Sei sulla pagina 1di 17

. M1. A.

Manzoni e la
«dissimulazione romanzesca»
• Léttre a Monsieur Chauvet (1820)

Fermo e Lucia (1821-23)


Lettere a Fauriel
• (Sul romanticismo ) (1823) Le tre Introduzioni
(2 per il FL, 1 per i PS)
Inserti metanarrativi

I promessi sposi (1824-26)

• Del romanzo storico (1831)


M.2 Il romanzo antiromanzesco.
Vero e verosimile
• Il «peccato di inverosimiglianza» della trageda classica e la funzione
etica concepita come sviluppo della forza morale. Centralità della
Storia: il vero storico e il vero morale.
• La «narrazione» e il «racconto» coinvolgono sia il discorso storico
che il discorso romanzesco.
• Ridefinizione del concetto poetico di INVENZIONE come operazione
di SELEZIONE e INTEGRAZIONE . Rifiuto del «falso» romanzesco.
• la sutura tra la Storia e la storia da raccontare ( che deve comunque
rappresentare la Storia) è data dal «verosimile», una combinazione
creativa che possa apparire come una storia vera appena scoperta.
• Relata refero: il manoscritto, l’effetto realtà, il narratore
attendibile,l’.appello ai lettori.
Il romanzo storico dell’età romantica e
risorgimentale

• 1. Il referente centrale del RS è la storiografia, connessa all’idea di


completamento tramite l’invenzione letteraria della documentazione
storica. Riaffermazione dell’egemonia intellettuale.
• 2 . Diffusione delle ideologie liberali borghesi; autorappresentazione
della nuova casse emergente, rispecchiamento del nuovo pubblico
• 3. in Italia divenne lo specchio delle aspirazioni nazionali, capace di
documentare le diverse ideologie risorgimentali, dal liberismo
neoguelfo a quello mazziniano. Soprttutto nella «seconda ondata»
(anni Trenta: D’Azeglio, Grossi, Tommaseo, Guerrazzi)
Il «romanzo sinfonia» di Giuseppe Rovani
• Cento Anni (a puntate sulla «Gazzetta Ufficiale» di Milano dal 1857-1863, poi in
volume ) Né un romanzo né una storia romanzata ma una testimonianza di
costume e di vita sociale (ciclicità)
• Statuto memoriale/testimoniale di secondo grado. Crisi dell’onniscienza, discorso
cronachistico e giornalistico, diretto rapporto con i lettori (gli Intermezzi)
• Sinfonia del romanzo (1856) poi Preludio all’edizione a stampa : difesa del
romanzo come luogo letterario capace di accogliere e diffondere in tutti gi strati
della società idee e conoscenze, valori o disvalori. Deve accogliere la realtà della
vita pubblica e privata in tutti i suoi molteplici aspetti, interessando i lettori con
un intreccio avvincente.
• Digressioni di gni tipo, gusto per l’erudito e l’inedito, attenzione ai dettagli di
costume arte musica «i minuzzoli della storia», rottura dell’unità di tempo:
l’eterogeneità è compensata dall’individuazione di un «centro» fabulistico (Un
testamento trafugato), una progressione da «ciclo», un testimone nonagenario-
da G. Rovani, Cento Anni
• «Ma la storia , la quale rifà la vita, per essere completa deve rifarla di
dentro e di fuori, e se quasi sempre … segue devota i re dell’azione e del
pensiero […] deve poi entrare nelle dimore private e cervarvi quelle figure
che vissero non abbastanza note o ignote all’universale, per indagare come
la vita intima della società segua l’impulso della vita pubblica, e come
persino le virtù, i vizi, gli agìffetti e le passioni ripetano da essa il modo di
manifestarsi […] il dramma domestico si atteggia all’epoca storica».
• «pubblicare ciò che si tiene celato o nei maniscritti o in quegli opuscoli
coraggiosi che furono poi messi sotto chiave, per rimediare alle bugie alle
dissimulazioni di alcune fra le storie più reputate e più lette e che, protette
dalla bandiera della verità, portarono in giro molta merce di
contrabbando».
G. Rovani, Cento Anni
• I nuovi interlocutori che nella sale dell’hotel Marengo interruppero il dialogo fra
madama Falchi e i conte Aquila, secondo le consuetudini dell’arte avrebbero
dovuto essere introdotti in altra occasione [,,,] Ma noi non amiamo le
consuetudini, e spesso ci piace andare a ritroso delle stesse leggi. In questo caso
poi, siccome nella realtà storica le cose camminarono precisamente come le
abbiamo esposte […] così siamo perfettamente in regola se abbiamo obbedito all
alegge razionale del vero piuttosto che alla arbitraria dell’arte»-
• Non romanzo storico «anzi tutto all’opposto», anzi «neppure un romanzo, ma un
libro in cui si raccolgano tutta la nostra esperienza e i nostri studi e si faccian noti
al pubblico molti accidenti […] i quali, affidati alla tradizione orale, non furono
mai ancora consegnati in nessun libro stampato» (es. l’eccidio del conte Giuseppe
Prina, ministro dell finanze del governo napoleonico a Milano)
• Scrivere storia non romanzo; valore storico/documentario della fabula
I. Nievo, Le confessioni di un italiano (1858, p.
1867)
. Io narrante autodiegetico e testimone (Carlino Altoviti), narrazione
retrospettiva.
. La vicenda personale di Carlino si interseca coi momenti salienti della
storia italiana dal 1775 al 1850, dalla caduta dell’ancien regime fino alle
guerre d’indipendenza. Riduzione della distanza storica.
. L’autobiografismo da un lato richiede una continua professione di
attendibiità, dall’altro comporta una visione «bassa» della storia,
soggettiva e relativa, per cui la storia nel romanzo assume un posizione
marginale, e sensibilmente ridotta è la funzione della documentazione
e delle fonti storiografiche.
Le confessioni: romanzo storico, romanzo di
formazione
• «vivificar dal passato le passioni e le idee che possono giovare al presente,
poiché non è ignoto che la nazione di oggi è sopraposta alla nazione di ieri
e che gli effetti futuri sono sviluppi incrementi trasformazioni dei germi
lontani» FUNZIONE CIVILE
• Il romanzo presenta la «formazione» della coscienza civile del protagonista,
dall’infanzia alla vecchiaia, come il cammino di una intera generazione che
ha condiviso e combattuto per gli ideali unitari: «l’esposizione deì casi miei
sarà quasi un esemplare di quelle innumerevoli sorti individuali che dallo
sfasciarsi de’ vecchi ordinamenti politici al raffazzonarsi dei presenti
composero la gran sorte nazionale italiana»
• La «confessione» come confessio fidei in senso patriottico, ovvero una
conversione e una professione di fede: dall’identità particolaristica
all’identità nazionale. Da veneziano a italiano
Romanzi «antistorici» I viceré di F. De Roberto
• Lo sperimentalismo derobertiano. Le «novelle ideali» di Documenti umani, la «fantasie analitiche» di
L’albero della scienza, la «trascrizione nuda e impersonale» di La sorte e Processi verbali . Metodo
analitico/psicologico e Metodo impersonale. Monologo interiore e discorso indiretto libero.
• «Fautore ardente dell’impersonalità nell’arte, Flaubert pretende di scomparire dietro le sue creazioni,
di non frapporsi mai fra esse e i lettore, e non si accorge che l’unica impersonalità perseguibile è
puramente formale» (F. de Roberto, Leopardi e Flaubert, «Fanfulla della domenica», 22 /08/1886)
• La «trilogia» della famiglia Uzeda: L’illusione (1891), I Viceré (1895), L’imperio (!929, postumo)
• I Viceré : storia della famiglia aristocratica principesca degli Uzeda di Francalanza, discendente dei
viceré di Sicilia, tra il 1855 e il 1876, incrociata con gli eventi della storia italiana dall’impresa di
Garibaldi e l’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna alla presa di Roma e alla cosiddetta
rivoluzione parlamentare.
• Anomalia tipologica: «Romanzo di costume» (De Roberto). Romanzo sociale, microstoria+macrostoria,
romanzo storico antistoricista (vedi Spinazzola, Madrignani, Grana)
• Peter De Meier: De Roberto «storico impersonale degradato» «osservatore e registratore» G.Borri:
«qualcosa di più e qualcosa di meno di un romanzo storico».
I personaggi principali de I viceré
• Donna Teresa Risà in Uzeda figli: don Giacomo (primogenito) principe di Francalanza
moglie di Consalvo VII don Lodovico (secondogenito) cardinale
principe di Francalanza don Raimondo conte di Lumera, terzogenito, il figlio prediletto
don Ferdinando, il «babbeo»
Angiolina, primogenita delle figlie femmine, poi Suor Maria Crocifissa
donna Chiara, matrimonio imposto con Federico marchese di Villardita
donna Lucrezia, sposa l’avvocato Benedetto Giulente, eroe del Volturno
cognati: don Gaspare Uzeda, duca d’Oragua, deputato poi senatore del Regno
padre don Blasco Uzeda, benedettino, poi
cavalier Eugenio Uzeda , il «pazzo»
donna Ferdinanda Uzeda, la «zitellona»
I nipoti (figli di Giacomo e Margherita): Consalvo Uzeda il principino ( featuring Antonino Paternò Castello, principe di
san Giuliano, sindaco di Palermo); Teresina Uzeda
Gli altri: Giovannino Radalì, cugino di Consalvo; Michele Radali, fratello di Giovannino e cugino di Consalvo, sposo di
Teresina; Benedetto Giulente; Matilde Palmi, sposa di don Raimondo; Isabella Fersa, amante di don Raimondo e sua
seconda moglie; la cugina Graziella, seconda moglie di don Giacomo; Baldassarre Crimi, figlio illegittimo di Consalvo
VII, «maestro di casa».
I Viceré. La struttura del testo
• Costruzione analoga e metaforica dei noni capitoli: un passaggio fondamentale della storia
nazionale si interseca e si sovrappone con un evento relativo alla famiglia Uzeda, con riflessi di
reciprocità allusivi al senso del negativo e all’impietoso nichilismo storico dell’autore.
• Tre blocchi narrativi (Parte prima, seconda e terza) composti ciascuno da 9 capitoli, senza
soluzione di continuità temporale ma con fratture anacroniche interne relative in particolare alla
storia familiare e dei singoli personaggi. Es. il terzo capitolo della prima parte).
Cap. IX, I parte: il parto mostruoso di Chiara Uzeda/rivoluzione garibaldina [allegoria
dell’annessione della Sicilia alla nuova Italia)/elezione del duca d’Oragua, don Gasparo Uzeda,come
deputato nel nuovo parlamento per il partito liberale
Cap. IX, II parte: morte di Federico e di Frà Carmelo/ conquista di Roma/liberazione di don Blasco
dal giogo ecclesiastico
Cap. IX, III parte: la decadenza morale e fisica di Teresa Uzeda/ rivoluzione parlamentare/
Consalvo Uzeda eletto deputato per il partito «democratico»
L. Pirandello, I vecchi e i giovani
• [1899?] Pubblicato parzialmente a puntate nella «Rassegna contemporanea»
1909; Prima pubblicazione integrale in due volumi nel 1913; edizione definitiva
«completamente riveduta e rielaborata» 1931.
• Tempo e luogo della storia: 1892-1894, Girgenti e Roma. Eventi storici
contemporanei: elezioni politiche del 1892; i Fasci siciliani; Lo scandalo della
Banca Romana. Retrospettiva storica: i moti antiborbonici, l’impresa garibaldina)
• Memoria familiare, ricerca documentaria, «sistema» dei personaggi,
• Grande affresco sociale a rappresentare la fase conclusiva del moto
risorgimentale in Sicilia come tragico fallimento sia della generazione che dei loro
ideali eredi ( i giovani), segnata dalla bancarotta del patriottismo.
I vecchi e i giovani l SISTEMA DEI PERSONAGGI 1.
I «VECCHI» : l’aristocrazia feudale Siciliana: i fratelli Laurentano, figli del principe
generale Gerlando Laurentano, rivoluzionario antiborbonico morto suicida in esilio
[Giovanni Ricci Gramitto, avvocato, organizzatore dei moti antiborbonici palermitani del
1848, esiliato a Malta, dove morirà di stenti. Padre di Caterina Ricci Gramitto, la madre
di Luigi Pirandello] Don Ippolito, passatista borbonico, archeologo, vive nel feudo di
Colimbetra. Il romanzo si apre con l’annuncio delle sue imminenti nozze con Adelaide
Salvo, sorella del «borghese» Flaminio Salvo, ricco proprietario di terre e di zolfare Don
Cosmo il «filosofo» (il «babbeo»), vive solitario nella tenuta di Valsanìa. E’ il portavoce
dell’umorismo pirandelliano. Donna Caterina memore dell’insegnamento paterno,
vedova del patriota Stefano Auriti [Stefano padre di LP], garibaldino morto a Milazzo.
vive dignitosamente in povertà con il figlio Roberto Auriti, rifiutando il sostegno
economico dei fratelli.
MAURO MORTARA il vecchio rivoluzionario e garibaldino, custode del Camerone del
Generale
I vecchi e ei giovani Il sistema dei personaggi 2
• I VECCHI «borghesi»: don Flaminio Salvo ricco proprietario di terre e di zolfare,
Adelaide Salvo, sua sorella che andrà in sposa a Ippolito Laurentano. Don Ignazio
Capolino, esponente del partito clericale.
• I GIOVANI : (Ger)Lando Laurentano, figlio di Ippolito, di idee progressiste e
socialiste,membro del Comitato centrale dei Fasci siciliani, dovrà fuggire in esilio;
Roberto Auriti [Rocco Ricci Granitto, zio materno di Pirandello, il più giovane dei Mille ]
figlio di Caterina Laurentano e Stefano Auriti, partecipa alle elezioni del 1892 per il
partito democratico, sconfitto, verrà poi coinvolto e arrestato per lo scandalo della
Banca Romana. Aurelio Costa, ingegnere alle dipendenze del Salvo; Nicoletta Scoto,
moglie di Ignazio Capolino, amante prima del Salvo poi del Costa, morirà trucidata
insieme a quest’ultimo durante la rivolta degli zolfatari di Aragona; Dianella Salvo, figlia
di Flaminio, innamorata di Aurelio, impazzisce alla notizia dell’eccidio.
• I POLITICI: Corrado Selmi primo responsabile dello scandalo della Banca romana si
suicida al momento dell’arresto. [Rocco de Zerbi]
• Francesco d’ Atri ,presidente del Consiglio nel 1893 [Francesco Crispi]
Pirandello e il romanzo antistorico
• Discontinuità col romanzo storico ottocentesco, acquisizione delle innovazioni del verismo, ma
proiezione nel romanzo delle riflessione sull’umorismo; orizzonte problematico, visione filosofica e
tecnica narrativa modernista
• Infrazione allo statuto dell’onniscienza del narratore con il ricorso sistematico alla focalizzazione
interna: discorso rivissuto o indiretto libero in funzione monologante e riflessiva non in direzione
mimetico-regeferenziale-documentaria; molteplicità dei punti di vista. Eliminazione del ruolo di
mediazione del narratore tra presente e passato, negazione dello storicismo
• Rivoluzione copernicana epistemologica relativa alla Storia, soggettivamente vissuta e non
oggettivamente ricostruita come successione di eventi. Il passato escluso dal racconto viene recuperato
attraverso la dimensione della memoria individuale
• Il presente e il passato sono piani temporali legati da un rapporto degenerativo
• Procedimento straniante; dalla rappresentazione referenziale alla riflessione «umoristica». Don Cosmo
ha «capito il giuoco». Lando Laurentano è più un Amleto che un Oreste.
• Scomposizione tra un presente che riflette sulle modalità di conoscenza del passato e il passato
oggetto di rappresentazione: discontinuità tra presente e passato, relativizzazione della conoscenza
storica rispetto all’enunciazione di un soggetto in un dato momento. Ogni nuovo presente è
potenzialmente un nuovo focus prospettico sul passato. Si tratta di una impostazione non storicistica
ma ERMENEUTICA.

Potrebbero piacerti anche