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INNOvAzIONE
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INTERNAzIONALIzzAzIONE
BsNEws.IT zELINDA CAf CALCETTO DONNE ALLO spECChIO whATs up? pODIsMO pELO & CONTROpELO
PENSIERI DI
Antonio De Martino
Fabio Leviani
Manuel Pietropoli
Roberto Tonizzo
StRaDE E quaRtIERI
Urago Mella
HINtERlaND
Torbole Casaglia
vIaggIo IN PRovINcIa
Calvisano
Gambara
Ghedi
Leno
N. 3 ANNO IV // MARzO 2012

1,20
vACANzE fuORI sTAGIONE
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MESI
marzo 2012
DODICI MESI // marzo 2012
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Laperitivo
Opinioni
Prodotto & mercato
roberto tonizzo: Pi infrastrutture
per superare la crisi
fabio leviani: Ascoltate le ragioni dei tassisti
Manuel pietropoli: Ho skippato litalia
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marzo 2012
Anno IV - Numero 3
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a rischio i fondi per la malattia del bacio salato
il cambiamento parte dai banchi di scuola
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Whats up? Ma cosa mangi?
Qui & l
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L

APERITIVO
Gratta e vinci,
superenalotto e spread
l
a ludopatia la malattia che
indica la dipendenza dal gioco
dazzardo. Fino ad alcuni anni
fa questa patologia era, tutto
sommato, ristretta ad una numero limita-
to di persone come i maniaci dei casi-
n o i giocatori delle bische clandestine.
Ancora oggi nei locali pubblici italiani
sono proibiti giochi di carte come il po-
ker, il ramino, il mazzetto, il mercante in
fiera, e tanti altri pi o meno conosciuti,
perch vengono considerati con un con-
tenuto dazzardo pericoloso per la so-
ciet. Secondo i dati diffusi recentemen-
te dal senatore Pisanu, presidente della
commissione antimafia, sono oltre tre
milioni gli italiani ammalati di ludopatia.
Oggi per la maggior parte di questi non
si chiude in casa con amici per una par-
titella trasgressiva o in ambienti sordidi
con rischi ben maggiori, ma si dedica a
questo vizio con strumenti legali privati
(quasi sempre gestiti da organizzazioni
mafiose e malavitose) o addirittura pub-
blici con cui lo stato drena ulteriormente
le quasi sempre misere risorse di questi
cittadini deboli e indifesi.
Il poker on line, le slot-machine, il su-
perenalotto, il gratta e vinci e tutta
una pletora di lotterie invadono la no-
stra vita. Gioca con moderazione
raccomandano con ipocrisia le attraenti
pubblicit. Gi, come dare una Ferrari
in mano a un diciottenne neopatentato
e dirgli di andare in prima. A tutto que-
sto si aggiungono le scommesse di ogni
genere e tipo, di facile accessibilit sia in
internet sia in locali fisici, autorizzate o
illegali. Il nostro esercito di tre milioni
di persone, anche quando non trasforma
il proprio vizio in tragedia, conduce una
vita di rinunce: non risparmia pi, fatica
a pagare le bollette, ad andare in pizze-
ria, a comprarsi un vestito o a fare una
vacanza. E in questa situazione spesso
trascina, oltre che se stesso, anche con-
giunti, parenti e amici.
E poi arriva lo spread. Lo spread?
Cos lo spread? Un nuovo gioco daz-
zardo? No, lo spread delle borse e dei
titoli di stato! Ma che cazzecca lo spread
con la ludopatia? Centra, centra. I fa-
migerati derivati che tanti danni han-
no fatto alleconomia non sono altro che
scommesse, vere e proprie scommesse
legalizzate della finanza. Si scommette
che un titolo vada bene o che un tito-
lo vada male, che un paese crolli e vada
in default (fallimento). Dal 2008 le
banche non mettono pi nei listini i co-
siddetti derivati Otc (over the counter,
da banco; proprio come i farmaci senza
ricetta), ma li offrono a investitori pro-
fessionali. Questi prodotti finanziari
hanno la caratteristica di farti guadagna-
re tanto, anche 20/30 volte il valore del-
la scommessa, o di farti perdere tanto e,
a differenza dei titoli di borsa e dei titoli
di stato con i quali si guadagna quando
hai comprato a poco e rivendi a tanto ,
nel caso dei derivati Otc si possono gua-
dagnare cifre enormi, anche quando un
titolo crolla. Proprio cos, da non cre-
dere! Assolutamente nello stesso modo
di quando si scommette in Inter-Real
che lInter perda. E siccome sappiamo
quante truffe, quanta illegalit ci siano
nelle scommesse su partite di campio-
nato, dietro le bische o le slot machine,
possiamo pensare che la finanza ne sia
esente? Possiamo pensare che le mafie,
pronte a divorare ogni nuova opportu-
nit di guadagno o riciclaggio, stiano
discretamente fuori da questo immane
business? Solo che in questo caso li chia-
miamo pudicamente speculatori; non
sono perseguiti, non vanno quasi mai in
galera, anzi permettiamo che attacchino
e mandino sul lastrico un paese dopo
laltro, come fa il banco di un casin di
Las Vegas con gli sprovveduti giocatori
di un tavolo di roulette.
Giorgio Costa
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O
PINIONI
di aNToNIo PaNIGaLLI
Fonte: www.fondazioneleonemoressa.org
i numeri dellimmigrazione
indicatore valore
Stranieri residenti
% di donne
% di minori
% di nati stranieri
Imprenditori stranieri
Occupati stranieri
Disoccupati stranieri
Tasso di disoccupazione straniero
Rimesse
Retribuzioni dichiarate da stranieri
N di contribuenti stranieri
Reddito medio dichiarato da stranieri
Fabbisogno occupazionale straniero
Retribuzione mensile dei dipendenti
1 regione per indice
di attivit occupazionale
% di famiglie straniere
che non riesce a sostenere spese
anno
1/1/2011
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2009
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2010
2010
2008
4.570.317
51,8%
21,70%
13,6%
628.221
2.081.282
274.121
11,6%
6,3 miliardi
40 miliardi
12.507
3.260.019
16,30%
987
Lombardia
58,8%
siaMo vittiMe della
MancanZa del Fare
l
Italia, paese di indiscussa ed
indiscutibile genialit e poten-
ziale qualit, sta dimostrando
sempre pi di primeggiare an-
che nella mancanza del fare (dal latino
deficere, da cui deficiente), un com-
portamento ormai socialmente molto dif-
fuso e per lo pi indotto dalla sempre pi
carente presenza di valori civici e sociali.
Le polemiche quotidiane ormai si spre-
cano: sulla stampa, nei reality televisivi,
nei social network sembra che, in sosti-
tuzione del calcio (mondo anchesso di-
scutibile, almeno in termini socio-edu-
cativi, visti i ripetuti scandali), il nuovo
sport nazionale sia la drammatizzazione
e la spettacolarizzazione, molto spesso
di cattivo gusto, di qualsiasi evento (dal-
la meteorologia allart.18),
La meteorologia di questultimo periodo
ne stata un lampante esempio: di fronte
aduna gravesituazionestraordinaria, con
il contributo di una sconsiderata pressio-
ne mediatica, il confronto iper polemico
e forse anche troppo politicizzato tra gli
schieramenti istituzionali romani ha fatto
in modo che i pochi centimetri di neve
caduti sulla capitale abbiano occupato, a
discapito dei ben pi gravi metri di neve
caduti in mezza Italia, le prima pagine di
giornali e telegiornali.
Tutti contro tutti nella rincorsa allo
scarica barile e quasi tutti insieme, so-
prattutto e purtroppo le giovani gene-
razioni, nellattesa infinita che qualcun
altro (ad esempio la mitica Protezione
civile oppure lo Spirito Santo) faccia
qualcosa per risolvere il problema del
momento. Non certo questa la moda-
lit intelligente di procedere, anche in
considerazione del delicato momento
di depressione economica; non sono le
continue lamentele e polemiche che po-
tranno fare recuperare competitivit alla
nostra economia; non saranno certo le
demagogiche e strumentali insormon-
tabili barriere corporative (sindacati,
libere professioni, dipendenti pubblici,
ecc.) a facilitare lingresso dei giovani
nel mondo del lavoro. Proprio sul tema
del lavoro, delloccupazione giovanile e
straniera, sono stati recentemente pub-
blicati sui maggiori quotidiani italiani
degli interessanti dati e delle analisi che
dovrebbero far profondamente riflettere
sul decadimento del sistema.
Inutile dire che il problema non sono i
rispettabilissimi immigrati che, nella
maggioranza dei casi, si guadagnano
onestamente il pane quotidiano e digni-
tosamente si propongono di occupare
una decorosa posizione sociale.
Il tema riguarda invece la nostra societ
che ormai intrisa di assurdo antitetico
protezionismo, di insostenibili posizio-
ni di privilegio e di una tutto sommato
troppo diffusa mancanza del fare. In
particolare deve far riflettere il dato che
per ogni nuovo posto di lavoro lasciato
da una risorsa italiana, vengono occupa-
ti due posti di lavoro da risorse stranie-
re. Le prime professioni occupate da la-
voratori stranieri al 2010 (da unanalisi
de Il Sole 24 Ore e da uno studio realiz-
zato da www.fondazioneleonemoressa.
org) risultano cos ripartite: 518.164
addetti alle pulizie, domestici, lavandai;
216.873 muratori, carpentieri, impian-
tisti; 144.340 cuochi, camerieri, bari-
sti; 61.322 autisti, camionisti.
Non stupisce il fatto che i giovani italiani,
essendo demograficamente sempre meno
numerosi e con un livello di istruzione pi
elevato, seguano una strategia selettiva
delloccupazioneedel postodi lavoro, ma,
in determinate condizioni, come quelle
attuale generata dalla crisi, indispensa-
bile inventarsi il modo di fare umilmente
qualcosa, cos come hanno fatto i nostri
padri dal dopoguerra in avanti, indipen-
dentemente dalla qualit dei profili di lavo-
ro che lattuale offerta propone.
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MESI
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R
UBRICA
di SILVIo BETTINI
PRODOTTO & MERCATO
la Bce ci salver ?
s
econdo il Centro Europa Ri-
cerche questanno il sistema
creditizio italiano ridurr i
propri impieghi (prestiti a fa-
miglie e imprese) di 200 miliardi euro,
Prometeia stima che 25mila imprese
falliranno, bruciando 625mila posti di
lavoro.
Fino allo scorso novembre ha detto
lo scorso febbraio Ignazio Visco, gover-
natore di Bankitalia, nel suo intervento
al Forex di Parma il credito erogato
dalle banche italiane al settore priva-
to non finanziario aveva continuato ad
aumentare. A dicembre, per, i prestiti
alle imprese si sono contratti di circa 20
miliardi. Il trend negativo, del resto, si
confermato anche nel 2012, con unul-
teriore, lieve contrazione del credito.
Non certo un quadro color pastello
quello che si prospetta, risultato di una
tensione crescente nel rapporto fra ban-
ca e impresa sintetizzata dal peggiora-
mento riscontrato negli ultimi due anni
dallIstat che ha fissato nel 12% la quota
di imprese che non ha ottenuto credito
dalle banche, mentre il 33% ha visto di-
ventare pi onerose le condizioni.
Ma nonostante la tentazione forte, sa-
rebbe sbagliato addossare la respon-
sabilit di quanto sta avvenendo al solo
sistema del credito, le cause sono strut-
turali e ancora una volta ci portano a
pensare che tutto il nostro mondo, an-
che produttivo, deve essere ripensato.
In Italia abbiamo 4.338.766 imprese,
di queste il 95% impiega meno di 50 ad-
detti, delle 25.000 circa residue l87%
ne impiega meno di 250, mentre sono
solo 3.318 le imprese che potremmo
considerare grandi in ottica Istat,
dando lavoro a pi di 250 persone.
Una costellazione di micro imprese
quindi (sono oltre 4 milioni ad impiega-
re meno di 10 lavoratori), che se da un
lato rappresentano litalianit e la spina
dorsale della nostra economia conden-
sando tutte le nostre doti tipiche lin-
dividualismo, la creativit, lo spirito di
adattamento e linventiva, che a dispetto
della nostra fama allestero, fanno co-
munque del nostro, un grande paese ,
dallaltro spesso significano sotto capi-
talizzazione, mancanza di programma-
zione, mercati circoscritti ad ambiti ter-
ritoriali limitati, dispersione di energia e
di risorse.
La stretta dipendenza dal credito banca-
rio ben evidenziata da un recente stu-
dio sul merito creditizio delle Pmi italia-
ne a cura di Giovanni Scanagatta della
segreteria tecnica del ministero delle
Attivit produttive. Lanalisi, svolta su
due campioni 97.600 imprese italiane
e 239.200 imprese europee suddivise
per settori produttivi e classi di fatturato
, ha permesso di identificare i bench-
mark e definire le best-practice con rife-
rimento a due indicatori di tipo finanzia-
rio: il grado di patrimonializzazione e la
leva finanziaria.
Il risultati ottenuti dicono che le impre-
se italiane best-practice rappresentano
il 23% del totale rispetto al 40% circa
del campione europeo e che, quindi,
probabilmente solo queste imprese sa-
ranno immuni da fenomeni di stretta
creditizia Poche.
Detto ci non si pu non condividere
lulteriore affermazione del governatore
secondo il quale Le banche dovranno
dimostrare di saper svolgere bene la
loro funzione di allocazione del credito,
in una gestione sana e prudente, con
acuita capacit selettiva. Lo richiede la
loro stessa ragion dessere.
In altre parole: si eviti il credit crunch,
ma facendo molta attenzione a come si
prestano i quattrini. Per cui anche se
suscita simpatia la testimonianza di un
imprenditore piemontese riportata da Il
Sole 24 Ore del 14 febbraio Io non
so nemmeno con quanti zeri si scrive
500 miliardi di euro, so solo che a me
non arrivato un centesimo dei finan-
ziamenti della Bce agli istituti italiani
, con riferimento alla manovra della
Banca Centrale, che ha gi finanziato e
ha dichiarato che finanzier senza limi-
ti gli istituti di credito europei al tasso
dell 1%, i 106 miliardi (non 500) pre-
stati alle banche italiane sembrano siano
serviti per riequilibrare i bilanci, quindi
il pregresso.
I nostri banchieri ci dicono infatti che
i soldi li hanno gi prestati in passato
e, data la situazione non ce li possono
chiedere indietro, mentre le famiglie,
sempre pi povere, continuano ad as-
sottigliare i propri depositi, creando
squilibri.
Quindi non sar la Bce a salvarci, mai
come ora dobbiamo riuscire a dare il
meglio di noi stessi.
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MESI
marzo 2012
P
ENsIERI dI 15
pi inFrastrutture
per superare la crisi
di LuCE BELLorI
a colloquio con roberto Tonizzo, nuovo direttore generale
del Banco di Brescia.
c
risi, spread, manovra. Le
parole pi sentite del 2011
rimbalzano anche nei primi
mesi del nuovo anno, sep-
pure in maniera meno ansiogena. Lo
stato di salute attuale del nostro merca-
to, nonostante sembrino scongiurate le
nefaste ipotesi di default, preoccupa an-
cora e, mentre il primo ministro Monti
raccoglie plausi dagli States, noi ci chie-
diamo come possa decollare, in concre-
to, leconomia made in Brescia.
Ne parliamo con Roberto Tonizzo, nuovo
direttore generale dal 1 febbraio scorso
del Bancodi Brescia Ubi, gruppobancario
italiano, con presidi anche in Asia, Ameri-
ca Latina ed Europa, a presenza multire-
gionale (3per capitalizzazione e 1tra le
banchepopolari), di cui faparteil Bancodi
Brescia con349filiali retail, 2.584dipen-
denti e circa 575mila clienti.
Dopo aver diretto il Banco di San
Giorgio e la Banca regionale Euro-
pea, lei tornato a Brescia alla guida
della seconda banca rete pi impor-
tante di Ubi Banca: gruppo bancario
nato il primo aprile 2007 dalla fusio-
ne di Banca Lombarda e Piemontese
con Bpu. Dopo questaggregazione
con Bergamo, a suo parere, pu dirsi
ancora forte la connotazione territo-
riale del Banco di Brescia?
Ubi Banca, quarto network per nume-
ro di sportelli, ha adottato il modello
organizzativo polifunzionale, federale e
integrato. Essere un gruppo di rilevanza
nazionale non significa per perdere la
vocazione localistica. Ubi ha infatti riba-
dito la scelta di valorizzare i marchi delle
singole banche, assicurando la continuit
dei valori economici e morali caratteriz-
zanti le tradizioni imprenditoriali e socia-
li delle stesse, al fine di esaltare i benefici
attesi del territorialismo (flessibilit e
vantaggi informativi), riducendo i rischi
da diseconomie e dallincapacit di fare
screening che spesso connotano in ne-
gativo lazione delle banche che agiscono
lontane dai propri territori delezione.
Da questo punto di vista la brescianit
della Banca assicurata, poich listituto
che ho lonore di guidare ha lesclusivit
dei rapporti di Brescia, oltre che di quelli
di alcune province della Bassa Lombar-
dia, del Lazio e dellintero Triveneto, e in
questa lunga e difficile congiuntura non
ha mai fatto mancare la necessaria quan-
tit di credito soprattutto alle piccole e
medie imprese che, contrariamente alle
grandi, fanno esclusivo riferimento al
mondo delle banche per la copertura dei
loro fabbisogni finanziari.
A proposito di territorio, lei che un
friulano doc ma che vive a Brescia da
oltre trentanni, ritiene importante
che il management bancario conosca
il territorio in cui opera?
s
12
MESI
marzo 2012
Vede, quando ho incominciato a lavo-
rare in banca era fatto obbligo risiedere
nel comune dove si svolgeva la propria
attivit. Poi, col tempo, questa norma
venuta meno, anche se ritengo sia tut-
tora molto importante per un operatore
di banca vivere la comunit di cui a
servizio. Innanzitutto aiuta a capire le
problematiche dassieme e, in secondo
luogo, la conoscenza personale e ap-
profondita di famiglie e imprese facilita
e migliora i rapporti di relazione con la
clientela.
Venendo alloggi, quanto ha inciso,
a suo parere, la crisi sulle economie
delle province dove opera il Banco di
Brescia?
Le province dove il Banco di Brescia
vanta presenze significative in termini
di quote di mercato stanno essenzial-
mente in Lombardia e Veneto; regioni
che sono state fra le pi colpite dalla
crisi, essendo le pi industrializzate del
nostro Paese. In queste aree, fatturati e
pil sono decresciuti fino ai livelli dinizio
millennio, la propensione al consumo si
contratta e le famiglie hanno fatto ri-
corso sempre di pi allindebitamento
bancario. Occorre peraltro osservare
che, trattandosi di economie con un ele-
vato grado di apertura allestero, queste
province sono state anche le prime ad
imboccare la strada di un seppur lento
ma progressivo recupero.
rispetto alle cosiddette province
ricche limitrofe, come Verona, Par-
ma e Bergamo, la crisi ha pesato di
pi o di meno su Brescia che, come
noto, presenta un tessuto industriale
con unaforte presenzadi settori ma-
turi?
vero che il tessuto industriale bre-
sciano poggia in misura significativa
su comparti maturi e che lapparato
produttivo di province come Verona,
Parma, Reggio Emilia settorialmente
meno concentrato e pi terziarizzato.
Cos come vero che alcune branche di
attivit, vedi il tessile, la moda, la casa,
il calzaturiero hanno sofferto molto in
questa crisi. doveroso tuttavia osser-
vare che in alcuni settori sempre pi
di peso Brescia vanta specializzazioni
ed eccellenze riconosciute in ogni parte
del mondo, avendo saputo trasformare
ed arricchire produzioni, cosiddette
mature, con elementi altamente inno-
vativi e tecnologicamente allavanguar-
dia, come il caso della lavorazione dei
metalli ferrosi e non ferrosi, della fabbri-
cazione di macchine utensili e macchine
transfer.
Quali azioni, secondo lei, andreb-
bero intraprese, sullasse Brescia-
Bergamo, dal macrosistema Gover-
no-banche-imprese perch queste
province possano essere sempre pi il
traino della locomotiva italiana?
Le province di Brescia e di Bergamo
rappresentano il cuore pulsante di Ubi
Banca e sono tra le prime province
pi industrializzate del nostro Paese.
Relativamente allazione sinergica fra
governi locali-banche-imprese, credo
gioverebbe molto alle aree bresciana ed
orobica se la Pubblica amministrazione
migliorasse il tasso infrastrutturale
(trasporti su ferrovia ed aerei, soprat-
tutto cargo, telecomunicazioni, fibre
ottiche, istruzione, master di specializ-
zazione per lindustria) ed efficientasse
gli iter procedurali, e se il sistema ban-
cario seguisse sempre di pi le imprese
che innovano, che vogliono crescere,
che desiderano internazionalizzarsi, le
imprese start up, le imprese giovani,
anche a costo di marginalizzare tutte
quelle attivit (soprattutto microimpre-
se) carenti di progettualit. Da parte
loro, le imprese dovrebbero risolvere
questioni annose, che rimandano da
decenni, come il ricambio generazio-
nale, la governance, il dimensionamen-
to, la ricerca di sinergie, la patrimonia-
lizzazione.
In un contesto ancora tanto incerto,
cosa si sente di dire ai giovani per i
quali lavoro, casa, pensione appaio-
no oggi sogni irraggiungibili?
certamente la prima volta che alle
nuove generazioni si prospetta un fu-
turo pi difficile di quello immaginato
dai loro padri. Futuro, reso ancor pi
incerto dalla crisi, che ha spinto il tasso
di disoccupazione giovanile oltre il 25%
a livello nazionale un po meno, per la
verit, nelle nostre province e allonta-
nato nel tempo progetti come il metter
su famiglia, acquistare unabitazione,
ecc.. Eppure, nonostante ci, io sono
un irriducibile ottimista e consiglio i
giovani di impegnarsi al massimo per
acquisire un livello distruzione almeno
pari a quello delle nazioni pi evolute, di
aprirsi ad esperienze di studio/lavoro in
modo da essere pronti quando il ciclo
economico ripartir.
E per quanto riguarda la situazione
finanziaria delle famiglie bresciane?
In questi anni di recessione anche le
famiglie bresciane hanno sofferto. Il
taglio ai consumi e agli investimenti
in abitazioni, il calo della propensione
al risparmio (dal 12 al 9 %), il tasso di
disoccupazione giunto al record del 6%
(9% a livello nazionale) sono i sintomi
pi evidenti di questo malessere. Eppu-
re, anche in questo caso, io guardo con
estrema fiducia ai prossimi mesi, innan-
zitutto perch la ricchezza finanziaria
delle famiglie bresciane si mantenuta
consistente, in secondo luogo, perch
il grado dindebitamento, pur aumenta-
to, si fissato entro livelli relativamente
bassi.
16
P
ENsIERI dI
la SCheda PerSonale
Roberto Tonizzo, nato a Carlino (udi-
ne) nel 1954, residente a Brescia, si
formato al Credito Italiano a parti-
re dal 1975, ricoprendo diversi ruoli
nel Nord Italia. Nel 1990 passato al
Credito Agrario Bresciano, nel 1999
entrato nel gruppo Banca Lom-
barda. Ha ricoperto incarichi di vice
direttore generale del Banco di Bre-
scia, direttore generale di Banca Re-
gionale europea (Bre) e di direttore
generale del Banco di San Giorgio.
Essere un
gruppo di
rilevanza nazionale
non signifca
perdere
la vocazione
localistica
12
MESI
marzo 2012
P
ENsIERI dI 19
ascoltate le raGioni
dei tassisti
di roBErTo GIuLIETTI
Intervista a Fabio Leviani, vice presidente nazionale di uritaxi,
da 18 anni conducente di taxi a Brescia.
a
l momento di andare in
stampa, il decreto legge co-
nosciuto come quello sulle
Liberalizzazioni e sempli-
ficazioni ancora in fase di discussione
in Parlamento, emendamenti sui tassisti
compresi. Per capire meglio le ragioni
della protesta dei tassisti ma soprattutto
se i cambiamenti alla situazione attuale
siano a reale vantaggio degli utenti, 12
Mesi ha intervistato Fabio Leviani, bre-
sciano, vice presidente nazionale di Uri-
taxi, unico sindacato di soli tassisti e
da 16 anni conducente di taxi a Brescia.
Quanti sono i tassisti a Brescia?
Sono 103, di cui due donne e con una
media di et che va dai 35 ai 40 anni,
per una popolazione di circa 180mila
persone. Brescia la tra le prime 5 citt
per rapporto tra abitanti e taxi. In tutta la
provincia siamo 170.
Ad oggi, chi decide questo rapporto?
Insomma chi rilascia le licenze e con
quali criteri?
il Comune attraverso bandi di con-
corso gratuiti o a titolo oneroso, basan-
dosi sulle richieste del servizio espresse
sostanzialmente dai cittadini o da esi-
genze contingenti. Ad esempio nelle
citt di mare dinverno sono presenti un
certo numero di taxi che nella stagione
estiva possono aumentare con licenze
stagionali.
Mediamente, a Brescia, quanto pu
costare una licenza?
Per quelle cedute da chi gi la possie-
de e decide di cambiare lavoro o va in
pensione, la trattativa libera. In caso
di ulteriore fabbisogno il Comune po-
trebbe decidere di indire bandi onerosi
partendo da 100mila euro.
Che fine fanno questi soldi?
L80 per cento sono ripartiti tra i tas-
sisti gi in esercizio a compensazione
del nuovo ingresso mentre il 20 per
cento destinato a infrastrutture come
le corsie preferenziali o le colonnine te-
lefoniche.
Per quanto riguarda le tariffe, chi le
decide?
Il Comune in accordo con la catego-
ria; le tariffe vengono aggiornate ogni
cinque anni. Importante ricordare che
con le tariffe imposte oggi i tassisti han-
no lobbligo al trasporto. Se salta questa
condizione, i tassisti potrebbero anche
decidere se la corsa conveniente omeno
e rifiutare il trasporto. Per avere una mag-
giore trasparenza sulle tariffe, proprio in
questi giorni e in accordo con il Comune,
abbiamo individuato alcuni percorsi stan-
dard determinando importi massimi di
tariffa. Laccordo prevede linstallazione
di totemillustrativi per favorire una mag-
giore visibilit del servizio. Per fare un
esempio, dal posteggio della stazione agli
Ospedali Civili, la corsa nonpotr mai co-
stare oltre gli 11 euro.
Checosanon vi piacedel decreto sulle
liberalizzazioni che riguarda la vostra
categoria?
Prima di tutto credo sia importante
fare una premessa: lutente deve sapere
che il taxi un servizio pubblico svolto
da privati, siamo artigiani, e dal punto
di vista economico la nostra attivit
s
liBeraliZZaZioni
12
MESI
marzo 2012
20
P
ENsIERI dI
non costa niente alla collettivit. Nella
prima bozza sulle liberalizzazioni, era
stato tolto il divieto di cumulo delle li-
cenze. Non valeva pi lidea, valida dal
1992, di una licenza, una macchina, un
tassista. Chiunque avrebbe potuto ac-
quistare tutte le licenze che voleva, far
guidare le auto da un tassista, magari
pagato poco, fare concorrenza sulle ta-
riffe viaggiando sotto costo, stroncare il
mercato per poi ritrovarsi, magari, in un
regime di oligopolio e dettare le nuove
condizioni. Sono strategie che, se ci si
guarda intorno, sono gi state usate in
altri settori. Fortunatamente siamo riu-
sciti a far capire le nostre ragioni.
C altro?
Nel decreto del 24 gennaio chiamato
Salva Italia era stata inserita la norma,
poi modificata, che prevedeva la libert
di esercitare lattivit su tutto il territo-
rio nazionale. Abbiamo chiesto, e siamo
stati ascoltati, che questa possibilit fos-
se consentita previo accordo tra i sinda-
ci dei comuni nei quali si vuole andare a
lavorare. Se io da Brescia volessi andare
a lavorare a Sirmione, ad esempio, lu-
tente non saprebbe con quale tariffa si
troverebbe a viaggiare. E le assicuro che
le differenze potrebbero essere anche
notevoli.
Ma in sostanza cosa si potrebbe fare
per avere tariffe pi vantaggiose per
i cittadini?
Abbassare i costi dellattivit. Premet-
tendo che lunico contributo che rice-
viamo un rimborso di 230 euro lanno
sulle accise del carburante, si potrebbe:
prevedere agevolazioni sul costo del ga-
solio professionale, come gi si fa per gli
agricoltori, anche in considerazione del
fatto che il prezzo del gasolio aumen-
tato del 40 per cento in un anno; trovare
accordi con le case automobilistiche per
avere auto a costi agevolati, come gi
succede in Germania con la Mercedes o a
Londra; non pagare la polizza di respon-
sabilit civile dellauto di pi rispetto agli
altri automobilisti, nonostante i tassisti,
come stato dimostrato, facciano meno
incidenti. Queste sono le cose che davve-
ro potrebbero incidere sulle tariffe.
Quante ore lavora al giorno?
In media sono 10 ore per sei giorni la
settimana.
Quanto guadagna al mese?
Poco meno di duemila euro netti.
A Brescia i tassisti sono tutti radunati
in una cooperativa, che cosa compor-
ta questa scelta?
Dobbiamo rispettare un minimo di ore
lavorative durante la notte e il mattino
presto e soprattutto dobbiamo garantire
un servizio ai cittadini per 365 giorni
lanno.
Avete risentito della crisi?
Il taxi considerato un lusso ed uti-
lizzato soprattutto per le emergenze.
Se a queste considerazioni si aggiunge
che Brescia non ha un polo fieristico che
lavora tutto lanno, n un aeroporto che
funziona, il risultato che solo negli ul-
timi quattro mesi, il lavoro calato del
20 per cento. Lo scorso dicembre sta-
to il peggiore degli ultimi 18 anni.
Fareil tassistaun lavoro pericoloso?
Durante il giorno la citt tranquilla,
di notte aumentano i rischi.
Siete sempre obbligati a trasportare i
clienti?
Sostanzialmente siamo autorizzati,
anche dal regolamento comunale, a non
accettare la corsa se il cliente ubriaco.
Il vostro considerato un lavoro usu-
rante?
Lo dicono alcune ricerche su questo
tema che ci inseriscono dopo i chirurghi
e gli autisti di bus.
Quanti chilometri percorre in un
anno?
Circa 40mila.
Ogni quanto cambia lauto?
In media ogni 4 anni.
Sulle fiancate dei taxi sono spesso
presenti delle sponsorizzazioni, non
potrebbero contribuire ad abbassare
i costi di gestione?
Infatti cos, servono a ridurre i costi
della cooperativa dove i tassisti brescia-
ni hanno investito negli anni quasi 1mi-
lione di euro e danno lavoro a 7 dipen-
denti per continuare a dare un servizio
sempre migliore ai cittadini bresciani.
Che tipo di clientela trasportate?
Di tutti i tipi, non si deve dimenticare,
infatti, che il nostro un servizio pub-
blico.
difficile accedere alla professione?
Dobbiamo superare un esame per otte-
nere una specie di patente aggiuntiva e
come tutte le imprese, ottenere labilita-
zione al ruolo.
A Brescia ci sono anche tassisti abusi-
vi?
Pochi perch Brescia non Milano o
Roma ma ce ne sono. Di certo la nor-
mativa attuale non agevola il lavoro delle
Forze dellordine. In pratica potrebbero
essere arrestati solo in flagranza di rea-
to, cio quando c il passaggio di dena-
ro tra il cliente e il tassista abusivo.
Cosa vi aspettate dal decreto sulle li-
beralizzazioni in discussione al Par-
lamento?
Sostanzialmente una maggiore chia-
rezza. Con la nostra protesta siamo ri-
usciti a far capire ai nostri interlocutori
che, prima di prendere delle decisioni
su una categoria, sarebbe meglio cono-
scerne i reali problemi.
Per ridurre
le tariffe
bisogna abbassare
i costi dellattivit,
con il gasolio
professionale, gli
accordi con le case
automobilistiche e
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conveniente
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12
MESI
marzo 2012
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ENsIERI dI 23
manuel Pietropoli,
lo snowboarder azzurro
costretto ad allenarsi
con la Nazionale svizzera.
di BruNo Forza
a
nche nello sport si registra-
no emigranti di spicco. il
caso di Manuel Pietropo-
li, fiore allocchiello dello
snowboard italiano, costretto ad aggre-
garsi alla nazionale elvetica per ambire
a traguardi ambiziosi e inseguire un
sogno chiamato podio olimpico. Il ven-
tunenne di Lonato ha gi vissuto lespe-
rienza a cinque cerchi in due occasioni:
Torino 2006 e Vancouver 2010. Non
andata bene, ma strada facendo ha sca-
lato sempre pi posizioni nel ranking
mondiale, dove figura diciassettesimo
nello snowboard e nono nellhalf pipe,
la sua specialit. Intanto in bacheca ha
gi messo una coppa del mondo con-
quistata nel 2008 a Bardonecchia e la
doppietta agli assoluti italiani del 2011,
oltre a piazzamenti di spicco in gare in-
ternazionali (tra cui Canada, Usa, Nuova
Zelanda, Norvegia). Manuel vive a due
passi dal lago di Garda, ma per otto mesi
lanno vive allestero.
Tutto iniziato nei primissimi anni 90,
con le classiche gite in montagna in fa-
miglia. Avevo solo due anni e mezzo
quando i miei genitori mi insegnarono a
sciare racconta Manuel . La loro pas-
sione diventata la mia. Il passaggio
alla tavola arriv intorno ai 6 anni. Poi
laffido a un maestro, il camp estivo in
Val Senales osservando a bocca aperta i
migliori atleti italiani, lesordio a Cam-
piglio e la prima vittoria. Anni di sudore
e batoste, fino allaffermazione definiti-
va, quella del 2005 a Oslo. Fu quello,
forse, il giorno della svolta, con la con-
quista del pass per le Olimpiadi di To-
rino. Un evento che era nel suo destino.
Sembrava che dovessi fare solo lapri-
pista, invece la settimana precedente
alle Olimpiadi si liber un posto per un
infortunio e dovetti rientrare subito dal-
la Corea.
A Torino 2006 avevi 15 anni. Latle-
ta maschio pi giovane dellOlimpia-
de. Quando ti sei reso conto che era
tutto vero?
Al cancellino. Cera pubblico su tutta la
lunghezza del pipe (pista, ndr.). Urlava-
no e agitavano campanelli. Le gambe mi
tremavano. Alla fine sono caduto in en-
trambe le discese. stata lemozione pi
intensa della mia carriera. A Vancouver
stato diverso. Tecnicamente ero pron-
to, ma and tutto storto e mi presentai al
cancellino con la testa altrove. La pioggia
aveva fatto saltare diversi allenamenti e
pochi giorni prima della gara mi ero rot-
to lo scafoide. Non ero nelle condizioni
mentali per dare il meglio.
Sei il numero uno dello snowboard
italiano, eppure da due anni hai scel-
to di allenarti con la Nazionale svizze-
ra. Perch?
Purtroppo lItalia non ha risorse allal-
tezza della situazione. Aggregarmi alla
Svizzera mi consente di confrontar-
mi con campioni del calibro di Iouri
Podladchikov (quarto a Vancouver). Poi
c un allenatore che ci segue ovunque
insieme a fisioterapista e ski-man. In
alcuni periodi dellanno c anche il pre-
paratore atletico. Cose impossibili per
la Nazionale italiana.
Ho SKIPPATO
litalia
s
12
MESI
marzo 2012
24
P
ENsIERI dI
Per allenarti in Svizzera devi pagare?
Stare con loro un investimento. Per
fortuna ho alle spalle degli sponsor che
mi danno questa opportunit, ma ne vale
la pena. I risultati lo dimostrano.
Devi molto agli svizzeri, ma anche
allitaliano Giacomo Kratter.
Avere un allenatore che ha vissuto in
prima persona quello che affronti e ti
spiega come comportarti fondamenta-
le, soprattutto quando sei giovane.
Come hai fatto a conciliare studio e
snowboard?
stato molto difficile. Gi alle medie
avevo perso un anno per le assenze.
Allalberghiero stessa cosa. Ho mollato
e ho fatto 3-4 anni allWall Street Insti-
tute. Sapere linglese fondamentale
nel mio lavoro.
Quindi non hai il diploma. Come
lhanno presa i tuoi?
Hannocapitola mia passioneper losport
e non mi hanno imposto la priorit della
scuola rispetto allo snowboard. A 14 anni
avevo gi sponsor che credevano in me.
Cerano prospettive. Ne valeva la pena.
Vivere di snowboard possibile?
difficile. In Italia siamo in due o tre.
Con i risparmi di questi anni sono riu-
scito anche a mettere su un negozio di
articoli sportivi del settore.
Oltre alla scuola coshai sacrificato?
Serate con gli amici e qualche fine set-
timana in vacanza. Sacrifici ripagati pie-
namente.
Hai pensato che potresti essere il pri-
mo italiano a vincere una medaglia
olimpica?
Sarebbe una gioia enorme. La pi
grande, ma bisogna essere perfetti. Gia-
como (Kratter, ndr.) ci and vicinissimo
a Salt Lake City nel 2002. Arriv quarto
con qualche polemica. Il podio fu tutto
americano.
Pensi gi a russia 2014?
Per ora cerco di skipparla.
Intanto hai messo in bachecaunacop-
pa del mondo. Come si resta con i pie-
di per terra?
Conta il carattere. Sono uno tranquil-
lo. So di essere bravo ma mi d fastidio
chi si mette in mostra. A Bardonecchia
ho avuto anche fortuna.
Cosa ti ha dato quel successo?
La consapevolezza di poter fare il salto
di qualit. Mi sono motivato per centra-
re pi podi possibili.
Qual il pi bel complimento che hai
ricevuto?
Nel 2007 da Terje Hakonsen, il Ma-
radona dello snowboard. Eravamo in
Svizzera per una gara di quarter pipe.
Saltai 8 metri e il suo record era 7,40.
Mi invit alla gara che aveva organizzato
in Norvegia. Un grande onore.
Qual la gara pi importante in que-
sto sport?
Gli X-Game americani. Lunica che
non sono ancora riuscito a fare perch
a inviti. una vetrina assurda, ma ci
sono solo 12 posti riservati ai pi grandi
rider del mondo.
Nel 2011 hai messo in bacheca due
assoluti italiani.
Non li avevo ancora vinti. Spesso li or-
ganizzano in concomitanza con eventi
internazionali pi importanti, quindi sei
costretto a scegliere. Mi piaciuto esse-
re presente per tanti ragazzini. Per loro
importante.
In Italia come siamo messi a livello
giovanile?
Male. Un mio sponsor vorrebbe fare
un progetto con un ragazzino di qualit,
che dovrebbe allenarsi con me. Ci stia-
mo guardando in giro ma non facile
trovarne. I giovani da soli non possono
crescere, vanno seguiti. Poi mancano le
strutture.
Per gli sciatori diverso?
S, ma anche per gli snowboarder del
border cross o dellalpino, che godono
di servizi di gran lunga superiori ai no-
stri. A noi del freestyle dicevano che do-
vevano arrivare i risultati. Dopo la mia
vittoria in coppa del mondo sembrava
dovesse cambiare tutto, invece le cose
sono andate ancora peggio. Personal-
mente non ci conto pi.
La lingua batte dove il dente duole
La gestione delle risorse economiche
pessima. Il mio caso eloquente. Poi
vedi gente della Federazione che va in
giro con il macchinone Le risorse an-
drebbero investite e distribuite meglio.
Ad oggi non abbiamo atleti emergenti,
ci sar un perch.
Hai viaggiato molto. Quale nazione ti
rimasta nel cuore?
La Nuova Zelanda. Ci siamo mossi per
un mese senza auto. Lautostop allor-
dine del giorno. Puoi lasciare tranquilla-
mente la porta di casa aperta o le tavole
fuori senza problemi. C fiducia nel
prossimo.
Sei lontano da casa otto mesi lanno.
Nostalgia?
Gli affetti e le amicizie mancano. La
mia vacanza, infatti, tornare a casa.
Nello snowboard il rischio di infortu-
ni altissimo. Qualcuno ha perfino
perso la vita. Ci pensi mai?
Se cominci a pensarci non combini pi
niente. Le mie braccia sono piene di ci-
catrici, ma fino ad ora sono stato fortu-
nato perch ho sempre avuto infortuni a
fine stagione e nella parte alta del corpo.
Quando ero piccolo i miei genitori si
preoccupavano, ora se torno a casa con
un gesso normale.
Quali sono i tuoi obiettivi a breve ter-
mine?
Mostrare il tricolore sui podi di tutto il
mondo accendendo i riflettori sullIta-
lia. Il problema che sono da solo.
Come ti vedi nel futuro?
Nei panni di allenatore. I fondi non
ci sono per i progetti che ho in mente.
Magari vincendo una medaglia olimpica
qualcosa cambierebbe.
In Nuova
zelanda ci
siamo mossi per
un mese senza
auto. Lautostop
allordine del
giorno. Puoi lasciare
tranquillamente la
porta di casa aperta
o le tavole fuori
senza problemi
Non impegnarti con una
automobile per anni.
Scegli quella che ami ora
e goditi la strada, a tutto
il resto pensiamo noi.
Noleggio a breve e lungo
termine di vetture nuove ed
usate, per uso privato,
aziendale o commerciale.
E quando lamore finir,
ne sceglierai unaltra.
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a
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C
o
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u
n
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io
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da anni sempre lei:
e quante ne ho desiderate!
Non limitarti a desiderare.
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12
MESI
marzo 2012
P
ENsIERI dI 27
se vuoi Fare lartista
vivi al carMine
Dal Vesuvio alla storica contrada bresciana. antonio De martino
dellatelier degli artisti si racconta.
di BruNo Forza
s
e vuoi fare lartista devi
vivere a New York o
Shangai, oppure al Car-
mine. Questa tesi pro-
vocatoria incisa su una targa allingres-
so dellAtelier degli artisti in Contrada
del Carmine, e rappresenta il basamento
di quella che Antonio De Martino ama
definire la sua grande utopia, quella di
un quartiere e di una citt nuovi, capaci
di ribellarsi alla cupezza della moderni-
t proprio come fa la natura, quando le
radici degli alberi riemergono dal sotto-
suolo perforando lasfalto.
De Martino un uomo diviso a met tra
Vesuvio e Maddalena, un artista daltri
tempi, di quelli che hanno offerto anima
e corpo alla musa ispiratrice conoscendo
lamarezza della miseria. Antonio osser-
va Brescia e il mondo cercando la rispo-
sta dellarte, quella chiave di volta fragile
e preziosa. Lo fa restando fedele alla sua
essenza di artista bohmien, di ingua-
ribile scapigliato. Lo oggi, a 66 anni.
Lo era gi da bambino, quando viveva
a Pagani, paese in provincia di Salerno
dove conobbe la passione per la pittura
e la scultura nei primi anni 50. Nei suoi
schizzi riproduceva le bellissime donne
pubblicate sul retro di Diabolik, mentre
con gli scarti di legno delle segherie imi-
tava i celebri coltelli di Blek Macigno. E
quando arrivava la primavera, con i suoi
violenti acquazzoni, correva alle pendici
della collina per fare scorta di argilla e
modellarla. Ma quelli non erano tempi
n luoghi per larte. Ero un figlio di
contadini nullatenenti. Spesso ricorda
Antonio rubavo le arance per mettere
qualcosa sotto i denti. Cerano miseria
e ignoranza. Vivevamo in cinque in una
stanza di pochi metri quadrati. Si cuci-
nava sul fuoco in mezzo al cortile e si
dormiva su brande e materassi ricoperti
di foglie di pannocchie. Ricordo ancora
come pungevano. Andai a fare il fornaio
a 8 anni per portare a casa la pagnotta.
Gli anni passarono, e dopo le fughe ado-
lescenziali e i viaggi in giro per lItalia la
svolta arriv verso la fine degli anni 60,
quando Pagani fu travolta dal ciclone
Cutolo. Avevo messo su una piccola
pizzeria: Il Sombrero, ma erano tempi
duri. Quelli erano delinquenti che gira-
vano con il mitra sotto il cappotto. La
via duscita fu unauto targata Brescia.
Cercavano un pizzaiolo. Lasciai tutto,
salutai moglie e figli e partii.
Qualche mese alla Bersagliera, poi allo
Snack Bar in via Solferino, poi in piazza
Mercato. Antonio faceva pizze e dipin-
geva. Vivere di arte era impossibile e lo
fu ancor di pi quando la sua famiglia lo
raggiunse. Sembravamo zingari, ma
vivevamo con dignit nonostante la casa
che ci diede il Comune: senza finestre,
porte, impianto elettrico e con i servi-
zi fuori, eppure volevano sempre fino
allultimo centesimo di affitto. I soldi
erano pochissimi e la fame si faceva sen-
tire, cos Antonio non si lasci sfuggire
lofferta di tre anziani del Carmine, ed
inizi a fare limbianchino. Per la pri-
ma volta racconta vidi 150mila lire
al mese.
Il suo percorso artistico non si arrest,
e riusc ad ottenere uno scantinato alla-
gato in vicolo Anguilla dove dipingeva
stando in equilibrio su assi di legno,
s
12
MESI
marzo 2012
28
P
ENsIERI dI
poi apr lo studio in via Battaglie, anti-
camera della realizzazione di un sogno:
lAtelier degli artisti. Era il 1982, vi
rimase fino al 2003. Era un luogo
magico allinterno di una chiesa del
Cinquecento. C ancora la mia anima
l. Furono anni indimenticabili. Larte
era la mia vita. Vi passarono un sacco di
artisti: da Ivan Cattaneo a Jovanotti (che
espose alcuni suoi quadri), da Pato Gar-
cia a Martino Dolci, dai fratelli Ghelfi a
James Senese. Adesso sono finito qui e
attraverso un momento artistico di ri-
flessione.
Le muse ispiratrici hanno smesso di
cantare?
C confusione, non si riescono pi a
distinguere i colori. La materia si tra-
sformata in qualcosa che non riesci pi
a vedere. Non c pi gusto. Sono preso
dallo sconforto generato da questa so-
ciet. Si sta creando un impasto che non
commestibile.
Dove nasce lispirazione?
Nasce soprattutto dal focalizzare la pro-
pria immaginazione sulla donna. Poi serve
la motivazione forte di fare unopera per
se stesso e per gli altri, ma bisogna stare
al passo con i tempi e raccontare il mondo
che cambia senza buttare via la poesia.
Cosa non sopporta di questa societ?
La gente che non si accorge di vende-
re merda: tabacco, alcol, gratta e vinci,
prostituzione. Sono le esche per poveri
disgraziati e pensionati. Brescia stata
contaminata dalla sete di denaro.
Come cambiato il Carmine in questi
anni?
Un tempo era un luogo pittoresco e
malfamato, dove colpi di pistola e botte
da orbi erano la normalit. Pi inospita-
le, ma vero. Oggi non ci si conosce pi.
EBrescia?
Negli anni Settanta era una meraviglia,
germogliava. Qui ti sentivi vivo. Oggi
vogliono farla diventare una metropoli
ma non hanno ancora capito che pro-
vinciale e deve restare tale.
Cosa ha seccato quei germogli?
Ci sono troppi personaggi poco nitidi
che hanno lo sguardo annebbiato e non
riescono a intravedere quali splendidi co-
lori potrebbero sbocciare nel cuore della
citt. Anni fa cerano vita, poesia, profu-
mi. Si viveva. Oggi non pi cos. Si pen-
sa solo agli affari, al tondino e alle armi
che ci hanno resi famosi nel mondo.
Qual stato nel corso degli anni il suo
rapporto con le istituzioni?
Corsini mi appoggi, ma ci volle parec-
chio tempo perch si fidasse di me. Di
questa giunta devo ringraziare Labolani.
Paroli posso dire di non conoscerlo.
In tempo di crisi larte diventa secon-
daria?
Le vere crisi ci sono state anni fa. Que-
sta solo la crisi dei poveri. Ci stanno
prendendo per i fondelli e non ce ne ac-
corgiamo. C chi fa la corsa ai milioni e
ci avvelena drogando il mercato. Io con
50 euro in tasca mi sento ricco.
Quando si parla di Carmine diventa
naturale affrontare largomento im-
migrazione.
Anche io sono stato un immigrato, ma
allora era diverso. Cera pi educazione.
Se facevo una cazzata mi dicevano: Ehi
ter, che ft?, e avevano ragione. Oggi
non pi cos. I nuovi arrivati, soprat-
tutto i pi giovani, sono gi contaminati
dal nostro consumismo.
Cosa ricorda dei tempi in cui gli
stranieri erano gli italiani del Sud?
La povert. Non solo economica. Tanti
terroni si sono persi e sono morti, tanti
avevano portato qui le mogli a fare mar-
chette per arricchirsi e poi tornare gi.
Cose tristi.
Quali sono gli artisti che ammira di
pi?
I pi disgraziati, i pi poveri. Non amo
Cattelan, anche se lo rispetto. un pro-
dotto della massa creato a tavolino dai
ricchi impresari. Quella non arte.
Anche nellarte c del marcio?
Ci sono interessi e corruzione inim-
maginabili. Laltro giorno ho visto una
signora seduta in terra a suonare la fi-
sarmonica. Lei non si vende. Fa arte con
dignit. Amo le persone come lei.
Come si pu tornare a riempire le
strade di arte?
Le cantine sono piene di quadri, ma
gli artisti devono guardare oltre, quello
materiale di riciclo. Io vorrei dare vita
a nuovi progetti insieme ai giovani, ma
servono idee forti e fiducia da parte delle
istituzioni.
Che consigli si sente di dare ai giovani
artisti?
Siate umili, poi se siete veri artisti
emergerete. Io non sono un artista. Pos-
so solo dire grazie allarte perch mi ha
dato grandi soddisfazioni e mi ha per-
messo di affrontare larroganza delluo-
mo e la miseria.
La morte le fa paura?
Chi dice di non aver paura di mori-
re mente. La cosa che mi fa pi paura,
per, la solitudine, anche perch quel-
li come me sono condannati a restare
soli. Temo che se tornassi gi al mio pa-
ese mi siederei sotto le piante e inizierei
a parlare da solo e a farmi parlare addos-
so. Preferisco starmene qui e salire in
castello. Da lass posso vedere il Vesu-
vio, e nelle giornate pi limpide perfino
il mare. Maddalena e lago di Garda? No,
sono il Vesuvio e il mare.
Quando stata lultima volta che ha
pianto?
Sono parecchi anni che non riesco a
piangere. Chi si commuove spesso
una grande persona. Ha il cuore centra-
to, che batte nel punto giusto. Invece la
maggior parte di noi ha il cuore decen-
trato. Non collegato alla sua scatola
nera e non pu rendere migliore questo
mondo.
Carmine, un muSeo a Cielo aPerTo
Antonio De Martino noto soprattutto per le sue numerose installazioni
di arte pubblica tese alla valorizzazione del Carmine e del centro storico di
Brescia. Tra le molte ricordiamo Panni stesi, Il Veliero, Barriera dei so-
gni, Il trasloco, Lido mare, Passeggiata sul tetto del mondo, Il cibo
universale, Giardino con poeta.
La prossima primavera il quartiere cittadino diventer un vero e proprio museo
a cielo aperto grazie al Pifferaio Magico, liniziativa proposta dallAtelier degli
artisti e Progettoutopia, che esporranno tutte le opere di qualsiasi genere ri-
cevute entro il 30 aprile. C spazio per la creativit di tutti. Per informazioni
rivolgersi allAtelier degli artisti, Contrada del Carmine, 5 (tel. 030.3753027).
12
MESI
marzo 2012
di marIo CoNSErVa
sTRATEGiA DiMPREsA
30
R
UBRICA
torna a crescere
il riciclo dei Materiali
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i
n tempi di crisi si erano fermate
in Italia anche le attivit di re-
cupero e riciclo dei materiali, e
infatti il 2009 aveva registrato
un calo rispetto agli anni preceden-
ti sulle attivit del settore. Il recente
rapporto di Fise Unire LItalia del
riciclo relativo al 2010 riporta un
po di ottimismo, perch dimostra una
significativa inversione di tendenza,
con un rialzo del 40% su base annua,
che riporta il trend in area nettamente
positiva. Il fatto confortante non solo
per i vantaggi di un sistema del recupe-
ro dei materiali in grado di funzionare,
ma anche perch luscita veloce dalla
situazione di impasse testimonia che la
strutturazione in consorzi e altre orga-
nizzazioni di filiera per la gestione del
sistema ben consolidata ed in grado di
reggere ad emergenze negative.
Lo studio riferito a 15 filiere di ma-
teriali/prodotti: carta, vetro, plastica,
gomma e pneumatici fuori uso, legno,
alluminio, acciaio, rifiuti da apparec-
chiature elettriche ed elettroniche, pile
e accumulatori, oli minerali esausti,
oli e grassi vegetali ed animali esau-
sti, frazione organica, rifiuti inerti da
costruzione e demolizione, tessile,
veicoli fuori uso. La premessa dobbli-
go con cui si apre il rapporto che gli
effetti della crisi, accompagnata da cali
generalizzati nella produzione in tutti
i comparti e conseguente contrazione
dei consumi, si sono fatti sentire anche
nel settore: i principali materiali de-
stinati al riciclo rottami di ferrosi, di
alluminio, di carta, legno, plastica e ve-
tro hanno infatti avuto come risultato
nel 2009 una consistente flessione dei
quantitativi trattati, pari al 24,7% (da
31 milioni di tonnellate del 2008 a 24
milioni del 2009). In controtendenza
i rifiuti da apparecchiature elettriche
ed elettroniche, indicati sinteticamen-
te con la sigla Raee, la cui raccolta si
invece caratterizzata per una forte cre-
scita.
A fronte del calo dei quantitativi trattati,
quasi tutti i settori hanno fatto registrare
crescite considerevoli delle percentuali
di riciclo rispetto ai quantitativi immessi
al consumo, con risultati in alcuni casi
vicini all80%, come nel caso della car-
ta e acciaio. interessante rilevare tra
laltro che la crescita dellimportante
segmento dei rifiuti elettronici con-
tinuata anche nel 2011, raggiungendo
complessivamente il quantitativo di
260mila tonnellate recuperate attraver-
so il consorzio Ecolight.
Una prima conclusione che il settore
del recupero e riciclo regge e riesce a
fare passi in avanti in tempi di econo-
mia difficile, rappresentando non solo
un pilastro reale della green economy
ma soprattutto un elemento strategico
e un insostituibile supporto dellindu-
stria manifatturiera del nostro paese.
Il Rapporto offre inoltre lopportunit
per una seria riflessione sul ruolo del
recupero e riciclo dei materiali in un
paese come il nostro, notoriamente
deficitario sul fronte dellapprovvigio-
namento delle materie prime indispen-
sabili alle nostre produzioni, e ci fa
scoprire una volta di pi che possiamo
contare su una solida attivit in questo
campo, sotto molti aspetti fra le pi
avanzate dEuropa; ad esempio con-
fortante rilevare che in molte Regioni
le raccolte differenziate sono intorno
al 50% e in alcuni settori, come quello
degli imballaggi, si riesce a riciclare il
64% dellimmesso al consumo. Ci sono
quindi risultati significativi, ed bene
che ci siano informazione e consapevo-
lezza sulloperativit raggiunte in Italia
in questo settore, in anni di attivit sul
recupero e riciclo degli scarti e dei ma-
teriali e prodotti giunti a fine ciclo di
vita, che ha consentito di sostenere gli
impatti della crisi pi grave del dopo-
guerra e che consente ora di affrontare
con maggior tranquillit altre prove. Il
Rapporto fotografa infatti un meccani-
smo dinamico, efficiente e innovativo,
che non richiede radicali riordini nor-
mativi, ma piuttosto completamenti e
manutenzioni puntuali e ben mirate,
anche per evitare il rischio che, come
avvenuto per altri settori economici, il
riciclo si sposti allestero.
12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
di EmaNuELa GaSTaLDI
LAVORO
Bastasse larticolo 18
per i nostri Giovani!
32
R
UBRICA
c
ambiare o non cambia-
re pare essere il mo-
derno dilemma su cui
dobbiamo riflettere a
seguito delle numerose sollecitazioni
poste dalla riforma del lavoro e in parti-
colar modo dallarticolo18.
Ma il vero dilemma oggi non pi de-
cidere se cambiare, passaggio inevita-
bile e necessario, ma come cambiare.
Su questa semplice parola come oggi
assistiamo a numerosi confronti/scontri
che non lesinano statistiche, percentuali
e numeri sempre diversi nellinterpreta-
zione, discussioni su modelli economici
di altri paesi che sembrano non essere
sempre adatti allItalia, come quello
tedesco considerato la panacea di tutti
i mali. I paradossi che stiamo vivendo
impongono il recupero di un approc-
cio maggiormente laico, richiedono
di analizzare il problema con unone-
st intellettuale che deve prescindere
da posizioni di difesa. Esse, se hanno
avuto ragione di essere nel passato,
rappresentano delle gabbie mentali in
cui restare oggi non conveniente per
nessuno e si impone labbandono di di-
scorsi demagogici, causa di irritazione
e ulteriore confusione. chiaro che il
passato pesa in modo indiscutibile sulle
necessarie scelte attuali e non pu che
essere difficile superare un sistema del
lavoro in cui mondo politico, sindacale,
imprenditoriale hanno permesso nel
tempo sistemi contributivi privilegiati,
baby pensioni, doppi lavori, indennit
faraoniche che molto spesso vedono una
continuit di attivit e potremmo con-
tinuare lelenco ancora per molto. Non
deprimiamoci ulteriormente!
Sicuramente al 28,9 per cento dei gio-
vani disoccupati poco importa cosa
successo nel passato, cosa potr succe-
dere in un presente a medio lungo ter-
mine.
Loro hanno bisogno di un lavoro, e su-
bito, sono stanchi di dibattiti in cui tutti
litigano e si accusano reciprocamente. I
giovani che hanno studiato con profitto
e che oggi non sono in grado di trovare
un posto che garantisca loro unautosuf-
ficienza personale come possono fare?
Come possono pensare a un futuro?
Partiamo quindi da alcuni assunti che
sembrano condivisi da tutti:
il mercato del lavoro deve godere di
maggiore flessibilit
i privilegi in tutti i campi devono deca-
dere
lItalia deve crescere e per farlo ha
la necessit di nuovi investimenti - il
protezionismo ostacola lo sviluppo di
una cultura meritocratica
gli ammortizzatori sociali non potran-
no sostenere ancora a lungo lonere di
una crisi cronica
il tasso di disoccupazione giovanile
tra i pi alti in Europa (inammissibile
per una societ civile).
Questi punti rappresentano lattesa, la
speranza e lauspicio di tornare a crede-
re in unItalia che sia in grado di uscire
da questo momento, unItalia che sia in
grado di poter offrire un futuro a quei
giovani che oggi sono in attesa: in attesa
di una svolta in attesa di quel come
che li porti ad un cambiamento. Dopo
la manovra economica ora lattenzione
del governo Monti si concentrata sulle
riforme del lavoro e in particolare modo
sullarticolo 18. Lart. 18 declina le
conseguenze in caso di licenziamento il-
legittimo delle imprese e anche nel caso
in cui lattuale governo decida di mante-
nerlo o no, sicuramente esso stesso non
contiene da solo la soluzione per arriva-
re a un sistema di regole che necessita
di interventi maggiormente articolati e
di profonde modifiche che coinvolgano
tutti (imprese, lavoratori e sindacati) in
una logica di indiscussa equit. Per lat-
tuale governo tecnico in carica arrivare
alla condivisione di un sistema di regole
contenente un elevato grado di giu-
stizia sociale lultima occasione per
creare le condizioni di un cambiamento
finalizzato a:
ottenere la condivisione sul cambia-
mento del sistema
espletare un ruolo di governance che
consenta ai cittadini di recuperare fi-
ducia nel paese
sviluppare uno sguardo di maggiore
ottimismo nei giovani verso il futuro
permettere che il lavoro venga vissuto
come un valore che richiede impegno
e senso di responsabilit
invitare i sindacati e le imprese (am-
bedue protagonisti indispensabili per
proteggere il lavoro) ad essere partner
per contribuire allosviluppodi uneco-
nomia sana e con prospettive di cre-
scita nel rispetto dei reciproci ruoli.
Una settimana fa ho incontrato un gio-
vane di 25 anni che cerca di inserirsi
nel mondo del lavoro e discutendo del-
la situazione politica ed economica del
paese mi disse, con un tono in cui ave-
va bisogno di credere, comunque in
qualche modo ce la far. Mi piacerebbe
molto rincontrarlo e sentirgli dire: Ce
lho fatta!.
B
aCHECa 33
Marocco e Sudafrica
nella rete di Soluzione Group
Salgono a quota 23 le societ di comunicazione e rp che fanno
parte di Public relations network (Prn), il circuito internazionale
fondato da Soluzione Group nel 2005 per offrire alle imprese clienti un
supporto qualicato allestero. Gli ultimi duue nuovi partner che si sono
aggiunti sono Proof Communications, sen sedi a Londra e Johannesburg
(Sudafrica), e PResma, agenzia di Casablanca (Marocco).
Proof Communications possiede una forte expertise nei settori scienza,
tecnologia e ingegneria, occupandosi di media relations, governmental
relations, digital pr, copy writing e strategie di comunicazione. PResma
la prima agenzia di relazioni pubbliche in Marocco, attiva anche in
Mauritania e Tunisia e conta tre divisioni: rp, sondaggi e formazione.
I nuovi partner rappresentano mercati molto interessanti, soprattutto
in questo periodo di crisi in cui le imprese italiane mostrano sempre
pi attenzione ai paesi fuori confine ha detto Fabrizio Senici, membro
del Comitato esecutivo del Prn e presidente di Soluzione Group. Con le
new entry il Prn ora rappresentato, oltre che in Europa, Asia, Ameri-
ca, Australia, anche in Africa.
01/02
Edison, siglato laccordo denitivo
sul riassetto
A2A, Delmi, Edf, Edison e Alpiq hanno firmato i contratti
definitivi previsti dallaccordo preliminare del 26 dicembre
2011, relativo al riassetto delle partecipazioni azionarie in Edison ed
Edipower. In particolare: Delmi acquisisce il 70% di Edipower da Edison
(50%) e Alpiq (20%) a un prezzo complessivo di 804 milioni di euro;
EDF acquisisce da Delmi il 50% di Transalpina di Energia srl, societ
della quale detiene gi il restante 50% e che detiene, a sua volta, il
61,3% del capitale con diritto di voto di Edison spa ad un prezzo pari a
704 milioni di euro. Sono stati inoltre concordati gli elementi principali
di un contratto di fornitura gas da Edison a Edipower che coprir il 50%
dei fabbisogni di Edipower stessa per un periodo di 6 anni a condizioni
di mercato. Lintera operazione subordinata alla conferma da parte
di Consob e delle competenti autorit Antitrust.
Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it
16/02
Smaltimento riuti, Confartigianato
plaude alle semplicazioni
del Salva Italia
Le richieste avanzate da Confartigianato sono state recepite
allinterno del cosiddetto decreto Salva Italia, prevedendo per le im-
prese ed i lavoratori autonomi esercenti le attivit di estetista, acconcia-
tore, trucco permanente e semipermanente, tatuaggio e piercing che pro-
ducono riuti pericolosi a rischio infettivo, la possibilit di trasportarne
17/02
A maggio torna Franciacorta in ore.
Bando aperto no al 10 aprile
Prendersi cura del giardino di casa un primo passo per svi-
luppare una sensibilit nuova verso lambiente. E un giardino
pu anche diventare uno spazio dintegrazione se, con i ori e le piante
scelte, in grado di richiamare i luoghi di provenienza dei tanti stranieri
che oggi vivono nel Bresciano. Ecco i temi del bando della XIV edizione
di Franciacorta in ore, la rassegna orovivaistica organizzata dal Co-
mune di Cazzago S.M. e dalla Pro loco comunale, che si terr il 18, 19 e
20 maggio nelle storiche residenze di Palazzo Bettoni e Palazzo Guarneri.
La manifestazione dedicata questanno ai giardini ridotti e si intitola
Il bel giardino di casa nostra. La partecipazione aperta a paesaggisti,
orovivaisti, imprese agricole e scuole di agraria. La scadenza del bando
ssata al 10 di aprile. Ulteriori dettagli su www.franciacortainore.it.
28/02
Marmisti in assemblea,
ora si punta al distretto del marmo
Il Consorzio marmisti bresciani, nellassemblea associativa
tenuta sabato 25 febbraio a villa Fenaroli, ha lanciato lidea
di fare del territorio un laboratorio eccellente in cui la ricerca e la speri-
mentazione possono produrre prototipi spendibili sui mercati del mondo.
Il mercato mondiale del marmo in espansione, ma lItalia ferma, con
lo stesso tonnellaggio del 1995. Da qui lesigenza, come ha detto Stefano
Ghirardi, vicepresidente di Marmomeccanica (Conndustria), di uniden-
tit diversa, che faccia crescere, come ha sottolineato la presidente del
Consorzio, Laura Alberti, la cultura della pietra a livello locale, per poi
proiettarsi sui mercati. Unidea, quella lanciata dal consorzio, che evoca
ancora una volta la necessit del distretto del marmo e che stata con-
divisa dagli assessori provinciali Stefano Dotti e Giorgio Bontempi e dai
sindaci della zona.
Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it
26/02
in proprio una quantit massima di 30 kg al giorno sino allimpianto di
smaltimento tramite termodistruzione o in altro punto di raccolta autoriz-
zati ai sensi della normativa vigente. Di notevole importanza anche la
contestuale decadenza dellobbligo di compilazione dei registri di carico
e scarico dei riuti, nonch della comunicazione al Catasto dei riuti
(tramite il Mud), operazioni che ora potranno essere sostituite dalla sem-
plice compilazione e conservazione, in ordine cronologico, delle copie
dei formulari di trasporto. Accogliamo con grande soddisfazione ha
commentato il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti
questo primo positivo riscontro allimpegno profuso dalla Confederazio-
ne nei confronti della semplicazione in materia ambientale, sia pure
limitatamente a uno specico ambito merceologico e relativamente ad
una particolare tipologia di riuti pericolosi.
Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it
12
MESI
marzo 2012
di aLBErTo BErToLoTTI
FinAnzA E iMPREsA
pMi in europa
troppo piccole per contare Qualcosa?
34
R
UBRICA
i
l contributo delle piccole e
medie imprese alleconomia
europea fondamentale per la
ripresa e determinante per la
creazione di maggiori e migliori posti
di lavoro. Questa la sintesi dei risultati
dello studio commissionato dallUnione
Europea, che ha tentato di analizzare e
quantificare il contributo delle Pmi al
sistema Europa, prendendo in consi-
derazione i dati compresi tra il 2002 e il
2010, gli anni della crisi.
I risultati della ricerca, condotta su tut-
to il territorio dellUnione, confermano
che le Pmi hanno contribuito per l85%
alla creazione di nuovi posti di lavoro,
con un tasso annuo di crescita dell1%
che doppia il risultato ottenuto dalle
grandi imprese (0,5%).
Nonostante queste straordinarie per-
formance sul lungo periodo, i risultati
di un recente sondaggio commissionato
dallUE dimostrano come lattuale con-
giuntura economica abbia colpito pe-
santemente le piccole e medie imprese e
intaccatonel profondoil rapportotra i tre
fondamentali protagonisti delleconomia
di mercato: imprese, clienti e banche.
proprio il calo medio degli ordinati-
vi, infatti, la principale preoccupazione
delle aziende (62% delle imprese), cui
seguono laumento dei ritardi di paga-
mento da parte dei clienti (48% delle
imprese) e la conseguente crisi di liqui-
dit (31%) spesso accentuata dalle diffi-
colt di accesso al credito.
In un contesto di incertezza economica,
la crisi agisce sulle imprese non solo in
termini di fatturato, ma anche dal pun-
to di vista psicologico, generando negli
imprenditori un diffuso stato di timore
ed incertezza che azzera la propensione
allinvestimento, anche per le aziende
tendenzialmente sane.
Come ho gi avuto modo di ricordare, il
2012 in Lombardia si aperto con una
vasta offerta agevolativa, volta ad accre-
scere la competitivit delle aziende per
metterle in condizioni di reggere il con-
fronto con i competitors e di aprirsi nuo-
vi mercati. Nessuna di queste iniziative,
infatti, ha fini meramente assistenziali:
finanziamenti agevolati e contributi a
fondo perduto sono sempre finalizzati
a spingere nuovamente le aziende ad in-
novarsi ed investire.
I fattori di successo: innovazione e in-
ternazionalizzazione.
Queste le carte vincenti delle aziende
che, in tutta Europa, hanno registrato
le migliori performance nonostante lat-
tuale incertezza economica. Non a caso
le imprese innovative presentano un
tasso di crescita delloccupazione pi
elevato, che corrisponde ad un aumento
significativo del volume di affari.
Con lattuale calo degli ordinativi inter-
ni anche linternazionalizzazione sem-
bra una strada quasi obbligata. Nellul-
timo anno in Italia le piccole e medie
imprese hanno registrato un decisivo in-
cremento dellexport, che si attesta sui
38 milioni di euro, contro i 34 milioni
delle grandi imprese. Per incentivare le
aziende a rispondere alla sfida dei mer-
cati mondiali la Regione Lombardia ha
destinato alle Pmi manifatturiere, del-
le costruzioni e dei servizi il fondo Fri
(Fondo di rotazione per linternaziona-
lizzazione) che finanzia, con un mix di
contributo a fondo perduto e finanzia-
mento agevolato, fino al 40% degli inve-
stimenti per la realizzazione di impianti
produttivi, strutture di assistenza clienti
e impianti logistici. Il bando a sportello
stato aperto lo scorso 15 febbraio e
rimarr attivo fino ad esaurimento dei
fondi disponibili.
In un orizzonte economico difficile ma
ancora ricco di opportunit per le im-
prese gli imprenditori saranno pronti
per investire? Solo se saranno in grado di
riconoscere che, in un mercato globale,
anche i piccoli possono farsi valere.
12
MESI
marzo 2012
37
L
AVORO
cHi dentro dentro
cHi Fuori Fuori
La riforma del mercato del lavoro? Se tutti siamo fessibili, nessuno
precario. Lincertezza del posto di lavoro come certezza del diritto al lavoro.
Se c sviluppo tutto si risolve, ma in mancanza di crescita, se vogliamo
dare lavoro a chi non ce lha occorre dividere il lavoro che c.
di aLESSaNDro ChEuLa
i
giovani, se vogliono riappro-
priarsi del futuro, devono pren-
dere nelle loro mani il proprio
destino. Noi gli abbiamo la-
sciato una montagna di debiti poich
ci siamo mangiati tutto quello che ce-
ra nel piatto. In un Paese dove il 30%
dei giovani disoccupato a vita (50%
al Sud) se vogliamo dare lavoro non a
tutti, cosa peraltro impossibile, ma a
quasi tutti, flessibilizzare non basta
pi, occorre precarizzare. Una bestem-
mia, certo. Ma chi pi blasfemo? Chi
difende il posto fisso per i pochi che
avranno ancora tale privilegio o chi si
preoccupa di dare lavoro ai molti che
stanno fuori dalla cittadella fortificata
del lavoro, dal fortino sempre pi blin-
dato del posto garantito? Quei molti
che, non lavorando e quindi non po-
tendo versare i contributi, non avranno
la pensione e saranno candidati a un
futuro da barboni? Il lavoro per tutti a
tempo indeterminato semplicemente
unutopia impossibile e impraticabile
non esistendo pi in nessuna economia
sociale di mercato (ripetiamo: sociale,
non solo di mercato). Lavoro per tutti
a tempo determinato cio flessibilit
per tutti? Possibile, ma al punto dram-
matico cui son giunte le cose per dare
lavoro non a tutti ma quasi tutti i milio-
ni di giovani disoccupati non basta pi
flessibilizzare, occorre precarizzare.
Cio andare in senso diametralmente
opposto a quanto si sta facendo. Una
blasfemia per il sindacato.
SPoSTarE LaSSE
rIVENDICaTIVo
Ma una cosa certa, anzi due. La prima
che bisogna gradualmente spostare
lasse rivendicativo dal problema degli
occupati a quello dei disoccupati; la
seconda che, stante il probabile pro-
lungamento dellattuale recessione,
s







Saef. La mossa vincente per la vostra azienda.

12
MESI
marzo 2012
38
L
AVORO
per dare lavoro non a tutti ma quasi tutti
occorrer ridistribuire il lavoro che c.
Ovvero, in buona sostanza, dividere la
miseria. Limperativo categorico abo-
lire subito larticolo 18 in cambio del
contratto unico, cio del superamento
del dualismo contrattuale che divide il
mondo dal lavoro tra stabili e precari, tra
la mega-corporazione degli occupati-
assistiti-garantiti-protetti da una parte
e precari a vita dallaltra, tra tempo in-
determinato cio posto fisso e tempo
determinato ossia lavoro atipico-tem-
poraneo-transitorio. Ma il superamento
della rigidit del mercato del lavoro va
ben oltre labolizione dellarticolo 18,
condizione necessaria ma non sufficien-
te, poich richiede nellimmediato non
solo una riparametrazione del mercato
del lavoro ma anche una ristrutturazione
del rapporto di lavoro. E in prospettiva,
come spiegheremo, una rivoluzione cul-
turale e una rimodulazione individuale.
SCIoPEro GENEraLE
o GENErazIoNaLE?
Ugo La Malfa, repubblicano figlio del
Partito dAzione e militante di Giustizia
e Libert nonch parlamentare della
prima Repubblica ed esponente delle
borghesia riformista e progressista, a
proposito del sindacato italiano amava
dire: Se fossi un giovane disoccupato
sparerei al sindacatodegli occupati. Ci
per dire che la rigida tutela degli occupati
in termini di privilegi corporativi e con-
servativi, per quanto istituzionalmente
comprensibile da parte del sindacato che
deve tutelare gli occupati, penalizza di
fatto i disoccupati escludendoli,in assen-
za di sviluppo o in mancanza di crescita
come avviene oggi, dal mondo del lavo-
ro. Mario Monti, quando era commissa-
rio Ue per la concorrenza, al meeting di
Cernobbio del 1998 lasci di stucco la
platea di seriosi e compresi economisti
affermando, a proposito dello sciopero
generale, che in Italia servirebbe uno
sciopero generazionale. Ci a signi-
ficare che i giovani devono prendere in
mano il proprio destino senza delegarlo
ai partiti o al sindacato, e soprattutto
senza delegarlo ai padri, poich la so-
ciet divisa sempre meno da classi di
propriet e sempre pi da classi di et.
Il mercato del lavoro italiano diviso
tra una maggioranza di garantiti a vita
col posto fisso e una minoranza sempre
pi numerosa di precari a vita col posto
variabile,per non dire volubile e vo-
latile. Per arrivare ad una accettabile
par condicio, dando a quel 30% di
giovani disoccupati una prospettiva o
almeno una parvenza di pari opportuni-
t rispetto agli occupati, occorrerebbe
procedere ad un graduale e progressivo
smantellamento della corporazione degli
occupati-assistiti-garantiti-protetti.
FLESSIBILIT
IN ENTraTa-uSCITa
Liberalizzare il mercato del lavoro signi-
fica infatti creare osmosi (passaggio) tra
mondo del lavoro e del non lavoro, tra
occupati e disoccupati, tra flessibilit in
entrata e in uscita. Per rendere provvi-
soria cio reversibile la disoccupazione
necessario rendere temporanea cio
transitoria anche loccupazione. Da ci
discendono, come elencato nel somma-
rio in calce al titolo, alcuni corollari. Se
tutti siamo flessibili, nessuno precario;
lincertezza del posto di lavoro condi-
zione della certezza del diritto al lavoro;
per garantire i protetti occorre in una
certa misura precarizzare i garantiti. In
buona sostanza, se la crisi continuer o
se la crescita ritarder, per dare lavoro ai
disoccupati, sottooccupati, inoccupati e
precari occorrer ridistribuire il lavoro,
ovvero, in parole pi semplici e brutali
ma efficaci, pensare non a come dividere
una ricchezza che non c pi ma come
suddividere la miseria che c. Insomma,
per dare il lavoro non a tutti ma almeno
alla maggioranza degli aventi diritto,
non solo giovani ma anche gli espulsi dal
mondo del lavoro, e se la crisi non sar
riassorbibile non baster pi nemmeno
flessibilizzare ma, lungi dallinseguire
la chimera impossibile del posto fis-
Perch
non si parla
pi di abolire
lart. 18 in cambio
del contratto
unico, cio
del superamento
del dualismo
tra posto fsso
e lavoro
precario?
s
12
MESI
marzo 2012
40
L
AVORO
so per tutti, potrebbe essere necessario
precarizzare. Un delitto per il sindacato
corporativo e protezionista ma, in assen-
za di alternative o di possibilitdi cresci-
ta, una triste necessit. A meno che non
si renda flessibile e reversibile tutto il
mercato del lavoro e tutti gli occupati.
In omaggio allassioma che dovrebbe es-
sere la regola aurea del contratto unico:
se tutti siamo flessibili, nessuno pre-
cario. Ma larticolo18, questo il pun-
to, anche dentro di noi. Nel senso
che siamo noi i primi responsabili della
rigidit del mercato del lavoro, che non
ha cause solo politiche o istituzionali
e non riguarda solo larticolo 18, che
va comunque abolito poich impedisce
alle imprese di crescere,ai lavoratori di
progredire e alle aziende estere di inve-
stire in Italia ma anche culturali e psi-
cologiche. Cio personali e individuali.
Ed questa, ci auguriamo, la parte pi
inedita e lapproccio forse pi originale
del nostro discorso.
DaLLEGo aLLEVo
DaL VESPro aLLESTro
Ego inteso come culto di se stessi, evo
come culto della storia e della memoria.
Estro inteso come fantasia, creativit e
volont personali, qualit tipicamente
giovanili; vespro inteso come tramonto,
vespertino appunto, cose che appar-
tengono a coloro il cui futuro dietro
le spalle. Dobbiamo uscire dal vespro in
cui tutti siamo calati e che tutti stiamo
vivendo per tornare allestro. Ovvero
alla volont e creativit. E dunque alla
speranza. Lorigine dei nostri mali
aver barattato la illusoria speranza nel
domani (i sistemi di valori delle vecchie
ideologie) con la delusoria certezza del
futuro (il sistema di interessi nati dal-
la nuove tecnologie). Il momento che
stiamo vivendo non estro, fantasia,
ma vespro, tramonto. Dobbiamo in-
vertire la rotta, ribaltare la tendenza.
Come? Dal culto dellego, di se stessi,
dobbiamo tornare alla cultura dellevo,
della storia. Della nostra storia. Per tro-
varvi, oltre alla memoria de passato, la
coscienza del presente e la speranza nel
futuro. Dire che il futuro appartiene ai
giovani una banalit. Cos stato fino
ad oggi. Ma la realt che stiamo vivendo
dice il contrario: il futuro non pi dei
giovani. Lavvenire che ci aspetta sem-
bra riservare ai giovani un domani nebu-
loso e incerto, pieno di rischi e con po-
che opportunit. Il nostro futuro invece,
quello della nostra generazione (se ide-
almente prendiamo a riferimento quella
degli attuali sessantenni) era radioso
perch pieno di speranza. Cera lattesa.
Cera laspettativa. Cera la crescita. Fu
davvero il tempo dellavvento.
GENErazIoNE TraDITa
Oggi no. Oggi tutto cambiato e cam-
bier a ritmi ancora pi rapidi. Noi ci
siamo arricchiti, siamo diventati pi
ricchi dei nostri genitori. I nostri figli
no. Essi nella maggior parte dei casi non
diventeranno pi ricchi di noi. Il loro
futuro non promette nulla di buono. A
meno che non si decidano a prenderlo
in mano. Senza deleghe, ma anche sen-
za velleit giovanilistiche, ribellistiche o
iconoclastiche. Senza deleghe ai partiti
ma dedicandosi alla politica in prima
persona. Come 12 Mesi propone da
tempo (dal 2009 ad oggi, ossia da quan-
do abbiamo cominciato a parlarne e
scriverne su queste colonne). Mai come
oggi i giovani possono essere, oltre che
vittime di un destino cinico e baro di cui
non hanno colpa, gli artefici di un nuovo
destino. Certo non onirico e non sem-
pre radioso, ma quantomeno diverso e
meno peggio da quello che noi abbia-
mo riservato loro. Occorre un salto di
qualit che prima di essere politico deve
essere culturale e coscienziale, cio
generazionale. Senza fare tabula rasa,
ovviamente. Senza rifiutare il passato
ma metabolizzandone le cose migliori.
Senza buttare la tradizione alle ortiche
o alla rodente critica dei topi. Senza
lasciare tutto il passato alla radente cri-
tica del tempo, e senza abbandonarne
leredit migliore alla rovente critica del
vento, ma conciliando trinitariamente
passato, presente e futuro. Come da tre
anni andiamo dicendo su queste impu-
nite colonne. La memoria del passato, la
coscienza del presente, la speranza nel
futuro. Le tre coordinate del diagramma
della vita. Le triplice essenza della no-
stra esistenza.
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LE ALTRE PROPOSTE
12
MESI
marzo 2012
43
L
A CITT
i nuMeri della
GiustiZia Bresciana
Luci e ombre nella relazione del presidente della Corte dappello di Brescia,
Giuliana Campanato, allinaugurazione del nuovo anno giudiziario.
di roBErTo GIuLIETTI
l
eggere con attenzione le sta-
tistiche e analizzare i dati
quasi scontato quando ci si
riferisce ad argomenti di tipo
economico, meno prevedibile che ad
esprimere questa esigenza sia la presi-
dente della Corte dappello di Brescia,
Graziana Campanato, nella sua relazio-
ne annuale per linizio del nuovo anno
giudiziario. Il motivo della sua richiesta
semplice: il superamento dei cronici
vuoti degli organici, ai quali non si sta
indicando alcun rimedio, in un mo-
mento in cui la modernizzazione del
sistema giudiziario dovrebbe imporsi
come una priorit ineludibile.
Ma non sembra essere cos. Di certo la
presidente non si arrende e lavora su
quello che c ricordando che pure ca-
renti di personale amministrativo e di
magistrati gli uffici sono riusciti a fron-
teggiare le sopravvenienze, mantenendo
i tempi di definizioni nel paradigma indi-
cato dal legislatore per non incorrere in
responsabilit risarcitorie, vale a dire due
anni. I numeri lo confermano. Nel set-
tore civile, nei Tribunali ordinari e nelle
loro sezioni distaccate, le iscrizioni (nuo-
ve cause) sono nel complesso aumentate
(+2,82%), ma sono aumentate anche
le sentenze (+2,65%) con un aumento
della pendenza veramente irrilevante
(+0,11%). Nel settore penale, nel perio-
do di riferimento 2010/2011, si avuto
un lieve incremento che segnala il persi-
stente elevato carico gravante sul distret-
to di Brescia. A fronte di queste soprav-
venienze aumentata presso le Procure
della Repubblica, considerate nel loro
insieme, la pendenza dei procedimenti,
nella misura globale del 3,27%.
A fare da collo di bottiglia la Corte
dappello che diventata la sede in
cui i tempi della giustizia rallentano
la definizione dei procedimenti. Con
un carico di oltre 6.000 cause civili e
11mila procedimenti penali, una so-
pravvenienza allanno di circa 2.500
cause civili e oltre 4mila penali si leg-
ge sempre nella relazione , la Corte
non pare certamente in grado di abbat-
tere la pendenza e di liberarsi in tempi
ragionevoli del suo pesante fardello
(vedi tabella). E questo a tutto discapi-
to dei cittadini perch lamministra-
zione della giustizia non costituisce
unattivit il cui rilievo circoscritto
strettamente al mondo dei magistrati
e degli avvocati. Il buon servizio della
giustizia, che costituisce garanzia dei
diritti, espressione di sovranit e che,
attraverso la definizione delle liti, riaf-
ferma il principio della civile conviven-
za e del vivere ordinato, estende i suoi
effetti ad ogni aspetto della vita di un
territorio: da quello del rispetto delle
regole e dellaffermazione dei valori
democratici a quello delle condizioni di
sviluppo e del benessere economico.
Questo rallentamento della macchi-
na giustizia favorisce il presentarsi di
sintomi allarmanti di disagio sociale:
lemergenza sfratti, il numero consi-
stente di fallimenti, la gravit di alcuni
delitti che vanno dalla corruzione, anche
organizzata, ai gravi fatti di sangue, ai
reati ambientali comportanti danni alla
salute nel lavoro; offrono un quadro al-
larmante di un territorio esposto alle in-
filtrazioni di gruppi malavitosi. E se si
pu lavorare sullo sviluppo ulteriore di
una cultura dellorganizzazione, dellef-
ficienza, della programmazione, della
qualit del risultato, della valutazione
e dellaccountability, ovvero della sod-
disfazione dellutenza, restano irrisolti
alcuni temi come quelli ai tagli della
spesa che hanno comportato, anzich
una ragionata rinuncia
al superfluo, la riduzio-
ne degli organici del
personale amministra-
tivo senza una giusti-
ficata compensazione
attraverso sistemi di
snellimento delle pro-
cedure. Anche perch
il lavoro del giudice
s
SenTenze SeCondo i Termini di PubbliCazione - anno 2010
(% sul totale delle sentenze pubblicate)
corte dappello
di brescia
tribunali
(sentenze collegiali)
BeRGAMO
BReSCIA
entro 30 gg
entro 60 gg
77,12%
99,82%
100,00%
tra 31 e 60 gg
tra 61 e 120 gg
14,9%
0,18%
0,00%
tra 90 e 120 gg
0,05%
oltre 120 gg
0,16%
tra 61 e 90 gg
oltre 120 gg
7,70%
0,00%
0,00%
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12
MESI
marzo 2012
L
A CITT 44
non pu appiattirsi sulla quantit, quale
essa sia, perch sono necessari ponde-
razione, studio, attenzione e decorosa
stesura dei provvedimenti.
TrIPLICaTI I rEaTI
DI STaLKING
Gli uffici giudiziari del distretto sono
costituiti oltre che dalla Corte dappello
e dalla relativa procura generale, dal tri-
bunale di sorveglianza, dal tribunale per
i minorenni e da cinque tribunali ordinari
(Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona
e Crema) con le relative procure e sedi
distaccate.
Gli abitanti del distretto, secondo i dati
Istat del 2011, sono oltre 3,1 milioni,
con oltre 248mila imprese e 1,1 milione
di addetti. Lufficiodella Corte dAppello
di Brescia ha il rapporto giudice/abitan-
ti tra i pi penalizzati dItalia, vale a dire
un giudice per 83mila abitanti, superato
solo dalla Corte dAppello di Venezia. Il
rapporto tra magistrati giudicanti e abi-
tanti (sotto laspetto sia della consistenza
delle piante organiche sia della presenza
in servizio) penalizzante: Brescia occu-
pa la penultima posizione un magistrato
ogni 16mila abitanti, contro Milano che
ha un magistrato ogni 10mila abitanti. Il
distretto di Brescia quello che presenta
la percentuale pi bassa di personale di
cancelleria rispetto alla popolazione. Per
il solo ufficio della Corte dappello, che
anche in questo caso occupa il posto peg-
giore in assoluto c un impiegato ammi-
nistrativo ogni 35mila abitanti.
Per quantoriguarda il numerodi reati che
il distrettogiudiziariosi trova a gestire,
la relazione del presidente Campanato
dettagliata, specifica e pubblica. Andan-
do a selezionarne alcuni, si vede come
nel corso di un anno (dal 1luglio 2010al
30 giugno 2011) a Brescia sono stati de-
nunciati 12 delitti (10 a Bergamo) og-
gettivamente e soggettivamente politici
di cui 5 per attivit terroristica. Contro
la Pubblica amministrazione i reati sono
stati complessivamente 1.231 a Brescia
(691 a Bergamo), di cui 84 per corruzio-
ne (12 a Bergamo), 8 per concussione (6
a Bergamo).
I reati contro la moralit pubblica, il
buon costume, il gioco e le scommesse,
nella nostra citt sono stati 133 mentre
a Bergamo solo 18. Gli omicidi colposi
a Brescia sono stati 259 mentre a Ber-
gamo 112. Sempre troppo alti i reati
commessi con violazione delle norme di
prevenzione degli infortuni sul lavoro: ri-
spettivamente 932 e 720. Sempre nello
stesso arco di tempo, i reati di sequestro
di persona, arresto illegale, indebita limi-
tazione della libert personale, abusi di
autorit contro arrestati e detenuti sono
stati 45 a Brescia e nessuno a Bergamo.
In preoccupante crescita i reati legati
alla pornografia minorile (Brescia 104 e
Bergamo 6) cos come quelli legati alla
detenzione di materiale pedopornogra-
fico (123 e 8) ed i reati di stalking (atti
persecutori) con 341 casi a Brescia e
165 a Bergamo. Triplicati i reati con-
cernenti laccesso abusivo a sistemi in-
formatici compiuti da cracker (450 e
63). A Brescia oltre il 20% lincidenza
delle prescrizioni nella procura presso
il tribunale, sul totale dei procedimenti
definiti (vedi tabella).
I pi normali reati di furto sono stati
oltre 10mila a Brescia (di cui 9.846 com-
piuti da ignoti) e solo 123 a Bergamo.
Costanti i reati di rapina che sono stati
complessivamente 728 nella Leonessa
e 590 a Bergamo; in lieve calo quelli di
estorsione che sono stati rispettivamen-
te 186 e 154 (ma in questo caso quelli
ignoti sono stati solo 29 e 31). Cinque
i sequestri di persona con scopi estorsi-
vi. In calo i reati di truffa (noti: 1.767 e
1.000; ignoti: 1.647 e 709) mentre in
leggera crescita quelli legati allusura
(93 a Brescia e 23 Bergamo) cos come
quelli di ricettazione (757 e 830) e di
riciclaggio (63 e 39). In crescita anche i
reati collegabili a fallimenti e procedure
concorsuali in genere (332 e 142) e dei
reati in materia tributaria (853 e 659).
In calo (vedi tabella) il numero di decre-
ti di intercettazioni (o di convalida) che
sono passati dai 664 del 2009/2010 ai
488 del 2010/2011. Allopposto il nu-
mero delle intercettazioni autorizzate a
Bergamo sono passate dalle 1.652 alle
2.722 dellultimo anno.
inCidenza PreSCrizioni
Sul ToTale ProCedimenTi definiTi
sede
Bergamo
Brescia
tribunale e relative sezioni
dibattimento
collegiale
1,82%
0,91%
dibattimento
monocratico
1,35%
1,37%
totale
dibattimento
1,37%
1,34%
noti
procura presso
il tribunale
4,62%
20,65%
noti Gip Gup
Gip presso
il tribunale
6,27%
23,37%
ufficio
44
50
4.139
2.993
648
6
0
176
113
34
0
0
42
23
7
utenze
telefoniche
altre tipologie
di bersagli ambiente
Procura Generale della Repubblica
presso la Corte di Appello
Procura della Repubblica
presso il Tribunale per i minorenni
totale procure
della repubblica
del distretto
PROCuRA BReSCIA
PROCuRA BeRGAMO
inTerCeTTazioni
(dati aggiornati al 3/11/2011)
Giuliana campanato, presidente
della corte dappello di brescia.
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12
MESI
marzo 2012
47
F
INANzA
processi creditiZi
davvero sono MiGliori?
La nuova disciplina, in vigore dal 1 gennaio 2012, sulla segnalazione
in Centrale rischi degli sconfnamenti bancari (past due).
d
al primo gennaio 2012
entrata in vigore in Italia
la nuova disciplina sulla
segnalazione degli scon-
finamenti: le banche dovranno segna-
lare in Centrale Rischi i crediti scaduti
o sconfinati (c.d. past due) da pi di 90
giorni.
Si tratta delle posizioni di sconfinamen-
to strutturale (non occasionale, una
tantum o congiunturale) che fino al 31
dicembre 2011 era consentito comuni-
care al superamento dei 180 giorni dalla
scadenza del credito concesso o delle
rate non pagate.
Resta in vigore in deroga alla nuova
normativa la vecchia regola per i crediti
verso gli enti pubblici e per il credito re-
tail, cio al dettaglio. Tuttavia la deroga
per i crediti retail ha vita breve, essendo
prevista la sua cessazione con lentrata
in vigore dellaccordo Basilea 3, quindi
dal 1 gennaio 2013. Dunque la novit
in commento interessa oggi la maggior
parte degli imprenditori e interesser la
quasi totalit di essi ma anche i consu-
matori dallinizio del prossimo anno.
La regola stata introdotta in confor-
mit a quanto stabilito da Basilea 2,
laccordo tra le banche centrali dei Paesi
del G10 sui requisiti patrimoniali delle
banche e si propone lobiettivo di mi-
gliorare i processi creditizi orientando
le scelte di merito nellerogazione del
credito e dei finanziamenti.
In sostanza, nello spirito di Basilea 2,
la segnalazione in Centrale Rischi di
un credito in sofferenza da un periodo
pi breve dovrebbe tutelare linteresse
generale alla solidit patrimoniale degli
operatori del mercato. Con questa fina-
lit la disciplina introdotta qualifica lo
sconfinamento per oltre 90 giorni quale
default, con gravi ricadute per sulla
possibilit per chi si trovi in questa si-
tuazione di accedere al finanziamento
ma anche sulle relative condizioni.
Probabilmente la nuova disciplina non
sar vista di buon grado dalla clientela
delle banche in un momento di grave
congiuntura come quello che stiamo at-
traversando, ma dato che laccordo Ba-
silea 2 stato adottato anche dagli altri
Paesi europei, e lItalia non pu esimer-
si dal darvi efficacia, appare utile porsi
i seguenti interrogativi per affrontare
la novit con cognizione. Che impatto
potr avere una regola come questa in
un Paese nel quale i pagamenti esegui-
ti dopo i tre mesi sono allordine del
giorno, specialmente in questi tempi di
crisi? Si deve veramente ritenere che il
parametro introdotto da Basilea 2 sia un
corretto indicatore dello stato di insol-
venza di unimpresa italiana?
aBITuaTI a ToLLErarE
SCoNFINamENTI LuNGhI
dalla tendenza a tollerare situazioni di
sconfinamento per lunghi periodi
La valutazione in concreto della situa-
zione in cui si trova ad operare limpresa
italiana, differente per tanti aspetti da
quella di altri Stati, fa temere forte-
mente che lintroduzione della nuova
regola nel nostro sistema possa produr-
re leffetto indesiderato di precludere
laccesso al credito a soggetti in s me-
ritevoli dal punto di vista patrimoniale
e finanziario, i quali scontano per due
situazioni caratteristiche della nostra
penisola: la cronica inefficienza della
giustizia e il peculiare rapporto banca/
impresa, che in Italia caratterizzato
dalla tendenza a tollerare situazioni
di sconfinamento per lunghi periodi,
spesso non per un dissesto finanziario
Le banche
dovranno
segnalare i crediti
scaduti o sconfnati
da pi di 90 giorni,
anzich da pi
di 180 giorni
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MESI
marzo 2012
Le nuove
regole
qualifcano lo
sconfnamento
oltre 90 giorni
(normalmente
tollerato in italia),
come default,
con gravi ricadute
sulla possibilit di
accedere al
fnanziamento
F
INANzA 48
dellimpresa ma piuttosto per ragioni di
ordinaria gestione del rapporto, sia dalla
parte dellistituto di credito che da quel-
la dellimprenditore.
Proprio sotto il profilo del rapporto
banca/impresa, la novit giunge nel mo-
mento meno appropriato, oggi che, tra i
tanti effetti della crisi economica globa-
le, certamente vi quello della maggiore
difficolt delle imprese ad accedere ad
adeguati strumenti di credito.
Diviene quindi quanto mai necessario
adottare, a livello di sistema, procedure
di regolamentazione del credito fondate
su regole e criteri che assicurino margi-
ni di flessibilit, con il fine di valutare
e trattare ogni singolo cliente in modo
coerente con la sua reale e concreta si-
tuazione e di evitare che la valutazione
di meritevolezza venga sottratta alla
persona del funzionario di banca, per
essere delegata ad anonime procedure
informatiche.
A questa necessit tenta di ovviare il la-
voro comune di banche e imprese che,
insieme alle loro associazioni, hanno si-
glato un Protocollo dintesa inteso a mi-
tigare leffetto dei pi ristretti termini,
mettendo in campo strumenti informa-
tivi e di supporto alle imprese e facendo
s che le banche aderenti alliniziativa
si impegnino ad esaminare tempesti-
vamente le posizioni delle imprese e a
verificare in concreto le situazioni prima
di evidenziare gli sconfinamenti sopra la
soglia di rilevanza. Vi da auspicare che
il protocollo non resti lettera morta, spe-
cialmente in un momento in cui nota la
tendenziale indisponibilit degli istituti
di credito alla concessione di credito,
tendenza cui la nuova disciplina del past
due sembra offrire una facile sponda.
IL DIrITTo DEL SoGGETTo
SEGNaLaTo
Passando invece al piano giuridico, ci si
deve chiedere se la segnalazione in rigi-
da applicazione della regola di past due,
quando va contro dati di fatto positivi
caratterizzanti il cliente che siano noti
alla banca e quando sia tale da arrecare
pregiudizio alla continuit dimpresa,
debba comunque considerarsi legitti-
ma. Si pensi al pagamento non eseguito
in quanto oggetto di contestazione che,
pur non essendo manifestazione di in-
solvenza in senso proprio, nella pratica
oggetto di segnalazione in Centrale
Rischi. In casi come questo la discrezio-
nalit della banca segnalatrice si scontra
con il diritto del soggetto segnalato a
che sia offerta una corretta informazione
che lo riguardi. Diritto che certamente
appare meritevole di tutela, pi che mai
oggi che il ruolo dellinformazione nel
diritto privato completamente cam-
biato, assurgendo a una dignit che in
passato non aveva. In tema di danno
ingiusto per mancata e corretta infor-
mazione si inizia a intravedere infatti
sempre pi spesso nelle aule dei tribu-
nali, un atteggiamento meno rigoroso:
il ruolo della colpa viene meno, il nesso
di causalit stemperato e lonere della
prova del danno diviene sempre meno
pesante, fino a spingersi addirittura al
riconoscimento di un danno in re ipsa,
indipendente quindi dalla prova che sia
verificato.
In definitiva dunque, chi ritenga di avere
subito ingiustamente una segnalazio-
ne non privo di rimedi giudiziali, che
possono essere ottenuti anche in tempi
piuttosto brevi, potendosi ipotizzare il
ricorso a procedimenti c.d. di urgenza
per la cancellazione di uningiusta se-
gnalazione.
La SFIDuCIa
NEI ProCESSI LuNGhI
Questo per quanto attiene ai tempi ne-
cessari a rimediare alla informazione
non corretta, quindi per intervenire in
una fase che gi divenuta problemati-
ca. Purtroppo la tempistica non altret-
tanto favorevole a chi debba agire per
recuperare i propri crediti, con la conse-
guenza che spesso lo sconfinamento non
determinato da patologie dellimpresa
quanto invece dalla sfiducia dellim-
prenditore nei confronti della macchina
processuale e dai tempi biblici necessari
ad ottenere la soddisfazione dei diritti
azionati nelle aule di tribunale e quindi
ad utilizzare le somme recuperate per
far fronte alle proprie obbligazioni. In
questottica ci si deve aspettare dal legi-
slatore italiano un intervento immediato
ed efficace, che consenta finalmente di
poter contare sulle azioni giudiziali nei
confronti del debitore e di superare lat-
teggiamento, del tutto italiano, di coloro
che non pagano i propri debiti sapendo
di poter contare sul malfunzionamento
dello strumento processuale.
In assenza di un intervento per il mi-
glioramento della funzionalit della
giustizia, peraltro, diverr insormon-
tabile la sperequazione tra i Paesi che
possono contare su una giustizia celere
ed efficace e lItalia, fanalino di coda in
questa classifica. Un intervento incisivo
nel senso auspicato, invece, in affian-
camento allapplicazione corretta della
regola di Basilea 2, potrebbe davvero
permettere di ottenere la riduzione del
costo del credito, con riflessi positivi sul
tasso di crescita delleconomia italiana.
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o ritorno al passato?
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el futuro di A2A nelle
stanze del potere si sta
discutendo da tempo. Tra
maggio e giugno, infatti, i
soci in particolare la Loggia e Palazzo
Broletto, che detengono la maggioranza
delle azioni saranno chiamati a rinno-
vare i loro rappresentanti nei consigli di
Sorveglianza e Gestione (la presidenza di
questultimo dovrebbe toccare a un bre-
sciano). Sempre che non si accordino per
abbandonare il sistema duale e tornare al
tradizionale Cda unico. Ma lipotesi ap-
pare oggi molto remota. E nel frattempo
a Brescia cresce il rimpianto per la cara,
vecchia, Asm. Rispondendo alle doman-
de poste ai lettori da BsNews.it, infatti, il
95 per cento ha indicato la necessit di
una svolta per A2A e ben il 40 per cento
ha addirittura indicato nella ormai im-
praticabile scissione da Milano la strada
maestra. Tutto ci nonostante i servizi
offerti dallazienda siano giudicati posi-
tivamente dalla stragrande maggioranza
dei bresciani (il sondaggio, lo ricordia-
mo, non ha valore scientifico, ma punta a
rilevare lopinione dei lettori del sito).
Quanto al ruolo della politica, ancora,
il quadro che emerge si presta a inter-
pretazioni opposte. Otto lettori su dieci
pensano, infatti, che la politica conti
troppo nelle scelte di A2A, ma sei su die-
ci vorrebbero che il pubblico fosse mag-
giormente presente e quasi tre su dieci
spiegano che gli utili di A2A dovrebbero
andare soprattutto nelle casse del Comu-
ne (dunque alla politica) invece di essere
utilizzati per investimenti o per ridurre le
bollette.
Quale fuTuro Per a2a?
La maggioranza dei lettori di
BsNews.it ha le idee piuttosto chia-
re su quale debba essere, a grandi
linee, il futuro dellex municipalizzata
di via Lamarmora. Nove su dieci tra
coloro che hanno risposto alla prima
domanda del sondaggio indicano
infatti la necessit di una svolta. Il
57,2 per cento, in particolare, dice
che il pubblico dovrebbe contare
di pi nelle scelte strategiche e ge-
stionali dellazienda. Mentre il 39,1
per cento vorrebbe che A2A fosse
venduta ai privati, permettendo cos
ai Comuni di incassare un bel po di
risorse e allazienda di stare piena-
mente sul mercato. Soltanto il 2,7
per cento, infne, afferma che A2A
va bene cos e non sono necessari
particolari cambiamenti.
Va bene cos. Va venduta ai privati. Non so. Il pubblico deve contare di pi.
Quale ruolo Per la PoliTiCa in a2a?
Il pubblico deve contare di pi, cos
dicevano le risposte alla prima do-
manda. Ma i politici aggiungono gli
stessi lettori devono starsene un po
pi alla larga. La stragrande maggio-
ranza dei bresciani (78,7 per cento) ri-
tiene infatti che la politica conti trop-
po in A2A. un 17,5 per cento invece
convinto che non conti nulla, perch
tutte le scelte effettuate dallazienda
rispondono ad altre logiche. Ma c
anche un coraggioso 3,7 per cento
dei lettori per i quali la politica conta
troppo poco.
Non conta nulla. Conta troppo poco. Non so. Conta troppo.
Che fare Con gli uTili di a2a?
Se A2A produce utili deve innanzi-
tutto abbassare le tariffe, riducendo
limporto delle bollette. Cos la pensa
il 39,6 per cento dei lettori di BsNews.
it. Il 27,2 per cento invece convinto
del fatto che eventuali risorse debba-
no fnire sotto forma di dividendi
nelle casse del Comune (che poi sar
chiamato a ridistribuirli secondo equi-
t). Mentre un altro quarto dei lettori
(il 26,7 per cento) crede che i soldi
vadano lasciati in azienda per fare in-
vestimenti ed essere pi competitivi
sul mercato. Soltanto il 6,5 per cento,
infne, ritiene che gli utili debbano es-
sere utilizzati per migliorare i servizi.
un dato che si spiega anche con la
risposta alla domanda successiva.
Investire di pi sullazienda.
Distribuire pi dividendi al Comune.
Non so. Abbassare le tariffe.
Migliorare i servizi.
Come giudiCa i SerVizi di a2a?
Complessivamente il giudizio dei let-
tori sui servizi offerti da A2A po-
sitivo. Cos, infatti, si sono espressi
otto bresciani su dieci. In particolare
il 58,7 per cento ha spiegato di rice-
vere un servizio decisamente positi-
vo, mentre il 21,6 per cento ha scel-
to lopzione abbastanza positivi.
un dato che da solo controbilancia
abbondantemente coloro che hanno
parlato di servizi abbastanza nega-
tivi (17,2 per cento) o decisamente
negativi (1,8 per cento).
Abbastanza negativi.
Abbastanza positivi.
Non so. Positivi.
Negativi.
alleanze, Quali ProSPeTTiVe Per a2a?
I lettori di BsNews.it, interrogati sulle
possibili alleanze di A2A, dichiarano
in maggioranza di preferire la scissio-
ne. Il 41,6 per cento, infatti, vorrebbe
tornare alla vecchia Asm. Mentre il 7
per cento spiega che la situazione va
bene cos. Met dei bresciani, comun-
que, disposto a discutere di ipotesi
di ulteriore allargamento. e in questo
caso lopzione preferita quella di
dar vita a una grande multiutility del
Nord Italia (41,6 per cento). Il 7,1 per
cento chiede invece di guadare in-
nanzitutto ai cugini di Cogeme (grup-
po Lgh) e alle altre utility bresciane.
Mentre lipotesi di una maxiutility
lombarda non sembra riscuotere par-
ticolari consensi (3,5 per cento).
Fondersi con Cogeme e le altre utility bresciane.
Fondersi con le utility di tutto il nord. Non so.
Dividersi per tornare alla vecchia Asm.
Continuare cos.
Fondersi con le altre utility lombarde.
12
MESI
marzo 2012
53
A
mBIENTE
enerGia pulita
e rinnovaBile
la Quadratura
del cercHio?
di maSSImo roSSI
Le scommesse e i problemi della green economy. I ritardi e le incertezze
della politica nel campo delle energie rinnovabili. La situazione, i progetti
e gli investimenti nel bresciano.
e
venne linverno. Quello reale,
del gelo e della neve, e quello
ugualmente vero della crisi
economica. E cos lItalia, di
fronte a una morsa di freddo ecceziona-
le, si ritrovata a fare i conti con il solito
ricatto energetico che parla di scarsit
di approvvigionamenti, di rubinetti del
gas a rischio di chiusura e, quindi, di
bollette che lievitano. Il nostro paese
subisce la sua perenne condizione di
servaggio energetico. Per colpa di una
Terra troppo giovane e quindi senza
idrocarburi nel sottosuolo? S e no. Vi-
viamo, infatti, in un regime economico
globalizzato e in buona parte anche
decarbonizzato per cui a fronte di una
diversificazione delle fonti energetiche
utilizzate mancato, in Italia, pi delle
materie prime, ladeguamento di piani
di ricerca e di sviluppo che guardasse-
ro un po pi in l del contingente e del
proprio naso.
Accantonata, per la seconda volta, li-
potesi di un nucleare italiano, il quadro
dellapprovvigionamento energetico
del Belpaese cos riassumibile: circa
il 65% dellenergia prodotta con luti-
lizzo di sistemi termici tradizionali (gas,
petrolio e affini, ecc.) di cui importiamo
la quasi totalit delle materie prime. Cir-
ca il 22% costituito da energie rinno-
vabili (di cui il 15% da sistemi idraulici,
meno del 3% da bioenergie e circa un
altro 3% dalleolico. Meno del 2% dal
geotermico e meno dell1% dal fotovol-
taico). Un restante 13% energia elet-
trica importata ancora dallestero. Eb-
bene, pare che questo 13% importato
dallestero noi lo si paghi il 30% in pi
di quanto non lo paghino i nostri vicini
europei doltralpe: un affare per modo
di dire, insomma.
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12
MESI
marzo 2012
A
mBIENTE 54
TrE quESTIoNI romPICaPo
Investire nella ricerca e nellapplicazio-
ne di energie rinnovabili potrebbe esse-
re, dunque, la via per risolvere il dilemma
dellapprovvigionamento energetico.
Sennonch dinanzi a questa certamente
percorribile alternativa si aprono, come
in un gioco di scatole cinesi, altre que-
stioni di non facile e immediata soluzio-
ne. Innanzitutto vi lobiettivo, a livello
europeo, dellabbattimento del 20%
delle emissioni di CO2 entro il 2020:
un traguardo che necessariamente ob-
bliga allaccantonamento sempre pi
sistematico delle fonti non rinnovabili
derivate dal petrolio. Un obiettivo che
coinvolge la riprogettazione e ladegua-
mento strutturale e infrastrutturale pub-
blico e privato, nonch il ripensamento
del nostro modo di muoverci. Parliamo,
quindi, di bioedilizia, di case passive,
di auto e mezzi di trasporto elettrici:
sogni dai costi ancora proibitivi, proto-
tipi, spesso, o articoli di nicchia, poich
falsamente incentivati da una politica in
grave ritardo.
Il secondo problema da risolvere
quello di un sistema politico mondiale
ancora poco convinto dellurgenza di
una questione ambientale e quindi poco
incline a battere con convinzione e si-
stematicit la strada dellenergia pulita.
Insomma, lEuropa pu anche cimen-
tarsi nellesperimento del virtuosismo
energetico, ma se nel resto del mondo
si continua a bruciare carbone e petro-
lio e a fondere uranio c poco di cui
rallegrarsi.
In terzo luogo, a fronte della produ-
zione di energie rinnovabili, vi una
fondamentale precisazione di fondo: le
fonti energetiche rinnovabili sono in-
termittenti, cio non sempre garantibi-
li. Il fotovoltaico di notte non funziona
e lenergia elettrica, come noto, non
accumulabile. Ragion per cui vi il pro-
blema della differenziazione delle fonti
da utilizzare e, soprattutto, del loro di-
spacciamento, cio della loro corretta
dispensazione.
IL FoToVoLTaICo
Ma quanto costa investire sulle rinno-
vabili? conveniente? Se parliamo di
un impianto fotovoltaico realizzato a
regola darte il pareggio garanti-
to (si parla di una media di 7 anni per
lammortamento del capitale investito).
Il vantaggio quasi. Le variabili ambien-
tali, microclimatiche e di investimento
tecnologico dettano profonde diffe-
renza di resa ed efficienza produttiva.
Sennonch le domande che molti an-
che non addetti ai lavori si pongono
sono tante: dalla durata dellimpianto
ai costi di manutenzione, dai costi del
singolo kWh nel corso del tempo ai pos-
sibili danni per cause e fenomeni pi o
meno naturali. In internet uno dei tan-
ti cybernauti che partecipano ai forum
e ai dibattiti sulle energie rinnovabili
risponde in questo modo a un amico:
Dai dati della mia ultima bolletta Enel
i 3.000 kWh comprati mi costerebbero
circa 550 euro lanno. Permettimi una
battuta: con 11.000 euro stamattina in
borsa compri 1.583 azioni Enel, ultimo
dividendo conosciuto 0,36. Ogni anno
incasseresti 570 euro con i quali pagarti
le bollette, 6 pacchetti di sigarette per
sostenere lo stress del trader e che se la
vedano loro. Da non dimenticare che il
capitale rimane intatto, ma potrebbe an-
che aumentare.
Provocazioni e battute a parte, anche la
volatilit della normativa, gi assai di-
versificata nei vari Paesi delleurozona,
e la migrazione progressiva e altalenante
di incentivi verso una fonte energetica
Che cosa lenergia rinnovabile?
Quella che per sua caratteristica intrinseca si rigenera almeno alla stessa ve-
locit con cui viene consumata.
a quanto ammonta il fabbisogno energetico nazionale?
A circa 340 mila Gwh/anno.
circa il 13% energia importata dallestero (circa 44 mila Gwh/anno);
circa il 65% prodotto da centrali termoelettriche che bruciano principal-
mente combustibili fossili, circa 220-230 mila Gwh/anno;
circa il 22% prodotto attualmente da tutte le fonti rinnovabili (idroelettri-
ca, geotermica, eolica e fotovoltaica), circa 68 mila Gwh/anno.
s
12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
57
rinnovabile piuttosto che unaltra non
sono aspetti secondari del problema.
Infine vi il triste presentimento di lob-
by spesso in aperto contrasto tra di loro
per ladozione di protocolli energetici
anzich per la comune pianificazione di
certificazioni energetiche su impianti
e immobili progettati per lautosuffi-
cienza. Un discorso assai complesso
insomma, poich, forse, pi di ogni altra
cosa, subordinato alle incertezze di una
politica ancora troppo tiepida e forse
anche adultera verso la questione
ambientale. Un peccato, poich si stima
che dal comparto delle rinnovabili po-
trebbero derivare anche circa 1,5 milio-
ni di posti di lavoro.
SoLuzIoNI E INVESTImENTI
NEL BrESCIaNo
Nel corso dellincontro, tenutosi lo scor-
so 26 gennaio presso lauditorium della
Confartigianato Imprese di Brescia con
lobiettivo di parlare del futuro energe-
tico del nostro Paese, il presidente Eu-
genio Massetti ha sottolineato che le im-
prese devono imparare a guardare alle
rinnovabili. I costi dellenergia elettrica,
maggiorati del 30% rispetto ai nostri
partner europei produttori e rivenditori
della stessa, incidono, infatti, sul finale
di un prodotto, nella misura del 2-3%.
Esistono, in tal senso, strategie locali
per un pratico e immediato risparmio
in bolletta. Il Cenpi di Brescia (Confar-
tigianato energia per le imprese) procu-
ra agli artigiani energia elettrica, gas e
metano a un prezzo concorrenziale. Nel
2011 il risparmio sulle bollette degli
artigiani bresciani ha registrato un utile
di 4 milioni di euro. Sostanzialmente si
pu arrivare a risparmiare fino al 12%
sul totale di una bolletta tariffata senza
sconti e agevolazioni.
Ma qual la situazione bresciana a li-
vello di investimenti nelle rinnovabili?
Lo abbiamo chiesto a Riccardo Davini,
direttore del settore Energia e impian-
ti termici della Provincia di Brescia.
La nostra Provincia realizza circa 250
GWh (gigawattora) di energia attraver-
so impianti fotovoltaici afferma Davini
. Nellultimo anno sono stati notevol-
mente ridotti gli incentivi e ne diven-
tato pi difficile laccesso, soprattutto
energia eleTTriCa dalle rogge
Allinizio ci era sembrata una semplice bizzarria di cui avevamo pure trovato
traccia in youtube. Poi, per, attraverso un colloquio con larchitetto Gian-
franco Comincini, responsabile tecnico delluffcio Derivazioni acqua della
Provincia di Brescia abbiamo appurato che negli ultimi anni si assistito a un
notevole incremento dei nuovi progetti afferenti la produzione di energia che
interessano sia corpi dacqua naturali, che canali artifciali e rogge. La tipo-
logia di produzione di energia da fonte rinnovabile idraulica, con derivazione
da rogge e canali artifciali, ha interessato la nostra provincia negli ultimi due
anni con oltre 30 nuove proposte progettuali riferisce Comincini . Si tratta
di impianti innovativi che sfruttano salti di modeste entit (nellordine di 2-3
metri) con portate per considerevoli (2-5 mc/s) e transitanti su canali artif-
cializzati e rogge. Tali iniziative progettuali sono principalmente avanzate da
consorzi di bonifca e irrigazione che su tali canali hanno gi la concessione
per lo sfruttamento irriguo, ma anche da soggetti privati e pubblici che inten-
dono divenire produttori di energia da immettere in rete o per autoconsumo.
Gli impianti non prevedono la sottrazione di acqua dal corpo idrico in quanto
le turbine/coclee sono poste allinterno del corpo idrico o immediatamente
in adiacenza lo stesso; per tale motivo sono impianti con un impatto ridotto
sullambiente, tant che non devono essere sottoposti a valutazione di im-
patto ambientale. La produzione di energia in rapporto al modesto salto di
concessione e varia dai 30 kW di potenza media annua di concessione agli 80
kW, con una producibilit media annua tra i 300 e gli 800 MWh.
A
mBIENTE 56
per gli impianti di potenza superiore a
200 kW. Inoltre attualmente sono sta-
ti messi dei paletti per la realizzazione
di impianti fotovoltaici al suolo su aree
agricole, per evitare un eccessivo con-
sumo di territorio vocato a produzioni
agricole di qualit. Oggi per poter ac-
cedere agli incentivi per un impianto su
area agricola che impegni una superficie
di 1 ettaro necessario avere la dispo-
nibilit di almeno 10 ettari di terreno, e
risulta che il Gse (Gestore servizi ener-
getici, ndr.) richieda che il terreno di-
sponibile sia limitrofo allimpianto che
si vuole realizzare. Per questi motivi si
potuto notare che alcuni impianti anche
gi autorizzati non sono ancora stati re-
alizzati, mentre altri hanno fatto richie-
sta di ridurre la taglia dellimpianto al di
sotto dei 200 kW, per i quali pi facile
laccesso agli incentivi. Altri impianti,
sempre di taglia superiore a 200 kW
che avevano gi presentato istanza di
autorizzazione sembrano intenzionati a
lasciarla decadere e non sembrano pi
interessati al suo ottenimento. A fronte
di questi cambiamenti normativi ten-
denzialmente disincentivanti, almeno
per la realizzazione di impianti al suolo,
si verificata la progressiva diminuzione
dei costi di realizzazione degli impianti,
che oggi si attestano su importi, iva in-
clusa e a fine installazione, inferiori a
3.000 euro a kW. Si ha limpressione
che sia ancora molto conveniente la rea-
lizzazione di questi impianti, soprattut-
to per quelli piccoli da installarsi sui tetti
dellabitazione.
Sullannosa questione del biogas gli
impianti a biomassa ad oggi autorizzati
sul territorio bresciano sono circa 60
per una potenza energetica realizzata
pari a 550 GWh Davini precisa che
la maggior parte degli impianti realiz-
zata nei pressi di allevamenti zootecnici,
al fine di utilizzare anche i reflui e le de-
iezioni dellallevamento che vengono in-
serite nei digestori e fermentatori insie-
me alle biomasse agricole, dando luogo
alla produzione di biogas che alimenta i
motori di produzione dellenergia elet-
trica. Vi sono anche numerosi impianti
che utilizzano, quali matrici in ingresso
per la produzione di biogas, sottopro-
dotti agricoli e prodotti da colture dedi-
forSu domeSTiCa
Per lauToSuffiCienza energeTiCa (o QuaSi)
e se fossimo in grado di smaltire da soli la nostra frazione organica di rifuti
solidi urbani (Forsu) producendo del biometano per le nostre case e le nostre
automobili? Fantascienza? Al momento lo , poich ancora una volta sono i
costi e la volont politica a impedire la messa in campo di una simile propo-
sta. un impianto per lo stoccaggio del biometano domestico relativamente
complicato. Se in un anno una famiglia di quattro persone produce media-
mente 1.000 kg di rifuti domestici biodegradabili (scarti di cucina, sfalci del
giardino, ecc., non considerando le deiezioni umane e animali), potremmo
calcolare, per questa massa, un digestore interrato non riscaldato di 600 lt
con un ciclo di fermentazione di 90 giorni per un totale di circa 250 m3 di
biometano utilizzabile allanno. Cottura dei cibi? Riscaldamento? Carburante
per lauto? 250 m3 non sono molti, ma potrebbero far risparmiare qualche
centinaio di euro sulla bolletta del gas e molti pi euro sulla fornitura di car-
burante per lauto.
suini, bovini e avicoli. Dai dati si nota
che attualmente gli impianti autorizzati
tra fotovoltaico e biomassa hanno una
producibilit complessiva di circa 800
GWh sul solo territorio della provincia
di Brescia.
cate. Negli ultimi mesi si assistito a una
netta riduzione del numero di domande
per realizzazione di impianti fotovol-
taici al suolo, mentre sono aumentate
le domande per impianti a biomassa,
quasi esclusivamente presso allevamenti
12
MESI
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MESI
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e
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z
a
KarNaK
I 51 aNNI DI uNazIENDa LEaDEr NELLE ForNITurE DuFFICIo
uN SuCCESSo VENuTo Da LoNTaNo

una storia lunga quella di
Karnak, nata agli inizi de-
gli anni 60 dallintuizione
di un imprenditore vecchio
stampo, che in sella alla sua inseparabile
Vespa, inizia lattivit di agente di com-
mercio. Una storia fatta di successi, di
tenacia, di impegno, che ha consentito
allazienda di diventare negli anni sempre
pi strutturata e altamente manageriale.
Il marchio Karnak sinonimo di qualit
e funzionalit, un brand di successo sfo-
ciato, quattro anni fa, nel gruppo di Bi\
Holding Spa: 10 realt che operano nei
mercati delle forniture dufficio, delle-
ditoria, della formazione professionale,
dellantinfortunistica, della logistica,
dellinformatica e delle soluzioni sof-
tware pi innovative. Un gruppo pi che
solido, che nel 2011 ha ottenuto per il
secondo anno consecutivo la certifica-
zione di qualit ISO 9001 ed. 2008 e
che con i suoi 160 fornitori vanta oltre
92.000 clienti tra privati, enti pubblici e
aziende: numeri che hanno permesso di
generare, nel 2010, un fatturato conso-
lidato di ben 154 milioni di euro.
Le prerogative di Karnak, che carat-
terizzano un servizio unico e persona-
lizzato, affidabile e tempestivo, vanno
dallamplissima gamma di prodotti alla
consegna impeccabile della merce, pe-
culiarit tese ad ottenere un rapporto consolidato tra clienti e agenti, professionisti
selezionati e di altissimo profilo. Caratteristiche queste, che permettono la fidelizza-
zione e la soddisfazione di una clientela sempre pi esigente.
Nulla nasce dal caso, e Karnak, oggi come ieri, con i suoi oltre 75.000 clienti serviti
e 10.000 prodotti distribuiti considerata una delle realt pi solide e affidabili in
tutto il panorama imprenditoriale europeo.
2012: La rESPoNSaBILIT SoCIaLE
E Lo SVILuPPo SoSTENIBILE
Karnak pensa green, e collabora attivamente con molte realt di volontariato su
tutto il territorio nazionale. Un duplice impegno per lazienda leader nel settore
delle forniture dufficio; due temi centrali per il marchio principale di BI\Holding,
gruppo industriale attivo oltre che nelle forniture per lufficio, nella formazione pro-
fessionale, nei servizi alle aziende, nelleditoria e nella logistica. Un gruppo capace
di servire oltre 92.000 clienti, che con i suoi 160 fornitori e circa 300 dipendenti
stato capace di generare nel 2010 un fatturato consolidato di 154 milioni di euro.
Pensare green per Karnak significa dare massima importanza alla natura attraverso
azioni concrete, quali lutilizzo di cataloghi stampati interamente su carta riciclata
FSC, lincentivazione data alla clientela a preferire la fatturazione elettronica, la
commercializzazione di toner verdi a marchio Karnak capaci di far ottenere ridu-
zioni di C02 di oltre l80%. Unattenzione al pianeta ribadita dalla scelta della BI\
Holding di investire in energia pulita tramite linstallazione di un impianto fotovol-
taico di ben 4.000m2 sul tetto della K&K Logistics, il polo logistico del gruppo.
Pensare sociale per Karnak significa sostenere associazioni di volontariato sia eco-
nomicamente sia attraverso la vendita di prodotti solidali. Un chiaro esempio sono le
risorse economiche raccolte per finanziare lassociazione Bimbi in Gamba, coor-
dinata dallex pilota di Formula Uno Alex Zanardi e dal co-fondatore Sergio Campo,
che d assistenza ai bambini che subiscono gravi perdite di capacit motoria.
Sociale ed eco-sostenibilit: ieri, oggi e domani, i punti cardine del business respon-
sabile di Karnak.
NuoVE DIrETTrICI
PEr NuoVI CLIENTI
Food, antinfortunistica e
formazione: il futuro adesso
Da fornitore di beni a fornitore di servi-
zi multisettoriali, offrendo soluzioni su
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rispettoso dellambiente. Se per produrre una cartuccia nuova servono
4,5 Kg di petrolio, per rigenerarla si possono ottenere risparmi energetici
con conseguenti riduzioni di emissioni di CO2 di oltre l80%. Anche i
trasporti delle materie prime hanno unincidenza sul ciclo di vita della
cartuccia: per questo la produzione a marchio Karnak rigorosamente
made in Italy. Le certifcazioni ISO 14001, SWAN LABeL, e lo Studio
L.C.A. sono i riferimenti per lambiente. Le performance di prodotto
sono invece misurabili da altre due certifcazioni: ISO 9001 e S.T.M.C.
Infne ogni confezione a marchio riporta il numero di copie per il quale il
prodotto garantito.
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portante della strategia di Karnak passa per questa trasformazione, che compor-
ta nuove sfide e altrettante opportunit. Un cambiamento che prima di tutto uno
stimolo per il gruppo BI\Holding, di cui Karnak il marchio principale, che serve
92.000 clienti, conta 160 fornitori e che con circa 300 dipendenti stato in grado
di fatturare 154 milioni di euro nel 2010.
Le linee guida dello sviluppo di Karnak sono lindividuazione e lallargamento del-
la propria proposta commerciale a nuove famiglie merceologiche. In questottica le
due linee di sviluppo nate sono quella food e quella antinfortunistica. La linea food
comprende caff, snack, bevande analcoliche e tutto quello che possa servire a mi-
gliorare la qualit della vita in ufficio. La linea antinfortunistica invece comprende
tutti i sistemi di protezione individuale per le diverse categorie di lavoratori tanto nel
rispetto di una legislazione moderna e in continua evoluzione, quanto come risposta
ad una sempre crescente sensibilit individuale.
Altra priorit per Karnak la formazione, la parte pi innovativa del business, che
pone lazienda allavanguardia rispetto alla concorrenza attiva nel settore dei prodot-
ti per lufficio. Punti di forza sono i crediti formativi e i corsi di formazione rivolti a
professionisti quali medici, avvocati, commercialisti e operatori sanitari.
Laboriosit, professionalit, visione im-
prenditoriale di lungo periodo e ricerca
di nuove sfide: una visione manageriale
a 360 che oggi come 51 anni fa al
centro del nostro modo di fare e di in-
tendere il business.
12
MESI
marzo 2012
61
V
ACANzE
risparMio e relaX
Fuori staGione
di mIChELa BoNo
a
rchiviate mentalmente le
nevicate e il rigore inver-
nale, ora si guarda avanti,
concentrandosi sul giro di
boa per le vacanze estive. I pi accorti,
per, partono ora. Cos, nel bel mezzo
della stagione lavorativa. In barba ai co-
muni mortali fanno le valige, salutano i
colleghi e si godono quello che gli altri
sognano: una pausa vera, scevra da in-
terminabili code, trasferte da bollino
rosso, prezzi da alta stagione.
In tempi di crisi ci si deve fare furbi e in-
vece che rinunciare si pu ottimizzare.
A cominciare dalle vacanze intelligenti.
Come? Destagionalizzando.
Secondo gli esperti, partire quando tutti
stanno a casa fa risparmiare da un mas-
simo del 50 a un non trascurabile 30
per cento. Ovvio, molti i tranelli in cui
non bisogna cadere. Il primo riguarda il
concetto di alta o bassa stagione: Alta
stagione non sempre sinonimo di bel-
la stagione o viceversa spiega Luigi
Bandera, presidente del Forum del Tu-
rismo Sociale ; ad esempio, anche se in
alcune mete il tempo non dei migliori
ma qui periodo di vacanze, si pagano
comunque prezzi alti. Lo stesso vale per
il contrario.
Lideale sarebbe partire tra una festa
e laltra, cercando di evitare non solo
Natale, Capodanno, Pasqua e ponti
vari, ma anche verificando che nel
Cresce il numero dei turisti che programmano le vacanze in bassa stagione.
un modo per fare economia in cambio di maggiori servizi.
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HOPS 12 MESI 200X260 esec.indd 3 23/02/12 15:34
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MESI
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ACANzE 62
luogo di destinazione non cada qualche
appuntamento particolare come il car-
nevale di Rio, i mondiali di calcio, il ca-
podanno cinese, oppure fiere, festival,
mostre o eventi naturali tipo la fioritura
dei ciliegi in Giappone o laurora bore-
ale nel nord (a meno che, ovviamente,
non sia il motivo del viaggio).
Oltre ad aiutare il portafoglio, desta-
gionalizzare significa contribuire a
equilibrare lintera economia legata al
turismo: Invece che avere picchi di la-
voro e poi il vuoto, sarebbe certamente
meglio se i flussi fossero pi regolari
afferma Bandera. Un turismo spalmato
durante tutto il corso dellanno com-
porta maggior regolarit nei ritmi dei
commercianti, del mercato immobiliare
e dei servizi. Un effetto domino salutare
per tutti, anche per chi, grazie alla de-
stagionalizzazione, si potr godere a un
prezzo pi umano servizi migliori, pi
attenzione e pi cortesia.
Ma perch cos difficile innescare que-
sto circolo virtuoso? Spesso i vincoli
sono imposti dai datori di lavoro: da
30 anni che sento dire che le aziende
dovrebbero chiudere non solamente ad
agosto afferma Gianbattista Merigo,
titolare di Amerigo Viaggi : lideale
sarebbe spostarsi dal turismo al viag-
gio, che prevede un approccio diverso.
Proprio qualche giorno fa quattro ra-
gazze volevano pre-
notare un viaggio
spiega Sara Berlini,
responsabile Cts
Brescia : se fossero
partite solo tre gior-
ni prima avrebbero
risparmiato qualche
centinaia di euro,
ma sul lavoro sono
stati inflessibili.
Una cosa certa: chi
riesce a ritagliarsi
una vacanza fuori
stagione sempre
soddisfatto e non torna pi indietro.
Come Donatella Arrighini, impiegata
in una banca del centro citt, alle so-
glie della pensione. Faccio le vacanze
fuori stagione da sempre spiega rac-
contando delle sue trasferte in Grecia
in aprile e ottobre , infatti non ho mai
avuto problemi con i colleghi che inve-
ce si spartiscono i soliti periodi. Do-
natella in 38 anni andata via una sola
volta a ferragosto per non farlo mai pi:
In ferie non voglio vedere nessuno e
la spiaggia deve essere soltanto mia.
daccordo sulla Grecia fuori stagione
anche Silvia Ruggeri, 31 anni, operatri-
ce sociale bresciana: Si sta molto bene:
vero, non tutto aperto e funzionante,
ma meglio poche cose che garantiscono
un servizio migliore
che tante possibilit
in cui regna la fretta
e la noncuranza.
Qualcuno sceglie le
vacanze fuori stagio-
ne anche per motivi
lavorativi:Lavoravo
in unazienda di
gelati di Torbole,
quindi i mesi estivi
per noi erano con-
vulsi - racconta la
signora Albertina
-; anche oggi che
sono in pensione
continuo a scegliere
i periodi di bassa: si
risparmia e si gode
tutta unaltra tran-
quillit.
Casi eccezionali a
parte, tra i destagionalizzatori incalliti
sembrano esserci soprattutto gli anzia-
ni: Vanno in viaggi di gruppo, spesso
in paesi a clima mite come la Tunisia,
lEgitto o le Canarie, e per lunghi pe-
riodi, anche mesi spiega Gigi Bandera.
Paesi dove si sviluppato un turismo
secondario consolidato, che permette a
chi ne gode di usufruire di tariffe abbat-
tute pi della met, che si aggiungono
al risparmio del riscaldamento e delle
utenze non consumate.
Tutto sta nella capacit di attirare turisti
anche nei periodi meno canonici perch
se una destinazione punta su un singo-
lo fattore di interesse (come il mare, la
neve o un evento particolare), c poco
da destagionalizzare. Per equilibrare i
flussi serve che le localit propongano
iniziative interessanti durante pi mo-
menti dellanno sottolinea Bandera.
La stessa Brescia stenta a diventare cit-
t turistica perch ancora non offre un
palinsesto di servizi e occasioni a tempo
pieno. In Italia sono molte le anomalie
e questa una spiega Merigo : in mol-
te zone gli alberghi sono vuoti per 9/10
mesi lanno. Qualcuno ha spostato lat-
tenzione su servizi aggiuntivi, come
piccole spa o eventi studiati ad hoc, ma
sono ancora pochi. Eppure in altri Paesi
funziona, complice anche il clima.
Ma chi, oltre agli anziani, pu aiutare
a innescare la macchina della destagio-
nalizzazione? Secondo gli esperti sono
i grandi gruppi, ad esempio le scuole.
Se le gite scolastiche non venissero
tutte concentrate tra febbraio e aprile
sarebbe unottima cosa e contribuireb-
be ad abbassare i prezzi spiega Ban- luigi bandera.
Gianbattista Merigo.
s
12
MESI
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V
ACANzE 64
dera ; non solo potrebbero essere fatte
in altri momenti, ma dovrebbe cambiare
limpostazione: dovrebbero essere veri
e propri viaggi di istruzione in cui i ra-
gazzi possano fare esperienze di vita.
Spostare i gruppi scolastici dalle soli-
te citt darte ad altri periodi e in altri
luoghi sarebbe utile e interessante. In
effetti le occasioni non mancano: ostelli,
campi di lavoro, aree rurali o naturalisti-
che oggi costituiscono valide alternati-
ve alla classica gita. In questo modo i
giovani potrebbero vivere esperienze di
grande valenza, eppure si ripiega sem-
pre sullalberghetto a tre stelle in qual-
che capitale.
E per chi proprio non riuscisse a par-
tite fuori stagione? Il risparmio non
perduto: Basta muoversi per tempo
spiegano al Cts : se si prenota entro
fine marzo un volo per agosto le tariffe
sono davvero concorrenziali. La pre-
notazione anticipata un ottimo modo
per risparmiare e ormai molti tour ope-
rator lhanno capito conclude Merigo
; non solo loro, ma anche i nostri clien-
ti. Sono in tanti, molti pi di un tempo,
a prenotare per lestate gi in marzo e
aprile, soprattutto chi parte in famiglia
con i bambini.
i buoni VaCanze
Fare le vacanze non una conces-
sione o un lusso. un diritto sanci-
to dalla Costituzione. eppure ben il
45 per cento degli italiani non le fa.
Se il motivo puramente di natura
economica, forse in tanti non san-
no che dal 2004 si pu usufruire di
buoni vacanza per partire a prez-
zi calmierati. I buoni si presentano
come ticket restaurant e sono emes-
si dallassociazione Buoni Vacanze
Italia a fronte di una contribuzione
dello Stato.
Lagevolazione statale avviene attra-
verso lapplicazione di un contributo
che va dal 20 al 45 per cento sullim-
porto dei buoni richiesti a seconda
delle fasce di reddito, in base al nu-
mero dei componenti della famiglia.
Ad esempio, una famiglia di quattro
persone con reddito Isee inferiore ai
25mila euro pu richiedere un libret-
to di buoni (del valore singolo di 20
euro) per un massimo di 1.240 euro,
pagandoli solo 682. una volta acqui-
stati li potr spendere singolarmente,
anche in diversi periodi, in una delle
4.500 strutture convenzionate indi-
cate sul sito www.buonivacanze.it.
Lunica restrizione riguarda il proprio
comune di residenza, nel quale non
possibile utilizzare i buoni.
Nella gamma dei servizi pagabili con
questa moneta (spendibile anche
nelle agenzie viaggi convenzionate)
non ci sono solo il vitto e lalloggio, ma
anche ristoranti, centri sportivi, servizi
di trasporto e noleggio, musei e cen-
tri culturali. La procedura di consulta-
zione online permette di effettuare la
ricerca in base a vari criteri: per nome,
geografa, tipologia (alberghi, villag-
gi, camping, agriturismi, ristoranti,
dimore storiche, b&b, ostelli, case per
ferie, villaggi, terme, agenzie, parchi,
tour operator) oppure per contesto
(citt, mare, montagna, lago, collina,
terme o campagna).
I buoni sono utilizzabili solo in pe-
riodi di bassa stagione ed esclusiva-
mente in Italia. Per questo da un lato
favoriscono la destagionalizzazione
delle vacanze e dallaltro incenti-
vano i viaggi allinterno dei confni
nazionali. Anche le aziende possono
usarli e lestero insegna: in Francia,
ad esempio, il risparmio turistico dei
lavoratori, unito ad un contributo
aziendale esonerato da oneri fscali,
ha permesso ai buoni vacanza di cre-
scere in modo esponenziale. Anche
lItalia sapr approfttarne?
la riChieSTa di bVi
famiglie richiedenti bvi
residenti
provincia
di brescia
889
(per un totale di
e 821.900
in buoni vacanze)
251
54
reGione
loMbardia
3.907
858
258
italia
20.997
4.668
famiglie richiedenti bvi
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i
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MESI
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TRAdE E QUARTIERI 66
uraGo Mella
la diversit
Genera BelleZZa
di BruNo Forza
I problemi non mancano, ma nessuno vuole andarsene da qui.
I
nnuendo una celebre canzone
dei Queen, un pezzo di storia
della musica in cui confluiscono
mirabilmente stili, generi e ritmi
apparentemente inconciliabili tra loro. In
molti ne ricorderanno anche il videoclip,
dove gli antipodi musicali si mescolano
a quelli artistici. Freddy Mercury appare
come il frutto di un bozzetto di Leonardo
e Brian May del carboncino di un ano-
nimo vittoriano. John Deacon assume
le sembianze cubiste tipiche di Picasso
e Roger Taylor viene imbrattato dagli
schizzi di action painting di Pollock.
La diversit, insomma, genera bellezza.
Una convinzione che sboccia osservan-
do Urago Mella e ascoltando i racconti
di chi ci vive e lavora. un quartiere
storico, ma dai mille volti. Ha un cuore
antico, ricco di scorci tipici del villaggio
di provincia, dove si cammina sul ciot-
tolato e le finestre sono schermate da
persiane in legno. Pochi metri pi in l
in via Risorgimento tutto pi fre-
netico e moderno. Asfalto, auto veloci,
vetrine e negozi, poi, allimprovviso, le
ombre lunghe di palazzi altissimi sotto
i quali si annidano casupole silenziose.
Tante sfaccettature architettoniche per
un mosaico di cui fanno parte la mode-
stia popolare, i lussi dellalta borghesia e
la tranquillit di un ceto medio che fa da
spartiacque tra chi non arriva alla fine del
mese e chi pu vivere nella bambagia.
Casette, palazzi e ville. Utilitarie, station
wagon e suv. Pensioni minime, contratti
a progetto e manager; bresciani, cala-
bresi e moldave. Un turbine di diversi-
t a due passi dal fiume Mella. Urago
unica anche per questo. Latmosfera
tipica del quartiere si respira in piazza,
dove i ritmi e le abitudini sono quelle di
un tempo, ma anche alloratorio, vera e
propria seconda casa di bambini e gio-
vani, che non si stancano mai di correre
dietro a un pallone o di scoprire valide
alternative ai subdoli inganni di alcol e
droga. I venditori di morte continua-
no ad aggirarsi per le strade di Urago,
dove con il favore delle tenebre i ladri
hanno sempre la meglio sulle guardie.
Chi apre bottega, infatti, viene sistema-
ticamente battezzato nel buio della
notte. Ci sono passati pi o meno tutti
i commercianti della zona. Alcuni hanno
dovuto perfino concedere il bis e adesso
chiedono a gran voce telecamere, illu-
minazione allaltezza, strade pi vive e,
magari, battute dalle forze dellordine,
ad oggi poco presenti. Nella lista dei
problemi c anche quello non indiffe-
rente dei trasporti. La metropolitana,
infatti, snobber la zona ovest della citt
e questo non fa assolutamente piacere a
chi vive qui.
Problemi non da poco, eppure tutti, qui,
dicono di amare Urago Mella e consi-
glierebbero ad altri di mettervi radici.
Proprio per questo hanno il sacrosanto
diritto di smascherare ci che non va,
lanciando la loro sentita Innuendo, che
in italiano guarda caso significa ac-
cusa.
PaTrIzIa mora
(VIVErE E VIaGGIarE)
Via della Chiesa
Da quanto tempo avete lattivit qui?
Otto anni. Credo che questo sia uno
dei quartieri pi piacevoli e serviti della
citt. Poi c molto verde.
Come si vive da queste parti?
Di giorno tutto tranquillo.
Edi notte?
Appena ho aperto ho subito un furto.
La sensazione che tutte le attivit nuo-
ve vengano derubate. I commercianti
hanno fatto una raccolta di firme per
chiedere al Comune linstallazione di
telecamere.
LIBorIo oGNIBENE
(TaBaCChI) Via della Chiesa
Da quanto tempo lavora qui?
Trentanni. Il quartiere invecchiato.
Il riciclo fisiologico non c stato. Non
arrivano i giovani anche perch gli an-
ziani proprietari qui stanno benissimo.
una zona ambita.
Quali sono i problemi pi sentiti da
chi vive qui?
Non ci sono grossi problemi, anche se
in passato la droga ha messo radici.
Il punto sullimmigrazione.
Nel nucleo vecchio ci sono un po di
immigrati dallItalia meridionale. Gli
stranieri sono pochi, la maggior par-
te sono filippini e badanti dellEuropa
orientale.
Consiglierebbe questa zona a chi sta
cercando casa?
S perch in unottima posizione con
parecchi servizi per le famiglie.
Cosa non le piace di Urago?
La scarsa coesione tra gli abitanti stori-
ci e la zona ricca. Non c grande comu-
nicazione tra ceti sociali diversi.
KaTIa DI CarLo
(KES aBBIGLIamENTo)
Via Risorgimento
Quali aggettivi si addicono a Urago
Mella?
Complessa, variegata, tranquilla, vivi-
bile.
Qual il problema pi sentito?
Lo spaccio. Un tempo era pi accen-
tuato, ma un problema che persiste e
che difficilmente si pu risolvere senza
la presenza di forze dellordine sul terri-
torio. Poi i furti.
Anchelei haricevutovisitedai ladri?
Ci RACCOnTAnO
uraGo mELLa
VOCE AI PASSANTI
alessandra, 30 anni
Io vivo qui da sempre e mi trovo
davvero bene. I furti? Ce ne sono
stati parecchi. Le vittime sono
soprattutto gli anziani. Quanto
allimmigrazione, invece, mi sem-
bra che il livello di integrazione
sia buono.
Davide, 39 anni
urago Mella una bella zona,
vicina al centro ma tranquilla. I
problemi, tuttavia, non mancano.
Il traffco sulle strade perimetra-
li intenso. I rumori e gli odori
che arrivano dallOri Martin, poi,
sono insopportabili per chi vive
nella mia zona. La metropolita-
na? Sarebbe stata utile, ma per
noi rester un sogno.
Ernesto, 62 anni
Questa una zona viva, adatta
a persone di tutte le et. Tran-
quilla, forse troppo, soprattut-
to di sera, infatti i ladri agisco-
no indisturbati. La Loggia deve
mettere mano al portafoglio per
garantire sicurezza a residenti e
commercianti. Trasferirsi altrove?
Io non lascierei urago Mella per
nessun posto al mondo.
Katia di carlo.
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MESI
marzo 2012
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TRAdE E QUARTIERI
Urago mella
Due volte. successo un po a tutti i
commercianti della via, infatti abbiamo
richiesto al Comune linstallazione delle
telecamere, ma ad oggi non abbiamo ri-
cevutorisposte. Anchela Questura tace.
I residenti si lamentano anche delli-
nefficienza dei mezzi pubblici.
Siamo completamente tagliati fuori dal
percorso della metropolitana. Siamo vi-
cini al centro ma come se non lo fossi-
mo perch i servizi sono efficienti fino a
via Veneto e Borgo Trento.
Consiglierebbe a chi cerca casa di ve-
nire a Urago Mella?
S, perch nonostante tutti i problemi
una zona vivibile e simile a un paese,
anche se certe questioni vanno risolte
una volta per tutte.
CINzIa LazzarI
(FIorErIa) Via Risorgimento
Verrebbe a vivere qui?
Moltovolentieri perch c tantoverde e
un clima migliore rispetto a dove abito.
Quali sono invece gli aspetti da mi-
gliorare?
La sicurezza senza dubbio un tema
sentito, anche perch la sera non c in
gironessunoe la zona pocoilluminata.
Quali consigli per il Comune?
Pi illuminazione e vita, soprattutto di
sera. Urago un bel quartiere, ma pu
diventarlo ancora di pi.
DoN JorDaN CoraGLIa
CuraTo DI uraGo mELLa
Come descriverebbe il quartiere a chi
non lo conosce?
Come una realt molto variegata, dove
si mescolano persone provenienti da
contesti diversi. Lo zoccolo antico ten-
de a sparire. C ancora qualche anziano
autoctono, poi famiglie nuove, famiglie
che tornano ed extracomunitari arrivati
da poco. I tratti sono quelli del paese,
ma la gente non si conosce.
Parrocchia e oratorio riescono a fare
comunit?
Cercano di fare da collante, ma non
facile, anche perch nel fine settimana
molta gente si sposta per andare a tro-
vare i parenti nellhinterland o in pro-
vincia. Loratorio, comunque, vivo e
fa leva anche su una realt sportiva forte
che attira circa 200 ragazzi.
La spiritualit ancora sentita o chi
viene qui lo fa soprattutto per riceve-
re servizi?
Deve esserlo. Tutto il resto seconda-
rio. Una delle prime cose che ho fatto
quando sono arrivato stato riportare
in vita la cappella delloratorio. Senza
saremmo come un ristorante privo di
cucina. Questo luogo non pu essere un
centro ricreativo qualsiasi.
Capitolo giovani. Che idea si fatto
della situazione?
Io sono responsabile della pastorale
giovanile dellOltremella, ovvero Ura-
go, S. Spirito, Torricella e Pendolina.
Cerchiamo di creare un gruppo di gio-
vani che si mettano in gioco nelle cose
che contano e valgono di pi.
Cosa chiederebbe alle istituzioni per
aiutare Urago Mella?
Pi attenzione alle famiglie povere, che
sono sempre di pi e sempre pi italia-
ne. C chi ci chiede le candele perch
gli hanno tagliato la corrente a casa. Si-
tuazioni davvero difficili.
Quali sono le battaglie sociali da vin-
cere per il futuro?
Alcol e droga affliggono i giovani.
un problema serio di questa zona. Cera
gente che spacciava perfino nei pressi
delloratorio. Abbiamo dovuto prendere
decisioni impopolari pur di mantenere
pulito questo luogo.
C qualcosa che non va
muri Che fanno
gola ai wriTerS
Furti e spaccio sono le piaghe
principali che affiggono urago
Mella, ma anche il decoro pubbli-
co risente dellincivilt che pren-
de forma attraverso le bombolet-
te spray di chi imbratta numerosi
muri di edifci, abitazioni e nego-
zi, sfregiando perfno scorci che
andrebbero preservati, come la
fontanella del borgo antico in via
della Piazza.
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MESI
marzo 2012 12
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INTERLANd
torBole casaGlia
un nuovo iniZio
Diminuito il traffco e migliorata la qualit dellaria,
il paese ora punta sul nuovo polmone verde del centro sportivo.
di aLESSaNDra ToNIzzo
a
un anno di distanza, tor-
niamo a Torbole Casaglia,
percorrendo quella dozzina
di chilometri che separano
il paese dalla citt ammirando i disegni
lattei della galaverna.
Alla destra del fiume Mella, nella par-
te centro-meridionale della provincia,
ritroviamo la tranquilla routine di una
realt maturata in fretta: 3mila anime in
pi in meno di dieci anni, un calibrato
sviluppo edilizio, il conseguente ripen-
samento della viabilit interna. Questul-
tima, dopo non poche perplessit, inizia
oggi a riscuotere consensi pi larghi in
paese, specialmente tra quei commer-
cianti che, pegno la diminuzione della
clientela di passaggio, hanno per pale-
sato laccrescimento della dimensione
estetica e ambientale di Torbole.
Meno traffico, pi tranquillit con pedo-
nalizzazioni e rotatorie, aria pi respira-
bile (spetta infatti a Torbole il miglior ri-
sultato classificato come accettabile
dellintera ricerca per laria effettuata
dalla fondazione Cogeme sulla qualit
dellambiente della pianura lungo lO-
glio, sebbene il quadro generale, bollato
come mediocre, risulti preoccupan-
te): il paese rivela pi fiducia, qualit
necessaria per fronteggiare una crisi
onnipresente e, dunque, papabile.
Leconomia fondata sulla positiva coe-
sistenza di attivit agricole, commerciali
e industriali (nei comparti edile, tessile,
metalmeccanico, automobilistico e del-
la lavorazione del legno) resta a galla,
stringono i denti i residenti che, spesso
pendolari, spartiscono spese e necessit
tra il borgo e i centri limitrofi.
Cosa manca, per questo 2012? Una
coesione maggiore, che faccia superare
lannoso campanilismo, superstite tra i
meno giovani, fra Torbole e Casaglia, e
sia foriero di un nuovo senso dapparte-
nenza ad uso delle nuove leve.
roSaNNa CorSINI
(FLorIDEa) P.za della Repubblica
Lavora qui da tre anni: che clientela
avete?
Molto varia: uomini e donne, in per-
centuale maggiore del paese, ma anche
da fuori.
Come avvertite la crisi?
Gennaio un mese difficile per i fiori-
sti, invece devo dire che a Natale, tutto
sommato, si lavorato alla stregua degli
anni passati.
Il paese accogliente?
Per sentito dire, la gente da poco arri-
vata in paese fa un po fatica ad inserisi:
Torbole sembra un po chiuso verso le
novit.
C ancora campanilismo tra Torbole
e Casaglia?
Io lo sento ancora, soprattutto nelle
persone di una certa et.
PaoLa maGNI
(CaFF DELLa PIazza)
P.za della Repubblica
Avete anche clientela di passaggio?
S: quelli che vanno verso la Bassa bre-
sciana o la citt.
Come si vive a Torbole Casaglia?
Si sta bene, non ci manca niente, poi
siamo a dieci minuti dalla citt e da
Roncadelle o Travagliato, paesi molto
forniti.
C ancora molto tourn-over di attivi-
t, in paese?
Un po s, complice la crisi, poi a Tor-
bole difficile avere unattivit fiorente:
noi abbiamo avuto anni di lavoro, ma an-
che anni difficili.
DarIo rICCa
(FErTo FErramENTa)
P.za della Repubblica
In piazza da ventanni, ma residente a
Orzinuovi: come trova il traffico?
Faccio su e gi tutti i giorni, ma non
mi lamento: la mattina presto il traffico
scorrevole, poi rientro in tranquillit
alle sette di sera.
Ha una clientela mista, ma oggi per
cosa si va in ferramenta?
Oggigiorno la gente cerca di arran-
Ci RACCOnTAnO
TorBoLE CaSaGLIa
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Tornare a Torbole, sotto la morsa del gelo che ridi-
segna gli spazi, come rivedere un lm di cui non
ricordi il nale: si resta ottusamente sorpresi. Niente
cambiato, eppure si avverte la presenza di qual-
cosa meravigliosamente fuori posto. Una serenit
inattesa, la compostezza del quotidiano.
paola Magni.
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MESI
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H
INTERLANd
Torbole
Casaglia
giarsi il pi possibile, quindi qui va di
tutto, dalle serrature alla pittura. il
ritorno al fai da te nei tempi di crisi,
che noi, in negozio, avvertiamo special-
mente con le aziende.
Le chiedono consigli pratici?
Certo, da come togliere una macchia di
muffa a montaggi vari.
Che idea si fatto di Torbole?
Un paese di gente tranquilla, cordiale,
senza tante pretese.
Verrebbe a viverci?
Per ora sto bene a Orzinuovi.
SImoNE INGaNNI
(aBBIGLIamENTo) Via Mazzini
Qual la storia della sua attivit?
Questo negozio era di mia suocera,
esiste da oltre quarantanni: una volta
andata in pensione, sei anni fa sono su-
bentrato io.
Come sta andando?
C crisi, certo, ma sto andando ab-
bastanza bene, riesco ad andare avanti,
soprattutto perch lavora anche mia
moglie.
Che Natale avete passato?
Brutto, non stato sentito: tra crisi e
manovre varie la gente non ha speso, e
anche i saldi battono la fiacca.
Lavora con la gente di paese?
Ben pi della met della mia clientela
Le nostre domande a
DARIO GIANNINI, SINDACO DI TORBOLE CASAGLIA
Lo scorso anno ci parl del pro-
getto di un nuovo grande centro
sportivo-ricreativo, un bel polmone
verde per il paese: risultati?
Il progetto in fase di ultimazione:
in seguito allapprovazione del Pgt si
provveduto ad effettuare la nuova
perizia per dare il valore economico
attuale allarea dove sorge il vec-
chio centro tuttora funzionante. In
questi mesi dovremmo concludere il
progetto defnitivo ed esecutivo del
primo lotto ed entro fne anno, salvo
nuovi stop da parte di leggi, decreti
o altri imprevisti, concludere liter di
tutti i passaggi amministrativi e bu-
rocratici e bandire la gara di appalto
sempre per il primo lotto.
Sono in programma degli eventi ag-
greganti che diano maggior senso
dunione al paese (una necessit pa-
lesata da commercianti e residenti)?
Abbiamo dato vita, con i comuni di
Flero, Castel Mella e Roncadelle, al
distretto del commercio. inoltre in
corso la programmazione di iniziative
e manifestazioni culturali aggreganti
per la cui realizzazione chiederemo la
collaborazione di tutte le associazio-
ni. In questi giorni, poi, in fase di
stesura il calendario di tutti gli eventi
che si terranno sul territorio.
VOCE AI PASSANTI
Luigi, 29 anni
Dalle sette di sera in poi il pa-
ese spento, tranne venerd e
sabato, quando si movimenta un
po. La domenica, messa a parte,
vuoto.
milena, 46 anni
Torbole sta diventando un pae-
se di periferia: si lavora fuori, si
rincasa alla sera.
mirko, 35 anni
Se il paese vivo? Fino ad una
certa ora ci sono solo pensiona-
ti e casalinghe, poi pian piano si
anima.
Pino, 70 anni
Il Natale qui stato un po fac-
co, mancava latmosfera!.
viene da fuori.
A livello ambientale, laria di Torbo-
le Casaglia buona?
Io non sono affatto preoccupato: anzi,
con la tangenziale, pur togliendo un po
di clientela, il paese si abbellito e laria
migliorata.
Cosa chiederebbe al suo sindaco?
Di coinvolgere maggiormente i com-
mercianti e tenere pi unito il paese,
sullesempio di Travagliato dove, innan-
zitutto, la gente frequenta il suo paese e
poi, eventualmente, va fuori, mentre qui
linverso.
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Tre I
per Tornare
alle Tre a
Infrastrutture Innovazione Internazionalizzazione
di AlessAndro CheulA
VI
12
MESI
mArzo 2012 VI
12
MESI
mArzo 2012
III
Il Sistema Brescia
intercetta la ripresa?
Infrastrutture, innovazione, internazionalizzazione sono tre leve
economiche che, oltre a caratterizzare in senso pi competitivo
un moderno sistema industriale, se realizzate o completate in tempi utili
e con modalit sostenibili sono in grado di farci riguadagnare il rating
perduto, non solo a livello nazionale ma pure sul piano provinciale.
I
nfrastrutture. La
tipologia delle in-
frastrutture diver-
sa a seconda della
loro importanza e fnalit:
territoriali, funzionali, f-
nanziarie, di servizi. Quelle
territoriali sono ovviamente
le pi tipiche e tradiziona-
li, e di fatto pi necessarie
nella scala delle priorit so-
cioeconomiche. Tra queste
si contano, gi operative,
la Fiera di Brescia e lAero-
porto di Montichiari; in pro-
cinto di esserlo la Brebemi
(autostrada Brescia-Berga-
mo-Milano) e la Metropo-
litana leggera; ipotizzate o
in corso di progettazione il
centro logistico intermodale
e la centrale termoelettrica
(turbogas).
InnovazIone. Se le infra-
strutture sono necessarie
alla sopravvivenza del siste-
ma, linnovazione necessa-
ria alla crescita dellimpresa. Ci vale sia nel caso di
innovazione radicale, linvenzione di nuovi prodotti,
sia in quello di innovazione incrementale, la messa a
punto nuovi processi. A Brescia opera a tale scopo il
Csmt (Centro servizi multisettoriale tecnologico) isti-
tuito presso la facolt di Ingegneria per implementare
il rapporto universit-impresa, ente che ha assorbito
il preesistente Inn.Tec, Consorzio per linnovazione
tecnologica.
InternazIonalIzzazIone. Da non confondersi con la de-
localizzazione poich questa signifca andare allestero
per aprire nuove imprese puntando su salari minori,
quella per aprire nuovi mercati ottimizzando le risorse
migliori. Si tratta comunque di un processo di lunga
lena per la cui attuazione occorre fare squadra, pos-
sibilmente attraverso le alleanze verticali di fliera,
lappoggio da parte delle associazioni imprenditoriali,
il supporto della Camera di Commercio, la consulenza
di aziende pubbliche come la Simes e lassistenza dei
ministeri competenti quali il Commercio estero.
agganciare il rilancio e promuovere la crescita per superare la crisi
la leVa Delle InFraSTrUTTUre
Dopo lapertura dei cantieri della Brebemi, ormai in
fase esecutiva, si pu dire che il momento emergen-
ziale del problema infrastrutturale locale sia supera-
to, o quantomeno avviato a soluzione. Permangono
tuttavia alcuni ritardi relativi alle tre opere citate
che potremmo annoverare quali perduranti punti
critici dellassetto infrastrutturale bresciano. Trala-
sciando ipotesi suggestive quali il traforo della Mad-
dalena, e prescindendo da ipotesi superate dai fatti
quali lautostrada della Valtrompia a causa della
progressiva deindustrializzazione delle stessa valle,
i problemi attuali riguardano le tre opere fondamen-
tali per il futuro di Brescia.
MeTropolITana leGGera
Al primo posto la Metropolitana leggera cittadina, im-
portante infrastruttura urbana di cui, prima ancora
della sua entrata in funzione, si sta pensando non a
come impiegare gli utili ma a come assorbire e ripiana-
re le perdite. Un caso unico di imprevidenza gabellato
come un esempio di lungimiranza, basti pensare che
allepoca della sua proposizione i fautori dellopera ave-
vano garantito, sulla base di un apposito project fnan-
cing, la assoluta redditivit delliniziativa. Redditivit
che forse potrebbe essere raggiunta con lestensione
della rete, per la cui realizzazione, a prescindere dai
tempi di realizzazione, mancano comunque le risorse.
FIera DI BreSCIa
Al secondo posto la Fiera di Brescia, la cui dimen-
sione oggettivamente modesta ne ha condizionato
sin dallinizio una congrua fruibilit penalizzando-
ne i bilanci, i cui conti sono cronicamente in rosso
con perdite che possono comprometterne il futuro,
a meno che non si ricorra a un piano di razionaliz-
zazione-integrazione con la struttura feristica di
Montichiari (polmone terziario di dimensione sub
regionale) che opportunamente gestita potrebbe pro-
fcuamente interagire con quella di Brescia in modo
sinergico e complementare, senza inutili sovrapposi-
zioni o costose duplicazioni.
aeroporTo DannUnZIo
Al terzo posto laeroporto di Montichiari che, pur in
presenza di una dotazione invidiabile, non ha mai
potuto decollare secondo le proprie potenzialit
Delocalizzarsi signifca andare
allestero per lucrare
su salari minori.
Internazionalizzarsi vuol dire
andare allestero per puntare
su risorse migliori.
Economia Economia II III
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
V
per cause sia soggettive (campanilistiche cio poli-
tiche) sia oggettive (geografche e geoeconomiche,
in primis la vicinanza a due effcienti e competitivi
scali quali Verona e Bergamo). Come sostenuto da
pi fonti, il futuro di Montichiari, infrastruttura su-
scettibile di grande interesse per una provincia come
Brescia, nello scalo merci, un hub commerciale che,
grazia alla concomitante crisi di Malpensa, potreb-
be costituire una infrastruttura unica per lintera
Italia settentrionale. Ferma restando comunque la
soluzione positiva dellultima querelle, ovvero la pe-
rentoria richiesta che Verona ha fatto a Brescia circa
il pagamento delle perdite pregresse (oltre 80 milioni
di euro) accumulate in un decennio dall aeroscalo di
Montichiari.
laSSeT DellInnoVaZIone
Perch diciamo, con immagine sociologica ma didat-
ticamente effcace, che Brescia ad un tempo perife-
ria del Nord Ovest e anticamera del Nord Est? Per
il fatto che negli ultimi ventanni, alla tradizionale
grande impresa fordista del complesso sider-metal-
meccano-tessile orientata al magazzino, si affan-
cata una piccola impresa postfordista dei servizi
e della Ict (information communication technology)
mirata al mercato. La prima pu essere considerata
come la periferia del Nord Ovest, la seconda come
anticamera del Nord Est. Il fatto che a Brescia con-
vivano le due anime dellattuale sistema economico
non deve stupire, trattandosi di un fenomeno dovu-
to sia a fattori storici oggettivi sia a fattori attuali
soggettivi. Tra i primi sono da annoverare le antiche
vocazioni manifatturiere dei metalli e della meccani-
ca, tra i secondi sono da ricordare le nuove specializ-
zazioni germogliate sia da una evoluzione endogena
dovuta al tipico Dna locale, sia da una fecondazione
esogena indotta da fattori emulativi o culturali (il
progressivo bench ancora insuffciente raccordo tra
universit e impresa).
DI proDoTTo e DI proCeSSo
Brescia patria della innovazione di processo pi che
di prodotto? A parte il fatto che una caratteristica
estensibile a quasi tutta la realt industriale italia-
na, va ribadito che si tratta di una distinzione ac-
cademica e quindi in gran parte astratta in quanto
avulsa dalla concretezza della prassi produttiva. Ci
perch linnovazione di processo, a un certo punto
del suo sviluppo, anche innovazione di prodotto in
quanto porta a modifche qualitative, incrementali
se non proprio radicali, dei prodotti stessi. Pi perti-
Francesco Bettoni.
DI F F E RE NT I P E R S CE LTA .
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
VI
nente, appunto, la distinzione tra innovazione incre-
mentale e innovazione radicale. Certo che lindustria
bresciana necessita di una ristrutturazione incisiva
dei suoi comparti elettivi, in particolare quelli cosid-
detti maturi. Comparti che, pur rimasti competiti-
vi anche con lavvento della globalizzazione, per reg-
gere la concorrenza mondiale, in particolare quella
sul fronte del costo del lavoro proveniente da Paesi
del Far East quali Cina e India, deve far leva analo-
gamente alla Germania su una maggiore produttivi-
t derivante da una migliore effcienza tecnologica.
ForMaZIone e rICerCa
Ma a tal fne sono necessari pi investimenti, non
solo in tecnologie ma pure, ovviamente, in formazio-
ne professionale. Da qui il ruolo insostituibile del-
la didattica e della ricerca universitaria. Ma da qui
anche la domanda: in grado luniversit bresciana
di assicurare tale raccordo con limpresa e di fornire
allindustria il necessario supporto in termini di as-
sistenza alle applicazioni innovative (incrementali),
se non ancora in termini di ricerca di soluzioni alter-
native (radicali)? La risposta non pu competere alla
sola universit ma anche e soprattutto al suo brac-
cio operativo, il Csmt (Centro servizi multisettoria-
le tecnologico), lorganismo preposto alla innovazio-
ne e alla ottimizzazione del rapporto tra ricerca e attilio Camozzi.
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Economia Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
VIII
industria. Alcuni esempi lasciano bene sperare, ma
si tratta di casi sporadici collaborazioni, approc-
ci, prese di contatto delle rispettive possibilit e/o
criticit che non hanno ancora generato un raccor-
do fecondo e sistematico tra universit e impresa. A
ci si aggiunga la scarsa propensione delle imprese
bresciane, sia singole che associate o consorziate, al
fnanziamento diretto di progetti di ricerca univer-
sitaria, e si potr vedere come il decollo del Csmt in
ordine alle aspettative delleconomia bresciana resti
per ora una ipotesi oggettivamente diffcile da prati-
care nonostante tutta la buona volont e le migliori
intenzioni dei responsabili.
la SCelTa DellInTernaZIonalIZZaZIone
Linternazionalizzazione nata prima della globaliz-
zazione. Le grandi multinazionali americane, inglesi,
svizzere, svedesi o giapponesi hanno preparato il terre-
no allavvento della globalizzazione essendo nate mol-
ti anni prima della competizione globale. E poi, quale
internazionalizzazione? Cosa si intende per interna-
zionalizzazione? La de-localizzazione o la multi-nazio-
nalizzazione? C molto pressapochismo concettuale,
e quindi molta approssimazione lessicale, quando si
parla di internazionalizzazione. Nel caso bresciano,
trattandosi di una espansione estera mirata alla aper-
tura di nuove fabbriche pi che di nuovi mercati e alla
ricerca di salari minori pi che di risorse migliori, me-
glio sarebbe parlare di delocalizzazione. Si va allestero
non tanto per crescere, conquistando nuovi sbocchi e
nuove aree commerciali investendo in cervelli e strate-
gie (la Fiat in Usa e in Brasile, ad esempio) quanto per
sopravvivere cercando braccia a buon mercato (le pia-
nelle fatte in Ucraina invece che a Verolanuova, i com-
ponenti pressofusi in alluminio fabbricati in Slovacchia
invece che a Prevalle, i semilavorati delle posate e dei
casalinghi fatti a Shangai invece che a Lumezzane).
Certo che la delocalizzazione il primo passo verso lin-
ternazionalizzazione, ma tra luna e laltra il passaggio
non automatico. Il salto dalla delocalizzazione alla in-
ternazionalizzazione, infatti, non questione di mera
crescita quantitativa ma di scelte qualitative, di pro-
getti frutto di una opzione radicalmente diversa rispet-
to a quelle che hanno presieduto alla crescita della casa
madre in patria. Nel caso di delocalizzazione lazienda
estera un semplice unit produttiva del gruppo cui
appartiene, nel caso di internazionalizzazione lazien-
da estera una realt che, sia pure sotto il controllo
della capogruppo,opera autonomamente con progetti
propri e proprie strategie di mercato.

nUoVe aZIenDe
o nUoVI MerCaTI?
Ma anche per quanto riguarda il concetto di inter-
nazionalizzazione, meglio sarebbe parlare di multi-
nazionalizzazione, dal momento che i grandi gruppi
delocalizzati a livello mondiale vengono chiamati,
appunto, multinazionali, cio operanti in molte na-
zioni. La multinazionalizzazione ossia lespansione
estera attraverso imprese che lavorano per la conqui-
sta del mercato in cui operano un fatto culturale e
manageriale, prima ancora che industriale o produtti-
vo. Non solo una questione di risorse materiali o f-
nanziarie, ma innanzi tutto un fatto di democrazia,
di maturit democratica cio politica e culturale. Non
solo una questione di potenza economica, altrimenti
non si spiegherebbe come la piccola Svizzera o la Sve-
zia, Paesi che non superano i pochi milioni di abitanti,
detengano multinazionali di dimensioni pari a quelle
americane o giapponesi (si pensi alla Nestl elvetica,
la maggiore societ alimentare mondiale, o alle scan-
dinave Abb o Electrolux, tra le maggiori societ mon-
diali di elettromeccanica e di elettrodomestici).
Brescia certamente sulla buona strada, essendo circa
trecento le societ bresciane operanti allestero o che in
Paesi esteri dispongono di fliali commerciali o imprese
industriali. Ma ancora resta molto da fare. Soprattutto
in ordine alla aggregazione. Poich anche qui, anzi in
particolare qui, per competere sui mercati globali con
le multinazionali tedesche o francesi occorrono allean-
ze e aggregazioni. Occorre insomma quel fare squa-
dra, rete o sinergia di cui si parla da almeno ventanni,
cio da quando le aziende bresciane si sono affacciate
sui mercati mondiali. Ma a tal fne necessario inve-
stire allestero per puntare su risorse migliori, non solo
disinvestire in patria per lucrare su salari minori.
In fatto di
infrastrutture
il bilancio
bresciano
non per ora
confortante:
fera e aeroporto
perdono, per la
metropolitana
si prevede una
perdita di gestione,
per A2A i proftti
rispetto allAsm
sono dimezzati.
Giancarlo Dallera.
Marco Bonometti.
XIX
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XI
le pmi regine dei prodotti maturi, madrine dei processi moderni
la old economy
pi new della penisola
La meccanica, di cui la componentistica automotive parte integrante
e la macchina transfer la punta trainante, da sempre un must
della cultura industriale bresciana.
N
on un primo amore come i metalli, la
radice da cui germogliata la frondosa
pianta della sidermetallurgia made in
Brescia, ma un cult, un affetto ricam-
biato, un idillio tuttora in corso. In una parola, la
meccanica, come spieghiamo pi avanti, frutto di
un matrimonio pienamente riuscito. Ununione che
ha dato vita ad una prole numerosissima e ad una
discendenza forte e robusta.
I MeTallI CoMe MUST
la MeCCanICa CoMe CUlT
Se la old economy (la vecchia economia ossia la mani-
fattura idustriale) era ricchezza senza valore, la new
economy (la nuova eco-
nomia ossia la fnanza)
valore senza ricchezza.
Quale preferibile? La old
economy, ovviamente, poi-
ch meglio una ricchez-
za materiale pur senza
un corrispondente valore
nominale che un valore
virtuale ma senza una pro-
porzionata ricchezza reale.
Se la meccanica, compreso quella automobilistica e
tutto il vasto indotto che ne consegue, pari a circa il
40% dellindustria bresciana, old economy che pro-
duce ricchezza, Brescia ne la vetrina pi completa
e aggiornata. Per ci vale la pena di conoscere la old
economy pi new dellUnione europea. Si potr ve-
rifcare, cos come il must dei metalli non pi solo
il vecchio tondino e la tradizionale siderurgia, il
cult della meccanica non pi solo lottone, lallu-
minio e la metallurgia in generale (la raccorderia,
la maniglieria, il valvolame e dintorni per quanto
riguarda il rame-ottone, i proflati estrusi per lin-
dustria e ledilizia per quanto attiene allalluminio).
Visitare la meccanica bresciana signifca assistere
La ricerca
tuttora una
Cenerentola:
il Csmt non
ha ancora
assolto alla
funzione di
raccordo tra
universit e
imprese
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XII
full immersion al matrimonio pi riuscito del secolo,
quello tra la meccanica calda e pesante e lelettroni-
ca fredda e leggera, il connubio che ha partorito la
robotica tiepida e fuida. La leva che ha sollevato il
mondo moderno e che sollever sempre di pi quello
postmoderno, ma non postindustriale, poich anche
nellera digitale e immateriale, ossia postmoderna e
postfordista, lindustria ossia la trasformazione at-
traverso la fusione, la pressofusione, la lavorazione e
lautomazione sar sempre protagonista.
Quando parliamo della sequenza fusione-pressofu-
sione-lavorazione-automazione intendiamo la fliera
completa forno-pressa-transfer-robot. Una fliera dove
Brescia leader nelle prime tre fasi, mentre nellulti-
ma fase, quella della robotica, il primato di Torino
(Comau).
Ma oggi c una novit importante: le reti. Vale a dire un
must che si chiama aggregazione. Se oggi aggregazione
la parola chiave, alleanze la parola dordine. In par-
ticolare per le piccole e medie aziende dei distretti ma-
nifatturieri. Poich non basta dire fare squadra o fare
rete. Cominciamo a fare sinergia, a fare sistema.
Lo si vede visitando le aziende della meccanica avan-
zata bresciana. In che senso? Trattandosi di imprese
che fabbricano diversi prodotti (fasi) di una stessa
fliera, non servono le alleanze orizzontali di prodot-
to bens le alleanze verticali di fliera, in modo da
collegare leffcienza della singola impresa alla forza
delle catena produttiva.
le reTI, Un MUST
CHe SI CHIaMa aGGreGaZIone
A Brescia esiste un solo serio tentativo di alleanza
verticale di fliera, quello della Itg (International
Technology Group) di Bovezzo, promosso da quat-
tro aziende della fliera forno-pressa-transfer-robot.
Ma non risulta che sia stato clonato
come modello valido per altre situazio-
ni. N si ha notizia che le associazioni
industriali delle aziende interessate,
le prime a doversi attivare per appar-
tenenza settoriale e competenza istitu-
zionale, abbiano collaborato a diffon-
derne lesempio. Oggi anche i contratti
di rete contribuiscono a diffondere la
cultura della aggregazione. Non si
tratta ancora di una alleanza operati-
va ma di una convergenza conoscitiva.
Utile tuttavia a preparare il terreno a
quella che potrebbe diventare domani una aggrega-
zione pi estensiva. Le reti sono dunque il futuro
prossimo, anzi, sono gi il futuro anteriore, nel
senso che si tratta di un futuro in parte realizzato,
se non ancora tutto consumato.
aUToMoTIVe, FIGlIa preDIleTTa
Della MeCCanICa BreSCIana
Hanno ragione gli imprenditori di lungo corso con
specializzazioni tecnologicamente mirate a propor-
re la costituzione di un gruppo di acquisto leggi
consorzio per gli acquisti per il comparto brescia-
La sequenza
forno-pressa-
transfer-robot
come driver
della manifattura
bresciana
Giuseppe pasini.
Economia Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XV
no dellautomotive, la subfornitura dellautomobile
e dei trasporti in generale. Hanno ragione per un
fatto evidente quanto oggettivo: se lItalia la se-
conda industria europea dellautomotive dopo lim-
mancabile Germania (diciamo immancabile poich
qualsiasi classifca relativa alla manifattura vede i
tedeschi sempre al primo posto) Brescia il secondo
polo italiano dopo Torino. Un complesso che a livello
nazionale comprende qualcosa come 1700 aziende
che danno lavoro a 161mila persone per un fattura-
to di 40 miliardi di euro di cui il 18% allexport, nel
quale Brescia gioca un ruolo da comprimario con
300 aziende, 20mila addetti di cui due terzi occu-
pati in realt medio-grandi, 7 miliardi di fatturato
il 4% dei quali destinato alla ricerca e innovazione.
Investimento necessario, detto per inciso, se si vuo-
le stare al passo con gli standard qualitativi imposti
dalla committenza, che costringe cos il subfornitore
a innovare continuamente: ecco perch, contraria-
mente a quanto si pu
pensare, lautomotive,
nonostante la sua con-
dizione subalterna nei
confronti della grande
azienda committenti,
investe un punto per-
centuale in pi rispetto
al 3% della media indu-
striale italiana. Perch, si chiedono gli industriali
bresciani pi avveduti e lungimiranti, non creare
a Brescia un centro di acquisto dellautomotive in
grado di negoziare prezzi delle materie prime pi
favorevoli? Un conto la singola azienda che tratta
lacquisto di una partita di 1000 tonnellate, un altro
un buyer che tratta una partita da 1 milione di
tonnellate. Insomma, anche qui laggregazione la
condizione necessaria per la competizione.

non Solo TerZISTI
Subfornitura? Contoterzismo? Contolavorismo? Ma
chi mai ha inventato quel prefsso diminutivo sub,
quasi spregiativo e del tutto improprio dal momento
che si riferisce ad una manifattura adulta e rispettata,
matura quel tanto che basta per non essere obsoleta,
tuttora competitiva perch estremamente innovativa e
tecnologicamente aggiornata? Ma perch la meccanica
pi avanzata deve essere appellata con quel sub abu-
sivo e quasi spregiativo? Sub di chi e per chi?
Sub-acqueo e sub-alterno appropriato, sub-fornito-
re molto meno. Ma quali sub, quali terzisti, quali
contolavoristi se siamo di fronte al nerbo, al perno,
al nucleo, al nocciolo duro dellindustria meccanica
italiana, uno dei pochi comparti manifatturieri che il
mondo ci invidia e che reggono la competizione con la
Germania e col Sol Levante (due parametri irrinun-
ciabili per qualsiasi pertinente confronto o qualsivo-
glia attendibile graduatoria industriale)? Lautomo-
tive e tutto lenorme indotto che ne segue uno dei
pochi settori che consentono al Belpaese di restare
vivo e vegeto, cio vitale e competitivo ossia avere
voce in capitolo nel novero delle potenze industriali
occidentali. Siamo al secondo posto nel vecchio Conti-
nente e al terzo nel mondo, il che signifca non esse-
re spinti alla deriva del sottosviluppo preindustriale
o sospinti verso quella artifciale, volatile e virtuale
cio immateriale, dello pseudosviluppo postindustria-
le, terziario e fnanziario. In una parola, parassitario.
FaMIGlIarI non FaMIlISTI
I maggiori player del settore meccanico Strepa-
rava, Camozzi, Metelli, Omr (Bonometti), Cromo-
dora (Dallera) e Lonati, per salire fno allottone di
Lumezzane e discendere allacciaio e allalluminio
dellhinterland sono attenti alle sfde future che at-
tendono le imprese del settore. Prima fra tutte, come
dice la seconda generazione delle citate dinastie a
conferma che la struttura familiare, purch non di-
venti familismo culturale, pu convivere con lasset-
to manageriale il fare sistema per competere me-
glio sui mercati esteri. La meccanica bresciana oggi
orientata alla innovazione sostenibile. Come dire i
materiali del futuro. Tema affascinante e di grande
interesse oltre che comparto strategico per eccellen-
za, quello dei cosiddetti metalli leggeri e pi ancora
i metalli rari, settore dove la Cina, per chi non lo
sapesse, leader mondiale. Tecnologie e impianti-
stica, oltre ai nuovi metalli, hanno oggi un posto di
rilievo nella manifattura bresciana. Senza contare i
contesto e contorno dei servizi, la nota componente
immateriale che pu fare comunque la differenza
nella competizione globale.
aGGreGarSI e non DIrSI aDDIo
Non addio ma arrivederci. Nel senso che bisogna ag-
gregarsi non solo per competere o crescere ma, al
punto in cui sono giunte le cose, per sopravvivere.
Ma il must di un comparto competitivo come la mec-
canica bresciana deve essere quello di saper divul-
gare sul piano culturale ci che per gli addetti ai
lavori chiaro sul piano professionale. Ci spieghia-
mo. Il secondario avanzato, cio i settori produtti-
vi, deve saper diventare anche evento culturale, non
solo realt economica; un epifenomeno sociale, non
solo fenomeno industriale. necessario a tal fne
che la cultura industriale diventi parte integrante di
una moderna accezione di cultura tout court. Com-
pito ovviamente non facile ma obiettivo possibile se
affdato ad una comunicazione sapientemente mi-
rata, saggiamente dosata e attentamente motivata.
Se la manifattura vuole sopravvivere come settore
produttivo e comparto industriale, se vuole insom-
ma crescere come moderna cultura industriale,
deve sapersi trasformare in civilt imprendito-
riale. Obiettivo, ripetiamo, quanto mai arduo in un
tempo nel quale lindustria (la old economy, ovvero
la ricchezza senza valore) sembra passata di moda
per fare posto alla fnanza (la new economy, ovvero il
valore senza ricchezza). Ma, ripetiamo a conclusione
di tele breve digressione, meglio la ricchezza rea-
le senza valore nominale dellindustria che il valore
nominale senza ricchezza reale della fnanza. Anche
se la realt non cos grossolanamente schematica,
poich il mercato che decide il valore da assegnare
alla ricchezza o la ricchezza da attribuire al valore,
occorre riaffermare una semplice lapalissiana veri-
t: lindustria produce ricchezza, la fnanza, creando
valore, la trasferisce.
Le alleanze
verticali di fliera
al posto
delle alleanze
orizzontali di
prodotto
ettore lonati.
pierluigi e paolo Streparava.
XIV
Economia Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XVIII
lindustria bresciana allinizio degli anni 2000
Quale idea di Brescia?
Che idea si vuole avere di Brescia? Cerniera industriale tra Nord Ovest
e Nord Est o frontiera commerciale verso lEuropa?
C
erniera indu-
striale tra Nord
Ovest e Nord
Est, ossia un re-
alistico spazio geoeconomi-
co naturale e vocazionale
dove Brescia non avrebbe
concorrenti ma alleati
come lomologa Bergamo,
con la quale poter attivare
interessanti sinergie ope-
rative come gi avvenuto
con lincorporazione della
Bas nella vecchia Asm? O
frontiera commerciale ver-
so lEuropa, un ruolo dove
Brescia potrebbe incontrare
linsormontabile concorren-
za di Verona alla cui storica
collaudata vocazione mer-
cantile non pu illudersi di
sostituirsi, potendo invece
profcuamente interfacciar-
si e relazionarsi? Per inciso,
come Bergamo dal punto di
vista commerciale tributa-
ria di Milano, Brescia lo di
Verona (lo stesso aeroporto di Montichiari, in con-
dominio con Verona, ne una conferma). Per ci
sarebbe velleitario e volontaristico coltivare sogni di
egemonia terziaria non avendone le caratteristiche
storico-culturali e non disponendo delle condizioni
strutturali, geografche e geoeconomiche (il Brenne-
ro) n delle coordinate logistiche (lo snodo ferrovia-
rio-aeroportuale). Brescia, come Bergamo, non sar
mai porta commerciale, come incautamente e apo-
ditticamente sostenuto da una abborracciata e addo-
mesticata (per non dire asservita) sociologia di im-
compagine aziona-
ria del DAnnunzio
e il conseguente
sostanziale immo-
bilismo dellAbem
compensati a parole
dalle magniloquenti
ipotesi di un siste-
ma aeroportuale
veneto-lombardo
si trattato di una
battaglia inutile perch persa in partenza. Per non
dire di una indebita forzatura, rivelatasi politica-
mente velleitaria e quindi perdente per alcune forza-
ture irrituali e perentorie, oltre che per i labili conte-
nuti sostenuti da Brescia. Labili perch, a chiunque
ne parli con gli addetti ai lavori in primo luogo i
tour operator appare chiaro come a Brescia man-
chi un bacino di utenza adeguato, ossia il retroterra
locale necessario a qualunque scalo di terzo livello.
la prIMa CrISI DelleT GloBale
Pi chiaramente, Brescia pu aspirare realistica-
mente a svolgere un duplice ruolo di interfaccia
tra i due Nord del Paese: cerniera industriale con
Bergamo, fliera di servizi con Milano, frontiera
commerciale con Verona. Le due cose non sono in
contraddizione, cos come le due polarit non sono
contrapposte. Brescia pu essere trainante nella si-
nergia industriale con Bergamo, comprimaria nelle
utilities con Milano, trainata nella sinergia com-
merciale con Verona. Senza velleitari protagonismi
nel primo caso n subalterni gregarismi nel secon-
do, ma su un piano di pari dignit, consapevole del-
le diverse potenzialit e differenti specifcit. Dun-
que, tra le due interfacce cerniera industriale e di
servizi, frontiera commerciale e terziaria Brescia
pu condividere la prima con Bergamo e Milano e la
seconda con Verona. In entrambi i casi non pu il-
ludersi di poter fare da sola poich, come ha ampia-
mente dimostrato la vicenda della costituzione di
A2A (una subalternit oggettiva gi afforata pre-
cedentemente nella gara per la conquista di Edison,
dove Asm dovette cedere il passo ad Aem alleata
coi francesi della Edf) Brescia, pur oggettivamente
importante, una grande capitale di provincia ma
un medio capoluogo in ambito nazionale. inutile
allora rincorrere impossibili leadership territoriali
la presunzione di autoreferenza che diventa sin-
drome di autosuffcienza ma occorre recuperare
la funzione strategica di interfaccia tra i due Nord
del Paese a Ovest con Bergamo e Milano, a Est
con Verona nellambito di unarea metropolitana
omogenea il cui asse geoeconomico portante pu
collegare lungo la medesima direttrice Lombardia
orientale e Veneto occidentale.
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Cerniera industriale
con Bergamo,
fliera di servizi
con Milano,
frontiera
commerciale
con Verona
La scelta
tra innovazione radicale
e innovazione incrementale
un falso problema
portazione (il sociologo Aldo Bonomi docet) essendo
invece retrovia produttiva e retroterra industriale,
analogamente al capoluogo orobico. Il che non signi-
fca una diminutio o una condizione di inferiorit
o subalternit rispetto alle metropoli terziarie, anzi.
Se la porta naturale di Brescia Verona, Milano lo
di Bergamo, e come questultima ha trovato un rap-
porto sinergico con la capitale lombarda, Brescia pu
trovarlo con il capoluogo veneto. Per ci, alla luce di
quanto detto sopra e di un possibile rapporto consen-
suale, non confittuale, con Verona in vista della at-
tuazione di realistiche sinergie commerciali, appare
del tutto sterile e autolesionistica la polemica avvia-
ta nellestate 2008 dallAib e dalla Camera di Com-
mercio contro il Catullo in ordine al futuro gestio-
nale dellaeroporto bresciano. Visti gli esiti di tale
querelle luscita della componente bresciana dalla
XIX
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XX
CoMe Tornare alleConoMIa reale?
la prima crisi dellepoca globale o lultima dellet
postindustriale? La crisi del terziario banca e f-
nanza, ovvero i simboli della new economy (il valore
senza ricchezza) si sta rivelando sempre pi come
crisi dellet postindustriale, o quantomeno di un
certo modo di esaltarne gli eccessi. Una crisi che ha
riportato di attualit il secondario, la manifattura
dellera industriale ossia lemblema della old eco-
nomy (la ricchezza senza valore).
Tornare alla economia reale giusto e salutare a
condizione che si eviti un duplice errore. Il primo
quello di far diventare la manifattura un appello
astratto o un discorso alla moda come stato fno
a ieri il richiamo alla fnanza. Il secondo quella
sorta di specularit esiziale e corrivit convenzio-
nale secondo cui, mentre la vecchia economia era
ricchezza senza valore, la nuova economia valore
senza ricchezza. A entrambe occorre invece rico-
noscere il duplice connotato di risorsa reale se
lindustria a produrre ricchezza, la fnanza la tra-
sferisce creando valore cui va attribuito un equi-
valente nominale e una congrua valenza convenzio-
nale, lasciando perdere laspetto volatile e virtuale
che infniti lutti addusse
alleconomia globale (e che
molte anzitempo allOrco
travolse alme deroi, per
dirla, in senso metaforico,
con lOmero di Vincenzo
Monti). Globale, per inciso,
perch la globalit plane-
taria e la modernit contemporanea, fenomeni per
loro natura omologanti e unifcanti, hanno azzerato
le diversit ereditate dal Novecento, non potendo-
si pi distinguere oggi tra economia capitalistica e
socialistica o tra economia occidentale e orientale
(la Cina ne un esempio con il mix tra dittatura
politica comunista e libert economica capitalista,
dispotismo politico nello Stato e liberismo econo-
mico del mercato). Niente
di nuovo poich gi qua-
rantanni fa Ugo La Malfa
diceva che il meccanismo
neutrale, intendendo per
tale il meccanismo oggetti-
vo del processo di accumu-
lazione, pressoch identico
sotto ogni latitudine poli-
tica e ogni sistema econo-
Come
diventare
interfaccia
tra i due nord
del paese?
aldo Bonomi.
In difesa
delleconomia
reale
non quella
astratta
di cui tutti
parlano
ma quella
concreta
che pochi
conoscono
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XXII
mico, sia capitalistico
che socialistico (e pure
sotto ogni sovrastruttu-
ra ideologica). Il crollo
del protosocialismo so-
vietico e lavvento del
capitalismo postsociali-
sta cinese, con lattuale
comune condivisione
dello stesso modello di
sviluppo sia pure a dif-
ferenti livelli di funzionalit ed effcienza, ne sono
clamorosa e palmare conferma.
Siamo il Paese delle vulgate, intese come corsive di-
cerie di moda e compiaciuti manierismi alla moda.
Tutti, compreso coloro che fno a ieri scioglievano
inni alla fnanza virtuale e intonavano peana alle-
conomia terziaria e immateriale, parlano con la
stessa corriva leggerezza di ritorno alleconomia
reale, di tornare allindustria, di rivalutare la ma-
nifattura. Benissimo, ma quale industria? Quale
manifattura? In quali comparti investire in uneco-
nomia satura di prodotti industriali, non solo ma-
turi o presunti tali ma pure avanzati o sedicenti
Carlo Scarpa, docente di economia industriale
allUniversit statale di Brescia.
Industria fordista
orientata
al magazzino
e impresa
postfordista
mirata al
mercato
Economia Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XXIV
quello che fa ma anche
per come lo fa. In une-
conomia moderna il
principale metro di mi-
sura non esclusivo ma
decisivo per valutare
lutilit di unimpresa
la sua economicit (che
poi, detto tra paren-
tesi, la condizione del-
la sua socialit, poich
unazienda antiecono-
mica anche antisocia-
le in quanto distrugge
ricchezza invece di cre-
arla). Si pu essere effcienti e avanzati fabbrican-
do prodotti tradizionali quali barre di acciaio o di
ottone, come si pu essere ineffcienti e arretrati fa-
cendo prodotti avanzati quali computer o cellulari.
Tutto dipende dal come li si produce: se con proftto
o in perdita (cio se creando ricchezza o dissipan-
dola); se inquinando lambiente o meno. Per questo
ci che tradizionale pu essere non solo effciente
ma anche innovativo. Ci per dire che, in economia,
la distinzione pi pertinente e opportuna non tra
tradizionale e non, ma tra competitivo o meno.
anCHe Il TraDIZIonale
pU Tornare STraTeGICo
Di pi. Oggi ci che appare tradizionale pu esse-
re non solo competitivo ma addirittura strategico.
Brescia ne una conferma. Si prenda ad esempio
la siderurgia, comparto maturo per eccellenza in
quanto emblema dellet paleoindustriale, o alme-
no ritenuto tale da molti analisti. Ebbene, il rilan-
cio mondiale dellacciaio nellultimo quinquennio
la clamorosa conferma, a maggior ragione nellet
postindustriale, della ritrovata insostituibilit della
economia reale quale fattore determinante di qua-
lunque decollo economico (si veda la Cina o lIndia
o il Brasile). Chi non ricorda i corrivi de profundis
intonati negli anni 80 da molti economisti a propo-
sito della siderurgia quale specializzazione arcaica e
superata da lasciare al Terzo mondo o ai Paesi in
via di sviluppo? Un prodotto inesorabilmente obso-
leto in base al teorema, rivelatosi poi fallace se pen-
siamo al suo attuale rilancio mondiale, che lacciaio
non era pi la base dello sviluppo delle economie
moderne? Si vuole solo ribadire che linterfaccia, per
non dire intreccio e interdipendenza, tra comparti
tradizionali e innovativi non solo un fatto di conti-
guit settoriale (fattuale) ma pure un dato di conti-
nuit temporale (causale).
La specifcit
bresciana
un mix di
prodotti maturi
e processi
moderni,
periferia
nord ovest
anticamera dei
nord est
tali? Tutti, manco a dirlo, esortano a investire nei
prodotti innovativi, a puntare sui settori avanzati.
Ovvio che meglio destinare risorse ai settori ad
alta tecnologia che non a quelli obsoleti (superati).
Ma anche qui non si esce dal dilemma. Il fatto che
in una economia moderna degna di questo nome ci
che maturo non separabile da ci che avanza-
to. Entrambi concorrono alla maturit e modernit
di un sistema socio-economico in modo strettamen-
te intrecciato. Meglio sarebbe dire allora, quando
si parla del necessario ritorno alla economia reale,
che i settori sui quali puntare non sono solo quelli
avanzati ma pure quelli maturi purch competitivi.
In particolare per una provincia come Brescia, la
cui industria matura soprattutto siderurgica, me-
tallurgica e meccanica costituisce tuttora la base,
non esclusiva ma decisiva, della sua forza produt-
tiva e il nerbo della sua potenza economica proprio
perch rimasta competitiva.
TraDIZIonale o InnoVaTIVo?
lIMporTanTe CoMpeTITIVo
Ma proprio vero che la nostra industria matura,
leggi manifattura, non pi competitiva, che non
sa pi scommettere sul futuro e sulla propria capa-
cit di innovare? Molti autorevoli commentatori si
veda Carlo Scarpa, docente di economia industria-
le allUniversit statale di Brescia, in un recente
intervento a proposito
dellaccordo europeo sul
clima usano, in riferi-
mento alla manifattura
bresciana, ma la stessa
cosa vale per quella ita-
liana, laggettivo tradi-
zionale in una accezione
ambigua quando non
implicitamente nega-
tiva. Ossia come sino-
nimo non solo di matu-
ra quanto di vecchia e
pertanto arretrata ed
obsoleta, contrapposta
allindustria innovativa, produttrice di alte tecnolo-
gie e di energie alternative, creatrice o consumatri-
ce di fonti rinnovabili. Usare il connotato di tradi-
zionale nel signifcato di obsoleto e quello di maturo
nella accezione di arretrato frutto di un equivoco
concettuale, oltre che lessicale e terminologico, che,
condizionando a priori il ragionamento, richiede un
chiarimento altrettanto preliminare. A tali tesi ci
permettiamo di giustapporre unantitesi nella spe-
ranza di giungere ad una sintesi utile e accettabile.
Tradizionale un connotato che non signifca
necessariamente ineffciente, arcaico e superato.
Unazienda arretrata o avanzata non solo per
Bene investire
nellindustria,
ma quale?
Non solo i settori
innovativi
e avanzati
ma anche
tradizionali
purch
competitivi
XXV
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XXVII
Industria matura e innovativa due facce della stessa medaglia
lindustria crea ricchezza
la fnanza crea valore
La old economy, vecchia economia ossia lindustria, ricchezza
senza valore; la new economy, nuova economia cio la fnanza,
valore senza ricchezza.
C
chi sembra dimenticare un altro aspet-
to essenziale della questione, non solo
nominale ma sostanziale. Ci che viene
corrivamente chiamato, con una punta di
evidente seppur sfumata suffcienza, tradizionale,
altro non che il settore manifatturiero, parte fonda-
mentale di quella economia reale (lindustria) della
quale tutti auspicano il ritorno dopo i danni e le de-
lusioni della cosiddetta economia virtuale (la fnan-
za). Certo occorre un
modo di fare industria
aggiornato alle nuove
tecnologie produttive
e adeguato alle nuove
sensibilit ecologiche
e ambientali. Certa-
mente occorre tene-
re conto del terziario
avanzato, dei servizi
e di tutti quei compar-
ti che oggi concorro-
no alla formazione di
un moderno sistema
economico. Ma senza
tralasciare che latti-
vit manifatturiera,
sia tradizionale che
innovativa, sia ma-
tura che avanzata,
parte determinante di
qualunque economia
moderna che voglia
mantenere i fonda-
mentali secondo i qua-
li lindustria a crea-
re ricchezza mentre la
fnanza la trasferisce
(crea valore). Si vuol
dire che linvestimento
nei comparti avanzati
non alternativo n in contrasto con quello in settori
maturi: entrambi fanno parte della stessa medaglia
produttiva, del medesimo processo di sviluppo, delli-
dentico sistema socioeconomico. proprio lattuale
crisi generata dalla fnanza a dimostrare come la old
economy (leconomia reale) fosse ricchezza senza va-
lore mentre la new economy (leconomia virtuale)
valore senza ricchezza. E senza tralasciare, sempre
in tema di energie alternative non inquinanti quali
Economia
leolico, il geotermico, il fotovoltaico e le biomasse,
anche il nucleare, fondamentale per quella parte di
industria italiana (e bresciana) energivora (grande
consumatrice di energia) che voglia rimanere compe-
titiva rispetto alla concorrenza europea (a meno che
non si creda, come pensano coloro che non hanno mai
messo piede in una fabbrica, di alimentare gli elet-
trodi dei forni delle acciaierie con i pannelli solari o
le pale eoliche, fonti rinnovabili validissime ma per
altri impieghi e altri utilizzi).
ConTIGUIT e ConTInUIT
Tra MaTUro e aVanZaTo
La conferma della compatibilit e complementariet
tra economia tradizionale e economia innovativa
viene oltre al fatto che non si d industria avanzata
che non si innervi e si innesti su una diffusa e conso-
lidata base di economia manifatturiera matura da
unaltra evidenza. I due Paesi, la Germania e la Cina,
giustamente citati come casi esemplari di investimen-
ti nelle energie alternative sono quelli i cui modelli
economici si fondano sulla priorit della manifattura.
Due economie le cui rispettive industrie sidermetal-
lurgiche sono le maggiori del mondo: prima in Europa
nel caso tedesco e prima nel pianeta nel caso cinese.
Per dire che linnovazione di processo nei settori ma-
turi pu andare di pari passo con linnovazione di pro-
dotto dei settori avanzati, trattandosi di investimenti
non alternativi ma
compl ementari .
Pi chiaramente,
linvestimento nel-
le energie rinno-
vabili non contra-
sta come sembra
intendere Scarpa
con il migliora-
mento delle tecno-
logie tradizionali
poich le prime sono necessarie alla crescita quanto le
seconde. Nel caso di specie, non vero che Bruxelles,
prendendosi cura delle esigenze dellindustria tradi-
zionale con una pi congrua e pi consona normati-
va sul clima, abbia inteso penalizzare le aspettative
dellimprenditoria avanzata o rinunciare alla ricerca
o al sostegno allinnovazione. vero invece che, nella
fattispecie italiana (e bresciana), la manifattura resta
un pilastro portante del sistema industriale, e come
tale va tutelata (non protetta n assistita bens difesa).
anCHe Il TraDIZIonale
InVeSTe e InnoVa
Veniamo a unaltra critica: davvero quella tradizionale
una imprenditoria tacciabile di nessuna innovazione
o nessun investimento? Una corporazione grettamente
chiusa nella difesa dei propri interessi di parte e miope
XXVIII
Vecchia e
nuovaeconomia
sono due facce
della stessa
medaglia vale a
dire leconomia
senza aggettivi
Economia
VI
12
MESI
mArzo 2012
XXX
nei confronti delle novit.
Pare una affermazione
sommaria, per non dire
ingiusta. Lindustria tra-
dizionale italiana (leggi
sidermetallurgica e mec-
canica) non sorda n
indifferente alla tutela
ambientale. La siderur-
gia nazionale per citare
ancora il comparto bre-
sciano pi emblematico
dellaeconomia reale e pi
rappresentativo della old
economy ha investito ol-
tre 1 miliardo di euro ne-
gli ultimi dieci anni nelle
tecnologie ambientali,
senza contare gli altri pe-
santi investimenti realiz-
zati in tecnologie di prodotto e di processo conseguenti
anche agli smantellamenti incentivati dalla benemeri-
ta Ceca (la scomparsa Comunit europea del carbone e
dellacciaio che, mettendo sotto controllo comunitario il
carbone e lacciaio, per oltre un secolo fomite e causa di
guerre allinterno dellEuropa, ha garantito al Vecchio
Continente pace e prosperit assicurando le basi ma-
teriali della sua integrazione economica e unifcazio-
ne politica). Per inciso, ha ragione chi afferma che gli
smantellamenti siderurgici sono stati un macroscopico
caso di economia incentivata e quindi assistita, ma nel
contempo si trattato di uno straordinario e riuscito
esempio di politica industriale che la Ceca ha svolto per
mezzo secolo contribuendo al rinnovamento e rilancio
di un fondamentale comparto produttivo (una sorta di
piano Marshall dellacciaio dal quale la siderurgia
continentale, in particolare la elettrosiderurgia bre-
sciana delle minimills, uscita pi forte, effciente e
competitiva).
aMBIenTe e aZIenDe enerGIVore
La conferma di quanto detto viene dalle cifre di una
semplice statistica, quella relativa alla anidride car-
bonica (Co2) che misura il grado di inquinamento e
quindi il livello di tutela ambientale e sensibilit am-
bientalista. Dal 1990 ad oggi la riduzione di Co2 da
parte del settore siderurgico stata del 29%, mentre
limpegno dal 2005 al 2020 di ridurre le emissioni
di un altro 21%. Il che signifca una riduzione del
50% in trentanni.
La riduzione di emissioni inquinanti responsabili del
buco dellozono un obiettivo costoso, diffcile e impe-
gnativo quanto necessario. Con la recente decisione di
rendere gratuite per lItalia le quote di emissione per
alcuni comparti energivori per un valore di 5 miliardi
di euro, lEuropa ha dimostrato di capire limportan-
za del settore manifatturiero dal vetro al cemento,
dallacciaio allautomobile non solo per lItalia ma
anche per altri Paesi come Germania e Francia. Stra-
no che molti studiosi analizzando laccordo europeo
sul clima abbiano sottovalutato limportanza del ma-
nifatturiero per una economia come quella italiana
(e bresciana) la cui specifcit per fortuna conserva,
analogamente a Giappone e Germania, quel caratte-
re marcatamente produttivo di cui tutti auspicano la
crescita e il rafforzamento. E altrettanto singolare che
qualcuno ignori come lalternativa allaccordo Ue sul
clima sarebbe stata e sarebbe tuttora la migra-
zione nel Terzo mondo della nostra industria sider-
metallurgica, Brescia compresa, con enorme impove-
angela Merkel.
La lobby locale
pi potente
non lacciaio
o lottone
ma il latte:
non si spiega
altrimenti la
bocciatura
regionale
di una
centrale
turbogas nella
Bassa bresciana
emma Marcegaglia.
Economia
VI
1
2
MESI
mArzo 2012
XXXII
rimento della ricchezza nazionale (e provinciale) e con
gravissimo danno di quella economia reale da tutti
invocata come rimedio prioritario alle degenerazioni
della fnanza.
ITalIa In CoDa
In CUlTUra InDUSTrIale
Sia consentito di insistere ancora, trattandosi di un
tema della massima importanza: davvero i settori
tradizionali sono tacciabili di nessuna innovazione,
nessun investimento? superfuo ricordare, sempre
per citare un comparto maturo ma competitivo come
le 200 aziende siderurgiche italiane che danno lavo-
ro a non meno di 100mila persone compreso lindotto
fatturando qualcosa come 60 miliardi di euro, che il
maggiore responsabile dellinquinamento non il for-
no elettrico, di cui Brescia il principale polo nazio-
nale ed europeo, ma laltoforno, oltre ad altri comparti
quali trasporti e riscaldamento domestico. In secondo
luogo il tanto bistrattato forno elettrico divenuto e
rimasto competitivo nonostante le note criticit ita-
liane che lo penalizzano quali infrastrutture carenti,
oscillazioni speculative della materia prima, costo
dellenergia superiore del 30% alla media europea.
Il Governo italiano si mosso negli ultimi anni con
coerenza e determinazione in difesa della siderurgia.
La Confndustria, nella persona del suo presidente
Emma Marcegaglia, si fatta carico del problema es-
sendo riuscita, insieme ai colleghi francesi e tedeschi,
a creare un fronte comune che ha pesato in misura
decisiva in sede di formulazione fnale del protocollo
di Bruxelles sul clima. E infne due ultimi dettagli,
in apparenza poco pertinenti ma nella sostanza con-
testuali al problema. Quanto a protezionismo Stati
Uniti e Cina, Paesi spesso citati come esempi di libe-
roscambismo, sono i pi protezionisti proprio in re-
lazione allindustria, segno che si tratta di un bene
nazionale, un asset industriale strategico anche in
tempi di economie postindustriali. Basti pensare a
episodi emblematici occorsi negli ultimi anni in rela-
zione ad alcuni prodotti meccanici e metallurgici.
STaTo e MerCaTo, errorI eD orrorI
Quanto a cultura industriale, va ricordato che stori-
camente tale cultura nasce con lindustria dei metal-
li e della loro lavorazione, e in et moderna coincide
con lavvento del telaio meccanico della manifattu-
ra tessile e della macchina a vapore. Ma se c un
Paese carente ancor oggi di tale cultura lItalia.
giusto lappello ad una maggiore e migliore cultura
industriale, pi sensibile allambiente e pi attenta
alle fonti rinnovabili e a quanto ne consegue in ter-
mini di ricerca e innovazione tecnologica, ma senza
dimenticare che in Italia limpresa vista ancora
con sospetto, mentre allestero guardata con sim-
patia. Insomma, il passaggio dal paleoindustriale
al postindustriale non ancora passato attraverso
una compiuta maturit (cultura e civilt) industria-
le, ma piuttosto come una perdurante sottocultura
preindustriale. Ci perch ma qui, come si suol dire
quando si vuole evitare di approfondire si apre un
altro discorso che ci porterebbe lontano. Vale a dire
il fatto che in Italia, a differenza di altri Paesi, Stato
e mercato sono nemici, confittuali invece che con-
sensuali, configgenti invece che convergenti. Non
solo perch nati in epoche diverse, ma sopratutto
perch fgli di due culture diverse. Mentre il mercato
stato plasmato dalla cultura del Nord, lo Stato
stato forgiato dalla cultura del Sud. questo il vero
dualismo, la vera dicotomia, la cesura culturale, la
frattura morale, la spaccatura materiale che divide
il mercato dallo Stato. questa la madre di tutti gli
errori (e anche di tutti gli orrori).
PS Nessuno degli analisti di economia locale, nem-
meno gli specialisti del settore siderurgico, ha mai
spiegato le ragioni del decollo dellacciaio bresciano
negli anni 60. I due fattori determinanti, contraria-
mente a quanto si crede, sono stati sul piano genera-
le la nazionalizzazione dellenergia elettrica che ha
sottratto il costo della bolletta energetica alla specu-
lazione privata, e sul piano locale la Banca San Pao-
lo distintasi, pi di ogni altro istituto di credito, per
il supporto fnanziario alle nascenti imprese siderur-
giche delle valli nostrane. Si tratta di due coeffcienti
che hanno concorso, in tempi carenti di risorse, alla
nascita e sviluppo di quella che per mezzo secolo sar
la manifattura trainante delleconomia bresciana.
Le due leve dello sviluppo
siderurgico bresciano
del dopoguerra:
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Sede operativa ed amministrativa Via DellArtigianato n.72
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MESI
marzo 2012 12
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marzo 2012
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa Bresciana
ove la terra iMpera
Ghedi, Leno, Calvisano e Gambara: nella vita e nel lavoro vince la tradizione.
c
ontinua il nostro viaggio
nella Bassa, procedendo
spediti dalla citt lungo la
SP 24 per percorre la ser-
pentina di cemento che costeggia e
non di rado attraversa i paesi della pia-
nura padana.
Arriviamo a Ghedi, realt che ha quasi
raggiunto quota 19mila abitanti e che,
accanto alle tradizionali attivit agricole
(coltivazioni di cereali, ortaggi, forag-
di aLESSaNDra ToNIzzo
f
o
t
o
:

p
a
t
r
ic
k

M
e
r
ig
h
i
gi, vite e allevamenti di bovini, suini
e avicoli), ha ben sviluppato il tessuto
industriale (con una forte presenza del
comparto tessile), nonch diverse attivi-
t commerciali. La cittadina sede del
6 Stormo dellAeronautica Militare,
con laeroporto, ove ubicata anche la
stazione meteorologica di Brescia re-
gistra un periodo complicato: i nego-
zianti riportano una flessione negativa
del commercio oscillante tra il 40 e il 70
per cento e, parlando di uneconomia
povera, schiacciano locchio ai giovani,
in cerca non solo di lavoro, ma anche
di punti forti daggregazione. Mentre il
Comune si prepara ad accogliere unas-
sessore donna questa la sentenza del
Tar di Brescia in materia di quote rosa
, le modalit di recupero del bacino di
escavazione in via Borgosatollo fanno
discutere.
Leno sorge sulla sinistra del fiume Mel-
la e, attraversata dalla strada statale n.
668, nutre le sue 14.500 anime con
proficue coltivazioni di cereali, frutte-
ti, frumento, ortaggi. Leconomia
s
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locale, basata anche sulla produzione
industriale nei settori metalmeccanico e
calzaturiero, denota una regressione del
commercio e un incremento del settore
istituzionale/enti pubblici. Leno sem-
bra essere una delle rare eccezioni in
tema dimmigrazione nel bresciano: gli
stranieri presenti (anche in modo signi-
ficativo: nel 2009 se ne registravano pi
di 2mila) diventano parte integrante del
paese, disponibile al necessario connu-
bio didentit diverse.
Dopo soli 13 chilometri siamo a Calvi-
sano, paese ricco di risorgive noto per
la celebre squadra di rugby, il Cammi
Calvisano, e la produzione del caviale di
storione (1 posto a livello mondiale).
Qui, equidistanti da Mantova e Cremona,
si concentrano diversi capi di allevamen-
to dai suini ai tacchini , che fanno, nel
settore, eccellere il paese in Europa. I
paesani, che, pur facendo capo a Brescia
per diversi servizi (tra i quali quello sani-
tario) sentono di vivere in un ambiente
confortevole, vorrebbero una Calvisano
rinnovata: ancora una volta sono i ragazzi
il loro pensiero, perch possano conta-
re su strutture competitive e ritrovi che
li portino a confrontarsi non solo tra le
mezze pinte dei bar.
Ultima tappa, per questo viaggio, Gam-
bara: paese di quasi 5mila abitanti con-
finante con la provincia di Cremona. La
zootecnia, insieme ai comparti tessile e
calzaturiero, il settore trainante di una
terra profondamente legata ai propri riti,
tra i quali lancora sentitorogopropizia-
torio in aperta campagna. I gambaresi
lodano loratorio unica struttura sem-
pre aperta tra le aree limitrofe e molto
coinvolgente anche nei riguardi dei pi
grandi e sono orgogliosi della propria
riservatezza, della semplicit di unmodus
vivendi oltremodo rusticano.
Questa porzione di Val Padana rappre-
senta la tradizione che non vuole mori-
re, che si afferma preponderante nella
vita e nel lavoro, e che fa della terra in-
nanzitutto la benedizione di ogni nuovo
giorno.
V
IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
nelle pagine precedenti, leno.
in questa pagina, dallalto,
calvisano, Ghedi e Gambara.
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
Ci RACCOnTAnO
GhEDI
mIChELE PENDoLINI
(TuTTo uFFICIo) Via Mazzini
Lei di Montichiari, se potesse si tra-
sferirebbe a vivere qui a Ghedi?
No, perch vivo molto bene nella mia
cittadina.
Secondo lei cosa manca a Ghedi?
Sicuramente i parcheggi, inoltre un
peccato che non ristrutturino i numero-
si edifici del centro.
Sono cambiate ultimamente le abitu-
dini dacquisto dei vostri clienti?
Notevolmente: la gente spende molto
di meno, sta attenta a dove, a quanto
spende e a quello che compra, inoltre si
informa di pi sui propri diritti.
CarmINE DE roSa
(IL CaLzoLaIo) Via Verdi
Come va il lavoro?
Ha avuto un abbattimento del 60-70%.
Attualmente lavoro in media un paio di
ore al giorno e spesso non mi bastano
tre settimane di lavoro per pagare laf-
fitto.
Da quanti anni ha lattivit?
Da quasi trentanni.
Com cambiata leconomia di Ghedi
in questi anni?
uneconomia povera che ha risentito
fortemente della chiusura di alcuni sta-
bilimenti che davano lavoro a molte per-
sone. La gente spende poco e cerca di
risparmiare su tutto, tanto che mi capita
spesso di sconsigliare una riparazione
proprio perch non ne vale la pena vista
la scarsa qualit della scarpa.
Lofferta commerciale varia?
Qui non ci sono molti negozi, lo stesso
non si pu dire per le banche che sono
molto numerose.
Un difetto del paese?
Un individualismo notevole. Qui non ri-
esce a decollare niente, hanno provato ad
organizzare numerose manifestazioni, ma
senza esito. La gente nonsinteressa.
rENaTo TrECCaNI
(aBBIGLIamENTo) P.za Roma
La spesa del consumatore si abbas-
sata?
S, di un buon 40%.
Quali sono i capi che vanno di pi?
Quelli strettamente necessari, le per-
sone non sono pi disposte a spendere
per il superfluo.
Come vede Ghedi dalle vetrine del
suo negozio?
Commercialmente parlando, Ghedi
un paese che non esiste. Ha una men-
talit rurale, molto tranquillo ed offre
altre cose, ma dal punto di vista com-
merciale proprio non va.
Secondo lei cosa dovrebbe incentiva-
re il Comune?
LAmministrazione aiuta molto lam-
bulante, c il mercato settimanale del
gioved e quello della frutta il sabato, di
conseguenza anche la clientela indi-
rizzata al mercato. Abbiamo una piazza
molto grande che dovrebbe essere sfrut-
tata meglio, magari organizzando delle
fiere che attirino persone da fuori.
LuCa BarToLomEI
(CarToLIBrErIa EDICoLa)
Via Garibaldi
Il suo negozio commercia la lavan-
da, un articolo inusuale per la zona,
come mai questa scelta?
Abbiamo inserito la lavanda perch
di aLESSaNDra CaSCIo
renato treccani.
carmine de rosa.
s
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Usciamo da Ghedi in punta di piedi, lentamente,
perch qui il tempo pare essersi fermato dopo il
duro colpo inferto dalla crisi al commercio. Tristezza
e rassegnazione la fanno oggi da padrone in que-
sto antico borgo della Bassa bresciana che riuscir
ad uscire dalla spirale negativa che lha avvolto solo
adottando idonee politiche di sviluppo.
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
un prodotto del nostro Lago di Garda,
frutto di una produzione artigianale che
spazia in diversi settori: alimentare, co-
smesi, ecc..
apprezzata dai suoi clienti?
S, parecchio perch si tratta di un pro-
dotto locale venduto a un prezzo modi-
co. Pensi che larticolo pi caro ottenu-
to con la lavanda costa 25 euro.
Immagino che sia stata oggetto di
numerose richieste nel periodo nata-
lizio...
Esattamente, stata molto richiesta
come idea regalo di queste festivit.
Le prospettive per il futuro?
Credo che questanno non sar roseo. I
consumi sono diminuiti di un buon 40%,
soprattutto nel settore delledicola.
aLESSaNDro BaraTTa
(aBBIGLIamENTo) Via Garibaldi
Da quanti anni aperta lattivit?
presente sul territorio da quarantan-
ni, ma con lapertura dei centri commer-
ciali ha perso la funzione aggregante che
poteva avere un tempo.
Liberalizzazione degli orari di chiu-
sura/apertura dei locali: favorevo-
le?
Sono totalmente contrario perch non
allungando gli orari dapertura che si
permette alla gente di spendere di pi.
Con questa possibilit si vanno ad av-
vantaggiare ulteriormente le grosse ca-
tene distributive a discapito dei piccoli
commercianti.
Cosa offre Ghedi ai giovani?
Non granch, il paese dei bar. Sono
i centri commerciali, invece, che ancora
una volta si sono organizzati a discapito
del paese, mettendo a disposizione della
gente diversi pullman gratuiti per farla
andare comodamente a spendere.
luca bartolomei.
alessandro baratta.
VOCE AI PASSANTI
le piace Ghedi?
Sandro, 34 anni
Se avessi la possibilit andrei a
vivere altrove. Qui non c niente
per noi giovani e il Comune non
incentiva nessuna manifestazio-
ne.
Luigi, 45 anni
Ghedi un paese tranquillo in
cui si vive abbastanza bene an-
che se non offre molto.
Cristiano, 35 anni
Sono anni che devono aprire il
teatro, la struttura fnita ed
costata pure un bel po di soldi,
ma non so come mai ancora non
sia agibile.
Loredana, 40 anni
La struttura del teatro pron-
ta da anni, ma mancano i sol-
di per completare il tetto. Per
come la vedo io, non lo apri-
ranno mai.
s
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
Ci RACCOnTAnO
LENo
GIuSEPPINa BoNazza
(CarToLErIa) Via Brescia
Sentite la crisi?
Non credo che ne stiamo uscendo,
penso che ci vorr ancora del tempo pri-
ma che le cose si rimettano a posto, per
sono ottimista.
Ha notato una flessione nelle vendite
nellultimo periodo?
Mah, ultimamente abbiamo molti
clienti nuovi che vengono da altri paesi.
Oltre ai prodotti di cartoleria, abbia-
mo cercato di offrire qualcosa di pi ai
clienti organizzando periodicamente
degli eventi, come il trucca bimbi per
carnevale. E questo ci sta ripagando.
Daquanti anni sietepresenti inpaese?
Siamo sul territorio da oltre cin-
quantanni. La nostra unattivit gesti-
ta a livello familiare.
Un pregio e un difetto di Leno?
un buon paese, dove le persone sono
amichevoli eottimistenonostantelacrisi.
ErrICa BErTazzI
(Bar KETTYS CaFF)
Via Michelangelo
In questo complesso ci sono molti lo-
cali sfitti, sempre stato cos?
Io sono qui da cinque anni e devo dire
che in questa zona le attivit aprono e
chiudono molto rapidamente. Di solito
non durano pi di sei mesi.
Come vanno le vendite?
Diciamo che la spesa media diminuita
di un buon 30%.
Ci descriva Leno in poche battute.
un paese tranquillo, che si d da fare.
disponibile nei confronti degli extra-
comunitari ed ha una buona amministra-
zione.
Sepotessechiederequalcosaal Sinda-
co...
Gli domanderei di prestare pi atten-
zione al centro, migliorando la viabilit
e i parcheggi. In quella zona ci sono
troppe auto.
I giovani di Leno frequentano il suo
locale?
di aLESSaNDra CaSCIo
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
A Leno, tranquillo centro multietnico della bassa
bresciana, il commercio non ha mai smesso di vivere
e la gente ti accoglie con un affabile sorriso sulle
labbra. La presenza di extracomunitari in questo co-
mune notevole, ma la popolazione non riscontra
da tempo problematiche legate al loro inserimento.
Giuseppina bonazza
e rosalia vielmi.
errica bertazzi.
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MESI
marzo 2012
A dir la verit il mio locale lo frequen-
tano i giovani di Manerbio e Bagnolo.
I nostri ragazzi, invece, preferiscono
uscire dal paese perch qui non c mol-
to.
STEFaNIa DaLmIaNI
(DaL ForNaIo) Via Roma
Da quanto tempo siete presenti in pa-
ese?
Da non molto, abbiamo preso in ge-
stione lattivit allinizio di questanno.
Scelta forte in un periodo di crisi...
Mio padre ha sempre fatto questo la-
voro altrove, ma a seguito di alcuni pro-
blemi familiari abbiamo deciso di aprire
unattivit in proprio.
Come vede la clientela del posto?
Mi trovo bene con i clienti anche se
ancora non li conosco molto. Ho notato
con piacere che qui la gente esce di casa
e vive il paese.
rEGINa FaVaGroSSa
(aSSoCIazIoNE
EquoSoLIDaLE GENTES)
Via Re Desiderio
Questo genere di attivit apprezzata
in paese?
Preciso che questo uno spaccio per
soci, qui si vendono solo prodotti equo-
solidali e prodotti artigianali delle no-
stre missioni. Siamo aperti da 12 anni
ma stiamo in piedi grazie agli acquisti
dei volontari e dei soci.
Cosa offre Leno ai giovani?
Oltre alloratorio che organizza parec-
chi momenti di aggregazione, c anche
un centro giovanile vicino alla biblioteca
dove possibile praticare numerosi sport
e dove si organizzano le feste del paese.
Gli extracomunitari sono integrati?
Qui cenesonotantissimi. Molti, sia bam-
bini che adulti, sono veramente integrati,
pensi che alcuni bambini conoscono per-
sino il nostro dialetto; altri, invece, con-
tinuano a rimanere isolati e a non volersi
integrare conil resto della comunit.
stefania dalmiani.
regina favagrossa.
VOCE AI PASSANTI
marta, 24 anni
Cosa cambierei in paese? Dimi-
nuirei i parcheggi: in centro ce ne
sono troppi e spesso diffcolto-
so camminare in tranquillit.
Ennio, 63 anni
Se potessi farei delle piste cicla-
bili che percorrono le vie princi-
pali del paese per permettere a
tutti di girare liberamente senza
dover per forza prendere la mac-
china.
alessandro, 28 anni
A Leno si vive tranquilli e gli
stranieri sono ben integrati.
Lorenzo, 16 anni
A volte ho un po paura ad usci-
re da solo, per spesso vedo le
pattuglie dei carabinieri che gi-
rano e questo mi rende sereno.
Claudia, 30 anni
Negli ultimi anni la sicurezza
migliorata, anche se non nascondo
che gli apprezzamenti degli stra-
nieri mi danno fastidio e mi metto-
no parecchio in soggezione.
s
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
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MESI
marzo 2012
Ci RACCOnTAnO
CaLVISaNo
Laura maGrI
(SToCh STYLE)
P.za XX settembre
Ha aperto nel 2008, in piena crisi:
come va?
Quella si sente, ma conciliando prez-
zo e qualit si riesce a stare in piedi.
Io poi lavoro molto anche con i paesi
limitrofi: Ghedi, Montichiari, Carpe-
nedolo.
La qualit della vita, qui
buona: un paesino piccolo, offre
comunque tutto ma, in ogni caso, poi ci
si sposta. Sono nata qui e non mi allon-
tanerei mai.
Avvertite molto la carenza dei servizi
sanitari?
No: siamo abituati a spostarci, poi sia-
mo giovani, non un gran problema.
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
A Calvisano si fanno i conti con un paese che non
pu dirsi cittadella, ma ha perso comunque la sua
componente pi ingenua. Crocevia di vecchio e
nuovo tra i visi come tra le vetrine Calvisa-
no una terra gradevole in cui sostare volentieri,
ascoltando parole e note lungo viuzze sempre
vive.
laura Magri.
di aLESSaNDra ToNIzzo
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
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Ist set generico_omino_200x260_ITA 22/02/12 15.06 Pagina 1
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marzo 2012
Andare a Brescia per noi allordine del
giorno, in 20 minuti ci sei.
Per i ragazzi ci sono offerte adeguate?
Per lo svago purtroppo no: ci sono i bar
per incontrarsi, ma poi basta. Bellesem-
pio la squadra di rugby, ma i rugbisti
qui sono molto meno di un tempo, e
anche loro si ritrovano perlopi al bar.
C carenza anche nelle attivit sportive,
cinema, per non parlare del teatro.
TIzIaNo PIzzamIGLIo
(PaNIFICIo PIzzamIGLIo)
Via Roma
Il suo un lavoro duro
Lo faccio da ventanni: la fatica, in ef-
fetti, sta tutta nellalzarsi di notte.
in cui la crisi si sente
La crisi, nel settore alimentare, non
creata dalla clientela, ma dai supermer-
cati: c troppa offerta. E nonostante
tutto si sta liberalizzando! Chi guadagna
lo Stato, mentre la fetta, per gli altri, si
restringe.
Come si vive a Calvisano?
un paese tranquillo, siamo ancora
una realt vivibile. Poi, si trova parcheg-
gio davanti al negozio, cosa che, gi a
Montichiari o Carpenedolo, con divieti
di sosta o simili, non pi possibile:
importante, perch oggigiorno tutta
questione di comodit.
E con la componente straniera, come
va?
Gli stranieri sono come gli italiani, ci
sono i buoni e i cattivi. Il problema la
mancanza di lavoro: chi non ha da man-
giare, alla fine, ruba. Faccio fatica io a
tirare avanti, mimmagino loro.
aNDrEa ParI
(FarmaCIa) Via Roma
Tra crisi e manovre, il suo settore non
se la cava molto bene
La crisi iniziata nel 2008, ma da noi
stata ampiamente superata tramite una
ristrutturazione e un adeguamento dei
prodotti, che hanno riportato il lavoro al
periodo pre-crisi.
Ecosa mi dice delle liberalizzazioni?
La legge vorrebbe allinearci, quanto a
farmacie, alla Grecia, che non mi sembra
abbia risolto, anzi, la qualit del sistema
peggiorata e gi si pensa a una marcia
indietro per le licenze.
Oggi si tente molto allautomedica-
zione: lo riscontra?
Potrebbe sembrare cos, ma il 40% del-
la gente chiede sempre qualcosa, vuole
la figura del farmacista: infatti, non so
quanto funzionerebbe il medicinale sul-
lo scaffale, con laccesso diretto. Anche
negli USA si sta ripensando a questo,
causa assicurazioni, perch il farma-
co non una merce comune. Serve un
numero calibrato di esercizi, che garan-
tisca qualit di servizio e buona concor-
renza.
Che paese Calvisano?
Un paese che, fino a 20 anni fa, rima-
sto prettamente agricolo, si sviluppato
ultimamente nellartigianato e nellin-
dustria, e cos facendo anche aumen-
tato di numero. Con la crisi, e la chiu-
sura di alcune aziende, neo-comunitari
ed extracomunitari hanno abbandonato
il paese, si sentita questa mancanza.
Chiese e piazze ristrutturate lhanno poi
rivalutato.
DomENICo BruNELLI
DIGITaL FoTo BruNELLI
Viale stazione
Che cambiamenti sostanziali ha visto
a Calvisano, dal 79 ad oggi?
Commercialmente il paese non cam-
biato molto: mancano delle strutture
innovative. Pu quindi sembrare una
realt vecchia, che ha certo mantenu-
to la sua tradizione, ma non si sviluppa
pienamente.
A livello di vivibilit?
Lo ritengo molto buono.
Lanima di Calvisano ancora rurale?
Direi di s, anche se ci sono molti arti-
giani. Vero che chi ha unattivit agri-
cola spesso deve abbandonarla, se i figli
non vogliono occuparsene: i giovani non
hanno intenzione di lavorare la terra.
Lavorativamente, quindi, cosaoffreil
paese ai ragazzi?
un po difficile, poi la questione ora
delicata. Ripeto, servirebbero strutture
innovative che permettano anche a loro
di poter aprire unattivit, di immettersi
nel mondo del lavoro.
Calvisano, comune videosorveglia-
to: com percepita la sicurezza in
paese?
Il problema dei furti serio e reale,
difficile da tamponare anche dalle forze
dellordine. Anche con i video e i pattu-
gliamenti non mi sembra cambiato mol-
to spesso vengono qui a rifare le foto
dei documenti dopoi borseggiamenti.
domenico brunelli.
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
sconto poggenpohl il 12 e cantieri.psd
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marzo 2012
VOCE AI PASSANTI
Davide, 67 anni
Oggi c la rivolta dei forconi?
Ma se ci rivoltiamo noi del Nord,
allora s che scoppia sul serio una
rivoluzione
Carla, 54 anni
Calvisano un paese curato,
anche esteticamente, in cui si
vive bene
Pino, 75 anni
Ormai mi sto disamorando del
paese: lascio che siano i miei fgli
ad occuparsi delle cose contin-
genti
mirko, 28 anni
Mancano proposte importanti
per noi giovani: il paese vec-
chio!
Ci RACCOnTAnO
GamBara
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Gambara un paese diverso da quello che rammen-
tavamo. Anche se il clima ricorda sempre una landa
un po sparviera, la gente pare pi serena, non si
respirano solitudini remote. Aprono nuovi negozi,
quelli storici si rinnovano: la faccia, questa, di chi tie-
ne testa alla crisi.
di aLESSaNDra ToNIzzo
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
LuCIa roSSI
(Bar GELaTErIa)
P.za XXV Aprile
Chi frequenta il suo esercizio?
In maggior parte donne e bambini,
specialmente destate, quando si ha vo-
glia di gelato. Non manca la clientela di
passaggio, per bere un caff al volo.
Gambara un paese
Della Bassa, un po pettegolo, ma a me
piace!.
Per, per molte esigenze, dovete spo-
starvi.
Questo vero, ma siamo abituati. Una
piscina, ad esempio, sarebbe una bella
cosa.
Per i ragazzi cosa c?
Bar, locali e una birreria per i pi gran-
di, mentre per gli altri funziona molto
bene il centro parrocchiale.
Cosa serve al paese?
Cambiare la mentalit: questo non un
paese morto, manifestazioni ce ne sono,
ma la gente, la sera, non frequenta il
proprio paese, il che un peccato.
GaBrIELLa LaNzoNI
(mErCErIa) P.za XXV Aprile
Lei ha appena aperto lattivit: che
coraggio, di questi tempi!
Sono qui da gennaio, e non me ne pento:
questo il sognodella mia vita, per il quale
ho cambiato lavoro arrivata a 50anni.
Si vive di sola merceria?
Ho inserito anche le riparazioni, per-
ch, di questi tempi, non si butta via
davvero niente. E poi lhobbistica, che
di gran uso: la gente mi ha accolta molto
bene, sta apprezzando.
Gambara, paesedallamentalitanco-
ra pienamente rurale?
Direi di s: sono un po chiusi e so-
spettosi. Ho abitato a Montichiari, e la
differenza si sente qui ancora molto
paese.
Cosa spera per il suo futuro?
Che la gente riprenda a vivere di pi
il proprio paese: chiss che, con il
caro benzina, non ci si muova davvero
meno! Gambara ha bisogno degli im-
put giusti.
CaTErINa aNGELI TIra
(GIoIELLErIa) P.za XXV Aprile
Quale crisi sta avvertendo?
Anche questo settore ha subito una
Gabriella lanzoni.
VOCE AI PASSANTI
Siria, 19 anni
Il paese un po chiuso, i gam-
baresi, poi, non fanno molta mo-
vida!
Lucio, 57 anni
Iniziative giovanile? Il centro
parrocchiale sempre aperto,
gremito di ragazzi
Chiara, 36 anni
Qui non mancano certo le feste.
Quella di San Giuseppe uno
spettacolo!
michele, 58 anni
Gestione del verde? Parchi e
piste ciclabili non ci fanno certo
lamentare
Laura, 43 anni
Sarebbe bello che Gambara ve-
nisse un po restaurato: acquiste-
rebbe molto di pi!
caterina angeli tira.
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MESI
marzo 2012
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V
IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/sud-Est
flessione, e in 20 anni ne ho viste molte.
Per, avendo ristrutturato il negozio,
penso che lavvertir di pi questan-
no.
Che Natale stato?
Devo dire discreto: nessun pezzo
importante, ma va bene cos, farei la
firma per replicarlo lanno prossi-
mo.
Gambara ha bisogno di un re-
styling?
S, ci sono degli stabili che necessite-
rebbero un restauro, specialmente nel
centro del paese.
Il traffico che attraversa il paese vi
preoccupa?
Non ci ho mai pensato: vivendo qui in
campagna non credo si percepisca un
problema ambientale.
Tendenza degli sposini di Gambara:
la scelta delle fedi.
Ora esistono anelli azzardati, ma qui
si resta assolutamente sul classico, ci si
ancora alle tradizioni.
LINa PIzzINI
(aBBIGLIamENTo)
Via Garibaldi
Questo negozio vendeva, nel 34,
tessuti e telerie: che cambiamenti ha
vissuto?
Quelli pi sensazionali li ho vissuti ne-
gli anni 60, con larrivo degli abiti con-
fezionati a scapito della sartoria. E poi
tutte le tendenze, dai jeans ai pantaloni
a zampa.
Che paese Gambara?
Una realt che sta andando un po
gi C difficolt con il lavoro, e
anche di ritrovo, specialmente per i pi
giovani.
cos chiusa, qui, la mentalit?
Non generalizzerei: c chi va, chi vie-
ne, il vecchio e il nuovo.
Le nostre domande a
TIZIANA PANIGARA, SINDACO DI GAMBARA
residenti e commercianti denota-
no la necessit di un restyling del
centro del paese che, attraverso
la ristrutturazione di alcuni stabili,
rinnovi limmagine di Gambara.
Lamministrazione ha proprio come
priorit il recupero del centro stori-
co, il cuore vitale del paese, e difatti
ha trasferito nel Pgt premi e incen-
tivi al riguardo. Finalmente il centro
storico, che per circa 50 anni stato
di ununica propriet, ora intravede
possibilit concrete di recupero. In-
vestimenti immobiliari, oggi, sono
diffcili, ma nonostante questo ab-
biamo dei contatti e ci stiamo im-
pegnando fortemente perch un
progetto concreto sia realizzabile:
unopera basata non sugli interessi
esclusivi dellimmobiliarista, ma sulle
priorit di tutti i cittadini. Rinnovare
questo scorcio di paese porterebbe
una boccata dossigeno a Gamba-
ra, perch cambierebbe la visione
dellingresso al paese stesso.
Come incentivare gli abitanti a vi-
vere pi attivamente il paese, an-
che la sera?
Non sono daccordo con chi dice che
il paese destate o nei periodi in cui
Gambara sarebbe tranquillamente vi-
vibile la sera non sia vissuto, perch
lo notevolmente. Abbiamo moltissi-
me associazioni che organizzano mani-
festazioni; ad esse, si sommano tutte
le attivit dellamministrazione comu-
nale, tanto che, nel nostro calendario,
non passa settimana senza eventi.
Gambara vivo e i cittadini sono par-
tecipativi, rispondono ai richiami. Tra
pochi giorni, il 17-18 marzo, ci sar la
nota Festa di San Giuseppe, che por-
ter non meno di 10mila persone. De-
state, poi, basta controllare il nostro
sito: solo alla Festa dellunit dopo
una cinque giorni di manifestazioni
per la Madonna della Neve, tra giochi,
cultura, arte e spettacoli pirotecnici ,
quando ad agosto solitamente c il
nulla, a Gambara transita un minimo di
3mila persone a serata.
lina pizzini.
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MESI
marzo 2012
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VaLLE CamoNICa
DECoLLa IL ProGETTo DEL DISTrETTo CuLTuraLE,
CoN uN NumEro NuTrITo DI INIzIaTIVE VoLTE a VaLorIzzarE
IL PaTrImoNIo NaTuraLISTICo-CuLTuraLE DELLa VaLLE.
uN LaBoraTorIo
PEr LarTE E PEr LImPrESa
L
a Valle Camonica guarda al
futuro. Dopo mesi di lungo
lavoro e di sforzi indirizzati
a costruire progetti di va-
lorizzazione del territorio, tempo di
nuove sfide e la priorit numero uno
rappresentata senza dubbio dal rilancio
turistico.
A tracciare il cammino da percorrere ha
iniziato nel 2009 il Distretto cultura-
le di Valle Camonica, nato in seno alla
Comunit Montana, grazie al sostegno
di Fondazione Cariplo nellambito del
pi ampio progetto Distretti cultura-
li. Questa importante realt, la prima
a sorgere in Lombardia, ha assunto nel
tempo un raggio dazione sempre pi
ampio. Il Distretto culturale, che riunisce i comuni della Valle Camonica e opera in
collegamento con gli assessorati alla Cultura e al Turismo della Comunit Montana,
entrambi in capo a Simona Ferrarini, presidente dello stesso Distretto, sorto allo
scopo di promuovere sul territorio camuno progetti culturali dal taglio sperimentale,
che spaziassero dallarte alle biblioteche, dai musei al cinema, dalla comunicazione
multimediale allimpresa. Non solo quindi cultura in senso tradizionale: il Distretto
di Valle Camonica un Laboratorio per larte e per limpresa. Molte risorse umane
stanno profondendo entusiasmo e voglia di fare nella costruzione di una nuova sfida:
il turismo. Il marchio del Distretto passato di mano a un progetto ben pi am-
pio denominato Valle Camonica, la Valle dei Segni: uno slogan, un concept che dal
marketing agli itinerari turistici ha lobiettivo di fare della Valle Camonica un vero e
proprio brand da posizionare sul mercato. A partire dal patrimonio darte rupestre
(rappresentato dal Sito Unesco con i suoi sette parchi archeologici) offrir al visitato-
re una vasta gamma di offerte, identificabili con questa pluralit di codici: Segni della
Natura, Segni del Benessere, Segni della Fede, Segni dello Sport, etc..
Il primo passo gi in corso dopera e riguarda il posizionamento della segnaletica
stradale dal fondovalle agli ingressi dei comuni, per ricostruire attraverso una cam-
pagna visiva i principali luoghi dinteresse turistico. A breve sar realizzato anche il
primo portale della Valle Camonica esclusivamente dedicato al turismo, che consen-
tir una visione unitaria delle ricchezze del patrimonio naturalistico-culturale. Nuo-
vi strumenti quindi per far conoscere questo territorio stanno per nascere: app per
smartphone, card-voucher, audio guide aggiornate, banche dati fotografiche, riprese
aeree, video, sportelli infoscuola. Ma soprattutto limportante progetto di residen-
zialit turistica alternativa dellAlbergo diffuso, presentata lo scorso febbraio anche
al Fai a Milano. Il lavoro non da poco e per supportare un progetto cos ambizioso
c bisogno di un nuovo soggetto che possa farsene carico. Per questo si sta ipotiz-
zando la creazione di un consorzio pubblico-privato per la Media Valle Camonica,
che si ponga in relazione con il Consorzio Adamello Ski di Pontedilegno-Tonale e
il Consorzio delle Terme di Boario. I progetti per il 2012 non si esauriscono qui.
In cantiere, per il prossimo mese di aprile, linaugurazione della Casa degli artisti
a Bienno, destinata a diventare un punto di riferimento per tutto il territorio.
Valle CamoniCa
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Pontedilegno tutti i mercoled
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MESI
marzo 2012
di FErDINaNDo maGNINo
TU E iL FisCO
seMpliFicare
con urGenZa
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UBRICA

entrato in vigore il Dl n.
5/2012, meglio conosciuto
come DL semplificazioni,
per effetto della pubblica-
zione sulla G.U. n. 33 (nel S.O. n.
27/2012). Diventano cos operative le
misure contenute nel Decreto, concepi-
te dal Governo come si legge nellin-
troduzione al testo al fine di assicu-
rare, nellattuale eccezionale situazione
di crisi internazionale e nel rispetto del
principio di equit, una riduzionedegli
oneri amministrativi per i cittadini e le
imprese e la crescita, dando sostegno e
impulso al sistema produttivo del Pae-
se.
Tra le semplificazioni pi rilevanti fi-
gurano quelle relative ai dati personali.
In particolare, lart. 45 del Dl semplifi-
cazioni interviene sullart. 34 del Codi-
ce della privacy. Non sar pi obbliga-
toria la tenuta di un Dps aggiornato,
e viene meno anche la facolt di avvalersi
di unautocertificazione sostitutiva o di
un Dps semplificato per i soggetti che
trattano unicamente dati personali non
sensibili e, come soli dati sensibili, trat-
tano quelli dei propri dipendenti e col-
laboratori, inclusi coniuge e parenti. La
tenuta del documento programmatico
sulla sicurezza stata infatti giudicata
dallEsecutivo un adempimento super-
fluo, e la sua soppressione dovrebbe
rispondere allesigenza di sgravare le
imprese dagli obblighi in tema di priva-
cy non strettamente necessari. Niente
da dire, adempimenti costosi e poco uti-
li, da tagliare. Punta a favorire le societ
anche lart. 37 del Dl semplificazioni,
che rimanda al 30 giugno 2012 il ter-
mine per comunicare lindirizzo Pec al
Registro delle imprese, qualora non si
fosse ancora provveduto. In realt que-
sto passaggio a mio avviso non sempli-
fica nulla, anzi, ancora una volta si pre-
mia chi non ha adempiuto nei termini
precedentemente stabiliti e si rimanda
lentrata a regime delle comunicazioni
tramite Pec che effettivamente potreb-
bero semplificare parecchie procedure
oggi ancora cartacee.
Di notevole interesse sono, poi, le modi-
fiche apportate dallart. 35 del Decreto
in commento alla disciplina dei control-
li societari nelle srl e del collegio sin-
dacale nelle spa. Premesso che in molti
casi i controlli diventeranno problema-
tici, in estrema sintesi, il Dl semplifica-
zioni va a ritoccare in primis lart. 2397,
comma 3, del codice civile. Mentre la
precedente versione consentiva alle spa
con ricavi o patrimonio netto inferiori a
un milione di euro di nominare un sin-
daco unico, scelto tra i revisori legali, la
nuova versione prevede espressamente
che il collegio sindacale possa essere
sostituito dal sindaco unico, qualora lo
statuto non disponga diversamente e vi
siano i requisiti per la redazione di un
bilancio in forma abbreviata.
Lo stesso art. 35 riforma drasticamen-
te anche lart. 2477 c.c., riguardante i
controlli facoltativi nelle srl, stabilen-
do la possibilit di prevedere nellatto
costitutivo la nomina di un revisore o di
un organo di controllo; questultimo, se
non disposto diversamente dallo statu-
to, composto da un unico membro ef-
fettivo. Quanto ai controlli obbligatori,
non pi prevista la nomina di un sin-
daco unico, bens del revisore o dellor-
gano di controllo (nel caso in cui si opti
per la nomina dellorgano di controllo,
anche se monocratico, vale la disciplina
sul collegio sindacale vigente nelle spa).
Il Decreto dovrebbe inoltre semplifica-
re le procedure amministrative tramite
Scia (segnalazione certificata dinizio
attivit), prevedendo anche ladozione
di successivi regolamenti per individua-
re le attivit sottoposte a segnalazione
certificata (con asseverazioni o senza) o
a semplice comunicazione, e le attivit
che invece si presentano libere. Lobiet-
tivo dei regolamenti dovrebbe quindi es-
sere quello di verificare quali tipologie
di autorizzazione conservare e quali, vi-
ceversa, eliminare. Continuare a riman-
dare a decreti attuativi d limpressione
che il legislatore abbia in mente unidea
ma non sappia come realizzarla; non il
massimo. Ricordo che il Decreto Legge
una norma che viene utilizzata per mo-
tivi di urgenza: se non ci sono i decreti
attuativi quella norma non , di fatto, ap-
plicabile; allora qual il motivo di tanta
urgenza?
Meritano un breve accenno, in chiusura,
alcuni provvedimenti di natura produt-
tiva e sociale, quali la soppressione del
vincolo della chiusura domenicale e
festiva per le imprese di panificazione
(art. 40) e la sperimentazione della car-
ta acquisti (art. 60), ossia la cosiddetta
social card di cui al Dl n. 112/2008,
recentemente reintrodotta dal Mille-
proroghe. La sperimentazione coin-
volger i Comuni con oltre 250mila abi-
tanti: entro 90 giorni, dovranno essere
cos stabiliti, ad esempio, i nuovi requi-
siti didentificazione dei beneficiari e
lammontare disponibile per ogni carta
dacquisto. E si rimanda
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MESI
marzo 2012
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UBRICA 100
di ENrICo maTTINzoLI
POLiTiCA E sOCiET
liBeraliZZaZioni
allitaliana
n
ella frenetica attivit del
Presidente Monti, con
lobiettivo di rilanciare
leconomia del Paese, vi
sono una serie di provvedimenti che,
nelle intenzioni del Governo, mirano
ad aumentare la produttivit e al tempo
stesso abbassare il costo dei servizi al
cittadino.
Premesso che condivido la necessit di
cambiamento se inteso come ammoder-
namento del sistema paese, condizione
indispensabile per la sopravvivenza della
nostra Nazione, nutro qualche perples-
sit sulle scelte finora attuate, in tema di
libert di mercato.
Il punto di partenza del decreto sulle
liberalizzazioni pare risulti essere in-
centrato su ci che un recente studio
dellOcse prevede come risultato delle
liberalizzazioni, ovvero un aumento del-
la produttivit dell8% nellarco di 10
anni, oltre ad una significativa diminu-
zione delle tariffe.
In Gran Bretagna, il paese pi libera-
lizzato dEuropa, le previsioni dellOr-
ganizzazione internazionale di studi
economici non trovano per riscontro,
tant che le tariffe sia per i cittadini che
per le imprese britanniche non sono
affatto diminuite. Infatti, negli ultimi
sei anni il costo dellenergia salito
del 98,4%, quello del gas del 65%, dei
servizi postali del 60,1% e il costo del
biglietto ferroviario risulta essere il pi
alto dEuropa.
Peraltro, lesempio citato quello di
un paese dove le regole imposte ai con-
cessionari, oltre che rigide e non aggi-
rabili allitaliana, prevedono clausole
risarcitorie a favore dellutenza in caso
di inadempienza al contratto. In Inghil-
terra, nel caso di ritardo nellallaccio di
una fornitura elettrica, il cliente viene
effettivamente risarcito, piuttosto che
portato allesasperazione e quindi a ri-
nunciare ad intraprendere unazione
risarcitoria nei confronti del gestore del
servizio, come accade da sempre nel no-
stro paese.
Ma veniamo a ci che le seppur timide
e parziali liberalizzazioni italiane han-
no prodotto negli ultimi anni, partendo
dallunico caso di diminuzione effettiva
delle tariffe, quello della telefonia, dove
la diminuzione stata negli ultimi quin-
dici anni del 10,9%, ma ampiamente
compensata negli ultimi dieci anni
dallaumento dellacqua (+70%), dei
rifiuti (+61%), del trasporto ferrovia-
rio (+53%), del pedaggio autostradale
(+49%), del gas (+43%) e dei servizi
postali (+30,4%), nella maggior parte
dei casi (si veda il trasporto ferroviario e
le Poste) non giustificato da una miglior
qualit del servizio.
Ci non significa che una politica di vera
liberalizzazione dai vincoli dellineffi-
cienza non debba essere attuata quanto
prima, ma senza correre il rischio di pas-
sare dal monopolio dello stato alloligo-
polio di poche grandi e gi note societ.
Il tema della gestione pubblica quindi,
dovr essere affrontato attraverso poli-
tiche di efficienza, non smantellando o
peggio ancora svendendo, ma ammo-
dernando.
Inoltre, mi chiedo perch e come una so-
ciet privata, vendendo lo stesso prodotto
alle stesse condizioni di mercato, debba
guadagnare e unanaloga societ pubbli-
ca debba macinare perdite. Non sarebbe
forse pi opportuno, prima di privatizza-
re, vederci chiaro e capire cosa e chi non
ha funzionato? Magari per scoprire che
anzich al posto di un tecnico esperto
del settore si affidata la gestione ad un
politicoimpreparato. Curioso, quindi che
qualcuno abbia ancora il coraggio di la-
mentarsi se i tecnici hanno preso il posto
dei politici nel governo del paese!
Infine, senza volerne fare una polemica,
tutto da dimostrare che liberalizzando
le licenze dei taxi (incidono dello 0,2%
sulla spesa delle famiglie italiane) il co-
sto delle tariffe diminuisca, ma ammesso
che sia cos, non sarebbe pi opportuno
prima liberalizzare assicurazioni auto,
banche e prodotti energetici?
promossa e patrocinata dalle associazioni
delle province di
Bergamo, Brescia, cremona, mantova, Verona
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131415 aprile 2012
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12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
La rEGIoNE CI ProVa, ma LaPI VIGILa.
Ci haprovato, laRegioneLombardia, ad
introdurre modifche nella gestione dei
Fondi interprofessionali, che per legge
dello Stato non pu subire deroghe se
nonconil consensodelleparti sociali ea
livello nazionale. Ci stava quasi riuscen-
do, tra la disattenzione e il disinteresse
dei pi, ma ci ha pensatolApi a rimette-
re le cose entro i giusti binari. Maurizio
Casasco non ci ha dormito su, ha visto,
ha letto, ha capitoed corsosubitoai ri-
pari, vergandouna lettera che nonlascia
adito a dubbi, come riporta Bresciaog-
gi. Il ruolo negoziale di regolamenta-
zione dei rapporti di lavoro attribuito
alle parti sociali nellambito della con-
trattazione collettiva nazionale, e non
puessere oggettodi deroga se nonper
accordo conle stesse e nellambito della
legislazione nazionale.
Conquesto secco e preciso monito lA-
pi ha detto stop a uniniziativa che, se
realizzata, avrebbe sminuito, e molto,
il ruolo delle associazioni, dei datori di
lavoro e dei sindacati nel delicato setto-
re della formazione professionale.
103
Pelo e
di iMManUeL
immanuel
@
dodicimesi.com
P
OsT-IT
Non unaltra piccola fammiferaia la
povera in questione, si tranquillizzi-
no gli emotivi e i cardiopatici. La pic-
cola in questione la Piccola Velocit,
lo scalo ferroviario di via Dalmazia,
il cui progetto di rilancio come Cen-
tro intermodale risale ormai al tempo
dei faraoni. Erano anche intervenuti
accordi precisi tra Ferrovie dello Sta-
PoVEra PICCoLa
Sedici acquisti, ma soltanto due scon-
trini fscali, pi uno parziale. que-
sto il risultato di uninchiesta svolta
dal Corriere della Sera. Non al sud o
nelle isole, ma a Brescia, nel centro di
una delle zone pi sviluppate dItalia,
nel cuore dei padani duri e puri. C
stato perfno chi una pasticceria nel-
la zona di via Crocifssa di Rosa ha
rifutato il pagamento col bancomat:
solo contante e niente scontrino, que-
sto il verbo dilagante! C stato an-
che chi, incredulo a fronte dell85 per
cento di evasori, ha voluto condurre
una sua personale inchiesta, col pro-
prio portafogli, con il seguente risul-
tato: 500 euro per una serratura, 320
al tapparellista, 180 allorologiaio,
300 per le tende. Totale 1.300 euro,
ricevute fscali neanche a parlarne,
nemmeno un conticino sul tovagliolo
LEVaSIoNE FISCaLE
a BrESCIa
ruTELLI Tra
GLI INSaPuTISTI
Come ha fatto il senatore Pd Lusi ad
impadronirsi di 13 milioni di euro
della ex Margherita? Semplice, se li
presi e se li messi in tasca, ci sareb-
be riuscito anche un bambino. Que-
sto perch nessuno controllava nulla,
come emerso in maniera lampante.
Rutelli, il presidente, si presenta-
to in televisione per dichiarare il suo
sconcerto, perch era stata tradita
la fducia assoluta che lui riponeva
in Lusi, che tutto era avvenuto a sua
to, Regione, Provincia, Comune e Aib,
lAssociazione industriale bresciana,
ma la conclusione infausta. Cade il f-
nanziamento regionale (9 milioni) della
bretella per laccesso allo scalo (18 mi-
lioni di euro), e cos il progetto resta in
braghe di tela. iniziata subito, invece,
la consueta fuga dalle responsabilit dei
vari attori sulla scena, ma la realt rimane
questa: dalla scena sparisce, molto pro-
babilmente, solo il centro intermodale,
allungando cos, a Brescia, la collana
delle occasioni perdute. A meno che, in
extremis, non si apra da qualche parte
qualche tavolo, ma non se ne vedono le
avvisaglie. Peccato, perch gli impegni
cerano stati, e la Piccola (quella dellAib,
questa volta) ci aveva lavorato molto, con
limpegno assiduo, personale e diretto
da Alberta Marniga, prima che passasse
alla presidenza della Fondazione Asm.
di carta, altro che Cortina o i Navigli.
Possibile che lAgenzia delle Entrate
o la Guardia di Finanza non possano
mandare in giro due agenti in borghe-
se a prendere qualche caff (non trop-
pi, se no diventano troppo nervosi, i
baristi, ovviamente), oppure a farsi ot-
turare qualche carie? Non servirebbe a
molto, ma almeno un pizzico di paura
in pi, perch tanta sfacciataggine ha
proprio superato la misura.
insaputa. A sua insaputa? Vogliamo
scherzare? Rutelli era il primo respon-
sabile di quei soldi, e se lui non ha vi-
gilato su di lui che ricade la colpa, e
non ci sono alibi che tengano. Colpa
grave, tra laltro, perch i soldi erano
degli italiani, erano entrati nelle casse
della Margherita grazie alla legge che,
aggirando il risultato del referendum,
aveva reintrodotto il fnanziamento ai
partiti attraverso la mistifcazione del
rimborso elettorale. Che rimborso
non , perch il rimborso presuppone
una spesa e la verifca della spesa, cio
il controllo. Che non c stato, perch
nessuno vuole che ci sia, perch pi
comodo cos, in questa nostra Repub-
blica in cui il popolo sovrano, fno
a quando lo permettono quelli che
stanno pi in alto, sugli scranni e tra
le scorte, perch, evidentemente, e
saggiamente, del popolo cominciano
ad avere paura.
VENTI mILIoNI DI Euro
PEr LE PICCoLE ImPrESE
Non saranno molti, ma non sono ne-
anche pochissimi, con questi chiari di
luna, e con il credit crunch che atta-
naglia le aziende, come ben sanno gli
imprenditori bresciani. Ed in mezzo a
tanti tavoli che discutono, forse me-
glio aprire anche uno sportello. Cos
deve aver pensato lApi, vedendo i
problemi delle imprese, e si adope-
rata, riuscendoci, a mettere insieme
un gruppo di banche (Banco di Bre-
scia, Banca di Valle Camonica, Banca
Popolare di Bergamo, ben nove Bcc
bresciane). Ma ha fatto una cosa anco-
ra pi importante, Maurizio Casasco,
che dellApi di Brescia il presidente.
Ha messo in piedi un comitato di in-
dirizzo e certifcazione per il credito,
presieduto dal prorettore dellUni-
versit di Brescia, Claudio Teodori.
Cosa far questo comitato? Erogher
i soldi, ovviamente, ma far una cosa
di importanza straordinaria: render
limpresa pi bancabile, per usare le
parole di Casasco, nel senso di aiutare
le aziende a migliorarsi, a rendersi pi
affdabili sotto un proflo fnanziario,
attraverso accorgimenti economici e
ahI, DaNNuNzIo!
Non centra nulla il poeta che, a sua
insaputa (questa volta proprio vero!),
ha dato il nome allaeroporto brescia-
no. Anzi, se gli fosse possibile, proba-
bilmente lo strapperebbe con ira fune-
sta dalle insegne di quel monumento al
nulla sucui volanoi corvi a Montichiari.
Ormai chiaro per tutti, lapalissiano:
Verona non vuole Montichiari, se non
come ruota di scorta o cestino dei rifu-
ti. Si saputo con certezza quello che
molti non ci voleva una grande intel-
ligenza avevano gi stracapito, tra i
normali cittadini, non tra gli addetti ai
lavori: non lo ha mai voluto, non lo vuo-
le e non lo vorr. Si sono illusi coloro
che ritenevano che, terminato il pe-
riodo di ristrutturazione del Catullo di
Verona, durante il quale Montichiari fu
la pista di scorta, si sarebbe sviluppato
unrapportodi profcua collaborazione.
Non cera spazio, ormai, dopo Malpen-
sa, dopo Bergamo, e quello residuo i
veronesi volevano, comprensibilmen-
te, tenerselo stretto. Lultima a lottare
per lautonomia di Montichiari stata
la Camera di Commercio di Franco
Bettoni, poi costretta ad arrendersi di
fronte allottimismo e alla fducia dei
pi, che nel DAnnunzio avevano in-
vestito soltanto gli spiccioli. Ora sia-
mo ormai alla resa dei conti; Passera
ha collocato Montichiari al di fuori del
sistema aeroportuale di interesse, reci-
tandone, in pratica, il de profundis. Tra
il disinteresse, tra laltro, dei bresciani,
per i quali, tutto sommato, non cambia
molto tra landare a Montichiari, piut-
tosto che a Bergamo o a Verona e che
comprendono benissimo che loccasio-
ne Brescia la perse tanti anni fa, quan-
do non esistevano Malpensa, Bergamo
e Verona. Montichiari, in quel tempo
avrebbe potuto diventare il grande hub
italiano, ma Brescia non colse loppor-
tunit. giunto il momento di guarda-
re la realt, di smetterla con gli sciocchi
ottimismi e con le espressioni di una f-
ducia senza i fondamentali, di smetterla
di sprecare risorse, magari compran-
do parte dei debiti di Verona. Cargo?
Voli stagionali? Rotte inconsuete per
destinazioni minori? Chiss, forse, su
questo versante, qualche spazio ci pu
essere ancora. Ma guardando alle cose,
meglio da soli, senza sogni, senza voli
pindarici, con concretezza, come si usa
a Brescia, o forse, come si usava.
IN aIB SEI INCoNTrI
SuLLa DIDaTTICa
Importante iniziativa promossa
dallAssociazione industriale brescia-
na nel campo della didattica. Sono par-
titi ben sei incontri seminariali, in via
Cefalonia, tutti incentrati sul rapporto
tra la didattica e i moderni strumenti
multimediali e di comunicazione. Si
inserisce nellambito del programma
delle Regione Lombardia eccellente
ed destinata ad insegnanti, docenti e
formatori, che potranno partecipare
gratuitamente agli incontri. Si tratta,
evidentemente, di uniniziativa di ri-
lievo, che si inquadra nel flone della
scuola e della formazione, alla quale
gli industriali bresciani dellAib stan-
no dedicando molta attenzione.
patrimoniali, ma anche attraverso un
pi adeguato approccio sotto il proflo
culturale, strategico e comunicativo.
Se si riuscir a perseguire lobietti-
vo, il risultato potr avere ricadute
rilevanti sullimprenditoria bresciana,
ben al di l dei 20 milioni di euro mes-
si a disposizione, che pure hanno un
alto valore, in assoluto, a prescindere
dai tempi che viviamo.
102
12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
104
R
UBRICA
di STEFaNo aNzuINELLI
BRAinsTORM
suGata Mitra
e Gli oscar di HollYWood
i
l prof. Sugata Mitra nato a Cal-
cutta nel 1952, uno scienziato
e docente di Education Techno-
logy presso luniversit di New
Castle in Inghilterra.
Dopo aver ottenuto un Ph.D. presso
lIndian Institute of Technology, si
specializzato in fisica dei semicondutto-
ri organici a Vienna prima e in Australia
successivamente. Dallinizio degli anni
80 sinteressa di computing networ-
king e delle relative implicazioni sulla
memoria e sullapprendimento, facen-
dosi portavoce della Minimally Invasive
Education da cui intraprender studi
che aiuteranno a decifrare i meccanismi
del morbo di Alzheimer.
Lattivit pedagogica ed educativa del
prof. Mitra stata alla base della for-
mazione e delleducazione di milioni di
giovani indiani, tra gli studenti pi po-
veri della terra.
Nel 1999 nei sobborghi di New Del-
hi, il gruppo di studio del prof. Mitra
install un computer allinterno di un
alloggiamento protetto da un vetro, in
un muro che separa la locale universit
dallo slum di Kalkaji, dove non esiste
una scuola pubblica locale. Il computer
nel muro era accessibile a tutti e divenne
molto popolare tra i bambini analfabeti
che iniziarono a utilizzarlo da soli, sen-
za alcun ausilio didattico. Il prof. Mitra
concluse quindi che lacquisizione di
competenze informatiche di base poteva
avvenire tramite un apprendimento ac-
cidentale e casuale, alla sola condizione
che gli studenti avessero accesso a un
computer collegato a internet con una
assistenza tecnica di base. In pochi mesi
e in maniera autonoma, gli studenti di
et compresa tra i 7 e i 12 anni impara-
rono linglese, migliorarono la propria
pronuncia e acquisirono competenze e
conoscenze pari a quelle che avrebbero
ottenuto frequentando una scuola.
Si cominci quindi a lavorare sul proget-
to di espansione territoriale di tale ini-
ziativa che si basava sul citato principio
denominato MinimallyInvasive Educa-
tion elaborato dallUniversit di Delhi,
con il supporto finanziario della World
Bank. In sostanza, il prof. Mitra teorizz
che gli studenti non avevano bisogno di
alcun intervento da parte di insegnanti e
apprendevano in maniera autonoma tra-
mite semplici processi logici di esplora-
zione, scoperta e lavoro di gruppo.
Nicholas Negroponte del MIT di Bo-
ston, fondatore della rivista Wired e del
progetto One Laptop per Child ha
definito questa iniziativa una Lavagna
Condivisa alla quale possono accedere
studenti nelle aree povere del mondo
che possono cos esprimersi, appren-
dere, esplorare e fare brain storming, al
fine di sviluppare progetti condivisi.
Ci che mi ha stupito del prof. Mitra, nel
corso degli incontri avuti in occasione
delle conferenze alle quali ha parteci-
pato come speaker, stata la semplicit
dellapproccio e la chiarezza espositiva.
Mi interessava infatti molto sapere come
avessero potuto risolvere i problemi
pratici di uso dellhardware, di connes-
sione, di collegamento elettrico nelle
aree rurali dellIndia, della Cambogia
e di altri sei paesi africani dove sono
state aperte e installate nel corso degli
anni, 300 stazioni di apprendimento
autonomo. Ho scoperto quindi che il
sostegno finanziario della Banca Mon-
diale ha consentito lingegnerizzazione,
la modifica e la messa in produzione di
moduli da installare nelle aree designa-
te, a un costo infinitamente inferiore
a qualsiasi altra soluzione educativa di
base. Gli studenti che oggi beneficiano
del progetto Hole in The Wall sono
300.000 e il prof. Mitra stato lispi-
ratore del soggetto del film Slumdog
Millionaire di Danny Boyle, vincitore
nel 2009 di 8 premi Oscar!
105
S
OCIET
a riscHio i Fondi
per la Malattia
del Bacio salato
Per la fbrosi cistica
sono stanziati 4,39 milioni
dei quali 3,10 milioni
per lassistenza e
1,29 per la ricerca. In
discussione labolizione
degli attuali metodi e
criteri di erogazione.
di LIBEro roSELLINI
M
a cosa sta succedendo?
Una delle rare volte che
nella sanit funziona
qualche cosa, si decide di
sparigliare le carte in tavola e di cambiare
addirittura le regole. Lallarme arriva dal-
la Lega italiana fibrosi cistica onlus (Lifc)
che denuncia come siano a rischio i fondi
che una legge del 1993 (la numero 548)
destina ai centri per la fibrosi cistica.
Nella discussione che si sta svolgendo in
questi giorni sul nuovo Patto per la Sa-
lute 2013-2015 sar infatti considerata
labolizione della quota di finanziamen-
to finalizzato del Fondo sanitario nazio-
nale (FSN) per malattie come laids o la
fibrosi cistica, con messa a disposizione
delle Regioni delle risorse dedicate, nel
fondo indistinto. Tradotto dal politi-
chese vuol dire che mentre prima lo
Stato dava direttamente i soldi ai cen-
tri precisa Giuseppe Vallaperta, bre-
sciano e vice presidente regionale della
Lifc saranno le Regione ad erogarli su
richiesta e con il rischio evidente di ren-
dere molto pi burocratico tutto il mec-
canismo. Non solo. A preoccuparci
anche quella definizione di fondo indi-
stinto. Se ci saranno ancora soldi, con
quali criteri verranno erogati?.
La legge, pur nellinadeguatezza dei fon-
di stanziati che negli anni non sono mai
stati rivalutati mentre i pazienti sono rad-
doppiati (attualmente 6mila in Italia e 3
milioni di portatori sani) chiara: per
la fibrosi cistica in Italia sono stanziati
4,39milioni di euro dei quali 3,10milio-
ni per lassistenza e 1,29 per la ricerca,
ripartiti tra le Regioni in base al numero
dei malati e degli abitanti. Il Centro a
Brescia nato nel 2003 ed assiste circa
120 malati tra bambini e adulti mentre
a Milano i pazienti sfiorano i settecento
aggiunge Vallaperta ; con la nuova
riorganizzazione si rischia di vedere an-
dare in fumo quasi un milione di euro,
essenziali per continuare a far vivere i
due centri. Come associazione abbiamo
fatto sempre il possibile per sostenere il
lavoro degli operatori con borse di studio
per specialisti, lacquisto di macchinari,
corsi di formazione del personale medico
e infermieristico, che sulla malattia deve
avere una particolare specializzazione.
I risultati, con questa legge e con que-
sta impostazione, sono stati ottimi se i
centri per la fibrosi cistica sono presi ad
esempio in tutta Europa. LItalia, infatti,
stata in grado di ottimizzare le risorse
disponibili riducendo i costi e, grazie an-
che allo sviluppo della ricerca e alla sco-
perta di nuovi farmaci, diventata il paese
in Europa con la migliore sopravvivenza
(et media 21,1 anni, contro i 15,7
s
12
MESI
marzo 2012
della Francia, i 18,7 dellInghilterra, i
17,6 della Germania e 12,4 della Grecia.
Fonte: Registro Europeo FC).
Lo scopo della nostra Associazione
aggiunge ancora Giuseppe Vallaperta
quello di aiutare i malati e le loro
famiglie nella gestione quotidiana della
malattia. Ed in questa ottica che vo-
gliamo realizzare un grande progetto:
quello di creare allinterno degli Spedali
Civili di Brescia, un piccolo reparto di
tre o quattro camere singole. Attual-
mente i bambini sono curati nel reparto
di pediatria mentre gli adulti in quello
di pneumologia. Perdere i fondi della
legge 548 farebbe ovviamente slittare
tutto. In questo clima di tagli ricorda
il vice presidente dellAssociazione la
richiesta da parte delle Regioni di svuo-
tare di contenuto economico la legge
548/93 produrrebbe gravi danni sia in
termini di sopravvivenza sia in termini
economici. Stupisce e preoccupa che
siano le stesse Regioni a introdurre una
riflessione del genere contro una legge
moderna, presa a modello per altre pa-
tologie, e che in Italia ha portato enormi
benefici in termini sia di organizzazio-
ne, sia di risparmi, sia di durata della
vita per i pazienti affetti dalla malattia
del bacio salato, cosiddetta per leffetto
salato lasciato sulle labbra dei genitori
dalla saliva del loro bambino malato.
La legge ha definito la malattia: im-
portante per la sua gravit, per la com-
plessit delle manifestazioni cliniche e
dei bisogni di cure, per gli elevati costi
assistenziali e i complessi bisogni or-
ganizzativi, ed infine per la necessit
dinvestimenti in ricerca scientifica
qualificata. In questi anni conclude
Vallaperta le associazioni hanno so-
stenuto con tutte le energie possibili,
soprattutto economiche, i centri di cura
di riferimento, ma nel caso si dovesse
attuare la proposta di tagliare i finanzia-
menti, siamo preoccupati che il diritto
alla salute, tanto auspicato dai nostri
padri costituenti, verrebbe meno. Un
rischio che si vuole evitare ma che non
muterebbe limpegno dei volontari che
per la prossima primavera/estate hanno
gi in programma lorganizzazione di
eventi per la raccolta fondi.
106
S
OCIET
la fibroSi CiSTiCa
Nel Dna di Anna c scritto che re-
spirare le coster fatica. Questa la
fbrosi cistica, la prima malattia ge-
netica che non tutti conoscono. Per
questo abbiamo utilizzato alcune
delle domande pi frequenti presen-
ti sul sito dellAssociazione (www.
fclombardia.it) con lo scopo di dare
ulteriori informazioni sulla malattia.
Cos la fbrosi cistica?
una malattia genetica ereditaria
autosomica recessiva: una coppia di
genitori entrambi portatori del gene
con una mutazione genera fgli ma-
lati con una probabilit del 25 per
cento (a ogni gravidanza). La muta-
zione genica altera il funzionamento
della proteina Cftr che sovrintende
allo scambio di cloro attraverso le
membrane cellulari. Per il mal fun-
zionamento di questa proteina ogni
cellula scambia anche sodio e di con-
seguenza acqua in modo irregolare
e le conseguenze pratiche sono il
funzionamento anomalo di diversi
organi ove sono presenti ghiandole
esocrine.
Come pu manifestarsi la fbrosi
cistica?
Alcuni tra i pi comuni segni e sin-
tomi sono: tosse insistente con
espettorato particolarmente denso,
infezioni respiratorie ripetute, scarso
accrescimento o perdita di peso, di-
sturbi intestinali con feci untuose e
maleodoranti, pelle di sapore salato.
Come si fa la diagnosi di fbrosi ci-
stica?
Se un medico sospetta la fbrosi ci-
stica, prescrive lesecuzione del test
del sudore. un test non doloroso e
non invasivo con il quale si misura la
quantit di cloro presente nel sudo-
re. Nelle persone affette da fbrosi
cistica, infatti, il contenuto di cloro
nel sudore notevolmente pi alto
che nelle persone non affette.
La fbrosi cistica una malattia
mortale?
Negli anni 50 era improbabile che
un bambino con fbrosi cistica potes-
se superare lanno di vita. Nel corso
degli anni laspettativa di vita delle
persone con FC andata costante-
mente aumentando. Attualmente
let media di sopravvivenza di cir-
ca 30 anni e continua ad aumentare
di anno in anno. Alcune persone con
fbrosi cistica hanno tuttavia gi su-
perato i 50, i 60 e anche i 70 anni.
Si pu guarire dalla fbrosi cistica?
Attualmente non si pu guarire
dalla fbrosi ma le persone affette
possono essere effcacemente cu-
rate. La malattia pu essere tenuta
sotto controllo in modo adeguato
attraverso il controllo delle infezio-
ni polmonari, il mantenimento di un
adeguato livello nutrizionale e di una
funzione polmonare adeguata, in
particolare attraverso la fsioterapia
respiratoria.
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12
MESI
marzo 2012
109
C
ULTURA
il caMBiaMento
parte dai BancHi
di scuola
Filosofa in francese. Educazione fsica in tedesco. E appunti al computer.
a settembre debutter il Liceo internazionale per limpresa di aib.
Con molte novit rispetto agli istituti tradizionali.
di aNDrEa TorTELLI
i
l primo diplomato potrebbe
arrivare gi tra quattro anni.
Nellestate 2016. E rispetto ai
coetanei sembrer quasi un mar-
ziano. LAndrea o la Sara di turno, infat-
ti, parler inglese, francese, tedesco e
cinese. Magari avr studiato anche gre-
co antico e latino. Voltaire lavr letto
s
in lingua originale nelle ore di filosofia,
prendendo appunti su un notebook o
sulliPad. E che cos il metodo Fosbury
(il Fosbury Flop, quello che rivolu-
zion il salto in alto portando gli atleti a
rovesciare il corpo allindietro rispetto
al legno) lavr imparato durante le ore
di educazione fisica: come tutti s, ma
direttamente in inglese. Oppure in te-
desco. Sar questo con tutte le varianti
del caso il profilo dei maturi del Li-
ceo internazionale per limpresa Guido
Carli, avventura formativa promossa
da Aib che aprir ufficialmente i cancelli
agli studenti nel mese di settembre.
Il primo annuncio del presidente
dellAssociazione industriali Giancarlo
Dallera e del vice con delega allEdu-
cation Franco Gussalli Beretta risale
al 2009. Un percorso lungo e tor-
Progetto START2
ripartito il progetto START, progetto del sistema camerale in collaborazione con Regione Lombardia,
con lobiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese.
Il progetto START rivolto a inoccupati, disoccupati, cassintegrati, iscritti alle liste di mobilit, maggio-
renni, residenti o domiciliati in Regione Lombardia che siano intenzionati ad avviare unattivit dimpresa,
con sede legale ed operativa in Lombardia.
Una particolare attenzione, in termini di servizi dedicati, disponibilit di risorse e riserva di posti per lacces-
so alle azioni previste dal Bando, riservata ai giovani under 35.
Il percorso del Progetto START a STEP, e solo dopo aver partecipato con esito positivo al primo di questi,
sar possibile accedere in ordine obbligatorio ai successivi:
STEP1:seminaridiorientamento sullimprenditorialit;
STEP2:corsidiformazione teorico pratici sui fondamentali dellavvio di impresa (fscalit, obblighi
contributivi, pianifcazione economico fnanziaria, marketing) e che porteranno allelaborazione di un
quaderno di lavoro sul progetto imprenditoriale;
STEP3:assistenzapersonalizzata per la stesura del proprio Business Plan;
STEP4: richiesta di contributi a fondo perduto pari al 70% delle spese per investimenti materiali ed
immateriali riconducibili allavvio dellimpresa, al netto di IVA, fno ad un massimo di:
- Euro 4.500,00 per le ditte individuali
- Euro 6.000,00 per le societ
Per le imprese giovanili invece sono previsti i seguenti massimali:
- Euro 5.500,00 per le ditte individuali
- Euro 10.000,00 per le societ.
STEP5:azioni di assistenza alla rendicontazione delle spese per le imprese ammesse al contributo;
STEP6:sostegno alloccupazione con lerogazione di voucher per linserimento lavorativo dei giovani;
STEP7:azioni post-contributo di tutoraggio, mentoring, affancamento alla gestione e consulenza spe-
cialistica per i primi 24 mesi di vita dellimpresa. Tale servizio sar erogato solo alle imprese giovanili.
Come nelledizione precedente, anche in questa saranno impiegati docenti con esperienza sia didattica che
professionale/imprenditoriale, in grado di permette agli aspiranti imprenditori di avere una visione pragma-
tica, realistica, ma allo stesso tempo tecnica, di cosa signifchi fare impresa oggi.
Infne, le novit di questanno sono le azioni post contributo di assistenza fnalizzate a indirizzare e consoli-
dare la fase di avvio dimpresa, nonch lapprofondimento allinterno dei corsi di formazione, dei temi legati
allutilizzo di strumenti di marketing innovativo.
SONO APERTE
LE ISCRIZIONI
PER I SEMINARI
dI MARZO
Per informazioni, approfondimenti e adesioni,
a disposizione il Punto Nuova Impresa della Camera di Commercio di Brescia,
contattabile telefonicamente ai n.030.3725298 / 030.3725264
o tramite posta elettronica allindirizzo pni@bs.camcom.it.,
ovvero al sito dedicato www.start.lombardia.it
12
MESI
marzo 2012
110
C
ULTURA
tuoso, che a febbraio di questanno ha
portato alle prime prove di ammissio-
ne per lanno scolastico 2012-2013.
Allappuntamento si sono presentanti
in 45, maschi e femmine in egual nu-
mero. E al termine di un percorso ba-
sato su prove per laccertamento delle
competenze e su un colloquio motiva-
zionale la commissione guidata dalla
direttrice Barbara Ongaro ha scelto
una trentina di ragazzi. I migliori. Sa-
ranno loro, divisi su due classi, i primi
alunni dellistituto intitolato al brescia-
no Carli, gi Governatore della Banca
dItalia (1960-1975), presidente di
Confindustria (1976-1980) e ministro
del Tesoro (1989-1992).
Il progetto della scuola oggi ospitata
da Isfor 2000 ambizioso quasi come
la biografia di Carli. E, come spiega On-
garo, nasce da un mix di qualificate espe-
rienze internazionali adattate al quadro
italiano e alla tradizione umanistica oc-
cidentale. Tre gli indirizzi: scientifico-
tecnologico, economico-giuridico e di
cultura generale (qualcosa di simile al
Classico), con il tratto comune dello
studio di una pluralit di lingue (due o
tre comunitarie, una extraeuropea ed,
eventualmente, quelle morte). Il pri-
mo biennio sar trasversale ai tre ambiti.
Il secondo, invece, legato allindirizzo
scelto e avvalorato da stage in azienda
e summer job. Con un eventuale quinto
anno di ulteriore approfondimento (lo-
biettivo, per, che gli studenti chiuda-
no prima la loro esperienza, chiedendo
lanticipo per merito). Una macchina
costosa, che sar finanziata dalle rette
degli studenti (circa 8mila euro lanno,
ma i meritevoli avranno a disposizione
diverse borse di studio) e direttamente
da Aib.
Lobiettivo del nostro istituto spiega
Ongaro quello di formare ragazzi che
abbiano lapertura mentale e culturale
necessarie per stare al mondo, un pen-
siero critico allenato, capacit decisio-
nale, forte senso di responsabilit e re-
lazioni solide con lesterno. Giovani che
sappiano utilizzare (al meglio) le lingue
straniere e la tecnologia come strumenti
per accedere direttamente alle fonti del-
la conoscenza. E che non rinuncino per
lo studio a fare sport o alle uscite con gli
amici. Limpegno richiesto significati-
vo, ma per onorarlo non sar necessario
stare sui libri fino alle due di notte: la
qualit conta pi della quantit. E il Gui-
do Carli cercher di tradurre il principio
in realt.
In questo difficile lavoro, comunque,
Ongaro non sar sola. Una decina i do-
centi fissi, a cui si aggiungeranno vi-
siting professor e insegnanti a contratto
per gli studi pi settoriali. La selezione
non sar soltanto in ingresso, ma conti-
nua. Allaggiornamento sar legata par-
te dello stipendio. E i professori saranno
valutati, da un comitato tecnicoscienti-
fico di livello, sia sulla base del curricu-
lum (che dovr comunque comprendere
anche esperienze allestero), sia sul ver-
sante della capacit educative. Perch,
spiega la direttrice, i nostri insegnanti
devono essere innanzitutto maestri,
cio capaci di trasmettere i loro insegna-
menti ai ragazzi, accompagnarli nel per-
corso e motivarli al meglio. Una vera e
propria rivoluzione culturale. Che parte
dalla terra del tondino.
la SCheda PerSonale
Laureata con lode in Filosofa, Barba-
ra Ongaro docente e membro dello
staff del direttore delluffcio scolasti-
co regionale, dove si occupa di for-
mazione interna e innovazione. inol-
tre presidente dello Studio Pirovano
Consulting srl, societ milanese che
opera nellambito della formazione,
della consulenza e del coaching per le
Risorse umane. Giornalista pubblicista,
ha collaborato con alcune testate locali
e nazionali. Con Fabrizio Pirovano ha
pubblicato il libro La comunicazione
persuasiva (Dve Italia). la prima di-
rettrice del Liceo internazionale per
limpresa Guido Carli di Brescia. una
scelta professionale dettata dalla passione educativa afferma ma anche da
un briciolo di idealismo, perch vorrei contribuire a cambiare le cose ridando
speranza e futuro a dei giovani che oggi vedo molto disorientati.
12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
113 112
C
ULTURA
taGliaFerri
il volto storico
della citt
antonio e Giovanni Tagliaferri sono stati tra i maggiori protagonisti
dellarchitettura bresciana tra ottocento e Novecento.
di IrENE PaNIGhETTI
i
l monumento ad Arnaldo da Bre-
scia, il Santuario delle Grazie, la
sede del Cab in piazza Duomo,
lo scalone della Loggia, il re-
stauro del Broletto: sono alcune delle
opere principali realizzate dallarchi-
tetto Antonio Tagliaferri e dal nipote,
lingegnere Giovanni Tagliaferri, attivi
interpreti della vivace scena architetto-
nica bresciana a cavallo tra Otto e No-
vecento, a quali si devono anche due
importanti realizzazioni a Lonato: la
Casa del Podest e la villa per il nobile
Antonio De Riva Sabelli.
Tuttequesteoperesarannoal centrodelle
Giornate di Primavera, la manifestazio-
ne organizzata dal Fai (Fondo ambiente
italiano) nelle principali citt italiane con
lobiettivo di offrire a migliaia di cittadi-
ni appassionati di storia, arte e cultura la
possibilit di accedere a beni difficilmente
accessibili. ABrescia nei giorni 24e 25
marzo la manifestazione verter sulla di-
vulgazione delle opere di queste due im-
portanti figure locali conlapertura di ben
15 siti dove possibile osservare il loro
lavoro. In particolare il paese di Lonato
ha assunto un ruolo rilevante, con la sua
chivisticoTagliaferri, che dallannoscorso
allaFondazioneUgoDaComodi Lonato
del Garda, in seguito alla donazione fatta
dai discendenti. Con i suoi quasi quattro-
mila disegni (opere tanto dellarchitetto
Antonio, quantodellingegnere Giovanni)
il fondo permette di rintracciare i progetti
e il procedere dei cantieri (anche di re-
stauro) dei maggiori monumenti cittadini.
Nel fondo Tagliaferri sono presenti anche
quasi quattrocento opere a stampa, come
monografie, prontuari di architettura, re-
pertori e periodici di architettura e inge-
gneria, e sono conservate testimonianze
(anche documentarie) di tutti i progetti re-
alizzati da Antonio Tagliaferri tra il 1870
e il 1909 e in particolare nuclei completi
(comeper laCasadi AchilleBertelli di Bre-
scia tra 1898 e 1899, per Villa Fenaroli a
Fantecolotra 1895e1897, per il Castello
Bonoris di Montichiari tra 1890 e 1892),
costituiti dai bozzetti, dalle tavole esecuti-
ve, dai dettagli decorativi, dagli acquerelli
per la decorazione adaffrescodegli interni
e per la realizzazione dei singoli mobili in
legno per larredamento.
Davvero incredibile poi il fondo foto-
grafico costituito da oltre duemila scatti
che facevano parte degli strumenti tec-
nici dello studio di architettura sia di
Antonio che di Giovanni. Questultimo
coltivava unautentica passione per la
fotografia, tanto che il Fondo compren-
de pure 600 lastre di vetro fotografiche
da lui realizzate.
la CaSa del PodeST di lonaTo
Specchio fedele dellideale di vita
borghese, colto e flantropico del suo
proprietario, il senatore bresciano
ugo Da Como, la Casa del Podest di
Lonato una delle case museo meglio
conservate dItalia, affascinante per la
sua posizione, ai piedi di una grande
Rocca medievale da cui si gode uno
splendido panorama sul lago di Gar-
da, e per la sua storia. Ad abitarla fu
fno al 1941 ugo Da Como, personag-
gio di spicco della corrente liberale
democratica di Zanardelli, uomo di
grande cultura, collezionista appas-
sionato, biblioflo, storico di fama.
e proprio per dare alle sue collezio-
ni una cornice adeguata, il senatore
decise di acquistare nel 1906 lantica
casa del Podest di Lonato, ormai ri-
dotta a rudere ma ricca di echi storici
ed evocativi, e di affdarne il restauro
allarchitetto Antonio Tagliaferri, il pi
signifcativo rappresentante della cor-
rente eclettica allora di gran moda.
Anche se la dimora nacque come una
casa di vacanza, probabile che fn
dallinizio ugo Da Como avesse li-
dea di farne un museo, sulla falsariga
dei cosiddetti musei privati (non
dipendenti cio dallo stato o dagli
enti locali) che avevano incominciato
a prendere piede dalla met dell800.
Volont che espresse chiaramente nel
1929, quando scrisse nel suo testa-
mento di voler istituire un ente auto-
nomo per poter giovare con le mie
raccolte darte e di storia, coi libri e gli
incunaboli, i codici, i manoscritti, agli
studi, svegliando nei giovani lamore
alle conoscenzeIntendo che la casa
detta del Podest, le annesse biblio-
teche e i mobili rimangano come ora
si trovano, senza cambiamenti che ne
pregiudichino larmonia. e cos sta-
to. Alla sua morte, la dimora fu chiusa,
ma la Fondazione continu a lavorare,
arricchendo la biblioteca di migliaia di
volumi e istituendo borse di studio.
Oggi la Casa del Podest aperta tut-
ti i giorni. Per informazioni e orari di
visita: www.fondazioneugodacomo.it
Casa del Podest, restaurata da Antonio
Tagliaferri tra il 1907e il 1909per lallo-
ra deputato Ugo Da Como.
Antonio Tagliaferri (Brescia 1835-
1909) una figura dominante nel
campo dellarchitettura bresciana tra la
seconda met del XIX secolo e i primi
anni del XX. Non vi fu opera di qualche
rilievo in Brescia e Provincia nella quale
egli non abbia avuto un ruolo. Studi
alla scuola dellArchitetto Rodolfo Van-
tini e poi allAccademia di Brera. Apr
uno studio a Milano, occasione che gli
permise di ottenere ampi riconoscimen-
ti, oltre che di intessere fitti rapporti
con Camillo Boito, Luca Beltrami e con
i pi aggiornati fermenti culturali che
afferivano alla Scapigliatura. Concorse
alla realizzazione di importanti monu-
menti nazionali come quello alle Cinque
Giornate di Milano (1880), quello dedi-
cato al Re Vittorio Emanuele II a Roma
(1881), cos come quello per il comple-
tamento della facciata del Duomo di Mi-
lano (1901). Fu davvero determinante
limpegno che egli profuse per Brescia
e provincia: suo il Santuario delle Gra-
zie, cos come lo studio per il completa-
mento del Palazzo della Loggia (1873-
1892); progett la collocazione e il
basamento del monumento a Arnaldo
da Brescia (1877-1880) e ide la sede
del Credito Agrario Bancario di Piazza
del Duomo (1904-1908). Ebbe com-
missioni dai maggiori esponenti della
aristocrazia e della borghesia bresciana
come i Lechi, i Fenaroli, i Capitanio.
Giovanni Tagliaferri (Brescia 1864-
1936) collabor attivamente con lo zio
Antonio, ereditandone lo studio. Anche
dellingegner Giovanni rimangono nu-
merosi progetti, alcuni dei quali relativi
a monumenti funerari, giacch egli fu
pure responsabile per larchitettura al
cimitero Vantiniano di Brescia. Molto
interessante la revisione, in chiave ro-
manica, per la Chiesa di Urago Mella. I
Tagliaferri permisero la costituzione di
uno straordinario stuolo di artigiani (i
lapicidi Faitini e Lombardi di Rezzato,
gli ebanisti Zatti), di scultori e pittori
(come Bertolotti, Faustini, Cresseri) in
grado di prendere parte agli straordinari
cantieri che ridisegnavano la citt e ab-
bellivano lintera provincia di Brescia.
Testimonianze del lavoro dei due pro-
fessionisti sono conservate nel fondo ar-
nella pagina precedente, la loggia
di brescia in un dipinto di antonio
tagliaferri.
sopra, il monumento ad arnaldo
da brescia.
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N
aTura
Gi le Mani
dal Mio orto
La cura della terra per mangiare meglio e sentirsi bene, anche in citt.
di aLESSaNDra ToNIzzo
s
embrerebbe una tattica strate-
gica da tempi di crisi. Invece,
molto di pi: un costume
antichissimo dai molteplici
risvolti, dalla consapevolezza alimentare
alla terapia tattile. Stiamo parlando del-
la cura dellorto, una pratica oggi tanto
diffusa da diventare quasi una moda
(questa volta, per, da seguirsi senza
troppi scrupoli).
Linteresse crescente per lalimenta-
zione, legata tanto ai problemi su scala
mondiale nei paesi avanzati ci si am-
mala di cibo e si sprecano tonnellate di
alimenti, mentre nei paesi poveri quasi
un miliardo di persone continua a mo-
rire di fame quanto alla ricerca della
naturalezza delle materie prime dalla
commercializzazione delle sementi alla
distribuzione dei commestibili, oggi
il mercato del cibo in mano a poche
multinazionali e catene di supermercati:
un sistema globalizzato che ha tagliato
prezzo e qualit di quello che mettiamo
nel piatto , ha portato alla luce un eser-
cito di persone desiderose di sporcarsi
le mani con terra e concimi anche in
piena citt.
Il web impazza di consigli e informazio-
ni per chi non avvezzo a forconi e ra-
strelli, mentre si leggono le gesta di un
movimento vasto che, dagli orti senza
petrolio dellAvana, a quelli creativi di
Nairobi, le fattorie sociali di Detroit, i
tetti coltivati di New York e di Milano,
alle aiuole improvvisate di Todmordem
in Gran Bretagna, ricerca il contatto
con la terra, sottraendola al cemento
come pu, in solitaria o collettivamente.
Anche se non si dispone di un giardino
vero e proprio, possibile curare ugual-
mente un piccolo orto, ridimensionato a
seconda di spazi ed esigenze personali:
sul terrazzo, difatti, si possono coltivare
ortaggi a sviluppo sotterraneo patate,
zucchine e ortaggi rampicanti come fa-
giolini e pomodori che, pur avendo biso-
gno di molto sole e di sostegni adeguati,
crescono bene anche in vaso , sul bal-
cone, invece, vanno benissimo le aroma-
tiche come basilico, timo, salvia e prez-
zemolo: richiedono un ambiente umido
ma soleggiato , mentre in casa, zona
pi ombrosa, crescono tranquillamente
le erbacee, tipo melissa e maggiorana.
Per gli irriducibili, invece, esiste una
sorta di adozione a distanza dellap-
pezzamento, che consente di gustare i
s
a pochi minuti dal Lago di Garda:
Localit Figara, 40 - Bussolengo Verona - info@parconaturaviva.it
www.parconaturaviva.it
38 ettari di Collina Morenica
2000 animali
278 specie
percorso Safari auto
percorso Pedonale
Centro Tutela Specie Minacciate
AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA AUSTRALIA
PARCO NATURA VIVA
Apertura
3 M
ARZO
Viaggio nella Biodiversit
FAUNA Park
Extinction Park
SAFARI Park
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12
MESI
marzo 2012 12
MESI
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N
aTura
frutti variegati della terra senza faticare:
internet permette questa magia, parten-
do dalla scelta delle dimensioni dellorto
si va da 30 mq, equivalenti a 3-4 kg di
raccolto (16 euro la settimana), a 120
mq, per 11-12 kg di prodotti (34 euro
a settimana) , al tipo dorto desidera-
to annuale, estivo, invernale , fino al
dettaglio delle piantagioni.
E chi, sprovvisto di verde, volesse
davvero un orto in piena regola, maga-
ri da accudire con tutta la famiglia?
Anche se la speculazione edilizia ren-
de quasi impossibile, in alcune citt, la
possibilit di usufruire di verde pubbli-
co dove attuare la coltura comune degli
orti, alcuni Comuni ci sono riusciti.
il caso di Brescia che, da qualche anno,
indice un bando per lassegnazione di
alcuni appezzamenti di terreno per gli
appassionati dorticoltura (per parteci-
pare, visitare il sito www.comune.bre-
scia.it) e aderisce alliniziativa di Slow
Food Orto in condotta: sono sette gli
istituti del territorio che, insieme a oltre
400 scuole in tutta Italia, coltiveranno
un orto per un triennio, nellottica di
un programma multidisciplinare di edu-
cazione alimentare, ambientale e allo
sviluppo della sfera sensoriale (per info
www.slowfoodbrescia.it).
VINCENzo, 57 anni,
residente a Monticelli Brusati
Qual lestensione del suo orto? Cosa
coltiva principalmente?
Amo la terra, e oltre ad avere un orto
di circa 150 mq in cui ora coltivo ra-
dicchi e valeriana, poi ci saranno pomo-
dori, piselli, fragole, zucchine, peperoni
e melanzane cresco anche delle belle
piante da frutto: meli, peschi, peri, un
ciliegio, cachi, nespoli e melograni.
Quale il prodotto che le d pi soddi-
sfazione?
Senza dubbio, il pomodoro: ne coltivo
di diversi tipi, dal costoluto, al ciliegino,
al cuore di bue, fino al sanmarzano, e
devo dire che il valore cromatico di que-
sta pianta insuperabile!.
Esiste invece un ortaggio su cui non
funziona il suo pollice verde?
Vorrei tanto coltivare i capperi, ma
in questa zona non il caso. Crescono
bene vicino a Limone, sul lago... pensa-
re che bastano dei calcinacci, per dare
silicio, e questa pianta cresce pratica-
mente da s, spontanea. Ma serve pur
sempre il clima!.
C un segreto per avere un buon
orto?
Alla base di un orto riuscito ci sta sem-
pre del letame maturo, di buona qualit.
Lideale quello equino, ed io, grazie
a un allevamento nei paraggi, fortuna-
tamente ne dispongo. Certo, serve una
buona terra, con i giusti elementi e la
corretta acidit, ma il concime giusto ri-
esce a sopperire ogni mancanza, e resta
un toccasana per le verdure pi esigenti,
quelle che radicano in profondit: po-
modori, melanzane e zucchine.
Che lavori le richiederanno maggior
impegno, a marzo e aprile?
Sicuramente la vangatura! Per fortuna,
poi, per la fresatura, mi aiuto con un pic-
colo attrezzo.
marIa, 71 anni,
residente a Ospitaletto
Com il suo orto? Cosa le regala la
terra?
Ho un piccolo terreno di 100 mq circa,
in cui coltivo le piante di stagione. Non
mancano mai, anno dopo anno, carote,
sedano, cavoli, verze, radicchi, pomodo-
ri, melanzane, peperoni e cipolle.
Fa anche delle conserve?
Certamente: mi piace avere a dispo-
sizione i prodotti del mio orto durante
lanno! Sono note le mie passate di
pomodoro, e i peperoni sotto vetro:
i laVori nellorTo in PrimaVera
In marzo e aprile, i lavori nellorto richiedono
sempre maggiore impegno perch inizia
o prosegue il ciclo di coltivazione di molte
piante orticole che forniranno i loro prodotti
dalla primavera avanzata allautunno. Ma la
primavera una stagione con tempo instabile, durante
il quale si verifcano spesso ritorni di freddo, ed quindi
necessario essere prudenti nelleseguire semine e trapianti,
verifcando innanzitutto che il terreno non sia troppo
umido.
Indispensabile, in questo periodo, la concimazione
a base di azoto, fosforo e potassio, per proseguire poi con
i trattamenti necessari: rincalzare le patate e tutte le specie che
superano i 20 cm, zappettare leggermente attorno alle piante e
tra le fle per arieggiare le zolle, eliminare man mano le infestanti e
prepararsi per le nuove semine. Infatti, mentre si raccolgono alcuni
ortaggi (bietole, cavoli cappucci, indivia, lattuga, piselli, prezzemolo,
ravanelli, spinaci, nonch primizie quali basilico, cetrioli, cipollotti,
cipolle, sedano, valeriana, zucchine, borragine, asparagi, carote, cicorie,
lattughini), e si trapianta (anguria, zucca, catalogna, fnocchi),
tempo di interrare le piantine di fragole e spargere
i semi di cardi, pomodori, melanzane, peperoni,
fave, taccole e ravanelli. Prima di aspettare
pazientemente i frutti della terra, sperando
in una stagione clemente, unultima accortezza:
moltiplicare tutte le profumatissime erbe
aromatiche dividendone le ceppaie.
orticoltori nostrani
Le belle notizie non sono finite, perch i
ricercatori della Wageningen Universi-
ty and Research Centre, nei Paesi Bas-
si, hanno evidenziato che avere un orto
non solo fa bene alla nostra salute si ha
la possibilit di piantare ortaggi e frut-
ti senza elementi chimici, e assumere
dunque cibo biologico ma importan-
te anche lallenamento fisico che lorto
garantisce: zappare, dissodare, piantare
e raccogliere sono piccoli gesti dal gran-
de potere anti-stress, attuabili anche dai
pi anziani, che ci mantengono attivi.
Non a caso, oggi, si parla di ortoterapia,
nata nei paesi anglosassoni (Horti-
cultural Therapy) come cura verde
dellansia, attraverso la stimolazione dei
sensi del tatto, dellolfatto e della vista,
il tutto allaria aperta, accompagnato da
un po di sano movimento e dalla soddi-
sfazione di veder crescere qualcosa solo
grazie a impegno, costanza e pazienza.
s
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aTura
bastano aceto di vino bianco, zucchero
e pazienza. Poi, amo le confetture, spe-
cialmente quelle di fichi e prugne, ma la
frutta la acquisto dal contadino.
Quanto la occupa lorto?
Da marzo a settembre, almeno due ore
al giorno. Infatti, fisicamente sta diven-
tando un p pesante: sa, stare chinati...
Spero sempre che qualche baldo giova-
ne mi dia una mano!.
Cosa usa per concimare la terra?
Prima, quando avevo un po di bestia-
me, usavo del concime naturale, lo ster-
co degli animali, ora utilizzo principal-
mente quello chimico.
Si ricorda un esperimento ben riusci-
to, nel suo orto?
Mi ricordo di aver provato a coltivare i
meloni: unestate ne abbiamo mangiati a
bizzeffe, zuccherini e saporiti. Una me-
raviglia!.
Sara, 16 anni,
residente a Concesio
Come mai un orto, alla tua et?
Mi piace la natura e, anche se non
abbiamo un giardino, mi occupo io di
qualche piantina coltivata sul terrazzo:
erbe aromatiche e pomodori, soprat-
tutto.
stato difficile, senza terra?
No, poi ne avevamo anche parlato a
scuola. Bastano delle assi di legno, alte
almento 25 centimetri, da posare sul pa-
vimento per creare un recipiente, che si
pu suddidividere a piacimento e riem-
pire di buona terra.
Come curi il tuo orto?
La mattina presto, prima di andare a
scuola, annaffio un po le aromatiche:
rosmarino, salvia, basilico, menta, mag-
giorana e timo. Per non se fa troppo
freddo. Abbiamo anche una pianta di
camomilla, a volto la uso per fare una
tisana.
Ei pomodori crescono?
Abbiamo i datterini, quelli piccoli e
dolcissimi. Bisogna stare attenti agli
sbalzi di temperatura: a volte li copria-
mo con un telo di plastica bucherellato,
se il termometro infilzato nella terra ci fa
capire che il momento. Poi li facciamo
salire sui bastoncini di legno, perch si
arrampichino bene... io li mangio cos,
come fossero ciliegie!.
12
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T
ENdENzE
ceralacca
per trovare nuovi aMici
Nellera degli sms, delle abbreviazioni, delle chat zelinda Caf rilancia
una comunicazione tra ragazzi/e fatta con semplici e antichi strumenti: una biro,
un foglio di carta e sguardi attenti e curiosi.
di roBErTo GIuLIETTI
F
unziona. Se da poco meno di
dieci anni ragazzi e ragazze si
ritrovano tre sere alla settima-
na allo Zelinda Caf per scam-
biarsi bigliettini, vuol dire che lidea
buona. Vengono per conoscere gente
nuova, per fare amicizia, per cercare il
ragazzo o la ragazza di una sera o della
vita, come gi successo. A proporre
Ceralacca, questo il nome del gio-
co, stata la vulcanica Clara Guidi, con
i suoi figli, Gherardo e Zelinda, e il com-
pagno di una vita, Renato Pioselli.
IL GIOCO SEMPLICE, le ragaz-
ze nei tavoli con bandierine con numeri
pari, i ragazzi in quelli dispari, un picco-
lo block notes dove si scrive il numero
del tavolo dal quale parte il messaggio e
il numero del tavolo al quale destina-
to. Lo spazio per un breve messaggio e
poi si chiama lhostess che trasporter il
messaggio a destinazione. Tutto il resto
lasciato al caso. Non sono necessaria-
mente i ragazzi a scrivere i primi mes-
saggi, segno evidente che i tempi sono
definitivamente cambiati e che gli ap-
procci non sono unesclusiva maschile.
Ovviamente si pu non rispondere ma il
gioco non finisce: ci si riprova, maga-
ri indirizzando la propria attenzione ad
un altro tavolo. Musica di sottofondo,
una coca ma anche un t ( di moda
ed preferito dai ragazzi) e la biro
sono elementi essenziali. Solitamente
si comincia dopo le dieci con i primi
messaggi: da 100 a 97: Che ci raccon-
tate? oppure da 98 a 97: Sfruttate la
situazione, siamo vergognosi e ancora
da 91 a 72: Noi siamo Andrea, Wal-
ter e Simone rispettivamente 23, 24 e
19. Indipendentemente dal colore del-
la felpa, gli occhi rimangono unici e
insiste: Impegnata? Si rimane ancora
rapiti da come porti bene la felpa. Sar
il rosa che ti dona?. Anche il tavolo 95
rimasto colpito dal 72 e prova un ap-
proccio: Ciao ragazze Tutto bene?
Possiamo marpioneggiarvi un po?. E
ancora l80 che dal 95 riceve un ok
via alle presentazioni: Luca maglione
verde, Matteo maglione bianco, Ale ma-
glione nero e voi?. Positiva la risposta:
Marta (felpa grigia), Alessia (maglia
a righe), Daniela (maglia verde). C
anche chi si propone con un: Che fate
dopo? Corriamo troppo?. Non manca-
no le piccole imprecisioni gramma-
ticali come Vi va se verreste a fare un
giro pi tardi? o i pensieri profondi:
Invece ognuno di noi indossa sempre
una maschera, basta capire quale!!!.
Quasi tutti i biglietti sono corredati da
piccole faccette che sorridono (smi-
le), da una quantit smisurata di punti
esclamativi, interrogativi e puntini di
sospensione. Alcuni ragazzi/e vengo-
no anche da paesi come Gavardo, San
Paolo o pi genericamente dalla Fran-
ciacorta.
QUELLO CHE LI ACCOMUNA sem-
bra essere la voglia di divertirsi e di
conoscere gente nuova. Qui si cerca
amicizia racconta Marina, 28 anni,
lavora con i bambini in una materna ed
iscritta a Scienze delleducazione .
Frequentiamo lo Zelinda da circa cinque
anni e una o due volte al mese veniamo a
giocare al ceralacca. Lamica Giovanna
28 anni, impiegata, con la passione per
il ballo latino americano e un sogno nel
cassetto: diventare scrittrice conferma:
Ci si diverte e si ha la possibilit di co-
noscere gente nuova in modo diverso e
poi scrivere un bigliettino pi facile che
parlare. Laura, 27 anni, lavora in una
mensa, le piace leggere e andare in pale-
stra) aggiunge: Il gioco intrigante per-
ch ognuno pu trovare il proprio modo
di comunicare, dal bigliettino, agli sguar-
di, ai gesti. Ma non ci sono mai frainten-
dimenti, eccessi? Qualcuno, ma basta
interrompere la corrispondenza e tutto
finisce l. I ragazzi si possono avvicinare
al tavolo? S, se lo decidiamo. Cosa vi
chiedononei bigliettini? Let, il lavoro,
dove viviamo ma spesso arrivano a chie-
dere anche il cellulare. Moltissimi adesso
domandano il profilo facebook. Perch
dopo tanti anni venite ancora? Ci si di-
verte, si scherza molto. Mai pensato di
trovare anche il fidanzato(forse avrei avu-
to usare un altro termine): Una nostra
amica qui ha trovato il moroso ma non
si viene per quello. Mai successo che vi
piacesse un ragazzo molto pi giovane di
voi? Quasi mai. Va a finire che si scel-
gono spesso dei coetanei. Quali sono i
criteri per scegliere di voler continuare
lo scambio dei messaggi? Prima di tutto
laspetto estetico ma sono soprattutto le
risposte quelle che ti spingono a conti-
nuare. Da come rispondono puoi capire
molto di un ragazzo.
passata da poco la mezzanotte e il
locale si svuota velocemente, domani
si lavora ed ora di andare a dormire.
Ma non per tutti, da 93 a 84: Domani
mattina non si lavora e dunque stasse
university, shotsparty e dovreste venire
anche voi.
A fine serata, i bigliettini sono centinaia
ma domani si ricomincia, perch mentre il
gioved il locale frequentato soprattutto
da giovani tra i 18 ed i 24 anni, il vener-
d ad animare la serata sono i ragazzi dai
22 ai 30 anni, mentre il sabato misto.
In realt la settimana inizia il mercoled
quando lo Zelinda Caf si trasforma in
milonghera e il secondo piano del loca-
le a completa disposizione di chi vuole
ballare tango argentino e milonghe.
BALLO O BIGLIETTINI, la filosofia
della famiglia di Clara sempre la stessa
da oltre trentanni, da quando nel 78 ha
aperto Il Gatto e la Volpe con lobiet-
tivo di dare una risposta alle richieste
dei giovani mangiare un panino caldo,
bere una birra, ascoltare buona musica
e soprattutto spendere poco offrendo
anche delle novit: Siamo stati i primi
a introdurre la piadina romagnola cos
come le crpes. Parte da l la storia del-
le paninerie a Brescia, il passaggio suc-
cessivo stato il Tit e marena, con la
musica dal vivo, poi Le Gabbiane e
un altro Il Gatto e la Volpe a Manto-
va, dove si continuato con lorganiz-
zazione di concerti jazz, rock & blues.
Tornata a Brescia, la famiglia ha aperto
LAntigatto dove sono stati introdotti
spettacoli di cabaret e giochi di anima-
zione. In tutti i locali dice Zelinda
abbiamo voluto dare la nostra impronta
anche dal punto di vista estetico intro-
ducendo materiali nuovi, come le resine
industriali per i pavimenti, abbinando
ferro e legno a colori originali. Una ri-
cerca continua anche per stare al passo
con i tempi e con i nuovi clienti. Oggi
anche i giovani spendono di meno,
sono pi attenti alle griffe, si affeziona-
no meno al locale e il mercato propone
tante alternative a partire dal web per
arrivare ai centri commerciali. A dettare
i tempi sono gli orari come quello degli
aperitivi con i giovani che migrano
tra un locale e laltro. Noi crediamo che
comunque ci sia ancora il bisogno di un
locale dove ci si incontra, dove la musi-
ca di sottofondo consenta di parlare.
Sembra proprio che le idee vincenti sia-
no ancora oggi quelle pi semplici.
Impegnata?
si rimane
ancora rapiti
da come
porti bene
la felpa!
f
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b
e
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in
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12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
123
Che TruCCo!
il riTo Che non PaSSa mai di moda, Per donne di ieri e doggi.
di aLESSaNDra ToNIzzo
C
onoscere i dettami del truc-
co unarte. E questa , per
chi non lo sapesse, una tecni-
ca antica, che in realt poco
avrebbe a che spartire con le pati-
natissime passerelle di moda: scena-
ri ad alto tasso di glamour che oggi
anticipano, smontano e rimontano
le vere tendenze in fatto di make-
up tanto che si parla di collezioni
autunno-inverno anche per quanto
riguarda fard e mascara!
Dalle statuette dei Sumeri con gli
occhi bistrati di nero risalenti ad-
dirittura al 4.000 a.C. , ai rudimen-
ti di Greci e Romani, passando attra-
verso il periodo vittoriano croce del
make-up, defnito volgare, ad uso qua-
si esclusivo di attori e prostitute la
storia del trucco variegata e appas-
sionate, perch attesta usi e costumi di
civilt diverse, in un qual modo unite
da una gestualit intimamente rituale.
E mentre in Giappone tuttora le geishe
si rifanno a una tradizione immutata
celebre il loro rossetto accesissimo, fatto
con petali di cartamo e zafferanone, e lin-
carnato funereo, ottenuto grazie al bintsu-
ke, la pomata usata dai lottatori di sumo ,
in Occidente le multinazionali del make-up
si sfdano a colpi dombretto gi dagli inizi
del 900.
Per le donne, il trucco un antidoto a molti mali: corregge difetti, imperfezioni e defaillance estetiche,
aiutandole ad assomigliare il pi possibile alla donna che vorrebbero essere. Truccarsi sognare,
staccarsi dal reale per quella manciata di minuti per molte, qualche attimo in pi! necessaria a
presentarsi al mondo al top. Infatti, crisi o meno, il mercato del make-up non ha subito contraccolpi,
anzi: comprarsi un rossetto squillante in tempo di precariet permette di risollevare lumore a pochi
euro, come hanno dimostrato le spese delle don-
ne italiane nel cruciale 2010 (+15% le confezioni
regalo cosmetiche, 60 milioni di euro in cofanet-
ti per il trucco). Non a caso, uno dei capitoli pi
sostanziosi di Le piccole cose che cambiano la
vita, saggio del noto psichiatra e psicoterapeuta
Raffaele Morelli, dedicato al rito domestico del
make-up, che diventa una terapia fai da te da
operare a tutto sorriso davanti allo specchio.
leSigenza del made in breSCia
Fabio Paragi, make-up artist a Brescia da cin-
que anni, ci confda che le donne bresciane sono
molto esigenti in fatto di trucco. Innanzitutto
sognano una pelle splendida, omogenea, pulita:
insomma, un incarnato perfetto spiega il visa-
gista , quindi il fondotinta il loro prodotto cult,
che io consiglio vivamente di personalizzare ad
hoc. Tutta la loro attenzione, poi, passa agli
occhi: i toni chiari, dal beige al caramello, sono
quelli di punta continua Fabio , ottimi anche
per le spose, che, a Brescia, non amano gli effetti
speciali ma cercano un impeccabile trucco soft,
stile vedo non vedo.
Truccarsi sognare,
staccarsi dal reale per quella
manciata di minuti necessaria
a presentarsi al mondo al top.
122
D
ONNE ALLO sPECChIO
Il trucco labito del volto, da ricercare e
costruire con perizia, cui molte donne si ac-
costano con timore, per paura di imbruttirsi
invece che valorizzarsi; oggi, per le pi pavide,
il rimedio ai pizzicotti sulle guance dati dalle
nostre nonne senza pudore, perch quel rossore
nostrano aveva la durata di un fugace incontro
e la sembianza di un tenero affanno si trova
in rete: You Tube, infatti, pullula di tutorial,
ossia video che spiegano passo passo come
imbellettarsi a dovere; il canale pi seguito
quello di Clio (www.youtube.com/cliomakeup
conta una media di 500.000 visualizzazioni per
singolo video), una 29enne bellunese, di stan-
za in America, appassionata di trucco tanto da
collaborare con Vogue e Pupa, e dirigere un pro-
gramma tematico sul satellitare.
Aggirandoci per la citt, capiamo da
visi e vetrine che il trucco ciclico
quanto labbigliamento, cos, mentre
tornano di moda i pantaloni a zam-
pa, facile riconoscere tratti dellin-
carnato risalenti a unaltra epoca.
Le donne bresciane giovanissime
comprese , sono preparatissime, e
sanno riconoscere ed emulare a pia-
cimento a seconda di stili e umori
tutte le sfumature dei tempi pas-
sati, facilitate dallimperante allure
vintage, grazie alla quale ogni cosa
retr oggi passa per buona. Adole-
scenti con labbra a cuore e tratti lan-
guidi secondo il mood delle pin-up
, studentesse universitarie con boc-
che perlescenti e occhi tutto colore
tipico look anni 70 , donne in car-
riera attratte dal seducente cat-eyes
la cui madrina immortale Audrey
Hepburn , femmine coraggiose ar-
mate di eyeliner e polveri brillanti
tornano in auge i mitici Ottanta : ad
ognuna il suo trucco!
Il rito domestico
del make-up
diventa una
terapia fai da te
da operare a tutto
sorriso davanti
allo specchio.
ViP da non CoPiare
Esiste trucco e trucco, anche nel cosiddetto jet set. Non infatti sconta-
to che, ad essere vip, limmagine personale migliori, nonostante si abbia al
proprio seguito uno stuolo di professionisti. Basti pensare al visagista di
Kate Middleton, a quanto pare convinto che strati e strati di fard esaltino
la bellezza della neo principessa, che per, cos facendo, rimedia gote rubiz-
ze e almeno cinque anni in pi. Stesso problema per altre due icone, quali
Jennifer Lopez ed Eva Longoria: a forza di labbra pervinca, ciglia fnte e fs-
satori sembrano gi pronte per il museo delle cere. Attenzione per anche
alle dedite dello sciallo, perch uscire di casa nude e crude, come spesso
fanno Rene Zellweger o Cameron Diaz, non risparmia tutti, ma proprio tut-
ti, i segni del tempo sulla pelle, cartina tornasole non solo dellet, ma pure
dellabbronzatura selvaggia e del gin tonic di troppo!
Ma, se chiedia-
mo alla donna
contemporanea come
sentirsi a proprio agio nel quotidia-
no, tra un pirlo allombra del Duomo e una
riunione a 20 chilometri da casa, non ci sono dubbi che tengano, perch le
piccole-grandi leonesse prediligono il nude look. Questo trucco, che c ma
(quasi quasi) non si vede, punta tutto sullestrema naturalezza e luminosit
dellincarnato, al quale si possono aggiungere parchi tocchi di colore, magari
per stupire e trasformarsi verso sera. Iniziando con un correttore ad hoc (da
scegliere in base alla carnagione e da picchiettare su ombre e discromie), si
passa al fondotinta, perlato e translucido, da miscelare con la propria cre-
ma idratante per ottenere un effetto totalmente fresco. Poi, grazie a ciprie
e blush iridescenti (albicocca e corallo gli ultimi must), si fssa il tutto e si
aggiunge luce: con un mascara discreto, allungante e incurvante, e un gloss
pescato il gioco fatto!
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MESI
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Test avanzati
Testintolleranzealimentari-stressossidativi
rischiocardiovascolare
Telecardiometria
L
Laserterapia
Trattamentocapillariconlaseromousse
Laserdepilazionecorpo
Lasertrattamentocouperose-macchie-angioma
Radiofrequenzatermage
Laserterapiaanticellulite
D
Dietologia
scienza dellalimentazione
Diagnosticamorfologica
Dietepersonalizzate-Terapiemediche
disupportodiultimagenerazione
Testdiintolleranza
Tecnichedisupportocomportamentale
Dimagrimentilocalizzati
Galenicapersonalizzata
F
Flebologia
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E
Endocrinologia
Disturbilegatiallamenopausa
Irsutismo-trattamentoacne
Disfunzionidellatiroide
Obesit
A
Andrologia
Dopplerdelpene, piccoliinterventieterapierivitalizzanti
Incurvamentopenieno, nuovefrontiereterapeutiche
Allungamentoedingrossamentodelpene
Disfunzionidellasessualit
M
Medicina estetica
corpo
Trattamenticelluliteconveicolazionetrans-dermica,
laser-lisitermageemesoterapiaomeopatica
econtrolloalimentare
Testintolleranzealimentari-stressossidativi
rischiocardiovascolare
Infltrazioniperloscioglimentodiadipositlocalizzate
Trattamentocapillariconlaserterapiaosclerosanti
Laserdepilazionecorpo
Diagnosticamorfologica
Rivitalizzazioneconvitamine-ialuronicoconaminoacidi
Puliziavisoconpeelingchimiciemeccanici
Trattamentimulti-rivitalizzationconveicolazioneebotomask
Trattamentiadeffettoimmediatoconfllers
nonpermanenti
Lasertrattamentocouperose-macchie-angioma
Tatoosemipermanenti
Radiofrequenzatermage
M
Medicina estetica
viso, collo, decollte, mani
Visite mediche per
V
Protesisenoecorrezioni
Chirurgiadellecalvizie
Lipoaspirazionepneumatica
Addominoplastica
Miniliftingviso
Correzionenasoeorecchieasventola
Allungamentoeingrossamentodelpene
Blefaroplastica(occhi)
Piccoliinterventichirurgiciambulatorialiinanestesialocale
AmBulATorio chirurgico - piccolAchirurgiAAuT. ASl n. 19/95
125
M
OdA
un aBito
per coMunicare
Breve storia del fenomeno moda: come nasce e si diffonde
nel corso dei secoli, fno ai nostri giorni.
di CamILLa zamPoLINI
s
entiamo continuamente par-
lare di moda, a disposizione
abbiamo una serie esponen-
ziale di riviste, programmi tv
e libri che ne parlano. Ma ci siamo mai
chiesti, davvero, cos in fin dei conti
questa moda? E soprattutto, consi-
derato che quasi tutti, indistintamente
uomini o donne che siano, se ne interes-
sano, da dove viene la moda? Chi la
fa? Non tutti sanno che la parola moda
viene dal francese e, pur conservando la
sua radice latina (modus che significa
modo dessere, a modo, misura), il ter-
mine risulta essere la perfetta traduzio-
ne del termine francese mode: nel
senso di modo collettivo di vestirsi. Il
termine mode fu adoperato per la prima
volta in Francia nel 1482. Vestirsi la
mode nouvelle (alla moda nuova) diven-
ne sinonimo di essere alla moda. La
moda in quanto tale sin dallantichit
consiste nellaffermarsi in un deter-
minato momento storico, in una precisa
area geografica di particolari modelli
estetici e comportamentali che, nel loro
diffondersi, danno vita a gruppi per i
quali i suddetti modelli estetici costitu-
iscono un elemento di riconoscibilit ed
unicit. Storicamente possiamo notare
come fogge, colori e tessuti, cambino
man mano da un secolo con laltro, in
concomitanza con il determinarsi di
nuovi poteri, scambi commerciali e con-
seguentemente con lemergere di nuovi
ceti sociali.
NEL NOSTrO PAESE, la parola
moda, insieme a tutti i comportamen-
ti ad essa associati, arriver solo dopo la
seconda met del 600. LItalia sar per
lungo tempo grandissima esportatrice
di materie prime fondamentali per dif-
ferenziare mode e antesignane tendenze
specifiche in altri paesi; qui, infatti, di
moda si parler per un lungo periodo
di tempo solamente nellambito ristret-
to dei Comuni e delle corporazioni delle
Arti e dei Mestieri. Nel nostro paese, il
fenomeno moda, era riservato esclu-
sivamente ai ceti abbienti: gli unici in
grado di personalizzarlo e rendergli il
giusto significato. Attraverso lappa-
renza dellabito si manifestava il potere
politico o sociale. La moda in questo
periodo viene descritta come qualcosa
di futile, che induce allo spreco e quanto
pi persegue amorali ideali di bellezza
il cui raggiungimento finalizzato alla
seduzione. Avversata, contrastata o tol-
lerata, la moda agita donne e uomini,
muta, si diffonde decade e si compone,
si complica, apparentemente non obbe-
dendo a nessun genere di logica o regola
sociale. Nonostante ci, inarrestabile
lascesa del fenomeno a un livello dat-
tenzione globale: non si pu negare, in-
fatti, limportanza di questo fenomeno,
aldil dellambito ristretto dei ceti
Limportante sono
i dettagli:
prendere alcuni
elementi e mixarli,
per riflettere
la propria
personalit.
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MESI
marzo 2012
126
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OdA
abbienti e quindi di chi la moda la con-
suma, dellimportanza che essa assume a
livello economico, e quindi per chi nella
moda ad esempio lavora. La moda per
non va considerata come una tenden-
za legata esclusivamente alla sfera del
vestiario e allaffermazione del potere
personale. A met dell800 lambito di
interesse della moda si allargher, com-
prendendo svariati campi e attirando su
di s lattenzione di letterati e studiosi.
originaria di quel periodo lattenzione
riservata dalla narrativa alla moda come
elemento descrittivo della societ per
ritrarre la vita quotidiana di ogni giorno.
A livello teorico anche il momento dei
primi studiosi che lanalizzano come ri-
sultato dei diversi bisogni istintivi ed in-
dividuali e ne sviluppano vere e proprie
teorie sociologiche basate sul fenomeno
dellimitazione. Moda, a questo punto,
s abbigliamento, ma al tempo stesso
modo dessere e soprattutto di sceglie-
re. innegabile il processo di demo-
cratizzazione cui il fenomeno moda
stato sottoposto nel 900. La moda
infatti divenuta uno strumento sociale
molto forte, si pensi agli anni 60/70,
ad esempio: in questo periodo la moda
del corto, promossa da Mary Quant,
espresse la fiducia nel cambiamento, nel
progresso e nella tecnologia, come allo
stesso modo negli anni 70/80 la moda
del retr fu risvegliata dal senso di impo-
tenza destato nelle coscienze dagli anni
del piombo e dalle guerre per il posses-
so del petrolio.

IL COrTO, IL LUNGO, IL rETr
non sono altro che alcune delle ricorren-
ti alternanze allinterno del fenomeno
moda, che si configurano come una ne-
cessit per la sopravvivenza della moda
stessa. Labito divenuto un aiuto alla
vita, al lavoro. Labito e la moda sono
appartenenza ma soprattutto comuni-
cazione; sono sempre stati intesi come
espressione di affermazione sociale, di
conferme individuali, importanti mezzi
di comunicazione tra singoli e di popoli.
La moda un linguaggio del desiderio:
un gioco di emulazioni che narra levolu-
zione del costume, del pudore e dellim-
maginario nel corso del tempo. Attual-
mente ormai capovolta, se non
addirittura cancellata,
lopinione riguardo
la futilit della
moda, il suo
ridursi a
pura
vanit. Non necessario trasformarsi in
una fashion victim e seguire pedisse-
quamente ogni dettame della moda di
stagione; limportante sono i dettagli:
prendere alcuni elementi e mixarli; in-
dossare riflettendo quella che la propria
personalit. La moda non ha marchio, e
fare tendenza non direttamente cor-
relato al potere dacquisto.
VIVErE IN LOMBArDIA, A BrE-
SCIA, piuttosto curioso: tutte le citt
della Lombardia dal punto di vista del
fashion vivono allombra di Milano,
storicamente riconosciuta come un im-
portantissimo crocevia per lo sviluppo
di nuove tendenze. Brescia, in partico-
lare, si configura come una citt che si
un po fermata al periodo in cui fare
moda era riservato esclusivamente ai
ceti abbienti e conseguentemente al
potere dacquisto. retrogrado, pen-
sare di poter affermare il proprio potere
sociale tramite il denaro speso per com-
prare quel certo abito, o semplicemente
per poter distrattamente rispondere ai
complimenti degli amici/amiche Oh
grazie, lho comprato l. A chi non
capitato di spendere cifre esorbitanti
per acquistare un abito particolare, una
borsa, un paio di scarpe? La differenza
sta nella fantasia. La differenza sta nel
combattere giornalmente con la massifi-
cazione di moda. Non si pu pi pensare
che vestirsi in un certo modo equivalga
ad essere annoverati come componenti
di un certo gruppo. Questa concezio-
ne superata: la moda personalizza, la
moda comunica. Moda scegliere,
senza vincoli n costrizioni. La moda
non ha marchio e soprattutto non ha
prezzo. Per comprendere a fondo il
senso della moda basta riprendere le pa-
role di Coco Chanel: Alcune persone
pensano che il lusso sia lopposto della
povert. Non lo : lopposto della vol-
garit. Personalmente amo il lusso. Esso
non giace nella ricchezza e nel fasto ma
nellassenza della volgarit.
12
MESI
marzo 2012 12
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W
hATs UP?
ma CoSa mangi?
il Pazzo uniVerSo del Cibo: dal nuTrimenTo alloSSeSSione.
di aLESSaNDra ToNIzzo
S
i dice che, soltanto quando luomo ha la pancia piena inizi a
preoccuparsi di problemi meno contingenti, meno terra-ter-
ra, e cos abbia la duplice possibilit di elevare il proprio
spirito (anche i geni hanno bisogno, innanzitutto, di
carburante!) o di andare in paranoia, trastullandosi con mille
perch del tutto fuorvianti e inessenziali: fobie e ansie inizia-
no spesso in questo modo, spostando il nostro zoom interio-
re dalla realt contingente a piccole e relative banalit, che
diventano insormontabili. provato, luomo ha bisogno di
cimentarsi sempre in qualcosa, che sia un problema da ri-
solvere o uno scopo primario: il lascito dei nostri ante-
nati, ancora vivo in noi sebbene la maggior parte della
popolazione non si svegli pi al mattino con lansia di
cacciare unantilope per imbastire la cena.
Ebbene, le cose sono cambiate, perch oggi il problema della societ
del benessere, quella piccola fetta che spartisce gelosamente la ric-
chezza globale, tornato ad essere il cibo. Nel senso che ne abbia-
mo a disposizione cos tanto, e cos vario, da essere tentati di caderne
in trappola, escogitando diete assurde e regimi alimentari al limite
dellincredibile. Al solito, i media restano lo specchio fedele della
nostra immagine, sempre pi sconcertante e distorta, cos ci ac-
corgiamo che sul satellite i canali dedicati al cibo non si contano
nemmeno e, lasciando da parte i classici palinsesti dedicati a ricet-
te e intingoli ce n per tutti i gusti, dalla cucina fast a base di
surgelati, a quella gourmand pi raffnata, (dove, per un piatto
di pasta, servono decine dingredienti esotici e mezza gior-
nata di spadellamenti), fno a quella tematica (se si vogliono
realizzare enormi Barbie di marzapane per il compleanno
dei nipotini, esiste unesperta che guida passo passo via
cavo, ovvio) , restano le frequenze pi inquietanti. Dai
programmi che, tramite visualizzazioni grafche futu-
ristiche, svelano ai genitori le ripercussioni prossime
della dieta errata dei propri fgli che poi piangano
tutti non una sorpresa: quando un bambino di 10
anni sfora gli 80 chili, beh, c poco da ridere , a quelli
in cui chef di tre anni si sfdano ai fornelli niente sem-
plicistiche polpette con pur, ma bourguignonne e insalate
di mare! , tutto traduce una palese e crescente ossessione
per il cibo, sulla quale, oggi, alcuni personaggi hanno costrui-
to la propria fortuna. Non pensiamo a Fantozzi celebre la scena
di Fantozzi contro tutti, in cui Villaggio (da sempre tormentato dal
cibo, tanto da ammettere di mangiarlo persino crudo, direttamente dal
congelatore) cerca inutilmente di resistere alle polpette di bavria
, ma a un tipo come Andrew zimmern, il cui motto (se vi sembra
buono, mangiatelo!) si traduce in uno show (Bizzarre Foods) in cui
si mangia di tutto, dal cervello di scimmia ai tarli del legno.
Passando attraverso alle varie mode alimentari, formulate attraverso sele-
zioni che promettono una sorta di eterna giovinezza noto il caso di Louise
Veronica Ciccone, in arte Madonna, che portava ovunque la propria pseudo-
nutrizionista, Mayumi Nishimura, affnch le preparasse tutto rigorosamen-
te macrobiotico (dieta a base di vegetali, pochissimi prodotti animali e nessun
alimento trasformato), dalla pizza al caffellatte ci si ritrova alleterna bat-
taglia tra onnivori e vegetariani, sulla quale sono stati scritti fumi di parole
(attenzione al saggio di Jonathan Safran Foer, Se niente importa, dopo la cui
lettura, pare, si diventi, appunto, vegetariani: troppe le brutture svelate sugli
allevamenti intensivi e sulla macellazione), ma che sembra quasi superata.
Ma a noi, sbalorditi da tanta inventiva e da una notevole dose di disciplina e coraggio invece salita un po dansia,
tanto da arrivare a chiederci se sia lecito o meno rosicchiarsi le unghie!
Se, infatti, non fa pi scalpore eliminare car-
ne e pesce dal proprio piatto esistono luminari
che, come loncologo Umberto Veronesi, sostengono
lesistenza di indubbi vantaggi salutistici derivanti dalla
dieta vegetariana , si resta stupiti dalle sottobranche di questa
pratica: basti pensare al fruttarismo che, superato il veganismo (che
esclude luso di prodotti dorigine animale come cibo e per qualsiasi altro sco-
po), fa di frutta, noci e semi lunico ingrediente di sopravvivenza. I seguaci della
dieta originale per il genere umano nella forma di Adamo ed Eva, basata sulla Genesi,
evitano luccisione di qualsiasi cosa, piante incluse, arrivando a cibarsi della frutta caduta
spontaneamente dallalbero. Per non parlare dei crudisti, i quali, quasi tutti vegani, credono fer-
mamente che ingerire cibo vivo cos lo defniscono sia lunico modo per mantenersi in salute, in
quanto ogni tipo di cottura porterebbe al deperimento della maggioranza delle sostanze nutritive e a
un surplus di materiale di scarto, causa in nuce, sempre secondo i crudisti, di ogni malattia.
E mentre si pensa di averle scovate tutte, queste pratiche alimentari estreme, ecco che inter-
net mostra il meglio di s: chi, infatti, era a conoscenza dei free-gani? Ebbene s, esiste anche
chi, stanco degli enormi sprechi alimentari visibili in tutto il globo, i cui risultati sono ovvia-
mente deleteri, decide di nutrirsi degli scarti altrui. Il giro nella spazzatura cosa consueta
per i free-gani, perennemente in cerca di cibo gettato ma ancora in buono stato, soprattutto
quello scartato in base alla data di scadenza riportata sulletichetta: dettaglio, secondo i cerca-
tori di cibo libero, troppo restrittivo e fazioso. Insomma, tu butti, men-
tre io riciclo e risparmio, potrebbe essere il sunto di questo modus
vivendi, che porta i suoi adepti in supermercati sui generis. Non
solo bidoni e cassonetti, ma anche tangenziali e superstrade: lo
sa bene un free-gano doc come Jonathan McGowan che, forte di una
vita passata in mezzo alla natura, costeggia i tratti stradali in cerca di
prede uccise dagli pneumatici di qualche veicolo inglese, riconoscen-
done lo stato di decomposizione. Topi, volpi, tassi, ricci, piccioni e
gabbiani accuratamente selezionati, ovvio sono la portata princi-
pale di colossali abbuffate tra amici, una stretta cerchia che apprezza
larte culinaria del signor McGowan, e ne loda stili e ideali di vita. Sono
40 anni che vivo in questo modo, fa sapere il free-gano del Dorset, la cui
illuminazione avvenne a 14 anni con lassaggio di una vipera, e non mi
sono mai ammalato per qualcosa che ho raccolto e cucinato, anzi: oggi,
conscio di non ingerire pi carne proveniente da allevamenti a sua detta
malsani e crudeli, pi felice che mai.
12
MESI
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QUI & l
Q
UI E L 130
PrimaVera in franCiaCorTa
Parchi e giardini danno il benvenuto alla nuova stagione
con le prime foriture, come a Rovato, dove Castello
Quistini apre i battenti per mostrare lantico palazzo e
i bellissimi giardini. Un itinerario intitolato Tra rose,
storia e leggenda guider alla scoperta di uno dei primi
giardini bioenergetici in Italia; un labirinto di rose che
nella sua semplicit rappresenta la storia della rosa fno
ai giorni doggi; un hortus con una piccola collezione di
piante offcinali e curative; un antico frutteto che porta
alla scoperta di frutti mai sentiti prima come il biricoccolo,
ibrido naturale tra susina e albicocca. Si potr visitare il
castello tutte le domeniche e festivi dalle 10,00 alle 12,00
e dalle 15,00 alle 18,00 fno a fne luglio.
gemellaggio fra i muSei
merCedeS-benz e mille miglia
Daimler AG e il Museo Mille Miglia hanno siglato un
accordo di collaborazione con lobiettivo di realizzare
progetti congiunti tra il Mercedes-Benz Museum di
Stoccarda e la struttura espositiva bresciana. Come
primo evento di questa partnership, dal 15 febbraio al 20
maggio 2012, il Museo Mille Miglia ospita cinque auto da
corsa della collezione Mercedes-Benz Classic, la cui storia
strettamente legata alla corsa stradale pi famosa del
mondo. Mercedes-Benz lunico brand automobilistico
straniero ad aver vinto per ben due volte (1931 e 1955) le
mille miglia italiane sul tracciato originale.
eriX logan miSTeriX Tour
Il famoso illusionista si esibito in uno spettacolo dal vivo
il 25 febbraio al Teatro Ctm di Rezzato, per lanteprima
nazionale. Velocit, illusione e musica sono i principali
ingredienti del successo di Erix Logan. Lo spettacolo
MistEriX ha proposto nuove e raffnate illusioni sulle note
della soprano di Sara Maya, che insieme alle opere del
pittore americano Jim Warren ha completato la magia
dello show. MistEriX porta lo spettatore in un mondo
surreale, fatto di un illusionismo nuovo e modernissimo,
allavanguardia nella tecnologia ma attento allemozione,
tassello fondamentale nel privilegiato rapporto col pubblico
che questo artista riesce istintivamente a stabilire.
a cura di roLaNDo GIamBELLI
la muSiCa di de andr
Con mille anni anCora

Nel nuovo auditorium 1861 Unit dItalia a Corte Franca
domenica 19 febbraio si svolto il memorabile Concerto
del Brancaccio a cura della band Mille anni ancora.
Levento al quale hanno partecipato pi di 500 spettatori
ha riproposto lultimo concerto di Fabrizio De Andr, con
la stessa scaletta, gli stessi suoni, gli stessi arrangiamenti.
Della band fanno parte tre dei suoi musicisti storici, Ellade
Bandini (batteria), Giorgio Cordini (chitarre e bouzouki) e
Mario Arcari (fati), oltre a Alessandro Adami (voce), Eros
Cristiani (piano e tastiere), Enrico Mantovani, (chitarre)
Stefano Zeni (violino), Giuseppe Rotondi (percussioni),
Andrea Gipponi (basso) e Maria Alberti (cori).
Torna a lonaTo fiori nella roCCa
La straordinaria cornice della Rocca visconteo-veneta di Lonato
del Garda ospiter il 14e 15aprile la 5 edizione della mostra
mercato di piante rare. Accoglier i pi importanti vivaisti
italiani e stranieri, appassionati coltivatori e ricercatori di
essenze rare, tra cui i pi noti produttori di erbacee perenni,
rose, peonie, piante aromatiche e medicinali, agrumi, iris, piante
grasse, bulbi, orchidee, dalie, piante acquatiche e lavande. La
mostra mercato ospiter inoltre produttori di vasi in
terracotta e maiolica fatti a mano, attrezzi da giardino, arredi e
complementi per esterni ed editori di riviste specializzate. Tutti
coloro che vorranno cimentarsi nellarte foreale, potranno farlo
su prenotazione seguendo le lezioni tenute dalla notissima
insegnante Giusy Ferrari Cielo che sveler i segreti per la
realizzazione di una perfetta composizione.
grande franCeSCo renga a Sanremo!
Sottolineiamo le grandi performances di Francesco Renga
al Festival di Sanremo. Il nostro Francesco, infatti, non
arrivato tra i primi tre fnalisti, ma il suo brano La tua
bellezza comunque un grandissimo successo: infatti il
pi trasmesso dalle radio italiane tra le canzoni presentate
al 62 Festival di Sanremo.
in riCordo delleSodo
giuliano dalmaTa e delle foibe
Lo scorso 10 febbraio anche Brescia ha partecipato alla
manifestazione in memoria dellesodo giuliano-dalmata e
delle vittime delle foibe, le cavit carsiche istriane di origine
naturale dove furono gettati vivi o morti, tra il 1943 e il 1947,
tra i cinque e gli 11mila italiani, abitanti dellIstria, di Fiume
e della Dalmazia, che, dalla conclusione della Seconda guerra
mondiale alla fne degli anni Cinquanta, furono costretti a
scappare e abbandonare la loro terra. Il Giorno del ricordo
stato celebrato con una particolare attenzione nei confronti
delle giovani generazioni, spesso alloscuro di questi tragici
eventi. Tra le iniziative messe in campo dal Broletto, un
convegno a Santa Giulia e la presentazione del libro Esodo a
Brescia-La diaspora giuliano dalmata di Paolo Cittadini.
12
MESI
marzo 2012
133
S
PORT
podisMo
se lo conosci
non lo eviti pi
di BruNo Forza
d
efinire la corsa una disci-
plina sportiva riduttivo.
La corsa molto di pi, fa
parte della natura umana
ed alla base stessa dello sport, essen-
done matrice insostituibile e arcaica.
Per i nostri antenati correre era neces-
sario, una pratica quotidiana connessa
a determinate esigenze. Per noi pu
essere una passione agonistica, un sano
passatempo o una pratica sconosciuta.
Tuttavia sono ancora in molti a stupirsi
del fatto che il corpo possa essere messo
in moto a ritmi appena superiori a quelli
tipici dello shopping day. Invece sarem-
mo costruiti per la corsa, una pratica
che coinvolge sempre pi persone nel
vasto mondo del podismo, che pu es-
sere definito a pieno diritto il re degli
sport, origine della stragrande maggio-
ranza delle discipline e base degli allena-
menti di ciascun atleta.
Lodare il podismo, peraltro, dovero-
so perch uno sport per tutti, capace
di aggirare le barriere di genere ed et,
praticabile in mezzo alla natura senza
lobbligo di attrezzature particolari.
Inoltre a prova di crisi: nessun abbo-
namento, tessera, iscrizione. Quelle
sono riservate a chi desidera mettersi
le medaglie al collo o partecipare ai
grandi eventi. Niente a che vedere con
gli appassionati degli sport di squadra, i
devoti alla palestra o alla piscina, legati a
doppio filo a impianti costosi e, spesso,
sudditi degli sponsor. Per correre basta-
no un paio di scarpe (in alcuni paesi del
mondo nemmeno quelle), buona volon-
t e, perch no, un profondo desiderio
di misurarsi con se stessi nel segno del-
la libert, quella che si prova quando il
vento di primavera ti soffia tra i capelli
o quando la pioggia autunnale ti punge
il viso. Prove da superare da soli con
li-pod nelle orecchie o in compagnia,
poco importa se allinterno di gruppi
pi o meno abitudinari o in vere e pro-
prie squadre organizzate di tutto punto.
In entrambi i casi la corsa diventa occa-
sione di socializzazione, il momento in
cui gettare via le scorie del lavoro e delle
preoccupazioni quotidiane, magari ri-
dendoci su con un amico.
Brescia unimportante terra di podisti.
In citt come in provincia. Li vedi cor-
rere in qualunque stagione, a qualsiasi
ora, sotto sole, pioggia e neve. I pi te-
merari sono quelli cittadini, costretti a
fare su e gi dai marciapiedi e a trattene-
re il respiro quando vengono superati da
automobili con tubi di scappamento ma-
leducati. Le isole di pace del podismo
allombra del Cidneo sono poche, ma
esistono e sono prese dassalto soprat-
tutto nei mesi pi miti. Gli allenamenti
pi metodici si svolgono sulle piste del
campo Calvesi e di Campo Marte, quelli
en plein air pi piacevoli sono sul lungo
Mella, alle Mole un villaggio vecchio
stile immerso in mezzo ai campi e inca-
stonato tra i quartieri San Bartolomeo e
Casazza alle pendici del colle S. Anna
o in Maddalena. Anche i parchi pubbli-
ci, ovviamente, sono gettonatissimi,
ma chi ha voglia di sgambettare non ha
paura di affrontare anche lasfalto e gli
scenari urbani. Hanno vita pi facile i
podisti della provincia, che hanno lim-
barazzo della scelta tra i vigneti della
Franciacorta, le dolci colline gardesane
e i boschi fatati che si affacciano sul lago
dIseo, luoghi che ospitano gare in gra-
do di attirare centinaia di appassionati
da ogni angolo della Lombardia. C chi
si allaccia le scarpe pensando al podio,
chi vuole battere se stesso e chi desidera
semplicemente vivere in modo sano e
mantenersi in forma. Le buone ragioni
per correre, dunque, sono molteplici. I
nostri antenati lo facevano per soprav-
vivere, noi per vivere meglio o regalarci
ricordi memorabili. Quelli che scaturi-
scono da una semplice chiacchierata col
fiatone al parco Castelli o da un traguar-
do raggiunto dopo 42 chilometri a Cen-
tral Park (New York), dove chiunque sa
emozionarsi correndo sogna di mettere
un piede dietro laltro.
maraTona di new YorK
Sono stati 151 i podisti bresciani che
hanno completato i 42,195 chilome-
tri delledizione 2011 della maratona
della Grande Mela. Il migliore stato
Giuseppe Zanotti (New Athletics Sul-
zano), che si piazzato 1.297esimo in
3h0156. Tra le donne la numero uno
stata Natalia Rubino (Sport & Fitness
Brescia), 1.929esima. Lultimo succes-
so bresciano in terra statunitense re-
sta quello di Gianni Poli del 1986.
Correre fa bene al corpo, allanima e anche al portafoglio.
s
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APPASSIOnati
per il running
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Morbida come il cotone
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12
MESI
marzo 2012 12
MESI
marzo 2012
134
S
PORT
PodiSTi non Per CaSo
monica Boarin, 46 anni
come nata la passione per la cor-
sa?
Dallobiettivo di mantenermi in for-
ma.
Quante volte si allena a settimana?
Tre volte. Corro circa 50 minuti al
campo Calvesi. Brescia offre nume-
rosi percorsi, alcuni anche molto belli
ma pericolosi perch frequentati da
gente poco raccomandabile.
costi?
Labbonamento al campo costa cir-
ca 50 euro lanno. In inverno per
vado in palestra e faccio spinning.
partecipa a qualche gara?
No. Per me non ha importanza ga-
reggiare.
marco Scaroni, 48 anni
cosa la spinge a correre?
Il desiderio di mantenermi in for-
ma.
il suo hobby annuale o stagionale?
Corro tutto lanno, anche in inver-
no. La costanza importante quindi
esco tre volte a settimana e faccio
unoretta di corsa.
Quali sono i suoi obiettivi?
Prima di tutto il benessere, ma il
mio sogno nel cassetto partecipare
alla maratona di New York.
Quali sono pro e contro di questa
disciplina sportiva?
Ci sono solo pro, nel senso che fa
bene alla mente e al corpo, stimo-
lante e pi corri pi vorresti corre-
re.
Luca occhipinti, 23 anni
cosa lha spinta ad iniziare a corre-
re?
Il desiderio di mantenermi in forma,
poi nata la voglia di spingersi oltre
e cercare nuovi stimoli, come quello
di arrivare a New York.
con quale frequenza ci si allena per
un evento del genere?
Le mie sedute settimanali avreb-
bero dovuto essere quattro, fatte
a giorni alterni, ma alla fne per un
motivo o per laltro erano sempre tre
quelle effettive. Poi ho partecipato a
due gare di rodaggio al Prealpino e
a Polpenazze.
dove corre?
In estate sul lungo Mella: parto
da Campagnole (Concesio) e arrivo
nei pressi del confne con Gardone
Valtrompia. In inverno su strada,
nei dintorni di Bovezzo, Concesio e
Nave.
con quali obiettivi sbarcato negli
states?
Arrivare al traguardo, stare sotto le
5 ore e mezza e classifcarmi in una
posizione inferiore al mio pettorale.
Missione compiuta.
che esperienza stata?
Fantastica. La gente per strada ti
incita dal primo allultimo metro. Ci
sono stati molti momenti di com-
mozione, soprattutto quando ho
capito che avrei portato a termine
la gara.
massimo Gaffurini, 31 anni
come ha avuto inizio la sua espe-
rienza podistica?
A 17 anni. Avevo provato altri sport
ma non mi divertivo e ho sempre avu-
to problemi con gli allenatori, cos ho
iniziato a correre per scaricare la ten-
sione. Da quel momento corro tutti i
giorni almeno unoretta. Non ho un
programma, lo faccio solo per la mia
salute e non posso pi farne a meno.
dove corre solitamente?
In citt. Dinverno per strada, de-
state sulle rive del Mella partendo da
via Volturno e risalendo fno a Colle-
beato, oppure in cima alla Maddale-
na per evitare il caldo e lafa. Per le
salite sfrutto il Castello, il posto ide-
ale per faticare un po di pi.
Meglio soli o in gruppo?
Io preferisco la corsa in solitaria,
ma anche in piccoli gruppetti pu
essere una buona soluzione. Non mi
piacciono i ritrovi di massa perch
bisogna regolare il proprio ritmo di
corsa su quello altrui.
brescia una citt a misura di podista?
La provincia offre parecchi percorsi
e i centri sportivi hanno sempre un
anello per i podisti. Lideale sono i
sentieri tra i campi, in montagna o
le strade poco traffcate. Per il resto
non serve molto: bastano le scarpe e
la voglia di sudare.
capitolo gare.
A Brescia e provincia ogni domeni-
ca vengono organizzate una o due
gare non competitive di 10-12 km o
mezze maratone. Ogni tanto parteci-
po, ma non mi interessa il risultato.
Quanto le costa il suo hobby?
Circa 200 euro lanno tra scarpe e
abbigliamento.
135
S
PORT
pallone
il priMo pensiero
dopo il lavoro
di BruNo Forza
d
a giovani studenti si atten-
deva in grazia lultima cam-
panella della settimana per
mettersi lo zaino in spalla
e pensare solamente al weekend. Da
adulti lavoratori cambia poco, ma spesso
al posto dello zaino ci si trascina appres-
so la borsa del calcio. Il venerd chiude il
sipario sugli impegni professionali, e la
partitella tra amici segna linizio dellat-
tesissimo fine settimana. un appunta-
mento unico, come si evince dalle parole
di un partecipante: Oggi ci sono perch
sono in cassa integrazione. Finch durer
potr essere sempre della partita.
Il nostro viaggio sullerba sintetica pro-
segue in via San Donino, casa della Pa-
voniana. Abbiamo seguito una gara in
bilico fino allultimo minuto, dove gli
organizzatori sono riusciti ad aggirare
con tenacia la problematica relativa alle
numerose assenze. Alla vigilia, infatti, il
match era fortemente a rischio. In questi
casi voglia di cuoio, passione e un piz-
zico di abilit nelle pubbliche relazioni
fanno la differenza. Un paio di telefona-
te e la febbre del venerd sera garantita.
SErIET,
quESTa SCoNoSCIuTa
Si gioca alla Pavoniana. Fischio dinizio
fissato per le 19, ma a quellora gli atle-
ti stanno ancora bighellonando in abiti
borghesi allingresso del centro spor-
tivo. Il pi ritardatario Berardi, che
si presenta negli spogliatoi alle 19,07.
Scusate, il lavoro si giustifica, seb-
bene il venerd sia di riposo.
Scene viste e riviste, come quelle rela-
tive alla composizione delle squadre,
costruite in base alle assonanze croma-
tiche delle maglie. Da un lato i colori
caldi o gi di l, dallaltro quelli freddi.
Unesigenza tattica, tuttavia, costringe
Scaroni e Giammanco a compiere in an-
ticipo il rituale scambio delle maglie e la
gara pu avere inizio. Sono le 19,13.
uNa SFIDa EquILIBraTa
La sfida inizia, come sempre, su ritmi
blandi. Il primo quarto dora di gioco
avaro di emozioni. Qualcuno soffre
la temperatura rigida e si aggira per il
campo sbuffando come un alce. Affio-
rano gi i primi segni di stanchezza,
un fne settimana alla Pavoniana.
s
12
MESI
marzo 2012
136
S
PORT
ma come una stella cadente nella notte
arriva il vantaggio dei freddi, siglato da
Scaroni dopo una bella combinazione
con Berardi. La replica dei caldi non si
fa attendere: assist di Mosca per Geri
Giammanco e l1-1 servito. Nel giro di
sette minuti altro botta e risposta. Sca-
roni firma la personale doppietta e Bo-
notti ristabilisce la parit con un tocco
sotto misura. Nel dopo gara dichiarer:
Credo che sia stato il primo gol della
mia vita. La gioia autentica di Riccardi-
no la trottola, tuttavia, sfuma in pochi
istanti, perch lasse Scaroni-Berardi
funziona alla perfezione e questultimo
sigla il 3-2. I freddi hanno la possibilit
di allungare, ma devono fare i conti con
la scarsa vena di Giorgio, che sotto porta
fa indigestione di gol falliti.
Il tempo scorre inesorabile e la gara
equilibrata. I capitani caricano le rispetti-
ve squadre. Scaroni bada al sodo: Tenia-
mo il risultato, Franco suona la carica:
Stiamo giocando di m. E a quanto
pare ha ragione, perch Berardi fugge
palla al piede e porta a +2 i suoi con un
tiro che sbatte sul palo lontano e gonfia
la rete. A questo punto Vito Giamman-
co decide di onorare la maglia di Messi,
e con una fiammata improvvisa riapre le
sorti del match prima del pareggio di Mo-
sca, che si esibisce in una giocata tipica
del calcio a 5 con finalizzazione di punta.
FINaLE Da horror
La gara si avvia verso la conclusione,
mancano pochi istanti alle 20. In lon-
tananza appare unallegra combriccola
pronta a guadagnare il campo per una
nuova sfida. Il loro giocatore pi cari-
smatico si avvicina alla rete di recinzio-
ne per intimare con la sua presenza
labbandono del terreno di gioco.
una raccapricciante versione maschile
di cappuccetto rosso. Un uomo sulla
quarantina, indubbiamente fuori forma
e incappucciato con un k-way rosso che
gli cade sulle spalle a mo di mantello. I
pantaloncini sono attillati e i calzettoni
verdi gli avvolgono i polpacci abbondan-
ti. Alla sua vista qualcuno resta pietrifi-
cato e il cobra Berardi ne approfitta,
firmando il gol partita e la personale tri-
pletta, che chiude la contesa. Tempo di
recupero? Neanche a parlarne.
la roSa
ruggero franco, 28 anni, programmatore macchine utensili
sandro furaforte, 32 anni, cameriere
raffaele Mosca, 40 anni, magazziniere
riccardo bonotti, 28 anni, dottorando in ingegneria
Geri Giammanco, 31 anni, commerciante
vito Giammanco, 29 anni, muratore
luca zinelli, 20 anni, studente di storia
cristhian scaroni, 28 anni, commerciante
Mirko albertini, 33 anni, impiegato tecnico
Giorgio fadda, 27 anni, operaio
pietro Giorgio, 28 anni, impiegato tecnico ambientale
chato berardi, 26 anni, impiegato
gli organizzaTori
geri giammanco
e Cristhian Scaroni
Con quale fre-
quenza dispu-
tate queste
partite?
Lintento sa-
rebbe quello di
trovarsi settima-
nalmente, ma
non sempre possibile.
quali sono i principali ostacoli da
superare?
Innanzitutto gli imprevisti del lavoro,
ma anche le noie di mogli e morose.
Come gestite il tutto?
Ci sentiamo il marted e ognuno or-
ganizza una squadra. Di solito la sf-
da tra i colleghi di Omb Saleri e un
gruppo di amici siciliani.
una sorta di Brescia-Palermo?
S, ma noi bresciani abbiamo un infl-
trato: Mosca napoletano. In questa
occasione, comunque, abbiamo do-
vuto inserire tre new entry e le carte
di sono mescolate.
avete un campo preferito?
Giochiamo sempre alla Pavoniana.
Ci troviamo bene, anche se almeno
un pallone a partita viene smarrito.
qual il signifcato di queste par-
tite?
Giochiamo per divertirci, ma anche
per sgranchirci le gambe ed evita-
re che affori la biglia (pancia, ndr).
Stare in gruppo fa bene. Ci facciamo
grandi risate.
Cosa c in palio?
Lonore. Al massimo una cena, ma poi
alla fne chi perde scappa e ognuno va
a casa sua. I siciliani si giustifcano di-
cendo che a casa li aspettano i bab.
quanti dei partecipanti sono veri
atleti?
Penso di essere lunico vero atleta
(parla Scaroni). Poi ce ne sono tre pre-
sunti e otto improvvisati.
i migliori
Cristhian Scaroni
e Chato berardi
Voto 8. Trasci-
nano i freddi
alla vittoria con
combi nazi oni
ad alto tasso
tecnico. Lester-
no offre assist a
volont e ha il
merito di sbloccare il match con due
reti; lattaccante frma tre gol facendo
il suo dovere, ma gioca a tutto campo
rivelandosi prezioso anche nel pos-
sesso palla e nella copertura dei com-
pagni. Si capiscono con uno sguardo,
sembra che abbiano giocato insieme
per anni. Siamesi.
il CaSo
Sandro furaforte
Voto 4. Indos-
sa la maglia del
Milan numero
27 appartenu-
ta a Serginho,
ala sinistra di
grande qualit.
Allingresso in
campo, per, si schiera sulla destra e
lanomalia inizia a destare qualche so-
spetto. La sua gara, infatti, disastro-
sa e sfortunata. Gi all11 afferma
sconsolato: Non ce la faccio pi,
e poco dopo fnisce nella rete di re-
cinzione come un totano. Spinge ra-
ramente, ma in fase difensiva c, vo-
lente o nolente, perch un gran tiro di
Fadda lo colpisce in testa lasciandolo
tramortito in area. Al termine della
gara sfoggia soddisfatto i segni della
battaglia. martire.
Sinauto_adv_200x260_mm.qxd 24/01/2012 13.30 Pagina 1
12
MESI
marzo 2012
di FraNCESCo raSTrELLI
Presidente dellOrdine dei Farmacisti
della Provincia di Brescia
GEnTiLE FARMACisTA...
d// Soffro di vene varicose. Cosa posso usare per alleviare
il disturbo? Grazie. Rosaria
r// Cara Rosaria, le vene varicose interessano circa il
50% delle persone ultracinquantenni, ma attualmente ne
soffrono anche i giovanissimi. Allorigine di questi disturbi
c una predisposizione familiare che spesso si associa a vari
fattori come alterazioni della postura, sovrappeso, obesit,
mancanza di movimento, professioni che costringono a
stare tutto il giorno in piedi o seduti, case troppo riscaldate
e un clima caldo-umido, lunghi viaggi in auto o in aereo.
necessario modicare i nostri abituali stili di vita e assumere
comportamenti in grado di ridurre il rischio o limitare
laggravarsi della patologia. Tra questi si ricordano: esercizio
sico; alimentazione ricca di verdura e frutta, soprattutto
mirtilli, kiwi, ananas, uva e agrumi; scarpe e abbigliamento
comodi. Inoltre importante chiedere consiglio al
farmacista, il quale individuer i farmaci o i rimedi naturali,
come Aesculus, Rusco, Centella, adeguati per la cura o la
prevenzione delle patologie venose.
d// Le scrivo per avere delle informazioni in merito allo
strabismo. Pu essere corretto nei bambini con pochi mesi
di vita? Grazie, Graziella.
r// Cara Graziella, lo strabismo un disturbo
dellapparato visivo che consiste in un mancato
allineamento degli assi visivi, che si manifesta con
unassenza di parallelismo dei due occhi. Per quanto
concerne le terapie da seguire, nei bambini il rimedio
tipico consiste nello stimolare locchio pigro attraverso
lutilizzo di occhiali speciali n dai primi mesi di vita,
ottenendo, in tal modo, la regressione dello strabismo.
importante, in tutti i casi, per, il ricorso al medico specialista,
il quale possiede le tecniche e le competenze necessarie
per individuare la forma di classicazione del disturbo e, di
conseguenza, predisporre delle lenti idonee che consentano la
correzione del difetto e il riallineamento dellasse visivo.
d// In seguito a problemi cardiovascolari, mi stato
consigliato di ridurre lapporto di sale nella dieta. Pu darmi
dei consigli utili a riguardo? Cristiano
r// Caro Cristiano, ormai nozione comune che il sale
fa male. I docenti universitari non esitano a denirlo un
veleno per il sistema circolatorio e per il cuore. Ecco
qui alcuni consigli che aiutano a ridurne lintroduzione
nellorganismo: diminuire gradualmente la quantit di sale
che si aggiunge ai cibi sia a tavola che in cucina, in modo da
abituarsi pian piano al nuovo sapore; leggere attentamente
le etichette dei cibi confezionati per controllore la quantit
di sodio idrocloruro o di altri sali di sodio contenuta; aiutarsi
con luso di sali iposodici avendo cura di non aumentare la
quantit che si usa per compensare il minor sapore salato
che danno alle pietanze; insaporire ed esaltare il sapore dei
cibi con erbe aromatiche, spezie, aceto e succo di limone;
limitare luso di condimenti alternativi contenenti sodio
come dadi di brodo, senape, ketchup, salsa di soia e altre
salse; scegliere, quando sono disponibili, le linee di prodotti
a basso contenuto di sale (pane senza sale, tonno in scatola
a basso contenuto di sale); consumare solo saltuariamente
alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine
in sacchetto, olive da tavola, alcuni salumi e formaggi);
nellattivit sportiva moderata reintegrare i liquidi persi con
la sudorazione bevendo semplice acqua.
Manda la tua domanda a:
francesco.rastrelli@dodicimesi.com
Q
U
A
L
C
H
E
P
i
L
L
O
L
A
R
UBRICA 138
iL FARMACisTA
risponde
LE aPPLICazIoNI DELLaLoE
i bene ci attribuiti dalla tradizione popolare agli estratti di aloe sono
numerosi e molti di essi si riferiscono al trattamento di affezioni
cutanee e mucosali, in particolare a: eritemi da esposizione solare;
bruciature e piccole ustioni; piaghe da decubito; piccoli tagli e punture
di insetto; secchezza cutanea; igiene delle gengive e in ammazioni del
cavo orale. un altro campo di applicazione dellaloe la cosmesi anti-
age, in virt delle numerose sostanze presenti nei suoi estratti, dalle
vitamine ai mucopolisaccaridi, alle sostanze ad azione antiradicalica e
riepitelizzante. da non trascurare in ne le applicazioni tricologiche, che
fanno dellaloe un interessante ingrediente per shampoo e balsamo
idratanti, ammorbidenti e ristrutturanti.
i bene ci attribuiti dalla tradizione popolare agli estratti di aloe sono
i bene ci attribuiti dalla tradizione popolare agli estratti di aloe sono
i bene ci attribuiti dalla tradizione popolare agli estratti di aloe sono
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i bene ci attribuiti dalla tradizione popolare agli estratti di aloe sono
i bene ci attribuiti dalla tradizione popolare agli estratti di aloe sono INSaPorITorI VEGETaLI
il mondo vegetale ricchissimo di prodotti, erbe,
spezie e verdure, che possono arricchire in sapore
le pietanze senza appesantire lorganismo con un
apporto di sale eccessivo. tra gli aromi troviamo:
timo, prezzemolo, maggiorana, rosmarino, basilico,
salvia, origano, lauro e issopo. tra le spezie: pepe,
peperoncino, noce moscata, zafferano, curry, cumino,
coriandolo, senape e zenzero. tra le verdure, invece:
carota, cipolla, porro, aglio, peperoni, sedano e
levistico (sedano di montagna).
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MESI
marzo 2012
sPECCHiO DELLE MiE BRAME
R
UBRICA 140
di ENrICo FILIPPINI
Prof. Dott. Master di I livello
in Nutrizione Clinica
oBesit adolescenZiale
coMportaMenti aliMentari
da caMBiare
i
l tema dellobesit adolescen-
ziale molto complesso, per-
ch netto , spesso, il contrasto
tra un problema di salute che si
aggrava progressivamente e le radici
socioculturali di cui siamo abbondante-
mente impregnati.
La prima, lecita, domanda che si rivolge
alla neo-mamma riguarda lallattamento
e lansia del nutrimento che da quel mo-
mento in poi accompagna senza limiti
i genitori, gli zii e i nonni: ricostituenti,
vitamine, energetici di tutti i tipi vengo-
no regolarmente richiesti, ed inevita-
bile, per molti, arrivare alleccesso.
Tutti noi, nella nostra vita, siamo stati
spettatori (la sorellina gracile) o vittime di
ansia da denutrizionee, una volta diven-
tati genitori, o abbiamo ripetuto la stessa
esperienza coni nostri figli, oabbiamodo-
vutolottarecontutti i parenti iper calorici!
Il mio atteggiamento, sempre sdramma-
tizzante, mette in luce un atteggiamento
verso lalimentazione del bambino, che
deve assolutamente essere cambiato.
Ascoltare le raccomandazioni del pro-
prio pediatra per quanto riguarda la
prevenzione, informarsi sulla qualit
dei nutrienti energetici piuttosto che
su quelli strutturali, le fibre, le vita-
mine, importante, anzi, alla luce dei
dati sullaumento dellobesit infanti-
le, necessario. E se, ormai il controllo
del peso scappato di mano, bisogna
affrontarlo come si affronta linfluenza
stagionale, o i dentini che crescono stor-
ti, senza perdere troppo tempo.
Prevenzione, consigli nutrizionali e
movimento, quindi, per i nostri bam-
bini-adolescenti normo o lievemente
sovrappeso; ma un deciso intervento di-
magrante-specialistico per gli obesi, per
i quali, se non curati tempestivamente,
si prospettano possibili danni conse-
guenti alleccesso adiposo.
Infatti, per esempio, a differenza dei coe-
tanei inbuona salute, gli adolescenti obe-
si fannoregistrare una marcata infiamma-
zione a bassa intensit e valori elevati dei
biomarcatori di sindrome metabolica. Le
misurazioni sono state effettuate nellam-
bito di uno studio danese pubblicato sul-
la rivista Acta Paediatrica 2012 diretta
da Rikke Juul Gbel dellUniversit di
Copenhagen su 51 ragazzi dai 12 ai
15 anni obesi e su 30 di pari et e peso
nella norma. I risultati sono in linea con
altri studi che avevano rilevato livelli pi
elevati di pressione sanguigna, insulina,
insulinoresistenza, C-peptide, coleste-
rolemia totale, Ldl, trigliceridi, proteina
C-reattiva, interleuchina-6, tnf-alfa e
livelli inferiori di colesterolo Hdl tra gli
adolescenti obesi rispetto ai normopeso.
Inoltre, tra gli adolescenti obesi, fattori
di rischio quali il colesterolo Ldl e la pro-
teina C-reattiva sono apparsi associati
positivamente con gli z-scores del body
mass index. stata anche trovata unalta
prevalenza di sindrome metabolica, pari
al 14 per cento, tra gli adolescenti obesi;
inoltre, le misure di proteina C-reattiva
sono risultate associate in modo positi-
vo alla maggior parte delle misure antro-
pometriche nel gruppo obeso. Secondo
i ricercatori, lelevata percentuale dei
casi di sindrome metabolica in questa
popolazione sottolinea la necessit di
arrivare a una maggiore conoscenza
delle cause e dei meccanismi che si asso-
ciano ai fattori di rischio e di intervenire
con programmi specifici per ridurne la
prevalenza tra gli adolescenti.
12
MESI
marzo 2012
a cura di ELIzaBETh BErToLI
regia: J. J. Abrams
cast: Elle Fanning, Kyle
Chandler, Joel Courtney,
Gabriel Basso, Noah Emmerich
Genere: fantascienza
produzione: USA 2011
durata: 112 minuti
uscita nelle sale: 9 settembre 2011
a noleggio: 04 gennaio 2012
in vendita: 25 gennaio 2012
trama: 1979, un gruppo di ragazzi sta girando un lm in
Super 8 da mostrare ad un festival provinciale. Mentre
riprendono la scena principale sono testimoni di un terribile
disastro ferroviario e si accorgono che il convoglio trasportava
qualcosa di strano. La loro cittadina nei giorni successivi
viene invasa da militari che compiono indagini sullaccaduto e
dalle case iniziano a scomparire gli oggetti tecnologici
regia: Emanuele Crialese
cast: Donatella Finocchiaro,
Filippo Pucillo, Beppe Fiorello,
Claudio Santamaria, Mimmo
Cuticchio
Genere: drammatico
produzione: Italia, Francia 2011
durata: 88 minuti
uscita nelle sale: 7 settembre 2011
a noleggio: 12 gennaio 2012
in vendita: 8 febbraio 2012
trama: Filippo, un ventenne orfano
di padre, vive con la madre e il
nonno pescatore su unisola siciliana investita dallo sbarco di
navi cariche di clandestini. Durante una battuta di pesca nipote
e nonno salvano dallannegamento una donna incinta e il suo
bambino di pochi anni. La famiglia decide di prendersi cura dei
due nch non potranno provvedere a loro stessi.
Emma, 36 anni, dirigente: Bellissimo, come vedere i
Goonies in versione moderna.
andrea, 25 anni, commesso: Manca un po di suspense
ma carino.
michele, 42 anni, impiegato: Mi piaciuto, un omaggio
ai vecchi lm di Spielberg, come E.T..
marco, 33 anni, operaio: Bel lm ricco di effetti speciali, il
nale per un po scontato.
Sabrina, 38 anni, barista: Sembra un omaggio ai bei lm
degli anni 80, molto divertente.
Gianluca, 29 anni, personal trainer: Puro intrattenimento
ben fatto e piacevole.
Giovanni, 19 anni, studente: Un lm pazzesco, tutti gli
attori sono bravissimi.
Vanessa, 35 anni, mamma a tempo pieno: Senza
infamia e senza lode, mi ha un po delusa, non ci sono
grandi emozioni.
Samuele, 43 anni, artigiano: Banale e scontato, mi
sembrato copiato da altri lm.
Enrico, 32 anni, edicolante: Una noia disumana, tutto
scontato e gi visto mille volte, si salvano solo i ragazzini.
SuPEr 8
videoteca
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T
EmPO LIBERO
roberta, 24 anni, impiegata: Bellissimo, molto attuale e
triste, lho rivisto due volte consecutive.
Gioele, 43 anni, commerciante: Mi piaciuto, toccante
e mi ha reso ancora pi orgoglioso di essere siciliano.
milena, 21 anni, studentessa: Doloroso e intenso, gli
attori sono bravissimi.
Salvatore, 53 anni, medico: Donatella Finocchiaro
unattrice di grande valore e il lm un capolavoro.
alberto, 35 anni, operaio: Bella storia, bella fotograa e
bravi attori.
Claudia, 41 anni, docente universitaria: Storia intensa ma
misurata nei modi, non cade mai nella retorica.
Sergio, 30 anni, tecnico informatico: Imperdibile, molto
attuale e reale, peccato per lOscar.
Giada, 28 anni, impiegata: Da vedere, un pugno nello
stomaco ma stupendo.
Nicola, 29 anni, web designer: triste e
monotono, pochi dialoghi e noiosi.
John, 32 anni, consulente: La storia interessante ma il
lm non mi piaciuto, mi ha lasciato indifferente.
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MESI
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MESI
marzo 2012

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MOnDO
successo...

Whitney houston, la grandissima cantante


americana, muore allet di 48 anni in un albergo di
Beverly Hills, dove si trovava per prendere parte ad una
serata organizzata a margine dei Grammy Awards.
Causa della morte un micidiale cocktail di antidepressivi e
alcool. stata lanima del pop-soul degli anni 80
e ha venduto circa 170 milioni di dischi.
Nuova vittoria per la
comunit gay americana.
Lo stato di Washington
approva un disegno
di legge che rende legali
i matrimoni tra persone
dello stesso sesso.
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//19.febbraio
India, due fucilieri italiani
sono accusati di aver ucciso due
pescatori nelle acque al largo di
Kochi, dopo averli scambiati per
pirati. Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone erano sulla nave
Enrica Lexie. I molti dubbi sulla
dinamica dellincidente creano un
clima di forte tensione attorno ai
mar, tra India e Italia.
//11.febbraio
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New York. mangiare cibi sani e fare esercizio fsico
aiuta ad avere una mente pi acuta, e quindi permette
di ottenere voti migliori nei test scolastici, parola di
Michelle Obama. La frst lady americana, che ha fatto
della lotta allobesit infantile un punto di forza della sua
attivit alla Casa Bianca, ha festeggiato la 2 campagna
in Iowa, ballando con migliaia di bambini.
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2 //18.febbraio
Festival del cinema di Berlino: Italia grande
protagonista. Paolo e Vittorio Taviani vincono il Leone
dOro con Cesare deve morire, flm che racconta la storia
di un gruppo di detenuti di Rebibbia alle prese con la
messa in scena del Julius Caesar di Shakespeare.
Erano ventuno anni che il nostro cinema
non portava a casa questo prestigioso premio.
//22.febbraio
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Il premier monti,
in viaggio negli states,
in unintervista esclusi-
va al Cnbc, dichiara che
lItalia raggiunger la pa-
rit di bilancio nel 2013,
due anni prima di altri
Paesi Ue.
La cancelliera Angela
merkel, durante una
commemorazione attesa
da mesi a Berlino, elenca
i nomi delle vittime dei
neonazisti della cellula
della Turingia (otto turchi,
un greco e una poliziotta
tedesca), e chiede un
minuto di silenzio in
loro memoria, chiedendo
perdono alle famiglie.
maldive, il presidente
Mohamed Nasheed,
tramite un colpo di Stato
ad opera della polizia,
costretto a lasciare
la guida del Paese.
Turisti italiani al sicuro,
ma preoccupati.

sUCCEssO
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iTALiA
successo...

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2 //18.febbraio
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero,
ospite alluniversit di Torino per linaugurazione
dellanno accademico, dichiara che il posto fsso
unillusione. una delle diverse dichiarazioni shock
del governo tecnico, alle quali i giovani di tutta Italia
rispondono con indignazione, tramite proteste e tam-tam
sui social network.in sicurezza ambientale.
Torino, sedici anni
di reclusione per i vertici
della Eternit, nellambito
del processo per la morte
di decine di dipendenti, a
causa delle inalazioni
delle polveri cancerogene.
Germania, scandalo per il
presidente federale
Christian Wulff,
per prestiti e favori ottenuti quando
era governatore della Bassa
Sassonia. Angela Merkel cancella la
sua visita a Roma per risolvere la
crisi istituzionale.
Roma, paralisi neve: scuole chiuse, migliaia
di pendolari sfniti, automobilisti intrappolati sulle vie
consolari e periferiche. Pesanti disagi su due treni,
con passeggeri prigionieri, mentre il 75% dei bus sono
bloccati. Alemanno si scaglia contro la Protezione civile:
Le previsioni non erano corrette.
s defnitivo della
Camera al decreto legge
milleproroghe, su cui il
governo ha incassato la
fducia a Montecitorio.
Il testo approvato con
336 s, 61 no e 13 astenuti.
Partono i controlli
inzone fscalmente
sensibili: dopo Cortina e
Roma, il turno delle vie
glamour di Milano, come via
Sarpi e Corso Buenos Aires.
Risultati? Uncommerciante
su tre nonfa gli scontrini.
Il Quirinale riduce i
dipendenti, calcola le
pensioni con il nuovo sistema
contributivo e congela
gli stipendi. Dallinizio
del settennato di Giorgio
Napoletano, il Colle ha
risparmiato 60 milioni di euro.
Roma non si candider alle
Olimpiadi 2020. Il governo
ha deciso di non avallare la
candidatura della capitale
poich non ritiene che sarebbe
responsabile, nelle attuali
condizioni dellItalia, assumere
limpegno di garanzia dei costi.
Festival di sanremo, la cantante salentina Emma
Marrone, con il brano Non linferno, a vincere, tra
le lacrime, la 62 edizione del festival della canzone
italiana. 2 e 3 posto per Arisa con il brano
La notte e Noemi con Sono solo parole.
Ledizione sar ricordata anche per il terremoto
suscitato in Rai dalle invettive contro la Chiesa
e alcuni suoi giornali del super ospite Celentano.
145
//4.febbraio
Afghanistan, alcuni
marines danno fuoco a
delle copie del Corano
nella base di Bagram.
Lambasciata Usa a Kabul
chiusa, mentre in strada
i manifestanti scandiscono
slogan contro gli Stati Uniti,
tra cui morte allAmerica.
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MESI
marzo 2012

sUCCEssO
BREsCiA
successo...

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2 //27.febbraio
//24.febbraio
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//10.febbraio
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//21.febbraio
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Bagno di folla per Francesco Renga, reduce dalle
esibizioni al festival di Sanremo, sommerso dallaffetto dei
fans che, in pi di 300, lo hanno acclamato alla Feltrinelli
di Brescia. Renga ha presentato lalbumFermoimmagine,
la prima raccolta di brani della carriera solista arricchita
da tre inediti: La tua bellezza (la canzone portata
allAriston), Ho ma non ho e Sorridere.
Clamorosa fuga da Canton mombello di tre detenuti
che, come in un flm, si sono calati con una corda
costruita con i sacchetti dello sporco. Solo uno riuscito
a scappare dalla casa circondariale bresciana:
Fatmir Gashi, kosovaro, 24 anni, che stava scontando 7
anni di carcere per rapine nel bresciano.
Iniziano i lavori di
demolizione della ex sede
dei monopoli di stato
in via solferino.
L dove alcuni anni fa
veniva stoccato alla rinfusa
il sale sorger un nuovo
complesso immobiliare che
comprender spazi
destinati al terziario,
al commerciale e al
residenziale.
118, la protesta scende in
strada. Il gruppo Facebook
Salviamo il centodiciotto
di Brescia, con 800 iscritti,
promuove una manifesta-
zione contro la chiusura
della centrale operativa cit-
tadina, facendo circolare in
rete volantini di protesta.
scatta lora x della ztl. Quel giorno entreranno in
vigore le nuove disposizioni della Giunta in merito alle
zone a traffco limitato di piazza della Loggia e piazza
Vittoria, off limits per i non residenti.
//20.febbraio
marcheno, ultimi colpi
di ruspa alla ex scuola
elementare Tito Speri, che
far spazio a dodici alloggi di
edilizia economico-popolare,
una nuova biblioteca
e locali pubblici
da destinare a uso sociale.
146
//11.febbraio
sal: Limposta di
soggiorno? La paghiamo
noi. Il Comune rende
noto che saranno gli stessi
albergatori a farsi carico,
al posto dei loro clienti,
della tassa sulle presenze
turistiche.
//20.febbraio
La studentessa Antonella
Turla di monte Isola
vince il premio come
miglior poster scientifco
dellanno e potr svolgere
uno stage di una settimana
al Max Planck Institute for
Molecular Physiology, di
Dortmund in Germania.
//27.febbraio
Le targhe alterne non ab-
bassano il Pm10. In vigore
da cinque giorni, le limita-
zioni alla viabilit in citt e
nei comuni dellarea critica
non hanno fatto rientrare il
Pm10 sotto la soglia limite
di 50 microgrammi per me-
tro cubo daria.
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