamo
a conversare con voi». Quel deside-
rio di conversazione, che settan-
t’anni fa racchiudeva il senso di una
disponibilità al confronto con una
nazione in crescita, rimane parola-
chiave anche di questa realtà che
oggi è guidata da Marco Tronchetti
Provera con un’apertura universa-
le, a cercare e trovare il punto di
equilibrio fra tradizione manifattu-
riera e sguardo diretto ad altri con-
tinenti. I vetri evocano le pareti del
Pirellone, ma sono in orizzontale là
dove per il grattacielo erano in ver-
ticale. Un’occhiata alla linea delle
piante è già un passo in avanti verso
l’idea di una nuova modernità, che
non è più quella degli anni 60, ma di
cui questa fabbrica rappresenta un
passo in avanti. Ogni cosa qui av-
viene per gradi. L’edificio costruito
negli anni 80 - l’enorme frontone di
mattoni rossi dotato di pluviali, tet-
toie, scheletri di acciaio - si erge a
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poche decine di metri dai ciliegi e
dalle vetrate. Dall’altra parte della
“spina”, superato di nuovo il varco
di vetri e ciliegi, si innalza un se-
condo edificio composto da mate-
riali metallici.
Dialogo e produzione
Il dialogo comincia da qui ed è pri-
ma di tutto architettonico, anche se
di un’architettura che chiede soc-
corso ai simboli: gli stabilimenti
dell’area nord e dell’area sud devo-
no confrontarsi con la striscia di ve-
tro ideata da Renzo Piano, coperta
da pannelli solari e pavimentata
con parquet, che unisce i due corpi
mediante passerelle. Questa con-
formazione fa della “spina” un luo-
go di incontro o di passaggio, adat-
to a ospitare mensa, sala riunioni,
biblioteca, ambulatorio. Soprattut-
to contiene laboratori per la ricerca
e lo sviluppo. Tutto lascia presagire
che negli intenti di chi l’ha proget-
tato ci sia stato l’obiettivo di mette-
re al centro l’uomo, le sue esigenze,
le sue aspettative materiali e mora-
li. La struttura snodabile dà respiro
e profondità, modifica le coordina-
te dell’intero complesso, che così
diventa un’isola di macchine in
mezzo a fioriture primaverili. In ciò
consiste il nuovo paradigma. Leo-
nardo Sinisgalli, quando cominciò
la sua esperienza di art director in
Pirelli, alla fine degli anni 40, consi-
derava gli edifici di Milano Bicocca
il “regno del flessibile” e dichiarava
di entrare nei capannoni «a capo
scoperto, come si entra in una basi-
lica». La fabbrica di Settimo Torine-
se non ha più i caratteri di una basi-
lica, né i movimenti di chi ci lavora
obbediscono a una liturgia. Un pro-
cesso di laicizzazione è andato ma-
turando in questi anni anche nei
luoghi del lavoro industriale e ciò è
dovuto agli inevitabili cambiamenti
che probabilmente hanno sottratto
quell’alone di sacralità, hanno dato
un camice da dottore a coloro i quali
prima indossavano la tuta blu.
Il vanto è la robotizzazione che
consente di adattare la produzione
11
Viaggio nell’immaginario industriale
La «spina» di alberi voluta da Renzo Piano per lo stabilimento Pirelli ribalta lo stereotipo della fabbrica scura
e il mito sbagliato che gli operai non esistono più. Il processo produttivo con i robot e la vigilanza umana
ARNO HAMMACHER
di pneumatici alle caratteristiche I LUOGHI
di un mercato polverizzato nelle
esigenze. 1
Pirelli, Settimo Torinese
Flessibilità «artigianale» Dove la vecchia fabbrica è stata
Gli esperti la definiscono flessibili- sostituita dal nuovo corpo,
tà, però è qualcosa che conserva at- L’autore. progettato da Renzo Piano,
titudini artigiane, come se in questa Giuseppe Lupo, chiamato la “fabbrica dei ciliegi”
rapidità di risposta si nascondesse scrittore
il segreto per cui vivere nel tempo. e docente 2
I processi di lavorazione sono ri- di Letteratura Autogrill Villoresi Ovest
masti tutto sommato identici a italiana Progettato dall’architetto Angelo
quelli di settant’anni fa: il momento alla Cattolica, Bianchetti e inaugurato nel 1958,
della mescola, l’assemblaggio dei è tra i massimi secondo le forme di un
semilavorati, il processo di vulca- studiosi della immaginario lunare
nizzazione, la finitura. Identico è Letteratura
perfino il nome di alcune macchine, industriale. 3
per esempio la calandra idrica, che Tra i suoi libri Bassetti Rescaldina
è un’immensa architettura di tubi, sull’argomento: La fabbrica tessile che negli anni
catene, cinture, mandibole di me- il romanzo Gli anni Sessanta sperimentò un tipo di
tallo e fili colorati, rossi, gialli, az- del nostro incanto organizzazione diventata oggetto
zurri, che si appiccicano alla gom- (Marsilio 2017 - di studio da parte di alcuni
ma esattamente come avveniva un Premio Viareggio sociologi
tempo. Serviranno a identificare il Rèpaci), i saggi
CARLO FURGERI GILBERT
tipo di battistrada. La letteratura Tradizione 4
Quel che si aggiunge, però, è il al tempo e innovazione. Anic di Pisticci (Mt)
recinto dei robot, chiamato «Next di Adriano Olivetti Sopra: interno Dove sorsero gli insediamenti
Mirs». Visto dall’alto, è un enorme (Edizioni di dello stabilimento chimici ed Enrico Mattei fece
rettangolo in cui si muovono a ca- Comunità 2016), Settimo Vettura, costruire una pista per aerei
denza di danza le proboscidi rosse l’antologia (1962, foto di
che sembrano affiorare dal nero del Fabbrica Arno Hammacher, 5
pavimento, curvano a destra e a si- di carta. I libri che courtesy of Stabilimento Cornigliano
nistra, si inclinano, si alzano in quel raccontano l’Italia Fondazione Sede dell’acciaieria Italsider la cui
loro aspetto di civiltà controllata, si industriale Pirelli); comunicazione fu affidata
inchinano una all’altra in un cifra- (con G. Bigatti, al centro, all’artista Eugenio Carmi, che
rio che ricorda gli ammiccamenti Laterza 2013). la «spina» di dirigeva l’omonimo periodico
dei popoli orientali. Sono in grado Renzo Piano aziendale
di eseguire le stesse operazioni che costeggiata da
compiono le macchine nelle due 400 ciliegi in fiore 6
aree, quel che cambia è l’agilità nel nel nuovo Polo Olivetti Pozzuoli
montare e smontare i tamburi che Industriale di Una delle fabbriche di maggiore
serviranno a produrre un determi- Settimo Torinese armonia tra architettura e
CARLO FURGERI GILBERT
nato tipo di pneumatico abbatten- (2016, foto Carlo paesaggio, progettata
do i tempi che normalmente impie- Furgeri Gilbert); dall’architetto Luigi Cosenza ed
gherebbero gli uomini. in basso, entrata in funzione nel 1955
Questo è il cuore della ricerca il processo
Pirelli, forse la zona a più alto tasso produttivo «Next 7
di creatività, dove sembra ancora Mirs» (2016, foto Mondadori Segrate
di risentire, sospese nell’aria, le Carlo Furgeri Il palazzo sede del più importante
note del violino di Salvatore Accar- Gilbert). gruppo editoriale italiano,
do, che si è esibito nel «Canto della realizzata dall’architetto Oscar
fabbrica», nel settembre del 2017. Niemeyer, come simbolo
È curioso che qui siano gli operai a dell’industria editoriale
sorvegliare le macchine. Ce ne so-
no tanti, in tuta grigia e con ma- 8
gliette listate con la lunga P del Stabilimento Ilva Bagnoli
marchio pubblicitario. Spiano le L’area in cui aveva sede l’azienda
imperfezioni dei battistrada, cer- siderurgica dove comincia e
cano qualcosa che potrebbe essere finisce la letteratura industriale
sfuggito al controllo automatico,
sono loro a vigilare sull’operato di 9
questi gioielli di precisione. Anche Sesto San Giovanni
questa è una forma di conversazio- La città definita “la Stalingrado
ne, un esercizio di integrazione e d’Italia” osservata attraverso
di ascolto. alcuni suoi simboli, come il
Credo che Gadda e Sinisgalli, in- Villaggio Falck e il carroponte
gegneri-letterati, tanto spaventato Breda
il primo quanto affascinato il se-
condo dal mito del progresso, 10
avrebbero trovato un punto d’in- Alfa Romeo Arese
contro nella loro lontananza. Come Il luogo dove aveva sede una delle
i capannoni dell’area nord e del- più importanti aziende
l’area sud hanno trovato i ciliegi, automobilistiche italiane e dove
che sono duecento per ogni lato, ma oggi c’è uno dei più grandi centri
paiono infiniti. commerciali d’Europa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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A PARTIRE
da soli
L’OFFERTA SCADE
IL 31/8/2019
12
nòva Visioni di frontiera
ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
I prossimi 50 anni
Torneremo sulla Luna, ma per restarci
Pierangelo Soldavini
T
orneremo sulla Luna e
questa volta per restarci,
non per tornare indietro
come fu 50 anni fa e da lì
spiccheremo il balzo per
Marte. È quanto vuole il
presidente Trump: nel 2024 un astro-
nauta calcherà di nuovo il polveroso
suolo lunare, e forse sarà una donna.
Per questo il nuovo programma si
chiama Artemide, dea greca della Lu-
na crescente e gemella di Apollo, no-
me del primo programma lunare vo-
luto da un altro presidente Usa: John
Fitzgerald Kennedy.
Ma sarà solo l’inizio perché si co-
struirà, modulo dopo modulo, una
stazione spaziale internazionale at-
torno alla Luna, Gateway, da cui far
partire missioni sul suolo lunare sia
di esplorazione che per costruire un
insediamento umano vero e proprio,
una piccola città lunare in cui fare
esperienza e sviluppare in loco tecno-
logie per il vero grande balzo: verso
Marte. Il primo insediamento sarà
costruito da robot, sfruttando mate-
riali lunari e quando sarà sicuro, pro-
tetto da radiazioni e polveri che pos-
sono arrivare ai polmoni umani an-
che attraverso le tute di lavoro, arri-
veranno gli astronauti.
Su Gateway e sulla Luna sono
previsti soggiorni anche di mille
giorni, per capire cosa potrebbe suc-
cede nel lungo viaggio verso Marte,
almeno sei mesi, e lo sviluppo di tec-
nologie per il grande balzo finale,
che tuttora - checché ne dicano gli
entusiasti - è pieno di incognite.
D’altronde nessuno ancora sa, ad
esempio, come si potrà superare la
lunga notte lunare, vari giorni terre-
stri, con temperature che scendono
a -190 gradi. Questa volta Nasa non
Trump è deciso: nel 2024 un astronauta, forse una donna, rimetterà piede sul suolo
lunare per fare da base per il salto verso Marte. E questa volta ci saranno anche i privati
Diario di bordo
all’asta. A 50
anni dallo sbarco,
va all’asta il 18
luglio da fa tutto da sola, forte dell’esperienza tenza spaziale, che all’inizio dell’anno Impronte lunari. tarci quattro astronauti che da lì
Christie’s guadagnata con la Stazione spaziale ha dato prova di grandi capacità spe- Era il 20 luglio scenderanno poi sulla Luna.
a New York internazionale, Iss, avrà come soci, dendo un lander sulla faccia nascosta 1969: per la prima Trump vuole la Luna quindi, nel
volta l’umano
un oggetto Europa, Giappone e Canada, ma an- del nostro satellite. Il vicepresidente 2024, alla fine del suo secondo man-
metteva piede
eccezionale: il che industrie spaziali private come Usa, Mike Pence, ha comunque di- sulla Luna. Per il dato, che dà quindi per certo, ma lo
diario di bordo SpaceX di Elon Musk, Blue Origin di chiarato che non si farà la gara a chi 2024 è previsto il scenario è completamente diverso da
dell’Apollo 11 Bezos, la Boeing e altre ancora. arriva primo, come a suo tempo con ritorno sul satelli- quello degli anni 60 del secolo scorso.
vergato da Buzz Nello scenario globale altri non l’Unione Sovietica. te, ma con ben Kennedy aveva galvanizzato una na-
Aldrin. Sul stanno comunque a guardare. Pro- Il razzo che verrà usato è lo Sls, altri scopi zione nella missione “impossibile” di
Domenicale di prio in queste ore l’India sta speden- Space Launch System, più alto della arrivare per primi sulla Luna, supe-
oggi, a pagina 30, do un mezzo, Chandrayaan-2, che Statua della Libertà e con una poten- rando i sovietici, mentre oggi solo il
Stefano Salis tenterà di arrivare per la prima volta za di spinta 15% maggiore del già po- 14% degli americani è molto positivo
rievoca anche la in assoluto al Polo Sud lunare e sbar- tentissimo Saturno V degli Apollo, sul ritorno al nostro satellite. Negli
prima pagina del cherà un piccolo rover per esplorare capace di portare alla Luna 100 ton- anni 60 il genio dell’astronautica,
Messaggero che quella zona, forse ricca di ghiaccio nellate di materiale. Alla sommità la Werner von Braun aveva un manipo-
fu un capolavoro nascosto nei crateri. Al momento l’in- navetta Orion, in grado di attraccare lo di ingegneri che avevano già lavo-
grafico cognita è la Cina, oramai grande po- alla stazione lunare Gateway e por- rato con lui. Era gente che lavorava
Progetto Gateway
L’Europa non resta
solo a guardare
L’
Europa non resta certo in se-
conda fila in questa nuova
corsa allo spazio che vede
come obiettivi prima la Luna
e poi Marte, anzi. Per quanto riguar-
da la stazione spaziale Gateway, at-
torno al nostro satellite, l’esperienza
che l’Agenzia spaziale europea, Esa,
ha sviluppato in questi ultimi ven-
t’anni proprio con la costruzione e
poi gestione della Stazione spaziale
internazionale, Iss, che orbita invece
attorno alla Terra, permette al vec-
chio continente di giocare un ruolo
fondamentale nella partnership in-
ternazionale. Basta ricordare che
dell’Iss l’Italia, grazie a Thales Alenia
Space e altre industrie nazionali, ha
costruito oltre il 50% della superficie
abitabile, fra cui la bellissima “cupo-
la”, la bow-window spaziale in cui
spesso gli astronauti si fanno foto-
grafare mentre guardano la Terra
ruotare sotto di loro.
Ottime credenziali quindi per pre-
sentarsi alla costruzione dei moduli
della stazione spaziale lunare Ga-
teway assieme ad americani, giappo-
nesi e canadesi. Oltre a questo però
l’Europa fornirà una parte essenziale
della navetta Orion, che porterà gli
umani per il momento almeno fino
alla Luna, come parte del progetto
Artemide di Nasa. Come europei in-
fatti forniremo il modulo di servizi di
Orion, quello che contiene tutti gli
impianti che ne permettono il fun-
zionamento vero e proprio e la so-
pravvivenza umana all’interno della
navetta a forma di cilindro troncato
di quattro metri. Agli astronauti, che
staranno piuttosto costretti in tre o
quattro nel modulo abitativo di tra-
sferimento, il modulo europeo forni-
rà elettricità, acqua, ossigeno e azoto.
La sopravvivenza insomma.
Il modulo di servizio deriva da un
progetto precedente di Esa, una na-
vetta, Atv, a ritorno automatico sulla
Terra, ha uno spessore di due metri,
non poco rispetto alle dimensioni to-
Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
all’unisono e, grazie alla mentalità
sviluppata in ambiente militare, si
prendeva dei rischi: ad esempio il lan-
der di Apollo 11 per ripartire dal suolo
lunare aveva un solo motore, se non
avesse funzionato Aldrin, Amstrong
e Collins sarebbero rimasti a morire
lì. Oggi non è più possibile accettare
rischi simili. Il programma Apollo po-
teva contare poi su un budget Nasa
pari al 4% del Pil Usa, oggi siamo allo
0,5%, 20 miliardi l’anno. Il tempo poi
è poco, molto poco: per il 2024 di sicu-
ro non si svilupperanno grandi tec-
nologie e i 160mila brevetti che fruttò
la prima corsa alla Luna restano un
miraggio molto lontano.
Ma, come sempre, potrebbe esser-
ci qualche sorpresa: i rifornimenti alla
Luna saranno, comunque vada, al
massimo annuali, mentre alla Iss ter-
restre ci si va ormai praticamente
ogni mese. Bisognerà quindi svilup-
pare risorse in loco, e questo forse
aguzzerà l’ingegno. Dall’acqua pre-
sente sulla Luna si può estrarre idro-
geno per avere energia e ossigeno per
respirare, mentre dalla regolite luna-
re, materiale che è anche in superfice,
si può estrarre alluminio, ferro e tita-
nio per costruire strumenti. Al campo
base bisognerà poi sviluppare tecno-
logie ecosostenibili, spingendo sulla
riusabilità dei materiali usati, lunari
o meno. Le critiche sono molte, dal
fatto che Sls non esiste ancora alla
capsula Orion che non ha mai effet-
tuato un vero e proprio test e si trasci-
na stancamente avanti da anni. Aldrin
stesso ha avuto parole di fuoco contro
il progetto, che divora i pochi soldi che
ci sono in ballo: lui vorrebbe andare
direttamente su Marte.
Ma non è più l’era di Prometeo, ac-
contentiamoci della gender equity lu-
nare finalmente arrivata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tali, e oltre agli impianti di cui abbia-
mo detto porta anche propellente per
i motori e alimenti per gli astronauti.
Sempre nel settore alimenti, Esa
può vantare una notevole esperienza
nella produzione di vegetali in orbi-
ta, fattore fondamentale per viaggi
lunghi nello spazio, come per quello
verso Marte. Per quanto riguarda poi
la sostenibilità il progetto Melissa,
come dice Franco Ongaro, direttore
del Centro Tecnologico di Esa
(Estec), cerca maniere più intelligen-
ti di fare riciclo ed è a livello mondiale
il migliore. Già ha dimostrato, usan-
do topolini, cavie, come soggetti di
poter riprodurre un ciclo completo:
con la CO2 che producono si alimen-
tano alghe che a loro volta diventano
cibo per le cavie stesse.
Esa sta collaborando anche con
Roscosmos, l’Agenzia spaziale russa,
su un progetto, Luna, in cui all’Euro-
pa è dato il compito di contribuire al
sistema di discesa sul nostro satellite
e soprattutto di sviluppare gli stru-
menti per le indagini scientifiche e il
trapano, probabilmente italiano, per
cercare acqua e altri elementi impor-
tanti nel immediato sottosuolo del
nostro satellite.
Con Canada e Giappone l’Europa
lavora su Heracles, una missione ro-
botica che forse userà la stazione
spaziale lunare Gateway come punto
di sosta e di ripartenza per la Luna,
dove depositerà un rover per studia-
re il terreno in funzione dell’arrivo
degli astronauti. Si pensa che più
avanti, oltre il 2025, per la quarta o
quinta missione della navetta Orion,
Heracles sarà in grado di riportare a
terra campioni di suolo lunare. Il
Lander, con il rover al proprio inter-
no e con un peso sulla Terra di 1800
kg, verrà monitorato e guidato per le
prime missione dagli astronauti, che
resteranno però nella stazione spa-
ziale lunare Gateway.
—Le.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CROS SR OA DS
di
Luca
De Biase
CAMBIAMENTO
CLIMATICO,
ADATTAMENTO
INNOVATIVO
I
l cambiamento climatico è in
corso. E i modelli previsionali in-
dicano che continuerà: la tem-
peratura aumenta, le pioggie
cambiano, i ghiacci si sciolgono, il
livello del mare si alza. Questo in-
sieme complesso di fenomeni può
essere mitigato con energiche e
convinte azioni lungimiranti da
parte della specie umana, che da
questo punto di vista si dimostra
purtroppo meno intelligente di
quanto si creda. Oppure, l’umanità
può adattarsi al cambiamento,
man mano che si manifesta. Lo
può fare pensando d’anticipo e
cercando di cogliere le opportunità
offerte dal cambiamento, oppure
lo può fare quando è troppo tardi,
leccando le ferite sociali ed econo-
miche che l’inazione inevitabil-
mente genererà. Secondo la Euro-
pean Environment Agency, anche
le migliori pratiche di mitigazione
non annulleranno il cambiamento
climatico già avviato, quindi una
parte di adattamento è inevitabile.
Anticipare almeno questo potreb-
be essere utile, conveniente e rela-
tivamente innovativo.
L’adattamento avverrà cercan-
do di costruire condizioni di vita
resilienti rispetto al cambiamento
climatico. L’Ocse ha raccolto le in-
dicazioni di policy più avanzate per
investire nella resilienza. Si tratta
di: modificare le infrastrutture, a
partire da quelle energetiche; di-
fendere le coste dall’erosione; ge-
stire la disponibilità e la dislocazio-
ne dell’acqua dolce; modificare le
pratiche dell’agricoltura, e molto
altro. Sempre secondo l’Ocse, l’Ita-
lia è tra i pochi paesi avanzati che
non hanno ancora pubblicato una
strategia in materia di adattamen-
to anticipato al cambiamento cli-
matico. Sono casomai le sue azien-
de che cominciano a investire per
l’adattamento, a partire dall’Enel
ma andando anche a una certa
quantità di medie compagnie più
lungimiranti. Del resto, il grosso
dell’adattamento sarà comunque
sulle spalle della società civile. Che
non è molto preparata, non solo in
Italia, ma ovunque.
Non c’è molto tempo da perde-
re. Un aiuto può certamente deri-
vare da una maggiore informazio-
ne sulle responsabilità umane per
la generazione dei fenomeni. Il
World Weather Attribution sta co-
minciando a operare per informa-
re sull’attribuibilità agli umani dei
singoli fenomeni climatici: se la ri-
sposta è positiva, possono essere
intentate cause contro i colpevoli
di inazione. Le cause per questo
genere di questioni si stanno in ef-
fetti moltiplicando, segnala un ar-
ticolo di Nisha Gaind recentemen-
te pubblicato su Nature.
Un’inchiesta pubblicata dalla
Technology Review del Mit mostra
come la società tenda a procrasti-
nare l’impegno in materia di anti-
cipazione dei fenomeni climatici e
spesso rifiuti anche di adattarsi,
nella convinzione che prima o poi
si tornerà alla normalità. Ma il
punto è che la normalità è cambia-
ta e non tornerà come prima.
La Commissione Europea ha
adottato una strategia per l’adatta-
mento già nel 2013. Gli stati mem-
bri l’hanno accettata. Ma non mol-
to di noto ed eclatante è stato fatto.
La strategia era peraltro molto
orientata a sottolineare la necessi-
tà di una certa solidarietà tra gli
stati membri per sostenere l’adat-
tamento nei paesi più esposti al
cambiamento climatico. Purtrop-
po anche il clima politico è cambia-
to. Ma per questo clima, al contra-
rio di quello ambientale, si può tro-
vare il modo di invertire la rotta.
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I BLOG DI
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Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
ESPERIENZE
PIACERI
PASSIONI
.professioni .casa —LU N E D Ì .salute — MA R T E D Ì .lavoro — ME R CO L EDÌ nòva.tech — GIO VEDÌ .moda — VENER DÌ .marketing — S A B A TO .lifestyle —D OM E N I CA
Esperienze. Dalla Calabria alla Grecia a Pantelleria fino in Finlandia, sono diverse le possibilità di vivere una vacanza alternativa soggiornando in case private o visitando un luogo accompagnati da gente del posto
Donata Marrazzo
L
a meta del viaggio sono i luo-
ghi o le persone? Il mare, i
monumenti, le escursioni
avventurose, il relax nelle spa
dei resort inclusi nei pacchet-
ti-vacanze o l’incontro con le comuni-
tà locali? Meglio l’albergo, il b&b, la
casavacanza oppure un co-living, un
posto tenda in giardino (garden sha-
ring) o un divano da couchsurfing?
Il turismo è un fenomeno in conti-
nua evoluzione e propone formule di
ospitalità sempre più innovative. Re-
sponsabile, esperienziale, sostenibile,
ispirazionale, è un po’ tutte le cose in-
sieme quando fa del viaggio un’occa-
sione di scoperta, un’esperienza im-
mersiva, un cammino (anche interio-
re) che presuppone innanzitutto l’in-
contro tra chi parte e chi accoglie. E
allora si parla di destinazione umana.
Viaggi ispirazionali, ovvero «Chi
vuoi conoscere»?
Un concetto che Silvia Salmeri ha svi-
luppato e approfondito in pochi anni,
passando, dopo la laurea in Scienze
politiche e la specializzazione in Cul-
tura e diritti umani, da un bed&bre-
akfast sulle colline della Valsamoggia
a un portale specializzato, fino a pro-
porsi come unico tour operator per
viaggi ispirazionali. Il nome? “Desti-
nazione umana”, appunto. «La do-
manda che poniamo al viaggiatore
che ci contatta non è dove vuoi anda-
re, ma chi vuoi conoscere - spiega la
giovane imprenditrice -. Costruiamo
viaggi che vanno oltre i luoghi, tra le
storie della gente. Itinerari ad valore
umano». E il settore si va espanden-
do. Tanto che quest’anno, con una
summer school rivolta a consulenti e
operatori turistici e culturali, Destina-
zione umana ne esplorerà le opportu-
nità anche per i borghi delle aree in-
terne a rischio di spopolamento: dall’1
al 7 settembre, a Copanello (Cz), su
.lifestyle
Turismo. Coliving, garden sharing o couchsurfing sono le formule di ospitalità più
innovative. Quando la meta di un viaggio non è un luogo, ma sono le persone
Destinazioni umane
uno dei tratti di costa più belli della
Calabria.
Mete per “Amiche geniali” e altri
viaggiatori
Pantelleria con i suoi capperi e i suoi
dammusi, è la meta ideale per i viaggi
delle “Amiche geniali” (c’è una sezio-
ne dedicata sul sito destinazioneu-
mana.it) che dall’incontro con Anto-
nietta Valenza, autrice di diversi libri
dedicati all’isola, si aspettano di sco-
prire favare, calette e porticcioli, ma
soprattutto il contatto umano con gli
isolani. Materiale prezioso per il corso
di scrittura creativa che si svolge nei
luoghi più suggestivi e autentici del-
l’isola. È declinato al femminile anche
il cammino lungo la Via degli dei,
trekking ispirazionale, da Bologna a
Firenze, con guide esperte dell’Ap-
pennino, ma non solo. “Dee narranti”,
le chiama Silvia Salmeri, che tra Sasso
Marconi, San Piero a Sieve e Fiesole
conducono anche alla scoperta di
nuovi paesaggi interiori.
Come quelli proposti in Valsugana
nel rifugio Serot: ad accogliere gli
ospiti, sulla catena del Lagorai, ai pie-
di del monte Fravort e del Gronlait, è
Roberto Patti, un ex commercialista
che ha mollato tutto per vivere di
montagna. Lì Nicoletta Cinotti, esper-
ta di mindfulness e bionergetica, pro-
pone esperienze tra scrittura, medita-
zione e outdoor. A Matera, invece, la
guida tra i Sassi è Eliana Viggiani. Do-
po l’India e l’Australia è tornata nei
suoi luoghi d’origine e ha aperto un
B&B eco-sensibile: assicura ai viag-
giatori esperienze autentiche, a stret-
to contatto con la gente, gli artigiani e
i sapori forti del territorio.
Il mondo a porte aperte di Servas
«Sono partita per l’India per un
convegno all’Università di Delhi e ho
chiesto a Ravindra Verma, artista e
scultore che parla italiano per aver
studiato a Perugia, di ospitarmi. Mi ha
fatto visitare il museo archeologico
con il suo amico direttore e poi mi ha
portato a varie presentazioni di artisti
indiani. La moglie e la figlia mi hanno
preparato chapati indimenticabili». È
la testimonianza di Valeria Manca che
ha viaggiato nel mondo con Servas,
associazione fondata nel 1949 dal-
l’americano Bob Luitweiler, pacifista
e obiettore di coscienza. Oggi è una
rete di 16mila associati in 125 paesi.
Dall’esperanto “ni servas”, noi servia-
mo, l’associazione ha tutta un’altra vi-
sione del mondo: piccolo, senza con-
fini, a porte aperte. Un sistema spon-
taneo che coinvolge famiglie, singoli
e comunità, disposti a ospitare viag-
giatori stranieri, condividendo con
loro un po’ di vita quotidiana.
«Non è farsi una vacanza gratis -
sottolinea Luigi Uslenghi, fra i fon-
datori dell'associazione -, ma è valo-
rizzare il proprio viaggio attraverso
conoscenze reciproche». Così da
ogni incontro nasce una nuova ami-
cizia. «Chi non può offrire una siste-
mazione di notte, si dedica all’ospite
durante il giorno - spiega Franco
Scarpino in Servas da più di 10 anni
e fino allo scorso anno fra i membri
del collegio dei garanti - indicando
percorsi, facendo da guida, condivi-
dendo con un pasto».
#Rentafinn, adotta un finlandese
La Finlandia, paese più felice del
mondo, secondo la classifica di World
Happiness Report, ha lanciato l’ha-
stag #rentafinn, adotta un finlandese:
sul sito (rentafinn.com) è possibile
scegliere un abitante del posto come
guida turistica ai luoghi e alla felicità.
E non è escluso che la vacanza la paghi
l’ufficio del turismo. Com’è successo
a Daniela, viaggiatrice italiana, e al-
l’amica spagnola Leire: Linda e Niko,
di Utö, le hanno accompagnate in bar-
ca nell’arcipelago del mar Baltico. Fra
i “locals” disponibili c’è Esko, il sinda-
co di Rovaniemi, la città di Babbo Na-
tale, e Hanna, pronta a guidarvi in
Sulla Luna. La versione Gold
dello spacemane della Cosmic
Diner di Diesel Living with Seletti
HI-TECH
In viaggio con le App
Un tour fra i graffiti di Londra, un
giro in bici lungo i canali di
Amsterdam, un viaggio dalle spezie
ai grattacieli di Dubai: c’è più gusto
con i “locals”. In rete le App che
propongono esperienze autentiche
con gli abitanti del posto.
 Su Withlocals si possono
selezionare guide locali per cene in
casa con piatti tradizionali, lezioni
di cucina, tour personalizzati nelle
città, workshop. Per iniziare a
ricevere gli ospiti basta creare la
propria offerta online. Sono 9, ad
esempio, gli host disponibili per
andare alla scoperta delle vecchie
tradizioni di Dubai e il suo lato
moderno. In Malesia, a Kuala
Lumpur, con Colin, si può imparare
a dipingere i tipici batik.
 Per cercare un alloggio siete
pronti a surfare sui divani di uno
sconosciuto? Ecco Couchsurfing,
una comunità di 14 milioni di
persone in 200mila città che fa del
viaggio un’esperienza sociale. A
fondarla nel 2004 lo statunitense
Casey Fenton. Alla base un
concetto semplice: tutto può
essere condiviso, la vita quotidiana,
il cibo, gli scambi culturali.
 E se vi basta un fazzoletto di
terra, un giardino, una piazzola,
allora c’è Garden sharing,
ribattezzato l’airbnb dell’outdoor,
portale per affittare spazi privati
all’aperto per chi viaggia in tenda,
camper o roulotte. L’idea è di 4
giovani marchigiani e vanta già
8mila offerte in Italia. Sulla
piattaforma anche aziende
agricole, agriturismi, fattorie,
masserie, agricampeggi e cantine,
per abbinare la sosta a
degustazioni a chilometro zero.
—D.M.
13
Arredo
Lampade, sedute
e tappeti:
tutte le volte che
il design ha preso
spunto dalla Luna
Dal luglio 1969 quando l’Allunaggio
aprì una nuova epoca
nell’immaginario collettivo, l’arredo
+
design ha creato decine di oggetti
ispirati a quella calda notte d’estate.
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—Sara Deganello a pagina 14
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ITINERA R I
IN TRENO
Da Torino ad Alba
nel segno del gusto
Se non avete fretta, approfittate di un viaggio slow dove a
contare non sono i chilometri percorsi, tanti o pochi, ma le
fermate. Ogni sosta sarà l’occasione per scoprire un territorio
e assaggiare un piatto o un prodotto della sua cucina. Con i
treni regionali di Trenitalia turisti e viaggiatori possono sco-
prire cibi e peculiarità della Penisola percorrendo 20
itinerari enogastronomici legati ad altrettanti colle-
gamenti ferroviari. Dalla Val d’Aosta al Piemonte,
dal Veneto alla Toscana e all’Umbria, fino a Puglia,
Marche, Abruzzo, Liguria, Lazio ed Emilia-Roma-
gna, senza dimenticare le isole, Sicilia e Sardegna. Un
esempio? La tratta regionale Torino-Alba: 16 collega-
menti al giorno, 14 fermate e 68 chilometri di gusto che si
snodano dal settore ovest di Torino ad Alba, centro principale
delle Langhe e capitale dell’enogastronomia subalpina. Bra-
sato al Nebbiolo, salsiccia di Bra, zabaione al Moscato sono
solo alcune delle specialità offerte dal territorio. Buon viaggio.
—Marco Morino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PERCORSO
Partenza: Torino
Porta Susa
Torino Porta Susa ITALIA
Alba Asti
Pinerolo
68 km Carmagnola
FRANCIA
Durata: Bra Alba
1 ora e 18’
A CAVALLO
L’ippovia del Trentino
ai piedi delle Dolomiti
Un itinerario che va da San Martino di Castrozza, nel cuore
delle Dolomiti, all’altopiano della Virgolana. Un percorso
che si snoda principalmente su strade forestali, con qual-
che sentiero di montagna e brevi ma inevitabili tratti di
asfalto, specie sul fondovalle. I territori attraversati vanno
dalle vette dolomitiche delle famose Pale di San Mar-
tino alla catena del Lagorai, con foreste di abeti,
pascoli, montagne. Non mancano i laghi, come il
piccolo ma suggestivo lago di Calaita o quelli più
estesi dell’altopiano di Piné. Il consiglio è di usare
tour tra laghi, saune e mirtilli. cavalli di proprietà, vista la particolare natura del
Amavido, start-up tedesca, è na- terreno sulle tappe di montagna. A questo trekking, da
ta per promuovere in Italia un turi- effettuare tra la primavera e la fine dell’estate, è dedicato
smo più umano, “trasformativo”, lo un sito (www.ippoviatrentinoorientale.it) e altre informa-
chiamano i fondatori. Conducono i zioni utili si trovano nella guida Italia a cavallo del Tci, cu-
viaggiatori fuori dai soliti circuiti, rata da Luca Fraioli e Federica Lamberti Zanardi.
inserendosi con delicatezza nel tes- —G.Cr.
suto sociale dei luoghi. Il loro obiet- © RIPRODUZIONE RISERVATA
tivo è riuscire a portare nei borghi
italiani turisti da tutta Europa. Ci IL PERCORSO Cavalese
San Martino di
provano con una campagna di Castrozza -
San Martino
crowdinvesting. di Castrozza
Bosentino, Vattaro
400 km
Calabria, hub del turismo Trento
alternativo Durata: Bosentino,
6 giorni Vattaro
La Calabria è fra gli hub più innovati-
vi del turismo alternativo. Da Civita,
nel Pollino, a Bova, nell’area greca
dell’Aspromonte, si sperimentano
A VELA
paesi albergo e coliving, per rilancia-
re l’identità culturale dei luoghi e
riattivare le tradizioni locali. Su Vac- In Sicilia per conoscere
carizzo di Montalto Uffugo ha punta-
to perfino il Mit di Boston: il borgo è le sette isole Eolie
diventato un prototipo di rigenera-
zione sociale, seguendo il metodo del Veleggiare tra le isole minori della Sicilia è un viaggio di
Societal transformation lab del Pre- scoperta di bellezze naturali, ma anche di tradizioni e cul-
sencing Institute, partner dell'Istitu- tura. Molte le società specializzate che propongono – per
to del Massachusetts. chi non avesse una barca o non volesse portarla da nord a
Così è nato «I live in Vaccarizzo», sud – crociere alle Eolie. A Palermo ad esempio c’è Il mare
proposta di ripopolamento delle aree a vela (www.ilmareavela.it): si salpa da una delle isole
marginali presentata da Brit, start-up e si parte per l’esplorazione dell’arcipelago, uno dei
impegnata nella rigenerazione di più affascinanti del mediterraneo. Alicudi, Filicu-
borghi a rischio di abbandono. Un di, Salina, Stromboli, Panarea, Lipari e Vulcano
progetto coordinato da Roberta Caru- sono sette perle: ognuna ha il suo carattere e le sue
so, filosofa dell’abitare, fondatrice del peculiarità. A Stromboli, come ci hanno ricordato
coliving Home for Creativity, il primo le cronache della scorsa settimana, c’è un vulcano
in Calabria. Con la partecipazione di attivo e imprevedibile; Panarea è la più mondana delle
tutta la comunità, in pochi mesi Vac- Eolie ed è curioso il contrasto con Alicudi e Filicudi, le più
carizzo è diventata una destinazione impervie e apparentemente selvagge.
turistica. E zio Franco, Cettina, donna —G.Cr.
Letizia, hanno aperto case e dimore © RIPRODUZIONE RISERVATA
storiche ai visitatori. Il bar della piaz-
zetta è il salotto del paese, il circolo IL PERCORSO STROMBOLI
Partenza: Alicudi Mare delle
Acli (ovvero casa di Antonio e Franca) Arrivo: Vulcano, Isole Eolie
è il luogo in cui si mangia insieme: in passando per FILICUDI SALINA PANAREA
tavola maccaruni e altri piatti della Filicudi, Salina, Alicudi
tradizione. Una specie di home re- Stromboli, LIPARI
staurant fermo agli anni 50. Panarea, Lipari
© RIPRODUZIONE RISERVATA Durata: 7 giorni Vulcano
14
.lifestyle
Arredo spaziale. Nei 50 anni dall’allunaggio il design ha creato,
con stili diversi, oggetti ispirati all’impresa di Armstrong e Aldrin
Quattro passi
in salotto come
fosse sulla Luna
Sara Deganello
N
el 1965 Achille e Pier
Giacomo Castiglioni di-
segnano per Zanotta Al-
lunaggio: una seduta da
esterni formata da tre
esili gambe in tubo d'ac-
ciaio curvato, una base sovradimen-
sionata su cui poggia un sedile in me-
tallo stampato. È una struttura legge-
ra, pensata per fare meno ombra pos-
sibile. Eppure con quelle lunghe
membra sembra un animale marziano
da sbarco, perfetto per l'immaginario
di quegli anni in cui la corsa allo spazio
tra Stati Uniti e Urss portò i primi a
conquistare la Luna, il 20 luglio 1969.
Eagle, il modulo lunare pilotato da Neil
Armstrong e Buzz Aldrin, atterrò so-
pra il Mare della Tranquillità con zam-
pe simili. Da parte sua, Allunaggio dei
Castiglioni rimase a lungo un prototi-
po ed entrò in produzione nel 1980.
Anche un altro capostipite del desi-
gn “lunare” deve la sua origine non di-
rettamente al satellite cantato da Leo-
pardi, ma piuttosto al Jean Valjean in
fuga di Victor Hugo dei Miserabili: «È
una lampada tipo le cose dei ladri, le
lanterne cieche. È nata da un schizzo
che ho fatto dopo che Gismondi (fon-
datore e oggi presidente di Artemide,
ndr) me ne aveva parlato, sul retro di
un biglietto della metropolitana». A
parlare è Vico Magistretti, siamo sem-
pre negli anni intorno al 1965 e l'ogget-
to in questione è naturalmente Eclisse,
best seller di Artemide, oggi in esposi-
zione al Triennale Design Museum: la
lampada che porta la luna in una stan-
za. Si tratta in realtà di tre semisfere,
una che fa da base, l'altra fissa e l'ulti-
ma che ruota all'interno di essa. Ecco
la cifra della genialità: la fonte lumino-
sa può essere oscurata parzialmente o
totalmente. L'effetto è davvero quello
Bestseller.
La storica
Eclisse di
Magistretti
per
Artemide
IN MOSTRA
Il vaso da fiori tra arte e design
Da 16 luglio al 29 settembre è
aperta la mostra «On Flower
Power. The Role of the Vase in
Arts, Crafts and Design» curata
da Martí Guixé, alla Galleria
Nazionale d'Arte Moderna e
Contemporanea di Roma. La
mostra esplora il territorio ibrido
in cui dialogano arte, design e
artigianato. L'esposizione si
focalizza su un oggetto
apparentemente neutro:
il vaso di fiori.
di un'eclissi, senza la Terra, né il Sole a
giocare con le ombre.
Qualche anno dopo venne la Tele-
gono, sempre per Artemide, dove la
Luna era per lo più piena, o forse era
solo il bulbo luminoso al centro della
struttura plastica.
Mondo (2018), a sospensione o da
terra, del giovane designer Antonio
Facco per il marchio svedese Oblure,
è un omaggio dichiarato a Eclisse e al
suo maestro: «Offre la possibilità di
interazione in modo semplice, intui-
tivo e analogico», ha raccontato
Facco. Certo, la prospettiva qui è
capovolta: il globo in questione
non è lunare ma terracqueo. E
l'effetto mappamondo è una
suggestione come un'altra. L'ha
provata Marc Sadler con Antar-
tic per Olev (2019): una lampa-
da da tavolo con base in allu-
minio e diffusore in vetro sof-
fiato sabbiato schiacciato ai poli,
trafitta da un perno che permette
di modificarne la posizione. Potrebbe
averla vista anche Michele De Lucchi
nei vasi Empty Cages per Bitossi: il
mondo come una gabbia è una visio-
ne del miglior Philip K. Dick.
Rimangono nella nostra galassia i
contenitori a parete Mida (2019) di
Martinelli Venezia per De Castelli: cer-
chi perfetti con finiture in ferro, rame
e ottone che li fanno sembrare corpi
celesti. E anche l'AT16 disegnato da
Osvaldo Borsani nel 1961, di nuovo in
piena space age (rieditato da Tecno nel
Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
Alla Luna.
Dall’alto:
2012). Si tratta di un appendiabiti a co-
lonna, girevole e regolabile in altezza,
l’Allunaggio
verde di
formato da uno stelo in alluminio rive-
stito in pelle attorno al quale orbitano
Castiglioni sfere in legno massello di faggio. Sem-
per Zanotta; brano pianeti, ma sono più di otto.
l’AT16 di D'altra parte la stessa Tecno, fondata
Borsani da Borsani col fratello Fulgenzio nel
antesignano 1953, con la sua genesi nonché voca-
dell’appendia zione tecnologica contribuisce a svi-
biti a colonna; luppare prodotti che sembrano usciti
la lampada dagli uffici della Nasa, come il divano
Mondo di D70 (1954) e la poltrona P40 (1955),
Facco; progettati da Borsani attorno all'idea
del giunto meccanico che determina
l'inclinazione dello schienale. Si pos-
sono collocare accanto alla Lounge
Chair (1956) degli Eames per Vitra
o alla poltrona Multicha-
ir di Joe Colombo in po-
liuretano espanso tra-
sformabile grazie a un
sistema di cinghie.
Non saranno state
usate dagli
astronauti veri,
ma sarebbero sta-
te perfette per quelli
fittizi in stile 2001: Odis-
sea nello spazio di Stan-
ley Kubrick. Un film del
1968, non a caso: di nuo-
vo nel decennio in cui si inseguiva
lo spazio e si immaginava il futuro
(la bella mostra Stanley Kubrick: The
Exhibition al Design Museum di Lon-
la lampada dra dura fino al 15 settembre, per gli
Antartic di appassionati del caso).
Sadler; il Infine, l'ultima fascinazione che la
tappeto stile Luna e lo spazio donano a un'umanità
“invaders” di che ormai sogna di andare su Marte è
Roberts; la il loro carattere profondamente popo-
poltrona lare, pop. Si veda la Cosmic Diner di
Nupri-Conde Diesel Living with Seletti, una collezio-
house; i ne di accessori per la tavola che com-
tavolini in prende vassoi e piatti a forma di piane-
stile ti, Sole e Luna, tazze da caffè coi crateri,
superficie zuccheriere con gli anelli, bicchieri me-
lunare di teorite, razzi e lo Starman, l'uomo delle
Martinelli per stelle cui già si era affezionato David
De Castelli e Bowie: un astronauta in porcellana do-
infine la lomite presentato per l'occasione dei
versione Gold 50 anni dell'allunaggio in versione do-
dello rata. Sono connessi con il cosmo e le
spaceman di costellazioni anche i tappeti di cc-tapis
Diesel Living After Party di Garth Roberts e la colle-
with Seletti zione Night of a Hunter di Rooms Stu-
dio. Mentre i Rug Invaders del design
lab del marchio evocano l'istanza
estrema che viene dallo spazio: l'inva-
sione di un esercito intergalattico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
Enologia
Bollicine rosé e non solo per l’aperitivo
Federico De Cesare Viola
E
ra il 1962 quando Guido
Berlucchi, grande appas-
sionato di motori, si tro-
vava a Monte Carlo per
assistere al Gran Premio
di Monaco insieme al suo
amico Max Imbert, antiquario mila-
nese. Ed è qui che i due assaggiarono
uno Champagne Rosé di cui, estasia-
ti, raccontarono a Franco Ziliani,
l’uomo che nel 1961 aveva inventato
la Franciacorta del vino imbotti-
gliando il primo spumante, quando
la Doc bresciana era ben di là da ve-
nire. L’enologo dell’azienda si ap-
passionò alla nuova sfida e così nac-
que il primo Franciacorta rosato, un
successo dedicato all’amico ispira-
tore Max. Oggi il rosé rappresenta il
10% della produzione della Guido
Berlucchi, declinata nello storico
Max Rosé, nel più moderno ’61 Rosé
e nell’esuberante e fragrante ’61 Na-
ture Rosé millesimato (fuori con
l’annata 2012), un Pinot nero in pu-
rezza. A quest’uva, protagonista di
tante bottiglie con la sua eleganza e
complessità aromatica, l’azienda di
Borgonato dedica una quota impor-
tante del proprio parco vigneti, così
da ribadire il savoir-faire in questa
tipologia di sparkling.
Se è giusto riconoscere che il club
dei cultori del colore rosa è ancora
minoritario - sia rispetto agli appas-
sionati di bianchi che a paesi come la
Francia o il Regno Unito - è altret-
tanto vero che il mercato degli spu-
manti rosé continua a crescere in
qualità e consensi. Non solo tra il
pubblico femminile - basta, per cor-
tesia, con i cliché sui vini “di gene-
re”-, non solo in estate - anche se,
intendiamoci, una bollicina rosé è
quanto di meglio si possa desiderare
con le temperature sahariane di
questi giorni -, non solo come aperi-
tivo - la personalità e la diversità di
espressioni ne fanno un vino a tutto
pasto, particolarmente versatile ne-
gli abbinamenti, dai crostacei alle
tartare di manzo, dal salmone ai sa-
lumi. Su questa pagina proviamo a
consigliarvi i migliori rosé, rigorosa-
mente made in Italy.
Restando in Franciacorta, sono
esemplari quelli targati Mosnel, in
particolare il Parosé, che riposa 36
mesi sui lieviti. Questa versione pas
dosé - con il 70% di Pinot nero e il 30
di Chardonnay - ha un colore rosa
tenue con riflessi luminosi, un naso
L’Alta Scuola a Venezia nel nome del grande maestro
«Camminare» sulle orme di Veronelli, il vino è cultura
Stefano Salis
L
o scenario è suggestivo e, in più
di un modo, appropriato. Per-
ché la benemerita Fondazione
Cini, sull’isola di san Giorgio a
Venezia, è luogo di alta cultura e for-
mazione da sempre. Nel Padiglione
delle Capriate, vicino al cenacolo pal-
ladiano e affacciato sul canale, si ra-
giona ora (anche) di enogastronomia
e cibo, di arte e vino, di territorio e sa-
pienza contadina, di produzione, de-
sign e di arte, non solo culinaria. In
effetti, portare la qualità della “narra-
zione” e della comprensione di quan-
to ci sia di cultura nel vino è forse
l’obiettivo principale del corso «Cam-
minare le vigne: luoghi, persone e cul-
tura del vino italiano», il primo corso
di perfezionamento proposto dall’Al-
ta Scuola Italiana di Gastronomia Lui-
gi Veronelli, dedicato ai professionisti
e ai futuri operatori. Nella prima setti-
mana di luglio – con il momento in-
tensivo di corso –, il programma ha
praticamente svoltato il giro di boa: il
corso chiuderà infatti a ottobre. Sei
nuclei tematici approfonditi, un totale
di 180 ore nell’arco di un semestre, il
preciso desiderio di valorizzare i con-
tinui rimandi culturali e territoriali
che rendono uniche le eccellenze eno-
logiche italiane. Il corso è rivolto ad
operatori e futuri operatori del setto-
re. Per il primo anno si sono iscritti in
12: il rapporto con i docenti (che in tut-
to saranno ben 34) è esclusivo e prati-
generoso e complesso, tra note di ri-
bes, melograno ed erbe officinali, e
un sorso preciso e asciutto.
In Piemonte Cocchi è stato il pri-
mo a pensare in rosa e a produrre
un Alta Langa “rosé de saignée”, il
cui colore deriva dal Pinot nero (in
purezza) leggermente macerato e
pressato: Rösa è un brut millesi-
mato sapido e speziato, dallo stile
“gastronomico”.
In Trentino Ferrari è la cantina
pioniera delle bollicine di montagna
e lo scorso anno per la prima volta
ha voluto dedicare una versione ro-
sé, frutto della vendemmia 2006,
anche alla sua etichetta più nobile,
il Giulio Ferrari Riserva del Fonda-
tore. Solo 5mila le bottiglie di questo
Trentodoc dai bagliori ramati, con
note di rosa canina, rabarbaro e fra-
goline di bosco, che colpisce per
l’intensità e il finale interminabile.
Uno spumante che sintetizza l’ele-
ganza del Pinot nero e la freschezza
dello Chardonnay di alta quota e che
ha tutte le carte in regola per giocare
nello stesso campionato di molte
cuvée d’Oltralpe.
Tra le numerose etichette altoate-
sine spicca Athesis Brut Rosé di Kett-
meir, cuvée dominata da Pinot nero
che si fa apprezzare per le note di
lampone e crosta di pane e per il pa-
lato cremoso e dinamico. Da provare
con antipasti di pesce, in particolare
gamberi e scampi, ma anche con
piatti speziati della cucina orientale.
C’è una produzione minore del
Veneto che va certamente scoperta
(o riscoperta): è quella del Raboso
del Piave. Dal vitigno autoctono per
eccellenza della provincia di Treviso,
l’azienda Cecchetto produce un ori-
ginale metodo classico rosato, il Ro-
sa Bruna. È uno spumante garbato,
con un bouquet generoso con sento-
ri di ribes e fragolina di bosco e un
palato pulito ed equilibrato.
Spazio in cantina va riservato an-
che al Lambrusco di Modena Rosé
2014 di Cantina della Volta, un meto-
do classico da uve di Sorbara, colti-
vate nei terreni alluvionali del fiume
Secchia, che sorprende per il vigore
del frutto e la spiccata acidità.
Se il Nord vanta la tradizione spu-
mantistica più solida, il Sud Italia
consolida, stagione dopo stagione,
la sua vocazione per il metodo clas-
sico, anche in versione rosé, in cui si
interpretano con orgoglio le varietà
locali. Come l’Aglianico, in Campa-
nia: vinificato in purezza da Viticol-
camente faccia a faccia. Del resto, chi
ha pagato i 4.800 euro di iscrizione
(che comprendono vitto e alloggio a
Venezia e le gite in vari luoghi d’eccel-
lenza del vino italiano, almeno tre: si
è appena tenuta quella in Franciacor-
ta , formazione “sul campo” e un testi-
monial d’eccezione, lo “studente per
caso” Patrizio Roversi) lo ha fatto per
questo. «La filosofia di questo corso –
spiega Andrea Bonini, direttore del
Seminario Veronelli – è proporre agli
iscritti il punto di vista culturale. Sia-
mo spesso in presenza di attori che
magari sanno tutto, dal punto di vista
tecnico, dei vini, ma poi manca il rac-
conto, e serve invece sviluppare le
competenze necessarie a comunicare
le produzioni agroalimentari italiane
come elementi del patrimonio cultu-
rale, storico, artistico e paesaggisti-
co». Per chi avesse dubbi, rifarsi alla
lezione veronelliana è fondamentale.
«I vini importanti» spiega Bonini «or-
mai hanno consumatori istruiti e
hanno bisogno di persone che li sap-
piano raccontare e vivere in maniera
giusta». Tra i corsisti ci sono somme-
lier già formati, ristoratori, studenti di
enologia, consulenti navigati di
aziende del settore. Il fatto è, per
esempio, che molti sommelier vengo-
no formati e poi spediti per il mondo
a fare da “ambasciatori” del loro vino:
la carta vincente allora non sarà solo
la qualità del prodotto (diamola per
assodata): sarà la capacità di proporlo
nei suoi legami con il territorio, con la
15
.lifestyle
Il mercato continua a raccogliere consensi e a crescere in qualità per un Cultura e territorio
vino versatile abbinabile a crostacei, tartare di manzo, salmone e salumi La «land art»
di Planeta
ispirata a Ettore
Majorana
Vincenzo Chierchia
U
La cantina. Oggi il n viaggio sotto il segno del
rosé rappresenta vino, dell’arte e del territo-
il 10% della rio siciliano ricordando con
produzione della affetto Ettore Majorana,
Guido Berlucchi scienziato scomparso nel nulla nel
1938, protagonista di uno dei grandi
misteri del Novecento. L’iniziativa,
Viaggio in Sicilia, appunto, è di Casa
Planeta – da sempre attenta agli in-
vestimenti in cultura – che ha deciso
di presentare l’opera permanente di
Da stappare. Claire Fontaine – un collettivo di ar-
Sotto, da sinistra tiste nato a Parigi nel 2004 - ideata
a destra: appositamente per gli spazi della te-
Lambrusco di nuta Sciaranuova a Passopisciaro,
Modena Rosé sull’Etna. L’opera site-specific, pre-
Cantina della sentata il 28 giugno, è un’installazio-
Volta, Giulio ne luminosa lunga 20 metri e si chia-
Ferrari Rosé ma Ettore Majorana perché da ra-
Riserva del gazzo il fisico era solito trascorrere
Fondatore 2006 le estati nelle proprietà di famiglia,
Trentodoc, proprio vicino a Sciaranuova. L’ope-
Berlucchi ’61 ra appartiene alla tradizione dell’ar-
Franciacorta te concettuale e riprende la ricerca
Nature Rosé, del collettivo parigino, basata sulla
Rosa Bruna citazione: la luce e la scrittura con-
Cecchetto sentono l’illuminazione, la prima fi-
sicamente e la seconda in un’acce-
zione estetica e teorica. Per l’instal-
lazione è stato scelto uno degli edifi-
ci della tenuta di Sciaranuova,
affacciato sulla valle dell’Alcantara,
dove è stato riprodotto in lettere lu-
minose al neon una frase di Leonar-
do Sciascia su Majorana: «Si diverti-
va a versar per terra e disperdere
l’acqua della scienza sotto gli occhi di
coloro che ne erano assetati».
La presentazione del collettivo
Claire Fontaine chiarisce che l’ope-
ra «fa riferimento a un passaggio
del libro La scomparsa di Majorana
nel quale Leonardo Sciascia traccia
un ritratto metafisico dello scien-
ziato. Majorana vi appare intento a
Liberty. Sopra, l’etichetta mettere in scena il suo destino di
dell’Almerita Rosé con la genio ma anche a volersene sottrar-
rappresentazione della re. Di lui è stato scritto che era tut-
vetrata Liberty realizzata t’uno con la natura come un’ape o
nei primi del Novecento una pianta, ma che poteva anche
dal Bevilacqua per la villa sfuggirle, che aveva “un margine,
del conte Lucio Tasca una linea di fuga possibile”. Tutta-
a Mondello via questa fuga al suo destino è
qualcosa che fa di lui un essere
tori Lenza per produrre il Gabry Ro- generoso (frutti rossi e note fumé) e lina a 480 metri di altezza. L’annata spettrale anche prima della sua
sato, un vino frizzante rifermentato una trama robusta ma elegante. 2014 mostra una perfetta tensione scomparsa, una persona strana:
in bottiglia, secondo il metodo ance- Nella tenuta madre di Tasca d’Al- tra freschezza e acidità, con i sentori uno straniero. La mancanza di ri-
strale, senza aggiunta di solfiti. È merita a Regaleali - concludiamo co- di delicata frutta rossa tipici del viti- spetto per l’autorità che esercitava
fresco, succoso, con note esuberanti sì nel cuore della Sicilia il nostro gno. Inconfondibile l’etichetta, con sugli altri grazie al suo sapere si
di lampone, e si beve a tutto pasto. È sparkling tour - si produce l’Almeri- la rappresentazione della vetrata Li- manifestava spesso con atteggia-
ormai un classico del territorio cala- ta Rosé, espressione extra brut del berty realizzata nei primi del Nove- menti irriverenti che turbavano».
bro “La Stipula” delle Cantine del Pinot nero proveniente dalla vigna cento dal Bevilacqua per la villa di Dietro al nome Claire Fontaine
Notaio, 100% aglianico del Vulture “Piana Case Vecchie” che il conte Lu- Tasca a Mondello. (che è anche un marchio di cancel-
dal perlage persistente, con un naso cio Tasca piantò nel 1984 su una col- © RIPRODUZIONE RISERVATA leria molto popolare in Francia) ci
sono Fulvia Carnevale e James
Thornhill, che si definiscono gli
“assistenti” di Claire Fontaine, sot-
tolineando l’importanza della col-
laborazione nella pratica artistica e
individuando una crisi della figura
dell’autore. La loro ricerca utilizza
vari media, con particolare atten-
zione all’uso del neon e della parola
scritta. I loro lavori nascono da
storia, con la qualità della vita che ca- un’analisi delle contraddizioni del-
ratterizza l’Italia; soprattutto all’este- la società contemporanea.
ro questi sono aspetti richiestissimi. Il collettivo Claire Fontaine è sta-
Bere il vino non è solo bere il vino: to finalista nel 2013 del prestigioso
un concetto che Veronelli capì prima Prix Marcel Duchamp e le sue opere
degli altri. È osservare, attraverso quel sono state presentate in numerose
particolare, cosa accade nel mondo; rassegne internazionali. Tra le mo-
«camminare le vigne» espressione stre recenti, quelle allestite al
eminentemente veronelliana, è un af- Jewish Museum di New York (2013),
fondare le radici nella terra, praticarla al Wattis Institute for Contempo-
ed esplorarla nei suoi molti significati. rary Arts di San Francisco (2013), al-
Si spiegano così, oltre agli assaggi l’Accademia di Francia a Roma
condotti da sommelier ed esperti (tra (2016), alla Neuer Berliner Kunstve-
gli ultimi Federico Staderini, uno dei rein (2017), alla Städtische Galerie
padri di Ornellaia), le lezioni di design Nordhorn (2018), alla Biennale di
di Aldo Colonetti, quelle di storia del- Shanghai (2018), al Confort Moder-
l’arte di Renata Codello o di padri sto- ne di Poitiers (2019) e al Palazzo Du-
rici della nostra cultura gastronomica cale di Genova (2019).
come Alberto Capatti. «La gastrono- © RIPRODUZIONE RISERVATA
mia» aveva scritto Veronelli «si rivol-
ge allo spirito di chi mangia perché sia
indotto a raccogliere ed esaltare le
sensazioni del gusto. Essa è l’arte del
gusto come la musica è l’arte dell’udi-
to. Così essa ha i suoi artefici, i cuochi,
ed i suoi critici, i buongustai, e come
La sede La scuola ogni arte richiede ai suoi seguaci qua-
ha sede nell’isola E A TRENTO SI IMPARA L’ARTE DEL SABRAGE lità elettive e meditato studio». Quali-
di san Giorgio a tà e studio: quello che si chiede a chi
Venezia, alla Una sciabola per un rito antico appuntamento a Trento, il prossimo frequenta il corso e tramanderà il no-
Fondazione Cini, Imparare l’arte del Sabrage, cioè 5 settembre, poi in autunno altre me e le idee del grande Gino. Il suo pa-
ma prevede l’apertura della bottiglia con una date in tutta Italia. Al termine di ogni lato, il suo olfatto, no, quelli erano
anche momenti sciabole, la sua storia e lo corso (durata circa 2 ore) sarà suoi; ma studiando si affina cosa tra-
formativi sul straordinario mondo dello rilasciato un Diploma di Sabreur, smettono e dicono i sensi, si impara a
campo, Champagne. L’idea della giornalista una sciabola serigrafata Sabrage conoscere il vino e il cibo dentro un
nei territori Francesca Negri è quella di una Academy e un paio di guanti per il contesto culturale più ampio, quello
d’eccellenza Sabrage Academy. Primo Sabrage. Info: sabrageacademy.it al quale appartengono. Illuminata. Francesca Planeta guida
del vino italiano © RIPRODUZIONE RISERVATA l’omonima azienda viti-vinicola
16 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
domenica
Terza pagina
Libri che fecero
la Rivoluzione
Giuseppe Scaraffia, P. 19
14 Luglio
2019
Storia del sensibile. Scrittori e artisti hanno
raccontato negli anni qualcosa che non è solo
assenza di suono, ma è sospensione davanti
all’assoluto, luogo intimo che genera la parola
Come cambia
il rumore
del silenzio
Luigi Sampietro
C’
era una volta –
cito a memoria
– Il silenzio del
mare di Vercors,
e c’era Il silenzio
tout court di
Ingmar Bergman. Un breve ro-
manzo sulla Resistenza francese
(1942) e un film (1963) con una
strana vicenda ambientata in un
Paese altrettanto strano, e tanti
primi e primissimi piani interval-
lati da pause interminabili. Erano
gli anni della cosiddetta “aliena-
zione”, di cui era maestro – a furor
di campi lunghi e di lunghi silenzi,
appunto – anche il nostro Miche-
langelo Antonioni. E poco importa
se qualche sprovveduto spettatore
finiva per appisolarsi sulla poltro-
na del cinematografo.
Venne poi Il silenzio degli inno-
centi, un film horror (1991) tratto da
un romanzo di Thomas Harris
(1988), con un inarrivabile Anthony
Hopkins nei panni di Hannibal the
Cannibal. E quella volta, quasi a
sconfessare il titolo, il silenzio in
sala fu di frequente interrotto da
gridolini di terrore.
C’era anche Il silenzio (Chinmo-
ku, 1956) del giapponese Shūsaku
Endō, poi trasposto in film da Mar-
tin Scorsese (1971); e Silenzio (1961),
una raccolta di saggi del composi-
tore John Cage; oltre ad un libro di
Francis Scott Fitzgerald, Silenzio
per sveglia (1935), il cui titolo si rife-
risce all’assolo per tromba che in
caserma segna la fine della giorna-
ta. Lo stesso, per intenderci, del fa-
moso 45 giri fuori ordinanza del
nostro Nini Rosso (1966).
Ora, anche se sappiamo tutti be-
nissimo di che cosa si tratta, c’è
sempre qualcuno a cui non basta
parlare del silenzio come si fa con
Scienza e filosofia
Eugenio Borgna
e la follia che abita in noi
Vittorio Lingiardi, P. 25
un qualsiasi dato dell’esperienza,
ma che vorrebbe definirlo sul piano
ontologico. Comprendere che cosa
sia in sé. Perché, afferma sempre
quel qualcuno, il silenzio non è solo
assenza di suono; cioè di energia,
come direbbe un mio lontano pa-
rente ingegnere.
Anni fa, un filosofo-poeta o poe-
ta-filosofo svizzero, Max Picard, si
prese infatti la briga di indagare
l’arcano in un libro, Il mondo del si-
lenzio (Comunità, 1951), di recente
ritradotto (2007) da Jean-Luc Eg-
ger per la editrice Servitium: «La
parola è nata dal silenzio: dalla pie-
nezza del silenzio. E questa pie-
nezza sarebbe esplosa se non aves-
se potuto confluire nella parola
perché la parola che nasce dal si-
lenzio è come investita di una mis-
sione: è legittimata dal silenzio che
l'ha preceduta».
Se il timbro non è vibrante il to-
no è quasi sacrale, e quella di Pi-
card è una voce che ha l’ambizione
di imporsi sul piano dell’eternità.
Dove il tempo – passato, presente
e futuro – implode nella rivelazio-
ne profetica, e solitudine e silenzio
sono un tutt’uno.
Il mondo del silenzio si colloca in-
fatti accanto ai libri di altri solitari
del passato. Da Aurelio Agostino a
Petrarca e da Leopardi a Machado,
passando per il Timone d’Atene di
Shakespeare e il Robinson Crusoe di
Defoe, fino a quella singolare figura
di eremita laico che è stato il rume-
no Constantin Noica, appartatosi in
un paesino sui Carpazi durante la
dittatura di Ceauşescu «non per
fuggire il mondo ma per conqui-
starlo da lontano».
Come la solitudine, il silenzio
può essere doloroso; e tuttavia so-
no proprio i sovrumani silenzi e la
Arte
L’inespugnabile bunker
delle email e dei tweet
Fulvio Irace, P. 26
profondissima quiete di cui parla
Leopardi nell’Infinito a darci il
senso dell'ineffabile; ovvero di
quel momento di sospensione in
cui «le cose | s’abbandonano e
sembrano vicine | a tradire il loro
ultimo segreto» (e qui è Montale
che parla di rincalzo) e «ci si aspet-
ta | di scoprire uno sbaglio di Natu-
ra, | il punto morto del mondo,
l’anello che non tiene, | il filo da di-
sbrogliare che finalmente ci metta
| nel mezzo di una verità».
Una sorta di illuminazione inte-
riore, del tutto secolare e non tra-
scendente, che sancisce – sembra di
capire – la percezione di quella
identità tra sé e l’universo (uni-ver-
sus, il mondo inteso come dotato di
direzione, cioè di senso) che a sua
volta è la risposta della mente stu-
pefatta sulla soglia dell’assoluto.
Il silenzio che abbaglia e stordi-
sce – ed è foriero di sensazioni
estatiche – è anche l’argomento di
di due libri più recenti: di Sara Mai-
tland e Erlin Kagge, rispettivamen-
te. Il primo, A Book of Silence
(Graywolf Press, 2008), echeggia
nel titolo quelle raccolte di pre-
ghiere che erano i libri d’ore, ed è
una sorta di resoconto autobiogra-
fico delle esperienze vissute, a par-
tire da un certo momento della
propria vita, da una protagonista
abbastanza abbiente da potersi
permettere lunghi viaggi e l’acqui-
sto di solitarie dimore in località
sperdute della Scozia per vivere
pienamente nella dimensione del-
la solitudine e del silenzio. Con in-
ternet ma senza telefono.
Il libro di Erling Kegge appartie-
ne invece al filone ecologico saluti-
sta. Il titolo, tradotto letteralmente
dal norvegese in inglese, è Silence
in the Age of Noise: The Joy of Shut-
Tempo liberato
di Gianfranco Ravasi
Guarda che Luna,
guarda che carte!
A 50 anni dallo sbarco,
va all’asta il diario
di bordo dell’Apollo 11
Stefano Salis, P. 30
Dosso Dossi
«Giove pittore M EPHIS TO WALTZ
di farfalle,
Mercurio
e la Virtù» COMPLEXIO OPPOSITORUM
(particolare),
1523-1524, s C’è un che di rituale e di magico nel
Cracovia, far musica. Lo si percepisce all’entrata
Castello di Wawel sul palcoscenico degli orchestrali e ancor
più nel momento in cui un pianista in
recital, da solo sul palco, si trattiene per
qualche istante - Michelangeli sublime
anche in questo - prima di alzare le
mani e iniziare il concerto. Se la platea
degli ascoltatori è attenta, come accade
sempre in Germania, in Austria o
in Israele, o ancor più in Giappo-
ne, se è competente e conosce il
linguaggio musicale, il pubbli-
co “partecipa” e l’esecutore
percepisce all'istante il “climax”.
Se genio, lo diventa ancor di più.
Si tratta di un vero e proprio rito, a volte
satanico, che ci viene nelle forme più
primitive chi sa da quando tramandato,
e sempre presente in ogni aggregato
umano. È l’uso di celebrare con suoni,
ritmi e canti ogni accadimento, per
esorcismi, riti nuziali o funebri, vittorie
e conquiste. Finanche a sostegno tera-
peutico, psicologico. Come nella pratica
della tarantella, la pizzica, per il taran-
tismo soprattutto femminile, apparsa
nel Sud nel ‘600. L’intelligenza artificia-
le, pur negli sviluppi sempre più fanta-
BREVIARIO
# Poesia L
a poesia non è fatta di queste
lettere che pianto come
chiodi, ma del bianco che
resta sulla carta.
Il titolo un po’ roboante Cinque
grandi Odi contrasta con la citazio-
ne che vi abbiamo estratto. Paul
Claudel, poeta e drammaturgo ma
anche ambasciatore di Francia,
quando scriveva queste righe, nel
1910, era ancora agli albori della
li e come chiodi piantati» (12,11). A
lui faceva eco Majakowskij in
Flauto di vertebre: «Sulla carta sono
crocifisso coi chiodi delle parole».
La seconda verità: l’andare a
capo, lasciando spazi vuoti, non è
un mero esercizio esteriore, come
credono i poeti della domenica. È,
invece, lasciare che si allarghi l’eco
dei versi nel cuore e nella mente
del lettore; è dire il non detto
sua fama, ma intuiva due grandi facendolo intuire; è sostare a
verità, incomprese dalla legione di centellinare le iridescenze molte-
poeti dilettanti. La prima: l’auten- plici delle parole e del loro messag-
tica poesia esige fatica, scavo, gio. È un po’ simile alla pausa in
impegno sofferto. È già la Bibbia musica che, come talora si dice,
che ricorda con l’Ecclesiaste che «le dev’essere anch’essa «eseguita».
parole dei saggi sono come pungo- © RIPRODUZIONE RISERVATA
ting out the World. In italiano di-
venta un fin troppo ambizioso Si-
lenzio. Uno spazio dell’anima, (Ei-
naudi, 2017). Si tratta di un vivace
resoconto, interrotto da qualche
banalità filosofica, di lontane espe-
rienze di un esploratore – nonché
avvocato, collezionista, imprendi-
tore, uomo politico, scrittore ed
editore –, panteista nella sostanza
e attivo sotto tutte le latitudini, che
si è spinto, negli anni ’90, prima al
Polo Nord percorrendo 800 chilo-
metri sugli sci; poi al Polo Sud,
viaggiando in solitaria e senza ra-
dio per 50 giorni; infine in cima al-
IL SILENZIO, l’Everest, che è la terza estremità
COMPLICE del pianeta. E poiché gli mancava
FEDELE l’esperienza del silenzio sottoterra,
DELLA nel 2010 Kegge ha attraversato in
PREGHIERA cinque giorni la città di New York,
dal Bronx a Manhattan fino all’At-
lantico, lungo fogne, tunnel per
l’approvvigionamento idrico e li-
nee della metropolitana. Tendendo
l’orecchio e turandosi il naso.
Ultimo, l’Histoire du silence di
Dai primi Alain Corbin (Éditions Albin Mi-
cristiani chel,) ora tradotto con successo an-
a Erasmo che in inglese. Il sottotitolo è De la
Come e dove Renaissance à nos jours, ma la sud-
pregare? È meglio divisione dei capitoli non è crono-
il silenzio, la logica bensì tematica, e il libro è un
solitudine, o un thesaurus di citazioni (ne ho
l’orazione corale? contate circa 350) che si dimostra
Queste e altre vincente più di tanti discorsi. La pa-
simili domande gina di un romanziere o di un poe-
attraversano da ta, infatti, riesce sempre a fare “en-
sempre la storia trare” il lettore nella realtà virtuale
delle religioni. che sta rappresentando, laddove i
Di certo, il silenzio documenti e gli scartafacci d'archi-
è stato vio possono solamente offrire uno
continuamente spunto dal quale partire per la rie-
complice della laborazione storiografica.
preghiera. Un Corbin è un affermato «histo-
libro di Diarmaid rien du sensible», specializzato
Macculloch, nell’indagine di fenomeni “inaffer-
professore di rabili”, come la mentalità o l’imma-
storia della ginario della gente in un certo peri-
Chiesa a Oxford, odo, o realtà fisiche quali gli odori
intitolato “Il e i rumori, la pioggia e il maltempo,
silenzio nella con relativi commenti e previsioni,
storia del nelle case e nelle osterie. Nella Hi-
cristianesimo”
(ora tradotto da
stoire du silence si avvale di uno
stuolo di scrittori, in maggioranza
Neri Pozza, pagg. francesi – da Pascal e Milton a de
smagorici che sta raggiungendo, non 384, € 22), offre Vigny e Hugo; da Thoreau e Whit-
arriverà mai ad apprendere o inventare una panoramica man a Baudelaire e Verne; e da Zola
questi fenomeni, perché non tiene cuore che va dal primo e Huysmans a Maeterlinck e Clau-
né anima. Da buon diavolo qual sono silenzio cristiano del, fino a Proust e Camus – come
debbo riconoscerlo, arrossendo. Il robot al trionfo di quello della fonte più sicura per dare al
è in grado di realizzare in un istante monastico, dalla lettore un’idea di come il silenzio
ogni alchimia del suono, come il tempe- Riforma al tempo sia stato percepito nei secoli.
ramento. Con uno sguardo può decifra- attuale. Un C’è il silenzio che avvolge gli og-
re e memorizzare qualsiasi partitura, silenzio che getti famigliari e i luoghi solitari –
trasporla in ogni tonalità, ripro- prende parte chiostri, chiese, cimiteri e carceri –
ducendo senza sporcare una anche alla storia e il silenzio delle strade deserte e
nota anche il pezzo più trascen- dell’iconoclastia, delle foreste impenetrabili. Il silen-
dentale. Ma sempre meccanica- coinvolge figure zio come rifugio o come minaccia.
mente, senza quel sentimento, quali Erasmo da Come scelta tattica in società e nella
quell’energia travolgente di Rotterdam vita privata. Il silenzio che accomu-
suggestioni magiche e voluttà del (nell’illustrazione) na gli amici e il silenzio ambiguo
suono, che fan sortire il “pezzo”. Conser- e tormenta i degli amanti. Il tutto contenuto nel-
viamoci quindi il nostro “hortus conclu- teologi quando si la parentesi del silenzio biblico pre-
sus”, il nostro “axis mundi” attorno al ricorda l’assenza cedente la Creazione e l’apertura
quale tutto ruota. Il bello. La leggerezza di manifestazioni del settimo sigillo nell'Apocalisse.
con cui l’arte in tutte le sue forme ci divine. Poi ci Quando suoneranno le trombe che
incanta. Confucio chiedeva a Dio una furono i silenzi sui tutti sappiamo.
casa piena di libri e un giardino di fiori. fatti della storia: © RIPRODUZIONE RISERVATA
Nell’atrofia cerebrale di oggi pochi lo argomento ben
imiterebbero. In questi giorni una conosciuto da
tragedia: un ragazzo cui la madre ha molti fedeli. HISTOIRE DU SILENCE:
tolto il computer si è gettato dal balcone. DE LA RENAISSANCE À NOS JOURS
Un nudge negativo, una falsa luce Alain Corbin
suggerita da Lucifero. Éditions Albin Michel, Parigi,
pagg. 216, € 16,50
18
Luoghi e persone
Lettera da Londra. Ancor più che dai dipinti, è attraverso gli scritti (appunti, annotazioni e schizzi) che si comprende la ricchezza
del pensiero del Vinciano e se ne può apprezzare il metodo: in una mostra alla British Library la «dimensione quotidiana» del lavoro
Curiosare nella mente di Leonardo
Matteo Motolese
L
a schiena dell’uomo in-
tento a misurare il
mondo con un compas-
so brilla nel sole del
mattino. Da quando la
biblioteca ha abbando-
nato la mitica sala circolare del
British Museum, questa enorme
statua presidia la piazza davanti
alla British Library. Appena si en-
tra in biblioteca si ha subito la
sensazione di essere all’interno di
una meravigliosa macchina per la
conservazione della cultura scrit-
ta: le diverse sale di lettura sono
distribuite attorno a una torre di
vetro di sei piani con a vista i dorsi
dei libri di re Giorgio III.
Negli spazi comuni, da qualche
anno, sono comparsi tavoli, po-
stazioni di lettura, divani. È un se-
gno, forse, del modo in cui la bi-
blioteca si sta adattando alla digi-
talizzazione del sapere, poten-
ziando il suo essere anche un
luogo di incontro, di scambio di
idee. Muoversi in questi ambienti
trasmette un forte senso di fiducia
nella ricerca. Poche biblioteche al
mondo restituiscono così bene
l’idea di voler accogliere e rendere
fertile, potenzialmente, tutto il sa-
pere: quello antico come quello
contemporaneo.
Per questo, la British Library è
un luogo particolarmente adatto
per una mostra sul pensiero di Le-
onardo da Vinci: sulla sua inesau-
sta curiosità, ricchezza di idee,
profondità di visione. La bibliote-
ca possiede, d’altronde, uno dei
più importanti codici di Leonar-
do, il codice Arundel: 283 fogli che
contengono appunti presi in circa
quarant’anni, da quando Leonar-
do era un giovane pittore appena
uscito dalla bottega del Verroc-
chio, a Firenze, sino a quando, ve-
nerato, si ritira ad Amboise su in-
vito del re di Francia. Il codice
contiene annotazioni di geome-
tria, di ottica, di geologia, studi
sulle acque, ma anche note perso-
nali, disegni. Leonardo lo iniziò
per cercare di mettere ordine tra
le sue carte, copiando appunti
presi altrove con il progetto, poi
non realizzato, di una sistemazio-
ne per temi della miriade di osser-
vazioni fatte nel tempo. È lui stes-
so a dirlo nella pagina d’apertura:
«Questo fia un racolto sanza ordi-
ne, tratto di molte carte le quale io
ho qui copiate, sperando poi di
metterle per ordine alli lochi loro,
secondo le materie di che esse
tratteranno».
domenica
Manoscritto L’Arundel è uno degli oltre ven-
Leonardo ti codici leonardiani giunti sino a
da Vinci, noi (senza contare le centinaia di
«Osservazioni fogli sciolti). È grazie a queste car-
sul corso te – non ai quadri – che possiamo
dell’Arno», conoscere la ricchezza del pensie-
Codice Arundel, ro di Leonardo. Per questo, poter-
MS 263, ne osservare da vicino alcune è,
(foglio 149r), oltre che un’emozione, un privile-
Londra, gio raro: anche i quadri che cono-
The British sciamo ci appaiono in una luce di-
Library versa; come la parte più visibile –
ma paradossalmente non centrale
– di una prodigiosa ramificazione
di osservazioni mosse dalla vo-
lontà di investigare la natura in
tutte le sue forme.
Il titolo della mostra – A Mind
in Motion – rimanda proprio a
questo: alla curiosità insaziabile
nella ricerca delle leggi segrete
della natura, a partire da quelle
del movimento. Come mi dice
Stephen Parkin – tra i responsa-
bili delle Printed Heritage Collec-
DIRETTORE RESPONSABILE
Fabio Tamburini
IN REDAZIONE
Alfredo Sessa (vicecaporedattore)
Cristina Battocletti (caposervizio)
Marco Carminati (caposervizio)
Eliana Di Caro (vicecaposervizio)
Scarica l’APP
tions (1450-2000) della biblioteca
e curatore, insieme a Juliana Ba-
rone e Andrea Clarke, della mo-
stra – l’idea di concentrarsi su
questo aspetto è nata in seguito
alla disponibilità di Bill Gates a
prestare alla British Library il co-
dice Leicester (da lui acquistato
nel 1994) per i cinquecento anni
dalla morte di Leonardo. Il Leice-
ster è un codice più organico ri-
spetto all’Arundel ma molto più
esile: trentasei fogli in cui Leo-
nardo organizza le proprie idee
attorno al movimento delle ac-
que, ai fossili, alle modificazioni
geologiche, ai corpi celesti.
È a partire da questi temi che
i curatori hanno selezionato i
fogli del codice Arundel da met-
tere in mostra. In questo modo
al visitatore è offerta la possibi-
lità di osservare, in originale, di-
versi aspetti del laboratorio di
Leonardo: non solo la vastità
Lara Ricci (vicecaposervizio)
Francesca Barbiero
Stefano Biolchini
Seguici sui social:
delle sue osservazioni ma anche
il metodo attraverso cui esse si
realizzavano.
Non c’è quasi foglio che non
abbia disegni. E questo anche per-
ché l’osservazione aveva un ruolo
fondamentale. Gli studi sul movi-
mento dell’acqua permettono di
cogliere meglio di altri questa
connessione tra disegno e scrittu-
ra. L’acqua offriva la possibilità,
rara per il tempo, di poter vedere
l’energia cinetica. Così nel codice
Leicester alcune pagine sono de-
dicate al modo in cui l’acqua si di-
stribuisce quando, impetuosa, in-
contra un ostacolo: i disegni che
Leonardo affianca alla scrittura
rendono perfettamente la tensio-
ne tra spinta e attrito.
Queste osservazioni servivano
anche a ragioni pratiche: spezza-
re la forza dell’acqua permetteva
di elaborare soluzioni per proteg-
gere gli argini dei fiumi dall’ero-
UFFICIO GRAFICO
Cristiana Acquati (vicecaposervizio)
Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
NÉ CAPO sione. In alcuni fogli del codice
NÉ CODA Arundel, si esplora anche la pos-
sibilità di deviare il corso dell’Ar-
Palindromi di no: qui la portata dei diversi corsi
Marco Buratti d’acqua è resa con tratti più o me-
no intensi di gesso rosso, lo stes-
so che Leonardo usava per i volti
o gli animali.
Il dialogo tra le carte dei due co-
dici mette in evidenza anche la lo-
ro diversità. I fogli del Leicester
sono in una scrittura posata, fatta
nello studio, con i disegni disposti
ordinatamente sui margini; quelli
Declino del codice Arundel sono disomo-
di un giudice genei, alternano belle copie e ap-
— punti veloci. In un foglio Leonar-
O MOLLE do traccia una tavola per le pro-
BARESE, ORAMAI porzioni accanto a studi di figure
TU LA SALA per L’ultima cena; in un altro copia
SALUTI AMARO. in pulito il funzionamento di uno
È SERA, strumento di sua invenzione per
BELLOMO... respirare sott’acqua.
Inutile dire che leggere gli ori-
ginali è difficilissimo senza uno
specchio: dopo poche parole il
cervello – almeno il mio – si rifiuta
di proseguire. Ma leggere la scrit-
tura di Leonardo è fondamentale
per entrare pienamente nel suo
pensiero: oggi, fortunatamente,
disponiamo di ottimi strumenti
per farlo (nel portale E-Leo, ad
esempio, ogni codice può essere
letto in trascrizione di fianco alla
riproduzione dell’originale). Leo-
nardo era comunque anche in
grado di scrivere normalmente: lo
si vede in uno dei fogli del codice
Arundel in cui ricorda l’arrivo di
un nuovo allievo, evidentemente
perché altri potessero leggere.
Questa dimensione quotidiana
della bottega appare anche da un
altro codice che la biblioteca è riu-
ABBONARSI scita ad avere dal Victoria and Al-
bert Museum: un piccolo quader-
ALLA
no noto con il nome di codice For-
DOMENICA ster II. È uno dei taccuini da tasca
che Leonardo portava con sé nei
suoi spostamenti. Nella doppia
pagina visibile sotto la teca si ve-
dono i disegni di due piccole mac-
chine spiraliformi, legate agli stu-
di sul moto perpetuo. Un disegno
L’abbonamento simile si ritrova anche nel codice
offre la possibilità Arundel, in un foglio nel quale Le-
di avere tutti i onardo aveva schizzato anche al-
numeri dell’anno tro: il profilo di un occhio, con
sia su carta sia in tanto di ciglia, che osserva.
versione digitale © RIPRODUZIONE RISERVATA
I dettagli su
24o.it/ab-
bonamenti- LEONARDO DA VINCI:
domenica A MIND IN MOTION
o su Apple Store Londra, The British Library
e Play Store fino all’8 settembre
ART DIRECTOR
Francesco Narracci (caporedattore)
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
Romanzi libertini. Satira, pornografia e utopie in cui il povero non possiede meno diritti del ricco hanno avuto,
grazie al rinnovamento di costumi e idee, un ruolo decisivo nel provocare la caduta dell’assolutismo monarchico
Libri che fecero la Rivoluzione
Giuseppe Scaraffia
S W
pesso sembrava che la
presenza di Beaumar-
chais trasformasse la vi-
ta in commedia. Persino
le morti misteriose delle
sue due ricche mogli
non riuscivano a fare assumere a
quella movimentata esistenza i toni
della tragedia. Nessuno si stupì
quando il sovrano più libertino della
storia di Francia convocò l’autore,
momentaneamente in disgrazia, per
una missione segreta: andare in In-
ghilterra per sventare l’uscita dei Mé-
moires secrets d'une femme publique,
un pamphlet contro l’amante del re,
madame du Barry. Certo conteneva
diversi passaggi rubati ad analoghe
pubblicazioni, ma era una cosa che
accadeva spesso in un ambito illegale
e in un’epoca in cui il diritto d’autore
non era ancora tutelato.
Insieme ad alcune calunnie il li-
bro conteneva molte verità e poche
novità. Il pubblico francese che di-
vorava avidamente quel genere di
pubblicazioni non si stancava mai
di ridere alle spalle della passione
senile di Luigi XV per quella bellis-
sima avventuriera.
Lo spregiudicato autore, Théve-
neau de Morande, era un vero profes-
sionista del ricatto; mandava a perso-
naggi in vista come Voltaire un elen-
co delle calunnie che avrebbe potuto
pubblicare, ottenendo non di rado le
somme che chiedeva in cambio del
silenzio. Dopo una laboriosa trattati-
va, consegnò il manoscritto e i tremi-
la esemplari già stampati. Ma al ritor-
no Beaumarchais non ottenne nulla,
perché il re era morto e la du Barry era
caduta in disgrazia. Allora il comme-
diografo, a metà tra divertito e secca-
to, si sfogò con Morande, intanto pas-
sato al suo servizio: «Il caso mi arruo-
la per fermare la pubblicazione di
un’opera scandalosa, lavoro giorno e
notte per sei settimane, spendo 500
luigi per evitare innumerevoli mali.
Lei con questo lavoro si guadagna
100mila franchi e la tranquillità, e io
non so nemmeno se verrò mai rim-
borsato delle spese di viaggio».
Ma le avventure dello scrittore
non erano ancora finite. Maria Anto-
nietta, oltre alle sue celebri civette-
rie, prestava il fianco alle critiche di
chi, non conoscendo i problemi ses-
suali di Luigi XVI, si preoccupava
dell’apparente sterilità della regina.
Beaumarchais era stato spedito oltre
Manica per fermare la penna di un
certo Angelucci. Portava al collo una
Il ricordo
«Nani» Filippini, il ribelle innamorato della letteratura
Mario Andreose
A
raccontare di Enrico “Nani”
Filippini (1932-1988) mi vie-
ne naturale evocare la cele-
bre esortazione di Arbasino
del “viaggio a Chiasso” rivolta agli in-
tellettuali nostrani nell’intento di
sprovincializzare la cultura italiana:
Nani compie il percorso inverso e
quasi sicuramente ha già letto il
Tractatus di Wittgenstein e i Mano-
scritti economici e filosofici di Marx
quando varca la frontiera di Chiasso
verso Milano, poco più che ventenne.
Nani aveva già messo su famiglia e
aveva pure insegnato, senza molto
entusiasmo, in una scuola elementare
di Ascona; intanto aveva imparato il
tedesco immerso nella biblioteca del
suocero filosofo. Nani ci ha racconta-
to che a Milano era venuto espressa-
mente per studiare con Antonio Ban-
fi, ma credo che non minore richiamo
abbiano esercitato su di lui le ragazze
e il buon vino. Certo, agli occhi di un
giovane studioso attratto dalla filoso-
fia, Banfi era anche il direttore di una
collana, “Idee nuove” (Bompiani),
che, in pieno fascismo e durante la
guerra, aveva rotto l’embargo del-
l’idealismo crociano e gentiliano.
Banfi muore nel ’57 e Nani si lau-
rea con Enzo Paci nel ’59. Anche Paci,
come il suo maestro Banfi, aveva cre-
ato una scuola con i suoi scolari più
scatola d'oro con dentro un salva-
condotto per il calunniatore, nel caso
si fosse pentito. Ma Angelucci, dopo
una breve trattativa, aveva ceduto il
pamphlet salvo poi fuggire in Euro-
pa con una copia. Beaumarchais, che
l'aveva inseguito, sosteneva di esse-
re stato aggredito da tre briganti su-
bito dopo avere recuperato il mano-
scritto. La scatola d’oro aveva devia-
to una pugnalata, che l'aveva solo
scalfito. Soltanto l’intervento del po-
stiglione lo aveva salvato dal peggio.
Alcune incongruenze del racconto
fecero sospettare che lo scrittore si
fosse inventato tutto o fosse addirit-
tura l’autore del pamphlet. Ma alla
fine, dopo un mese di carcere a Vien-
na, era stato rilasciato con tutti gli
onori e il permesso di mandare in
scena Il barbiere di Siviglia.
In questo magnifico volume, co-
struito su uno studio accurato sulla
vendita e sulle vicissitudini dei libri
proibiti, Darnton rivela la vitalità del-
le edizioni clandestine settecente-
sche. Sicuramente la proibizione
contribuiva a rendere piccanti quelle
opere. «Quando viene proclamata la
condanna di un libro, gli operai della
stamperia esclamano: “Bene, un'altra
edizione”», scriveva Denis Diderot,
incarcerato per avere violato la legge
con un’opera filosofica e con I gioielli
indiscreti, trasparente parodia della
corte di Versailles.
I libelli erano il punto d’approdo di
una congerie di pettegolezzi, canzo-
ni, caricature e barzellette. Ma «gli
autori dei romanzi libertini - nota
Daria Galateria nell’illuminante pre-
fazione - sono per lo più borghesi che
denunciano la corruzione dei primi
due Stati, chiesa e aristocrazia»,
usando qualsiasi espediente.
Era nato un nuovo genere lettera-
rio basato sul pettegolezzo e sulla ca-
lunnia. Paradossalmente l’enfatizza-
zione del libertinaggio dei nobili pre-
si di mira contribuirà a creare la leg-
genda dell’infinita frivolezza e della
raffinata immoralità dell’aristocrazia
francese. Quando un tipico esempio
La funzione storica
di best seller basati
sulla dissacrazione,
letti avidamente
da popolo e nobiltà
brillanti. Una volta laureati, alcuni
venivano indirizzati alla carriera ac-
cademica, altri all’editoria. Per citar-
ne alcuni del primo gruppo, in ordine
più o meno cronologico: Carlo Sini,
Giovanni Piana, Andrea Bonomi, Sal-
vatore Veca, Pier Aldo Rovatti, Stefa-
no Zecchi; del secondo: Paolo Caruso,
Evaldo Violo, Carlo Mainoldi.
E Nani, il prediletto? Intanto si sot-
trae alla prospettiva universitaria,
che Paci gli aveva preconizzato facile
e veloce con approdo in cattedra, cau-
sa carenza, sono sue parole, di libido
docendi, per poi dichiarare al maestro,
costernato, che il suo primo obiettivo
ora è scrivere. La sua prima, libera
professione è in realtà quella di tra-
duttore, soprattutto per la Feltrinelli
perché è il momento in cui Giangia-
como e Inge guardano con maggiore
interesse alla letteratura germanica
emergente tra Gruppo 47 e i roman-
zieri svizzeri come Friedrich Dürren-
matt e Max Frisch. Di molti di loro, tra
cui Günther Grass, Uwe Johnson e lo
stesso Frisch, oltre che traduttore,
Nani diventa amico e apprezzato in-
terlocutore. Più che naturale che un
giorno gli arrivi dalla Feltrinelli l’of-
ferta di entrare in redazione.
In quel momento la casa editrice
navigava con il vento in poppa del
Dottor Živago e del Gattopardo, che
Civetteria di quel mondo, il vescovo libertino
e pettegolezzi Talleyrand, sosterrà che chi non ave-
Kirsten Durst va conosciuto l’Ancien Régime non
nel ruolo di Maria aveva conosciuto la douceur de vivre,
Antonietta (dal è proprio a quella fantasmagoria di
film “Marie calunnie e di verità che avrebbero
Antoniette”, di pensato i lettori.
Sofia Coppola, Ma i deliziosi Anecdotes sur mada-
2006) me la comtesse Du Barry sono qualco-
sa di più di un virulento pamphlet
contro la donna che, secondo l’opi-
nione diffusa, stava mandando in ro-
vina il regno.. Grazie all’abilità del-
l’autore degli Anecdotes il lettore ha la
possibilità di sbirciare nella vita quo-
tidiana della reggia. Si parte con finta
benevolenza dall’oscura infanzia di
Jeanne, futura marchesa du Barry per
seguirla nell’abituale percorso delle
donne di piacere. Il primo passo è
l’ingresso in una sartoria dove lo
spettacolo della moda inaugura un
processo di corruzione che spinge la
l’avevano, oltre tutto, affrancata dal-
l’immagine di braccio editoriale del
Pci. Fedele alla missione di mante-
nersi uno spazio per la sua creatività
e lo studio, accetta di buon grado, ma
chiede di lavorare mezza giornata.
Gli riesce anche di conciliare il lavoro
Eclettico editoriale, che non ti abbandona
Enrico “Nani” mai, con un corso di dottorato a Pari-
Filippini (1932- gi, dove integra il suo carnet di fre-
1988) è stato quentazioni con Claude Lévi-
giornalista, Strauss, Roland Barthes e, ancora
traduttore, più intensamente, con Maurice Mer-
consulente leau-Ponty e Paul Ricoeur.
letterario, grafico In campo filosofico, assieme a te-
sti di Walter Benjamin e Ludwig Bin-
swanger, la sua traduzione di mag-
giore impegno è la fondamentale
Crisi delle scienze europee e la fenome-
nologia trascendentale di Edmund
Husserl, che è anche l’occasione del
nostro primo incontro, poiché ne
avrei curato la pubblicazione in
quanto fresco redattore del Saggia-
tore di Alberto Mondadori. Gliel’ave-
va commissionata Enzo Paci, appro-
dato al Saggiatore dopo un breve
passaggio alla Bompiani, dove era
succeduto ad Antonio Banfi; posto
subito occupato, in forma assai più
stabile, da Umberto Eco.
Instancabile sul lavoro, lo era an-
che nella vita sociale e sentimentale,
con un piglio di rampollo della lost
fanciulla verso il vizio. «Doveva avere
sedici anni, ma era già incantevole,
un aspetto vivace ma nobile, un viso
ovale, grandi occhi profondi con uno
sguardo obliquo che la rendeva anco-
ra più seducente, una pelle candida,
una bellissima bocca, dei piedini deli-
ziosi». A parlare adesso non è più il
narratore, ma una celebre mezzana
di Parigi che può, senza sminuire la
simulata serietà del libro, affrontare
i temi più scabrosi.
L’altra faccia di questa produzione
è quella dei pamphlet politici e dei ro-
manzi utopici, come L’An 2440 di
Louis-Sébastien Mercier, ritratto di
una società ugualitaria in cui le don-
ne, al centro della società settecente-
sca, vengono relegate in casa e «non
possono neppure sedere accanto agli
uomini durante le funzioni in onore
dell’Essere supremo». Il severo uto-
pista apparteneva alla schiera di
generation e di anticipatore del li-
bertario ’68. Alla guida della sua MG,
che sembrava la fusoliera di un idro-
volante, usava carburarsi di tanto in
tanto con una fiaschetta di whisky,
tra una gauloise e l’altra, ma allora
non ci si faceva gran caso e quindi,
probabilmente, nemmeno la coéqui-
pière di turno. Un Leporello che vo-
lesse compilare il catalogo delle sue
belle disporrebbe di un ventaglio
meno dispersivo e qualunquista del
collega mozartiano: qui, all’impre-
scindibile venustà si associavano
l’intelligenza e l’eleganza; un valore
aggiunto poteva essere il bilingui-
smo, come il suo.
Alla Feltrinelli il clima cambia
quando Giangiacomo, già vicino a
Fidel Castro e Che Guevara, sceglie
la clandestinità. Nani, che pur ave-
va contribuito all’edizione delle
opere del Che, sente il bisogno di
cambiare aria e approda al Saggia-
tore con una collana che fin dal tito-
lo, “Gutenberg & Company”, rispec-
chia il suo enciclopedico ecletti-
smo; la grafica, strabiliante per in-
novazione, di Pierluigi Cerri, forse
il più grande amico di Nani.
Ultima tappa del percorso edito-
riale librario di Nani Filippini è stata
la Bompiani, dove trova il coetaneo
Umberto Eco e il poeta Antonio Por-
AFP
quanti, vista delusa la loro speranza
di seguire le tracce di Rousseau e Vol-
taire, si erano spesso trovati costretti,
per sopravvivere, a uscire dalla lega-
lità. Durante la rivoluzione, Mercier
ebbe l’audacia di contraddire Robe-
spierre che paragonava i giacobini
agli antichi romani. «No, voi non sie-
te dei Romani, siete la personificazio-
ne dell’ignoranza!». Arrestato e poi
liberato alla fine del Terrore, Mercier
si tenne per un po’ lontano dalla poli-
tica. Deluso da Bonaparte diceva:
«Vivo soltanto per vedere come finirà
tutto ciò». Ma morì pochi giorni dopo
il ritorno dei Borboni.
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LIBRI PROIBITI
Robert Darnton
Prefazione di Daria Galateria,
il Saggiatore, Milano, pagg. 464, € 35
ta che, con il suo vero nome di Leo
Paolazzi, ne è il direttore generale.
Nel frattempo (’71) Valentino Bom-
piani aveva venduto la casa editrice
a Carlo Caracciolo, che poi la cederà
all’Ifi degli Agnelli: è uno degli inizi
della gestione manageriale delle ca-
se editrici, che Nani, non proprio a
suo agio, definirà di tipo burocrati-
co. A mia volta, trasferito alla Mon-
dadori, nel settore editoriale ragazzi
e coedizioni, in una periferia rurale
di Verona, con campo di tennis e pi-
scina accanto, apprezzo la lontanan-
za da Milano, teatro pulsante di lace-
razioni politiche e sociali. Nel suo
scontento Nani mi telefona una vol-
ta per propormi un posto di suo alter
ego alla Bompiani, tipo: io alla cuci-
na e lui al mercato, ma ho pensato
che il tempo per un trasferimento al-
la Bompiani non era ancora maturo.
Poi (’76) ho avuto io l’opportunità di
ricambiarne l’attenzione quando
Mario Formenton, allora presidente
della Mondadori, sul punto di fon-
dare Repubblica, in società con Ca-
racciolo e Scalfari, mi chiese se ave-
vo qualcuno da segnalare per la re-
dazione della cultura. Ho subito
pensato: nessuno meglio di lui, e so
che per lui, a 44 anni, è stato l’inizio
di una nuova vita.
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19
Terza pagina
Novalis
Il pensiero
audace
del poeta
romantico
Armando Torno
SPECULAZIONE ilhelm Windelband
E AFFARISMO (1848-1915) fu uno dei
AL TEMPO più lucidi sostenitori del
DELLA REGINA ritorno a Kant, il cui pen-
VITTORIA siero avrebbe decostruito le tesi di
positivismo e materialismo. Convin-
to che la filosofia dovesse combatte-
re l’orientamento unilaterale verso le
scienze naturali, propose la necessità
di basarla su logica, etica ed estetica,
discipline che costituivano a suo giu-
Gilbert Keith dizio i campi d’indagine del pensie-
Chesterton ro. Escludeva, oltre le rimasticature
(1874-1936, nella positiviste, la metafisica (considera-
foto) non è stato ta conoscenza puramente dogmatica
soltanto della realtà), ma anche la psicologia,
l’inventore troppo empirica. Windelband pub-
di Padre Brown, blicò a Lipsia tra il 1878 e il 1880 una
ma anche uno Storia della filosofia moderna in due
dei più colti volumi, nella quale – citiamo dal I ca-
e anticonformisti pitolo della III parte – dopo aver ri-
intellettuali cordato Goethe, osserva che nel ro-
europei della manticismo «tutte le linee della cul-
prima metà del tura umana convergono verso il
’900. Di lui ritorna punto in cui, allo stesso posto, devo-
in libreria no trovarsi il Poeta e il Filosofo». Ov-
“Piccola storia viamente si sofferma su Novalis e,
d’Inghilterra” dopo aver sentenziato che «era di
(a cura di Paolo una natura molle e sognatrice», rife-
Gulisano, Oaks risce una sua frase: «Il mondo diven-
Editrice, ta sogno, il sogno diventa mondo». Il
pagg. 220, € 18), personaggio gli sfugge, anzi gli causa
che delinea le disagio; più avanti asserisce che nel
vicende inglesi suo pensiero «si nota la tendenza a
con gli occhi di un cercare una sottomissione di tutta la
cattolico che mai cultura a un principio religioso».
si è rassegnato Non conviene chiosare i giudizi di
al dilagante Windelband, utili anche quando
materialismo. sembrano più frettolosi che medita-
Chesterton narra ti; diremo piuttosto che la figura di
i fatti dall’epoca Novalis non è ancora ben valutata e
leggendaria al i manuali di storia della filosofia la
“ritorno dei considerano marginale e sovente la
barbari”, che è tratteggiano parlando di Fichte, che
il tempo della egli conobbe personalmente insie-
regina Vittoria, me a Hölderlin a Jena, a casa
quando la Niethammer. Novalis, comunque, si
speculazione allontanerà dal grande pensatore
e l’affarismo idealista, giungendo a una concezio-
sostituirono la ne diversa della coscienza, tanto che
nobiltà. Senza nei suoi Studi su Fichte la chiamerà
dimenticare le «un’immagine dell’essere nell’esse-
crociate, re». Un’intuizione che soltanto nel-
sant’Edoardo l’ultima fase del suo pensiero sarà
e i re normanni, considerata dallo stesso Fichte, ma
che in quegli anni portava Novalis a
le guerre con la
Francia e tutti intendere l’opera d’arte come imma-
gli altri, gine vivente del rapporto che si crea
tra l’attività conscia e quella incon-
i Plantageneti
e gli usurpatori scia. In tal modo l’Io (con la maiusco-
la perché ormai era un protagoni-
sta), «dotato di una forza geroglifi-
ca», può alimentare qualcosa che
non si colloca soltanto nell’opinabi-
le, ma anche nella dimensione del-
l’essere e del vero. Novalis può scri-
vere: «Verità è la forma dell’appa-
A BERGAMO
renza – apparenza la forma della ve-
rità». Negli Studi su Hermsterhuis,
LA MOSTRA che risalgono al 1797, nota che il
DEDICATA compito dell’arte è di sintetizzare
AI DISEGNI materialità e spiritualità.
DI FILIPPINI Potremmo continuare, ripren-
dendo le trame di tali intuizioni, ri-
cordando che Novalis vedeva uniti,
in origine, poeti e sacerdoti, anzi
«erano una cosa sola»; inoltre, in
contrasto con Schlegel, egli preferiva
affidare alla fiaba e non al romanzo
il compito di dar forma al genere let-
terario eminente. Tutto questo e an-
il 15 luglio che altro è possibile ora ritrovarlo nel
alle 18, volume Scritti filosofici di Novalis, a
nell’ambito della cura di Fabrizio Desideri e Giampiero
ventesima Moretti, che la Morcelliana ha ripub-
edizione della blicato in un’edizione nuova, pro-
“Milanesiana”, fondamente rivista, con correzione
la rassegna di sviste e refusi rispetto alla prima e
culturale ideata unica traduzione apparsa in due vo-
e diretta da lumi da Einaudi nel 1993.
Elisabetta Sgarbi, Novalis ha vissuto tra il 1772 e il
sarà inaugurata la 1801 ma il suo pensiero non è un
mostra “Disegni” semplicemente o soltanto accumulo
(fino al 3 agosto, di frammenti con osservazioni anche
Galleria Ceribelli, matematiche, come qualcuno ame-
via San Tomaso rebbe credere, e questo grosso volu-
86, Bergamo) me ne è la prova. Dai lavori giovanili
dedicata a Enrico ai testi preparatori, dagli studi scien-
Filippini. La tifici alle annotazioni tecniche, si ri-
mostra è a cura scopre un pensatore sorprendente
di Concita oltre che un letterato romantico. Il
Filippini ed quale nei Frammenti e studi 1799-
Elisabetta Sgarbi. 1800 scrisse: «Per chi è veramente
Intervengono religioso nulla è peccato».
Concita Filippini, © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giacomo
Marramao, Paolo
Mauri, Mario SCRITTI FILOSOFICI
Andreose, Arialdo Novalis
Ceribelli Morcelliana, Brescia, pagg. 1.264, € 55
20
Letteratura
Critica letteraria. Questo tipo di
scrittura è soprattutto ricerca, respiro
investigativo sciolto da ogni vincolo
Libero
come
un saggio
Gino Ruozzi
A
introdurre il libro di
Massimo Rizzante L’al-
bero del romanzo c’è
un’illuminante prefa-
zione di Milan Kundera
intitolata L’arte del sag-
gio. Da par suo Kundera sottolinea
l’importanza della scrittura saggistica,
che è innanzitutto libertà di ricerca,
respiro investigativo sciolto da ogni
vincolo. Il saggio è sinonimo di curio-
sità, di voglia di scoprire e di racconta-
re, come è stato all’origine per gli es-
sais di Montaigne e per gli essays di Ba-
cone, che nel Rinascimento hanno da-
to vita a questo fondamentale genere
letterario della modernità. In partico-
lare Kundera sottolinea che la «forma
di un saggio letterario sulla letteratura
è ispirata soltanto dall’opera concreta
che è l’oggetto della sua riflessione. E
poiché ogni opera letteraria degna di
questo nome possiede una sua pro-
blematica unica e inimitabile, la forma
del saggio non può che essere, an-
ch’essa, unica e inimitabile».
C’è forse un ulteriore aspetto for-
male da mettere in luce. Noi abitual-
mente chiamiamo saggio sia il libro
sia i suoi singoli pezzi interni. Ci può
essere il libro – saggio che nasce da
un’idea e si sviluppa in modo sostan-
zialmente unitario, e ci può essere il
libro composto di tanti saggi, quindi
saggio di saggi, di scritti e idee che
possono essere diverse e che anzi è be-
ne che siano differenti e a volte diver-
genti, proprio per quella essenziale
natura multipla che la scrittura saggi-
stica ha nel proprio Dna. È un po’ la
differenza tra un romanzo e una rac-
colta di racconti; la raccolta di raccon-
ti, nonostante tante correnti semplifi-
cazioni, non è un romanzo; resta, per
fortuna, una raccolta di racconti: non
tutto si può omologare alle forme do-
minanti. Oggi si parla tra l’altro molto
di contaminazioni tra scrittura narra-
tiva e scrittura saggistica: incroci e
ibridizzazioni positive che si nutrono
a vicenda. Anche la saggistica è diven-
tata più narrativa, più basata sul rac-
conto di una visione personale che
proprio per questo può risultare più
coinvolgente e interessante. D’altra
Dall’intuizione alla dimostrazione
Ma la letteratura serve ai matematici?
Paolo Maria Mariano
S
erve la letteratura agli
scienziati? La domanda
opposta ha di certo ri-
sposta affermativa. E
non mi riferisco tanto a tecniche
di conservazione e di datazione di
manoscritti antichi (ah, Artemi-
doro!), oppure a sistemi statistici
automatizzati che rivelino quan-
te volte quell’autore abbia usato
quella tale espressione, o un
qualcosa di simile offerto dalle
possibilità del progresso tecnolo-
gico. Penso semmai alle influen-
ze del pensiero scientifico sulla
narrativa d’invenzione – per così
dire – e sulla poesia, influenze
che possiamo rilevare essere pre-
senti nei temi, nello stile, nella
struttura del racconto, perfino
influenze esercitate per contrasto
a uno sguardo scientifico sul
mondo. Gli esempi di ciascuno di
questi aspetti sono molteplici.
Non è, però, necessario farne
elenco perché qui si parla del pro-
cesso contrario e forse bisogna
anche intendere in che senso,
perché “scienza” è una parola che
abbraccia territori vasti e multi-
formi, con confini frastagliati,
parte questo è il modello meraviglioso
e gigantesco di Montaigne.
Il libro di Rizzante raccoglie saggi di
letterature del mondo, soprattutto eu-
ropee e latino-americane. Include pure
taccuini di viaggio, note biografiche e
letterarie dal Messico, da Cuba, dal
Giappone. I saggi sono spesso compo-
sti di «brevi capitoletti, quasi si trattas-
se di suite di aforismi» scrive Kundera.
Il principale oggetto di indagine è il ro-
manzo, nella sua evoluzione storico –
geografica e nelle sue numerose identi-
tà in trasformazione. Ci sono osserva-
zioni importanti su Boccaccio e su Sve-
vo (in particolare sull’apologo Una bur-
la riuscita), su Nabokov, sul giapponese
Kenzaburō Ōe, sugli argentini Borges
e Ricardo Piglia. Il saggio più significa-
tivo è probabilmente L’ironia e il riso.
Storia di un duplice apprendistato: Italo
Calvino e Milan Kundera. Sono due im-
prescindibili maestri, in parte concordi
e infine differenti nelle scelte narrative
e ideali: da un lato l’enciclopedismo
ironico di Calvino alla ricerca di «figure
esemplari delle infinite possibilità di
costruzione e decostruzione del co-
smo»; dall’altro il primato assegnato da
Kundera alla prosa romanzesca «del-
l’esistenza quotidiana», il suo humour
di epopea dal basso tra Rabelais e Cer-
vantes, la «sua lotta irriverente contro
lo spirito teorico e enciclopedico».
La presenza di Calvino è irrinuncia-
bile in ogni discorso critico sul Nove-
cento e sul Duemila. Basti pensare al
rilievo che hanno le citatissime Lezioni
americane. Si tratta più del Calvino
concettuale che del Calvino propria-
mente narratore. Ne parla in modo
preciso ed esemplare Antonio Saccone
nel saggio Calvino e i poeti “scienziati”
della letteratura latina nel volume «Se-
colo che ci squarti… secolo che ci incan-
ti», facendo riferimento al recupero e
all’interpretazione di Lucrezio e di
Ovidio. Grazie anche alla rilettura cal-
viniana di questi classici latini Saccone
mette in discussione l’idea riduttiva di
un Calvino «combinatorio» e «conso-
latorio», rilevandone «l’ossimorica
problematicità» e le persistenti «mac-
chie di inquietudine». È questo il filo
rosso che corre lungo l’intero volume,
spesso permeabili.
Per esperienza diretta, tendo
istintivamente a restringere la
domanda iniziale a coloro che si
occupano di edificare rappresen-
tazioni matematiche (modelli) di
classi di fenomeni, osservati in
maniera istintiva o attraverso
esperimenti guidati da previsioni
teoriche, corroborate o falsificate
dai risultati. Per usare una for-
mula breve, direi che tendo a ri-
durre la domanda alla fisica ma-
tematica, costruzione offerta e
filtrata dagli esseri umani, come
filtrato da loro (da noi) è tutto il
processo di conoscenza. Allora,
per cercare una risposta alla do-
manda iniziale, è necessario pen-
sare agli esseri umani che svol-
gono quell’attività scientifica e al
modo in cui s’accostano (ove lo
facciano) alla lettura di un ro-
manzo o di una poesia. Un neu-
robiologo come Samir Zeki ten-
derebbe ad eliminare la questio-
ne, affermando che il cervello
non distingue tra cultura umani-
stica e quella scientifica. D’altra
parte, seppur io stesso sia con-
vinto che il processo interiore in
Poeta dalla splendida e intensa citazione di
«scienziato» Ungaretti che dà il titolo al libro al-
Italo Calvino l’analisi dello stile “chimico” di Primo
ritratto nel 1972 Levi, determinante per comprendere
l’innovativo e fruttuoso nesso nove-
centesco di letteratura e scienze.
Alessandra Sarchi indaga la rela-
zione tra letteratura e arti, in particola-
re pittura, cinema e fotografia. Esami-
na autori che hanno dedicato al mon-
do delle immagini un ruolo rilevante
nelle proprie opere oltre che averlo
vissuto in prima persona. Prima degli
approfondimenti specifici Sarchi ri-
volge pagine di grande chiarezza alla
definizione e alle esperienze di neore-
alismo dopo la seconda guerra mon-
diale, eccellenti per informazioni e ri-
costruzione critica. Penetranti le os-
servazioni su Paolo Volponi, uno dei
narratori più complessi e persuasivi
del Novecento, romanziere di utopie
e di industria, esperto di pittura so-
prattutto secentesca. Scrive Sarchi che
«come per Pasolini», di cui fu tra i fe-
deli amici, «anche per Volponi il riferi-
mento alla pittura e la sua verbalizza-
zione, in poesia e in prosa, erano un
atto conoscitivo, materiale vivo e or-
ganico di un modo di guardare il mon-
do». Le note sulla poetica delle «appa-
renze» di Gianni Celati sono tra le mi-
gliori sullo scrittore di Sondrio.
In Sequenze Giampaolo Borghello
traccia percorsi critici che coniugano
letture e ricordi. Sono ritratti di scritto-
ri, amici e colleghi tanto rigorosi quan-
to partecipi, rievocazioni di biografie,
opere, emozioni. C’è in primo luogo
l’universo del Friuli Venezia Giulia,
con Pasolini, Biagio Marin, Carlo Sgor-
MATTOTTI uno scienziato teorico segua sen-
E MORESCO tieri analoghi a quelli percorsi dal
A TEMPIO poeta, dal romanziere, in genera-
PAUSANIA PER le da chi chiamiamo artista per
BOOKOLICA tradizione ed educazione, anzi,
perfino sentieri coincidenti, resta
sospesa la questione del se, o no,
gli esperimenti di Zeki siano
esaustivi per decidere nel verso
che egli sostiene. L’essenza della
questione non è, però, nella man-
In Sardegna, canza di distinzione operata dal
a Tempio Pausania cervello, vera o presunta che sia.
e Bortigiadas, dal Non credo anche che sia molto
26 al 28 luglio utile richiamare le ricorrenti af-
e dal 30 luglio fermazioni di tanti scienziati che
e 4 agosto ricordano con affetto (come capi-
si svolge il festival ta anche a me) i loro studi umani-
dei lettori stici pre-universitari. Né può es-
«Bookolica». sere decisivo elencare casi speci-
Tra gli ospiti, fici, come, ad esempio, ricordare
lo scrittore che Edward Witten, professore a
Antonio Moresco Princeton, sulla cattedra che fu di
e l’illustratore, Einstein, Witten che è il più in-
fumettista fluente fisico teorico vivente, ab-
e regista Lorenzo bia conseguito un diploma uni-
Mattotti versitario in storia e linguistica,
(nella foto) cominciando a fare il giornalista,
prima di ottenere un dottorato in
fisica, ricevere la medaglia Fields
in matematica, e diventare il ma-
AFP
lon, Bruno Maier, Giuseppe Petronio.
C’è quello della Scuola Normale di Pisa
inquadrato nel passaggio da un «clima
ancora tendenzialmente crociano» ai
«lampi sessantotteschi», sorgente di
una ininterrotta meditazione di Bor-
ghello sul rapporto tra cultura e politi-
ca. In quest’ottica brillano i saggi sul
latinista Concetto Marchesi e sull’ita-
lianista e scrittore Silvio Guarnieri, og-
gi purtroppo quasi dimenticato, per il
quale Calvino addita un’ammirevole
«zona Guarnieri» fatta di «verità mo-
rale ed esistenziale», di «fatti che dan-
no forma e senso alla vita».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA FELICITÀ DELLE IMMAGINI,
IL PESO DELLE PAROLE. CINQUE
ESERCIZI DI LETTURA DI MORAVIA,
VOLPONI, PASOLINI, CALVINO, CELATI
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go delle teorie fisiche di “grande
unificazione”. Non è neanche de-
cisivo notare che Philip Holmes,
anche lui a Princeton, uno dei
maggiori esperti di dinamica non
lineare delle strutture, abbia
pubblicato quattro libri di poesia
e possa tenere senza alcun pate-
ma un corso universitario sulla
poesia del Novecento, pur egli
privo di quei titoli che lo attribui-
rebbero “d’ufficio” alla gilda dei
critici letterari. Sì, parlare di que-
ste cose non è decisivo perché qui
si tratta di altro. L’essenza della
questione non è qui.
«Si ha un bel dire che io derivo
da lui, o lui da me; io che non so
l’algebra, non capisco una sola
parola delle sue teorie. E dubito
che lui, a sua volta, abbia letto i
miei romanzi», scriveva Proust al
suo amico fisico Armand de la
Guiche, a proposito di Einstein,
nel dicembre 1921. E Proust colse
un punto fondamentale. Se, in-
fatti, ci figuriamo chi è chino su
un foglio di carta o guarda con
preoccupante fissità una lavagna
nel tentativo di trovare la dimo-
strazione matematica di qualco-
Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
Bartol de Cavalls. Suo il manoscritto
che inaugura la letteratura valenciana
Il gran copista
che trafficava formaggi
Lorenzo Tomasin
B
LA SCUOLA artol de Cavalls è un perso-
ESTIVA DI STUDI naggio ben noto ai pochi,
LEOPARDIANI ma qualificati conoscitori
PASCOLIANI E della letteratura catalana
MONTALIANI medievale: è il copista che nel 1395
allestisce l’elegante copia mano-
scritta del volgarizzamento dei Fatti
e detti memorabili di Valerio Massi-
mo, tradotti nella lingua di Valencia
dal monaco Antoni Canals. L’opera,
dedicata al Consiglio cittadino di
A Milano Barcellona, fu consegnata solenne-
dal 15 al 17 mente dallo stesso amanuense ai
luglio, barcellonesi su incarico del cardi-
all’Università nale Giacomo d’Aragona. In quel te-
Cattolica si terrà sto, che traduce il dettato di un clas-
la IV edizione sico della letteratura latina, si rico-
della Scuola nosce l’atto di nascita della lettera-
estiva tura in lingua valenciana (una
internazionale di parlata della famiglia linguistica ca-
Studi talana). La vicenda della consegna
Leopardiani, del codice è narrata nel manoscritto
Pascoliani e stesso, in una sorta di premessa ag-
Montaliani. giunta per cura dei barcellonesi al
Tra i docenti prezioso manufatto miniato e deco-
Fiorenza rato, che oggi si trova all’Archivio
Ceragioli, storico della capitale catalana.
Tatiana Crivelli, Fino a oggi, la sola testimonian-
Angelo za disponibile sul copista Bartol era
Colombo, appunto quel codice, a cui non s’ac-
Giuseppe compagnano altri libri manoscritti
Farinelli, Angela a lui attribuibili con certezza. È
Ida Villa, quindi un puro caso se, a molte cen-
Maurizio tinaia di chilometri da Valencia,
Perugi, Nadia cioè a Prato in Toscana, si sono con-
Ebani, Annalisa servate alcune decine di lettere pri-
Cima, Antonio vate che lo stesso Bartol scrisse nel-
Zollino, l’esercizio di una funzione ben di-
Mariagrazia versa da quella di copista di lusso:
Carlone. lettere che documentano d’una atti-
(www.unicatt.it/ vità mercantile di trafficante di for-
leopardi-pascoli- maggi, fideus (i tipici vermicelli va-
montale) lenciani) e d’altre merci varie (tra le
quali, occasionalmente, anche
qualche schiavo!), che Bartol svol-
geva tra Valencia e le Baleari nel pri-
mi anni del Quattrocento. Un se-
condo mestiere, per un uomo cui
l’artigianato della penna non ren-
deva forse abbastanza.
Bartol cerca di scrivere le sue let-
tere in italiano, perché si rivolge a
membri della compagnia commer-
ciale toscana dei Datini, attivissima
in quel quadrante mediterraneo; es-
se si sono conservate nell’enorme
giacimento dell’Archivio di Stato di
Prato, che custodisce – e cataloga e
digitalizza con uno zelo degno delle
migliori istituzioni culturali – le ol-
tre centoquarantamila (!) lettere
commerciali lasciate da Francesco
di Marco Datini (1335-1410), uno dei
più grandi mercanti del Medioevo.
A rendere particolarmente inte-
ressanti le lettere di Bartol alla
compagnia Datini non è solo la loro
COVER sa che “sente” possa essere vero,
STORY per quella persona l’aver letto o
meno ottima letteratura è inin-
fluente ai fini della dimostrazio-
ne che cerca o della sua negazio-
ne. A quella persona serve cono-
scere matematica, non una prosa
elegante che parli dell’interazio-
ne emozionale dell’essere umano
con il mondo, quindi anche con
sé stesso: la letteratura. Chiude
questo la questione? In realtà no
Cin cin perché c’è quel “sente”, c’è l’in-
tipografico venzione che emerge dalla mace-
Eccellente razione delle proprie conoscen-
la copertina ze, da quella sospensione del
che Rizzoli Usa tempo nella riflessione che fre-
sceglie per quentare la grande letteratura –
questo libro sui non la sciatta paratassi che so-
cocktail francesi: stiene storielle alla moda – aiuta
la tipografia a creare. Poi c’è la persona. La let-
«realizza» teratura esprime uno sguardo sul
un tipico calice, mondo e in questo può aiutare a
con tanto costruire la persona. Può tra-
di stecco. Cin cin smettere la necessità di alleviare
(s.sa.) le istanze dell’interesse persona-
le, del timore della possibile pro-
pria marginalizzazione per
l’emergere di altrui qualità. Può
aiutare a non rimanere soli con la
propria miseria, danneggiando
lingua, un italiano saturo d’ele-
menti catalani che il copista-mer-
cante apprese sul campo, parlando
con i mercanti italiani conosciuti
nei suoi traffici catalano-balearici:
si tratta insomma di uno degli epi-
sodi più rilevanti dell’intenso con-
tatto linguistico italo-catalano tipi-
co di quell’epoca.
Notevole è anche il contenuto dei
testi, in cui Bartol non parla solo di
merci spedite, ricevute o perdute
(come capita per una partita di for-
maggi andata a male per il caldo),
ma anche dei suoi casi privati: della
sua famiglia, ad esempio, e in parti-
colare di un figlio Lorenzo che lo fa
ammattire dandogli a credere di
trovarsi a Venezia per commerciare,
e non – com’egli apprende dai suoi
corrispondenti – a Maiorca a fare la
bella vita (già allora!). Quel taccagno
(così lo chiama, usando un tipico
termine iberico che solo più tardi si
diffonderà anche in italiano) gli
procura continui grattacapi («se lo
tachagno no volesse star fermo e no
volesse obedir ay vostri comanda-
menti, lexats-lo andare a la mala
ventura», scrive a un corrisponden-
te che tenta di fargli mettere la testa
a posto). Un profondo dolore è poi
quello che gli dà una schiava – e for-
se concubina – morta di parto, per
cui egli confessa un amore disperato
(«yo ve promet che may no aguí tan-
ta de dolor de pare ni de mare quan-
ta yo he haguda de la mort de questa
fembra», cioè ’questa femmina’).
Nelle sue lettere, Bartol parla ov-
viamente anche della propria attivi-
tà parallela di copista (al servizio,
tra gli altri, dello stesso Re di Arago-
na), e addirittura delle sue penne
preferite, quelle di cigno che si com-
prano nella Piazza del Pane a Ma-
iorca, di cui commissiona un ingen-
te acquisto: migliori, scrive, persino
delle pregiate penne fiamminghe
(«millor che no sono aquelle che ve-
nen de Flandres»). Non è frequente,
anzi è molto raro, che un copista
medievale ci faccia conoscere con
tanta indiscrezione i retroscena del
suo lavoro: grazie al fortuito ritro-
vamento delle lettere, essi spuntano
qui assieme a quelli, non meno reali
e tanto più intensi, di una vita vera
e finora ignota vissuta sulle sponde
del Mediterraneo durante l’autun-
no del Medioevo.
Le lettere di Bartol de Cavalls, pre-
sentate nel fascicolo 41 (2019) della
rivista catalana «Estudis romànics»,
saranno pubblicate per intero nel fa-
scicolo 41 (2020).
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gli altri sia nella gestione del pro-
cesso di ricerca e delle persone in
esso coinvolte, sia nell’uso dei ri-
sultati. Preserva la memoria, che
definisce la nostra identità. Aiuta
a tirare le somme, a fuggire dal-
l’inumanità, dall’alienazione,
dall’esilio, almeno per un attimo,
quello che serve per farci sentire
a casa tra le pagine. “Del passato
m’interessa come è cambiato di
libro in libro il mio rapporto con
l’etica e la forma […] voglio ripen-
sare a quello per capire cosa ho
fatto”, scriveva Ira Epstein al suo
editore, per dirgli che non gli
avrebbe dato alcun altro libro, o
almeno Del Giudice così gli face-
va scrivere nel suo Atlante occi-
dentale, prima che Epstein la-
sciasse Ginevra, e le chiacchiera-
te con un giovane fisico, chiama-
to dal Grande Premio.
Per questo e forse per altro, la
risposta alla questione iniziale
mi sembra essere un piuttosto
enfatico (e mi si passi l’enfasi) SÌ.
Poi si dovrebbe dire dello
scrivere dei risultati … ma è
un’altra storia.
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Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
Andrea Zanzotto. Finalmente pubblicati gli «Haiku for a season» e le poesie in dialetto:
una «triglossia», quella del poeta, per nominare ciò che sta «dietro il paesaggio»
La lingua del non ancora
Andrea Cortellessa
P D
otenza metapsichica
della sincronicità. Nel-
l’ottobre del 2012, a un
anno dal congedo, usci-
vano due testi di Andrea
Zanzotto dall’eco tanto
evidente quanto misteriosa. Einau-
di ripubblicava, con intensa prefa-
zione di Giuliano Scabia, il poemet-
to Filò che nel 1976 per la prima volta
aveva ammesso alla sua scrittura il
dialetto veneto, «parlar vecio» per
lui materno e quotidiano. Negli Stati
Uniti usciva invece Haiku for a sea-
son: corona di «pseudohaiku» scritti
in inglese nell’84 con «versioni pa-
rallele e semiautonome» dell’autore
(pseudo- perché incuranti della me-
trica giapponese; così li definiva
Zanzotto con Marzio Breda, con
prefisso che richiama la «pseudotri-
logia» coeva del Galateo in Bosco, di
Fosfeni e Idioma). Sette anni dopo gli
«pseudohaiku» finalmente escono
anche da noi, nello «Specchio»
Mondadori; proprio mentre, di nuo-
vo in sincronia, vede la luce da Quo-
dlibet una collana dedicata da Gior-
gio Agamben (col titolo pasoliniano
di «Ardilut») a «ogni ricerca di una
lingua poetica che fuoriesca dal mo-
nolinguismo», a partire appunto
dalla poesia in dialetto.
Insieme a un Pasolini ’44, I Turcs
tal Friùl, e a un’antologia di France-
sco Giusti, la inaugura una silloge
delle «poesie in dialetto 1938-2009»
di Zanzotto: operazione «non indo-
lore» – avverte il curatore Stefano
Dal Bianco – stante l’«architettura
ferrea» di libri che alternano il «par-
lar vecio» all’italiano iperletterario
cui si era legata, questa poesia, sin
dall’esordio di Dietro il paesaggio. Ma
«operazione» altresì preziosa, per
capire intus et in cute quella che il po-
eta chiamava la sua «diglossia». Epi-
sodio-chiave, gli Appunti e abbozzi
per un’ecloga in dialetto sulla fine del
dialetto del ’69-71 ma, sinora, pub-
blicato solo su rivista. Scrivere in
dialetto significa per Zanzotto in-
ventare «’na lengua che varìe podest
nàsser / e no l’è nassesta mai» («una
lingua che sarebbe potuta nascere /
e non è nata mai»). Lingua del non
più, certo (come in Onde éli, suite di
Idioma su care ombre sparite dalla
«contrada»: a partire dalla «più cara
delle sue zie», che scriveva poesie
«co drento parole in latin»). Ma, an-
che, lingua del non ancora: infungi-
bile per «riesumazioni o imbalsa-
mazioni “da riserva”» e invece para-
dossale «guida (al di là di qualunque
ipotesi sul suo destino) per indivi-
duare indizi di nuove realtà che pre-
mono ad uscire».
Così scriveva Zanzotto nella breve
e iperdensa «nota» acclusa all’«eru-
zione» (così Dal Bianco) di Filò, poe-
Proust lettore di Balzac
Cosa lega l’ergastolano Vautrin all’aristocratico Charlus?
Matteo Marchesini
D
iceva Gombrowicz che «la
vergogna ha una natura
strana, dispettosa: per di-
fendersi da una cosa l’atti-
ra nei suoi recessi più intimi e con-
fidenziali». Uno dei personaggi let-
terari che meglio si adattano alla
definizione è senz’altro Charlus,
nato Gurcy su quei taccuini del
Contro Sainte-Beuve nei quali le
idee del saggio prendono via via i
corpi e le voci della Recherche. Le
incoerenze apparenti del barone,
che a premure eccessive alterna
inattesi scoppi d’ira, diventano
comprensibili se si considera che
tutte le sue mosse affondano le loro
radici nel mondo segreto di Sodo-
ma. Più crede di nasconderlo, più la
sua conversazione logorroica lo
rende grottescamente visibile.
I contemporanei di Proust colse-
ro subito in lui una parodia di Vau-
trin-Herrera; e come il demiurgo
proteiforme di Balzac indirizza su
Lucien i suoi progetti di potere e se-
duzione, così Charlus vuole iniziare
Nel suo giardino metto originato dal lutto per la morte
Andrea Zanzotto della madre, dalla committenza del-
l’amico Federico Fellini di dialoghi
veneziani per il suo Casanova e dallo
scuotersi micidiale della terra madre,
nel sisma del Fiuli. Uno scritto stra-
ordinario, che a ragione Scabia para-
gonava a un De vulgari eloquentia del
Novecento, e che si capisce quanto
premesse ad Agamben per inaugura-
re questo laboratorio. Come in quel
testo aurorale, infatti, è nella poesia
che la lingua si mostra nella sua «in-
tima diglossia»: che in Dante separa
il latino dall’italiano della «nutrice»,
mentre in Zanzotto distingue l’italia-
no dall’«oralità perpetua» del dialet-
to: che risuona «là sote e dentro, do
inte ’l bas», come le immagini oniri-
che del cinema. In questo strato pro-
fondo della psiche, la parola della po-
esia è quella che «no l’é in gnessuna
lengua / in gnessun logo» (questo il
titolo, bellissimo, scelto per la sillo-
ge): perché la sua sede è «la gran la-
guna», «la gran lacuna» dell’essere.
Quello degli Haiku per una stagio-
ne è un giro di vite. Nella loro strut-
tura minima, adottano una lingua
«quasi al grado zero»: l’inglese della
globalizzazione, infestante parola-
AFP
il narratore proustiano a certi mi-
steri diplomatici che gli permette-
rebbero un’ascesa incontrastata.
Non a caso in un’epoca in cui l’ari-
stocrazia snobba il romanziere del-
la Commedia perché non conosceva
dall’interno l’alta società, e in cui la
Acume mimetico critica ne associa il côté melodram-
Marcel Proust matico a Sue o a Dumas padre, il ba-
rone è un balzachiano onnivoro.
L’omosessualità gli consente di ca-
pire Illusioni perdute meglio dei
suoi pari, con l’emozione di chi nel-
lo specchio letterario vede il pro-
prio destino e lo sublima.
Il Balzac di Charlus intuisce le
leggi misteriose di politica, carne e
sentimento, le stesse che Proust
scopre nei libri del predecessore a
cavallo tra Otto e Novecento, quan-
do ne rivaluta anche le zone feuille-
tonistiche. Da qui parte la raffinata
analisi condotta da Mariolina Berti-
ni in L’ombra di Vautrin. Proust let-
tore di Balzac, il suo nuovo saggio
edito da Carocci. L’autore della Ri-
cerca si avvicina a quello della Com-
alien che erompe durante una grave
crisi depressiva, «per bolle»: eruzio-
ni epidermiche, sfiati improvvisi di
un sobbollimento da pentolone stre-
ghesco, macbettiano, o piuttosto da
soffione geotermico, vulcanico. Una
«beltà» mostruosa e medusea: co-
me, nel disegno di Fellini da cui tutto
si è originato, la «gigantesca e nera
testa di donna» che emerge dalla la-
guna veneziana, «la gran madre me-
diterranea […] che abita in ciascuno
di noi». La spinta iconica del Virgi-
lio-Fellini ha precipitato il Dante-
Zanzotto nella sua stagione all’infer-
no (la Season, la Saison cui allude-
ranno gli Haiku). Ma allora l’auto-
diagnosi della «diglossia» si
corregge, pascolianamente, in una
triglossia (un «idioma trifarium»,
per dirla col De vulgari eloquentia
originale): all’italiano “diurno” e ve-
icolare sottostà l’“infero” dialetto e
si sovrappone il “supero” e «super-
fluente» inglese: che ha preso il po-
sto, quale parlata «tendenzialmente
panterrestre», del latino. Il latino
della zia poetessa che negli anni Ses-
santa Zanzotto evocava come «lin-
gua morta e lingua della morte».
Sotto la pelle della lingua, sotto la
media verso la fine degli anni ’90.
Poco dopo, dal suo laboratorio esce
il primo pastiche balzachiano del
1903, a cui seguono quelli del 1908
e del 1918, riportati dalla Bertini in
originale e traduzione.
Con eccezionale acume mimeti-
co, il parodista coglie i tic lessicali e
sintattici del modello, le sue volga-
rità stilistiche e l’eclettismo ap-
prossimativo dei suoi riferimenti
culturali. Ma nell’ultima prova, do-
ve introduce i rimandi al ciclo di
Vautrin, la caricatura si scioglie in
un sovrano umorismo: Balzac è di-
ventato un personaggio di Proust,
una parole che trova posto tra le al-
tre come avviene nella langue della
sua cattedrale romanzesca. A que-
sta altezza l’autore della Recherche
ha ereditato da Balzac la tensione
enciclopedica, il ritorno delle stesse
figure volume dopo volume, la me-
scolanza di quelle storiche e di
quelle immaginarie, e il pathos delle
leggi che illuminano le relazioni
erotiche, estetiche e sociali.
AGF
terra della mente – dietro il paesag-
gio, insomma – cova persistente
qualcosa di oscuro e terribile. Zan-
zotto, guerriero mite e indomito,
quella Medusa l’ha sempre sfidata.
Talvolta evocandola in cifra, per
obliquo; talaltra guardandola negli
occhi, segnandocela a dito. Ma sem-
pre con audacia – quella che si dimo-
stra solo quando si ha davvero pau-
ra. Quella stessa paura, scura tene-
brosa lampeggiante, che ci avvolge
ora che non c’è lui a indicarci il sen-
tiero – a farci coraggio.
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HAIKU PER UNA STAGIONE.
HAIKU FOR A SEASON
Andrea Zanzotto
a cura di Anna Secco e Patrick Barron,
con una testimonianza di Marzio Bre-
da, Mondadori, pagg. 124, € 20
IN NESSUNA LINGUA
IN NESSUN LUOGO.
LE POESIE IN DIALETTO 1938-2009
Andrea Zanzotto
nota introduttiva di Giorgio Agamben,
prefazione di Stefano Dal Bianco,
Quodlibet, Macerata, pagg. 279, € 19
Quanto a Charlus, spiega la Ber-
tini, un’opera-cerniera è I segreti
della principessa di Cadignan: se la
manipolazione dei giovani gli viene
da Vautrin, la protagonista della
novella regala al barone il tema dei
segreti che riemergendo dal passa-
to potrebbero gettare sull’indivi-
duo una luce di condanna. Ma oltre
ai tratti da riprendere, Proust vede
in Balzac anche le ambizioni sba-
gliate da allontanare. Nel Contro
Sainte-Beuve annota che la realtà
balzachiana è «troppo chimerica
per la vita, troppo terra terra per la
letteratura». Il contrasto frontale
sta però nella voce narrante. Quella
della Commedia, osserva la Bertini,
«sembra possedere da sempre e per
sempre il sapere che dispensa; la
voce del narratore proustiano, in-
vece (…) emerge a fatica dalle neb-
bie del sonno, incerta perfino della
propria identità». La Ricerca è nata
da una riflessione contro quel Sain-
te-Beuve che fu avversario di Bal-
zac, e dal rifiuto di mettere sullo
Giulio Cavalli
La città
dei mille
cadaveri
spiaggiati
Lara Ricci
BABY F è una sbiadita cittadina co-
BOOK stiera come tante, dove il so-
verchiante mare si è via via
svuotato di pesce alimen-
tando l’apatia e il malcontento degli
abitanti. I giorni scorrono monotoni
tra furberie, abbellimenti, sopraffa-
zioni. Il parroco tonante di regole e
prediche che poi va a puttane; il sinda-
co figlio di sindaco che deforma ogni
avvenimento a suo vantaggio: il gior-
Yayoi Kusama nalista locale solo intento a piacersi;
da bambina «Lilly, che aveva passato tutta la vita a
disegnava tutto, farsi innamorare degli uomini più ric-
perché a volte le chi di DF» o Rita, figlia di un uomo
capitava di vedere «capace di sbatterti il silenzio in faccia
cose che gli altri per giorni, di inseguirti per le stanze
non vedevano, e per farti vedere quanto è zitto», irreti-
non voleva ta da un altro padre padrone.
sparissero. Lo squallore quotidiano è interrot-
Fausto Giberti ha to e successivamente amplificato da
deciso di dare la un cadavere seguito da altri, migliaia,
parola a portati dalla risacca. Corpi di maschi
quest’artista ventenni coi segni di chi viene da lon-
giapponese piena tano che, con la loro carne putrescente,
di idee originali, mettono a disagio la popolazione. La
provocatorie e quale rapidamente cessa di chiedersi
giocose, dopo da dove vengano, chi o cosa sia all’ori-
aver raccontato ai gine della loro morte, per concentrarsi
più piccoli Piero su come non esserne danneggiata e in
Manzoni, Yves seguito su come trarne vantaggio.
Klein, Jackson «Ma è un delitto un uomo ucciso dal
Pollock, Marcel mare?» si domanda candidamente e
Duchamp e Lucio poi ipocritamente il commissario. È af-
Fontana. Eccola far suo/nostro? Una domanda centra-
dunque le e ricorrente in Carnaio, di Giulio Ca-
protagonista di valli, finalista al Campiello. Racconto
Yayoi Kusama grottesco e solo all’apparenza surreale
(testi in italiano e di un’«emergenza» dai molti echi. E
inglese, Corraini, così mentre i morti «abbronzati» - per
pagg. 40, € 12) citare un politico reale che pare però
disegnare vestiti saltato fuori da questo libro satirico di
da indossare in caricature nostrane - arrivano in onda-
due e zucche te sempre più gonfie, Cavalli racconta
molto più il teatrino degli ultimi decenni. Non
interessanti delle senza acume, buone intuizioni, qual-
solite zucchine o che bella immagine, ma anche ridon-
impegnata a dante nel suo dare la voce a troppi abi-
riempire di pallini tanti simili, riduttivo nell’enfasi paro-
tele, muri e distica, nelle metafore a breve raggio,
spettatori (La.Ri.) non scevro da semplificazioni e cadute
di stile («il cuore fermo come un pol-
po»), l’autore narra l’imbarbarimento
di un popolo già parecchio barbaro e le
sue inevitabili conseguenze. Un popo-
lo che si troverà unito nel ribellarsi a
“Roma”, inefficiente nel reagire al pu-
trido sversamento e buonista «col culo
degli altri». Che si ricompatterà davan-
ti all’emergenza e nella complicità della
propria disumanità («quando se ne va
l’umanità anche il vero diventa un lus-
so»), autodeterminandosi in un trion-
fo sovranista, proclamando una felicità
che «è una speranza che s’è fatta via via
ubbidienza sempre più impaurita», fi-
no al prevedibile finale.
CARNAIO
Giulio Cavalli
Fandango, Roma, pagg.218, €17
stesso piano, come faceva il grande
critico, conoscenza biografica e co-
noscenza letteraria: Proust oppone
all’io sociale dell’uomo l’io profon-
do dello scrittore. Eppure in questo
senso perfino Balzac è troppo “sa-
intebeuviano”, dato che concepisce
la sua opera come un’espansione
L’AFORISMA della vita. Se Proust ne accetta l’im-
Scelto da purità stilistica, perché riscattata
Gino Ruozzi dall’ampiezza dell’indagine antro-
pologica, condanna l’impurità che
lo spinge a fare dell’opera un mezzo
di successo, e che lascia sulle sue
pagine un’impronta sgradevole.
Per dirla con Girard: le illusioni,
in Balzac, non sono del tutto perdu-
te, e una menzogna romantica ne in-
Voglio vivere in sidia la verità romanzesca. Non è il
luoghi comuni “realismo” nel suo significato an-
poco frequentati gusto che gli manca, ma una giusta
— distanza dai sogni di dominio. Del
Alberto Miliani resto, se Proust può scindere così
Finché morte non felicemente ciò che è vivo e ciò che
mi separi, è morto in Balzac, è anche perché lo
Fuocofuochino, rilegge mentre vita e letteratura si
Viadana, 2019 divaricano: come Verga, scrive il
21
Letteratura
Marilù Oliva
Le strane
morti degli
ex ragazzi
della 5° G
Roberto Carnero
U
no strano e oscuro destino
avvolge gli ex compagni di
classe di un prestigioso isti-
tuto del centro di Bologna,
il liceo Cicerone, «frequentato dalla
discendenza della crème della città»:
i ragazzi della quinta G del 2003-
2004, anno dopo anno, stanno mo-
rendo tutti, in circostanze non chiare
e addirittura nella stessa data, il 21
febbraio: chi suicida, chi per inciden-
te, chi per overdose... almeno a stare
ai referti ufficiali.
Gwendalina Nanni era una di loro.
La giovane imprenditrice all’inzio
scompare - dopo che era stata vista
andare a correre lungo gli argini del
Bacchiglione - e in seguito viene ritro-
vata cadavere in un’ansa del fiume.
L’ipotesi del suicidio, a cui viene deru-
bricata la morte, non convince però la
famiglia, e neppure l’ispettrice Micol
Medici, da poco in forze alle sezione
omicidi della polizia di Bologna. È sta-
ta lei a notare per prima le singolari
coincidenze e a darsi da fare per dipa-
nare l’intricata matassa. Il mistero ap-
pare assai fitto. C’è anche una canzone
scritta in latino da uno dei vecchi stu-
denti, nella quale, attraverso alcune
allusioni mitologiche, era stata previ-
sta la scomparsa dei compagni. Il suo
refrain è la declinazione del sostantivo
“morte”: «Mors, mortis, morti, mor-
tem, mors, morte».
Particolarmente riuscito è il per-
sonaggio di Micol, già presente nel
romanzo precedente di Marilù Oliva,
Le spose sepolte: donna sensibile, in-
quieta, assai razionale nel suo lavoro
diurno, eppure preda di incubi terri-
bili, che però le danno accesso a una
coscienza visionaria utile alle inda-
gini. Nel romanzo il presente si lega
al passato, forse a mostrare come ciò
che siamo oggi è sempre legato a ciò
che siamo stati ieri.
La voce narrante, in terza perso-
na, si alterna a quelle, in prima per-
sona, dei personaggi: oggettività e
soggettività si intersecano, contrui-
buendo alla ricomposizione del puz-
zle. L’autrice, che insegna Lettere in
istituto superiore di Bologna, mostra
una precisa conoscenza della realtà
giovanile, del mondo della scuola, un
universo che fa da sfondo, niente af-
fatto casuale, all’intera narrazione.
Oliva padroneggia alla perfezione le
tecniche narrative del giallo, che ar-
ricchisce di sostanza umana e psico-
logica (entrando in profondità nelle
vicende dei vari personaggi: come
tanti “romanzi nel romanzo”), in una
scrittura tersa, efficacemente ritma-
ta, sempre perfettamente aderente
alla materia del racconto.
MUSICA SULL’ABISSO
Marilù Oliva
HarperCollins, pagg. 400, € 18
suo capolavoro quando applica alla
sfera mondana un’epochè.
Oggi che nella nostra attualità
romantica, e socializzata fin nel-
l’intimo, torna a vincere un Sainte-
Beuve travestito da biografo-esteta
o da neurobiologo, la sua prospet-
tiva può servirci a ridiscutere il
rapporto tra visione del mondo,
azione e arte. In che misura da que-
sto rapporto cerchiamo di trarre
una verità, e in che misura preten-
diamo un trionfo pubblico? Detto
in termini proustiani e leopardiani:
quanto siamo disposti a inoltrarci
sulla via di una conoscenza che av-
vicina alla morte, e quanto prefe-
riamo invece vivere o rappresenta-
re un’esistenza protetta dalla falsi-
tà delle illusioni?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’OMBRA DI VAUTRIN.
PROUST LETTORE DI BALZAC
Mariolina Bertini
Carocci, Roma, pag.170, € 19
22 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

Economia e società

Domande e risposte sull’Europa

Contro i luoghi comuni anti europei

Dino Pesole

L’
Europa ha un futuro? E se la
risposta è affermativa, qua-
le futuro si prospetta per i
nuovi e vecchi elettori che
lo scorso 26 maggio sono andati a
votare per chiedere che questa Euro-
pa resti pienamente in vita ma cambi
passo? La domanda pare più che mai
opportuna se si scorrono le pagine
del libro di Antonio Padoa Schioppa
Perché l’Europa. Dialogo con un giova-
ne elettore (Ledizioni), che ai giovani
una prospettiva quanto meno di me-
dio periodo per il destino di una casa
comune che scricchiola sotto i colpi
degli effetti non ancora assorbiti del-
la crisi e della (mancata) gestione eu-
ropea del fenomeno delle migrazio-
ni. Carlo Azeglio Ciampi aveva co-
niato un termine molto efficace:
zoppìa. Siamo ancora fermi ad ana-
lizzare le cause e le possibili terapie
per rafforzare un edificio che si reg-
ge su un’istituzione federale, la Ban-
decisiva del completamento del-
l’unione bancaria.
Il dialogo oggetto del libro, svol-
tosi nei mesi che hanno preceduto le
elezioni europee, punta a indagare
quale sia la vera posta in gioco. Co-
minciamo – esordisce Marco, il gio-
vane interlocutore di Antonio Padoa
Schioppa - con questa semplice do-
manda: «Quali sono le ragioni per le
quali vale la pena non solo di andare
a votare, ma di votare per l’Europa e
sempre deformata di cosa sia e di co-
sa possa rappresentare oggi l’Unio-
ne europea. Abbondano volumi e
analisi, ma i contenuti che propon-
gono non riescono a intercettare il
grande pubblico.
La Commissione europea ne ha
piena consapevolezza, tanto che sul
suo sito web parla espressamente
della necessità di «decodificare la
complessità degli argomenti». Nel
dibattito quotidiano si affollano luo-
Stati membri, il Parlamento euro-
peo? Un’informazione corretta e
puntuale è prioritaria. La risposta al-
la fondamentale questione posta dal
giovane interlocutore è rintracciabi-
le in diverse parti della conversazio-
ne: nel mondo di domani «molte
grandi scelte saranno compiute da
un piccolo numero di grandi Stati»,
dagli Usa alla Cina, all’India al Brasi-
le alla Russia. Nessuno Stato euro-
peo sarà tra questi. Già oggi la per-
primo posto nel mondo. E la qualità
della vita e del modello sociale euro-
pei sono al vertice». Su queste basi –
risponde Padoa Schioppa - l’Europa
potrà svolgere un grande ruolo nel
futuro. Ma solo se politicamente
unita. A chi rivendica la supremazia
degli Stati nazionali, si può obiettare
che l’unione politica dell’Europa
non contempla che scompaiano. Ad
esempio le decisioni in tema di poli-
tiche di bilancio, pur sottoposte a
verrebbe meno. «Al livello europeo
vanno affrontate solo le sfide alle
quali la dimensione nazionale non
è in grado di rispondere. È qui il
principio di base di un’unione fede-
rale. Quanto al tema delle risorse,
chiariamo: l’Italia versa all’Unione
europea 14 miliardi all’anno e ne ri-
ceve 12, che spesso non riesce a
spendere per eccesso di burocrazia
nazionale e per incapacità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

si rivolge attraverso le domande di
un diciottenne che guarda alla Ue
con attenzione e curiosità, che pone
una molteplicità di interrogativi e
pretende risposte non di circostan-
za. Risposte in grado di delineare
ca centrale, ma in cui permangono
politiche economiche differenziate,
sistemi fiscali non di rado in concor-
renza tra loro, e in cui manca la fon-
damentale “gamba” dell’integrazio-
ne politica oltre a quella altrettanto
non contro l’Europa?». Interrogati-
vo cruciale, poiché lo stesso autore
nell’introduzione ammette esplici-
tamente che i dibattiti televisivi, la
stampa, i messaggi trasmessi via in-
ternet offrono un’immagine quasi
ghi comuni. Eccone alcuni: «È tutta
colpa dell’Europa», oppure «l’Euro-
pa ci impone». Ma l’Europa chi?
L’Unione europea, la Commissione,
il Consiglio europeo, il Consiglio
d’Europa, la Corte di giustizia, gli
centuale della popolazione europea
a livello mondiale è attorno al 7%:
poco meno di 500 milioni su 7 mi-
liardi, quanti ne conta il pianeta.
«Ma oggi l’euro è la seconda moneta
mondiale. Il mercato europeo è al
preventivo monitoraggio e controllo
da parte delle istituzioni europee,
resterebbero nella piena competen-
za degli Stati. L’autore ne aggiunge
altre: l’identità storica e attuale di
ogni nazione e di ogni regione non
PERCHÉ L’EUROPA. DIALOGO
CON UN GIOVANE LETTORE
Antonio Padoa Schioppa
Ledizioni, Milano, pagg. 188, € 12

Squilibri globali. Un saggio mostra come le disparità siano viste in modo diverso: Macchine & infanzia. Raccolti i trentun
per l’economia sono dati con cui fare i conti, per la politica sono un virus da combattere disegni che furono mandati a Sinisgalli

Disuguali sulla disuguaglianza I bimbi che incisero

la modernità
Alberto Orioli Giuseppe Lupo

E T
conomia e scienza della
politica guardano con
occhi diversi il tema del-
la disuguaglianza. Se
l’economia, come studio
dei modi per gestire la
scarsità delle risorse, la considera
un dato, la politica si interroga se
non sia una variabile da azzerare
per evitare che finisca con l’inficiare
la stessa teoria della democrazia e il
sogno dell’uguaglianza dei cittadi-
ni. Per l’economista la disugua-
glianza è il ritmo binario (più-me-
no) con cui batte il cuore del merca-
to; è l’ansia atavica della ricerca del
miglioramento delle proprie condi-
zioni. Per il politologo è il terrore
del deficit di partecipazione e di in-
formazioni; è il virus in grado di di-
struggere il migliore dei sistemi di
gestione della cosa pubblica e della
rappresentanza favorendo tecno-
crazie e moderne oligarchie.
È questo il passaggio più signifi-
cativo della «Breve storia della di-
suguaglianza» di Michele Alacevi-
ch e Anna Soci che considerano, a
ragione, il tema «come tra le prin-
cipali questioni politiche del no-
stro tempo». Non ultimo perché è
diventato cruciale nel ripensamen-
to in atto della globalizzazione, fe-
nomeno meritevole di ritrovare
«un volto umano» e una nuova sta-
gione di inclusività.
Tuttavia, come ben documenta
il volume, il nesso tra disuguaglian-
za economica e disuguaglianza po-
litica non esiste o non è ancora stato
dimostrato. Anche perché nel frat-
tempo è evoluto il concetto stesso
di democrazia moderna (esteso fi-
no ai temi dell’accesso all’istruzio-
ne, alle informazioni, alla salute e
alla giustizia) e si è meglio messa a
fuoco anche la deriva dell’egualita-
rismo, non certo sufficiente a ga-
rantire il corretto funzionamento di
una democrazia assai più vicina al-
l’idea moderata dell’equità che non
contempla al suo interno il livella-
MATTICCHIATE sione del potere di chi controlla i big
di Franco Matticchio data che è la nuova vera forma di
ricchezza (spesso coincidente an-
che con il livello dei patrimoni).
Colpisce come questo compendio
della storia della disuguaglianza
non abbia trovato qualche riga da
dedicare ai nuovi monopoli della
rete e alla loro capacità di condizio-
namento e controllo su scala mon-
diale proprio dell’azione politica.
Ormai anche tra gli economisti _
è uno degli assunti del volume _ ci
sono ripensamenti sui rischi dei co-
sti sociali derivanti dalla disegua-
glianza perché stanno diventano al-
trettanti disincentivi alla crescita
economica (mentre fino a pochi an-
ni fa si teorizzava che ridurre le dif-
ferenze era esso stesso un disincen-
tivo alla crescita).
Ma non ci sono solo argomenta-
zioni tecniche. C’è anche l’impatto
umano di alcune derive sbagliate
legate alla globalizzazione non go-
vernata: nel XXI secolo – scrivono i
due autori _ la disuguaglianza è di-
minuita in molti paesi latinoameri-
cani come Argentina, Brasile, Mes-
sico, lo stesso in India e Cina dove la
crescita economica è stata tumul-
tuosa, tuttavia proprio le società la-
tino-americane sono ancora tra le
più disuguali al mondo e la dise-
guaglianza globale, sebbene ridotta
rispetto ai primi anni Duemila, è più
in crescita che non rispetto a quella
registrata nei singoli paesi.
È accaduto che il tema della disu-
guaglianza è «penetrato nel ricco
mondo Occidentale», dicono Alace-
vich e Soci, mentre a lungo sembra-
va destinato a restare confinato nel-
le aree più arretrate del mondo. Si
sta avverando il dilemma di Louis
Bradeis, giudice della Corte supre-
ma americana: «Possiamo avere
una società democratica o la con-
centrazione di grande ricchezza
nelle mani di pochi. Non possiamo
avere entrambe». È una citazione
inglese, che non aveva timore di riforme per l’istruzione, la fiscalità apocrifa, ma rende l’idea. Ed è una
utto ha inizio nei primi anni
Cinquanta, quando il poeta-
ingegnere Leonardo Sini-
sgalli riceve da un piccolo
borgo dell’alto veronese, Sant’Andrea
IL 19 LUGLIO di Badia Calavena, una busta con den-
UNA tro un umile biglietto firmato da una
RIFLESSIONE bimba, Carmela Marana, che fre-
SUL MALE quenta la scuola elementare: «A no-
IN RELAZIONE me anche dei miei compagni di classe
AL LAVORO
Le mando una mia incisione linoleo-
grafica. Spero le piacerà; abbiamo
stampato il secondo numero del no-
stro giornale di classe “Piccole Dolo-
miti”; Le manderemo il terzo numero.
Stiamo preparando articoli e incisioni
che riguardano anche le macchine, il
nostro maestro ci ha fatto vedere la
sua rivista “Civiltà delle macchine” e
vi abbiamo trovato cose molto inte-
Si apre ressanti. Le mandiamo i nostri mi-
il 18 luglio gliori saluti… Carmela Marana».
e va avanti fino Possiamo immaginare cosa sia
al 23 il festival potuto accadere nell’intelligenza
della Costa estrosa di Sinisgalli, che in quegli an-
Etrusca ni era alla guida della rivista «Civiltà
“Pensare serve delle Macchine» e che non solo rima-
ancora?”, giunto se profondamente colpito dal gesto
quest’anno alla dell’alunna, ma si interessò a questa
V edizione esperienza didattica a tal punto da
con il titolo inviare subito in dono una mini tipo-
“Male nostro grafia per uso didattico e interagire
quotidiano”. a distanza con gli alunni. Il dialogo
Il 19 luglio non si fermò qui. Qualche tempo do-
l’appuntamento po sulla scrivania di Sinisgalli arriva-
è dedicato al male rono altri materiali inviati da San-
(con Enrica t’Andrea Badia Calavena: una lettera,
Chiapperoi, un giornalino scolastico (intitolato
Walter Passerini «Piccole Dolomiti») e una serie di
e Giuseppe Verani) trentuno incisioni in bianco e nero,
per come oggi che raffiguravano macchine dome-
si declina stiche, attrezzi per lavori agricoli o
nell’area artigianali, utensili, arnesi, finiti poi
del lavoro. in un lungo e colorato articolo, com-
Programma parso sul numero di agosto 1955 di
e info su «Civiltà delle Macchine».
www.pensiamo- Apparentemente poteva sembrare
insieme.org un’operazione ingenua e velleitaria.
In realtà esisteva un piano strategico
che il maestro Gianni Faè dichiarava
in una lettera: più che puntare a una
forma di autoesibizione, egli intende-
mostrato dagli alunni a colpire Sini-
sgalli o la lungimiranza del maestro
Faè: un esempio certo non così diffu-
so in quegli anni ancora imbevuti di
una pedagogia tradizionale, che sa-
rebbe entrata nettamente in crisi un
decennio dopo, con la pubblicazione
di Lettera a una professoressa e gli
esperimenti di Don Milani a Barbiana.
Ma il maestro Faè dimostrava di avere
lo sguardo lungimirante. Se si fosse
presentato in aula con il piglio autori-
tario e dottrinale, avrebbe ottenuto
poco. Invece comprese il valore ma-
ieutico della cultura e anziché rim-
proverare i suoi alunni, quando li ve-
deva incidere il legno dei banchi con
la punta dei coltellini, trasformò in ri-
sorsa quel che poteva essere oggetto
di disapprovazione, li fece diventare
piccoli incisori in grado di produrre
qualcosa che avesse dignità artistica.
Dopo le incisioni di macchine, in-
fatti, Sinisgalli ricevette un ulteriore
regalo: quattro sue poesie illustrate
dai ragazzi, che sarebbero state pub-
blicate, sempre nel 1955, dalla stam-
peria Stella Alpina di Novara, dopo-
diché toccò a Ungaretti, Montale,
Quasimodo e Saba vedere alcune lo-
ro composizioni in compagnia delle
incisioni. Il libricino questa volta fu
edito da Scheiwiller nel 1956 e gli
alunni del maestro Faè diventarono
una delle meraviglie di quell’Italia
sognante. Di loro scrissero Zavattini,
De Libero, Afeltra sulle più impor-
tanti testate. Una troupe della Rai si
recò a intervistarli. «Il Gatto Selvati-
co», la rivista sponsorizzata dall’Eni
di Enrico Mattei, accolse perfino dei
bozzetti raffiguranti bombole Agip-
gas. L’Alitalia affidò ai ragazzi una
campagna pubblicitaria.
Fu l’apice di un esperimento che
voleva ricordare a tutti una verità
molto sinisgalliana: le macchine non
devono incutere paura nemmeno
nei bambini ed è falsa l’idea che il
progresso uccida il candore del fan-
ciullino pascoliano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

mento delle differenze. La demo-
crazia, insomma, da che esiste non
ha mai promesso l’eguaglianza
economica. È intuibile una relazio-
ne tra i due fenomeni, ma resta per
ora affidata alla sola speculazione
del pensiero e non recepibile in mo-
do diretto dall’azione.
Ciò che Alacevich e Soci riscon-
trano è che, per ragioni diverse,
l’economia e la politica hanno co-
munque necessità di mantenere la
disuguaglianza entro limiti accet-
tabili e controllati perché la pola-
rizzazione creata dall’impatto
della globalizzazione e della con-
centrazione della ricchezza come
mai nella storia è arrivata al punto
limite «che rende la disuguaglian-
za economica socialmente non
desiderabile e politicamente peri-
colosa». Tuttavia, non sembri ci-
nico, l’analisi non può non recepi-
re come il fenomeno degli squili-
bri sia inevitabile, pur senza rag-
giungere il paradosso di William
Gladstone, il «William del popo-
lo» quattro volte primo ministro
parlare di vero e proprio «amore
per la disuguaglianza».
E c’è un modo più sottile (e forse
subdolo) per affrontare il tema: fo-
calizzare l’attenzione sull’idea di
povertà e, naturalmente, sulle poli-
tiche di contrasto da mettere in atto.
È un modo, in realtà, per eludere il
tema: possono esserci _ scrivono i
due autori _ crescita economica, ri-
duzione della povertà e un contem-
poraneo aumento della disugua-
glianza, come dimostra la storia
economica degli Stati Uniti dagli
anni ’80 in poi. L’idea di riduzione
degli squilibri è più vasta e contem-
pla soluzioni che mettono in campo
Ridurre la povertà
non basta: lo si può
fare vedendo, al
contempo, crescere
le ineguaglianze
sulle società, la mobilità sociale, le
politiche immigratorie e di gestione
degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.
È in realtà il turbocapitalismo,
«progettato per creare disugua-
glianze» stando alle parole del
Nobel Joseph Stiglitz, che ha por-
tato alla globalizzazione imperfet-
ta. Ed è il motivo per cui anche per
l’economia il tema è diventato
cruciale non fosse altro che per
motivi solamente «tecnici»: se le
differenze diventano estreme si
perde ogni possibilità che ciò sia
utile alla crescita perché, a fronte
di profitti elevatissimi e a salari in
diminuzione, crollano la domanda
e i consumi, aumentano le aspet-
tative al ribasso delle imprese e
calano gli investimenti.
La tesi dei due autori è che la
concentrazione della ricchezza in
poche mani porti a forme di condi-
zionamento della politica e, quindi,
anche della democrazia. Un assun-
to, pur se non dimostratom dalla te-
oria, in realtà sempre più evidente,
soprattutto se associato alla diffu-
preoccupazione che aveva anche il va spalancare davanti agli occhi dei
maggiore rappresentante dell’«eu- suoi alunni le porte della modernità,
foria irrazionale» e del capitalismo di cui gli oggetti incisi non erano che LEONARDO SINISGALLI E I BAMBINI
diffuso, Alan Greenspan, mitico go- un umile avamposto, un timido se- INCISORI. STORIA DI UN TORCHIO,
vernatore della Federal reserve fino gnale di un futuro che altrove, negli DI UN MAESTRO (GIANNI FAÈ),
agli anni in cui non si volle vedere la agglomerati urbani, si disponeva già DI UNA SCUOLA (PICCOLA EUROPA)
bolla dei subprime: «Se si diffonde a diventare miracolo economico e che E DI UN BORGO (SANT’ANDREA)
la sensazione che i benefici del capi- lì invece, in una comunità premoder- NEGLI ANNI CINQUANTA
talismo siano distribuiti in modo na com’era quella a cui apparteneva Biagio Russo
iniquo, il sistema è destinato a crol- la scuola, appariva sin troppo distan- Fondazione Leonardo Sinisgalli,
lare». Non siamo a un passo dal te. Probabilmente fu l’entusiasmo di- Montemurro (Pz), pagg. 334, € 30
crollo, ma le distorsioni del sistema
globalizzato hanno prodotto una
inedita saldatura concettuale tra di-
suguaglianza economica e politica,
con un corredo di ricette a presa ra- Bucolica
pida. Si chiama populismo. Ma nel «La mietitrice
libro ve ne è traccia solo in una riga, legatrice» di
cupa e sbrigativa, dove se ne parla Gaetano Ramponi
come di un fenomeno «preoccu-
pantemente in ascesa».
pubblicata
nella plaquette
© RIPRODUZIONE RISERVATA di Leonardo
Sinisgalli
«I bambini e le
BREVE STORIA macchine», a cura
DELLA DISUGUAGLIANZA
M. Alacevich e A. Soci
di Franco Riva,
Edizioni del gatto,
Laterza, Bari-Roma, pagg. 194, € 18 Verona 1956
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
Géraldine Schwarz. Di padre tedesco e madre francese, l’autrice svela le ipocrisie
postbelliche, fondate su rimozioni forzate, accelerazioni vorticose, narrazioni fantasiose
Amnesie collettive
Mauro Campus
P A
rima di interrogarsi sulle
conseguenze delle am-
nesie della politica con-
temporanea è opportu-
no riflettere su come il
cortocircuito che si sca-
rica su improbabili ricostruzioni del
passato sia stato creato, montato,
legittimato. Senza memoria s’incari-
ca appunto di indagare con mano
leggera ma con sguardo impietoso
i meccanismi che hanno prodotto la
desertificazione culturale che si è
installata al centro del discorso
pubblico a ogni latitudine del conti-
nente europeo. Per farlo, l’autrice
utilizza un angolo visuale privile-
giato: quello della sua famiglia. Una
famiglia quintessenzialmente euro-
pea, padre tedesco e madre france-
se, studi medi e superiori in una
Germania divisa e studi universitari
nella Francia degli anni Novanta.
Schwarz è dunque un’europea nella
più antonomastica versione imma-
ginabile, compresi i suoi passaggi
italiani attraverso le calligrafiche
contraddizioni toscane. Un’europea
che indaga e con misura svela le ipo-
crisie private che riflettono le narra-
zioni pubbliche postbelliche attra-
verso le quali in tutto il continente si
è innalzata un’asettica facciata che
ha reso sopportabile convivere con
le atrocità della sua storia recente.
Una convivenza composta da rimo-
zioni forzate, accelerazioni vortico-
se fondate sul dogma sostenuto fin
dal 1949 da Adenauer che affermò
che il passato dovesse restare tale.
Non è solo il caso della Germania
Ovest, denazificata a ritmi sincopati
e con indulgenza da britannici e
americani, ma anche il caso della
Francia, alla quale fu consentito di
presentarsi attraverso una resisten-
za più immaginata che combattuta,
amplificata dalla retorica gollista, o
il caso dell’Italia dimentica dei suoi
crimini in Africa orientale e nei Bal-
cani. Tutto ciò è qui osservato con
intelligente partecipazione: la ri-
spettabile classe media di Mannhe-
im, cittadina del Baden-Württem-
berg, impuntata nei suoi riti bor-
ghesi scansa le memorie che affio-
rano da carte conservate in bauli
stivati in ripostigli; le rielabora con
fatica e riesce tardivamente a inne-
starle nelle responsabilità collettive
e nei silenzi che hanno lastricato gli
anni della ricostruzione e del boom.
E se per chi sotto il Terzo Reich era
bambino e fu segnato dall’essere
contemporaneamente vittima e at-
tore del regime, per la generazione
dei nati durante la guerra – quella
dei genitori di Schwarz – fu facile
adeguarsi all’amnesia collettiva. Sia
a est sia a ovest della cortina di ferro
i sistemi scolastici, la comunicazio-
ne, il “riorientamento” e il contegno
Non solo Prima Repubblica
La lunga stagione del cattolicesimo politico
Giuseppe Vacca
C
on le elezioni del 2018 venne
alla luce un profilo politico
dell’Italia così difforme dalle
rappresentazioni tradizio-
nali da sollecitare interrogativi radi-
cali sulla storia della Repubblica. Se
ne fecero interpreti Giuliano Ferrara
e Ernesto Galli della Loggia propo-
nendo le loro diagnosi dei punti de-
boli e delle fratture dell’Italia repub-
blicana. Sarebbe stato utile che le loro
tesi venissero discusse ampiamente,
ma ciò non è accaduto.
Non si può certo chiedere alla sto-
riografia o ad altre singole discipline
di fornire le chiavi per uscire da una
situazione di emergenza, ma mi pare
indubbia l’utilità di tentare un bilan-
cio della coscienza storiografica della
nazione come fa il ponderoso fascico-
lo monografico della rivista «Mondo
Contemporaneo» uscito di recente
per la FrancoAngeli. Il volume presen-
ta i risultati di tre anni di seminari
(2015-2018) sul «cattolicesimo politi-
co nella storia dell’Italia repubblica-
Il vuoto familiare eliminarono presto il ten-
Giorgio Fontana, tativo di elaborare quanto accadde.
«Concetto In Occidente, poi, la ripresa dei con-
spaziale. Attese», sumi e la promessa della prosperità
1967, Baden- non fecero a meno dei colossi che
Baden, Museum erano stati funzione del disegno
Frieder Burda criminale nazifascista e che con
prontezza si riconvertirono dal
panzer alla berlina.
Lo stereotipo che giustificò il
passaggio a una nuova dimensione,
quella liberal-democratica, aveva
necessità di una normalizzazione
che passò per l’assoluzione di interi
settori della società compromessi
con i regimi. Che si trattasse di con-
niventi con l’occupante in Francia,
o di opportunisti che individuarono
inattese possibilità di arricchimen-
to, la gran parte degli europei fra la
metà degli anni Trenta e la fine del-
la guerra cadde nel medesimo abis-
so delle rispettive classi politiche. E
a guerra terminata le epurazioni si
na» promossi dalla Fondazione
Gramsci e dalla rivista stessa, coordi-
nati e diretti da Renato Moro e Leo-
nardo Rapone. La ricerca ha impegna-
to una trentina di giovani storici pro-
tagonisti di una nuova stagione di
studi sulla storia italiana, confortati
In primo piano dal confronto con alcuni maestri delle
Benigno generazioni precedenti.
Zaccagnini, I seminari si orientarono sul cat-
uno degli tolicesimo politico poiché, rispetto
esponenti alle altre culture che avevano pla-
di spicco della Dc smato l’Italia repubblicana, è stata
non solo la più influente ma anche la
più longeva, non estinta e non esau-
rita dalla fine traumatica della Prima
Repubblica. I curatori parlano a ra-
gione di «nuova stagione » degli stu-
di storici che travolgono vecchie con-
trapposizioni fra “laici e cattolici”, la-
sciandosi alle spalle il paradigma
fuorviante ma tutt’ora molto diffuso
delle occasioni mancate.
Questa stagione è stata favorita
dall’impatto dei processi di globaliz-
zazione e dalla nascita dell’Unione
risolsero pressoché ovunque in
amnistie che reintegrarono al loro
posto coloro i quali avevano assisti-
to o conformisticamente collabora-
to, dai piccoli burocrati ai magistra-
ti, dai corpi di polizia ai diplomatici.
Ma la dimensione micro, quella del-
le famiglie e della loro memoria, è
più sfuggente all’interpretazione
storiografica che ha l’ambizione di
spiegare i mutamenti di un’epoca
attraverso sintesi di ampia campa-
ta. Capita così che, seguendo le vi-
cende della piccola impresa rilevata
in seguito a un esproprio razziale
da Karl, nonno dell’autrice, si ritro-
vino le tessere smarrite nelle “gran-
di” narrazioni e che si illuminino le
reti umane che resero possibile
l’arianizzazione e quindi l’industria
dello sterminio. Così la storia degli
Shwarz si incrocia con quella del-
l’ex proprietario dell’impresa ac-
quistata dal nonno dell’autrice, Ju-
Europea che hanno incoraggiato gli
storici a ripercorrere la storia d’Italia
nelle sue connessioni con la storia
internazionale.
Protagonista della vicenda è stato,
come è noto, il cattolicesimo demo-
cratico, ma la sua affermazione nel
panorama del cattolicesimo politico
durante il primo trentennio repubbli-
cano chiama in causa il percorso della
Chiesa cattolica nello stesso periodo.
La sua conciliazione con la democra-
zia nel corso della Seconda guerra
mondiale preparò il terreno su cui De
Gasperi poté innestare la sua propo-
sta politica e il progetto della Dc. In tal
modo la Chiesa stessa, mentre im-
boccava la via di un universalismo più
consono alla sua missione, assumeva
nel contempo una funzione naziona-
le aperta a sviluppi progressivi. Infatti
dal Concilio Vaticano II venne sancita
«la legittima molteplicità e diversità
delle opzioni temporali» facendo del-
la Chiesa un presidio sempre più effi-
cace della vita democratica nel nostro
lius Löbmann che, sopravvissuto
allo sterminio, chiede di essere ri-
sarcito dell’esproprio. Un episodio
di cui la famiglia – costretta a elar-
gire un obolo al superstite – perde-
rà immediatamente memoria. Una
storia ordinaria, quella spiegata da
questo libro, eppure parallela e fun-
zionale allo sfondo dietro al quale si
rappresentò il dramma europeo. Un
dramma le cui tracce finiscono qua-
si per dissolversi dalle rappresenta-
zioni storiografiche del dopoguer-
ra: la memoria del genocidio, con
rarissime eccezioni - una il Giardino
dei Finzi Contini di Bassani e la sua
trasposizione cinematografica -
scompare dalla cultura popolare,
non si afferma nei corsi universita-
ri, è marginale nel dibattito politico
e dunque taciuto nelle mura dome-
stiche. Questo almeno fino alla fine
degli anni Settanta, quando una se-
rie televisiva americana, Olocausto,
squarciò il silenzio sui duemilacin-
quecento invisibili sopravvissuti al-
la deportazione e ai campi di ster-
minio. Solo allora le lingue si sciol-
sero e i reduci della Shoah presero
a parlare. E se il risveglio dopo
trent’anni di oblio fu scioccante,
assai speditamente si passò a una
fase di normalizzazione che ac-
compagnò la riunificazione tede-
sca, culminata nel giugno del 2004
con la partecipazione del cancellie-
re Schröder ai festeggiamenti per il
sessantesimo anniversario dello
sbarco alleato in Normandia.
Sarebbe quindi il caso di chieder-
si se gli Amnésiques, i Senza memo-
ria, siano non solo i nostri antenati,
o anche chi ignora il consenso ocea-
nico che fu accordato a leader me-
diocri e spietati. Cioè se chi oggi non
conosce le lacerazioni della storia
europea del XX secolo e prospera
sull’immaginifica grandezza delle
piccole patrie sia privo di memoria
perché il sistema educativo che lo ha
cresciuto non ha funzionato, oppu-
re perché le tappe della pacificazio-
ne postbellica furono talmente poco
elaborate da non lasciare tracce suf-
ficienti. Ciò che è certo è che vincere
la pace fu un’impresa titanica che
ebbe il compito di emancipare la so-
cietà europea da bisogni essenziali,
e vincerla eliminando la consapevo-
lezza delle storture che nella prima
parte del secolo produssero i nazio-
nalismi e razzismi deve essere con-
siderata una responsabilità dell’edi-
ficio non finito che seguita a essere
l’Europa contemporanea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I SENZA MEMORIA. STORIA
DI UNA FAMIGLIA EUROPEA
Géraldine Schwarz
Einaudi, Torino, pagg. 335, € 21
Paese. E in tal solco si inserisce la pro-
posta di una «democrazia dei cristia-
ni» avanzata di recente dal cattolice-
simo democratico italiano e tedesco
per far fronte alla deriva dell’indivi-
dualismo liberale ,privato della sua
sostanza etica dagli sviluppi del capi-
talismo digitale.
Sul ruolo del cattolicesimo demo-
cratico nella formazione dell’Italia re-
pubblicana la nuova storiografia è
giunta a valutazioni condivise. Certo
non lo si può isolare dal concorso del-
le altre cultura politiche che hanno
innervato la costruzione della nazio-
ne democratica. Ma la collocazione
internazionale dell’Italia, i fonda-
menti di una democrazia progressiva
scolpita nella Costituzione, il comple-
tamento della matrice industriale e
delle strutture dell’economia mista,
fondamentali per mutare il ruolo del
Paese nella divisione internazionale
del lavoro e la robusta rete di corpi
intermedi che hanno rinsaldato i rap-
porti fra nazione, sviluppo e demo-
Regno Unito. La storia di Eglantyne
Jebb, fondatrice di «Save the Children»
Così salvò i bambini
nella Grande Guerra
Elisabetta Rasy
vrebbe potuto essere la
modella di un pittore pre-
raffaellita, con i suoi ca-
pelli rossi, il volto pallido e
serio, la figura slanciata, una di
quelle eroine vittoriane chiuse nel
giardino segreto del loro cuore. Op-
pure una di quelle inquiete prota-
goniste di una lunga tradizione ro-
manzesca, da Jane Austen a Henry
James, blindate nell’impossibilità
«MATERA VISTA di esprimersi. Ma lei, Eglantyne
DALLA LUNA»: Jebb, non voleva essere la modella
DIECI GIORNI di nessuno e neppure seguire alcun
DI LIBRI, FILM, modello femminile, e decise di
EVENTI esportare la propria irrequietezza
fuori dalle mura della casa signorile
in cui era cresciuta. Ci riuscì così be-
ne che, esattamente cento anni fa,
fu arrestata a Trafalgar Square
mentre protestava contro un crimi-
ne che allora l’opinione pubblica
Dal 16 non considerava tale: la morte e le
al 24 luglio sofferenze per fame, che il blocco
c’è una ricca serie navale delle potenze vincitrici della
di eventi a Matera Prima guerra mondiale provocava
che ricordano tra i bambini delle potenze vinte.
l’anniversario Non soltanto la donna, allora
dell’allunaggio. quarantatreenne e già minata da
La sera del 17 luglio una salute fragile, non si arrese:
a Palazzo quell’episodio fu la spinta decisiva
Lanfranchi sarà a realizzare un progetto che da
proiettato il film tempo coltivava , l’istituzione di un
«Luna italiana» fondo per salvare i bambini in peri-
dedicato a Rocco colo, ma proprio tutti i bambini,
Petrone, figlio di non solo quelli del proprio paese:
emigrati da Sasso anzi soprattutto i figli dei nemici.
di Castalda Fu così che questa elegante vitto-
(Potenza): era lui riana fondò l’associazione cui dette
il direttore del il nome di Save the Children, che fu
lancio dell’Apollo una delle prime organizzazioni pri-
11; prima del film vate a istituire l’aiuto volontario
sarà presentato non più come semplice carità ma
il libro di Renato come atto di giustizia.
Cantore dedicato La storia di Eglantyne, che ora
sempre a Petrone, Raffaela Milano racconta in un li-
«Dalla Terra alla bro denso e interessante intitolato
Luna» appunto I figli dei nemici, appartie-
(Rubbettino). ne a quel percorso molto tortuoso,
Il 18 alla Cava diffamato e carico di ostacoli da
del Sole cui nacque, agli albori del Nove-
ci sarà la cento, quella che gli stessi inglesi
performance chiamarono la “new woman”, la
multimediale donna nuova che non solo doveva
«Apollo trovare il suo posto nella società,
Soundtrack» ma per farlo doveva inventare
con musiche strade fin lì non battute e soprat-
scritte da Brian tutto vincere una mole secolare di
Eno, Roger Eno pregiudizi. Eglantyne era nata nel
e Daniel Lanois, 1876 in un piccolo villaggio dello
eseguite dagli Shropshire: la sua benestante fa-
Icebreaker, miglia le aveva permesso una cer-
e immagini riprese ta libertà tanto che aveva potuto
dallo spazio iscriversi a un college femminile a
Oxford (in tutto quarantotto ra-
gazze che ottenevano una qualche
istruzione ma non la laurea). Al-
l’inizio non sa bene cosa vuole fare
di se stessa, sa però che il suo de-
stino non può essere quello di una
gentildonna che ha come dominio
esclusivamente il salotto di casa.
crazia, portano indubbiamente il se-
gno della sua egemonia. Natural-
mente essa non sarebbe stata possi-
bile se la Dc non avesse dominato
ininterrottamente il governo del Pae-
se per tanti decenni.
Merito dei contributi storiografici
raccolti in questo volume è di argo-
mentare come ciò sia stato possibile
grazie principalmente al suo consen-
so elettorale. Certo le condizionalità
della guerra fredda e della «demo-
crazia bloccata» la favorivano, ma ha
contato la capacità di giovarsene per
fare dell’Italia un Paese più compiu-
tamente moderno. Alla storiografia
che ne indaga la cultura politica si
deve anche un contributo concettua-
le importante per la sua comprensio-
ne: mi riferisco alla definizione della
Dc come «partito italiano», cioè un
partito della nazione che ha saputo
coniugare vantaggiosamente i nessi
fra la vita italiana e la vita internazio-
nale per un periodo storico conside-
revolmente lungo.
23
Storia e storie
Così nella sua storia si fondono
due fermenti che animano la svol-
ta sociale del secolo: l’insofferenza
verso le regole tradizionali fem-
minili e una nuova sensibilità ver-
so l’infanzia, non più considerata
una stagione senza diritti.
Come racconta Raffaela Milano,
il percorso di Eglantyne è tanto più
significativo perché è tutt’altro che
lineare. La ragazza cerca la sua stra-
da in vari modi. Una stagione mon-
dana nei circoli intellettuali di Cam-
bridge, che presto l’annoia. Una
passione infelice per un professore,
per poi disinteressarsi dell’istitu-
zione matrimoniale e innamorarsi
di una compagna di studi, Margaret
Keynes, la sorella del grande econo-
mista. Un’esperienza come maestra
di bambini disagiati, accorgendosi
però che l’insegnamento non fa per
lei. Solo quando comincia a lavora-
re insieme a un’amica in una delle
varie associazioni di beneficenza
che sorgono sul suolo inglese capi-
sce la sua vocazione. Ma capisce an-
che che quel modo generoso ma
tradizionale di occuparsi dei più bi-
sognosi richiede un cambiamento.
È per questo che l’arrestano: nella
manifestazione di Trafalgar Square
ha mostrato dei volantini con le fo-
tografie di bambini devastati dalla
denutrizione. È il primo atto di un
nuovo modo di intendere l’aiuto
agli altri: la sua associazione, che
metterà in piedi con l’aiuto della so-
rella Dorothy, sarà all’inizio una
storia di donne che cambiando la
propria condizione vogliono anche
cambiare il mondo.
Eglantyne muore a 52 anni dopo
tanti tormenti fisici che non le han-
no impedito di viaggiare infatica-
bilmente, inseguendo quelle crisi
umanitarie che nel novecentesco
mondo in subbuglio non hanno
cessato di prodursi, colpendo come
tutt’ora avviene, soprattutto i più
innocenti : i bambini e le loro ma-
dri. Ha dotato la sua organizzazio-
ne di una mentalità tecnica e mo-
derna, ma non ha mai cessato di es-
sere la ragazza inglese inquieta de-
gli inizi, come testimoniano i
romanzi, le poesie, i testi religiosi
e le numerose lettere che ha scritto
in tutta la sua vita. Anche scrivendo
voleva cambiare lo stato delle cose,
ma soprattutto voleva sconfiggere
l’indifferenza, l’egoismo naziona-
listico, l’accanimento verso i più
piccoli e deboli. Voleva, come lei
stessa dichiarò, «toccare l’immagi-
nazione del mondo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I FIGLI DEI NEMICI. EGLANTYNE JEBB
Raffaela Milano
Rizzoli, Milano, pagg. 338, € 19
Restano aperti, invece, i problemi
riguardanti l’ultimo trentennio e fra
essi la fine della Dc e il ruolo del catto-
licesimo politico nella Seconda Re-
pubblica. Ma la ricerca aveva per og-
getto la storiografia disponibile e sul-
l’ultimo periodo essa è naturalmente
meno consolidata. Ad ogni modo, per
chi coltivi progetti ricostruttivi del Pa-
ese, in un tornante della crisi italiana
ed europea denso di incognite, la ri-
flessione storica deve spingersi alme-
no fino al dopoguerra e in questa luce
il volume di Mondo Contemporaneo
costituisce un valido contributo al-
l’autobiografia della nazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CATTOLICESIMO POLITICO NELLA
STORIA DELL’ITALIA REPUBBLICANA:
LE INTERPRETAZIONI DEGLI STORICI
A cura di Renato Moro
e Leonardo Rapone
Mondo contemporaneo nn. 3 2018,
Franco Angeli, Milano
24
Religioni e società
Grandi cardinali. Pubblicate le «Collationes in Hexamaëron»
di Bonaventura da Bagnoregio e il «De pace fidei» di Nicola Cusano
che affrontano il rapporto tra fede e ragione e il dialogo tra religioni
Conferenze di pace
di due porporati
Gianfranco Ravasi
C
ome sempre geniale,
Dante compone un
sorprendente incro-
cio: consapevole de-
gli attriti tra i due
Ordini religiosi,
convoca il domenicano san Tom-
maso d’Aquino a esaltare France-
sco d’Assisi, il capostipite dei
Francescani, mentre è il france-
scano san Bonaventura da Bagno-
rea (Bagnoregio) a ricambiare
«l’infiammata cortesia di fra’
Tommaso» e a tessere l’elogio di
san Domenico, fondatore dei Do-
menicani. Siamo rispettivamente
nei canti XI e XII del Paradiso. Noi
ora fissiamo lo sguardo proprio
sul secondo attore il cui pensiero,
che ebbe altrettanto influsso per
secoli sulla cultura cristiana, è in
contrappunto con quello del suo
collega. Ci riferiamo, quindi, a Bo-
naventura, denominato il «Dotto-
re Serafico», una figura imponen-
te dal punto di vista teologico, co-
me ha dimostrato Joseph Ratzin-
ger con uno dei suoi primi saggi
(1959), San Bonaventura. La teolo-
gia della storia (tradotto nel 1991
presso l’editrice fiorentina Nardi-
ni), testimoniando un amore che
è perdurato anche successiva-
mente. Giustamente, perciò, que-
st’anno il prestigioso Premio Rat-
zinger è stato assegnato a una stu-
diosa bonaventuriana importan-
te, Marianne Schlosser, docente
GIOVANNI all’università di Vienna.
DI RUPESCISSA, Noi ci interessiamo ora di
VADEMECUM un’opera particolare di Bonaven-
PER LA tura, noto al pubblico piuttosto
TRIBOLAZIONE per il suo Itinerarium mentis in
Deum (traduzione italiana presso
La Scuola di Brescia, 1995), pro-
clamato santo nel 1482 proprio da
un papa francescano, Sisto IV e
nominato Dottore della Chiesa da
un altro pontefice francescano,
Avignone Sisto V nel 1588. Si tratta delle Col-
Il francescano lationes in Hexamaëron, che ven-
Giovanni gono ora riproposte – a distanza
di Rupescissa, di oltre trent’anni – nell’edizione
morto italiana curata da uno specialista,
ad Avignone Vincenzo Cherubino Bigi (1921-
nel 1365, passò 2003), sotto il titolo esplicativo La
quasi tutta la vita sapienza cristiana. Come dice
in carcere ma le l’originale Collationes, si tratta di
sue opere si 23 vere e proprie “conferenze” che
diffusero Bonaventura tenne a Parigi, a
partire dalla Pasqua 9 aprile fino
moltissimo.
Ora Vita e a Pentecoste 21 maggio 1273 da-
Pensiero propone vanti a docenti e studenti univer-
sitari e a 160 frati. Il rimando al-
il suo Vade
mecum in l’Esamerone, cioè al racconto bi-
tribulatione (è blico della creazione in sei giorni
(Genesi c. 1) è accidentale, a diffe-
editato da Robert
E. Lerner e Pavlina renza delle omonime opere di
Rychterova, sant’Ambrogio e san Basilio.
pagg. 534, € 48). L’autore punta, invece, a un in-
L’opera è tradotta treccio che si stava annodando in
in francese, quel periodo storico – tutt’altro
catalano, italiano, che “oscuro”, come vuole una certa
castigliano, vulgata riguardo al Medio Evo –
tedesco, ceco cioè il nesso tra fede e ragione, tra
e inglese teologia e filosofia, un vincolo an-
cor oggi per certi versi rovente. A
differenza di Tommaso, il Dottore
Serafico, pur non rinunciando al-
l’elaborazione teorica, marca il
primato della conoscenza di fede
che ha il crocevia centrale nella fi-
gura di Cristo. Egli è il vero «albero
della vita» che domina con la sua
ombra sull’«albero della cono-
scenza del bene e del male», sem-
pre per stare alla simbologia della
Genesi (c. 2). Come scrive nel suo
editoriale preliminare il medievi-
sta Inos Biffi, «tutto il mondo teo-
logico di questa predicazione si dà
convegno dentro l’orizzonte di
Cristo medium omnium scientia-
rum (I, 11), cioè della metafisica, fi-
sica, matematica, logica, etica, po-
litica, teologia».
È, perciò, secondo il prisma er-
meneutico cristologico che vengo-
no affrontati i vari temi, a partire
dalla Chiesa popolo di Dio in esodo
verso la terra promessa governata
da Cristo, per procedere verso l’in-
terpretazione delle Scritture ove
Bonaventura applica la tetralogia
classica dei “sensi” che compren-
dono, certo, il “letterale” ma si
espandono verso altre sfaccettatu-
re allegoriche, anagogiche, tropo-
logiche, quindi trascendenti e spi-
rituali. In pratica l’intelletto della
verità deve nutrire e non dissecca-
re l’intelletto d’amore e di fede. C’è
poi un ampio squarcio sul tema
della contemplazione con la quale
Dottore egli s’affaccia sulla trascendenza
che è simile a un sole eterno che
della Chiesa
Paolo Morando esige di indossare lenti adatte per
detto il Cavazzola essere appunto “contemplato”.
Anche se incompiuta, questa serie
(1486-1522),
«S. Bonaventura di collationes è simile a una ricca
da Bagnoregio», «architettura che presenta una fo-
resta di guglie che si richiamano a
Verona, Museo
di Castelvecchio vicenda in un insieme che dà le
vertigini, come in una cattedrale
gotica» (così il curatore Bigi).
Una settimana dopo l’ultima
conferenza, il 28 maggio 1273, Bo-
naventura veniva creato cardinale
dal piacentino papa Gregorio X Vi-
sconti, che l’aveva voluto come
stretto collaboratore per il concilio
di Lione, aperto il 7 maggio del-
l’anno successivo. L’assise si con-
cludeva il 17 luglio, ma due giorni
prima, all’una di notte del 15 luglio
1274, il Dottore Serafico si spegne-
va. Il papa, tra le lacrime, lo ricor-
dava nel discorso di chiusura del
concilio, imponendo a tutti i sacer-
doti del mondo di celebrare una
Messa in suffragio, dopo aver lui
stesso presieduto i funerali di Bo-
naventura, immortalati tra l’altro
in un dipinto della serie dei cinque
ABITARE LE PAROLE / RICONOSCIMENTO
CONSAPEVOLEZZA DI SÉ E DELL’ALTRO
Nunzio Galantino
D
erivata dal verbo latino
re-cognoscere, la parola
riconoscimento è l’atto
col quale si identifica
qualcuno o qualcosa; è la consa-
pevole presa d’atto dell’esistenza
o del valore di qualcuno o di
qualcosa; è il mezzo concreto
con cui si attestano i meriti e si
dimostra apprezzamento verso
una persona. Vi è anche una
degenerazione e un uso stru-
mentale del riconoscimento;
della serie: «Lei non sa chi sono
io!». Qui, con parole e/o a gesti,
si pretende il riconoscimento e si
mira ad imporre il proprio pote-
re. In ambito informatico, rico-
noscimento è il procedimento
che identifica e converte, ren-
dendoli comprensibili per il
computer, i dati di input.
L’importanza del riconosci-
mento nella vita del singolo e
nelle dinamiche sociali è attesta-
ta dall’attenzione ad esso riser-
vata da Hegel, Ch. Taylor, Haber-
mas, Husserl e soprattutto P.
Ricoeur, con il terzo saggio del-
l’opera Percorsi di riconoscimento.
Con le dovute differenze, tutti
vedono nel riconoscimento il
primo motore del progresso
umano (A. Honneth) e un passo
decisivo per vivere nella società
complessa e per risolvere i con-
flitti che la caratterizzano. Si sa,
i conflitti nascono e crescono
per lo più sulla base del misco-
noscimento e della non cono-
scenza. Il misconoscimento è
Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
Le lezioni tenute
a Parigi nel 1273.
Il libello scritto nel
1453 dopo la caduta
di Costantinopoli
quadri dedicati al santo nel 1629 da
Francisco Zurbarán.
Di un altro cardinale di analoga
genialità viene, in contemporanea,
riproposto un saggio minore ma di
straordinaria modernità. Stiamo
parlando di Nikolaus Krebs, nato
a Kues in Germania nel 1401, donde
la denominazione latina di Cusano
(morirà a Todi nel 1464). Nella me-
moria di molti egli è ricordato per
il suo De docta ignorantia (1440) e,
a livello scolastico, per la sua tesi
sulla “coincidenza degli opposti”
nell’infinta essenza di Dio. Ciò che,
però, ora viene ripubblicato, con
un’ampia premessa di un famoso
antropologo culturale, il belga Ju-
lien Ries, anche lui cardinale, mor-
l’inizio della negazione di ogni
relazione. Non conoscenza e
misconoscimento alimentano
sentimenti di autopreservazione
e di crescita a danno degli altri.
Avvelenano le relazioni con
competizione esasperata, diffi-
denza sistematica, smodato
desiderio di gloria e, appunto, di
riconoscimento... per sé.
Lo stato di diffusa belligeran-
za, che caratterizza i diversi
livelli della vita sociale, cresce e
si nutre grazie all’assenza di
riconoscimento. Secondo la
tradizione giusnaturalistica se
ERES IE ATTUALI
Dentro il Cattolicesimo
Il gesuita José Ignacio
González Faus con Eresie
attuali del cattolicesimo
(Edb, pagg. 244, € 19,50)
ricorda che la tradizione
ha saputo distinguere tra
eresie involontarie e
consapevoli. Nel libro ora
tradotto si parla solo delle
prime, di quelle inconsce
che nel cattolicesimo
attuale possono
distruggere l'identità
cristiana o mettere in
discussione la pluralità
della Chiesa. La stessa
che tiene lontano
il “pensiero unico”
to nel 2013 (un anno dopo la nomi-
na), è il De pace fidei. Anche il Cusa-
no era stato protagonista di un
concilio, quello di Basilea (1432-
35), ove si era battuto per l’unione
di tutte le confessioni cristiane, te-
si da lui ribadita nell’atmosfera
ecumenica del successivo concilio
di Ferrara-Firenze (1438-39).
Ma il 29 maggio 1453 gli Otto-
mani conquistavano Costantino-
poli innalzando il verde vessillo
dell’islam sulla capitale della cri-
stianità orientale. Di fronte all’or-
rore dell’Occidente, il cardinale,
che allora era anche vescovo di
Bressanone, impugna la penna e
scrive questo sorprendente libello
che in controtendenza propone il
dialogo interreligioso: non biso-
gna dimenticare che, anni dopo,
nel 1461 comporrà anche una Cri-
batio Alachoran, ossia un vaglio
critico del Corano ma lasciando
aperti spiragli per un incontro.
Nella Pace della fede, scritto pro-
prio sull’onda dell’evento costan-
tinopolitano quasi come un “in-
stant book”, egli immagina un
dialogo in cui il Verbo incarnato,
cioè Cristo, sostenuto più avanti
anche da Pietro, intesse un con-
fronto col pensiero, le fedi, le con-
cezioni di un’accolta di delegati
delle varie nazionalità.
Sfilano, così, un greco, un italia-
no, un arabo, un indù, un caldeo,
un giudeo, uno scita, un francese,
un persiano, un siro, uno spagno-
lo, un tedesco, un tartaro, un ar-
meno, un boemo e un inglese. Cer-
to, come dichiara il Verbo, «la veri-
tà è unica e ogni intelletto può rag-
giungerla e le diverse religioni
saranno ricondotte all’unica vera
fede». Ma questa meta finale sup-
pone la legittimità di tutte le vie di
ricerca. È solo con questo dialogo
e rispetto reciproco che «cesserà la
guerra, il livore dell’odio e ogni
male e tutti conosceranno che non
vi è se non una sola religione, pur
nella diversità dei riti e delle tradi-
zioni». Una utopia, forse, ma an-
che un benefico vaccino contro le
distopie dello scontro, della paura,
della chiusura razzista, dell’inte-
gralismo religioso e culturale, «per
placare la follia dell’ira e aiutare la
verità a manifestarsi» nel dialogo
e non imbracciando l’arma del ri-
getto. Ogni riferimento al presente
è puramente casuale.
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LA SAPIENZA CRISTIANA.
COLLATIONES IN HEXAMAËRON
Bonaventura
a cura di Vincenzo Cherubino Bigi,
Jaca Book, Milano, pagg. 340, € 30
LA PACE DELLA FEDE
Nicola Cusano
Jaca Book, Milano, pagg. 118, € 15
ne può venire a capo solo attra-
verso un contratto o patto (cove-
nant). Per Hegel invece è indi-
spensabile lasciarsi ispirare dal
persistente e comune desiderio
di essere valorizzati nell’ambito
dell’amore, del diritto e della
stima sociale. Un vero e proprio
principio etico, per il filosofo di
Jena. In assenza del quale –
assieme all’iniziale interiorizza-
zione dell’immagine negativa di
sé e degli altri – si innescano
forme di rivalsa, anche violente.
Il riconoscimento, in quanto
consapevolezza e accettazione di
sé e dell’altro per quello che è e
non per quello che dovrebbe
essere, apre la strada all’arricchi-
mento e alla definizione della
propria identità e apre la strada
al superamento dello stato di
diffusa belligeranza.
Ciò fa del riconoscimento,
secondo Ricoeur, il passo indi-
spensabile per uscire dalla logica
narcisistica, sterilmente identita-
ria ed autoreferenziale del sog-
getto. Un passo ulteriore! La
consapevolezza di sé e dell’altro
come appartenenti a un comune
sistema di relazioni – fatto di
storie, culture, pensieri ed emo-
zioni particolari e non omologa-
bili – nutre l’attitudine alla resti-
tuzione «perché si riconosce che
ciò che si ha [e si è] è frutto di ciò
che si è ricevuto ed è il frutto di
ciò che si è generato insieme agli
altri» (C. Penati).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
Psichiatria. L’ultimo libro di Eugenio Borgna è un racconto permeato di nostalgia in cui
consegna la sua nobilissima visione della professione come incontro, colloquio e ascolto
Le parole fragili della follia
Vittorio Lingiardi
Q L
uando avevo 25 anni
ascoltavo con incan-
to le sue lezioni al
Policlinico di Mila-
no. Adesso che ne ho
quasi 60, e lui quasi
90, leggo con lo stesso incanto il
suo nuovo libro. Un libro che con-
tiene le lacrime dell’addio e al tem-
po stesso il vagito dell’avvento. La
follia che è anche in noi di Eugenio
Borgna ha la stessa fibra dei suoi
precedenti lavori, eppure da que-
sti si discosta. Forse perché, più
degli altri, è «intessuto di fram-
menti della mia vita, rapsodici e
serpeggianti, nei quali sono con-
fluite esperienze lontane e vicine
nel tempo, descrizioni esangui e
fotografiche, narrazioni dolorose
e sanguinanti, divagazioni lette-
rarie e riflessioni nutrite di etica
febbrile, e mai conclusa, nostalgia
di un tempo ormai bruciato dalla
vita, e in particolare di una psi-
chiatria, che sembra talora ago-
nizzare negli ideali ai quali si an-
corava il mio destino. Ma la spe-
ranza in una psichiatria che non si
esaurisca negli aridi deserti della
tecnica, e sia consapevole della
stremata umanità che riluce nella
follia, non può morire». Riporto
per esteso le sue bellissime, toc-
canti parole per dare la misura sia
dello stile sia del compito, en-
trambi altissimi, di questo volu-
me. Un libro breve e fendente che,
in pochi capitoli, interroga e rac-
conta la psichiatria di ieri, di oggi
e del futuro. Sia inteso: non un
manuale di psichiatria, ma l’itine-
rarium cordis di uno psichiatra.
La follia che è anche in noi è un
racconto permeato di nostalgia,
autobiograficamente sospeso tra
la «montagna incantata» del ma-
nicomio femminile di Novara, che
Borgna ha diretto fino al 1978, e la
«rivoluzione» basagliana che, ap-
punto nel 1978, ha aperto i manico-
mi. Se, scrive Borgna, la ragione
«mi portava fatalmente a conside-
rare doverosa la chiusura dei ma-
nicomi, regrediti in Italia a livelli di
intollerabile inumanità», il cuore,
«le fragili ragioni del cuore, mi fa-
cevano pensare con nostalgia al
mondo perduto della follia». A
quel mondo di silenzi, illumina-
zioni e lacrime, di prossimità e
tempo condiviso, che inevitabil-
mente scompariva. Alla scomparsa
non «del» manicomio, ma «di un»
manicomio, quello «mai divorato
dalla violenza e dall’indifferenza»
che Borgna ha diretto per 15 anni.
Anni incancellabili dalla memoria,
immersi nell’ascolto – spesso si-
lenzioso, sempre fisico – della fol-
lia; ma anche avvolti dalla forza
turbinosa della passione civile.
Una lettura storica che dice moltis-
simo dell’attitudine umana di Bor-
gna – forte, delicato e schivo – e
della sua tensione tra la spinta (ba-
sagliana) a portare la follia nel
mondo e quella (più sua) a proteg-
Filosofia del paesaggio
La metafora del giardino per trasformare il mondo
Tommaso Franci
I
slanda 2019. Giovani pescatori
mutilano, condannandolo ad
atroce agonia, uno squalo di spe-
cie innocua, a rischio estinzione,
con esemplari dalla speranza di vita
plurisecolare; e postano il video su
Facebook. Difficilmente sarebbe ac-
caduto all’interno della cultura in
«dialogo con la terra, gli alberi, le ac-
que, le pietre e gli animali» propo-
sta, nella serie pamphlettistica d’Ei-
naudi, da Ferriolo: estetologo tra i
maggiori a proseguire ricerche sulla
filosofia come giardino e sul paesag-
gio come umanità, avviate in Italia
dal kantiano Assunto.
La filosofia del giardino non è la
filosofia d’Epicuro, deficitaria forse
suo malgrado di materialità; sebbene
dimeno della tradizione dominante
A Roma gerla dal mondo. «Ma, certo, mai
Lucian Freud, generalizzare: nella cura e nella as-
«Girl with a White sistenza della lungodegenza psi-
Dog», nell’ambito chiatrica la riforma sarebbe stata
della mostra necessaria anche in un manicomio
«Bacon, Freud e la gentile, come è stato il nostro».
scuola di Londra», Dopo la chiusura del manico-
dal 26 settembre mio, Borgna diventa primario di
al Chiostro del psichiatria dell’Ospedale Maggio-
Bramante re della Carità, sempre a Novara,
dove lavora fino al 2002. Il cam-
biamento è drastico, non foss’altro
per il passaggio da un ampio ospe-
dale femminile di 200 posti-letto
a un reparto misto di 15 letti in
spazi angusti. «Nei ventiquattro
anni del mio primariato le porte
del reparto sono rimaste aperte,
non c’erano contenzioni, ma la di-
rezione sanitaria non consentiva
alle pazienti e ai pazienti, anche se
accompagnati, di scendere nei
giardini dell’ospedale».
Quella di Borgna è una psichia-
tria nobile e antica che sa appog-
La strada
da seguire è quella
che scansa la fretta
spacciata
per efficienza
che, di fatto, ha considerato la mate-
ria solo per distruggerla. Nonostante
il nicciano «restate fedeli alla terra»,
è prevalso il modello agostiniano do-
ve, al più, si studia in giardino ma
non il giardino.
Non studiando il giardino, s’è fini-
to con nemmeno studiarci in giardi-
L’albero no – lamentava mezzo secolo fa As-
della vita Dipinto sunto, costernato per la sparizione
di Gustav Klimt del verde capitolino già pianto da
Herman Grimm, figlio di Wilhelm,
nel 1886 (La distruzione di Roma) e
dal coevo Piacere dannunziano. Per-
fino San Francesco o l’omonimo pa-
pa possono, da cristiani, considerare
la terra «sora nostra matre» solo in
funzione dell’Altissimo o della
«morte secunda», corrispettivo della
platonica «seconda navigazione».
giarsi a una rigorosa farmacote-
rapia senza ignorare l’importanza
della psicoterapia e della sociote-
rapia. Una psichiatria fieramente
opposta a ogni contenzione, con-
traria alle scorciatoie farmacolo-
giche, sempre rispettosa del tem-
po senza orologio che spesso è
quello di cui hanno più bisogno i
pazienti ricoverati. Una psichia-
tria che considera il dolore condi-
zione umana non solo ineludibile,
ma fondativa.
Una psichiatria che Borgna or-
ganizza attorno ad alcuni termini
ricorrenti che solo chi non vuole
capire può liquidare come «buo-
nisti»: gentilezza, speranza, fra-
gilità. Le parole di Borgna non so-
no messe lì per amor di buone
maniere, ma per ribadire la sua
visione della professione come
relazione e ascolto e della disci-
plina come sonda ermeneutica
«orientata a cogliere il senso di
alcune grandi tematiche della vi-
ta». Al punto che, quando si con-
fronta con esperienze abissali co-
me quelle psicotiche, la psichia-
tria «avrebbe ancora più bisogno
di parole fragili e silenziose», for-
se le sole capaci di creare relazioni
di cura. Quando deve consegnare
al futuro la sua idea di psichiatria,
Borgna sceglie le immagini della
fragilità, «dimensione segreta
Ma che c’entra la crudeltà di alcuni
pescatori con la filosofia del paesag-
gio? Tutto. Anzi, senza nessi del ge-
nere non si capisce né l’una né l’altra.
A questo serve il contributo di Ferrio-
lo. Applicandolo analizziamo il no-
stro caso di cronaca. Giovani si com-
partano da vecchi; cioè come si è
sempre fatto: (si) astraggono. Nessun
dialogo con terra, alberi, acque, pie-
tre, animali – e questo dialogo o la
sua mancanza costituisce per Ferrio-
lo il paesaggio – da parte loro e della
(in)civiltà di cui sono effetto; che è la
nostra e che avrebbe dovuto basare,
anzitutto filosoficamente, ogni con-
dotta di vita sulla responsabilità.
Di contro, la «metafora del giardi-
no», con l’aristotelico bene come at-
tività, reclama il diritto/dovere di
della follia», e della «comunità di
destino» come dialogo infinito
«fra chi cura e chi è curato».
Nella mia vita di psichiatra e
psicoterapeuta ho spesso abbrac-
ciato posizioni più empiriche, ho
guardato al mondo anglosassone
più che a quello mitteleuropeo, ho
valorizzato la nomenclatura dia-
gnostica senza dare per scontato
che reificasse il paziente. Ho persi-
no insegnato ai miei studenti a
«usare» il DSM, il manuale diagno-
stico dell’American Psychiatric As-
sociation che per Borgna è la sum-
ma negativa e arida della peggior
psichiatria. Insomma non sono in
tutto e per tutto un suo allievo ide-
ale. Ma sempre ho cercato di segui-
re la strada che lui mi ha indicato
più di trent’anni fa nelle aule spo-
glie del Policlinico.
Quella dell’incontro e del-
l’ascolto, del dubbio e talvolta del
mistero. La strada che scansa la
fretta spacciata per efficienza, un
cammino che procede scortato dal
soffio delle parole di Hölderlin:
«siamo un colloquio/e possiamo
ascoltarci l’un l’altro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA FOLLIA CHE È ANCHE IN NOI
Eugenio Borgna
Einaudi, Milano, pagg. 129, € 12
«trasformare il mondo». Per «uscire
dalla contrapposizione tra soggetto
e oggetto, che ha portato all’attuale
scempio ambientale», ribalta il giar-
dino dell’Eden nell’eden del giardino
e sostituisce al «pensiero intossica-
to» dell’antropocene e alla «aggres-
sività liberista», la «visione unitaria,
senza fratture» di una «filosofia tota-
le» valevole da «pratica di vita».
Questa «cosmovisione» attribui-
sce alla relazionalità processuale del
«luogo», verità «essenziali» al pun-
to che io «sono in quanto abito»; ve-
de «un mondo dove non solo parole
e segni ma anche le cose stesse han-
no significato»; associa «combatte-
re la povertà» e «curare le terre»; ri-
conduce l’«unità di etica e di esteti-
ca» all’immanenza di «un cosmo
Scienza e filosofia
Antologia. Uomo del suo tempo, voleva
stare alla larga dalle questioni politiche
Tutto ciò che non fu
Charles Darwin
Gilberto Corbellini
LE LEZIONI e teorie e i metodi pensati e
MILANESI usati da Darwin per organiz-
DI EMANUELE zare i fatti dell’evoluzione, so-
SEVERINO no stabilmente a fondamento
(2° VOLUME) delle scienze della vita. L’opera dello
scienziato inglese spicca a fianco di
quelle dei più grandi in assoluto, co-
me Isaac Newton, vicino di tomba
nell’Abbazia di Westminster. Invece
di domandarsi quali siano le implica-
zioni anche per le scienze umane e le
Trascrizione discipline umanistiche del pensiero
del corso darwiniano, tra gli intellettuali e a li-
Di Emanuele vello popolare ci si domanda ancora
Severino escono, se quelle idee siano compatibili con
a cura di Nicoletta talune credenze religiose, filosofiche
Cusano, le Lezioni o politiche. Per esempio, se Darwin
milanesi. fosse socialdarwinista (conservato-
Ontologia e re), o razzista, o progressista, o ateo?
violenza (2016- Tutto regolare: la teoria della selezio-
2017). Pubblicate ne naturale prevede che il pensiero
da Mimesis (pagg. umano non si sia selezionato in pri-
172, € 14), ma istanza per capire la verità dei fatti
contengono il e farne uso senza pregiudizio, ma per
secondo volume ingannare e auto-ingannarsi allo
di trascrizioni (il scopo di fare più figli.
primo, Il Nella originale antologia di pagine
nichilismo e la darwiniane, lo storico della scienza
terra, uscì sempre Pietro Corsi mette a fuoco con giusto
da Mimesis nel distacco, evitando di fare di Darwin
2018). «uno dei noi», idee, metodo e risulta-
Riprendono temi ti, incluso quel che il nostro pensava
cari a Severino e di questioni religiose, socio-econo-
ricordano che la miche, politiche, etc. Corsi racconta
tecnoscienza che Darwin seguiva con qualche ap-
dominerà il prensione le discussioni che tentava-
pianeta in quanto no di usare le sue idee per condurre
ascolta il battaglie ideologicamente motivate,
«sottosuolo e si guardò «dal lasciarsi trascinare in
filosofico del derive» speculative polarizzate.
nostro tempo». «Darwin era pienamente un uomo
Per Severino si va del suo tempo», scrive Corsi. Condi-
verso un’epoca in videva costumi e pregiudizi diffusi
cui «non sarà più nell’Inghilterra vittoriana. Pensava
il capitale a che le donne fossero in generale me-
servirsi della no intelligenti degli uomini, e che la
tecnica, non sarà preoccupazione degli eugenisti ante-
più la democrazia litteram per il declino demografico
o l’Islam o il delle aristocrazie bianche e intellet-
Cristianesimo o i tualmente superiori avesse un senso.
nazionalismi o gli Giudicarlo alla luce del politicamente
Stati a servirsi corretto è anacronismo ridicolo.
della tecnica, ma Darwin era materialista e pensava
sarà la tecnica a che i tratti intellettivi e morali fossero
servirsi di essi». Il il portato dell’evoluzione, per cui ogni
volume raccoglie i questione sulla natura umana e le sue
testi del corso espressioni sociali, oggetto di contro-
all’Università versie pubbliche, era da lui soppesata
Vita-Salute San con argomenti e contro-argomenti
Raffaele di Milano nel quadro di un atteggiamento pru-
dente, ma fondato sulla sua teoria
della «discendenza con modifiche».
In un celebre passaggio de L’Origi-
ne dell’Uomo, riconosceva che la me-
dicina stava tenendo in vita individui
di «costituzione debole», consenten-
do loro di riprodursi, mentre allo sta-
to selvatico la selezione naturale
avrebbe premiato i più forti. Darwin
aveva capito, però, che la selezione
naturale ci ha dotati di un «istinto di
simpatia», da cui discende la morali-
tà umana, e che ci porta ad aiutare i
più deboli: se dovessimo rinunciare
a tale sentimento perderemmo la
parte più nobile della nostra natura.
A meno di un «beneficio contingen-
te», per cui ammetteva una limita-
unitario»; riconosce «l’utopia del-
l’istruzione» come «l’unica valida
per l’avvenire», se «l’ignoranza è il
peggior nemico della natura, quindi
dell’umanità»; manifesta insomma
un «ecosocialismo altermondiali-
sta». In esso, non esiste «centro» o
«dominio» ma «dialogo»; al digitale
– la «forma fissa» di lettere, numeri,
città – s’antepone il «continuum» e
alla «astrazione» dei video online, i
«luoghi concreti di vita»; i «minera-
li», poi, vi trovano rispetto; e il citta-
dino è «paesaggista informato»,
prossimo all’artigiano di Sennett o
al Wittgenstein giardiniere-archi-
tetto-educatore.
Bisogna, con Thoreau, «inventare
modi originali di abitare la terra»
perché ecologia è avanguardia, pri-
25
zione della libertà di matrimonio per
i meno performanti.
Si arrabbiava, ricorda Corsi,
quando le sue idee erano usate per
difendere lo schiavismo, mentre lui
apparteneva a una famiglia da sem-
pre anti-schiavista. Ma è ridicolo di-
re che Darwin era «progressista».
Anche se aveva capito che le razze
umane non sono specie distinte, non
gli si può attribuire di aver provato
che le razze umane non esistono,
prima della genetica. Egli ragionava
all’interno di una teoria del cambia-
mento evolutivo imperniata sulla
variazione come presupposto per la
selezione, per cui i gruppi umani che
avevano avuto più o meno successo
secondo i parametri culturali, sociali
ed economici del mondo occidenta-
le, gli apparivano anche quelli supe-
riori, rispetto a comunità arretrate o
semi-selvatiche che egli aveva in-
contrato durante il viaggio sul Bea-
gle. Significativa, l’evoluzione del
suo pensiero sugli abitanti della Ter-
ra del Fuoco, i Fuegini: incontrando-
li nel 1831 li giudicò «non domestica-
ti» e prossimi ad animali, mentre a
seguito dell’educazione inglese si
rese conto che «somigliano a noi
nella disposizione e nella maggior
parte delle facoltà mentali» (1871).
Darwin voleva starsene alla larga
dalle questioni politico-sociali e po-
litico-economiche. La dottrina libe-
rista metteva l’enfasi sulla competi-
zione e L’origine delle specie fu salu-
tato come un argomento naturalisti-
co a favore dell’imprenditoria
capitalista e contro le idee di coope-
razione o carità. Darwin di fatto non
accettò di essere tirato in ballo né dai
liberisti né da Marx, rifiutando la de-
dica de Il Capitale. Nondimeno, in
una lettera del 1872 criticava le «So-
cietà Cooperative» in quanto esclu-
devano la competizione.
L’antologia curata da Corsi intro-
duce alla vita di un grande scienziato,
totalmente dedito alle sue ricerche
teoriche e sperimentali e dotato di
una conoscenza naturalistica im-
mensa. Quello che di Darwin cono-
sciamo meglio non è necessariamen-
te ciò a cui il naturalista ha dedicato
più tempo ed energia, o dove ha di-
spiegato i suoi migliori virtuosismi
scientifici. A questa lacuna l’antolo-
gia supplisce proponendo, oltre a pa-
gine classiche, testi tratti fra altri da-
gli studi sui cirripedi, sulle variazioni
di animali e piante allo stato dome-
stico o facendoci conoscere il Darwin
geniale botanico. E si capisce dalla
forza esplicativa di questi testi per-
ché il più grande fisico dell’Ottocen-
to, Ludwig Boltzman, scrisse che
l’Ottocento sarebbe stato ricordato
come il «secolo di Darwin», non di
altre scienze o tecnologie.
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ANTOLOGIA DI TESTI
Charles Darwin
a cura di Pietro Corsi,Carocci, Roma,
pagg. 339, € 29
ma che ambientalismo. «Un’accura-
ta attenzione per i luoghi» e per «i
nostri gesti» che «si ripercuotono»,
sarà «la possibile eutopia per realiz-
zare la vera umanità»: quella di chi
viva «un paesaggio con il suo corpo
dotato di cinque sensi» e studi «l’ine-
sauribile superficie delle cose». Per
una «dimora materiale» occorrerà,
infine, «linguaggio nuovo»: zanzot-
tiano? Peccato originario è aver vio-
lato non l’albero della conoscenza
ma la conoscenza dell’albero.
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OLTRE IL GIARDINO.
FILOSOFIA DI PAESAGGIO
Massimo Venturi Ferriolo
Einaudi, Milano, pagg. 136, € 12
26 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

Arte

Calendart
a cura di Marina Mojana
CHÂTILLON (AOSTA)
Al Castello Gamba
da oggi al 29 settembre
Altissimi Colori. La montagna
dipinta: Testori e i suoi artisti,
da Courbet a Guttuso;
prendendo spunto da
un’opera in collezione dello
scrittore, critico e pittore
Giovanni Testori (1923-1993),
la mostra si estende ai lavori
dei suoi amici da Willy Varlin,
a Paolo Vallorz, da Bernd
Zimmer a Pepi Merisio.
Località Crêt-de-Breil;
www.castellogamba.vda.it
CECINA (LIVORNO)
Alla Fondazione Geiger
fino al 13 ottobre Nudo!;
esposti reperti e tesori del
Museo delle Antichità di
Basilea che raccoglie sculture
greche la cui nudità
assume significati
non solo erotici.
Piazza Guerrazzi 32;
www.fondazionegeiger.org
TORINO
Al Museo Nazionale del Cinema
nella Mole Antonelliana, dal 17
luglio al 6 gennaio 2020
#FacceEmozioni. 1500-2020:
dalla fisiognomica agli emoji; la
mostra parte dalla prestigiosa
collezione sulla fisiognomica
del Museo e racconta gli ultimi
cinque secoli di storia
attraverso un percorso
emozionale tra maschere e
sistemi di riconoscimento
facciale che intendono il volto
come il luogo dell’anima.
Via Montebello 20;
www.museocinema.it
Hong Kong Al Tai Kwun
Contemporary, fino al 1° settembre,
l’antologica «Murakami vs Murakami»
dedicata al grande artista giapponese
Incanti & Gallerie Via Giovanni Ventura, 5;
www.art-rite.it
a cura di Marina Mojana
MONACO DI MONTECARLO
All’Hôtel Hermitage
dal 17 al 19 luglio, Artcurial
MILANO organizza una tre giorni di
Da Art-Rite Auction aste di pregio tra gioielli,
il 18 luglio alle ore 17.30 orologi e accessori di lusso e
HouseU-3 Under 3k euros asta vintage Hermès. Si segnalano
di arte moderna e un orologio LIP indossato dal
contemporanea con lotti General de Gaulle, un Rolex
quotati meno di € 3.000. Si Daytona del 1967 dell’attore
segnala una piccola tempera Paul Newman e alcune valige
su cartoncino di Horacio di Hermès appartenute a
Garcia Rossi, Senza titolo, 1985 Serge Gainsbourg
quotata € 1.000 - 1.500. e Jane Birkin.
Square Beaumarchais;
www.artcurial.com
SANREMO (IMPERIA)
La Galleria J.F. Cazeau
presenta Fino al 29 settembre
Landscapes; collettiva di
grandi paesaggi moderni di
Louis Hayet, Pablo Picasso,
Hermine David, Afro, Lynn
Chadwick, André Masson e
contemporanei di Sean Scully,
Ian Davenport,
Samuel De Gunzburg
e Nicolas Lefeuvre
Via G. Matteotti 7;
www.galeriejfcazeau.com

Grandi collezioni. Il catalogo dei dipinti e degli affreschi conservati nell’appartamento Stoccolma. La singolare architettura
di Palazzo Colonna a Roma, dove la celebre nobildonna visse e «regnò» fino al 1984 sotterranea che conserva i big data

Nei salotti di nonna Isabelle L’inespugnabile bunker

delle email e dei tweet
Marco Carminati Fulvio Irace

I O
l palazzo è, e resta, una dimora
strettamente privata, aperta al
pubblico un solo giorno alla setti-
mana (il sabato), oppure su speci-
fica richiesta; ma i suoi tesori ar-
tistici devono essere a disposi-
zione di tutti, attraverso cataloghi te-
matici, agili, accurati e di costo
contenuto. È questa, in poche parole,
la “politica culturale” che persegue
da anni la casata principesca dei Co-
lonna, proprietaria da oltre sette se-
coli dello splendido palazzo che si er-
ge nel cuore di Roma, tra la piazza dei
Santi Apostoli e le pendici del Quiri-
nale. In rapida successione la fami-
glia ha promosso in questi anni la
pubblicazione del catalogo dei di-
pinti della Galleria Colonna e del ca-
talogo delle statue e reperti archeo-
logici conservati nel Giardino Colon-
na, preceduti da un brillante profilo
storico della dinastia.
Ora tocca al catalogo dei tesori
pittorici conservati nell’apparta-
mento privato della principessa Isa-
belle, al pian terreno del palazzo, un
volume - va detto subito - partico-
larmente sentito dalla famiglia. Il
motivo è molto semplice: Isabelle
Colonna era la nonna amatissima e
temuta dei fratelli Marcantonio,
Laurentia, Prospero e Stefano Co-
lonna, gli attuali esponenti del ramo
principale del casato.
Un breve abbozzo biografico ba-
sta per capire che fu una nonna piut-
tosto speciale. Si chiamava Isabelle
Sursok, veniva dal Libano, era picco-
la di statura e amava confondere le
carte per non far sapere l’anno esatto
della sua nascita (forse il 1889). È cer-
to che nel 1909 andò in sposa a Roma
al principe Marcantonio Colonna e
che fu accolta con altezzosa diffiden-
za dal patriziato romano. Ma Isabelle
sfoderò presto un notevole patrimo-
nio di carattere, intelligenza, deter-
minazione e diplomazia, tanto da di-
ventare non solo la figura cardine
della famiglia Colonna per tutto il
Novecento, ma anche una protago-
nista indiscussa del bel mondo ro-
mano per sette decenni consecutivi.
Oltre a ravvivare il prestigio e l’orgo-
glio dei Colonna, donna Isabelle curò
personamente il rinnovamento del
palazzo avito, rifacendo le facciate,
ridisegnando i cortili, riordinando le
collezioni e sostituendo con marmi
antichi i vetusti pavimenti in cotto
degli appartamenti di rappresentan-
za. Durante l’ultima guerra fu lei a
mettere in salvo l’ingente patrimo-
nio artistico familiare, facendo na-
scondere e murare negli anfratti del
palazzo i capolavori più importanti
Fasto romano e diplomatici di ogni nazione.
La «Sala Isabelle Colonna visse e regnò
del Vanvitelli» nell’appartamento al pianterreno
nell’Appartamento fino al 5 novembre 1984, il giorno in
della principessa cui morì all’età (forse) di 97 anni. A
Isabelle a Palazzo figli e nipoti lasciò molto rimpianto
Colonna a Roma. e due precisi mandati: l’orgoglio di
In basso, la essere dei Colonna e il dovere di tu-
principessa telare e valorizzare il palazzo e il
Isabelle Colonna suo mirabile patrimonio artistico.
nata Sursok Don Prospero Colonna, nipote di
(1889-1984) Isabelle, ha raccolto pienamente il
fotografata mandato e il testimone della non-
nella «Sala na. Oggi mantiene il palazzo ma-
del Tempesta» gnificamente, ha nominato una di-
rettrice della Galleria (l’attivissima
Patrizia Piergiovanni) e ha dato im-
pulso alle pubblicazioni sulla storia
e i capolavori del palazzo. È com-
prensibile che il volume dedicato
all’appartemento dove visse l’illu-
stre ava stia particolarmente a cuo-
re a lui e ai suoi fratelli. Il libro -
curato da Mauro Natale in collabo-
razione con Patrizia Piergiovanni e
con prefazione di Prospero Colon-
na - intreccia brillanti saggi temati-
ci (su affreschi, nuclei di opere, col-
lezionisti e restauri) con il catalogo
generale delle opere pittoriche con-
servate nell’appartamento, diviso
nelle undici sale che scandiscono
l’attuale percorso di visita.
Chi si inoltra nell’appartamento
della principessa Isabelle viene ine-
vitabilmente travolto dalla “maravi-
glia”. Non tanto nella prima «Sala del
Baldacchino» (che ebbe comunque
come affittuario nientemento che
Carlo Borromeo), quanto per l’im-
pressionante «Sala del Vanvitelli»,
letteralmente tappezzata di terse ve-
dute italiane del padre del vedutismo
europeo, il grande Gaspar van Wit-
tel. Nel successivo «Salottino Rosa»
(dal colore della tappezzeria) biso-
gna aguzzare la vista: le pareti sono
gremite, tra le altre cose, di tanti pic-
coli e mirabili rami di Jan Breughel il
Vecchio. Nella «Sala delle Feste» i
protagonisti sono invece grandiosi
trompe l’oeil architettonici; così come
nella successiva «Sala della Fonta-
na» lo sguardo è attratto dal soffitto
affrescato, opera del celebre Bernar-
dino di Betto detto il Pinturicchio.
Qui, però, è impossibile non notare
un gran quadro a sinistra appoggiato
a un cavalletto. Chi conosce la storia
dell’arte di solito letteralmente tra-
sale: siamo di fronte alla parte destra
del Polittico Roverella di Cosmè Tura,
ovvero a uno dei capolavori più alti
della scuola ferrarese del Quattro-
cento (la ricca scheda in catalogo ne
racconta pregi, storia e vicissitudini).
Nel successivo ambiente, detto
«Sala del Tempesta», dominano di
nuovo gli affreschi parietali, stavol-
ta sono splendide marine in burra-
sca opera di Pieter Mulier detto il
Cavalier Tempesta. Qui occhieggia-
no anche due quadri moderni su ca-
valletto: sono i ritratti dei nonni,
don Marcantonio Colonna e la con-
APRE LA JAMES gni secondo con un sem-
SIMON GALERIE plice click vengono spe-
NUOVO INGRESSO diti quasi 3 milioni di
DELL’ISOLA email, lanciate 30mila ri-
DEI MUSEI
cerche su google, computato un in-
calcolabile numero di tweet. Uno
stratosferico numero di immagini
e di video immette nell’aria un pul-
viscolo di pixel apparentemente in-
nocui, ma in realtà insidiosi come il
particolato e le polveri sottili: un fall
A Berlino out - di informazioni, di scambi pri-
Ieri, 13 luglio, ha vati, di atti pubblici,di transazioni
aperto al pubblico finanziarie, eccetera, - che rende
la James-Simon- politicamente rilevante il peso di
Galerie, il nuovo internet sull’ecologia umana e su
edificio di quella ambientale. Grazie alla rete,
ingresso all’Isola ogni nostro movimento è tracciato
dei Musei di e mai come nell’era digitale la mas-
Berlino disegnato sa documentaria che accompagna
da David le nostre vite, è aumentata a pro-
Chipperfield. porzioni inimmaginabili e mai rag-
Con una giunte nel passato.
superficie di Il fumo di Internet alimenta una
quasi 11mila metri nuvola – il cloud- che ci rassicura
quadri, la James- considerare immateriale, convin-
Simon-Galerie è cendoci che il nostro digitale sia si-
adatta ad mile all’antico mondo delle idee di
accogliere un Platone: un deposito di immagini e
gran numero di parole sospeso in un Olimpo sopra
visitatori, di noi. Ignoriamo però che que-
ospitando tutti st’Olimpo si regge sull’intricata rete
i servizi richiesti di migliaia di kilometri di cavi e fi-
dal fruitore del bre ottiche che corre sotto i nostri
museo piedi - sotto terra e sott’acqua- in
contemporaneo, una linea ininterrotta che attraver-
nonché uno sa nazioni e continenti, oceani, de-
spazio espositivo serti, montagne da una parte all’al-
temporaneo e un tra del globo. Ma perché questo
auditorium. Una flusso corra indisturbato come san-
grande scalinata, gue nelle vene, bisogna che la mas-
una terrazza con sa dei dati eviti l’effetto “colestero-
caffetteria e un lo”, non si depositi cioè sulle pareti
nuovo cortile ostruendole, ma si riversi in appo-
saranno siti contenitori: in forzieri inespu-
accessibili al gnabili agli attacchi della pirateria
pubblico al di digitale, ermetici, sicuri e rassicu-
fuori degli orari ranti. Una metafora che l’architetto
di apertura, Albert France-Lanord per l’internet
estendendo service provider Albert Banhof ha
ulteriormente trasferito nella realtà di un bunker
la fruizione costruito a Stoccolma negli anni
pubblica dell’Isola della Guerra Fredda e capace di re-
dei Musei sistere addirittura agli effetti di una
bomba all’idrogeno. Costruita 30
metri sotto terra, questa caverna
dei nuovi Ali Baba informatici offre
panorami estetici di prim’ordi-
ne(serre alimentate da illuminazio-
ne che simula le ore del giorno, ca-
scate d’acqua, posti di riposo) che
simulano una situazione a metà tra
il futurismo anni ’70 del primo Ja-
mes Bond e una stazione spaziale
alla Star Treck del nuovo millennio.
La risposta è evidentemente as-
sai particolare, ma il tema non è
casuale: dobbiamo pensare infatti
che ogni secondo produciamo una
incredibile mole di rifiuti digitali
, che stanno trasformando il mon-
do reale in uno junk space, uno
spazio spazzatura: la spazzatura
di internet. Una spazzatura che
vale oro: i big data sono una mi-
niera di informazioni che condi-
zionano i nostri comportamenti e
i nostri consumi, trasformandoli
per i gestori informatici in moneta
sonante da custodire e proteggere.
Internet infatti è tanto potente e
pervasivo quanto insicuro e la pri-
vacy dei dati è oggi una necessità
che sfiora l’ossessione.
Ma come si proteggono le disca-
riche di Internet? È solo una que-
stione di algoritmi e schermi anti
intrusione o ci sono delle implica-
zioni materiali che incidono sul-
l’ambiente fisico e sull’architettura
del territorio? In altri termini, esiste
un’architettura dei big data? Un
nuovo tipo di architettura, natural-
mente, dove è determinante
l’idraulica di macchine per conser-
vare ed elaborare i dati e quindi
quanto più possibile liberata dalla
imprevedibile presenza dell’uomo.
Come , ad esempio, il Google Data
Center ad Hamina, in Finlandia, do-
ve la rete delle “condotte” che tra-
sferiscono i dati hanno colori diver-
si, secondo un codice che ne classi-
fica gli usi e le destinazioni renden-
do immediato agli addetti la
manutenzione e il controllo.
Un’architettura “post umana” ,
l’ha definita Ippolito Pestellini,
membro dello studio OMA che in
collaborazione con il Royal College
of Arts di Londra e l’olandese Het
Nieuwe Instituut , ha appena vara-
to un apposito programma di ri-
cerca sull’architettura dei data
centers: contenitori particolari do-
ve la tecnologia sostituisce ,con
l’automazione e i robot, la presen-
za umana , aprendo la strada a una
prospettiva che esperimenti come
i nuovi hub di Amazon o le auto-
mobili a guida automatica stanno
rendendo sempre più simile a un
prossimo futuro.
Un futuro che ha però qualche
riscontro nel passato: nell’archi-
tettura delle centrali elettriche, so-
prattutto, dove le grandi sale per le
turbine che producevano il bene
immateriale del XX secolo, l’elet-
tricità, dominavano spazi immen-
si e metafisici dove la presenza
dell’uomo sembra ancor oggi ap-
pena tollerata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

della raccolta. Nel 1944 arrivò addi- sorte, principessa Isabelle. Il catalo-
rittura a rischiare la vita a causa delle go non tralascia ovviamente gli ulti-
sue ostentate simpatie per gli Alleati. mi tre ambienti: la «Sala dei Du-
I nazisti s’infuriarono e decisero di ghet» (autore degli affreschi alle pa-
arrestarla piombandole in casa: ma reti), la «Sala da Pranzo» (con volte
lei riuscì a beffarli svignandosela da e lunette dipinte a fine Cinquecento)
una porta secondaria e trovando ri- e la «Sala del Mascheroni», senza di-
fugio nell’Ambasciata di Spagna pinti ma arredata con preziosi fram-
presso la Santa Sede. Scornati e indi- menti d’antichità romane, tra cui
spettiti, i tedeschi si vendicarono spiccano - manco dirlo - due belle
sparando due cannonate contro columnae araldiche. Architettura
l’edificio vuoto. © RIPRODUZIONE RISERVATA post umana
Nel Dopoguerra la dimora riprese Il Data Center di
vita. Isabelle rimase vedova (1947) Stoccolma, un
ma non rinunciò al suo ruolo di «re- PALAZZO COLONNA. bunker a 30 metri
gina supplente di Roma» (così la de- APPARTAMENTO sotto terra
finivano i giornali), aprendo i suoi PRINCIPESSA ISABELLE. capace di
inaccessibili salotti a ospiti molto CATALOGO DEI DIPINTI resistere agli
selezionati: alti prelati vaticani, poli- Mauro Natale (a cura di) effetti di una
tici italiani, giornalisti, industriali, De Luca Editori d’Arte, bomba
grand commis di stato, ambasciatori Roma, pagg. 416, € 35 all’idrogeno
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019
Pisa. Il nuovo «Museo delle Antiche
Navi romane» aperto nelle campate
cinquecentesche dell’Arsenale Mediceo
La flotta
del Mare
Nostrum
Andrea Muzzi
C
on una festosa inau-
gurazione alla pre-
senza del Ministro
dei Beni e le attività
culturali Alberto Bo-
nisoli si è aperto fi-
nalmente a Pisa il «Museo delle
Antiche Navi romane». Sono pas-
sati vent’anni dal fortunato scavo
presso la stazione di San Rossore
a Pisa quando incominciarono ad
affiorare i resti di imbarcazioni
antiche e l’archeologo Stefano
Bruni ne comprese subito il valore.
La città attendeva questa apertura,
dopo aver assaggiato per anni la
visione, soltanto con visite limita-
te a prenotazione, di alcuni reperti
nel cantiere annesso allo scavo e
poi in parte della sede attuale.
Oggi l’allestimento che mostra
navi e reperti è concluso e godibi-
le nelle cinquecentesche navate
dell’Arsenale Mediceo, dove si
trova, completando così un rias-
setto di pressoché tutta la carat-
teristica area della Cittadella sul
Lungarno pisano dove, meno di
un anno fa, è terminato anche il
restauro degli Arsenali repubbli-
cani al centro dell’antica darsena.
Non si può fare a meno di riflette-
re che, inaspettatamente dopo
tanti decenni, Pisa risarcisce an-
che tutta questa zona danneggia-
ta fortemente durante l’ultimo
conflitto mondiale e, accennando
a questo non possiamo dimenti-
care la recente ricollocazione, do-
po un complesso restauro, degli
splendidi affreschi, altre vittime
di quei bombardamenti, del Cam-
posanto a cura dell’Opera Prima-
ziale nella loro sede originaria da
dove erano stati tolti .
Il felice connubio degli Arsenali
Medicei con tantissimi reperti del-
la storia della navigazione antica
risalenti ai secoli che si susseguo-
no dalla Pisa colonia romana fin
quasi all’epoca longobarda, favo-
risce di sicuro la godibilità di tanti
reperti, e ringraziamo l’intuizione
di Salvatore Settis che la propose.
Dopo il ruolo da protagonista nel
mare assunto da Pisa nel Medioe-
vo, gli Arsenali medicei sono anco-
ra nel Cinquecento testimonianza
di quell’intenso rapporto della cit-
tà con il fiume e il mare. Questi
grandi ambienti destinati alla co-
struzione di navi, secondo la poli-
tica voluta da Cosimo I, del quale
quest’anno si celebra il cinquecen-
tenario della nascita, sono il risul-
tato di una attività in coincidenza
con la creazione, al fine di combat-
tere i pirati musulmani, dell’Ordi-
ne dei Cavalieri di Santo Stefano
così determinante nella Pisa cin-
Roma / Centrale Montemartini
Lastre etrusche policrome dagli scavi clandestini
U
na straordinaria sele-
zione di lastre parietali
figurate e decorazioni
architettoniche in ter-
racotta policroma provenienti
dal territorio di Cerveteri sono in
mostra fino al 2 febbraio 2020
nella rassegna Colori degli Etru-
schi. Tesori di terracotta alla Cen-
trale Montemartini di Roma, a cu-
ra di Alfonsina Russo, Claudio
Parisi Presicce, Leonardo Bo-
chicchio, Daniele Federico Maras
e Rossella Zaccagnini. Si tratta di
opere recentemente rientrate in
Italia grazie all’azione di contra-
sto del traffico illegale di reperti
archeologici dell’Arma dei Cara-
quecentesca, dalla presente archi-
tettura alla imponente Piazza dei
Cavalieri, con la Chiesa di Santo
Stefano arricchita di belle fiamme
e bandiere turchesche catturate
nel Mediterraneo. Già all’esterno
è possibile seguire questa storia
della flotta toscana raccontata
lungo la facciata verso l’Arno in
una serie di lapidi monumentali.
Il restauro dei grandiosi Arse-
nali, nei quali ha avuto parte idea-
tiva Bernando Buontalenti, venne
affidata, ormai molti anni fa, alla
Soprintendenza di Pisa e Livorno
e, attraversando un periodo di ri-
forme interne del Ministero, è
giunto ad un risultato di grande
soddisfazione, dato che sono stati
affrontati e risolti i problemi strut-
turali e funzionali senza elementi
di disturbo alla visione.
L’allestimento interno - dovuto
all’exhibition design di Maurizio Di
Puolo e Anna Ranghi – con la sua
superficie di quasi cinquemila me-
tri quadrati, 47 sezioni divise in 8
aree tematiche, documenta ed
espone una storia, come abbiamo
detto, molto lunga della naviga-
zione dal secondo secolo avanti
Cristo al sesto della nostra era, evi-
denziando oggetti e particolari che
ci fanno entrare nel vivo di tante
vicende, dagli episodi di vita quo-
tidiana a tutto ciò che concerne le
tecniche costruttive, molto più
complesse di quanto è possibile
capire da qualsiasi manuale stori-
co, a cominciare, ad esempio, dalla
varietà del legname utilizzato e
della sua provenienza, fino a giun-
gere a episodi di vita vissuta e
commoventi circostanze tragiche,
come ci mostra l’ormai celebre
coppia di scheletri, ritrovati vicini
in un estremo tentativo di porsi in
salvo, del marinaio con il suo cane,
poi entrambi travolti dagli eventi.
Il Museo propone fra le altre
navi l’Alkedo (il Gabbiano), l’am-
miraglia della flotta pisana, una
nave a dodici rematori, da diporto
ma con forme vicine alla nave da
guerra, della quale conosciamo il
nome da una incisione sul legna-
me, affiancata da una ricostruzio-
ne armata che narra direttamente
al visitatore tante informazioni
sulla navigazione antica.
Una imponente architettura,
navi antiche, anche se tutto ciò si
aggiunge con fierezza allo stretto
novero dei musei dedicati alla na-
vigazione antica, il Museo di Pisa
non si ferma soltanto a questo.
L’esposizione infatti inizia con
una sezione di Museo della Città
dedicata alla storia di Pisa attra-
verso i ritrovamenti più recenti e
binieri e della diplomazia cultu-
rale del Mibac. All’inizio del 2016
i Carabinieri del Nucleo Tutela
Patrimonio Culturale recupera-
rono a Ginevra un’ingente quan-
tità di reperti sottratti illegal-
mente all’Italia: insieme a vasi
figurati della Magna Grecia e a
statue romane fu rinvenuta an-
che una straordinaria serie di la-
stre parietali e di frammenti ar-
chitettonici etruschi dalla vivace
policromia, accumulati in fran-
tumi in diecine di casse senza al-
cun ordine coerente, in quanto
frutto di scavi clandestini. Un’at-
tenta attività di studio e restauro
condotta sui reperti ha consenti-
Navi in mostra sistemi didattici avanzati per ap-
Il nuovo «Museo profondire molte curiosità e inte-
delle Antiche Navi ressi sulla nascita e sviluppo della
romane» di Pisa, città. Tutto ciò è stato organizzato
allestito da nelle celle dei cavalli, strutture che
Maurizio Di Puolo abbiamo voluto mantenere a ri-
e Anna Ranghi, è cordo del periodo in cui gli Arse-
diviso in 47 nali furono trasformati in scude-
sezioni e 8 aree rie, capitolo anch’esso con le sue
tematiche, e glorie che non dovevano perdersi
documenta la nella trasformazione.
storia della Credo che la caratteristica del
navigazione dal II Museo, seguito con passione in
secolo avanti tutte le fasi di attuazione da An-
Cristo al VI secolo drea Camilli, risieda però, al di là
dopo Cristo di ciò che abbiamo menzionato
P E R L A VIS ITA
Giorni e orari d’apertura
Il «Museo delle Navi
antiche» è un museo
archeologico di Pisa.
L’esposizione si svolge
all’interno delle sale e delle
campate degli Arsenali
Medicei ed è articolata in
otto sezioni. Espone le navi
antiche e i reperti scoperti
nel 1998 a San Rossore.
Il museo si trova al
Lungarno Ranieri Simonelli
16 ed è aperto al pubblico
dal 16 giugno 2019 secondo i
seguenti orari: mercoledì,
14.30-18.30; venerdì,
10.30-18.30, sabato e
domenica, 10.30-20.30.
Per informazioni e contatti:
050. 8057880;
info@navidipisa.it( gruppi
e scuole, 050.47029,
prenotazioni@navidipisa.it)
to di riconoscere nei frammenti
lastre dipinte etrusche prove-
nienti dall’antica Caere (Cervete-
ri), note finora solo negli esem-
plari presenti in alcune delle più
importanti collezioni museali
italiane e straniere.
A questo fortunato recupero è
Salvata seguita la ratifica di un accordo di
Una lastra cooperazione culturale interna-
etrusca policroma zionale siglato tra il Mibac e la Ny
esposta alla Carlsberg Glyptotek di Copena-
Centrale ghen, che ha comportato il rien-
Montemartini tro dalla Danimarca in Italia di
di Roma una ulteriore serie di frammenti
di lastre dipinte etrusche, analo-
ghe a quelle trovate a Ginevra.
La mostra alla Centrale Monte-
che è già moltissimo, nell’atten-
zione prestata nel ricostruire con
dovizia di particolari come mai
tutte queste navi sono finite sotto
il fango in quella zona di San
Rossore per effetto di vere e pro-
prie alluvioni che si sono succe-
dute in questo territorio nell’arco
di molti secoli.
Ed è proprio a San Rossore che
il Centro di restauro del legno
bagnato dal 2005 ha impegnato
a lungo le forze del Ministero dei
Beni e le Attività culturali costi-
tuendo una autentica eccellenza
riconosciuta a livello internazio-
nale. Ci auguriamo che il legame
con «Il Museo delle Navi Anti-
che» rafforzi sempre di più que-
sta realtà e che in tempi non lun-
ghi possa il Centro trasferirsi
dall’attuale collocazione al com-
plesso di San Vito adiacente al
Museo, in corso di acquisizione e
sistemazione, e dedicarsi ad atti-
vità di formazione.
Ho avuto l’onore di concludere
il lavoro sostenuto con continuità
dal Ministero, lavoro nel quale ho
creduto fin da subito. Prima di
me, oltre ai colleghi che mi hanno
preceduto, e che ringrazio senti-
tamente a cominciare da coloro
che mi hanno passato il testimo-
ne, vari istituti hanno collaborato
e continuano a dare il loro fonda-
mentale contributo a seconda dei
rispettivi ruoli, dalla Direzione
Generale, al Segretariato Regio-
nale Toscano. A tutti coloro che
hanno impegnato le loro capacità
e forze nel progetto va il mio sen-
tito ringraziamento.
Direttore Soprintendenza Archeologia
Belli Arti e Paesaggio di Pisa e Livorno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
martini offre dunque una visione
esaustiva delle terrecotte dipinte
etrusche suddivise per temi e ti-
pologie (imprese di Ercole e altri
miti; la danza; gli atleti e i guer-
rieri; i contesti; le terrecotte ar-
chitettoniche) e illustrate da pre-
ziosi materiali di confronto in
molti casi inediti, cercando così di
restituire a questi frammenti de-
contestualizzati dallo scavo e dal
commercio clandestino il ruolo di
preziosi documenti dell’inesti-
mabile produzione artistica del-
l’antica Caere, all’apice del suo
splendore culturale.
—M. Car.
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Bella scoperta. Morandi Bonacossi ha
identificato il sito della grande battaglia
Gaugamela, la piana
di Alessandro e Dario
Cinzia Dal Maso
E
RIAPRE ra il 1° ottobre dell’anno 331
AL MANN a.C. Alessandro Magno ave-
LA COLLEZIONE va già conquistato l’Asia Mi-
DELLA MAGNA nore, le coste di Siria e Pale-
GRECIA stina, l’Egitto. Aveva già sconfitto
Dario III in persona a Isso, in Cilicia,
e fatto prigioniere la madre, la mo-
glie e le figlie. Ma il re di Persia era
riuscito a fuggire. Doveva quindi
braccarlo. Serviva una nuova
schiacciante vittoria per diventare
Napoli
Al MANN – Museo definitivamente re dell’Asia e avere
Archeologico tutte le capitali dell’Oriente ai pro-
Nazionale pri piedi. Quella vittoria venne a
di Napoli. Gaugamela, una piana aperta scelta
Il pubblico da Dario per non rischiare di rima-
può visitare nere intrappolato com’era avvenu-
la collezione della to a Isso. Eppure fu battuto da un
Magna Grecia esercito macedone molto inferiore
riaperta di numero ma strategicamente più
dopo quasi scaltro. Alessandro ebbe così la via
vent’anni dell’Asia spianata.
in un nuovo Si è sempre saputo che Gauga-
allestimento mela si trovava nell’ampia piana tra
progettato il fiume Tigri e i monti Zagros, non
da Enzo Lippolis lontano dall’odierna Mosul (la Nini-
(scomparso ve assira), ma il luogo esatto non era
prematuramente mai stato identificato. Certo, c’era
l'anno scorso), una collinetta chiamata Tell Gomel
al quale è stata il cui nome riecheggia quello di
dedicata la prima Gaugamela, ma non vi era nessuna
sala della nuova certezza prima che l’archeologo Da-
sezione niele Morandi Bonacossi, dell’Uni-
del Museo. versità di Udine, cominciasse a in-
Chiusa dal 1996, dagarla. Perché ora Morandi ha for-
la collezione della nito prove schiaccianti che Tell Go-
Magna Grecia mel è proprio Gaugamela. La grande
rappresenta battaglia che ha cambiato le sorti del
un unicum mondo si è combattuta proprio lì.
nel panorama Morandi lavora nel Kurdistan
museale iracheno con la sua équipe dal 2012.
internazionale È stato tra i primi archeologi a in-
per ricchezza traprendere ricerche colà, non ap-
ed antichità pena le condizioni politiche lo han-
del patrimonio. no consentito. E il suo primo com-
Il progetto di pito, e il più necessario, è stato la
nuova apertura mappatura di tutti i siti archeologici
della collezione dell’area a lui data in concessione,
Magna Grecia dalla preistoria al periodo islamico.
è accompagnato Perché fino ad allora il Kurdistan
da una guida- iracheno era terreno “vergine”: le
catalogo, a cura continue guerre non avevano mai
di Paolo Giulierini consentito ad alcuno di eseguire ri-
e Marialucia cerche appropriate. E l’avanzare
Giacco, edita dello Stato Islamico nel 2014, ha poi
da Electa reso la ricognizione ancora più ur-
gente: interi monumenti rischiava-
no di sparire senza che se ne con-
servasse memoria.
Morandi ha battuto a tappeto
un’area di ben 3000 chilometri qua-
drati all’estremo nord del paese uti-
lizzando tutte le tecnologie più al-
l’avanguardia, e vi ha scoperto e
mappato circa 1100 siti che rivelano
i diversi modi di utilizzo e popola-
mento del territorio nei secoli. Alcu-
ni di questi siti sono stati poi protet-
ti, altri restaurati perché deturpati
dal tempo e dai vandali. Ha attrezza-
to un laboratorio di restauro nel Mu-
seo nazionale della città di Dohuk, e
formato restauratori e tecnici in di-
verse discipline. Ha persino scritto
per loro manuali in lingua curda.
Ha però anche coronato il suo so-
gno: scoprire com’era organizzato
il cuore dell’impero assiro. Finora si
conoscevano le grandi capitali, Ni-
nive e Khorsabad, ma non il loro ter-
ritorio. Per questo il progetto di Mo-
randi si chiama «Terra di Ninive».
Le sue ricerche hanno rivelato che in
epoca assira quella terra era densa-
mente popolata con insediamenti,
fattorie, mulini, e strade che porta-
vano ovunque. Ma soprattutto era
irrigata con dighe e canali che de-
Tel Gomel
(Gaugamela)
L’acquedotto del
re assiro
Sennacherib
(704-681 a.C.).
Un’iscrizione
ritrovata in loco
dice che portava
le «acque della
città di
Gamgamara»,
toponimo assiro
che divenne
Gaugamela
in greco
27
Arte
viavano le acque dai grandi fiumi. E
acquedotti in pietra, i più antichi
della storia, che hanno trasformato
quella terra in un grande giardino
capace di rifornire la capitale di tut-
to il necessario. Mentre sulle prime
pendici dei monti Zagros c’erano ri-
lievi spettacolari che raccontavano
le gesta dei grandi re d’Assiria, a
partire per l’appunto dalle costru-
zioni dei grandi canali irrigui.
Si è dunque scoperto un nuovo
capitolo di storia assira, e ora Mo-
randi sta lavorando al progetto di un
parco archeologico e sta predispo-
nendo il dossier per chiedere l’inse-
rimento della Terra di Ninive nella
lista del Patrimonio dell’umanità
dell’Unesco. Perché tutto il mondo
conosca questa meraviglia di gestio-
ne territoriale e di capolavori del-
l’arte e dell’ingegneria antiche.
A Tell Gomel, invece, Morandi
ha cominciato a scavare, portando
alla luce un edificio pubblico e
tombe del II millennio a.C., testi-
monianze dell’esistenza di un cen-
tro assiro, e soprattutto di un fio-
rente insediamento di epoca elle-
nistica che prosperò a seguito della
famosa battaglia. Ma quel che lo ha
portato sulla pista giusta è stata
un’iscrizione, incisa sulla monta-
gna vicina, con cui il re assiro Sen-
nacherib (704-681 a.C.) celebrò la
costruzione di un acquedotto par-
lando, tra l’altro, delle «acque della
città di Gamgamara». Un nome che
suonava troppo familiare.
Allora Morandi si è rivolto ai lin-
guisti che hanno individuato le di-
namiche di trasformazione del to-
ponimo dall’assiro Gamgamara al
greco Gaugamela al medievale Go-
gemal al moderno Gomel. Non
c’erano già più dubbi. Ma Morandi
ha anche ragionato con storici e to-
pografi che attorno a Tell Gomel
hanno identificato tutti i luoghi del-
la battaglia così come li avevano de-
scritti gli storici antichi.
Infine ha studiato con occhio più
attento i rilievi rupestri dei monti lì
attorno, da dove si domina il campo
di battaglia, e vi ha individuato non
pochi indizi di celebrazioni della
vittoria di Alessandro. A cominciare
dal rilievo di Gali Zardak dove si ve-
de una vittoria alata che porge una
corona a un cavaliere, con icono-
grafie chiaramente ellenistiche. Si
trova su un monte che è forse quello
citato dagli storici antichi perché
dopo la battaglia fu ribattezzato
monte Nikatorion, monte “della
vittoria”. Ma è interessante anche
uno dei famosi rilievi di Khinnis, a
20 chilometri da Tell Gomel: lì
un’iscrizione assira è stata cancella-
ta per incidere il contorno di un ca-
valiere ellenistico che, armato di sa-
rissa, pare colpire il re assiro (e per
trasposizione il re persiano). E sono
stati individuati anche rilievi co-
stellati di stelle argeadi, forse il sim-
bolo stesso della casa regnante ma-
cedone e della Macedonia antica.
A questo punto le prove erano
davvero tante, troppe. La piana di
fronte a Tell Gomel è, oramai con
quasi assoluta certezza, il luogo dove
Alessandro compì la grande impresa
e s’impadronì di fatto di tutto l’impe-
ro persiano. È una vera bella scoper-
ta avvenuta quasi per caso, mentre
in fondo si cercava altro. Come acca-
de a molte vere belle scoperte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
28 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore

Musica

Settenote NIZZA (stefanobollani.com) Vicenza

a cura di Angelo Curtolo
LONDRA
Proms
Il 19 al via alla Royal Albert Hall il
celebre festival, grandi concerti
sinfonici quotidiani, fino al 14
settembre;con sei sterline si entra
(in piedi di fronte all’orchestra).
Apre come tradizione la BBC
Symphony Orchestra e Coro, in
programma la Messa Glagolitica di
Janaček (bbc.co.uk/proms)
Jazz
Dal 16 al 20 il 71° festival, il 18 i Black
Eyed Peas (nicejazzfestival.fr)
RAVENNA
Muti + Nozze
Il 20 al Teatro Alighieri Muti al piano
ci parla delle Nozze di Figaro,
iniziando la sua Accademia
dell’Opera Italiana (riccardomuti.com)
RIMINI
piano + bandolim
Questa sera al Teatro Galli Bollani e
Hamilton de Holanda;poi a Bari (16)
e Forte dei Marmi (20)
Sipario Zap di Vicolo Santa Maria Maggiore Ale e Franz sono due comici
Marco Baliani in compagnia di Luca Avagliano e girovaghi nella Dolorosa storia di
VAL DI FASSA (TN) a cura di Elisabetta Dente Gregory Eve, dal 15 al 31 luglio Giulietta e del suo Romeo, scritta e
L’Alba delle Dolomiti (toscanateatro.it). diretta da Leo Muscato, al Teatro
Il 20 alle 6 al Col Margherita la Romano dal 17 al 20, e
musica si confronta con la guerra, PARMA all’Anfiteatro del Vittoriale di
con Marcoré, Brunello e molti altri AREZZO Pankine Gardone Riviera (Bs), il 24
(isuonidelledolomiti.it) Partecipare è normale Ideato da Elisa Cuppini, il progetto (estateteatraleveronese.it).
È il tema di “Kilowatt 2019” ideato del Teatro delle Briciole e
VERBIER (SVIZZERA) da Luca Ricci e Lucia Franchi a dell’Associazione Micro Macro, VICENZA
Musica da camera Sansepolcro dal 19 al 27 luglio mixa creazioni di vari artisti sulla Una notte sbagliata
Dal 18 luglio al 3 agosto il 26° (kilowattfestival.it). crisi di un simbolo di socialità Post-narrazione di Marco Baliani
festival, a 1.500 mt. nel Vallese; e urbana, il 17 e 18 al Parco dei Poeti con regia di Maria Maglietta sulla
subito, il 19, Trifonov nella Sonata di FIRENZE (insolitofestival.org) vicenda di Stefano Cucchi, al
Rachmaninov con il cello di Walking Thérapie Teatro al Castello Tito Gobbi il 19
Hakhnazaryan (verbierfestival.com) Psico-passeggiata nel centro storico VERONA (operaestate.it).
© RIPRODUZIONE RISERVATA con partenza (alle 21) dal Quinoa- Nati Sotto Contraria Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA

Atene / 2. Il progetto «Return Trip»

Atene / 1. Muti porta la «Nona» nell’Odeon di Erode Attico per «Le vie dell’Amicizia»
dell’Aterballetto approdato in Grecia
del Ravenna Festival: le anime dei Cherubini con le orchestre greche e il coro della tv

L’enigmatico «Wolf»
Fratelli secondo Beethoven e un leggero «Bliss»
Carla Moreni Roberto Giambrone

B N
eethoven e il prossimo
anniversario dei 250 anni
dalla nascita partono con
breve anticipo da qui, e
per l’omaggio non si po-
trebbe immaginare un
luogo, un’interpretazione, un conte-
sto migliore: Atene e il suo cuore,
l’Odeon di Erode Attico. Dove l’emici-
clo che stringe affetti innumerabili e
cinquemila corpi, sulle gradinate bol-
lenti di sole, ci precipita giù, verso quel
centro dove risuona una Nona che è
grido di inquietudine e di bellezza, di
severità e di antiretorica. Inno alla for-
ma: fuori classica e scolpita, dentro
frammentata in continui interrogati-
vi. Inno alla libertà, come nelle inten-
zioni originali. E come dimostra Ric-
cardo Muti, che plasma sette orche-
stre diverse e due cori facendoli di-
ventare uno. Fratelli, sì, “Brüder”,
secondo il testo di Schiller, perché tesi
a un comune ideale. Per costruire roc-
caforti di musica, come vuole il Ra-
venna Festival con la grammatica del-
le sue “Vie dell’amicizia”.
Inventive e originali, apparente-
mente senza una logica di terra, co-
struita a tavolino, e invece giocate sul-
la sensibilità dell’ascolto dei messaggi
in arrivo dai venti. Per battaglie sem-
pre incredibilmente vittoriose. Tro-
varsi nell’ombelico di una Europa tor-
mentata (per caso giusto nel giorno
delle votazioni, in Grecia) e segnare in
gesto di risposta non stucchevoli pa-
role vuote, bensì il monumento esem-
plare del repertorio sinfonico, la Nona,
Nike vittoriosa, fa molto effetto. Quasi
paura, nella geografia di un destino
che si compie. Perché ventitré anni fa,
quando nulla di ciò che succede oggi
era ovviamente immaginabile, erava-
mo insieme a Sarajevo. E anche lì ri-
suonava Beethoven, ma quello della
Terza, l’Eroica, a aiutare i pugni stretti
di un popolo martoriato dalla guerra.
Quasi un quarto di secolo dopo, il
viaggio ad Atene partiva in apparenza
con una cornice più distesa: le case qui
non sono bombardate, non manca la
luce, non si devono condividere ca-
mere d’albergo perché non ce ne sono
abbastanza. Ad Atene non c’è il clima
che tante parti del mondo stanno an-
Ai piedi cora vivendo. Come ha raccontato per
della Acropoli una vita il fotografo greco Yannis
L’Odeon di Erode Behrakis, morto nel marzo scorso, a
Attico cui la Fondazione Stavros Niarchos
dedica una drammatica retrospettiva
(nella biblioteca fantastica firmata da
Renzo Piano, insieme a tutto il nuovo
centro culturale, regalato dall’arma-
tore alla città, teatro d’opera - stupen-
do - compreso).
Tuttavia, in questa città così dina-
mica, pulita, da copiare, eccitante
per musei, iniziative culturali, mo-
stre (imperdibile Picasso e l’arte ci-
cladica) non dobbiamo dimenticare
che solo cinque anni fa si era alla
bancarotta. Con i cinquanta euro al
massimo prelevabili dal bancomat.
E le orchestre chiuse.
SILVIA LELLI
Non lo dimentica il direttore della
“ERT”, orchestra e coro della radiote-
levisione di Stato greca, che nella ser-
rata continuò clandestinamente a la-
vorare, con tenacia da novelli Ulisse,
e finalmente poté essere riaperta.
Non lo ha dimenticato chi allora do-
veva appendere gli strumenti a un
chiodo. E nell’intervallo di una delle
prove, nello splendido Megaron
Mousikis (duemila posti, acustica
perfetta, hanno ragione le classifiche,
la Grecia ci ha superato) va a stringere
le mani a Muti. Ringraziandolo per-
ché allora lui aveva dato solidarietà a
loro. E le mani restano strette a lungo,
più a lungo delle parole. Restando
una delle immagini stampate di que-
sti viaggi. Come le mani ferite, che
non potevano più suonare, della per-
cussionista di Sarajevo.
Insieme ai musicisti della rinata
“ERT”, ci sono altre cinque sorelle
greche per la Nona all’Odeon: la Sta-
tale di Atene, di Salonicco, la Giovani-
le della Grecia, la Sinfonica della Ca-
pitale e la Filarmonica. Insieme al co-
ro della città, raddoppiato dal nostro
Costanzo Porta. Non immaginavamo
un Paese anche musicalmente tanto
vivace. Alcune di loro vantano un
passato di grandi direttori, primo fra
tutti Mitropoulos. E nei componenti
mandati in rappresentanza per que-
sto simbolica occasione presentano
facce molto giovani. Tanto che è quasi
impossibile distinguerli dai giovanis-
simi Cherubini, squadra prediletta
del Maestro, in questa nuova tornata
punteggiata di “Cherubinesse” di
gran piglio (anche se c’è un primo
contrabbasso, Giulio Andrea Mari-
gnetti, insuperabile). E tanto che
Francesco Manara, storica spalla del-
la Scala, uno dei primi scelti dal Mae-
stro al suo arrivo, venuto qui in gene-
rosa solidarietà di timoniere, viene
puntualmente raddoppiato dai guizzi
di Valentina Benfenati.
Sono i fili ben distinguibili della
Cherubini a dettare la trama di questa
effimera, irreplicabile orchestra: suo-
nano con disciplina e dedizione toc-
canti, quasi più dei predecessori, nei
brevi quindici anni di vita dell’orche-
stra. Vale per tutti l’ottavino di Viola
Brambilla, impeccabile nelle staffilate
finali della Nona. Muti compatta i soli-
sti (Mudryak, Boldyreva, Ganci, Sta-
vinsky) con disciplina mentale, ma
gesto mai visto tanto libero. Nell’ap-
pello finale rimarca fermo un’Europa
che non può stare senza Grecia e Italia.
Ma quando concerta spicca motti na-
scosti, sfumature nelle transizioni,
colorando di oro le frasi più cantanti
di Beethoven. Come riesce ai grandi,
negli anni in cui volano, grandissimi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SINFONIA N.9
di Beethoven
direttore Riccardo Muti; Atene,
Odeon di Erode Attico
ei giorni in cui la Grecia
consegna nelle mani del
nuovo premier il proprio
destino, tra timori e spe-
A ranze, ad Atene si respira un’atmo-
TOPOLÒ sfera di cauto ottimismo, e si avver-
IL CONCERTO te anche un certo orgoglio naziona-
IN OMAGGIO le da sbandierare dinanzi al conses-
A CAPPELLO so europeo. Un desiderio di rilancio
che passa anche dalla valorizzazio-
ne delle arti e della cultura, dagli
scambi internazionali e dal coin-
volgimento dei giovani. L’Italia è in
prima linea in questo scenario tutto
in divenire. Lo dimostra il successo
Il 16 luglio della seconda edizione di Tempo
Prima che venga Forte Italia-, un cartellone di
buio, alla 26esima eventi distribuiti tra giugno e set-
edizione della tembre, che include spettacoli, mo-
Stazione stre, rassegne cinematografiche e
Topolò/Topolove workshop con la partecipazione di
(fino al 21 luglio) alcune eccellenze delle nostre arti,
si svolgerà ma anche iniziative che pongono a
il concerto confronto artisti dei due paesi. Ol-
omaggio al poeta tre ai rispettivi ministeri dei beni
Pierluigi Cappello culturali sono coinvolte istituzioni
(foto) con come Ravenna Festival, il Festival
Elsa Martin di Atene ed Epidauro, l’Ambasciata
(voce), Stefano italiana e l’Istituto italiano di cultu-
Battaglia, ra di Atene, il Teatro Stabile di Na-
(pianoforte) poli, l’Olimpico di Vicenza e artisti
dal titolo come Romeo Castellucci, Andrea
Al centro De Rosa, Gabriela Vacis, Eugenio
delle cose Barba, Riccardo Muti.
In questo contesto, il progetto
Return Trip della Fondazione Na-
zionale della Danza Aterballetto si è
distinto per la capacità di attivare
reti di cooperazione, occasioni di
confronto e di scambio tra artisti dei
due paesi. Preceduto da una resi-
denza in Italia di tre coreografi greci
– Patricia Apergi, Christos Papado-
poulos, Euripides Laskaridis – che
oltre a proporre i loro spettacoli
hanno condotto laboratori formati-
vi per giovani danzatori italiani, il
progetto è approdato nei giorni
scorsi in Grecia proprio in occasione
del Festival di Atene ed Epidauro. La
compagnia di Reggio Emilia ha pro-
posto due spettacoli nello spazio
Peiraios 260, ex complesso indu-
striale e oggi sede delle attività del
Festival, e il primo step di In/Finito,
un evento site specific nel suggestivo
parco dell’Agorà Antica.
Dimostrando una non comune
capacità di assorbimento di stili di-
versi, i giovani danzatori di Ater-
balletto si sono destreggiati tra la
gestualità energica e tribale di Ho-
fesh Shechter, del quale hanno in-
terpretato l’enigmatico Wolf, e la
leggerezza di Johan Inger, distillata
in Bliss, uno spettacolo esemplare
per essenzialità di linee e di dise-
gno coreografico.
Wolf è una sorta di rituale catar-
tico che esplora la dimensione
istintiva e primordiale dell’essere
umano. Avvolti in un’atmosfera cu-
pa, cavernosa, gli interpreti interro-
gano il proprio corpo, esplorano di-
namiche di gruppo e relazioni in-
terpersonali, trovano in una danza
terrigna, percussiva e ossessiva uno
strumento per dialogare con le zone
oscure dell’inconscio.
Ironico, leggiadro, intriso di una
contagiosa joie de vivre, Bliss dello
svedese Johan Inger, insignito del
Premio Danza & Danza, alterna cor-
se, slanci, salti, insiemi, intreccian-
do una partitura coreografica com-
plessa e allo stesso tempo cristalli-
na. Inseguendo la musica del Köln
Concert di Keith Jarrett i bravi dan-
zatori tessono rapporti, interagi-
scono creando forme cangianti e di-
namiche, esprimono la loro irrefre-
nabile energia e il piacere di essere
qui ed ora. Meritatamente applau-
diti dal numeroso pubblico, sei di
loro – Grace Lyell, Giulio Pighini,
Ina Lesnakowski, Arianna Kob, Se-
rena Vinzio, Ivana Mastroviti – si
sono cimentati anche nella creazio-
ne, proponendo nell’Antica Agorà
piccoli frammenti di lavori in dive-
nire. Tra ironia, gusto pop, recupero
critico di forme classiche e necessità
di manifestare turbamenti, desideri
e aspirazioni, si configura un im-
maginario generazionale intrigante
e significativo. Le immagini delle
performance, catturate dal fotogra-
fo greco Costas Ordolis saranno
mostrate all’Istituto italiano di cul-
tura di Atene a partire da domani e
fino al 10 settembre.
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Degni di nota

«Diamo il La» ai bambini milanesi, sono una voce nel deserto musicale
Quirino Principe

N
on esistono più spiragli per “assistere” a una striminzita roùmenoi (notate la raffinatezza Li hanno resi sordi: tra poco sa- interiore sonanza di malinconica luce nell’Universo. L’infanzia, che
attraverso i quali si possa prova di tale o tal altra opera è una dell’accusativo plurale in luogo del ranno ciechi e muti. C’è chi vuole rassegnazione non impedisce la fe- ancora ode, vede e parla, è l’unico
prolungare la vita a un’il- penosa pantomima in cui tutti me- singolare heauton..). È masochi- cittadini divenuti sudditi, anzi, licità che ad essi dà la musica forte. terreno sul quale ancora si possa
lusione oramai agli sgoc- nano per il naso tutti. Neppure i smo, punizione di sé, autoflagella- idioti che vogliono panem et cir- Questo, come logica vuole, libe- costruire. A coloro che insegnano
cioli. Nessuno biascica più lugubri Conservatorii, nobile “riserva in- zione, il credere utile e sensato il censes e acclamano calciatori, ra un fronte di combattimento: l’età nelle scuole per l’infanzia (veri eroi
formulette di fiducia nella possibi- diana” non concessa bontà sua da tentativo di avvicinare i già adulti e “creatori” di moda, fotomodelle, infantile. Oggi veniamo a contatto di una nazione), «Diamo il La» offre
lità di «avvicinare i giovani [parola Francesco De Sanctis agli amanti “dégourdis”, sensibilizzarli, farli guaiolanti simulatrici di orgasmi e con il progetto educativo «Diamo il i mezzi affinché essi, acquisendo o
che oggi ha sentore di cripta, di ter- della musica forte (della “mmmòse- ascoltare. I buoi sono tutti usciti ruttanti simulatori di overdose, La», che dal marzo 2015 coltiva ritrovando competenza, abbattano
riccio e di sepoltura –N.d.R.] alla ga glàssega”, come si dice nei Mini- dalla stalla, e quelli che vi sono en- nonché fruitori di “musica norma- l’educazione all’ascolto nelle scuo- il maledetto muro tra gli italiani di
musica classica». Sappiamo tutti, steri), neppure essi, oramai, voglio- trati fanno schifo. La trasmissione le” (così la classificava l’anno scor- le per l’infanzia del Comune di Mi- domani e quel vero Paradiso Terre-
con tombale evidenza, che le secon- no essere, e, vergognandosi di esse- dei saperi si è interrotta mezzo se- so un grande quotidiano, distin- lano. Esso è in armonia con gli indi- stre (…e Unico!) che è la musica for-
darie superiori a “indirizzo musica- re, si “aprono a nuove forme”. Vul- colo fa, e l’abolizione del latino nel- guendola dalla “mmmòsega glàs- rizzi di Reggio Children, centro in- te. Giuseppina Manin presiede il
le” (consentitemi lo sghignaz- go, calano le brache, istituendo à la liturgia cattolica, atto imbecille sega”). I “normali” adolescenti su ternazionale per la difesa e la pro- Consiglio direttivo di «Diamo il
zo di Beelzebuth pseudo-Or- gogo classi di rap, di trap, di come infiniti altri della Chiesa, è di- su fino ai vecchi giovanotti, anche mozione dei diritti de bambini e La», Carlo Sini guida il Comitato
landine nel racconto di Char- indie, «aprendo a tuuuutta venuta necrosi nella scuola di Stato. se intelligenti e operosi, hanno su- delle bambine. Siamo investiti da scientifico, e così ci vengono in
les Nodier) sono nate morte, la musica», a 360°, per la de- Distrutto è il tramite della memoria bìto l’amputazione di una parte del un entusiasmo che ci agita: il più mente i versi di ser Durante degli
che l’afflusso di liceali o di lizia di alti prelati. storica e culturale. Due volte di- cervello, quella acustica. I rarissimi importante fra i diritti umani e civi- Alighieri (Inferno, XV, 55-56): «Se
neo-laureati un po’ ranci- Non è caricatura né iper- strutto è il tramite di conoscenza diversi, in quelle fasce d'età, non li è il diritto al sapere, il diritto di tu segui tua stella / non puoi fallire
di alla Scala o al Regio o bole. È la nostra esperienza della musica e della nostra meravi- sono snob elitari e “di nicchia”: so- gustare i frutti dell’Albero, a noi of- a glorioso porto».
alla Fenice al San Carlo di recidivi heautoustimo- gliosa eredità e civiltà musicale. no pazienti, anche troppo, e la loro ferti da un Lucifero che accende la © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019 29

In scena

LE IMMAGINI RESIDUE DI UN RESISTENTE RIFLESSI NEL GRANDE SCHERMO

Roberto Escobar

V
ediamo solo quello di cui
siamo consapevoli, e
quello di cui siamo consa-
pevoli non sono immagini
reali, ma immagini residue – in
polacco powidoki –, le sole davvero
nostre. Questo insegna ai suoi
allievi Władysław Strzemiński
(Boguslaw Linda). E Powidoki è il
titolo originale di Il ritratto negato
(Polonia, 2016, 98').
Nel suo ultimo film, finito poco
prima di morire, il novantenne
Andrzej Wajda racconta gli ultimi
anni di Strzemiński, fra i maggiori
pittori polacchi del Novecento,
morto sessantenne a Łódź nel 1953.
E forse nella vita e nell’arte di Strze-
miński specchia le proprie.
Il film inizia nel 1948, quando lo
stalinismo impone un cieco, sche-
matico realismo a pittori, poeti e
scrittori. Teorico dell’arte e amatis-
simo insegnante all’Accademia di
Belle Arti di Łódź, Strzemiński
rifiuta di allinearsi. Dapprima il
regime tenta di recuperarlo, facen-
dogli intravedere sia le conseguen-
ze negative della sua ribellione sia i
vantaggi della sua eventuale obbe-
dienza. In fondo, che cosa gli si
chiede? Di subordinare le sue parole
e la sua arte al nuovo ordine. Nel
1934, lui stesso – gli ricorda un
funzionario di polizia – ha sostenu-
to la necessità che poeti, scrittori e
pittori diventassero «soldati della
politica, della parte politica».
Il riferimento, poco comprensi-
bile per uno spettatore italiano, è
all’adesione di Strzemiński al movi-
mento Sanacja, guidato da Józef
Piłsudski, diventato primo ministro
della repubblica polacca con il colpo
di stato del 1926. Wajda non si
sofferma sul carattere del movi-
mento, e il suo Strzemiński non
contesta quanto gli viene detto. In
ogni caso, ora non accetta di essere
un artista-soldato di una parte
politica, né in genere della politica.
Mutilato della mano sinistra e del
piede destro durante la Grande
Guerra, Strzemiński è peraltro un
combattente. Il suo impegno è per
l’arte, per l’arte di ognuno. Ognuno,
ripete, è il solo padrone della pro-
pria opera, e in essa deve e può dare
solo quanto ha già ha. Poco importa
che Stalin stia o non stia a guardarlo
dal Cremlino, come il regime sostie-
ne e come gli artisti-ruffiani credo-
no o accettano di credere. E poco
importa che critici, intellettuali di
regime e potenti lodino i ruffiani e
«Il ritratto negato» di Andrzej Wajda disprezzino gli artisti veri. Quanto a
Władysław Strzeminski lui, resiste e si oppone anche quan-
(Bogusław Linda) do le sue opere sono vandalizzate e
distrutte (fra l’altro, un suo bassori-
lievo anticolonialista è scalpellato
via con la supervisione della Asso-
ciazione degli Artisti).
Così Strzemiński combatte la sua
guerra contro chi fa guerra alla
poesia, alla pittura, alle coscienze.
Certo non può vincerla, questa sua
guerra, e ancor più certamente non
subito, per quanto ai suoi allievi,
disorientati e scoraggiati, dica che
presto le cose cambieranno. Intan-
to, burocrati e colleghi lo spingono
sempre più ai margini, sia della vita
artistica sia della vita. Negli ultimi
mesi, senza un lavoro, arriva a
leccare quel po’ di minestra che gli
rimane in un piatto. E non ha più
colori per dipingere, né allievi cui
dettare il suo Teorie della visione.
Quel che gli resta è l’amore di
Nika (Bronislawa Zamachow-ska),
la figlia avuta dalla scultrice Katar-
zyna Kobro, insieme con la certezza
che per tutti noi, anche per chi non
sia poeta o scrittore o artista, le
immagini residue, le sole che pos-
siamo dire davvero nostre, sono
quelle di cui siamo consapevoli. Su
questa certezza anche Wajda ha
fondato la propria vita, oltre che la
propria arte.
DDDDD
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CLOSE UP Deadwood

BISOGNA Quando
AVERE la serie
ORECCHIO diventa
IN GUERRA
un film
Luigi Paini Gianluigi Rossini

L’ADDIO s Un missile intercontinentale
A VALENTINA sta per colpire la Francia. È par-
CORTESE tito da un sommergibile, presu-
SUL SITO mibilmente russo, ma quale in-
DEL SOLE teresse può mai avere Mosca a
far scoppiare una devastante
guerra atomica? Tra ipotesi di
fantapolitica e immagini di for-
te realismo, il film di Baudry si
svolge per gran parte negli spa-
zi minimi di un sommergibile
Il ricordo francese, al quale viene affidata
di Renato la “semplice” missione di… sal-
Palazzi vare il mondo! Un film corale,
È morta dunque, con l’intero equipag-
mercoledì scorso, gio impegnato oltre ogni limite.
a 96 anni, E tuttavia è su un singolo uomo,
Valentina l’eroe predestinato, che si con-
Cortese, centrano l’interesse del regista
musa di Strehler, e dello spettatore. Il suo cammi-
Castiglioncello. Inequilibrio è un interessante laboratorio teatrale, dove i Babilonia Teatri attrice per Fellini
e Truffaut.
no, ça va sans dire, è oltremodo
arduo, in quanto inizia da un
hanno messo in scena una requisitoria sulla figura paterna, Latini un Testori sofferente Originaria di
Stresa, è stata
errore che rischia di estromet-
terlo da qualsiasi operatività. Si
una delle attrici tratta di un bel (non guasta mai)
di punta del giovane, con il dono di un udito
teatro del dopo finissimo. In un’epoca domina-
I
n quell’incredibile primo decen-
nio del 2000 in cui HBO ha pro-
dotto alcuni tra i maggiori capola-
vori della serialità televisiva di
tutti i tempi, tra i Soprano, The Wire
e Six Feet Under c’era anche Deadwo-
od, andata in onda dal 2004 per tre
stagioni e poi improvvisamente can-
cellata. Meno conosciuta in Italia e
meno fortunata anche in patria,
Deadwood è comunque uno dei ri-
sultati più alti di quella fase, e la la
sua precoce dipartita era rimasta un
grande rimpianto per tutti. La serie
riprendeva le vicende storiche della
città di Deadwood, luogo leggenda-
rio del selvaggio West: qui il principe
dei pistoleri Wild Bill Hickok è stato
ucciso alle spalle dal vigliacco Jack
McCall, qui Calamity Jane scroccava
bevute nei saloon raccontando/in-
ventando le sue grandi imprese. La
città era nata dal nulla nel 1876, du-
rante l’ultima grande corsa all’oro
degli Stati Uniti continentali, ed era
subito diventata famosa nelle crona-
che del tempo come città del pecca-

Padre nostro, che sei assente

guerra e del ta da computer e macchinari ul- to, dove la legge non esisteva e la vita
grande cinema tramoderni, il suo orecchio è umana valeva poco, ma dove ogni
italiano. fondamentale per riconoscere vizio era a portata di mano e dove
Vi proponiamo mezzi navali amici o nemici. Ci ogni avventuriero voleva andare.
l’incipit del si fida ciecamente di lui, e lui Ma Deadwood non è né semplice-
ritratto di Renato non deve sbagliare. Appunto, mente un western né un vero period
Palazzi che potete sbaglia, proprio nel concitato drama. Parte della sua grandezza è
trovare online prologo, ambientato al largo dovuta ai dialoghi scritti da David
Renato Palazzi sul sito del Sole della Siria. Per un nonnulla non Milch, creatore, showrunner e uno

C
redo di aver capito più
chiaramente, tornan-
dovi dopo un anno di
assenza, perché il fe-
stival “Inequilibrio” di
Castiglioncello è così
diverso da quasi tutti gli altri festival
italiani. Qui la qualità dei program-
mi, più o meno variabile, conta di
certo, ma resta un mezzo, non un fi-
ne. A Castiglioncello non ci si viene
per assistere necessariamente a
grandi spettacoli. Ci si viene, e questa
è la sua peculiarità, per accostarsi al
teatro in un’altra dimensione, che si
potrebbe definire affettiva. “Inequi-
librio” è forse il solo festival la cui fi-
sionomia è data soprattutto da chi lo
frequenta, da chi lo vive, dal loro mo-
do di incontrarsi e confrontarsi, dal
luogo in cui storicamente è nato, il
Castello Pasquini con le sue stanze
finto-medioevali, col suo magnifico
parco, con la sua mensa sotto gli al-
beri dove alla fine ci si ritrova tutti
insieme a parlare di ciò che si è visto.
Fra i titoli di maggiore spicco di
questa edizione c’erano Padre nostro,
il nuovo spettacolo di Babilonia Tea-
tri, incalzante requisitoria sulla figura
paterna, e In exitu di Testori nell’in-
terpretazione di Roberto Latini. Per
quanto riguarda i Babilonia, il loro
bellissimo testo - affidato a Maurizio
Bercini, uno dei fondatori del Teatro
delle Briciole di Parma, e ai suoi due
figli, Olga e Zeno - ha trovato a “Ine-
quilibrio” una collocazione probabil-
mente irripetibile, alle sette e mezzo
del mattino in una frastagliata geo-
grafia di scogli protesi sul mare.
Non so come possa risultare lo
spettacolo nel chiuso di un palcosce-
nico: fra quelle pozze d’acqua, in una
luce ancora aurorale, la figura barbu-
ta messa a nudo dai ragazzi acquisiva
Babilonia Teatri un’inaudita potenza archetipica, co-
«Padre nostro» me un Poseidone abbattutto dal suo
di Enrico trono fra le onde, un’immagine pri-
Castellani e mordiale. E la stralunata litania su un
Valeria Raimondi paradossale parto paterno - «Quan-
con Maurizio do mio padre mi ha partorito è arriva-
Bercini, Olga to in ritardo / ha chiesto se potevo
Bercini, Zeno nascere un’altra volta / ci teneva mol-
Bercini to ad esserci... Quando mio padre mi
ha partorito / il battito del suo cuore
rimbombava nella placenta / la pri-
ma canzone che ho ascoltato è stata la
paura di mio padre» - è del tutto in
linea con questo grumo emotivo di
rabbia e tenerezza.
La sua aura mitica si attenua un
poco nella scena in cui vengono dis-
sezionati gli organi interni del padre,
per poi tornare con forza nella
sghemba sacralità di un feroce Padre
nostro, «padre nostro che mi hai dato
tutto / ma non mi hai dato un padre
/ toglimi quello che non ho chiesto /
toglimi quello di cui non ho bisogno
/ toglimi quello che sono diventato
/ padre nostro che sei assente /
prendimi per mano e abbandonami
/ lasciami la possibilità di desiderare
/ di agognare / di inseguire / di com-
battere». Da un lato c’è lui, il patriar-
ca al tramonto del proprio orgoglio
paterno, dall’altro i due che gli sono
legati, ma pretendono di sfuggire al-
la sua influenza e alla sua protezone.
Alla fine, pacificati, se ne vanno tutti
e tre a nuoto, spariscono in una
struggente lontananza.
Anche Latini si batte con un lanci-
nante nodo emotivo, la farfugliante
agonia del Riboldi Gino, il ragazzo che
si prostituisce nei cessi della stazione
e si riempie di buchi fino alla fatale
overdose, nell’impietosa indifferenza
dei passanti. Testori lo aveva scritto
per Branciaroli, che l’aveva recitato
alla Stazione Centrale di Milano. Lati-
ni lo sposta in uno spazio più astratto,
un paesaggio di veli bianchi e di bian-
chi materassi disposti sul pavimento.
Su questi materassi, come su un ter-
reno cedevole, infido, l’attore cammi-
na senza mai fermarsi, in un moto ro-
tatorio un po’ ossessivo, le gambe in-
naturalmente annodate, appoggian-
dosi a un microfono trasformato in
stampella. A un certo punto una piog-
gia di banconote, emblema della città
mercificata, si riversa su di lui. Ma le
trovate registiche, in questo caso, so-
no ridotte al minimo, lui lavora so-
prattutto su quella lingua che si
scompone in balbettìo, in mera silla-
ba. Come sempre punta troppo sul
suo estro vocale: più che l’urlo o il la-
mento sono toccanti certi passaggi
sottotono, quasi smarriti. Ma per la
prima volta mi pare di cogliere una
sorta di verità nella sua recitazione.
MABUSE
di Giorgio Scavuzzo
http://bit.ly/cristiana-f
«Posso smettere quando
voglio»: Christiane F. - Noi i
ragazzi dello zoo di Berlino (U
Edel, 1981)
http://bit.ly/ran1985
Caos e follia nel testamento
spirituale di Akira Kurosawa:
Ran (1985)
http://bit.ly/buio-2014
Opera prima di Sebastiano
Riso, una storia di
formazione: Più buio di
mezzanotte (2014)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La sferzante sincerità mista a un
sottile artificio che impronta ogni
forma di auto-rappresentazione era
anche alla base di una bella scoperta
del festival, il neonato duo formato
dalle bravissime Francesca Sartea-
nesi, ex componente femminile della
compagnia Gli Omini, e Luisa Bosi.
Fra ironia e amarezza, in Bella bestia
incrociano con sapiente misura due
esperienze autobiografiche, la delu-
sione amorosa dell’una, la malattia
che ha colpito l’altra, fra medici inde-
licati e telefonate di improbabili cor-
teggiatori. Due piccole storie esem-
plari, ambientate in una scena che si
riempie via via di incongrui dober-
mann di plastica.
Non è nuovo, ma non lo conoscevo
e mi ha colpito, il gruppo Vico Quarto
Mazzini di Michele Altamura e Ga-
briele Paolocà, presenti con due spet-
tacoli, Chi semina vento, aguzza rico-
struzione di un episodio avvenuto in
Ecuador, un rifacimento radiofonico
terminato nel sangue della celebre
trasmissione di Orson Welles su
un’invasione aliena, e Vieni su Marte,
che parte da un autentico progetto di
colonizzazione del pianeta rosso per
mostrare una buffa casistica di viag-
giatori spaziali: l’insegnante precario
trasferito d’ufficio, l’attore scalcagna-
to che sogna di recitare lassù tutto
Thomas Bernhard, mentre il vero
marziano viene tramutato in triste
copia dei terrestri da uno psicanalista
cialtrone. Il copione è scritto con fi-
nezza, ottimamente recitato e realiz-
zato in una messinscena poetica e
grottesca, di forte impatto visivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FESTIVAL INEQUILIBRO
Castiglioncello, fino al 7 luglio
24 Ore: ci scappa la tragedia, ed è solo dei migliori sceneggiatori di sempre.
«Valentina l’intervento del capo della flotta I personaggi parlano una lingua che
sembra una in persona che gli permette di è allo stesso tempo elevata e scurrile:
donna fragile, tornare in prima linea. Proprio c’è il più alto tasso di parolacce mai
eterea – diceva quando quel missile (ma sarà sentito, alternato a favolosi monolo-
di lei Paolo Grassi armato con una testata nuclea- ghi shakespeariani. Milch affronta-
– ma viene dalla re o no?) sta per impattare il va uno dei temi fondamentali del
campagna, e ha suolo francese. Film di grossa western, il passaggio dalla barbarie
dentro di sé una produzione, di forti ambizioni alla civiltà, ma grazie alla coralità del
forza contadina». spettacolari, ben giocato nello racconto seriale è riuscito a mettere
La descrizione si spazio limitatissimo del som- in piedi un ambizioso tentativo di
riferiva alla mergibile e altrettanto ben mostrare il processo che ha portato
persona, ma dosato nell’uso del tempo, con alla formazione degli USA contem-
in buona parte la concitata attesa della possi- poranei, il complesso sistema di am-
investiva anche bile catastrofe. Non altrettan- bigue alleanze, tributi di sangue, in-
il talento to bene i momenti a terra, la giustizia e creazione di un apparato
dell’attrice. Dietro lunga sospensione centrale, simbolico condiviso che nella sua vi-
le apparenze della una storia d’amore che suona sione sono indispensabili a trasfor-
signora mondana, posticcia e stiracchiata, quasi mare un’aggregazione di persone in
della sofisticata fosse immessa solo per poter una comunità. Tredici anni dopo
frequentatrice ospitare (almeno) un perso- quella brusca interruzione esce fi-
di salotti, naggio femminile. nalmente Deadwood: il film (su Sky
elegantissima DDDDD Atlantic il 29 agosto), scritto dallo
sotto quei © RIPRODUZIONE RISERVATA stesso Milch e girato da Daniel Mi-
turbanti che ne nahan, veterano della serie origina-
ponevano in le. Si parte a dieci anni di distanza
risalto la finezza WOLF CALL – MINACCIA dall’ultimo episodio, la città adesso
dei lineamenti, IN ALTO MARE ha una stazione ferroviaria e una li-
c’era una di Antonin Baudry nea telefonica, i personaggi sono in-
professionista azione, Francia 2019, 115’ vecchiati, chi meglio chi peggio, ma
caparbia e il ritorno del capitalista senza scru-
sensibile, capace poli Hearst rimette in moto i vecchi
di scrutare nelle IL F ILM DEL S OLE conflitti. Si sente la fretta necessaria
più intime a comprimere in 110 minuti un ma-
profondità delle DUE AMICI teriale narrativo che sarebbe bastato
figure femminili Louis Garrel per una stagione intera, ma gli ele-
che incarnava Francia, 2015, drammatico, menti che hanno reso grande la serie
alla ribalta» 100’ ci sono tutti: i monologhi di E.B Far-
Clément si innamora di num, le fulminanti battute di Al
Mona, che lo sfugge. Anche Swearengen, l’emotiva scurrilità di
Abel si innamora di Mona, ma Calamity Jane, alla quale è finalmen-
Abel è amico di Clément… te concesso un momento di provvi-
Esordio alla regia di Garrel, denziale eroismo. Per chi ha amato
prima del (più) notevole Deadwood è praticamente un obbli-
L’uomo fedele (2018). go, per chi non l’ha vista, beh: c’è più
DDDDD di un mese per recuperare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
30
Tempo liberato
Mirabilia. Tre grafiche (e un fumetto) per i 50 anni dallo
sbarco. Il diario di bordo dell’Apollo 11 all’asta (9 milioni $),
la mitica cover del «Messaggero» e la «visione» di Munari
Guarda che Luna,
guarda che carte!
Stefano Salis
«H
ouston, Tran- ticò di trascrivere lo zero prima del de-
quillity Base cimale (in effetti, la coordinata giusta
here. The Eagle era 0,8° N) e mise il puntino tra le due
has landed». cifre. Il foglio su cui scrisse era la pagina
(Houston, qui 10 di un libro: il diario di bordo. Rilega-
Base Tran- tura ad anelli sul lato lungo dei fogli,
quillità. L’Aquila è atterrata). In Italia descrive minuziosamente, in una qua-
erano le 22:17 di domenica 20 luglio rantina di pagine fitte di numeri, sigle
1969. Il viaggio più sognato nella storia e disegni, ogni manovra che il modulo
dell’umanità – odi, poemi, romanzi, Lem avrebbe dovuto fare, momento
epiche trasvolate di cavalli alati in cerca per momento. Ciascun passaggio do-
del senno altrui perduto – si era final- veva essere “spuntato”, le annotazioni,
mente compiuto. Certo, non era con- aggiornate in tempo reale, servivano a
cluso: ora si trattava di “mettere piede” certificare il discostamento dalle previ-
(un piccolo passo per un uomo, un sioni. È un manufatto cartaceo e un
grande balzo per il genere umano) sul- esempio di “grafica lunare” di estrema
la Luna e poi ripartire, sperabilmente, importanza. Il «Timeline Book» di
e tornare a casa sani e salvi. Ma, intanto, Apollo 11 è il manuale di istruzioni più
si era arrivati! E se queste furono le pri- importante di sempre, il libro che ha
me parole dette da un essere umano, il permesso all’uomo di andare e tornare
comandante della missione Apollo 11, – letteralmente – sul nostro amato sa-
Neil Armstrong, che dallo sperduto pa- tellite. E si capisce perciò che tale reper-
esino di Wapakoneta (Ohio) si era ar- to cartaceo, che va all’asta da Christie’s
rampicato a quelle altezze divine, oltre a New York il 18 luglio, sia la perla di un
ogni sogno letterario, pochi momenti incanto che contiene sì altri memora-
dopo, con mano destra emozionata, il bilia, ma li batte tutti. Per importanza e, Super-Luna
suo compagno di allunaggio, Edwin quindi, quotazione: la stima è dai 7 ai 9 Sopra: uno scatto
Eugene “Buzz” Aldrin, faceva l’altra milioni di dollari. recente
azione che, dopo il linguaggio verbale, Quando la voce di quell’«america- dell’effetto ottico
caratterizza la nostra specie: scrivere. no di 38 anni» giunse, leggermente di- della super Luna,
Vergò alcune cifre, semplicemente: 7.9, sturbata, ma distinta, a dire che aveva a sinistra, la prima
poi, una riga sotto 2369, e, sotto ancora, compiuto il suo «piccolo passo» sul pagina del
una barretta e uno zero: le coordinate suolo lunare, in America era il 20 lu- «Messaggero»
geografiche di sbarco. Latitudine, lon- glio, ma da noi già il 21, ore 4:56, 17 se- e, sotto, il diario
gitudine e altitudine: lo zero indica (ap- condi. L’alba di una nuova era, miglio- di bordo della
punto) che si è al suolo; nel «7.9», inve- re o peggiore è da vedere, ma diversa. Missione Apollo
ce, c’è già un piccolo errore. Lo stesso Chi riportava la notizia più clamo- 11, che va all’asta
Aldrin spiegò che, nell’euforia, dimen- rosa di sempre non poteva farsi sfug- da Christie’s
Dante Gabriel Rossetti, Monna Vanna (dettaglio), 1866. Tate. Acquistato nel 1916 attraverso l’Art Fund con il sostegno di Sir Arthur Du Cross e di Sir Otto Beit © Tate, London 2019
gire un’occasione così ghiotta per te-
stimoniare un evento talmente ab-
norme. E chi ci riuscì perfettamente fu
«Il Messaggero». La prima pagina di
quell’edizione del giornale è un capo-
lavoro grafico (che rasenta l’espres-
sione artistica: anzi, lo è), di forza ico-
nica assoluta, e fa capire quanto si
possa essere dirompenti con solo let-
tere, foto e divisione in colonne. L’au-
tore, l’artista, è Piergiorgio Maoloni,
uno dei pochissimi maestri della gra-
fica dei giornali italiani, e quella pagi-
MILANO, PALAZZO REALE
19 GIUGNO - 6 OTTOBRE 2019
“Inpreraffaellita
mostra i capolavori della collezione
della Tate di Londra,
con la celeberrima Ofelia di Millais
palazzorealemilano.it
mostrapreraffaelliti.it
Una mostra di
na – unica tra tutte le edizioni mon-
diali di quel giorno, ora esposta nella
mostra «Piccoli tasti grandi firme» a
Ivrea, Museo Garda, fino al 31 dicem-
bre (a cura di Luigi Mascheroni, cata-
logo La Nave di Teseo) – è patrimonio
mondiale da quando è assunta nel-
l’empireo della collezione grafica per-
manente del Moma di New York.
Riguardiamola, per capire quanto
sia rivoluzionaria. La testata rimane lì,
ovvio, ma è come se si rimpicciolisca;
sotto, a caratteri cubitali, quattro let-
”
Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore
tere, alte lo sproposito di 26,5 cm, oc-
cupano la parte alta del giornale. «LU-
LA PROFEZIA
NA». Il titolo, in realtà, è «Luna -Primo
passo» ma la pienezza della parola Lu-
DI HERGÈ: na, in un carattere bastone così forte,
COSÌ TINTIN pregnante, nero, batte di gran lunga
ANTICIPÒ qualunque altra gradazione dei titoli
LA NASA dei giornali concorrenti (L’uomo è sul-
la Luna, Sono sulla Luna, I piedi sulla
Luna, A piedi sulla Luna, Sbarcati!, La
Luna è conquistata, fino all’inappunta-
bile «Osservatore Romano»: Uomini
e macchine in perfetta efficienza per la
grande impresa di approdo sulla Luna).
Previsione Restituisce l’emozione, la solennità, il
In occasione timore, la liberazione, l’euforia, la po-
del 50° dei primi esia e forse persino l’incredulità del-
passi sulla Luna, l’impresa e lo fa, appunto, con una sola
e dei 90 anni di parola che è un grido di gioia: LUNA.
Tintin, Rizzoli Ci sono un mini editoriale (titolo per-
Lizard ripropone fetto) e le foto degli astronauti, e poi...
due capolavori un jolly. L’impronta di un piede sini-
della saga del stro, sulla polvere. Se la si confronta
personaggio con le foto rese note dalla Nasa qual-
di Hergé in un che giorno dopo, però, si vede che le
unico volume. orme non coincidono. Maoloni fu fur-
Le avventure bo: utilizzò l’orma di uno stivale da pe-
sono «Obiettivo sca su una spiaggia; e la dida, del resto,
Luna» (1953) sobriamente, non si vantava di nulla.
e «Uomini sulla Gli si può perdonare la fake news: nel
Luna» (1954). contesto della pagina l’effetto è più
Il disegnatore importante della testimonianza veri-
belga riuscì a dica della foto e poi l’arte batte tutto.
prevedere, E a proposito di arte, se volete dav-
con immagini vero festeggiarla, la Luna, questo è il
che nel 1969 momento migliore per portarvene a
sarebbero casa una. Ricorrete senza indugi al-
diventate storica l’ingegno di san Bruno Munari, che la
realtà, molti Luna la volle e la ebbe già nel 1959:
dettagli che, stampe serigrafiche che ne riproduce-
rivisti, sono vano con esattezza i minimi rilivevi.
impressionanti. All’epoca, il mensile «Successo» diede
La tuta di Tintin conto dell’opera: con una (pre)visione
(e del simpatico incredibile Munari scrisse un testo di
cane Milou), il accompagnamento nel quale suggeri-
modo con il va, in attesa della conquista, di «pun-
quale l’eroe tare una piccola bandierina rossa, qui
scende in questa zona del “Mare Tranquillita-
dalla scaletta, tis”»: cioè il punto dove sarebbe atter-
e persino le rata l’Aquila, quello delle coordinate
parole: «Ci sono! di Aldrin e del piede (autentico) di Ar-
Ho fatto qualche mstrong. Oggi «La carta della Luna»
passo! Per di Munari la ripropone Danese: è rea-
la prima volta lizzata su tela da legatoria nera, su cui
nella storia viene prima stampato un fondo nero
dell’umanità, e poi si sovrappongono gli altri quat-
ci sono degli tro colori del disegno. Il risultato? Una
UOMINI SULLA ammaliante combinazione di grigio
LUNA!» (s.sa.) argentato, bianco e due toni di rosa in-
saturi. Per chi “vuole la luna”, non c’è
modo migliore di essere accontentato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INFO E PRENOTAZIONI
02.54914 / ticket24ore.it
Il Sole 24 Ore Domenica 14 Luglio 2019 31

Tempo liberato

QUANDO IL CONTAGIO ARRIVA DALLE HAWAII... A ME MI PIACE

Davide Paolini

U
no spettro si aggira
minaccioso per l’Euro-
pa, è lo spettro del poke
di cui non mi sono
dimenticato della «r» finale, ma
si chiama proprio così. Stiamo
per assistere alla terza invasio-
ne, dopo l’hamburger e il sushi
che, negli anni passati, hanno
invaso città, paesi e borghi, ora
è il momento kitsch di un’insa-
lata tagliata a cubetti.
Che sia il taglio originale delle
verdure dell’orto, ad aver gene-
rato tanto successo? Mistero
buffo, ma è così.
Basta far quattro passi per
Milano, la città dell’Expo-cibo,
per imbattersi in decine di
location o in next opening con
scritto sul cartello: poke. Imma-
gino che ci sarà anche il primo
festival con chef hawaiani in
costume tradizionale, quindi
nasceranno tanti format con
fondi d’investimento rapaci a
puntare sul loro boom.
Dalla città del risotto con
ossobuco luogo di origine di
tutte le mode gastronomiche
partirà per imitazione il
fenomeno poke che si
radicherà ovunque.
Insomma l’Italia ancora una
volta dovrà subire impotente,
dopo l’hamburger mania (from
Stati Uniti) e la sushi mania
(Giappone), la poke mania (nien-
te a che vedere con i Pokemon).
Un fenomeno questo ben
sostenuto dalle tante rubriche e
siti di internet (le mode si ali-
mentano come una spirale) che
sparano titoli cubitale, dove
avvisano i naviganti che il poke si
può cucinare anche in casa. Che
scoperta è un’insalata.
Questa volta però gli ortodos-
si della cucina italiana non pos-
sono gridare al complotto «de-
mo pluto giudaico massonico»,
così come è successo di fronte al
boom degli hamburger e del
sushi, dietro all’insalata tagliata
a cubetti non ci sono gli Stati
Uniti o il Giappone, bensì le
piccole Hawai che non ci guada-
gnano un euro dal boom, solo
notorietà. Forse solo qualche
turista maniaco che vuol man-
giare il poke in loco.
Come si spiega il grande
successo del poke? Innanzitut-
to con il vento vegetariano che
spira molto forte, di poi la
ricerca di una pietanza legge-
ra, soprattutto in estate, quin-
di la possibilità di consegna
a domicilio.
Infatti trattasi di una semplice
insalata, sapientemente studiata
a base di pesce crudo (dovrebbe
essere freschissimo nonché
abbattuto) in genere tonno o
piovra, ma non manca pure il
salmone e qualche volta anche
un pesce che si trova fresco, con
aggiunta di frutti tropicali, quali
il mango o l’avocado e anche con
cubetti di cetriolo, carote, rava-
nelli e verdure crude.
Per i gourmet ci può essere il
tocco dell’assemblatore creati-
vo: erba cipollina, salsa di soia,
semi di sesamo, olio di sesamo.
Pare che l’abbinamento più
raffinato siano gli edamane (c’è
sempre da imparare), ovverosia
fagioli di soia; un ingrediente
molto versatile ricco di vitami-
ne e minerali.
Il tutto servito in bowl: un cibo
salutare, semplice e fresco,
indicato per la spiaggia a chi non
gradisce la frittata di macchero-
ni sotto l’ombrellone, come nelle
scene dei film. Sine qua non
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Guide inedite. Travis Elborough, giornalista globetrotter, ha percorso in lungo e largo Tour filosofico. Viaggio tra le case dove
il nostro pianeta alla ricerca di mete eccentriche, misteriose, leggendarie e improbabili hanno abitato pensatori e scienziati

Una Terra davvero strana RADIO24

CELEBRA
LO SCRITTORE
GEORGES
SIMENON
Luoghi quasi normali
per menti geniali
Chiara Pasetti Claudio Visentin

«C
erco profu-
mi ignoti,
fiori più
grandi, pia-
ceri non mai
provati»,
confessa la Chimera nel sublime
dialogo con la Sfinge, contenuto
nell’opera più complessa e filosofi-
ca di Gustave Flaubert, La Tentation
de saint Antoine. La frase, emblema
dell’atmosfera decadente e volut-
tuosa di fine Ottocento, venne ri-
presa da Huysmans nel suo À re-
bours, diventando il simbolo di tutti
gli spiriti che in ogni epoca deside-
rano «varcare i confini del pensie-
ro» attanagliati dalla «febbre di
ignoto», dalla passione insaziabile
per la ricerca e la scoperta.
Sicuramente tra questi spiriti, og-
gi, c’è Travis Elborough, nativo del
Sussex, giornalista e scrittore, ma
soprattutto instancabile globetrotter
innamorato del nostro pianeta, della
sua storia e dei luoghi, spesso poco
conosciuti, che la testimoniano.
Dopo il fortunato Atlante dei luo-
ghi insoliti e curiosi, l’autore pubblica
ora una nuova, inedita guida intor-
no a un mondo che difficilmente si
può trovare tracciato nonché consi-
gliato dalle agenzie di viaggio. Il ti-
tolo è già di per sé significativo: At-
lante dei luoghi inaspettati. Scoperte
inattese, città misteriose e leggenda-
rie, mete improbabili. Ogni posto de-
scritto è corredato da una mappa
che lo contestualizza e da splendide
fotografie che ne illustrano le pecu-
liarità. Si apre sul ricordo di Gerardo
Mercatore, geografo, astronomo e
matematico fiammingo vissuto nel
Rinascimento, che per primo utiliz-
zò il nome «atlante» per una raccol-
ta di cartine e mappe.
In copertina era riportata l’im-
magine di Atlante, il titano mitolo-
gico che, colpevole di aver guidato
una rivolta contro gli dei dell’Olim-
po, venne condannato a portare sul-
le spalle il peso della volta celeste.
Come ben sottolinea Elborough dai
tempi di Mercatore, in cui di intere
regioni non esistevano altro che leg-
gende, «il mondo è diventato insie-
me più grande e più piccolo: grazie
a internet, quello che era totalmente
sconosciuto oggi è a portata di tutti,
e le distanze spazio temporali ven-
gono distorte in modi che la carto-
grafia precedente non avrebbe po-
una vegetazione lussureggiante. Il
nome Madera, ossia «l’isola del Le-
gno», risale al 1420, quando due na-
vigatori raggiunsero questo luogo
sconosciuto ricoperto da una fitta
foresta, le cui isole sono le sommità
di antichi vulcani che si elevano dal
fondo dell’Oceano Atlantico.
Si parla anche di Pompei, «la più
ritrovata» delle città perdute, di cui
l’autore ricostruisce la storia (con-
centrandosi in particolare su ciò che
è andato esattamente perduto),
fondendo documenti e leggende, e
riflettendo sul fatto che è quasi im-
possibile «separare la città dalla sua
fine infernale». Su Pompei, di cui un
terzo si trova ancora sotto terra, in-
combe ancora il Vesuvio, conside-
rato «uno dei vulcani più pericolosi
del mondo». Nel capitolo intitolato
«origini inconsuete» si incontra
Fort House in Scozia, la cui zona di
Leith, snodo fondamentale per il
commercio nel Mare del Nord in
epoche passate, fu protagonista
nell’Ottocento di un’importante
opera di edificazione urbana im-
prontata ai principi illuministici.
Dopo la crisi economica degli anni
Settanta del secolo scorso, Leith e il
quartiere del Forte furono tra quelli
maggiormente colpiti (il romanzo
Trainspotting di Irvine Welsch de-
scrive con lucidità e precisione an-
che la diffusione dell’eroina paki-
stana a buon mercato che contribuì
al declino dell’area).
Impossibile citare tutti i luoghi
descritti da Elborough in un libro
che deve essere letto, sfogliato, am-
mirato da cima a fondo; estrema-
mente suggestive, nella parte dedi-
cata alle «destinazioni eccentriche»,
le pagine sulle città fantasma, tra cui
Neft Daşlari, la metropoli costruita
sulle acque del Mar Caspio in Azer-
baigian. Un tempo, in seguito allo
sviluppo del complesso petrolifero,
era abitata da circa cinquemila per-
sone; ora è quasi abbandonata, inac-
cessibile, in preda alla distruzione
della forza degli elementi.
Le ultime due sezioni di questo
meraviglioso Atlante (scritto, oltre
che con notevole competenza, spes-
so con ironia e aperte provocazioni
nei confronti di chi potrebbe e do-
vrebbe salvaguardare alcuni di que-
sti «luoghi inaspettati» e invece li
sta lasciando morire, e con essi il lo-
ro passato, la loro memoria), sono
L
a case di artisti, scrittori e filo-
sofi sono state le delusioni
maggiori nella mia vita di
Anniversario viaggiatore. Per questo di soli-
In occasione to le evito accuratamente. Con qual-
del trentesimo che eccezione (la casa di Goethe a
anniversario Weimar!) di solito sono ricostruite in
della scomparsa modo volenteroso quanto approssi-
di Georges mativo, mute e polverose. Più che la
Simenon, Radio culla di nuove idee sembrano un gu-
24 celebra lo scio vuoto lasciato da un insetto dopo
scrittore belga la muta. Da qui la mia iniziale diffi-
con «Radiolibro: denza verso questo libro.
giallo Simenon». Paolo Pagani ha viaggiato nei luo-
Ogni sabato e ghi dove hanno preso forma le idee
domenica di luglio fondative della modernità, dall’Olan-
e agosto fino da di Baruch Spinoza nel Seicento alla
al 1° settembre California di Thomas Mann in fuga
alle 14, sarà dal nazismo. L’ipotesi di lavoro è che
in onda a puntate quei pensieri «potevano essere con-
in anteprima cepiti solo lì dove sono materialmen-
l’audiolibro te nati». Dimostra la sua tesi Pagani?
«L’uomo che No, o solo assai parzialmente.
guardava passare Il gioco è facile con l’Olanda di Spi-
i treni», letto da noza, aperta, multietnica e cosmopo-
Tommaso Ragno lita, da poco vittoriosa sul gigante
e prodotto da spagnolo. Certo gli ebrei cacciano
Emons audiolibri. Spinoza quando questi mette in di-
L’audiolibro sarà scussione i loro dogmi («Noi dichia-
in vendita da riamo Baruch de Spinoza scomuni-
metà settembre. cato, esecrato, maledetto ed espulso,
www.radio24.it con l’assenso di tutta la sacra comu-
nità… Che sia maledetto di giorno,
che sia maledetto di notte; che egli sia
maledetto durante il sonno e durante
la veglia, sia maledetto quando entra
e sia maledetto quando esce»). Ma
ciascuna comunità deve poi convive-
re con le altre negli stretti spazi di
Amsterdam, deve accettare il diverso
e l’estraneo; nessuna può imporre i
propri pensieri e tutte le religioni
(tranne quella cattolica) possono
praticare in pubblico. E quindi Spino-
za sarà libero di alternare l’umile la-
VIAGGIO voro di molatore di lenti con la rifles-
NELL’ABISSO sione e la scrittura dei suoi testi filo-
INESPLORATO sofici, intrisi di tolleranza e di razio-
DELLA MAFIA nalismo. Lungo tutta la sua modesta
FOGGIANA esistenza, alternando residenze di-
verse, non si sposterà mai più lonta-
no di sessanta chilometri.
Geografo Anche Martin Heidegger appare
Gerardo VIVISSIM E CONDOG LIANZE una parte viva del paese di Messkir-
Mercatore per ch, nella Foresta Nera, a 120 km da
primo utilizzò il
nome «atlante» ACQUA SANTA D’INFLUENCER Violenza
Friburgo, tanto che nel 1933 rifiuta
una prestigiosa cattedra all’Universi-
per la raccolta arcaica tà di Berlino. E molte sue pagine fu-
delle mappe s Ne siamo sempre più certi: l’uma- 400mila su Youtube, evidentemente Un libro mostra rono scritte nella celebre baita di
nità è destinata a estinguersi entro 50 sì. Se vi state chiedendo chi è quel fesso «l’abisso montagna (Hütte) di Todtnauberg
anni, ora più ora meno. E non (solo) che spende 30 dollari per il prodotto inesplorato della («È già notte fonda, la tempesta
perché ce l’abbia detto la piccola messo in vendita dalla giovane in- Società spazza le cime, cigolano le assi della
nebre dell’amico il generoso Engels
accostò i due pensatori: «Il 14 marzo
1883, alle due e quarantacinque po-
meridiane, ha cessato di pensare la
più grande mente dell’epoca nostra …
Così come Darwin ha scoperto la leg-
ge dello sviluppo della natura organi-
ca, Marx ha scoperto la legge dello
sviluppo della storia umana». Pagani
spiega che neppure venti miglia sepa-
rano la meravigliosa casa di campa-
gna di Sir Charles Darwin (Down
House), dal sordido bilocale al 28 di
Dean Street, Soho, dove Marx lavorò
alla stesura del primo volume del Ca-
pitale. Per suprema ironia oggi l’ap-
partamento dei Marx, trasformato in
un dining room con divanetti di vellu-
to blu, si affitta per seicento sterline al
giorno a ricchi uomini d’affari per pri-
vatissimi eventi griffati.
Con altri autori tuttavia la questio-
ne si complica. Già Leibniz per esem-
pio fu in continuo movimento, pronto
ad accorrere là dove brillavano op-
portunità di fama, incontri e guada-
gni: «Io ritenevo indegno di un giova-
ne restare radicato in un posto come
un palo conficcato nel terreno». Witt-
genstein neanche a parlarne, troppi
traslochi: nato ricchissimo in una me-
ravigliosa casa di Vienna, alla fine
della Prima guerra mondiale rinuncia
alla gigantesca eredità paterna e d’al-
lora in poi alterna alloggi di fortuna,
luoghi di eremitaggio, fughe, ogni
volta ricreando lo stesso spazio spo-
glio. La baita di Skjolden, costruita in
legno con le sue mani nell’intermina-
bile fiordo norvegese di Sogne, a pic-
co su una scogliera di trenta metri,
contiene solo cinque oggetti: un tavo-
lo, una sedia impagliata, una menso-
la, un letto in legno grezzo e una pe-
sante stufa in ghisa. La casa più sua –
dove però non abitò mai – è semmai
quella modernissima minuziosa-
mente progettata a Vienna tra il 1926
e il 1929 per la sorella Margarethe.
In realtà molti luoghi sembrano
aver trovato il loro definitivo signifi-
cato solo dopo il passaggio del genio:
«Le case sono spugne che assorbono
i gesti di chi le abita» osserva giusta-
mente Pagani. Insomma il suo libro
apre forse più questioni di quante
non ne risolva (non è necessariamen-
te un difetto) ma soprattutto è un otti-
mo esempio di divulgazione filosofi-
ca, in perfetto equilibrio tra teorie,
biografia, aneddotica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

tuto concepire». Nonostante que-
sto, o probabilmente proprio per
questo, l’interesse nei confronti del-
l’ «inaspettato», appunto, di «ciò
che è fuori dall’ordinario», non ha
fatto che aumentare.
L’Atlante di Elborough si divide in
molteplici sezioni, ognuna delle
quali illustra luoghi nascosti, sicura-
mente poco noti sia dal punto di vi-
sta geografico che delle vicende che
racchiudono. Nella sezione «sco-
perte accidentali» troviamo l’Arci-
pelago di Madera in Portogallo, in-
torno al quale circolano le storie più
bizzarre: la prima è di Plinio il Vec-
chio nell’anno 77. Al racconto del-
l’autore della Naturalis historia si
aggiunge, tra i tanti, anche quello di
una storia d’amore: si narra che un
marinaio e la sua innamorata erano
fuggiti facendo vela verso il Medi-
terraneo, approdando in un territo-
rio deserto e vulcanico, coperto da
«siti sotterranei» (tra cui troviamo Greta, preparatissima sul climate
anche le Grotte di Lascaux a Monti- change. Il tema non è lo scioglimento
gnac) e «posti incredibili» (taluni dei ghiacciai o la terza guerra mon-
davvero impensabili, come l’Isola diale prossima ventura che molto
dei Gatti in Giappone). probabilmente, come sosteneva
Tutte le mete presenti nel testo qualcuno, sarà per l’acqua. Il
andrebbero visitate e scoperte, o tema è il costo dell’acqua: 30
comunque immaginate, sognando dollari per un barattolo di 20
a occhi aperti e magari percorren- centilitri. Questo il prezzo
done la mappa con la fantasia, per imposto da tale Belle Delphine,
ricordarci dell’«infinita varietà», 19enne sudafricana, per il prodotto
bellezza e meraviglia del nostro “Gamer Girl Bath Water”, consistente
pianeta, che mai come ora è neces- in un barattolo che contiene l’acqua
sario proteggere. nella quale ha fatto il bagno, messo in
© RIPRODUZIONE RISERVATA vendita sul web. Di mestiere la ragaz-
za fa la cosplayer e la gamer che - per i
non addetti ai lavori - significa trave-
ATLANTE DEI LUOGHI INASPETTATI. stirsi da personaggio dei cartoni
SCOPERTE INATTESE, animati o dei videogames, riprendersi
CITTÀ MISTERIOSE E LEGGENDARIE, mentre si gioca alla console e caricare
METE IMPROBABILI il tutto online. È un lavoro? Se hai -
Travis Elborough come nel caso della nostra eroina- 4
mappe di Martin Brown, Rizzoli, milioni di follower su Instagram e
Milano, pagg. 208, € 25
fluencer, sappiate che il primo lotto è foggiana», baita, la vita è qui, pura, semplice e
andato esaurito. La ragazza non è la quarta mafia grande dinanzi all’anima», lettera
una sprovveduta: temendo incidenti d’Italia, la meno del 24 aprile 1926 a Jaspers). I LUOGHI DEL PENSIERO.
con relative richieste di risarcimento raccontata e Nel caso di Marx e Darwin colpisce DOVE SONO NATE LE IDEE CHE
da parte dei fan, sull’inserzione conosciuta. piuttosto l’estrema vicinanza dei luo- HANNO CAMBIATO IL MONDO
online ha specificato: «Que- Scritto da Carlo ghi dove presero forma le due grandi Paolo Pagani
st’acqua non è da bere e do- Bonini e Giuliano rivoluzioni dell’Ottocento: evoluzio- Neri Pozza, Vicenza-Milano,
vrebbe essere usata solo per Foschini ( nella ne e rivoluzione. Già nell’orazione fu- pagg.368, € 13
scopi sentimentali». Non è la foto) s’intitola Ti
prima influencer a vendere acqua mangio il cuore
(ricorderete l’Evian a 8 euro di Chiara (Feltrinelli, pagg.
Ferragni) ma quest’operazione ricor- 224, € 16). Nelle
da più la vendita di sacre reliquie che terre che si
furoreggiava ai tempi delle Crociate. estendono dal
Dopo i legni della vera croce, falangi di Gargano a San
santo, piume d’ala d’arcangelo, Severo, da
merda d’artista e zolle del campo su Manfredonia fino
cui fu disputata la finale di Italia 90, a Cerignola
eccovi la fila per comprare l’acqua comandano le
santa d’influencer. Non vi lamentate, famiglie di questa
poi, se arriva la peste bubbonica. mafia, potente e
(Modesto Michelangelo Scrofeo) feroce che utilizza
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arcaica e bestiale Nel Kent Down House, la casa museo di Charles Darwin
32 Domenica 14 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore