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Appunti su: “Elegia latina e alessandrina”

Quintiliano: “Elegia quoque Grecas provocamus” (Institutio Oratia X)


Anche nell’elegia gareggiamo con i Greci.

Tibullo, definito elegante e raffinato, Properzio a volte preferito a Tibullo, Ovidio più manierato,
Gallo aspro.
Cornelio Gallo, anche se è posto all’ultimo, è il primo a scrivere elegie.
È esortato da Virgilio (Bucolica X) dopo che venne abbandonato dall’amante Licoride.
Cornelio Gallo vive tra il 69 e il 26 a.C a Forum Livii, l’odierna Forlì.
Patteggiò per Augusto, ma poi venne accusato di tradimento dallo Stato, venne poi spinto al
suicidio. Gli vengono attribuiti quattro libri di Amores.
Si è rifatto a Euforione di Calcide. Si conservava solo un pentametro fino al 1979 quando si scoprì
un papiro che conteneva quegli elementi facenti parte della poetica di Gallo.
I linguisti li attribuirono a Gallo, da quel momento fu considerato l’iniziatore dell’elegia latina.
Il termine domina e il termine nequitia sono caratteristiche dell’elegia.
 La domina è la padrona assolta della vita del poeta causa delle sofferenze del poeta.
 La nequitia è la vita sregolata che conduceva il poeta in quanto dedicata al negotium per la
donna amata.
L’amore è una dipendenza dall’amata, schiavitù. Licoride è un nome fittizio che indicava una certa
Ciperide, una certa cortigiana amante anche di Antonio.
Gallo si rifà a Catullo che ne anticipa i temi. Da Catullo si riprende l’amore come centro
dell’esistenza, il ruolo della donna come vera e propria domina.
Prototipo dell’elegia latina sono i Carmina 68 e 76.
 Il carme 68 (Laodamia e Protesilao) è una contaminatio tra mito e lirismo autobiografico.
 Il 76 è un soliloquio. In cui si analizza la storia d’amore infelice per Lesbia, nella seconda
parte si rivolge agli dei misericordiosi per porre fine a questo morbum.
L’elegia latina affonda le radici nell’elegia alessandrina o nell’epigramma ellenistico greco.
L’elegia greca nasce nel VII secolo a.C che oltre al distico elegiaco aveva come caratteristica la
ποικιλια (varietà di temi).
Nel V sec a.C l’elegia decade per lasciare il posto al teatro.
L’elegia rinasce nell’età ellenistica, perché il polites non essendo più tale, perché non fa parte più di
una città, non è un suddito e non esiste più una comunità) si rifugia nel privato, la poesia fredda
manieristica, l’importante era il labor lime, l’amore verrà cantato oggettivamente perché esso era
visto come scienza per fare colpo sul pubblico, sui filologi si trattavano dei temi e dei miti poco noti
in maniera sistematica.
Ermesianatte di Colofone e Fileta di Cos sono due rappresentanti.
L’elegia ellenistica è elegante e raffinata e accentua l’elemento patetico.
Antimaco di Colofone (V-IV sec. a.C.) compone un poemetto per Lida (riguarda la morte ella
donna) serve per rievocare i miti di un amore tragico del passato.
Il legame tra autobiografia e mito Callimaco lo definì grossolano, fu ammirato da Platone.
Inaugurò un nuovo tipo di poesia dal contenuto amoroso ed erudito, presenta uno stile enfatico e
magniloquente, colpisce l’elemento eziologico (andare alle radici di un termine di un morte,di una
festivita ecc.) Definito τελεομεσοϛ (dal verbo τελεομεσατο), per spiegare il colle beotico
Teleomeso dove si trova la grotta di Europa.
Fileta di Cos (IV - III sec. a.C) fu chiamato come precettore per Tolomeo Filadelfo, ad Alessandria
centro della cultura ellenistica.
Precede Callimaco come esponente di questa nuova cultura, anticipa la stagione dei filologi.
Tranne Aristofane, nessuno aveva trattato argomenti di poetica: d’ora in poi i poeti stessi
dichiareranno la propria poetica (dichiarazione di poetica) basata su: παγνιον (gioco raffinato) e
ποιλικια / πολυεγια (varietà di toni e temi)
Opere:
 Aτακτοι γλόσσα: raccolta teleologica di Fileta di Cos in cui raccoglie i termini greci più rari
a cui facevano riferimento i poeti nel momento di arricchire i propri testi.
 Demetra: in distici
 Ermes: in esametri
 Elegia per Bittide: (donna amata) in distici
 Παιγνια: “scherzi eruditi”
Alcuni poeti latini come Ovidio e Properzio parlavano di lui; quest’ultimo si dice ispirato dalla sua
poesia e Ovidio lo annoverava tra i maggiori poeti d’amore (Ars Amatoria)

Ermesianatte di Colofone (IV-III sec. a.C.) dedica un componimento elegiaco in 3 libri per
l’amata Leonzio, in cui narra storie amorose che si intrecciano.
Nel I libro c’è la storia d’amore di Polifemo e Galatea; ci sono anche altre storie come Dafni e
Menalca.
Nel II libro viene narrata la storia di Arsinoe e Arceofonte, non ricambiato, si lamenta e si lascia
morire di fame; Arsinoe viene trasformata in una rupe.
Nel III libro sono contenute altre storie d’amore, ma sono amori bizzarri (Alceo e Saffo, Socrate e
Aspasia, Omero e Penelope): il tono elegiaco è raggiunto dall’impossibilità dell’amore.
Caratteristiche: erudizione, uso di forme linguistiche desuete struttura del pentametro particolare
(aggettivo e sostantivo scissi: l’aggettivo alla fine del primo emistichio e il nome alla fine del
secondo).
Non è presente l’elemento biografico: l’elemento preponderante è la mitologia.
È più oggettiva che soggettiva. Si parte dalla sua esperienza d’amore per poi andare all’erudizione
(aborto dell’amore).
A Callimaco si rifaranno Virgilio e Ovidio; quest’ultimo per Aconzio e Cidippe (per i quali
Callimaco parlerà della stirpe degli Aconziadi); Virgilio per l’eziologia dei popoli del Lazio.
Che l’elegia latina sia derivata da quella alessandrina è sostenuto dal filologo Leo; mentre Jacoby
sostiene la derivazione dall’epigramma. La prima tesi è rifiutato perché in quella latina è presente
l’autobiografia.

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