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Espressionismo

l’esasperazione della forma


Oskar Kokoschka
Egon Schiele
Oskar Kokoschka (1886-1980)
Nasce a Pöchlarn, Austria, ma viennese per formazione dove
studia alla Scuola di arti decorative di Vienna, la stessa
frequentata da Klimt.
Ironico e dissacratore, si rivela un personaggio scomodo sia per
il temperamento artistico che per le posizioni sociopolitiche
assunte e per le amicizie con gli intellettuali progressisti e gli
artisti innovatori come Adolf Loos e Egon Schiele.
Rinuncia all’insegnamento presso la Scuola di Arti decorative e
allo scoppio della guerra si arruola volontario e nel 1915 rimane
gravemente ferito.
Dopo una lunga convalescenza si trasferisce a Dresda dove
ottiene una cattedra nell’Accademia della città.
Pittore e scenografo, espone in tutta Europa.
Sposa Olga Palkovska, sua musa ispiratrice.
Nel 1938 è accusato dal regime hitleriano di essere un artista
degenerato e antitedesco, per cui si rifugia a Londra, ottenendo
la cittadinanza britannica
Soggiorna a lungo negli Stati Uniti per ritornare poi in Europa e
stabilirsi sul Lago di Ginevra fino alla morte, a 94 anni.
Ritratto di Adolf Loos
Nella ritrattistica
Kokoschka scava dentro
i suoi personaggi
facendone un’indagine
psicoanalitica per
mostrarne l’indole, i
sentimenti e le
debolezze.
Nel ritratto di Loos
l’artista dimostra di aver
Ritratto di Adolf Loos, Oskar Kokoschka, 1909, olio abbandonato la lezione
su tela, 74x91 cm, Castello di Charlottenburg, Berlino di Klimt a favore di una
ricerca nuova e
personale.
Il dipinto mostra un
nervoso rincorrersi di
pennellate brevi e
frammentarie su uno
fondo blu scuro.
L’artista tralascia
qualsiasi naturalismo
anche proporzionale,
come è ben visibile dalle
mani grandi e nodose.
L’espressione del volto è
Ritratto di Adolf Loos, Oskar Kokoschka, 1909, olio
ottenuta con moti
su tela, 74x91 cm, Castello di Charlottenburg, Berlino rotatori del pennello
che rimandano
all’espressività di alcuni
ritratti di Van Gogh.
La struttura del
personaggio è frutto di
una precisa scelta
compositiva, in cui
braccia e mani
intrecciate disegnano un
esagono.
Lo sfondo scuro mette
molto in risalto il chiarore
del viso e delle mani.

Ritratto di Adolf Loos, Oskar Kokoschka, 1909, olio


su tela, 74x91 cm, Castello di Charlottenburg, Berlino
Nei dipinti di Kokoschka si trova, di solito, la figura delle mani in
risalto perché, secondo l'artista, esse evidenziano la personalità
del soggetto.
La sposa del vento o La
tempesta
Nel dipinto l'artista proietta
le proprie tensioni, i propri
dubbi, le proprie
angosciose.
La tela rappresenta la fine
del travolgente e
tormentato rapporto
d'amore che ha legato
l'artista ad Alma Mahler,
La sposa del vento o La tempesta, Oskar vedova del musicista.
Kokoschka, olio su tela, 181x220 cm, Kunstmuseum
Öffentliche Kunstsammlung, Berlino
I due amanti sono rappresentati in
uno scomposto letto di nubi,
circondati dalla tempesta di
passioni, vissute con
un'intensità devastante d'un
amore totale.
Le due figure sembrano essere
contenute all’interno di due
circonferenze.
Al convulso agitarsi delle passioni si
oppone il sonno sereno della donna,
rannicchiata con tenerezza contro il
corpo nudo dell'amato.
Kokoschka si rappresenta
desto, con gli occhi che
guardano lontano e le
nodose mani intrecciate.

I colori torbidi e impastati con


apparente disordine, il mulinare
dello sfondo misterioso,
partecipano al disordine interiore e
all'angoscia che dilaniano l'autore.
Egon Schiele (1890-1918)
Nasce a Tulln, Austria, Leon Egon Adolf Schiele, compie i suoi
primi studi a Klosterneuburg, vicino Vienna.
Rimane orfano di padre e passa sotto la tutela di uno zio che
acconsente alla sua iscrizione all’Accademia di Belle Arti di
Vienna che poi abbandonerà.
Dimostra eccellenti doti naturali, caparbietà ed entusiasmo.
Ventenne si trasferisce a Kruman, cittadina della Boemia che ha
visto nascere la madre.
L’ambiente di provincia non accetta lo stile di vita
anticonvenzionale di Schiele, che spesso fa posare giovani
modelle per i suoi nudi.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene chiamato alle
armi, questo non gli impedisce di tornare più volte al suo atelier a
lavorare.
Partecipa con successo a varie mostre a Zurigo, Praga, Dresda.
Viene contagiato insieme alla moglie dall’epidemia di febbre
spagnola ed entrambi muoiono a pochi giorni di distanza, ancora
giovanissimi.
Schiele è attratto dalla figura umana e dalla straordinaria gamma
espressiva che essa gli offre.
I riferimenti a cui attinge nella sua pittura sono i Fauves francesi, i
tedeschi della Die Brϋcke, Munch.
Nella sua pittura estrinseca le passioni e i turbamenti più
profondi.
Scava nei suoi personaggi per metterne a nudo l’anima,
proiettando autobiograficamente in essi le inquietudini che lo
attanagliano.
Il corpo umano é rappresentato
contorto in pose esagerate e
innaturali, con un'espressività
sottolineata da colori lividi.
Schiele non è interessato alla
bellezza classica ma alla
rappresentazione della morte nel
corpo vivo.
I suoi corpi emaciati e tormentati
sono la rappresentazione della
ricerca della morte e del desiderio
sessuale, senza alcun
sentimentalismo.
L'erotismo e la morte sono
Nudo femminile seduto di schiena
rappresentati attraverso corpi, distorti,
con drappo rosso, 1914, matita spesso mancanti di parti anatomiche,
guazzo e acquerello su carta, 48,2x31,8
cm, Graphische Sammlung Albertina, o resi deformi da un'esagerata
Vienna sproporzione di alcune parti.
Schiele matura un tratto nitido e
secco, senza incertezze, senza
nessuna concessione al
decorativismo o al compiacimento
estetico.
Nelle mani nodose dei suoi amanti,
negli scheletrici volti femminili, nella
rappresentazione dei seni o del pube
tra gli squadrati panneggi di vesti
succinte si riscontra sempre
un’incredibile forza d’impatto e di
ribellione.

Nudo femminile seduto di schiena con


drappo rosso, 1914, matita guazzo e
acquerello su carta, 48,2x31,8 cm,
Graphische Sammlung Albertina, Vienna
Nudo femminile seduto di schiena
con drappo rosso
Un disegno acquerellato in cui la
donna è ritratta di spalle, con la testa
ruotata a sinistra e le braccia
sollevate.
Presenta un profilo spigoloso e
intenzionalmente sgraziato, in
particolare per l’anatomia delle mani
e delle spalle.
Nel segno crudo si evidenzia
l’istintività di un artista che poco più
che ventenne ha già una visione del
mondo estremamente drammatica.
Nudo femminile seduto di schiena con
drappo rosso, 1914, matita guazzo e
acquerello su carta, 48,2x31,8 cm,
Graphische Sammlung Albertina, Vienna
La forza espressiva del drappo rosso
che cinge i fianchi ha forti
connotazioni sensuali.
Antinaturalistici tocchi di acquerello
verde-azzurro sono sulla schiena,
sulle mani, sulle braccia e sul volto.

L’assenza di qualsiasi
ambientazione, isola la figura in uno
spazio vuoto, è come se il
personaggio è lasciato solo con se
stesso e al proprio destino.

Nudo femminile seduto di schiena con


drappo rosso, 1914, matita guazzo e
acquerello su carta, 48,2x31,8 cm,
Graphische Sammlung Albertina, Vienna
Guazzo o gouache
È un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco con
l'aggiunta di un pigmento bianco, biacca o gesso, mescolato
con la gomma arabica. Il risultato è un colore più coprente e
più luminoso rispetto al normale colore a tempera.
L’abbraccio, o Gli amanti, Egon Schiele, 1917, olio su tela, 150x170 cm,
Österreichische Galerie, Vienna
La scena rappresenta l'abbraccio di due amanti, non ha niente a
che vedere con il sesso, o con l'amore, immortala il momento
successivo all'atto sessuale ed esprime con forza un sentimento
di struggente disperazione per l'imminente distacco.
Esprime il senso di caducità che ammanta l'esistenza, per cui
tutto ciò che ha un inizio è destinato a finire.
Il corpo teso dell'uomo che pare non volersi separare
dall'abbraccio e la posa tenera, della donna che tenta di
consolarlo, di rassicuralo.
La solitudine esistenziale in cui ogni essere umano e' costretto a
vivere, si palesa nell'imminente separazione, in quello che
potrebbe essere l'ultimo "contatto", non solo fisico, ma
soprattutto spirituale.
I muscoli tesi dell’uomo e la mano sinistra della donna contratta
sulla spalla del compagno, ci danno la sensazione di una stretta
dolorosa, di quelle che preludono ad un addio straziante.
I due corpi sono costruiti lungo la diagonale, dal basso a sinistra
verso l’alto a destra, con una pittura nervosa, dai contorni
marcati. Un grande lenzuolo spiegazzato, una sorta di campo di
battaglia, in cui nonostante l’intimità i due amanti si ritrovano soli
e distanti nonostante l’abbraccio.
Sobborgo I, Egon Schiele, 1914, olio su tela riportata su masonite, 101x120,5 cm,
Staatsgallerie, Stoccarda
Sobborgo I, Egon Schiele, 1914,
olio su tela riportata su masonite,
101x120,5 cm, Staatsgallerie,
Stoccarda

Il paesaggio è interpretato da Schiele in modo innovativo e


anticonvenzionale.
Il soggetto di Sobborgo I è la periferia cittadina o i casolari sparsi
nei campi della Boemia.
L’artista ritrae a volo di uccello un gruppo di case fra i campi,
presso la riva del fiume Moldava.
Sobborgo I, Egon Schiele,
1914, olio su tela riportata
su masonite, 101x120,5
cm, Staatsgallerie,
Stoccarda

La struttura del dipinto appare ingenua e quasi infantile.


L’organizzazione spaziale è scandita per fasce parallele.
In primo piano i campi coltivati,
che digradano azzurrognoli verso
la Moldava.
A seguire il fiume stesso, di una
tonalità d’azzurro più tenue.
Sullo sfondo, la riva opposta
solcata da leggere striature che
richiamano la presenza di altri
campi coltivati.
Al centro, quasi ai tre vertici
di un ipotetico triangolo
isoscele, sono disposti i tre
agglomerati di case.

Le case sono rappresentate


contemporaneamente in prospetto,
le facciate, e in prospettiva dall’alto,
i tetti; in una visione assolutamente
irreale ma suggestiva.
I camini rossi, che riprendono il
segno dei pali lungo i solchi dei
campi, interrompono, con la loro
verticalità, l’andamento orizzontale
del dipinto.
Sobborgo I, Egon Schiele, 1914,
olio su tela riportata su masonite,
101x120,5 cm, Staatsgallerie,
Stoccarda

L’insieme suggerisce un’atmosfera di sogno, in cui i muri torti e i


tetti bislacchi sono la metafora della perenne incertezza della
vita.

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