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I LOVE MY DOG
LA CRISI
DELLE ADOZIONI
PENSIERI DI
Flavio Gandolf
Narcisa Brassesco Pace
Daniela Sabatino
Dario Spini
StRaDE E quaRtIERI
Mompiano
HINtERlaND
Borgosatollo
vIaggIo IN PRovINcIa
Carpenedolo
Castiglione delle Stiviere
Montichiari
HIV, IL PRIMATO DI BRESCIA
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aprile 2012
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Laperitivo
Opinioni
Prodotto & mercato
Narcisa Brassesco Pace: Sessantesimo prefetto
o prima governatrice?
Dario Spnini: Edicolanti, liberalizzazioni allitaliana
Flavio Gandol: Si pu ancora partire da zero
Daniela Sabatino: Elettricit in area di rigore
Strategia dimpresa
Lavoro
Bacheca
Finanza e impresa
Distretti reti liere, da Bonomi a Squinzi
I derivati: Armi nanziarie
di distruzione di massa?
Quando la pasticceria fa sognare
La crisi delle adozioni
Strade e quartieri: Mompiano
Hinterland: Borgosatollo
Viaggio in Provincia. La Bassa orientale
Montichiari, Carpenedolo, Castiglione delle Stiviere
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Le rinnovabili salveranno lItalia?
Se conosci, compri bene e vendi meglio
Tu e il fsco
Politica e societ
Pelo e contropelo
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Hiv: il primato di Brescia
Mettete dei ori nei vostri balconi
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Calcetto: Gli Anta, quando
et e risultati non contano
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APeRItIVO
IL POkER,
LA PETROLIERA E CESARE BATTISTI
I
l poker va sempre pi di moda.
In internet innumerevoli siti
promettono divertimento e vin-
cite e in televisione si possono
seguire tornei dove folcloristici perso-
naggi si contendono ricchissimi mon-
tepremi. Due modi diversi di giocare:
online si osservano pi le carte e le stati-
stiche, con lavversario di fronte si cerca
di intuire di pi cosa si nasconde dietro
gli sguardi e i pi insignificanti gesti;
ma, per entrambe le modalit, larma
vincente il bluff. Se lo fai bene, fai
scappare laltro, se ti viene a vedere ogni
tanto vinci e ogni tanto perdi. Mano
dopo mano acquisisci pi informazioni
sulle capacit e la psicologia dei gioca-
tori seduti al tavolo e intanto vedi cre-
scere la sicurezza di chi ti di fronte,
proporzionalmente alla crescita delle
pile di fiches colorate davanti a ciascuno.
Durante una partita, quei mucchietti di
soldi salgono e scendono molte volte e,
fino a che hai un solo gettone, puoi vin-
cere tutto.
Ma c un tavolo dove si gioca ancora pi
forte, dove i giocatori non sono campio-
ni di Texas Holdem, come Phil Ivey,
Daniel Negreanu o Gus Hansen, ma si
chiamano Obama, Putin, Lula, Singh
su e Wen Jiabao, questi ultimi primi
ministri indiano e cinese. Questi cam-
pioni giocano in continuazione. Alcuni
prediligono le all in tutto sul tavolo,
puntate grosse, come gli americani in
Afghanistan o in Iraq e i francesi in Li-
bia, altri amano il bluff, quel sottile pia-
cere psicologico di chi ha in mano uno
scartino, e portano a casa tutta la posta.
Il poker non un gioco per gli italiani,
che preferiscono la briscola o il tresette;
tutte le volte che ci sediamo a un tavo-
lo strizziamo un occhio, ci tocchiamo
lorecchio per mandare un segnale al
compagno. E quello che compagno non
, ci spara un all in e noi molliamo le
carte. Cesare Battisti uno scartino con
cui il Brasile ci ha fatto cedere il piatto
in nome della partita sugli interscambi
commerciali, ben sapendo che rischia-
vano pi loro; lIndia sta giocando con i
due mar indebitamente sequestrati sul-
la nostra petroliera e noi continuiamo a
strizzarci lorecchio e strofinarci il naso.
Nella migliore delle ipotesi allunghiamo
qualche fiches sotto il banco, come per
la Orru o gli altri cooperanti che ven-
gono regolarmente presi in ostaggio.
Quante mani dovremmo ancora perde-
re, prima di andare a vedere le carte di
questi signori? Ormai il Texas Holdem
il gioco universalmente utilizzato e
probabilmente molti altri nuovi gioca-
tori, nel vedere quanto poco lItalia sia
tagliata per il poker, si preparano a lan-
ciarci altre sfide. Forse arrivato il mo-
mento, invece che continuare a giocare
a tresette, di prendere lezioni di poker
e di lanciare anche noi qualche all-in
e magari, fra qualche anno, ci pensereb-
bero di pi prima di sedersi al tavolo con
lItalia per una partitella.
Giorgio Costa
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PINIONI
di aNTONiO paNiGalli
CREDIT CRUNCH ALLITALIANA
C
on il termine inglese Credit
Crunch viene indicato un
calo significativo o un re-
pentino inasprimento delle
condizioni dellofferta di credito; questo
fatto sintomatico di un trend indirizza-
to verso la fine della crescita o peggio li-
nizio della decrescita e pu determinare
una pericolosa accelerazione delle fasi
economiche depressive.
Il dubbio era strisciante e lufficializza-
zione del dato non tardata troppo; in-
fatti, nellultimo Supplemento statistico
al Bollettino economico della Banca dI-
talia (www.bancaditalia.it/statistiche/
stat_mon_cred_fin) emerge in modo
netto che, nonostante gli oltre 1.000
miliardi di euro (al tasso preferenzia-
le dell1 per cento a tre anni) immessi
recentissimamente sul sistema dalla
Banca Centrale EU, il sistema crediti-
zio manifesta la sua elefantiaca miopia e
probabilmente poco adeguata capacit
di lettura dinamica della realt. Negli ul-
timi tre mesi del 2011, i prestiti erogati
dal sistema bancario alle imprese sono
diminuiti dell1,5 per cento e, nellulti-
mo mese dellanno, la contrazione sta-
ta addirittura del 2,2 per cento. Questi
dati confermano che ci troviamo di fron-
te ad una vera e propria stretta crediti-
zia: gli istituti di Credito hanno chiuso
i rubinetti e in una fase senza dubbio
recessiva delleconomia reale e di revi-
sione dei modelli di impresa, come quel-
la attualmente in atto, si corre il rischio
che il sistema produttivo del Belpaese
costituito prevalentemente da piccole e
piccolissime imprese collassi.
Oltre alla stretta creditizia, nel 2011,
sugli oltre 900 miliardi di euro erogati,
le imprese hanno dovuto subire anche
un forte aumento dei tassi di interesse
che si di fatto tramutato in un onere
aggiuntivo per lintero sistema produtti-
vo, con un onere stimato da Cgia (Asso-
ciazione tra artigiani e piccole imprese
di Mestre) in oltre 3,5 miliardi di euro.
Parallelamente, nel 2011 le insolvenze
in capo alle imprese italiane hanno toc-
cato gli 80 miliardi di euro complessivi,
con un incremento rispetto allanno
precedente di alcune decine di punti
percentuali (le stime parlano di circa il
40% di aumento delle insolvenze).
Questa situazione ha indotto molti isti-
tuti di credito a ridurre la mole di eroga-
zione dei prestiti, ma la sensazione che
la stretta sia avvenuta prioritariamente
verso soggetti che, non essendo ancora
in crisi, hanno rischiato di finirci a causa
delle stringenti richieste di rientro dagli
affidamenti. Anche questa potrebbe esse-
re una mossa di sopravvivenza del siste-
ma bancario (chiedere il rientro dei soldi
a chi li ha per non chiedere nulla a chi sta
in agonia), ma in compenso nella secon-
da met del 2011 le imprese pubbliche,
e solo quelle, hanno registrato un signi-
ficativo aumento degli impieghi, stimato
in +4,5% con un incremento in termini
assoluti di quasi un miliardo di euro.
Il parallelo pi calzante con il credit
crunch italiano probabilmente rappre-
sentato dalla crisi che invest i paesi del
Nord Europa durante primi anni 90.
Anche inquel casosi trattava di sistemi fi-
nanziari fortemente nazional-bancariz-
zati, con limitate alternative per le pic-
cole e medie imprese svedesi, finlandesi
e norvegesi rispetto ai prestiti veicolati e
spesso negati solo dalle banche locali o
comunque nazionali. Ebbene, gli effetti
del credit crunch furono impressionan-
ti; alcuni studi empirici della Banca di
Finlandia tenderebbero a dimostrare ad
esempio che in Finlandia il credit crunch
caus una contrazione del volume di in-
vestimento delle imprese tra il 10 e il 15
per cento tra il 1990 e il 1993.
Paradossalmente, quello che stato
presentato allinizio della crisi nel 2008
come un vantaggio del sistema finanzia-
rio italiano diceva Tremonti il suo es-
sere un sistema tradizionale, imperniato
su banche focalizzate su attivit standard
e quindi assai diverso dal sistema finan-
ziario americano caratterizzato da una
miriade di istituzioni finanziarie non
tradizionali pu rappresentare il suo
svantaggio in questa fase di contrazio-
ne ed inasprimento delle condizioni di
credito.
Scrive Il Sole 24 Ore sulla sua prima
pagina di domenica 19 febbraio: Le
imprese dovranno cercare nuovi mer-
cati, modificare i paradigmi tecnologi-
ci, capitalizzarsi con mezzi propri, ma
limportante che nel frattempo non
continuino a trovarsi di fronte il muro
del rifiuto. Questo auspicio ampia-
mente condivisibile, ma il ragionamento
potrebbe essere ribaltato: se si trovano
di fronte il muro del rifiuto le imprese
non potranno cercare nuovi mercati,
modificare i paradigmi tecnologici, ca-
pitalizzarsi con mezzi propri. In effetti,
credit crunch significa ridotta capacit
delleconomia di riallocare le sue risorse
verso le imprese pi efficienti, e a que-
sto punto la parola dovrebbe passare
alla politica e non solo al governo della
finanza.
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UBRICA
di SilViO BeTTiNi
PRODOTTO & MERCATO
ANTICIPARE LA TERZA
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
OVVERO LA VIA DI USCITA DALLA CRISI
SECONDO RIfkIN
C
he il nostro mondo, cos
come lo conosciamo, sia
giunto a una svolta epoca-
le, ormai stato detto cos
tante volte che ripeterlo sembra inutile.
Meno chiaro prevedere cosa ci attenda
dietro questa svolta.
Rasserena indugiare sulle teorie di Je-
remy Rifkin, economista americano,
prolifico saggista e attivista ambientale,
che oltre allimpegno oltreoceano vanta
numerosi incarichi anche in Europa:
una passata consulenza personale a Ro-
mano Prodi sulle politiche ambientali
della Commissione Europea, una colla-
borazione con Alemanno per il progetto
di Roma Capitale, con il nostro Ministe-
ro dellAmbiente, ecc..
Secondo Rifkin, lera della seconda rivo-
luzione industriale, fondata sui combusti-
bili fossili, enormi quantit di emissioni e
grandi centrali elettriche o atomiche al
tramonto e lo si comprende da due avve-
nimenti cruciali. Il primo il crollo della
nostra economia e lincremento esponen-
ziale del prezzo del petrolio che si traduce
inaumenti generalizzati dei prezzi di tutte
le commodities. Il secondo la mancanza
di progressi a cui si giunge inevitabilmen-
te dopo la chiusura di ogni conferenza
mondiale sul clima. Se entro la fine del se-
colo la temperatura aumenter di 3 gradi
centigradi torneremo al Pleistocene.
Da sempre Rifkin teorizza su un forte le-
game tra regime energetico e tecnologie
di comunicazione: allinizio dellera mo-
derna, la convergenza tra utilizzo del va-
pore e introduzione della stampa ha ge-
nerato la prima rivoluzione industriale;
mentre, verso la fine del diciannovesimo
secolo e in quello successivo, lo sfrutta-
mento del petrolio e lintroduzione del
motore a scoppio, uniti al proliferare
delle forme di comunicazione legate alla
prima generazione elettrica telegrafo,
telefono, radio e infine televisione
hanno permesso lavvento della seconda
rivoluzione industriale.
Oggi, viviamo il proliferare delle tecno-
logie di comunicazione elettrica di se-
conda generazione, i personal computer
e il web, che ha dato vita alla globalizza-
zione interconnettendo oltre un miliar-
do di persone. Questa rivoluzione della
comunicazione non ha per avuto il
seguito di una analoga rivoluzione ener-
getica. Rifkin dice che la rivoluzione
energetica alle porte e ci condurr alla
terza rivoluzione industriale; quindi, la
prima regione al mondo che riuscir a
sfruttarne appieno il potenziale guider
lo sviluppo economico per il resto del
secolo. Questa rivoluzione poggia su tre
pilastri: le energie rinnovabili, le tecno-
logie di accumulazione dellenergia, le
reti elettriche intelligenti.
Lutilizzo spinto di energie rinnova-
bili eolico, idrico, biomasse e solare
consente di superare i limiti derivanti
dallutilizzo dei combustibili fossili e i
rischi del nucleare. In Italia negli ultimi
tre anni, la produzione di energia elet-
trica da fonti rinnovabili cresciuta del
48 per cento rappresentando il 24 per
cento di tutta lenergia utilizzata.
Le energie rinnovabili per hanno il
limite della intermittenza: il sole non
splende sempre, ci sono periodi di sic-
cit e cos via. Si rende necessario lo
sviluppo di metodi di accumulazione
dellenergia per convertire le forniture
intermittenti in un servizio affidabile.
Gi teorizzato nel libro dal titolo LE-
conomia dellIdrogeno, Rifkin identi-
fica quale miglior veicolo di accumula-
zione dellenergia proprio lidrogeno.
Testato e utilizzato da anni, lidrogeno
rappresenta il miglior combustibile
possibile, consente rese elevate e la sua
combustione libera quale prodotto di
scarico acqua! Il limite alla sua diffu-
sione rappresentato dal costo, utiliz-
ziamo pi energia per produrlo di quan-
ta ne otteniamo dalla quantit prodotta,
quindi antieconomico.
Ma la decrescita dei costi di produzione
delle energie rinnovabili e dellidro-
geno, unita al costante incremento dei
prezzi dei combustibili fossili, ci far
giungere al punto di pareggio rendendo
conveniente labbandono delle vecchie
tecnologie in favore delle nuove.
Sar allora necessario realizzare reti
elettriche intelligenti, che, proprio sul
modello di internet, interconnettano i
piccoli produttori di energia, i privati
che installano nel proprio giardino una
mini pala eolica o un piccolo impianto
fotovoltaico sul tetto di casa, perch
immettano in rete i surplus di energia
generata rispetto ai consumi personali.
Il tema non semplificabile in queste
poche righe, quindi rimando allampia
bibliografia di Rifkin esistente per tutti
coloro volessero approfondire. Ci che
importa qui per sottolineare che se-
condo Rifkin la nostra vecchia Europa
gi molto avanti nel processo evolutivo,
nel 2012 si stima che le nuove energie
impiegheranno un milione di persone,
100mila in Italia, con un tasso di cresci-
ta del 25 per cento annuo.
Inoltre si stima che ogni euro investito
in tali settori generi un numero di nuovi
posti di lavoro dalle 3 alle 5 volte supe-
riore rispetto alleuro investito in tecno-
logie sui combustibili fossili.
Varrebbe la pena di rimboccarsi le ma-
niche.
RISCOPRITI
NELLA
BELLA
STAGIONE.
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MESI
aprile 2012
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eNsIeRI dI 17
SESSANTESIMO PREfETTO
O PRIMA GOVERNATRICE?
Narcisa Brassesco pace larchetipo di uninedita applicazione evolutiva
dellistituto prefettizio: non solo garante dellordine pubblico e mediatore
delle vertenze sindacali ma pure governatore del tavolo anti-crisi
per le questioni socioeconomiche.
di aleSSaNDrO Cheula
P
i manager che burocrate,
pi sostanza che forma. Ma
sempre nellambito di due
capisaldi irrinunciabili, la
moralit e la legalit, che insieme forma-
no la legittimit. Tanto che si potrebbe
citare, parafrasandolo, il noto epigram-
ma di Kant: la legge morale dentro di
me, la norma legale sopra di me. Narci-
sa Brassesco Pace, prefetto di Brescia,
al formalismo burocratico preferisce il
pragmatismo manageriale, ma sempre
nel rigoroso rispetto dei limiti e delle
responsabilit che derivano dallautorit
che ricopre, quella di pi alto rappre-
sentante del governo centrale a livello
provinciale. Autorit che oggi si arric-
chita rispetto al passato di nuovi compiti
indotti dallevoluzione della societ e
dalla conseguente crescita della com-
plessit sociale. Compiti che nella co-
stituzione materiale dello Stato, cio
nella sua prassi quotidiana, assommano
in s requisiti e competenze che vanno
molto al di l dei contenuti strettamen-
te istituzionali come lordine pubblico
per includere ruoli di coordinamento
e/o composizione dei conflitti sociali.
Massime in un momento nel quale tali
conflitti sono aggravati dalla recessione
economica, minacciando la stessa pace
sociale che per i prefetti costituisce bene
primario e prioritario. Ma ammesso e
non concesso che sia possibile, levolu-
zione da prefetto a governatore sconta
la trasformazione culturale, oltre che
funzionale, da burocrate e manager delle
persone che ne incarnano la funzione.
Ebbene, a Brescia pare esistere di fatto,
nella prassi dello Stato periferico, una
tipologia prefettizia che si avvicina
pi al modello di governatore che non di
burocrate nel senso tradizionale del ter-
mine. Sessantesimo prefetto di Brescia
o prima governatrice della provincia?
Governatori di fatto, dunque, non
pi solo prefetti?
Guardi che i prefetti, in quanto rappre-
sentanti dellautorit politica centrale
s
12
MESI
aprile 2012
18
P
eNsIeRI dI
cio del governo in carica, sono fun-
zionari politici essi stessi, sia pure
in senso non partitico. Se per politica
intendiamo la gestione della polis e dei
suoi problemi, nella storia dItalia ci
sono stati periodi in cui i prefetti han-
no assolto anche al ruolo di governatori
periferici, basti pensare ai primi decenni
del Regno e alle drammatiche emergen-
ze che ne erano il quotidiano corollario,
dalla lotta al brigantaggio alle mille dif-
ficolt del processo unitario. Per parte
mia aggiungo che, in quanto provenien-
te anche da esperienze aziendali che mi
portano a privilegiare laspetto econo-
mico dei problemi sociali, faccio politi-
ca nel senso che creo le opportunit e le
occasioni di incontro tra imprenditori
e operatori per metterli in relazione e
scambiarsi le idee in vista di possibili
soluzioni.
Una sorta di matching analogo a
quello istituito dalla Compagnia del-
le Opere. Ma qual oggi la priorit in
una provincia come Brescia, ordine
pubblico o questioni economico-so-
ciali cio tavolo anti-crisi?
Lordine pubblico non al secondo
posto ma allo stesso posto delle questio-
ni economiche. Non c un prima e un
dopo poich i due momenti sono colle-
gati, nel senso che la soluzione dei pro-
blemi socioeconomici una condizione
fondamentale della pace sociale, e que-
sta la premessa essenziale per garan-
tire lordine pubblico. Per quanto ri-
guarda il tavolo anti crisi chiamiamolo
pure come vogliamo, ma certo un utile
momento di incontro tra le parti sociali.
Voglio dire che da parte della prefettu-
ra non c alcuna velleit di sostituirsi a
poteri o competenze altrui, ma solo la
volont di contribuire alla soluzione di
questioni che interessano la societ civi-
le nel suo complesso.
Ma il patto sociale di cui la prefet-
tura si fatta promotrice stato visto
come una indebita invasione di cam-
po, o nel migliore dei casi un modo di
esorbitare dagli ambiti istituzionali
del prefetto.
Cos non , nessuna intenzione di le-
dere competenze altrui o ricerca di un
consenso fine a se stesso. Il patto so-
ciale che ho istituito come tentativo di
contribuire ad una prospettiva condivisa
sta procedendo bene. Certo il quadro
generale deve poi articolarsi in tavolini
e tavoletti ossia in temi specifici e risvol-
ti specialistici, ma sempre secondo un
modello operativo che vede la prefettu-
ra quale parte attiva e propositiva, non
semplice stanza di compensazione. Pro-
va ne sia che il primo tavolino quello
dedicato alla illegalit, cio alla contraf-
fazione e concorrenza sleale, una critici-
t che non riguarda solo la manifattura e
il commercio ma anche lagricoltura, per
non parlare della tutela dei brevetti. Un
obiettivo per il quale previsto a breve
un accordo formale sottoscritto dalle
associazioni imprenditoriali, accordo
che verr integrato successivamente con
una intesa sullautotrasporto.
E il credito, lemergenza pi avver-
tita in questo momento dalla piccole
aziende?
Anche questo punto del patto sociale
andato benissimo, devo ringraziare le
banche bresciane che mi hanno aiutato,
Banca dItalia in primo luogo. LAbi,
lAssociazione bancaria italiana, stata
molto collaborativa fornendo tutti i dati
di accesso al credito.
Un accesso molto limitato, a giudica-
re dalle vibrate critiche delle imprese
al sistema bancario
No, il credito a Brescia c stato.
Nessuna restrizione? Nessun famige-
rato credit crunchcomelamentagran
parte delle aziende?
LAbi sostiene, dati alla mano, che il
credito stato erogato; c stata invero
una maggiore domanda di credito do-
vuta alla crisi, ma lerogazione da parte
degli istituti di credito stata in linea
con gli altri anni: dal 2006 al 2011 il
credito aumentato del 48 per cento,
mentre lincremento per le aziende
stato del 37. Le sofferenze nello stesso
quinquennio sono aumentate del 206
per cento, a Brescia del 70. Ci che
aumentata in misura pi che fisiologi-
ca stata la richiesta di denaro causata
dalla crisi, ma lofferta non diminuita.
Una cosa invece da rilevare.
Quale?
LAssociazione bancaria italiana ri-
masta molto sorpresa dalle carenti, per
non dire mancate, relazioni tra banche
e aziende: pi chiaramente, il rapporto
banche-aziende pi avanzato in altre
province che a Brescia.
Sempre in tema di economia, vero
che vuole convincere i siderurgici
bresciani a mettersi insieme per ri-
levare lo stabilimento siderurgico di
Piombino, dismesso dai russi dopo
averlo rilevato dallebanchein seguito
alla crisi del gruppo Lucchini?
Avevo bisogno di capire se cerano le
condizioni per un interesse comune,
cos come ho fatto in altre occasioni per
quanto riguarda il problema dellenergia
essendo Brescia la provincia pi energi-
vora dItalia: Piombino non certo una
priorit, ma per la siderurgia brescia-
na potrebbe essere unopportunit da
prendere in considerazione, sia pure
con le dovute cautele, come gli stessi
imprenditori del settore mi hanno fatto
saggiamente capire.
Dalle questioni socioeconomiche alla
politica industriale: non le pare un
salto ardito?
Ci che conta sono i risultati, ovvia-
mente nel rispetto della legge. Faccio
quello che posso per un possibile rilan-
cio delleconomia locale, nei limiti di
quanto mi compete e di quanto in mio
potere, senza illusioni n velleit. Del
resto sono le stesse associazioni a con-
dividere tali proposte: lApi tra queste,
come conferma un convegno cui parte-
ciper a breve.
ElAib?
Sar presente anche lAssociazione
industriale bresciana; quanto alla scel-
ta dellApi, dovuta semplicemente
al fatto che questa stata pi pronta a
cogliere lopportunit di un confronto.
Ci che conta, ripeto, sono risultati.
Per lordine pubblico il potere di
intervento, per i problemi socioeco-
nomici la moral suasion, ossia la
concertazione e il coordinamento?
Pi o meno cos, ma non chiamiamola
concertazione, questa s troppo poli-
tica, basta e avanza il coordinamento,
mirato ad accordi specifici sui singoli
punti del patto sociale.
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12
MESI
aprile 2012
P
eNsIeRI dI 21
EDICOLANTI
LIBERALIZZAZIONI
ALLITALIANA
intervista a Dario Spini, presidente provinciale dei giornalai
del Sinagi/Cgil: Nessun vantaggio per i cittadini.
di rOBerTO GiulieTTi
G
li edicolanti guardano
avanti per capire qua-
le sar il futuro del loro
mestiere. E qualche idea
ce lhanno anche sulla scia delle libe-
ralizzazioni proposte dal Governo. In
attesa della versione definitiva che dovr
essere approvata alla Camera, intanto
il Senato ha fatto saltare la misura che
consentiva agli edicolanti di rifiutare i
prodotti complementari, come dvd o
libri, forniti dagli editori e dai distribu-
tori. In compenso i giornalai avranno la
possibilit di rendere anticipatamente i
prodotti ricevuti. Scelte importanti che
possono valere la sopravvivenza di
molte edicole, ma per gli edicolanti le
liberalizzazioni non sono un tab: Non
le temiamo, siamo solo molto perplessi
su quelle allitaliana precisa Dario Spi-
ni, segretario generale provinciale degli
edicolanti dello Sinagi/Cgil ; credia-
mo sia sbagliato intervenire sullultimo
anello della filiera, e cio solo sugli edi-
colanti. Che in altre parole vuol dire:
ok alla liberalizzazione, se per, poi,
non si chiede agli edicolanti di avere vin-
coli sulle quantit degli acquisti e sulle
tipologie di prodotto (che spesso poco
hanno a che fare con leditoria) e non si
impedisce loro di decidere riguardo a
orari, turni e ferie. Peraltro senza van-
taggi per i cittadini.
La liberalizzazione del settore voi
lavete gi provata, quali sono stati i
risultati?
vero, la nostra categoria ha gi spe-
rimentato le liberalizzazioni 7-8 anni fa
quando per dare ossigeno alleditoria si
pensato di aumentare i punti di vendi-
ta dei giornali inserendoli nella grande
distribuzione, nelle stazioni di servizio
di carburante, nelle tabaccherie. I risul-
tati sono stati disastrosi, con un aumento
dei costi fissi da parte degli editori per il
maggior onere dovutoa una crescita della
distribuzione, le vendite sono comunque
calate e i cittadini non hanno avuto nes-
sun beneficio, se non una maggior como-
dit nellacquisto di una certa tipologia di
giornali, non certo dei quotidiani.
Spesso, quando si discute di certi ar-
gomenti, si portano ad esempio espe-
rienze di altri Paesi. stato cos anche
per voi?
s
12
MESI
aprile 2012
22
P
eNsIeRI dI
Se cos fosse stato, non si sarebbe scelta
questa impostazione anche perch lespe-
rienza di altri Paesi ha dimostratocheque-
sta non la via vincente. AParigi, dopo le
liberalizzazioni, molti punti di vendita
hanno dovuto chiudere e il Comune
stato costretto ad incentivare la riapertura
delle edicole. Il problema che spalmare
il poco porta alla crisi di tanti.
Con il testo sulle liberalizzazioni ap-
provato al Senato che conseguenze ci
saranno sulla categoria?
Non si fa un passo avanti. Ledicolan-
te, non potendo rifiutare la fornitura in
base al principio di parit di trattamen-
to delle testate quotidiane, riceve una
quantit di prodotti editoriali potenzial-
mente illimitata che deve pagare antici-
patamente al momento della consegna.
La grande distribuzione, i tabaccai, i
distributori di carburante tengono quel-
lo che vogliono, non hanno turni, non
devono garantire il servizio 365 giorni
lanno. questa la liberalizzazione, il
libero mercato che si vuole?.
In tutto questo, il cittadino cosa ci
guadagna?
Il cittadino non ci guadagna nulla. I pos-
sibili sconti sui prodotti editoriali non si
possono fare perch non abbiamo la pos-
sibilit di contrattare il prezzocongli edi-
tori e i distributori, che, al contrario, non
sono stati toccati dalle liberalizzazioni.
Che suggerimento si sentirebbe di
dare al legislatore per migliorare la
situazione attuale e far funzionare
meglio la filiera delleditoria?
Credo sia fondamentale guardare con
molta pi attenzione al mondo delledi-
toria. Per fare un esempio, a mio avviso
oggi si sta attuando una truffa legalizza-
ta legata al pagamento dellIva da parte
di pseudo editori. Funziona cos: al
tribunale si registra qualunque tipo di
prodotto come testata editoriale pa-
gando cos lIva forfetaria, agevolata per
leditoria al 4 per cento ; e cos accade
che ad esempio degli accendini possono
essere venduti in edicola, pagando lIva
al 4 per cento anzich al 21 per cento,
perch mascherati da mensile di attua-
lit e tempo libero.
Come sta andando il mercato edito-
riale visto dal vostro punto di vista?
Negli ultimi cinque anni sono stati
chiusi, in Italia, circa 8mila punti vendi-
te, 15 tra Brescia a provincia (le edicole
in citt sono 110, che diventano 730
con quelle della provincia) e negli ulti-
mi tre anni abbiamo registrato una con-
trazione del reddito che ha raggiunto il
35 per cento. Oggi anche un piccolo
ulteriore calo pu significare la soprav-
vivenza o meno degli edicolanti. Se-
condo i dati nazionali, in dieci anni, tra
quotidiani e periodici, il giro daffari a
prezzo di copertina sceso da quattro a
tre miliardi; inoltre da anni si assiste alla
chiusura e al fallimento di distributori
locali che si sono ridotti da 350 a 120.
Quali sono allora le prospettive del
vostro lavoro?
Chiediamo che lo Stato ci conceda di
diventare un centro servizi per pagare
le multe; avere certificati della Pubbli-
ca amministrazione, lotterie e giochi;
fare da recapito per le consegne degli
acquisti online. Insomma un centro ser-
vizi a disposizione dei cittadini con tre
vantaggi: orari, sempre aperti durante
lanno e capillarit sul territorio.
E per quanto riguarda pi stretta-
mente i prodotti editoriali?
Mi piacerebbe che le edicole diventas-
sero strumenti per divulgare le notizie
in tempo reale con la possibilit di stam-
pare articoli, pagine di giornali o notizie
dei siti. Queste sono le realistiche pos-
sibilit di sviluppo della categoria: non
stando ai margini del mercato ma caval-
cando le tecnologie e le innovazioni che
da questa possono derivare.
Crede che tra i suoi colleghi possano
prendere piede questi cambiamenti?
Tra i giornalai molti sono giovani e cre-
do siano pi attenti e sensibili ai cambia-
menti.
A proposito di giovani, per loro, le-
dicola pu ancora essere una prospet-
tiva di lavoro?
Credo che per i giovani ledicola non
sia una scelta ma un ripiego. Apriamo
alle sei di mattina e dobbiamo tene-
re aperto minimo dodici ore. Nel mio
chiosco, in due persone, lavoriamo
mediamente 100 ore la settimana. Tan-
te anche per un giovane. E poi, come
rappresentante della categoria me lo
ricordo bene come era il mercato delle
licenze: fino a cinque anni fa non facevo
in tempo a dire che cera unedicola in
vendita che subito si trovava un compra-
tore. Oggi non pi cos.
Indicativamente, quanto pu costare
oggi aprire una nuova edicola?
Come le altre attivit commerciali: tre
anni di reddito oltre al valore del chiosco
che nuovo va dai 50mila in su. A questo
proposito i Comuni dovrebbero incenti-
vare la ristrutturazioni dei chioschi per
renderli pi adeguati alle esigenze del
mercato.
Quali sono i criteri con i quali si stabi-
lisce lapertura di una nuova edicola?
Oggi la legge consente lapertura
di un nuovo punto di vendita quando
cambia il rapporto tra il numero di fa-
miglie di un certo territorio e le edicole
presenti, tenendo in considerazione il
servizio ai cittadini e il reddito degli
edicolanti.
Nessuna sperimentazione in vista
anche in considerazione delle nuove
possibilit di apertura delle attivit
commerciali?
Non esageriamo, gi oggi le ore di
apertura sono tantissime e poi c unal-
tra considerazione da fare: a Brescia ab-
biamo gi sperimentato lorario nottur-
no ma stato un fallimento a causa della
troppa delinquenza e in definitiva, per il
prodotto che vendiamo, non c merca-
to. A Milano, in galleria c un h24 ma
proprio un caso isolato.
ledicola
dovrebbe
diventare un
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MESI
aprile 2012
P
eNsIeRI dI 25
di rOBerTO GiulieTTi
CON LE IDEE GIUSTE
SI PU ANCORA
PARTIRE DA ZERO
lesperienza personale e lavorativa di Flavio Gandolf che da impiegato
della ex Baribbi diventato presidente della Bai, azienda leader nella produzione
di veicoli antincendio.
I
mpiegato, industriale, mana-
ger, industriale. Non si tratta
di quattro persone diverse ma
della storia lavorativa degli ulti-
mi venticinque anni di Flavio Gandolfi,
presidente della Bai (Brescia Antincendi
International) di Bagnolo Mella.
La strada che ha compiuto ancora
percorribile per un giovane di oggi?
Avendo le idee giuste si pu ancora
partire da zero.
Quale ritiene sia la difficolt mag-
giore che i giovani si trovano a dover
affrontare per sviluppare le proprie
idee imprenditoriali?
Credo sia laccesso al credito che in
una fase di crisi come quella attuale og-
gettivamente difficile, anche se 20 anni
fa non era certo pi facile. Per i giovani,
costituire una nuova societ al costo di 1
euro, come proposto dal Governo Mon-
ti, sicuramente uniniziativa importan-
te, ma se poi le banche non sostengono
le nuove attivit ci saranno tante impre-
se che il giorno dopo non avranno gli
strumenti finanziari per andare avanti. E
per le piccole e medie imprese questo
un rischio concreto.
Un rischio che anche la Bai ha corso ven-
ti anni fa quando quattro dipendenti tra
commerciali, tecnici e impiegati della
ex Baribbi (veicoli antincendio) si sono
trovati coinvolti nelle crisi dellazienda:
Erano mesi che non prendevamo lo sti-
pendio, sapevamo delle difficolt della-
zienda e ci siamo guardati in faccia per
capire come dovevamo comportarci. La
scelta ricorda Gandolfi non stata fa-
cile: i dubbi, i timori, le difficolt finan-
ziarie erano tante ma abbiamo creduto
che lesperienza acquisita in quegli anni
non dovesse andare dispersa e abbiamo
fatto il salto. Nasce cos la loro azienda
che sostanzialmente colma il vuoto la-
sciato dal fallimento della Baribbi.
Com stato passare da dipendente a
imprenditore?
Complicato ma entusiasmante. Nessu-
no dei quattro soci aveva unesperien-
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MESI
aprile 2012
za imprenditoriale ma la convinzione
nelle nostre capacit, la conoscenza del
mercato di riferimento, le competenze
tecniche acquisite negli anni, una serie
di condizioni anche fortunate, ci hanno
consentito di iniziare questa avventura
imprenditoriale che allinizio ha regi-
strato una crescita difficile ma impor-
tante.
Tanto importante da diventare una-
zienda leader in Italia e da suscitare
linteresse di una multinazionale
americana.
Nel 2004 abbiamo fatto una scelta
difficile, volevamo crescere e, con la
Oshkosh Corporation che nel frattem-
po aveva acquistato il 75 per cento della
Bai, abbiamo condiviso il progetto di
diventare i primi produttori europei di
veicoli antincendio attraverso una serie
di acquisizioni.
Com stata quellesperienza?
Importante, con tanti aspetti positivi e
qualche elemento negativo.
Ci pu spiegare meglio?
Con lingresso degli americani, stata
introdotta in azienda una mentalit pi
professionale nella gestione con le pre-
visioni di budget, i report mensili per
monitorare landamento dellazienda,
maggiori controlli, una razionalizzazione
della produzione e la possibilit di lavora-
re in rete con altre aziende del gruppo.
Egli svantaggi?
Un certo appesantimento della strut-
tura che ha portato a poca flessibilit sia
decisionale sia produttiva.
Come si conclusa quella pagina
della Bai?
Nel 2008 la crisi americana ha spinto
la multinazionale a dismettere le parte-
cipazioni europee e lanno successivo io
e Giacinto Savoldi abbiamo riacquistato
il 100% della societ comprese le quote
dei due vecchi soci.
Quali sono state le motivazioni di
quella scelta?
Si potr far fatica a crederlo ma fonda-
mentalmente sono state ragioni di cuo-
re. Sapevamo che se fosse entrata una
private equity avrebbe tagliato perso-
nale e questazienda labbiamo costruita
con laiuto di tanta gente che ha creduto
in noi. Non ce la siamo proprio sentita
di non pensare anche a loro e alle loro
famiglie.
Avete quindi ripreso da dove avevate
lasciato?
Non proprio, lazienda era pi appe-
santita e si cominciavano a sentire anche
in Italia gli effetti della crisi. Nel 2010,
il fatturato stato ancora buono (36
milioni di euro) ma lo scorso anno ca-
lato del 40% (20 milioni) soprattutto in
conseguenza della pesante crisi che ha
coinvolto Paesi per noi commercialmen-
te importanti, come la Grecia, la Tunisia
e lEgitto.
Un bel filotto?
vero ma anche noi abbiamo commes-
so degli errori come quello di non leg-
gere per tempo i primi segnali della crisi
e soprattutto di non essere stati suffi-
cientemente veloci a reagire. Siamo stati
commercialmente poco aggressivi non
puntando su nuovi mercati. Abbiamo
sottovalutato che la crisi avrebbe spinto
altre aziende su nuovi mercati, facendo
crescere la concorrenza con un conse-
guente calo dei prezzi.
Eoggi come sta andando il mercato?
Si registrano segnali di uninversione
di tendenza. Ci crediamo, conosciamo il
mercato e abbiamo continuato ad investi-
re in ricerca. Abbiamo venti anni di storia
alle spalle e ancora una grande voglia di
guardare avanti e di rimetterci in gioco.
Con quali obiettivi?
Di certo lexport ancora una grande
opportunit ancheperchsappiamobene
la crisi che sta vivendolItalia e per questo
nel 2012 puntiamo ad avere un fatturato
per 80 per cento rivolto allexport.
Econ quale strategia?
Con la nostra tradizionale qualit che
ci stata riconosciuta anche dalla Mer-
cedes. Dal 2009, infatti, modifichiamo
e forniamo cabine doppie per i veicoli
antincendio del marchio tedesco e sia-
mo diventati loro conversion partner
avendo superato tutti gli esami dei
controlli Mercedes. Nel mondo siamo
solo in sei di cui cinque sono tedeschi.
Oltre a questo puntiamo su un prodot-
to pi flessibile e meno costoso e, come
ho gi detto, guardiamo ad una interna-
zionalizzazione pi spinta ma con una
strategia di marketing pi scientifica
che tradotto vuol dire: puntare su Paesi
che hanno disponibilit economiche ma
anche stabilit politica.
Nuovi mercati?
Qatar, Algeria, Giordania, Kuwait, Irak.
Senza tralasciare lItalia dove abbiamo
in produzione 11 mezzi per il ministero
della Difesa e quattro veicoli antincendio
molto sofisticati per la societ che gesti-
sce il traforo del Montebianco.
Ela nuova frontiera? La Cina?
Ci siamo andati nel periodo degli ame-
ricani ma siamo scappati. un mercato
protetto con 27 produttori locali; tanta,
troppa concorrenza.
Comunque si ragiona su un mercato
globale?
Certamente s, anche perch questo
lo scenario in cui ci troviamo a lavorare.
Tra le sue passioni giovanili c stato
anche il rugby, uno sport che recente-
mente stato spesso preso a modello
per rappresentare un certo modo di
fare impresa. Condivide questa simi-
litudine?
Il rugby mi ha insegnato tanto, soprat-
tutto a non mollare e a metterci la faccia
anche a rischio di prendere qualche bot-
ta. In questo sport, viene esaltato il con-
cetto di squadra, si vince o si perde ma
sempre tutti insieme. In questo vedo una
similitudine conil mondodelle imprese.
Il Governo dei tecnici, come sta lavo-
rando?
Non so se Monti stia facendo tutto
bene ma limpostazione che ha data alla
risoluzione dei problemi quella che va
nella giusta direzione.
Come vede il futuro dellazienda?
In modo positivo, anche se il rischio
del credit crunch reale. Senza finanza
le aziende muoiono soprattutto se sono
piccole e medie.
il rugby mi
ha insegnato
a non mollare e a
metterci la faccia
anche a rischio
di prendere
qualche botta
26
P
eNsIeRI dI
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MESI
aprile 2012
P
eNsIeRI dI 29
ELETTRICIT
IN AREA DI RIGORE
Daniela Sabatino, lattaccante molisana del Brescia femminile,
sogna lapprodo in Champions league.
di BruNO FOrZa
uando gioca ricorda Pippo
Inzaghi, quando segna
e lo fa spesso esulta alla
Pazzini portando indice e
medio agli occhi. Il mix fa
storcere il naso ai tifosi di
Milan e Inter, ma a pensarci bene lacco-
stamentoineccepibile. Il dna di Daniela
Sabatino lo stesso dei grandi rapinatori
darea del calcio maschile. Determina-
zione, fiuto, senso del gol e quei guizzi
fulminei che spingono gli spettatori a
balzare in piedi allimprovviso, come se
il gol diventasse una scarica elettrica dif-
fusa in tutto lo stadio. Questa Daniela,
soprannominata Alta Tensione proprio
come il bomber rossonero, con cui con-
divide linsaziabile fame di gol. Un vizio
irrinunciabile, sbocciato allet di 11
anni, quando prefer i tacchetti ai tacchi,
sfidando i pregiudizi ed entrando a far
parte di una squadra di calciogiovanile in
cui era lunica bambina. Lallenatore la
trattava come tutti gli altri, ma gli sguardi
e gli sfott dei compagni la costrinsero a
cambiare aria per sbarcare al Campobas-
so femminile. A quei tempi il suo primo
tifoso era il pap, ex calciatore che le ha
trasmesso la passione per il pallone. La
sua figura stata molto importante per
me ci racconta . Finiva di lavorare e mi
portava agli allenamenti. Doveva sorbirsi
unora di strada, due ore di allenamen-
to e il ritorno, ma era sempre presente.
Consigli? sempre stato molto critico
nei miei confronti.
Daniela mangia molta polvere e versa
parecchio sudore. Da Campobasso ad
Ascoli, da Isernia a Bojano passando per
Casalnuovo, poi lesperienza in Svizze-
ra, al Lugano, fino alla consacrazione
nelle fila della Reggiana.
Quando ha capito che poteva avere un
futuro nel calcio?
Non c stato un momento preciso.
Diciamo che la costanza nei sacrifici
primo fra tutti quello di allontanarmi da
casa e la voglia di giocare ad alti livelli
sono state le chiavi per emergere.
In Emilia arrivata la sua consacra-
zione nel grande calcio femminile.
S, la Reggiana una squadra che porto
nel cuore. L sono cresciuta tantissimo
e mi sono tolta grandi soddisfazioni. Ora
sono a Brescia e ci sto benissimo. senza
dubbiouna dellemigliori societ italiane.
Qual lallenatore che le ha dato di
pi?
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MESI
aprile 2012
Devo tantissimo a Milena Bertolini del-
la Reggiana. Nazzarena Grilli gli asso-
miglia molto, hanno lo stesso carattere
forte, per questo mi ci trovo bene.
A proposito di Nazzarena Grilli, se-
condo lei ha le carte in regola per alle-
nare ad alto livello anche gli uomini?
pronta, ma spero che resti qui a Bre-
scia il pi a lungo possibile. bravissi-
ma ad insegnare calcio, ha passione e
metodo. Non le manca nulla.
Veniamo al Brescia. Il presidente Ce-
sari punta al massimo. La squadra
prontaper otteneregrandi traguardi?
Negli ultimi due anni la societ sta
facendo il massimo per piazzarsi sta-
bilmente ai vertici. Siamo una squadra
giovane che deve ancora crescere mol-
to. Fino ad ora abbiamo dimostrato che
ce la possiamo giocare contro tutti e la
classifica l a dimostrarlo. Non so se
riusciremo a stare lass fino alla fine, ma
di certo ci proveremo.
A quale avversaria bucherebbe le
gomme?
Credo che la Torres sia sempre la rivale
pi temibile.
Pensa anche alla classifica marcatori?
Sono in corsa e quindi ci penso perch
sarebbe una bella soddisfazione, ma la
priorit vincere con la squadra. Se se-
gner pi gol di tutte, poi, i meriti saran-
noda condividere conle mie compagne.
Lanno scorso lei e la Panico guarda-
vate tutte dallalto dei vostri 25 gol,
poi cos successo?
Che le hanno assegnato un gol in pi e
alla fine ha vinto lei. A dire la verit non
so nemmeno come sia andata la cosa ma
non mi interessa. Ci che mi dispiace di
pi che i miei 25 gol non sono bastati
per centrare il secondo posto.
Parliamo della Nazionale. Cosa signi-
fica per lei vestire quella maglia?
La realizzazione di un sogno e un gran-
de motivo dorgoglio. Gi far parte del
gruppo importante, poi se riesco ad
avere pi spazio non posso che essere
contenta. Sto facendo presenze e gol, poi
vestendo la maglia azzurra ho la possibi-
lit di confrontarmi con le atlete pi forti
del mondo e fare esperienze di livello.
Nel 2013 ci saranno gli Europei.
Dove potete arrivare?
Ad oggi siamo un po lontane dalle
squadre pi forti dEuropa, ma stiamo
facendo importanti passi in avanti. Al
torneo di Cipro siamo arrivate terze da-
vanti a selezioni che sulla carta erano pi
quotate di noi, ma se pensiamo a compa-
gini come Germania e Svezia c ancora
tantissima strada da fare.
Chi la giocatrice italiana pi forte?
Melania Gabbiadini del Verona Bardo-
lino. Ha una tecnica impressionante. La
vorrei al Brescia.
Recentemente in Brasile ha potuto
vedere da vicino la verdeoro Marta,
considerata la pi forte del mondo.
Adire la verit nonha brillatoinquelloc-
casione, marestalanumerouno. Potrebbe
tranquillamente giocare congli uomini.
Cosa manca al calcio femminile italia-
noper fareil saltonel professionismo?
Visibilit, sponsor epersonechecredano
in questa disciplina e possano amplificar-
ne il seguito. La parte del leone la dovreb-
bero fare i media, soprattutto le televisio-
ni. Allesternolacassadi risonanzamolto
pi estesa. In Germania ci sono tifosi che
seguono perfino gli allenamenti.
Dunque siete giocatrici part time.
Per forza, almeno mezza giornata dob-
biamo lavorare. Laltra met la dedichia-
mo allallenamento. Il calcio non basta
per vivere.
Capitolo famiglia. Se ne parla a fine
carriera?
Di solito funziona cos. Per quanto mi
riguarda al momento non ci penso. Ho
26 anni e c ancora tempo.
Quanto difficile per 18 donne fare
gruppo?
Non semplice, e lo screzio sempre
dietro langolo, ma io penso che un po
di pepe faccia anche bene. Se non ci fos-
se significherebbe che non si tiene alla
maglia. Noi siamo un bel gruppo. Sap-
piamo che se restiamo unite possiamo
superare tutte le difficolt.
Nella vostra squadra di sono ottime
giocatrici. A quale compagna non ri-
nuncerebbe mai?
Preferisco non fare nomi, posso solo
dire che in difesa, un reparto sul quale
stiamo costruendo le nostre fortune.
E la sua gemella del gol Valentina
Boni?
fortissima, ma quello che facciamo
l davanti sarebbe inutile senza solidit
difensiva.
Quando stata soprannominata
Alta Tensione?
Il primo a chiamarmi cos stato il pa-
dre di Zizioli (capitana del Brescia, ndr),
quanto allesultanza alla Pazzini c un
retroscena che non posso svelare perch
sono molto scaramantica.
Con il Firenzehatagliato il traguardo
dei 100 gol in serie A. Qual stato il
pi importante?
Quello che ho fatto con la maglia del-
la Reggiana nella finale di coppa Italia
contro la Torres che vincemmo ai rigori.
Fu il mio primo titolo, quindi non posso
dimenticarlo. Adesso spero di poterne
fare uno decisivo per laccesso ai preli-
minari di Champions. Il mio sogno nel
cassetto sentire quella musichetta.
Magari sul campo del Rigamonti
Da un lato sarebbe bellissimo, ma
dallaltro non vorremmo giocarci e ve-
dere quattro gatti sugli spalti. Serve loc-
casione giusta, anche se per ora il Club
Azzurri va pi che bene, c unatmosfera
splendida nelle partite casalinghe.
Lestate scorsa il suo telefono squil-
lato parecchio. Pensa mai a un futuro
lontano da Brescia?
Le chiamate sono arrivate, ma questa
una maglia prestigiosa e io non ho
nessuna intenzione di toglierla. Il mio
unico pensiero vincere con questa
squadra.
30
P
eNsIeRI dI
per 18 donne
fare gruppo
non semplice, ma
penso che un po
di pepe faccia
bene
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12
MESI
aprile 2012
di MariO CONSerVa
STRATEGIA DIMPRESA
34
R
UBRICA
LESTRUSIONE CELEBRA
IL CINQUANTENARIO DI METRA

un anno particolare per la Me-
tra, e per il sistema dellallu-
minio italiano, perch ricorre
il cinquantenario dellazienda
di Rodengo Saiano, punto di partenza
per lestrusione nel nostro Paese. Le-
strusione un pezzo importantissimo
della storia metallurgica bresciana, in-
sieme allacciaio, alla barra di ottone,
alla fonderia, alla pressocolata, al recu-
pero e riciclo del rottame metallico, ed
ognuno di questi settori ha avuto i suoi
cavalieri bianchi che in diverse epoche
hanno fatto da guida e da apripista. Non
ci sono dubbi che nel 1962, prima come
Imet e poi con il nome attuale, la Metra
sia stata un elemento determinante per
lo sviluppo di una cultura dellallumi-
nio in Italia, mettendone in evidenza
le enormi potenzialit per unindustria
moderna, ben oltre le applicazioni spe-
cializzate e di nicchia che erano lim-
pronta degli usi del metallo leggero an-
cora negli anni 50.
La Metra fu fondata in un momento di
svolta per lalluminio in Italia, con la
vera scoperta di questo nuovo materia-
le, sin ad allora noto quasi unicamente
per gli impieghi bellici, in aeronautica
e per il pentolame. Le grosse compa-
gnie multinazionali si erano impegnate
nellammodernamento delle fabbriche
di primario e ci favor lo sviluppo di
nuovi impianti per le trasformazioni
a valle, specialmente nella laminazio-
ne e nellestrusione, sia da parte delle
grandi compagnie che, in alcuni casi, di
coraggiosi imprenditori privati; siamo
lontanissimi dai numeri attuali, allora
poco pi di 100mila tonnellate di semi-
lavorati in Italia, oggi siamo oltre il mi-
lione, comunque si stava evidentemente
formando una cultura industriale delle
leghe leggere, capace di andare oltre il
concetto dellacciaio come unico metal-
lo per produrre manufatti e componenti
per lindustria e per il consumo.
Lidea innovativa di mettere su una fab-
brica per lalluminio estruso si inseriva in
un contesto gi aperto ai cambiamenti,
comunque quelli ai quali cominci a lavo-
rare la Metra sin dagli inizi degli anni 70
furono veramente rivoluzionari e di stra-
ordinario impatto per lo sviluppo dellal-
luminio, non solo in Italia. Valga per tutti
la determinazione nel sostenere le cosid-
dette serie architettoniche, ovvero gli ac-
coppiamenti di diverse sagome di estrusi
per realizzare le finestre inalluminio, con
lapertura di un mercato di applicazioni
edilizie che nessuno poteva immaginare.
Il concetto, che si stava pian piano facen-
do strada nel mondo dellestrusione di al-
lora, era nuovoe geniale, perch ribaltava
lidea che si aveva degli estrusi, ritenuti
sagome semplici come quelle dei profilati
in acciaio, anche se molto pi leggeri e
resistenti alla corrosione; il principio di
sfruttare invece le eccezionali capacit di
forma e di accoppiabilit dellalluminiofu
dirompente e riusc a rendere popolare e
alla portata di tutti un materiale ritenuto
patrimonio esclusivo delle multinaziona-
li e di impieghi sofisticati. Laltra pietra
miliare per Metra e per lintero compar-
to dellestrusione fu nel 2001 la grande
pressa da 6.050 t, una delle maggiori
in Europa, che apr nuove possibilit di
impiego alle leghe leggere, consentendo
di realizzare estrusi di grandi dimensioni
per strutture resistenti e sistemi di tra-
sporto, come, tanto per fare un esempio
vicino alla realt locale, le vetture della
Metro leggera bresciana.
In 50 anni Metra ha fatto tanta strada,
come lalluminio in Italia: i sistemi di
estrusi della Metra sono conosciuti e
utilizzati da architetti e progettisti in
tutto il mondo, oggi il gruppo conta pi
di 15 societ controllate sia in Italia che
allestero, ha uno staff di oltre 1.000
persone e un fatturato complessivo del-
lo scorso anno di 260 milioni di euro.
Un percorso fatto di attenzione al mer-
cato, di sviluppo di nuovi prodotti ed
applicazioni, tecnologia, formazione,
disseminazione della cultura dellallu-
minio attraverso le scuole e le Univer-
sit, presidio alle attivit associative, di
normativa e di difesa della qualit. Un
approccio moderno per un mercato che
non pu vivere di rendita, ma che va fat-
to crescere giorno dopo giorno con cura
e attenzione; una forte testimonianza
di un sistema industriale, lestrusio-
ne dellalluminio, in cui lItalia eccelle
qualitativamente e quantitativamente in
Europa.
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
di eMaNuela GaSTalDi
LAVORO
LA MERITOCRAZIA CHE NON C
UN PERICOLOSO RETAGGIO CULTURALE
36
R
UBRICA
U
n recente sondaggio pub-
blicato da Il Sole 24 Ore
rivela che gli Italiani non
si fidano gli uni degli al-
tri. Sarebbe questa la motivazione pi
eclatante, e forse la pi preoccupante,
per la quale la meritocrazia stenta ad im-
porsi nel nostro Paese. Anni, forse seco-
li, di malcostume, clientelismi e cattive
abitudini ci hanno convinti che dietro
ad ogni successo debba esserci per for-
za un compromesso, una spinta, la
raccomandazione giusta, il favoritismo.
Da qui la sfiducia nella possibilit che il
successo sia conseguito solo sulla base
delle proprie capacit, delle competen-
ze abbinate ai propri sforzi personali. In
breve, questo meccanismo di sfiducia
ci impedisce di riconoscere, dietro il
successo, il puro e semplice merito. E
naturalmente ci trattiene dal premiarlo.
Non solo, prima di premiare occorre
valutare, occorre definire un criterio in
base al quale formulare il giudizio. E se
in partenza e per principio non ci si fida
degli altri, non ci si fider nemmeno del
criterio premiante che gli altri sceglie-
ranno, perpetuando il circolo vizioso.
Un secondo elemento distintivo il ruo-
lo atipico che la famiglia ha sempre avuto
in Italia rispetto agli altri Paesi, non solo
nel tessuto antropologico e non solo per
il valore sociale che riveste (sicuramente
positivo), ma per il peso che ha tuttog-
gi nelle modalit di ingresso dei giovani
nel mondo del lavoro. un dato di fatto
che in Italia il principale motore di ri-
cerca del lavoro sono le conoscenze,
non intese come know-how, ma come
relazione, rapporto interpersonale di
favore. Nulla di male in s, se non fos-
se che la rete di conoscenze anche ed
ancora il meccanismo di collocamento
di maggior successo, ben oltre il sistema
di selezione da parte dei professionisti
del settore e la valutazione delle reali
competenze ed abilit: 5 lavoratori su
10 trovano lavoro con il passaparola tra
famigliari e conoscenti. Troppi. vero
che nella societ globale e informatiz-
zata per muoversi conta soprattutto chi
si conosce, ma come nodo di una rete
che collega i saperi e come ponte verso
autostrade che portino presto lontano,
non per restare chiusi ed abbarbicati al
proprio orticello, visto che c.
E se ci vero in Italia soprattutto nel
settore della Pubblica amministrazione,
il mondo dellimpresa non se la passa
meglio. Il mercato, per effetto del mec-
canismo della competizione, dovrebbe
premiare e far avanzare automaticamen-
te chi eccelle. Ma in Italia non sempre la
competitivit sul mercato fruttodel solo
merito. Talvolta, lo addirittura di siste-
mi di incentivi statali pensati per dare fia-
to a interi settori in crisi, senza spingere
tali settori ad una seria revisione dei mo-
tivi per i quali si andati in crisi. E se
questa la cultura aziendale con la quale
si sta sul mercato, questosar anche il cri-
terio con il quale si valuta e si premia chi
ci lavora dentro. Un vero peccato, perch
la vera meritocrazia assicura persino lo
status che tutte le organizzazioni aspira-
no ad avere: quello di efficiente ed effica-
ce. Nel Regno Unito, per esempio, sta-
to introdotto un sistema di assegnazione
di risorse aggiuntive ai reparti di Pronto
soccorso che riducono i tempi di attesa,
e questi ultimi sono crollati. In Spagna,
invece, incentivando opportunamente
il merito e la performance, lIstituto na-
zionale di Sicurezza sociale ha abbassato
drasticamente la media di disbrigo delle
pratiche: da sei mesi a sette giorni.
Secondo la World Value Survey, che fo-
tografa lo stato morale e socio-culturale
delle nazioni, il 90% degli americani, fi-
gli della cultura meritocratica per eccel-
lenza, ritiene che chi ha maggiori abilit
debba guadagnare di pi. Il 60% degli
italiani pensa invece che tutti dovrebbe-
ro guadagnare nello stesso modo. Come
nel 68: mentre in America ci si batteva
per luguaglianza nei diritti civili, in Ita-
lia in molti si battevano per il 6 politi-
co a scuola. Uguale per tutti, ma con
obiettivi assolutamente diversi. Questo
retaggio culturale forte, queste con-
vinzioni sono dure da sradicare, se come
pare in mezzo secolo non cambiato
niente, nonostante tutto intorno sia
cambiato. Il rischio grosso per il futuro
del nostro Paese che un 6 politico
oggi equivalga alla mediocrit assicurata
per tutti. E pensare invece che, in un si-
stema veramente meritocratico, il genio,
la creativit, la capacit intellettuale de-
gli italiani avrebbero gambe per andare
davvero lontano.
B
aCHECa 37
Incidenti stradali: un trend in risalita
Secondo il rapporto sulla sicurezza stradale stilato dallOsservato-
rio provinciale sullincidentalit, nel 2009 il numero di incidenti
con lesioni a persone ammontano a 3.719, con 5.189 feriti e 115
morti. Il 51% dei decessi ha coinvolto lutenza pi debole: motociclette, pe-
doni, biciclette, scooter e ciclomotori; il 48% le autovetture e l1% i mezzi
pesanti. Teatro di 1.850 incidenti, pari al 50% del totale, risulta essere la
viabilit comunale, seguita da quella provinciale, con il 29%, statale (15%) e
autostradale (5%). La mortalit maggiore interessa le strade provinciali, con
56 decessi, seguita da quelle comunali (35 decessi), da quelle statali (15) e
dalle autostrade (8). In particolare, le tre strade della provincia sulle quali si
vericato il maggior numero di morti sono la 345 Delle tre valli, la 235 Or-
ceana e la 237 Del Caffaro. I Comuni nei quali stato registrato il maggior
numero di incidenti in rapporto alla popolazione sono: Sal, Manerba sul Gar-
da, Sirmione, Iseo, Castegnato, Ro Volciano, Lonato, Padenghe sul Garda e
Anfo. Gli orari maggiormente critici risultano essere quelli di punta, mattutini
e serali, mentre il giorno e il mese peggiori sono il gioved e luglio. Dal 2000
al 2010 il numero degli incidenti mortali sulle strade bresciane pressoch
dimezzato ha commentato lassessore ai Lavori Pubblici della Provincia di
Brescia Mariateresa Vivaldini ; il biennio 2010-2011 segna invece un trend in
risalita. E pi della met di chi perde la vita sulla strada appartiene allutenza
debole: pedoni, ciclisti e motociclisti.
22/02
Eredi Gnutti, lesercizio 2010-2011
chiude in positivo
Nonostante la crisi in atto, che ha coinvolto anche il mercato siderur-
gico, la Eredi Gnutti Metalli spa specializzata nella produzione di
barre di ottone e laminati di rame ha chiuso lesercizio 2010-2011 in positivo.
Con lacquisizione (settembre 2010) del 54 per cento di Ilnor, societ veneziana
che produce laminati industriali di ottone, bronzo e rame, la Eredi Gnutti ha
prima ampliato la sua offerta di prodotti e redatto il primo bilancio consolidato
di gruppo, con un fatturato pari a 331,7 milioni di euro e un utile di 3,7 milioni.
Dovendo affrontare una fase congiunturale connotata da un mercato in dif-
colt, lazienda ha agito su pi leve al ne di ridurre il punto di pareggio con
un migliore equilibrio tra costi e ricavi. Nel febbraio 2011 stato rinnovato
il contratto di solidariet per la durata di un anno a tutela dei livelli di im-
piego ed allineando il costo del lavoro ai ridotti volumi produttivi. Inoltre la
societ ha destinato investimenti allottimizzazione produttiva ed energetica
degli impianti (ultimato limpianto di recupero e trattamento delle acque e
installato un impianto fotovoltaico a tetto da 5 Mwp destinato interamente
allautoconsumo). Il primo trimestre 2011-2012 conferma le criticit emerse
nellanno precedente lasciando intravedere ancora un anno incerto a causa di
una domanda debole e, soprattutto, della stretta creditizia.
29/02
I pi amati dai bresciani
questo il titolo con cui Buonissimo lo store del gusto di Corso
Mameli, in citt ha voluto premiare i fornitori che nel 2011 si
sono distinti per qualit e gradimento del pubblico. Il primo ricono-
scimento stato assegnato alla Centrale del latte di Brescia rappresentata dal
presidente Franco Dusina. La Forneria Salvetti di Malonno stata premiata
per i suoi grissini, ma anche per la campagna Salviamo la spongada (dolce
tipico bresciano) lanciata sui social media. Mentre un terzo riconoscimento
stato assegnato a Tradizioni padane di Gottolengo per la riscoperta del
grano monococco. Lultimo dei trofei realizzati dal Laboratorio artistico Poisa
di Fobapp Anffas andato alla Cooperativa Pinocchio di Rodengo Saiano (im-
pegnata quotidianamente nel recupero dei tossicodipendenti) per il suo vino
Campo dei miracoli, il pi venduto del 2011. Nel corso dellevento, inoltre,
sono stati presentati CortoBio (servizio che si occupa della distribuzione di
frutta e verdura a chilometri zero), ArcLinea (per i suoi corsi della cucina) e
lassociazione Arnaldo Da Brescia (per i numerosi incontri letterari realizzati
nello store). Ospite donore della cerimonia - oltre al presidente di Buonissimo
Valter Martini - Francesco Amadori, fondatore dellomonimo gruppo.
10/03
Alfa Acciai sigla laccordo
con il colosso Usa Harsco Metals
Il gruppo siderurgico bresciano Alfa Acciai ha siglato un accordo
con Harsco Metals, multinazionale Usa, quotata alla Borsa ameri-
cana, specializzata in servizi per imprese minerarie e siderurgiche. Si tratta
di un accordo di lungo termine (durata prevista 6 anni, rinnovabile per altri
08/03
4) a fronte del quale, da un lato Harsco Metals svilupper per Alfa Acciai un
nuovo parco rottame e nuove soluzioni per la valorizzazione dei sottoprodotti
da forno elettrico, dallaltro si occuper della gestione diretta di queste attivi-
t, presenti allinterno dello stabilimento Alfa Acciai di S. Polo. Sono previsti
importanti investimenti, che complessivamente superano i 13 milioni di euro.
Saranno infatti installate 3 grandi gru ad equilibrio equipaggiate con motore
elettrico e introdotta una nuova generazione di mezzi di movimentazione,
volti al pieno controllo della gestione del rottame e un capannone di lavora-
zione dei sottoprodotti con sistema di abbattimento delle polveri.
Sono attesi recuperi sia in termini di efcienza energetica, sia, grazie a questo
ed alla recente installazione dei sistemi a carboni attivi, in termini di ulte-
riori abbattimenti dei livelli emissivi.
Associazione Azionisti Ubi-Jannone:
Pronti alla conta in assemblea
Nella conferenza stampa indetta dalle principali associazioni degli
azionisti di Ubi Banca di Cuneo e di Bergamo, i presidenti Dario
Alfero e Giorgio Jannone hanno illustrato il piano comune strategico volto
alla gestione delle prossime assemblee dei soci, annunciando la volont di
presentare liste comuni per il Consiglio di Sorveglianza e di Gestione. Molte,
secondo i presidenti, le criticit del gruppo, una su tutte il progressivo scol-
lamento della banca con il territorio la Capogruppo non comunica con le
banche-rete , motivo di uninsoddisfazione cronica della clientela. Uniti
si vince e la banca dei soci sono i due slogan di Bergamo e del gruppo
cuneese Tradizione in UBI Banca, che auspicano unitamente a un nuovo
modello federale di banca, con pi unit e meno sprechi. Sicure, inne, le
parole di Giorgio Jannone: Siamo certi di aver ormai i numeri necessari
per conquistare tutte le maggioranze assembleari. Da qui alla prossima As-
semblea del 2013, assise in cui tutte le cariche statutarie giungeranno a ne
mandato, o meglio ancora, da qui alla prima scadenza assembleare, saremo
comunque pronti alla conta, anche per garantire latteso ricambio.
12/03
12
MESI
aprile 2012
di alBerTO BerTOlOTTi
FINANZA E IMPRESA
MORATORIA SUI DEBITI DELLE PMI 2012:
ISTRUZIONI PER LUSO
38
R
UBRICA
U
nazienda su cinque a
Brescia rischia la crisi.
Questi i dati di una re-
cente ricerca condot-
ta da ACF spa su pi di 650 aziende
manifatturiere bresciane. Il campione
selezionato non riflette a pieno la re-
alt del complesso tessuto economico
bresciano, ma questi dati non possono
essere sottovalutati. Nellimmaginario
comune il termine crisi diventato
un sinonimo per definire il fallimento
di unazienda, in termini strettamente
tecnici, per, essere in crisi vuol dire
non essere nelle condizioni di assol-
vere ai propri impegni finanziari, ed
proprio da questo eccessivo indebi-
tamento che possono nascere le pro-
blematiche che conducono dallo stato
di crisi finanziaria alla chiusura dei
cancelli.
Nellattuale congiuntura economica,
che ha colpito gravemente il mondo
dellalta finanza cos come il merca-
to reale, leccesso di indebitamento
una problematica che accomuna molte
aziende che, a causa dellattuale stretta
creditizia, non riescono ad accedere a
linee di nuova finanza. Da parte delle
associazioni imprenditoriali (Confin-
dustria tra tutte), si sono levate alte le
richieste di un maggior supporto alle
imprese, aiuto che stentava, per, ad
arrivare.
Un primo segnale di disgelo sembra
essere giunto lo scorso 28 febbraio,
in seguito alla firma dellatteso accor-
do che sancisce la moratoria sui debiti
per le Pmi. Questa misura rappresenta
un primo e fondamentale supporto per
le aziende in difficolt, dal momento
che permetter di ridurre la tensione
finanziaria e di liberare liquidit utile
alla gestione di cassa o, ancora meglio,
agli investimenti per la crescita. Li-
niziativa rivolta alle piccole e medie
imprese di ogni settore e prevede tre
interventi: sospensione dei pagamenti,
proroga dei termini di rimborso delle
rate e concessione di nuova finanza in
seguito ad operazioni di aumento di
capitale, validi solo su finanziamenti e
leasing (anche se agevolati e/o garan-
titi da cambiali) che non abbiano gi
usufruito della precedente moratoria
del 2009.
Per quanto riguarda la prima misura, sar
possibile fruire di una sospensione di pa-
gamento fino a 12 mesi per mutui e lea-
sing immobiliari, ridotta a 6 mesi per lea-
sing mobiliari; in caso di proroga, invece,
la moratoria permetter di riscadenziare i
finanziamenti fino al 100%, allungando la
vita residua fino ad un massimo di 2 anni
per i finanziamenti chirografari e di 3anni
per quelli ipotecari. Per i prestiti a breve
termine sar possibile posticipare fino a
270 giorni le scadenze del credito, libe-
rando liquidit utile alle esigenze di cassa.
Il terzo intervento si discosta dai preceden-
ti, dal momento che si rivolge alle Pmi che
investono sullo sviluppo: per tutte quelle
imprese che avvieranno processi di raffor-
zamento patrimoniale, le banche aderenti
garantiranno, infatti, finanziamenti diretta-
mente proporzionati allaumento di capita-
le. Inconclusioneimportantesottolineare
che ladesione alla moratoria, pur garan-
tendo una boccata dossigeno per le Pmi,
non risolve i problemi legati ad un eccesivo
indebitamento, per i quali lazienda neces-
sita di una piintensa opera di risanamento
finanziario, che non pu per prescindere
dal supportodel mondodel credito.
Manda la tua domanda a:
alberto.bertolotti@dodicimesi.com
Alla Casa di Cura Poliambulanza
Dott. Ing. Enrico Zampedri
Prof. Dott. Giovanni Troise
Dr. Antonio Messina
Dott.ssa Elena Conti
Prof. Dott. Renzo Rozzini
Prof. Dott. Claudio Cuccia
Prof. Dott. Tony Sabatini
Prof. Dott. Giovanni Morandi
Dott. Vittorio Postiglione
Prof. Dott. Michelangelo Tosana
Dr. Roberto Rosini
Gentili Signori,
ho vissuto circa un mese allinterno della Vostra struttura, tanto vi stato necessario per
salvare una persona per me molto importante. la prima (e spero ultima) olta nella
mia vita che mi sono trovato ad usuuire, seppure attraverso una struttura privata come
la Vostra, del sistema sanitario nazionale di cui, in passato, ho sempre e solo sentito parlare
nei talk show televisivi.
Ho scoperto allinterno della Poliambulanza un centro di eccellenza, ad ampio perimetro,
che merita ben altri riconoscimenti rispetto a questa mia testimonianza, che tuttavia con-
sidero dovuta.
La Vostra forza certamente e in primis la professionalit e la preparazione tecnica, rico-
nosciuta a livello nazionale e internazionale, che si accompagna allassenza di protagoni-
smo, alla disponibilit tra reparti a condividere informazioni nellesclusivo interesse del
paziente, allumilt necessaria per un vero contraddittorio, al necessario mix tra prudenza
e coraggio, al rigore del controllo e del comando.
La Vostra forza il Vostro cuore e penso ai sorrisi e incoraggiamenti di Elisa, infermiera
della Terapia Intensiva, e di Maura della Cardiochirurgia (che in ferie va in Aica), pen-
so alla Dott.ssa Meggy che passa Capodanno in Sala Operatoria e poi si ferma in ospedale
per assistere il paziente
Grazie! Questo bellissimo Paese ha tremendamente bisogno di persone come Voi, che resti-
tuiscono ducia a chi sembra rassegnarsi ad una italianit percepita come mediocre anche
per eetto di una classe dirigente spesso non allaltezza della responsabilit loro assegnata.
Grazie! Chi rende un servizio al Paese, come fate Voi, restituisce ai contribuenti onesti lor-
goglio di essere tali.
Grazie! Chi sa trattare la soerenza altrui, come avete dimostrato di saper fare Voi, ci ren-
de pi duciosi nei cononti di unumanit che a olte sembra aver imboccato un declino
senza speranza.
Fatti, non chiacchiere.
Grazie!
Francesco Guarneri
riNGraZiaMeNTO
12
MESI
aprile 2012
41
E
CONOmIA
di aleSSaNDrO Cheula
DISTRETTI
RETI fILIERE
DA BONOMI A SQUINZI
pi si allungano i tempi della ripresa e pi si fa strada lesigenza di clonare
casi esemplari di aggregazione come quello tra Monchieri e Mam, due aziende
della eccellenza camuna delle forge. la crisi dei distretti industriali orizzontali,
pur benemeriti, va superata nella prospettiva delle fliere verticali e dei contratti
di rete.
U
na breve premessa prima
di iniziare il discorso
sui distretti e dintorni.
Si tratta delle novit di
Confindustria, di cui lAssociazione
industriale bresciana magna pars, o
comunque non parva pars. Dal marzo
scorso due cavalli di razza, entrambi
bergamaschi, sono alla guida di Con-
findustria, uno di maggioranza (risica-
ta) e laltro di robusta minoranza. Altro
non si potrebbe dire di Giorgio Squin-
zi, neopresidente di Confindustria,
fondatore e amministratore delegato
della Mapei, gruppo leader mondiale
nei prodotti chimici per ledilizia, e di
Alberto Bombassei, patron della Brem-
bo, gruppo meccanico leader europeo
nellautomotive. La caratteristica co-
mune ai due imprenditori lessere en-
trambi, oltre che bergamaschi, quello
che si dice due fuoriclasse nei rispettivi
comparti di appartenenza. Per questo
lindicazione da parte del vertice di
Confindustria non stata una deci-
sione agevole o indolore, dovendosi
scegliere tra due outsider che hanno il-
lustrato al massimo livello competitivo
lindustria italiana nel mondo. Gruppi
internazionalizzati, non solo delocaliz-
zati, essendo andati allestero non tan-
to per aprire nuove fabbriche lucrando
su salari minori quanto per aprire nuovi
mercati puntando su risorse migliori (
il caso, tra i numerosi che si potrebbe-
ro citare, dei bresciani Beretta, Lonati,
Camozzi, Pasini, Bonometti, Niboli e
via multinazionalizzando). Il connotato
che distingue i due imprenditori dato
dal fatto che il primo, Squinzi, incarna
la continuit con Emma Marcegaglia
mentre il secondo, Bombassei, ne rap-
presenta lelemento di discontinuit.
Ma si tratta di caratteri distintivi labili
quanto superficiali, dovendosi misu-
rare sul campo quelle che saranno i
contenuti reali delle due personalit
entrambe, ripetiamo, in grado di rico-
prire la massima carica dellimprendi-
toria italiana.
Giorgio Squinzi
s
12
MESI
aprile 2012
E
CONOmIA 42
BreSCia-BerGaMO
SeMpre piu ViCiNe
La differenza che, mentre Mapei
cresciuta a Milano dove ha sede legale,
Brembo nata e cresciuta a Bergamo.
Ma le due realt sono altrettante eccel-
lenze di cui lindustria italiana e lombar-
da devono andare orgogliose, in parti-
colare in tempi nei quali la manifattura
invocata come la risposta pi efficace e
attendibile ai problemi indotti, o non ri-
solti, dalla finanza. Ma lascesa di Squin-
zi alla carica che fu del genovese Angelo
Costa e del bresciano Luigi Lucchini,
avvenuta con una maggioranza molto ri-
sicata rispetto a Bombassei, avr di fron-
te nellimmediato unagenda quanto mai
ardua e complessa. Non solo ovviamente
i mille problemi economici sollevati dal-
la recessione, ma anche quelli politici
indotti dal macigno della riforma del la-
voro e dei suoi compromessi al ribasso
(articolo 18 compreso) e pure dallo svi-
luppo delle reti e delle filiere, fenomeni
aggregativi che in prospettiva saranno
destinati, come gi sta accadendo, a
prendere il posto dei distretti territoriali
nel panorama geoeconomico della Pe-
nisola. Lasse Brescia-Bergamo in tale
materia pu fare scuola come possibile
forza centripeta aggregativa. Non un
caso infatti che si parli da anni di fusioni
o aggregazioni tra i due enti di ricer-
ca il Kilometro Rosso bergamasco e
il Csmt bresciano presieduto da Ennio
Franceschetti e addirittura tra le due
universit statali (Sergio Pecorelli, ret-
tore dellateneo bresciano, ne ha parlato
nella sua prolusione alla inaugurazione
dellanno accademico).
DiSTreTTi BeNeMeriTi
Ma OGGi SuperaTi
Non si parla pi, o si parla sempre meno,
di distretti industriali ma sempre pi di
filiere funzionali. E ancor pi di reti e
contratti di rete, il cui numero ha rag-
giunto a livello nazionale le 300 unit,
secondo i dati forniti recentemente da
Aldo Bonomi, imprenditore bresciano
vicepresidente di Confindustria con de-
lega ai distretti e alle reti di impresa. Per
inciso, con la designazione di Squinzi, il
mandato di Bonomi giunto a scadenza
insieme a quello di Emma Marcegaglia,
della cui squadra lindustriale lumezza-
nese ha fatto parte con positivi risulta-
ti. La eventuale riconferma di Bonomi
dipender dalla squadra che il nuovo
presidente former a maggio prossimo,
mese nel quale avverr la sua formale
investitura. Ferma restando, per quanto
riguarda il toto-nomine di cui si parla in
questi giorni, la realistica possibilit di
approdo ad una vicepresidenza o ad una
delega operativa per un altro bresciano,
Giuseppe Pasini, imprenditore titolare
della Feralpi di Lonato nonch presi-
dente di Federacciai, lassociazione che
rappresenta gli imprenditori siderurgici
italiani, il cui mandato verr a scadenza
nel giugno prossimo dopo dieci anni di
apprezzata leadership.
le reTi DiMpreSa
il CaSO MONChieri-MaM
La crisi intanto continua a mordere
penalizzando le performances delle
imprese distrettuali bresciane e berga-
masche, i cui ultimi report mostrano
segni di deterioramento: il fatturato dei
distretti industriali ha subito un calo del
4 per cento, superiore a quello delle
Silvestro Niboli
Giuseppe Pasini
s
Alberto Bombassei
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
45
E
CONOmIA 44
aree non distrettuali. Nel corso dellul-
timo triennio le prestazioni delle im-
prese distrettuali si sono sensibilmente
deteriorate, in particolare nei comparti
pi penalizzati dalla crisi come la sider-
metal-meccanica. Sulla base di attendi-
bili proiezioni, nel 2012 la ripresa delle
Pmi distrettuali sar parziale e insuffi-
ciente. vero che nello stesso periodo
un nucleo di imprese competitive ha
ottenuto ottime performances, in par-
ticolare quelle con pochi debiti e pi
orientate ai mercati esteri, ma nel con-
tempo un numero rilevante di aziende,
stimabile nel 20 per cento del totale, ha
dimezzato lattivit. Il che porta a pen-
sare che il modello distrettuale del Nord
Est, benemerito per la crescita culturale
e competitiva delle stesse imprese di cui
stato per un ventennio incubatore, sia
giunto a maturazione. Che abbia esau-
rito la spinta propulsiva Lavvenire
nelle filiere e nelle alleanze verticali di
filiera, e il futuro prossimo nelle reti
di impresa, ossia nelle aggregazioni
mirate e nelle alleanze operative fina-
lizzate. Un caso istruttivo e nello stesso
tempo esemplare viene da due aziende
camune, la Monchieri e la Mam di Ci-
vidate Camuno, due imprese che fanno
parte di quella eccellenza bresciana la
forgia che in Valle Camonica conta la
pattuglia pi avanzata e omogenea (le
cosiddette quattro emme, vale a dire
Monchieri-Mam-Morandini-Metal-
cam, cui va aggiuntala effe di Fedriga).
Perch esemplare il caso Monchieri-
Mam? Non solo perch si tratta del
primo organico esempio di aggrega-
zione degna di questo nome, una alle-
anza che dar vita a un gruppo di tutto
rispetto circa 250 milioni di euro a
regime mercato permettendo ma an-
che perch avviene nel comparto pi
individualista della manifattura brescia-
na, quella forgia che, in quanto camuna,
condivide con Bergamo la mentalit pi
solista ma insieme pi lavorista, fabbri-
chista e industrialista della manifattura
lombarda (e dunque, in una parola, pi
efficientista).
Filiere prODuTTiVe
BreSCiaNO-BerGaMaSChe
Lanalisi realistica, e per alcuni aspetti
impietosa, che emerge dal Rapporto
annuale del 2011 del Servizio Studi di
Banca Intesa San Paolo su Economia
e finanza dei distretti industriali elo-
quente quanto istruttiva. Si tratta della-
nalisi relativa a oltre 50mila aziende, di
cui 11mila appartenenti ai 104 distretti
industriali italiani dei quali alcuni loca-
lizzati nel Bresciano (Abbigliamento-
Calzature della Bassa bresciana, Rubi-
netti-Valvolame e Posateria-Pentolame
di Lumezzane, Meccanica strumentale
e Metalli) e nella Bergamasca (gomma
e guarnizioni). Scenario dal quale si
evince che, per una impresa, far parte
di un distretto industriale non di per
s garanzia di riparo dalla crisi. Anzi, il
fatturato dei distretti industriali come
precisa la citata ricerca ha subto nel
periodo considerato una calo superio-
re a quello delle aree non distrettuali.
Significa che lesperienza dei distretti
stata inutile? No, semplicemente che
i distretti, e pure i metadistretti che ne
hanno costituito lestensione funziona-
le (non territoriale) non sono pi stru-
mentalmente idonei ma vanno superati
nella logica delle reti e delle filiere.
Unesigenza che si evince anche dalla
situazione bresciana. E una necessit di
cui Aldo Bonomi si fatto ulteriormente
interprete in occasione di un seminario
confindustriale nazionale.
le reTi DiMpreSa
OlTre i DiSTreTTi
Le reti locali (di territorio) e le reti
aziendali (di filiera) non sono una novi-
t, essendo una declinazione degli stes-
si distretti. In cosa si differenziano? Le
reti locali sono realt trans-territoriali,
le filiere aziendali sono trans-settoriali.
Pi chiaramente: le reti territoriali
sono entit orizzontali, le filiere setto-
riali sono realt verticali. Il problema,
dice Bonomi, farle interagire. Cio
fare squadra, sistema, sinergia. Come?
Non pi con le alleanze orizzontali di
prodotto bens con le alleanze verti-
cali di filiera. Un esempio? Prendiamo
la filiera (distretto) della Meccanica
strumentale del Bresciano analizzato
nella citata ricerca di Banca Intesa. Nel-
la fattispecie si tratta della filiera della
robotica-automazione formata dalla se-
quenza di quattro fasi di un unico pro-
cesso (stampo-pressa-transfer-robot)
tutte presenti nella manifattura bre-
sciana, ad eccezione dellultima fase, la
robotica, presente a Brescia nella forma
della automazione industriale pi che
nella versione del robot antropomorfo
ad assi cartesiani la cui leadership ap-
partiene a Torino (Comau). Ebbene, a
Brescia si d un caso, forse il primo o
tra i primissimi in Italia, di consorzio
o alleanza di filiera, gi ricordato in
altre occasioni su queste colonne ma
che vale la pena di rammentare per il
suo carattere esemplare e dunque clo-
nabile o esportabile, tanto quanto lag-
gregazione Monchieri-Mam. lItg
(Italian technology group) formato dai
forni Maestri di Calcinato, dalle pres-
se Hydromec di Gussago, dai transfer
Btb di Bovezzo e dalla Automazioni
Industriali di Gussago. Ma la stessa
formula potrebbe essere applicata ad
altre filiere o processi produttivi com-
plessi come limpiantistica dellallumi-
nio, dellottone, del biomedicale, della
rubinetteria-valvolame. Compreso il
riuscito esempio delle forge Monchie-
ri-Mam cui guardano con crescente interesse altri concorrenti del settore
quali Giampiero Franchini, fondatore
e titolare insieme con i figli Alberto e
Alessandra della Forgiatura Bresciana
di Mairano, holding di controllo della
Franchini Acciai di Pievedizio e del-
la Lavorazioni Meccaniche di Flero.
Analogamente ai camuni Monchieri,
Mam e Morandini che negli ultimi
anni hanno effettuato massicci investi-
menti per centinaia di milioni comples-
sivi, Franchini ha in corso innovazioni
tecnologiche per 120 milioni di euro
dopo aver realizzato una nuova pressa
da 8mila tonnellate per un costo di 25
milioni di euro.
reTi COrTe
reTi luNGhe
Linterazione tra le reti territoriali
orizzontali e le filiere settoriali verticali
il superamento coerente dei distretti,
storicamente benemeriti ma superati.
Passare insomma dalle reti corte di
prossimit alle reti lunghe trans-set-
toriali e trans-territoriali. Ma non ba-
sta. Occorre supportare tali interazioni
e alleanze con strumenti finanziari e
industriali allaltezza dei problemi.
sempre Bonomi ad averlo ricordato ri-
petutamente nei convegni nazionali di
Confindustria. Il primo il rating am-
bientale, cio il voto di distretto o
di filiera. Vale a dire un rating per le
aziende che, con lentrata in vigore dei
rigidi criteri di Basilea 3 oggi pi pe-
nalizzanti di ieri a causa della crisi, va
integrato e supportato con un un pi
ampio e articolato rating di distretto
o di filiera, ambientale appunto. Ci
perch anche la filiera di cui fa parte
limpresa ha un suo valore che deve
essere riconosciuto. Il secondo uno
strumento, purtroppo precocemente
e immotivatamente abbandonato, che
Banca Intesa e Unicredit avevano esco-
gitato alcuni anni fa per soccorrere le
aziende: i bond di distretto. Oggi pi
attuali e auspicabili che mai proprio a
causa della crisi.
Da BreSCia uN NuOVO
SpiriTO aGGreGaTiVO
Ma ancora non tutto. Che lo spirito
aggregativo venga dalle province pi
individualiste dItalia pu essere anno-
verato come una positiva quanto inedita
forma di eterogenesi dei fini. Eppure si
sta facendo strada da qualche tempo una
maggiore sensibilit aggregativa, non
solo a livello di sistema Paese ma prima
ancora a livello di sistemi locali, intesi
come province o aree geoeconomiche
omogenee. Brescia e Bergamo sono tra
queste. Intendiamo consulte, o meglio
ancora costituenti economiche, dove
possano funzionare nuove alleanze tra
imprese, banche, universit e istituzio-
ni, ovvero tra economia, finanza, ricerca
e politica. Lesigenza di una maggiore
aggregazione operativa posta anche
dalla citata ricerca di Intesa San Paolo,
senza adombrarne le possibili risposte
sul piano istituzionale. Ma proprio a
livello di strumenti organizzativi e ope-
rativi pubblico-privati che vanno trovate
le soluzioni. Poich questo il modo pi
efficace di fare sistema. Uno strumento
di politica industriale pi che mai auspi-
cabile in tempi come quelli che stiamo
vivendo, ma di cui non si scorge anco-
ra traccia nel programma del governo
Monti.
Andrea Mam e Gaia Monchieri
Aldo Bonomi
Giampiero Franchini
12
MESI
aprile 2012
47
F
INANzA
I DERIVATI
ARMI fINANZIARIE DI
DISTRUZIONE DI MASSA?
i derivati non regolamentati hanno svolto un ruolo di primo piano
nella crisi economica mondiale, essendosi enormemente diffusa oltre
che tra gli Stati, anche tra le imprese e gli enti pubblici.
di GiuSeppe aMaTO
uando Morgan Stanley lo
scorso gennaio annun-
ci di aver tagliato la sua
esposizione netta verso
lItalia di 3,4 miliardi di
dollari, non spieg agli in-
vestitori che il nostro Paese aveva pagato
lintera cifra alla banca per uscire da una
scommessa sui tassi dinteresse, ossia
per sciogliersi da contratti derivati.
Lentit dellesborso impressionante:
si pensi che equivale alla met di quanto
lItalia incasser con i recenti aumenti
dellIVA, il che sottolinea i rischi ori-
ginati dai derivati che i paesi utilizzano
per abbassare i costi di indebitamento
e mettersi al riparo dagli alti e bassi dei
tassi dinteresse e dei mercati valutari e
di come questi contratti possano creare
un onere per i contribuenti.
LItalia ha perso pi di 31 miliardi di
dollari agli attuali valori di mercato sui
suoi derivati. Morgan Stanley invece ha
registrato profitti per 600 milioni nel
quarto trimestre del 2011, grazie alla
risoluzione dei contratti con lItalia.
Questa situazione ha avuto origine nella
met degli anni Novanta, quando i debiti
contratti dallItalia hanno sfondato la so-
glia dei mille miliardi di euro e il paese
ha iniziato ad utilizzare gli swap sui tassi
dinteresse, tramite la stipula di contrat-
ti derivati, per tagliare i costi a servizio
del debito.
Sennonch quando i tassi degli swap,
che tipicamente seguono i rendimenti
dei bond tedeschi, sono iniziati a crolla-
re dopo il 2008, lItalia si trovata a do-
ver pagare alle proprie banche soldi sui
derivati mano a mano che le sue scom-
messe andavano a rotoli.
Perch parliamo di scommesse? Cosa
sono e da dove vengono i contratti de-
rivati, che nella crisi finanziaria giocano
un ruolo di primo piano e che sono in
grado di mettere in difficolt interi paesi?
lOriGiNe Dei DeriVaTi
Derivato considerato ogni strumen-
to finanziario che deriva da unaltra
operazione e il cui valore basato sul
Q
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F
IN
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12
MESI
aprile 2012
F
INANzA 48
valore di mercato di altri beni. Lorigine
dei derivati risale alla met dellottocen-
to, quando furono creati a supporto del
commercio con lobiettivo di ridurre il
rischio collegato alla variabilit del prez-
zo di acquisto o di vendita di un prodot-
to qualsiasi che doveva consegnarsi nel
futuro. Si consideri che a quellepoca la
merce impiegava molto tempo per viag-
giare da un parte allaltra del globo. Per
prevenire e assicurare questi rischi,
gli imprenditori inventarono i contrat-
ti derivati, che espletavano quindi una
funzione di copertura.
Di recente i derivati hanno raggiunto
per una diffusione enorme nel mondo
grazie alla globalizzazione dei merca-
ti ed alla contestuale introduzione dei
sistemi informatici per la trasmissione
degli ordini. Oggi esistono derivati
strutturati per ogni esigenza e basati su
qualsiasi variabile, perfino la quantit di
neve caduta in una determinata zona. La
fantasia creativa non ha limiti e la fun-
zione di copertura spesso lascia il posto
alla mera speculazione, soltanto che non
sempre linvestitore ne a conoscenza.
i DeriVaTi
OVER THE COUNTER
Non si devono confondere i derivati
regolamentati, che sono scambiati su
borse controllate nelle quali sono ogget-
to di contrattazione come titoli qualsiasi
con un prezzo e una quantit, con quelli
non regolamentati.
I derivati non regolamentati sono stru-
menti finanziari non standardizzati,
frutto della finanza creativa di societ tra
le pi disparate, il cui scambio non sot-
toposto ad alcun controllo ma si svolge
a livello mondiale con un semplice ac-
cordo tra chi compra e chi vende, senza
verifiche sui rischi di insolvenza e senza
che se ne versi preventivamente il valore.
Ci significa che possibile scommette-
re somme importanti senza anticiparne
alcuna, il che di per s solo evidenzia la
pericolosit dello strumento.
Si tratta dei cosiddetti derivati over the
counter, cio letteralmente da banco.
I derivati over the counter, detti anche
Otc, sono trattati su mercati alternativi
alle borse vere e proprie e sono la forma
di strumento finanziario pi innovati-
va, speculativa e rischiosa che i mercati
mondiali abbiano mai conosciuto.
questa tipologia di derivati che svolge
unruolo di primo piano nella crisi econo-
mica mondiale, essendosi enormemente
diffusa oltre che tra gli stati, anche tra
le imprese e gli enti pubblici. In Italia
quantomeno, posto che nel Regno Uni-
to ad esempio il loro utilizzo per legge
escluso per gli enti pubblici e limitato per
le imprese, nonostante a Londra se ne
creino la gran parte. Il che la dice lunga.
Ci riferiamo anzitutto ai Credit Default
Swaps (Cds), ormai famosi nelle crona-
che della crisi. Inventati a Wall Street
alla fine del 1990, i Cds consistevano
originariamente in strumenti finanziari
destinati a coprire le perdite di banche,
societ, ma anche Stati, quando questi
ultimi vanno in default, cio non riesco-
no pi ad onorare il rimborso del pre-
stito. I Cds sono nati dunque come una
forma di assicurazione. Tuttavia il mer-
cato dei Cds divenuto in breve tempo
enorme: nel mondo si contano quasi 30
trilioni di dollari di questi strumenti, pi
dellintero Pil mondiale, cosicch la spe-
culazione ben presto arrivata anche su
questi prodotti che per le modalit con
le quali oggigiorno sono utilizzati, inve-
ce di disperdere il rischio, di fatto ampli-
ficano le perdite nel caso di insolvenza.
Warren Buffett, uno degli uomini pi
ricchi del mondo, ha definito in una fa-
mosa frase i Cds come armi finanziarie
di distruzione di massa.
la BOlla iTaliaNa
In questi ultimi anni di crisi finanziaria
gli investitori, banche e grandi compa-
gnie principalmente, si sono assicurati
maggiormente contro il default dellIta-
lia, a causa dellenorme debito pubblico
del nostro Paese. In un certo senso
corretto dire che gli investitori istitu-
zionali hanno scommesso sul fallimen-
to dellItalia. Il nostro Paese ha reagito
emettendo grandi quantitativi di titoli
di stato e, per renderli pi attraenti,
ha promesso elevati interessi, con ci
contribuendo a determinare laumento
dello spread sui bond tedeschi e degli
interessi da pagare sul debito pubblico.
Cos, per assicurarsi rispetto ai rischi di
oscillazione dei tassi, lItalia ha acqui-
stato altri derivati. Il proverbiale cane
che si morde la coda.
Ma la bolla italiana dei derivati ha coin-
volto anche gli imprenditori, tra i quali si
sono enormemente diffusi nello scorso
decennio in tutti i settori, tutte le re-
gioni e per tutti gli ordini di grandezza.
Leterogeneit degli ambiti e dei settori
colpiti il segno pi evidente che c
stata una massiccia campagna di distri-
buzione di derivati, non sempre dunque
focalizzati sulle specifiche esigenze del
singolo cliente, che in taluni casi si
determinato alla stipula del contratto
credendo di assicurarsi contro le oscilla-
zioni dei tassi, per poi scoprire, quando
i tassi sono andati in controtendenza,
che la presunta assicurazione si risolta
in una perdita crescente e di avere in-
Limprenditore
che ha
sottoscritto derivati
over the counter
speculativi, ha
assunto i rischi
di uno
scommettitore
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12
MESI
aprile 2012
F
INANzA 50
consapevolmente speculato in maniera
complessa. In altre parole, limprendi-
tore aveva sottoscritto derivati over the
counter speculativi, assumendo i rischi
(il pi delle volte inconsapevolmente) di
uno scommettitore.
A questo punto le banche, anzich spie-
gare a quale tipo di gioco si fosse sot-
toposto limprenditore, hanno spesso
proposto di raddoppiare la scommessa.
normale infatti per questo tipo di de-
rivati lerogazione di finanziamenti up-
front per la copertura delle perdite, che
ovviamente dovranno essere successiva-
mente restituiti a rate, alle stesse condi-
zioni di mercato o addirittura peggiori
se il sottostante lo impone (ad esempio:
se salgono i tassi di interesse).
riSChiO FiNaNZiariO
pMi e BaNChe
Tale anticipo di somme, nonch la chiu-
sura anticipata contestuale alla stipula di
altri derivati, a condizioni sempre pi ri-
schiose, costituiscono un moltiplicatore
del rischio. Daltra parte, al rischio del
cliente fa da contraltare un guadagno
della banca intermediaria, consistente
nellentit degli up-front, che in parte
sono retrocessi allatto della stipula di
ogni nuovo contratto ed in parte trat-
tenuti dagli intermediari come propria
remunerazione economica. In questo
modo, gli strumenti finanziari derivati
possono costringere la piccola o media
impresa a pagare alla banca somme sem-
pre maggiori.
Poich dunque la gestione e al limite la
stessa esistenza dellimpresa che abbia
stipulato un derivato vengono a dipen-
dere dal risultato di quella che altro non
se non una scommessa sia chiaro, in
s perfettamente lecita , lattivit della
banca che negozia per conto proprio de-
rivati over the counter , a tutti gli effetti,
unattivit pericolosa. Il che comporta la
responsabilit della banca che ha nego-
ziato derivati senza avere adottato la mas-
sima diligenza e senza essersi organizzata
nella maniera pi efficiente per assicura-
re che la negoziazione avvenisse solo con
clienti che avessero effettive esigenze di
copertura e che fossero consapevoli di far
ricorso, per far fronte alle loro esigenze,
ad una vera e propria scommessa, con le
conseguenti condanne al risarcimento
del danno o alle restituzioni come le pi
recenti decisioni di autorevoli Tribunali
italiani hanno confermato.
C da auspicare che le piccole e medie
imprese riprendano a coltivare una sana
avversione al rischio finanziario e le ban-
che non manchino di tener presente che
nella prestazione di qualsiasi servizio
dinvestimento, compresa la negozia-
zione per conto proprio di derivati, esse
agiscono, sempre, non quali controparti
controinteressate, ma quali cooperatori
tenuti a curare nella sostanza, prima e
oltre che nella forma lesclusivo inte-
resse dei clienti.
In tale direzione sembrano andare le
riforme volute dallattuale governo sta-
tunitense per frenare la speculazione fi-
nanziaria. Fino agli anni novanta infatti
le banche daffari si occupavano di affari,
trading, investimenti, fusioni e acquisi-
zioni mentre le banche commerciali si
occupavano di depositi e di gestire i ri-
sparmi della clientela. Poi arriv la dere-
gulation e con essa quelle commistioni
che in parte hanno portato alla specula-
zione e alla crisi attuale. Le nuove regole
contenute nella riforma Dodd-Frank su
Wall Street riportano alcuni paletti che
potrebbero dividere di nuovo il mondo
del credito.
Le banche,
anzich
spiegare in quale
tipo di gioco
fosse caduto
limprenditore,
hanno spesso
proposto di
raddoppiare la
scommessa
Gli strumenti
fnanziari
derivati possono
costringere la
piccola o media
impresa a pagare
alla banca somme
sempre
maggiori
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LE ALTRE PROPOSTE
12
MESI
aprile 2012
QUANDO LA PASTICCERIA
la passione di una giovane bresciana: da interior a cake designer
di aleSSaNDra TONiZZO
S
uccede a Brescia, e c di che
stupirsi. Perch in una delle
citt italiane pi orgogliose
delle proprie tradizioni so-
prattutto quelle alimentari approda-
ta, e attecchita, da oltralpe una golosis-
sima moda: il cake design.
Se prima, infatti, davanti a un tiramis o
una millefoglie cera poco da far poesia,
e molto da leccarsi i baffi, ora, invece, si
rischia di ammirare per ore il piattino
del dessert, in cui troneggiano deliziose
creazioni zuccherine, rubate al mondo
delle favole, ai sogni pi dolci.
Si dice che la nascita del cake design
porti la data 10 febbraio 1840, vale
a dire il giorno del matrimonio tra la
Regina Vittoria e il Principe Alberto,
quando venne appositamente creato
lingrediente principale (e principesco)
delle cup cake, il composto a base di
zucchero e albume duovo che, una vol-
ta asciugato, assume laspetto del ghiac-
cio: il royal ice, ovvero ghiaccia reale.
Questa glassa, o pasta di zucchero, pu
essere modellata a piacimento, proprio
come fosse creta nelle mani del designer
contemporaneo, quello che fa di stampi
e golosit i suoi strumenti, della pastic-
ceria il suo ufficio.
Lo sa bene Giada Farina un cogno-
me, una profezia, ironizza trentunen-
ne salodiana che, con la sua boutique di
torte in pieno centro (con laboratorio a
vista annesso), ha poco da invidiare al
celebre Buddy Valastro, il Boss delle
Torte che spopola sul satellite, e da-
gli Stati Uniti costruisce veri e propri
monumenti di pan di Spagna. E, forse,
lo sapete anche voi, se vi capitato di
passeggiare in Corso Mameli e sentirvi
inaspettatamente catapultati in un fan-
tastico mondo color pastello: quello di
Yogolilla e Le Torte di Giada.
Insieme a mamma Rosi preparatissima
dietro al bancone e pap Marco un
vero fan del cioccolato , Giada inizia la
sua avventura con lomonima attivit (cui
affianca la yogurteria, a base di prodotti
freschissimi) nel giugno 2011, sceglien-
do appositamente la location del centro
storico, perch un po abbandonato,
bisogna tornare a coltivarlo, far rivivere il
passaggio della gente. Ma andiamo con
ordine, a ritroso nel tempo, per arrivare
alle radici di una passione tanto forte da
strappare Giada a una buona occupazio-
ne linterior designer , facendole ri-
schiare tutto, sempre con il sorriso.
Bionda, minuta e frizzante, Giada rac-
conta: giravo il mondo per lavoro, e mi
venivano delle idee cos ho iniziato, da
autodidatta, a studiare luniverso del le
torte a piani e monumentali; prima
s
53
T
eNdeNze
fA SOGNARE
12
MESI
aprile 2012
di approdare alla sugar art la decora-
zione fine a base di pasta di zucchero
, la nostra cake designer si diploma in
Maestra dArte e lavora nel campo della
progettazione, incamerando pratiche e
nozioni che le torneranno buone anche
tra i fornelli. Oltre che da stoffe e sup-
pellettili, Giada trae spunto dalle sue
nonne una delle quali, guarda caso,
una grande pasticcera , tanto che,
forse, lintuizione proprio grazie ai
dolci ho la possibilit di sfogare tutta la
mia creativit! le viene davanti al mi-
tico salame di cioccolato familiare, oggi
riproposto a modo suo, per plasmare
forme sempre nuove: una ricetta tradi-
zionale applicata allinnovazione.
Di novit, nel caso di Le Torte di Giada
(suo il 3 posto nel premio Ascomdel di-
cembre 2011, per Innovazione nel com-
mercio) ce n a bizzeffe, perch riuscire
a rendere la pasticceria anglosassone e
americana fatta di dolci dallimpasto
sostanzialmente asciutto e molto burro-
so appetibile alla maniera made in Italy,
richiede impegno e inventiva: creare torte
monumentali fresche, leggere, ripiene di
crema e frutta, molto inzuppate, come
piacciono a noi, insomma,
per Giada stata subito una
sfida. La difficolt, infatti,
ci spiega, per noi sta nel peso
maggiore del dolce, e nella
pericolosa umidit a contatto
con lo zucchero, superata
grazie ad accorgimenti tecnici
volti a trovare il connubio tra
una buona resa estetica e il
gusto, che conta per l80 per
cento.
Difatti, per Giada Farina,
sentirsi dire non me la sarei
aspettata cos buona! ogni
volta come vincere una medaglia doro:
queste creazioni sono cos belle che chie-
dersi se il sapore equipari limmagine
cosa ordinaria; castelli di Walt Disney,
fiori, nastri e balocchi, riproduzioni
dauto depoca, di oggetti modaioli come
scarpe, borse o make up con la sugar
art si pu realizzare quasi tutto, tanto
che qualcuno, galoppando di fantasia,
pu farsi prendere la mano. Ebbene s
racconta Giada , una volta un ragazzo
mi ha persino chiesto di realizzare una
torta monumentale che replicasse fe-
delmente la sua fidanzata:
una stangona di un metro
e ottanta!: cose da mat-
ti, cose da cake designer.
Forse, a Giada, durante i
molti corsi di decorazione
seguiti nel mondo indi-
spensabili pure per impa-
rare la pasticceria locale
pi tradizionale hanno
anche insegnato come riu-
scire a prendere paletta e
coltello e affettare senza
piet lauto del cuore, o la
copia glassata del proprio
pet! vero ci spiega
tutti inizialmente non vo-
gliono mangiare la propria
torta personalizzata, ma io
spiego loro che terapeu-
tico, che fa bene!; anche
perch, superato il primo
impatto, esistono delle
decorazioni da conservare,
come il topper delle torte
nuziali (lultimo piano del-
le wedding cake), fatti di
un materiale inerte che, alloccorrenza,
invece dessere sgranocchiato si lascia
asciugare. Il cake design, lo abbiamo ca-
pito, una moda gustosa che sta davve-
ro prendendo piede nel Belpaese anche
in libreria, grazie a La torta che vorrei.
Larte italiana del cake design, scritto
dalla specialista Letizia Grella , sebbene
da noi non ci siano ancora scuole speci-
fiche; nel frattempo, in Corso Mameli si
tengono laboratori a raffica, frequentati
da appassionati amatoriali, sia uomini
che donne, e professionisti, cui Giada, in
mezza giornata, spiega labc di questarte
manuale. Ci vuole passione, e tantissima
pazienza, se si pensa che capita di deco-
rare una torta per tre giorni, lavorandoci
sopra fino a 12 ore al d!; per questo, ai
tanti giovani che voglionoprendere la sua
strada, dice di pensarci bene, facendosi
furbi: il cake design un buon trampo-
lino, ma bisogna saper fare anche altro, in
pasticceria, e capire se si portati per la
ghiaccia reale piuttosto che, ad esempio,
per lo zucchero tirato, o per i semifred-
di. Ma questa giovane pasticcera che,
nonostante la timidezza, inizia ad essere
riconosciuta nella sua Sal, grazie alle
dolci creazioni non rientrer a casa
stremata, tentata dalla pizza dasporto,
pur di non dover mettere ancora le mani
in pasta? Non sia mai! ci dice, un filo
scandalizzata Io cucinerei sempre, dol-
ce e salato, senza sosta, perch non mi
annoia n pesa mai. Allora, questo,
proprio un donoal quale noi rubiamo,
complici, un pizzico di poesia: stasera,
nel piatto, prosciutto cotto in stile cake
designer. Come sar mai? Ma a forma di
margherita, ovvio.
Giada Farina, titolare de Le torte di Giada
in Corso Mameli a Brescia.
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eNdeNze
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le laMpaDe
Da Tre aNNi DiNeMa, CON la prOGeTTaZiONe e la prODuZiONe
Di uNa liNea Da iNTerNi eD uNa Da eSTerNi, puNTa CON DeCiSiONe
allO SViluppO Delle appliCaZiONi Della TeCNOlOGia a leD CONViNTa
Che rappreSeNTi il preSeNTe e il FuTurO DellilluMiNaZiONe.
Che riSpeTTaNO laMBieNTe
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i
l futuro sar lilluminazione in-
telligente quella per intenderci
che si autoregoler secondo alcu-
ni parametri, in grado di leggere
diverse situazioni, capace di trovare so-
luzioni ottimali per ogni condizione sia
in ambienti chiusi sia in quelli esterni.
Difficile prevedere quando tutto que-
sto sar normale nelle case, in tutte
le industrie o per le strade, quello che
certo che lilluminazione del futuro
sar a Led. E dal loro acronimo inglese
Led, ovvero Light Emitting Diode
(diodo a emissione luminosa), si capisce
che si tratta di diodi che, al passaggio
della corrente elettrica, emettono foto-
ni, ovvero luce. Alla Dinema sono cos
convinti che questo il presente e sar
il futuro dellilluminazione che, da circa
tre anni, hanno deciso di puntare con
decisione sulle applicazioni di questa
tecnologia.
Una conseguenza logica precisa il
general manager Riccardo Lonati . Da
quarantanni il nostro core business
lelettronica e in questi anni abbiamo
acquisito una serie di conoscenze e di
competenze nel settore della proget-
tazione di schede elettroniche e delle
automazioni che la decisione di fare di-
rettamente un nostro prodotto stata
davvero una scelta logica.
Se a questo si aggiungono i macchinari
gi disponibili in azienda, una buona
capacit di acquisto delle materie pri-
me, uno staff di ricerca e sviluppo con la
propensione a mettere la testa nel futu-
ro, si possono ben capire alcune scel-
te. Quella di puntare sullilluminazione
a Led stata soprattutto una decisione
presa sulla previsione di scenari futuri,
ma non troppo. vero perch questa
tecnologia gi oggi garantisce numerosi
vantaggi rispetto ai prodotti tradiziona-
li. E lelenco lungo e va dalla riduzio-
ne del consumo energetico tra il 50 e il
75 per cento (a seconda della potenza e
dellutilizzo che se ne fa), al lungo ciclo
di vita (attorno alle 50.000 ore, anche
con temperature dellaria circostante
di 50C, rispetto alle 8-9.000 di una
lampada alogena); dalla stabilit delle
performance nel tempo (altre tecnolo-
gie hanno riduzioni di flusso luminoso
significative gi dopo 3.000 ore), alla
riduzione dei costi secondari connessi
allilluminazione, meglio noti come ma-
nutenzione.
A beneficiare di tutto questo non sono
solo gli utilizzatori, ma anche lambien-
te. Questa tecnologia consente, infatti,
una minima produzione di calore (nes-
suna di rumore) con un conseguente
trascurabile impatto sul condiziona-
mento atmosferico; zero emissioni di
raggi ultra violetti e infrarossi, dannosi
per gli occhi in caso di esposizione di-
retta; inoltre, essendo prive di piombo,
mercurio e altri metalli pesanti, i Led
non presentano problemi n al mo-
mento della produzione n in quello
dello smaltimento, anzi sono facilmente
disaggregabili e quindi riciclabili allo
stesso livello dei normali diodi che si
utilizzano in elettronica.
Di certo con le lampade, le plafoniere e
i lampioni a Led, si ottiene unaltissima
qualit della luce, ideale per locchio
umano e si raggiunge uneccellente
Indice di resa cromatica (Cri fino a 95)
che, per i non tecnici, si pu tradurre con un pi semplice: si vede molto meglio.
Altrettanto certo che questa tecnologia rimane in costante evoluzione a garanzia di
una crescita, come qualit e funzionalit del prodotto, che porter ulteriori benefici
per gli utilizzatori. Basti pensare che solo dal 2007 che la ricerca ha reso disponibi-
li i Led ad alta potenza quelli utilizzati dalla Dinema , gli unici che emettono luce
sufficiente (con un elevato rapporto Lumen/Watt) per essere utilizzati in applicazio-
ni di illuminazione diffusa come, ad esempio, per i lampioni stradali.
Il nostro progetto ricorda il general manager della Dinema partito tre anni fa
con una fase di progettazione, di test e di collaudi durati pi di un anno, che ci ha por-
tati a produrre una linea per esterni. Oggi, abbiamo ampliato la gamma delle nostre
proposte con una linea per interni con la stessa qualit e nella tradizione degli altri
prodotti Dinema. Un marchio che ha fatto dellattenzione alle esigenze del cliente
un proprio segno distintivo e capace, nei suoi 40 anni di attivit, di una costante
evoluzione passando da impresa inizialmente legata quasi esclusivamente al tessile
ad essere unazienda in grado di entrare, con ottimi risultati, in molti altri settori gra-
zie a continui investimenti in tecnologia e in risorse umane. Entrando nel moderno
stabilimento Dinema di via San Polo a Brescia, non possibile non accorgersi che
quasi tutti i dipendenti sono giovani; sar forse per questo che con facilit mettono
la testa nel futuro?
dinema s.p.a.
Via S. Polo, 183 - 25124 Brescia
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QUANDO LAMORE
VALE PI DI UN LEGAME
DI SANGUE
Crisi delle adozioni. Gli enti bresciani autorizzati a mettere
in atto pratiche di adozioni internazionali, liter da seguire.
le storie di una madre e di una fglia adottiva.
di BruNO FOrZa
I
diritti di ogni bambino trovano
la loro naturale collocazione
allinterno della famiglia. Nel
mondo, tuttavia, ci sono mi-
lioni di bambini orfani, abbandonati,
vittime di abusi, costretti a vivere una
quotidianit da incubo. Ladozione,
cos come laffido (che tratteremo nel
prossimo numero), rappresentano una
seconda opportunit. Quando se ne
s
12
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59
parla si tende a concentrarsi su desideri
e aspettative della coppia. Il fulcro della
questione, invece, deve essere il bam-
bino. Adottare significa accoglierne i
pregi, i difetti, il passato e le sofferen-
ze. Un dono immenso, ma alla portata
di tutti, una scelta che pu salvare una
vita e rendere migliore la societ, ma
che va affrontata nella piena consape-
volezza della sua complessit e del reale
destinatario finale: un bambino scono-
sciuto che si trasformer in figlio.
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NChIestA
Crisi delle Adozioni
sconto poggenpohl il 12 e cantieri.psd
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MESI
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MESI
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La prima tappa del nostro viaggio sta-
to il Centro Adozioni dellAsl, in viale
Duca degli Abruzzi. Abbiamo parlato
con la direttrice del dipartimento Fausta
Podavitte, il responsabile Mauro Narra e
la coordinatrice Adele Ferrari.
-30% Di DOMaNDe:
uN CalO preVeDiBile
Crisi economica, mancanza di serenit,
calo dei matrimoni e iter formativo ge-
neratore di consapevolezza. Sono que-
ste le quattro componenti che, secondo
i dirigenti dellAsl, hanno causato quel
-30% alla voce domande di adozione
nel 2011. Questa inflessione afferma
Fausta Podavitte dovuta da un lato
dalle rinunce di chi affronta liter for-
mativo e fa un passo indietro, dallaltro
dagli effetti della crisi economica. La
gente oggi ci pensa due volte prima di
fare un figlio e allo stesso modo molte
coppie valutano con massima prudenza
lipotesi di unadozione. Poi se non c
serenit diventa anche difficile accoglie-
re la sofferenza di unaltra persona.
Il calo, comunque, era prevedibile al di
l di questi fattori. Landamento delle
domande, infatti storicamente altale-
nante. Il 2010, ad esempio, stato un
anno record rispetto al 2008 e al 2009.
Le tempistiche per ladozione, inve-
ce, restano lunghe. Per abbracciare un
bambino servono minimo tre anni di at-
tesa fatti di incontri, documenti e viaggi.
Nel 2011 a Brescia e provincia sono an-
date a buon fine 83 adozioni, 16 nazio-
nali e 67 internazionali. Generalmente
la maggioranza delle coppie sono aperte
ad entrambe le opzioni.
il SOGNO? uN MONDO
SeNZa aDOZiONi
Sao Jos e La Primogenita sono gli enti
bresciani autorizzati a mettere in atto
pratiche di adozioni internazionali, ma
di solito le coppie girano tutto il nord
Italia alla ricerca dellente che fa per
loro. Ce ne sono circa una settantina.
Lente fa da intermediario con lo Stato
dorigine ed ha il dovere di sostenere
progetti benefici in loco. La coopera-
zione internazionale basilare perch il
fine di chi lavora in questo settore non
quello di contribuire allaumento di
coppie aperte alladozione. Il sogno
quello di vivere in un mondo in cui ogni
bambino possa vivere felicemente dove
nato. Purtroppo oggi non cos. Ulti-
mamente stanno arrivando molti bambi-
ni cinesi, ma il grosso viene dalla Russia
nonostante la complessit della docu-
mentazione richiesta e lobbligo dei tre
viaggi. Negli anni scorsi Brasile ed Etio-
pia hanno fatto la parte del leone. Viene
da sorridere con estrema amarezza pen-
sando al potere economico di alcune di
queste nazioni che non sa tradursi in
AVERE UN fIGLIO: DISPONIBILIT, NON DIRITTO
Fase 1 Conoscenza
Tutto ha inizio con un colloquio con lassistente sociale, che introduce i coniu-
gi nella realt delladozione. Si cerca di conoscere la coppia e
capirne le motivazioni.
Fase 2 - Formazione
Prima c un incontro informativo di gruppo sulladozione, che precede
il corso di 12 ore in cui si entra nel dettaglio.
Fase 3 la domanda
Se la coppia decide di procedere invia una domanda al Tribunale dei minori,
che inoltra allAsl una richiesta di relazione.
Fase 4 - Valutazione
Il Tribunale convoca la coppia e, dopo un colloquio, decreta o meno lidonei-
t per ladozione internazionale, mentre per quella nazionale si entra in una
graduatoria.
Fase 5 lente autorizzato
Dopo aver ricevuto lidoneit la coppia ha un anno di tempo per dare manda-
to ad un ente autorizzato per ladozione internazionale.
Da sinistra, Mauro Narra, Fausta Podavitte e Adele Ferrari
del Centro Adozioni dellAsl.
s
giustizia ed equit sociale. Quanto alle
et dei piccoli le adozioni riguardano
bambini sempre pi grandi, parecchie
coppie di fratelli e minori con seri pro-
blemi fisici e sociali. I bambini sotto i 4
anni sono una rarit. Le coppie, invece,
viaggiano su una media di 41 anni per
gli uomini e 39 per le donne. Spesso
ci pensano tardi, dopo aver provato tut-
te le cure possibili ed aver accumulato
un carico di sofferenza non indifferen-
te spiega Fausta Podavitte . Poi i
matrimoni sono sempre pi tardivi. La
stragrande maggioranza delle domande
sottoscritta da coniugi che non hanno
figli naturali. Coppie gay? Nello stato
attuale delle cose non saremmo pron-
ti culturalmente come societ per
valutare questa possibilit che richiede
riflessioni importanti. Servirebbero an-
che approfondimenti scientifici sui quali
non abbiamo elementi.
uNa STraDa iN SaliTa
Liter per ladozione una faticaccia,
ma oggi la maggior parte delle coppie
lo affronta solo se realmente convinta.
Hanno capito che il percorso proposto
dallAsl unopportunit, mentreuntem-
po si pensava solo ad avere la strada spia-
nata. I coniugi sono pi preparati, aperti
al dialogo e alladozione internazionale,
che fino a qualche anno fa era una sorta
di tab. Meglio avere numeri inferiori
ma una maggiore consapevolezza affer-
mano con soddisfazione i responsabili
del Centro Adozioni. Eppure il rischio di
un fallimento sempre dietro langolo e
bisogna prevenirlo con tutti i mezzi pos-
sibili. Quella dei genitori adottivi una
strada in salita. Lamore pu non bastare.
Non c una correlazione matematica tra
la sofferenza e la disponibilit a lasciarsi
amare con semplicit. Poi non bisogna
dimenticare i problemi di salute, lingua,
inserimento, recupero degli anni scola-
stici. Bisogna prendere atto di una storia
di cui conosci gli esiti strada facendo. E
il pentimento non pu esserci, sebbene
spesso le aspettative vengano deluse.
per queste ragioni che gli esperti del set-
tore che abbiamo incontrato non fanno
appelli: Non possiamo farne. Diciamo
solamente dire alle coppie che se nei loro
progetti c gi questa idea importante
rivolgersi ai nostri servizi per farsi accom-
pagnare lungo il cammino. Devono esse-
re pronti a stravolgere il loro mondo. Un
genitore e il suo figlio naturale crescono
insieme. Con ladozione diverso. Avere
un figlio, comunque, non un diritto,
una disponibilit. Una coppia pu vivere
bene anche senza figli e non va conside-
rata egoista. Se io pretendo a tutti i costi
di avere un figlio rispondo a un bisogno
solo mio. Il bambino non un giocattolo.
Essere genitori una cosa complessa.
LA STORIA DI LUISA, MADRE ADOTTIVA
Ci sono un romano, una bresciana, due
russi e un indiano. Non linizio di una
barzelletta, ma della splendida storia
di Luisa Perotti e della sua famiglia,
profondamente segnata dalladesione
alladozione. Ho tre figli racconta
Luisa si chiamano Cristina, Juriy e
Prathamesh. Hanno 14, 11 e 10 anni.
La pi grande nata a Mosca, il secondo
a San Pietroburgo e il terzo a Mumbai.
Siamo una famiglia multietnica!. Luisa
e il marito non potevano avere figli, cos
dopo lincontro con un amico missio-
nario sbocciata in loro questa nobile
idea.
Le tempistiche sono state lunghe?
Con Cristina circa tre anni. Con Juriy,
a un certo punto del percorso, in Fede-
razione Russa hanno perso i documenti
e c voluto un anno in pi. Con Pra-
thamesh uneternit: sei anni. Lattesa
cambia secondo i paesi di provenienza
dei bambini. Il percorso burocratico
snervante, ci vuole una grande motiva-
zione. Qui alla Primogenita International
Adoption (ente autorizzato per le ado-
zioni internazionali dove Luisa collabora
s
come volontaria) il tempo dattesa medio
di circa 2 anni e mezzo.
La scelta della nazionalit ha avuto un
peso importante?
Noi siamo sempre stati aperti a tutto.
Desideravamo da subito andare in In-
dia, ma siamo finiti a Mosca. In seguito
abbiamo pensato di dare un fratellino a
Cristina che venisse dal suo stesso pa-
ese, mentre per il terzo ci siamo trovati
nella lista dattesa per lIndia, cos si
chiuso il cerchio.
Quanti anni aveva quando arriv Cri-
stina?
37. Ero nella media.
Ei suoi figli?
Cristina arrivata piccolissima, a 19
mesi. Tutto pi facile? un luogo co-
mune.
Come mai?
stata in un orfanotrofio di Mosca che
sembrava un lager. Ne uscita in condi-
zioni disperate. Doveva recuperare fisi-
camente e psicologicamente. Aveva dei
tratti autistici come parecchi bambini
provenienti da quegli istituti. Abbiamo
iniziato una psicoterapia che conti- Luisa Perotti
I
NChIestA
Crisi delle Adozioni
12
MESI
aprile 2012
63
nua ancora oggi. Cristina ha certamente
un ritardo seppur lieve rispetto alle
coetanee ed anche difficolt di appren-
dimento, ma una ragazza adorabile che
ha superato paure e difficolt in modo
straordinario. molto serena e la sua
vita, per ora, realizzata grazie anche
alla grande passione per i cavalli.
Con gli altri stato diverso?
Juriy aveva quasi quattro anni ed era
iperattivo. I primi sei mesi dal suo arrivo
in famiglia sono stati devastanti e anche
lui ha iniziato la psicoterapia, che sta-
ta di grande aiuto. nato prematuro,
ha difficolt di relazione e di apprendi-
mento. Sembra che abbia alle spalle una
storia di violenze in orfanotrofio. Anche
lui, come Cristina, stato abbandonato
alla nascita.
EPrathamesh?
Il suo caso diverso. LIndia davvero
un altro mondo rispetto allEst Europa.
Anche la cura nei confronti dei bambi-
ni abbandonati molto diversa. Lui ha
ricordi vivissimi, arrivato a nove anni,
con un vissuto di anni in istituto. Ha no-
stalgia dellIndia e dei suoi amici, ar-
rivato solo 11 mesi fa. A scuola molto
bravo, ma anche lui un bambino molto
angosciato.
Com linterazione con i fratelli?
Limpatto stato complesso. I primi
mesi Cristina non lo degnava di uno
sguardo, come se non esistesse. Juriy
era gelosissimo. Hanno scagliato su di
noi frasi del tipo Dovete riportarlo da
dove lavete preso. Oppure: la rovina
della mia vita. Tutto normale, positivo
che siano usciti chiaramente i loro pen-
sieri e sentimenti. Adesso il rapporto
migliorato. Giocano insieme, si cercano
e si stanno conoscendo.
Qual la carta vincente per unado-
zione riuscita?
Entrare nella storia dei nostri figli e
accettarli come sono. Non avere aspet-
tative, rispettare i loro tempi, mettersi in
gioco. Una tesi che vale anche per i figli
naturali. Bisogna accoglierli, fare nostre
le loro sofferenze e camminare insieme
accettando i loro e i nostri limiti. Non
immediato, un cammino di crescita e
maturazione.
Avete gi affrontato il discorso relati-
vo alle origini?
C sempre stata chiarezza su questo
tema e loro ne parlano con naturalezza.
I bambini chiedono dei genitori natu-
rali? Si interrogano sullabbandono?
S, se lo domandano e ce lo domanda-
no. Ci sono risposte diverse a seconda
dellet.
Consiglierebbe la via delladozione
ad altre coppie?
una scelta, non mi permetto mai di
consigliarla.
Quali sono le difficolt maggiori?
Nella famiglia adottiva evidente che
la prima cosa da affrontare la diversit
su tanti fronti. Questa famiglia davve-
ro diversa da quella biologica, ma questo
anche laspetto pi prezioso che pu
portare molta ricchezza se affrontato se-
renamente.
Ha mai avuto un pentimento?
A volte nei momenti pi difficili mi vie-
ne un desiderio di normalit, ma il pen-
timento mai, anzi, sento profondamente
di essere realizzata come mamma.
Il momento pi bello?
Tutti e tre i primi incontri con i miei
figli, indimenticabili. Ho impressi nella
mente i loro sguardi e poi tanti momenti
nei quali si aprono e sento forte il lega-
me tra noi.
Cosa risponde a chi afferma che la-
more per un figlio adottivo non potr
mai pareggiare quello per un figlio
naturale?
Non ho fatto esperienza di generare un
figlio dalla pancia, posso dire per che
ho vissuto lesperienza di sentire che i
miei figli come se li avessi sempre avu-
ti, mi dimentico di averli adottati.
Qualefuturo si auguraperi suoi figli?
Spero che resteranno una famiglia
ovunque saranno, che riescano a sentir-
si pienamente realizzati e amati e che si
riconcilino con la loro storia personale
e le loro origini. In Cristina c gi un
grande desiderio di maternit, i due ma-
schi mi hanno gi detto che diventeran-
no i nostri badanti.
Li porterete nei loro luoghi dorigi-
ne?
Un bel giro del mondo in programma,
ma lo faremo quando saranno pi grandi
e forti.
s
Prathamesh, Juriy, Cristina
I miei fgli
come se
li avessi
sempre avuti,
mi dimentico
di averli
adottati
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NChIestA
Crisi delle Adozioni
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MESI
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64
Dalla grande Bangalora (oltre 8 milio-
ni di abitanti) alla piccola Brescia, nel-
la sconosciuta Italia. Dal grande sole
arancione alla fredda neve bianca. Giulia
Tognola (28 anni) ha cambiato vita nel
gennaio del 1991, a sette anni e mezzo.
Che ricordi ha dellIndia?
Dei ricordi bellissimi. Ci penso sempre
e la voglia di tornare non si spegne mai.
La mia infanzia stata priva di traumi.
Dove viveva?
Fin dalla nascita sono sempre stata in
istituto finch un giorno le suore Orso-
line mi hanno detto che dovevo andare
in Italia, mi hanno fatto vedere la foto
dei miei genitori e ho aspettato. Mi fida-
vo di loro, anche se non sapevo nemme-
no dove fosse lItalia.
Com stato il suo arrivo in Italia?
Ero un po spaesata, sempre attaccata a
mamma, pap e mio fratello di sette anni
pi grande. Cera la neve, ma appena
scesa dallaereo chiesi un gelato. I primi
mesi sono stata a casa con mia madre, che
mi ha insegnato un po di italiano, poi
sono entrata in seconda elementare.
Limpatto scolastico stato positivo?
Nella mia classe cerano gi una bam-
bina cinese e una marocchina, non ero
lunica straniera. Poi le maestre erano
state bravissime preparando i compagni
al mio arrivo. Non ho mai avuto proble-
mi, nemmeno alle medie e alle superiori.
Mi sono integrata benissimo.
Quando ha iniziato a sentire i suoi ge-
nitori adottivi come mamma e pap?
Ci voluto un po. Non stata una cosa
immediata, li metti alla prova per vedere
se ti accettano nel modo giusto. Guarda-
LA STORIA DI GIULIA, fIGLIA ADOTTIVA
vo molto le loro reazioni. Mio fratello
sempre stato molto geloso nonostante
fosse stato proprio lui a volermi. Il no-
stro un rapporto fatto di alti e bassi.
Penso che sia normale tra fratelli.
Pensa spesso allIndia?
Mi manca ancora adesso, dopo 20 anni.
La vita che facevo l, le suore e le mamme
che ci seguivano. il mio paese. Ci sono
tornata tre volte. La prima con mia mam-
maper rivederelasuorachemi hacresciu-
ta, poi nel 99 con mio pap e nel 2006
per accompagnare una famiglia adottiva.
Ogni volta sento di tornare a casa.
Eai suoi genitori naturali?
Sono morti poco dopo la mia nascita,
quindi non li ho mai conosciuti. L non
ho parenti, anche se sono molto legata
alle suore. Adesso la mia famiglia que-
sta, poi da qualche anno sono diventata
mamma e tutto pi bello. Nel comples-
so sono stata fortunata, la mia adozione
stata tranquilla.
Il mondo delle adozioni rappresenta
anche il suo ambito lavorativo. Come
lo descriverebbeachi non lo conosce?
un mondo difficile, ma il pensiero
che tanti bambini possano avere una
vita migliore mi d grande gioia. Portare
via un bambino dal proprio paese non
certamente il massimo, ma il suo futuro
poi di felicit, nonostante la nostalgia
resti. Io adotterei.
Da figlia adottiva, invece, cosa si sen-
te di dire ai suoi genitori?
Li ringrazio tantissimo. In India sareb-
be stato tutto pi complicato. Grazie a
loro ho avuto la vita che augurerei a tutti
i bambini.
Giulia Tognola e Clara
LIndia
mi manca
ancora adesso,
dopo 20 anni,
ma la mia
famiglia
questa
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Corsi di Cake Design
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S
tRAde e QUARtIeRI 66
LA PARTITA DEL fUTURO
SI GIOCA A
MOMPIANO
di BruNO FOrZa
V
erde, placida, accogliente,
sportiva e con un retrogusto
di tradizione. Se si osserva
Mompiano dallalto pi
precisamente dal colle S. Giuseppe si
ha questa impressione, quella di unpezzo
di citt ideale adagiata ai piedi dei mon-
ti, dove la natura ha ancora il suo peso e
dove le case abbracciano i campanili delle
chiese. Un luogo vivibile, vicino al centro
ma lontanodalla frenesia del XXI secoloe
dove lo sport ha messo radici.
Scendendo sul livello del mare la mag-
gior parte delle impressioni vengono
confermate, ma ficcando il naso allom-
bra del castello Malvezzi si scopre una
realt in profonda trasformazione sotto
tutti i punti di vista. A Mompiano si sta
giocando una partita importante, e una
volta tanto le rondinelle non centrano.
Gran parte del futuro della citt si de-
cider qui, dove il Comune fa progetti
ambiziosi che influiranno notevolmente
sul volto e sulla quotidianit di residen-
ti e commercianti con riflessi su tutta la
cittadinanza bresciana.
Tastando il polso della situazione gli
argomenti che stanno pi a cuore a chi
vive e lavora qui sono tre: stadio, verde
pubblico e riqualificazione. Il Rigamon-
ti unautentica croce per il quartiere,
soprattutto quando il Brescia in serie
A. Lanno scorso le partite interne dei
biancoblu trasformavano Mompiano in
un quartiere blindato gi cinque ore pri-
ma del match. Una situazione invivibile
per gli affari dei negozi e la libert dei
residenti. Questanno la serie cadetta ha
portato un pizzico di serenit in pi, ma
la questione resta in cima alla lista del
Comune, che sogna la Cittadella dello
sport a Buffalora. I residenti ci sperano,
ma temono nuovo cemento sulle rovine
dellobsoleto impianto cittadino. A pro-
posito di edilizia scontro aperto tra i
grigi metri cubi preventivati dalla Loggia
in piazzale Vivanti e i metri quadrati verdi
chiesti a gran voce dai cittadini, che han-
no tappezzato la recinzione del cantiere
in questione con striscioni eloquenti in-
dirizzati al Sindaco e alla sua squadra di
governo. La proposta? Riqualificare la
zona pi cupa del quartiere e costruire l
dove giace lecomostro dellex Idra, dove
lidea, per, sembra essere quella di dare
spazio alla grande distribuzione.
Chi vivr, vedr. Intanto ci che certo
che la tavolozza di Mompiano si riem-
pir di verde in via Nikolajewka, dove
sar realizzato un vasto parco pubblico.
Lazzurro delle piscine, invece, torner
questestate (parola di Labolani) in via
dello Stadio, dopo anni di assenza. Il
vecchio impianto fu demolito nel 2005,
il resto una commedia dellarte allita-
liana in cui si ride per non piangere. Su-
bito dopo arriver la metropolitana, con
le vicine fermate di Casazza, piazzale Vi-
vanti e viale Europa. Questultimo do-
veva diventare un boulevard con alberi,
aiuole, ampi marciapiedi e piste ciclabi-
li. Un bel progetto chiuso nel cassetto in
attesa di tempi migliori. Sport, natura,
edilizia, attivit commerciali, mobilit,
ma per ora niente universit. Lipotesi
di un trasloco degli indirizzi scientifici
dellUniversit Cattolica in una nuova
sede realizzata nellarea dellex semi-
nario diocesano ha ricevuto il momen-
taneo no di Paroli. La partita continua,
anche se limpressione che non finisca
mai. La speranza che al triplice fischio
di questi tempi supplementari vinca la
Leonessa dItalia nel segno della mo-
dernit (che implica anche il rispetto per
lambiente), della vivibilit e del bello,
quel concetto caro agli antichi che ab-
biamo messo nel dimenticatoio.
CI RACCONTANO
MOMpiaNO
DON SiMONe CariCari
CuraTO Della parrOCChia
Di S. GauDeNZiO
Nel nostro oratorio
c grande movimento
a tutte le ore del giorno
Come descriverebbe Mompiano a chi
non lo conosce?
Come il quartiere pi bello della citt,
con una natura che gioca un ruolo im-
portante. Quanto ai residenti abitato
soprattutto da professionisti, ci sono un
tenore di vita e un livello culturale me-
dio alti, ma poco tempo libero.
Parrocchia e oratorio sono frequen-
tati?
Il nostro loratorio di riferimento
della zona. La fascia det pi presente
quella che va dallinfanzia alladolescen-
za, che riempie i nostri spazi. Abbiamo
assunto due educatori e c grande mo-
vimento a tutte le ore del giorno.
Capitolo giovani.
Per loro c molto anche oltre i confini
delloratorio. Ci sono la sede di azione
cattolica, il gruppo scout, associazioni
di volontariato, attivit sportive e per-
corsi interessanti che consentono di
darsi da fare su pi fronti in modo co-
struttivo.
Cosa non funziona in quartiere?
Come in tutti i quartieri di citt lag-
gregazione non molto spontanea. In
paese diverso. Manca un po di senso
di appartenenza alla comunit.
Qual il suo punto di vista sui proget-
ti messi in cantiere dal Comune?
Di parchi ce ne sono gi tanti in zona,
mentre la piscina necessaria. A Mom-
piano chi cerca quel qualcosa in pi lo
trova, il problema vero penso che sia la
solitudine degli anziani.
DaViDe FaNTiNi
(eDiCOla) via Fratelli Boccacci
La piscina? Speriamo
che sia la volta buona
Mompiano: una zona da consigliare a
chi vuole aprire unattivit o a chi in
cerca di casa?
Dal punto di vista commerciale no, da
quello abitativo dipende perch un
quartiere molto tranquillo, con parecchi
anziani, e piuttosto chiuso.
I progetti messi in cantiere dal Co-
mune possono trasformare la zona in
meglio?
Sono parecchi e interessanti, ma i soldi
sono pochi. Io ho qualche dubbio che
la metropolitana parta nel gennaio del
2013. Nei piani del Comune c anche
la realizzazione di nuovi palazzi residen-
ziali, ma il rischio che restino vuoti.
Lunica soluzione puntare sulledilizia
convenzionata, ma a patto che lo sia nel
vero senso della parola. La piscina? Spe-
riamo che sia la volta buona.
A lei piace questo quartiere?
Io sono veneziano e sono abituato a
unaltra realt, pi viva. Mompiano mi
mette tristezza, una zona morta.
Questione stadio. Qual il suo punto
di vista?
s
12
MESI
aprile 2012
C qualcosa che non va
S
tRAde e QUARtIeRI
Mompiano
68
Lanno scorso con la serie A stato un
incubo. Il quartiere veniva chiuso cin-
que ore prima della partita. Sembrava
di essere sotto assedio. In B va meglio,
ma resta un problema sentito dai resi-
denti. Andrebbe spostato fuori citt,
ma limpressione che rester qui. Gli
imprenditori bresciani non hanno voglia
di investire nel calcio.
SalVaTOre riOlO
(CalZOlaiO) Piazzale Kossuth
una zona servita, non manca
nulla, ma gli appartamenti
sono molto cari
Da quanto tempo ha lattivit qui?
Da 26 anni. Ho fatto le scarpe anche a
Martinazzoli, abitava qui vicino.
Si vive bene a Mompiano?
Il livello di vivibilit soddisfacente,
ci sono persone civili e il ceto sociale
buono.
Egli affari come vanno?
Rispetto allanno scorso registro un
-30%. Le ragioni? Il mercato asiatico usa
e getta e la tendenza della moda a snob-
bare pelle e cuoio, poi la crisi generale.
Perch consiglierebbe a una coppia
Lascesa al colle S. Giuseppe non
lascia dubbi sullo stato di incuria in
cui versano i nostri boschi. Rami sec-
chi e sterpaglie rendono certe zone
impenetrabili fnendo per invadere
perfno le strade che portano alla
sommit del monte riducendo pe-
ricolosamente lampiezza della car-
reggiata.
Salvatore Riolo
di cercare casa qui?
Ci troviamo sotto i monti, c un bel con-
testoedunazonaservita. Nonmancanul-
la, ma gli appartamenti sonomoltocari.
MaNuela BerTelli
(paSTiCCeria la BreSCia
Dei DOlCi) via Ambaraga
La questione stadio infastidisce
parecchio i residenti
Ci descriva Mompiano.
una zona bellissima e tranquilla,
adatta alle famiglie e un po meno ai sin-
gle o alle coppie giovani, poi dipende
dai gusti e dalle aspettative.
Quali sono i problemi pi sentiti dai
residenti?
Non chiedono grandi cose, ma la que-
stione stadio li infastidisce parecchio.
Condivide i progetti del Comune in
questa zona della citt?
Mi sembrano positivi. Tutto ci che
viene fatto per ringiovanire e dare risalto
e vita alla zona positivo.
Setornasseindietro aprirebbeancora
qui in via Ambaraga?
Assolutamentes. Cunbel viavai.
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
71 70
H
INteRLANd
BORGOSATOLLO
IL PAESE A MISURA DUOMO
T
orniamo nel borgo ben pa-
sciuto, ricco di storia, entro
la fertile pianura Padana. Il pa-
ese delle risorgive attraver-
satooggi dal Garza e dal Naviglio, nonch
da diversi altri canali irrigui, dette seriole
(Molinera, Motella, Vescovada,...) ri-
masto solo in parte legato allagricoltura
(si coltivano cereali, foraggi e vite, ed
praticato anche lallevamento di bovini,
suini, caprini, equini e avicoli), mentre il
settore che offre maggiori possibilit di
occupazione risulta, pur tenendo conto
della crisi odierna, quello dellindustria,
vista la sensibile presenza di fabbriche
metalmeccaniche e tessili.
La vicinanza alla citt qui non sembra
fungere da calamita, anzi: i borgo-
satollesi la fascia det 14-64 la pi
consistente in paese, grazie anche a
molte nuove famiglie giovani sentono
davere tutto a portata di mano, sebbe-
ne gli esercizi commerciali stentino a
rinnovarsi per paura della concorrenza
cittadina. Il Comune fervido diniziati-
ve recente lapertura dello sportello
Informadisabili, che offre assistenza e
consulenza ai portatori di handicap ,
e Borsadl (oltre novemila abitanti per
una superficie di 8,5 kmq) stempera
passato, presente e futuro negli occhi
dei suoi abitanti, tra chi ricorda, chi spe-
ra, chi simmerge avidamente nel quoti-
diano.
cresciutalunittrai commercianti?
A dire il vero non lo so, perch nessuno
mi ha mai interpellato e io, di mio, finito
il lavoro torno a casa.
VaNeSSa pOla
(prOFuMeria) Via IV Novembre
Questo anche un luogo
dincontro, non si fanno spese
mordi e fuggi, ma si parla
Ha aperto quando era una ragazzina,
a 22 anni: stato difficile?
Ben 16 anni fa ho realizzato una passio-
ne, il sogno di aprire qualcosa che aves-
se a che fare con il mondo femminile: i
genitori, soprattutto mia madre, non si
sono limitati a caldeggiare lidea!.
La profumeria come quintessenza di
femminilit
Vendo anche intimo, e questo anche
un luogo dincontro: non si fanno spese
mordi e fuggi, ma si parla. Tanto che le
mie clienti ragazzine come signore
sono anche amiche.
Borgosatollo
Un paese dove ci si trova bene perch la
gente cordiale, sempre propensa a fare
due chiacchiere, solare e accogliente.
C crisi ma la donna non rinuncia a
certi gesti
Infatti il profumo una cosa che piace
sempre. Poi non manca mai larticolo di
regalo, a cui non si rinuncia.
Il paeseultimamentesi ingrandito
Si vedono molti volti nuovi, tante cop-
pie che passeggiano al sabato. Lasciano
la citt per una zona pi tranquilla, anche
se, per molti di loro, Borgosatollo anco-
ra un paese-dormitorio.
Pregio e difetto del paese.
Siamo ancora una realt paesana, ma
a due passi dalla citt. Molti dicono che
mancano esercizi commerciali infatti
stentano ad aprirne di nuovi, per timore
della vicinanza a Brescia: io gradirei ge-
neri dabbigliamento e calzature.
NaDia GuerreSChi
(SCrupOli aBBiGliaMeNTO)
Via IV Novembre
Non abbiamo una piazza vera
e propria: chiusa, a s stante
Questalarteriaprincipaledel paese
che, nel 2000, harivisto lasuaviabili-
t: vi siete abituati?
Forzatamente s, ma era meglio prima
per il folklore del paese: con il doppio
senso era tutta unaltra cosa.
di aleSSaNDra TONiZZO
CI RACCONTANO
BOrGOSaTOllO
MariO GaTTi
(CalZOlaiO) Via IV Novembre
Oggi vanno i piccoli aggiusta-
menti che costano poco
Allingresso c una bellissima foto
depoca: suo padre?
S, lui: passati i 90 anni, lavorava an-
cora, a casa, come tutti i calzolai di un
tempo. stato mio padre, classe 1899, a
tramandarmi questa passione, che ho poi
sviluppato agli Artigianelli e in fabbrica,
dove costruivo scarpe antinfortunistiche.
Chi viene, oggi, nel suo negozio?
Soprattutto gente di paese, ma anche
un nutrito gruppo dellhinterland, di
preferenza donne.
Immagino che, a volte, le chiedano
limpossibile
Oggi vanno molto i mille piccoli aggiu-
stamenti che costano poco. Se, invece,
una scarpa richiede un lavoro il cui prez-
zo pi sostanzioso, ne acquistano
una nuova da 10 euro. Peccato che, a
farne le spese, siano i piedi.
Che idea si fatto del paese?
Abito qui da 14 anni e ci lavoro da
trenta: questo un paese molto tradi-
zionalista, che inizialmente fa fatica ad
accettarti ma poi ti apprezza.
Vanessa Pola
Borgosatollo in un aggettivo.
Tranquillo, nellimmediata vicinanza
alla citt: qui ci devi venire, non di pas-
saggio come San Zeno.
Il comune impegnato nella riduzio-
ne delle emissioni Co2 nellambien-
te: secondo lei fattibile?
Non seguo molto il tema, ma penso che
tra qui e Brescia non cambi molto: a due
passi c linceneritore.
Le nuove famiglie si stanno ambien-
tando?
Vivono un po il paese come dormito-
rio, lavorando al mattino e tornando alla
sera: la loro comodit di rincasare in
un borgo, lontano dal caos.
C pi sinergia tra i commercianti,
per iniziative varie?
Direi di no. A volte tentano levento,
ma io non partecipo perch non vedo
niente di interessante, cose di poco con-
to, e credo che, cos vicini alla citt, pi
di tanto non si possa fare. Non abbiamo
nemmeno una piazza vera e propria:
chiusa, a s stante.
ViTTOriNO pOla
(Bar OSTeria al CerVO)
Via Santissima
I borgosatollesi? Attivi, esube-
ranti e anche un po furbetti
La sua attivit da poco entrata nel re-
gistrodegli esercizi storici: ci racconti!
Nonno Pietro, nel 1917, ha acquistato
questabitazione e lha adibita ad osteria
con bocciodromo, dopo aver gestito una
locanda in piazza. Durante il Fascismo,
il locale stato precettato come Circolo
locale, ma qui si respirava aria repub-
blicana, cos ci stata ritirata la licenza,
ridataci solo dopo la Liberazione.
Queste mura, di storia, ne hanno vi-
sta. Elei, dall82 ad oggi?
Il cambiamento pi grande per Bor-
gosatollo stato il progressivo appiatti-
mento culturale, civile e morale, a cui si
aggiunta la crisi.
I giovani possono ancora sperare di
trovare lavoro in paese?
Fino a un paio danni fa era possibile:
ci sono molte imprese, attivit artigiana-
li e industriali del terziario che per, con
il calo delledilizia, ora non prevedono
nuovi inserimenti, un po quello che ac-
cade in tutta Italia.
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Si arriva in paese quasi senza accorgersene: a una
manciata di minuti dalla citt, il caos si dirada, il
verde trova spazio insieme al silenzio, complice una
manovra della viabilit che allontana il traff co (e fa
ancora discutere). Comprensibile, dunque, la scelta
di molti bresciani di trasferirsi qui, per tornare a vi-
vere a misura duomo, tra compere senza fretta,
quattro chiacchiere, i profumi delle botteghe distinti
nellaria.
Vittorino Pola e Renata Boldini
s
12
MESI
aprile 2012
Un pregio e un difetto del paese.
C un grande spirito imprendi-
toriale nei borgosatollesi, gi nel
dopoguerra ingegnatisi con il com-
mercio ambulante: siamo attivi,
esuberanti, anche un po furbetti.
Oggi manca la prospettiva del do-
mani, si guarda con ansia al futuro,
non solo i giovani ma anche chi ha
famiglia.
Il centro ha riacquistato vigore dopo
i primi contraccolpi della viabilit
interna?
Il calo di tensione nel centro storico si
sente ancora, complice anche il cambio
delle abitudini: si guarda troppa tv, si sta
in casa.
72
H
INteRLANd
Borgosatollo
Le nostre domande a
FRANCESCO ZANARDINI, SINDACO DI BORgOSAtOllO
Sono tante le famiglie che vengono
a Borgosatollo per allontanarsi dal
caos della citt: cosa proporre per
far loro vivere davvero il paese?
Borgosatollo un paese confnante
con Brescia: per questo motivo rie-
sce a unire la tranquillit di un centro
urbano con la vicinanza agli svaghi e
ai servizi offerti dalla citt. Alle fami-
glie che vi si spostano, il paese pu
garantire un buon livello dei servizi.
Le aree verdi sono ben tenute: tra
queste spiccano il parco Cantara-
ne, in posizione centrale e che sar
ulteriormente ampliato, e il Centro
sportivo comunale B. Pola che,
con i suoi campi da calcio, calcetto
e tennis, durante lestate ospita la
maggior parte delle feste organizza-
te dalle numerose associazioni loca-
li. Varie le iniziative anche in campo
culturale, che hanno visto il teatro
comunale sede di concerti, rappre-
sentazioni e incontri.
recentemente attivo, in comune,
linformalavoro: ancora possibile,
per i giovani, trovare unoccupazio-
ne in paese?
Ad est del paese c un piccola
zona industriale, a prevalenza arti-
gianale, che ha un numero medio di
addetti per azienda relativamente
basso. Lagricoltura ormai unattivi-
t per poche persone. Daltro canto,
le occasioni di lavoro non mancano
nei paese limitrof, che hanno tessuti
produttivi pi sviluppati. Lo sportello
informalavoro sta costruendo una
rete fra le imprese locali e i residenti.
I primi frutti si sono gi colti: alcuni
borgosatollesi che si sono avvalsi dei
servizi dello sportello hanno trovato
unoccupazione in paese, con benef-
cio per la loro qualit di vita, per le-
conomia locale e perch no per
lambiente.
il comune ha aderito a un piano am-
bientale che mira a ridurre del 20%
le emissioni di Co2 entro il 2020: sar
uniniziativa solitaria, dunque un po
ambiziosa? Da dove partirete?
Ladesione al Patto dei Sindaci,
con tutto ci che ne consegue, non
uniniziativa solitaria; rappresenta
il primo passo di un processo che,
nellarco di un paio danni, porter
il Comune di Borgosatollo oltre che
alla realizzazione di attivit volte a
promuovere la sostenibilit energe-
tica nel nostro territorio, anche alla
realizzazione della certifcazione am-
bientale Iso 14001/Emas. Si partir
con la stesura di un inventario del-
le emissioni di gas serra prodotte e
rimosse annualmente allinterno del
territorio comunale da attivit di vari
settori, cui seguiranno ladozione di
un Piano Clima, per la riduzione
delle emissioni climalteranti nel ter-
ritorio, e di un sistema di monitorag-
gio degli obiettivi e delle azioni pre-
viste dal piano. Nel frattempo, si sta
procedendo alla raccolta dei dati per
la stesura dello Stato dellAmbien-
te di Borgosatollo, che costituir la
base iniziale da cui partire per la cer-
tifcazione ambientale. Infne, voglio
ricordare limportante risultato otte-
nuto nel 2011 nel settore rifuti, con
il raggiungimento nel giro di pochi
mesi di una percentuale di raccolta
differenziata superiore al 70%.
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77
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
76
V
IAGGIO IN PROVINCIA
LA BASSA ORIENTALE
TERRA STRATEGICA
Montichiari, Carpenedolo, Castiglione delle Stiviere:
realt diverse, stessa speranza.
il nostro terzo anno nella Bassa orien-
tale, zona definita strategica per i suoi
collegamenti con il resto del Nord Italia
e quindi dellEuropa.
La prima tappa: Montichiari. Quasi
24mila abitanti, uneconomia locale che
vede ben rappresentati tutti e tre i set-
tori, la cittadella lotta contro gli annosi
temi che fanno notizia sulle testate na-
zionali. In primis, la querelle discariche
che, ad oggi, pu riassumersi in una fitta
trama senza un vero e definitivo lieto
fine: a gennaio, la Regione Lombardia
ha archiviato la domanda dautorizza-
zione della ditta Aspireco di Gavardo
che, nel luglio 2009, aveva chiesto di re-
alizzare trattamento e recupero di rifiuti
speciali contenenti amianto da 240mila
ton/anno (poi ridotto a 200mila ton/
anno), risparmiando cos, ad un terri-
torio gi pesantemente interessato da
impianti descavazione di sabbia e ghia-
ia e dalla presenza record di discariche
dismesse, in esercizio e in sospeso, la
spada di Damocle dellinceneritore per
rifiuti di cemento-amianto. Poco dopo,
per, partita la richiesta di unaltra
discarica, la Padana Green, in locali-
t Casa Lunga (1.060.700 mc di rifiuti
non pericolosi con celle dedicate a rifiu-
ti contenenti amianto), mentre non si
sgonfia il caso Gedit, quella che stata
ribattezzata la discarica della puzza.
Puzza che, proveniente dai cumuli di
rifiuti e fanghi trattati dalla stessa Ge-
dit, permane ma che, secondo il Tar,
non nociva: i cittadini della frazione
di Vighizzolo dovranno rassegnarsi ad
inalare i miasmi (ripetuti i disagi alla sa-
lute nelle scuole limitrofe), nonostante
il sindaco Elena Zanola, richiedendo
una presenza costante di Provincia, Asl
e Arpa allo stabilimento, dimostri di non
essersi arresa. Montichiari aspetta con
ansia i risultati dello studio affidato allo
staff di Algebra delling. Magro, volto
a restituire, sul piano tecnico-scienti-
fico, dati ambientali precisi relativi al
territorio, introducendo i concetti di
impatti cumulativi e criticit ambientale.
Ma, per disporre di questarma in pi,
ribadendo il secco no a discariche e
inquinanti, per Montichiari ci vorranno
ben due anni dattesa.
Non si chiude nemmeno il caso Green
Hill, il pi grande allevamento dEuropa
di cani destinati ai laboratori farmaceu-
tici (unazienda leader che, dal 2001,
alleva la razza beagle per la vivisezione
tra le colline moreniche del paese), pur
essendoci importanti sviluppi. Infatti,
la Camera dei Deputati ha approvato in
data 1 febbraio larticolo 16 della legge
comunitaria che fissa principi e criteri
di aleSSaNDra TONiZZO
s
12
MESI
aprile 2012
78
V
IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
della protezione degli animali utilizzati a
fini scientifici: si tratta del testo di rece-
pimento della contestatissima direttiva
Ue 2010/63 sulle cavie da laboratorio,
testo che adesso finisce al Senato. Una
volta approvato, il governo avr 60giorni
di tempo per fare i decreti attuativi che
potrebbero portare alla chiusura defini-
tiva di quello che noto come il canile
lager, anche se gli attivisti del coordi-
namento che protesta contro Green Hill
tuonano: lemendamento non cambia
nulla, sia perch, dicono, pensa solo a
chiudere il canile monteclarense senza
alcun riguardo per gli allevamenti di altre
specie animali destinate alla vivisezione
(come i maiali transgenici, le scimmie
antropomorfe, cani e gatti randagi...), sia
perch fanno sapere sul web i cani di
Green Hill verranno solamente trasferiti
in un altro Paese, e altri animali verranno
importati in Italia.
Mentre sembrava essere finita lincertez-
za riguardante il decollo del nuovo Piano
per lAeroporto DAnnunzio (gi da que-
sta primavera doveva affiancare alla sua
funzione di scalo merci lavvio di alcuni
voli passeggeri, come i collegamenti con
la Russia e i Paesi nordici), purtroppo si
torna a parlare di chiusura dellaeropor-
to in perenne passivo, quando a Roma si
vara il decreto Milleproroghe.
Novit positive, invece, nei dintorni
del Palageorge, il Palazzetto dello sport
dedicato al pallavolista indiano Jimmy
George ubicato alla periferia orienta-
le di Montichiari: larea complessiva
di 11.490 m (una superficie coperta
di 3.880 m divisa su due piani per una
capienza complessiva di 3.998 posti a
sedere) ancora in attesa di trovare la
giusta partnership, ma nel frattempo
limpianto sportivo si rif il look con una
nuovissima struttura. A completamento
della Cittadella dello Sport montecla-
rense, infatti, nasce un impianto per pat-
tinare dinverno e danzare nei mesi esti-
vi, a fianco al quale sorgeranno 12/15
postazioni per i camperisti in visita alle
fiere e pensiline per dispensare energia
elettrica a tutto il complesso.
A soli 6,5 kilometri di distanza, Carpe-
nedolo, con quasi 13mila abitanti, si
colloca a met strada tra Brescia e Man-
tova. Il centro pu contare sulla presen-
za di fonti di reddito che non si limitano
allagricoltura, ma riguardano in buona
parte anche lindustria e il commercio.
Le attivit agricole, in particolare, sono
specializzate nella coltivazione di cerea-
li, frumento, viti, foraggio e frutteti ed
hanno registrato un discreto progresso
sotto il profilo della tecnologia e della
meccanizzazione. Il settore industriale,
invece, si notevolmente sviluppato ne-
gli ultimi tempi, essendo nati numerosi
comparti, come il tessile, il metalmecca-
nico, lautomobilistico e quello edile, ol-
tre ad alcune fabbriche di mobili, calza-
ture e prodotti lattiero-caseari. Tuttavia,
la crisi sta facendo terra bruciata attorno
ai commercianti, mentre la giovent
non vede alternativa pi plausibile della
dipartita in cerca di lavoro.
Ultima sosta a Castiglione delle Sti-
viere, uno dei comuni pi popolosi (ca
23mila abitanti) della provincia di Man-
tova, situato sui colli morenici del Lago
di Garda al confine con vari comuni
bresciani. Una realt multietnica (forte
la presenza di stranieri, appartenenti
in maggioranza a Marocco e Roma-
nia) il cui sviluppo economico legato
allindustria, con la presenza di alcune
aziende leader di mercato, come Gol-
den Lady nel comparto calze e collant,
e stabilimenti di produzione di aziende
alimentari del calibro di Barilla, Amica
Chips, Sterilgarda Alimenti e Nestl
Purina (petcare). Lo sviluppo turistico
della zona fa riferimento principalmente
alla vicinanza con il lago di Garda e con
le colline moreniche circostanti. Il pae-
se, dicono gli abitanti, potrebbe valoriz-
zarsi meglio.
Al termine del viaggio, riassumere il
celebre triangolo quasi impossibi-
le, tante sono le peculiarit e i singoli
problemi innestati su questa porzione
di piana. Un aggettivo che accomuni
queste tre realt, per, una volta a casa
riusciamo a trovarlo: speranzose. Mon-
tichiari, Carpenedolo e Castiglione,
difatti, osano ci che molti, in questo
periodo fosco, non riescono a fare, os-
sia guardare alla propria personalissima
cima e iniziare, testardi, a scalarla, rim-
boccandosi le maniche alla faccia di ruz-
zoloni e disfatte.
Nelle pagine precedenti, Montichiari.
in questa pagina, dallalto, Carpenedolo e Castiglione delle Stiviere.
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
81 80
V
IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
CI RACCONTANO
MONTiChiari
rOSaNNa BOSelli
(eDiCOla) Via Trieste
Ora le persone si
accontentano del magazine
a poco prezzo.
Le pesa questo mestiere?
Il mio, certo, un lavoro impegnativo:
dalla mattina alle 6, fino alla sera, biso-
gna esserci. Ma lo rifarei.
Cosa leggono maggiormente, in me-
dia, i monteclarensi?
I pettegolezzi, riviste di gossip. Per
quanto riguarda i quotidiani, vanno i
locali, ma generalmente la gente legge
poco, ed molto influenzata dalla pub-
blicit alla televisione.
La crisi, come la avverte?
Prima le persone erano pi selettive,
compravano diverse cose, ora si accon-
tentano del magazine a poco prezzo.
Montichiari in un aggettivo
Commercialmente, difficoltosa. Scar-
seggiano i soldi, aprono i centri com-
merciali. Laumento della popolazione
pu mitigare gli effetti della crisi, che
nazionale.
Il caso Green Hill sui giornali: cosa ne
pensa?
Posso solo dirle che la ragione da
entrambe le parti: lazienda voleva tute-
lare i suoi interessi, mi dispiace per chi
ci lavora ed avr problemi; per il resto,
allevare gli animali per quello scopo non
una cosa positiva. Il comune poi, tra
leggi regionali e provinciali, pi di tanto
non poteva fare. Passato il momento di
bagarre, io qui non sento pi commenti
in merito.
DaViDe paSTaNella
(ViDeOMaNia) Via C. Battisti
Montichiari un paese che mi
trasmette tranquillit.
Ha rilevato questattivit da un anno
e mezzo: chi la frequenta?
Un po tutti, dal ragazzino di 8 anni,
che cerca i videogiochi usati, allappas-
sionato di action figure giapponesi o
americani oggetti originali dimporta-
zione, che sino a Brescia sono lunico a
trattare , fino alle ragazze che vedono
i dvd.
Nato a Sesto San Giovanni, vissuto a
Castiglione, trasferito a Montichiari:
come si trova qui?
Sono qui per amore, da 11 anni. Ci
troviamo proprio bene, ci piace molto e
rispetto a Castiglione non c paragone:
qui la gente pi solare, c sempre in
giro qualcuno, non una realt chiusa.
Quindi Montichiari per lei
Vivace!.
A livello di sicurezza droga, furti
sente preoccupazione?
Mi sento pi sereno qui: Montichiari
un paese che mi trasmette tranquilli-
t. Ho fiducia, e nel mio piccolo cerco
di riscoprire il contatto con la clientela:
il sorriso, il consiglio, le quattro chiac-
chiere.
Ha lasciato un posto di lavoro sicuro
per questavventura: questa scelta la
sta premiando, economicamente?
Assolutamente no: un periodo di cri-
si, la gente taglia sul futile, soprattutto
dallo scorso novembre, con la manovra.
Il mio calo stato drastico, sono in dif-
ficolt, ma non smetto di impegnarmi e
resto fiducioso.
luCa GiOrDaNO
e aNGelO BONarDi
(GaSTrONOTeCa quei Due)
Via Trieste
Qui non facile per chi apre
una nuova attivit
Sieteaperti daun anno emezzo: come
va?
Ragazzi come anziani, chi gira nel cen-
tro storico butta un occhio, ma Monti-
chiari non facile per chi apre una nuo-
va attivit. Sono forti gli esercizi storici,
mentre a volte non si sa cosa c in fondo
alla via.
Voi, per, sembrate avere tutte le
carte in regola
Veniamo dalla ristorazione, abbiamo
sempre fatto i cuochi: questa una pro-
va, un trampolino di lancio per noi, ani-
mali da cucina.
Montichiari giovane?
Giovane non sappiamo, per qui di
giovani ce ne sono parecchi: gravitano
la sera attorno a locali come Jungle, Caf-
f Doppio o Rum&Pera. Tolto questo,
per, il panorama si spegne.
Tra commercianti c affiatamento?
C unbuonrapportoconil vicinato, si-
curamente: tutti amici, si ride, si scherza,
si beve il caff insieme. Per non si mai
organizzato nulla; a noi non cambiereb-
be niente, e gi solo chiudere il centro
storico unidea impegnativa.
Uno di voi vive qui: come si convive
con i classici problemi del paese?
Vivo bene, mai avuto rogne. Qui sia-
mo a met strada tra lago e citt, si sta
bene. Per le discariche: ognuno ha i suoi
problemi, Ghedi, ad esempio, deve fare
i conti con le atomiche. Diciamo che la
spazzatura la facciamo tutti, poi nessuno
la vuole in casa!.
pieTrO leONarDi
(GiOielleria) Via Trieste
Se si sa che lamianto viene
gi scaricato abusivamente,
forse sarebbe meglio creare
un impianto ad hoc, in
sicurezza!
Che paese Montichiari?
una cittadina dove la gente bada alla
concretezza, piuttosto che a discutere
gli affari degli altri. Commercialmente
diviso in tre categorie: a differenza di
paesi come Castiglione, qui non si punta
su un settore solo ma coesistono il ter-
ziario, lindustria e lagricoltura. Con la
crisi, una sicurezza.
Tema discariche: un problema gros-
so, ma non si sentono voci forti
Non possiamo essere la pattumiera
dItalia! A Napoli erano tutti in piazza
contro le discariche, mentre noi, zitti
zitti, sembra che ci siamo presi anche i
loro rifiuti. E poi, amianto s, amianto
no: quando si sa che viene gi scarica-
to abusivamente, forse sarebbe meglio
creare un impianto ad hoc, in sicurezza!
Ma qui sta il problema, tutto italiano:
chi controlla i controllori? un circolo
vizioso, tra cave, discariche e il vero bu-
siness di domani, la bonifica delle disca-
riche stesse.
Lanno scorso il Sindaco ha rassicu-
rato circa lo stato di salute delle falde
acquifere: vi sentite sicuri?
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Arrivare a Montichiari come respirare una boccata
daria fresca, inaspettata. Cos dicono molti monte-
clarensi, tanto affezionati alla cittadella da convivere
benissimo con i soliti grandi temi, tra cui le discari-
che, che da tempo af iggono la zona. Possibile? Beh,
arrivati al nostro terzo anno in paese, non possiamo
negare che qualcosa cambiato, davvero. I problemi
contro cui si lotta, forse s, sono sempre quelli, ma la
faccia di Montichiari decisamente pi rosea e sorri-
dente. Voto? Un 7 pieno.
Davide Pastanella Luca Giordano e Angelo Bonardi
di aleSSaNDra TONiZZO
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83
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
Quelle, effettivamente, dovrebbero es-
sere a 70 metri di profondit. Ma come
facciamo a sentirci sicuri sul tema inqui-
namento se allospedale Civile di Brescia
definiscono Montichiari-Castiglione-
Carpenedolo il triangolo della morte? Qui
c unincrementodi tumori che nelle altre
zone non esiste: ci sar un perch. Chi ha
figli e nipoti, si preoccupa di sicuro.
Pro e contro del paese
Montichiari, nonostante tutto, un pa-
ese aperto, proprio fisicamente, e anche
di mentalit. Purtroppo, per, ognuno
si ritiene in diritto di fare quello che
vuole senza tener conto degli altri: ci
sono disuguaglianze enormi. lo spec-
chio nazionale.
COSiMO TruNGaDi
(CarTOliBreria
il MaGiCO MONDO)
P.zza Treccani degli Alferi
Commercialmente il paese
un po in sofferenza. Noi
stiamo facento molti sacrifci.
Questa,pervoi,unesperienzanuova
Abbiamo rilevato questattivit per
mancanza di lavoro: io, dopo 10 anni
come elettricista, ero in difficolt. Sia-
mo qui da due anni, speriamo bene.
Fate avanti e indietro da Mazzano:
perch non venire qui a vivere?
Infatti, lidea quella di trasferirsi a
Montichiari. Come paese ci piace, ma
come costruzioni Abbiamo un figlio
piccolo e un altro in arrivo: in questi
momenti, vendere e trovare casa non
semplice.
Commercialmente il paese ?
Un po in sofferenza. Noi stiamo facen-
to molti sacrifici.
Il vostro target?
Bambini, ragazzi, anche adulti, per i li-
bri. Gli oggetti per la scuola, e i giocatto-
li, restano gli articoli che vanno sempre.
STeFaNia peZZaiOli
(laVaNDeria)
P.zza Treccani degli Alferi
Negli ultimi mesi la percezione
della sicurezza molto
migliorata
Come mai ha rilevato questa lavande-
ria?
Cercavo qualcosa di mio: stirare poi,
anche se pesante, mi piace.
Abita in una frazione del paese:
Montichiari com?
Un buon paese, alla portata di tutti,
con tante comodit e parecchi servizi.
Come mai, secondo lei, c un forte
turn-over di attivit, in centro?
Cosimo Trungadi
s
LaCQUa miRaCOLOsa
Si sa, a Montichiari presente quella che viene defnita la piccola Lou-
rdes italiana: il santuario della Rosa Mistica in localit Fontanelle, al con-
fne con Carpendolo, luogo dapparizione mariana che, secondo i fedeli,
lenisce le pene dellanima e del corpo. Una polla dacqua e pochi scalini di
pietra costituiscono il luogo di culto allestito il 17 aprile 1966, anno in
cui si narra che la veggente Pierina Gilli venne portata l dalla Madonna
al quale si recano in pellegrinaggio diverse persone provenienti da tutto
lo Stivale e dallestero.
Lacqua miracolosa monteclarense, poco tempo fa, fnita sulle pagine di
cronaca dei giornali, per un motivo poco santo e molto pagano: veniva
infatti venduta via internet, per cifre comprese tra i 100 e i 200 euro a fa-
concino, accanto a quella proveniente da Lourdes, da Fatima, Medjugorie
e San Damiano. Dopo due anni di lavoro, i Nas hanno scovato i millantato-
ri del Giba (Gruppo di ricerca idrofrequenziale per il riequilibrio bioner-
getico dellindividuo e dellambiente), che persuadevano circa cinque-
cento malati di tutta Italia, alcuni affetti da cancro e altre patologie gravi,
a curarsi con queste acque. Ennesima conferma che religione e portafogli
non vanno mai di pari passo.
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
Aprono e chiudono rapidamente,
vero. Non saprei dire il perch per
sicuramente non la difficolt di aprire
un nuovo esercizio: a mio avviso, oggi,
questo fin troppo facile.
Come convivete con la componente
straniera?
Per me non ci sono attriti, e negli ultimi
mesi la percezione della sicurezza mol-
to migliorata.
Pro e contro di Montichiari
Ci sono molti servizi, ma mancano pi-
ste ciclabili per le frazioni.
Aprir presto il Palazzetto del Ghiac-
cio: serviva?
Io non ne usufruisco, quindi non so
quanto sia importante come servizio,
ma sicuramente ci sono altre priorit in
paese.
GiOVaNNa iNGOGlia
(uraNia OrTOpeDia
e SaNiTaria) Via Roma
La gente cerca di risparmiare
anche sulla salute
Montichiari come ha accolto la vostra
attivit?
Nonostante sia un paese diffidente, che
ha bisogno di fidarsi, dopo quattro anni
posso dire che ha risposto bene.
La crisi, nel campo salute-benessere,
si sente?
S e no. La gente cerca di risparmiare
anche sulla salute: un anziano, oggi,
con la sua pensione paga la rata del mu-
tuo al figlio, e finisce per risparmiare
sul suo.
Che realt Montichiari?
Un bel paesone, che si sente citt ma
non lo . Purtroppo non ha una zona
commerciale vera e propria, tutto
frammentato.
Montichiari in positivo
un paese che tiene a tante piccole
cose: dalle manifestazioni in piazza, alle
tante battaglie del Comune. Montichiari
attivo, impegnato.
Quali mancanze, invece?
Ci sono rotonde poco illuminate, come
quella adiacente allospedale. Poi, ci
sono tre parchi e nemmeno uno a di-
sposizione dei cani, nonostante in molti
abbiamo questo animale.
Le nostre domande a
Come spiega il forte turn-over del-
le attivit del centro?
Considerando la diffcile congiun-
tura economica, esistono le attivit
storiche che hanno affondato pro-
fondamente le loro radici nel territo-
rio offrendo qualit e continuit nei
servizi. Hanno vita breve le attivit
di chi si inventa iniziative poco con-
crete, mentre attecchiscono tutte le
proposte che soddisfano le esigenze
del territorio.
Diversi monteclarensi hanno un
cane, ma fanno notare che nessuno
dei parchi del paese attrezzato
con unarea a loro dedicata: pos-
sibile progettarla?
Montichiari ha unestensione supe-
riore a quella della citt di Brescia
con 82 kmq e mezzo di superfcie.
Diversamente dal capoluogo, edif-
cata solo al 10 per cento; sia il centro
storico che le 11 frazioni sono attor-
niate da prati verdi e natura incon-
taminata, dove non diffcile pas-
seggiare con i propri amici a quattro
zampe. Comunque, se il proprietario
del cane munito di strumenti ade-
guati per raccogliere le deiezioni,
consentito anche lutilizzo del verde
pubblico a patto che non siano i par-
chi dove giocano i bambini.
i cittadini hanno fatto notare che,
in prossimit dellOspedale, esiste
una rotatoria non illuminata, che
causa potenziale pericolo e disa-
gio...
Le uniche rotatorie non illuminate
esistenti nel nostro Comune sono di
propriet della Provincia di Brescia.
ElENA ZANOlA, SINDACO DI MONtICHIARI
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
CI RACCONTANO
CarpeNeDOlO
di aleSSaNDra CaSCiO
riNalDO GraSSi
(TeKNOBiKe) Via Zanardelli
Va peggio dello scorso anno...
non c lavoro e per di pi
hanno aumentato anche le
tasse
Cosa pensa della realizzazione della
pista ciclabile qui vicino?
Sicuramente la zona interessata dal
passaggio della pista ciclabile aveva bi-
sogno di essere sistemata e pulita. An-
che se non vado in bicicletta, credo che
sia una buona cosa.
Com iniziato il nuovo anno?
Malissimo! Va peggio dello scorso
anno... non c lavoro e per di pi hanno
aumentato anche le tasse.
Cosa vorrebbe chiedere alla sua am-
ministrazione comunale?
Cosa vuole che chiediamo?! Tanto
anche se domandiamo, non ci danno
niente.
SONia piCCiNOTTi
(papeTe aBBiGliaMeNTO)
Via Zanardelli
La pista ciclabile? Una cosa
bellissima
Come sta andando il commercio?
Male, i clienti sono pochi e quei pochi
devono spendere poco perch non ci
sono soldi.
Sono dodici anni che svolge questat-
tivit, com cambiata la propensio-
ne al consumo dei carpenedolesi?
Oggi chi compra non bada alla qualit
del prodotto, la gente compra roba sca-
dente per non rinunciare a cambiarsi
dabito pi spesso.
favorevole alla pista ciclabile che
stanno realizzando qui di fronte?
S, credo che abbiano fatto una bellis-
sima cosa. Prima, quando si arrivava in
paese si aveva una brutta visione, men-
tre ora si ha un bel biglietto da visita.
Com strutturato il progetto?
Stanno realizzando un parco con una
camminata pedonale e una pista ciclabi-
le lunga circa un chilometro.
Un difetto di Carpenedolo?
Il difetto che non vogliono farci lavo-
rare. Per la festa del torrone, ad esem-
pio, fanno venire tutti commercianti da
fuori, mentre nel periodo di carnevale
ci creano dei grossissimi disagi organiz-
zando la sfilata di sabato.
Eun pregio?
Non saprei... forse la gente perch, a di-
spetto di quanto mi avevano detto quan-
do ho iniziato con lattivit, io lavoro pre-
valentemente con le persone del paese.

GiuSeppe luSSiGNOli
(iriDe - FOrNiTure
per uFFiCi) Via Santa Maria
Negli ultimi dieci anni non ho
visto molti miglioramenti
Ci descriva Carpenedolo.
un paese vecchio, io sono di Monti-
chiari ed ho qui il negozio da dieci anni.
Nellarco di questo periodo non ho visto
molti miglioramenti.
Commercialmente parlando, si trova
bene qui?
S.
Com cambiata la spesa dei suoi
clienti nellultimo anno?
diminuita notevolmente. Principal-
mente richiedono prodotti che consen-
tono di risparmiare.
Vorrebbe segnalare qualche disservi-
zio in zona?
Per quanto mi riguarda non posso la-
mentarmi di niente, probabilmente se
chiedesse in centro le direbbero che l
mancano i parcheggi.

DaNilO BONaTTi
(FruTTiVeNDOlO) Via Garibaldi
I giovani vanno via perch qui
non ci sono opportunit di
lavoro
Carpenedolo vivo?
Era molto pi vivo negli anni addietro.
Adesso scarso dattivit. Una volta ce-
rano molte pi industrie che davano da
lavorare.
Ei giovani come fanno?
I giovani vanno via, cercano lavoro
altrove perch qui non ci sono oppor-
tunit per nessuno, operai, diplomati o
laureati.
Com la sua clientela?
La nostra una clientela di nicchia che
nonha cambiato abitudini negli acquisti.
I vostri prodotti pronti, come le
verdure gi cotte e cucinate, sono ri-
chiesti? Da chi principalmente?
Sono molto richiesti un po da tutti: ca-
salinghe, lavoratori e non solo.
Rinaldo Grassi
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Carpenedolo, come tanti paesi nelle sue vicinanza,
sta risentendo della crisi. Commercianti e abitanti
non sono per nulla convinti che il paese riuscir ad
uscire da questa situazione soprattutto ora che i gio-
vani sono costretti a cercar fortuna altrove.
Sonia Piccinotti Giuseppe Lussignoli
Danilo Bonatti
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
CI RACCONTANO
CaSTiGliONe
Delle STiViere
di aleSSaNDra CaSCiO
MaNuela MaGri
(MiSS M aBBiGliaMeNTO)
Via Dunant
Abbiamo cercato di inserire
qualcosa che potesse
incuriosire la clientela.
Che capi di abbigliamento trattate?
Prima avevamo abbigliamento di qua-
lit medio-alta, ora abbiamo deciso di
inserire alcuni capi vintage e usati tenuti
bene.
Come mai questa scelta?
Purtroppo oggi si fa fatica a vendere a
prezzo pieno, quindi, abbiamo cercato
di inserire qualcosa che potesse incu-
riosire la clientela. Abbiamo visto che
in citt questo tipo di cose vanno molto,
forse anche qui potrebbero piacere.
Sono ricercati questi capi?
Diciamo che alle nostre clienti sembra-
no interessare... per troppo presto
per dirlo perch li abbiamo inseriti da
poco.
Com Castiglione?
Rispetto al mio paese, Carpenedolo,
molto pi vivace ed ha una mentalit pi
aperta.
ilariO Tel
(TCT Di TONiNi STeFaNO)
Via Dunant
Rispetto ai paesi vicini,
Castiglione pi sviluppato
ed ha un tasso molto alto di
extracomunitari.
Com mutato il commercio negli ul-
timi dieci anni?
Ultimamente c stata una flessione
nelle vendite e una minor affluenza dei
clienti nel punto vendita. Gli acquisti
sono diminuiti e sono fatti con maggior
oculatezza.
Anche il settore della telefonia ne ha
risentito?
Quel settore un po particolare, le scel-
te si concentrano sulle offerte degli opera-
tori e nonsugli acquisti dei prodotti.
Com iniziato il 2012?
Stabile, mentre adesso sta calando vi-
stosamente.
Lei non residente qui, come vede
Castiglione?
Rispetto ai paesi limitrofi, va un po in
controtendenza. pi sviluppato ed ha
un tasso molto alto di extracomunitari.
Secondo lei gli stranieri sono integrati?
Diciamo che buona parte lo , anche se
usanze e costumi diversi sono una bar-
riera difficile da abbattere.
Essendo questa la zona a pi alto tasso
di concentrazione di stranieri, si sen-
te sicuro?
Sicuro non la parola corretta, direi
che per ora mi sento ancora tranquil-
lo.
PAESE CHE VAI
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Affascinante centro ai margini della periferia provin-
ciale bresciana, Castiglione delle Stiviere da subito
ci appare mutato rispetto allanno passato. Piazze e
piazzette non brulicano pi di gente e il centro sto-
rico, dopo una piccola parentesi, pare si stia nuo-
vamente svuotando a favore della pi commerciale
strada Provinciale.
Ilario Tel
s
No ai licenziamenti facili:
larticolo 18 una questione di civilt
No alla precariet
Il Governo ha detto che avrebbe ridotto la precariet ma con la riforma proposta
continueranno a esserci oltre 40 tipologie contrattuali precarie
Il Governo ha detto che le imprese avrebbero pagato di pi la precariet,
ma il lavoro parasubordinato continuer a costare meno del lavoro subordinato
LASPI, lassicurazione sociale per limpiego proposta dal Governo,
esclude proprio i precari: contratti a progetto, cococo, partite Iva, assegnisti di ricerca
continueranno a non avere diritto allassegno di disoccupazione
Per la crescita del Paese
meno tasse per chi lavora,
pi investimenti, pi innovazione
1892
2012
MOBILITATI PER IL PAESE
MOBILITATI PER CAMBIARE
LA RIFORMA DEL LAVORO
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/est
SilVia ZaTTi (FluiD
DeSiGN e prOGeTTaZiONe
DiNTerNO) Via Dunant
Il centro si sta spopolando a
favore della statale
Qual la sua percezione di sicurezza
in questa zona?
Scarsa. Come me, tutti i commercianti
della via hanno il campanello per lac-
cesso al negozio, questo il risultato
di una cattiva urbanizzazione, che ha
creato grandi concentrazioni di etnie di-
verse. Pensi che gli edifici qui di fronte
sono chiamati I cinque continenti.
Come mai ha deciso di aprire la sua
attivit in questa zona?
La scelta stata dettata dal fatto che qui
esisteva gi un negozio di arredo bagno,
ed io ero partita con lidea di fare bagni,
poi cera il parcheggio comodo mentre
in centro sarebbe stato un problema.
Perch molti commercianti del cen-
tro si stanno spostando?
Il centro purtroppo si sta spopolando
a favore della statale. Il problema sta nel
fatto che Castiglione un paese satellite
di Desenzano e del lago di Garda, quin-
di, la gente il weekend se ne va e non
vive il centro.
Lavora molto il sabato pomeriggio?
A dir la verit il momento in cui si la-
vora meno. Di mattina c il mercato e
laffluenza buona, mentre il pomerig-
gio qui desolante.
Chiara SChiaVi
(NuMerO 13 - aBBiGliaMeNTO)
Via Marta Tana
Alla fne del mese il risvolto
economico mi demotiva un po
Da quanto tempo ha lattivit in cen-
tro?
Da quattro anni.
Come si trova?
Abbastanza bene perch sono in cen-
tro e godo di una certa visibilit, almeno
per il momento; se mi trovassi in una
zona diversa, statale o periferica, non
avrei mai intrapreso questo lavoro.
Come definirebbe Castiglione?
un paese come tutti gli altri. Direi che
non c molta gente che gira a causa della
viabilit e delle problematiche legate al
progressivo spopolamento del centro.
Quali sonoleprospettiveperil futuro?
Io abitualmente lavoro con serenit,
senza pensare troppo alle responsabilit
economiche che lattivit comporta, ma
alla fine del mese c il risvolto economi-
co che mi demotiva un po.
La sua clientela prevalentemente
del posto?
Non solo, molta arriva anche da Castel
Goffredo e Carpenedolo grazie al passa-
parola.
favorevole o contraria alle liberaliz-
zazioni promossedal Governo Monti?
Io mi adeguer a quello che faranno i
miei vicini.
Silvia Zatti
Chiara Schiavi
Nel prOSSiMO NuMerO
Valtenesi
Bedizzole, Calvagese d/R,
Puegnago d/G, Sal
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E
V
i
d
E
N
z
a
auTO COrSa
FraNCiaCOrTa TiMe ha CreaTO il MarChiO OrOlOGiaiO
laMperTi&laNCiNi CON lOBieTTiVO Di realiZZare COlleZiONi
Di OrOlOGi a TeMa SCeGlieNDO il MONDO Delle auTO Da COrSa
per realiZZare i priMi quaTTrO MODelli.
OrOlOGi Che raCCONTaNO
la paSSiONe
93
p
ortarsi al polso una pas-
sione un piacere, se poi
sono due decisamente
meglio. Questa lidea ispi-
ratrice del binomio Lamperti&Lancini
che ha trovato la sintesi nella produzio-
ne limitata di una collezione di orologi
dal nome inequivocabile: Auto Corsa.
Facile intuire che le due passioni sono
quelle per gli orologi e per le auto da
corsa depoca.
Ed ecco allora che, in una visita al museo di auto storiche a Ingolstad in Germania,
ci si pu trovare di fronte alla Autounion Type C del 36, guidata tra laltro anche da
Tazio Nuvolari, e rimanere impressionati dalle scelte tecniche innovative per lepoca
( considerata lantesignana della Formula Uno perch per la prima volta nelle auto
da corsa il motore era posto nella parte posteriore della vettura), dalle linee incon-
suete, dalle enormi ruote con poderosi freni a tamburo. In quel museo racconta
Fausto Lancini per quarantanni modellista di professione non cerano solo auto
che hanno fatto la storia dellautomobilismo agonistico, si poteva respirare limpe-
gno degli ingegneri cos come il sudore dei meccanici, la fatica dei piloti come la pol-
vere sollevata nelle piste durante gli interminabili duelli con rivali come Alfa Romeo
e Mercedes.
Tutto questo diventato la fonte di ispirazione di Auto Corsa e della sua realiz-
zazione grazie anche allesperienza di Ettore Lamperti che gli orologi li ha nel dna
provenendo da una famiglia di negozianti di orologi e gioielli che ha iniziato lattivit
nellimmediato dopoguerra. Nel 2010 nasce Franciacorta Time, che crea il marchio
orologiaio Lamperti&Lancini con lobiettivo di realizzare collezioni di orologi a
tema e sceglie il mondo delle auto da corsa per realizzare i primi quattro modelli. Per
ricollegarsi al sistema usato negli anni 30 e 40 per lindividuazione delle diverse
versioni delle auto da competizione, viene utilizzata lo stesso modello ed ecco le due
tipologie di orologi a un solo tempo identificate con Type A e Type B, mentre per
i due cronografi i nomi identificativi sono Type C e Type D.
In questi modelli sottolinea Lamperti lappassionato sapr valorizzare lesecu-
zione accurata e raffinata dei particolari con labbinamento di un prestigioso movi-
mento di costruzione svizzera che dar, a chi porter questi orologi, la sensazione di
indossare la propria passione e di portare al polso un prodotto di grande affidabili-
t. Gli orologi, infatti, sono realizzati con materiali di qualit certificata e lavorati da
artigiani italiani di grande competenza nellorologeria. Chi mette Auto Corsa sa di
avere un orologio artigianale che espri-
me nei dettagli della sua estetica, la pas-
sione e la storia per cui stato creato.
nei dettagli che si pu cogliere appie-
no la sua originalit. Ed ecco che la co-
rona ricalca un particolare della speciale
architettura delle sospensioni anteriori
della Autounion del 36 cos come i pul-
santi cronografici sono volutamente sa-
gomati a forma dei cilindri del compres-
sore volumetrico cos come i particolari
in bronzo simulano la scatola di guida
dello sterzo. Nel quadrante la numera-
zione oraria ricorda la grafica dei nume-
ri di gara dipinti sulla carrozzeria, cos
come la lancetta delle ore dipinta a scac-
chi bianchi e neri rappresenta la bandie-
ra del giudice di gara mentre quella dei
minuti ha la forma delle leve alleggerite
della pedaliera. La lancetta cronografica
dei secondi riprende nella sua forma, quella delle lancette degli strumenti utilizzati
sullauto mentre il quadratino delle ore ha una ghiera lucida e una grafica che rap-
presentano in modo quasi fedele limmagine del contagiri al centro del cruscotto
dellauto guidata da Nuvolari. Il quadratino dei secondi continui invece a forma di
ruota a raggi per ricordare le grandi ma sottili ruote dellAutounion mentre quello
dei minuti la riproposizione del contachilometri.
Anche i supporti del cinturino non potevano essere banali e infatti hanno la forma
della bandella forata di rinforzo esterno della carrozzeria mentre il cinturino in cuoio
inglese stato ispirato agli elementi in cuoio usati per la chiusura del cofano motore,
cos come la parte centrale traspirante ha la sagoma del selettore del cambio. La fibia
ha la stessa conformazione e finiture dei pedali di freno e frizione.
Per chi, come Lamperti&Lancini, ha il culto del particolare, sono i dettagli ad ag-
giungere valore, quindi tutti i quattro modelli sono forniti con un supporto che ricor-
da il banco motore usato per la riparazione di quei gioielli a sedici cilindri, mentre la
confezione una cassa in legno in tutto simile a quelle utilizzate in quegli anni, per
spostare le auto e i loro motori da un circuito ad un altro. Insomma un gioiello
che, in quanto tale, difficile da raccontare. Ma, come tutte le passioni, da vivere,
in questo caso portandola al polso.
Gli orologi Auto Corsa si possono trovare a Brescia, nel negozio di Ettore
Lamperti aperto recentemente in Corso Zanardelli, 16 (tel. 030.291439);
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12
MESI
aprile 2012
95
A
mBIeNte
LE RINNOVABILI
SALVERANNO LITALIA?
Oggi le fonti alternative a petrolio, carbone e gas coprono
solo il 15 per cento del fabbisogno italiano. Ma in Franciacorta, grazie a Cogeme
(lgh), si gi arrivati al 100 per cento.
di aNDrea TOrTelli
L
a salvezza dellItalia, e di Bre-
scia, passa anche per le rin-
novabili. A suggerirlo non
tanto (o soltanto) la retorica
ambientalista. Quanto la logica impieto-
sa dei numeri. Sprovvisto di giacimenti
significativi di materie prime, il Belpae-
se dal punto di vista energetico di-
pende per l85 per cento dallestero. Il
70 per cento dellenergia arriva in Italia
sotto forma di combustibile (gas natu-
rale, petrolio e carbone) dallex Urss e
dal sempre pi scottante Medioriente.
Mentre la restante parte viene importata
tramite rete da altri paesi europei dota-
ti di centrali nucleari (Francia, Austria,
Svizzera e Slovenia in particolare). Sol-
tanto un 15 per cento dellenergia che
consumiamo ogni giorno, insomma,
viene interamente prodotta in Italia. Ed
il frutto di fonti rinnovabili: idroelet-
trico (quasi il 70 per cento della quota),
biomasse e termovalorizzatori (10 per
cento), eolico, geotermico e in ma-
niera molto ridotta fotovoltaico. Che
certamente lenergia del futuro, come
sottolinea in modo quasi unanime la co-
munit scientifica. Ma oggi, a causa dei
limiti tecnologici, vale solo lo 0,5 per
cento del totale.
Insomma: se dimprovviso tutti i forni-
tori esteri decidessero di chiudere com-
pletamente i rubinetti dellenergia
verso lItalia, non avremmo pi benzina
per far circolare le auto, gas per scaldare
le abitazioni ed elettricit a sufficienza
per illuminare le citt e far funzionare
le fabbriche. Oltre a decine, centinaia,
di miliardi di euro di entrate fiscali de-
rivanti dalle accise e dalle imposte. Una
vera e propria apocalisse. Alla luce di
questo quadro, facile affermare che
sulla capacit di alzare la quota di rinno-
vabili quindi di rendersi sempre pi in-
dipendenti dallestero e di programmare
il proprio futuro si gioca buona parte
del benessere economico, ambientale e
politico della Penisola. Tanto pi dopo
lincidente di Fukushima e il recente
stop alle velleit nucleari del Paese. Ma
in Italia esiste gi unisola felice. E la
capitale collocata in Franciacorta. O
meglio a Rovato. Qui, infatti, ha sede
Cogeme, lazienda guidata da Gianluca
Delbarba che aggregandosi con altre
realt lombarde nel progetto di Lgh ha
dato vita alla sesta utility italiana per fat-
turato. La prima tra le non quotate. Ma
soprattutto lunica a dimensione nazio-
nale ad essere strategicamente orientata
al solo rinnovabile.
Fin dagli anni Novanta, Cogeme fece
la scelta strategica di puntare tutto sulle
energie alternative, dicendo no a strade
facili come carbone e turbogas. Una
mossa azzardata quanto lungimirante.
Oggi, infatti, Lgh macina utili produ-
cendo il 99 per cento dellenergia da
rinnovabili. E anche quel restante
1 per cento tiene orgogliosamente
a precisare Davide Alberti, direttore
di Linea Energia e amministratore
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A
mBIeNte 96
unico di Lgh rinnovabili in qualche
modo assimilabile, perch il gas ser-
ve a Cogeme Spa per far funzionare la
centrale cogenerativa di Castegnato e
teleriscaldare il paese. Il patrimonio di
Cogeme-Lgh, in questo settore, par-
ticolarmente significativo. Quattro gli
impianti idroelettrici che lazienda pos-
siede in Valcamonica, altrettanti quelli
che gestisce per conto terzi. E a questi
si aggiunge la nuova centrale di Corna,
oggi in fase di realizzazione. Sul versan-
te dellenergia solare, ancora, da se-
gnalare il parco fotovoltaico di Cremona
(quando nel 2008 fu inaugurato, con i
suoi 10mila metri quadrati, era il secon-
do pi grande dEuropa), i due impianti
recentemente acquistati in Puglia da
Cogeme Spa, ma anche quelli pi picco-
li venduti quotidianamente da Linea Pi
ad aziende e privati. Per quanto riguarda
invece le biomasse lelenco comprende
gli impianti di Piombino (oli vegetali),
Cremona e Rodengo Saiano, che sfrut-
tano la raccolta differenziata del gruppo
producendo dal legno energia elettrica e
termica, ma anche compost e terriccio.
In aggiunta Lgh pu contare su quattro
centrali a biogas (quello prodotto dalla
parte organica dei rifiuti), a cui se ne
stanno aggiungendo due in Sicilia. Infi-
ne ma primi per importanza e volumi
ci sono i termoutilizzatori di Cremona
(100 per cento di propriet) e Parona
(40 per cento).
In totale fanno oltre 600 gigawattora
(GWh) elettrici. Un dato che tradotto
in percentuali molto approssimative
viene per il 47 per cento dai termoutiliz-
zatori, per il 20 per cento dalle biomas-
se, per il 27 per cento dallidroelettrico,
per il 6 dal biogas e per una piccola quo-
ta dal fotovoltaico. Ma lobiettivo per il
futuro crescere ancora, soprattutto sul
versante delle energie pulite. E il piano
industriale parla chiaro: entro il 2016
il gruppo Lgh far un salto significativo
sui volumi, raggiungendo il terawattora
(TWh).
Una scelta strategica sottolinea Gian-
luca Delbarba, presidente di Cogeme
Spa e di Linea Energia che risponde
alla logica di far crescere ulteriormente
lazienda, gi oggi, grazie a una dota-
zione impiantistica e un know-how di
eccellenza, uno dei player pi autorevoli
del settore. Ma anche allidea di guarda-
re al futuro con coraggio, contribuendo
alla riduzione dellimpatto dellattivit
umana sullambiente. Con il nostro ter-
ritorio abbiamo assunto questi impegni,
e cerchiamo di concretizzarli ogni gior-
no trasformando in energia, e valore, le
opportunit che proprio dal territorio ci
vengono.
Gianluca Delbarba
Davide Alberti
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MESI
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99
I
NIzIAtIVe
SE CONOSCI,
COMPRI BENE
E VENDI MEGLIO
per le imprese avere informazioni frequenti e saperle interpretare
diventato indispensabile, per evitare di essere passivi di fronte allandamento
dei mercati e dei prezzi delle materie prime. questo lobiettivo del neonato
Commodity Markets Research Center Brescia, un organismo realizzato
dal consorzio universit & impresa, dalla Camera di Commercio e dallaib.
S
e conosci, compri bene e
vendi meglio. Questa sempli-
ce regola, che magari non si
trover in questi termini sui
testi di economia, per gli imprenditori
sta invece diventando uno dei paletti
ai quali ancorarsi in tempi di crisi. Nel
mondo della globalizzazione, della ve-
locit delle informazioni, della volatilit
dei prezzi delle materie prime, dellin-
stabilit dei mercati e delle valute, met-
tere in pista nuovi strumenti che danno
informazioni tempestive e frequenti,
che le accompagnano con un adde-
stramento per interpretarle, vuol dire
creare nuove opportunit per aiutare le
aziende a crescere, e in momenti difficili
come quelli attuali non certo un aspet-
to marginale.
Questo, in sintesi, lobiettivo del ne-
onato Cmrc, acronimo di Commodity
Markets Research Center Brescia, un or-
ganismo super partes, voluto, progetta-
to e realizzato dal consorzio Universit
& Impresa, dalla Camera di Commercio
di Brescia e dallAssociazione Industria-
le Bresciana. Il nuovo osservatorio in
grado di fornire in modo sistematico alle
imprese del territorio dati e analisi utili
a scelte operative rapide, che riducano,
il pi possibile, gli errori nellapprovvi-
gionamento delle materie prime. I prez-
zi delle materie prime, infatti, sono una
componente fondamentale del prezzo
finale di un prodotto ed per questo
che, con sempre maggiore frequenza,
gli acquisti delle commodities sono di-
ventati un fattore ad alto rischio in grado
di compromettere i rendimenti di una-
zienda. Sar per questo che oltre cento
aziende bresciane gi utilizzano costan-
temente il servizio.
Uno dei nostri obiettivi afferma lam-
ministratore delegato di Isfor 2000,
Achille Fornasini quello di contri-
buire a creare una comunit economica
consapevole e bene informata. Lam-
piezza e la frequenza delle fluttuazioni
dei prezzi delle commodities quotate
sui mercati regolamentati e over the
counter sono infatti ormai tali da gene-
rare persistenti fattori di rischio in gra-
do di compromettere i margini operativi
delle imprese impegnate nelle attivit
industriali tipiche della provincia di Bre-
scia. Ed proprio da queste realt che
sono stati individuati i settori sui quali il
Cmrc opera. Per rendere pi efficien-
Da sinistra, Achille Fornasini, Massimo Ziletti, direttore CdC,
e Pietro Costa, direttore Aib.
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12
MESI
aprile 2012
100
I
NIzIAtIVe
te la fase di start-up del progetto, stata
infatti svolta una ricerca preliminare,
realizzata dallUfficio studi dellAib con
Universit & Impresa e finalizzata ad
individuare le principali materie prime
oggetto di lavorazione e di trasforma-
zione in provincia di Brescia, sulle quali
incentrare il servizio di elaborazione e
analisi dei prezzi. Abbiamo individua-
to come prioritari sottolinea Fornasi-
ni il cambio euro/dollaro, il petrolio,
lalluminio, il rame, le billette di acciaio
ma anche il cotone, la lana grezza, le pla-
stiche, il rottame ferroso, il minerale di
ferro per arrivare al frumento e al mais.
Proprio per limportanza di Brescia
come polo di riferimento nazionale della
siderurgia e della metallurgia, ma con
importanti realt produttive che spazia-
no dallagroalimentare alla lavorazione
delle plastiche, dallagroindustriale
allenergetico, emersa lesigenza che
si valorizzassero le esperienze esistenti
nel campo dellanalisi di questi settori.
Quindi ogni 15 giorni, ma puntiamo a
portarlo ad una frequenza settimanale,
in unapposita sezione del sito came-
rale dedicato a Cmrc inseriamo una
serie ordinata di grafici che illustrano
landamento di ciascuna commodity con
un gruppo di indicatori che consentono
agli imprenditori di cogliere gli aspetti
pi rilevanti delle dinamiche, dei cicli,
delle tendenze, della velocit e delle ac-
celerazioni dei diversi mercati.
Inoltre, se qualcuno fosse interessato
a leggere in modo pi approfondito
i dati messi a disposizione dal Cmrc,
Universit & Impresa ha gi iniziato
una serie di incontri aperti al pubblico
e dedicati a dare le corrette chiavi di
lettura per meglio comprendere e valo-
rizzare i contributi informativi forniti
dal servizio. Tutto questo lavoro trova
il suo naturale sbocco nei tradizionali
(si svolgono ormai da tre anni) semina-
ri congiunturali della serie Scenari &
tendenze realizzati con cadenza qua-
drimestrale. Questi incontri, per la
loro concretezza dice la.d. di Isfor
piacciono molto agli industriali. Lor-
mai consolidato format prevede due fasi:
la prima, gestita proprio da Fornasini,
dedicata allanalisi dei mercati delle ma-
terie prime con ampio utilizzo di grafici
integrati dagli stessi indicatori tecnici
utilizzati nel servizio Crcm; la seconda
coordinata da Andrea Beretta Zanoni,
ordinario di Strategia e Politica azienda-
le allUniversit di Verona analizza le
variabili macroeconomiche globali e le
loro ripercussioni sulleconomia euro-
pea, nazionale e locale. Con un vantag-
gio rispetto ad altre proposte simili pre-
senti sul mercato: quello di assicurare la
terziet, limparzialit delle analisi.
Ad ulteriore garanzia, oltre la riconosciu-
ta estraneit di interessi di alcun tipo da
parte dei due esperti, la presenza di tutte
le realt associative imprenditoriali che
fanno parte della societ consortile Uni-
versit & Impresa (partecipata dallUni-
versit degli studi di Brescia, dalla Ca-
mera di Commercio, dallAib, da Isfor
2000, Apindustria, Confartigianato,
Associazione Artigiani, Cna, Collegio
Costruttori, Confcommercio, Confeser-
centi e Confcooperative). Nel dettaglio,
larticolazione del progettoCmrc Brescia
prevede che il consorzio Universit &
Impresa svolga la funzione di coordina-
mento operativo; che la sede istituzionale
sia in Camera di Commercio; che le atti-
vit si avvalgano del contributo operativo
dellUfficio Studi di Aib, di quello della
CdC, di Isfor 2000, dellUniversit degli
studi ma anche di altri enti o societ, di
volta in volta coinvolti secondo effettive
necessit condivise tra i partner.
Il progetto ha anche un obiettivo pi a
medio e lungo termine. vero preci-
sa Fornasini il Consorzio Universit &
Impresa e Isfor 2000 si sono impegnati
anche a progettare corsi brevi e seminari
specialistici finalizzati ad accompagnare
la crescita degli operatori aziendali coin-
volti nei processi di approvvigionamento
di materie prime. Ma, sulla base dellespe-
rienzaacquisitaegrazieal consolidamento
dellazione svolta dal Cmrc Brescia sul ter-
ritorio, abbiamo intenzione di realizzare
anche un master dedicato al Commodity
Risk Management. Il percorso formativo
potr declinarsi nelle forme del master
universitario di 2 livello destinato a ne-
olaureati e di un master post esperienza
destinato a junior e a senior buyer gi
impegnati nelle aziende e former solide
professionalit nel campo dellapprovvi-
gionamento di materie prime.
Per adesso, lobiettivo quello di divul-
gare il pi possibile i servizi proposti dal
Commodity Markets Research Center e
la strategia di comunicazione sar indi-
rizzata ad ampliare la platea di poten-
ziali utilizzatori: Penso agli artigiani,
ad esempio conclude Fornasini ,
perch le informazioni offerte dal Cmrc
non vanno bene solo a chi ha una certa
dimensione aziendale ma anche a chi
opera in un determinato settore. Molti
artigiani, anche se non comprano diret-
tamente le materie prime da utilizzare
nelle loro produzioni, le comprano da
qualcuno. Ed anche per loro vale quindi
la regola che se conosci compri bene e
vendi meglio.
La sede dellIsfor in via P. Nenni a Brescia.
12
MESI
aprile 2012
di FerDiNaNDO MaGNiNO
TU E IL FISCO
LIBERALIZZAZIONI, LAVORO, DELEGA fISCALE,
MA IL PROBLEMA RESTA LO STATO
102
R
UBRICA
N
el secondo semestre del
2011, per salvare lItalia,
Berlusconi prima e Monti
poi hanno confezionato
un aumento di 2,6 punti percentuali di
pressione fiscale (a proposito, nel 2012
la pressione fiscale reale sar oltre il 54
per cento! alla faccia di un gi terroriz-
zante 45 per cento ufficiale; fonte Cgia
Mestre, che solitamente non sbaglia i
conti). Per salvare quellItalia dei mil-
le parlamentari e della moltitudine di
assessori e consiglieri regionali, della
corruzione dilagante negli incarichi
pubblici (a proposito, avete letto qual-
che giorno fa sul Corriere della Sera che
secondo un noto professore austriaco la
corruzione in Germania ammontereb-
be a circa 250 miliardi lanno? In Italia
stimata 280 miliardi, siamo in buona
compagnia quindi), lItalia dei supersti-
pendi degli alti dirigenti pubblici e degli
ottimi stipendi, paragonati a quelli del
settore privato, dei dirigenti interme-
di. LItalia della galassia di partecipate
pubbliche e dellopacit amministrativa,
lItalia dei rimborsi elettorali dei partiti e
dei ristorni di fondi pubblici alle fonda-
zioni private dei vari big sulla breccia da
oltre ventanni. Per salvare tutto questo,
ma al contempo raggiungere il pareggio
di bilancio, stato inevitabile un salasso
fiscale, gran parte del quale, peraltro, lo
sentiremo concretamente solo a partire
da giugno 2012: ebbene s, il peggio
deve ancora venire, per ora sono stati
annunci e accise sui carburanti, quando
pagheremo lImu temo ci spaventeremo.
Messa la toppa e garantita la salvezza di
quellItalia, si iniziato a pensare a come
far crescere laltra Italia, quella delleco-
nomia privata. Perch, anche se lobiet-
tivo principale stato, evidentemente, a
posteriori, salvare quellItalia, tornereb-
be comodo a tutti, anche a quellItalia, se
laltra Italia, nonostante tutto, crescesse
un po. Si partiti con le liberalizzazio-
ni di facciata (come noto, tutto il male
dellItalia colpa di avvocati, commer-
cialisti, notai, farmacisti e taxisti) senza
toccare veramente i monopoli (oligopo-
li/cartelli) delle compagnie petrolifere,
dellenergia, delle banche, delle assi-
curazioni, ecc.. Poi, al netto di alcune
incaute e trionfalistiche affermazioni
iniziali del Governo, si preso atto che
le liberalizzazioni, da sole, non possono
fare il miracolo: sono moltiplicatori, non
fattori di crescita e, se il fattore di cresci-
ta a zero, zero per mille comunque
uguale a zero (credo lo insegnino in pri-
ma o seconda elementare).
Si quindi passati alla riforma del mer-
cato del lavoro, ma anche qui, con la
quadratura del cerchio ipotizzata, il
Governo gi comincia a mettere le mani
avanti: questa riforma, di per se stes-
sa, non pu certo garantire il rilancio
delloccupazione. Del resto, possiamo
permetterci di lasciare senza sostegno
oltre 2 milioni di cassintegrati? Cre-
do che a pi duno potrebbero girare
e quando uno ha fame Per inciso, la
riforma, secondo il ministro Fornero,
coster 1,5-2 miliardi lanno, tanto di
spesa pubblica ne abbiamo bisogno. A
breve toccher alla riforma del sistema
fiscale, la cui bozza di delega in di-
scussione in Consiglio dei Ministri in
questi giorni. Una bozza che non preve-
de alcun tipo di riduzione delle imposte
(nemmeno lIrap), semmai ne prevede
di nuove (imposte ambientali per fa-
vorire la green economy) e per il resto
formula vaghe promesse di restituzione
dei maggiori introiti derivanti dalla lotta
allevasione fiscale, tema su cui la bozza
si concentra in larga parte.
Tra il 2000 e il 2008, la spesa pubblica
cresciuta del 20 per cento, del 105 per
cento nellultimo trentennio, superando
i 672 miliardi di euro. Inutile dire che,
quando arriver il momento, verr pre-
cisato che una riforma fiscale con queste
caratteristiche, di per sestessa, purazio-
nalizzare il prelievoe magari renderlopi
equo, ma certamente non pu rilanciare
leconomia. Prima o poi, a qualcuno ver-
r in mente che, per poter riprendere un
percorso di crescita economica di questo
Paese, sia necessario intervenire sul suo
settore pubblico e parapubblico che non
funziona, invece che sul suo settore pri-
vato che, nonostante una simile zavorra,
ancora riesce a non collassare del tutto?
Basterebbe riportare le lancette allan-
no 2000, aggiornato con linflazione, e
avremmo le risorse (circa 100 miliardi)
per fare qualsiasi cosa. Nessuno stupore
quindi per il fatto che lattuale Governo
abbia il consenso dei partiti e dellesta-
blishment in generale (partiti, sindacati,
Confindustria) ma avr anche il sostegno
della gente?
T
Test avanzati
Testintolleranzealimentari-stressossidativi
rischiocardiovascolare
Telecardiometria
L
Laserterapia
Trattamentocapillariconlaseromousse
Laserdepilazionecorpo
Lasertrattamentocouperose-macchie-angioma
Radiofrequenzatermage
Laserterapiaanticellulite
D
Dietologia
scienza dellalimentazione
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12
MESI
aprile 2012
R
UBRICA 104
di eNriCO MaTTiNZOli
POLITICA E SOCIET
fIAT, fINE DELLA
GEOGRAfIA INDUSTRIALE
I
l Taylorismo, organizzazione
scientifica del lavoro meglio co-
nosciuto come Fordismo, nasce
negli Stati Uniti (ma anche mo-
dello produttivo socialista) allinizio del
900, nelle fabbriche di Henry Ford e
diventa, oltre che industriale, un modello
sociale, non solo in termini di partecipa-
zione al mercato del lavoro, ma anche in
termini di modello familiare di consumo.
Questo modello industriale si caratteriz-
za nella concentrazione di grandi masse
di lavoratori nella grande fabbrica, nella
prevalenza numerica di occupati nel set-
tore secondario su quelli occupati nel
settore primario e terziario, e coincide
con lo sviluppo dei sistemi di welfare.
Alcuni autorevoli economisti indicano
con una certa convinzione un ritorno al
fordismo, tesi sulla quale risultano per
evidenti alcune differenze. Il legame tra
capitale e forza lavoro era, agli inizi del
900, di reciproca dipendenza; le due
esistenze, tra chi acquistava lavoro e chi
vendeva lavoro, erano legate e interdi-
pendenti, al punto da non poter esistere
luna senza laltra. La fabbrica, ovvero
la collocazione locale/territoriale, era
lelemento che circoscriveva capitale e
lavoro impedendo ad entrambi di spo-
starsi. Gli orizzonti lavorativi erano, per
loperaio della grande fabbrica, motivo
di certezze: non era inusuale che al pa-
dre in pensione subentrasse il figlio. Il
giovane apprendista che iniziava a lavo-
rare nella Ford negli USA, come quello
nella OM a Brescia, poteva essere quasi
certo di poter concludere la propria vita
lavorativa nella stessa azienda.
Il nuovo modello sociale del postfor-
dismo, invece, si caratterizza e si diffe-
renzia soprattutto con una crescente
individualizzazione della societ, ovvero
lallentarsi dei legami con il gruppo che
nelle societ premoderne era costituito
dalla famiglia. I rapporti tra lavoratori
sono sempre meno stretti e solidali di
quando si lavorava gomito a gomito alla
catena di montaggio, ci a causa dellin-
certezza generata dalla flessibilit dei
contratti, sempre pi a breve termine.
Un giovane americano di media cultura
pensa di cambiare lavoro almeno undici
volte nellarco della propria vita lavora-
tiva. I dipendenti di qualsiasi fabbrica
fordista erano certi di poter concludere
una trattativa con buone probabilit di
successo, nella consapevolezza che il
capitale non aveva alternative.
Oggi non pi cos. Il capitale in gra-
do di abbandonare il tavolo negoziale,
smobilitando e trasferendo altrove i
propri macchinari, dove le condizioni
(non solo del costo del lavoro) siano pi
convenienti. Il capitale, non pi caratte-
rizzato da programmi di lunga durata,
sempre pi extraterritoriale e di conse-
guenza slegato dalla realt locale, in una
sorta di fine della geografia, come la
definisce il filosofo francese Paul Virilio.
del tutto evidente che la vicenda Fiat
impone una riflessione, che tenga conto
della necessit di garantire certezze ai
lavoratori, scongiurando al tempo stes-
so il disimpegno delle aziende manifat-
turiere nel nostro paese.
Una nuova stagione di rapporti sindacali
si aperta dopo laccordo di Pomigliano,
con lobiettivo di sostenere la competiti-
vit attraverso flessibilit di orario, con
pi ore di straordinario, aggiustamenti
normativi atti a garantire la produzione
dallassenteismo ingiustificato, in una
parola creando le premesse perch la
casa automobilistica investa nel nostro
paese, anzich dirottare gli investimenti
oltre confine.
Tutto ci presuppone il superamento
della concezione marxista di contrap-
posizione tra capitale e forza lavoro, ca-
ratteristica dellindustrialismo del XIX
secolo, irrimediabilmente superata dalla
storia. Il compito del governo quindi
quello di attirare capitali nel nostro pa-
ese, creando le condizioni migliori per
la libert dimpresa, sostenendo e rilan-
ciando lindustria manifatturiera, al fine
di evitare di essere in futuro una colonia
economica di altri paesi, con la consape-
volezza che le aziende non si trattengo-
no per decreto!
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12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
Pelo e
di iMMaNUEL
immanuel
@
dodicimesi.com
Ce lha fatta Squinzi, ma il margine su
Bombassei stato molto ristretto, sol-
tanto undici voti, molto meno di quan-
to lasciasse presagire il sondaggio dei
saggi. stata una battaglia tra due
grandi imprenditori, tra i pi grandi che
oggi calchino le scene di Confndustria,
due self made men che hanno saputo
entrambi in misura comparabile dar
lustro allItalia nei cinque continenti.
Ha vinto Squinzi, per 93voti contro 82,
perch in una competizione c inevita-
bilmente unoche vince e unoche perde,
ma Bombassei ne esce assolutamente
a testa alta, forte di un consenso che
anche pi signifcativo dei numeri, se
si guarda appena sotto la superfcie. La
conclusione di questa vicenda, senza
precedenti, per lasprezza dei toni, nel-
la storia centenaria di Confndustria,
destinata a lasciare molti strascichi,
sotto molteplici aspetti. Sei membri
della Giunta di Confndustria hanno
determinato il risultato. Sei su centoset-
tantacinque votanti signifca il 3,5 per
cento scarso di margine, sei il numero
dei rappresentanti dellEni nella giunta
di Confndustria, il che fa dire a Scaroni
che il suo schieramento pro Squinzi
stato determinante. Vale a dire che lex
Intersind ha eletto il presidente di Con-
fndustria, vale a dire anche che il Go-
verno (Eni unazienda quotata, ma in
maggioranza pubblica) ha determinato
lelezione del massimo rappresentante
degli imprenditori privati. Sottounaltro
punto di vista, emerge quello che per
alcuni aspetti pu essere considerato
un paradosso. Bombassei stato votato
CONFiNDuSTria, eleTTO SquiNZi, Ma
in maggioranza da membri provenienti
dai territori a pi alta concentrazione
industriale, con la pesante eccezione di
Milano (Assolombarda), territori dove si
producono, allincirca, i due terzi del Pil
nazionale, Squinzi ha raccolto molti voti
al Sud, dove operano illustri imprendi-
tori, ma dove la concentrazione indu-
striale meno forte. Ancora, la cam-
pagna elettorale, tradizionalmente soft
in Confndustria, apparsa virulenta,
senza esclusione di colpi, quasi una
competizione elettorale politica, con i
supporter dei due candidati scatenati
alla ricerca dellultimo consenso.
Ora giunto il momento dello stop, del-
la rifessione, della moderazione, della
ricomposizione, per poter pensare al
futuro ed ai necessari, radicali cambia-
menti. Confndustria ancora moltoim-
portante in un paese come il nostro, in
cui i punti di riferimentononsonomolti,
e Confndustria deve recuperare ruolo e
credibilit, per giocare un ruolo positi-
vo, allaltezza delle migliori tradizioni,
in una Italia che non cresce pi. LAib
ha schierato Brescia per Bombassei ed
ha perso, ma hanno vinto i molti bre-
sciani che siedono a diverso titolo nella
giunta di Confndustria e che hanno
sostenuto Squinzi, a differenza di Aib.
Ma lAib rimane una delle associazioni
pi importanti di Confndustria la se-
sta o la settima , pu e deve giocare un
ruolo primario, mantenendo alto il suo
orgoglio, con la consapevolezza che ha
sostenuto un candidato assolutamente
degno, in una partita allultimo respiro,
e che il suo ruolo nel sistema Confn-
dustria deve rimanere integro. Squinzi,
persona di grande lungimiranza, certa-
mente lo comprende da solo, ma, se ser-
visse, i bresciani, tutti insieme, dovran-
no sentire la responsabilit di difendere
il patrimonio industriale assolutamente
straordinario che lAib rappresenta,
contribuendo positivamente al rilancio
di Confndustria, che di un profondo
restyling ha estremo bisogno.
CaSaSCO pi VelOCe
Corre, Maurizio Casasco, il nuovo
presidente di Apindustria, lassocia-
zione delle piccole e medie industrie di
Brescia. Dopo laccordo con le banche
per i fnanziamenti alle imprese, dopo
il seminario con Tiraboschi, direttore
del Centro Studi Marco Biagi, dopo la
costituzione del polo universitario con
la laurea triennale in diritto dimpresa,
in collaborazione con la Lum, ora Ca-
sasco lancia lincubatore per le idee
nuove. Sono due i punti forti della nuo-
va proposta di Casasco: il primo lab-
battimento dei muri tra le associazioni
imprenditoriali, ma non solo, perch
anche le universit e le istituzioni ven-
gono chiamate a raccolta; il secondo
la velocit di circolazione dellinnova-
zione, che, sottolinea opportunamente
Casasco, il principale fattore di com-
petitivit in una moderna economia
aperta al mercato. Idee e velocit che,
secondo il presidente di Apindustria,
costituiscono i fattori necessari per il
rilancio del Sistema Brescia. Ci sar
altrettanta velocit nelle risposte?
COSa DiCONO i TaVOli?
Per ora nulla, nel senso che dai nu-
merosi tavoli aperti dal Prefetto di
Brescia, con felice intuizione, per fare
fronte alla crisi, non giungono notizie.
Dopo la loro costituzione i giornali
hanno pubblicato notizia della larghis-
sima adesione alla proposta, nonch
dei soggetti designati, secondo le spe-
cifche competenze non sono ancora
trapelate indiscrezioni di sorta circa
i progetti allo studio e le iniziative
messe a punto. vero che la situazio-
ne non pi da baratro sotto i piedi,
che lo spread precipitato (oggi, per
chi scrive, sotto i 280 punti), vero
che Monti sta lavorando e i frutti si
vedono, anche se le soluzioni miraco-
listiche non sono di questa terra ma
anche vero che Brescia deve pensare
a fare qualcosa per riposizionarsi sul
terreno competitivo, e deve farlo in
fretta. I tavoli, in questo senso, hanno
una grossa responsabilit e sono chia-
mati a un rilevante impegno, sia per
aiutare Brescia in vista dellauspicata
ripresa, sia per dare contenuto a uni-
niziativa strategicamente importante.
ChiuDe il liCeO Di Sal, parTe il liCeO
iNTerNaZiONale a BreSCia
Rischia di chiudere il liceo classico
di Sal per insuffcienza degli iscritti.
Sembra, infatti, che i giovani salodiani
e dellintero comprensorio, non avver-
tano pi il fascino della cultura. Senza
nulla togliere agli altri corsi di studi
medi superiori, ma anche con il massi-
mo rispetto per la formazione profes-
sionale che in molti ambiti sanno dare
ai nostri giovani, al liceo classico sem-
pre stato riconosciuto una sorta di pri-
mato culturale. Oggi, forse per colpa
della crisi, questo prestigioso corso di
studi rischia la chiusura e si moltiplica-
no gli appelli. Probabilmente, i giovani
sono alla ricerca di una base professio-
nale pi immediata, probabilmente si
diffonde la percezione che la laurea non
garantisce pi il lavoro, per cui preferi-
scono qualcosa di pi immediatamente
professionalizzante.
Parte, contestualmente, il liceo inter-
nazionale, un liceo privato, voluto e
fnanziato dallAssociazione Industriali
Bresciani. Parte con una classe, ospi-
tata presso la sede di Isfor. Ne faran-
no parte venticinque ragazzi, secondo
quanto ha comunicato la direttrice Bar-
bara Ongaro, gi dirigente presso lUf-
fcio Scolastico Regionale (il vecchio
Provveditorato agli Studi), chiamata a
curare la gestione del liceo privato.
a BaGNOlO, a BaGNOlO!
Sono arrivati da ogni dove, giovani e
meno giovani, in quel bar di Bagnolo in
cui una ragazza alquanto svestita serve
i clienti. Richiamano alla memoria le
migrazioni nel Klondike, sono giunti
perfno a bordo di autobus noleggiati,
la versione moderna del conestoga, il
leggendario carro dei pionieri della
corsa alloro. Ma non cos, non sono
armati di badili e piccozze, non hanno
reti per setacciare. Hanno in mano,
quasi tutti, soltanto il telefonino, nella
speranza di qualche scatto, che con-
senta di immortalare loggetto di que-
sta migrazione di massa, da mostrare
con malcelato orgoglio agli amici, da
lasciare in eredit ai nipoti. Ad attrarre
tanta gente non lultimo grido della
tecnologia, n il primo getto del pozzo
di petrolio padano che far impallidire
lArabia Saudita. Non neanche latte-
so guaritore, che distribuisce il rimedio
universale contro tutti i mali. Sono ac-
corsi in massa a vedere una cosa senza
precedenti noti, parrebbe. Appare, ma
non sempre e si narrano leggende
sulle circostanze delle apparizioni in
un luogo che non ha nulla di trascen-
dentale, al di l del nome che evolve con
i tempi, in cui i novelli pionieri posso-
no alleviare le fatiche della migrazione,
bevendo caff, bevande, alcoolici, o mi-
sture che assomigliano ai cocktail. Ma
non questa la stranezza che attira le
moltitudini. La stranezza sta inunesse-
re, probabilmente alieno, che ha delle
somiglianze con i terrestri, ma qualco-
sa in pi, o diverso, certamente molto
diffcile da percepire. Non debbono
trarre ininganno le due braccia o le due
mani sembrano tali, allapparenza
con cui lessere serve i miscugli agli
avventori. N devono ingannare le due
protuberanze sul petto, molto simili al
seno delle morose, delle mogli e delle
mamme, e nemmeno i due pilastri, ne-
anche lunghi, in verit, che sostengono
il busto, e che non hanno nulla di diver-
soanzi, c di megliorispettoa tutto
ci che ogni giorno si vede nelle citt,
nei cinema, in televisione, nei ritrovi,
sulle spiagge, nelle saune, nei massaggi
cinesi che pullulano dappertutto, alle
prime teatrali, alle cerimonie, nei night
di tutte le periferie. Il punto questo:
allapparenza non c alcunch che giu-
stifchi questa migrazione di massa, chi
ritorna non sa dare spiegazioni appena
accettabili. Forse si tratta di qualcosa
che solo gli eletti sanno cogliere, che
solo gli spiriti superiori sanno intende-
re. Altrimenti si dovrebbe dedurre che
soltanto unorda di sciocchi, perfetti
rappresentanti di una societ decaden-
te, priva di idee e di capacit di valuta-
zione, e perfno di senso estetico, ac-
corre a vedere gambe e seni nudi messi
in bella mostra, anzi in mostra, come se
fossero la novit del secolo o il prodigio
che d un senso nuovo alla vita.
107
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Ost-It 106
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R
UBRICA
di STeFaNO aNZuiNelli
BRAINSTORM
APPLE EDUCATION
E LA SfIDA DEI LIBRI SCOLASTICI DIGITALI
I
l 15 gennaio 2012, a margine
di Bett, lannuale appuntamento
fieristico sulle nuove tecnologie
applicate al mondo della scuola,
che si tiene presso lOlimpia exhibi-
tion centre di Londra, 500 accreditati
operatori europei della scuola e delle-
ducation si sono ritrovati presso il St.
Pancras hotel per il consueto appunta-
mento Apple Education Leadership
Summit. Solo pochi giorni pi tardi, il
19 gennaio, in un evento che si tenuto
al Guggenheim Museum di New York,
il vicepresidente per il marketing di
Apple, Phil Schiller, e i dirigenti della-
zienda hanno presentato le novit per la
scuola 2.0. Lambizione di Apple non
di cambiare la didattica ma di cambiare i
libri che ha detto Schiller non sono
cambiati dal 1950.
A oggi, 1,5 milioni di iPad sono uti-
lizzati nelle scuole di tutto il mondo,
20mila il numero delle applicazioni
disponibili in ambito educativo e la bi-
blioteca digitale di iBooks conta oltre
30mila titoli gratuiti in lingua inglese.
La grande innovazione apportata dalle
tecnologie digitali di Apple nel campo
delleditoria comporta la possibilit di
navigare tra contenuti, modelli animati
in 3D, video e immagini senza mai la-
sciare la pagina di consultazione. Nes-
sun libro tradizionale pu assolutamen-
te competere con qualcosa di simile ha
aggiunto Roger Rosner, vice presidente
delle Applicazioni produttive, e, data la
costante possibilit di aggiornamento
dei contenuti, questi testi non diventa-
no mai obsoleti. I testi sono consultabili
sulliPad; si possono risolvere quiz che
divengono disponibili a richiesta, ine-
renti agli argomenti in consultazione e,
ovviamente, si possono fare annotazioni
e sottolineare brani significativi, fonda-
mentali ai fini dello studio.
Lasfidapiimportantesigiocherpernel
riuscire a concludere accordi di partner-
ship con i leader dellindustria editoriale.
Negli Stati Uniti, i tre maggiori editori nel
settore scolastic Pearson, McGraw Hill
e Houghton Mifflin Harcourt , che com-
plessivamente sono responsabili del 90%
del mercato, hanno gi siglato contratti
milionari conApple, rendendodisponibili
e acquistabili sulla piattaforma iTunes te-
sti di scienze, matematica, letteratura, arti
e lingue a costi vantaggiosissimi: dai 4,99
ai 14,99dollari.
La situazione in Europa attualmente
molto frammentata. In Svezia, tre scuo-
le su quattro sono dotate di wifi banda
larga, iPad e strumenti multimediali
in ogni classe; alla stregua Finlandia e
Norvegia. Il resto del continente pre-
senta una situazione alquanto difforme
con punte di eccellenza (UK) e aree in
netta crescita (Germania e Svizzera).
LItalia presenta un panorama comples-
sivamente in fermento anche se molto
arretrato rispetto ai paesi citati. Secon-
do i dati presentati da Apple Italia, sono
quattro le scuole che hanno avviato un
percorso One-to-One: si tratta di tre
scuole internazionali e di una professio-
nale, due a Roma, una a Bergamo e una
a Brescia, che si conferma in prima fila
nellinnovazione tecnologica nel nostro
paese!
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P
ReVeNzIONe
HIV
IL PRIMATO DI BRESCIA
900 ragazzi bresciani a lezione contro laids. liniziativa promossa
da essere Bambino. la leonessa la terza citt italiana per numero
di nuovi casi di contagio da hiv.
di MiChela BONO
S
embra passato un secolo da
quando la pubblicit tra-
smetteva persone contorna-
te da un inquietante alone
viola. La tv lanciava un monito. Ricor-
dava come lAids potesse nascondersi
in chiunque. Nel tizio seduto al tavoli-
no del bar, nella cassiera al supermer-
cato, nel ragazzo alla fermata del bus.
Niente pregiudizi, lasciava intendere
lo spot: bevici pure un caff, facci una
passeggiata, vacci al cinema, ma non
finirci a letto senza protezione.
S, a letto, perch lAids non si prende
respirando la stessa aria, bevendo dallo
stesso bicchiere o dandosi un bacio. Re-
torica? Ovviet? Forse. Eppure sono in
troppi, ancora, a non averlo ben presen-
te. Bresciani in primis.
Ebbene s, la Leonessa la terza citt
italiana per numero di nuovi casi di
Aids dopo Milano e Roma, e la prima
citt lombarda con il tasso pi alto di
incidenza di nuovi episodi: il 3,8 per-
cento contro il 2,8 della media regio-
nale. Da qui la necessit di insistere
con leducazione.
Grazie al progetto Hai informazio-
ni valide? dellassociazione Essere
Bambino oltre 900 studenti brescia-
ni stanno assistendo a un ciclo di tre
lezioni tenute da psicoterapeute e da
un medico della Clinica Pediatrica di
Brescia. La onlus attiva dal 1989 nel
campo delle malattie giovanili e ha de-
ciso di far fronte allemergenza puntan-
do sulla promozione di comportamenti
consapevoli.
Le scuole coinvolte nel progetto sono
sei superiori della citt e della provincia:
Brera Caravaggio, Luigi Bazoli - Mar-
co Polo, Sraffa, Fermi, (Sal), Perla-
sca (Idro-Vobarno) e Gigli (Rovato).
LUnit operativa degli Spedali Civili
uneccellenza per la sanit locale - sot-
tolinea Alessandro Plebani, direttore
della Clinica Pediatrica dellUniversit
di Brescia -; la collaborazione con Es-
sere Bambino risale a ventanni fa e ne
arricchisce il valore.
Secondo il professor Plebani insistere
sul piano informativo ed educativo
fondamentale perch nonostante i pro-
gressi medici nel campo delle terapie la
prevenzione rimane lunica arma effi-
s
12
MESI
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112
P
ReVeNzIONe
cace. Lo dimostra il fatto che in quattro
casi su cinque il contagio oggi avviene
attraverso rapporti sessuali non protet-
ti, che potrebbero quindi essere facil-
mente evitati. In realt conoscere le vie
di trasmissione del virus e le possibilit
contraccettive non sufficiente spiega
la presidente dellassociazione Luciana
Patuelli Corain : bisogna orientare il
comportamento intervenendo anche
sulla fiducia in se stessi e sul senso di
responsabilit.
In altre parole si tratta di sessualit
consapevole, non solo di imparare a
macchinetta informazioni scientifica-
mente corrette. Nel territorio la mag-
gior parte dei casi ha tra i 30 e i 50 anni
spiega Francesco Castelli, direttore
del Reparto di malattie infettive e tro-
picali dellateneo bresciano ; fonda-
mentale lavorare sulla cultura della pre-
venzione per evitare che i ragazzi di oggi
diventino i malati di domani.
Per fortuna, rispetto a un tempo, grazie
ai farmaci linfezione da Hiv trattata
come fosse una grave malattia cronica.
Questo, per, non deve essere una scu-
sa per abbassare la guardia, minimizzan-
do il problema. Nonostante la mortalit
sia diminuita, infatti, i casi aumentano
e a diffondere il contagio linconsa-
pevolezza di chi contrae il virus (circa i
due terzi). Come spesso accade per le
malattie, prima la si tratta meglio : lin-
fezione infatti, se non curata in modo
adeguato, si evolve in Aids conclamata.
Tra i partner del progetto bresciano
anche lUfficio Scolastico territoriale.
Liniziativa unica nel suo genere in
tutta la provincia sottolinea Nadia Za-
nacchi, responsabile per leducazione
alla salute dellufficio ; siamo certi che
dar i suoi frutti.
HiV, Le CaTeGORie a RisCHiO
LHiv sempre meno appannaggio di omosessuali e tossicodipendenti. Supe-
rati i tempi di etichette o pregiudizi. I dati degli ultimi studi del Simit (Societ
italiana di malattie infettive e tropicali) dimostrano che un terzo dei contagiati
dal virus composto da eterosessuali e ogni anno la quota cresce.
Simile anche il numero di uomini e donne, anche se il gentil sesso presenta
un rischio biologico maggiore, che lo rende pi debole nei confronti della
malattia. Con un rapporto sessuale a rischio, infatti, la probabilit che una
donna diventi sieropositiva otto volte maggiore rispetto a quella degli uo-
mini. Considerando che let del primo rapporto sessuale ha continuato a
ridursi e per le ragazzine ormai al di sotto dei 14 anni spiega la specialista
Anna Orani la probabilit di rimanere contagiate sta crescendo. Occorre
una campagna di informazione sulle corrette abitudini sessuali e la riduzione
del numero dei partner occasionali.
Le dOnne iTaLiane e Le maLaTTie sessUaLi
Non c solo lAids. Le malattie ses-
sualmente trasmissibili sono tantissi-
me e subdole. Secondo uno studio
del Simit condotto su 60mila donne,
in Italia sono in quattro milioni ad es-
sersene beccata almeno una.
In base ai dati raccolti dal 1991 al
2011, le pi colpite sono le trenten-
ni, single, con una vita sessuale che
prevede almeno un paio di partner
nel giro di sei mesi. In realt basta
una volta sfortunata ma, statistica-
mente, pi ci si mette a rischio pi
aumenta la possibilit di contagio.
C di tutto: per dirne qualcuna
condilomi, clamidia, herpes genita-
le, gonorrea, trichomonas, siflide.
Siflide? S: La maggior parte della
popolazione italiana pensa che sia
ormai una malattia storica o che gli
anni bui dellAids siano un lontano
ricordo, ma non cos sottolinea
Barbara Suligoi, direttore del Centro
operativo Aids dellIss.
I dati dimostrano che queste ma-
lattie si stanno diffondendo sem-
pre pi e le conseguenze lasciano
un segno indelebile. Tra i problemi
causati dalle malattie sessualmente
trasmissibili linfertilit, venti volte
pi probabile in chi ha avuto una
malattia sessuale non riconosciu-
ta in tempo o non adeguatamente
trattata.
linformazione
larma per
prevenire la malattia.
In 4 casi su 5
si trasmette con
rapporti non
protetti
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MESI
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115
N
atura
METTETE DEI fIORI
NEI VOSTRI... BALCONI
Tutti i benefci del Flower power odierno
di aleSSaNDra TONiZZO
L
o cantavano i Giganti nel 64
nella pi classica delle ballate
di pace che, riascoltata oggi,
sbigottisce per lattualit sulla
gioventnostrana (e non). Enoi prendia-
mo in prestito questa celebre strofa e
la loro passione per la natura per acca-
rezzare un concetto che, forse, in tema
ambientale non stato affrontato spesso:
limportanza dei fiori. Che avessero un
significato, e pure un potere curativo
non solo tisane e decotti (basti pensare
alla camomilla), ma lintero mondo ome-
opatico, su cui spicca la nota miscela dei
Fiori di Bach lo sapevamo tutti, che
avesseroanche la possibilit di migliorare
il nostro ambiente, difatti, un po meno.
Oltre alla positiva ricaduta psicologi-
ca creata dalla gradevole componente
estetica dei fiori nello spazio che ci cir-
conda si dice che lenergia emanata
da un bocciolo batta una frequenza
maggiore di quella del cuore umano ,
i fiori effettivamente fanno molto, tanto
che oggi diverse citt elargiscono veri
e propri incentivi per chi li pianta sul
proprio balcone: una su tutte liniziativa
pi fiori sui balconi, organizzata dal
Comune romano di Valmonte, prevede
che ciascun cittadino potr usufruire
di aliquote Ici agevolate se abbellir il
proprio davanzale o terrazzo con fiori di
qualsiasi genere.
Possiamostar certi chenonsi tratti solodi
un effetto addobbo, perch le proprie-
t coibentanti e depurative delle piante
sono provate da tempo; non a caso, nelle
citt, si parla tanto delleffetto anti-smog
delle pareti vegetali, e la bio-architettura
odierna si basa anche su queste intelli-
genti scelte eco-sostenibili. Glicine, ta-
merice, bouganville: le soluzioni per cre-
are un muro vivente sono tante, e i fori
non costituiscono unamabile opzione
aggiuntiva alla massa rampicante, per-
ch contribuiscono al richiamo di tutti
quegli insetti benefici che, proprio a cau-
sa dellinquinamento, stanno disertando.
Costituiscono l80 per cento degli esse-
ri viventi sulla Terra, ed hanno una com-
plessa, nonch indispensabile, funzione
regolatrice sullecosistema: gli insetti,
ahinoi, stanno scomparendo, a causa
dei pesticidi, della cementificazione
selvaggia, dellabbattimento incontrol-
lato. Il bombo, la coccinella, le farfalle,
persino le api, che, nel 2007, sono state
protagoniste di una spaventosa moria
(secondo le stime Coldiretti, la perdita
in Italia di 200mila alveari ha provocato
un danno economico per la mancata im-
pollinazione pari a 250 milioni di euro,
mettendo a rischio non solo la produzio-
ne di miele, ma soprattutto lequilibrio
naturale globale con effetti sulla salute
e lalimentazione), possono tuttavia
tornare gradualmente nelle nostre citt
proprio grazie ai fiori, magari sisteman-
do nelle fioriere qualche piccolo nido
artificiale.
Importantissime anche le aree verdi e,
sul nostro territorio, impossibile non
citare Rose Rifiorentissime, lazienda
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12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
116
N
atura
agricola di Ciliverghe di Mazzano spe-
cializzata nellintroduzione e coltivazio-
ne in Italia di rose rifiorenti provenienti
da tutta Europa e oltre (qualcuna dagli
Usa e dalla Nuova Zelanda), che da anni
conduce anche una meritoria attivit di
ricerca e riscoperta dantiche variet di
frutti. Infatti, nellampio spazio nel frut-
teto aziendale che, con una superficie
di circa 3mila metri quadrati, si presenta
come una sorta di conservatorio botani-
co ricco di biodiversit locali Roberto
Rizzonelli e Adriana Balzi, dal 2003 ad
oggi, hanno salvato ben 140 frutti, tra i
quali spiccano particolari qualit di pere
(tre innesti diversi sulla stessa pianta) e
fichi (dal bresciano fcvrde della Ma-
donna al fc della gotta, di Nuvolera).
COsa meTTeRe
sUL baLCOne desTaTe
La scelta dei fori per il proprio bal-
cone, o per il terrazzo, prima ancora
che essere infuenzata dai gusti per-
sonali, deve tener conto di una com-
ponente essenziale: la soleggiatura
dellambiente.
Per una zona soleggiata, infatti, se
si amano le piante a cascata, si
pu ricorrere ai tradizionali gerani
rampicanti o alle surfnie, entrambi
disponibili in molte variet e colori;
se invece si preferiscono le piante
che si sviluppano in altezza, cresco-
no bene begoniette, petunie e nuo-
ve guinea. Ottime anche le soluzioni
intermedie, per dare pi movimento
e spontaneit alle vasiere: gerani
rampicanti inframmezzati con dei bi-
dens, cascanti verso il basso, uniti a
della lobelie o delle calceolarie, che
crescono verso lalto, creano proprio
questo particolare effetto, che dure-
r fno ad ottobre-novembre.
Con un balcone in ombra, invece,
meglio puntare su fori che, come gli
impatiens, esigono proprio un am-
biente riparato dalla luce; perfetta,
per questo caso, anche la torenia,
decorativa pianta annuale a fori
rosa, bianchi, gialli o viola a forma di
trombetta, o lalisso che, con i suoi
piccoli fori, creer zone cespugliose
in espansione. Se poi, nel contempo,
si fa vivo anche qualche timido rag-
gio, si possono osare lagatea (picco-
la margherita perenne), come anche
margherite bianche e gerbere, pian-
te che, tra laltro, si autoinseminano
facilmente di anno in anno.
Fatta la nostra scelta, tempo di pen-
sare alle foriere, nelle quali consi-
gliabile cambiare la terra ogni anno,
perch potrebbe contenere larve di
insetti e semi di piante infestanti: il
terreno ottimale per piantare nuovi
germogli (che possono anche essere
intramezzati con piante precedenti)
deve essere ricco, ben drenato e sof-
fce, insomma, un buon terriccio bilan-
ciato, mescolato con sabbia e conci-
me organico. Poi, meglio la foriera
di coccio o di resina? Le prime sono
sicuramente pi resistenti alle intem-
perie e porose, in grado di disperde-
re lumidit del terreno (ma hanno un
bel peso specifco, che il nostro ter-
razzo deve poter sostenere), mentre
le seconde sono forse pi pratiche,
oltre che leggere, da pulire o sposta-
re. Infne, attenzione alle distanze di
sicurezza tra i fori, che non devono
gareggiare per i nutrimenti, strizzate
nello stesso vaso: in una foriera da
50-60 cm mettiamo non pi di due
piante di geranio o di surfnia (per le
altre calcoliamo almeno 15-20 cm di
spazio tra una pianta e laltra), e se le
piante sono gi grandi al momento
dellacquisto mettiamone a dimora
solo una per vaso. Chi, invece, sogna
vaste zone forite, magari con qualche
piccolo arbusto, deve forzatamente
orientarsi su delle capienti vasche.
CI PARLANO DEI fIORI
a LeziOne
di GiaRdinaGGiO
Succede a Montichiari, dove ripar-
tono, come da tradizione, i corsi
di giardinaggio organizzati dallas-
sessorato allEcologia del Comune,
giunti alla decima edizione. Anche
per il 2012, infatti, sono previsti in-
contri ad ingresso gratuito di natu-
ra teorico-pratica su vari argomenti:
dalla potatura alle tecniche di colti-
vazione degli alberi da frutto e da
orto, alla gestione dei fori sui bal-
coni, fno alle lezioni sullorticoltura,
sul giardino e gli arbusti. Non man-
cheranno visite guidate in apposite
cantine della zona, oltre ad escursio-
ni sul campo dove ottenere maggiori
informazioni e mettere alla prova le
competenze acquisite. Relatori del
corso sono, come negli anni passati,
alcuni esperti in materia, professioni-
sti nei rispettivi settori che gi negli
scorsi anni hanno illustrato, con dovi-
zia di particolari, tutte le attivit pro-
grammate. Le lezioni teoriche hanno
luogo nella sala Scalvini del Centro
Fiera del Garda (per iscriversi o rice-
vere informazioni consultare www.
montichiari.it, telefonare al numero
030.9656283, oppure inviare una
mail allindirizzo urp@montichiari.it).
Sara, 31 anni,
residente a Bagnolo Mella
Comenascelasuapassioneperi fiori?
Nasce con me che, da piccola, non
facevo altro che starmene nel giardino
della nonna ad intrecciare fiorellini,
mettendomeli nei capelli. Sono sempre
stata rapita dai colori e dai profumi di
queste piante che cos, quasi magica-
mente, spuntano dal terreno, come un
regalo.
Ora che una donna, raccoglie anco-
ra i fiori?
Pu sembrare banale, ma ho impara-
to a rispettarli. Che senso ha strappare
una corolla per annusarla, sapendo che
poi appassir subito? un gesto che to-
glie qualcosa a chi verr dopo. Mi limito,
quindi, ad osservarli: amo moltissimo, ad
esempio, i papaveri lungo le stradine di
campagna, cos tenaci ma cos fragili.
Ha dei fiori sul suo balcone?
Purtroppo abito in una casa senza
balcone o terrazzo, quindi tengo solo
qualche piantina grassa sulla scrivania, e
soddisfo la mia voglia di verde con lun-
ghe passeggiate. Poi, ahim, anche se
non si direbbe, non ho affatto il pollice
verde: piuttosto di far morire una bella
pianta non ne compro, e se me la regala-
no spesso la cedo a chi, in famiglia, pi
dotato di me.
Niente fiori, quindi, nella tua vita di
tutti i giorni
Sbagliato! Oltre ad apprezzare vasiere e
giardini di chi ha la possibilit di coltiva-
re le piante da fiore, da anni uso i fiori in
erboristeria per curare i piccoli malanni
quotidiani: una tisana a base di camomil-
la, melissa e biancospino, ad esempio,
un efficace rilassante. I fiori non sono
soltanto belli, ma anche buoni.
GaBriella, 60 anni,
residente a Concesio
Ha il pollice verde per le piante da
fiore?
Direi di s: vedo che con me i fiori ri-
spondono bene. Il mio segreto? So che
sono esseri viventi, sentono se una
persona li cura, per questo spesso parlo
loro, li coccolo.
Quali sono i suoi fiori preferiti?
Innanzitutto lorchidea, poi le classi-
che rose, che ho anche sul mio balcone.
Dove tiene, in casa, i fiori?
Sia sul balcone che allinterno, basta
che ci sia luce. Poi, seguo le loro esi-
genze: ci sono fiori da bagnare ogni 10
giorni, altri a giorni alterni.
Quale, secondo lei, il fiore pi bello
da ricevere e regalare?
La rosa, in questo, non ha pari. Ha un
significato bellissimo a seconda del co-
lore, ed io amo le rose gialle: i miei non
mancano mai occasione per regalarme-
ne un bel bouquet.
s
12
MESI
aprile 2012
119
N
atura
appUnTamenTi FiORiTi da nOn peRdeRe!
CaSTellO quiSTiNi
Selezionato per partecipare allottava edizione de Il parco pi
bello dItalia, il Castello Quistini di Rovato, con i suoi splendidi
giardini, si mostra al pubblico con litinerario Tra rose, storia e
leggenda. Questa passeggiata immersa nel verde porter diver-
se sorprese: la scoperta di uno dei primi giardini bioenergetici
dItalia, la conoscenza della storia della rosa (grazie al labirinto
delle rose), la visita al piccolo hortus, ricco di piante offcinali e
curative, fno allantico frutteto, seme di piante ibride come il bri-
coccolo (fusione naturale di susina e albicocco). Fra rose, ortensie
e tulipani, il Castello stupir tutti con scenografe naturali e og-
getti nascosti. Situato nel centro di Rovato in provincia di Brescia,
Castello Quistini apre i battenti a partire dal 1aprile, e si potr
visitare tutte le domeniche e festivi (dalle 10,00 alle 12, e dalle
15 alle 18,00) fno a fne luglio. (Castello Quistini, Via Sopramura
3/A, Rovato (Bs), tel. +39 3208519177, www.castelloquistini.com
http://www.facebook.com/castelloquistini http://www.youtube.
com/castelloquistini).
FiOri Nella rOCCa
Torna la mostra mercato di piante rare allestita nella raffnata cor-
nice della Rocca visconteo-veneta di Lonato del Garda che, giunta
alla sua quinta edizione, sabato 14 e domenica 15 aprile accoglie-
r i pi importanti vivaisti italiani e stranieri, appassionati coltiva-
tori e ricercatori di essenze rare: erbacee perenni, rose, peonie,
piante aromatiche, medicinali e orticole particolari, agrumi, ulivi e
palmizi, pelargoni a foglia profumata, imperiali e miniatura, iris e
lavande invaderanno i grandi spazi racchiusi dalle mura medievali
del castello di Lonato, dichiarato nel 1912 monumento nazionale.
Grazie allidea del Garden Club di Brescia, il complesso monu-
mentale della Fondazione Ugo Da Como allinterno del quale si
trova la Rocca sar lo scenario di un profumato percorso multi-
colore, circondato da molti eventi a tema, tutti particolarissimi, tra
cui Floreali follie - Larte del far di cappello con i fori (mostra di
fantasiosi copricapo ridisegnati in chiave foreale da Giusy Ferra-
ri Cielo, insegnante dellIstituto Italiano Floreale Amatori), e Un
Bouquet per la mia casa, lezioni gratuite di composizione forea-
le (per informazioni, e per scaricare il programma completo delli-
niziativa, rivolgersi alla Fondazione Ugo Da Como, Via Rocca, 2,
Lonato del Garda (Bs), tel. 030.9130060, www.forinellarocca.it).
FraNCiaCOrTa iN FiOre
Giunta alla 14 edizione, torna la mostra mercato di fori e pian-
te, rare e classiche, che si fregia del riconoscimento di manife-
stazione feristica nazionale e della Medaglia dOro del Quirinale
nelle edizioni 2010 e 2011: Franciacorta in fore. Premiazioni de-
gli stand espositivi, concorsi, convegni, dimostrazioni pratiche di
giardinaggio, composizioni estemporanee ed esposizioni di deco-
razioni foreali, mostre darte e molto altro ancora faranno come
sempre da corollario allevento. Saranno delle novit, invece, il
concorso il bel giardino di casa nostra, e il Campo dei Sapo-
ri. Appuntamento venerd 18, sabato 19 e domenica 20 mag-
gio presso la sede di Palazzo Bettoni Cazzago - Palazzo Guarneri
(www.franciacortainfore.it).
IL CANE? NON UN ANIMALE,
MA UNO DI fAMIGLIA
I
l cane non un animale, ma uno
di famiglia. Esattamente come il
marito, la moglie o i figli. A dirlo
in maniera piuttosto chiara sono
i risultati del sondaggio di Bsnews.
it, dedicato questo mese ad esplorare il
rapporto tra i lettori del sito lindagi-
ne, lo ricordiamo, non ha valore scien-
tifico con gli animali domestici. Il 90
per cento degli utenti dichiara di averne
in casa almeno uno: cani in prevalenza
(59%), ma anche gatti (26), pesci (7%),
coniglietti (2%), rettili (2%), uccelli
(2%) e tartarughe (1%). Mentre chi dice
di non possedere animali giustifica la
scelta soprattutto con problemi di tem-
po (43%) e di spazio (23%), ma anche
con la pulizia (22%), i costi di manteni-
mento (7%) e la paura (5%).
In questo quadro, Bsnews.it ha dedica-
to una decina di quesiti al quadrupede
pi amato. Quasi la met degli utenti
del quotidiano online dichiara di pos-
sedere un meticcio, mentre il 30 per
cento ha un cane di razza certificato.
Tra i due fronti, un 20 per cento con
cani di razza, ma senza pedigree. La
provenienza sono in maggioranza amici
e conoscenti (41%), ma in molti decido-
no di adottare animali del canile (38%)
e solo il 21 per cento si rivolge agli
allevamenti. Ci che spinge a portarsi in
casa un cane, comunque, chiaro. Otto
lettori su dieci, infatti, spiegano di avere
un animale da compagnia: soltanto il 15
per cento tiene un cane per difesa e il 4
per cento per la caccia.
Ma la domanda dallesito pi sorpren-
dente quella su come i padroni con-
siderano le loro bestiole. Per l87 per
cento di coloro che hanno risposto, in-
fatti, il cane un membro della famiglia.
Mentre per il 13 un animale a cui si
comunque molto legati. Per nessuno,
invece, il cane ci che madre natura
ha fatto: cio un semplice animale.
Questo atteggiamento si traduce anche
in molte scelte concrete, che portano a
trattare i quadrupedi quasi come esseri
umani e a sostenere costi significativi
per la loro cura. Il 30 per cento, infat-
ti, nutre Fido con gli avanzi dei pasti,
ma ben il 55 per cento gli compra solo
cibo in scatola o biscottini e un 15 per
cento, addirittura, gli prepara pranzi e
cene ad hoc. La notte, poi, i cani dor-
mono dove vogliono (31%), se non
nel letto con il padrone (21%). Men-
tre cuccia, cesto e tappeto sembrano
ormai soluzioni minoritarie (48%).
Guai, poi, a mettere in dubbio ledu-
cazione di Lassie o Rex. Per il 73
per cento dei padroni il proprio cane
ubbidiente anche se non addestrato (il
25%, invece, ha deciso di affidarne la
formazione ad un allevatore). Mentre
solo il 2 per cento dichiara che lanima-
le aggressivo con gli esseri umani e
i RisULTaTi deL sOndaGGiO
121
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
120
S
ONdAGGIO
www.BSNEwS.IT
nessuno curiosamente ammette
che ha problemi con i suoi simili. Stes-
so problema quando in discussione c
leducazione dei padroni. Quasi nove
su dieci, infatti, spiegano di portare
sempre con s oltre al cane al guinza-
glio la paletta igienica. Mentre il 5,5
per cento ammette di farlo raramente e
una percentuale simile dichiara candi-
damente di non farlo mai. Peccato che a
guardarsi in giro, sui marciapiedi o nei
parchi, la percentuale dei maleducati
sembri molto pi alta.
possiedi un animale domestico?
S 90%; No 9,9%,
Lo vorrei ma non posso 0,1%
per chi non ce lha. Cosa ti frena?
Tempo 43%; Spazio 23%;
Pulizia: 22%, Costi 7%; Paura 5%.
quale animale possiedi?
Cane 59%; Gatto 26%; Pesci 7%;
Coniglio 2%; Serpente 2%; Uccelli 2%;
Tartaruga 1%; Insetti 1%; Criceto 0%;
Iguana 0%; Pappagallo 0%.
peR CHi Ha Un Cane
Cosa gli dai da mangiare?
Solo cibo per cani 55%;
Gli avanzi dei pasti 30%;
Gli preparo pasti ad hoc 15%.
Dove lo lasci quando vai al lavoro?
In casa da solo 83%; In giardino17%.
Chi lo accudisce in famiglia?
Moglie 63%; Marito 22%; Figli 15%.
Come si comporta?
ubbidiente (non addestrato) 73%;
ubbidiente (addestrato) 25%;
aggressivo con le altre persone 2%;
aggressivo con gli altri animali 0%.
Come lo porti quando uscite?
Lo porto al guinzaglio 81,5%;
Lo porto anche in auto16%;
Lo lascio libero 2,5%.
di razza?
Meticcio 48%;
Di razza con pedigree 30%;
Di razza senza pedigree: 22%.
Che tipo di animale hai?
Da compagnia 81%;
Da guardia/difesa 15%;
Da caccia 4%.
Dove lhai preso?
Da amici/ conoscenti 41%;
In canile 38%;
In allevamento 21%.
Come lo consideri?
Un membro
della famiglia 87%;
Un animale a cui
sono molto legato 13%;
Un semplice animale 0%.
Dove dorme?
Cuccia/cesto 42%;
Dove vuole 31%;
Con me nel letto 21%;
Per terra 6%.
quando esci porti con
te la paletta igienica?
S, sempre 76%;
S, spesso 13%;
Raramente 5,5%;
No 5,5%.
12
MESI
aprile 2012
123
A
NImALI
Brunella Pedretti, 34 anni, titolare di unagenzia immobiliare. Claire la sua
inseparabile amica a quattro zampe, un cane levriero Greyhound, ha 6 anni
e pesa 29 chili.
1. Quando e come vi siete incon-
trati?
2. Esiste una razza di cani che pre-
ferisci alle altre?
3. Hai mai portato il tuo cane a un
corso di addestramento?
4. Quando sei al lavoro, il cane ri-
mane in casa, in giardino, o lo
porti con te?
5. Quando programmi le vacanze
cerchi di portarlo con te, lo affdi
a qualche amico o parente o ti
rivolgi a una pensione?
6. Il cane cosa magia?
7. E dove dorme?
8. Lo porti a passeggio o lo lasci
libero in giardino?
9. E per le deiezioni?
10. A chi pi affezionato in fami-
glia?
1. Poco pi di un anno fa. Lho vista
in fotografia, sul sito dellassociazione
Gaci (Greyhound Adopt Center Italy).
2. Di norma preferisco i cani grandi e il
Labrador Golden retriver sempre stata
la mia razza preferita. Ha lo sguardo che
cerco in un compagno a quattro zampe.
3. No, quando Claire arrivata in Italia
era gi perfettamente educata e fino ad
ora non mi ha mai creato alcun proble-
ma, n dentro n fuori casa.
4. Ho la fortuna di avere un ufficio
indipendente e sin da subito lho porta-
ta in ufficio con me. Tengo una cuccia
sotto la scrivania ed talmente calma ed
educata che spesso i clienti non si accor-
gono nemmeno che esiste.
5. Fino ad ora ho sempre programma-
to le vacanze in funzione del benessere
del cane, che si trattasse di portarla al
mare o in montagna. Se per dovessi
scegliere una vacanza senza di lei, la la-
scerei solo a persone di fiducia.
6. A pranzo gli avanzi del giorno pri-
ma, la sera crocchette e wurstel.
7. Nella sua cuccia di fianco al letto.
8. Cerco di portarla a passeggiare
almeno una volta al giorno e per non
meno di unora.
9. Uso il porta-sacchetti che ho attac-
cato al guinzaglio.
10. A me, sicuramente.
Lino Torreggiani, 55 anni, titolare
di un noto locale bresciano, il Lio
Bar. Lucio il suo inseparabile
amico a quattro zampe, un maschio
di cane meticcio, misto bretton e
spring spaniel, ha quattro anni e
pesa intorno ai 15 chili.
1. successo lestate scorsa men-
tre ero in vacanza con la mia famiglia
a Vieste. Mentre passeggiavamo sulla
spiaggia abbiamo notato un cane che si
dava un gran da fare ad annusare tutti i
bagnanti. Il proprietario del locale in
riva alla spiaggia ci racconta che l
VE MY PET
BRUNELLA E CLAIRE
LINO E LUCIO
a cura di eliSaBeTTa BeNTiVOGliO
s
i love my pet una nuova rubrica che sar presente in
tutti i numeri del nostro mensile. Se vuoi presentare il tuo
amico domestico (cane, gatto, criceto, uccellino o altro),
scrivi a redazione@dodicimesi.com
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TAXI ATTREZZATI PER PERSONE DIVERSAMENTE ABILI
I L
12
MESI
aprile 2012
124
A
NImALI
Simona Bordonali, 35 anni, presidente del Consiglio comunale di Brescia.
Charlie il suo inseparabile amico a quattro zampe, un maschio di cane mal-
tese che ha 4 anni e pesa 4,5 chili.
1. Quattro anni fa alla festa cittadina
della Lega Nord. arrivata una mia ami-
ca con al guinzaglio questo meraviglioso
batuffolo di pelo bianco che subito mi
salito in braccio per farsi coccolare. Ave-
va solo cinque mesi ed era adorabile. La
sua padrona lamentava il fatto di non ri-
uscire a gestirlo, cos mi sono offerta di
adottarlo e il giorno dopo era gi a casa
mia. Da quel giorno non ci siamo mai pi
separati.
2. In genere preferisco i cani di taglia
piccola. Se dovessi scegliere direi il mal-
tese, lo yorkshire e il cavalier king char-
les.
3. No, lho educato leggendo libri al ri-
guardo. Una sola volta lho portato a una
lezione di obbedience organizzata dalla
circoscrizione, ma gi molto educato.
4. Se non ho appuntamenti o riunioni
lo porto in ufficio con me, in tutti gli altri
casi invece lo affido ai miei genitori.
5. Nella maggior parte dei casi Charlie
viene con me e decido vacanze che pos-
sano includere anche lui. Se proprio non
posso portarlo lo affido ai miei genitori.
SIMONA E CHARLIE
dallalba, probabilmente abbandonato.
Quando la sera torniamo al locale per ce-
nare il cane allentrata e ci guarda con
i suoi grandi occhi nocciola. Consumia-
mo la cena discutendo sul da farsi, i miei
figli insistono perch ce ne occupiamo,
io ho qualche dubbio. Mi bastato usci-
re e trovarlo ancora l ad aspettarmi per
caricarlo in macchina e iniziare questa
nuova meravigliosa avventura insieme a
Lucio.
2. Sicuramente i meticci. Sono pi for-
ti fisicamente e dimostrano di apprende-
re molto in fretta.
3. No, preferisco educarlo io, secondo
le mie esigenze di vita.
4. Rimane in casa insieme alle mie due
gatte, Lena e Amelia.
5. Questestate sar la prima volta che
dovr affrontare la situazione. Credo
andr in vacanza dove pu venire anche
lui, ma in caso volessi recarmi allester-
no credo opterei per una pensione.
6. Ciboper cani, mistoseccoe umido.
7. Haungrossocuscinoafiancodel letto.
Il lettogli vietato, ma quandone approfit-
tasi autopuniscemettendosi inunangoloa
tremare appena mi vede rincasare.
8. Lo porto almeno due volte al giorno
a passeggiare, la mattina almeno un paio
dore e il pomeriggio tre quarti dora,
preferibilmente nei boschi, cos da la-
sciarlo libero.
9. Ho sempre con me sacchetto e palet-
tina, tranne quando andiamo nel bosco.
10. Sicuramente a me. Non faccio in
tempo a fare un passo che lui mi segue,
fosse anche solo con lo sguardo.
Noncredoche riuscirei a lasciarloinpen-
sione.
6. Alimenti per cani, umidi e secchi.
Preferisco non dargli gli avanzi di cucina
perch mi hanno detto che ai cani fanno
male.
7. Nel letto insieme a me.
8. Per fare i suoi bisogni lo porto nei
giardini sotto casa, mentre il pomeriggio
mio padre lo porta sempre a passeggiare
nei vari parchi cittadini, Castelli, Villag-
gio Prealpino, ecc..
9. Ho il porta-sacchettini sempre attac-
cato al guinzaglio.
10. Indubbiamente a me.
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12
MESI
aprile 2012
127
M
OdA
THE LITTLE BLACk DRESS
il classico tubino nero si avvicina a compiere un secolo det,
ma continua a fare moda, grazie alla sua adattabilit ad ogni luogo e occasione.
di CaMilla ZaMpOliNi
uando Coco Chanel diede
vita a questo intramonta-
bile capo dabbigliamen-
to era il 1926. In origine
chiamato petite robe
noire, il tubino nero
rappresenta tuttoggi nel mondo del-
la moda una sorta di alterego della sua
creatrice. Per produrre i suoi capi, che
tuttora rappresentano un sogno per i
pi, Chanel gi negli anni Venti cre il
prototipo di un nuovo modello femmi-
nile, studiato per una donna dinamica,
lavoratrice, che potesse indossare un
capo dabbigliamento comodo, adat-
to alle proprie esigenze e non soltanto
esclusivo o ricercato.
Introducendo nella sartoria materiali
umili, molto commerciali, ed ispirandosi
a figure legate alla vita lavorativa, Chanel
venne considerata la mademoiselle del
genere povero o meglio della pover-
t di lusso che in realt quanto di pi
moderno e snob esista al giorno doggi.
Ogni donna che indossa un tubino nero
impeccabile, perfetta. Ogni donna do-
vrebbe possederne (almeno) uno. la-
bito di default per i classici giorni in cui
non ho nulla da mettermi. Indossarlo
e soprattutto saperlo indossare con di-
sinvoltura indice di eleganza. Il petit
noir, little black dress o lbd, di-
ventato non solo famoso e indispensabi-
le ma bens una sorta di vera e propria
istituzione.
Dando un rapido sguardo alle ultime
sfilate, potrebbe sembrare che il clas-
sico tubino, portato alla fama da Coco,
e consacrato da vere e proprie fashion
icon del calibro della celeberrima Audrey
Hepburn in colazione da Tiffany, abbia
subito un rallentamento.
In realt, il capo passe-par-tout
per antonomasia non pu mai
essere messo in disparte: basta
infatti cambiare cintura, bi-
joux o scarpe che, il pic-
colo ldb continua a
vivere, anno dopo anno
indipendentemente da
foggia, tessuto, taglio o
lunghezza. A discapito
di quelle che sono le
condizioni climatiche,
sociali o economiche.
Si vedono tubini neri
nelle occasioni pi
disparate, addirit-
tura in quelle in
cui il bon ton non
li approva affat-
to, come ad
e s e mp i o
durante i
matrimo-
ni.
Obbligo di look total
black e abito da sera
lungo con pochissime
eccezioni durante le
prime a teatro, mentre
le regole delleleganza
sono pi tolleranti per quan-
to riguarda le serate successi-
ve e concedono labito da sera
corto. Assolutamente robe
noire durante le occasioni uf-
ficiali, ma attenzione: abbinato
alle perle di giorno e ai diaman-
ti di sera. Il little black dress ri-
chiede tassativamente un unico
accessorio in queste occasioni,
a patto che sia importante e mai
contestualizzato in una parure o
abbinato ad altri dettagli vistosi.
Lbd never without: le calze.
Ebbene s, una vera signora non
indosserebbe mai questo meravi-
glioso e trasformista capo senza
le calze, nemmeno desta-
te (stagione in cui sono
consigliate quelle velatis-
sime). Unica eccezione
qualche serata estiva, a
patto che sia assoluta-
mente informale, in cui
il tubino nero pu esse-
re indossato con un san-
dalo apertissimo sanda-
lo ad effetto sparkling,
senza velature e con
pedicure impec-
cabile.
Il tubi-
no nero
si avvi-
cina a
c o mp i e r e
un secolo det eppure fa
sempre moda: non ha mai
perso, nonostante le rivisi-
tazioni passate e presenti,
il suo tratto distintivo di
abito adatto ad ogni luogo
e occasione. Ma dove sta
la perennit del little black
dress? utile ricordare che
la vera eleganza sta nel passare
inosservata. La semplicit di
linea, foggia e colore di questo
abito, salva dalla tentazione di
apparire. E, a patto che non di-
venga una sorta di divisa, si pu
affermare che il petit noire sia
uno dei capi pi trasformisti che un
guardaroba possa contenere: pezzo
basic per definizione, stato rivisto
e trasformato migliaia di volte, tanto
che alcuni abiti di questo tipo sono
davvero magnifici.
Q
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
aprile 2012
Il sorriso, infatti, come lo sbadiglio diffcile resistergli senza emularlo! Cos, anche la
scienza, a forza di veder ringiovanire la gente a suon di sbellicate, si sta cimentando al
riguardo: la gelotologia (dal greco, scienza del riso) una nuova disciplina che studia in
modo metodico la risata, il buon umore e il pensiero positivo rispetto alle loro potenzialit
terapeutiche, e un dottore vero e proprio (martin seligman) ha fondato niente meno
che la psicologia positiva. E, non ci crederete, da oggi in nostro possesso la formula che
attendevamo da secoli! No, non quella della Coca-Cola, ma la vera ricetta della felicit
(s, lo spot della celebre bevanda zuccherina giura che sia, ap-
punto, composta da cola+pastasciutta, ma Seligman avrebbe
qualcosa da ridire): H = S + C + V, dove H (Happiness) la
risultante della somma tra il livello permanente di felicit (S,
Set range), le circostanze della vita (C) e i fattori che dipen-
dono dal nostro controllo volontario (V).
La brutta notizia che ci vuole davve-
ro un bellimpegno per raggiungere la
fatidica H, ma quantomeno sappiamo
che tutto nelle nostre mani; infatti,
non tanto C a contare, quanto V, il
vero fattore determinante. Ergo, dob-
biamo armarci di volont ferrea e agi-
re metodicamente sul nostro passato
(indispensabili gratitudine e capa-
cit di perdonare), sul presente (ser-
vono esperienze gratifcanti), persino
sul futuro (urge una visione ottimista)
per sperare di gettare le basi di unhap-
pyness stabile. Felicit, infatti, etimo-
logicamente signifca produrre, ed
il risultato del comportamento umano,
pi precisamente delle nostre tecniche
dambientazione al mondo circostan-
te: niente di pi distante dalla visione
comune, che vede la felicit come un
estemporaneo fulmine a ciel sereno,
assolutamente svincolato da qualsiasi
volont e previsione umana.
129 128
w
hAts UP?
Ridi CHe Ti passa!
TUTTi (O QUasi) i beneFiCi deL sORRisO
di aleSSaNDra TONiZZO
M
a quanto sei buffo!, sei vestito in modo
buffo, questa proprio una buffo-
nata. Buffo. Diffcilmente, chi si
sente apostrofare cos si sente
bene. Molto probabilmente, invece, ci rimane
di stucco e passa in rassegna le proprie ma-
niere e il proprio aspetto per capire perch,
invece di essere reputato carino, o quanto-
meno appropriato, inaspettatamente si sente
dare del cretino in stile politically correct.
Pensare che, neanche tanto tempo
fa, buffo signifcava buono, feli-
ce, benedetto, fortunato, gentile e
portatore di gioia. Insomma, nasce-
re buff era considerata una vera e
propria manna! Bisognerebbe dirlo
a tutti quegli uomini che si danno un
gran daffare per apparire sgamati
seduttori, e invece rimediano il vitu-
perato aggettivo con tanto di bonaria
pacca sulla spalla: non sanno ricono-
scere che la loro fortuna racchiu-
sa l, in un naso patatesco, nel fare
perennemente distratto o nei calzini
ostinatamente spaiati che gli valgo-
no lepiteto.
Perch, anche se diffcilmente
qualcuno di noi potr far sua le-
spressione indossare un naso
di gomma ovunque io vada ha
cambiato la mia vita cele-
bre frase dellaltrettanto cele-
bre medico-clown statuniten-
se hunter Patch Adams ,
tutti possiamo sperimentare
la benedizione, appunto, di
destare il buonumore negli al-
tri, per trovarci, di rifesso, a
sorridere noi stessi.
Rides, si sapis Ridi, se sei saggio! , diceva gi Mar-
ziale, ma solo recentemente abbiamo capito la vera im-
portanza del sorriso. Ridere controcondizionante alla
paura, allansia, alla depressione in quanto compor-
tamento incompatibile con queste emozio-
ni negative spiega il dottor Paolo G.
Zucconi, specialista in Psicoterapia
comportamentale e cognitiva a
Udine . Fisiologicamente, poi,
si ossigenano rapidamente
i polmoni, si migliora la
circolazione dilatando
i vasi sanguigni, si
stimola la liberazione
di beta-endorfne pro-
dotte dallencefalo.
Insomma, chi felice
si ammala meno, ma
vero anche il con-
trario: esemplare il
caso del giornalista
scientifco Norman
Cousins, affetto da
spondilite anchilo-
sante, che guar let-
teralmente ridendo,
grazie alla visione
quotidiana di flm co-
mici, testimoniando
cos la potenza delle
emozioni sul sistema
immunitario.
Se stato provato che dieci minuti di risate al giorno hanno un effetto
analgesico di due ore, perch oggi ridiamo sempre meno? Ci prendiamo
troppo sul serio, attaccandoci a piccole cose esteriori che, erroneamen-
te, crediamo ci possano far star meglio, quando il vero motore dentro di
noi. Lo hanno capito bene tutti quei medici che, dallesperienza della Ge-
sundheit! Institute Istituto della Salute nelle montagne del West Virginia,
fondato nel 1983 dallo stesso Patch Adams, in cui venivano prescritte gioia
e creativit hanno ammorbidito il proprio atteggiamento nei confronti dei
loro pazienti, attuando una visione olistica della malattia.
E, mentre nelle corsie di ospedali e nelle case di ricovero sempre pi facile
trovare un clown in camice bianco la clownterapia, presente in Italia da-
gli anni 90, adotta come strumento principale proprio il potere terapeutico
della risata , in atto una consapevolezza generale riguardante il control-
lo delle emozioni per calibrare il proprio stato di salute. Quando tu ridi, tu
cambi e quando tu cambi tutto il mondo cambia intorno a te: questo uno
dei motti creati dal dr. Madan Kataria, medico indiano di Mumbay fondatore
dellHasyayoga, lo yoga della risata. In Ridere senza motivo, e in tutti suoi
workshop in giro per il mondo, Kataria non si limita a raccontare i benefci
della risata, ma illustra la pratica per arrivare a un particolare stato di medi-
tazione: un fusso in cui si resta rapiti, senza coinvolgere il pensiero cogniti-
vo, da una risata diaframmatica prolungata e vitale. Ben 6.000 Club in 60 paesi nel mondo esercitano
lHasyayoga, la cui sede nazionale a Roma, e questi numerosi gruppi, con battiti di mani, esercizi
respiratori e visualizzazioni, fanno del sonoro ah ah ah il proprio speciale e contagioso mantra.
Troppo comodo! Dobbiamo quantomeno farci
furbi, e agire secondo la formula di Seligman,
ritagliandoci anche qualche minuto davanti
allo specchio per gli esercizi spacca-mascel-
le di Madan Kataria. Tranquilli, per chi trop-
po pigro persino per essere felice, c sempre
internet: basta navigare su you tube e scovare
uno dei milioni di video nati proprio per scom-
pisciarsi, ovunque voi siate, in uffcio come sul
metr. Provate a digitare uno dei pi ciccati
Hahaha, Small daring boy e Dramatic
Chipmunk restano i cortometraggi cult , e
fate cos una scorpacciata di endorfne!
12
MESI
aprile 2012 12
MESI
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QUI & l
Q
UI e L 130
pOnTediLeGnO, sOLidaRieT
peR i bambini di YOpOUGOn
I primi 100 anni dello sci a Pontedilegno-Tonale sono stati
celebrati abbracciando limportante causa della protezione
dalla violenza dei bambini vittime di guerra. Allappello
umanitario lanciato da Terre des Hommes hanno risposto:
Adamello Ski, le quattro Iene, la cantante Alexia e la
campionessa mondiale e olimpica di sci nordico Gabriella
Paruzzi, che sabato 3 marzo si sono passati il testimone in
una maratona di raccolta fondi per la ricostruzione della
Casa del Sole, nella bidonville di Yopougon, distrutta nel
recente confitto in Costa dAvorio.
CHOCOsTYLe a bResCia
Il primo fne settimana di marzo piazza Paolo VI ha ospitato
una gustosa manifestazione, Chocostyle, la seduzione
del gusto, dedicata al mondo del cioccolato, organizzata
dallAssociazione cioccolatieri italiani (Acai), incollaborazione
conil Comune di Brescia. Allombra dei gazebo Longobardi, i
golosi hanno avuto la possibilit di gustare tutte le prelibatezze
del cacao preparate dai mastri cioccolatieri: cioccolatini,
praline e dolcetti al cioccolato per tre giorni interi. Allestita
anche una piccola fabbrica di cioccolatini e organizzati
laboratori contecniche per imparare larte della pasticceria
incui stato spiegato il processo che porta dal cacao alla
tavoletta che acquistiamo.
anTepRima di bmOde
in piazza LOGGia
Domenica 4 marzo, Piazza Loggia
ha ospitato levento Anteprima BMode 2012,
unapprezzata anticipazione dellevento
che si svolger in settembre. Al centro le collezioni
primavera/estate 2012 di artigiani bresciani
e brand nazionali che hanno sflato
insieme alle acconciature plasmate e realizzate
dalle mani di artisti dellhair styling.
a cura di rOlaNDO GiaMBelli
James TaYLOR in COnCeRTO a bResCia

Grande concerto quello tenuto dal cantautore James
Taylor al Teatro Grande a Brescia il 14 marzo, per la
serata danteprima del Nuovo Festival del Vittoriale della
prossima stagione. Il musicista made in Usa, nato nel 1948
a Belmont, con il suo sound crossover ha stregato pi di
una generazione. La sua anima folk e la sua anima blues
spesso si fondono creando ballate ormai indimenticabili. Da
Fire and Rain a Walking Man, da Sweet Baby James
a Mockingbird una collezione straordinaria di brani e
albumche tutti ricordano, fno alla leggendaria Youve got a
Friend di Carole King o Yesterday dei Beatles.
sCUOLa di Cani da VaLanGa aL TOnaLe
A marzo il ghiacciaio Presena ha ospitato il 46 Corso
nazionale di cani da valanga del Soccorso alpino. Con 63
unit cinofle provenienti da tutta Italia, stato il corso che
ha registrato il maggior numero di partecipanti. Tante le
razze di cani presenti, che si sono cimentate in interventi
di soccorso simulati grazie allimpiego di fguranti. Il corso
giunto al 7 anno era in programma per gennaio ma
non cerano le condizioni di innevamento suffcienti. Sul
ghiacciaio Presena i cani, gli istruttori e tutte le persone
coinvolte nelle esercitazioni hanno potuto lavorare molto
bene, con condizioni di innevamento e di meteo ottimali.
COnCeRTO in FaVORe
deL dORmiTORiO s. VinCenzO
Uniniziativa benefca promossa dallAssociazione culturale
Il Gonfalone, dal titolo Brescia racconta, storie di musica,
arte e letteratura, si tenuta lo scorso 13 marzo al Teatro
Grande con un obiettivo ben preciso: destinare lincasso
allAssociazione Dormitorio San Vincenzo di Brescia.
Molto applaudito, il concerto-spettacolo presentato dallo
storico dellarte Paolo Bolpagni, con un percorso fatto di
immagini, parole e musiche ha visto la partecipazione
dellattrice Simona Marchini, lattore Luca Micheletti, la
Rossini Chamber Orchestra, i violoncellisti Paolo Bonomini e
Amedeo Cicchese e il violinista Daniele Richiedei.
iL kenianO maRiUs kipseRem VinCiTORe
deLLa bResCia aRT maRaTHOn
Il keniano Marius Kipserem ha vinto la 10 edizione della
Brescia Art Marathon, con 2h1302. Secondo posto per
il connazionale Kwemboi, terzo per letiope Alemayo Tola
Debela, lontanissimo per dal duo di testa. Fra i circa
tremila atleti partecipanti, sono saliti sul podio anche
Nicola Venturoli, triumplino, giunto quarto, nuovo campione
provinciale della specialit; Tito Tiberti, che si cimentato
nella mezza maratona vincendola; e Loretta Catarina,
bresciana delle categorie amatoriali, che si aggiudicata il
titolo di campionessa provinciale sulla distanza dei 42,105
km, raggiungendo il quinto posto assoluto fnale.
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MESI
aprile 2012
A
lzi la mano chi ha mai sentito
parlaredi DragonBoat. Pochi
in Italia lo conoscono, perch
in questa disciplina sportiva,
cos comeinmolti altri settori, il nostropa-
ese ancora il fanalino di coda dEuropa.
Ma c speranza... negli ultimi anni infatti
sono nate diverse societ che praticano il
Dragon Boat, tra cui la nostrana Remiera
Toscolano Maderno, unassociazione che
si trova sul lago di Garda e che, tra le altre
pratiche sportive su acqua come Canoa-
Kayak e Voga in piedi offre anche
lopportunit di praticare il Dragon Boat.
Si tratta di una disciplina sportiva che pre-
vede gare suimbarcazioni standardlunghe
12,66 metri e larghe 1,06 metri con la
testa e la coda a forma di dragone. Queste
imbarcazioni sono sospinte da 20 atleti,
guidati da un timoniere e ritmati da un
tamburino, che usano pagaie di lunghez-
za compresa tra 1,05 me 1,30 me larghe
non pi di 18 cm, mentre il timoniere a
poppa dellimbarcazione tiene la direzione
con un remo lungo circa 3 metri. Le cate-
gorie sonoOpen (maschile), Femminile
e misto, che prevede equipaggi con mini-
mo8donne inbarca.
le OriGiNi
Il Dragon Boat ha origini antichissime,
che risalgono ad oltre 2000 anni fa quan-
do, secondo la leggenda, il poeta e statista
cinese Qu Yuan si gett nel fiume Mi-Lo
per protestare contro le vessazioni cui ve-
niva sottoposto il suo popolo dal governo
di allora. I pescatori, saputa la notizia, si
lanciarono con grandi barche alla ricerca
del corpodi QuYuan, sbattendoconforza
le acque con i remi per allontanare i pesci.
Da allora nata una tradizione che ricorda
quel giorno e in tutto loriente si celebra il
quintogiornodella quinta luna confestival
di Dragon Boat. In Italia la Federazione
Italiana Dragon Boat si formalmente
costituita il 10 maggio 1997 ed lunico
organismo riconosciuto dalla Federazione
europea e internazionale. La prima regata
di Dragon Boat stata disputata il 30apri-
le 1988 a Roma sul laghetto dellEur. Nel
1995 si sono tenuti in Cina i primi Cam-
pionati del mondo a cui ha partecipato
anche lItalia, seguiti nel 1997 ad Hong
Kongdalla seconda edizione.
Nel 1996 in Danimarca si sono tenuti i
primi Campionati dEuropa in cui lItalia
ha vinto un titolo di Campione dEuropa
e 2 medaglie dargento, seguiti lanno
DRAGON BOAT
QUANDO A PAIAGARE
SONO LE DONNE
la prima Dragon Boat Women Fest, per parlare e vivere lo sport al femminile,
stata organizzata dalle donne della remiera Toscolano Maderno, che hanno
proposto sul lungolago di Maderno lappassionante sfda sulla canoa dragone.
di ireNe paNiGheTTi
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PORt
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MESI
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S
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dellequipaggio, nata lidea di una gara
tutta al femminile da inserire nel fitto ca-
lendario delle iniziative che si sono orga-
nizzate durante tutto il mese di marzo per
celebrare la giornata internazionale della
donna.
La prima Dragon Boat Women Fest per
parlare e vivere lo sport in rosa stata vo-
luta dalle donne della Remiera, che per
il 10 e l11 marzo hanno proposto sul
lungolago di Maderno lappassionante
sfida sulla canoa dragone. Un modo per
promuovere questo sport di squadra ma
soprattutto per far conoscere le donne
in rosa, donne che dopo unoperazione
al seno, non si arrendono ma si rimetto-
no in gioco pagaiando con grande spiri-
to. Uno spettacolo non nuovo per il lago
di Garda, ma certamente inedito perch
dedicato esclusivamente alle donne:
sempre difficile far muovere le donne,
che sono impegnate molto pi degli
uomini perch, oltre al lavoro, devo-
no occuparsi della cura della famiglia e
dellorganizzazione della vita quotidiana
ammette Paola . Ma il Dragon Boat
una disciplina che non necessita partico-
lare forza, basta la costanza di allenarsi,
anche dinverno. Purtroppo si pensa che
il lago sia vivibile solo destate, ma non
cos. Noi ci alleniamo tutto lanno, due
volte a settimana, per arrivare in forma
agli appuntamenti centrali della stagio-
ne sportiva. Tra questi il campionato
italiano che ha portato grandi soddisfa-
zioni allequipaggio della Remiera, ma
soprattutto il campionato mondiale, che
questanno si svolger in Italia, a settem-
bre, allIdroscalo di Milano. Rosina non
sar della squadra, perch chiamato ad
affiancare lallenatore, ma le atlete della
Remiera saranno tra le punte di diaman-
te dellequipaggio italiano.
alcune grandi
aziende
utilizzano questa
disciplina come
team building
per raggiungere
una maggiore
collaborazione
professionale.
dopo in Germania dove lItalia ha conqui-
stato il secondo posto nella classifica per
nazioni dietrola Germania vincendo4me-
daglie dargento e 2 di bronzo. Il 2002
statolannodellItaliaconlorganizzazione
del mondiale di Roma. Tutti gli equipaggi
pi forti del mondo si sono affrontati al
Laghetto dellEur e il Dragon Boat stato
presentato a tutto il pubblico italiano. Gli
equipaggi italiani si sono particolarmente
distinti conquistando due titoli di campio-
nedel mondonella categoria Master, treti-
toli di campione del mondo nella categoria
Junior eduemedagliedi bronzonellOpen
500 m assoluto e nel Femminile 2000 m
assoluto. Attualmente la Federazione Ita-
liana conta circa 1.000 tesserati. Lattivit
del Dragon Boat diffusa in particolare
nel Lazio, Trentino, Toscana, Campania,
Lombardia, Piemonte, Veneto, Sardegna
e Sicilia.
la reMiera
TOSCOlaNO MaDerNO
Per la Lombardia una delle associazioni
piattivesi trovasul lagodi Garda, animata
da Paolo Rosina, presidente della Remiera
Toscolano Maderno, una societ sportiva
nata nel 1985 grazie alla passione dei soci
fondatori per la cosiddetta Voga Veneta,
una tecnica particolare di voga nata, come
diceil nome, nellalagunadi Venezia. Negli
anni la Remiera sviluppa varie discipline,
fino ad arrivare ad avere oltre un centinaio
di iscritti, tra cui diverse donne. Il primo
eventoimportantela Gardalonga, una re-
gata internazionale a Toscolano Maderno
chesi tienela seconda domenica di maggio
e riservata alle barche a remi sulla distanza
di circa 20 km, che si snoda da Maderno
a Sal, per poi raggiungere Portese e li-
sola del Garda per far ritorno a Maderno.
Il nostro obiettivo spiega Rosina
quello di far conoscere uno sport sano ed
ecologico, che dia la possibilit di amare
e ammirare il nostro lago da una nuova
prospettiva, conpanorami inediti emozza-
fiato. Rosina tra i primi ad aver colto la
sfida del Dragon Boat e ad averne apprez-
zatola bellezza: Lospiritodi questosport
un po come quello del rugby racconta
; se i componenti dellequipaggio sono
affiatati la squadra funziona, altrimenti no.
unattivit che affiata, indispensabile
capire e sentire il compagno di panca, che
pagaia assieme a te, ci si deve incontrare e
condividere lidea di essere, letteralmente,
sulla stessa barca. Per questa sua pecu-
liarit il Dragon Boat uno sport che pu
essere molto utile per affrontare le prove
della vita, da quelle lavorative a quelle che
riguardanola salute. Lohannocapitobene
alcuni grandi aziende, tracui lamultinazio-
nale Ericsson, che hanno deciso di utiliz-
zare questa disciplina come teambuilding
per raggiungere, attraverso laffiatamento
sportivo, una maggiore collaborazione ed
efficienza professionale tra i dipendenti. I
motivi che possono portare unazienda a
sfruttare il Dragon Boat si possono legare
a strategiedi marketingedi investimentoe
la Remiera lo ha potuto verificare offrendo
questo servizio ad alcune grandi aziende:
I risultati sono stati molto soddisfacenti
spiega Rosina , sia per noi sia per i com-
mittenti, che hanno verificato successiva-
mente sul rendimento dei loro dipendenti
lutilit di aver partecipato allequipaggio
e aver sviluppato la capacit di lavoro di
squadra. Del restosullabarcaosi collabo-
ra ononsi va avanti: le forze devonoessere
coordinate, equilibrate, luna a compensa-
zione e rafforzamentodellaltra.
DraGON BOaT WOMeN FeST
Utile al teambuilding ma nonsolo: ci sono
equipaggi formati da donne operate al
seno, che vedono nel Dragon Boat unat-
tivit terapeutica. Le pi famose sono le
Pink Lady, spiega Paola Inselvini, segre-
taria della Remiera Toscolano Maderno,
che da quando ha scoperto il DragonBoat
tra le migliori atlete italiane oltre che tra
le pi caparbie organizzatrici di eventi,
con un occhio di riguardo per le donne.
Proprio grazie a Paola, sostenuta da Rosi-
na e da Paola Venturelli, unaltra colonna
Ci sono anche
equipaggi
formati da donne
operate al seno,
che vedono nel
Dragon Boat
unattivit
terapeutica.
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PORt
GLI ANTA
QUANDO ET E RISULTATI
NON CONTANO
una serata al centro sportivo della Badia, al seguito di una compagnia
che ha trasformato il suo hobby del venerd in una vera e propria squadra.
di BruNO FOrZa
I
l nostro viaggio nella passione
pallonara dei bresciani prosegue
al centro sportivo comunale del-
la Badia. Solitamente i riflettori
di 12 Mesi illuminano le anonime im-
prese di amici e colleghi, che per puro
divertimento indossano gli scarpini per
vivere lunica ma intensa ora della setti-
mana dedicata allo sport. Questa volta
abbiamo leggermente alzato il tiro ma
non troppo portando alla ribalta delle
cronache una realt diversa: la storia de
Gli Anta, che hanno trasformato il clas-
sico appuntamento tra scapoli e ammo-
gliati del venerd sera in una squadra di
calcio a 7 iscritta al campionato amato-
riale Csi. Gli obiettivi sono ben precisi:
essere protagonisti nel terzo tempo al
ristorante e dare risalto alla solidariet.
Il nome della compagine in maglia blu,
infatti, non solamente un gioco di pa-
role per celebrare una carta didentit
vissuta (et media 38 anni), ma anche
una sorta di pubblicit al Bar Accanto,
che a pochi metri di distanza dal campo
di gioco raccoglie fondi per la cura a do-
micilio dei malati di tumore.
i NuMeri parlaNO ChiarO
16 partite giocate, 2 vinte, 0 pareggiate,
14 perse, ma soprattutto 114 gol subiti.
Numeri che farebbero gettare la spugna
a chiunque, non a Gli Anta, che ogni
fine settimana scendono in campo con
la consapevolezza di essere gi spaccia-
ti, ma vendono cara la pelle dando tutto
sul campo e uscendone distrutti, per poi
rigenerarsi con il giusto mix di pizza e
birra. La sfida con la Recintecnica che
si presenta alla Badia con un bagaglio di
23 punti sembra persa in partenza. A
dirigerla un arbitro di grande esperien-
za: 67 anni e prossimo a festeggiare le
sue nozze doro con il fischietto dopo
50 anni di direzione. Mai designazione
fu pi azzeccata. Gli 11 spettatori non
paganti guadagnano i loro posti sugli
spalti inesistenti dello stadio, sostituiti
dalle sedie da esterno denominate giar-
dinette, ma qualcuno preferisce restare
in piedi ad incitare i propri beniamini.
il caso di Paul Thiaw, 48enne gioiel-
lo senegalese della formazione di casa
che non pu essere della partita per un
problema fisico, ma che veste i panni di
allenatore aggiunto.
il priMO TeMpO
Che NON TaSpeTTi
Asolini tra i pali; Battello, Migliorati e
Giampaolo in difesa; Braga e Bruni in
mediana e capitan Gozzi in attacco. Gli
Anta partono a spron battuto metten-
do in difficolt gli ospiti e scaldando la
tifoseria. Ben preso, tuttavia, arriva la
quiete dopo la tempesta e la gara diventa
soporifera fino al 14, quando Asolini
compie la sua prima grande parata. Sul
corner seguente, per, viene trafitto
dalla punta della Recintecnica che sbloc-
ca il risultato. Lagonismo c, ma il gio-
co latita. Al 19 i primi cedimenti fisici:
Gozzi lascia il posto a Leni e si accomo-
da in panchina indossando immediata-
mente la maschera dossigeno. La mossa
del tecnico di casa viene interpretata
s
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come una resa dagli avversari, che si di-
straggono e vengono puniti dal colpo di
genio di Gianpaolo, che con un tiro tele-
comandato mette la sfera allincrocio dei
pali. 1-1. Le sorprese non sono finite,
perch prima dellintervallo Braga porta
incredibilmente in vantaggio Gli Anta
con un gol da cineteca: controllo volan-
te e collo pieno che non lascia scampo al
portiere avversario.
25 MiNuTi epiCi
Il buonsenso, a questo punto, consiglie-
rebbe di badare al sodo e agire di rimes-
sa. Gli Anta se ne infischiano e gettano il
cuore oltre lostacolo cercando e trovan-
do il tris al 7. Assist perfetto di Battello
per la doppietta di Giampaolo che manda
in visibilio tutto il popolo blu. La Recin-
tecnica reagisce con rabbia impegnando
Asolini e colpendo una traversa. Sembra
la serata perfetta per Gli Anta, ma al 12
gli ospiti accorciano le distanze e al 20
gelano il sangue agli avversari trovando
il gol del pareggio. Mancano cinque mi-
nuti al triplice fischio finale e il terrore
inizia a serpeggiare nelle file dei padroni
di casa, chiamati a 300 secondi di soffe-
renza che possono far diventare indigesta
qualunque tipo di pizza ipotizzata per il
dopo gara. Il pessimismo si materializza
nellentrataccia di Leni su un avversario
in piena area. Larbitro non ha dubbi e
indica il dischetto, ma Asolini indossa il
mantello da superman e respinge il rigo-
re regalandoa Gli Anta unfotogramma da
inserire nellalbum dei ricordi pi belli.
Gozzi e compagni conquistano un punto
che sembra tutto doro. Per qualche gio-
catore della Recintecnica diverso. Loro
di punti ne hanno 24, non 7. Troppi, for-
se, per avere lumilt di stringere la mano
agli avversari.
Intervista alla responsabile
FraNCeSCa MaGGi
Come sono nati Gli Anta?
Da una compagnia che ogni venerd
organizzava la classica partitella tra ami-
ci. I ragazzi hanno voluto dare maggior
concretezza a questo appuntamento e
nel 2010 hanno fondato una squadretta
iscritta al campionato Csi.
Com andato il primo campionato?
Siamo arrivati ultimi, ma conquistare
la coppa Disciplina stata una grande
soddisfazione. Lanno scorso abbiamo
vinto una sola partita contro il Caino.
Qual lobiettivo stagionale?
Arrivare penultimi e vincere qualche
partita. Per ora siamo a due. Gi meglio
dellanno scorso. Il momento pi senti-
to, tuttavia, il terzo tempo. A tavola Gli
Anta sono imbattibili.
Questannovi capitatodi prendere22
gol inunasolapartita. Inquei casi dove
si trovalaforzaperandareavanti?
In effetti il nostro portiere ha avuto un
momento di sconforto ma mister Covel-
li lha omaggiato di un chupa chupa per
leccarsi le ferite. Affrontiamo le partite
con un altro spirito. Qualche settimana
fa sul 10-0 per i nostri avversari Gozzi ha
segnato e ha esultato come se fosse stato
il gol del pareggio. Siamo fatti cos.
Francesca Maggi
La ROsa
Denni Asolini, 39 anni, commesso
Stefano Baldo, 32 anni, operaio
Simone Battello, 38 anni, artigiano
Daniele Rizzini, 35 anni, commesso
Carlo Gozzi, 41 anni, operaio
Michele Bianchi, 40 anni, insegnante
Daniele Maccarone, 43 anni, mas-
saggiatore
Alberto Bianchi, 42 anni, operaio
Giuseppe Bruni, 40 anni, assistente
sociale
Raffaele Boccardelli, 36 anni, libero
professionista
Alessandro Marca, 32 anni, impiegato
Alberto Leni, 32 anni, infermiere
Giovanni Giampaolo, 36 anni, operaio
Fabio Buffoli, 42 anni, impiegato
Davide Migliorati, 44 anni, impiegato
Nicola Bonardi, 31 anni, impiegato
Claudio Gambari, 50 anni, impiegato
Stefano Braga, 20 anni, studente
Nicola Corini, 28 anni, operaio
Paul Thiaw, 48 anni, operaio
Fabio Bonetta, 40 anni, commesso
Antonino Fioriglio, 48 anni, infermiere
Alessandro Covelli, 38 anni, operaio
(allenatore)
Stefania Maggi, 30 anni, impiegata
(responsabile)
determinato. Prima della partita at-
tacca il Comune di Brescia, proprie-
tario dellimpianto sportivo: La rete
di recinzione buca e va sostituita
afferma perdiamo un sacco di
palloni, poi sfodera una prestazio-
ne versione saracinesca esibendo-
si in parate determinanti nel corso
di tutto il match e tenendo a galla i
suoi. Mette la sua frma sul pareggio
parando un rigore a tre minuti dalla
fne e il pubblico invoca la sua convo-
cazione in Nazionale. Salvatore.
i miGLiORi FUORi
daL CampO
i volontari del bar accanto
Voto 10. Prestano gratuitamente il
loro servizio al bar del centro spor-
tivo Badia e lintero ricavato della
loro attivit va a sostegno dellas-
sociazione ANT, che svolge una du-
plice funzione. Da un lato si occupa
dellassistenza socio-sanitaria domi-
ciliare gratuita ai sofferenti di tumo-
re, dallaltro sovvenzione la ricerca e
la prevenzione oncologica gratuita.
Cuori doro.
iL miGLiORe in CampO
denni anselmini
Voto 9. In questa stagione lui e il suo
collega Baldo hanno dovuto chinar-
si a raccogliere 114 palloni in fondo
al sacco. Roba da mettere a dura
prova perfno la schiena e il morale
di uno scaricatore di porto. Denni,
invece, non si perde danimo e con-
tro la Recintecnica scende in campo
C
he a
ria
tira
a
B
rescia
?
Sco
prilo
su

B
sN
ew
s!
www.bsnews.it
BsNews.it ha acquisito negli anni un numero sempre cre-
scente di lettori grazie alla qualit delle notizie pubblicate
e alla frequenza e tempestivit degli aggiornamenti, due
caratteristiche che rendono unica la sua proposta nel pa-
norama editoriale della provincia di Brescia.
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< 10mila contatti su Facebook
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ogni giorno
12
MESI
aprile 2012
di FraNCeSCO raSTrelli
Presidente dellOrdine dei Farmacisti
della Provincia di Brescia
GENTILE FARMACISTA...
D// Le scrivo per avere dei consigli su come risolvere
il mio problema di sudorazione eccessiva, che mi crea
numerosi fastidi, anche emotivi, in quanto incide sulle
relazioni sociali. Grazie, Giuseppe
R// Caro Giuseppe, la sudorazione un meccanismo
siologico con il quale il corpo umano regola la
propria temperatura interna ed elimina alcuni prodotti
tossici accumulati nellorganismo. Se la quantit di
sudore prodotto supera le necessit di regolazione
corporea, si produce una disfunzione chiamata
iperidrosi. Per combatterla si possono adottare rimedi
diversi a seconda della gravit, della localizzazione e
dellestensione del fenomeno. Tra i vari trattamenti,
luso di polveri assorbenti pu dare qualche risultato
ma di scarsa praticit. I prodotti antitraspiranti
contenenti cloruro di alluminio possono determinare
una riduzione della produzione di sudore dal dotto
ghiandolare ma lacidit della preparazione sovente
risulta irritante o poco tollerata. Il preparato si applica
alla sera due volte la settimana su pelle secca e va
rimosso al mattino. Pu dare qualche risultato nella
sudorazione ascellare ma meno in quella palmo-
plantare dove pu essere efcace se veicolato da un
gel salicilico.
D// Volevo avere delle informazioni sul latte articiale
in quanto non posso allattare al seno il mio bambino.
Ne esistono molti in commercio, ma quale si avvicina
maggiormente al latte materno? Grazie, Silvana
R// Cara Silvana, il latte materno sicuramente una
perfetta combinazione di elementi nutritivi e funzionali;
tuttavia, in molte situazioni lallattamento al seno non
possibile. In questi casi opportuno sostituirlo con
quello articiale. La formulazione del latte materno non
ancora stata denita nel suo complesso, quindi risulta solo
parzialmente riproducibile. Tutti i latti formulati venduti in
Italia devono soddisfare le richieste speciche in materia
Alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento
riportate nel Decreto ministeriale n. 82/2009. Tutte le
formule per lattanti e di proseguimento devono contenere
almeno i livelli minimi di nutrienti indicati, senza superare i
valori massimi consentiti, garantendo cos unalimentazione
completa senza la necessit di integrazione. Questa si
rende necessaria soltanto in caso di assunzione di latti a
basso contenuto di ferro, che si crede erroneamente sia
causa di stitichezza, diarrea, vomito e coliche. La carnitina,
invece, va aggiunta alle formule per linfanzia per il
ruolo che svolge nel processo di ossidazione lipidica.
naturalmente presente nel latte umano e nel latte vaccino,
ma deve essere integrata nelle formule derivate dalla soia.
Manda la tua domanda a:
francesco.rastrelli@dodicimesi.com
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O
L
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UBRICA 140
IL FARMACISTA
RISPONDE
eSTraTTi ONliNe
per OBeSiT e SOVrappeSO
possibile acquistare online i prodotti di origine vegetale;
le loro propriet dimagranti e la presunta sicurezza rendono
questi preparati desiderabili per la popolazione in sovrappeso,
che preferisce ricorrere allauto-trattamento piuttosto che
ai consigli del medico o del farmacista. fondamentale
per ricordare che il loro utilizzo non andrebbe mai lasciato
allautomedicazione e sottolineare limportanza di af darsi
a prodotti e produttori di sicura qualit, dal momento che la
mancanza di controlli e di informazioni complete in etichetta
pu rendere questi prodotti poco sicuri e rischiosi.
possibile acquistare online i prodotti di origine vegetale;
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aBuSO Di SpraY NaSali
Gli spray nasali, o le gocce, decongestionanti ad uso
topico, Otc o Sop, che contengono vasocostrittori
vanno consigliati e utilizzati con prudenza. Questi
farmaci hanno leffetto di eliminare lostruzione nasale
dovuta al raffreddore e sono utili nella fase acuta
per alleviare i sintomi. Luso spesso prolungato e non
corretto avvenuto negli anni passati ha evidenziato,
per, un effetto negativo di questi preparati se
assunti per lunghi periodi di tempo. I due problemi
principali sono la perdita di ef cacia e la rinopatia
da medicamento. Questi medicinali sono, dunque,
da utilizzare per un breve periodo di tempo, non
superiore agli 8-10 giorni. Non presentano alcuna
controindicazione gli spray e i lavaggi nasali a base di
soluzioni saline siologiche.
GOMMe e CerOTTi per SMeTTere Di FuMare
Uno studio a lungo termine pubblicato sul Tobacco control journal
dellUniversit di Harvard, che ha testato 1.916 adulti fumatori
che tentavano di smettere da molti anni, ha riacceso il dibattito su
queste terapie. Secondo i risultati, le tecniche alternative sarebbero
in grado di supportare la volont del fumatore nel breve termine,
ma meno nel lungo periodo. Il nuovo studio, infatti, non ha portato
ai risultati sperati: almeno un terzo dei partecipanti allo studio,
che faceva uso di presidi a base di nicotina senza un appropriato
counselling, avrebbe ricominciato a fumare.
GOMMe e CerOTTi per SMeTTere Di FuMare
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via marconi, 88 - deSenzano d/g (BS)
Tel. 030 9120702
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MESI
aprile 2012
a cura di eliZaBeTh BerTOli
Regia: Steven Spielberg
Cast: Jeremy Irvine, Emily
Watson, David Thewliss, Peter
Mullen, Niels Arestrup, Tom
Hiddleston
Genere: guerra
Durata: 146 minuti
Produzione: USA 2011
Uscita nelle sale: 17 febbraio 2012
Trama: Joey un bellissimo puledro cresciuto libero ed
acquistato da un rude agricoltore che lo vuole utilizzare per
arare i campi della propria tenuta e risollevare le nanze
della famiglia. Il glio Albert decide di addestrarlo e presto
diventano inseparabili compagni di avventura. Lidillio si
interrompe con linizio della Seconda Guerra mondiale: Joey
viene venduto allesercito per far fronte ai debiti della fattoria
e Albert decide di arruolarsi per ritrovare lamico.
Regia: Oliver Nakache, Eric
Toledano
Cast: Francois Cluzet, Omar
Sy, Anne Le Ny, Clotilde Mollet,
Audrey Fleurot
Durata: 112 minuti
Genere: commedia
Produzione: Francia 2011
Uscita nelle sale: 24 febbraio 2012
Trama: Philippe un ricco aristo-
cratico reso paraplegico da un in-
cidente con il parapendio. Assume
come badante personale Driss, un
problematico ragazzo proveniente dalla periferia appena uscito
di galera e la persona meno adatta per svolgere questo ruolo.
Questi due universi opposti si trovano a convivere generando
situazioni bizzarre, comiche e inaspettate.
pasquale, 44 anni, carpentiere: Una storia molto bella,
piena di valori e di sentimenti.
Valeria, 35 anni, casalinga: Un po mieloso ma lo
consiglierei, mi raccomando portatevi una scorta di
fazzoletti!.
lucia, 23 anni, studentessa: Un bellissimo messaggio
contro la guerra e a favore degli animali.
Nicolas, 33 anni, impiegato: Non il miglior lm di
Spielberg ma una bella storia anche per i bambini.
Bernardo, 53 anni, medico: La scelta di mostrare la guerra
attraverso gli occhi di un cavallo inedita e originale.
Claudio, 28 anni, chitarrista: Bello e toccante anche se
un po stucchevole.
Carla, 37 anni, commerciante: Un vero disastro, un
lmetto della domenica senza nessun valore, da Spielberg
mi aspettavo di pi.
Giacomo, 41 anni, fotografo: Un linguaggio classico e un
po rufano, la storia scontata e banale.
Matilde, 29 anni, impiegata: orrendo, sembra tutto
falso, le ricostruzioni sono approssimative e le scelte di
regia sono esagerate.
Nina, 36 anni, decoratrice: Esageratamente buonista,
sarebbe troppo anche per un bambino.
War hOrSe
AL CINEMA
143
T
emPO LIBeRO
alberta, 42 anni, educatrice: Era da tempo che non vedevo un
lm cos bello, divertente e commovente allo stesso tempo.
Veronica, 26 anni, impiegata: Adoro le commedie francesi e
questa una conferma, bellissima anche la colonna sonora.
Mario, 38 anni, manager: Un vero capolavoro,
splendido, fa tenerezza, senza essere sdolcinato.
Noemi, 21 anni, cameriera: molto semplice e originale, dimostra
che non servono grandi effetti speciali per fare un buon lm.
Teresa, 42 anni, assistente sanitario: Bello, coinvolgente,
magnico! Credo che torner a vederlo unaltra volta.
Gemma, 31 anni, insegnante: Incantevole, ironico e
cinico, un piccolo capolavoro, mi piaciuto tantissimo.
Fabio, 35 anni, commerciante: Mi hanno portato al
cinema di peso ma devo dire che un bel lm.
Massimo, 51 anni, impiegato: Pensavo fosse una cosa
strappalacrime, invece un lm intelligente e divertente.
Daniele, 29 anni, organizzatore di eventi:
Troppo semplice e troppo scontato, si sa dallinizio come
va a nire.
alessandra, 32 anni, omeopata: Non un lm brutto ma
vengono usati troppi clich, troppo politically correct.
quaSi aMiCi
PROMOSSO
PROMOSSO
BOCCIATO
BOCCIATO
I PARERI DI CHI LHA VISTO
I PARERI DI CHI LHA VISTO
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MESI
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aprile 2012

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//8.novembre
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MONDO
successo...

Usa: il bacio gay tra un marine e il suo compagno spo-


pola sul web e potrebbe diventare la foto simbolo della
fne effettiva del Dont ask, dontell, la politica tradizionale
delle forze armate americane per la quale i comandanti
scelgono di ignorare lorientamento sessuale dei militari,
mentre questi ultimi evitano di esplicitarlo.
strage a sierre,
nel cantone Vallese,
Svizzera. 28 persone a
bordo di un autobus, di cui
22 bambini, sono morte in un
gravissimo incidente stradale
avvenuto in una galleria
autostradale sulla A9, le cui
cause restano ignote.
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//10.marzo
Parigi: muore a 73 anni il dise-
gnatore francese Giraud, in arte
moebius, autore del celebre luogo-
tenente Blueberry e di famose serie
di fantascienza.
//29.febbraio
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the Artist (la pellicola francese, muta e in bianco e
nero) trionfa agli Oscar, aggiudicandosi ben cinque
statuette, tra cui quella per il miglior flm. Terzo Oscar
per Meryl Streep, protagonista in The Iron Lady, nei
panni di Margaret Thatcher; trionfo come flm straniero
di A separation delliraniano Asghar Farhad. Onore
anche allItalia che, con Hugo Cabret di Martin Scorsese,
si aggiudica il premio per la migliore scenografa.
Vladimir Putin stato
proclamato presidente
della Federazione Russa
per la terza volta, dopo
aver ottenuto il 63,75% dei
voti, 45,1 milioni in totale.
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2 //02.marzo
Lucio dalla muore per unattacco cardiaco a montreaux, in
Svizzera, dove si trovava per unconcerto: il 4marzo avrebbe
compiuto 69anni. La sua ultima apparizione televisiva stata
al Festival di Sanremo insieme a Pierdavide Carone (nel dop-
pio ruolo di autore del brano Nani e di direttore dorchestra),
dove aveva attaccato duramente il sociologo Celentano e
una giuria desiderosa solo di farsi vedere.
//22.marzo
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Altro default in mare, con
la nave da crociera Costa
Allegra, alla deriva nellO-
ceano Indiano dopo un
incendio in sala macchine,
che non ha provocato feriti
o vittime. Limbarcazione
rimorchiata da una nave da
pesca fno allisola di Mah.
tolosa, Francia, ucciso
durante il blitz delle teste
di cuoio il killer che ha fat-
to irruzione inuna scuola
ebraica, uccidendo 7per-
sone, di cui tre bambini. Un
gruppo legato ad Al Qaeda
rivendica la strage compiuta
da Mohamed Merah.
Nigeria: ucciso dai
rapitori lostaggio
italianoFranco
Lamolinara durante
il raid militare inglese.
Scoppia la polemica tra
Londra e Roma, perch
lItalia stata avvisata
soltanto a cose fatte.

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ITALIA
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1 //21.marzo
La Guardia di Finanza di Napoli esegue 60 misure
cautelari, 16 nei confronti di altrettanti giudici
tributari. Nellinchiesta della Dda coinvolti esponenti
del clan camorristico Fabbrocino, funzionari e impiegati
delle commissioni tributarie provinciale e regionale.
Sequestrati beni per 1 miliardo di euro.
A Udine, due operai
disoccupati minacciano di
gettarsi nel vuoto. Senza
stipendio da alcuni mesi, i
due lavoratori disperati sono
saliti su una gru del cantiere
per il nuovo ospedale di
Cividale del Friuli.
Crolla un altro palco, questa volta a Reggio Calabria: un
operaio (romano, 32 anni) muore e altri due rimangono
feriti nel cedimento della struttura allestita per il
concerto di Laura Pausini al Pala Calafore. A dicembre
scorso era morto Francesco Pinna, travolto dal crollo del
palco per il concerto di Jovanotti.
Indagine per il senatore
Luigi Lusi, ex tesoriere della
margherita, accusato di
appropriazione indebita per avere
sottratto 25 milioni di euro dalle
casse del partito per lacquisto di
immobili e per spese senza controllo.
Avviso di garanzia al presi-
dente del Consiglio regionale
lombardo davide Boni, inda-
gato per corruzione insieme
al capo della sua segreteria,
Dario Ghezzi, per presunte
tangenti percepite tra il 2008
e il 2010, quando era assesso-
re regionale alledilizia.
silvio Berlusconi
prosciolto per prescrizione
dallaccusa di aver corrotto
con600mila dollari il
testimone David Mills, per
averlo protetto dalle indagini
della Procura di Milano
deponendo come testimone
nel 97e nel 98.
Lampedusa, altra tragedia in
mare, muoiono almeno 5 persone
che viaggiavano su un barcone
per raggiungere le coste italiane.
Limbarcazione stata soccorsa
dalla Guardia Costiera e di
Finanza a circa 85 miglia a sud di
Lampedusa, in acque internazionali
di competenza libica.
Il senato vota la fducia sul
maxiemendamento al decreto
liberalizzazioni: 237 s, 33 no, 2
astenuti. Proteste della Lega. Il dl
passa ora alla Camera, ma scoppia
anche il pasticciaccio sulle banche
per lemendamento del Pd che
annulla le commissioni bancarie sulle
linee di credito.
muore tonino Guerra, poeta e sceneggiatore romagnolo
collaboratore di tanti grandi registi, da Fellini ad
Antonioni, da Rosi ai fratelli Taviani. Nato nel 1920, aveva
da poco compiuto 92 anni. stato lui a lanciare il dialetto
sulla ribalta nazionale, attirandosi gli elogi di Carlo Bo,
Elsa Morante e Gianfranco Contini; le sue raccolte di
poesie, a partire da I scarabocc e I bu hanno ottenuto
premi e riconoscimenti dalle giurie pi titolate.
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BRESCIA
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Visita del ministro Anna maria Cancellieri in Broletto.
Nel corso della sua giornata bresciana, il ministro
dellInterno ha confermato di conoscere la richiesta
avanzata pi volte dai sindacati della Polizia di Stato e
recentemente anche dallAssociazione Comuni bresciani
di innalzare linquadramento della Questura cittadina dalla
seconda alla prima fascia. Un passaggio che infuirebbe
sulla defnizione degli organici previsti in via Botticelli.
Brescia partecipa alla Giornata mondiale contro il
razzismo: in piazza Loggia una catena umana coinvolge
centinaia di bambini e ragazzi. Tra le tante citt che
aderiscono alla manifestazione (tra cui Bologna, Bari,
Catania, Firenze, Foggia, Lecce, Milano, Trieste, Torino,
Venezia), spicca Roma con liniziativa organizzata
dallUffcio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, a cui
hanno partecipato centinaia di giovani e studenti, che
hanno abbracciato il Colosseo.
strage a san Polo: il
camionista Mario Albanese,
34 anni, di origine barese,
fredda a colpi di pistola la
sua ex, un amico della donna,
la fglia e il fdanzato della
ragazza. Ainnescare la notte
di follia stata la gelosia, ma
anche luso di droga.
terremoto di magnitudo
3.1 sul Garda: la terra ha
tremato con epicentro nel
Trentino, scossa avvertita
anche nellalto Garda
bresciano, in particolare a
Limone.
si spento, dopo un lungo periodo di malattia, il sindaco
di san zeno Naviglio Angiolino serpelloni. Nato nel 1948 e
titolare di unazienda di impianti termo-sanitari, Serpelloni
si candid nel 2004 alla carica di primo cittadino, riuscendo
poi, nel 2009, a confermarsi per il secondo mandato. A
sostituirlo nel ruolo di sindaco il vice, Omar Bertelli.
//26.febbraio
Grosso incendio a darfo,
nella localit boschiva di
Capo di Lago. Le famme
si sono subito estese,
anche a causa del forte
vento, e hanno distrutto
oltre mille metri cubi di
alberi.
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//25.febbraio
Protesta contro lamian-
to in Valcamonica. Oltre
duemila persone hanno
manifestato contro lim-
pianto per linertizzazione
di amianto previsto a Giani-
co, che potrebbe portare in
valle 78mila tonnellate di
amianto lanno.
//07.marzo
dalla Regione 375mila
euro a Brescia e provincia
per i servizi online per cit-
tadini (anagrafe unifcata e
pagamenti via internet per
le Valli, cambio di residenza
digitale per Brescia) e im-
prese nel segno del rispar-
mio di tempo e minor costo
di gestione.
//04.marzo
Buffalora, Brescia, famiglia
e bambini in piazza per pro-
testare contro il degrado del
quartiere. Mamma vado a
giocare in discarica, Mam-
ma ho perso lambiente si
leggeva sui cartelli dei mani-
festanti, presenti a centinaia.
UNA SOSTA DAL FASCINO PARTICOLARE
Il Primotel di Brescia una moderna struttura,
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