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Il popolo desiderava la libertà dopo l’arrivo di Garibaldi e se la aspettavano, poi tuttavia capiscono
che questa è una libertà negata. Verga utilizza questi episodi per mostrare che il cambiamento
sociale individuale è impossibile.
Sciascia invece dimostra che le cose andarono diversamente: l’interpretazione di verga è di parte.
Amante di Gramigna: indicazioni sulla tecnica narrativa di Verga, lui scrive: vuole oltrepassare il
canone romantico della verisimiglianza (ricorda Manzoni che lo usava come canone): Verga invece
vuole la documentazione storica: inchiesta sulla Sicilia per esempio. Questo dà solidità alla
rappresentazione. Si vuole creare un documento umano: tramite immagini e situazioni io
documento uno stato di cose. La regressione del narratore: sostituito dal narratore anonimo
popolare: narrazione dall’interno attraverso le voci della comunità. Non c’è scatto fra la voce
narrante e quella dei personaggi, che si auto-narrano quindi. Noi lo capiamo dal loro modo di
pensare. Manzoni da un lato attraverso i suoi non commenti (lui metteva sempre qualche
commento) e noi capivamo cosa intendesse; noi con Verga capiamo attraverso l’opinione della
comunità: effetto POLIFONICO, corale: ereditato dalla tragedia greca, dove il coro rappresenta la
saggezza popolare. In Sicilia c’è molta eredità della cultura classica.
Straniamento: far apparire strano ciò che è normale e viceversa. Per esempio abbiamo incipit di
rosso malpelo: capelli rossi e dunque ragazzo cattivo: non è normale. Il lettore sobbalza e la pensa
al contrario: tecnica narrativa perché così avvertiamo lo scarto fra il narratore e l’autore: per la
comunità era normale pensarla così, per il lettore sembra assurdo, con gerarchie di valori
rovesciate.
Visione deterministica della natura tipica del naturalismo. Zola sperava che la società leggendo
queste cose avesse un attimo di coscienza civile, Verga invece la descrive senza speranza che le
cose possano cambiare.
Verga invece fa intuire che c’è una logica del profitto (guarda “la roba”): la figura dell’avaro che
non sa godersi la vita.
In verga troviamo anche il fatalismo: idea che il fato non può essere combattuto: l’umano è nulla.
Il progresso è visto come una macchina mostruosa: fiumana che trascina l’uomo in avanti
lasciando molte vittime indietro: l’unità d’Italia citata nei Malavoglia ha rappresentato nel Sud il
passaggio da un padrone ad un altro padrone (Borboni-Savoia).
La differenza fra Verga e i decadenti: i decadenti si rifugiano nel recupero nostalgico del passato;
Verga NO: lui solo non valorizza la modernizzazione in corso nel suo tempo che era esaltata dai
positivisti, tuttavia non era decadente. Lui dice: il progresso è buono, ma dietro di esso molti sono
morti e abbiamo molte sconfitte collettive.
Altre novelle
Novelle rusticane e il ciclo dei vinti, dove dalle classi più basse si passa alle classi più elevate.
Novelle da leggere:
(una donna: sbilla Leramo).
Rosso malpelo, la roba , la lupa, cavalleria rusticana.