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- Periodo storico
Il nostro viaggio ha inizio negli anni ‘30 del 1600, anni complicati per la Francia,
dove all’epoca il re aveva il diritto divino e i cittadini erano meri sudditi, più
precisamente i gli del re, il rappresentate profano del volere di Dio, ben diverso
dal potere spirituale accreditato al Papa, che allora aveva anche un’in uenza
temporale. Il trono era occupato da Luigi XIII che però era solamente un bambino
all’epoca, incapace di governare un regno tutto da solo, perciò a reggere il trono
sale il cardinale Richelieu (1624), un politico ne che inizia ad operare perché i
poteri siano concentrati nelle mani del re, più precisamente nelle mani del reggente.
I poteri in questione sono detti assoluti, da qui il nome alla costruzione politica di
Assolutismo. L’accentramento dei poteri riguarda quelli:
1661 Il lavoro di Richelieu prepara all’avvento del Re Sole: Luigi XIV. Prima
della sua ascesa al trono, la Francia diventa protagonista di una profonda crisi data
dalla presenza di un reggente non più francese: Mazzarino (1643). La grande
aristocrazia (Nobiltà di Spada), appro ttando del momento di debolezza, si
munisce di armi e da il via a una delle rivolte più famose della storia: la Fronda
(1648-1653). Mazzarino impiegherà quattro anni a domare la rivolta ma una volta
domata, nulla più fermerà il regime assolutista se non la Rivoluzione Francese.
Luigi XIV muore nel 1715.
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Jean Rousset è un saggista e studioso del Barocco, un movimento culturale che
considera il bello come qualcosa di sfarzoso, eccessivo e che da importanza alla
trasformazione e al movimento in contrapposizione all’armonia e alla proporzione
del Rinascimento; le gure retoriche cardine del periodo è l’iperbole e la metafora.
Rousset osserva questo periodo ne “La littérature de l’âge baroque en France. Circé et le
paon.”. Il sottotitolo si riferisce alla mitologia greca, come ben si nota, in particolare
alla maga Circe che trasforma gli uomini in maiali e in sassi, gli stati di
trasformazione sono alla base del Barocco. “Apollo e Dafne” è la rappresentazione
gurativa, realizzata dal Bernini, del famoso mito narrato ne “Le Metamorfosi” di
Ovidio: la ninfa che tenta di sfuggire al Dio ma che fallendo, si trasforma in albero
di Alloro appena viene toccata. Il momento rappresentato è quello dell’avvenire
della trasformazione, non prima e non dopo, perché come dirà a Luigi XIV
riguardo il suo busto, realizzato osservando il re durante lo svolgimento delle sue
azioni quotidiane: “Un uomo non è mai così simile a sé stesso come quando è in
movimento”. Gli anni del regno di Luigi XIV sono quelli dove si riesce a notare la
reazione al Barocco con l’arrivo del Classicismo difatti “La princesse de Clève” è un
romanzo che contiene principi estetici opposti al Barocco e che abbracciano questo
periodo appena citato, la letteratura francese di questo periodo rappresenta il lento
vicendarsi dei gusti.
- Estetica barocca
Il movimento barocco va dal 1580 no alla prima metà del Seicento. A quello detto
in precedenza, va ad aggiungersi l’elemento della sorpresa, questo va a giusti care
la presenza di maghi, di streghe ed incantesimi all’interno del teatro di questo
periodo (“Romeo e Giulietta” ne è un’esempli cazione). Il Barocco è un’estetica che
gira intorno allo splendore, come già detto, che ama il lusso (Galleria degli specchi a
Versailles). Nel romanzo questi principi estetici vengono resi attraverso la
rappresentazione di:
• in medias res. Si viene catapultati all’interno della narrazione nel bel mezzo di
una vicenda e successivamente si ricostruiscono gli eventi del passato, nella
narratologia, la tecnica viene de nita come analessi (l’anticipazione è la
prolessi);
• aggiunta di storie secondarie. Ne “L’Astrée” di Honoré d’Urfé sono più di
quaranta storie secondarie, molto spesso trattano di peripezie e avventure;
• inverosimiglianza, meraviglioso. Non si ha paura di utilizzare la magia
all’interno dei romanzi perché i lettori dell’epoca non lo ritenevano scandaloso.
Questo cambierà in maniera radicale più avanti con la ricerca di qualcosa di
realistico.
Il romanzo pastorale, come “L’Astrée”, è uno dei generi romanzeschi più gettonati
del Barocco. I protagonisti sono pastori e pastorelle con un grado di cultura elevato
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che ragionano sulla loso a e del sentimento amoroso servendosi di strumenti
raf nati. È un mondo idealizzato dove non c’è traccia di materialità e di quello che
all’epoca veniva considerato come volgare. Il romanzo pastorale è composto da una
quantità abbondante di volumi, difatti l’abbondanza è uno dei principi cardine del
Barocco. “L’Astrée” è una sintesi delle conoscenze dell’epoca e contiene storie
d’amore che continuano la catena degli amori interrotti, l’amore non ricambiato
per la rincorsa di un altro. Più nel teatro troviamo i cambiamenti di genere, spesso
si tratta di uomini che si rivelano fanciulle o viceversa per poter stare vicino al loro
interesse amoroso. Il romanzo realista (“Le Roman comique”) è pensato per la
rappresentazione teatrale al cui interno sono presenti un carro di testi e una troupe
di attori che cercano di guadagnare tramite il fare discorsi, il quotidiano viene
utilizzato proprio per far ridere.
Due dei salotti più noti dell’epoca erano quello di Madame de Rambouillet, più
aristocratico, che si teneva nell’Hotel de Rambouillet e quello di Mademoiselle de
Scudéry, che riceve di sabato, il centro dove verranno elaborati i cicli del
Preziosismo. La roulle è lo spazio fra il muro e il letto ma che all’epoca indicavano
discorsi dell’ambito prezioso che potevano essere giochi, indovinelli etc. che
permettono di esercitare la creatività e le arti. La conversation è un punto
fondamentale dell’istituzione, il saper conversare bene era un requisito
fondamentale senza essere però pedanti. La nozione di honnêteté indica il
divertimento attraverso modi raf nati, in Italia questo era già presente un secolo
prima nella Corte di Urbino con Baldassare Castiglione che scrive “Il Cortigiano”
cioè la persona che sa comportarsi come si deve a corte, cioè l’honnête homme o
femme. Non si impone la propria opinione e se si conoscono molte cose su un
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determinato argomento, bisogna evitare di essere pedante e da qui si cominciano ad
elaborare una serie di formule di cortesia, usi e costumi che entrano anche nel
linguaggio. Le bienséance sono una serie di norme etico-moral, comunemente
accettate da tutti e cercando di non infrangerle perché la trasgressione sarà
introdotta dalle avanguardie, ad esempio nel teatro Barocco c’è una forte presenza
di violenza che in questo momento viene rigettata, ci sarà infatti un personaggio
che illustrerà la scena in questione. Nelle bienséance c’è ubbidienza da parte dei
gli al padre ma più tardi nella commedia ci sarà un a ribellione.
I. Analisi
“Clélie, histoire romaine” non ha a cuore le peripezie e le avventure come il classico
romanzo barocco ma comincia a rivolgere la propria attenzione alle profondità del
cuore. Queste sono le basi per il passaggio al romanzo psicologico con “La Princesse
de Clèves”.
pag. 73-75 L’incipit del passo ci mostra Clélie che prende parola e comincia a
ragionare sulla cosiddetta tendresse, il tendre ami si trova a mezza strada tra
l’amico comune e l’amante. “Jugez […] en conjure” è una forma di cortesia, la
presa di parola si fa non imponendo agli altri la propria opinione. “le coœur
tendre” è una dote con cui si nasce naturalmente e non viene inculcata tramite
l’educazione, la tendresse comporta una serie di virtù che si hanno senza
educazione; la concezione preziosa dell’amore si collega all’amor cortese. “La
tendresse […] plus divertissante” nel ventunesimo secolo un gesto di galanteria è
un gesto di omaggio da parte di un uomo a una donna ma nel sedicesimo è il gioco
di seduzione fra i due. Secondo Clélie, che traduce le parole delle Preziose,
l’attrazione reciproca deve essere presente altrimenti si sfocerebbe nell’ordinario, la
tendresse è un ideale elevato e sublimato che viene facile solo a chi possiede un
cuore gentile dalla nascita. “la perfection de l’amitié” questa breve ma
fondamentale frase racchiude l’elemento essenziale della letteratura preziosa
ovvero la sublimazione. “les grands services” il trende ami è qualcuno attento alle
piccole cose e che è pronto a rischiare la reputazione per il proprio amore. I periodi
sono ipotattici ovvero carichi di subordinate così che il testo diventi più ricco
sintatticamente (nella paratassi prevale la coordinazione). “En effect […] de
choses” la passione o lo sgretolamento dell’amore è qualcosa su cui si perde il
controllo, per le Preziose il sentimento va controllato e ci si avvicina lentamente e
con cautela. Il sentimento in questione lo rappresenteranno attraverso la Carte de
Tendre che è simile a un gioco di società. Per arrivare a Tendre si possono
prendere tre vie che sono due strade e un ume, durante il nostro percorso ci si
può fermare per svariato tempo in diverse città senza alcuna fretta o altrimenti
verrai travolto da un ume, l’Inclination (l’attrazione amorosa), che ti trascinerà
no al Mer Dangereuse e da qui l’unico appoggio saranno le Terres Inconnucs.
- La Carte de Tendre
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La Carte de Tendre è una vera e propria metafora cartogra ca dei sentimenti
umani e Tendre è il punto di arrivo del mio viaggio e si raggiunge attraverso tre
strade (verrà disegnata tre volte):
Jon Elster è un sociologo, autore di “Ragione e Ragioni”, dove ri ette sulle ragioni
che ci spingono ad agire. Paul Ricœur fa un indagine sul cuore umano, per lui
l’etica del sospetto ha a che vedere con il pensiero dei moralisti, da Nietzsche no
ai giorni nostri, pongono il dubbio sulle ragioni ultime delle azioni umane.
Analizzeranno anche La Rochefocauld, amante di Madame de La Fayette e
frondeur (ribelle dell’assolutismo).
- “Le Maximes”
Scrittori come Pascal o La Fontaine hanno in comune con La Rochefoucald una
forma di scrittura breve e frammentaria (Pascal scrive pensieri), brevi
componimenti in versi isolati che ci parlano della società dell’epoca e le “Maximes”
sono ri essioni in forma gnomica (forma in sentenza). L’opera è in esergo (breve
citazione posta nella pagina che precede l’inizio del libro) e inizia spiegando come
le virtù dell’uomo permettevano, in un’ottica cristiana di avvicinarsi a Dio (Dante e
Beatrice, un amore terreno che epura per avvicinarsi a Dio, l’esempio per
eccellenza dell’Amor Cortese); è una visione ottimistica dell’uomo che viene
declassata dai Giansenisti.
II. Analisi
1. “intérêts” le nostre scelte sono sempre interessate e mai autenticamente
generose. “les hommes sont vaillants et que les femmes sont chastes” si
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prendono in considerazione due virtù: il coraggio per gli uomini e la castità per
le donne. Entrambi non sono realmente così ma solo alimentati da tali virtù;
6. la passione rende folle l’uomo più abile e abile quello più tonto. La visione
giansenista intacca il libero arbitrio;
9. “dé er” dif dare di sé stessi perché ciò che sembra ragionevole è in realtà sola
apparenza;
- Trama
“La princesse de Cléves” racconta di una ragazza di soli quindici anni, cresciuta in un
convento, che ignora tutto dell’amore perché non lo conosce. Debuttante a corte, è
bellissima e in molti chiedono la sua mano mentre la sua famiglia valuta i
corteggiatori in base al rango sociale; fra gli spasimanti verrà scelto Monsieur de
Cléves, un giovane uomo di cui la protagonista ha alta stima tuttavia la ragazza si
innamorerà del duc de Nemours, un dongiovanni e estremamente affascinante.
Madame de La Fayette ci accompagna in un viaggio letterario drammatico di una
giovane donna che non riuscirà a decifrare il proprio cuore in tempo, prima che gli
altri presenti a corte se ne accorgano.
La morte accidentale di Enrico II apre la stagione delle guerre di religione fra
cattolici e protestanti, quest’ultimi in francia detti ugonotti. La lotta si concluderà
alla ne del Cinquecento con l’Editto di Nantes (1598) che consentiva ai
protestanti di professare la propria confessione. Il romanzo si chiude con la morte
del sovrano e il ritiro dalla vita della protagonista, un’operazione di consonanza che
la scrittrice crea fra un momento personale dell’eroina e il quadro storico nello
sfondo.
III. Analisi
pag. 45-46 “magni cence et la galanterie” L’incipit illustra il mondo barocco
dell’epoca attraverso l’uso dell’iperbole. “galant, bien fait et amoureux” con
un’intensi cazione iperbolica della bellezza e difatti questo principe era, questi
termini preannunciano i suoni delle melodie che si svilupperanno nel romanzo. I
temi introdotti sono lo sfarzoso mondo della corte mentre il secondo la passione
amorosa. “quoique” Indica come il re, nonostante si fosse innamorato vent’anni fa,
prova ancora una passione “violent” per la sua amata: Madame de Lafayette ci
pone davanti al tema dell’irrazionalità dell’amore. “paraissaient […] paraissait”
In italiano si traduce come “apparire” perché lo sfarzo è solo in apparenza, così
come la tranquillità della regina: il romanzo lo denuncia come fallaceo. C’è un uso
insistente del verbo in questione, occorrenze, che rafforzano questa doppia facciata
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del mondo descritto come “divertissements” visto in Pascal che denuncia gli atti
mondani descrivendoli come distrazioni da ciò che davvero è importante.
“était belle” Idealizzazione preziosa della bellezza. “Semblait” Madame de
Lafayette ci indica come in realtà la regina provasse gelosia nei confronti
dell’amante e con “dissimulation” lascia al lettore giudicare il tutto. È presente la
gura del narratore, la voce parlante del romanzo ben diversa dall’autore. Bisogna
distinguerli perché molte volte i pareri dei due possono essere discordanti, questo
narratore in particolare, che non emette giudizi, tenta di rimanere nascosto
lasciando al lettore elementi per formare la propria idea. Si parla di narratore
impersonale, un concetto che ritroviamo nel saggio di Jean Rousset. È una
scenogra a.
pag. 91-92-93 Alla ne della prima parte morirà la madre della protagonista.
Nella visione giansenista il soggetto brancola nel buio perché è preda delle passioni
mentre chi guarda da fuori ha maggiore consapevolezza di ciò che sta accadendo: la
madre della protagonista è uno dei personaggi che prima capisce i sentimenti della
glia. La madre è stata nora la guida della giovane protagonista, sia a corte che
per le questioni di cuore ed ora la giovane donna si ritrova da sola all’interno di un
labirinto a lei sconosciuto. “violences” La parola appare più volte sottolineando
come il sentimento amoroso sia distruttivo e bisogna essere violenti per potergli
resistere. La dignità è dif cile da mantenere e la passione in questa concezione è
un mostro che si impadronisce del soggetto e non l’abbandona più perché
razionalmente non si smette di essere innamorati. “comme les autres femmes”
Nonostante sia un romanzo classicista, sappiamo che l’autrice si è precedentemente
nutrita di romanzi Preziosi che impongono il “se tirer du commun des femmes” e
ritroviamo nel testo un ideale elevato dell’amore che si rifà al Preziosismo. La
protagonista ha la reazione psicologica della paura, “défendrait” ci suggerisce
come il sentimento della protagonista sia un pericolo. “s’attacher” Non è un caso
che dopo la morte della madre cerca di seguire il suo consiglio, dove veniva
menzionato come la gioia a cui poteva aspirare una donna era proprio il s’attacher a
suo marito. “semblait” È l’illusione della razionalità, una mera apparenza.
pag. 110 La protagonista ricomincerà a pensare alla sua relazione con il Duca e
a considerare di rivelare i suoi sentimenti al marito dopo che lui le racconterà una
delle quattro storie secondarie: quella di Madame de Tournon. La donna,
protagonista della storia, è una vedova che intrattiene una duplice storia d’amore a
discapito dei due uomini interessati. La donna all’improvviso muore e i due amanti,
entrambi amici, non sono a conoscenza di piangere la stessa amata. È un dolore
straziante, un amore e un odio allo stesso tempo, che rende incapace un
chiarimento; ritroviamo il tema della super cialità delle emozioni. Lo zio della
protagonista avrà addirittura tre amanti e Madame de Tournon, come l’uomo, ha
una profonda dissimulazione sia in pubblico che nel privato.
pag. 122 “La raison […] elle jugea […]” I gesti che si compiono sono
giusti cati da una motivazione e anche per la protagonista è così nonostante lei non
si accorga di ciò che pensa realmente. I giansenisti ritenevano il tutto come un
“vedersela” con la propria coscienza, queste sono ragioni e l’amour propre è abile a
consigliarle. Il far nta di niente comporta il diventare complice del Duca, andando
a stabilire un’intimità fra i due. Formule della raf natezza preziosa del linguaggio,
come « Si vous avez vu ce que j’ai osé faire, ayez la bonté, madame, de me
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laisser croire que vous l’ignorez ; je n’ose vous en demander davantage. », fanno
parte di un mondo estremamente civilizzato e dove i codici della comunicazione
sono estremamente attenti. Fra queste righe troviamo la potenza della passione e
l’impotenza del soggetto difronte ad essa, questo comporta due conseguenze:
l’impressione di un labirinto e realizzazione del fallimento. Quando le cose
diventeranno chiare alla coscienza sarà troppo tardi, i momenti di ri essione della
protagonista ne sono un esempio dove non può che constatare il suo fallimento.
pag. 132 Ci viene presentato lo zio della protagonista, un libertino che ha una
relazione con tre donne differenti e che cattura l’attenzione della regina: Caterina
De’ Medici. La donna gli chiederà di intrattenere una relazione solamente con lei,
l’uomo cercherà di impegnarsi a mantenere questa promessa ma senza successo. Lo
zio della Principessa riceverà la lettera di un amante tradita che nirà nelle mani
del Duca. L’uomo la perderà ad uno degli eventi e arriverà in ne alla protagonista
che crederà sia in realtà del Duca. La morte del Duca di Guisa nelle crociate è un
altro esempio di retrete perché morirà con la certezza che la Principessa non lo
ricambierà mai. I maleurs anticipati dalla madre si sono manifestati. “Mais elle se
trompait elle-même” Abbiamo l’intervento del narratore che sa più del suo
personaggio, la Principessa non conosce la ragione del suo dolore che è la gelosia.
pag. 165 “elle en fut […] s’imaginer […]” Questo è uno dei momenti di
solitude. Il soggetto non si riconosce più e diviene oscuro a sé stesso, si ritrova
quindi in un labirinto come detto dai giansenisti. Dio è nascosto e l’uomo non
conosce le sue decisioni, portandolo a non darsi di nulla e di nessuno, nemmeno di
sé; le virtù, come sostiene La Rochefocauld, sono vizi mascherati. In queste righe si
osserva come la Principessa comunica con la sua coscienza, è un Soliloque
Rapporté. “le dessein” Il soggetto non sceglie le azioni che compie e le passioni
accecano la vista, come già detto si diviene oscuri a sé stessi, è un attacco al libero
arbitrio della concezione giansenista. Siamo in presenza di una voce narrante
discreta, che non si sovrappone ai personaggi e allo stesso tempo non ci rivela mai
più di quello che il personaggio stesso arriva a capire di sé anche se spesso la
Principessa si dissimulerà. Giovanni Macchia ritiene queste dissimulazioni in
realtà inibizioni.
Jean Rousset considera l’amore, così come viene rappresentato in questo romanzo,
come paradossale perché l’amore fra i due li separa. Se il Duca manifestasse il suo
sentimento la dichiarazione scomparirebbe come un incantesimo. È una visione
estremamente negativa del sentimento amoroso, il Duca non manterrà il segreto
dopo aver assistito alla scena della confessione e la racconta allo zio della
Principessa. L’uomo lo racconterà a corte e la voce arriverà sia alla protagonista
che a suo marito, entrambi si accusano a vicenda ma giungono alla stessa
conclusione: sospettano del Duca; questo gesto viene indicato sulla Carte de
Tendre viene indicata come la città di Indiscritìon.
pag. 228 Le Raison de devoir et de repos sono la certezza che un giorno non
sarà più amata, l’amore non dura perché il cuore umano è perverso e sono fallaci i
sentimenti che lo animano; questa idea la ritroveremo in Proust nel Novecento.
pag. 233 Il riposo è la atarassia dei loso greci, lo stato di emozioni violente e
di equilibrio emotivo. Nella visione giansenista l’uomo, come accennato, non si
riconosce. Ci ripensa e la razionalità non riesce a contenere il turbamento delle
passioni, anche se ne è felice, contraddittorio.