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Guido Cavalcanti
Biltà di donna e di saccente core
Opera: Rime Metro: sonetto
a bellezza dell’amata è descritta come qualcosa di la candida neve, gli ameni ruscelletti e i fiori colora-
L infinitamente superiore a tutte le cose belle e gra-
devoli: i nobili cavalieri riccamente armati, le navi bel-
ti non possono reggere il confronto con la bellezza del-
la donna. Addirittura, nessun’altra donna, per quan-
le e voloci, il canto degli uccelli, la serenità dell’alba, to bella e saggia, può stare alla pari con l’amata.
IN PRIMO PIANO
ANALISI DEL TESTO I temi e le scelte stilistiche
Il superamento del plazer Il poeta apre il componimento di sapienza espresso nell’incipit del componimento è da ri-
con un elenco di cose piacevoli che occupa per intero le collegare alla canoscenza del v. 12. In particolare, questa
due quartine, mostrando di voler riprodurre il genere pro- caratteristica non si limita a superare la virtù del saccente co-
venzale del plazer: in ambito italiano non si può non rinvia- re, ma è segno distintivo dell’amata in mezzo alle altre don-
re a un componimento famoso, Guido i’ vorrei che tu e Lip- ne, trattandosi di una sapienza tanto superiore alla loro,
po ed io, che Dante invia proprio a Cavalcanti. Tuttavia, il quanto il cielo è più grande della terra. Il paragone non è ri-
plazer s’interrompe bruscamente al v. 8, perché con le terzi- preso a caso: si tratta infatti di un tema ricorrente nell’Anti-
ne irrompe un nuovo genere poetico: quello della lode del- co Testamento, molto spesso proprio riguardo alla sapienza
l’amata. La bellezza, il valore e il nobile cuore di costei fan- divina. Inoltre, la biltà che apre il sonetto ritorna nella belta-
no impallidire tutte le piacevolezze elencate nei versi prece- de del primo verso delle terzine. Dietro una apparente sem-
denti: come lo stesso Cavalcanti scrive in un altro sonetto plicità, il sonetto presenta dunque un fitto gioco di rimandi,
(Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira, al v. 9), la bellez- e mostra la straordinaria perizia tecnica di Cavalcanti; si
za della donna è tale che quasi non la si può descrivere (non consideri, in particolare, il fatto che il verbo e i soggetti com-
si poria contar la sua piagenza). paiono solo ai vv. 9-10: i soggetti sono la beltate, la valenza
Rispetto al resto della produzione cavalcantiana, nella quale pre- e il gentil coraggio dell’amata, il verbo è quel passa del v. 9
vale il senso del dolore, a volte angoscioso, provocato da che apre le terzine.
amore, qui l’atmosfera è decisamente più leggera, spen- Un verso che ha fatto storia Degno di nota è il v. 6, e
sierata: la bellezza della donna, infatti, non è qui foriera di lut- bianca neve scender senza venti. Esso introduce un ele-
to, come in altri sonetti, quali per esempio Tu m’hai sì piena di mento nuovo nel tradizionale elenco del plazer, e la sua
dolor la mente o Voi che per li occhi mi passaste ’l core. semplice eleganza rimarrà impressa nella memoria e nei ver-
Una semplicità solo apparente Sul piano compositivo, si dei maggiori poeti italiani del Medioevo. Se ne trova infat-
dunque, il sonetto è diviso nettamente in due parti, giacché ti riflesso in Dante, che nell’Inferno scrive: come di neve in
sul plazer delle quartine s’innesta il tema della lode della alpe sanza vento (XIV, 30), e in Petrarca, che nei Trionfi, de-
donna che caratterizza le terzine, con una brusca virata di scrivendo l’incarnato della donna, dice: pallida no, ma più
genere poetico. Vi sono tuttavia anche elementi di conti- che neve bianca, / che senza venti in un bel colle fiocchi (Il
nuità tra le due parti del sonetto. Per esempio, il concetto trionfo della morte, I, vv. 166-167).
Approfondimenti
6. Rifletti sulle modalità di lode della donna nello Stilnovo: quali sono le caratteristiche ricorrenti che le vengono
attribuite? (circa 25-30 righe)